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Non solo terapia Il secolo scorso ci ha insegnato a pensare, poi scoprire, tutto il mondo che vive allinterno della

persona. Profondo e affascinante, ci ha permesso di immergerci nellinteriorit, riscoprendo, come accade nella ricerca scientifica sui mondi micro e macro, risonanze, motivi, tratti caratteristici della persona, desideri e divieti inimmaginabili prima. Che davano spiegazione e ragione di comportamenti, questi s visibili. Ecco che linterrogazione dellinterno inizia a rendere conto, a spiegare lesterno visibile. Il fascino della ricerca, la passione verso ci che non conosciamo, la straordinaria attrazione verso le acque pi profonde e misteriose e, in contemporanea, verso le altezze pi eteree del pensiero dellessere umano si diffusa contagiando un po tutte le discipline: anni magici quelli del primo Novecento dove tutti gli antichi paradigmi vengono fatti saltare, Einstein, Picasso, Freud, la letteratura, la societ, larchitettura e lo spazio acquistano nuovissimo significato, lo spezzettamento e la moltiplicazione dei punti di vista dona spessore articolato alla cosiddetta realt che improvvisamente diviene mobile, letteralmente sotto i nostri occhi, diversa e nuova a seconda di come ci muoviamo noi. Lincanto del movimento si affianca alla ricerca delle costanti. Ed ecco che prendono forma le categorizzazioni, che diventa significativa la diagnosi, allinizio intesa correttamente come un tentativo di capire un fenomeno attraverso linsieme delle sue caratteristiche, ma poi, sempre di pi, dal capire un quadro dinsieme si passa velocemente allidentificare, a rendere reale, vero, il risultato della ricerca che acquista una sua consistenza e solidit propria fino a che, progressivamente, la persona stessa viene assorbita nella sua orbita. Identificare la natura di qualcosa di misterioso si trasforma rapidamente in averne trovato la causa. Il fenomeno si fa centro dellinteresse, dellindagine attenta, scientificamente impostata e la persona che reca su di s il fenomeno sfuma sullo sfondo. E, poich ci affascina da sempre ci che pi oscuro, questo richiama con insistenza il tempo e il mondo di ci che, non essendo luminoso, chiaro, leggibile, non avendo la mitica trasparenza dellacqua, dellingenuit, dello sguardo del bambino, necessariamente finisce per appartenere allo spazio che profondo perch nascosto, perch nasconde. E cosa si nasconde se non ci che non potremmo mostrare apertamente? Il disagio, la sofferenza, la malignit, le emozioni pi violente e indicibili vanno ad occupare un po per volta lintero panorama del pensiero e della ricerca. Le categorie si specializzano e approfondiscono il cuore buio della persona umana. La ricerca appagante della causa proietta lorigine del disturbo nel passato, anchesso silenziato per definizione su ci che non stato ben fatto, corretto: le violenze, le menzogne, limbroglio diventano i fili privilegiati con cui tessiamo la tela dellesistenza umana. In un andamento sempre pi con il capo rivolto allingi, rileggendo e dando nuove significazioni a ogni istante della nostra vita passata, perch l c il segreto che, si sa, segreto proprio perch vergognoso, l c la soluzione, dobbiamo trovare la causa che sar disinnescata, bonificata un po gi per averla esposta alla luce. Ho una grandissima gratitudine e unammirazione sconfinata per Sigmund Freud e per il suo lavoro che mi ha dato nutrimento, invenzione, che mi ha fatto percorrere strade inimmaginate e di cui cerco di riprendere e imitare il grandissimo e profondo davvero senso del valore unico della persona umana. La sua ricerca appassionata, quellebraismo ironico e cos fremente di leggerezza mentre agita e scava e fatica e cerca ancora pi in l. Per questo, proprio perch abbiamo avuto modo di nutrirci delle 1

passioni generose di questi geni di cui nessuno pu veramente dire di aver attinto il fondo del pensiero, proprio per questo, credo, dobbiamo smuoverci dalla loro luce e inoltrarci a cercare un po da soli: mi sembra lomaggio pi denso di significato e, come hanno scritto, dobbiamo sistemarci sulle spalle di questi grandi ma non solo per esserne trasportati: per guardare pi avanti e vedere ci che ancora non . Trattare lombre come cosa salda. passato un secolo, abbiamo un nuovo secolo e un nuovo millennio tutti da inventare, ora sta a noi creare lo spazio e i modi affinch nuovamente si riaffacci il miracolo del Rinascimento: delle idee, della speranza, della competenza attenta, dellininterrotto scambio e contagio fra culture e mondi, fra chi sperimenta e chi va a bottega e chi trasforma. Non sono, poi, cos sciocca o superficiale da non considerare la gravit della sofferenza che provoca il disagio mentale e psichico, sono pi di quarantanni che me ne occupo e non penso certo che sia sufficiente una ingenua volont di pensare positivo o una grande predisposizione a voler bene ad attenuare del dolore spesso devastante, a liberare da trappole spaventose, gorghi di malessere che succhiano ogni spinta vitale. N, tanto meno, mi sogno di negare la capacit e la competenza professionale di chi fa uso di metodiche di pensiero e di prassi improntate alla pi rigorosa scientificit. Come, allopposto, non avrebbe senso negare gli indubbi risultati terapeutici di approcci tuttaltro che (apparentemente) scientifici. Si potrebbe anche grossolanamente sostenere che, in pratica, ogni approccio al disagio mentale, o psichico se si preferisce chiamarlo cos, ha pi o meno le stesse percentuali di riuscita e di aperta sconfitta. Tutti, poi, annoverano fra chi se ne avvalso, un buon numero di risultati indifferenti: danno non se ne fatto (e questo pur sempre fondamentale!) ma non si neppure pienamente risolto. Come si diceva, questione di punti di vista, non si pu che porsi da un punto di vista per pensare, agire, parlare ma ciascuno non altro che un punto di vista. Allinterno di ogni punto di vista si allarga una vera e propria completa ideologia con la sua mitologia, i suoi santi e i suoi demoni, le sue credenze indiscutibili, il suo percorso verso la salvezza, la sua prassi di verit. Basta esaminarli in sinossi per verificarne risonanze e contrapposizioni, assolutamente certe e valide in quellambito di contesto: logico, fideista, scientificamente accreditato. Da qui la dimensione etica che si impone: scegliere un approccio piuttosto che un altro non pu attenere alla cosiddetta verit ma alla propria, personalissima, conformazione di stile, desideri, sogni e pensieri sulla vita e sul mondo. Che, in quellapproccio particolare troveranno conferme, correzioni, validazioni definitive e appaganti. Innegabile, daltronde, che lo stesso pensiero di terapia sia strettissimamente collegato e connesso al pensiero corrente di benessere: ciascuno laltra faccia e conferma dellaltro. E proprio in quel tempo corrente le infinite forme di terapia pescano quegli aggiustamenti della sacra dottrina che la mantengano in vita senza timore di una sia pur larvata accusa di tradimento. E, allora, qual il tempo di oggi per come riusciamo a traguardarlo?, quale il pensiero che potrebbe pi facilmente aiutare le persone in difficolt a divenire nuovamente protagoniste della loro esistenza? A me piace pensare che questo il tempo della piena cittadinanza, della dignit a tutto tondo della persona. Mi piace pensare che non sia pi indispensabile, per potersi affiancare a un altro essere umano, scandire la mitica relazione daiuto nei consueti termini up/ down, dove qualcuno ha bisogno e qualcun altro soccorre. Per me il cliente come i Wiener Philharmoniker, lorchestra pi famosa al mondo che si sceglie il suo direttore pescandolo fra la rosa dei migliori. 2

Essere chiamata a condurre il passo di una persona vuol dire poter avere il permesso di entrare in una vita, di sperimentare lo stesso mondo attraverso uno sguardo inedito, di apprendere soluzioni, pensieri, avventure, emozioni e slanci. Come fossi un rabdomante, credo di poter trovare lacqua se qualcuno lo chiede ma chi la desidera, a che cosa pu servire, perch mai proprio questa persona proprio ora e proprio qui, cosa mai ne potr o sapr fare, questo sar la trama su cui intesseremo la nostra relazione. Ricordando sempre che il possessore dei fili da ricamo laltro, suo il disegno che andremo a far emergere. (Di passaggio, per ribadire quanto siamo avvezzi a che linformazione pi significativa sia di qualit negativa, basta fermarsi un attimo: trama non ci richiama forse alla mente un imbroglio, un inganno, un complotto? Che, appunto, pu essere ordito contro qualcuno. Fare qualcosa, intessere una storia, in prima battuta sembra vada a dire impegnarsi, organizzarsi per apportare danno!) Ma in alcun modo ci pu andare a significare che la persona in cerca dellacqua possa o debba essere in posizione down, come se davvero la relazione, il rapporto, fossero realmente asimmetrici, tra un esperto competente che padroneggia una tecnica e un altro che non saprebbe, non conoscerebbe, in posizione di dipendenza. Ovviamente non mi sto riferendo a situazioni in cui una persona pu essere cos danneggiata da non potersi prendere cura di s, ma il cosiddetto paziente che si reca da uno psicoterapeuta, oltre a essere catalogato e inserito fra una o pi delle categorie diagnostiche maggiormente in voga, un lavoratore, paga le tasse, cresce i figli, magari gioca a carte, vota alle elezioni, ha un pensiero politico, forse sa cucinare delle ottime lasagne e tiene in ordine casa sua facendo quadrare i conti. Voglio dire che chiamare paziente una persona vuol dire negare la sua piena rotondit di persona viva, quella rotondit che finisce per essere traguardata dal buco della terapia sfilacciandosi in brandelli che, per essere accolti, debbono comporsi allinterno del setting in un quadro condivisibile dalla teoria seguita dal terapeuta. Certamente questo tipo di pensiero e di prassi ha avuto molta importanza nel corso del tempo e ha raggiunto molti obiettivi, scientifici e umani ma oggi non pu pi risultare adeguato a questo mondo. Anche i matrimoni combinati hanno avuto senso un tempo e ne hanno ancora oggi in specifici contesti, anche lharem, anche le stecche del busto stringi vita delle donne, ma il punto non che cosa giusto o vero o corretto in assoluto, il punto venire a capo di ci che adeguato al momento in cui lo si colloca e in cui si agisce. E questo il secolo che Jeremy Rifkin ha chiamato della Civilt dellempatia, dove alle soglie di una era tutta nuova la struttura profonda del nostro pensiero, della nostra azione, del nostro sentire va modificata radicalmente per adeguarsi allepoca sopravveniente. Lepoca in cui ci ristruttureremo verso una migliore capacit di entrare in interazione collaborativa con laltro, lepoca in cui ciascuno di noi sempre di pi avr un rapporto con laltro e con gli altri, tanto pi personalizzato quanto pi globale. In questo tempo oggi siamo docenti, domani discenti, come dice spesso Francesco Varanini, in questa epoca il nostro diritto primo saperci e poterci affiancare uno allaltro in un rapporto di cooperazione, aiuto come affiancamento, senza pi alcun bisogno di scandire ranghi e relazioni asimmetriche. Saperci contagiare, condividere la conoscenza che ciascuno porta con s per dare vita e forma a una conoscenza tutta nuova. Inventarsi la vita mentre anche laltro lo fa. Esistere e sapersi definiti da ci che possiamo condividere e fare assieme, non pi da ci che, nostro esclusivo possesso, ci pone in situazione superiore allaltro. Utopia? Forse, ma un orizzonte che mi piace tenere davanti; fino a che mi utile, lo conservo. Ma a disposizione di chiunque. 3

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