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MISSALE ROMANUM

EX DECRETO SS. CONCILII TRIDENTINI RESTITUTUM AUCTORITATE S. PII Pp. V PROMULGATUM B. JOANNIS Pp. XXIII CURA RECOGNITUM

PREMESSA GENERALE I testi latini proposti concordano con lEdizione Tipica del Messale promulgato dal
Beato Papa Giovanni XXIII nel 1962. Sia il Ritus servandus che le Rubriche dellOrdinario della Messa, seppur fedeli alloriginale, sono state tradotte liberamente con aggiunte esplicative a cura di traduttori ed esperti di liturgia.

Affinch la Santa Messa Tridentina, liberalizzata dal Motu Proprio "SUMMORUM

PONTIFICUM di Sua Santit Benedetto XVI, sia celebrata senza errori, illeciti e mancanze, si ricorda che suggerito luso del Messale Romano in cartaceo, stampato con il permesso di un Presule Ordinario che controllata la fedelt allEDITIO TYPICA, ne autorizza la stampa per uso liturgico.

RITUS SERVANDUS IN CELEBRATIONE MISS


Missale Romanum, Typis Poliglottis Vaticanis 1962
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. PREPARAZIONE DEL SACERDOTE CELEBRANTE SULL'INGRESSO DEL SACERDOTE ALL'ALTARE DELL'INIZIO DELLA MESSA L'INTROITO, IL KRIE, E IL GLRIA IN EXCELSIS L'ORAZIONE L'EPISTOLA, IL GRADUALE FINO ALL'OFFERTORIO L'ANTIFONA ALL'OFFERTORIO FINO AL CANONE IL CANONE DELLA MESSA FINO ALLA CONSACRAZIONE DOPO LA CONSACRAZIONE FINO AL PATER IL PATER FINO ALLA COMUNIONE ANTIFONA DI COMUNIONE E LE ORAZIONI SEGUENTI LA BENEDIZIONE E L'ULTIMO VANGELO LE COSE DA OMETTERE NELLE MESSE DI DEFUNTI PER CELEBRARE DUE O TRE VOLTE AL GIORNO

I - PREPARAZIONE DEL SACERDOTE CELEBRANTE 1. Il Sacerdote che si accinge a celebrare la S. Messa, dedichi un po di tempo alla preghiera, utilizzando a scelta le preghiere stabilite che si trovano di seguito. Quindi si reca nel luogo preparato in sacrestia, o altrove, dove si trovano i paramenti e quanto necessario per la celebrazione. Prende il messale, cerca la Messa del giorno, legge con molta attenzione e dispone in ordine nel Messale i segnacoli (i segnalibri) che utilizzer per trovare le parti che gli occorrono per la Celebrazione della Santa Messa. Poi si lava le mani, dicendo l'orazione che si trova di seguito. Quindi prepara il calice (che deve essere d'oro o d'argento, o avere almeno la coppa d'argento dorata internamente con la patena, anchessa dorata e consacrato dal Vescovo), sulla coppa del calice pone un purificatoio pulito e su di esso la patena con un'ostia intera che pulisce leggermente dai frammenti, se necessario, e la ricopre con una palla di lino e quindi col velo di seta. Sul velo pone la borsa del colore dei paramenti, contenente il corporale piegato, che deve essere soltanto di lino, senza essere intessuto internamente con la seta, n con loro, ma completamente bianco e benedetto, assieme alla palla, dal Vescovo o da chi ne abbia facolt. 2. Avendo disposto le cose in questo modo, si avvicina ai paramenti che non devono essere laceri o strappati, ma in buono stato, decentemente puliti e belli, benedetti dal Vescovo o da chi ne abbia facolt. L , con le scarpe ai piedi e vestito dei propri abiti, dei quali almeno quello esterno deve scendere fino ai talloni, indossa i paramenti, dicendo le orazioni: ad ognuno la preghiera propria, come si trovano scritte sotto.

3. Per primo prende l'amitto tra le estremit e le fettucce, lo bacia nel mezzo, dove c la croce (o se non ci fosse, traccia sullamitto con il pollice una croce che poi bacer), e lo pone sul capo, e subito lo abbassa sul collo ricoprendo il colletto degli abiti tutto intorno, poi fa passare le fettucce sotto le braccia, quindi girandole intorno al dorso, le riporta davanti al petto e le lega. Poi indossa il camice, passandolo dalla testa, ed infilando il braccio destro nella manica destra e il sinistro nella sinistra. Si aggiusta il camice al corpo, alzandolo davanti e ai fianchi e si lega con il cingolo che il ministro gli porge da dietro. Il ministro alza il camice tutt'attorno al cingolo, in modo che scenda bene e copra gli abiti, adattandone diligentemente l'estremit, in modo che sia distante da terra circa un dito. Il sacerdote prende il manipolo, bacia la croce nel mezzo, e lo mette al braccio sinistro. Quindi prende la stola con entrambe le mani, la bacia allo stesso modo, pone il centro intorno al collo e la incrocia davanti al petto, facendo passare alla destra la parte che scende dalla spalla sinistra e alla sinistra quella che scende dalla spalla destra. Poi, con le due estremit del cingolo unisce le due parti della stola al cingolo stesso. Infine il sacerdote indossa la pianeta e, convenientemente, si copre il capo. 4. Se il celebrante un Vescovo, o un Abate benedetto avente l'uso dei pontificali, non incrocia la stola davanti al petto, ma lascia scendere di qua e di l le due estremit e prima di mettere la stola, prende una piccola croce pettorale, che bacia e mette al collo, facendola scendere col cordone davanti al petto. Non prende anche il manipolo prima della stola, se non nelle messe dei defunti, ma lo mette all'altare,, quando nella confessione dice Indulgentiam, e lo bacia prima di indossarlo.

5. Se Vescovo, o Abate di cui sopra e celebra solennemente, assume i paramenti e le altre insegne come indicato nel Pontificale e nel Cerimoniale. II SULLINGRESSO DEL SACERDOTE ALLALTARE 1. Il sacerdote, rivestito di tutti i paramenti, prende con la mano sinistra il Calice, preparato come detto sopra, e lo porta alzato davanti al petto, tenendo la Borsa sul Calice con la mano destra e, fatta la debita riverenza alla Croce, od alla sua immagine, che sar in sacrestia, accede allaltare con il capo coperto preceduto dal ministro parato di talare e cotta, che porta il messale e le altre cose necessarie (preparate prima). Procede con lo sguardo basso, con il passo lento ed il corpo dritto. Se dovesse passare davanti allAltare maggiore, con il capo coperto, faccia la debita riverenza a quello. Se dovesse passa davanti al luogo dove riposto il SS. Sacramento, genufletta. Se dovesse passare davanti ad un Altare dove si sta celebrando messa, durante lelevazione, o durante la comunione, genufletta allo stesso modo, e, scoperto il capo si fermi in adorazione, e non si alzi prima che il Celebrante abbia deposto il Calice sul Corporale. 2. Quando arriva allaltare, stando davanti sullultimo gradino, scopre il capo, porge la berretta al ministro, e si inchina profondamente allAltare, o allimmagine del Crocifisso posta sopra questo. Se ci fosse il Tabernacolo del Santissimo Sacramento, fa debita riverenza genuflettendo. Quindi sale al centro dellaltare, dove sistema il Calice dal lato del Vangelo, estrae il Corporale dalla Borsa, e lo stende al centro dellaltare, e colloca sopra questo il Calice coperto dal Velo, e la Borsa al lato del Vangelo. Se prende

i paramenti allaltare, fa questo prima di scendere dallaltare, per iniziare la Messa. 3. Se deve consacrare pi Ostie per fare la Comunione, e queste, per la loro quantit, non entrano nella Patena, mette queste sul Corporale davanti al Calice, od in un altro Calice consacrato, od in un vaso pulito e benedetto, e pone queste dietro il calice coperte da un'altra patena o con la palla. 4. Collocato il Calice sullAltare, si sposta dal lato del Vangelo ed apre il messale sul cuscino, quindi ritornando al centro dellaltare, facendo prima la riverenza alla croce, volgendosi verso il lato dellEpistola scende fino allultimo gradino dellaltare, 5. dove fa la confessione.

Nella Messa solenne, aperto il Messale sulla Credenza, coperta con una

sullAltare, il Calice e le altre cose necessarie sono preparate tovaglia, prima che il Sacerdote venga allAltare. Egli stesso entra con il Diacono ed il Suddiacono, che hanno il capo coperto come lui e tengono le mani giunte davanti al petto; gli accoliti stanno davanti a loro con il candelabro e le candele accese, che poi collocano sulla Credenza: quando arriver davanti lultimo gradino dellAltare, l, in mezzo al Diacono alla destra ed il Suddiacono alla sinistra, prima di salire allAltare, fa con loro la Confessione. 6. Nella Messa Pontificale si seguono tutte le cose prescritte dal Pontificale e dal Cerimoniale Romano: Il Vescovo e lAbate non tralascino nulla

dellordine pontificale, come sopra, ogni volta in cui celebrano con Diacono e Suddiacono parati. III DELLINIZIO DELLA MESSA 1. Il Sacerdote essendo in primo luogo disceso presso lultimo gradino dellAltare si gira verso di esso, dove stando nel mezzo, con le mani giunte davanti al petto, con le dita parimenti stese ed unite, ed avendo il pollice destro posto sul sinistro in modo da formare una croce (ci si osserver sempre quando le mani sono giunte, eccetto dopo la Consacrazione), con il capo scoperto, fatto profondo inchino alla Croce o allAltare, o se su di esso vi il Tabernacolo con il santissimo Sacramento, la genuflessione, stando in piedi inizia la Messa. 2 Se si apprester a celebrare in presenza del Sommo Pontefice, si colloca dinnanzi al gradino pi basso dellaltare dal lato del Vangelo di fronte al Sommo Pontefice, dove attente genuflesso: ricevuta la benedizione, si alza, e stando leggermente rivolto verso lAltare, incomincia la Messa. Se invece fosse in presenza di un Cardinale, di un Legato della Sede Apostolica, o di un Patriarca, Arcivescovo o Vescovo nelle loro sedi residenziali, oppure nella loro giurisdizione stando dinnanzi allultimo gradino dellaltare al lato del Vangelo come sopra, attende: dato il segnale, fa inchino profondo al Prelato, e rivolto verso lAltare inizia la Messa. 3 Se invece celebra solennemente in presenza del Sommo Pontefice o di un altro Prelato di quelli gi citati nelle Chiese sotto la loro giurisdizione, stando alla sinistra del Prelato, fa con lui la Confessione, ed osserva per il resto quanto prescritto nel Pontificale e nel Cerimoniale Romano.

4 Stando allora il Celebrante davanti allultimo gradino dellAltare, come sopra, facendo un segno di croce con la mano destra dalla fronte al petto, dice con voce intelligibile: In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen. E dopo aver detto ci non deve prestare attenzione a quello che si celebra in altro Altare, anche se si elevi il Sacramento, ma ininterrottamente proseguir la sua Messa fino alla fine. E parimenti sia osservato di fare ci nella Messa solenne, ed ugualmente anche dai Ministri. 5 Quando si segna, pone sempre la sinistra sotto il petto: nelle altre benedizioni quando allAltare, e quando benedice le Offerte, o qualcosaltro, pone questa sullAltare, se non scritto diversamente. Segnandosi volge verso di se il palmo della mano destra, e con tutte le dita unite e stese, dalla fronte al petto, e dalla spalla sinistra alla destra, forma un segno di croce. Se invece benedice persone o qualche oggetto, volge il mignolo verso ci che benedice, e benedicendo stende tutta la mano destra, con tutte le dita parimenti unite e stese: ci sia osservato in ogni benedizione. 6 Dopo aver detto In nomine Patris, etc. come sopra, congiunte di nuovo le mani davanti al petto, pronuncia a voce distinta lAntifona: Introibo ad altare Dei. Il Ministro poi genuflesso dietro di lui, alla sua sinistra, e alla Messa solenne i Ministri posizionati da una parte e dallaltra proseguono: Ad Deum, qui laetificat juventutem meam. Quindi il Sacerdote stando nello stesso modo inizia, e prosegue alternativamente con il ministro o con

i ministri il Salmo: Judica me, Deus, fino alla fine, con il Gloria Patri. Finito questo, ripete lAntifona Introibo con i Ministri, come sopra. Questo Salmo non mai tralasciato, fuorch nelle Messe dei Defunti, e nelle Messe del Tempo dalla Domenica di Passione inclusa al Sabato santo escluso. In queste una volta detta solo lAntifona Introibo con i Ministri, come sopra, il Sacerdote immediatamente aggiunge V/. Adjutorium nostrum, etc. come sotto. Quando finito il Salmo dice Gloria Patri, etc. china il capo alla Croce. 7 Ripetuta lAntifona Introibo, facendo su di se con la mano destra un segno di croce dalla fronte al petto, dice: V/. Adjutorium nostrum in nomine Domini. R/. Qui fecit caelum et terram. Quindi si inchina profondamente allAltare, e congiungendo le mani dice: Confiteor Deo, come nellOrdo Missae: e prosegue nello stesso modo stando inchinato, fino a quando dal ministro, o dai ministri pronunciato il Misereatur. Quando iniziato dai ministri il Confiteor, si erge. Quando dice: mea culpa, percuote tre volte il petto con la mano destra, avendo posta la sinistra sul petto. 8 Se in presenza del Pontefice, di un Cardinale, di un Legato della Sede Apostolica, o di un Patriarca, Arcivescovo o Vescovo nella loro Provincia, Citt o Diocesi, laddove dice: vobis, fratres, dica: tibi, Pater; infine ugualmente dove dice: vos, fratres, dica: te, Pater; dicendo questo al Sommo Pontefice genuflette, agli altri Prelati si inchina profondamente. 9 Quando il ministro, e chi presente (bench ivi ci fosse il Sommo Pontefice), rispondono Confiteor, dicono tibi, Pater, e te, Pater, leggermente rivolti al Celebrante.

10 Terminata dai presenti la Confessione, il Celebrante eretto, risponde: Misereatur vestri, etc. Quindi facendo con la mano destra un segno di croce dalla fronte al petto, dice: Indulgentiam, etc.; se c un Vescovo, o Abate, come sopra, prende il manipolo, baciandolo nel mezzo. E stando inclinato con le mani giunte prosegue: Deus, tu conversus, e quanto segue nellOrdo Missae, con voce distinta fino allorazione Aufer a nobis, etc.; quando dice: Oremus, estende e congiunge le mani. 11 Allora se celebra, come sopra, in presenza del Sommo Pontefice, o di altri Prelati, fatta al Sommo Pontefice genuflessione, ed agli altri Prelati inchino profondo, si reca nel mezzo dellaltare davanti allultimo gradino, e l inizia segretamente: Aufer a nobis, come nellOrdo Missae. 12 Alle volte il salmo Iudica me, Deus, con la sua antifona, la confessione con lassoluzione, i versetti seguenti ed anche la preghiera Aufer a nobis e Oramus te Domine, si devono omettere, a norma del numero 424 delle rubriche. In questi casi, il celebrante fatta allaltare la debita riverenza, lo sale senza dire nulla; quindi, se non si fa lincensazione dellaltare, al lato dellEpistola inizia lantifona dIntroito, come segue. IV LINTROITO, IL KRIE, E IL GLRIA IN EXCELSIS 1. Mentre dice: Aufer a nobis, ecc., il celebrante a mani giunte sale l'altare, nel mezzo, e l inchinato, - sempre con le mani giunte appoggiate sullaltare, in modo che le punte dei mignoli tocchino la parte anteriore e le falangi degli anulari la parte superiore della tavola o mensa dellaltare, con il reso della mano dritta tra se e laltare, tenendo il pollice destro incrociato sul pollice sinistro (e fa sempre cos quando deve appoggiare le mani giunte sull'altare), - dice in segreto: Oramus te, Domine, etc., e mentre dice: Quorum reliquiae hic sunt, bacia l'altare nel mezzo, tenendo

le mani allargate allo stesso modo di qua e di l e poste sopra di esso [entro il corporale dalla Consacrazione alla Comunione, fuori del corporale tutte le altre volte] e fa sempre in questo modo, quando bacia l'altare, ma dopo la Consacrazione non si separano gli indici dai pollici. Ogni volta che deve baciare l'altare o il libro o altra cosa, non fa il segno di croce con il pollice o con la mano sopra ci che deve baciare. 2. Baciato l'altare, va al lato sinistro, cio al lato dell'Epistola, sta rivolto all'altare e fa un segno di croce su di s, dalla fronte al petto, dicendo a voce intelligibile l'Antifona d'Introito, proseguendo a mani giunte. Quando dice: Gloria Patri, tenendo le mani giunte, china il capo. Quando ripete l'antifona d'Introito non fa nuovamente il segno di croce su di s, come prima; ripetuta l'antifona, con le mani giunte davanti al petto va in mezzo all'altare e rivolto ad esso sempre a mani giunte, dice con la stessa voce tre Kyrie eleison, tre Christe eleison e di nuovo tre Kyrie eleison, alternandosi con il ministro. Se il ministro o i presenti non rispondono al celebrante, questi dice da solo le nove invocazioni. 3. Detto l'ultimo Kyrie eleison, il sacerdote restando in mezzo all'altare, estende ed alza le mani fino alle spalle (e fa cos in ogni elevazione delle mani), con la voce come prima, comincia, se da dire, il Gloria in excelsis. Quando dice Deo, congiunge la mani e china il capo alla Croce: dopo averlo rialzato prosegue fino alla fine con le mani giunte davanti al petto. Quando dice: Adoramus te, Gratias agimus tibi, e Iesu Christe, china il capo alla Croce. Quando dice alla fine Cum Spiritu Sancto, fa su di s un segno di croce dalla fronte al petto, mentre termina: in gloria Dei Patris. Amen.

4. Nella Messa solenne il sacerdote, fatta la confessione sale con i ministri in mezzo all'altare, dove, dopo aver detto: Oramus te Domine e baciato l'altare, mette l'incenso nel turibolo; il diacono tiene la navicella e il turiferario porta il turibolo; il diacono un po' chinato verso il celebrante, dice: Benedicite, pater reverende, e bacia il cucchiaino e la mano del celebrante, prima e dopo. Il celebrante mette tre volte l'incenso nel turibolo, mentre dice: Ab illo benedicaris, ecc., e deposto il cucchiaino, tracciando con la mano destra un segno di croce sopra l'incenso nel turibolo, lo benedice. Poi il diacono, deposta la navicella, prende il turibolo e lo d al celebrante, dopo aver baciato la sommit delle catenelle e la mano destra del celebrante, il quale fatta riverenza profonda alla Croce la incensa tre volte, senza dire nulla, e fatta nuovamente la riverenza alla Croce, incensa l'altare: tre volte, ad uguale distanza, come son messi i candelieri, dal centro verso il lato dell'epistola, dove, abbassata la mano ne incensa il lato esterno: prima in basso, poi pi in alto, con due colpi di turibolo e, rivolto all'altare, alza la mano ed incensa la mensa, nella parte anteriore, con tre colpi di turibolo, portandosi verso il centro, dove fatta riverenza alla croce, continua ad incensare l'altare, con altri tre colpi di turibolo, fino al lato del vangelo ed ugualmente ne incensa il lato esterno, con due colpi di turibolo, prima in basso, poi pi in alto. Quindi restando l, alza il turibolo ed incensa tre volte la parte superiore della mensa verso il centro dell'altare, come ha fatto dal lato dell'epistola, poi abbassando un po' la mano ne incensa la parte anteriore con tre colpi di turibolo, mentre dal lato del vangelo va verso il centro dell'altare, e fatta la riverenza alla

Croce, incensa, allo stesso modo, la rimanente parte anteriore, fino al lato dell'epistola. Restituisce il turibolo al diacono e viene da lui incensato. 5. Se nell'altare ci sono reliquie o immagini di santi, incensata la Croce e fatta ad essa la riverenza, prima di lasciare il centro dell'altare, incensa prima, con due colpi di turibolo, le due che sono a destra, dal lato del Vangelo, vicino alla Croce, poi, allo stesso modo, le altre due che sono a sinistra, dal lato dell'epistola. Poi prosegue nell'incensazione dell'altare, come prima, con tre colpi di turibolo per ciascun lato, anche se vi sono pi reliquie o immagini, e anche se il numero dei candelieri sia pi o meno grande. 6. Se nell'altare vi fosse il tabernacolo del SS. Sacramento, dopo aver preso il turibolo e prima di cominciare ad incensare, fa la genuflessione e la ripete ogni volta che passa in mezzo all'altare. 7. Diacono e suddiacono stanno ai lati del celebrante, assistendolo mentre incensa, e genuflettono sempre quando passano davanti alla Croce. Quindi il celebrante, mentre il diacono sta alla sua destra, e il suddiacono sta alla destra del diacono, nel lato dell'epistola, legge l'Antifona d'Introito e il Kyrie eleison. Quando il celebrante intona il Gloria in excelsis Deo, il diacono e il suddiacono, uno dietro l'altro, stanno alle sue spalle, poi salgono l'altare, uno da una parte, l'altro dall'altra, il diacono a destra, il suddiacono a sinistra, mentre il celebrante a voce sommessa prosegue l'inno fino alla fine. La stessa cosa fanno durante il Credo. E quando il

celebrante dice Dominus vobiscum, l'orazione, il prefazio, e il Pater noster, diacono e suddiacono, stanno allo stesso modo uno dietro l'altro alle spalle del celebrante. 8. Nelle Messe cantate, se si fanno le incensazioni, il celebrante si comporta come si detto sopra, per la Messa solenne; alla fine viene incensato da un ministrante.

V - L'ORAZIONE 1. Dopo aver detto l'inno Gloria in excelsis, o se non bisogna dirlo, avendolo omesso, il celebrante bacia l'altare nel mezzo, posandovi sopra le mani distese da una parte e dall'altra, come prima; poi congiunte le mani davanti al petto e con gli occhi rivolti a terra, si gira da sinistra a destra verso il popolo, cio dalla direzione che guarda il lato dell'Epistola. Allargando e congiungendo le mani davanti al petto, come prima, dice a voce chiara: Dominus vobiscum, o se vescovo: Pax vobis (ma lo dice solo in questo caso, quando stato detto l'inno Gloria in excelsis.) Risposto: Et cum spiritu tuo, unisce come prima le mani, si volge, per la stessa via, al libro, dove, allargando e congiungendo le mani davanti al petto ed inclinando il capo, dice: Oremus, quindi allarga le mani davanti al petto, con le dita unite, e dice l'orazione. Quando dice Per Dominum, congiunge le mani tenendole cos fino alla fine. Se l'orazione si conclude Qui tecum o Qui vivis, congiunge le mani quando dice in unitate. 2. Quando nell'orazione, o altrove nella Messa, pronunzia il nome il nome di GES o di MARIA, ed anche quando pronunzia il nome del santo o del Beato del quale si dice la Messa o si fa la commemorazione, o il nome del Sommo Pontefice, il sacerdote inclina il capo. Se bisogna dire pi orazioni, si osserva, in ciascuna di esse, quanto si detto sopra, riguardo alla voce, all'estensione delle mani e all'inclinazione del capo.

3. Se l'altare ad oriente, verso il popolo, il celebrante rivolto al popolo, non gira le spalle all'altare, quando dice Dominus vobiscum, Orate frates, Ite missa est, o quando da la benedizione; ma baciato l'altare in mezzo, l, allargando e congiungendo le mani, come sopra, saluta il popolo e d la benedizione. 4. Ogni volta che nella Messa che si deve dire ricorrono le parole Flectamus genua - Levate, il sacerdote, detto in mezzo all'altare Kyrie eleison, torna al lato dell'epistola, dove stando davanti al libro, allargando e congiungendo le mani davanti al petto, inclinando il capo, dice: Oremus, e quindi: Flectamus genua; e l, con le mani stese sopra l'altare, per sostenersi, genuflette con entrambe le ginocchia e, a mani giunte, per un po' di tempo prega in silenzio; quindi dice: Levate. Si alza e, con le mani allargate dice l'orazione. Legge la lettura successiva nello stesso modo dell'Epistola, come si dir in seguito. 5. Nella Messa solenne quando si dice Dominus vobiscum e l'orazione, il diacono e il suddiacono stanno dietro al celebrante. Flectamus genua e Levate viene cantato dal diacono, il celebrante e tutti gli altri genuflettono con entrambe le ginocchia e pregano, come si detto sopra. Il Diacono canta Flectamus genua, prima di genuflettere, Levate prima di alzarsi.

VI - L'EPISTOLA, IL GRADUALE E CI CHE SEGUE FINO ALL'OFFERTORIO 1. Dette le orazioni, il celebrante, poste le mani sul libro o sull'altare in maniera che le palme tocchino il libro, oppure (se preferisce) tenendo il libro, legge l'Epistola a voce intelligibile. Ugualmente, dopo che il ministro ha risposto: Deo gratias, [rimanendo allo stesso modo], prosegue il graduale, l'alleluia e il tratto e la sequenza, se sono da dire. Dopo di ci, nelle messe lette, il sacerdote stesso o il ministro porta il libro del messale dall'altra parte dell'altare, nel lato del Vangelo e mentre passa in mezzo all'altare fa china il capo alla Croce, e sistema il messale in maniera che il lato posteriore del messale guardi il lato dell'altare stesso e non la parete o il bordo dell'altare in faccia a lui. 2. Posto il messale sull'altare, il sacerdote ritorna nel mezzo, e l, stando dritto con le mani giunte davanti al petto, eleva gli occhi a Dio e subito li abbassa, si inchina profondamente e dice in segreto: Munda cor meum e Iube, Domine, benedicere, Dominus sit in corde meo, come nell'Ordinario. Quindi va al messale, dove, rivolto ad esso, con le mani giunte davanti al petto, dice a voce intelligibile: Dominus vobiscum. Risposto: Et cum spiritu tuo, con il pollice della mano destra traccia il segno della croce prima sul libro nel punto in cui inizia il Vangelo da leggere, poi su se stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto, dicendo: Sequentia, o Initium sancti Evangelii, ecc., Risposto: Gloria tibi, Domine, con le mani

nuovamente congiunte davanti al petto, legge il Vangelo fino alla fine. Al termine della lettura, il ministro, rimanendo al lato dell'Epistola, sotto l'ultimo gradino dell'altare, risponde: Laus, tibi, Christe, e il sacerdote, alzando un po' il libro, bacia l'inizio del Vangelo, dicendo: Per Evangelica dicta, ecc., escluso nella Messa dei defunti e se non celebra alla presenza del Sommo Pontefice, Cardinale e Legato della sede Apostolica, o Patriarca, Arcivescvo e Vescovo nelle loro residenze, nel qual caso porta il libro da baciare al suddetto Prelato, ed allora il celebrante non bacia il libro, n dice: Per Evangelica dicta. Quando si nomina GESU china il capo verso il libro; ed allo stesso modo genuflette verso il libro, quando, durante la lettura del Vangelo, bisogna genuflettere. 3. Letto il Vangelo, stando in mezzo all'altare verso la Croce, elevando ed allargando le mani, inizia (se si deve dire) il Credo; quando dice: in unum Deum, congiunge le mani ed inclina il capo, lo rialza e rimanendo con le mani giunte come prima, prosegue fino alla fine. Quando dice: Iesum Christum, inclina il capo alla Croce. Quando dice: Et incarnatus est, fino a et Homo factus est compreso, genuflette. Quando dice: simul adoratur, inclina il capo alla Croce. Quando dice: Et vitam venturi saeculi. Amen, fa su di s un segno di croce dalla fronte al petto. 4. Nella Messa solenne il suddiacono, verso la fine dellultima orazione, prende con entrambe le mani il libro delle Epistole, portandolo davanti al petto, e, fatta genuflessione in mezzo all'altare, va dal lato dell'Epistola e, rivolto verso l'altare, canta l'Epistola, che il celebrante ascolta da seduto. Cantata l'Epistola, il celebrante ritorna al libro, il suddiacono fa nuovamente genuflessione in mezzo all'altare e va dal celebrante, e

genuflesso bacia la sua mano, e viene da lui benedetto, eccetto che nelle Messe dei defunti. Quindi il celebrante legge sottovoce il graduale ecc., fino al Munda cor meum escluso. 5. Poi il celebrante in mezzo all'altare aspetta che il suddiacono abbia portato il messale dal lato del Vangelo e che il diacono abbia posto il libro dei Vangeli in mezzo all'altare; quindi infonde l'incenso e lo benedice come al solito. Poi il diacono, genuflesso nel gradino pi alto, inclinato dice il Munda cor meum, e preso il libro dei Vangeli dall'altare, chiede la benedizione al celebrante, genuflesso, come prima, nel gradino pi alto dell'altare; e baciata la sua mano, preceduto dal turiferario e dai due accoliti con i candelieri accesi, presi dalla credenza, si reca, col suddiacono a sinistra, al lato del Vangelo di fronte laltare, verso il popolo, dove il suddiacono tiene il libro, in mezzo ai due accolti che tengono i candelieri accesi, e dice a mani giunte: Dominus vobiscum. Quando dice: Sequentia ecc., segna il libro all'inizio del Vangelo, poi se stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto, poi incensa il libro tre volte: nel mezzo, a destra e a sinistra, e prosegue il Vangelo tenendo le mani giunte. Quando il diacono dice: Sequentia, ecc., il sacerdote segna se stesso, e quando nominato GESU inclina il capo. Finito il Vangelo il sacerdote bacia il Vangelo che gli viene portato dal suddiacono, dicendo: Per evangelica dicta ecc., e viene incensato tre volte dal diacono. Se ci si trova davanti a un Prelato nella sua sede, il libro viene portato al Prelato, come sopra, e viene incensato lui, come nel Cerimoniale. Poi, il celebrante stando in mezzo all'altare, rivolto verso la croce, comincia il Credo, se da dire, mentre Diacono e Suddiacono stanno dietro di lui, poi salgono all'altare e proseguono con lui, come stato detto per il Gloria in excelsis.

6. Se si deve fare lomelia, il predicatore, finito il Vangelo predichi e terminato il sermone o la predica, terminata la quale si dice il Credo, o, se non da dire, si canta l'antifona dell'Offertorio. 7. Quando nel Credo stato cantato: Et incarnatus est, il diacono, presa la borsa dalla credenza, con entrambe le mani, la porta elevata, con le solite riverenze, in mezzo all'altare, sul quale spiega il corporale. Poi torna dal celebrante. Quando non si dice il Credo, il suddiacono porta la borsa insieme al calice, come si dir in seguito. 8. Nelle Messe cantate, l'Epistola pu essere cantata da un ministrante, o altrimenti pu essere letta dal celebrante, che tuttavia pu cantare l'Epistola, nella solita maniera. Se si fanno le incensazioni, il celebrante prima di dire Munda cor meum, in mezzo all'altare amministra e benedice l'incenso, e dopo le parole Sequentia o Initium sancti Evangelii, incensa tre volte il Messale, tuttavia dopo che ha cantato il Vangelo, il celebrante con viene incensato. VII - L'ANTIFONA ALL'OFFERTORIO E CI CHE SEGUE FINO AL CANONE 1. Recitato il Simbolo, o, se non si deve dire, dopo il Vangelo o l'omelia, il Celebrante bacia l'altare nel mezzo, e con le mani giunte davanti al petto, si gira verso il popolo, da sinistra a destra (come detto sopra), ed allargando e congiungendo le mani dice: Dominus vobiscum, e a mani giunte ritorna per la stessa via in mezzo all'altare, dove allargando e congiungendo le mani ed inchinandosi col capo verso la Croce, dice: Oremus. Poi, a mani giunte, come prima, dice l'antifona all'Offertorio. E tutto quello che deve dire fino

alla fine della Messa, lo dice stando rivolto verso l'altare, a meno che non sia ordinato diversamente. 2. Terminata l'antifona all'Offertorio, scopre il Calice e lo pone dal lato dell'Epistola, poi con la mano destra toglie la piccola palla che sopra l'ostia, prende la patena con l'ostia e tenendola alzata con entrambe le mani fino all'altezza del petto, alzati gli occhi a Dio e subito abbassati, dice: Suscipe, sancte Pater, ecc. 3. Se vi sono altre Ostie, non sulla patena ma sul Corporale o in un altro Calice o vaso sacro, da consacrare per la Comunione del popolo, scopre con la mano destra quel Calice o vaso sacro e, dirigendo la sua intenzione anche a quelle ostie, per offrirle e consacrarle, dice, come sopra: Suscipe, ecc. come nell'Ordinario della Messa. Detto ci, tenendo la patena con entrambe le mani, fa con la patena un segno di croce sul corporale e depone l ostia sulla met del corporale davanti a s e, a destra, mette la patena un po' sotto il corporale, coprendola con il purificatoio, dopo aver asterso il Calice, come si dir. Se vi un calice o vaso sacro con altre ostie, lo copre, o con un'altra patena o con una palla. 4. Quindi al lato dell'Epistola prende il Calice e lo asterge col purificatoio. Poi tenendolo con la mano sinistra nel nodo, prende l'ampolla del vino dalla mano del ministro (il quale bacia l'ampolla, ma non la mano del Celebrante) e mette il vino nel Calice. Quindi, tenendo il Calice allo stesso modo, traccia un segno di croce sull'ampolla dell'acqua e dice: Deus, qui human substanti, e mentre mette un po' d'acqua nel Calice, prosegue:

Da nobis per huius aqu et vini mysterium, ecc. Se per celebra la Messa dei defunti, non fa il segno di croce sull'acqua, ma la versa senza benedizione, dicendo l'orazione come sopra. 5. Messa l'acqua nel Calice e finita l'orazione suddetta, prende con la mano destra il calice scoperto e in mezzo all'altare, tenendo il Calice alzato con le due mani, ossia tenendo il piede con la sinistra e il nodo sotto la coppa con la destra, alza gli occhi a Dio e lo offre dicendo: Offerimus tibi, Domine, ecc. Dopo aver detto questa orazione, fa un segno di croce con il calice sul corporale, lo mette nel mezzo, dietro l'ostia e lo copre con la palla. Quindi, con le mani giunte appoggiate sull'altare, stando un po' inclinato dice in segreto: In spiritu humilitatis, ecc. Poi, alzatosi, elevando gli occhi, allargando ed innalzando le mani e ricongiungendole davanti al petto (ci che far ogni volta che dovr benedire qualcosa) dice: Veni, sanctificator, ecc. Quando dice: et benedic, fa con la mano destra un segno di croce sul calice e l'ostia insieme, con la mano sinistra posta sull'altare. 6. Poi, con le mani giunte davanti al petto, va al lato dell'Epistola dove il ministro gli versa l'acqua per lavargli le mani, ossia le estremit dei pollici e degli indici, mentre dice il salmo: Lavabo inter innocentes, con il Gloria Patri, ecc. Il versetto Gloria Patri ecc. si omette nelle Messe dei defunti e nelle Messe del Tempo dalla I domenica di Passione al Gioved in Cna Domini compreso. 7. Il Celebrante, lavatesi le mani, se le asciuga, e a mani giunte davanti al petto, ritorna in mezzo all'altare, alza gli occhi a Dio e li riabbassa subito. Con le mani giunte appoggiate all'altare e un po' inclinato, dice in segreto l'orazione: Suscipe, Sancta Trinitas, ecc. Quindi con le mani allargate e poggiate e stese di qua e di l (ai lati del Corporale), bacia l'altare nel

mezzo, poi con le mani giunte davanti al petto e gli occhi abbassati a terra, si gira verso il popolo, da sinistra a destra, e rivolto ad esso, allargando e congiungendo le mani, dice a voce abbastanza elevata: Orate fratres, e mentre in segreto prosegue: ut meum ac vestrum sacrificium, ecc. si volge all'altare completando il circolo, da destra al centro dell'altare, con le mani giunte davanti al petto. Dopo che il ministro o i presenti hanno risposto: Suscipiat Dominus sacrificium de manibus tuis, ecc. (o altrimenti dopo che lui stesso ha detto: Sacrificium de manibus meis), lo stesso Celebrante a voce bassa dice: Amen. Allargate le mani davanti al petto, come fa per l'orazione, stando in mezzo all'altare, verso il libro, dice (senza dire Oremus o altra interposizione) l'orazione o le orazioni segrete. Quando dice: Per Dominum, congiunge le mani: quando dice Iesum Christum, inclina il capo, e questo fa nella prima orazione e nell'ultima se ce ne sono da dire diverse. 8. Alla fine dell'ultima segreta, alle sole parole: Per omnia saecula saeculorum, il Sacerdote stando in mezzo all'altare appoggia le mani stese di qua e di l (ai lati del Corporale), dice a voce conveniente ed intelligibile il prefazio. Quando dice: Sursum corda, alza le mani, allargate davanti al petto. Quando dice: Gratias agamus, congiunge le mani. Quando dice: Domino Deo nostro, alza gli occhi e subito china il capo alla Croce. Risposto: Dignum et iustum est, con le mani alzate, e allargate come prima continua il prefazio. Quando dice: Sanctus, con le mani giunte davanti al petto ed inclinato prosegue con lo stesso tono di voce mentre il ministro suona la campanella. Quando dice: Benedictus qui venit in nomine Domini, ecc. si alza e fa un segno di croce su di s dalla fronte al petto.

9. Nella Messa solenne, detto lOremus, il diacono e il suddiacono vanno allaltare nel lato dellEpistola: il diacono sposta il calice, se sullaltare, o, se alla credenza, lo prende (con riguardo, in maniera che non cada nulla), dalla mano sinistra del suddiacono, che lo tiene insieme alla patena e allostia, coperto dalla palla e dal velo omerale, dopo averlo preso dalla credenza, accompagnato dallaccolito che porta le ampolle del vino e dellacqua. Il diacono stesso lo scopre e d la patena con lostia al celebrante, baciandogli la mano. Il suddiacono asterge il calice col purificatoio e il diacono presa lampolla del vino dalla mano del puddiacono, mette il vino nel calice. Il suddiacono intanto mostrando lampolla dellacqua al Celebrante, dice: Benedcite, Pater revernde, il Celebrante fatto un segno di croce verso lampolla dice: Deus, qui humn, etc., mentre il suddiacono versa un po dacqua nel Calice. Poi il diacono porge il calice al Celebrante e, tenendo il piede del Calice, oppure sostenendo il braccio destro del Celebrante, dice insieme a lui: Offrimus tibi, Dmine, etc., poi, posto il Calice sullaltare, come sopra, lo copre con la palla. Il suddiacono stando dal lato dellEpistola prende nella mano destra la patena e la copre con lestremit del velo omerale: e va dietro il Celebrante in mezzo allaltare, fa la genuflessione, e rimane l, tenendo la patena elevata fino al termine del Padre nostro, come si dir. Per nelle Messe dei defunti la patena non viene tenuta dal suddiacono.

10. Dopo aver detto: Veni, sanctifictor, come sopra, il Celebrante quando il diacono gli porge la navicella e gli dice: Benedicite, Pater reverende, pone lincenso nel turibolo, dicendo: Per intercessinem, etc. come nellOrdinario della Messa. Quindi ricevuto il turibolo dalla mano del diacono, senza fare la riverenza alla croce, incensa le offerte tracciando prima tre croci col turibolo sullOstia e sul Calice insieme, e poi tre cerchi intorno al Calice a allOstia, due da destra a sinistra ed uno da sinistra a destra (mentre il Diacono tiene il Calice con la mano destra) dividendo le

parole in ogni incensazione in que sto modo: Nella prima incensazione: Incnsum istud. Nella seconda: a te, benedctum. Nella terza: ascndat

ad te, Dmine. Nella quarta: descndat super nos. Nella quinta e sesta: misericrdia tua. Quindi, fatta la riverenza, incensa la croce e laltare, come detto sopra, assistito dal diacono, mentre dice: Dirigatur, Dmine, ortio mea, etc.. Mentre il Celebrante incensala croce, il diacono sposta il calice al lato dellepistola, dopo che stata incensata la croce, lo rimette al suo posto. Quando restituisce il turibolo al diacono, il Celebrante dice: Accndat in nobis, etc., e viene incensato da lui. Quindi il diacono incensa il coro, poi incensa il suddiacono che tiene la patena. Quindi lo stesso diacono viene incensato dal turiferario, che dopo incensa gli accoliti e il popolo. Il Celebrante, dopo essere stato incensato si lava le mani, quando gli accoliti gli servono lampolla dellacqua col piattino e il manutergio. Nella messa cantata se ci sono le incensazioni, il celebrante si comporta come nella Messa Solenne ed alla fine incensato dal ministrante, che dopo incensa il clero ed il popolo. 11. Quando viene recitato il prefazio, il diacono e il suddiacono stanno dietro al Celebrante, e poco prima che si dica il Sanctus, salgono allaltare, dove, ai lati del Celebrante, dicono con lui Sanctus e ci che segue fino al Canone. Quindi il Diacono va alla sinistra del Celebrante per assisterlo mentre dice il Canone, se non c un altro Sacerdote ad assisterlo, nel qual caso il Diacono sta alla destra del Celebrante un po indietro. Il Suddiacono invece sta dietro al Celebrante. VIII - IL CANONE DELLA MESSA FINO ALLA CONSACRAZIONE

1. Terminato il Prefazio, come sopra, il Sacerdote stando in mezzo allaltare e rivolto ad esso, allarga ed alza un po le mani, eleva gli occhi a Dio e senza indugiare devotamente li abbassa. Con le mani giunte poste sopra laltare, inclinato profondamente, inizia il Canone, dicendo in segreto: Te gitur etc. come nellOrdinario della Messa. Quando dice: Uti accpta hbeas et benedcas, etc., prima bacia laltare nel mezzo, poi si alza, e rimane con le mani giunte davanti al petto. Quando dice: Hc +dona, hc +mnera, hc sancta +sacrifcia, con la mano destra traccia tre segni di croce sullostia e sul calice insieme. Quindi, con le mani distese davanti al petto, prosegue: In primis qu tibi offrimus, etc. 2. Quando dice: una, cum fmulo tuo Papa nostro N., dice il nome del Papa: se c Sede vacante omette le parole precedenti. Quando dice: et Antstite nostro N., dice il nome del Patriarca, Arcivescovo o Vescovo ordinario della diocesi in cui sta celebrando, e non di un altro Superiore, anche se il Celebrante sia esente o sotto la giurisdizione di un altro Vescovo. [A Roma si dir solo: cum fmulo tuo Papa nostro senza aggiungere altro] Se il Vescovo ordinario del luogo dove si sta celebrando defunto, le precedenti parole si omettono, come vengono omesse anche da chi celebra a Roma. Se il Celebrante un Vescovo, Arcivescovo o Patriarca, omesse le precedenti parole, al loro posto dice: et me indgno servo tuo. Il Sommo Pontefice quando celebra, omesse le parole: una cum fmulo tuo Papa nostro N. et Antstite nostro N., dice: una cum me indgno fmulo tuo, quem gregi tuo prsse volusti. E continuano tutti, come segue: et mnibus orthodxis, etc. 3. Quando dice: Memnto, Dmine, elevando e congiungendo le mani fino al volto o al petto, rimane cos, a mani giunte, per un po di tempo in silenzio, chinando un po il capo, ricordando i fedeli cristiani vivi che

vuole, i cui nomi, se vuole, pu ricordare in segreto. Tuttavia non necessario che li esprima, ma che li ricordi mentalmente. Il Celebrante per, se intende pregare per pi persone, per non essere preso da scrupoli in questo momento, prima della Messa, pu ricordare mentalmente tutti quelli, sia vivi che defunti, per i quali intende pregare nella Messa, e in questo momento pu ricordare genericamente tutti i vivi per i quali prima della Messa si era proposto di pregare. 4. Dopo aver ricordato i vivi, abbassate ed allargate le mani, come prima, continua: Et mnium circumstntium, etc. Rimanendo cos, continua: Communicntes. Quando dice: Jesu Christi, inclina il capo verso la Croce: nella conclusione, quando dice: per endem, congiunge le mani. Quando dice: Hanc igitur oblatinem, stende le mani unitamente sopra le offerte, in modo che le palme siano aperte verso e sopra il calice e lostia, e le tiene cos fino alle parole: Per Christum, Dminum nostrum. Allora congiunge le mani e prosegue cos: Quam oblatinem tu, Deus, in mnibus, qusumus: e quando dice: bene +dctam, adscrp +tam, ra +tam, traccia tre segni di croce sullostia e sul calice assieme: quando dice: ut nobis Cor+pus, traccia un segno di croce solo sullostia; e quando dice: et San+guis, traccia un segno di croce solo sul calice. Quindi elevando e congiungendo le mani davanti al petto, prosegue: fiat dilectssimi Flii tui, Dmini nostri Jesu Christi, inchina il capo, e asterge, se il caso, i pollici e gli indici sul Corporale. Poi dice in segreto, come prima: Qui prdie quam patertur. Prende col pollice e lindice della mano destra lostia, la tiene con lindice e il pollice della mano sinistra, stando diritto in mezzo allaltare, e dice: accpit panem in sanctas ac venerbiles manus suas. Ed elevando gli occhi al cielo ed abbassandoli subito, dice: et elevtis culis in clum ad te Deum, Patrem suum omnipotntem, ed inclinando alquanto il capo, prosegue: tibi grtias agens. E tenendo lostia tra il pollice e

lindice della mano sinistra, con la destra fa un segno di croce su di essa, dicendo: bene+dxit, fregit, dedtque discpulis suis, dicens: Accpite et manducte ex hoc omnes. 5. Se vi un vaso sacro con altre ostie da consacrare, prima di prendere lostia, scopre con la mano destra il calice o altro vaso sacro con le ostie. Quando ha finito le precedenti parole, appoggiati i gomiti sullaltare, col capo inclinato, distintamente, con riverenza e in segreto dice le parole della consacrazione sullostia e insieme su tutte quelle che sono da consacrare, e tenendo solo la sua ostia tra i pollici e gli indici dice: Hoc est enim Corpus meum. Dette queste parole, il Celebrante tenendo lostia tra i pollici e gli indici, sopra laltare, con le altre dita delle mani stese e giunte insieme (e lasciate le ostie , se ne sono consacrate in pi, nel luogo, in cui sono messe dallinizio della messa (pisside) sul corporale o in un altro vaso o calice ) genuflette e la adora. Poi si alza ed eleva in alto lostia (quanto pu fare comodamente) fissandola con gli occhi (cosa che fa anche nellelevazione del calice) e la mostra riverentemente per ladorazione ai fedeli: e subito con la sola mano destra la ripone con riverenza sul Corporale, nello stesso punto dove laveva presa. Da questo momento tiene sempre i pollici e gli indici uniti, a meno che non debba toccare o prendere lostia consacrata: questo fino allabluzione delle dita dopo la Comunione. 6. Dopo aver messo lOstia consacrata sul Corporale, genuflette e ladora. Se vi un altro vaso sacro con le Ostie, lo copre con una patena o una palla, come sopra. Il ministro un po prima della Consacrazione, avverte con un segno del campanello i fedeli. Quindi mentre il celebrante eleva lOstia, il ministro con la mano sinistra alza lestremit posteriore della pianeta (perch non impedisca al Celebrante lelevazione delle braccia), la stessa cosa fa anche nellelevazione del Calice; e con la mano destra suona il campanello tre volte a ciascuna elevazione o in maniera continua fino a quando il Sacerdote abbia deposto lOstia sul Corporale, e fa la stessa cosa dopo, allelevazione del Calice. 7. Il Celebrante, adorato il Sacramento, si alza, e scopre il Calice, sopra il quale, se il caso, pulisce le estremit dei pollici e degli indici (e questo fa sempre se qualche frammento rimane attaccato alle dita), e stando diritto,

dice: Smili modo, postquam cntum est, prende il Calice con entrambe le mani tra il nodo e la coppa, lo alza un poco e lo depone subito, e dice: accpiens et hunc prclrum Clicem in sanctas ac venerbiles manus suas, etc. Quando dice: item tibi grtias agens, inclina il capo; quando dice: benedixit, tenendo il Calice con la sinistra sotto la coppa, traccia un segno di croce con la destra su di esso, e prosegue: dedtque discpulis suis, etc., e tenendo il Calice con le due mani, ossia il piede del Calice con la sinistra e il nodo sotto la coppa con la destra, appoggiati i gomiti sullaltare, inclinato il capo, dice attentamente, di continuo e in segreto, come prima, le parole della consacrazione del Sangue: Hic est enim Calix, etc. Dopo aver detto ci depone il Calice sul Corporale, dicendo in segreto: Hc quotiescmque fecritis, etc., e genuflesso adora con riverenza il Sangue. Poi si alza, e prendendo il Calice scoperto con entrambe le mani, come prima, lo eleva, e diritto, quanto pu fare comodamente, lo mostra al popolo perch lo adori, poi lo depone con riverenza sul Corporale, dovera prima, e con la mano destra lo copre con la palla, e genuflesso adora il Sacramento. 8. Nella Messa solenne alla fine del prefazio gli accoliti accendono almeno due torce, che si spengono dopo lelevazione del calice, se non ci sono comunicandi, nel qual caso si spengono dopo la Comunione. Nei giorni di digiuno e nelle Messe dei defunti si tengono accese fino alla Comunione. Quando il Celebrante dice: Quam oblatinem, etc., il diacono va alla sua destra e l, inginocchiato sul gradino pi in alto, quando viene elevato il Sacramento, alza lestremit della pianeta, e quando necessario, si alza, scopre e copre il calice e genuflette col Celebrante. Il suddiacono genuflette al suo posto. Il turiferario genuflesso

dal lato dellepistola incensa tre volte lostia allelevazione e allo stesso modo il calice, dopo aver messo lincenso nel turibolo, senza benedizione. Dopo che il calice viene deposto, il diacono ritorna al libro, se non c nessun altro ad assistervi. Gli altri si alzano e stanno ai loro posti. IX - IL CANONE DOPO LA CONSACRAZIONE FINO AL PATER NOSTER 1. Riposto ed odorato il calice, il sacerdote stando davanti laltare, con le mani allargate davanti al petto, dice in segreto: Unde et memeores, etc. Quando dice: de tuis donis ac datis congiunge la mani davanti al petto e quando dice: Hostiam+ puram, Hostiam + sanctam, Hostiam + immaculatam, posta la mano sinistra sullaltare nel corporale, con la mano destra fa tre segni di croce unitamente sullostia e sul calice ed una volta solo sullostia ed una volta solo sul calice, dicendo: Panem + sanctum vitae aeternae, et Calicem + salutis perpetuae; quindi stando come prima con le mani allargate aggiunge: Supra quae propitio, etc. quando dice: Supplices te rogamus, etc., si inchina davanti al centro dellaltare con le mani giunte poste sopra di esso. Quando dice: sacrosanctum Filii tui congiunge le mani; e segnando con la destra una volta solo sopra lostiaed una volta solo sul calice, con la sinistra poggiata sul corporale, dice: Cor+pus et San+guinem sumpserimus, e quando dice: omni benedictione + caelesti, segna se stessodalla fronte al petto con il segno di croce, mentre la sinistra poggiata sul petto, e prosegue: et gratia repleamur. Quando dice: Per eumdem, congiunge le mani. 2. quando dice: Memento etiam, Domine, famulorum famularumque tuarum, etc., allargate e congiunte le mani davanti al petto, ed alzate fino al viso, con gli occhi fissi sul Sacramento sopra laltare, fa la

commemorazione dei fedeli defunti, dei quali gli sembra opportuno, nel medesimo modo in cui stato detto per la commemorazione dei i vivi. Fatto questo ricordo, stando come prima con le mani allargate prosegue: Ipsis, Domine, et omnibus in Cristo, etc., ed alla fine, al Per eundem congiunge le mani e china il capo. 3. quando dice Nobis quoque peccatoribus, alza un po la voce e percuote con la mano destra il petto, con la sinistra appoggiata sul corporale e prosegue in segreto: famulis tuis, etc., stando con le mani allargate come prima. Quando dice Per Christum Dominum nostrum. Per quem haec omnia Domine semper bona creas, congiunge le mani davanti al petto: quindi con la mano destra facendo tre segni di croce unitamente sullostia e sul calice, dice: san+ctificas, vivi+ficas, bene+dicis, et praestas nobis. Dopo scopre il calice con la mano destra ed in ginocchio adora il Sacramento. Poi si rialza e con riverenza prende lostia tra il pollice e lindice della mano destra e con essa sopra il calice, che tiene con la sinistra con la mano intorno al nodo sotto la coppa, segna per tre volte da labbro a labbro (della coppa) dicendo: Per Ip+sum, et cum Ip+so, et in Ip+so. Ed allo stesso modo con lostia segna due volte tra il calice ed il petto, iniziando dal labbro del calice, e dice: est tibi Deo Pa+tri omnipotenti, in unitate Spiritu + Sancti. Quindi tenendo con la mano destra lostia sopra il calice, che tiene nella sinistra, alza un po insieme con lostia, dicendo omnis honor et gloria e subito le depone entrambi, depone lostia sul corporale e se necessario pulisce le dita, come sopra, ed unendo come prima gli indici ed il pollice, copre il calice con la palla, ed in ginocchia adora il Sacramento.

4. Nella Messa solenne, quando il celebrante dice: Per quem haec omnia, etc., il diacono, fatta la genuflessione al Sacramento, va alla destra del celebrante e quando prescritto scopra il calice e con il celebrante adora, copre allo stesso modo e genuflette di nuovo. Quando inizia il Pater noster, allo stesso modo va dietro al celebrante, fatta prima la genuflessione al Sacramento, dove si trova, mentre si dice il Pater. X - IL PATER NOSTER, E CI CHE SEGUE FINO ALLA COMUNIONE 1. Il Celebrante, dopo aver coperto il calice e adorato il Sacramento, si alza e, posando le mani distese da una parte e dallaltra allinterno del corporale, dice a voce intelligibile: Per mnia scula sculrum, poi, quando dice Ormus, congiunge le mani ed inclina il capo verso il Sacramento. Quando inizia: Pater noster, allarga le mani, e tenendo gli occhi fissi sul Sacramento, prosegue fino alla fine. Dopo che il ministro ha risposto: Sed lbera nos a malo, il celebrante conclude a voce bassa: Amen. Con la mano destra senza disgiungere il pollice e lindice prende la patena, dopo averla leggermente pulita col purificatoio, tra lindice e il medio e la tiene diritta, appoggiata allaltare, tiene la mano sinistra appoggiata sul corporale e dice in segreto: Lbera nos, qusumus, etc. 2. Prima che il celebrante dica Da proptius pacem, con la mano destra alza la patena dallaltare tracciando con essa un segno di croce su di s mente dice: Da proptius pacem in dibus nostris. Mentre si segna, pone la mano sinistra sul petto. Poi bacia [il bordo del] la patena e, mentre prosegue dicendo ut ope misericrdi tu, etc., mette la patena sotto lostia, accompagnando questultima con lindice della mano sinistra. Poi scopre il calice, e genuflesso adora il Sacramento, si alza, prende lostia

tra il pollice e lindice della mano destra e tenendola anche con il pollice e lindice della mano sinistra, la spezza a met con riverenza sopra il calice, dicendo: Per endem Dminum nostrum Jesum Christum, Flium tuum, e depone la met che tiene con la destra sulla patena. Dallaltra met che tiene con la mano sinistra, rompe una particola con lindice e il pollice della mano destra, dicendo: Qui tecum vivit et regnat. E tenendola tra gli stessi indice e pollice della mano destra, aggiunge alla met dellostia posta sulla patena la parte maggiore che tiene con la sinistra mentre dice: in unitte Spritus Sancti Deus. E tenendo la particola dostia che ha ancora nella mano destra, avendola posta sopra il calice che afferra per il nodo sotto la coppa con la mano, dice a voce chiara: Per mnia scula sculrum. Amen. Quindi con la stessa particola tracciando tre segni di croce da un labbro allaltro del calice, dice: Pax + Dmini sit sem+per vobs+cum. Quando il ministro ha risposto: Et cum spritu tuo, lascia cadere la particola, che tiene con la mano destra, nel calice dicendo in segreto: Hc commxtio, et consecrtio Crporis, etc. Quindi asterge leggermente i pollici e gli indici sul calice e li unisce come prima, copre il calice con la palla, e genuflesso adora il Sacramento. Si alza e con le mani giunte davanti al petto, inclinato verso il Sacramento, dice a voce intelligibile: Agnus Dei, qui tollis peccta mundi; percuotendosi il petto con la mano destra mentre tiene la sinistra sul corporale e dice: miserre nobis, non ricongiunge le mani, ma si percuote di nuovo il petto quando dice per la seconda volta: miserre nobis, ci che fa una terza volta quando dice: dona nobis pacem.

3. Allora, con le mani giunte poste sopra laltare e con gli occhi fissi sul Sacramento, inclinato dice in segreto: Dmine Jesu Christe, etc. Terminata questa preghiera, se deve dare la pace, bacia laltare nel mezzo ed anche linstrumentum pacis che il ministro, presso di lui alla sua destra cio dal lato dellepistola, genuflesso, gli presenta e dice: Pax tecum. Il ministro risponde: Et cum spritu tuo. In assenza di chi debba ricevere la pace in questa maniera, con lo strumento di pace, essa non viene data, neppure nelle Messe in cui conviene che sia data, n si bacia laltare, ma detta la precedente preghiera, il celebrante aggiunge subito le altre preghiere come nellOrdinario della Messa. 4. Se celebra la Messa dei defunti, non percuote il petto allAgnus Dei, perch dice: Dona eis rquiem, e neppure dice la prima orazione: Dmine Jesu Christe, qui dixisti Apostlis tuis, etc., non d la pace, ma dice le altre due orazioni successive: Dmine Jesu Christe, Fili Dei vivi, etc. e Percptio Crporis tui, etc. Dette queste orazioni mentre genuflette adora il Sacramento, poi alzandosi dice in segreto: Panem clstem accpiam, etc.; detto questo con la mano destra prende con riverenza, dalla patena, le due parti dellostia e le colloca tra lindice ed il pollice della mano sinistra, sotto i quali mette la patena, tra lindice ed il medio, e tenendo con la stessa mano sinistra le due parti sopra la patena tra il calice ed il e inchinandosi un po, con la mano destra si percuote tre volte il petto mentre dice, sempre per tre volte, a voce alquanto elevata: Dmine, non sum dignus, e prosegue in segreto: ut intres, etc. Dopo aver detto tre volte queste parole prende dalla mano sinistra entrambe le parti dellostia tra lindice ed il pollice della mano destra e dopo aver fatto un segno di croce davanti a s al di sopra della patena in modo che lostia non esca dai bordi della patena, dice: Corpus Dmini nostri Jesu Christi custdiat nimam meam in vitam trnam. Amen: e chinandosi, con i gomiti appoggiati

sullaltare, con riverenza consuma le due parti dellostia, quindi depone la patena sul corporale e, raddrizzandosi, congiunge le mani, dinnanzi al volto, tenendo pollici e indici uniti e sta per un po di tempo raccolto in adorazione del SS. Sacramento. Poi abbassando le mani, non sul corporale ma le abbassa solamente tenendole giunte davanti al petto come al solito. dice in segreto: Quid retrbuam Dmino pro mnibus qu retrbuit mihi?, scoprendo nel medesimo tempo il calice, genuflette, si alza, prende la patena, guarda attentamente il corporale e con la patena raccoglie [raschiando] i frammenti, se ve ne sono. [Cio il sacerdote raschia leggermente la superficie del corporale con il bordo della patena. In questo modo pu raccogliere i frammenti da purificare nel calice. Se il corporale non inamidato questa operazione pi complicata] Poi con attenzione asterge la patena sul calice con il pollice e lindice della mano destra, quindi asterge le medesime dita affinch non vi rimanga attaccato nessun frammento. 5. Dopo aver pulito la patena, con i pollici e gli indici uniti, con la mano destra prende il calice, tra la coppa e il nodo, con la sinistra prende la patena e dice: Clicem salutris, etc., poi fa su di s un segno di croce col calice dicendo: Sanguis Dmini nostri, etc., e tenendo con la mano sinistra la patena sotto il calice, con riverenza assume tutto il Sangue con la particola che aveva messo nel calice. Dopo aver bevuto al calice, dice in segreto: Quod ore smpsimus, etc., e, tenendolo sopra laltare, porge al lato dellepistola il calice al ministro che vi versa solo del vino, si purifica e poi si beve la prima abluzione. Poi il ministro con il vino e lacqua si lava i pollici e gli indici sopra il calice e li asciuga col purificatoio, mentre dice: Corpus tuum, Dmine, quod sumpsi, etc. beve labluzione, asciuga le labbra e il calice col purificatoio, poi stende questultimo sul calice, vi mette sopra la patena e su di essa pone la palla, piega il corporale e lo

mette nella borsa, copre il calice col velo, vi mette sopra la borsa e colloca il calice in mezzo allaltare, come allinizio della Messa. 6. Se nella Messa vi sono dei comunicandi, il ministro li avverta un po prima con il campanello. Il Sacerdote, dopo aver assunto il Sangue, mette il calice un po verso il lato del Vangelo, ma sul corporale e lo copre con la palla. Quindi: se le particole consacrate sono sul corporale, fatta la genuflessione, le pone sulla patena; se le particole sono state consacrate nella Messa dentro la pisside, mette la pisside in mezzo al corporale, la scopre e genuflette; se invece si amministrano particole consacrate in precedenza, aperto il tabernacolo, genuflette, prende la pisside e la scopre. Poi prende con la mano sinistra la patena o la pisside e, rivolto ai comunicandi, in mezzo allaltare dice: Ecce Agnus Dei, ecce, qui tollit peccta mundi. Quindi dice: Dmine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum, sed tantum dic verbo, et sanbitur nima mea. Ripetute per tre volte queste parole, va verso il lato destro dei comunicandi, cio dal lato dellepistola e porge ad ognuno di loro il Sacramento, facendo con la particola un segno di croce sopra la pisside o la patena e dicendo al tempo stesso: Corpus Dmini nostri Jesu Christi custdiat nimam tuam in vitam trnam. Amen. 7. Dopo aver comunicato i fedeli, il celebrante torna allaltare. Quindi: se le particole erano sul corporale, lo asterge con la patena e se vi fossero dei frammenti, li fa scendere nel calice; se le particole si trovano nella pisside,

la pone sul corporale, la copre, la ripone nel tabernacolo, genuflette e chiude la porticina. Poi fa scendere nel calice i frammenti che potessero trovarsi nel piattino della comunione posto sotto il mento dei fedeli. Quindi dice in segreto: Quod ore smpsimus, Dmine, etc., e si purifica dicendo: Corpus tuum, Dmine, quod sumpsi, etc., e fa il resto come sopra. Se nellaltare non c il tabernacolo, e la pisside con le particole consacrate resta sullaltare fino alla fine della Messa, si osservi ci che prescritto il Gioved Santo per la Messa in Cna Domini, verso la fine della Messa. 8. Nella Messa solenne il diacono, che sta dietro il celebrante, quando nel Pater noster si dice: et dimtte nobis dbita nostra, fatta la genuflessione al suo posto, va alla destra del celebrante, e il suddiacono verso la fine di suddetta preghiera, fatta anche lui la genuflessione, sale laltare e si mette al lato dellepistola, dove porge la patena al diacono, che la scopre, la asterge col purificatoio e la d al celebrante, baciandogli la mano. Quando necessario, scopre e copre il calice e genuflette assieme al celebrante. Il suddiacono dopo aver consegnato la patena ed essersi tolto il velo omerale, genuflette e scende dietro al celebrante, e quando vien detto: Pax Dmini, genuflette di nuovo, va alla sinistra del celebrante, e dicono insieme: Agnus Dei. Quindi, fatta la genuflessione al Sacramento prima di scendere, torna dietro al celebrante. Il diacono genuflesso a destra del celebrante aspetta la pace: quando il celebrante bacia laltare si alza e bacia laltare insieme al celebrante, fuori del corporale. Quando il celebrante gli dice: Pax tecum,

riceve labbraccio di pace, avvicinando luno la guancia sinistra dellaltro, e gli risponde: Et cum spritu tuo. Poi, avendo fatto di nuovo la genuflessione, va dal suddiacono, dietro al celebrante e gli d la pace allo stesso modo. Il suddiacono, ricevuta la pace dal diacono e fatta la genuflessione allaltare, accompagnato dallaccolito, va al coro e d la pace al primo di ciascun ordine, prima al pi alto in dignit, poi al meno alto; e ritornato allaltare, fatta la genuflessione d la pace allaccolito che lo ha accompagnato, il quale d la pace agli altri accoliti che sono intorno allaltare. Quindi il suddiacono va alla destra del celebrante, e quando il momento scopre il calice, prende lampolla del vino e ne versa nel calice quando il celebrante vuole purificare. Il diacono dopo aver dato la pace al suddiacono va al messale. Mentre il celebrante si comunica, diacono e suddiacono stanno profondamente inchinati verso laltare. 9. Nella Messa pontificale, lassistente riceve e da la pace come indicato nel Cerimoniale. Se nella Messa solenne si fa la Comunione, si osservi tutto come sopra, ma prima si comunicano il diacono e il suddiacono. Intanto il coro canta lantifona di Comunione. XI - LANTIFONA DI COMUNIONE E LE ORAZIONI DOPO LA COMUNIONE

1. Mentre il celebrante dispone il calice sullaltare dopo la purificazione, il ministro reca il messale al lato dellepistola, ove lo mette come allintroito; poi singinocchia al lato del Vangelo come allinizio della messa. Quindi il celebrante, tenendo le mani giunte, legge lantifona di comunione. Una volta letta, con le mani giunte allo stesso modo davanti al petto, si sposta al centro dellaltare, lo bacia, si gira da sinistra a destra verso il popolo, e dice: Dominus vobiscum. Ritorna allo stesso modo al libro e dice le orazioni dopo la comunione allo stesso modo, nello stesso numero e nel medesimo ordine con cui sono state dette le orazioni allinizio della messa. Dette le orazioni, chiude il messale e, congiungendo le mani davanti al petto, ritorna al centro dellaltare, dove, come prima, dopo averlo baciato, si gira verso il popolo e dice: Dominus vobiscum. Restando girato verso il popolo con le mani giunte davanti al petto, aggiunge, se va detto: Ite, missa est, poi ritorna verso laltare allo stesso modo; se non va detto, dopo aver detto: Dominus vobiscum, ritorna allo stesso modo verso il centro dellaltare, poi, girato verso laltare, con le mani giunte davanti al petto, dice: Benedicamus Domino. Alle messe dei defunti, allo stesso modo, girato verso laltare, dice: Requiescant in pace.

2. In Quaresima, dal mercoled delle Ceneri fino al mercoled della settimana santa, alla messa della feria, dopo che il celebrante ha detto le orazioni dopo la comunione con le loro conclusioni abituali, e prima di dire: Dominus vobiscum, stando nello stesso luogo davanti al messale, dice: Oremus. Humilitate capita vestra Deo, inclinando la testa; poi, con le

mani stese, con lo stesso tono di voce, aggiunge lorazione super populum che si trova scritta nello stesso posto [nel messale]. Detta questorazione, bacia laltare e, volgendosi verso il popolo, dice: Dominus vobiscum e le altre cose come detto sopra. 3. Alla messa solenne, il diacono sposta il messale al lato dellEpistola, poi riprende il suo posto dietro il celebrante. Il suddiacono va al lato del Vangelo, ove purifica il calice, vi dispone sopra il purificatoio e lo copre con la patena e la palla, piega il corporale e lo ripone nella borsa che appoggia sul calice ricoperto dal velo, che dispone sullaltare o sulla credenza come allinizio. Quindi, riprende il suo posto dietro il diacono che quando dice: Ite, missa est, si gira verso il popolo con il celebrante. In quaresima, dopo che il celebrante ha detto Oremus, il diacono, al lato dellepistola, con le mani giunte, si gira verso il popolo e dice come detto sopra: Humilitate, etc. Dopo aver detto ci, si rigira verso laltare, dietro il celebrante, e il celebrante dice lorazione super populum. Nelle messe cantate, Ite, missa est o Benedicamus Domino, o Requiescant in pace sono cantati dal celebrante. XII - LA BENEDIZIONE ALLA FINE DELLA MESSA ED IL VANGELO DI SAN GIOVANNI 1. Detto lIte Missa est, od il Benedicamus Domino, od il Requiescant in pace, il celebrante stando davanti allaltare nel mezzo con le mani giunte su di esso, inchinato dice in segreto: Placeat Tibi, sancta Trinitas, etc.

detto questo con le mani allargate poste di qua e di l sullaltare, lo bacia nel mezzo, poi si alza, stando rivolto verso di esso, alza gli occhi e le mani al cielo, che estende ed unisce, inchina il capo alla croce, e dice con voce chiara: Benedicat vos omnipotens Deus, e con le mani unite e con gli occhi bassi rivolti a terra, girandosi verso il popolo dal lato sinistro a quello destro, stesa la mano destra con le dita unite, e con la sinistra posta sul petto, benedice il popolo una volta dicendo: Pater et Filius+ et Spiritus Sanctus. R. Amen. E concludendo il cerchio si rivolge al lato del Vangelo dove, dopo aver detto il Dominus vobiscum e R. Et cum spiritu tuo., con il pollice destro segnando in primo luogo con il segno della croce laltare od il libro o la Cartagloria allinizio del Vangelo, e quindi la fronte, la bocca ed il petto, dice: Initium sancti Evangelii secundum Ioannem, o Sequentia sancti Evangelii come stato detto nelle rubriche generali, e R. Gloria tibi, Domine, con le mani giunte legge il Vangelo In principio od un altro come conviene. Quando dice: Et Verbum caro factum est genuflette verso il lato del Vangelo e rialzandosi prosegue come prima. Finito il Vangelo il ministrante stando dalla parte dellepistola risponde Deo Gratias. 2. Se il celebrante sullaltare rivolge la faccia al popolo, non si gira, ma stando come stava, benedice il popolo come sopra, nel mezzo dellaltare; quindi accede al lato del Vangelo e dice il Vangelo di san Giovanni. 3. Se celebrava davanti al Sommo Pontefice, Cardinale, e Legato della Sede Apostolica, o Patriarca, Arcivescovo o Vescovo nella sua provincia, citt o diocesi, il celebrante, dopo aver detto Placeat tibi, sancta Trinitas,

etc., dice Benedicat vos omnipotens Deus, e rivolgendosi in ginocchio al Sommo Pontefice, invece inchinato al Cardinale, al Legato o ad un altro dei Prelati detti sopra, quasi chiedendo il permesso di benedire, prosegue: Pater et Filius+ et Spiritus Sanctus benedicendo i presenti dalla parte dove non c il Pontefice, Cardinale, Legato o Prelato sopra detto; se invece avr celebrato davanti ad un Patriarca, arcivescovo o vescovo, fuori dalla loro provincia, citt o diocesi, senza alcun segno di riverenza per loro, come per gli altri che sono presenti, benedice nel solito modo. 4. Nelle Messe, nelle quali stato detto Benedicamus Domino, o il Requiescant in pace, il celebrante non da la benedizione, ma detto il Placeat tibi sancta Trinitas, come sopra, e baciato laltare, se si deve dire lultimo Vangelo, va al lato del Vangelo, e l dice linizio del Vangelo secondo Giovanni In principio. 5. Se invece lultimo Vangelo deve essere omesso, secondo le rubriche, il celebrante, data la benedizione, o se la benedizione deve essere omessa, baciato laltare ritorna in sacrestia. Finito il Vangelo alla fine della Messa, se ha celebrato dinnanzi al Sommo Pontefice, al Cardinale, al Legato della Sede Apostolica, o Patriarca, Arcivescovo, Vescovo, si rivolge a quello dei predetti,davanti al quale ha celebrato, e fa la conveniente riverenza. Se non ha celebrato davanti ad un dei predetti, allo stesso modo non compie la riverenza. 6. Compiute tutte queste cose, il sacerdote prende con la sinistra il calice ponendo la destra sulla borsa, perch non cada nulla, scende fino al gradino pi basso dellaltare, e, l nel mezzo rivolgendosi ad esso, si inchina profondamente (o se su di esso c il tabernacolo del Santissimo Sacramento, genuflette); e fatta la riverenza, riceve la berretta dal

ministro, copre il capo, e preceduto dal medesimo ministro, nello stesso modo in cui era venuto, ritorna alla sacrestia, dicendo intanto lantifona Trium puerorum, ed il cantico Benedicite o altre preghiere che vuole. Dopo aver deposto i paramenti, per un po di tempo conveniente protrae il rendimento di grazie, dicendo le preghiere prescritte, od altre secondo la sua devozione. 7. Nella Messa solenne il celebrante, con la stessa voce e le modalit come nella Messa letta, benedice il popolo una sola volta, se non sia Vescovo o Abate, come sotto: e detto il Vangelo secondo Giovanni, discende con i ministri dallaltare nellordine e nel modo in cui era venuto. 8. Il vescovo invece, o labate benedetto avente luso dei pontificali, benedice il popolo tre volte, anche nelle messe lette. XIII - LE COSE DA OMETTERE NELLE MESSE DEI DEFUNTI. 1. Nella Messa dei defunti prima della confessione non si dice il salmo Iudica me Deus ma, detta lantifona Introibo ad altarem Dei, e avuta la risposta dal ministro Ad Deum qui laetificat, si dice il versetto Adiutorium nostrum, la confessione e le restanti parti come sopra. Quando allaltare il celebrante inizia lantifona allintroito non si segna ma, stesa la mano destra, traccia un segno di croce sopra il libro, quasi come per benedire qualcosa, mentre tiene la sinistra posta sullaltare. Non si dice: Gloria Patri, ma terminato il salmo si ripete Requiem aeternam; non si dice il Gloria in excelsis, n lalleluia, n Iube domine benedicere, n Domine sit in corde meo, n al termine si bacia il libro, n si dice Per evangelica dicta. Non si recita il Credo n si benedice lacqua da infondere nel calice; si recita tuttavia lorazione Deus qui humanae substantiae. Quando si lava le mani, al termine del salmo Inter innocentes, non si recita il Gloria

Patri. AllAgnus Dei non si dice miserere nobis ma al suo posto dona eis requiem, e al terzo non dona nobis pacem ma al suo posto dona eis requiem sempiternam, n ci si percuote il petto. Non si recita la prima orazione prima della comunione n si scambia la pace. Al termine non si dice Ite, missa est , n Benedicamus Domino ma Requiescant in pace. Non si imparte la benedizione ma detto il Placeat, e baciato laltare, si dice, come sopra, In principium erat Verbum. Tutto il resto come nelle altre Messe. 2. Nella Messa solenne non si incensa laltare allIntroito e il suddiacono, terminata lEpistola, non bacia la mano del celebrante n viene benedetto; il diacono non chiede la benedizione n bacia la mano del celebrante; non si tengono i candelieri al Vangelo n si porta lincenso ma soltanto due accoliti senza candelieri stanno uno a destra e laltro a sinistra del suddiacono che regge il libro dei Vangeli. Non viene incensato il libero n alla fine il celebrante e non gli si porta il libro perch venga baciato. Le oblate e laltare vengono incensate come detto sopra; viene incensato il solo celebrante e non gli altri. Il suddiacono non tiene la patena dietro il celebrante ma al momento dellelevazione del Sacramento, genuflesso al lato dellEpistola, Lo incensa. I ministri quando porgono qualcosa al celebrante in questa Messa non baciano la sua mano n loggetto che gli porgono. [Il Cerimoniale Episcoporum (II-IX, 6) specifica che il celebrante deve comunque benedire lincenso che infonde alloffertorio] 3. Se devono essere distribuite delle candele, lo si fa dopo lEpistola e vengono accese al Vangelo, allelevazione del Sacramento e, dopo la Messa, quando si compie lassoluzione. Se si deve tenere un discorso lo si pronuncia terminata la Messa, prima dellassoluzione.

[Ancora il Cerimoniale Episcoporum (I-XXII, 5 et 6) specifica che il discorso deve aver luogo dopo lannuncio del Vangelo qualora la prima finalit del predicatore sia di commentare il testo ispirato che stato appena cantato; in altro senso quando il discorso debba trattare di altre cose, come annunciare un giubileo, rendere grazie a Dio di una lieta notizia o ancora in una qualche occasione dello stesso genere, non si deve fare durante la Messa ma una volta terminata questa. Cos per la Messa dei defunti quando si voglia fare lorazione funebre]. XIV - CI CHE DEVE FARE IL SACERDOTE CHE CELEBRA DUE O TRE VOLTE NELLO STESSO GIORNO 1. Il Sacerdote che nella festa della Nativit di Nostro Signore o nella Commemorazione di tutti i Fedeli defunti, celebra due o tre messe di seguito, cio senza lasciare laltare: a) nella prima e seconda Messa, se ne dice subito dopo unaltra, assunto il divin Sangue, non purifica n asciuga il Calice, ma lo mette sul Corporale e lo copre con la palla. Quindi dice, a mani giunte: Quod ore smpsimus, e nel vaso preparato con lacqua si lava le dita dicendo: Corpus tuum, Dmine, e si asciuga. Fatto ci lascia il calice sul corporale, toglie la palla e lo dispone e copre come al solito, ovvero mette un purificatoio pulito, la patena con lostia da consacrare, la palla e il velo. Il calice non sia posto fuori del corporale. Se per inavvertenza assume le abluzioni col vino, pu ciononostante celebrare la seconda e la terza Messa anche prima di tre ore, se sia necessario. Per il resto la Messa si svolge come al solito. b) Nella seconda e terza Messa, se ne ha celebrato unaltra

immediatamente prima, allOffertorio, tolto il velo dal calice, e collocato il calice verso il lato dellepistola, ma allinterno del corporale, dopo aver

fatto lofferta dellostia non pulisce il calice col purificatoio, ma lasciandolo entro il corporale, lo alza un po e vi versa il vino e lacqua e senza astergerlo allinterno, lo offre. Tutto il resto si svolge come al solito. 2. Il Sacerdote che celebra pi Messe non di seguito, nelle Messe precedenti deve assumere le abluzioni prescritte dalle rubriche. Se la Messa successiva la celebra prima di tre ore, per le abluzioni deve usare soltanto lacqua; se tuttavia per inavvertenza assume anche il vino, pu ugualmente celebrare la Messa successiva prima delle tre ore, se necessario.

DE DEFECTIBUS
IN CELEBRATIONE MISSARUM OCCORRENTIBUS

Premessa del Traduttore. Il De Defectibus presente nel Messale edito da Giovanni XXIII quasi identico a quello delle edizioni precedenti, tuttavia mutilo di alcuni punti non secondari. Per fornire al Sacerdote una maggior cognizione di causa dunque, trattandosi di un testo non liturgico ma normativo, inquantoch raccoglie quelle norme e prescrizioni che il Sacerdote deve seguire qualora succedano incidenti prima, durante e dopo la Santa Messa, abbiamo reputato opportuno tradurre il De Defectibus classico fino al Messale di S. Pio X, cio quello completo, e sostituendovi solo ci che profondamente varia. Le modifiche sostanziali riguardano infatti il digiuno eucaristico e il tempo della celebrazione, gi mutati dalle Riforme di SS. Pio XII con il Motu Proprio Sacram Communionem; per quanto concerne il resto lEdizione del 1962 ha apportato solo delle cesure al testo o delle semplificazioni in caso di alcuni incidenti. A pi di pagina riporto per conoscenza i passi originali che furono sostituiti da Giovanni XXIII, mentre trascrivo in blu il testo sostituito con le modifiche dellultimo Messale. Se tali norme sono proprie della Messa Tridentina, il Sacerdote che celebrer secondo la Messa Nuova, trover certamente risposte sul cosa fare qualora succedano incidenti nella Celebrazione Eucaristica.

Sacerdote che sta per celebrare adoperi tutta la diligenza affinch non manchi nulla ai requisiti per realizzare1 il Sacramento dellEucaristia. Invero un difetto pu capitare sia per parte della materia che si consacra, sia per parte della forma che si utilizza, sia per parte del ministro agente. Qualunque cosa infatti manchi di queste, cio la materia debita, la forma con lintenzione, e lOrdine Sacerdotale in chi opera, il Sacramento non valido. Esistendo questi difetti, poich viene meno qualunque altra cosa, manca la realt del Sacramento. In verit ci sono altri difetti che, occorrendo nella celebrazione della Messa, anche se non impediscono la validit del Sacramento, nondimeno possono avvenire o con peccato o con scandalo. II I DIFETTI DELLA MATERIA

Il

difetti da parte della materia possono avvenire, se venisse a mancare qualcosa di ci che ad essa richiesto. richiesto infatti che il pane sia di frumento e il vino di vite: e che la materia da consacrare in questo senso, nellatto della consacrazione, sia dinnanzi al Sacerdote. III IL DIFETTO DEL PANE

il pane non fosse di frumento, o, se di frumento, fosse misto ad altro genere di grano, in tale quantit che non rimanga pane di solo frumento, oppure fosse corrotto in qualche altro modo, il Sacramento non valido. 2. Se il pane fosse fabbricato con acqua rosacea2 o di altra distillazione, in dubbio che il Sacramento sia realizzato. 3. Se avesse iniziato a corrompersi ma non corrotto del tutto; similmente se non sia azzimo secondo il costume della Chiesa Latina, il Sacramento valido, ma chi agisce3 pecca gravemente. 4. Se il Celebrante prima della consacrazione si accorgesse che lOstia fosse corrotta, o che non fosse di frumento, rimossa quellOstia ne prenda unaltra, e fatta loblazione almeno mentalmente, prosegua dal punto ove aveva cessato. 5. Se si sar accorto di ci dopo la consacrazione o anche dopo aver consumato quellOstia, presa unaltra faccia loblazione, come sopra, e inizi dalla consacrazione, naturalmente dalle parole: Qui pridie quam pateretur; e se non ha consumato quellOstia precedente, la consumi dopo lassunzione del Corpo e del Sangue o la dia da consumare ad un altro, oppure la conservi con riverenza in qualche luogo. Ma se lavr consumata, ci nonostante mangi anche laltra che ha consacrato; perch precetto circa la perfezione

Se

del Sacramento esser di maggior importanza ci che assunto a digiuno. 6. Se ci succedesse dopo lassunzione del Sangue, si deve nuovamente preparare un nuovo pane e un nuovo vino con acqua; e, fatta prima loblazione come sopra, il Sacerdote consacri, iniziando dalle parole Qui pridie; subito assuma entrambi e prosegua la Messa, perch il Sacramento non rimanga imperfetto e perch sia conservato il debito ordine. 7. Se lOstia consacrata si perdesse, o per qualche caso, o a causa di vento o miracolo, oppure presa da qualche animale, e non si potesse trovare: allora sia consacrata unaltra iniziando da questo punto: Qui pridie quam pateretur, fatta prima la sua oblazione come sopra4. IV IL DIFETTO DEL VINO

Se il vino si fosse fatto del tutto aceto, o del tutto putrido, o spremuto da uve
acerbe o non mature, o gli si fosse mescolata tanta acqua che il vino si fosse alterato: non si realizza il Sacramento. 2. Se il vino avr cominciato ad inacidire o ad alterarsi, o ad essere un po acre, o in quel tempo fosse mosto spremuto dalluva, o se non gli sar stata mescolata lacqua, oppure gli sar mescolata acqua rosacea o di altra distillazione, il Sacramento valido, ma chi agisce pecca gravemente. 3. Se il Celebrante prima della consacrazione del Sangue, ma dopo la consacrazione del Corpo, saccorgesse che o il vino, o lacqua, o entrambi mancassero nel Calice: deve subito versare il vino con lacqua e, fatta loblazione come sopra, consacrare, iniziando dalle parole: Simili modo, etc. 4. Se dopo le parole della consacrazione si accorgesse che il vino non fosse stato posto, ma soltanto lacqua; versata lacqua in qualche vaso, ponga di nuovo il vino con lacqua nel Calice, e consacri, riprendendo dalle predette parole: Simili modo, etc. 5. Se di questo saccorgesse dopo la consumazione del Corpo, o cos dellacqua, ponga unaltra Ostia da consacrare nuovamente, ed il vino con lacqua nel Calice, offra entrambi, consacri e li consumi, nonostante non sia digiuno. Se invece la Messa fosse celebrata in un luogo pubblico ove fossero presenti pi persone, per evitare lo scandalo potr porre il vino con acqua e, fatta loblazione come sopra, consacrare e subito consumare, e proseguire il resto5.

6. Se qualcuno comprendesse prima della consacrazione, o dopo la consacrazione, che tutto il vino fosse aceto, o alterato per altre cose: si osservi lo stesso di cui sopra,come se fosse trovato non esser posto il vino o esservi la sola acqua nel Calice. 7. Ma se il Celebrante prima della consacrazione del Calice si accorgesse che non stata versata lacqua: subito la metta e proferisca le parole della consacrazione. Se di questo saccorgesse dopo la consacrazione del Calice, non la metta in nessun modo, poich non di necessit per il Sacramento. 8. Se la materia da preparare, a ragione di un difetto o del pane o del vino, non la si potesse avere: qualora ci fosse prima della consacrazione non si deve procedere ulteriormente; se dopo la consacrazione, del Corpo o anche del vino, sia scoperto un difetto delluna specie gi consacrata laltra, se dunque in nessun modo la si potesse ottenere, si proceder e terminer la Messa omettendo le parole e i gesti riguardanti la specie mancante. Ma se aspettando un po si potesse avere: si aspetti, perch il sacrificio non rimanga imperfetto. V I DIFETTI NELLA FORMA

difetti da parte della forma possono verificarsi se manca qualcosa da ci che richiesto allintegrit delle parole nella stessa consacrazione. Infatti le parole della consacrazione, che sono la forma del Sacramento, sono queste: Hoc est enim Corpus meum. E: Hic est enim Calix Sanguinis mei, novi et terni testamenti: mysterium fidei, qui pro vobis e pro multis effundetur in remissionem peccatorum. Ma se qualcuno diminuisse qualcosa, o mutasse qualcosa dalla forma della consacrazione del Corpo e del Sangue, e in questo cambiamento di parole le nuove parole non significassero la stessa cosa, il Sacramento non valido. Se inoltre fosse aggiunto qualcosa, che non muti il significato, il Sacramento certamente valido ma peccando in modo massimamente grave.

2. Se il Celebrante non ricordasse daver detto quelle cose che comunemente si dicono nella consacrazione, non deve turbarsi per questo. Se tuttavia egli constatasse per certo daver omesso qualcosa di quelle che sono per la validit del Sacramento, cio la forma della consacrazione o una parte: riprenda la stessa forma, e prosegua per ordine gli altri riti. Ma se dubitasse con forte probabilit daver omesso qualcosa di essenziale: ripeta almeno la forma sotto una tacita condizione. E se non sono di necessit al Sacramento, non le riprenda ma proceda ulteriormente. VI I DIFETTI NEL MINISTERO

lui sono richieste. Esse poi sono: innanzitutto lintenzione, poi la disposizione dellanima, la disposizione corporale, la disposizione delle vesti, la disposizione nello stesso ministero quanto a quelle cose che in esso possono accadere. VII IL DIFETTO NELL'INTENZIONE qualcuno non volesse compiere la consacrazione, ma fare qualcosa ingannevolmente; parimenti se alcune Ostie per dimenticanza rimanessero sullAltare, o qualche parte di vino o qualche Ostia fosse nascosta non intendendo il Ministro consacrare se non quelle che vede; altres se avesse davanti undici Ostie e ne volesse consacrare solo dieci non determinando quali delle dieci intendesse: in questi casi non consacra perch richiesta lintenzione. Altrimenti, se pensando certamente che fossero dieci, per vuole consacrare tutte quelle che ha dinanzi, allora tutte saranno consacrate: e perci qualunque Sacerdote deve avere sempre tale intenzione, cio di consacrare tutte quelle Ostie che ha posto davanti a s per consacrarle. 2. Se il Sacerdote reputando di tenere unOstia, dopo la consacrazione avr trovato essercene due unite, alla consumazione le assuma entrambe insieme. Se scoprisse dopo la consumazione del Corpo e del Sangue o anche dopo labluzione, di averne lasciate altre consacrate, le consumi tutte, sia piccole sia grandi, perch appartengono allo stesso sacrificio. 3. Ma se fosse rimasta unOstia consacrata integra, sia riposta nel Tabernacolo con le altre: se ci non si potesse fare, la si lasci sullAltare, decentemente coperta col corporale, al successivo Sacerdote che l celebrer, da consumare insieme allaltra che egli consacrer; o se non si potr fare nessuna di queste due cose, la conservi decentemente nello stesso Calice o Patena, fino a quando o sia riposta in un Tabernacolo o sia consumata da un altro; se non si avesse qualche modo perch sia onestamente conservata, egli stesso la pu consumare. 4. Se lintenzione non fosse attuale nella stessa consacrazione per una distrazione di mente, ma virtuale perch accedendo allAltare il Sacerdote intende fare ci che fa la Chiesa, il Sacramento valido, anche se il Sacerdote deve curare dadoperare unintenzione attuale. VIII I DIFETTI NELLA DISPOSIZIONE DELL'ANIMA

I difetti da parte del Ministro possono accadere quanto a quelle cose che in

Se

celebrasse qualcuno che fosse sospeso, scomunicato, degradato, irregolare, o per altre cose canonicamente impedito, realizza certamente il Sacramento ma pecca in modo massimamente grave, tanto a causa della Comunione, che assume indegnamente, quanto a causa dellesercizio dellOrdine, che gli era impedito. 2. Se qualcuno, avendo abbondanza di confessori, celebrasse in peccato mortale, pecca gravemente. 3. Se qualcuno invece in caso di necessit, non avendo abbondanza di confessori, celebrasse in peccato mortale senza contrizione, pecca gravemente. Diversamente, se contrito, deve confessarsi appena potr. 4. Se il Sacerdote ricordasse nella stessa celebrazione della Messa di essere in peccato mortale, faccia latto di contrizione col proposito di confessarsi e di soddisfare. 5. Se ricordasse di essere scomunicato o sospeso, o che il luogo fosse interdetto, similmente faccia latto di contrizione col proposito di chiedere lassoluzione. Tuttavia prima della consacrazione, nei casi sopradetti, se non fosse temuto scandalo, deve interrompere la Messa iniziata. IX I DIFETTI NELLA DISPOSIZIONE DEL CORPO il Sacerdote non fosse digiuno prima della Messa per almeno tre ore da cibi solidi e bevande alcoliche, e almeno per unora da bevande non alcoliche, non pu celebrare. Ma lacqua non rompe il digiuno. 2. Gli8 infermi, nonostante non giacessero a letto, possono assumere prima della Messa senza limiti di tempo, bevande non alcoliche e vere e proprie medicine, sia liquide sia solide. 3. Se9 residui di cibo rimanenti nella bocca fossero inghiottiti, non impediscono la Comunione, poich non sono ingoiati a modo di cibo ma a modo di saliva. Lo stesso detto se, lavandosi la bocca, fosse inghiottita senza intenzione una stilla dacqua. 4. Se celebrasse pi Messe in un giorno, come per la Nativit del Signore, in ciascuna Messa faccia labluzione in qualche vaso pulito, e soltanto allultima beva labluzione10. 5. Se prima avvenuta una polluzione notturna, causata da un precedente pensiero che fosse causa di peccato mortale, oppure avvenne per il troppo mangiare o bere, ci si deve astenere dalla Comunione e dalla celebrazione, se

Se6

Se7

non si vedesse un altro confessore. Se fosse dubbio che nel precedente pensiero ci sia stato peccato mortale, consigliato che ci si astenga eccetto in caso di necessit. Ma se fosse certo che in quel pensiero non ci sia stato peccato mortale o che non ci sia stato alcun pensiero, ma la polluzione fosse avvenuta per cause naturali o per inganno diabolico, pu comunicare e celebrare, a meno che da quelleccitazione di corpo non venisse tanta perturbazione della mente che fosse opportuno astenersene. X I DIFETTI CHE CAPITANO NELLO STESSO MINISTRO anche accadere dei difetti nello stesso ministero, se mancasse qualcosa dei requisiti per esso: come qualora si celebrasse in un luogo non sacro o non deputatovi dal Vescovo, o in un Altare non consacrato o non coperto da tre tovaglie; se non ci fossero le candele di cera; se non fosse il tempo debito di celebrare, il quale comunemente da unora avanti laurora ad unora dopo mezzogiorno (tranne nel caso in cui non fosse stabilito un altro tempo per qualche Messa o lOrdinario del luogo avr permesso qualche Messa anche nelle ore vespertine)11; se il celebrante non abbia detto almeno il Mattutino con le Lodi; se omettesse qualcosa delle vesti sacerdotali; se le vesti sacerdotali e le tovaglie non fossero state benedette dal Vescovo o da un altro avente questa potest, se non fosse presente un Chierico o un altro serviente Messa, oppure ci fosse qualcuno che non pu servire, come una donna; se non ci fosse il Calice con la Patena conveniente, la cui coppa devessere doro o dargento o di stagno12, non di bronzo o di vetro; se i Corporali non fossero puliti, i quali devono essere di lino, ma non di seta, ornati nel mezzo, e benedetti dal Vescovo o da un altro avente questa potest, come detto sopra; se celebrasse col capo coperto senza dispensa; se non ci fosse il Messale lecito sapere a memoria la Messa che intende dire. 2. Se, mentre il Sacerdote celebra, fosse violata la chiesa prima del Canone, sinterrompa la Messa; se dopo il Canone, non si interrompa. Se si temesse unincursione di nemici, o unalluvione, o il crollo del luogo ove si celebra, prima della consacrazione sinterrompa la Messa, ma dopo la consacrazione il Sacerdote potr affrettare la consumazione del Sacramento, omesse tutte le altre cose. 3. Se il Sacerdote prima della consacrazione stesse male, o cadesse in una sincope o morisse, si tralasci la Messa. Se ci accadesse dopo la consacrazione del solo Corpo prima della consacrazione del Sangue, o consacrati entrambi, la Messa sia completata da un altro Sacerdote da quel punto in cui fu interrotta, in caso di necessit anche se non fosse digiuno. Se quello non morto ma infermo, al punto per che possa comunicarsi e non

Possono

ci fosse unaltra Ostia consacrata, il Sacerdote che supplisce alla Messa divida lOstia e ne dia una parte allinfermo, ed egli consumi laltra. E se il Sacerdote mor pronunziata in parte la forma del Corpo, poich non fatta la consacrazione, non necessario che la Messa sia supplita da un altro. Ma se mor pronunziata in parte la forma del Sangue, allora laltro prosegua la Messa, e sopra lo stesso Calice ripeta la forma intera da questo punto: Simili modo, postquam coenatum est; oppure pu proferire sopra un altro Calice preparato la forma intera, e assumere prima lOstia del primo Sacerdote e il Calice consacrato da s, poi il Calice rimasto semiconsacrato. 4. Se qualcuno, fuori da un caso di tale necessit, non consumasse lintero Sacramento, pecca in modo sommamente grave. 5. Se una mosca o un ragno o qualche altra cosa cadesse nel Calice prima della consacrazione, si versi il vino in un luogo decente e se e ponga dellaltro nel Calice, si mescoli un poco dacqua, si offra come sopra e si prosegua la Messa; se dopo la consacrazione cadesse una mosca o qualcosa in questo modo, e venisse la nausea al Sacerdote, la estragga e la lavi con del vino, finita la Messa la bruci, e ci che resta della combustione e del lavaggio sia gettato nel sacrario. Ma se non gli venisse la nausea n temesse pericolo, la beva col Sangue. 6. Se qualcosa di velenoso cadesse nel Calice, o ci provocasse vomito, il vino consacrato da riporre in un altro Calice, e si devono approntare e nuovamente consacrare altro vino con acqua; e finita la Messa, il vino consacrato da riporre in un altro Calice pieno dacqua perch si dissolvano le specie e tale acqua sia gettata nel sacrario13. 7. Se qualcosa di avvelenato toccasse lOstia consacrata, allora si consacri unaltra e la consumi nel modo in cui stato detto, e quella sia messa in un Calice pieno dacqua, com detto sopra per il Sangue al n. 614. 8. Se consumando il Sangue il fragmentum rimanesse nel Calice, lo si porti fuori col dito sul labbro del Calice e lo si consumi prima della purificazione; oppure si versi dellacqua15 e si assuma. 9. Quando lOstia prima della consacrazione fosse trovata spezzata, se al popolo ci non apparisse chiaramente si consacri tale Ostia: ma se potesse esserci scandalo per il popolo, ne sia presa ed offerta unaltra. Se prima delloblazione lOstia apparisse spezzata, sia presa unaltra integra, se si potr fare senza scandalo o lungo ritardo. 10. Se a causa di freddo o negligenza lOstia consacrata cadesse nel Calice, nulla da ripetersi, ma il Sacerdote prosegua la Messa facendo le cerimonie e i gesti consueti con la restante parte dellOstia che non fosse bagnata, se comodamente lo si possa. Ma se tutta lOstia si sar bagnata, non la si

estrarr, ma si dica tutto omettendo i gesti, e si consumino insieme Corpo e Sangue, segnandosi col Calice e dicendo: Corpus et Sanguis Domini nostri, etc. 11. Se in inverno il Sangue si congelasse nel Calice, si avvolga il Calice con panni riscaldati; se ci non fosse efficace, si ponga in acqua bollente vicino allAltare, ma in modo che il Calice non vi entri, finch non torni a stato liquido. 12. Se per negligenza qualcosa del Sangue di Cristo cadesse: si versi sulla goccia di Sangue caduta un po dacqua e si asterga con il purificatoio; e se cadesse sul Corporale o la tovaglia o qualche luogo, siano lavati gettando lacqua nel sacrario16. 13. Ma se avvenisse che tutto il Sangue fosse stato versato dopo la consacrazione, se ne rimanesse qualcosa o almeno un poco, si consumi quello e del restante versato si faccia come detto. Ma se non ne rimanesse proprio niente, si ponga di nuovo vino e acqua e si consacri da questo punto: Simili modo, postquam coenatum est, etc. ma fatta prima loblazione del Calice come sopra. 14. Qualora il Sacerdote vomitasse lEucarestia, si raccolga e si ponga in un luogo decente, finch le specie si corrompano, e poi siano gettate nel sacrario17. 15. Se lOstia consacrata o qualche suo frammento cadesse a terra, sia presa con riverenza e il luogo in cui caduta sia pulito con e un po dacqua e pulito col purificatoio. Se cadesse su vestiti non necessario pulirle. Se cadesse sopra una veste di donna, che sia essa stessa a prenderla e pulirla18. 16. Possono anche avvenire dei difetti nello stesso ministero se il Sacerdote non conoscesse i riti e le cerimonie da osservare in esso, delle quali, in tutte le Rubriche di cui sopra19 si detto abbondantemente.
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1 Nota del Traduttore: Il testo usa, riferito allEucarestia, sempre e solo il verbo conficere, che in italiano si traduce con fare, realizzare, fabbricare, compiere etc, anche se non appropriatamente alloggetto in questione. Non lo traduciamo con il termine celebrare perch questo verbo si riferisce pi allagire rituale del Sacerdote che al mistero della Transustanziazione, sulla cui validit o meno verte il senso del nostro testo. 2 N.d.T.: Il testo latino dice aqua rosacea. Per acqua rosacea si intende ogni tipo di acqua che non sia materia pura (per esempio, acqua aromatizzata alla rosa, o con altra essenza, acqua minerale effervescente, acqua sporca, etc) 3 N.d.T.: il testo dice conficiens, lasciando dubbio se si riferisce al Sacerdote consacrante oppure a chi precedentemente ha confezionato la materia. Infatti il verbo conficere usato tanto per il pane e vino preparati quanto per il Sacramento consacrato. presumibile pensare che pecchi certamente solo il Sacerdote. 4 N.d.T.: Ledizione di Giovanni XXIII aggiunge (unica aggiunta): 8. Nei casi di cui sopra 5-7 sia omessa lelevazione del Sacramento, e si faccia tutto evitando, per quanto possibile, lo scandalo o lo stupore dei fedeli.

5 N.d.T.: Anche qui ledizione di Giovanni XXIII aggiunge, come prima per il pane: 6. Nei casi di cui sopra 3-5 sia omessa lelevazione del Sacramento, e si faccia tutto evitando, per quanto possibile, lo scandalo o lo stupore dei fedeli. 6 N.d.T.: Tutto il capitolo VIII ridotto da Giovanni XXIII a un punto solo, eliminando le distinzioni casistiche della problematica. Ovviamente qui sono riportate per intero. 7 N.d.T.: Questo paragrafo aggiornato secondo le disposizioni di SS. Pio XII contenute nel Motu Proprio Sacram Communionem del 1957, vedi Pius PP. XII, Sacram Communionem, Motu proprio, 1957, in AAS 49 (1957) n. 4, pp. 177-178. Il testo precedente alla riforma diceva: Se qualcuno non fosse digiuno dalla mezzanotte, anche dopo aver bevuto sola acqua, o altra bevanda o cibo anche a scopo di medicina, e per piccola che fosse la quantit, non pu comunicare n celebrare. 8 N.d.T.: Anche questo paragrafo trascritto aggiornato. Le vecchie disposizioni scrivevano qui: 2. Se prima della mezzanotte avr assunto bevanda o cibo, anche se in seguito non avr dormito o non avr digerito, non pecca: ma a causa della perturbazione di mente, dalla quale la devozione tolta, consigliato di astenersi [dal celebrar Messa]. 9 N.d.T.: Il punto 3 nel Messale di Giovanni XXIII scrive: 3. I Sacerdoti che stessero in salute per adempiere ci, sono premurosamente invitati ad osservare la veneranda e antica forma del digiuno eucaristico prima della Messa. Nel testo conservo loriginale perch utile da sapersi. 10 N.d.T.: Alternativa in base alla nuova norma, anche se non se ne scrive nulla qui: il Sacerdote che prevede di celebrare unaltra Messa entro le tre ore, allabluzione del Calice e delle mani beve solo lacqua di detta abluzione, ma non vi adopera vino se non allultima Messa. 11 N.d.T.: Il testo originale scriveva il quale comunemente dallaurora a mezzogiorno, pur specificando il Can. 821 del Codex Iuris Canonici 1917 che esattamente la Messa non si potesse cominciare prima di unora avanti allaurora, n oltre unora dopo mezzogiorno, eccetto la Messa parrocchiale o conventuale della notte di Natale. Il Motu Proprio Sacram Communionem ha consentito agli Ordinari dei luoghi di permettere la celebrazione anche nelle ore pomeridiane qualora lo domandasse il bene spirituale di una parte notevole di fedeli: non prima delle sedici n dopo le ventuno. 12 N.d.T.: Sintende lesterno della coppa, poich linterno devessere sempre dorato, cfr. Missale Romanum, Ritus servandus in celebratione Missae I,1 13 N.d.T.: Il Messale precedente suggeriva invece: il vino riposto sia serbato per lungo tempo in un panno di lino o stoppa finch si sar disseccato, e allora la stoppa sia bruciata, e la combustione gettata nel sacrario . 14 N.d.T.: Il Messale precedente suggeriva invece: e quella sia conservata nel Tabernacolo, in luogo separato, finch le specie siano corrotte, e corrotte infine si mettano nel sacrario 15 N.d.T.: Il Messale precedente suggeriva invece un po di vino anzich di acqua. 16 N.d.T.: Il Messale precedente cos prescriveva: Se per negligenza qualcosa del Sangue di Cristo cadesse se almeno a terra o su tavola, sia lambito con la lingua, e il luogo raschiato e la raschiatura bruciata, e la cenere sia riposta nel sacrario. Se fosse caduta sulla pietra dellAltare, il Sacerdote sorbisca la goccia, il luogo sia ben lavato e labluzione gettata nel sacrario. Se la stilla fosse venuta al lino dellAltare o ad altro lino: se fino al terzo, le tovaglie siano lavate tre volte dove la stilla caduta, Calice posto sotto, e lacqua dellabluzione sia gettata nel sacrario. Ma se cadde solo sul Corporale o sulle vesti sacerdotali, si deve similmente lavare e gettare labluzione nel sacrario. Se nel panno posto sotto i piedi o tappeto, si lavi bene come sopra. 17 N.d.T.: Il Messale precedente cos prescriveva: Qualora il Sacerdote vomitasse lEucarestia, se le specie apparissero integre le assuma con riverenza a meno che venisse la nausea; ma allora le specie consacrate siano separate cautamente e riposte in qualche luogo sacro, finch le specie si corrompano, e poi siano gettate nel sacrario. Ma se le specie non apparissero, si bruci il vomito e le ceneri si mettano nel sacrario. 18 N.d.T.: Il Messale precedente cos prescriveva Se lOstia consacrata o qualche suo frammento cadesse a terra, sia presa con riverenza e il luogo in cui caduta sia pulito e un po

raschiato, e la polvere o raschiatura di tal fatta sia messa nel sacrario. Se cadde fuori dal Corporale sulla tovaglia, o in qualunque luogo su fatto di lino, la tovaglia o la superficie lintea sia diligentemente lavata, e lo stesso lavaggio sia versato nel sacrario. 19 N.d.T.: Il testo dice di cui sopra perch il trattato De defectibus nel Messale si trova immediatamente dopo al Ritus servandus in celebratione Missae.

PRAEPARATIO AD MISSAM
Il Sacerdote che si accinge a celebrare la Santa Messa provvede a raccogliersi spiritualmente e a distaccarsi dal mondo: recita in sacrestia, prima ancora di indossare i paramenti sacri, le preghiere prescritte. Queste preghiere sono composte da una parte generale, dalle orazioni da dirsi a seconda del giorno, dalle orazioni di sant'Ambrogio e di san Tommaso d'Aquino, alla S. Vergine Maria, a san Giuseppe, a tutti gli Angeli e i Santi, al Santo in onore del quale si celebra la S. Messa e dalla formula di intenzione per la celebrazione. Prima di assistere alla S. Messa, costituisce eccellente preparazione ad Essa e alla S. Comunione recitare le seguenti preghiere. Prepararsi con la Chiesa e ringraziare Iddio con Essa, significa assicurarsi una buona Comunione ed una piena partecipazione al Sacrificio dell'Altare e quindi a quello della Croce.

1. 2. 3. 4.

ORATIONES INDUITUR SACERDOTALIBUS PARAMENTIS BENEDICTIO AQU ASPERSIO

ORATIONES
Antiphona Ne reminiscris, * Dmine, delcta nostra, vel parntum nostrrum, neque vindctam sumas de pecctis nostris. (T. P.: Allelia). PSALMUS 83

Quam dilcta habittio tua, Dmine exerctuum! * desderat, lnguens concupscit nima mea in tria Dmini; Cor meum, et caro mea * exultnt ad Deum vivum. Etiam passer invnit domum: * et hirndo nidum sibi, ubi ponat pullos suos: Altria tua, Dmine exerctuum: * Rex meus, et Deus meus! Beti, qui hbitant in domo tua, Dmine, * perptuo laudant te. Betus vir, cuius auxlium est a te, * cum sacra itnera in nimo hbet: Transentes per vallem ridam, fontem fcient eam, * ac beneditinibus vstiet eam plvia prima. Procdent de rbore in rbur: * vidbunt Deum derum in Sion. Dmine exerctuum, udi oratinem meam; * uribus prcipe, Deus Iacob. Clpeus noster, spice, Deus, * et rspice fciem uncti tui. Vere, mlior est dies unus in triis tuis, * quam lii mlle; Consstere malo in lmine domus Dei mei, * quam morri in tabernculis peccatrum. Nam sol et clpeus est Dminus Deus: * grtiam et glriam largtur Dminus; Non negat bona eis * qui mbulant in innocntia. Dmine exerctuum, *

betus homo qui cnfidit in te. Gloria Patri, et Filio, * et Spirtui Sancto. Sicut erat in princpio et nunc et semper, * et in scula sculrum. Amen. PSALMUS 84 Proptius fusti, Dmine, terr tu; * bene vertsti sortem Iacob. Dimissti culpam ppuli tui; * operusti mnia peccta erum. Continusti mnem iracndiam tuam, * destitsti a furre ir tu. Resttue nos, Deus Salvtor noster, * et depne indignatinem tuam advrsus nos. Num in trnum irascris nobis, * aut extndes iram tuam in omnes generatines? Nonne tu vitam resttuet nobis, * et ppulus tuus ltbitur in te? Ostnde nobis, Dmine, misericrdiam tuam, * et saltem tuam da nobis. Audiam, quid loqutur Dminus Deus, * profcto lquitur pacem Ppulo suo et sanctis suis * et eis qui corde convertntur ad eum. Certe propnqua est salus eius timntibus eum, * ut hbitet glria in terra nostra. Misericrdia et fidlitas bviam vnient sibi, * iusttia et pax inter se osculabntur. Fidlitas germinbit ex terra, *

et iusttia de coelo prospciet. Dminus quoque dbit bonum, * et terra nostra dbit fructum suum. Iusttia ante eum incdet, * et salus in via grssuum eius. Gloria Patri, et Filio, * et Spirtui Sancto. Sicut erat in princpio et nunc et semper, * et in scula sculrum. Amen. PSALMUS 85 Inclna, Dmine, urem tuam, exudi me, * quia miser et pauper sum ego. Custdi nimam meam, quia devtus sum tibi; * salvum fac servum tuum sperntem in te. Deus meus es tu: miserre mei, Dmine, * quia assdue ad te clamo. Ltfica nimam servi tui, * quia ad te, Dmine, nimam meam attllo. Tu nim, Dmine, es bonus et clmens, * plenum misericrdi in omnes qui nvocant te. Ausclta, Dmine, oratinem meam, * et attnde ad vocem obsecratinis me. Die tribulatinis me clamo ad te, * quia exudies me. Non est tibi par inter deos, Dmine, * et non est opus smile peri tuo: Omnes gentes, quas fecsti, vnient et adorbunt te, Dmine, * et prdicbunt nomen tuum. Quia magnus es tu et facis mirablia, *

tu solus es Deus. Doce me, Dmine, viam tuam, ut mbulem in veritte tua, * drige cor meum, ut tmeat nomen tuum. Celebrbo te, Dmine, Deus meus, toto corde meo, * et prdicbo nomen tuum in trnum. Quia misericrdia tua magna fuit erga me, * et eripusti nimam meam de profndis infrni. Deus, suprbi insurrexrunt contra me,+ et turba prpotntium insiditur vit me, * neque te ponunt ante culos suos. Sed tu, Dmine, Deus misricors es et bengnus, * tardus ad iram, summe clmens et fidlis. Rspice in me, et miserre mei; * da robur tuum servo tuo et salvum fac flium ancll tu. Sgnum da mihi favris tui, ut vdeant,+ qui odrunt me et confundntur, * quod tu, Dmine, adiveris me et consoltus sis me. Gloria Patri, et Filio, * et Spirtui Sancto. Sicut erat in princpio et nunc et semper, * et in scula sculrum. Amen. PSALMUS 115 Confsus sum, tiam cum dixi: * "Ego afflctus sum valde"; Ego dixi in pavre meo: * "Omnis homo fallax!" Quid retrbuam Dmino, * pro mnibus qu trbuit mihi? Clicem salutris accpiam: *

et nmen Dmini invocbo. Vota mea Dmino reddam * coram mni ppulo eius. Pretisa est in culis Dmini, * mors sanctrum eius. O Dmine, ego servus tuus sum +, ego servus tuus, flius ancll tu: * solvsti vncula mea. Tibi sacrificbo sacrifcium laudis, * et nomen Dmini invocbo. Vota mea Dmino reddam * cora omni plulo eius, In triis domus Dmini, * in mdio tui, Iersalem. Gloria Patri, et Filio, * et Spirtui Sancto. Sicut erat in princpio et nunc et semper, * et in scula sculrum. Amen. PSALMUS 129 De profndis clamo ad te, Dmine: * Dmine, udi vocem meam. Fiant ures tu intnt * ad vocem obsecratinis me. Si delictrum memriam servveris, Dmine, * Dmine, quis sustinbit? Sed penes te est peccatrum vnia, * ut cum reverntia servitur tibi. Spero in Dminum, * sprat nima mea in verbum eius;

Exspctat nima mea Dminum, * magis quam custdes aurram. Magis quam custdes aurram, * exspctat Isrl Dminum, Quia penes Dminum misericrdia, * et copisa penes eum redmptio. Et ipse rdimet Isral * ex mnibus iniquittibus eius. Gloria Patri, et Filio, * et Spirtui Sancto. Sicut erat in princpio et nunc et semper, * et in scula sculrum. Amen. Antiphona Ne reminiscris, * Dmine, delcta nostra, vel parntum nostrrum, neque vindctam sumas de pecctis nostris. (T. P.: Allelia). Kyrie, elison Christe, elison Kyrie, elison Pater noster (in segreto)
(se c il ministrante risponde)

V/. et ne nos indcas in tentatinem. R/. sed lbera nos a malo. V/. Ego dixi: Dmine, miserre mei. R/. Sana nimam meam, quia peccvi tibi.

V/. Convrtere, Dmine, aliquntulum. R/. Et deprecre super servos tuos. V/. Fiat misericrdia tua, Dmine, super nos. R/. Quemdmodum spervimus in te. V/. Sacerdtes tui induntur iusttiam. R/. Et sancti tui exsltent. V/. Ab occltis meis munda me, Dmine. R/. Et ab alinis parce servo tuo. V/. Dmine, exudi oratinem meam. R/. Et clmor meus ad te vniat. Ormus Aures tu piettis, mitssime Deus, inclina prcibus nostris, et gratia Sancti Spritus illmina cor nostrum: ut tuis mystriis digne ministrare, teque trna caritate dilgere meremur. Deus, cui omne cor patet et omnis volntas lquitur, et quem nullum latet secrtum: purfica per infusinem Sancti Spritus cogitationes cordis nostri; ut te perfcte dilgere et digne laudare meremur. Ure igne Sancti Spritus renes nostros et cor nostrum, Dmine: ut tibi casto crpore servimus, et mundo corde placemus. / Mentes nostras, qusumus, Dmine, Parclitus, qui a te procdit, illminet: et indcat in omnem, sicut tuus promsit Flius, verittem. Adsit nobis, qusumus, Dmine, virtus Spritus Sancti: qu et corda nostra clemnter exprget, et ab mnibus tuetur advrsis. / Deus, qui corda fidlium Sancti Spritus illustratione docuisti: da nobis in edem Spritu recta spere; et de eius semper

consolatione

gaudere.

Conscintias nostras, qusumus, Dmine, visitndo purfica: ut vniens Dminus noster Iesus Christus, Flius tuus, parata sibi in nobis invniat mansinem: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spritus Sancti, Deus, per omnia scula sculorum. Amen.
(

Preghiere prima della Messa - Italiano e Latino )

ORATIO S. AMBROGII
Ad mensam dulcssimi convvii tui, pie Dmine Iesu Christe, ego pecctor de prpriis meis mritis nihil prsmens, sed de tua confdens misericrdia et bonitte, accdere vreor et contremsco. Nam cor et corpus hbeo multis crimnibus macultum, mentem et linguam non caute custodtam. Ergo, o pia Ditas, o tremnda maistas, ego miser, inter angstias deprehnsus, ad te fontem misericrdi recrro, ad te festno sanndus, sub tuam protectinem fgio: et, quem idicem sustinre nqueo, salvatrem habre suspro. Tibi, Dmine, plagas meas ostndo, tibi verecndiam meam dtego. Scio peccta mea multa et magna, pro qubus tmeo: spero in misericrdias tuas, qurum non est nmerus. Rspice ergo in me culis misericrdi tu, Dmine Iesu Christe, Rex trne, Deus et homo, crucifxus propter hminem. Exudi me sperntem in te: miserre mei pleni misriis et pecctis, tu qui fontem miseratinis numquam manre cessbis. Salve, salutris vctima, pro me et omni humno gnere in patbulo crucis oblata. Salve, nbilis et pretise snguis, de vulnribus crucifxi Dmini

mei Iesu Christi prfluens, et peccta totus mundi bluens. Recordre, Dmine, creatr tu, quam tuo snguine redemsti. Ponitet me peccsse, cpio emendre quod feci. Aufer ergo a me, clementssime Pater, omnes iniquittes et peccta mea; ut, purifictus mente et crpore, digne degustre mrear Sancta sanctrum. Et concde, ut hc sancta prlibtio crporis et snguinis tuis, quam ego indgnus smere intndo, sit peccatrum merum remssio, sit delictrum perfcta purgtio, sit trpium cogitatinum effugtio ac bonrum snsuum regenertio, opermque tibi placntium salbris efficcia, nim quoque et crporis contra inimicrum merum insdias firmssima tutio. Amen.

ORATIO S. THOM AQUINATIS


Omnpotens, sempitrne Deus, ecce accdo ad sacramntum unigniti Flii tui, Dmini nostri, Iesu Christi; accdo tamquam infrmus ad mdicum vit, immndus ad fontem misericrdi, ccus ad lumen clarittis trn, puper et egnus ad Dminum coeli et terr. Rogo ergo immns largittis tu abundntiam, qutenus meam curre dignris infirmittem, lavre foedittem, illuminre ccittem, ditre pauperttem, vestre nudittem; ut panem Angelrum, Regem regum et Dminum dominntium, tanta suscpiam reverntia et humilitte, tanta contritine et devotine, tanta puritte et fide, tali propsito et intentine, sicut xpedit salti nim me. Da mihi, quso, domnici Crporis et Snguinis non solum suscpere sacramntum, sed tiam rem et virttem sacramnti. O mitssime Deus, da mihi Corpus unigniti Flii tui, Dmini nostri, Iesu Christi, quod traxit de Vrgine Maria, sic suscpere,

ut crpori suo mystico mrear incorporri, et inter eius membra connumerri. O amatssime Pater, concde mihi dilctum Flium tuum, quem nunc veltum in via suscpere propno, revelta tandem fcie perptuo contemplri: Qui tecum vivit et regnat in unitte Spritus Sancti, Deus, per mnia scula sculrum. Amen.
Dopo aver recitato le preghiere, il Sacerdote prepara il Messale e il Calice, quindi indossa i paramenti sacri baciando la croce posta sull'amitto, sul manipolo e sulla stola, e nell'indossarli recita, per ognuno di essi, la preghiera prescritta.

INDUITUR SACERDOTALIBUS PARAMENTIS


(Mentre si lava le mani)

Da, Dmine, virttem mnibus meis ad abstergndam omnem mculam: ut sine pollutine mentis et crporis vleam tibi servre.
(All'amitto, mentre se lo poggia sul capo)

Impne, Dmine, cpiti meo gleam saltis, ad expugnndos diablicos incrsus.


(Al camice, mentre lo indossa)

Delba me, Dmine, et munda cor meum; ut, in Snguine Agni dealbtus, gudiis prfruat sempitrnis.
(Al cngolo, mentre se ne cinge)

Prcnge me, Dmine, cingulo purittis, et extngue in lumbis meis humrem libdinis; ut mneat in me virtus continnti et castittis.
(Al manipolo, mentre se lo pone sul braccio sinistro)

Mrear, Dmine, portre manpulum fletus et dolris; ut cum exsultatine recpiam mercdem labris.
(Alla stola, mentre se la pone sul collo)

Redde mihi, Dmine, stolam immortalittis, quam prdidi in prvaricatine primi parntis: et, quamvis indgnus accdo ad tuum sacrum mystrium, mrear tamen gudium sempitrnum.
(Alla pianeta, mentre se la impone)

Dmine, qui dixsti: Iugum meum suave est, et onus meum leve: fac, ut istud portre sic vleam, quod cnsequar tuam grtiam. Amen.

BENEDICTIO AQU
Quando si fa laspersione il Sacerdote, rivestito dei paramenti sacri (senza manipolo e pianeta), prepara in sacrestia l'acqua benedetta: acqua che user poi per l'aspersione dei fedeli.

V/. Adiutrum nostrum + in nmine Dmini. R./ Qui feci colum et terram.
(Esorcismo del sale)

V/. Exorczo te, creatra salis, per Deum + vivum, per Deum + verum, per Deum + sanctum, per Deum, qui te per Elisum prophtam in aquam mitti iussit, ut sanartur sterlitas aqu: ut efficiris sal exorciztum in saltem credntium: et sis mnibus sumntibus te snitas nim et crporis et effgiat atque discdat a loco, in quo asprsum feris, omnis phantsia et nequtia vel verstia diablic fraudis, omnsque spritus

immndus adiurtur per eum qui ventrus est iudicre vivos et mrtuos, et sculum per ignem. R./ Amen. Oremus. V/. Immnsam clemntiam tuam, omnpotens trne Deus, humliter implormus: ut hanc creatram salis, quam in usum gneris humni tribusti, bene+dcere, et sancti+ficare tua pietti dignris: ut sit mnibus sumntibus salus mentis et crporis: et qudquid ex eo tactum vel resprsum ferit, creat omni immundtia, omnque impugnatine spiritlis nequti. Per Dminum nostrum Iesum Christum, Flium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitte Spritus Sancti, Deus, per omnia scula sculrum. / R./ Amen.
(Esorcismo dellacqua)

V/. Exorczo te, creatra aqu, in nmine Dei + Patris omnipotntis, et in nmine Iesu + Christi Flii eius Dmini nostri, et in virtte Spritus + Sancti: ut fias aqua exorcizta ad effugndam omnem potesttem inimci, et ipsum inimcum eradicre, et explantare vleas cum ngelis suis aposttitcis: per virttem eisdem Dmini nostri Iesu Christi: qui ventrus est iudicre vivos et mrtuos, et sculum per ignem. / R./ Amen. Oremus. V/. Deus, qui ad saltem humni gneris, mxima quque sacramnta in aqurum substntia condidsti: adsto proptius invocatinibus nostris, et elemnto huic multmodis purificatinibus prparto, virttem tu bene+dictinis infnde: ut creatra tua mystriis tuis srviens, ad abigndos demones, morbsque pellndos, divn grti sumat effctum: ut qudquid in dmibus vel in locis fidlium hc unda

resprserit, creat omni immundtia, libertur a noxa: non illic resdeat spritus pstilens, non ura corrmpens: discndat omnes insdi latntis inimci: et si quid est, quod aut incolumitti habitntium nvidet, aut quiti, aspersine huius aqu effgiat atque discdat: ut salbritas per invocatinem sancti tui nminis expetta, ab mnibus sit impugnatinibus defnsa. Per Dminum nostrum Iesum Christum, Flium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitte Spritus Sancti, Deus, per omnia scula sculrum. R./ Amen.
(Mescolanza del sale e dell'acqua: per tre volte a mo' di croce)

V/. Commxtio salis et aqu prite fiat, in nmine Pa+tris, et F+lii, et Spritus + Sancti. R./ Amen. V/. Dminus vobscum R./ Et cum spritu tuo. Oremus. V/. Deus invct virttis uctor, et insuperbilis imprii Rex, ac semper magnficus triunphtor: qui advrs dominatinis vires rprimis: qui inimci rugintis svtiam speras: qui hostles nequtias potnter expgnas: te, Dmine, tremntes et spplices deprecmur ac ptimus ut hanc creatram salis et aqu dignnter aspcias, bengnus illstres, piettis tu rore sanctfices: ut ubicmque ferit asprsa, per invocatinem sancti nmnis tui, omnis infesttio immndi spritus abigtur: terrrque venensi serpntis procul pelltur: et prsntia sancti Spritus nobis misericrdiam tuam poscntibus, ubque adsse digntur. Per Dminum nostrum Iesum Christum, Flium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitte eisdem Spritus Sancti, Deus, per omnia scula sculrum. R./ Amen.

ASPERSIO
Si fa solo ed unicamente di domenica, si fa prima della Messa principale, anche se la Messa bassa (cio non cantata solo letta). Il manipolo e la piante per il Celebrante si preparano allo scanno nel presbiterio dove successivamente laspersione verr indossato dal Sacerdote. In Sacrestia si preparano il piviale, il secchiello con lacqua benedetta e laspersorio e il libro col rito dellaspersione; se non ci fosse il piviale, il celebrante compie il rito con la stola incrociata sul petto. I due Ministranti procedono allaltare ai lati del Celebrante, sostenendo i lembi del piviale; il 1.mo porta il secchiello il 2.do il libro. Arrivati allaltare, fatta la genuflessione, si inginocchiano sullultimo gradino, deponendo sui gradini il 1.mo la berrette del Celebrante e il 2do il libro; il 1mo porge al Celebrante, coi debiti baci, laspersorio intinto nellacqua: quando il Celebrante ha asperso laltare e se stesso, tutti si alzano; il Celebrante asperge i due Ministranti, il Clero, se c, e poi il popolo. Durante laspersione i due chierici stanno sempre ai lati del Celebrante sostenendo i lembi del piviale: e il 1.mo porta anche il secchiello affinch il Celebrante vi possa opportunamente intingere laspersorio. Al termine dellaspersione, il 1.mo riceve laspersione; tornati allaltare, lasciano i lembi del piviale, che sostengono poi durante lorazione; 2.do consegna e ritira a suo tempo il libro. Al termine dellorazione, genuflette in gradu e vanno allo scanno; il celebrante si toglie con laiuto del Ministrante il piviale e si mette il manipolo e la pianeta. Il coro e i fedeli, che rimangono in piedi, cantano insieme al Sacerdote l'Antifona e il Salmo dell'Asperges o del Vidi Aquam. Nel corso dell'aspersione, i fedeli chnano il capo e si sgnano.

EXTRA TEMPUS PASCHALE


Nella I Domenica di Passione non si dice il Gloria Patri nella II Domenica di Passione o delle Palme non si fa l'aspersione.

Antiphona Asprges me, Dmine, hysspo et mundbor: lavbis me, et super nivem dealbbor. Psalmus 50

Miserre mei, Deus, secndum magnam * misericrdiam tuam. Gloria Patri, et Filio, * et Spirtui Sancto, Sicut erat in princpio et nunc et semper, * et in scula sculrum. Amen. Antiphona Asprges me, Dmine, hysspo et mundbor: lavbis me, et super nivem dealbbor. V/. Ostnde nobis, Dmine, misericrdiam tuam. R/. Et salutre tuum da nobis. V/. Dmine exudi oratinem meam. R/. Et clamor meus ad te vniat. V/. Dminus vobscum. R/. Et cum spritu tuo. Oremus V/. Exudi nos, Dmine sancte, Pater omnpotens, trne Deus, et mttere dignris sanctum ngelum tuum de colis, qui custdiat, fveat, prtegat, vsitet, atque defndat omnia habitntes in hoc habitculo: Per Christum Dminum nostrum. R/. Amen. TEMPORE PASCHALI
Dalla Domenica di Pasqua fino alla Pentecoste inclusa.

Antiphona Vidi aquam egredintem de Templo a ltere dextro,

allelia; Et omnes ad quos pervnit aqua ista salvi facti sunt, et dcent: allelia, allelia. Psalmus 117 Confitmini Dmino quniam bonus: quniam in sculum misericrdia eius. Gloria Patri, et Filio, * et Spirtui Sancto. Sicut erat in princpio et nunc et semper, * et in scula sculrum. Amen. Antiphona Vidi aquam egredintem de Templo a ltere dextro, allelia; Et omnes ad quos pervnit aqua ista salvi facti sunt, et dcent: allelia, allelia. V/. Ostnde nobis, Dmine, misericrdiam tuam, Allelia. R/. Et salutre tuum da nobis, Allelia. V/. Dmine exudi oratinem meam. R/. Et clamor meus ad te vniat. V/. Dminus vobscum. R/. Et cum spritu tuo. Oremus V/. Exudi nos, Dmine sancte, Pater omnpotens, trne Deus, et mttere dignris sanctum ngelum tuum de colis, qui custdiat, fveat, prtegat, vsitet, atque defndat omnia habitntes in hoc habitculo: Per Christum Dminum nostrum. R/. Amen.

RITUS SANCTI PII V


-PRPARATIO AD MISSAM [ASPERSIO]

RITUS INITIALES
-ANTIPHONA AD INTROITUM IN CANTUS -ORATIONES SUB INFIMUM GRADUM ALTARIS -ACTUS PNITENTIALIS -INCENSATIO ALTARIS ET SACERDOTIS -ORAZIONE

-ANTIPHONA AD INTROITUS, KYRIE e GLORIA

PARS DIDACTICA
-EPISTOLA -GRADUALE, (TRATTO), (SECONDO ALLELUIA) -ALLELUIA -EVANGELIUM (senza Diacono)-EVANGELIUM (col Diacono) -HOMILIA -CREDO

PARS SACRIFICALIS
-

I. OFFERTORIUM
ANTIPHONA AD OFFERTORIUM INCENSATIO LAVABO

SECRET
-

II. IMMOLATIO VICTIM


PRFATIO SANCTUS

CANON ROMANUS
-

III. COMMUNIO
PATER NOSTER AGNUS DEI COMMUNIO FIDELIUM ANTIPHONA AD COMMUNIONEM RITUS CONCLUSIONIS

-POSTCOMMUNIO

-(ORATIO SUPER POPULUM) -ULTIMUM EVANGELIUM -PRECI LEONINE

-DIMISSIO ET BENEDICTIONE

-GRATIARUM ACTIO POST MISSAM

PRPARATIO AD MISSAM
IL RITUS SANCTI PII V composto da una PRPARATIO AD MISSAM che raccoglie Preghiere e Riti che non sono mai facoltative, tra cui lAspersio.

[ASPERSIO]
Il Rito dellaspersione non fa parte dei Riti Iniziali ma fa parte della PRPARATIO AD MISSAM. Si fa sempre prima della Santa Messa. Si fa solo ed unicamente di Domenica nella Messa principale, anche se la Messa bassa (cio non cantata, solo letta), non si fa mai nella Messa Vespertina. Il manipolo e la pianeta per il Celebrante si preparano allo scanno nel presbiterio dove successivamente laspersione verr indossato dal Sacerdote. In Sacrestia si preparano il piviale, il secchiello con lacqua benedetta e laspersorio e il libro col rito dellaspersione; se non ci fosse il piviale, il celebrante compie il rito con la stola incrociata sul petto. Questo Rito, in memoria del Battesimo, non sostituisce lAtto Penitenziale, n alcuna parte della Santa Messa.

RITUS INITIALES

La Santa Messa ha inizio con la processione del Sacerdote verso lAltare. Quando vi giunge, stando ai piedi dei gradini dellAltare, scopre il capo, porge la berretta al Ministrante, e si inchina profondamente allAltare. Se ci fosse il Tabernacolo col Santissimo Sacramento, fa la genuflessione. Quindi sale al centro dellAltare, dove sistema il calice, estrae il corporale dalla borsa, posiziona questultima verticalmente a sinistra con lapertura verso il Cornu Epistolae, dispiega

il corporale e vi pone sopra il calice velato. Allora si sposta al lato destro, detto dellEpistola, ed apre il Messale alla pagina dellIntroito della Messa del giorno, quindi ritornando al centro, facendo prima inchino di capo alla Croce, si volge girandosi verso destra e scende fino ai piedi dei gradini, dove, guardando allAltare, recita le Orazioni prescritte. Nella S. Messa cantata o solenne, il Messale aperto sullAltare, mentre il calice e le altre cose necessarie sono preparate sulla credenza, coperta dai drappi del colore del giorno o del Tempo con una tovaglia, gi prima che il Sacerdote vada allAltare. Egli stesso entra con il Diacono ed il Suddiacono: quando arriver davanti lultimo gradino dellAltare, l, tra il Diacono alla sua destra ed il Suddiacono alla sua sinistra, consegnata a questultimo la sua berretta, prima di salire allAltare recita con loro le Orazioni prescritte. Nelle Domeniche prima della S. Messa principale viene eseguita laspersione con lacqua benedetta riportata nella Prparatio ad Missam. Lassemblea si alza in piedi quando entra il Celebrante, rivestito di amitto, camice, stola e piviale. Si inginocchia, intona lantifona Asperges me e asperge prima se stesso e poi la parte bassa dellAltare. Mentre il coro prosegue il canto, il Celebrante asperge il clero assistente e i fedeli, infine canta le preci conclusive dellaspersione. Depone quindi il piviale, indossa il manipolo e la pianeta e, preparato lAltare se gi non lo sia, ascende per le Orazioni prescritte.

ANTIPHONA AD INTROITUM IN CANTUS


Nelle Messe cantate e solenni, viene iniziato subito il canto dellAntifona dellIntroito. Il canto, eseguito dalla schola e dal popolo se in grado, accompagna le preci ai piedi dellAltare e latto penitenziale, che in tal caso sono dette sottovoce tra il Sacerdote e i ministranti (e, se ci sono, Diacono e Suddiacono). Si utilizza il canto gregoriano riportato nel Liber Usualis o nel Graduale Romanum (ledizione pubblicata secondo le nuove disposizioni liturgiche del Missale Romanum 1962), oppure la schola pu cantare in polifonia opere artistiche (secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia) che riportano in musica il medesimo testo previsto dal Proprio. Terminato lIntroito, la schola alternata con i fedeli in piedi, canta il Kyrie e di seguito se previsto il Gloria.

ORATIONES SUB INFIMUM GRADUM ALTARIS


Il Sacerdote, rivestito dei paramenti si pone di fronte allAltare, orientato verso la Croce ai piedi dellultimo gradino, e fatta la debita reverenza si segna con il segno della Croce e dice a voce distinta:

In nmine Patris + et Flii et Spritus Sancti. Amen


(lAmen non una risposta del popolo. Il popolo e i Ministranti sono inginocchiati)

Il Sacerdote non saluta nessuno, inizia subito con la recita del Salmo Iudica me, che si omette solo nelle S. Messe dalla I Domenica di Passione fino al Gioved Santo incluso, nonch nelle S. Messe dei defunti, nelle quali si dice solo lantifona: Introibo ad altre Dei... etc. ed omettendo il Salmo, il Sacerdote immediatamente aggiunge Adjutorum nostrum... etc. come sotto. Con le mani giunti dinnanzi al petto inizia lAntiphona dicendo a voce sommessa.

Introbo ad altre Dei.


Il Ministrante risponde:

Ad Deum qui ltficat iuventtem meam.


In alternanza con il Ministrante (o con il popolo in caso di Messa dialogata e se non si esegue lintroito in canto) dice:

V/. Idica me, Deus, et discrne causam meam de gente non sancta: ab hmine iniquo, et dolso rue me. R/. Quia tu es, Deus, fortitdo mea: quare me repulsti, et quare tristis incdo, dum afflgit me inimcus? V/. Emtte lucem tuam et verittem tuam: ipsa me deduxrunt et adduxrunt in montem sanctum tuum, et in taberncula tua. R/. Et introbo ad altre Dei: ad Deum qui ltficat iuventtem meam. V/. Confitbor tibi in cthara, Deus, Deus meus; quare tristis es, nima mea, et quare contrbas me? R/. Spera in Deo, quniam adhuc confitbor illi: salutare vltus mei, et Deus meus. Glria Patri et Flio et Spirtui Sancto. R/. Sicut erat in princpio et nunc et semper, et in scula sculrum. Amen.

Il Sacerdote ripete lantifona:

Introbo ad altre Dei. R/. Ad Deum qui ltficat iuventtem meam.

ACTUS PNITENTIALIS
Il Sacerdote si segna dicendo:

Adiutrium nostrum + in nmine Dmini. R/. Qui fcit clum et terram.


Il Sacerdote, congiunte le mani, si inchina profondamente e rcita il Confteor:

V/. Confteor Deo omnipotnti, bet Mar semper Vrgini, beto Michli Archngelo, beto Ionni Baptst, sanctis Apstolis Petro et Pulo, mnibus Sanctis, et vobis, fratres: quia peccvi nimis cogitatine, verbo, et pere: (si batte il petto per tre volte) mea culpa, mea culpa, mea mxima culpa. Ideo precor betam Maram semper Virginem, betum Michlem Archngelum, betum Ionnem Baptstam, sanctos Apstolos Petrum et Pulum, omnes Sanctos, et vos, fratres, orre pro me ad Dminum Deum nostrum.
Il Ministrante invoca sul Sacerdote la misericordia di Dio:

Miseretur tui omnpotens Deus, et dimssis pecctis tuis, perdcat te ad vitam trnam.
Il Sacerdote dice Amen e si alza.

Amen.
I Ministranti con il popolo, profondamente inchinati, ripetono la confessione:

Confteor Deo omnipotnti, bet Mar semper Vrgini, beto Michli Archngelo, beto Jonni Baptst, sanctis

Apstolis Petro et Paulo, mnibus Snctis et tibi, pater: quia peccvi nimis cogitatone, verbo et pere: (ci si batte il petto per tre volte) mea culpa, mea culpa, mea mxima culpa. Ideo precor betam Maram semper Vrginem, betum Michlem Archngelum, betum Jonnem Baptistm, Sanctos Apstolos Petrum et Paulum, mnes Sanctos, et te, pater, orre pro me ad Dminum Deum nostrum.
Il Sacerdote, con le mani giunte, da lassoluzione dicendo:

Miseretur vestri omnpotens Deus, et dimssis pecctis vestris perdcat vos ad vitam trnam.
Il popolo risponde:

Amen.
Il Sacerdote si segna dicendo:

Indulgntiam, + absolutinem, et remissinem peccatrum nostrrum, trbuat nobis omnpotens et misricors Dminus. R/. Amen.
Il Sacerdote, inchinato, prosegue alternandosi con il Ministrante o il popolo:

V/. Deus, tu convrsus vivificbis nos. R/. Et plebs tua ltbitur in te. V/. Ostnde nobis, Dmine, misericrdiam tuam. R/. Et salutre tuum da nobis. V/. Dmine, exudi oratinem meam. R/. Et clmor meus ad te vniat. V/. Dminus vobiscum. R/. Et cum spritu tuo.

Allargando e congiungendo mani, il Sacerdote dice a voce alta:

Ormus.
I fedeli si alzano e rimangono in piedi.

IL CELEBRANTE SALE ALLALTARE


Il Sacerdote salendo all'Altare, dice in segreto:

Aufer a nobis, qusumus, Dmine, iniquittes nostras: ut ad sancta sanctrum puris meremur mntibus introre. Per Christum Dminum nostrum. Amen.
IL CELEBRANTE BACIA LALTARE DOVE SONO POSTE LE RELIQUIE
Quindi, congiunte le mani sopra l'Altare, inchinato, dice sottovoce:

turum (bacia l'Altare nel mezzo, dove sono disposte le reliquie dei Santi) qurum relqui hic sunt, et omnium Sanctrum: ut indulgre dignris mnia peccata mea. Amen.
Dopodich secondo lopportunit incensa, altrimenti va subito al Messale per leggere lIntroito

Ormus

te,

Dmine,

per

mrita

Sanctrum

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INCENSATIO ALTARIS ET SACERDOTIS


Il Sacerdote, prima di iniziare l'antifona dell'Introito, incensa l'Altare. Questa incensazione si omette nella Messa dei defunti.

IL CELEBRANTE BENEDICE LINCENSO


Il Diacono - o il Ministrante - un po' inchinato verso il Sacerdote, gli porge il turibolo con la navicella, gli consegna il cucchiaino, bacia la mano ed il cucchiaino e dice:

Benedcite, pater revernde.


Il Sacerdote benedice l'incenso, dicendo:

Ab illo bene + dicris, in cuius honore cremberis. Amen.

Il Sacerdote, ricevuto il turbolo, fa una profonda riverenza alla Croce e, in silenzio, la incensa dando con il turibolo due colpi per tre volte; quindi, fatta ancora una profonda riverenza alla Croce, in silenzio incensa l'Altare secondo lOrdo incensationis. Terminata lIncensatio Altaris, stando allestrema destra (cornu Epistul) e rivolto lateralmente, viene incensato egli stesso dal Diacono o dal Turiferaio che si trova ai piedi dei gradini, di fronte a lui.

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ANTIPHONA AD INTROITUS
Il Sacerdote, quindi, presso il Messale si segna e legge a voce alta l'antifona dell'Introito. [L'Introito fa parte del Proprio della S. Messa che qui non riportato]. Nella Messa cantata o solenne il Sacerdote legge a bassa voce lIntroito che stato gi eseguito dalla Schola e di seguito il Kyrie. Leggendo la dossologia (Gloria Patri) che di solito intermezza lIntroito essa manca nel Tempo di Passione e nelle Messe dei defunti il Sacerdote e i Ministri fanno inchino di capo verso la Croce.

KYRIE
La Melodia del Kyrie, come del Gloria, del Credo, del Sanctus e dellAgnus Dei, sta nel Kyriale che si trova allinizio del Graduale Romano (1961) o del Liber Usualis, il quale assegna una melodia per ogni tempo o grado di festa liturgica; oppure la schola lo pu cantare secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia. Ogni acclamazione viene ripetuta normalmente tre volte, senza escluderne tuttavia un numero maggiore in considerazione dell'indole della composizione musicale. Nella Messa cantata il Kyrie e cantato tra schola e popolo mentre il Sacerdote incensa, poi egli lo alterna a bassa voce coi ministri rimanendo in cornu Epistulae dopo aver letto lIntroito. Nella Messa letta il Kyrie alternato tra Sacerdote e popolo, tornato egli al centro dellAltare. [NB: Come si vede, il Confiteor e il Kyrie sono due cose distinte, posti in diverse parti della Messa, ed entrambi sempre presenti]

V/. Kyrie, elison. R/. Kyrie, elison.

V/. Kyrie, elison. R/. Christe, elison. V/. Christe, elison. R/. Christe, elison. V/. Kyrie, elison. R/. Kyrie, elison. V/. Kyrie, elison.
Il Sacerdote, in mezzo all'Altare, allargando le mani e congiungendole con un movimento circolare, col capo un po' inchinato, dice o intona:

GLORIA
Lo si canta o si recita nelle domeniche e nelle feste di qualsivoglia classe [incluse quelle che secondo il RITUS PAULI VI avrebbero il grado di cosiddette memorie]. Non si dice il Gloria dalla I Domenica di Avvento fino alla Vigilia di Natale inclusa, dalla Domenica di Settuagesima fino al mercoled della Settimana Santa incluso, nelle Messe feriali (cio nelle quali non ricorra la festa di un Santo) e nelle Messe dei defunti. La Melodia gregoriana assegnata dal Kyriale che si trova allinizio del Graduale Romano (1961) o del Liber Usualis, oppure la schola lo pu cantare in polifonia secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia. Alternato tra schola e popolo nella Messa cantata, il Sacerdote, dopo averlo intonato, lo recita privatamente stando accanto a lui, se ci sono, Diacono e Suddiacono; finita la lettura del Gloria va a sedersi al suo scanno (Diacono e Suddiacono o gli Accoliti gli sollevano la Pianeta nel sedersi perch non si rovini) indossa la berretta, e attende la fine del canto. Quando il canto giunge a parole per le quali previsto inchino, il Sacerdote e i chierici seduti tolgono la berretta e fanno inchino. Allultimo verso torna allAltare (sempre facendo debita riverenza prima di salire i gradini).

V/. Glria in exclsis Deo Et in terra pax homnibus bon volunttis. Laudmus te. Benedcimus te. (chiniamo il capo) Adormus te. Glorificmus te.

(chiniamo il capo)

Grtias gimus tibi propter magnam glriam

tuam. Dmine Deus, Rex clstis, Deus Pater omnpotens. Dmine, Fili unignite
(chiniamo il capo)

Iesu Christe. Dmine Deus, Agnus Dei, Filius Patris. Qui tollis peccta mundi, miserre nobis. Qui tollis peccta mundi,
(chiniamo il capo)

sscipe deprecatinem nostram. Qui sedes ad dxteram Patris, miserre nobis. Quniam tu solus Sanctus. Tu solus Dminus. Tu solus Altssimus,
(chiniamo il capo)

Iesu Christe. Cum sancto Spiritu + Amen.

(ci segnamo) in

glria Dei Patris.

ORAZIONE
Il Sacerdote, baciato l'Altare in mezzo, si volge ai fedeli e dice (allargando e congiungendo le mani):

Dminus vobscum [Pax vobis se celebra il Vescovo].


Il popolo risponde:

Et cum spritu tuo.


Quindi, senza aspettare, va al Messale nel lato dellEpistola, dice subito Oremus cui segue la recita dell'Orazione (chiamata Colletta). LOrazione fa parte del Proprio della S. Messa che qui non riportato. LOrazione pu essere letta o cantata; e in alcuni casi pu essere composta da una o pi Orazioni che si leggono insieme, alle volte unite con un'unica invocazione dossologica finale. [Il Sacerdote recita le orazioni, una o pi come richiesto dall'Ordine dell'Ufficio, prima recita lOrazione assegnata alla S. Messa del giorno e poi, se ci sono commemorazioni o sono assegnate altre Orazioni, le aggiunge. Dopo la prima Orazione aggiunta, le altre sono dette di seguito con ununica introduzione ed ununica conclusione]. Il Sacerdote stendendo e congiungendo le mani, dice inchinando il capo:

Oremus. .....
Quando viene nominato il Santo in onore del quale si celebra la Messa, oppure il nome della B. V. Maria, Sacerdote e Ministri fanno inchino di capo. Al nome di Ges, quasi sempre presente nella dossologia che conclude lOrazione, linchino di capo rivolto sempre alla Croce ed ha un grado di profondit maggiore rispetto alle precedenti riverenze indicate.

V/. Per mnia scula sculrum.


Il popolo, unendosi alla preghiera, fa propria l'orazione con l'acclamazione:

Amen.

PARS DIDACTICA
Inizia la Parte Didattica chiamata anche Messa dei Catecumeni; in questo contesto venivano istruiti sulla Sacra Scrittura e su i Divini Misteri, e perch essi potevano assistere solo a questa parte, non essendo battezzati essi non potevano infatti n offire, ne comunicarsi, e perci, un tempo si rimandavano pubblicamente prima di incominciare la Pars Sacrificalis o Liturgia Eucaristica detta anche Messa de Fedeli. La Messa dei Catecumeni e Messa dei Fedeli si trovano unite in tutte le liturgie fin dalla pi remota antichit, anzi fin dai tempi Apostolici, in modo da formare una cosa sola: la Santa MESSA. Le letture sono dentro il Messale stesso, esiste un Evangeliario, ma si usa solo per le messe solenni. Le letture domenicali si ripetono di anno in anno. Non ci sono cicli di letture alternative. Domenica dopo domenica il Sacerdote, anno dopo anno ripetendo le stesse letture proponendo lo stesso Vangelo (letture collocate un base ad una splendente mistagogia ricca di secoli di esperienza) accompagnava il fedele in un cammino pedagogico semplice e nello stesso tempo tutto orientato alla conoscenza del Signore Ges vero Dio e vero Uomo, proprio Salvatore, Re dellUniverso! Le Letture cos con gli anni dovevano diventare familiari, al punto di essere assimilate a memoria. Le letture non si proclamano mai dall ambone ma dallaltare : a destra lEpistola, a sinistra il Vangelo. Vengono lette in latino per rispettare una omogeneit linguistico-liturgica, ma con il Motu Proprio: Summorum Pontificum il Santo Padre Benedetto XVI ha dato lopportunit che le letture possano essere lette anche o direttamente in Italiano.

I fedeli si siedono per ascoltare la Parola di Dio(Epistola) e si stanno in piedi per il Vangelo. L'Epistola, il Graduale, lAlleluia o il Tratto con il Versetto, e la Sequenza Evangelica sono stabiliti secondo il Calendario Liturgico (di questa edizione del Missale Romanum 1962) e fanno parte del Proprio della S. Messa (sia del Tempo o dei Santi), che qui non riportato.

EPISTOLA
Il Sacerdote dallaltare legge lEpistola (o solo il Suddiacono se Messa Solenne). Rimanendo allAltare si pone al lato destro e legge stando verso laltare. Vi sempre una sola lettura eccetto che nelle Quattro Tempora (Messe con una struttura particolare), nelle Vigiliae e nelle Rogazioni. Il Sacerdote, poste le mani sul Messale, o sull'Altare, ma in modo che le palme tocchino il Messale, oppure (se ritiene) tenendo il Messale, legge a voce alta. Nella Messa Solenne il Suddiacono a leggere lEpistola, e si sposta, accompagnato dal cerimoniere, ai piedi dei gradini dal lato dellEpistola e rivolto verso lAltare, tenendo in mano il libro.

Lectio Epistul Beati etc.,


Allultima frase il Sacerdote o il Suddiacono alzano il tono della voce a mo di conclusione senza aggiungere nessuna acclamazione, perch la fine della lettura si intende dal tono di lettura (o dalle note, quando il Suddiacono canta lEpistola). Tutti rispondono:

Deo grtias.

Quando il Suddiacono termina la lettura, ascende allAltare per il lato destro e si inginocchia ai piedi del Sacerdote ricevendone la benedizione.

GRADUALE
Il Graduale cantato dopo la lettura dell'Epistola. Esso viene poi seguito dall'Alleluia, ma nelle Messe che hanno pi letture del normale, come nel periodo detto delle Quattro Tempora, sono separati da altre letture, o se vi sono pi di tre letture possono esserci pi di un Graduale. (TRATTO) Si canta o si legge nel periodo di Quaresima e Passione. (SECONDO ALLELUIA) Si canta o si legge nel periodo di Pasqua ad eccezione dell'ottava di Pasqua. Nelle Messe Tridentine il Celebrante che legge sempre il Graduale (o il Tratto o il secondo Alleluia), sia nella Messa bassa che in quella Cantata e/o Solenne (che legger a bassa voce). Nella Messa cantata essi vengono eseguiti dalla schola e dal popolo, se in grado, (mentre il Sacerdote li recita, come abbiamo gi scritto privatamente a bassa voce). Si utilizza il canto in canto gregoriano riportato nel Liber Usualis o nel Graduale Romanum (ledizione pubblicata secondo le nuove disposizioni liturgiche del Missale Romanum Vetus Ordo del 1961), oppure la schola pu cantare in polifonia opere artistiche (secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia)

ALLELUIA
Si pu cantare in gregoriano (Liber Usualis o Graduale Romanum) o in polifonia secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia. Durante esso il popolo e, nella Messa Cantata, il Sacerdote che lavr gi recitato privatamente, stanno seduti. LAlleluia sempre intercalato da un versetto, detto alleluiatico. Ultimata la recita o il canto dell'Alleluia, il Sacerdote si accinge alla lettura o al canto del Vangelo. Se la S. Messa viene celebrata con l'assistenza del Diacono, quest'ultimo che canta il Vangelo. (LA SEQUENZA)

La Sequenza un inno liturgico, che cantato o recitato dopo lAlleluia (Pasqua, Pentecoste, Corpus Domini, Sette Dolori B.V.M. del 15 settembre) o dopo il Tratto (Sette Dolori B.V.M. del tempo di Passione e Messe dei Defunti), quindi subito prima della proclamazione del Vangelo. Prima della Riforma Tridentina c'erano molte Sequenze, San Pio V ne mantenne solo cinque: * Victimae paschali laudes, di Wipone, nella notte di Pasqua e per l'Ottava di Pasqua; * Veni Sancte Spiritus, attribuita a Papa Innocenzo III, per la Pentecoste; * Lauda Sion Salvatorem, di San Tommaso d'Aquino, per il Corpus Domini; * Stabat Mater, di Iacopone da Todi, per la memoria di Maria Addolorata; * Dies irae, di Tommaso da Celano, per le Messe dei defunti.

EVANGELIUM
(senza Diacono)
Il Sacerdote, posto in mezzo all'Altare aspetta che il Ministrante trasporti il Messale allestremit (cornu) del lato sinistro dellAltare, detto del Vangelo: rimanendo al centro congiunge le mani sul petto, alza gli occhi e, riabbassandoli, profondamente inchinato, a voce bassa dice:

IL CELEBRANTE INVOCA LA BENEDIZIONE DI DIO

Munda cor meum, ac lbia mea, omnpotens Deus, qui lbia Isai propht clculo mundsti ignto; ita me tua grata miseratine dignre mundre, ut sanctum Evanglium tuum digne vleam nuntire. Per Christum Dminum nostrum. Amen. V/. Iube, Dmne, benedcere. V/. Dminus sit in corde meo et in lbiis meis: ut dgne et competnter annntiem Evanglium suum. Amen.
Detto questo, il Sacerdote va al lato sinistro dellAltare dove stato collocato il Messale; lo seguono i Ministranti coi ceri e lincenso (se li utilizza): si sposta voltandosi questa volta verso sinistra e senza guardare i fedeli, e, volto verso il Messale, dice o canta a mani giunte davanti al petto con voce chiara:

Dminus vobiscum.

I fedeli si alzano e rispondono:

Et cum spritu tuo.


Quindi il Sacerdote, col pollice della mano destra, traccia un segno di croce, prima sul Messale (e non sullAltare), all'inizio del Vangelo che si deve leggere, poi su s stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto, dicendo:

+ Sequntia (oppure Intium) e segna la sua fronte sancti Evanglii segna le labbra e secndum mentre segne il petto
I fedeli si segnano anch'essi, sulla fronte, sulle labbra e sul petto, e rispondono:

Glria tibi, Dmine.


Se si utilizzasse lincenso il Sacerdote incensa il Messale con due colpi di turibolo per tre volte. Questa incensazione si omette nella Messa dei defunti. Il Sacerdote legge rivolto al Messale, che sempre sullaltare. Non lo legger mai dallambone n dallaltare rivolto verso il popolo ma sempre verso il Messale posto inclinato, questa volta verso sinistra a 45 gradi a sinistra dellaltare: cornu evangeli. Allultima frase della Sequenza il Sacerdote alza il tono della voce a mo di conclusione senza aggiungere nessuna acclamazione. Il popolo risponde:

Laus tibi Christe.


Finita la lettura o il canto della Sequenza evangelica, il Sacerdote bacia il Messale all'inizio del Vangelo e dice sotto voce:

Per evanglica dicta delentur nostra delcta. _________________________________________________

EVANGELIUM
(col Diacono)
Al canto del Graduale e dellAlleluia, Prete, Diacono e Suddiacono vanno allaltare. Il Diacono sale con il Sacerdote che legge il testo riportato sul Messale e tornano come di solito alla sedilia. Finito il canto del Graduale il sacerdote con i sacri ministri va allAltare e ascende. Il diacono in plano riceve lEvangeliario mentre il Suddiacono ascende i gradini preleva il messale e con le solite riverenze lo pone sul lato del Vangelo. Il diacono sale allaltare e depone levangeliario sullAltare e vi rimane per ministrare con il Suddiacono la navicella per linfusione dellincenso nel turibolo recato dal ministro dal lato destro dellAltare. Il diacono si inginocchia sul gradino mentre il sacerdote rimane al centro dellaltare sulla predella.

IL DIACONO INVOCA LA BENEDIZIONE DI DIO

Munda cor meum, ac lbia mea, omnpotens Deus, qui lbia Isai propht clculo mundsti ignto; ita me tua grata miseratine dignre mundre, ut sanctum Evanglium tuum digne vleam nuntire. Per Christum Dminum nostrum. Amen.
IL CELEBRANTE DA LA BENEDIZIONE AL DIACONO
Il Diacono sale sulla predella si inginocchia dinnanzi al Sacerdote mentre in plano si dispongono gli accoliti con turibolo e candele. Il diacono chiede la benedizione ed il sacerdote la impartisce tenendo la mano sinistra sullaltare e poggiando successivamente la destra sullEvangeliario. Il Diacono dice:

Iube, dmne, benedcere.


Il Sacerdote risponde :

Dminus sit in corde tuo et in lbiis tuis: ut dgne et competnter annnties Evanglium suum: in nmine Patris, et Flii, + et Spritus Sancti. Amen.
Nella Messa solenne i ministranti si dispongono in plano ed attendono il Diacono con lEvangeliario per poi recarsi al luogo adatta per il canto della Sequenza evangelica. Il Diacono ricevuta la benedizione del Sacerdote, bacia la mano del Sacerdote posta sullEvangeliario, e preceduto dal Turiferario e dai due Accoliti con i candelabri accesi, si reca col Suddiacono sulla sinistra del presbiterio, ma sotto i gradini dal lato del Vangelo: qui, mentre il Suddiacono, posto in mezzo agli Accoliti con i candelabri, tiene l'Evangeliario, il Diacono volto al Vangelo (cio verso il lato sinistro rispetto allAltare) senza guardare i fedeli, dice o canta a mani giunte davanti al petto con voce chiara:

Dminus vobiscum.
I fedeli si alzano e rispondono:

Et cum spritu tuo.


Quindi il Diacono, col pollice della mano destra, traccia un segno di croce, prima sul

Messale, all'inizio del Vangelo che si deve leggere, poi su s stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto, dicendo:

+ Sequntia (oppure Intium) sancti Evanglii secndum


I fedeli si segnano anch'essi, sulla fronte, sulle labbra e sul petto, e rispondono:

Glria tibi, Dmine.


Se si utilizzasse lincenso il Diacono incensa il Messale con due colpi di turibolo per tre volte. Questa incensazione si omette nella Messa dei defunti. Allultima frase della Sequenza Evangelica il Diacono non aggiunge nessuna acclamazione. Il popolo risponde:

Laus tibi Christe.


Finito il canto della Sequenza evangelica, il Diacono non bacia il Messale e non dice: per evanglica dicta... Finita la lettura del Vangelo il Suddiacono porta lEvangeliario, che ha sostenuto dinnanzi al Diacono durante il canto, al sacerdote perch lo baci; il Diacono, dopo che il sacerdote ha baciato la pagina di Vangelo che stata proclamata, incensa il sacerdote che rimasto sulla predella voltato; mentre gli Accoliti ricollocano i ceri alla credenza, il Suddiacono porta l'Evangeliario alla credenza: Lincensazione del Sacerdote dopo il Vangelo non si compie nelle Messe dei Defunti.

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HOMILIA
Secondo le disposizioni del Messale del 1962, ultimata la lettura o il canto del Vangelo, il Sacerdote depone il Manipolo sul Messale e riceve la berretta; si reca sul pulpito (se c o se agibile) o sta dal lato del Vangelo rivolto al popolo dal lato del Vangelo per tenere l'Omelia, la quale verter sui passi della Sacra Scrittura appena letti. Al termine, riconsegna al Ministrante la berretta e reindossa il manipolo. I fedeli si siedono per ascoltare l'Omelia del Sacerdote. LOmelia pu essere preceduta dalla rilettura in lingua nazionale del Vangelo per quelle comunit che volessero leggere per rispettare una omogeneit linguistico-liturgica, anche il Vangelo il lingua Latina.

CREDO
Fatta lomelia il Sacerdote, stando in mezzo all'Altare e ad esso rivolto, allargando, elevando e ricongiungendo con movimento circolare le mani, intona o recita con il popolo il Credo.

La Melodia del Credo sta nel Kyriale che si trova allinizio del Graduale Romano (1961) o del Liber Usualis, oppure la schola lo pu cantare secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dalla Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia. Alternato tra schola e popolo nella Messa cantata, il Sacerdote, dopo averlo intonato, lo recita privatamente stando accanto a lui, se ci sono, Diacono e Suddiacono; finita la lettura del Credo va a sedersi al suo scranno (Diacono e Suddiacono o gli Accoliti gli sollevano la Pianeta nel sedersi perch non si rovini) indossa la berretta, e attende la fine del canto. Quando il canto giunge a parole per le quali previsto inchino, il Sacerdote e i chierici tolgono la berretta e fanno inchino. Allultimo verso torna allAltare (sempre facendo debita riverenza prima di salire i gradini).

Credo in unum Deum


(china il capo alla croce)

Patrem omnipotntem, factrem cli et terr, visiblium mnium, et invisiblium. Et in unum Dminum
(si china la testa)

Iesum Christum, Flium Dei unignitum. Et ex Patre natum ante mnia scula. Deum de Deo, lumen de lmine, Deum verum de Deo vero. Gnitum, non factum, consubstantilem Patri: per quem mnia facta sunt. Qui propter nos hmines, et propter nostram saltem descndit de clis.
(alle parole che seguono ci si inginocchia sempre)

Et incarntus est de Spritu Sancto ex Maria Vrgine: et homo factus est.


(ci si alza)

Crucifxus tiam pro nobis: sub Pntio Pilato passus, et sepltus est. Et resurrxit trtia die, secndum Scriptras. Et ascndit in clum: sedet ad dxteram Patris. Et terum ventrus est cum glria iudicre vivos et mrtuos: cuius regni non erit finis. Et in Spritum Sanctum, Dminum, et vivificntem: qui ex Patre, Filique procdit. Qui cum Patre et Filio simul
(si china la testa)

adortur et conglorifictur: qui loctus est per Prophtas. Et unam, sanctam, cathlicam et apostlicam Ecclsiam. Confteor unum baptsma in remissinem peccatrum. Et expcto resurrectinem morturum. Et vitam + ventri sculi.
(facciamo il segno di croce)

Amen.
Nella Messa Solenne, durante il Credo, quando ci si rialza dalla genuflessione rituale, il Diacono prende la borsa dalla credenza, sale allAltare, estrae il corporale spiegandolo e distendendolo al centro, e pone la borsa ritta sul lato sinistro, con lapertura rivolta ala lato dellEpistola. Ultimato il canto del Credo termina la Parte Didattica.

PARS SACRIFICALIS
Comincia col Dominus Vobiscum la parte Sacrificale, la cosiddetta Messa dei Fedeli. La Messa dei Catecumeni e Messa dei Fedeli si trovano unite in tutte le liturgie fin dalla pi remota antichit, anzi fin dai tempi Apostolici, in modo da formare una cosa sola la Santa MESSA. C da dire per che certamente la PARTE SACRIFICALE della S. Messa risale al tempo pre-Apostolico, infatti prende origine dal culto proprio del Tempio di Gerusalemme. Gli ebrei portavano infatti al Tempio degli animali perch venissero immolati per il perdono dei peccati propri o della propria famiglia. Perch il Sacrificio potesse essere gradito a Dio lanimale immolato dal Sacerdote, doveva essere parte consumato dallo stesso Sacerdote, il resto consumato dal fuoco. Cristo compie questo Divino Sacrificio : si immola per il perdono di tutti i peccati degli uomini che ricorrono a lui, anche se vuole che tutti gli uomini si salvino. Per mezzo di questo Sacrificio - se di vero cuore e con retta fede, con timore e riverenza ci avviciniamo a Dio contriti e pentiti - noi possiamo ottenere misericordia e trovare grazia in un aiuto propizio. Il Signore, concedendo la grazia e il dono della penitenza, perdona i peccati veniali, e purifica i fedeli defunti in Cristo, non ancora del tutto purificati. La PARTE SACRIFICALE composta di tre parti, che corrispondono alle tre parti del RITO DEL SACRIFICIO (per es. degli agnelli) che si svolgeva al Tempio di Gerusalemme unico luogo al Mondo dove si poteva celebrare questo rito antichissimo in espiazione dei propri peccati.

Il Sacrificio perch fosse accettato da Dio, doveva essere 1) Offerto (OFFERTORIUM), 2) Ucciso (IMMOLATIO VICTIM), 3) Consumato (COMMUNIO). NB: Perch i fedeli adempiano al precetto, devono assistere alla Messa almeno dallOffertorio, quando il Sacerdote scopre il Calice.

I. OFFERTORIUM

Il Sacerdote d subito inizio all'Offertorio, [non prevista dal Vetus Ordo alcuna Oratio Universalis, n tanto meno alcuna processione offertoriale fatta dai fedeli] salutando il popolo, il quale siede dopo che il Sacerdote ha detto Oremus.

ANTIPHONA AD OFFERTORIUM
Se la S. Messa cantata, si esegue lAntifona di Offertorio, che il Sacerdote reciter privatamente. L'Antifona dell'Offertorio fa parte del Proprio della S. Messa (che qui non riportato). Si esegue in canto gregoriano che riportato nel Graduale Romanum (1961) o nel Liber Usualis, oppure la schola pu cantare in polifonia opere artistiche (secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia) che riportano in musica il testo stesso previsto dal Proprio. Il Sacerdote, baciato l'Altare in mezzo e congiunte le mani davanti al petto, si volge verso i fedeli, e allargando e congiungendo le mani dice:

Dminus vobscum. R/. Et cum spritu tuo.

Poi a mani giunte si volge all'Altare, allarga e congiunge le mani, china il capo alla Croce e dice:

Ormus.
Quindi, a mani giunte, legge l'Antifona dell'Offertorio, sottovoce se eseguita in canto dalla schola.

IL CELEBRANTE PRESENTA LE OBLATA (IL PANE AZZIMO)


Detta l'Antifona, il Sacerdote (se il calice gi sullAltare, altrimenti viene portato dal Suddiacono che nel frattempo ha indossato il velo omerale sopra la tunicella) solleva il velo del calice e lo porge al Ministrante che lo piega e lo poggia sulla destra; prende la patena con l'ostia magna, porta dal Diacono se c, e tenendole alzate con entrambe le mani, elevati gli occhi a Dio e subito riabbassandoli dicendo:

Sscipe, sancte Pater, omnpotens trne Deus, hanc immacultam hstiam, quam ego indgnus fmulus tuus ffero tibi Deo meo vivo, et vero, pro innumerablibus pecctis, et offensinibus, et negligntiis meis, et pro mnibus circumstntibus, sed et pro mnibus fidlibus christinis vivis atque defnctis: ut mihi et illis profciat ad saltem in vitam trnam. Amen.
Fatto un segno di croce con la patena, il Sacerdote depone l'ostia magna sul corporale, e poggia la patena al lato di questo, ma coperta per met dal corporale stesso e per met dal purificatoio (se vi il Suddiacono va invece consegnata a questo, che, finito di preparare il calice, andr a mettersi in piedi sotto i gradini, al centro, con la patena sollevata ma coperta dal velo omerale. Questa usanza liturgica ha origine comune con la liturgia Orientale). Lostia non star sulla patena se non dopo il Pater. [Il corporale diviso in nove quadrati, 3 x 3. Il Sacerdote porr lostia sul quadrato centrale della fila orizzontale a s pi vicina; mentre in seguito, dopo la preparazione del calice, poser questo sempre al centro ma di fronte allostia, come nella figura qui sotto].

[Eventuale ostia o pissidi per la comunione generale]

Calice

Ostia Magna

IL CELEBRANTE BENEDICE LACQUA CHE UNISCE AL VINO NEL CALICE


Il Sacerdote, sollevata la palla dal calice, si reca con questo in mano allestremit destra dellAltare (cornu Epistul), astergendo il calice col purificatoio; l il Ministrante, gli porge il vino da versare; il Sacerdote (eccetto che nelle Messe dei defunti) benedice senza dir nulla lacqua che gli viene offerta e ne versa alcune gocce (pari ad un quinto del vino) nel calice dicendo sotto voce:

Deus, qui humn substnti dignittem mirabliter condidsti, et mirablius reformsti: da nobis per huius aqu et vini mystrium, eius divinittis esse consrtes, qui humanittis nostr fieri digntus est prticeps, Iesus Christus Flius tuus Dminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitte Spritus Sancti, Deus, per mnia scula sculrum. Amen.
Nella Messa solenne sar il Diacono a versare il vino nel calice (gi asterso dal Suddiacono) mentre questultimo, fatta benedire lacqua dal Sacerdote, la infonder nel calice tenuto dal Diacono, il quale, una volta fatto tutto ci lo consegna al Sacerdote. Si pu far cos solo allorquando il Suddiacono abbia ricevuto gli Ordini Maggiori.

IL CELEBRANTE OFFRE IL CALICE CON IL VINO


Il Sacerdote, stando in mezzo all'Altare, prende il calice, con la destra sul nodo sotto la coppa con gesto delicato e senza impugnarlo e con la sinistra alla base in modo da evidenziare il gesto dellofferta; il calice si tiene elevato, poi alza gli occhi a Dio, e lo offre dicendo:

Offrimus tibi, Dmine, clicem salutris, tuam deprecntes clemntiam: ut in conspctu divin maiesttis tu, pro nostra, et totus mundi salte cum odre suavittis ascndat. Amen.
Quindi, fatto un segno di croce con il calice, lo poggia sul corporale e lo copre con la palla.

IL CELEBRANTE SINCHINA UMILMENTE E INVOCA LO SPIRITO SANTO


Congiunte le mani sopra l'Altare in modo che i mignoli siano a contatto con il bordo dellaltare, un po' inchinato, dice sottovoce:

In spritu humilittis, et in nimo contrto suscipimur a te, Dmine: et sic fiat sacrifcium nostrum in conspctu tuo hdie, ut plceat tibi, Dmine Deus.
Il Sacerdote si erge, eleva gli occhi al cielo, allarga le mani, le alza, le congiunge con movimento circolare sul petto, e un po' curvato dice:

Veni, sanctifictor omnpotens, trne Deus,

(benedice con la mano

destra l'ostia e il calice insieme, mentre tiene la sinistra poggiata sull'Altare)

et +

bnedic hoc sacrifcium tuo sancto nmini prpartum. _________________________________________________

INCENSATIO
Ora il Sacerdote, se utilizza lincenso, pu incensare la materia del Sacrificio posta sull'Altare, quindi la Croce e lo stesso Altare, secondo lOrdo incensationis. Il Sacerdote, congiunte le mani sul petto e stando al centro benedice l'incenso che gli viene porto, dicendo:

IL CELEBRANTE BENEDICE LINCENSO

Per intercessinem beti Michlis Archngeli, stantis a dextris altris incnsi, et mnium electrum surum, incnsum istud digntur Dminus bene + dcere, et in odrem suavittis accpere. Per Christum Dminum nostrum. Amen.
IL CELEBRANTE INCENSA IL PANE E IL VINO

Ricevuto il turibolo dal Diacono - o dal Ministrante - incensa le offerte tracciando con il turibolo fumigante tre croci e dicendo:

Incnsum istud a te benedctum, ascndat ad te, Dmine:


Prosegue tracciando tre cerchi (due in senso antiorario e uno in senso orario):

et descndat super nos misericrdia tua.


IL CELEBRANTE INCENSA LALTARE
Quindi incensa l'Altare, dicendo:

Dirigtur, Dmine, ortio mea, sicut incnsum in conspctu tuo: elevtio mnuum merum sacrifcium vespertnum. Pone, Dmine, custdiam ori meo, et stium circumstnti lbiis meis: ut non declnet cor meum in verba malti, ad excusndas excusatines in pecctis.
IL CELEBRANTE RICEVE LINCENSAZIONE
Mentre restituisce il turibolo dice:

Accndat in nobis Dminus ignem sui amris, et flammam trn carittis. Amen.
Il Diacono - o il Turiferaio - incensa il Sacerdote, poi il Clero assistente rivestito di cotta e stola nel presbiterio, dunque gli Accoliti e infine i fedeli. All'atto di essere incensati, i fedeli si alzano, poi si risiedono. Prima e dopo lincensazione il Diacono o il Turiferaio fanno un profondo inchino al celebrante, che ricambia con un inchino di capo. Nella Messa dei defunti qui si incensano soltanto le offerte, lAltare e il Sacerdote. _____________________________________________________________________

LAVABO
IL CELEBRANTE SI LAVA LE DITA
Ponendosi poi allestremit destra dellaltare si lava (con lampollina dellacqua a meno che sia Vescovo) i pollici e indici di ambedue le mani, e li asterge col manutergio, ci dicendo sottovoce:

Lavbo inter innocntes manus meas: et circmdabo altre tuum, Dmine: Ut udiam vocem laudis, et enrrem univrsa mirablia tua. Dmine, dilxi decrem domus tu, et locum habitatinis glri tu. Ne perdas cum mpiis, Deus, nimam meam, et cum viris snguinum vitam meam: In quorum mnibus iniquittes sunt: dxtera erum replta est munribus. Ego autem in innocntia mea ingrssus sum: rdime me et miserre mei. Pes meus stetit in dircto: in ecclsiis benedcam te, Dmine.
Si inchina rivolto verso la Croce durante il Gloria e poi torna al centro

Glria Patri, et Flio, et Spirtui Sancto. Sicut erat in princpio, et nunc et semper, et in scula sculrum. Amen.
Nelle S. Messe dalla I Domenica di Passione fino al Gioved Santo incluso, e nelle S. Messe dei defunti, si omette il Gloria Patri. Quindi, un po' inchinato in mezzo all'Altare, con le mani giunte poggiate su di esso, il Sacerdote dice:

OFFERTA ALLA SANTISSIMA TRINIT


Questa preghiera riassume il significato e limportanza della Santa Messa.

Sscipe, sancta Trnitas, hanc oblatinem, quam tibi offrimus ob memriam passinis, resurrectinis, et ascensinis Iesu Christi Dmini nostri: et in honrem bet Mari semper Vrginis, et beti Ionnis Baptist, et sanctrum Apostolrum Petri et Pauli, et istrum, et mnium Sanctrum: ut illis profciat ad honrem, nobis autem ad saltem; et illi pro nobis intercdere dignntur in colis, quorum memriam gimus in terris. Per emdem Christum Dminum nostrum. Amen.
Dopo aver completato l'Offertorio, con la preghiera alla S. Trinit, il Sacerdote invita i fedeli a pregare per il Sacrificio che egli si accinge ad offrire (Orate Fratres), e i fedeli.

IL CELEBRANTE INVITA I FEDELI


A PREGARE CON LUI

Il Sacerdote bacia l'Altare, si volge verso i fedeli sempre verso destra allarga e congiunge le mani, e a voce alta dice: (e prosegue a voce bassa, volgendosi di nuovo all'Altare, ma stavolta completa il giro su s stesso nel tornare rivolto allAltare)

Orte, fratres

ut meum ac vestrum sacrifcium acceptbile fiat apud Deum Patrem omnipotntem.


Il Ministrante e i fedeli, appena il Sacerdote tornato verso lAltare rispondono:

Suscpiat Dminus sacrifcium de mnibus tuis ad laudem et glriam nminis sui, ad utilittem quoque nostram totisque Ecclesi su sanct.
Il Sacerdote nel girarsi recita la stessa preghiera, dicendo per sacrifcium de mnibus meis , e conclude a voce bassa dicendo:

Amen.

SECRET
A questo punto il Sacerdote recita in segreto le Secrete (una o pi orazioni), che fanno parte del Proprio della SS. Messa, concludendo a voce alta, eventualmente a modo di canto: per omnia scula sculrum. I fedeli rispondono: Amen. Quando viene nominato il Santo in onore del quale si celebra la Messa, oppure il nome della B. V. Maria, Sacerdote e Ministri fanno inchino di capo. Al nome di Ges, quasi sempre presente nella dossologia che conclude lOrazione, linchino di capo rivolto alla Croce.

...Per omnia scula sculrum. R/. Amen.


Dopo aver recitato le Secrete, il Sacerdote si appresta a dare inizio al Prefazio, ma dando il saluto ai fedeli rimane rivolto verso l'Altare. I fedeli si alzano, rispondono anche in canto alle esortazioni del Sacerdote, e restano in piedi fino alla fine del Sanctus.

II. IMMOLATIO VICTIM


Siamo nel cuore della S. Messa . Il Celebrante intona il prefazio e comincia la grande preghiera sacerdotale del Canone: la preghiera per eccellenza della Chiesa, loblazione del Santo Sacrificio.

PRFATIO
Il Sacerdote, in mezzo all'Altare, con le mani allargate e poggiate su di esso, dice a voce alta:

V/. Dminus vobiscum. R/. Et cum spritu tuo.

Alza le mani allargate, all'altezza del petto, con le palme che si guardano, e dice:

V/. Sursum corda. R/. Habmus ad Dminum.

Congiunge le mani sul petto, china il capo e dice:

V/. Grtias agmus Dmino Deo nostro. R/. Dignum et iustum est.
Il Sacerdote allarga le mani, con le palme che si guardano, e le tiene cos fino alla fine del Prefazio. Quando arriva al Sanctus, congiunge le mani sul petto e prosegue a voce pi bassa. Quando dice Benedictus qui venit, si rialza e si segna.

COMMUNIS
Si recita in tutte le Messe che non hanno un Prefazio proprio.

Vere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens trne Deus: per Christum Dminum nostrum. Per quem maiesttem tuam ludant Angeli, adrant Dominatines, trmunt Potesttes. Cli clormque Virttes, ac beta Sraphim, scia exsultatine conclebrant. Cum quibus et nostras voces

ut admtti ibeas, deprecmur, spplici confessine dicntes:

SANCTUS
Il Sacerdote congiunge le mani, si inchina e dice il Sanctus. Oppure questo viene eseguito dalla schola che pu eseguirlo in alternanza con i fedeli mentre il Sacerdote lo recita privatamente affiancato, se vi sono, da Diacono e Suddiacono. La Melodia del Sanctus, sta nel Kyriale che si trova allinizio del Graduale Romano (1961) oppure la schola lo pu cantare secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia. Allinizio del Sanctus il Ministrante suona tre colpi di campanello.

Il Sacerdote si segna - e anche i fedeli.

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dminus Deus Sbaoth. Pleni sunt coli et terra glria tua. Hosnna in exclsis. Benedctus qui venit in nmine Dmini. Hosnna in exclsis.
Completato il canto del Sanctus, i fedeli si inginocchiano e, in assoluto silenzio, a mani giunte, in atteggiamento dimesso, si predispongono ad un totale raccoglimento, mentre sull'Altare del Sacrificio si compie l'ineffabile Mistero della Transustanziazione.

Quando si compie la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di nostro Signore Ges Cristo, si sente suonare il campanello: i fedeli alzano gli occhi a contemplare l'Ostia e il Calice e sbito li riabbassano adorando il S. Sacramento I fedeli si rialzano alla fine delle preghiere del Canone, quando il Sacerdote canta: per omnia scula sculorum.

CANON ROMANUS
consuetudine alla fine del Prefazio, che gli accliti accendano almeno due candelabri, che spegneranno dopo la Comunione. Il Sacerdote, finito il Prefazio, allarga, eleva un po e congiunge le mani, alza gli occhi al cielo, li riabbassa sbito, e profondamente inchinato, con le mani sopra lAltare, dice a voce molto bassa (tutto il Canone detto sottovoce):

TE GITUR,
clementssime Pater, per Iesum Christum Filium tuum Dminum nostrum, spplices rogmus, ac ptimus uti accpta hbeas, et benedcas
fa tre segni di croce sull'ostia e sul Calice

bacia l'Altare e, congiunte le mani davanti al petto

hc + dona, hc + mnera, hc + sancta sacrifcia illibta.

PER LA CHIESA

In primis, qu tibi offrimus pro Ecclsia tua sancta cathlica: quam pacificre, custodre, adunre et rgere dignris toto orbe terrrum: una cum fmulo tuo (inchina il capo al nome del Papa e, quando presente, del Vescovo) Papa nostro N., et Antstite nostro N. (a Roma: una cum fmulo tuo Papa nostro N.) et mnibus orthodxis, atque cathlic, et apostlic fidei cultribus.
allargate le mani
PER I FEDELI VIVENTI

Memnto, Dmine, famulrum, famularmque turum N. et N. congiunge le mani e prega un po per coloro per i quali intende pregare; quindi stende le mani et mnium circumstntium, quorum tibi fides cgnita est, et nota devtio, pro quibus tibi offrimus: vel qui tibi offerunt hoc sacrifcium ludis, pro se, susque mnibus: pro redemptine animrum surum, pro spe saltis, et incolumittis su: tibque reddunt vota sua trno Deo, vivo et vero.
IN COMUNIONE CON I SANTI E I PADRI NELLA FEDE
A seconda del tempo liturgico la prima parte del Communicntes cambia, resta uguale la seconda parte a partire dal segno *.

Communicntes, et memriam venerntes, in prmis gloris semper Vrginis Mari, Genetrcis Dei et Dmini nostri Iesu Christi: *
__________________________________________________ Communicntes di Natale e dellOttava Communicntes, et diem sacratssimum (nella S. Messa di mezzanotte si dice: et noctem sacratssimam) celebrntes, quo (qua) bet Mar intemerta virgnitas huic modo didit

Salvatrem: sed et memriam venerntes, in prmis eisdem gloris semper Vrginis Mari, Genetrcis Dei et Dmini nostri Iesu Christi: * Communicntes dellEpifania Communicntes, et diem sacratssimum celebrntes, quo Unignitus tuus, in tua tecum glria cotrnus, in veritte carnis nostr visibliter corporlis appruit: sed et memriam venerntes, in prmis gloris semper Vrginis Mari, Genetrcis eisdem Dei et Dmini nostri Iesu Christi: * Communicntes di Pasqua e dellOttava Communicntes, et diem sacratssimum (in Missa de Sabbato Sancto dicitur: et noctem sacratssimam) celebrntes Resurrectinis Dmini nostri Iesu Christi secndum carnem: sed et memriam venerntes, in prmis gloris semper Vrginis Mari, Genetrcis eisdem Dei et Dmini nostri Iesu Christi: * Communicntes dellAscensione Communicntes, et diem sacratssimum celebrntes, quo Dminus noster, unignitus Flius tuus, untam sibi fragilittis nostr substntiam in glri tu dxtera collocvit: sed et memriam venerntes, in prmis gloris semper Vrginis Mari, Genetrcis eisdem Dei et Dmini nostri Iesu Christi: * Communicntes di Pentecoste e dellOttava Communicntes, et diem sacratssimum Pentecstes celebrntes, quo Spritus Sanctus Apstolis innmeris linguis appruit: sed et memriam venerntes, in prmis gloris semper Vrginis Mari, Genetrcis Dei et Dmini nostri Iesu Christi: * __________________________________________________

* Sed et beti Iseph, eisdem Vrginis Sponsi, et beatrum Apostolrum ac Mrtyrum turum: Petri et Pauli, Andr, Iacbi, Ionnis, Thom, Iacbi, Philppi,

Bartholomi, Matthi, Simnis et Thaddi: Lini, Cleti, Clemntis, Xysti, Cornlii, Cyprini, Laurntii, Chrysgoni, Ionnis et Pauli, Cosm et Damini: et mnium Sanctrum turum; quorum mritis, precibsque concdas, ut in mnibus protectinis tu munimur auxlio. Congiunge le mani Per emdem Christum Dminum nostrum. Amen.
Tiene estese sulle offerte le mani [le quali si tengono tra loro per i pollici incrociati]

IL SACERDOTE PRESENTA A DIO LE OBLAZIONI OFFERTE

Hanc gitur oblatinem servittis nostr, sed et cunct famli tu, qusumus, Dmine, ut plactus accpias: disque nostros in tua pace dispnas, atque ab trna damnatine nos ripi, et in electrum turum ibeas grege numerri. Congiunge le mani Per Christum Dminum nostrum. Amen.
_________________________________________________ Hanc gitur di Pasqua e di Pentecoste
(con le rispettive Ottave)

Hanc gitur oblatinem servittis nostr, sed et cunct famli tu, quam tibi offrimus pro his quoque, quos regenerre digntus es ex aqua et Spritu Sancto, trbuens eis remissinem mnium peccatrum, qusumus, Dmine, ut plactus accpias: disque nostros in tua pace dispnas, atque ab trna damnatine nos ripi, et in electrum turum ibeas grege numerri. Per Christum Dminum nostrum. Amen. __________________________________________________
IL SACERDOTE PREGA CHE LE OBLATA SI CONVERTANO NEL CORPO E NEL

SANGUE DI CRISTO

Il Ministrante suona leggermente il campanello durante lHanc igitur, e sale inginocchiandosi sullultimo gradino alla destra del Sacerdote, a meno che ci sia il Diacono a sollevare la pianeta. Poi, quando il Sacerdote eleva lOstia, con la mano sinistra gli solleva la pianeta e con la destra suona il campanello: uno squillo quando il Sacerdote genuflette, tre quando fa lelevazione e uno quando genuflette di nuovo; lo stesso avviene allelevazione del Calice. Il Turiferario, inginocchiato al lato dellEpistola, incensa lOstia e il Calice quando il Sacerdote li eleva.

Quam oblatinem tu, Deus, in mnibus, qusumus, fa tre segni di croce sopra entrambe le offerte bene + dctam,adscrp + tam,ra + tam, rationbilem, acceptabilmque fcere dignris fa un segno di croce solo sull'ostia ut nobis Cor + pus e uno solo sul calice et San + guis fiat dilectssimi Filii tui congiunge le mani Dmini nostri Iesu Christi.
IL SACERDOTE IN PERSONA CHRISTI RIVIVE IL SACRIFICIO

Qui pridie quam patertur prende l'ostia accpit panem in sanctas ac venerbiles manus suas alza gli occhi al cielo et elevtis culis in colum, ad te Deum Patrem suum omnipotntem, china il capo tibi grtias gens, fa un segno di croce sull'ostia bene + dxit, fregit, dedtque discpulis suis, dicens: Accpite, et manducte ex hoc mnes.
Il Sacerdote poggia gli avambracci sullaltare come se si facesse tutt'uno con laltare e con ambe le mani tenendo lostia tra gli indici e i pollici, dice sullostia le parole della consacrazione segretamente distintamente e accuratamente; cos come sulle altre ostie, se ve ne sono da consacrare.

LE PAROLE CONSACRATORIE PER IL PANE

HOC EST ENIM CORPUS MEUM.


Dette queste parole, subito genuflette e adora lOstia consacrata: si rialza, La eleva per mostrarLa ai fedeli, La ripone sul corporale, e, genuflesso La adora ancora. Non disgiunge pi gli indici dai pollici di ciascuna mano fino allabluzione delle dita, tranne che non debba prendere lOstia (per i vari oggetti user le

restanti dita o linterspazio tra indice e medio). Quindi, rimossa la palla, prende il calice.

Smili modo pstquam centum est con ambo le mani prende il calice
(il nodo del Calice nellincavo tra lindice e il medio della mano destra, la base del

accpiens et hunc prclrum clicem in sanctas ac venerbiles manus suas: item, china il capo tibi grtias gens tenendo con la sinistra il calice, vi traccia sopra un segno di croce bene + dxit, dedtque discpulis suis, dicens: Accpite et bibte ex eo mnes.
calice poggia sul medio della sinistra) Il Sacerdote poggia gli avambracci sullaltare come se si facesse tutt'uno con laltare e dice le parole della consacrazione sul calice: accuratamente, senza interruzione e sempre in segreto, tenendolo un po elevato.

LE PAROLE CONSACRATORIE PER IL VINO

HIC EST ENIM CALIX SNGUINIS MEI, NOVI ET TRNI TESTAMNTI:

MYSTRIUM FDEI: QUI PRO VOBIS ET PRO MULTIS EFFUNDTUR IN REMISSINEM PECCATRUM.
Dette queste parole, depone il Calice sul corporale.

Hc quotiescmque fecritis, in mei memriam facitis.

genuflesso adora il Calice: si rialza, Lo eleva per mostrarLo ai fedeli, Lo depone, Lo copre, e, genuflesso Lo adora ancora. Quindi, allargate le mani.

IN MEMORIA DELLA SUA PASSIONE

Unde et mmores, Dmine, nos servi tui, sed et plebs tua sancta, eisdem Christi Flii tui, Dmini nostri, tam bet passinis, nec non et ab nferis resurrectinis, sed

et in clos gloris ascensinis: offrimus prclr maiestti tu, de tuis donis, ac datis congiunge le mani e fa tre segni di croce sull'Ostia e sul Calice insieme hstiam + puram, hstiam + sanctam, hstiam + immacultam, traccia un segno di croce sull'Ostia Panem + sanctum vit trn e un segno di croce sul Calice et clicem + saltis perptu. Allargate le mani.
IL SACERDOTE OFFRE AL PADRE QUESTO SACRIFICIO

Supra qu proptio ac serno vultu respcere dignris: et accpta habre, scuti accpta habre digntus es mnera peri tui iusti Abel, et sacrifcium Patrirch nostri Abrah: et quod tibi btulit summus sacrdos tuus Melchsedech, sanctum sacrifcium, immacultam hstiam.
Inchinato profondamente con le mani giunte sullAltare.

IL SACERDOTE SUPPLICA L'ANGELO CHE PORTI LA SUA OFFERTA SULL'ALTARE DEL CIELO

Spplices te rogmus, omnpotens Deus: iube hc perfrri per manus sancti Angeli tui in sublme altre tuum, in conspctu divin maiesttis tu: ut quotquot, bacia l'Altare ex hac altris participatine sacrosnctum Flii tui congiunge le mani e traccia un segno di croce prima sull'Ostia e poi sul Calice Cr + pus et Sn + guinem sumpsrimus si segna mni benedictine clesti et grtia replemur. Congiunge le mani Per emdem Christum Dminum nostrum. Amen.
PER I FEDELI DEFUNTI

Memnto tiam, Dmine, famulrum famularmque turum N. et N. qui nos prcessrunt cum signo fdei, et drmiunt in somno pacis.

Congiunge le mani, prega un po per i defunti per i quali intende pregare, quindi, allargate le mani.

Ipsis, Dmine, et mnibus in Christo quiescntibus, locum refrigrii, lucis et pacis, ut indlgeas, deprecmur. Congiunge le mani e china il capo Per emdem Christum Dminum nostrum. Amen.
PER IL SACERDOTE CHE CELEBRA
Poi si percuote il petto con la destra [toccandolo con la punta delle dita estese, medio, anulare e mignolo], ed elevata un poco la voce Nobis

quoque peccatribus allarga le mani e sottovoce prosegue fmulis tuis, de multitdine miseratinum turum sperntibus, partem liquam, et societtem donre dignris, cum tuis sanctis Apstolis et Martyribus: cum Ionne, Stphano, Mattha, Brnaba, Igntio, Alexndro, Marcellno, Petro, Felicitte, Perptua, gatha, Lcia, Agnte, Cclia, Anastsia, et mnibus Sanctis tuis: intra quorum nos consrtium, non stimtor mriti, sed vni, qusumus, largtor admtte. Congiunge le mani Per Christum Dminum nostrum.
IL SACRIFICIO DEL CRISTO RENDE GLORIA AL PADRE

lindice e il pollice della mano destra e, tenendo il Calice con la sinistra, con lOstia fa tre segni di croce sui bordi del Calice, dicendo:

Per quem hc mnia, Dmine, semper bona creas, fa tre croci sull'Ostia e sul Calice insieme sanct + ficas, viv + ficas, bene + dcis, et prstas nobis. Scopre il Calice, genuflette, prende lOstia tra

Per ip + sum, et cum ip + so, et in ip + so, con la stessa Ostia fa due segni di croce tra s stesso e il Calice: est tibi Deo Patri + omnipotnti, in unitte Spritus + Sancti eleva un po il Calice con l'Ostia mnis honor et glria. Ripone lOstia, copre il Calice con la
palla, genuflette, si rialza, e a voce alta dice o canta:

[NB: il Diacono non alza il Calice alla piccola elevazione (Per ipsum) ma si limita a scoprirlo e ricoprirlo]

Per mnia scula sculrum.


I fedeli rispondono:

Amen.

III. COMMUNIO

PATER NOSTER
Il Sacerdote congiunte le mani recita o canta:

Ormus. Prcptis salutribus mniti, et divna institutine formti, audmus dcere:


LA PREGHIERA DEL SIGNORE
Con tutta lassemblea, che si rialza, il Celebrante recita il Pater, (nelle messe cantate canta il Pater Noster da solo fino a tentatinem).(Nelle Messe basse l'assemblea pu recitare insieme al celebrante il Pater Noster) Allarga le mani.

Pater noster, qui es in clis, sanctifictur nomen tuum, advniat regnum tuum, fiat volntas tua, sicut in clo et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hdie, et dimtte nobis dbita nostra, sicut et nos dimttimus debitribus nostris, et ne nos indcas in tentatinem.
Il popolo canta insieme al Sacerdote.

Sed libera nos a malo. V/. (in segreto) Amen.


Il Sacerdote prende da sotto il corporale la patena (o la riceve dal Suddiacono, che a met del Pater ha deposto il velo omerale ed salito in cornu Epistulae), reggendola fra l'indice e il medio della destra, la tiene diritta sullAltare, e dice sottovoce:

EMBOLISMO

Lbera nos, qusumus, Dmine, ab mnibus malis, prtritis, prsentibus et futris: et intercednte beta et glorisa semper Vrgine Dei Genetrce Maria, cum betis Apstolis tuis Petro et Paulo, atque Andra, et mnibus Sanctis si fa il segno di croce con la patena da proptius pacem in dibus nostris: bacia la patena ut, ope misericrdi tu aditi, et a peccto simus semper lberi, et ab mni pertubatine secri.

Frazione dellOstia
Pone la patena sotto lOstia, scopre il Calice, genuflette, si alza, prende lOstia e, tenendola sul Calice con due mani, la spezza per met.

Per emdem Dminum

ripone sulla patena la met dellOstia che ha nella destra, stacca una particella dalla met che tiene con la sinistra met che ha nella sinistra con quella che si trova sulla patena, tiene con la destra la particella, sopra il Calice, che tiene con la sinistra, per il nodo sotto la coppa, e dice a voce alta o canta:

nostrum Iesum Christum Filium tuum

qui tecum vvit et rgnat in unitte Spritus Sancti, Deus, unisce la

Per mnia scula sculrum. R/. Amen.


IMMIXTIO DEL CORPO CON IL SANGUE
Il Sacerdote, con la particella dellOstia, fa tre segni di croce sul Calice.

Pax + Dmini sit + semper vobs + cum. R/. Et cum spritu tuo.
Lascia cadere la particella dellOstia nel Calice, e dice in segreto:

Hc commxtio, et consecrtio Crporis et Snguinis Dmini nostri Iesu Christi, fiat accipintibus nobis in vitam trnam. Amen.
Il Sacerdote copre il Calice, genuflette, si alza, e, inchinatosi al Sacramento, congiunge le mani e battendosi il petto per tre volte, dice a voce alta.

AGNUS DEI
I fedeli accompagnano il Sacerdote in questa triplice invocazione: recitando e battendosi tre volte il petto. Nella Messa Cantata alternato tra schola e popolo mentre il Sacerdote lo recita sottovoce. La Melodia dellAgnus Dei, sta nel Kyriale che si trova allinizio del Graduale Romano (1961) oppure la schola lo pu cantare secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia.

Agnus Dei, qui tollis peccta mundi: miserre nobis. Agnus Dei, qui tollis peccta mundi: miserre nobis. Agnus Dei, qui tollis peccta mundi: dona nobis pacem.
Nelle S. Messe dei defunti non si dice: miserre nobis, ma: dona eis rquiem; e alla terza volta si dice: dona eis rquiem sempitrnam.

ORAZIONE ED EVENTUALE RITO DELLA PACE

Il Sacerdote congiunge le mani sullAltare e, inchinato, dice sottovoce le seguenti orazioni.

Dmine Iesu Christe, qui dixsti Apstolis tuis: Pacem relnquo vobis, pacem meam do vobis: ne respcias peccta mea, sed fidem Ecclsi tu: emque secndum volunttem tuam pacificre et coadunre dignris: Qui vivis et regnas, Deus, per mnia scula sculrum. Amen.
Solo nelle Messe Solenni e Pontificali, il Celebrante riceve la pace di Cristo baciando il corporale dove c il Santissimo Sacramento, la trasmette poi al Diacono e dice: Pax tecum. Il Diacono risponde: Et cum spiritu tuo. (Chi riceve la pace fa inchino di capo a chi la da, e, dopo averla ricevuta, entrambi si scambiano linchino). Quindi il Diacono va dal Suddiacono e gli d la pace allo stesso modo. Il Suddiacono dar la pace al pi degno di ogni ordine di Clero assistente, dopodich la da allaccolito che lo accompagna e questultimo agli altri accoliti. Quando c linstrumentum pacis o portapace il Celebrante dopo aver baciato laltare bacia anche l instrumentum pacis e il Diacono, ed in questo caso, dopo aver ricevuto la pace dal Celebrante porta linstrumentum pacis alla balaustra dove il popolo (eccetto che le donne) ricever la pace di Cristo baciando linstrumentum pacis. La pace non si scambia mai tra i fedeli per nessun motivo. Nella S. Messa dei defunti non si d la pace, n si recita la precedente orazione.

PREGHIERE DEL SACERDOTE PRIMA DELLA COMUNIONE

Dmine Iesu Christe, Fili Dei vivi, qui ex voluntte Patris, coopernte Spritu Sancto, per mortem tuam mundum vivificsti: lbera me per hoc sacrosnctum Corpus et Snguinem tuum ab mnibus iniquittibus meis, et univrsis malis: et fac me tuis semper inhrre mandtis, et a te nunquam separri permttas: Qui cum edem Deo Patre, et Spritu Sancto vivis et regnas, Deus, in scula sculrum. Amen. Percptio Crporis tui, Dmine Iesu Christe, quod ego indgnus smere prsmo, non mihi provniat in iudcium et condemnatinem: sed pro tua piette prosit mihi ad tutamntum mentis et crporis, et ad medlam percipindam: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitte Spritus Sancti, Deus, per mnia scula sculrum. Amen.

IL CELEBRANTE CONSUMA IL SACRIFICIO


Il Sacerdote genuflette, si alza, e dice:

Panem clestem accpiam, et nomen Dmini invocbo.


Detto questo, con la mano destra prende dalla patena, con riverenza, le due parti dellOstia e le pone fra il pollice e lindice della mano sinistra, e mette la patena fra lo stesso indice e il medio, tenendo la stessa mano sinistra tra il petto e il Calice, poi si inchina.

Dmine, non sum dignus si batte il petto con la destra e prosegue in segreto ut intres sub tctum meum: sed tantum dic verbo et sanbitur nima mea ci lo ripete per tre volte. Il Ministrante squilla il
Alza la voce campanello a ogni Domine non sum Dignus

IL CELEBRANTE SI COMUNICA AL CORPO DI CRISTO


Poi, prende dalla mano sinistra, con lindice e il pollice della mano destra, le parti dellOstia e con esse si segna, sulla patena.

Corpus Dmini nostri Iesu Christi custdiat nimam meam in vitam trnam. Amen.
Inchinatosi, con i gomiti poggiati sullAltare, consuma con riverenza entrambe le parti dellOstia, quindi depone la patena sul corporale, si alza, congiunge gli indici e i pollici, e, congiunte le mani davanti al viso, si sofferma un po nella meditazione del S. Sacramento; quindi, abbassate le mani, dice sottovoce: Intanto, scoperto il Calice, genuflette, si rialza, prende la patena, esamina il corporale, e, se ve ne sono, raccoglie i frammenti strofinando il corporale con la patena [conviene farlo sempre], quindi con diligenza, con il pollice e lindice della mano destra, pulisce sul Calice la patena e le stesse dita, affinch non rimangano dei frammenti, dicendo:

Quid retrbuam Dmino pro mnibus qu retrbuit mihi?


IL CELEBRANTE SI COMUNICA AL SANGUE DI CRISTO
Poi, congiunti i pollici e gli indici, prende il Calice con la mano destra, al nodo sotto la coppa, e con la mano sinistra prende la patena e dice:

Clicem salutris accpiam, et nomen Dmini invocbo. Laudans invocbo Dminum, et ab inimcis meis salvus ero.
Prende il Calice con la destra e si segna con esso, dicendo:

Snguis Dmini nostri Iesu Christi custdiat nimam meam in vitam trnam. Amen.
Poi, ponendo con la sinistra la patena sotto il Calice, prende con riverenza tutto il Sangue unitamente alla particella. Mentre il Sacerdote si Comunica, sia al Corpo sia al Sangue, Diacono e Suddiacono si spostano un po ai lati e stanno profondamente inchinati verso il Sacerdote.

COMMUNIO FIDELIUM

PREGHIERE DELLE ABLUZIONI


Il Celebrante stando davanti la corporale inizia la purificazione.

PURIFICA IL CALICE

Quod ore smpsimus, Dmine, pura mente capimus: et de mnere temporli fiat nobis remdium sempitrnum.
Intanto, porge il Calice, tenuto obliquo sempre sul corporale, al Ministrante, che vi

versa un po di vino, perch si purifichi, fa scorrere un po il vino per linterno della coppa e lo beve, poi prosegue:

PURIFICA LE DITA

Corpus tuum, Dmine, quod smpsi, et Snguis quem potvi, adhreat viscribus meis: et prsta; ut in me non remneat sclerum mcula, quem pura et sancta refecrunt sacramnta. Qui vivis et regnas in scula sculrum. Amen.
Solo adesso il Sacerdote porta il calice fuori dal corporale, allestremit destra dellAltare, dove il Ministrante o il Suddiacono gli versa prima del vino poi dellacqua sui pollici e indici di entrambe le mani posti allimbocco del calice. Lava ed asciuga le dita, e beve labluzione; poi si asciuga la bocca, deterge il calice, e vi ripone sopra purificatoio, patena, palla e velo, entra il corporale ripiegato nella borsa e lascia questa sul calice velato, collocandolo in mezzo allAltare. NB: se il Sacerdote prevede di dover celebrare unaltra Messa nellarco di tre ore, non usa il vino nelle abluzioni ma solo lacqua, perch non rompa il digiuno eucaristico. Quando il Suddiacono ha ricevuto gli Ordini Maggiori, lui, dopo le abluzioni del Sacerdote, a sistemare il calice, portandolo poi alla credenza.

ANTIPHONA AD COMMUNIONEM
Nella Messa cantata mentre si distribuisce la Comunione, o subito dopo, il coro canta lAntifona della Comunione (che il Sacerdote reciter poi privatamente). Si utilizza il canto in canto gregoriano riportato nel Graduale Romanum (ledizione pubblicata secondo le nuove disposizioni liturgiche del Missale Romanum Vetus Ordo del 1961) o nel Liber Usualis, oppure la schola pu cantare in polifonia opere artistiche (secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia) che riportano in musica il testo stesso previsto dal Proprio. Il Ministrante riporta il Messale dal lato dellEpistola. Quindi il Sacerdote, a mani giunte, legge lantifona della Comunione, sottovoce se la sta eseguendo in canto la schola.

RITUS CONCLUSIONIS
Dopo, con le mani congiunte, sul petto, va in mezzo allAltare e, baciatolo, si volge verso i fedeli e dice:

Dminus vobscum.

R/. Et cum spritu tuo.


Si sposta al lato dellEpistola presso il Messale

V/. Ormus.

POSTCOMMUNIO
Dice le Orazioni del Postcommunio. Quando viene nominato il Santo in onore del quale si celebra la Messa, oppure il nome della B. V. Maria, Sacerdote e Ministri fanno inchino di capo. Al nome di Ges, quasi sempre presente nella dossologia che conclude lOrazione, linchino di capo rivolto alla Croce. Ultimata la recita delle orazioni del Postcommunio, il Sacerdote si appresta al congedo dei fedeli, impartendo anche la benedizione. _____________________________________________________________________

(ORATIO SUPER POPULUM)


Durante il tempo quaresimale, fino al Mercoled Santo incluso, nelle Messe della feria, dopo il postcomunio e le eventuali commemorazioni, il Celebrante recita lorazione sul popolo. Questa tradizione viene dalle Messe dette Stazionali, ovvero quelle Messe che si svolgevano nelle varie Chiese di Roma dove il Papa che Celebrava la Messa, prima di congedare i fedeli, benediceva con lultima Orazione il popolo romano radunato. Allora lorazione sul popolo era pi frequente; ora, nella Messale Romano, si ha soltanto in questo periodo. Il Celebrante dice:

Oremus
Il Diacono dice o canta:

Humilite cpite vestra Deo.


Il Celebrante prosegue con lOrazione e la conclude come al solito.

_______________________________________________________

DIMISSIO ET BENEDICTIONE
CONGEDO DEI FEDELI
Il Sacerdote, finite le orazioni del Postcommunio (e lOratione Super Populum in quaresima), chiude il Messale, e congiunte le mani sul petto, va in mezzo allAltare, lo

bacia, si volge verso i fedeli, e dice a voce alta o canta (la melodia del Kyriale ma gli porta in una tabella dal Cerimoniere):

Dminus vobscum. R/. Et cum spritu tuo. V/. Ite, missa est. R/. Deo grtias.

Quando c il Diacono, lui a cantare lIte Missa est.

__________________________________________________
Nelle Messe a cui segue una processione la conclusione :

V/. Benedicmus Dmino. R/. Deo grtias.


Nelle Messe dei defunti viene detto, col Sacerdote rivolto verso lAltare:

V/. Requiscant in pace. R/. Amen.


Nellottava di Pasqua, nelle S. Messe del Tempo, allIte, Missa est e al seguente Deo gratias, si aggiunge: Allelia, allelia.

__________________________________________________
BENEDIZIONE FINALE
Il Sacerdote, in mezzo allAltare e ad esso rivolto, a mani giunte, inchinato, dice sottovoce:

Plceat tibi, sancta Trnitas, obsquium servittis me: et prsta: ut sacrifcium, quod culis tu Maiesttis indgnus btuli, tibi sit acceptbile, mihque, et mnibus, pro quibus illud btuli, sit, te misernte, propitibile. Per Christum Dminum nostrum. Amen.
Nelle Messe in cui si dice: Benedicamus Domino o Requiescant in pace, non si d la benedizione, ma, recitato il Placeat tibi e baciato lAltare, il Sacerdote legge subito lUltimo Vangelo. Quindi, baciato lAltare, alzati gli occhi al cielo, allarga ed eleva e congiunge le mani con movimento circolare, china il capo alla Croce, e dice a voce alta:

Benedcat vos omnpotens Deus,


unite e benedice i fedeli, Pater,

a mani giunte, con gli occhi bassi, si volge verso i fedeli (inginocchiati) e, con la mano sinistra sul petto, alza la destra con le dita

et Filius, + et Spritus Sanctus.

R/. Amen. __________________________________________________


BENEDIZIONE PONTIFICALE
Il Vescovo dice:

Sit nomen Domini benedictum.


Tutti rispondono :

Ex hoc nunc et usque in sculum. V/. Adiutorium nostrum in nomine Domini. R/. Qui fecit clum et terram.
Quindi unendo prima le mani e subito dopo estendendo la mano destra dice:

Benedicat vos omnipotens Deus,


Fa tre segni di croce sul popolo dicendo:

Pater, + et Filius, + et Spiritus + Sanctus.


Tutti rispondono:

Amen. _________________________________________________

ULTIMUM EVANGELIUM

LUltimo Vangelo si omette: nelle S. Messe in cui si dice Benedicamus Domino o Requiescant in pace, nella terza S. Messa di Natale, nella S. Messa delle Palme

seguita dalla benedizione e dalla processione dei rami, nelle S. Messe della vigilia di Pasqua. Il Sacerdote, girandosi verso la sua destra va al lato del Vangelo e, congiunte le mani, dice:

Dminus vobscum. R/. Et cum spritu tuo.


Fa un segno di croce sullAltare o sulla cartagloria, poi tre segni di croce su s stesso: sulla fronte, sulle labbra e sul petto - lo stesso fanno i fedeli - e dice:

+ Intium sancti Evanglii secndum Ionnem. R/. Glria tibi, Dmine.


Congiunte le mani, prosegue:

In princpio erat Verbum,


et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum. Hoc erat in princpio apud Deum. mnia per ipsum facta sunt: et sine ipso factum est nihil, quod factum est: in ipso vita erat, et vita erat lux hminum: et lux in tnebris lucet, et tnebr eam non comprehendrunt. Fuit homo missus a Deo, cui nomen erat Ionnes. Hic venit in testimnium, ut testimnium perhibret de lmine, ut mnes crderent per illum. Non erat ille lux, sed ut testimnium perhibret de lmine. Erat lux vera, qu illminat mnem hminem venintem in hunc mundum. In mundo erat,

et mundus per ipsum factus est, et mundus eum non cognvit. In prpria vnit, et sui eum non receprunt. Quotquot autem receprunt eum, dedit eis potesttem flios Dei feri, his qui crdunt in nmine eius: qui non ex sangunibus, neque ex voluntte carnis, neque ex voluntte viri, sed ex Deo nati sunt.
(il Sacerdote e tutti genuflettono)

Et Verbum caro factum est ,


(e rialzandosi prosegue:)

et habitvit in nobis; et vdimus glriam eius, glriam quasi Unigniti a Patre, plenum grti et verittis. R/. - Deo grtias.

PRECI LEONINE

Nelle Messe basse (non cantate o solenni) il Sacerdote, prima di recarsi in sagrestia, recita in ginocchio, le preghiere ai piedi dellAltare, che legge in una tabella portagli

dal Ministrante. Le tre Ave Maria sono alternate coi fedeli, la Salve Regina detta da tutti, e, dopo il versetto, il Sacerdote prosegue con le due orazioni. Queste preghiere si possono tralasciare nelle S. Messe cantate.

V/. Ave Maria, gratia plena, Dminus tecum; benedcta tu in muliribus, et benedctus fructus ventris tui, Iesus. R/. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatribus, nunc et in hora mortis nostr. Amen.
L'Ave Maria si ripete per tre volte.

V/. Salve, Regina, R/. Mater misericrdi. Vita, dulcedo et spes nostra, salve. Ad te clammus, xsules flii Ev. Ad te suspirmus gemntes et flentes in hac lacrimrum valle. Eia ergo, advocta nostra, illos tuos misericrdes culos ad nos convrte. Et Iesum, benedctum fructum ventris tui, nobis, post hoc exslium, ostnde. O clmens, O pia, O dulcis Virgo Maria. V/. Ora pro nobis, sancta Dei Gnitrix. R/. Ut digni efficimur promissinibus Christi. V/. Ormus. Deus refgium nostrum et virtus, ppulum ad te clamntem proptius rspice; et intercednte glorisa et immaculta Vrgine Dei Genitrce Maria, cum beto Ioseph, eius Sponso, ac betis Apstolis tuis Petro et Paulo, et mnibus Sanctis, quas pro conversine peccatrum, pro libertte et exaltatine sanct Matris Ecclsi, preces effndimus, misricors et bengnus exudi. Per emdem Christum Dminum nostrum. R/. Amen.

V/. Sancte Mchl Archngele, defnde nos in prlio, contra nequtiam et insdias diboli esto prsdium. Imperet illi Deus, spplices deprecmur: tuque, Prnceps militi clstis, Stanam alisque spritus malgnos, qui ad perditinem animrum pervagntur in mundo, divina virtte, in infrnum detrde. R/. Amen. V/. Cor Iesu sacratssimum (si ripete per tre volte). R/. Miserre nobis.
CANTO FINALE
Mentre il Sacerdote si avvia in Sacrestia il Coro pu eseguire il Canto Finale. Si pu utilizzare una Antifona Mariana, oppure la schola pu cantare in polifonia opere artistiche (secondo i canoni tradizionali della Polifonia Sacra stabiliti dal Instructio de Musica Sacra et Sacra Liturgia), oppure un altro canto adatto all'azione sacra, al carattere del giorno o del tempo.

GRATIARUM ACTIO POST MISSAM


Il Sacerdote, in sacrestia, depone i paramenti e compie l'azione di grazie. I fedeli si soffermano ancora in chiesa per ringraziare Iddio per tutte le grazie che benignamente gli concede, e per pregare secondo le loro intenzioni. Il Sacerdote, ritornando in sacrestia, recita il Cantico di Daniele, seguito da altre preghiere.

Questa parte non mai facoltativa.

GRATIARUM ACTIO POST MISSAM


I fedeli, in piedi, attendono che il sacerdote si allontani dal presbiterio, cantando in lode del Signore Ges o di Maria Santissima. Il sacerdote, in sacrestia, depone i paramenti e compie l'azione di grazie. I fedeli si soffermano ancora in chiesa per ringraziare Iddio per tutte le grazie che benignamente ci concede, e per pregare secondo le loro intenzioni. Il Sacerdote, ritornando in sacrestia, recita il Cantico di Daniele, seguito da altre preghiere.

ORATIONES
Antiphona Trium puerrum * cantmus hymnum, quem cantbant Sancti in camno ignis, benedicntes Dminum. (T. P.: Allelia). CNTICUM TRIUM PUERRUM (Dan. 3, 57-88 et 56) Benedcite, mnia pera Dmini, Dmino: * laudte et superexaltte eum in scula. Benedcite, Angeli Dmini, Dmino: * benedcite, coeli, Dmino. Benedcite, aqu omnes qu super coelos sunt, Dmino: * Benedcite, omnes exrcitus Dmini, Dmino. Benedcite, sole et luna, Dmino: * benedcite, stell coeli, Dmino. Benedcite, omnis imber et ros, Dmino: * benedcite, omnes venti, Dmino. Benedcite, ignis et stus, Dmino: * benedcite, frigus et algor, Dmino. Benedcite, rores et plvi, Dmino: * benedcite, glcies et gelu, Dmino. Benedcite, prun et nives, Dmino: * benedcite, noctes et dies, Dmino. Benedcite, lux et tnebr, Dmino: * benedcite, flgura et nubes, Dmino.

Benedcat, terra, Dmino: * laudt et superexltet eum in scula. Benedcite, montes et colles, Dmino: * benedcite, univrsa germinntia in terra, Dmino. Benedcite, fontes, Dmino: * benedcite, mria et flmina, Dmino. Benedcite, cete et mnia qu movntur in aquis, Dmino: * benedcite, omnes vlucres coeli, Dmino. Benedcite, omnes bsti et pcora, Dmino: * laudte et superexaltte eum in scula. Benedcite, flii hminum, Dmino: * benedcite, Isral, Dmino. Benedcite, sacerdtes Dmini, Dmino: * benedcite, servi Dmini, Dmino. Benedcite, spritus et nim iustrum, Dmino: * benedcite, sancti et hmiles corde, Dmino. Benedcite, Anana, Azara, Misal, Dmino: * laudte et superexaltte eum in scula. Benedicmus Patrem, et Flium cum Sancto Spritu: * laudmus et superexaltmus eum in scula. Benedctus es, Dmine, in firmamnto coeli: * et laudbilis et superexalttus in scula. (non dcitur Glria Patri, neque Amen). PSALMUS 150 Laudte Dminum in sancturio eius: * laudte eum in augsto firmamnto eius; Laudte eum propter grndia pera eius: * laudte eum propter summam maiesttem eius.

Laudte eum clangre tub: * laudte eum psaltrio et cthara. Laudte eum tympano et choro: * laudte eum cordis et rgano. Laudte eum cymbalis sonris,+ laudte eum cymbalis crepitntibus: * omne quod sprat, ludet Dminum. Antiphona Trium puerrum * cantmus hymnum, quem cantbant Sancti in camno ignis, benedicntes Dminum. (T. P.: Allelia). Kyrie, elison Christe, elison Kyrie, elison Pater noster (in segreto)
(se c il ministrante risponde)

V/. et ne nos indcas in tentatinem. R/. sed lbera nos a malo. V/. Confitentur tibi, Dmine, omnia pera tua. R/. Et sancti tui benedcant tibi. V/. Exsultbunt Sancti in glria. R/. Ltabntur in cublibus suis. V/. Non nobis, Dmine, non nobis. R/. Sed nmini tuo da glriam. V/. Dmine, exudi oratinem meam. R/. Et clmor meus ad te vniat.

Ormus Dues, qui tribus peris mitigsti flammas gnium: concde proptius; ut nos fmulos tuos non exrat flamma vitirum. Actines nostra, qusumus, Dmine, aspirndo prvni et adiuvndo prosquere: ut cuncta nostra ortio et opertio a te sempre incpiat, et per te cpta finitur. Da nobis, qusumus, Dmine, vitirum nostrrum flammas exstnguere: qui beto Laurntio tribusti tormentrum surum incndia superre. Per Christum Dminum nostrum. Amen.
(

Preghiere dopo la Messa - Italiano e Latino )


ORATIO S. THOM AQUINATIS

Grtias tibi ago, Dmine, sancte Pater, omnpotens trne Deus, qui me peccatrem, indgnum fmulum tuum, nullis meis mritis, sed sola dignatine misericrdi tu satire digntus es pretiso Crpore et Snguine Flii tui, Dmini nostri Iesu Christi. Et precor, ut hc sancta Commnio non sit mihi retus ad pnam, sed intercssio salutris ad vniam. Sit mihi armatra fdei, et scutum bon volunttis. Sit vitirum merum evacutio, concupiscnti et libdinis extermintio, carittis et patinti, humilittis et obdinti, omnimque virttum augmenttio: contra insdias inimicrum mnium, tam visiblium quam invisiblium, firma defnsio: mtuum merum, tam carnlium quam spiritulium, perfcta quiettio: in te uno ac vero Deo firma adhsio; atque finis mei flix consummtio. Et precor te, ut ad illud ineffbile convvium me peccatrem perdcere dignris, ubi tu, cum Flio tuo et Spritu Sancto, Sanctis tuis es lux vera, satitas plena, gudium sempitrnum,

iucnditas consummta et felcitas perfcta. Per emdem Christum Dminum nostrum. Amen. TRANSFIGE S. BONAVENTURA Transfige, dulcissime Domine Iesu, medullas et viscera anim me suavissimo ac saluberrimo amoris tui vulnere, vera serenaque et apostolica sanctissima caritate, ut langueat et liquefiat anima mea solo semper amore et desiderio tui; te concupiscat et deficiat in atria tua, cupiat dissolvi et esse tecum. Da, ut anima mea te esuriat, panem Angelorum, refectionem animarum sanctarum, panem nostrum cotidianum, supersubstantialem, habentem omnem dulcedinem et saporem et omne delectamentum suavitatis. Te, in quem desiderant Angeli prospicere, semper esuriat et comedat cor meum, et dulcedine saporis tui repleantur viscera anim me; te semper siti at fontem vit, fontem sapienti et scienti, fonema eterni luminis, torrentem voluptatis, ubertatem domus Dei. Te semper ambiat, te qurat, te inveniat, ad te tendat, ad te perveniat, te meditetur, te loquatur, et omnia operetur in laudem et gloriam nominis tui, cum humilitate et discretione, cum dilectione et delectatione, cum facilitate et affectu, cum perseverantia usque in finem. Ut tu sis solus semper spes mea, tota fiducia mea, diviti me, delectatio mea, iucunditas mea, gaudium meum, quies et tranquillitas mea, pax mea, suavitas mea, odor meus, dulcedo mea, cibus meus, refectio mea, refugium meum, auxilium meum, sapientia mea, portio mea, possessio mea, thesaurus meus, in quo fixa et firma et immobiliter semper sit radicata mens mea et cor meum. Amen. RHYTHMUS

S. TOM AQUINATIS Adro te devte, ltens Detas, Qu sub his figris, vere ltitas: Tibi se cor meum totum sbicit, Quia, te contmplans, totum dficit. Visus, tactus, gustus in te fllitur, Sed audtu solo tuto crditur: Credo quidquid dxit Dei Flius, Nil hoc verbo Vritatis vrius. In Cruce latbat sola Ditas, At hic ltet simul et humnitas: Ambo tamen crdens atque cnfitens, Peto quod petvit latro ponitens. Plagas, sicut Thomas, non inteor, Deum tamen meum te confteor: Fac me tibi semper magis crdere, In te spem habre, te dilgere. O memorile mortis Dmini, / Panis vivus, vitam prstans hmini, / Prsta me menti de te vvere, Et te illi semper dulce spere. Pie pellicne, Iesu Dmine, Me immndum munda tuo Snguine: Cuius una stilla salvum fcere, Totum mundum quit ab omni sclere. Iesu, quem veltum nunc aspcio, Oro, fiat illud quod tam stio: Ut, te revelta crnens fcie, Visu sim betus tu glri. Amen.

ASPIRATIONES AD SS. REDEMPTOREM Anima Christi, sanctfica me. Corpus Christi, salva me. Snguis Christi, inbria me. Aqua lteris Christi, lava me. Pssio Christi, confrta me. O bone Iesu, exudi me. Intra tua vlnera abscnde me. Ne permttas me separri a te. Ab hoste malgno defnde me. In hora mortis me voca me. Et iube me venre ad te. Ut cum Sanctis tuis ludem te. In scula sculrum. Amen. ALIA ORATIO Obscro te, dulcssime Dmine Iesu Christe ut Pssio tua sit mihi virtus qua mniar, prtegar atque defndar. Vlnera tua sint mihi cibus potsque, quibus pascar, inbrier atque delcter. Asprsio Snguinis tui sit mihi abltio mnium delictrum merum. Mors tua sit mihi vita indefciens. / Crux tua sit mihi glria sempitrna. / In his sit mihi refctio, exsulttio, snitas et dulcdo cordis mei. / Qui vivis et regnas in scula sculrum. Amen.
Il Sacerdote si toglie in silenzio i paramenti.

PREGHIERE PRIMA DELLA MESSA


ITALIANO E LATINO
-Ad mensam dulcssimi convvii tui -Castissima Vergine Maria -Formula intentionis ante Missam -Induitur sacerdotalibus paramentis -Omnpotens, sempitrne Deus -Oratio ad B. M. Virginem ante Missam -Oratio ad omnes Angelos et Sanctos -Oratio ad Sanctum -Oratio ante communionem -Per le Anime del Purgatorio -Preces ad Sanctum Joseph -San Basilio -Solenne Professione di Fede

Alla mensa del tuo dolcissimo convito di SantAmbrogio Ad mensam dulcssimi convvii tui

prpriis meis mritis nihil praesmens, sed de tua confdens misericrdia et bonitte, accdere vreor et contremsco. Alla mensa del tuo dolcissimo convito, o buon Signore Ges Cristo, io peccatore e privo di meriti, mi accosto pieno di vergogna e tremante, confidando solo nella tua misericordia e bont

Ad mensam dulcssimi convvii tui, pie Dmine Iesu Christe, ego pecctor de

Nam cor et corpus hbeo multis crimnibus macultum, mentem et linguam non caute custodtam. Poich ho il cuore e il corpo macchiati di molte colpe, e non ho ben custodito la mente e la lingua Ergo, o pia Ditas, o tremnda maistas, ego miser, inter angstias deprehnsus, ad te fontem misericrdiae recrro, ad te festno sanndus, sub

tuam protectinem fgio: et, quem idicem sustinre nqueo, salvatrem habre suspro. Per questo, o Sant Deit, o tremenda maest, io misero stretto tra tante angustie ricorro a Te, fonte di misericordia, da Te mi affretto per essere sanato, mi rifugio sotto la tua protezione: e siccome non posso sostenerti giudice, ti scongiuro dessermi salvatore. Tibi, Dmine, plagas meas ostndo, tibi verecndiam meam dtego. Scio peccta mea multa et magna, pro qubus tmeo: spero in misericrdias tuas, qurum non est nmerus. Rspice ergo in me culis misericrdiae tuae, Dmine Iesu Christe, Rex aetrne, Deus et homo, crucifxus propter hminem. A Te, o Signore, mostro le mie piaghe; a Te scopro la mia vergogna. Riconosco che i miei peccati sono molti e grandi, e per questo ho paura. Spero nella tua misericordia che non ha limiti. Guarda dunque con gli occhi della tua misericordia, verso di me, Signore Ges Cristo, Re eterno, Dio e Uomo, che per luomo tu fosti crocifisso. Exudi me sperntem in te: miserre mei pleni misriis et pecctis, tu qui fontem miseratinis numquam manre cessbis. Esaudisci me che spero in Te: abbi piet di me che sono pieno di miserie e di peccati, Tu che non cesserai mai di far scaturire la fonte della misericordia. Salve, salutris vctima, pro me et omni humno gnere in patbulo crucis oblata. Salve, nbilis et pretise snguis, de vulnribus crucifxi Dmini mei Iesu Christi prfluens, et peccta totus mundi bluens. Salve, o vittima della Salvezza, offerta sul patibolo della croce per me e per tutto il genere umano. Salve, o nobile e prezioso Sangue, che sgorgando dalle ferite del Signore Ges Cristo per me crocefisso, lavi i peccati di tutto il mondo Recordre, Dmine, creatrae tuae, quam tuo snguine redemsti. Ponitet me peccsse, cpio emendre quod feci. Aufer ergo a me, clementssime Pater, omnes iniquittes et peccta mea; ut, purifictus mente et crpore, digne degustre mrear Sancta sanctrum. Ricordati, o Signore, della tua creatura, che hai redento col tuo sangue. Mi pento di aver peccato, desidero rimediare a ci che ho fatto. Togli dunque da me, o Padre clementissimo, tutte le mie iniquit e i miei peccati, affinch, purificato nella mente e nel corpo, meriti di gustare degnamente il Santo dei Santi.

Et concde, ut haec sancta praelibtio crporis et snguinis tuis, quam ego indgnus smere intndo, sit peccatrum merum remssio, sit delictrum perfcta purgtio, sit trpium cogitatinum effugtio ac bonrum snsuum regenertio, opermque tibi placntium salbris efficcia, nimae quoque et crporis contra inimicrum merum insdias firmssima tutio. Amen. E concedi che questa santa partecipazione al Corpo e al Sangue del tuo Figlio, che io indegno intendo ricevere, sia per il perdono dei miei peccati, sia per la perfetta purificazione delle mie colpe, sia fuga dei cattivi pensieri, rigenerazione dei buoni sentimenti, e salutare efficacia delle opere che sono a te gradite, nonch sicura difesa dellanima e del corpo contro le insidie dei miei nemici. Amen.

Castissima Vergine Maria Santa Gertrude

preparasti al Figlio di Dio una degna dimora nel tuo seno verginale, fa che per le tue preghiere io meriti di essere purificato da ogni macchia.

Castissima Vergine Maria, per quella innocentissima purezza con la quale

Umilissima Vergine Maria, per quella profondissima umilt con la quale meritasti di essere esaltata al di sopra degli angeli e dei Santi, fa che tutte le mie negligenze siano riparate dalle tue preghiere. Amabilissima Vergine Maria, per quellamore inestimabile che cos intimamente ti un a Dio, fa che per le tue preghiere io ottenga labbondanza di ogni virt. Amen.

Formula da dirsi prima dellinizio della Santa Messa Formula intentionis ante Missam

Jesu Christi, juxta ritum sanct Roman Ecclesi,

Ego volo celebrare Missam, et conficere Corpus et Sanguinem Domini nostri


Intendo celebrare questa Eucaristia e consacrare il Corpo e il Sangue di nostro Signore Ges Cristo, secondo il rito di Santa Romana Chiesa,

ad laudem omnipotentis Dei totiusque Curi triumphantis, ad utlitatem meam totiusque Curi militantis, a lode di Dio Onnipotente e di tutta la sua corte celeste per il mio bene e quello di tutta la Santa Chiesa militante e purgante, pro omnibus, qui se commendaverunt orationibus meis in genere et in specie, et pro felici statu sanct Roman Ecclesi. per tutti coloro che si sono raccomandati alle mie preghiere, in modo generale e in modo particolare, come anche per il felice stato della Santa Chiesa Romana. Gaudium cum pace, ememdationem vit, spatium ver pnitenti, gratiam et consolationem Sancti Spiritus, perseverantiam in bonis operibus, tribuat nobis omnipotens et misericors Dominus. Amen. Il Signore onnipotente e misericordioso ci conceda di gioire nella pace, il perdono nella vita presente, il tempo per una vera penitenza, la grazia e la consolazione dello Spirito Santo e la perseveranza nelle buone opere. Amen.

Orazioni da dirsi mentre il sacerdote indossa i paramenti sacerdotali Induitur sacerdotalibus paramentis Mentre si lava le mani:

possa servirti con purezza di mente e di corpo.

Concedi, o Signore, che le mie mani siano monde da ogni macchia: affinch
Cum lavat manus, dicat: Da, Dmine, virttem mnibus meis ad abstergndam omnem mculam: ut sine pollutine mentis et crporis vleam tibi servre. All'amitto, mentre se lo poggia sul capo: Imponi, o Signore, sul mio capo lelmo della salvezza, per vincere gli assalti del demonio. Ad amictum, dum ponitur super caput, dicat: Impne, Dmine, cpiti meo gleam saltis, ad expugnndos diablicos incrsus.

Al camice, mentre lo indossa: Purficami, o Signore, e monda il mio cuore: affinch, purificato nel sangue dellAgnello, io goda dei gaudii eterni. Ad albam, cum ea induitur: Delba me, Dmine, et munda cor meum; ut, in Snguine Agni dealbtus, gudiis prfruat sempitrnis. Al cngolo, mentre se ne cinge: Cngimi, o Signore, col cingolo della purezza, ed estingui nei miei lombi lardore della concupiscenza; affinch si mantenga in me la virt della continenza e della castit. Ad cingulum, dum se cingit: Praecnge me, Dmine, cingulo purittis, et extngue in lumbis meis humrem libdinis; ut mneat in me virtus continntiae et castittis. Alla stola, mentre se la pone sul collo: Rndimi, o Signore, la stola dellimmortalit, perduta per la prevaricazione del primo padre; e sebbene io acceda indegno al tuo sacro mistero, fa che possa meritare il gaudio eterno. Ad stolam, dum imponitur collo: Redde mihi, Dmine, stolam immortalittis, quam prdidi in praevaricatine primi parntis: et, quamvis indgnus accdo ad tuum sacrum mystrium, mrear tamen gudium sempitrnum. Alla casula, mentre se la impone: O Signore, che hai detto: Il mio gioco soave e il mio carico lieve: fa che io possa portare questo in modo da conseguire la tua grazia. Amen. Ad casulam, cum assumitur: Dmine, qui dixsti: Iugum meum suave est, et onus meum leve: fac, ut istud portre sic vleam, quod cnsequar tuam grtiam. Amen.

Orazione di San Tommaso d'Aquino Omnpotens, sempitrne Deus

Onnipotente ed eterno Iddio, ecco che io mi accosto al Sacramento del Figlio


tuo unigenito nostro Signore Ges Cristo: mi accosto come infermo al medico della vita, come immondo al fonte della misericordia, come cieco al lume della chiarezza eterna, come povero e bisognoso al Signore del cielo e della terra.

Omnpotens, sempitrne Deus, ecce accdo ad sacramntum unigniti Flii tui, Dmini nostri, Iesu Christi; accdo tamquam infrmus ad mdicum vitae, immndus ad fontem misericrdiae, caecus ad lumen clarittis aetrnae, puper et egnus ad Dminum coeli et terrae. Prego dunque l'abbondanza della tua immensa generosit, affinch ti degni curare il mio male, di lavare il mio vizio, illuminare la mia cecit, arricchire la mia povert, vestire la mia nudit, affinch riceva il pane degli Angeli, il Re dei re, il Signore dei signori, con tanta riverenza ed umilt, con tanta contrizione e devozione, con tanta purezza e fede, acciocch, mediante tali propositi e buone intenzione, possa conseguire la salvezza della mia anima. Rogo ergo immnsae largittis tuae abundntiam, qutenus meam curre dignris infirmittem, lavre foedittem, illuminre caecittem, ditre pauperttem, vestre nudittem; ut panem Angelrum, Regem regum et Dminum dominntium, tanta suscpiam reverntia et humilitte, tanta contritine et devotine, tanta puritte et fide, tali propsito et intentine, sicut xpedit salti nimae meae. Concedimi ti prego, che io riceva non solo il Sacramento del Corpo e del Sangue del Signore, ma anche la grazia e la virt di questo Sacramento. Da mihi, quaeso, domnici Crporis et Snguinis non solum suscpere sacramntum, sed tiam rem et virttem sacramnti. O mitissimo Iddio, fa ch'io riceva cosi il Corpo dell'unigenito Figlio tuo nostro Signore Ges Cristo, che nacque da Maria Vergine, cos che io meriti d'essere incorporato al suo mistico corpo ed annoverato fra le sue mistiche membra. O mitssime Deus, da mihi Corpus unigniti Flii tui, Dmini nostri, Iesu Christi, quod traxit de Vrgine Maria, sic suscpere, ut crpori suo mystico mrear incorporri, et inter eius membra connumerri. O amantissimo Padre, concedimi finalmente di contemplare a faccia a faccia per leternit il tuo diletto Figlio, che intendo ricevere ora nel mio cammino terreno, sotto i veli del mistero: Egli che Dio, e vive e regna con Te nell'unit dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. O amatssime Pater, concde mihi dilctum Flium tuum, quem nunc veltum in via suscpere propno, revelta tandem fcie perptuo contemplri: Qui tecum vivit et regnat in unitte Spritus Sancti, Deus, per mnia sacula saeculrum. Amen.

Preghiera alla Beata Vergine Maria Prima della Messa Oratio ad B. Mariam Virginem ante Missam

indegno peccatore, mi rifugio in te con tutto il cuore e tutto laffetto, e invoco la tua bont. O Mater pietatis et misericordi, beatissima Virgo Maria, ego miser et indignus peccator ad te confugio toto corde et affectu; et precor pietatem tuam, Come rimanesti accanto al tuo dolcissimo Figlio pendente dalla Croce, cos soffermati anche accanto a me, misero peccatore, ut, sicut dulcissimo Filio tuo in Cruce pendenti astitisti, ita et mihi, misero peccatori, e a tutti i sacerdoti che oggi qui, e in tutta la Santa Chiesa offrono il sacrificio divino, degno e gradito alla presenza del sommo Dio, uno e trino. Amen et sacerdotibus omnibus, hic et in tota sancta Ecclesia hodie offerentibus, clementer assistere digneris, ut, tua gratia adiuti, dignam et acceptabilem hostiam in conspectu summ et individu Trinitatis offerre valeamus. Amen.

O madre di piet e di misericordia, beatissima vergine Maria, io, misero e

Preghiera per tutti gli Angeli e i Santi Oratio ad omnes Angelos et Sanctos

O voi tutti Angeli, Arcangeli, Troni, Dominazioni, Principati, Potest,


Potenze dei cieli, Cherubini e Serafini, e voi tutti Santi e Sante di Dio, e in particolare voi miei santi Patroni, Angeli, Archangeli, Throni, Dominationes, Principatus, Potestates, Virtutes clorum, Cherebim atque Seraphim, omnes Sancti et Sanct Dei, prsertim Patroni mei, degnatevi di intercedere per me, affinch sia degno di offrire questo sacrificio a Dio, Padre onnipotente, a lode e gloria del suo nome e per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. Amen intercedere dignemini pro me, ut hoc sacrificium Deo omnipotenti digne valeam offerre, ad laudem et gloriam nominis sui et ad utilitatem meam totiusque Ecclesi su sanct. Amen.

Preghiera al Santo in onore del quale si celebra la Santissima Eucaristia Oratio ad Sanctum, in cujus honorem Missa celebratur

sacratissimum sacramentum corporis et sanguinis Domini nostri Jesu Christi pro tuo honore et gloria.

O sancte N., ecce ego miser peccator, de tuis meritis confisus, offero nunc

O San N., ecco che io indegno peccatore, confidando nei tuoi meriti, ora offro in tuo onore e gloria il Santissimo Sacramento del Corpo e Sangue di Nostro Signore Ges Cristo. Precor te humiliter et devote, ut pro me hodie intercedere digneris, ut tantum sacrificium digne et acceptabiliter offerre valeam, Ti prego umilmente e devotamente, affinch ti degni di intercedere a mio favore, non solo perch io possa offrire in modo conveniente ed accetto un cos grande sacrificio, ut eum tecum et cum omnibus electis ejus ternaliter laudare, atque cum eo regnare valeam: Qui vivit et regnat in scula sculorum. Amen. ma anche perch possa lodarLo in eterno insieme con te e con tutti gli eletti, per essere cos in grado di partecipare al suo Regno: Egli che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Oratio ante communionem

Spiritu Sancto, per mortem tuam mundum vivificasti: libera me per hoc sacrosanctum Corpus et Sanguinem tuum ab omnibus iniquitatibus meis et universis malis: et fac me tuis semper inhaerere mandatis, et a te numquam separari permittas. Amen.

DOMINE Iesu Christe, Fili Dei vivi, qui ex voluntate Patris cooperante

praesumo, non mihi proveniat in iudicium et condemnationem; sed pro tua pietate prosit mihi ad tutamentum mentis et corporis et ad medelam percipiendam: Qui vivis et regnas in saecula saeculorum. Amen.

PERCEPTIO Corporis tui, Domine Iesu Christe, quod ego indignus sumere

Offerta della Santa Messa per le Anime del Purgatorio

ha istituito con infinito amore il santo Sacrificio Eucaristico non solo per i vivi, ma anche per i defunti, io Ti offro questo sacrificio d'amore per l'Anima di (nome) e per tutte quelle che hanno pi bisogno di aiuto, affinch Tu, Dio d'infinita bont, mitighi le loro sofferenze e conceda loro la liberazione dal Purgatorio. Ti prego, o Padre di misericordia, accogli i meriti della Vittima divina che su questo altare s'immola, accogli le potentissime preghiere del tuo Figlio divino e anche le mie povere suppliche, e libera presto dalle loro sofferenze le Anime sante del Purgatorio. Amen. A Ges Cristo O Ges infinitamente buono e misericordioso, io Ti imploro con grande fervore e profonda umilt di condurre le Anime dei nostri cari defunti al tuo regno di pace e di beatitudine, ammettendole alla tua presenza insieme ai Santi. Esaudisci, o Signore, la mia preghiera e ammetti a partecipare ai benefici di questa santa Celebrazione Eucaristica i fedeli defunti che soffrono in Purgatorio. Tu lo puoi perch con i tuoi meriti hai preso su di Te i peccati di tutto il mondo. Ges mio, misericordia!

A Dio Padre Eterno Padre, poich Ges Cristo, tuo Figlio e nostro Signore,

Preghiera a San Giuseppe Preces ad Sanctum Joseph

O felicem virum, beatum Joseph, cui datum est Deum, quem multi reges
voluerunt videre et non viderunt, audire et non audierunt, non solum videre et audire, sed portare, deosculari, vestire et custodire!

O felice S. Giuseppe, cui fu dato non solo di vedere ed ascoltare quel Dio che
molti re vollero vedere e non videro, ascoltare e non ascoltarono, ma di portarlo altresi, baciarlo, vestirlo e custodirlo! Ora pro nobis, beate Joseph. Prega per noi, San Giuseppe Ut digni efficiamur promissionibus Christi. Affinch siamo resi degni delle promesse di Ges Cristo. OREMUS

beatus Joseph unigenitum Filium tuum, natum ex Maria Virgine, suis

Deus, qui dedisti nobis regale sacerdotium: prsta, qusumus; ut, sicut

manibus reverenter tractare meruit et portare, ita nos facias cum cordis munditia et operis innocentia tuis sanctis altaribus deservire, ut sacrosanctum Filii tui corpus et sanguinem hodie digne sumamus, et in futuro sculo prmium habere mereamur ternum. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen. PREGHIAMO merit di trattare con le sue mani e di portare il tuo Figlio unigenito, nato da Maria Vergine, cos noi possiamo servirti con tale mondezza di cuore e santit di opere, da poter oggi ricevere degnamente il sacrosanto Corpo e Sangue del tuo Figlio e meritare di conseguire nella vita futura il premio eterno. Per lo stesso Ges Cristo Nostro Signore. Amen.

O Dio, che ci rivestisti d'un regale sacerdozio, fa che, come il beato Giuseppe

Preghiera di San Basilio il Grande

prezioso Sangue, che sono colpevole e che mangio e bevo la mia condanna, se non riconosco che questo Divino Sacramento il tuo Corpo e il tuo Sangue, mio Cristo e mio Dio. Ma confidando nella tua magnanimit, mi avvicino a te che hai detto: Colui che mangia la mia Carne e beve il mio Sangue dimora in me e io in lui. Abbi dunque misericordia di me, Signore, e non disprezzarmi, peccatore qual sono, ma agisci con me secondo la tua misericordia. Che queste Sante Specie siano per me guarigione, purificazione e illuminazione, salvaguardia e salvezza, santificazione della mia anima e del mio corpo: che allontanino da me ogni immagine e ogni azione malvagia diabolica che si eserciti sul mio spirito e sulle mie membra, che aumentino la mia confidenza e il mio amore per te; che conservino e migliorino la mia vita, facendomi progredire nella via della virt e della perfezione, che mi facciano compiere i tuoi comandamenti e partecipare al tuo santo Spirito; che siano per me un viatico per entrare nella vita eterna; che mi siano difesa accettabile davanti al tuo tremendo tribunale, che non siano per giudizio e condanna. Amen.

So, o Signore, che comunico indegnamente al tuo purissimo Corpo e al tuo

SOLENNE PROFESSIONE DI FEDE

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Ges

Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, pat sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, mor e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscit da morte; sal al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di l verr a giudicare i vivi e i

morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, al risurrezione della carne, la vita eterna. Amen. Tengo ancora fermamente per vero: 1) che nel Santissimo Sacramento dellEucaristia vi veramente il Corpo, il Sangue, lanima e la Divinit di nostro Signore Ges Cristo e che nella Santa Messa si offre a Dio un vero sacrificio propiziatorio per i vivi e per i moti; 2) che il Sacramento della Penitenza di divina istituzione, ed necessario alla salute per tutti coloro che sono caduti in peccato mortale dopo il Battesimo; 3) che la Beatissima Vergine Maria, concepita senza macchia di peccato originale, e assunta in anima e corpo al cielo, Vera Madre di Dio; 4) che il Romano Pontefice il successore di San Pietro, vero Vicario di Ges Cristo, Capo di tutta la chiesa, Pastore Supremo e Maestro infallibile di tutti i cristiani; 5) ed infine che veramente, oltre il Paradiso eterno per coloro che si salvano, v un Inferno eterno per i dannati, ed un Purgatorio per coloro che muoiono bens in grazia di Dio, ma con qualche debito da soddisfare alla Divina Giustizia. Ammetto e professo, senza alcun dubbio, tutte le altre verit insegnate dalla Chiesa Cattolica, nella quale solo vi salvezza; e perci condanno e rigetto tutte le dottrine condannate e rigettate dalla Chiesa.

PREGHIERE DOPO LA MESSA


ITALIANO E LATINO
-Post missam -Transfige dulcissime Domine -S. Thomae, Gratias tibi ago -Consacrazione del genere umano -Oratio Universalis -Memorre -En ego, o bone et dulcissime Iesu -Anima Christi -O Maria, Virgo et Mater -Adoro Te devote

-Pange lingua

Preghiera dopo la Santa Messa Orationes sub infimum gradum altaris post missam

Ave Maria, piena di grazia, il Signore con te; tu sei benedetta fra le donne,
e benedetto il frutto del ventre tuo, Ges. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nellora della nostra morte. Cos sia. Ave Maria, gratia plena, Dminus tecum; benedcta tu in muliribus, et benedctus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen. Salve, Regina, Madre di misericordia. Vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Ors, dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, il frutto benedetto del ventre tuo: Ges. O clemente, O pia, O dolce Vergine Maria! Salve, Regina, Mater misericrdiae. Vita, dulcedo et spes nostra, salve. Ad te clammus, xsules flii Evae. Ad te suspirmus gemntes et flentes in hac lacrimrum valle. Eia ergo, advocta nostra, illos tuos misericrdes culos ad nos convrte. Et Iesum, benedctum fructum ventris tui, nobis, post hoc exslium, ostnde. O clmens, O pia, O dulcis Virgo Maria! Prega per noi, o santa Madre di Dio Affinch diventiamo degni delle promesse del Cristo. Ora pro nobis, sancta Dei Gnitrix Ut digni efficimur promissinibus Christi.

Preghiamo O Dio, nostro rifugio e nostra forza, guarda propizio al popolo che Ti invoca: e, intercedendo lImmacolata Vergine Maria, Madre di Dio, insieme col beato Giuseppe, suo Sposo, e i beati suoi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi, esaudisci, misericordioso e benigno, le preghiere che Ti presentiamo per la conversione dei peccatori, per la libert e lesaltazione della santa Madre Chiesa. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen Ormus Deus refgium nostrum et virtus, ppulum ad te clamntem proptius rspice; et intercednte glorisa et immaculta Vrgine Dei Genitrce Maria, cum beto Ioseph, eius Sponso, ac betis Apstolis tuis Petro et Paulo, et mnibus Sanctis, quas pro conversine peccatrum, pro libertte et exaltatine sanct Matris Ecclsi, preces effndimus, misricors et bengnus exudi. Per emdem Christum Dminum nostrum. Amen. O San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, sii nostro presidio contro la malizia e le insidie del diavolo. Che Dio lo sggioghi: chiediamo supplicando; e tu, principe della milizia celeste, caccia nellinferno Satana e gli altri spiriti maligni che a perdizione delle anime vanno errando per il mondo. M - Cos sia. Sancte Mchael Archngele, defnde nos in prlio, contra nequtiam et insdias diboli esto prsdium. Imperet illi Deus, spplices deprecmur: tuque, Prnceps militiae clstis, Stanam alisque spritus malgnos, qui ad perditinem animrum pervagntur in mundo, divina virtte, in infrnum detrde. M - Amen. Cuore sacratissimo di Ges (si ripete per tre). Abbi piet di noi. Cor Iesu sacratssimum (ripetitur ter). Miserre nobis.

Trafiggi, o dolcissimo Ges di S. Bonaventura Transfige dulcissime Domine

soavissima e salutare ferita del tuo amore,

Trafiggi, o dolcissimo Ges, la parte pi intima dellanima mia con la


Transfige, dulcissime Domine Iesu, medullas et viscera anim me suavissimo ac saluberrimo amoris tui vulnere, con vera, pura, santissima, apostolica carit, affinch continuamente languisca e si strugga lanima mia per amore e il desiderio solo di Te; vera serenaque et apostolica sanctissima caritate, ut langueat et liquefiat anima mea solo semper amore et desiderio tui; che io brami te, che io mi consumi presso i tuoi tabernacoli, non cerchi altro che essere e fondermi in Te. te concupiscat et deficiat in atria tua, cupiat dissolvi et esse tecum. Fa che lanima mia sia assetata di Te, pane degli angeli, ristoro delle anime sante, pane nostro quotidiano, pane soprannaturale, che hai ogni dolcezza e ogni sapore e procuri la gioia pi dolce. Da, ut anima mea te esuriat, panem Angelorum, refectionem animarum sanctarum, panem nostrum cotidianum, supersubstantialem, habentem omnem dulcedinem et saporem et omne delectamentum suavitatis. Di te, che gli angeli desiderano contemplare incessantemente, abbia fame e si sazi il mio cuore, e la parte pi intima dellanima mia siano ricolmati dalla dolcezza della tuo sapore: Te, in quem desiderant Angeli prospicere, semper esuriat et comedat cor meum, et dulcedine saporis tui repleantur viscera anim me; abbia sempre sete di te, fonte della vita, fonte della sapienza e della scienza, fonte della eterna luce, torrente della letizia, delizia della casa di Dio. te semper siti at fontem vit, fontem sapienti et scienti, fonema eterni luminis, torrentem voluptatis, ubertatem domus Dei. Che io ambisca sempre Te, Te cerchi, Te trovi, e mi prefigga solo te come meta, a te giunga, a te pensi, di te parli e faccia tutte le cose a onore e gloria del tuo nome, Te semper ambiat, te qurat, te inveniat, ad te tendat, ad te perveniat, te meditetur, te loquatur, et omnia operetur in laudem et gloriam nominis tui,

con umilt e discrezione, con amore e con piacere, con facilit e con affetto, con perseveranza che duri sino alla fine. cum humilitate et discretione, cum dilectione et delectatione, cum facilitate et affectu, cum perseverantia usque in finem. Perch Tu solo sei sempre la mia speranza, la mia fiducia, la mia ricchezza, il mio diletto, la mia allegrezza, la mia gioia, il mio riposo e la mia tranquillit, la mia pace, la mia soavit, il mio profumo, la mia dolcezza, il mio cibo, il mio ristoro, il mio rifugio, il mio aiuto, la mia sapienza, la mia parte di eredit, il mio possesso, il mio tesoro, nel quale rimangono sempre fissi e fermi, con salde radici, la mia mente e il mio cuore. Amen. Ut tu sis solus semper spes mea, tota fiducia mea, diviti me, delectatio mea, iucunditas mea, gaudium meum, quies et tranquillitas mea, pax mea, suavitas mea, odor meus, dulcedo mea, cibus meus, refectio mea, refugium meum, auxilium meum, sapientia mea, portio mea, possessio mea, thesaurus meus, in quo fixa et firma et immobiliter semper sit radicata mens mea et cor meum. Amen.

Preghiera di San Tommaso Gratias tibi ago, Domine

certamente non per i miei meriti, ma per solo effetto della tua misericordia ti sei degnato di saziare, col prezioso Corpo e Sangue del tuo Figlio e Signore nostro Ges Cristo me peccatore e indegno tuo servo. Gratias tibi ago, Domine, sancte Pater, omnipotens aeterne Deus, qui me peccatorem, indignum famulum tuum, nullis meis meritis, sed sola dignatione misericordi tu satiare dignatus es pretioso Corpore et Sanguine Filli tui, Domini nostri Iesu Christi. Ti prego che questa santa Comunione non sia per me un giudizio di condanna, ma valida intercessione per ottenere il perdono. Et precor, ut hc sancta communio non sit mihi reatus ad poenam, sed intercessio salutaris ad veniam. Sia per me armatura della fede e scudo di buona volont. Sit mihi armatura fidei et scutum bon voluntatis.

Ti ringrazio, o Signore santo, Padre onnipotente, eterno Iddio, che

Sia liberazione dai miei vizi, sterminio della concupiscenza e della libidine, aumento della carit e della pazienza, dellumilt, dellobbedienza e di tutte le virt; Sit vitiorum meorum evacuatio, concupiscenti et libidinis exterminatio, caritatis et patienti, humilitatis et obedienti, omniumque virtutum augmentatio; sia ferma difesa contro le insidie di tutti i nemici, sia visibili che invisibili; sia perfetta quiete dei miei moti, sia carnali sia spirituali; contra insidias inimicorum omnium, tam visibilium quam invisibilium, firma defensio; motum meorum, tam carnalium quam spiritualium, perfecta quietatio; sia ferma adesione a Te unico e vero Dio e felice conseguimento del mio ultimo fine. in te uno ac vero deo firma adhsio; atque finis mei felix consummatio. Ti prego, affinch ti degni di condurre me peccatore a quellineffabile convito dove tu, con il tuo Figlio e con lo Spirito Santo, sei luce vera ai tuoi Santi, piena saziet, gaudio eterno, completa letizia e perfetta felicit. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen. Et precor te, ut ad illud ineffabile convivium me peccatorem perducere digneris, ubi tu cum Filio tuo et Spiritu Sancto Sanctis tuis es lux vera, satietas plena, gaudium sempiternum, iucunditas consummata et felicitas perfecta. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.

CONSACRAZIONE AL SACRATISSIMO CUORE DI GES nella festa di Cristo RE Composta dal Papa PIO XI (Preghiera indulgenziata)

IESU dulcissime, Redemptor humani generis, respice nos ante conspectum


tuum humillime provolutos. O Ges dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguardate a noi umilmente prostrati innanzi al vostro altare. Tui sumus, tui esse volumus; quo autem tibi coniuncti firmius esse possimus, en hodie sacratissimo Cordi tuo se quisque nostrum sponte dedicat.

Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere; e per vivere a voi pi strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi, oggi spontaneamente si consacra al vostro sacratissimo Cuore. Te quidem multi novere nunquam; te, spretis mandatis tuis, multi repudiarunt. Miserere utrorumque, benignissime Iesu, atque ad sanctum Cor tuum rape universos. Molti, purtroppo, non vi conobbero mai; molti, disprezzando i vostri comandamenti, vi ripudiarono. O benignissimo Ges, abbi misericordia e degli uni e degli altri e tutti quanti attira al vostro Sacratissimo Cuore. Rex esto, Domine, nec fidelium tantum qui nullo tempore discessere a te, sed etiam prodigorum filiorum qui te reliquerunt; fac hos, ut domum paternam cito repetant, ne miseria et fame pereant. O Signore, siate il Re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da voi, ma anche d quei figli prodighi che vi abbandonarono; fate che questi, quanto prima, ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame. Rex esto eorum, quos aut opinionum error deceptos habet, aut discordia separatos, eosque ad portum veritatis atque ad unitatem fidei revoca, ut brevi fiat unum ovile et unus pastor. Siate il Re di coloro che vivono nell'inganno e dell'errore, o per discordia da voi separati; richiamateli al porto della verit, all'unit della fede, affinch in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore. Rex esto eorum omnium, qui in tenebris idololatriae aut islamismi adhuc versantur, eosque in lumen regnumque tuum vindicare ne renuas. Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni dellIdolatria e dellIslamismo; e non ricusate di trarli tutti al lume e al regno vostro. Respice denique misericordiae oculis illius gentis filios, quae tamdiu populus electus fuit: et Sanguis, qui olim super eos invocatus est, nunc in illos quoque redemptionis vitaeque lavacrum descendat. Riguardate finalmente con occhio di misericordia i figli di quel popolo che un giorno fu il prediletto; scenda anche sopra di loro, lavacro di redenzione di vita, il sangue gi sopra essi invocato.

Largire, Domine, Ecclesiae tuae securam cum incolumitate libertatem; largire cunctis gentibus tranquillitatem ordinis; perfice, ut ab utroque terrae vertice una resonet vox: Largite, o Signore, incolumit e libert sicura alla vostra Chiesa, largite a tutti i popoli la tranquillit dell'ordine. Fate che da un capo all'altro della terra risuoni quest'unica voce: Sit laus divino Cordi, per quod nobis parta salus: ipsi gloria et honor in saecula! Amen Sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salute; a lui si canti gloria e onore nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera Universale di Papa Clemente XI Oratio Universalis

Credo, o Signore, ma che io creda pi fermamente; spero, ma che io speri con


pi fiducia; amo, ma che io ami pi ardentemente; mi pento, ma che io mi penta con maggior dolore. Credo Domine, sed credam firmius; spero, sed sperem securius; amo, sed amem ardentius; doleo, sed doleam vehementius. Ti adoro come primo principio; ti desidero come fine ultimo; ti lodo come eterno benefattore; ti invoco come propizio difensore. Adoro te ut primum principium; desidero ut finem ultimum; laudo ut benefactorem perpetuum; invoco ut defensorem propitium. Guidami con la tua sapienza, reggimi con la tua giustizia, incoraggiami con la tua bont, proteggimi con la tua potenza. Tua me sapientia dirige, iustitia contine, clementia solare, potentia protege. Ti offro, o Signore: i pensieri, perch siano diretti a te; le parole, perch siano di te; la azioni, perch siano secondo te; le tribolazioni, perch siano per te. Offero tibi, Domine cogitanda, ut sint ad te; dicenda, ut sint de te; facienda, ut sint secundum te; ferenda, ut sint propter te. Voglio tutto ci che vuoi tu, perch lo vuoi tu, nel modo in cui lo vuoi tu, fino a quando lo vuoi tu.

Volo quidquid vis, volo quia vis, volo quomodo vis, volo quamdiu vis. Ti prego, o Signore: illumina la mia intelligenza, infiamma la volont, purifica il cuore, santifica lanima mia. Oro, Domine, intellectum illumines, voluntatem inflammes, cor emundes, animam sanctifices. Che pianga i peccati commessi, respinga le tentazioni, corregga le inclinazioni cattive, pratichi le virt necessarie. Defleam praeteritas iniquitates, repellam futuras tentationes, corrigam vitiosas propensiones, excolam idoneas virtutes. Concedimi, o Padre buono: lamore di te, lodio di me, lo zelo per il prossimo, il disprezzo del mondo. Tribue mihi, bone Deus, amorem tui, odium mei, zelum proximi, contemptum mundi. Che mi sforzi: di obbedire ai superiori, di aiutare gli inferiori, aver cura degli amici, perdonare i nemici. Studeam superioribus oboedire, inferioribus subvenire, amicis consulere, inimicis parcere. Che vinca: le passioni con la mortificazione, lavarizia con la generosit, lira con la mitezza, la tiepidezza con il fervore. Vincam voluptatem austeritate, avaritiam largitate, iracundiam lenitate, tepiditatem fervore. Che sia: prudente nel consiglio, forte nei pericoli, paziente nelle avversit, umile nella prosperit. Redde me prudentem in consiliis, constantem in periculis, patientem in adversis, humilem in prosperis. Fa, o Signore: che sia attento nella preghiera, sobrio nel cibo, diligente nei miei doveri, fermo nei propositi. Fac, Domine, ut sim in oratione attentus, in epulis sobrius, in munere sedulus, in proposito firmus. Che io mi sforzi di avere: linnocenza interna, modestia esterna, una conversazione esemplare, una vita regolare.

Curem habere innocentiam interiorem, modestiam exteriorem, conversationem exemplarem, vitam regularem. Che vigili assiduamente: nel domare la natura, nel favorire la grazia, nellosservare la legge e meritare la salvezza. Assidue invigilem naturae domandae, gratiae fovendae, legi servandae, saluti promerendae. Che impari da te: quanto fragile tutto ci che terreno, quanto grande tutto ci che divino, quanto breve tutto ci che temporaneo, quanto durevole tutto ci che eterno. Discam a te quam tenue quod terrenum, quam grande quod divinum, quam breve quod temporaneum, quam durabile quod aeternum. Concedimi: di essere pronto alla morte, di temere il giudizio, di non cadere nellInferno, di ottenere il Paradiso. Da mortem praeveniam, iudicium pertineam, infernum effugiam, paradisum obtineam. Per Cristo nostro Signore. Amen Per Christum Dominum nostrum. Amen.

MEMORARE PISSIMA VIRGO MARIA

Memorre,

pissima Virgo Maria, a saculo non esse audtum quemquam Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si mai udito al mondo che qualcuno

ad tua currntem praesdia, tuam implorntem auxlia, tua petntem suffrgia esse derelctum.

sia ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Ego, tali animtus confidntia, ad te, Virgo vrginum, Mater, Animato da tale confidenza, a te ricorro, o Madre Vergine delle Vergini, curro: ad te vnio, coram te gemens pecctor asssto. a te vengo e, peccatore contrito, innanzi a te mi prostro. Noli, Mater Verbi, verba mea despcere, sed audi proptia et exudi. Amen. Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma ascoltami propizia ed esaudiscimi. Amen.

Orazione al SS. Crocifisso En ego, o bone et dulcissime Iesu

prostrato, vi prego col fervore pi vivo di stampare nel mio cuore sentimenti di Fede, di Speranza, di Carit, En rgo, o bone et dulcissime Iesu, ante conspectum tuum genibus me provolvo, ac maximo animi ardore te oro atque obtestor, ut meum in cor vividos fidei, spei et caritatis sensus, di Dolore dei miei peccati, e di proponimento di non pi offendervi, mentre io

Eccomi, o mio amato e buon Ges, che alla santissima vostra presenza

con tutto l'amore e con tutta la compassione vado considerando le vostre cinque piaghe, atque veram peccatorum meorum paenitentiam, eaque emendandi firmissimam voluntatem velis imprimere; dum magno animi affectu et dolore tua quinque vulnera mecum ipse considero ac mente contemplor, cominciando da ci che disse di Voi, o mio Dio, il santo profeta David: trapassarono le mie mani e i miei piedi, contarono tutte le mie ossa. Amen. illud prae oculis habens, quod iam in ore ponebat tuo David propheta de te, o bone Iesu: Foderunt manus meas et pedes meos: dinumeraverunt omnia ossa mea. Amen.

Anima Christi

Corpo di Cristo, slvami. Sangue di Cristo, inbriami. Acqua del fianco di Cristo, lvami. Anima Christi, santifica me. Corpus Christi, salva me. Sanguis Christi, inebria me. Aqua lateris Christi, lava me. Passione di Cristo, confrtami. O buon Ges, esaudscimi. Nascdimi fra le tue piaghe. Passio Christi, conforta me. O bone Iesu, exaudi me. Intra vulnera tua absconde me. Non permttere che mi separi da Te. Difndimi dal nemico maligno. Chimami nellora della mia morte. Ne permittas a te me separari. Ab hoste maligno defende me. In hora mortis meae voca me.

Anima di Cristo, santficami.

E comanda che io venga da Te. Affinch Ti lodi con i tuoi Santi. Nei secoli dei secoli. Amen Et iube me venire a te, ut cum sanctis tuis laudem te per infinita saecula saeculorum. Amen.

O Maria, Virgo et Mater

O Maria, Vergine e Madre santissima, ecco che io ho ricevuto il tuo


dilettissimo Figlio che tu hai concepito nel tuo seno l'immacolato, hai generato, allattato e stretto con abbracci tenerissimi. O Maria, Virgo et Mater sanctissima, ecce suscpi dilectissimum Flium tuum, quem immaculato tero tuo concepisti, genuisti, lactsti, atque suavssimis amplxibus strinxisti. Ecco che Colui, la cui vista ti allietava e formava tutte le tue gioie, io umilmente ed affettuosamente te lo presento da stringere fra le tue braccia, da amare con il tuo cuore, e da offrire alla SS. Trinit in tu onore e per la tua gloria per i miei bisogni e di quelli di tutto il mondo. Ecce, cuius aspctu ltabris et mnibus deliciis replebris, illum ipsum tibi humliter et amnter repraesnto et ffero tuis brcchiis constringndum, tuo corde amndum, sanctissimeque Trinitti in suprmum latri cultum, pro tui ipsus honre et glria et pro meis totisque mundi necessittibus, offerndum. Ti prego dunque, o piissima Madre, d'impetrare il perdono di tutti i miei peccati, un'abbondante grazia di servire il tuo Figlio d'or innanzi con maggior fedelt, e, infine, la grazia della perseveranza finale, affinch possa lodarlo con Te per tutti i secoli dei secoli. Amen. Rogo ergo te, pissima Mater, mpetra mihi vniam mnium peccatrum merum, ubermque grtiam ipsi deinceps fidlius servindi, ac dnique grtiam finalem, et eum tecum laudre possim per mnia scula sculrum. Amen.

O Ges ti adoro Adoro Te devote

qu sub his figuris vere latitas: Tibi se cor meum totum subicit, quia te contemplans totum deficit. O Ges ti adoro nellostia nascosto, che, sotto queste specie, stai celato: Solo in Te il mio cuore si abbandona Perch contemplando Te, tutto vano. Visus, tactus, gustus in Te fallitur, sed auditu solo tuto creditur: Credo quidquid dixit Dei Filius: nihil hoc verbo veritatis verius. La vista, il tatto, il gusto non arriva a Te, ma la tua parola resta salda in me: credo a tutto ci che il Figlio di Dio ha detto: nulla pi vero della tua parola di verit. In cruce latebat sola Deitas, at hic latet simul et humanitas: ambo tamen credens atque confitens, peto quod petivit latro pnitens. Hai nascosto in croce la Divinit, ma sullaltare si cela anche la tua umanit: uomo-Dio la fede ti rivela a me, Cerco ci che desider il ladro pentito. Plagas, sicut Thomas,non intueor; Deum tamen meum te confiteor. Fac me tibi semper magis credere, in te spem habere te diligere. Non vedo le piaghe come Tommaso, tuttavia confesso che tu sei il mio Dio. F che io possa credere sempre pi a Te, che abbia speranza in Te e che ti ami. O memoriale mortis Domini,

Adoro Te devote latens Deitas,

panis vivus vitam praestans homini, prsta me menti de te vivere, et te illi semper dulce sapere. O memoriale della morte del Signore, pane vivo che offri la vita alluomo, fa che la mia mente viva di Te, e che ti gusti sempre dolcemente. Pie pellicane Iesu Domine, me immundum munda tuo sanguine, cuius una stilla salvum facere, totum mundum quit ab omni scelere. O pio pellicano Signore Ges, purifica me, peccatore, col tuo sangue, che, con una sola goccia, pu rendere salvo tutto il mondo da ogni peccato. Iesu, quem velatum nunc aspicio, oro fiat illud quod tam sitio: ut, te revelata cernens facie, visu sim beatus tu gloriae. Amen. O Ges, che ora vedo, prego che avvenga ci che tanto desidero: che, vedendoti col volto svelato, sia beato della visione della tua gloria. Amen.

Pange lingua

Pange, lingua, gloriosi


corporis mysterium, sanguinisque pretiosi, quem in mundi pretium fructus ventris generosi Rex effudit gentium. Canta, o lingua il mistero del glorioso Corpo e del Sangue prezioso, che il Figlio del nobile grembo,

Re dei popoli, vers a riscatto del mondo. Nobis datus, nobis natus ex intacta Virgine, et in mundo conversatus, sparso verbi semine, sui moras incolatus miro clausit ordine. Egli donatosi a noi, nato per noi da una Vergine Purissima, dopo aver dimorato nel mondo e sparso il seme della sua Parola, chiuse il suo pellegrinaggio con un istituzione mirabile. In suprem nocte cen recumbens cum fratribus, observata lege plene cibis in legalibus, cibum turb duoden se dat suis manibus. La notte dellultima Cena, sedendo a mensa coi suoi, osservata esattamente la Legge nei cibi rituali, con le proprie mani d se stesso in cibo ai Dodici. Verbum caro panem verum verbo carnem efficit, fitque sanguis Christi merum, et, si sensus deficit, ad firmandum cor sincerum sola fides sufficit. Il Verbo incarnato con la sua parola trasforma il vero pane nella sua Carne; il vino diventa Sangue di Cristo e, se il senso si smarrisce, la fede sola basta a rafforzare cuore sincero. Tantum ergo sacramentum veneremur cernui, et antiquum documentum novo cedat ritui; prstet fides supplementum sensuum defectui. Cos gran Sacramento dunque veneriamo prostati: ceda la vecchia Legge al Sacrificio nuovo: supplisca la fede al difetto dei sensi.

Genitori Genitoque laus et iubilatio, salus, honor, virtus quoque sit et benedictio; procedenti ab utroque compar sit laudatio. Amen. Al Padre e al Figlio, sia lode e giubilo, salute, onore, potenza e benedizione: A Colui che procede da ambedue, pari azione di lode sia. Amen.

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