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Ammaniti Niccol

Fango
Scheda di De Federicis, L., L'Indice 1996, n. 6 (scheda pubblicata per l'edizione del 1996) Lo scrittore giovane pi temibile del momento Niccol Ammaniti, romano del 1966, che, dopo il primo romanzo Branchie (1994), ora pubblica in Fango sette pezzi di varia misura.Tutti ambientati nella comune vita metropolitana, a Roma o altrove. Il primo basterebbe da solo a fare il libro e ha un titolo, Lultimo capodanno dellumanit, che definisce lintero scenario al quale sembrano tendere le invenzioni di Ammaniti. un testo lungo e ben costruito, un racconto frammentato, che, dentro lunit di tempo e luogo (festa di capodanno nel comprensorio di lusso), combina diverse storie e personaggi. Incomincia registrando mediocri frustrazioni e ovvie banalit del midcult; continua con un mucchio selvaggio di individuali truculenze; e finisce su una festa di morte collettiva, facendo esplodere e saltare a pezzi ogni cosa e persona nella distruzione delle palazzine condominiali. Seguono, negli altri racconti, una serata in discoteca, conclusa da stupri e uccisioni; i sogni o incubi di un serial killer, che ammazza con i ferri da calza; la carriera universitaria di un vero e bavoso zombi; un regolamento di conti tra malavitosi; la disinfestazione che lUsl conduce a colpi di lanciafiamme e il metallico abbraccio di un tale voglioso di sesso con una vergine irrigidita dalle protesi. I recensori del seriocomico Ammaniti sono divisi, accentuandone alcuni laspetto ilare e altri quello torbido e funebre.Bisogna leggerlo semplicemente per divertirsi al suo gioco scatenato e trasgressivo, eccessivo, fumettistico? Oppure, secondo gli indizi suggeriti dal titolo metaforico e dalla citazione manzoniana in esergo, per coglierne lamara proiezione del mondo reale, film di morte e sangue che gira nel cervello dello spacciatore Albertino, e dellautore e del lettore? E dove pu andare di qui in avanti Ammaniti, cosa pu scrivere? Intanto il suo libro ci interessa anche per quello che non ha. Non ha lirismo saggismo pause; non ha, o non mostra, memoria della letteratura canonica. Le situazioni, di sesso e droga, sociologiche e psicologiche, si modellano sui fatti di cronaca. Il modo della rappresentazione sembra nato ieri. Il ritmo del montaggio e luso enfatico dei dettagli, suoi punti di forza, vengono dal ci-nema (e il riferimento dobbligo a Quentin Tarantino, ma se ne dovrebbero aggiungere altri: almeno il vecchio Sam Peckinpah, per la poetica della vio-lenza applicata in certi film dinterni come Cane di paglia).Tra i dettagli sempre gli occhi, segnale fisso di una cultura iconica, occhi per piccoli e bui, o rossi, vitrei, due fessure (senza pensiero). Ha, questo libro di nuovo stile, una scrittura rapida, ferocemente rivolta al suo tema, allattimo in cui la tenera materia senziente soccombe allassedio di armi da taglio e da fuo-co, soffocamenti, incendi, trafitture, buchi qua e l. Sul tema cento variazio-ni.Un arpionato: Sent lo sterno esplodergli al contatto con la punta.Una squarciata dal botto: E vide che le sue interiora erano diventate esteriora. Le budella le colavano gi, come un gigantesco lombrico floscio, a ter-ra.Unaltra sbatacchiata a mani nude: Fracassata

sulla sabbia. La sua testa aperta come un uovo di pasqua fatto di carne e di ossa e di capelli.La sor-presa cola gi sulla sabbia. Cervello. Molle molle. E via.

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