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M.M.

Le due colonne

Simbolismo e generalit
Poste all'ingresso del Tempio, ad occidente, in ricordo di quelle che Hiram pose all'ingresso del Tempio di Salomone, simboleggiano la separazione tra la realt sacra e quella profana. Sono descritte nei pi antichi documenti latomistici, un testo denominato Esame di un Massone, del 1723,riporta il seguente dialogo: Dove si tenne la prima loggia? Nel portico del Tempio di Salomone ove le due colonne erano chiamate Jachin e Boaz. Altra menzione significativa si trova nellopera del Prichard La Maonnerie Dissqu del 1730, ove si tratta del grado di compagno. Le colonne, e , sono tra i primi simboli ad essere incontrati durante lIniziazione, esse eminentemente sintetizzano la polare dualit del Rigore e della Benevolenza ovverossia della Forza e della equilibrata e fulgida Comprensione.
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generalmente sormontata dalla melagrana (od anche da tre di questi frutti o da un globo) rappresenta la Forza ed il Rigore, sul piano Fisico tali qualit sono espressione di positivit tuttavia al livello del piano Formativo esplicitano unattitudine normativa e delimitante, riflettente pertanto a pieno titolo la polarit passiva sottesa dalla lettera ebraica ,Bet, dalle chiare connotazioni umide e femminili; reciprocamente e per converso , solitamente recante alla sommit un globo armillare o sidereo, rappresenta la Comprensione sul piano Fisico, attitudine femminea che sfuma, in riferimento al piano Formativo, nellopposto polare maschile individuato nella dinamica Benevolenza, il consolidamento della condivisione e della tolleranza in quanto risolti i particolarismi del livello inferiore. Ecco che nella polarizzata endiade del simbolo-colonne si apprezza, esperisce e risolve lesaltazione della dicotomia tra le categorie del positivo e del negativo; dellascendente e del discendente; del verticale e dellorizzontale; insomma del contrasto tra valori terreni materializzatisi e le realt intangibili iperuraniche; tale contrapposizione propria dello stato dessere di questo mondo che indica allIniziato la necessit di conseguire la tradizionale conjunctio oppositorum. Architettonicamente la colonna ha connotazioni di altezza, forza, tensione, robustezza, strutturalit e messa in atto. Tradizionalmente nel tempio salomonico la colonna della forza, , dal nome del bisnonno del re Davide (Rut 4, 21), esprimeva il concetto di Mishpat Ivri (dallebraico , legge ebraica) cui corrispondevano i concetti di Regno e Giustizia; si alludeva al conseguimento del dominio sugli elementi; sugli uomini e principalmente su se stessi, esercitato secondo i canoni della disciplinata e giusta potenza. Colonna quindi ancora, perpendicolarit, stabilit, equilibrio, gioco controllato delle dinamiche che salgono e scendono, canale di trasmissione delle energie tra il superiore e linferiore. , primo sommo sacerdote del Tempio di Salomone, ha dato il proprio nome alla colonna che simboleggiava in esso lo Tzedeq, (dallebraico , retto, equilibrato) il principio della Rettitudine, Stabilit, propria del giustificato; concetto derivato dall'antica sapienza Egiziaca. Il conseguimento di questo stato individua una nuova condizione dEssere, un patto incrollabile, fondamento del rapporto col divino in se e per se, che unitamente alla stabilit, significata dalla colonna gemella, completa dialetticamente il ruolo delle fondamenta dell'edificio interiore che lIniziato deve poter concepire, disegnare e realizzare.

Tradizione Biblica
e erano le due colonne bronzee collocate nel vestibolo del Tempio di Salomone (1 Re 7:15-21; 41-42). (forza) era la colonna di sinistra e (solidit) era la colonna di destra. Le due colonne erano alte 18 cubiti (circa 8 m) e avevano una
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circonferenza di 12 cubiti (circa 5,3 m). I capitelli di bronzo erano alti 5 cubiti (circa 2,2 m) ed avevano la forma di un giglio. Erano decorati con dei reticolati attorno ai quali si avvolgevano due file di melagrane, duecento in fila per ogni capitello. In totale colonne e capitelli raggiungevano i 23 cubiti di altezza (circa 10,2 m). Una descrizione leggermente differente contenuta poi nel Libro di Geremia secondo il quale: Le colonne furono fabbricate in bronzo. Erano alte 18 cubiti, con una circonferenza di 12 cubiti e spesse 4 dita perch vuote all'interno (Geremia 52, 21). I capitelli di bronzo erano alti 5 cubiti, rivestiti da un reticolato per lato e da melagrane. Le melagrane erano novantasei per lato e intorno al reticolato erano in tutto cento. (Geremia 52, 22-23). Re Salomone aveva chiesto al re di Tiro Hiram (Hiram I, gi amico di re Davide, regnante tra il 969 e il 936 a.E.V.) di essere aiutato nella costruzione del Tempio di Gerusalemme (1 Re 5). Fu inviato un esperto di Tiro di cui il testo biblico fornisce due distinte descrizioni: Chiram, figlio di una vedova della trib di Neftali e di un bronzista di Tiro, esperto in ogni genere di lavoro in bronzo (1 Re 7, 13-14); Curam-Abi, figlio di una donna della trib di Dan e di un uomo di Tiro, esperto in metalli, pietre, legno, tessuti, intagli e geniale progettista (2 Cr 2, 12).

Ricostruzione prospettica del Tempio di Salomone

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Speculazione
Questa fondante rappresentazione del binario trova nella tradizione latomistica curiose varianti, la posizione delle colonne nel Rito Francese capovolta rispetto alla pi affermata collocazione conosciuta nel Rito Scozzese Antico ed Accettato, infatti in questultimo rito la colonna , considerando la posizione di chi entrando rivolto allOriente, verr trovata a sinistra e quindi a settentrione; lopposto nel Rito Francese e nel Rito Antico e Primitivo di Memphis Mizraim. Ci ha spesso determinato lunghe ed annose dispute che hanno rischiato di far passare in secondo piano il significato reale delle colonne, che devono essere studiate nella loro globalit:

Nel regno del manifesto il dualismo necessario e necessitato, nelle forme e nelle sostanze, lAssoluto indiscernibile, omogeneo e indifferenziato non pu essere esperito e realizzato: il buio e la luce totale accecano con pari forza. Per essere percepito lAssoluto scisso in dinamiche categorie dialettiche ma omogenee.

Originariamente nel Magismo tali colonne erano presenti come elementi astrologici essendo orientate lungo le linee solstiziali del luogo, di modo che la loro ombra rispettiva segnasse lOriente in ciascuno dei due solstizi. Precisiamo che per linea sostiziale vanno intesi i rami di iperbole percorsi dall'ombra della punta della colonna, in questo caso usata come gnomone, all'epoca del solstizio estivo (individuanti una concavit rivolta verso il basso) e del solstizio invernale (con concavit rivolta verso l'alto). In questi giorni, in cui lastro solare raggiunge la massima declinazione positiva (alle nostre latitudini di circa 23 27' il 21 o 22 giugno) e la massima declinazione negativa (circa -23 27' il 21 o 22 dicembre), il massimo luminare sembra quasi sostare, da cui il nome di solstizio (da sol e da statio), prima di iniziare il cammino inverso. Alle due curve vengono spesso associati i segni zodiacali del Cancro (solstizio estivo) e del Capricorno (solstizio invernale). Ecco in questo assunto solstiziale. e individuare la funzione di porta

Si aggiunga inoltre che tali colonne svolgono per il massone funzione di parola, come riportato da diversi statuti di fondazione; cos in merito anche lantico Manoscritto degli Archivi di Edimburgo del 1696. Le parole sacre nei gradi di apprendista e compagno sono infatti e (o il reciproco valendo lo stesso discorso della denominazione delle colonne), in ebraico bet, ain, zain: e iod, caph, iod, nun: ,da intendersi unitamente: con forza egli stabilir.

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Ricostruzione prospettica del Tempio di Salomone

I tre Pilastri
In tutti i rituali massonici sono presenti tre grandi candelabri, tre luci, che vengono accese durante i lavori di apertura. Tra i vari simboli latomistici questi sono tra i pi confusi od ignorati, sia perch spesso sono appunto individuati come luci e non come pilastri sia perch di fatto sono confusi con le colonne per assimilazione al concetto di verticalit. Non cos, le colonne e separano lo spazio sacro da quello profano, diversamente i tre pilastri, rappresentati da grandi candelabri recanti ceri, sono gi collocati allinterno del tempio, esattamente nella zona di mezzo contraddistinta dalla pavimentazione a scacchiera del quadrilungo che riproduce in altra modalit il concetto binario, quindi nei pressi del quadro di loggia e non lontani dallara dei giuramenti. I tre pilastri, che secondo i pi antichi rituali sostengono il tempio, sono da riferirsi ai tre principi di Saggezza; Bellezza e Forza, cui corrispondono, e questo altro motivo di fraintendimento, tre specifici Ufficiali di Loggia, rispettivamente Venerabile Maestro; Primo e Secondo sorvegliante. Anche in questo caso diverse volte non si ritrova lo stesso ordine di significazione, ci ne far variare pertanto anche la reciproca collocazione allinterno del tempio. Fondamentale la coerenza complessiva nella disposizione dei simboli tra loro e con i Dignitari di Loggia, ci vale massimamente per le colonne e e per i pilastri cui devono corrispondere le sculture dei sopramenzionati principi.
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In alcuni casi ci non stato; dal nostro punto di vista si evidenzia la rilevanza rituale nellorientare a Settentrione e a Meridione varcando la soglia rivolti ad Oriente in quanto si effettua in questo caso appropriatamente il passaggio dal mondo profano alla sfera del sacro. Le realt superiori e financo metafisiche sono rappresentate nel tempio su tre ottave ascendenti: i tre Ufficiali di Maestro venerabile, Primo e Secondo Sorvegliante; i tre Pilastri ed inerenti Principi che con laccensione determinano la sforzo e la volont di esperire la Grande Opera; il Ternario costituito dal Delta, il Sole e la Luna quale registro ultimo di manifestazione dinamizzante polarizzata dallUno. Le realt archetipiche emanative, creative e formative impattano su colui che entra nel tempio tramite il superamento di un intervallum limitis essendo esperite come proiezioni riflesse del proprio essere, visto che dal s necessariamente bisogna cominciare. E il principio dello specchio magico che riflette invertendo simmetricamente la realt, essere/anti essere, forma/anti-forma, dinamismo infinito di un Cosmo Uno.

Prospetto indicante la magica riflessione della Grande Opera

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Pianta della Loggia - Canongate Kilwinning Lodge n. 2 di Edimburgo Loggia Madre di Scozia

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Pianta della Loggia Emulation - Heredom 1224 allOriente di Cagliari

Riflessioni Conclusive
Questo stato specificato per consentire di applicare una fattiva operazione rituale a dei contenuti simbolici di indubbio spessore esoterico e trasmutatorio, si rimarca comunque come il simbolismo di per s abbia la funzione di esprimere le analogie universali senza costrizioni; un simbolo infatti invita a scoprire, a comprendere e a meditare non obbliga, come specificato da Goethe: Il simbolo, una finestra spalancata sullineffabile realt.

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