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I numeri di Fibonacci

I numeri di Fibonacci sono una sequenza matematica, i cui elementi e i cui rapporti si riscontrano in una straordinaria variet di fenomeni naturali e artistici. A questa sequenza fu dato il nome del suo scopritore duecentesco, Leonardo Pisano, detto Fibonacci. In una sezione del suo famoso trattato, Liber Abaci, questi poneva un problema matematico: Se una coppia di conigli rimane isolata, "quanti conigli nasceranno nel corso di un anno, ammesso che ogni mese una coppia di conigli ne produca un'altra coppia, e che i conigli incomincino a partorire due mesi dopo la propria nascita?". Per arrivare alla soluzione, possiamo preparare tre liste. Su una segneremo il numero totale delle coppie di conigli alla fine di ogni mese, su un'altra il numero delle coppie feconde, e sulla terza il numero delle coppie immature. Le tre liste risultano identiche (ove si eccettui il fatto che la lista delle coppie immature incomincia con 0, e alla lista di tutte le coppie manca il primo numero di tutta la sequenza, cio 1). La lista di tutte le coppie per ogni singolo mese si presenta cos: 1, 2, 3, 5, 8, 13,21,34, 55, 89, 144, 233 e 377. L'ultima cifra della lista d la soluzione del problema: nel corso di dodici mesi nasceranno 376 coppie (dobbiamo sottrarre da 377 la prima coppia, che era gi nata). L'intera sequenza di Fibonacci deriva dalla lista delle coppie mature: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21 ecc. Questa successione numerica ha la propriet matematica che ogni elemento (a partire dal secondo) uguale alla somma dei due precedenti. Usando questa formula possibile estendere la sequenza all'infinito. La sequenza ha un'altra propriet matematica interessante, che si pu notare calcolando il rapporto di ogni elemento con quello precedente . Partendo dai primi due elementi, il rapporto 1 - 1, o semplicemente 1. Il secondo rapporto 2 - 1, o 2. Il terzo 3 - 2, o 1,5; il quarto 5 - 3 o circa 1,67; il quinto 8 - 5, o 1,6. Gli altri sono 1,625, circa 1,615, circa 1,619, circa 1,618. Nel settecento si scopr che questi rapporti convergono su un numero irrazionale detto phi, i cui primi termini sono 1,618034. (pi precisamente, phi, 1/2 della radice quadrata di 5 pi 1/2.) Questo significa che ogni numero circa 1,618034 volte pi grande del numero che lo precede. Questo stesso numero phi, aveva gi svolto una parte importante nella civilt occidentale. Era noto come il numero aureo che gli antichi greci chiamavano proporzione divina. Servendosi di riga e compasso, i geometri greci erano in grado di dividere qualsiasi linea data in due segmenti, in modo che il rapporto fra il segmento pi lungo e quello pi corto fosse identico al rapporto fra l'intera linea e il segmento pi lungo. La divisione della linea era detta sezione aurea, il rapporto proporzionale era la proporzione divina, e il numero con cui era possibile esprimere tale rapporto era il numero aureo o aurea mediocrit. In altre parole, l'intera linea circa 1,618034 volte pi lunga del segmento pi lungo, e il segmento pi lungo circa 1,618034 pi lungo del segmento pi corto. La civilt greca classica, e in particolare le tradizioni di Pitagora e Platone, tent di unificare tutte le arti e tutte le scienze secondo rapporti armonici che a loro avviso erano inerenti all'universo. In ogni campo di studio - la societ umana, per esempio - ogni

individuo aveva un posto unico nella gerarchia di tutti gli individui. I rapporti gerarchici fra gli individui rispecchiavano dei principi matematici, e in particolare la proporzione divina. Nel Timeo Platone sostiene che i tre termini di una divina proporzione - la pi grande (la linea intera), quella di mezzo (il segmento pi lungo) e la pi piccola (il segmento pi corto) - sono "tutti di necessit gli stessi , non sono che uno". In una progressione di divine proporzioni, ogni parte un microcosmo, o modello minuscolo di tutto l'insieme. Gli artisti e gli architetti greci facevano libero uso dei rettangoli aurei - rettangoli cio in cui il rapporto fra il lato lungo e quello corto il numero aureo. Essi ritenevano che quella figura fosse gradita all'anima. Se da uno spigolo di rettangolo aureo si taglia un quadrato, anche il rettangolo che rimane un rettangolo aureo. Questi rettangoli aurei erano usati per disegnare la pianta del pavimento e la facciata dei templi . Il Partenone, sull'Acropoli di Atene, si conforma a questa regola. Anche i vasi greci e le statue che raffiguravano esseri umani erano costruiti secondo la proporzione divina. L'ombelico di una statua, per esempio, divideva l'altezza del corpo in due segmenti aurei. Poi il segmento superiore veniva diviso all'altezza del collo in altri due segmenti dello stesso genere. Gli occhi, infine, dividevano in maniera analoga la testa (vd. figura a lato). A partire dal rinascimento anche la tradizione europea delle belle arti ha fatto frequente e deliberato uso della proporzione divina nella forma delle tele, nelle dimensioni delle figure e in altri particolari. Anche i compositori si sono serviti di tale proporzione nelle loro partiture musicali. In questo caso, il tempo sostituisce lo spazio come dimensione da dividere. Per quel che dato sapere, l'uso musicale della proporzione divina non fu intenzionale fino al Novecento. Ci convalida l'idea che la proporzione naturalmente piacevole. Nell'Ottocento si scopr che un'elevata percentuale di comuni oggetti rettangolari, quali le carte da gioco, le finestre, le copertine dei libri e ,e cartelle si avvicinano ai rettangoli aurei. Da allora i disegnatori commerciali si sono serviti volutamente delle dimensioni auree per disegnare involucri, vetrine e manifesti pubblicitari. Una figura geometrica affine, la spirale aurea, un altro mezzo col quale possibile vedere la proporzione divina in molti oggetti. Per ottenere questa spirale, si disegni una serie di rettangoli aurei decrescenti uno dentro l'altro. Questo disegno mostrer anche una serie di quadrati decrescenti. Si disegni ora attraverso questi quadrati una serie di archi circolari che abbiano come raggio i lati dei quadrati. La curva che ne consegue si avvicina alla spirale aurea, detta anche spirale logaritmica. (La precisa equazione della spirale aurea comprende il numero aureo come fattore). La spirale aurea si pu trovare nell'arte di molte culture e molto spesso anche in natura. Parecchie variet di comuni organismi marini, dal plancton alle lumache al nautilo, presentano spirali auree nelle loro fasi di sviluppo o nelle loro conchiglie. La parte inferiore delle onde del mare forma delle spirali auree, inducendo i costruttori navali a dare la stessa forma alle ancore. Anche la maggior parte delle corna, delle zanne, dei becchi e degli artigli si avvicinano alla spirale aurea, cos come fanno le braccia a spirale della Via Lattea e di molte altre galassie.

La spirale aurea compare nella coda delle comete e nella spirale di certi ragni. Le spirali auree si possono trovare anche nella distribuzione dei semi nel capolino di molte specie di fiori, nell'ordinamento delle scaglie degli ananas e delle brattee sulle pigne. Si scoperto che questi ed altri esempi botanici hanno anche un'altra attinenza con la proporzione divina manifestata nella successione numerica di Fibonacci. Sulla testa di un tipico girasole, per esempio, il numero delle spirali rientra molto spesso in questo schema: 89 spirali che si irradiano ripide in senso orario; 55 che si muovono in senso antiorario e 34 che si muovono in senso orario ma meno ripido. Questi sono tre numeri adiacenti delle sequenza di Fibonacci. Il pi grande girasole che si sia mai conosciuto aveva 144, 89 e 55 spirali. In molte specie vegetali, prime fra tutte le Astaracee (girasoli, margherite, ecc.), il numero dei petali di ogni fiore di solito un numero di Fibonacci, come 5, 13, 55 o perfino 377, come nel caso della diaccola. Le brattee delle pigne si dispongono in due serie di spirali dal ramo verso l'esterno - una in senso orario e l'altra in senso antiorario. Uno studio di oltre 4000 pigne di dieci specie di pino rivel che oltre il 98 per cento di esse conteneva un numero di Fibonacci nelle spirali che si diramavano in ogni direzione. Inoltre, i due numeri erano adiacenti, o adiacenti saltandone uno, nella sequenza di Fibonacci - per esempio 8 spirali in un senso e 13 nell'altro, o 8 spirali in un senso e 21 nell'altro. Le scaglie degli ananas presentano un'aderenza ancora pi costante ai fenomeni di Fibonacci: non una sola eccezione fu trovata in un test compiuto su 2000 ananas. I numeri di Fibonacci si trovano anche nella fillotassi, l'ordinamento delle foglie su un gambo. Su molti tipi di alberi le foglie sono allineate secondo uno schema che comprende due numeri di Fibonacci. Partendo da una foglia qualunque, dopo uno, due, tre o cinque giri dalla spirale si trova sempre una foglia allineata con la prima. a seconda delle specie, questa sar la seconda, la terza, la quinta, l'ottava o la tredicesima foglia. Queste scoperte in botanica, in zoologia e in astronomia non avrebbero sorpreso gli antichi greci, convinti com'erano dell'armonia geometrica dell'universo. A dire il vero, alcuni dei dati presentati in questo articolo sono stati usati in una moderna teoria di "simmetria dinamica", elaborata dallo studioso americano Jay Hambridge. Questa teoria attribuisce la potenza dinamica dell'arte greca al suo uso dei "quadrati turbinanti" della proporzione divina. Forse si trover ancora qualche principio che colleghi tutti gli esempi naturali di fenomeni aurei e indichi altre manifestazioni non ancora scoperte. Forse gli esseri umani hanno percepito inconsciamente tale principio in questi fenomeni naturali e se ne sono serviti come metro di giudizio per valutare le opere d'arte. D'altra parte, non escluso che si tratti soltanto di coincidenze. E' stato fatto notare che esiste soltanto un numero ordinato di disegni ordinati possibili per gli artisti. Una certa ripetizione di questi disegni quindi inevitabile. Inoltre, molte grandi opere d'arte non hanno nessun rapporto apparente con la proporzione divina. E molti esempi si avvicinano soltanto in maniera approssimativa all'ideale. Infine, il gusto per la proporzione divina pu essere apparso naturale solo dopo un lungo uso da parte dei greci e dei loro imitatori.

Anche in natura troviamo che alcuni dei fenomeni citati non sono che manifestazioni occasionali o approssimative della spirale aurea o della sequenza di Fibonacci. In ogni caso questi esempi comportano soltanto un numero limitato di fenomeni. Sono state avanzate teorie specifiche in vari campi per spiegare alcuni casi particolari, come la fillotassi (la disposizione delle foglie). Ebbene, queste teorie non hanno alcuna applicazione universale. Anche se non si trova mai una spiegazione universale, lo studio dei fenomeni aurei e delle successione numerica di Fibonacci pu essere visto come un nobile esercizio nella ricerca di unit e di rapporti matematici. In fin dei conti, la ricerca era una caratteristica fondamentale della filosofia greca e anima tuttora la scienza moderna.

Livello 1
Prerequisiti Nessuno prerequisito richiesto, salvo al pi la capacit di misurare con riga e squadra. Strumenti: cartoncino, riga e forbici. Partiamo considerando un rettangolo le cui proporzioni tra i lati sono assegnate, pi precisamente consideriamo un rettangolo aureo. Un rettangolo si dice aureo quando l'altezza la sezione aurea della base. In altre parole, supponiamo a, b siano rispettivamente la base e l'altezza del nostro rettangolo. Diremo che questo aureo se sussiste la proporzione: a : b = b : (a - b) Ovvero, se consideriamo per semplicit a = 1, b dovr soddisfare la seguente equazione: b + b - 1 = 0 cio dovremo avere b = (5 -1)/2 ~ 0.618034 Senza ricorrere al difficile (per questo primo livello) linguaggio delle proporzioni, seppur facente parte delle conoscenze di base degli studenti di scuola media inferiore, sar sufficiente considerare un rettangolo di base 10 ed altezza 6,2 (o qualunque altro multiplo intero di questi numeri). Quello che ci proponiamo di fare, al livello 1, poco pi che un gioco con cartoncino e forbici: ritagliare dal rettangolo un quadrato di lato 10 e constatare che il rettangolo rimanente ancora simile a quello di partenza, dove col termine simile abbiamo indicato, grossolanamente, una figura i cui lati stanno tra loro nella medesima proporzione dell'altra figura.

Pi semplicemente, se il rettangolo di partenza aveva base 10 ed altezza 6,2, quello successivo avr base 6,2 ed altezza (10 - 6,2) = 3,8 e le proporzioni tra base ed altezza restano praticamente inalterate. Quindi si pu procedere oltre e ritagliare dal secondo rettangolo un altro quadrato, con la stessa procedura precedente. Ci avanzer un altro rettangolo i cui lati stanno (anzi, dovrebbero stare) ancora nella stessa proporzione. Questo fatto offre due spunti di osservazione:

Fino a che punto si pu procedere con questi ritagli ed ancora ottenere come risultato un rettangolo aureo (coi lati, cio, in proporzione aurea tra loro). Se si considera un rettangolo con proporzioni diverse, sussiste ancora la stessa propriet?

A queste domande si pu rispondere in modo intuitivo e comprensibile da chiunque. Si provi ad effettuare iterativamente questa operazione di ritagli e, se le proporzioni tra i lati sono quelle indicate, si pu andare molto avanti a ritagliare quadrati successivi. Fino a quando? Si pu dimostrare, ma questa materia per il livello 2, che tale procedura pu procedere all'infinito, anzi, meglio, fino a quando ci avanza UN SOLO PUNTO. E' sufficiente per sbagliare anche di pochissimo le proporzioni o i ritagli e ci si arresta dopo pochi passi, osservando che il rettangolo ottenuto ha una proporzione diversa tra i lati. In sostanza un piccolo gioco di precisione manuale: pi si bravi a ritagliare con precisione e pi numerosi saranno i passi del nostro procedimento. Questa osservazione, apparentemente banale, nasconde una verit molto profonda: il procedimento illustrato dipende in modo non continuo dai dati iniziali (ovvero dalle misure iniziali), basta un piccolo scarto e l'errore diventa presto molto grande, un concetto che vedremo meglio nel livello 3. La seconda risposta immediata: se si prende un altro rettangolo con proporzioni tra i lati diverse da quelle indicate, gi al primo ritaglio il procedimento si arresta, ottenendo quasi subito un rettangolo che non conserva pi le stesse proporzioni iniziali (esempio banale: un rettangolo dove la base il doppio dell'altezza si divide, secondo il procedimento visto, in due quadrati identici). Si pu dimostrare, ed ci che faremo nei livelli successivi, che tale procedura pu essere continuata fino ad arrivare ad un punto, sempre ottenendo rettangoli aurei, solo se il rettangolo di partenza esso stesso aureo.

Livello 2
Prerequisiti Questa esposizione adatta a tutti gli studenti degli ultimi anni delle scuole medie superiori italiane. I concetti matematici richiesti sono:

Concetto di proporzionalit e di proporzione Soluzioni di un'equazione di II grado Soluzioni di sistemi di equazioni lineari

Grazie a questi semplici concetti elementari, ai quali si far ricorso solo in maniera estremamente semplificata, si potr arrivare a far acquisire agli allievi una certa familiarit con il concetto di operazione di limite che, quindi, non rientra affatto nei prerequisiti.

Piccolo excursus storico-artistico


La sezione aurea ha avuto una grande importanza nel periodo del Rinascimento non solo nel campo della scienze matematiche ma anche nell'arte e nell'architettura in generale. Ricordo che il rapporto tra un segmento e la sua sezione aurea fu chiamato Proporzione Divina dal matematico Pacioli nel celebre trattato De Divina Proportione datato 1496. La figura del frate matematico Pacioli merita un approfondimento per varie ragioni alle quali qui accenno solo sinteticamente ma che possono servire da spunto per una scheda di ricerca incentrata sui legami tra matematica e arte dell'epoca. Pacioli conosciuto per il suo trattato Summa de Arithmetica, Geometria, Proportioni et Proportionalit del 1494 che viene riferito da alcuni storici quale primo trattato generale di aritmetica ed algebra ad essere stato pubblicato in stampa. In realt il primo trattato di matematica ad essere stato stampato pare risalga al 1478 per opera di autore anonimo e portava il titolo di L'arte de l'abaco che altro non che una copia del celebre Liber Abbaci del Fibonacci risalente al 1202. In questo testo Fibonacci espone il problema che l'ha poi reso pi famoso e che incontreremo anche noi nel corso di questa esposizione. Il problema noto come Problema di Fibonacci e pu essere sintetizzato come segue: supponiamo che una coppia di conigli impieghi un mese per raggiungere l'et riproduttiva e che successivamente la coppia riproduca se stessa una volta al mese. Se si parte con una sola coppia, quante coppie si avranno dopo N mesi? La risposta porta alla definizione della Serie di Fibonacci che curiosamente incontreremo come caso simile al nostro problema dei rettangoli aurei. Va ricordato inoltre che il gi citato De Divina Proportione ebbe una grande influenza nella anatomia artistica di Leonardo da Vinci (grande amico dello stesso Pacioli quando entrambi lavorarono alla corte degli Sforza di Milano) tant' che le figure per il testo erano state disegnate da Leonardo. Ma Pacioli stesso, al quale si deve il nome di proporzione divina, non fu esente da pesanti influenze artistiche, essendo stato istruito da Piero della Francesca dagli scritti del quale trasse ispirazione per i suoi trattati. Diversi concetti geometrici pervasero poi l'Arte di Leonardo da Vinci e, tanto per fare un esempio, nella figura umana leonardesca l'ombelico doveva dividere l'altezza totale del corpo secondo la sezione aurea. Inoltre per Leonardo il piede doveva essere 1/7 dell'altezza totale. Si pu osservare anche da questi piccoli esempi come il concetto di proporzionalit e di sezione aurea influenzarono pesantemente gran parte dell'Arte rinascimentale, come

diventer evidente poi in Architettura quando le proporzioni degli edifici (principalmente, delle facciate di questi) dovevano rispettare la cosidetta regola aurea nei rapporti tra base ed altezza. Questi spunti possono rivelarsi utili ai fini di una scheda di approfondimento interdisciplinare che leghi la storia dell'arte, il disegno geometrico e la teoria delle proporzioni. Torniamo ora al nostro problema e formalizziamo in modo un po' pi rigoroso ci che abbiamo fatto al livello 1 con carta e forbici. Consideriamo la situazione seguente: abbiamo un rettangolo di base a0 ed altezza a1 e vogliamo tagliar via da questa figura un quadrato di lato a1. Ci che rimane ancora un rettangolo di lati a1, a2 dove a2 = a0 - a1. Tagliando via ancora un altro quadrato di lato a2 otteniamo un altro rettangolo di lati a2, a3 dove a3 = a1 - a2 Per semplicit supponiamo nuovamente che a0 = 1. La domanda quindi: per quali valori di a1 si pu continuare questo processo di continui tagli cio per quali valori della dimensione a1 la successione an+2 = an - an+1 assume sempre valori POSITIVI? Quest'equazione, detta comunemente equazione alle differenze, ha una soluzione del tipo an = A 1n + B 2n dove 1, 2 sono le radici dell'equazione + - 1 = 0 e A, B sono due costanti che si ricavano dalle condizioni iniziali a0, a1. Noi desideriamo che la soluzione an, (n in N) sia positiva. Questo impone delle restrizioni sulla scelta di a0 e di a1 ma poich abbiamo supposto a0 = 1 tutto si riduce a trovare una condizione su a1. Supponiamo per un momento di aver dimostrato che la soluzione generica an sia della forma suddetta. Ora, poich 1 = (5 - 1)/2 < 1 mentre 2 = - (5 + 1)/2 < -1 le potenze 2n hanno segno alterno ma crescono in valore assoluto al crescere di n. Viceversa le potenze 1n si mantengono tra 0 e 1 per ogni n in N dunque la nostra soluzione an avr segno alternativamente negativo e positivo. Da ci segue immediatamente che se vogliamo che an > 0 deve essere B = 0 e poich a0 = 1 si avr anche: a0 = A + B = A = 1 dunque la soluzione data da an = 1n = [(5 - 1)/2]n Il problema di poter operare infiniti tagli quindi ben posto solo se a1 = (5 - 1)/2 in definitiva se il rettangolo di partenza aureo. In tutti gli altri casi il procedimento si arresta dopo un numero finito di tagli.

Dimostrazione del fatto che an = A 1n + B 2n


Siano A, B soluzioni del sistema A + B = a0

1 A + 2 B = a1

cio (a0 2 - a1) A= (2 - 1) Ora poich a2 = a0 - a1 = A (1 - 1) + B (1 - 2) = A 1 + B 2 con un ragionamento induttivo si arriva alla conclusione. Infatti supponiamo che an = A 1n + B 2n e anche an+1 = A 1n+1 + B 2n+1. Avremo: an+2= an - an+1 = A 1n (1- 1) + B 2n (1- 2) = A 1n+2 + B 2n+2 come volevamo. Questo procedimento standard per risolvere equazioni del tipo visto. Tra queste non possiamo non ricordare la seguente an+2 = an+1 + an che, ponendo a0 = 0 ed a1=1 come condizioni iniziali, definisce la successione dei numeri di Fibonacci gi introdotta in precedenza nel richiamo storico. Eseguendo i calcoli visti in questo caso troviamo an = 1/5 [(1 + 5)/2]n - [(1 - 5)/2]n Osserviamo che, curiosamente, pur essendo 5 un numero irrazionale i termini della successione an sono INTERI (esercizio: calcolarne alcuni). Andiamo ora a vedere che cosa succede operando infiniti tagli. Consideriamo dunque un rettangolo aureo come da fig. 1 (O l'origine di un sistema di riferimento cartesiano Oxy) dove OA0 = a e OB0 = b e sia b = aq = a(5-1)/2. Il lato del primo quadrato tagliato via dunque aq, il secondo sar bq cio (aq)q = aq, il terzo (aq)q = aq e cos via. Consideriamo ora i segmenti orizzontali di indice dispari: OA1 = x1, OA3 = x3, OA5 = x5, . . . . . Questi costituiscono una successione crescente (vedi fig.) e poich OA1 = x1 = aq il segmento A1A3 = aq5 (lato del quinto quadrato) e A3A5 = aq9 (lato del nono quadrato) e cos via. Per ottenere OA3 = x3 baster dunque sommare OA1 + A1A3 cio aq + aq5 etc. Si avr infine: x2n+1 = aq + aq5 + aq9 + . . . . . +aq4n+1 = aq(1 + q4 +q8 + . . . . . + q4n) e B= (2 -1) (a1 - 1 a0)

Questa una progressione geometrica per cui, ricordandoci del fatto che q soluzione dell'equazione q = 1 - q, possiamo sostituire e scrivere: x2n+1 = aq [1 - q4(n+1))/(1 - q4] = a/(1 + q) - aq4(n+1)/(1 + q) Ora poich q < 1, la quantit q4(n+1) diviene piccola al crescere di n e basta prendere n abbastanza grande per ottenere x2n+1 ---> a/(1 + q) = x Consideriamo ora la successione dei segmenti orizzontali di indice pari OA0 = a, OA2 = x2, OA4 = x4, . . . . .

Questa successione decrescente (vedi fig.) ed inoltre, analogamente al caso precedente, possiamo scrivere: x2n = a - (aq + aq7+ . . . . . + aq4n-1) = a - [aq(1 + q4 + . . . . . + q4n-4)] = a - aq(1 - q4n)/(1 q4) = = a[1 - q(1 -q4n)/(1 + q)] Ancora, basta prendere n abbastanza grande per avere x2n ---> a/(1 + q) = x. Allo stesso modo si osserva che le lunghezze dei segmenti verticali di indice pari (OB2 = y2, OB4 = y4, . . . . .) formano una successione crescente e si ha: y2 = aq4, y4 = aq4 + aq8, . . . . . , y2n = aq4(1 + q4 + . . . . . + q4n-4) e con la stessa osservazione precedente si vede che y2n ---> aq/(1 + q) = y Le lunghezze dei segmenti verticali di indice dispari formano una successione decrescente (OB1 = y1, OB3 = y3, . . . . .) e y2n+1 ---> aq/(1 + q). Ci che rimane del rettangolo dopo "infiniti" tagli un punto P di coordinate (x, y) x = a/(1 + q) y = aq/(1+q) Abbiamo dunque mostrato che, se il rettangolo di partenza aureo, l'operazione di infiniti tagli si conclude su un solo punto, un fatto che piuttosto intuitivo, se si immagina la sequenza di rettangoli che diventano sempre pi piccoli via via che si ritagliano i quadrati. In altre parole, introducendo il liguaggio tipico dell'operazione di passaggio al limite potremo dire che fissato in partenza un numero > 0 piccolo a piacere, dopo un certo

numero n (eventualmente abbastanza grande e dipendente dalla scelta di ) di tagli troviamo sempre un rettangolo che contiene il punto P e che ha dimensioni inferiori a . In questo modo si introdotto intuitivamente il procedimento di passaggio al limite ovvero lo studio del comportamento di una successione di numeri etichettati al tendere del loro numero ad infinito. Il passo successivo studiare il problema da un punto di vista un po' pi raffinato, quello del calcolo delle variazioni e dell'analisi numerica, come faremo nel Livello 3.

Livello 3
Prerequisiti Gli argomenti presentati in questo livello richiedono conoscenze normalmente comprese nei corsi di Analisi 1 e 2 o comunque necessaria una qualche familiarit sul teorema di punto fisso e sul condizionamento di problemi in analisi numerica. L'esposizione tuttavia volutamente semplificata in modo da essere comprensibile anche se si parzialmente privi di queste nozioni. Il procedimento di operare infiniti tagli pu essere pensato come l'applicazione di una trasformazione del piano in se stesso che trasforma il primo rettangolo nel secondo, il secondo nel terzo e cos via. Una trasformazione di questo tipo definita come segue: T(x,y) = (q(a + y), q(a - x)) Esercizio Provare che effettivamente questa trasformazione descrive le operazioni fatte in precedenza. Suggerimento: controllare come vengono trasformate le coordinate cartesiane dei vertici del rettangolo di partenza. La trasformazione T cos definita contrae le distanze cio in altre parole una contrazione. Un ben noto teorema ci assicura (sotto opportune condizioni sugli spazi dove agisce l'applicazione in esame e che magari possono essere oggetto di una ulteriore scheda di approfondimento) che una contrazione ha un unico punto fisso cio esiste ed unico il punto (x,y) tale che T(x,y) = (x,y). In altre parole, questa trasformazione contraendo le distanze lascia inalterata la posizione (cio le coordinate cartesiane) di un solo punto interno al rettangolo di partenza e che quindi si chiama con ragione punto fisso. Nel nostro caso le coordinate di tale punto si ricavano immediatamente dal sistema (si consiglia di svolgere i calcoli tenendo conto che q = 1 - q):

x = q(a + y) y = q(a - x)

Il risultato ovviamente coincide con quello trovato in precedenza per altra strada. Il teorema delle contrazioni, qui visto con un semplice esempio, in realt uno strumento

molto potente e di fondamentale importanza ad esempio nello studio dell'esistenza di soluzioni di equazioni differenziali. Abbiamo osservato che il rapporto OB0/OA0 = q l'unico che ci consente di iterare indefinitamente il procedimento visto in precedenza. Poniamoci la domanda: cosa succede se cambiamo di poco il valore di q ? La risposta semplice ed interessante al tempo stesso: se proviamo manualmente ad operare i tagli da un rettangolo aureo, per quanto cerchiamo di essere precisi, dopo un numero finito (e magari anche piccolo) di tagli ci ritroveremo a dover sezionare un rettangolino che non pi aureo. Se ora facciamo fare ad un computer la stessa operazione il risultato non molto pi confortante. Supponiamo infatti di voler calcolare le lunghezze dei lati dei quadrati che verrebbero successivamente tagliati via in base alla formula an+2 = an - an+1 prendendo a0 = 1, a1 = 0.618034 come dati iniziali. Osserviamo che l'errore iniziale che stiamo commettendo nel sostituire al numero q una sua approssimazione decimale inferiore a 10-6. Tuttavia, come si vede dalla tabella riportata gi dopo una decina di passi (cio per n>10) la discrepanza tra il valore an calcolato dal computer ed il dato reale qn aumenta molto rapidamente.

Questo fenomeno si pu esprimere dicendo che nel problema manca la cosiddetta dipendenza continua dai dati iniziali ovvero la soluzione non varia in modo continuo al variare dei dati iniziali. Infatti, come abbiamo visto, per piccolissime variazioni nei dati iniziali, ovvero la proporzione tra le dimensioni del rettangolo di partenza, si possono avere grandi variazioni nella soluzione. Questo un problema tipico che si incontra nello studio delle equazioni differenziali e dell'analisi numerica in generale. Potrebbe essere interessante eseguire questo genere di iterazioni con dati iniziali molto diversi e studiare il comportamento del problema.

Osservazione conclusiva

Abbiamo dunque potuto osservare come, da un problema elementare, si possano trovare spunti e collegamenti interessanti con diversi strumenti e branche della Matematica che quindi andrebbe vista non tanto composta da pi aree disciplinari quanto come una scienza unica ricca di argomenti diversi collegati tra loro.

La divina proportione
di Erman di Rienzo La Geometria ha due grandi tesori: uno il teorema di Pitagora; l' altro la Sezione Aurea di un segmento. Il primo lo possiamo paragonare ad un oggetto d' oro; il secondo lo possiamo definire un prezioso gioiello. Johannes Kepler [1571-1630]

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Premessa

Il primo incontro con la Divina Proporzione in genere avviene in geometria. La proposizione 11 del libro II degli Elementi di Euclide recita cos: " Come dividere un segmento in modo che il rettangolo che ha per lati l' intero segmento e la parte minore sia equivalente al quadrato che ha per lato la parte maggiore", ovvero come trovare la Sezione Aurea di un segmento, cio la parte media proporzionale tra l' intero segmento e la parte rimanente. La costruzione tra le pi classiche della geometria: dato il segmento AB tracciare il cerchio di pari diametro e tangente ad esso in B, quindi la secante per A passante per il centro C del cerchio. La parte esterna della secante (AE) la sezione aurea del segmento, essendo la tangente (AB) media proporzionale tra l' intera secante (AD) e la sua parte esterna (AE) [Euclide L. III - p. 36], essendo ED = AB e per alcune propriet delle proporzioni: AD : AB = AB : AE (AD-AB) : AB = (AB - AE) : AE AS : AB = SB : AS AB : AS = AS : SB Volendo invece trovare quel segmento di cui un dato segmento AB sia la Sezione Aurea, si procede nel modo seguente: - trovare il punto medio M del segmento dato; - costruire il quadrato sul segmento dato; siano C e D gli altri due vertici; - centrato in M, tracciare il cerchio con raggio MC (= MD), che interseca in S il prolungamento di AB. AS il segmento cercato, di cui AB la Sezione Aurea. Infatti i triangoli CAS e SBD sono simili perch rettangoli e con gli angoli alfa ed alfa' uguali (essendo uguali i loro complementari beta e beta', angoli alla circonferenza che sottendono lo stesso arco DS); quindi i cateti sono in proporzione: AS : DB = CA : BS

AS : AB = AB : (AS - AB) C.v.d. Ma cos'ha di cos importante questa sezione per meritarsi l' aggettivo "Aureo"? Lo scopriremo attraverso le sue propriet. Restando nella geometria ne ricaviamo immediatamente una: "Ogni segmento sezione aurea della sua somma con la sua sezione aurea"; ed in effetti questo quanto sopra si dimostrato. Ne segue che: "Tolta la sezione aurea la parte rimanente di un segmento la sezione aurea della sezione aurea del segmento". E' come se la sezione aurea si autorigenerasse per sottrazione o addizione. Ma scopriamone altre caratteristiche. Sempre in Geometria una delle pi importanti caratteristiche della Sezione Aurea la seguente: "Se in un triangolo isoscele la base la sezione aurea del lato allora l' angolo al vertice un quinto dell' angolo piatto, ovvero la base il lato del decagono regolare inscritto nel cerchio che ha per raggio il lato".

In un diagramma cartesiano un retta di equazione: y=x + 1 rappresenta una crescita lineare, cio una crescita nella quale l' incremento si ottiene "sommando" a quanto raggiunto sempre la stessa quantit. Una crescita invece in cui l' incremento si ottiene moltiplicando quanto raggiunto per una quantit a questo proporzionale si dice quadratica ed rappresentato da una parabola di equazione: y = x2 . I due diagrammi si incontrano in un punto P che determina con gli assi cartesiani un rettangolo aureo, quasi a significare l'equilibrio tra una crescita lineare ed una crescita quadratica.

La successione di Fibonacci. Le successioni numeriche sono sequenze infinite di numeri, casuali o determinati. Le successioni casuali possono essere studiate solo statisticamente. Le successioni determinate sono quelle nelle quali stabilita una regola che determina il valore di ogni elemento data la sua posizione nella successione. Le pi classiche successioni determinate sono le progressioni aritmetiche (quelle nelle quali ogni elemento ottenuto dal precedente sommandogli un numero fisso detta ragione) e quelle geometriche (nelle quali ogni elemento ottenuto dal precedente moltiplicato per un numero fisso, detto anche qui ragione). Altri esempi di successioni determinate sono quelle nelle quali ogni elemento funzione della sua posizione. Tra le successioni determinate vi sono le ricorrenti, quelle nelle quali ogni elemento funzione dei precedenti. La successione di

Fibonacci una successione ricorrente di numeri naturali: dati in qualsivoglia modo i primi due elementi, ogni altro elemento la somma dei due precedenti. Ad ogni coppia di elementi iniziali corrisponde quindi una successione differente. In verit la successione di Fibonacci fu da questi definita assumendo il numero 1 per i primi due elementi; la successione infatti rispondeva al seguente problema: "Quante coppie di conigli ci saranno dopo n mesi a partire da un' unica coppia immatura, se ogni coppia diventa matura per la procreazione dopo un mese dalla nascita e genera ogni mese una nuova coppia?" La risposta evidentemente la successione: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, Questa successione ha molte curiose propriet; ne riportiamo alcune: - Ogni due numeri ve n' uno divisibile per due, ogni tre numeri ve n' uno divisibile per tre, ogni quattro numeri ve n' uno divisibile per cinque, ,ogni n numeri vi o un numero primo o un numero divisibile per lo stesso numero primo. - Comunque si prendano due elementi, in posizione n-esima ed mesima, il loro Massimo Comun Divisore un elemento della successione di posizione p, M.C.D. tra n ed m. - Il quadrato di ogni elemento differisce di uno (alternativamente in pi o in meno) dal prodotto del precedente per il successivo. - Sommando alternativamente gli elementi della successione (uno s ed uno no) il risultato sempre l' elemento successivo all' ultimo sommato. ed altre ancora per le quali si rimanda alle numerose trattazioni specifiche sull' argomento. Ma sopra tutte ha rilevanza la propriet che segue, che mette in relazione la successione con il Rapporto Aureo. Il Rapporto Aureo nell' Arte e in Natura Il Rapporto Aureo ha avuto ed ha ancora grandi applicazioni nei progetti dell' uomo. Storicamente le prime applicazioni del Rapporto Aureo risalgono agli antichi Egizi. Nella stele del re Get, proveniente da Abido (antica capitale dell' Egitto nel periodo predinastico) ed oggi al Louvre, si osserva al centro un rettangolo aureo, nella cui parte bassa il quadrato costruito sul lato pi corto, sezione aurea di quello pi lungo, contiene la citt mentre nella parte rimanente, che per quanto visto sopra ancora un rettangolo aureo, riportato il serpente simbolo del re. Il reperto risalirebbe alla prima dinastia, quindi a quasi 5000 anni fa. La sezione aurea fu anche applicata nella costruzione delle piramidi (vedasi Appendice 2). Ma i veri cultori della Sezione Aurea furono gli antichi Greci, ai quali si deve la denominazione di aurea: nel Timeo Platone sostiene che i tre termini di una proporzione divina - il pi grande (la linea

intera), quella di mezzo (il segmento pi lungo) e la pi piccola (il segmento pi corto) - sono "tutti di necessit gli stessi, e, poich sono gli stessi, non sono che uno". Il Partenone di Atene, il pi celebre dei monumenti ellenici, contiene molti rettangoli aurei. Ne deriva un aspetto armonico, che ispira una profonda sensazione di equilibrio. Il simbolo F stato dato al Rapporto Aureo proprio in onore del grande Fidia, progettista dell' opera, che ne fece un canone estetico. Ma il vero trionfo della sezione aurea nell' arte si ebbe nel Rinascimento quando rappresent per tutti gli artisti di quel periodo un canone di bellezza cui ispirasi per ogni composizione artistica dall' architettura alla scultura, alla pittura. Pi di tutti contribu a questa concezione l' opera di Luca Pacioli (vedasi Appendice 1) "La Divina Proportione", stampata e diffusa in tutta Europa, incentrata proprio sulla proporzione come chiave universale per penetrare i segreti della bellezza ma anche della natura; ed al centro collocato l' uomo, misura di ogni cosa, sospeso tra un quadrato ed un cerchio nell' "Uomo Vitruviano", il celebre disegno di Leonardo. E tra tutte le possibili proporzioni, quella aurea sembra essere la vera ispiratrice della bellezza, quindi del creato, quindi del Suo creatore, quindi Divina. In effetti la proporzione aurea sembra trasmettere un senso di armonico equilibrio; stata condotta una ricerca mostrando a pi persone vari rettangoli con diversi rapporti tra i lati, chiedendo poi di indicare quale rettangolo avesse destato in loro una maggiore sensazione di armonia; la preferenza per il rapporto aureo ha confermato l' intuizione degli antichi artisti. I teorici dell' arte parlano del rapporto aureo come rispondente ad un principio di "simmetria dinamica". Anche la musica non sfugge al fascino del rapporto aureo. Anzitutto le note: una scala completa (compreso il do della scala successiva) si compone di 5 diesis e 8 note, per un totale di 13 toni, e questi sono numeri di Fibonacci. Quindi il rapporto tra i toni dei Do di due scale successive 2/1, il rapporto tra il tono di Do e quello di Sol con ottima approssimazione 2/3 (per la precisione 0,7491, la famosa diapente greca), il rapporto tra il Do ed il Fa con buona approssimazione 3/5 (precisamente 0,6674, detta sesta maggiore) ed il rapporto tra il Mi ed il Do successivo (Do2), circa 5/8 (per la precisione 0,629, detta sesta minore, complementare della terza maggiore Do-Mi), e cos via; e questi sono rapporti tra numeri di Fibonacci. Infine un ambiente d' ascolto, ma anche una cassa acustica, minimizzer le risonanze se le dimensioni sono in rapporto aureo tra loro. Ancora oggi la sezione aurea ampliamente utilizzata: le dimensioni standard di carte di credito, tessere telefoniche, badge per ogni applicazione, corrispondono (salvo tolleranze di fabbricazione) al rettangolo aureo. Ma la sezione aurea si insinua anche nei regni della Natura e, come e

e pi greco, Fi uno di quei misteriosi numeri naturali che sembrano essere alla base della struttura del cosmo. Uno dei pi classici esempi il Nautilus, un mollusco dei mari tropicali; la sua conchiglia, sezionata, una spirale aurea. Tra l' altro il Nautilus viene considerato letteralmente un fossile vivente, essendo la sua specie antichissima; ha avuto quindi tutto il tempo per perfezionarsi; che sia nel perfetto equilibrio delle sue forme il segreto di tanta longevit? Anche nel corpo umano troviamo rapporti aurei: l' ombelico posto ad un' altezza che in rapporto aureo con quella dell' individuo con una tolleranza di qualche percento. Ma nei fiori, pi che altrove, che la natura ha voluto ricordarci la sua sapienza matematica. Le varie specie di margherite e girasoli hanno petali in numero della successione di Fibonacci che abbiamo visto legata al rapporto aureo. Le curve che si osservano in pigne ed ananas sono spirali logaritmiche, legate anch' esse alla sezione aurea. Ed ancora secondo spirali logaritmiche si succedono gli stami nelle corolle di margherite e girasoli. Nel firmamento molte galassie hanno forma a spirale. Osservando attentamente le spirali sono logaritmiche; presumibile che tali siano le traiettorie delle stelle attratte al centro della galassia. Ma quale forza imprime una tale traiettoria dal momento che tutte le forze a noi note comportano solo traiettorie coniche (ellissi, parabole o iperboli)? Ma questi sono temi di altre discipline.

LA SEZIONE AUREA
Sin dai tempi pi antichi, dagli egiziani ai pi moderni frattali, esiste una proporzione divina (o sezione aurea) che stata presa in considerazione per ottenere una dimensione armonica delle cose. Dalla geometria all'architettura, dalla pittura alla musica, fino alla natura del creato possiamo osservare come tale rappresentazione corrisponda ad un rapporto che stato definito pari a 1,618...(numero d'oro) - La piramide egizia di Cheope ha una base di 230 metri ed una altezza di 145: il rapporto base/altezza corrisponde a 1,58 molto vicino a 1,6. - Nei megaliti di Stonehenge, le superfici teoriche dei due cerchi di pietre azzurre e di Sarsen, stanno tra loro nel rapporto di 1,6. - La pianta del Partenone di Atene un rettangolo con lati di dimensioni tali che la lunghezza sia pari alla radice di 5 volte la larghezza, mentre nell'architrave in facciata il rettangolo aureo ripetuto pi volte. - Anche nella progettazione della Cattedrale di Notre Dame a Parigi e del Palazzo dell'ONU a New York sono state utilizzate le proporzioni del rettangolo aureo. - Nelle arti del passato, in molte opere di Leonardo da Vinci, Piero della Francesca, Bernardino Luini, Sandro Botticelli, si ricorreva spesso alla sezione aurea (la divina proportione), considerata quasi la chiave mistica dell'armonia nelle arti e nelle scienze. -Anche nella musica, Beethoven, nelle "33 variazioni sopra un valzer di Dabelli" suddivise la sua composizione in parti corrispondenti corrispondenti ai numeri di Fibonacci, il cui rapporto corrisponde al numero d'oro. Un largo contributo alla conoscenza ed alla divulgazione di questo metodo di suddivisione armonica stato dato dal matematico Luca Pacioli con la pubblicazione del libro De divina Proportione, testo illustrato con disegni di Leonardo Da Vinci. Fu nell'Ottocento che alla "Divina proporzione" venne dato il nome di "Sezione aurea". Negli oggetti quotidiani, possiamo trovare alcuni esempi di sezione aurea:dalle schede telefoniche alle carte di credito e bancomat, dalle carte SIM dei cellulari alle musicassette: sono tutti rettangoli aurei con un rapporto tra base ed altezza pari a 1,618. In natura il rapporto aureo riscontrabile in molte dimensioni del corpo umano. Se moltiplichiamo per 1,618 ladistanza che in una persona adulta e proporzionata, va dai piedi all'ombelico, otteniamo la sua statura. Cos la distanza dal gomito alla mano (con le dita tese), moltiplicata per 1,618, d la lunghezza totale del braccio. La distanza che va dal ginocchio all'anca, moltiplicata per il numero d'oro, d la lunghezza della gamba, dall'anca al malleolo.Anche nella mano i rapporti tra le falangi delle dita medio e anulare sono aurei, cos il volto umano tutto scomponibile in una griglia i cui rettangoli hanno i lati in rapporto aureo.

Metodo analitico per la determinazione del rapporto aureo


SEGMENTO AUREO

Dato un segmento (AC), si ottiene una sezione aurea quando il tratto pi corto (BC) sta al tratto pi lungo (AB) come il tratto pi lungo (AB) sta al segmento intero (AC). In sintesi la proporzione cos espressa: BC: AB=AB: AC Per avere l'idea della proporzione se consideriamo la misura del segmento pari all'unit, possiamo calcolare la misura dei due tratti AB e BC:

AB + BC= 1 e BC = AB*AB/AC Quindi: BC = 1-AB e 1 - AB= AB2/1 che si risolve come equazione di secondo grado: AB= [-1 RADQ (1+4 )]/2 AB2 + AB -1= 0 e si ottiene: AB= (-1 + RADQ 5 )/ 2 = (-1 + 2,236068) /2 =

0,618034...
e BC= 1-0,618034= 0,381966... che corrisponde ad un rapporto uguale a: 0,618034/0,381966=

1,618034...
- Le prime 12 frazioni con numeratore sino a 1000, che pi si avvicinano a questo rapporto sono: 233/144= 1,618056 521/322= 1,618012 699/432=1.618056 898/555=1.618018 377/233= 1,618026 610/377=1,618037 754/466=1.618026 932/576=1.618056 466/288= 1,618056 665/411= 1,618005 843/521=1.618042 987/610=1.618033

C' un metodo per ottenere dei numeri che se rapportati tra loro danno come risultato un numero che si avvicina sempre pi al numero d'oro man mano che i numeri diventano grandi. Questi numeri sono quelli appartengono alla serie di Fibonacci una serie in cui ogni termine si ottiene dalla somma dei due precedenti. I primi elementi sono pertanto: 1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144,....... A partire da tale successione, se ormiamo una serie di tipo ra!ionario, emergono i seguenti rapporti: "#"$ %#"$ &#%$ '#&$ (#'$ "&#($ %"#"&$ &)#%"$ ''#&), (*#''$ "))#(* ecc. i cui valori decimali approssimati sono: "$ %$ ",'$ ", +++$ ",+$ ",+%'$ ",+"'$ ", +"*$ ", +",$ ", +"("$ ", +"(- ecc.
TRIANGOLO CON ANGOLI DI MISURA: 72, 72, 36. Dato un triangolo isoscele i cui angoli alla base misurano 72 ciascuno, e langolo al vertice misura 36, la bisettrice di un angolo alla base divide il lato obliquo opposto nel punto dintersezione in due segmenti in modo tale da creare una sezione aurea. Infatti il triangolo ABC simile al triangolo BCD. E da questo risulta che: AC:BC=BD:DC

e dunque: AC:AD=AD:DC

TRIANGOLO CON ANGOLI DI MISURA: 36, 36, 108.

Dato un triangolo isoscele i cui angoli alla base misurano 36 ciascuno, e langolo al vertice misura 108, il lato obliquo e la differenza tra la base e il lato obliquo danno vita a una sezione aurea. Infatti il triangolo CDE simile al triangolo ABD della figura precedente.

RETTANGOLO AUREO Esiste uno speciale rettangolo le cui proporzioni corrispondono alla sezione aurea. Il suo nome rettangolo aureo. Per costruire il rettangolo aureo si disegni un quadrato di lato a i cui vertici chiameremo, a partire dal vertice in alto a sinistra e procedendo in senso orario, AEFD. Quindi dividere il segmento AE in due chiamando il punto medio A'. Utilizzando il compasso e puntando in A' disegnare un arco che da F intersechi il prolungamento del segmento AE in B. Con una squadra disegnare il segmento BC perpendicolare ad AB. Il rettangolo ABCD un rettangolo aureo nel quale Ab diviso dal punto E esattamente nella sezione aurea: AE:AB=EB:AE

PENTAGONO E TRIANGOLI IN ESSO CONTENUTI

Allinterno di un pentagono, ogni lato forma con due diagonali (il segmento che unisce due punti non adiacenti) un triangolo dagli angoli con misura 72, 72, 36, con le propriet spiegate in precedenza. Ogni lato forma, con il punto dincontro di due diagonali consecutive, un triangolo dagli angoli 36, 36, 108, con le propriet descritte in precedenza. Cio il lato del pentagono regolare la sezione aurea di una sua diagonale e il punto d' intersezione tra due diagonali divide ciascuna di esse in due segmenti che stanno nel rapporto aureo.

SPIRALE AUREA

Se allinterno di un rettangolo aureo si disegna un quadrato con lato uguale al lato minore del rettangolo, il rettangolo differenza sar anchesso un rettangolo aureo. Si ripeta loperazione per almeno cinque volte al fine di avere un effetto visivo adeguato. Si punti la punta del compasso sul vertice del quadrato che giace sul lato lungo del rettangolo e si tracci larco che unisce i gli estremi dei due lati che formano l'angolo scelto. Si ripete l'operazione per ogni quadrato disegnato in modo da creare una linea continua.

Curiosit sui numeri:


IL NUMERO D'ORO

1,61803398874989...

Dietro l'idea di armonia e di perfezione, nella natura come nell'arte, si nasconde un numero il cui valore non esprimibile in cifre decimali se non in forma approssimata: 1,618034... Si tratta infatti di un numero irrazionale, o meglio di un numero trascendente che , con pi greco (), il pi celebre fra i numeri di questa specie. E' il numero d'oro, che all'inizio del secolo scorso, il matematico americano Mark Barr propose di indicare con la lettera greca "", dall'iniziale di Fidia, il grande scultore greco che lo ebbe sempre presente nel realizzare le sue sculture e nella costruzione del Partenone di Atene. Il rapporto 1:1,618.. stato, sin dai tempi pi antichi, preso in considerazione per costruire opere la cui armonia dettata dalla "divina proporzione" tanto da nominarla Sezione aurea. Il suo valore esatto :

che corrisponde alla soluzione positiva dell'equazione di secondo grado: 2 + 1 Come , pu essere espresso anche come somma di una serie infinita. Se con la calcolatrice digitiamo 1+1 e sottoponiamo la somma al suo reciproco (1/x) otterremo 0,5 al quale sommiamo ancora 1 e poi ancora il reciproco, 1/(0,5+1). Ripetendo pi volte la stessa

procedura, otterremo come risultato un numero che sempre pi si si avviciner al numero d'oro. ( vedi formula 1). Un secondo metodo, sempre con la calcolatrice, partire ancora da 1+1, ed elevare il risultato alla radice quadrata. Ripetendo la stessa operazione n volte, otterremo un numero molto vicino al numero d'oro (dopo l'undicesima radice si ottiene 1,618034). ( vedi formula 2).

Tra le numerose propriet del numero aureo, il l'unico numero positivo che mantiene le stesse cifre decimali anche nel proprio reciproco, Infatti 1/1,618034 = 0,618034..... (provare per credere!).

Una seconda forma del numero d'oro, dove la parte decimale rimane inalterata, : 2 = + 1 Infatti 1,6180342 =2 ,618034.

Il Partenone un antico tempio greco costruito sulla cima di un colle che domina la citt di Atene. Oggi per la maggior parte in rovina, il Partenone era un tempio dedicato alla dea Atena, protettrice della citt, e fu costruito attorno al 440/430 a.C.

La pianta del Partenone mostra che il tempio fu costruito su un rettangolo radice quadrata di 5, ossia che la lunghezza radice di 5 volte la larghezza.

La proiezione ortogonale della facciata mostra come essa sia stata costruita su un rettangolo aureo, in modo che la larghezza e l'altezza stiano nel rapporto: F:1

Il rapporto base/altezza della Grande Piramide di Cheope serve come modello Qualcuno sostiene che in realt la Grande Piramide fu costruita per soddisfare un ideale di mezzo phi (0,809017) che, moltiplicato per la lunghezza della base, d l'altezza dello spigolo. La Grande Piramide si discosta dello 0,15 per cento da questo ideale. Una piramide ideale che si servisse tanto del rapporto di pi-greco quanto di quello di phi matematicamente impossibile. Costanti fisse nel rapporto tra le varie misure della piramide di Cheope sono due numeri molto singolari : Pi greco=3,141592654 Phi (o sezione aurea)=1,618033989

Qualsiasi saranno le dimensioni l'importante rispettare le proporzioni: r = h / (Fx F) (F= Phi) (h - r)/r =F (h - r) = (h/F)

h1(altezza del triangolo) = (L x F) / 2 S = radice quadrata ( (L/2)x(3,617) )ricordando che 3,617=1+(Fx F) L= radice quadrata ( (4x (SxS))/3,617 ) = (p x h) / 2 Perimetro di base = 2 x p x h h = Perimetro di base / (2 x p) p = 4 / radice quadrata (F) F = h1 / (L/2)

Ricostruzione delle tre piramidi di Giza : quelle di Cheope, Chefren, Micerino

LO SCHEMA COSTRUTTIVO DELL'ARCO Larco di Costantino cela una sapienza architettonica non ordinaria, decisamente eccezionale, dispiegata per di pi con il determinante ausilio della tavola tripartita, il quadrato partito in nove caselle che figura nel quadro dapprendista ed il gioiello del grado di Maestro, uno deglindiscutibili fossili residui della Massoneria operativa nella speculativa: larchitetto dellarco di Costantino ha davvero tracciato una tavola. Per onorare Costantino e la sua vittoria su Massenzio, il Senato impose allarchitetto non pochi imperativi: inglobare nellarco rilievi desunti da monumenti di Adriano, Marco Aurelio e Traiano con altri scolpiti appositamente per Costantino, articolare in modo continuo il ciclo narrativo dei freg e lepigrafico, sottolineare con larchitettura le principali cadenze della complessa simbologia da manifestare con il monumento. Gi un archeologo di razza come Mansuelli aveva colto quali difficolt si fossero presentate allignoto architetto, e come le avesse superate di slancio. Larchitetto infatti non si limitato alla semplice inserzione dei freg traianei e di Marco Aurelio, ma ha voluto che le loro proporzioni risonassero nellintero monumento. Ci costituiva la principale difficolt: mentre i rilievi di Marco Aurelio sono costruiti con la proporzione armonica di due terzi, quelli di Traiano sono basati sulla sezione aurea. Le tre principali consonanze armoniche, tradotte in rapporti lineari, danno luogo a superfici rettangolari costituite da moduli quadrati, mentre in un rettangolo aureo lunica divisione regolare possibile riproduce moduli aurei.

Illustrazione 1. Lo schema costruttivo dellarco di Costantino. 1) Armatura del quadrato; i quattro punti rappresentano le intersezioni delle diagonali con le oblique che congiungono un angolo con la mediana del lato opposto. 2) Sviluppo della tavola tripartita; sui quattro punti si intersecano due coppie ortogonali di segmenti tra loro paralleli. 3) Il procedimento pu essere applicato diverse volte, ottenendo divisioni del lato per tre, nove, ventisette e cos via. 4) Sviluppo interno della sezione aurea. ab viene proiettato sul lato di base puntando il compasso sugli angoli adiacenti. Il rapporto cos ottenuto tra base e altezza corrispondente alle proporzioni dellarco privo del cornicione aggettato. 5) Rettangolo in diatessaron, o in tre quarti. Le aree in grigio segnano la differenza tra i limiti del cornicione e delle mura dellarco. Larchitetto ha risolto questa difficolt utilizzando gli sviluppi proporzionali insiti nella tavola tripartita. Per ottenerla necessario armare il quadrato delle sue diagonali e delle sue mediane, quindi si congiungono i punti mediani dei lati con gli angoli dei lati opposti (Ill. 1.1). Questi segmenti, ipotenuse di triangoli rettangoli 1 : 2 (e quindi in radice di 5), intersecano le diagonali in quattro punti sui quali si tracciano le due coppie di parallele trasversali che costituiscono lossatura della tavola tripartita (Ill. 1.2). La stessa costruzione per necessaria per sviluppare un rettangolo aureo (sotto, a sinistra).

Illustrazione 2. A sinistra sistema di costruzione del rettangolo aureo. A destra sviluppo della spirale aurea. Il metodo pi semplice per costruire un rettangolo aureo richiede la costruzione dun quadrato e la sua divisione per mezzo delle diagonali e delle mediane. Si punta il compasso sul punto mediano del lato di base con apertura pari al segmento che lo congiunge con langolo del lato opposto e lo si proietta sul lato di base ottenendo il rettangolo aureo. La proporzione aurea tale allorch la parte minore (m) sta alla maggiore (M) come la maggiore al tutto (m : M = M : m + M); ovvero, se il lato del quadrato uguale a 1, allora 0,618 : 1 = 1 : 1,618). Lunica possibilit daccordare le due proporzioni era di costruire larco sulla differenza tra un accordo armonico e la sezione aurea. Perci larchitetto, invece di sviluppare totalmente il rettangolo aureo dal punto mediano del lato (Ill. 2.1), ne ha contenuto lo sviluppo entro il quadrato, puntando il compasso sui due angoli di base (Ill. 1.4). Su questo rettangolo, sottounit della sezione aurea, ha impostato la facciata dellarco (sotto).

Sulle suddivisioni della tavola tripartita sallinea la distribuzione delle parti. Larco trionfale corrispondente al terzo centrale, sui margini della tavola insistono gli archi laterali, i tondi adrianei e i freg di Marco Aurelio in alto. Sulla fascia orizzontale del primo terzo sarrestano i rudenti, cio le modanature che colmano gli sgusci delle colonne, sulla seconda sincentra il cornicione divisorio. E proprio con il cornicione, cos inusualmente sporgente, larchitetto ha raggiunto una proporzione

armonica in diatessaron, o di tre quarti. Suddivisa nuovamente la tavola tripartita per tre (Ill. 1.3), e quindi per due, ha tracciato le parallele delle ipotenuse in radice di 5 ottenendo il rettangolo in tre quarti e una scansione modulare di 18 x 24 (sotto).

Con questo rettangolo era possibile armonizzare i freg aureliani: ciascuno in due terzi verticali, li ha accostati ai lati dellepigrafe ottenendo due rettangoli orizzontali di tre quarti. Le due coppie di rilievi trovano cos perfetta risonanza nelle dimensioni dellarco. Con la modulazione di 18 x 24 possibile, per chi ha pazienza, una pi attenta lettura del monumento (sopra). Si noter che i piedistalli delle colonne sono di quattro moduli, le colonne di sei, capitello e cornicione di tre. Quindi la proporzione fra la colonna e il suo piedistallo di due terzi, fra la colonna e linsieme capitellocornicione dun mezzo. Le statue ai lati dei rilievi aureliani sono di tre moduli, sul piedistallo dun modulo: anche qui, rispetto alla colonna, un rapporto di due terzi; i tondi adrianei occupano due moduli e sotto di essi le fasce scultoree realizzate appositamente si sviluppano su un modulo: un mezzo. Il cornicione divide laltezza sui 5/13, cio la sezione aurea aumentata dununit. Larco trionfale occupa unarea, sino al cornicione, che ripete in verticale le proporzioni di tre quarti. Ma a osservare le linee di scrittura epigrafica si noter che in ogni modulo ne sono contenute tre. Ci significa che la modulazione a cui ha fatto ricorso il nostro anonimo e ingegnoso architetto di 54 x 72. Per i nostri occhi profani sarebbe solo un coacervo di linee. Per lui era musica, la musica delluniverso, della mens divina celebrata nellepigrafe.

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