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Esercitazione 1 Cinematica

Problema 1 Un aereo, in un esercitazione per eludere i radar, in volo orizzontale ad una quota h = 35
m dal suolo su un terreno piano alla velocit v0 = 1300 km/h. Improvvisamente arriva in un luogo dove il
terreno inizia a salire con un angolo = 4.3 , assai difficilmente riconoscibile a vista.
Di quanto tempo dispone il pilota per correggere lassetto dellaereo in modo da evitare limpatto con il
terreno?
Soluzione Dato che il terreno con pendenza sale di una quantit pari ad h in un tratto orizzontale di
lunghezza
h
x =
tan
se il pilota continuasse il volo in orizzontale, dopo tale tratto si schianterebbe al suolo! Quindi, il tempo
(massimo) a sua disposizione
h
x
=
= 1.29 s.
t =
v
v tan

G. Giugliarelli

Fisica Generale I, AA 2012-2013

7/03/2013

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Esercitazione 1 Cinematica
Problema 2 Due treni, che viaggiano alla stessa velocit di 30 km/h, sono diretti luno contro laltro su
uno stesso binario rettilineo. Un gabbiano che vola a 60 km/h decolla dalla testa di uno dei due treni
quando essi si trovano alla distanza di 60 km dirigendosi verso laltro treno. Appena lo ha raggiunto,
inverte la rotta fino a ritornare sul primo treno, e cosi di seguito.
Qual la lunghezza totale del percorso effettuato dal gabbiano se esso prosegue fino allincontro dei treni ?
Soluzione Il tempo complessivo a disposizione del gabbiano per fare avanti e indietro tra i treni unora!
Infatti, questo il tempo che impiega ognuno dei treni per raggiungere il punto di mezzo del tratto iniziale
che li divide.
Dato che il gabbiano vola sempre alla velocit di 60 km/h, la distanza totale da esso percorsa sar pari a
60 km!

G. Giugliarelli

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Esercitazione 1 Cinematica
Problema 3 Due treni, che viaggiano a v1,0 = 72 km/h e v2,0 = 144 km/h, sono diretti luno contro laltro
su uno stesso binario rettilineo e orizzontale. Quando essi si trovano alla distanza x = 950 m ciascun
macchinista vede laltro treno e si affretta a frenare.
Verificare se i due treni si scontrano nel caso in cui entrambi rallentino con accelerazione, in modulo, a = 1.0
m/s2 . In caso di scontro, calcolare la velocit dei due treni al momento dellimpatto; in caso contrario,
determinare la distanza tra i treni una volta arrestati.
Soluzione Dal momento in cui i due macchinisti frenano, il moto dei treni uniformemente decelerato
con accelerazione a. Quindi le velocit istantanee
(in modulo) dei due treni seguono le leggi
v1 (t) = v1,0 at;

v2 (t) = v2,0 at.

Perci, se i due treni non si incontrano, devono arrivare a fermarsi completamente (v1 = 0 e v2 = 0).
Ci avverrebbe nei tempi
t1 =

v1,0
a

= 20 s;

t2 =

v2,0
a

= 40 s,

v1,0 t1

x2

v2,0 t2

G. Giugliarelli

1
2
1
2

at1 =
2

at2 =

v2,0 t2

1
2

a(t2 )

= x x1

e quindi risolvendo la sequente eq. di secondo grado


2

a(t2 ) 2v2,0 t2 + 2(x x1 ) = 0


ricaviamo

e dopo aver percorso le distanze


x1

Questo dimostra che i due treni si incontrano (dato


che x1 + x2 > x) e inoltre si vede che al momento
dello scontro il primo treno gi fermo.
Listante in cui il secondo treno si scontra con il primo
tale da soddisfare la seguente

2
v1,0

2a
2
v2,0

2a

v2,0
= 200 m;

= 800 m.

t2 =

2
v2,0
2a(x x1 )

= 30 s.

Perci la velocit del secondo treno allo scontro pari


a
v = v2,0 at2 = 10 m/s = 36.0 km/h.

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Problema 4 La posizione di un elettrone in moto lungo lasse x data da x(t) = 16tet , dove t dato in
secondi.
Determinare:
a) la massima distanza dallorigine raggiunta dallelettrone;
b) a quale distanza dallorigine lelettrone ha accelerazione nulla.
Soluzione La velocit istantanea dellelettrone

v(t) =

dx
dt

= 16e

16te

= 16(1 t)e

v=0

t = t0 = 1 s

Nellistante in cui la velocit si annulla lelettrone inverte il suo moto. Quindi

x(t0 ) = 16t0 e

t0

16

= 5.89 m.

Laccelerazione istantanea dellelettrone data dalla seguente

a(t) =

dv
dt

= 16 e

(1 t)e

= 16(t 2)e

Perci
t1

x(t1 ) = 16t1 e

G. Giugliarelli

32
e2

a=0

t = t1 = 2 s

= 4.33 m.

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Problema 5 La velocit v di una particella nel piano xy data dallespressione v = (6.0t 4.0t2 )
i + 8.0
jj,
dove le componenti di v sono in metri al secondo e t (> 0) in secondi.
a) Qual laccelerazione per t = 3.0 s ?
b) Quando (se ci avviene) laccelerazione si annulla ?
c) Quando (se ci avviene) si annulla la velocit?
d) E quando (se ci avviene) la velocit ha ampiezza pari a 10 m/s?
Soluzione Per laccelerazione abbiamo
a =

v
dv
dt

dt

6t 4t

i+

d
dt

(8)
j

a=

(6 8t)2 =

36 96t + 64t2

Perci

a(t = 3 s) = 18 m/s2 .
i
a) a
a(t = 3 s) = (6 8 3)
i = 18
3 = 0.75 s.
b) a = 0

(6 8t) = 0

t= 4
c) Essendo costante la componente della velocit lungo lasse y, v non si annulla mai!
d) v 2 =

6t 4t2

+ 82

v = 10 m/s

6t 4t2

+ 82 = 100.

Quindi
2

6t 4t

=6

2t 3t + 3 = 0

t1,2 =

9 24
4

che non ha soluzioni reali, o


6t 4t

= 6

2t 3t 3 = 0

t1,2 =

9 + 24

33

che porta alla soluzione fisica (t deve essere maggiore di zero),

3 33
t1 =
s = 2.19 s.
4
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Problema 6 La cabina di un ascensore nelledificio Marquis Marriot di New York ha una corsa totale di 190
m. La sua velocit massima vmax = 305 m/min. Inoltre, durante le fasi di accelerazione e decelerazione
laccelerazione ha modulo pari ad a = 1.22 m/s2 .
a) Quanti metri percorre lascensore durante la fase di accelerazione?
b) Quanto tempo impiega per una corsa completa senza fermate intermedie, dalla partenza da fermo
allarresto completo?
Soluzione Durante laccelerazione avremo

v(t) = at

v(tmax ) = vmax

tmax =

vmax
a

= 4.17 s

xacc =

1
2

atmax =

2
vmax

2a

= 10.6 m

Per effettuare una corsa completa lascensore deve prima accelerare fino a vmax per un tempo tmax , poi
procedere a vmax per un tratto x1 = xtot 2xacc e quindi decelerare fino a fermarsi per un tempo
tmax . Perci il tempo complessivo

ttot = 2tmax +

G. Giugliarelli

xtot 2xacc
vmax

= 41.55 s.

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Problema 7 Gli impianti sperimentali a gravit zero del centro di ricerca Lewis della Nasa comprendono
una torre di caduta alta 145 m. Si tratta di una torre verticale che consente, fra laltro, di lasciar cadere
nel vuoto una sfera di 1 m di diametro contenente campioni in prova.
a) Per quanto tempo la sfera rimane in caduta libera?
b) Qual la sua velocit quando tocca il fondo della torre?
Quando la sfera colpisce il fondo, mentre la sua velocit si riduce a zero la sfera subisce una decelerazione
media pari a 25g.
c) Di quale distanza si sposta il suo centro durante la decelerazione?
Soluzione Preso lasse y diretto verso lalto, con lorigine corrispondente alla quota del suolo, le equazioni
del moto della sfera in caduta libera si riassumono in
y(t) = y0

1
2

gt ;

v(t) = gt.

con y0 = 145 m. Quando la sfera sar al suolo avremo y = 0 e quindi


t = t1 =

2y0
g

= 5.44 s

v(t1 ) = v1 = gt1 = g

2y0
g

2y0 g = 53.3 m/s

Si noti, che avendo orientato lasse y verso lalto, la velocit negativa. Negli istanti successivi, la sfera
segue un moto con decelerazione in modulo pari 25g. Nello stesso sistema di riferimento le equazioni del
moto diventano (misurando il tempo a partire dallistante in cui y = 0)
1
2
y(t) = v1 t + (25g)t ;
v(t) = v1 + (25g)t,
2
Quando la sfera si fermer avremo v = 0 e quindi
v1
1
v2
2
t = t2 =
;
y(t2 ) = v1 t2 + (25g)t2 = 1 = 5.8 m.
25g
2
50g

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Problema 8 La cabina scoperta di un ascensore sale alla velocit costante di 10 m/s. Un ragazzino nella
cabina lancia una palla direttamente verso lalto da unaltezza di 2.0 m sopra il pavimento della cabina,
che si trova esattamente a 28 m dal suolo. La velocit iniziale della palla rispetto allascensore di 20 m/s.
a) Quale altezza massima rispetto alla terra raggiunge la palla?
b) Quanto tempo impiega la palla per ritornare al pavimento della cabina?
Soluzione Sia hi = 30 m la quota iniziale della
palla nel momento in cui viene lanciata verso lalto.
Negli istanti successivi il suo moto descritto dalle
equazioni
y(t) = hi +(va +vp )t

1
2

gt ; e v(t) = (va +vp )gt,

dove va +vp la sua velocit iniziale misurata rispetto


al suolo (va la velocit dellascensore, mentre vp
quella della palla rispetto allascensore stesso). La
palla raggiunge la quota massima nel momento in cui
la sua velocit si annulla. Quindi
(va + vp )t gt
ymax

t = tmax =

hi + (va + vp )tmax

hi +

G. Giugliarelli

2g

e imponiamo y = ya . Ricaviamo

hi + (va + vp )t

gt

= (hi 2) + va t

gt 2vp t 4 = 0

da cui

va + vp

(va + vp )2

Per calcolare listante in cui la palla ritorna sul


pavimento dellascensore, ne consideriamo lequazione
oraria
ya (t) = (hi 2.0 m) + va t

g
1
2

2
gtmax

vp +
t = t1 =

2 + 4g
vp

= 4.17 s.

= 75.9 m

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Problema 9 Un paracadutista si getta in caduta libera per 50 m. Poi il paracadute si apre, e da quel
momento decelera con unaccelerazione costante in modulo pari ad a = 2.0 m/s2 . Tocca il suolo alla
velocit di 3.0 m/s.
a) Per quanto tempo rimasto in aria?
b) Da che altezza iniziata la caduta?
Soluzione Denotiamo con y0 la quota del lancio (incognita) e con y = 50 m il tratto di caduta libera.
2y/g iltempo
In tale tratto il moto uniformemente accelerato con accelerazione g. Essendo t =
passato in caduta libera, la velocit del paracadutista alla fine di tale tratto sar v1 = gt = 2gy.
Nel resto della caduta, il moto uniformemente decelerato con accelerazione a. Tale moto sar descritto
dalle equazioni
1 2
v(t) = v1 + at.
y(t) = y0 y + v1 t + at ;
2
Dovendo essere la velocit al suolo (y = 0) pari a v2 = 3.0 m/s avremo

v2 v1
v2 + 2gy
t = t2 =
=
= 14.16 s.
a
a
Quindi il tempo complessivo della caduta
t = t1 + t2 = 17.35 s.
Infine
0 = y0 y + v1 t2 +

G. Giugliarelli

1
2

a(t2 )

y0 = y +

2
2
2
(2gy v2
)
(v1
v2
)
= y +
= 293 m.
2a
2a

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Problema 10 Un gatto appisolato viene risvegliato di colpo alla vista di un vaso da fiori che veleggia prima
verso lalto e poi verso il basso davanti ad una finestra aperta. Il vaso rimane in vista per un totale di 0.50
s, e laltezza libera della finestra di 2.00 m.
Quanto pi in alto del bordo superiore della finestra arrivato il vaso?
Soluzione Il gatto vede solo i tratti (ascendente e discendente) della traiettoria del moto del vaso corrispondenti allaltezza della finestra. Ovviamente, il vaso stato lanciato da una quota inferiore al davanzale
della finestra e raggiunge una quota massima al di sopra del suo bordo superiore. In tale moto i tempi di
salita e discesa tra quote analoghe sono uguali. Quindi il tempot = 0.50 s corrisponde al doppio dei tempi
di salita e discesa per i tratti della traiettoria del vaso (di lunghezza y = 2.0 m) intravisti attraverso la
finestra.
Perci, analizziamo la sola fase di caduta a partire dalla quota massima y0 (da calcolare) e denotiamo con
y1 e y2 le quote del bordo superiore e inferiore della finestra, rispettivamente. In tale fase il moto del vaso
descritto dalle equazioni

y(t) = y0 1
gt2
2
v(t) = gt

y1 = y0 1
gt2
t1 =
1
2
v1 = gt1 = 2(y0 y1 )g

2(y0 y1 )
g

Ricavando y0 y1 e notando che y1 y2 = y, abbiamo

y2 = y1 +v1

t
2

1
2

t
2

= y1

t
2

2(y0 y1 )g

1
2

si ottiene
y0 y1 =

1
2g

(y1 y2 )
t

1
4

(y1 y2 )
t

1
4

gt =

2(y0 y1 )g

gt

= 2.34 m.

che la quantit cercata.

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Problema 11 A quale velocit iniziale il giocatore di basket in figura
deve tirare la palla, con un angolo di elevazione di 55 , per centrare
direttamente il canestro senza rimbalzo?

Soluzione Denotiamo con x = 5.5 m e y = 0.9 m le distanze iniziali orizzontale e verticale della palla
dal canestro e con = 55 langolo di lancio. Le equazioni del moto della palla hanno la forma seguente

x(t) = v0x t

vx (t) = v0x

y(t) = v0y t

1 gt2
2

vy (t) = v0y gt

Quindi il tempo del lancio


tc =

x
v0x

x
v0 cos

Per centrare esattamente il canestro dovr essere y(tc ) = y e cio

y = v0y tc

1
2

gtc =

xv0y
v0x

gx2
2
2v0x

x sin
cos

gx2
2 cos2
2v0

Quindi
v0 =

G. Giugliarelli

gx2
2(x sin y cos ) cos

= 8.05 m/s.

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Esercitazione 1 Cinematica
Problema 12 Una particella A si sposta sulla retta y = 30 m a velocit costante
v di modulo v = 3.0 m/s e direzione parallela allasse x. Una seconda particella
B parte dallorigine, con velocit iniziale nulla e accelerazione a di modulo a =
0.40 m/s2 , nello stesso istante in cui la particella A attraversa lasse y.
Quale angolo tra a e il versore
j dellasse y potrebbe provocare una collisione
tra le due particelle?
Soluzione Le proiezioni sugli assi della posizione delle due particelle d le relazioni seguenti
xB (t) =
yB (t) =

xA (t) = vt
yA (t) = y0

1 at2 sin
2
1 at2 cos
2

La collisione tra le particelle presuppone che ad un dato istante valga xA = xB e yA = yB simultaneamente.


Imponendo tali ugualianze abbiamo

yA (t) = yB

x (t) = x
A
B

t = tc =

a cos

2y0

2y0
a cos

1
2

2y0
a cos

sin =

y0 sin
cos

Dallultima relazione, facendo il quadrato otteniamo


2y0 v 2
a

2
y0
sin2

cos

2
y0
(1 cos2 )

cos

y0 a cos + 2v cos y0 a = 0

e
v 2 +
cos =

G. Giugliarelli

2 a2
v 4 + y0

y0 a

1
2

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= 60 .

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 1 Un ragazzino fa ruotare un sasso legato ad una cordicella di lunghezza l = 1.4 m su un
cerchio orizzontale alla quota h = 1.9 m dal suolo. La cordicella si spezza, e il sasso fila via orizzontalmente
andando a cadere ad una distanza L = 11.0 m (misurata orizzontalmente).
Qualera laccelerazione centripeta del sasso in moto circolare?
Soluzione Nel momento in cui la cordicella si spezza il sasso viene scagliato con velocit orizzontale il
direzione tangenziale rispetto alla traiettoria circolare. Essendo in quellistante la componente verticale
della velocit nulla, il tempo nel quale esso raggiunge il suolo si ricava come segue

h=

1
2

gt

t=

2h
g

Quindi, dalla conoscenza dello spazio orizzontale percorso, L, otteniamo

L = vt

v=

L
t

=L

2h

Infine, laccelerazione centripeta del moto circolare data da

ac =

G. Giugliarelli

v2
l

gL2
2lh

= 220 m/s .

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 2 Una particella si muove su un piano in base alle relazioni:
x = R sin(t) + Rt
y = R cos(t) + R
dove e R sono costanti. La curva descritta dalla particella si chiama cicloide ed analoga alla traiettoria
seguita da un punto posto sul bordo di una ruota che rotola su un piano senza slittare.
a) Fare uno schizzo della curva.
b) Calcolare la velocit e laccelerazione istantanee quando la particella si trova ai valori minimo e
massimo di y?
Soluzione Mentre la y(t) pienamente periodica con periodo T = 2/ (0 y 2R), la x(t) la somma
di due termini; uno periodico con periodo T e laltro proporzionale al tempo t. Questo secondo termine fa
si che ad ogni periodo T la traiettoria si ripeta uguale a se stessa, ma traslata di un x = 2R. Perci,
per prima cosa valutiamo i punti della trattoria a t = 0, T /2 e T .
x(0) = 0
y(0) = 2R

x(T /2) = R
y(T /2) = 0

x(T ) = 2R
y(T ) = 2R

Daltra parte, per le componenti delle velocit lungo i due assi abbiamo
vx (t) = dx/dt = R[1 + cos(t)]
vy (t) = dy/dt = R sin(t)

vx (0) = 2R
vy (0) = 0

vx (T /2) = 0
vy (T /2) = 0

vx (T ) = 2R
vy (T ) = 0

Ricordando poi che il vettore velocit tangente alla traiettoria, calcoliamo la quantit seguente
m(t) =

vy (t)
vx (t)

sin(t)
1 + cos(t)

2 cos(t/2) sin(t/2)
2 cos2 (t/2)

sin(t/2)
cos(t/2)

= tan(t/2)

che non altro che la pendenza della traiettoria allistante t.


Osservando che m(0) = m(T ) = 0 possiamo subito dire che la traiettoria in tali istanti orizzontale.
Invece, in t = T /2 dobbiamo fare un analisi pi approfondita.
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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 2 continuazione della soluzione
In effetti, m non ha un valore determinato per t = T /2, dato che la funzione tan(T /2) diverge con segni
opposti al tendere di t T /2 da sinistra o da destra. Ma essendo
lim
t T
2

m(t) =

lim

tan(t/2) =

lim

x
2

tan(x) =

allora il grafico della funzione deve essere del tipo

Il modulo della velocit nei punti di massima e minima ordinata sono


vymax =

2 (0) + v 2 (0) = 2R;


vx
y

vymin =

2 (T /2) + v 2 (T /2) = 0
vx
y

rispettivamente.

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 3 Un aereo deve volare verso est dal punto A al punto B e tornare indietro ad A. La velocit
del velivolo in aria v. La velocit del vento rispetto a terra u
u. La distanza che separa A da B L e
laereo vola a velocit costante.
a) Dimostrare che se u = 0 (assenza di vento), il tempo di andata e ritorno t0 = 2L/v.
Si supponga poi che la velocit del vento sia diretta come lasse est-ovest.
t0
b) Dimostrare che il tempo di andata e ritorno ora tb =
1 (u/v)2
Infine supponiamo che il vento spiri in direzione nord-sud.
c) Dimostrare che il tempo di andata e ritorno tc =

t0
1 (u/v)2

Soluzione Si noti che in tutti i casi laereo segue una traiettoria rettilinea (lungo lasse x) sia allandata
che al ritorno. Indichiamo con v la velocit dellaereo nel sistema mobile con laria (tale sistema si muove
a velocit u
u) e con V la velocit dellaereo nel sistema fisso rispetto ai punti A e B. Prendendo lasse x
diretto da A a B, la velocit V avr la componente Vy = 0.
a) Se u = 0, sistema mobile e fisso coincidono e quindi Vx = v allandata e Vx = v al ritorno. Perci

t0 = ta + tr =

L
v

L
v

2L
v

b) Quando u diretto verso ovest (cio ux = u e uy = 0) allora allandata abbiamo V = v u


mentre al ritorno V = (v + u). Perci i tempi di andata e ritorno sono

ta =

G. Giugliarelli

L
vu

tr =

L
v+u

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 3 continuazione della soluzione
con un tempo complessivo pari a

tb = ta + tr =

L
vu

L
v+u

=L

2v

v 2 u2

2L
v[1 (u/v)2 ]

t0
[1 (u/v)2 ]

c) In questultimo caso abbiamo una velocit u diretta verso il basso (ux = 0 e uy = u). Allandata
avremo Vx = vx mentre essendo Vy = 0 dovr essere u + vy = 0. Pertanto, dato che il modulo di
v sempre pari a v, allora
v

= vx + vy = vx + u

vx =

v 2 u2

Quindi il tempo di andata sar pari a

ta =

L
vx

L
v 2 u2

Al ritorno la situazione analoga (cambia solo il segno di vx ) e quindi si ricava un tempo di


ritorno uguale a quello appena calcolato. Riassumendo, il tempo complessivo dato da

tc = 2ta =

G. Giugliarelli

2L
v 2 u2

2L

=
v

1 (u/v)2

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t0
1 (u/v)2

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 4 I carrelli A, B, e C, collegati tramite corde inestensibili di massa trascurabile, hanno masse
mA = 10 kg, mB = 15 kg e mC = 20 kg, rispettivamente. Una forza F = 200 N, applicata a C.
Trovare:
a) laccelerazione del sistema, assumendo che non ci sia alcun attrito;
b) la tensione in ciascun cavo;
c) discutere lo stesso problema nel caso in cui i carrelli si muovano lungo un piano inclinato di un
angolo = 20 con lorizzontale.

Soluzione Essendo i carrelli connessi tramite corde inestensibili, essi si muoveranno come un unico sistema
di massa pari alla loro massa complessiva. Perci, definendo M = mA + mB + mC = 45 kg, avremo

Ma = F

a=

F
M

= 4.44 m/s .

Ora, focalizzando lattenzione sui singoli carrelli, a partire dal carrello A, per le forze orizzontali possiamo
scrivere le seguenti relazioni:

mA a = T1
mB a = T2 T1

mC a = F T2

mA

T1 = mA a = M F = 44.4 N

T = T + m a = mA +mB F = 111 N.
2
1
B
M

dove abbiamo scelto unasse orizzontale diretto verso destra.


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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 4 continuazione della soluzione
Nel caso in cui i carrelli siano su un piano inclinato, possiamo fare considerazioni analoghe. Ora per,
dobbiamo tenere conto anche della componente dei pesi dei carrelli lungo la direzione di moto. Infatti,
prendendo un asse parallelo al piano inclinato, orientato come la forza F , le relazioni precedenti diventano:

M a = F M g sin

a=

F M g sin
M

= 1.09 m/s .

mA a = T1 mA g sin
mB a = T2 T1 mB g sin

mC a = F T2 mC g sin

mA

T1 = mA a + mA g sin = M F = 44.4 N

T = T + m a + m g sin = mA +mB F = 111 N.


2
1
B
B
M

Si noti che anche se i carrelli si muovono sul piano inclinato, i valori delle tensioni delle corde non sono
cambiati.

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 5 Determinare laccelerazione con cui si
muovono i corpi nelle figure (a) e (b) ed anche le tensioni
nelle funi. Assumere che i corpi scivolino senza attrito e
che m1 = 20 kg, m2 = 18 kg, = 30 e = 60 .

Soluzione Si noti che, accanto ad ogni corpo, abbiamo indicato gli assi rispetto a cui scomporremo le forze
che agiscono su di essi. Con questa scelta, per la situazione (a), possiamo scrivere le seguenti relazioni
m1 a = T m1 g sin
0 = N1 m1 g cos

m2 a = m2 g T
0=0

N1 = m1 g cos
T = m1 a + m1 g sin

(m1 + m2 )a = g(m2 m1 sin )

a=

g(m2 m1 sin )
m1 +m2

= 2.06 m/s2 ;

m m g

2 (1 + sin ) = 139 N.
T = m 1+m
1
2

Nella situazione (b) avremo invece


m1 a = T m1 g sin
0 = N1 m1 g cos

m2 a = m2 g sin T
0 = N2 m2 g cos

g(m2 sin m1 sin )


N1 = m1 g cos

= 1.44 m/s2
a=

m1 +m2
N2 = m2 g cos

T
=
m
a
+
m
g
sin

1
1
m1 m2 g

(m1 + m2 )a = g(m2 sin m1 sin ) T = m1 +m2 (sin + sin ) = 127 N.

Si noti che ponendo nel caso (b) sin = 1, si ricavano i risultati del caso (a).

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 6 Per sostenere al centro di una strada di larghezza l = 10 m, ad
unaltezza h = 6.5 m, una lampada di massa m = 10 kg (vedi figura) viene
scelto un cavo che pu sopportare una tensione massima Tmax = 500 N.
Si determini la minima distanza dmin dal suolo a cui possono essere fissati gli
estremi del cavo.

Soluzione Se la lampada sostenuta dai due cavi si dovr avere che la somma delle componenti verticali
delle tensioni T equilibri il peso della lampada stessa. Cio
2T sin = mg
dove langolo che i due cavi formano con lorizzontale. Se la tensione dei cavi pari alla tensione
massima avremo
mg
2Tmax sin min = mg
=
sin min =
2Tmax
Quindi, essendo sin =

dh
(dh)2 +(l/2)2

, avremo

dmin h
(dmin h)2 + (l/2)2

mg
2Tmax

e infine
dmin = h +

G. Giugliarelli

mgl/4Tmax
1 (mg/2Tmax )2

=h+

l/2
(2Tmax /mg)2 1

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= 7.0 m.

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 7 Tre oggetti sferici identici, 1, 2 e 3, di massa m = 500 g, sono disposti per mezzo
di molle ideali (di massa trascurabile) a eguale distanza luno sotto laltro; la sferetta 1 a sua
volta appesa con un filo ideale (inestensibile) al soffitto di una stanza (vedi figura).
Supponendo di troncare il filo, si determinino allistante della rottura:
a) la tensione del filo prima della rottura;
b) le accelerazioni a1 , a2 e a3 dei tre oggetti;
c) laccelerazione del centro di massa del sistema.

Soluzione Denotiamo con T , T12 e T23 la tensione del filo a cui appesa la massa 1 e le tensioni delle
molle tra le masse, rispettivamente. Essendo le tre masse in equilibrio, se consideriamo unasse verticale
diretto verso il basso, applicando Newton ricaviamo:

0 = T + mg + T12
T23 = mg
0 = T12 + mg + T23
T12 = 2mg
=

0 = T23 + mg
T = 3mg = 14.7 N.
Quando il filo viene troncato la tensione T si annulla e quindi il sistema non pi in equilibrio.
quellistante le equazioni precedenti (sempre con T23 = mg e T12 = 2mg) ci permettono di ricavare

a1 = 3g = 29.4 m/s2 ;
ma1 = T + mg + T12
ma2 = T12 + mg + T23
=
a2 = 0;

ma3 = T23 + mg
a3 = 0.

In

Perci la sferetta 1 comincia a muoversi con unaccelerazione tre volte superiore allaccelerazione di gravit;
le altre due, avendo accelerazione nulla, restano inizialmente in quiete. Infine, laccelerazione a del centro
di massa del sistema pari a
a=

G. Giugliarelli

m1 a1 + m2 a2 + m3 a3
m1 + m2 + m3

3mg
3m

= g = 9.81 m/s .

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 8 La figura presenta un uomo seduto su un sedile penzolante da una fune
priva di massa che, passando in una puleggia priva di massa e attrito, ritorna in mano
alluomo. La massa complessiva delluomo e del sedile M = 95.0 kg.
a) Con quale forza luomo deve tirare la fune per salire a velocit costante?
b) Che forza dovr applicare per salire con un accelerazione di 1.30 m/s2 ?
Supponiamo, invece, che lestremit destra della fune sia tenuta da una persona a
terra.
c) Ricalcolare a) e b) per questa nuova situazione.
d) Qual in ciascuno di questi quattro casi la forza esercitata dalla carrucola sul
soffitto?
Soluzione Prima di tutto dobbiamo notare che quando luomo tira la corda verso il basso con una forza
F , per il principio di azione e reazione, la corda determina su di esso una forza uguale ed opposta R (con
R = F ). Daltra parte, la tensione della corda, T , dovr essere necessariamente pari a F . Quindi
R=F

T = F.

Se luomo sta salendo con velocit costante, moto uniforme, vuol dire che la forza complessiva su di esso
g (diretta verso il basso), la forza che
nulla. Le forze che agiscono sulluomo sono: la forza gravitazionale mg
la corda esercita sul sedile T (diretta verso lalto) e la forza di reazione R (diretta verso lalto). Quindi
g +R
0 = T + mg

T + R = 2F = mg

F =

mg
2

= 465.5 N.

Se luomo si muove verso lalto con accelerazione a = 1.30 m/s2 allora avremo
a = T + mg
g +R
ma

G. Giugliarelli

F =

m(g + a)
2

= 527.0 N.

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 8 continuazione della soluzione
Se al contrario la corda viene tirata da un compagno al suolo allora nei due casi precedenti avremo
0 = T mg

F = T = mg = 931 N,

ma = T mg

F = m(g + a) = 1054 N.

In tutti e quattro i casi la forza che la carrucola esercita sul soffitto uguale e contraria alla somma delle
tensioni della corda ai lati della carrucola stessa. Perci quando luomo si issa da solo tale forza sar pari a
2 volte la forza con cui egli tira la corda. Se invece luomo viene issato da un suo compagno al suolo, allora
tale forza sar pari a 2 volte la forza che il compagno stesso esercita sulla corda. Si noti che in questo caso
la forza esercitata dalla carrucola sul soffitto doppia rispetto al caso precedente.

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 9 Una forza F = mg/3, costante in modulo, applicata ad un corpo di massa m appoggiato
su un piano orizzontale liscio. Nel corso dello spostamento rettilineo langolo che la forza ha rispetto
allorizzontale varia secondo la legge = ks, dove k una costante ed s il cammino percorso dal corpo
(a partire dalla sua posizione iniziale).
Calcolare la velocit del corpo nel momento in cui langolo pari ad /2.
Soluzione Il moto rettilineo; quindi, lungo la direzione di moto abbiamo
m

dv
dt

= F cos

Perci, dato che


m

dv
dt

=m

dv ds
ds dt

= mv

dv
ds

1
2

d
ds

(v )

F cos =

1
3

mg cos(ks)

otteniamo lequazione
1
2

dv 2
ds

1
3

mg cos(ks)

cambio di variabile

dv 2
d

2
3k

g cos

Infine, separando le variabili e integrando abbiamo

dv

2
3k

v 2 (/2)

g cos d

dv
0

/2

2g
3k

cos d
0

e cio
2

v (/2) =

G. Giugliarelli

2g
3k

sin(/2) =

2g
3k

v(/2) =

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2g
3k

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Esercitazione 2 Cinematica + Dinamica


Problema 10 Un motoscafo di massa M = 1000 kg sta navigando alla velocit v0 = 90 km/h quando il
motore si arresta. Lintensit della forza di attrito fra lo scafo e lacqua proporzionale alla velocit del
natante: fk = Av con A = 70 Ns/m.
Calcolare il tempo impiegato dalla barca per rallentare fino alla velocit di 45 km/h.
Soluzione Dal momento in cui si spegne il motore il moto del motoscafo soddisfa la seguente equazione del
moto
dv
M a = fk

M
= Av.
dt
Separando le variabili e integrando otteniamo

dv
v

= Adt

v0 /2

dv
v

v0

= A

dt

M ln

1
2

= At ,

dalla quale abbiamo


t

G. Giugliarelli

M
A

ln 2 = 9.90 s.

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 1 I corpi A e B (vedi figura) hanno masse mA = 10.0 kg e mB =
5.0 kg, rispettivamente. Il coefficiente di attrito statico tra A e il tavolo pari
a s = 0.4.
a) Trovare la minima massa di C che impedir ad A di muoversi.
b) Calcolare laccelerazione del sistema se C rimosso.

Soluzione Finch C grava su A, la massima forza di attrito che il contatto di A con il tavolo pu sviluppare
pari a
fs,max = s (mA + mC )g
Quindi, essendo la tensione della corda pari al peso di B, allora A e C rimarranno fermi finch sar
soddisfatta la condizione seguente
fs,max mB g

s (mA + mC )g mB g

che si traduce nella seguente


mC

mB s ma
s

= 2.5 kg.

Una volta che C rimosso, notando che ora A prender a muoversi verso destra. Supponendo che lattrito
dinamico sia trascurabile (non ci sono dati del problema che ci permettano di stimare k ), si vede immediatamente che laccelerazione comune di A e B

a=

G. Giugliarelli

mB
mA + mB

g=

1
3

g = 3.27 m/s .

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 2 Una lastra di massa m2 = 40 kg appoggiata su
un pavimento privo di attrito. Su di essa collocato un blocco di
massa m1 = 10 kg. Fra il blocco e la lastra abbiamo s = 0.60
e k = 0.40. Il blocco 1 tirato da una forza orizzontale di
intensit F = 100 N.
Quali sono le intensit delle accelerazioni risultanti
a) per il blocco,
b) per la lastra.
Soluzione Quando il corpo 1 (di massa m1 = 10 kg) viene poggiato sul corpo 2 (di massa m2 = 40 kg) esso
sar soggetto ad una reazione normale N di ampiezza
N = m1 g
Si noti che per il principio di azione e reazione anche il corpo 2 sar soggetto ad una reazione normale
esattamente uguale e contraria a N .
Se, tramite la trazione della forza F = 100 N, si tira il corpo 1 si svilupper una forza di attrito f diretta
in verso opposto ad F . Sempre per il principio di azione e reazione anche il corpo 2 subir lazione di
una forza di attrito esattamente uguale ed opposta da f . A seconda che sia lattrito statico o dinamico a
generarla, f avr i valori seguenti:
fmax = fs,max = s N = s m1 g = 58.8 N;

f = fk = k N = k m1 g = 39.2 N.

Ora, per capire se i corpi scivolano luno sullaltro o meno, supponiamo per un momento che essi siano
solidali e verifichiamo se la forza di attrito massima, valutata sopra, compatibile con questa situazione.
In queste condizioni i due corpi si muovono come un unico corpo di massa M = m1 + m2 = 50.0 kg soggetti
ad una forza F = 100 N. Quindi la loro accelerazione comune a soddisfer la seguente:
Ma = F

G. Giugliarelli

a=

F
M

= 2.0 m/s .

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 2 continuazione della soluzione
Quindi, considerando il corpo 1 avremo

m1 a = F fs

fs =

m2 F
M

= 80.0 N,

abbondatemente maggiore di fs,max .


Dobbiamo quindi concludere che i due corpi scivolano luno sullaltro. In queste condizioni dovr essere
(considerando le forze orizzontali che agiscono sul corpo 1 e 2):

m1 a1 = F fk

a1 =

m2 a2 = fk

a2 =

G. Giugliarelli

F fk
m1
fk
m2

= 6.08 m/s ;
2

= 0.98 m/s .

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 3 Un corpo di massa m trainato tramite un filo con velocit costante
su un piano inclinato che forma un angolo con lorizzontale (vedi figura). Il
coefficiente dattrito uguale a k .
Determinare:
a) langolo che deve fare il filo con il piano inclinato affinch la sua
tensione sia minima;
b) il valore di tale tensione.

Soluzione Prendendo gli assi x e y rispettivamente parallelo e perpendicolare al piano inclinato e scomponendo le forze, abbiamo
0 = mg sin + T cos fk
0 = N mg cos + T sin
dove T la tensione del filo, fk = k N la forza di attrito dinamico ed N la reazione normale del piano
inclinato. Risolvendo il sistema itteniamo:

T =

sin + k cos
cos + k sin

mg;

N =

cos cos sin sin


cos + k sin

mg =

cos( + )
cos + k sin

mg.

A questo punto, per minimizzare la tensione non dobbiamo far altro che porre a 0 la derivata seguente
T

= mg(sin + k cos )

G. Giugliarelli

sin + k cos
(cos + k sin )2

sin + k cos = 0

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=0

tan = k .

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 3 continuazione della soluzione
Quindi, ricordando che

cos =

1
1 + tan2

sin =

1 + 2
k

otteniamo
Tmin =

sin + k cos

tan
1 + tan2

1 + 2
k

mg.

1 + 2
k

Si noti anche che


2T
2

= mg(sin + k cos )

= mg

(sin + k cos )

(cos + k sin )2 + ( sin + k cos )2


(cos + k sin )2

tan =k

>0

1 + 2
k
che dimostra che il punto di minimo per T ().

G. Giugliarelli

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 4 Una palla di massa m = 1.34 kg collegata da due fili privi di
massa ad unasta verticale rotante. I fili tesi formano con lasta, alla quale sono
fissati, un triangolo equilatero. La tensione del filo superiore T1 = 35 N.
a) Disegnare il diagramma vettoriale delle forze che agiscono sulla palla;
b) Quanto vale la tensione della corda pi bassa?
c) Qual la risultante delle forze agenti sulla palla nella situazione
illustrata in figura?
d) Qual la velocit della palla?
Soluzione Osservando il diagramma vettoriale delle forze che agiscono sulla palla di massa m = 1.34 kg
(vedi sotto) ed essendo essa in rotazione, possiamo concludere che la somma vettoriale di tali forze deve
essere pari alla forza centripeta F c associata al moto rotatorio. Vettorialmente avremo
g = Fc
T 1 + T 2 + mg
Considerando le componenti verticali e orizzontali di tali forze scriviamo
v2
T1 sin + T2 sin = m
;
T1 cos T2 cos mg = 0
h
dove = /3 langolo tra i lati del triangolo equilatero e h la sua altezza.
Da queste si ottiene
T2 = T1

mg
cos

v=

Tenendo poi presente che h = L sin =


T2 = T1 2mg = 8.74 N

G. Giugliarelli

h
m

3
L,
2

v=

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2T1

mg
cos

sin

allora si ricava
3L
2m

(T1 mg) = 6.45 m/s.

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 5 Un blocchetto di massa m viene lanciato (verso destra)
con velocit iniziale v0 su una guida avente un tratto orizzontale piano
e un tratto circolare di ampiezza angolare e raggio R = 50.0 cm (vedi
figura). Lattrito fra blocchetto e guida trascurabile.
a) Si determini la minima velocit iniziale v0,min affinch il
blocchetto durante la prima parte del suo moto si mantenga
sempre in contatto con la guida fino al punto A.
Supponendo poi che v0 = v0,min determinare:
b) il punto della guida dove massima la reazione normale;
c) a quale distanza da B ricade il blocchetto una volta lasciata
la guida.

Soluzione Essendo lattrito trascurabile il blocchetto arriva in B con velocit v0 . Negli istanti successivi
esso prender a salire per il tratto curvo della guida. La sua posizione potr essere individuata dallangolo
indicato in figura. Scegliendo un sistema di riferimento (vedi figura) il cui asse x sempre tangente alla
guida, la 2a legge di Newton si traduce nelle seguenti
ma = mg sin
mac = N mg cos
dove a laccelerazione tangenziale (negativa perch il moto decelerato) mentre ac = v 2 /R laccelerazione
centripeta.
La prima equazione pu essere riscritta nella forma seguente

ma

G. Giugliarelli

=m

dv
dt

= mg sin ,

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 5 continuazione della soluzione
ma notando che, se con l = R indichiamo la lunghezza dellarco di guida percorsa dal blocchetto, possiamo
anche scrivere
dl
d
dv
d
d d
d
=R
= R

=R
=R
= R
v=
dt
dt
dt
dt
d dt
d
e
mR

d
d

()

= mg sin

Rd = g sin d

d = g

sin d
0

(0)

Quindi
2

() = (0)

2g
R

(1 cos )

v () = v0 2gR(1 cos )

Lultima espressione ci permette di calcolare la velocit in ogni punto del tratto di guida circolare. Sostituendo tale relazione nella seconda equazione del sistema iniziale, possiamo ricavare lespressione della
reazione normale N ottenendo

N = mac + mg cos =

mv 2
R

+ mg cos =

2
mv0

2mg(1 cos ) + mg cos =

2
mv0

2mg + 3mg cos

Da tale espressione possiamo vedere che N decresce allaumentare di . In particolare in B ( = 0), N


assume il suo valore massimo pari a
2
v0
Nmax = m
+g
R
La precedente relazione mostra anche che tanto maggiore v0 tanto pi tardi si annuller N . Perci, se
vogliamo che N sia positivo perlomeno fino ad A ( = ), il valore della velocit dovr essere non inferiore
a quello che porta ad avere N = 0 proprio in A. Imponendo nella precedente = e N = 0, si ricava
v0,min =

G. Giugliarelli

5gR = 4.95 m/s.

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 6 Un corpo puntiforme di massa m = 2.0 kg scivola lungo un piano inclinato (molto lungo)
formante un angolo = 30 rispetto allorizzontale e nel suo moto soggetto, oltre alla forza di gravit,
ad una forza resistente (che congloba lattrito di strisciamento e la resistenza dellaria) il cui modulo
esprimibile come R = A + Bv dove A e B sono delle costanti positive e v il modulo della velocit del
corpo. Si s anche che:
i) nel suo libero scivolamento sul piano inclinato il corpo raggiunge la velocit limite vlim = 30 m/s;
ii) partendo da fermo, il corpo impiega un tempo thalf = 10 s per raggiungere una velocit vlim /2.
Determinare i coefficienti A e B.
Soluzione Applicando la seconda legge della dinamica si vede facilmente che il moto del corpo lungo il piano
inclinato determinato dallequazione seguente
m

dv
dt

= mg sin R = mg sin A Bv,

dove si scelto unasse x giacente sul piano inclinato e diretto verso il basso.
Il raggiungimento della velocit limite comporta lannullarsi della forza risultante lungo il piano inclinato
(e ci produce lannullamento dellaccelerazione del corpo). Quindi dovr essere
mg sin A Bvlim = 0

A = mg sin Bvlim .

Sostituendo queste ultime nella precedente possiamo dare allequazione del moto del corpo la seguente
forma
dv
m
= B(vlim v).
dt
Separando le variabili e integrando ambo i membri tra gli istanti t = 0 (v = 0) e t (v = v(t)) si ottiene
m

dv
vlim v

v(t)

= Bdt

m
0

dv
vlim v

= Bt

ln

vlim v(t)
vlim

B
m

t,

e quindi
v(t) = vlim
G. Giugliarelli

Bt
m

1e

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Esercitazione 3 Dinamica del punto materiale


Problema 6 continuazione della soluzione
Da tale legge oraria segue che se la velocit del corpo raggiunge 1
v
nel tempo thalf , allora
2 lim

vlim

B thalf
m

1e

vlim
2

B thalf
m

1
2

B
m

thalf = ln 2,

e quindi
B = ln 2

m
thalf

= 0.138 kg/s.

Infine tornando allespressione di A si ottiene

A = mg sin ln 2

G. Giugliarelli

mvlim
thalf

= 5.65 N.

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Esercitazione 4 Dinamica del punto materiale, lavoro e conservazione dellenergia


Problema 1 Un corpo puntiforme di massa m = 1.0 kg viene lanciato lungo la superficie di un cuneo avente
uninclinazione = 40 rispetto allorizzontale e altezza h = 80 cm. Il corpo viene lanciato dal punto pi
basso del cuneo con una velocit iniziale v0 . La superficie del cuneo su cui scivola il corpo puntiforme
presenta un coefficiente di attrito dinamico k = 0.5.
Sapendo che il cuneo, che potrebbe scivolare senza attrito sul piano di appoggio, mantenuto in quiete per
mezzo di una forza esterna, determinare:
a) il valore di v0 affinch il corpo dopo aver raggiunto la sommit del cuneo ricada al suolo ad una
distanza d = 30 cm dal cuneo stesso;
b) il modulo della forza esterna che deve essere utilizzata per mantenere il cuneo in quiete durante la
salita del corpo puntiforme secondo quanto calcolato al punto a).
Soluzione Indichiamo con v1 il modulo della velocit del corpo alla sommit del cuneo. Durante il suo
successivo volo parabolico le equazioni orarie delle sue coordinate sono le seguenti
x(t) = v1 cos t
y(t) = h + v1 sin t 1
gt2
2
dove langolo dinclinazione del cuneo.
coordinate (d, 0), abbiamo

Quindi, dato il punto dimpatto del corpo con il suolo ha

v1 cos t = d

t=

d
v1 cos

e
h + v1 sin t

1
2

gt

= h + d tan

gd2
2
2v1

cos2

=0

v1 =

gd2
2(h + d tan ) cos2

= 0.85 m/s.

Tenendo conto dellazione della forza di attrito lungo la salita, il moto del corpo uniformemente decelerato
con una accelerazione in modulo pari a = g(sin + k cos ) e le equazioni che regolano il suo moto sono
x(t) = v0 t

1
2

at ;

v(t) = v0 at,

dove ora x misurata lungo il piano inclinato e v0 il modulo della velocit iniziale del corpo.
G. Giugliarelli

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Esercitazione 4 Dinamica del punto materiale, lavoro e conservazione dellenergia


Problema 1 continuazione della soluzione
Quindi, se indichiamo con t1 il tempo in cui il corpo raggiunge la sommit del cuneo e se vogliamo che in
tale istante esso abbia velocit pari a v1 , tenendo presente che il piano inclinato ha una lunghezza h/ sin ,
dovr essere

v1 = v0 at1

h
sin

= v0 t1

1
2

t1 = (v0 v1 )/a;
2

at1

2
2
v0
v1

h
sin

v0 =

2 +
v1

2ah
sin

Esplicitando laccelerazione a abbiamo

v0 =

2 + 2gh +
v1

2k gh
tan

= 5.08 m/s.

Durante la salita del corpo sul cuneo, a causa del principio di azione e reazione, agiscono le due forze uguali
ed opposte a N (di modulo mg cos ) e f k (di modulo k N = k mg cos ). Conseguentemente, se vogliamo
che il cuneo rimanga fermo, esso dovr essere trattenuto da una forza orizzontale di modulo pari alla somma
delle componenti orizzontali delle forze suddette. E cio pari a
2

F = N sin + fk cos = mg cos sin + k mg cos = mg cos (sin + k cos ) = 7.7 N.

G. Giugliarelli

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Esercitazione 4 Dinamica del punto materiale, lavoro e conservazione dellenergia


Problema 2 Un corpo puntiforme di massa m = 1.0 kg viene lanciato lungo la superficie di una lastra
avente massa M = 4.0 kg e lunghezza L = 120 cm. Il corpo viene lanciato lungo la lastra con una velocit
iniziale v0 . La superficie della lastra su cui scivola il corpo puntiforme presenta un coefficiente di attrito
dinamico k = 0.4.
Supponendo che la lastra venga mantenuta ferma:
a) determinare il valore di v0 affinch il corpo raggiunga esattamente la fine della lastra senza cadere
da essa.
Supporre poi che la lastra possa scivolare senza attrito sul piano di appoggio e che ora, quando il corpo
puntiforme viene lanciato su di essa con la velocit iniziale v0 calcolata al punto a), essa sia libera di
muoversi. Determinare:
b) la velocit finale del sistema lastra corpo e la distanza che il corpo percorre lungo la lastra.
Soluzione Quando la lastra mantenuta ferma, a causa della forza di attrito dinamico fk = k N = k mg
che agisce sul corpo puntiforme esso si muover di moto uniformemente decelerato con am = k g e quindi
la sua velocit e posizione seguiranno le seguenti relazioni
v(t) = v0 + am t = v0 k gt;

x(t) = v0 t +

1
2

am t

= v0 t

1
2

k gt .

Se t il tempo in cui il corpo raggiunge laltro estremo della lastra e vogliamo in tale istante il corpo si
fermi, dovr essere
x(t ) = L;
v(t ) = 0;

v0
k g

2
v0

k g

2
1 v0
=L
2 k g

v0 =

2k Lg = 3.07 m/s.

Daltra parte, se la lastra libera di muoversi, in seguito al lancio del corpo, si muover anchessa. In
tal caso, mentre il corpo viene rallentato dalla forza di attrito fk , sempre opposta al suo moto (e la sua
accelerazione sar sempre pari a am = k g), ora la lastra segue un moto accelerato determinato dalla
m g.
reazione (principio di azionereazione) alla fk , con accelerazione aM = k M
Quindi, le velocit (rispetto al suolo) del punto materiale e della lastra seguiranno le seguenti relazioni
vm (t) = v0 k gt;
G. Giugliarelli

vM (t) = k

M
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gt.
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Esercitazione 4 Dinamica del punto materiale, lavoro e conservazione dellenergia


Problema 2 continuazione della soluzione
Perci allistante t1 , ottenuto come segue
vm (t1 ) = vM (t1 )

v0 k gt1 = k

essi raggiungono la comune velocit


vf = vm (t1 ) = vM (t1 ) =

m
M

gt1

m
M +m

t1 =

M v0
k (M + m)g

v0 = 0.61 m/s.

Ovviamente, dato che allistante t1 ormai non c pi slittamento fra corpo e lastra, negli istanti successivi
essi procederanno (come un solo corpo) a velocit vf . Perci vf la velocit finale del sistema corpo+lastra!
Si noti anche che, dallistante di lancio t = 0, allistante t1 lo spazio percorso (rispetto al suolo) da corpo
e lastra sono dati da
1
1
m 2
2
xm = v0 t1 k gt1 ;
xM = k
gt1 ,
2
2
M
rispettivamente. Conseguentemente, la distanza d = xm xM corrisponde allo spostamento del corpo
rispetto alla lastra, che sar quindi pari a
2
1 M +m
1
M v0
M
4
2
d = xm xM = v0 t1
k gt1 =
=
L = L = 96.0 cm.
2
M
2 k (M + m)g
M +m
5

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Esercitazione 4 Dinamica del punto materiale, lavoro e conservazione dellenergia


Problema 3 Un cono, di altezza H = 30 cm e raggio di base R = 10.0 cm,
disposto verticalmente con il vertice in basso e ruota a velocit angolare
0 intorno al suo asse (vedi figura). Sulla sua superficie interna poggiato
un corpo puntiforme che ruota insieme al cono. Il corpo ad una quota
h = 15 cm al disopra del vertice del cono ed in equilibrio statico rispetto
ad esso.
Determinare:
a) la velocit angolare 0 del cono supponendo che la sua superficie
non presenti attrito;
b) entro quali limiti pu essere variata la velocit angolare del cono
mantenendo il corpo in equilibrio sempre alla quota h, nel caso in
cui la superficie del cono presenti attrito con s = 0.2.
Soluzione In assenza di attrito se il corpo in equilibrio rispetto al cono, essendo questo in rotazione intorno
al suo asse, la somma delle componenti lungo la parete delle forze gravitazionale e centrifuga (siamo nel
sistema rotante) dovr essere nulla.
Perci, indicando con langolo al vertice del cono (langolo che le sue pareti formano rispetto alla verticale)
per il quale si ha
tan =

R
H

1
3

sin =

R
R2 + H 2

= 0.316,

cos =

H
R2 + H 2

= 0.949,

e prendendo un asse lungo la superficie del cono orientato dal suo vertice verso il suo bordo, dovremo avere
2

m0 r sin mg cos = 0
con r = h tan pari al raggio dellorbita circolare percorsa dal corpo. Si ottiene quindi
2

g cos = 0 h tan sin

G. Giugliarelli

0 =

g
h tan2

gH 2
hR2

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0 =

= 24.3 rad/s.

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Esercitazione 4 Dinamica del punto materiale, lavoro e conservazione dellenergia


Problema 3 continuazione della soluzione
Teniamo ora conto della presenza di attrito statico. In tal caso per una velocit angolare diversa da 0 il
diverso valore della forza centrifuga determina la presenza di una forza di attrito statico fs che soddisfa la
seguente equazione
2
m r sin mg cos + fs = 0,
e che deve sottostare alla condizione
|fs | s N

|m( r sin g cos )| s N

Ricavando la reazione normale N dalla seguente,


2

N mg sin m r cos = 0

N = m(g sin + r cos ).

e sostituendo nella precedente otteniamo


2

| r sin g cos | s (g sin + r cos )

(cos s sin ) g
(sin + s cos ) r

(cos + s sin ) g
(sin s cos ) r

Da questultima, tenendo presente che r = h tan = 5.0 cm, si ricava

min max

min =

max =

G. Giugliarelli

(cos s sin ) g
(sin + s cos ) r
(cos + s sin ) g
(sin s cos ) r

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= 18.5 rad/s

= 39.7 rad/s

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Esercitazione 4 Dinamica del punto materiale, lavoro e conservazione dellenergia


Problema 4 Una coppa semisferica, di raggio R = 30 cm disposta
con la concavit rivolta verso lalto e ruota a velocit angolare 0
intorno al suo asse (vedi figura). Sulla sua superficie interna, ad una
quota h = 10 cm al disopra del punto pi basso della coppa, poggiato
un corpo puntiforme in equilibrio statico rispetto ad essa.
Determinare:
a) la velocit angolare 0 con cui ruota la coppa supponendo che
la sua superficie non presenti attrito;
b) entro quali limiti pu essere variata la velocit angolare della
coppa mantenendo il corpo in equilibrio sempre alla quota h,
nel caso in cui la superficie della coppa presenti attrito con
s = 0.4.
Soluzione In assenza di attrito se il corpo in equilibrio rispetto alla coppa, essendo questa in rotazione
intorno al suo asse, la somma delle componenti lungo la parete delle forze gravitazionale e centrifuga (siamo
nel sistema rotante) dovr essere nulla.
Prima di tutto indichiamo con langolo che il raggio passante per il corpo ha rispetto alla verticale. Si ha

cos =

Rh
R

2
3

= 0.667,

sin =

h(2R h)
R

= 0.745.

Prendendo un asse tangente alla parete della coppa nel punto occupato dal corpo orientato verso lalto,
lequilibrio del corpo impone
2
m0 r cos mg sin = 0
con r = R sin pari al raggio dellorbita circolare percorsa dal corpo. Si ottiene quindi

g sin = 0 R sin cos

G. Giugliarelli

0 =

g
R cos

g
Rh

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0 =

g
Rh

= 7.0 rad/s.

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Esercitazione 4 Dinamica del punto materiale, lavoro e conservazione dellenergia


Problema 4 continuazione della soluzione
Teniamo ora conto della presenza di attrito statico. In tal caso per una velocit angolare diversa da 0 il
diverso valore della forza centrifuga determina la presenza di una forza di attrito statico fs che soddisfa la
seguente equazione
2
m r cos mg sin + fs = 0,
e che deve sottostare alla condizione
|fs | s N

|m( r cos g sin )| s N

Ricavando la reazione normale N dalla seguente,


2

N mg cos m r sin = 0

N = m(g cos + r sin ).

e sostituendo nella precedente otteniamo


2

| r cos g sin | s (g cos + r sin )

(sin s cos ) g
(cos + s sin ) r

(sin + s cos ) g
(cos s sin ) r

Da questultima, tenendo presente che r = R sin = 22.3 cm, si ricava

min max

min =

max =

G. Giugliarelli

(sin s cos ) g
(cos + s sin ) r
(sin + s cos ) g
(cos s sin ) r

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= 4.67 rad/s

= 11.0 rad/s

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Problema 5 Si abbia una guida circolare di raggio R (come quella qui a
fianco) disposta orizzontalmente (la figura corrisponde alla vista dallalto).
Un corpo puntiforme di massa m, posto allinterno della guida, viene lanciato lungo la guida stessa con una velocit iniziale di ampiezza v0 .
Supponendo che la guida sia mantenuta fissa, e che tra corpo e guida sia
presente un coefficiente di attrito dinamico k = 0.10, si determini:
a) la legge con cui varia la velocit del corpo durante il suo moto
circolare;
b) dopo quanti giri la velocit del corpo si sar ridotta ad 1/10 di
quella iniziale.
Soluzione Il moto del punto materiale chiaramente circolare, ma a causa della forza di attrito la velocit
non si manterr costante. In effetti, con la 2a legge della dinamica potremmo scrivere
a = N + fk
ma
dove N e f k sono la reazione normale della guida e la forza di attrito, rispettivamente. Proiettando tale
equazione lungo le direzioni tangente e perpendicolare alla guida otterremo

ma

= fk = k N

v2

ma = m
=N
R
dove si esplicitata la forza di attrito fk in termini di N e v 2 /R laccelerazione centripeta. Combinando
le due relazioni otteniamo lequazione differenziale seguente
ma

= k N = k m

v2
R

dv
dt

k 2
v ,
R

dalla quale, per integrazione, potremo ricavare lespressione della velocit in funzione, ad esempio, del
tempo.
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Esercitazione 4 Dinamica del punto materiale, lavoro e conservazione dellenergia


Problema 5 continuazione della soluzione
Infatti, separando le variabili e integrando si ottiene
dv
v2

k
R

dt

v0

1
v(t)

k
R

v(t) =

1
v0

+ Rk t

Daltra parte, se indichiamo con s lo spazio percorso dal punto materiale lungo la guida (a partire dalla
dv
dv ds
dv
posizione iniziale) e notando che
=

=v
la precedente equazione pu essere integrata anche
dt
ds dt
ds
come segue
v

dv

ds

k 2
v
R

dv
v

k
R

ds

v(s) = v0 e

k
s
R .

Lultima relazione ci d, direttamente, la velocit in funzione dello spazio percorso.


Questultima espressione particolarmente utile in relazione alla domanda b). Infatti, dato che in un giro
il punto materiale percorre una distanza pari a 2R, se indichiamo con Ng il numero di giri effettuati dal
corpo, possiamo scrivere che lo spazio percorso nel frattempo sar pari a s = 2RNg e quindi lespressione
della velocit diventa
2k Ng
v(s) = v(Ng ) = v0 e
.
Perci, se vogliamo calcolare il numero di giri in cui la velocit diventa 1/10 di quella iniziale avremo
v0
10

2k Ng

= v0 e

G. Giugliarelli

2k Ng = ln(10)

Ng =

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ln(10)
2k

= 3.66.

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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 1 Nella figura vediamo una corda che passa su due pulegge prive
di massa e di attrito e un peso di massa m = 20 kg agganciato alla puleggia
inferiore, mentre una forza F applicata manualmente allestremit libera della
corda.
a) Quale devessere lintensit di F per far salire il peso a velocit costante?
b) Per far salire il peso di 2.0 cm, di quanto dovr spostarsi la mano
delloperatore?
c) Qual il lavoro compiuto sul peso durante questo spostamento
dalloperatore?
d) E dalla forza di gravit?
Soluzione Se il peso si muove di moto uniforme verso lalto, essendo questo un moto con accelerazione nulla,
la somma delle forze che agiscono su di esso deve essere nulla! Perci, essendo il peso del corpo equilibrato
da 2 volte la tensione, T della corda, dovremo avere
1
T = mg
2
Quindi, essendo anche F = T avremo
F =T =

1
2

mg = 98.0 N.

Quando il peso sale di 2.0 cm, la mano delloperatore deve abbassarsi di 4.0 cm. Infatti, ogni spostamento
della corda verso il basso y (effettuato dalloperatore) si distribuisce equamente sui due lati della puleggia
a cui agganciato il peso, che quindi sale di una quota pari a y/2.
Il lavoro compiuto dalloperatore e dalla forza di gravit sono
1
y
Lo = F y = mgy = 3.92 J;
Lg = mg
= 3.92 J.
2
2

G. Giugliarelli

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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 2 Un blocchetto di massa m pu scorrere lungo la pista a spirale in
figura.
a) Se lasciato cadere da fermo dal punto P , quale sar la forza netta che
agisce su di esso nel punto Q?
b) Da quale altezza sopra il punto pi basso della spirale si dovrebbe
lasciar cadere il blocchetto per far si che stia per perdere il contatto con
la pista nel punto pi alto del ricciolo?

Soluzione Dalla conservazione dellenergia meccanica, abbiamo


1
2
2
mgh = mgR + mvQ

mvQ = 2mg(h R)
2
g
Le forze che agiscono sul blocchetto sono la forza gravitazionale, mg
g, e la reazione normale della pista,
g tangente alla pista, la normale N deve essere pari alla forza centripeta, Fc ,
N . Nel punto Q, essendo mg
necessaria a tenere il blocchetto sulla pista. Cio
2
vQ
hR
NQ = Fc = m
= 2mg
R
R
Perci la forza complessiva sul blocchetto sar
g
F Q = N Q + mg

FQ =

2 + m2 g 2 =
NQ

mg
R

4(h R)2 + R2

In punti diversi della traiettoria, anche il peso del blocchetto contribuisce alla forza centripeta. In effetti
(vedi figura)
mv 2
mv 2
= N mg cos

N =
+ mg cos
R
R

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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 2 continuazione della soluzione
Se vogliamo che nel punto pi alto del ricciolo ( = ) il blocchetto stia per perdere il contatto, allora
dovr essere N = 0. Quindi
mv 2
2
mg = 0
mv = mgR
R
Perci, dalla conservazione dellenergia, otteniamo

mgh = 2mgR +

G. Giugliarelli

1
2

mv

= 2mgR +

1
2

mgR =

5
2

mgR

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h =

5
2

R.

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Problema 3 Una catena, come si vede in figura, tenuta ferma su un tavolo
privo di attrito mentre un quarto della sua lunghezza penzola dal bordo del
tavolo.
Se la catena ha una lunghezza totale L e una massa m, quanto lavoro richiesto
per tirare indietro fino sul piano del tavolo la parte penzolante?

Soluzione Si noti che ogni elementino di catena, di lunghezza dh e ad una quota h al di sotto del piano del
tavolo, una volta portato sul tavolo guadagna unenergia potenziale gravitazionale pari a
dU = dm gh
dove dm la massa dellelementino di catena.
Notando che
dm =

m
L

dh,

sommando tutti i contributi si ottiene che il guadagno complessivo in energia potenziale

U =

dU =

m
L

L/4

hdh =
0

m
L

mgL
32

Ovviamente tale quantit anche pari al lavoro che si deve compiere per issare la catena.

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Problema 4 Entro una guida verticale pu scorrere liberamente
una bacchetta di massa m = 800 g. Lestremo inferiore della
bacchetta poggia (senza presentare nessun tipo di attrito) sulla
superficie inclinata di un sottile cuneo, di massa M = 1.2 kg e di
angolo di base = 45 , a sua volta posto su un piano orizzontale
(vedi figura). Il sistema inizialmente in quiete.
Nellipotesi che il cuneo scivoli senza attrito sul piano orizzontale, si determini la velocit e laccelerazione del cuneo quando
la bacchetta scesa di un tratto h0 = 30 cm.
Soluzione Per prima cosa si noti che se dy (lungo lasse y diretto verso lalto) lo spostamento elementare
verticale della bacchetta, lo spostamento dx del cuneo (lungo lasse x orizzontale verso destra) deve soddisfare la relazione seguente
dy = (tan )dx = dx
Conseguentemente, derivando rispetto al tempo una e
dy
dx
vb =
=
= vc ;
dt
dt
dove vb , vc , ab e ac sono le velocit e le accelerazioni
Non essendoci attriti, lenergia meccanica si conserva.
h avremo

mgy0 = mg(y0 h)+

1
2

mvb +

1
2

M vc

mgh =

1
2

due volte ricaviamo


d2 y
d2 x
ab =
=
= ac ,
dt2
dt2
di bacchetta e cuneo, rispettivamente.
Perci per uno spostamento della bacchetta pari ad

(m + M ) vc

vc =

2mgh
m+M

= 1.53 m/s.

Daltra parte, derivando rispetto al tempo la relazione appena utilizzata, ricaviamo

mg

dh
dt

= (m + M ) vc

G. Giugliarelli

dvc
dt

mgvb = (m + M ) vc ac

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ac =

m
m+M

g = 3.92 m/s .

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Problema 5 Un corpo di massa m viene lanciato su di un piano di lunghezza l = 80 cm che pu essere
inclinato (rispetto allorizzontale) di un angolo 0 /2. Il corpo (indipendentemente dallangolo di
inclinazione del piano) viene lanciato con una velocit iniziale v0 sempre tangente al piano stesso. Il
piano presenta un coefficiente di attrito dinamico k = 0.7.
a) Determinare lespressione della minima velocit iniziale, v0,min (), che permette al corpo di
raggiungere laltro estremo del piano;
b) Calcolare langolo dinclinazione, max , in corrispondenza del quale v0,min assume il suo valore
massimo, e il valore corrispondente;
c) Fissato = max e v0 = 2v0,min (max ) determinare la massima quota raggiunta dal corpo
rispetto al punto di partenza (si supponga che il corpo, una volta staccatosi dal piano, segua il
moto del proiettile).
Soluzione Applicando il teorema dellenergia cinetica possiamo dire che la variazione dellenergia cinetica
del corpo dovr essere pari alla somma dei lavori della forza di gravit e della forza di attrito. E cio
potremo scrivere la seguente
1
1
2
2
mvf mv0 = mgl sin k mgl cos
K = Lg + La = Ug + La
=
2
2
dove vf la velocit del corpo alla fine del piano inclinato e k mg cos corrisponde al modulo della forza
di attrito. Quindi, imponendo una velocit finale vf = 0, ricaviamo
2

v0 = v0,min () = 2gl (sin + k cos )

v0,min () =

2gl (sin + k cos )

Poi, per ricavare langolo che rende massima tale velocit, imponiamo che la derivata rispetto ad della
precedente espressione sia nulla. Cos facendo si ottiene
d 2
1

v0,min () = 2gl (cos k sin ) = 0

= max = arctan
= 55.0
d
k
Quindi, tenendo conto che cos = 1/ 1 + tan2 e sin = tan / 1 + tan2 ricaviamo
k + tan
2
v0,min () = 2gl

v0,min (max ) = 2gl 1 + 2


= 4.38 m/s.
k
1 + tan2
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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 5 continuazione della soluzione
Ora, se supponiamo che la velocit finale nel punto pi alto del piano non sia pi nulla, dalla prima relazione
che avevamo otteniamo
2
2
vf = v0 2gl (sin + k cos )
Quindi, considerando la sua componente verticale, vf,y = vf sin , la quota massima che raggiunger il
corpo sar pari alla somma dei spostamenti verticali subiti durante i moti rettilineo lungo il piano inclinato
1 gt2 ) e cio
(h1 = l sin ) e parabolico (h2 = vf,y t2 2
2
1

ymax = l sin + vf,y t2

gt2

t2 il tempo di volo dalla sommit del piano inclinato al vertice della parabola e sar tale che
vf,y gt2 = 0

t2 =

vf,y
g

Sostituendo nella precedente ricaviamo

ymax = l sin +

2
vf,y

2g

= l sin +

2
vf
sin2

2g

2
v0

2g

sin + l sin sin k cos sin

Valutando tale espressione quando e otteniamo


2gl
ymax = 4

G. Giugliarelli

1 + 2
k
2g

1
1 + 2
k

4l

= 2.62 m.

1 + 2
k

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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 6 Un punto materiale scivola sulla pista visibile in sezione in
figura, con le estremit innalzate rispetto alla parte centrale, che piano
e orizzontale ed ha lunghezza L. Le due parti curve sono prive di attrito,
mentre per la parte piana il coefficiente di attrito dinamico k = 0.20. Il
corpo lasciato libero in A, allaltezza h = L/2 rispetto al tratto piano.
Dove va a fermarsi il punto materiale?
Soluzione Il corpo si fermer quando tutta lenergia potenziale iniziale stata dissipata dalla forza di attrito
sul tratto piano. Tale forza sempre opposta alla direzione di moto ed ha intensit pari a
fk = k N = k mg
Se indichiamo con x la distanza complessivamente percorsa in orizzontale dal punto materiale, lenergia
dissipata sar pari al lavoro compiuto dalla forza di attrito, pari a fk x. Quindi dovr essere

mg

L
2

= fk x = k mgx

x =

L
2k

= 2.5L

Ci significa che il punto materiale si ferma nel centro del tratto piano, la seconda volta che lo percorre
verso destra.

G. Giugliarelli

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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 7 Un blocco di massa m = 2.5 kg, muovendosi come nella
figura va ad urtare una molla orizzontale avente k = 320 N/m, e la
comprime per una lunghezza massima x = 7.5 cm. Il coefficiente
di attrito dinamico tra il blocco e la superficie di scorrimento k =
0.25.
a) Quanto lavoro svolge la molla per arrestare il blocco?
b) Quanta energia meccanica dissipata in energia termica dalla
forza dattrito prima che il blocco sia arrestato dalla molla?
c) Qualera la velocit del blocco quando ha urtato la molla?
Soluzione Data la presenza di attrito, lenergia meccanica non si conserva! Per, la sua variazione deve
essere pari al lavoro fatto dalla forza di attrito. Considerando quindi il tratto di moto in cui la molla viene
compressa potremo scrivere che
K + Ue = fk x

1
2

mv0 +

1
2

kx

= k mgx

dove fk = k mg lintensit della forza di attrito.


Quindi, il lavoro fatto dalla molla durante la compressione e quello compiuto dalla forza di attrito sono
Le = Ue =

1
2

kx

= 0.90 J;

Lk = k mgx = 0.46 J.

Dalla precedente abbiamo immediatamente che lenergia meccanica dissipata pari a 0.46 J, e cio, al
modulo del lavoro della forza di attrito.
Infine, dalla prima relazione si ricava

v0 =

G. Giugliarelli

2k gx +

k
m

x2 = 1.04 m/s.

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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 8 Una pietra di peso w scagliata in aria verticalmente con velocit iniziale v0 .
Supponendo che una forza costante f dovuta alla resistenza dellaria agisca sulla pietra lungo tutta la sua
traiettoria dimostrare che:
v2

0
a) la massima altezza raggiunta dalla pietra h = 2g(1+f
;
/w)

b) la velocit della pietra al momento dellimpatto col terreno v = v0

wf
w+f

Soluzione Durante lascesa la variazione dellenergia meccanica deve eguagliare il lavoro fatto dalla forza
resistente. Quindi

Emecc = K + Ug = Lf

1
2

mv0 + mgh = f h

h=

2
mv0

2(mg + f )

Ricordando che il peso w = mg, otteniamo

h=

2
mv0

2(mg + f )

2
wv0

2g(w + f )

2
v0

2g(1 + f /w)

Daltra parte, durante la discesa avremo


1
2

mv mgh = f h

v=

2
m

(mg f )h

Esprimendo h e m in funzione di w ricaviamo

v=

G. Giugliarelli

2
m

(mg f )h =

2g
w

(w f )

2
v0

2g(1 + f /w)

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= v0

wf
w+f

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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 9 Il cavo di unascensore di massa M = 2000 kg si spezza quando la cabina
ferma al primo piano, con il fondo ad una distanza d = 3.7 m al disopra di una molla
ammortizzatrice avente costante elastica k = 1.5105 N/m. Un dispositivo di sicurezza
agisce da freno sulle guide in modo da far sviluppare, in caso demergenza, una forza
dattrito f = 4.4 103 N.
Calcolare:
a) la velocit dellascensore subito prima di urtare la molla;
b) di quanto viene compressa la molla;
c) di quanto rimbalza lascensore al di sopra della molla;
d) la distanza percorsa dallascensore fino al punto di arresto inferiore.
Soluzione Dalla rottura del cavo entra in azione la forza di attrito f e quindi al momento dellimpatto con
la molla la conservazione dellenergia impone
1
2

M v1 M gd = f d

v1 =

2(M g f )d
M

= 7.5 m/s.

Nel tratto successivo di moto la molla viene compressa. Denotando con y la compressione della molla,
possiamo scrivere
1
1
2
2
2
2
M v1 M gy + ky = f y

ky 2(M g f )y M v1 = 0,
2
2
1
2 = 0.97 m.
M g f + (M g f )2 + M kv1

y =
k
Se indichiamo con yf la quota raggiunta dallascensore dopo essere rimbalzato sulla molla, la distanza di
cui rimbalza al disopra della molla sar pari a yf y. Applicando ancora la conservazione dellenergia
otteniamo
1
ky 2
2
M gyf ky = f yf

yf =
= 2.94 m

yf y = 1.97 m.
2
2(M g + f )
Lo spazio percorso dallascensore fino al punto di arresto inferiore pari a d + y = 4.67 m.

G. Giugliarelli

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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 10 Un corpo lanciato verticalmente verso lalto con una velocit iniziale v0 = 20.0 m/s. La
resistenza dellaria proporzionale alla velocit del corpo (cio il suo modulo dato da R = Av, con A
costante) e la velocit limite che il corpo raggiungerebbe in caduta libera vlim = 100 m/s.
Determinare:
a) laltezza massima h (misurata dal punto di lancio) raggiunta dal corpo e il tempo tR occorrente
per raggiungerla;
b) la frazione di energia meccanica dissipata in calore durante la salita.
Soluzione Lequazione del moto del corpo dopo il lancio (prendiamo lasse y diretto verso lalto)
m

dv
dt

= mg Av,

Perci integrando si ha
dv
Av
g+ m

= dt

dv

v0

Av
g+ m

= t

g+

A
m

v=

g+

At
m ,

v0

dalla quale si ricava


v(t) =

mg
A

At
m

+ v0 e

At
m

= vlim

gt
vlim

+ v0 e

gt
vlim

dato che quando il corpo in caduta libera raggiunge la velocit limite, si ha mg = R = Avlim e quindi
A = mg/vlim .
La quota istantanea del corpo, y(t), ora ottenibile attraverso lintegrale seguente
t

y(t)

v(t)dt
0
t

vlim

e
0

G. Giugliarelli

gt
vlim

dt + v0

e
0

gt
vlim

dt =

(v0 + vlim )vlim


g

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1e

gt
vlim

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vlim t.

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Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale e conservazione dellenergia


Problema 10 continuazione della soluzione
Alla quota massima, h, la velocit si annulla. Perci

v(tR ) = 0

gtR
vlim

vlim
vlim + v0

tR =

vlim
g

ln

vlim + v0
vlim

= 1.86 s,

h = y(tR ) =

(v0 + vlim )vlim


g

1e

gtR
vlim

vlim tR =

vlim

vlim + v0

v0 vlim ln

vlim

= 18.0 m.

La frazione di energia dissipata pari al rapporto tra il lavoro (in modulo) della forza resistente e lenergia
cinetica iniziale del corpo. Quindi
W
K0

K0 mgh
K0

=1

mgh
K0

=1

2gh
2
v0

= 0.117

Si noti che applicando la conservazione dellenergia si poteva arrivare a costruire lequazione del moto.
Infatti per uno spostamento dy lungo lasse y possiamo scrivere
dEmecc = Rdy

mvdv + mgdy = Avdy.

Da questa, dividendo per dt otteniamo la seguente

mv

dv
dt

+ mg

dy
dt

= Av

dy
dt

dv
dt

+ mg = Av,

che risulta identica allequazione del moto scritta allinizio!


G. Giugliarelli

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 1 Sul bordo anteriore di un carrello privo di sponde, di
massa M = 100 kg, che si sta muovendo senza attrito su binari orizzontali e rettilinei con velocit v0 = 5.0 m/s, viene posto, con velocit
nulla rispetto ai binari, un corpo di massa m = 10 kg (vedi figura). Il
coefficiente di attrito dinamico tra corpo e carrello pari a k = 0.50.
Si determini quale debba essere la lunghezza minima lmin del carrello
affinch il corpo appoggiato non cada gi.
(Si supponga che M includa anche la massa delle ruote e si
trascurino gli effetti della loro rotazione)
Soluzione Approccio dinamico
Quando il corpo viene appoggiato sul bordo destro del carrello, a causa dellattrito dinamico, riceve una
spinta verso destra pari a fk = k N = k mg. Quindi, esso prender a muoversi verso destra (rispetto al
suolo) di moto uniformemente accelerato
mam = fk

mam = k mg

am = k g

vm (t) = am t = k gt

Per il principio di azione e reazione, sul carrello agir una forza uguale e contraria che lo far rallentare. E
cio
M aM = fk

M aM = k mg

aM =

m
M

k g

vM (t) = v0 +aM t = v0

m
M

k gt

Si noti che la velocit del carrello poteva essere ottenuta anche tenendo conto della conservazione della
quantit di moto. Cio

mvm (t) + M vM (t) = M v0

vM (t) = v0

m
M

vm (t) = v0

m
M

k gt

Se il carrello sufficientemente lungo ci sar un momento in cui la velocit del punto materiale uguaglier
quella del carrello stesso. Dopo tale istante il punto materiale viagger solidalmente con il carrello. Quindi

vm (t ) = vM (t )

G. Giugliarelli

M v0
k g(M + m)

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 1 continuazione della soluzione
Durante questo intervallo di tempo punto materiale e carrello percorrono le distanze seguenti (sempre
misurate rispetto al suolo)
1
1
2

2
dm = am (t ) ;
dM = v0 t + aM (t ) ,
2
2
e perci, la distanza percorsa dal punto materiale sul carrello

lmin = dM dm = v0 t

1
2

(aM am )(t )

2
M v0

2 k g(M + m)

= 2.3 m,

che corrisponde alla lunghezza minima che deve avere il carrello in modo che il punto non cada.
Approccio energetico Una volta che il corpo non scivola pi sul carrello, i due viaggeranno con la stessa
velocit. Questo stato finale raggiunto per mezzo di forze interne al sistema (lattrito) e quindi durante
il moto deve essere rispettata la conservazione della quantit di moto
M
M v0 = (M + m)vf

vf =
v0 .
M +m
Daltra parte, la variazione dellenergia meccanica (che qui si riduce alla variazione dellenergia cinetica)
deve uguagliare il lavoro delle forze di attrito. Dette dm e dM le distanze percorse dal corpo e dal carrello,
potremo scrivere
1
1
2
2
Emecc = K = La

(M + m)vf M v0 = dm fk dM fk ,
2
2
e quindi

Mm

2 M +m

v0 = (dM dm )k mg.

Osservando, ancora una volta, che nel sistema del carrello lo spazio percorso dal corpo pari a dM dm ,
otteniamo
lmin = dM dm =
G. Giugliarelli

2
M v0

2 k g(M + m)

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 2 Tre barche di uguale massa M = 45.0 kg, viaggiano luna dietro laltra con la stessa velocit
v0 = 7.2 km/h rispetto al mare. Dalla barca centrale vengono lanciati contemporaneamente, e con la
stessa velocit orizzontale relativamente alla barca u = 4.0 m/s, due sacchi identici, di massa m = 5.0 kg
ciascuno, luno sulla barca che precede e laltro sulla barca che segue.
Trascurando ogni tipo di attrito, si determinino le velocit v1 , v2 e v3 delle tre barche una volta che i
sacchi siano arrivati a destinazione.
Soluzione Per il sistema costituito dalla barca centrale (barca 2) e dai sacchi che vengono lanciati, si deve
conservare la quantit di moto totale nel lancio, che avviene orizzontalmente. Si ha, dunque:
M v0 = (M 2m)v2 + m(v2 + u) + m(v2 u)
dove v2 u e v2 + u sono le velocit (orizzontali) subito dopo il lancio, rispettivamente del sacco che viene
gettato sulla barca che segue (barca 1) e di quello che viene gettato sulla barca che precede (barca 3).
Ricavando abbiamo
v2 = v0 = 7.2 km/h,
che dimostra, in accordo con il fatto che la simmetria del doppio lancio non porta a spostamenti del centro
di massa del sistema barca + sacchi, che la velocit della barca 2 non cambia.
Daltra parte per il sistema costituito dalla barca 1 e dal sacco che giunge su di essa, con analogo ragionamento, applicando la conservazione della quantit di moto, si ha

M v0 + m(v2 u) = (M + m)v1

v1 =

M
M +m

v0 +

m
M +m

(v2 u) = v0

m
M +m

u = 5.76 km/h.

Infine per il sistema costituito dalla barca 3 e dallaltro sacco si ottiene

M v0 + m(v2 + u) = (M + m)v3

G. Giugliarelli

v3 =

M
M +m

v0 +

m
M +m

(v2 + u) = v0 +

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m
M +m

u = 8.64 km/h.

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 3 Nella figura si vede una piastra quadrata di lamiera uniforme, con
lato di 6 m, dalla quale stato ritagliato un pezzo quadrato di 2 m di lato, con
centro nel punto x = 2 m, y = 0. Lorigine delle coordinate coincide con il centro
della piastra quadrata.
Calcolare le coordinate del centro di massa del pezzo rappresentato.

Soluzione
La simmetria (speculare) delloggetto rispetto allasse x ci suggerisce che
lordinata del suo centro di massa ycm = 0.
Osservando poi che, per esempio, la parte sottostante lasse x pu essere suddivisa, come mostrato in figura, in quadrati di lato lA = 3 m (A), lB = 2 m (B) e
lC = 1m (C), rispettivamente, lascissa del centro di massa, xcm , sar calcolata
come segue

xcm

G. Giugliarelli

mA xA + mB xB + 3mC xC
mA + mB + 3mC

2
l2 xA + l2
B xB + 3lC xC
= A
2 + 3l2
l2
+
l
A
B
C

9 (1.5) + 4 (2.0) + 3 1 (0.5)


9+4+31

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= 0.25 m.

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 4 Una lattina, avente forma cilindrica, di massa M , altezza H, e
densit uniforme allinizio piena di gazzosa avente massa m. Pratichiamo dei
forellini sul fondo e nel coperchio della lattina per far colare lentamente la gazzosa; chiamiamo h laltezza variabile del centro di massa della lattina con il
liquido in essa contenuto.
a) Qual il valore iniziale di h?
b) Qual il valore di h quando colata tutta la gazzosa?
c) Come varia h durante la fuoriuscita del liquido?
d) Chiamando x laltezza del livello della gazzosa residua durante lo
scarico, trovare il valore di x (in funzione di M , H e m) quando il centro
di massa h raggiunge il punto pi basso.
Soluzione Prima di tutto si noti che il centro di massa della lattina vuota posto ad una quota pari ad
H/2. Daltra parte, per unaltezza generica x del livello della gazzosa, il liquido (da solo) ha una massa
x m e ha il centro di massa ad una quota pari a x/2. Quindi il centro di massa del sistema si trover ad
H
una quota
x mx
MH
+ H
M H 2 + mx2
2
2
h=
.
=
x
M + mH
2(M H + mx)
Quindi sia allinizio che alla fine h = H/2. Per ricavare il valore minimo di h azzeriamo la sua derivata
rispetto ad x e ricaviamo
dh
dx

=0

x +2

MH
m

M H2
m

= 0 xmin =

HM
m

HM

M H2
m

HM
m

1+

m
M

Perci
m+M
hmin = h(xmin ) =

G. Giugliarelli

1 + m/M

1 + m/M

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H.

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 5 Un cannone ha sparato una granata con una velocit iniziale v0 = 20 m/s con un angolo = 60 rispetto
allorizzontale. Al vertice della traiettoria la granata esplode
rompendosi in due frammenti di uguale massa. Uno dei due
frammenti, che immediatamente dopo lesplosione ha veloci
nulla, cade verticalmente.
Trascurando la resistenza dellaria, determinare a quale distanza
dal cannone cade laltro frammento.
Soluzione Alla sommit della traiettoria la velocit orizzontale e pari a v0x = v0 cos(/3) = v0 /2. Quindi,
prima e dopo lesplosione, la conservazione della quantit di moto impone

px,i

px,f

mv0x =

py,i

py,f

m0=

m
2
m
2

0+
0+

m
2
m
2

vx =

vy =

m
2
m
2

vx

vy

vx = 2v0x

vy = 0

Il tempo per raggiungere la sommit della traiettoria (e per tornare al suolo) dato da

v0y gtmax = 0

tmax =

v0y
g

v0 sin(/3)
g

3v0
2g

e perci il secondo frammento cadr alla distanza

d = v0x tmax + vx tmax = 3

G. Giugliarelli

v0
2

tmax =

2
3v0

4g

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= 53.0 m.

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 6 Un corpo di massa m = 8.0 kg non soggetto ad alcuna forza esterna viaggia alla velocit
v0 = 2.0 m/s. Ad un tratto si verifica unesplosione interna che spacca il corpo in due tronconi di 4.0
kg ciascuno. Lesplosione aumenta di una quantit K = 16 J lenergia cinetica dei due tronconi che
continuano a muoversi (anche dopo lesplosione) lungo la stessa linea del moto iniziale.
Determinare le velocit di ciascun troncone dopo lesplosione.
Soluzione Nellesplosione si deve conservare la quantit di moto del sistema. Quindi fra prima e dopo
lesplosione potremo scrivere
mv0 =

m
2

v1 +

m
2

v2 =

m
2

(v1 + v2 )

v1 + v2 = 2v0

v2 = 2v0 v1

Daltra parte, confrontando le energie cinetiche prima e dopo lesplosione, dobbiamo avere
1 m
2 2

(v1 + v2 )

mv0 = K

m(v1 + v2 ) 2mv0 = 4K

2mv1 4mv0 v1 + 2mv0 4K = 0

Perci
v1 =

2mv0

8mK

2m

= v0

2K/m =

0.0 m/s
4.0 m/s

e v2 = 2v0 v1 = v0

2K/m =

4.0 m/s
0.0 m/s

Si noti che analizzando il problema in un sistema solidale con il centro di massa (in tale sistema la quantit
di moto del sistema nulla e rimane tale anche dopo lesplosione), le velocit delle due particelle sarebbero
state
v1 = v2 = 2K/m
Quindi, passando al sistema del laboratorio avremmo avuto
v1 = v0 + v1 = v0

2K/m;

v2 = v0 + v2 = v0

2K/m,

identiche a quelle ricavate sopra!


G. Giugliarelli

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 7 Due lunghe chiatte navigano nella stessa direzione in
acque tranquille alle velocit v1 = 10 km/h e v2 = 20 km/h. Mentre la seconda sta superando la prima, si trasferisce del carbone (a
badilate) dalla pi lenta alla pi veloce in ragione di 1000 kg/min.
Quale variazione della forza deve essere applicata ai motori delle due
chiatte perch mantengano le stesse velocit? (Si supponga che il
trasbordo di carbone avvenga perpendicolarmente alla direzione di
moto delle chiatte e che le forze di attrito con lacqua non dipendano dal carico delle chiatte.)
Soluzione A causa del trasferimento di carbone tra le chiatte 1 e 2 le rispettive masse variano secondo le
M1 (t) = M1,0 Rt;
M2 (t) = M2,0 + Rt,
leggi
con R = dM2 /dt = dM1 /dt = 1000 kg/min = 16.7 kg/s. Quindi, la quantit di moto totale del sistema
pari a
P = M1 v1 + M2 v2 = M1,0 v1 + M2,0 v2 + (v2 v1 )Rt
Se non venisse trasferito carbone (R = 0) la quantit di moto si conserverebbe! Invece se R = 0 (come
nel caso attuale) e le velocit v1 e v2 vengono mantenute costanti, i motori dovranno fornire una spinta
aggiuntiva pari alla variazione di quantit di moto causata dal carbone trasferito. Tale spinta sar pari a
dP
F =
= (v2 v1 )R = 46.3 N.
dt
Dato che il carbone viene scaricato trasversalmente, non si ha variazione di velocit della chiatta 1 e quindi
la forza supplementare deve essere sviluppata solo dal motore della chiatta 2. La potenza aggiuntiva che
tale motore deve sviluppare quindi
P2 = F v2 = (v2 v1 )Rv2 = 257.2 W,
mentre laumento di energia cinetica del sistema per unit di tempo
dK
d
1
1
1
2
2
2
2
=
M1 v1 + M2 v2 = R(v2 v1 ) = 192.9 W.
dt
dt 2
2
2
I 64.3 W mancanti corrispondono alla potenza persa nellurto anelastico tra carbone e chiatta 2.
G. Giugliarelli

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 8 Nella figura si vede un binario circolare di un trenino
montato su una grande ruota libera di girare (con attrito trascurabile)
intorno ad una asse verticale. Un trenino elettrico di massa m piazzato
sul binario partendo da fermo alla chiusura dellinterruttore, raggiunge
una velocit costante v rispetto al binario.
Qual la velocit angolare della ruota, assimilabile ad un anello di
massa M e raggio R.
Soluzione In una situazione come quella descritta il momento angolare iniziale del sistema nullo e si deve
conservare (ci sono solo forze interne).
Quindi indicando con la velocit angolare della ruota e con t la velocit angolare del trenino (sempre
rispetto al sistema del laboratorio), dovr essere

Ir + It t = 0

t =

Ir
It

dalla quale capiamo che ruota e trenino dovranno ruotare in senso opposto. Essendo i momenti dinerzia
pari a
2
2
Ir = M R ;
It = mR ,
ricaviamo
t =

M
m

Daltra parte se v la velocit lineare del trenino rispetto al binario, nel sistema di riferimento solidale
con la ruota, esso gira con una velocit angolare t = v/R. Quindi la sua velocit angolare nel sistema del
laboratorio sar data da
t = + t = +

G. Giugliarelli

v
R

M
m

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m+M R

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 9 Due dischi, di momenti dinerzia I1 = 3.3 kg m2 e I2 = 6.6 kg m2 sono montati su uno
stesso asse, munito di cuscinetti a basso attrito, e possono essere avvicinati fino ad accoppiarsi e ruotare
come un solo corpo.
Sapendo che inizialmente i dischi ruotano alla velocit di 450 giri/min e 900 giri/min, determinare la
velocit angolare dopo laccoppiamento nei casi in cui:
a) il secondo ruoti nello stesso senso del primo;
b) il secondo ruoti in senso opposto al primo.
Soluzione Anche in questo caso il momento angolare si deve conservare. In entrambi i casi potremo scrivere

L1 + L2 = L

a)

b)

I1 1 + I2 2 = (I1 + I2 )

a =

b =

I1 450 + I2 900
I1 + I2

I1 450 I2 900
I1 + I2

I1 1 + I2 2
I1 + I2

= 750 giri/min;

= 450 giri/min.

Si noti che nel secondo caso la velocit angolare opposta a quella del primo disco (che stata presa
come positiva).

G. Giugliarelli

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 10 Un disco che scivola su di una superficie liscia alla velocit v0 =
0.025 m/s urta contro un altro disco a riposo. Dopo la collisione il primo disco si
muove alla velocit v1 = 0.015 m/s in una direzione che forma un angolo = 30
con la direzione iniziale.
Determinare:
a) la direzione del moto del secondo disco ;
b) il rapporto tra le masse dei dischi quando il secondo disco rincula con
una velocit v2 = 0.20 m/s.
Soluzione Nellurto dovr conservarsi la quantit di moto complessiva dei due dischi.
velocit lungo v0 e la direzione ad essa perpendicolare, otteniamo le relazioni

Scomponendo le

m1 v0 = m1 v1 cos + m2 v2 cos
0 = m1 v1 sin m2 v2 sin
Da queste due relazioni ricavando sin e cos otteniamo

tan =

v1 sin
v0 v1 cos

= 0.625

Daltra parte, dalla seconda equazione (del sistema) si ricava


m1
m2

G. Giugliarelli

v2 sin
v1 sin

v2

tan

v1 sin 1 + tan2

= 14.1.

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9/04/2013

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 11 Un neutrone (massa m0 ) urta un nucleo immobile di (a) un atomo di carbonio (m = 12m0 ),
(b) un atomo di uranio (m = 235m0 ).
Assumendo che limpatto sia centrale ed elastico, calcolare di quanto si riduce velocit del neutrone
nellimpatto.
Soluzione Nellurto si conservano sia la quantit di moto che lenergia cinetica. Denotando con v0 , v1 e
v2 le velocit del neutrone prima e dopo lurto e del nucleo dopo lurto, rispettivamente, e sapendo che
limpatto centrale (le velocit prima e dopo lurto avranno la stessa direzione), possiamo scrivere
m0 v0 = m0 v1 + mv2
1 m v 2 = 1 m v 2 + 1 mv 2
0 0
0 1
2
2
2
2
Ricavando v2 dalla prima equazione e sostituendola nella seconda, dopo qualche passaggio, otteniamo
2

(m + m0 )v1 2m0 v0 v1 (m m0 )v0 = 0

v1 =

m m0
m + m0

v0 ,

dove si tenuto conto del fatto che m2


m2
0 e si esplicitata la sola soluzione fisicamente fondata. Il
valore ottenuto per v1 dimostra che la velocit del neutrone con lurto si inverte ed tanto maggiore (in
modulo) quanto maggiore la massa del nucleo. Nel limite m avremo v1 = v0 . Si noti anche che
la variazione del modulo della velocit del neutrone
v0
v0

v0 |v1 |
v0

=1

m m0
m + m0

2m0
m + m0

Nei due casi indicati nel testo abbiamo


v0 (1)
v0

G. Giugliarelli

2m0
12m0 + m0

= 0.154;

v0 (2)
v0

2m0
235m0 + m0

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= 0.0085.

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Esercitazione 6 Sistemi di punti materiali e Urti


Problema 12 Contro una cassa piena di sabbia, di massa M = 200 kg,
che poggia su un piano orizzontale scabro (k = 0.70) ed inizialmente
in quiete, viene sparato un proiettile, di massa m = 1000 g. Il proiettile
penetra orizzontalmente nella cassa con una velocit v0 = 300 m/s e vi
rimane conficcato mentre la cassa, a seguito dellurto, si mette in moto.
Si determini:
a) lenergia E1 dissipata nel processo durto;
b) il tempo t impiegato dalla cassa per fermarsi;
c) lenergia E2 dissipata per attrito.
Soluzione Se V0 la velocit del sistema cassa+proiettile dopo lurto, la conservazione della quantit di
moto impone
m
mv0 = (m + M )V0

V0 =
v0
m+M
Quindi lenergia dissipata nellurto pari a
1
1
1 mM
2
2
2
4
E1 = mv0 (m + M )V0 =
v0 = 4.48 10 J.
2
2
2 m+M
Dopo lurto il moto del sistema cassa+proiettile uniformemente decelerato con
(m + M )a = fk = k (m + M )g

a = k g

V (t) = V0 + at = V0 k gt

Quindi il tempo per il suo arresto


t =

V0
k g

mv0
k g(m + M )

= 0.22 s.

Infine lenergia dissipata per attrito pari allenergia cinetica del sistema cassa+proiettile subito dopo
lurto, pari a
1
1 m2
2
2
E2 = (m + M )V0 =
v0 = 224 J.
2
2 m+M

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 1 Un corpo di piombo di massa m1 = 500 g appeso ad una molla di
costante elastica k = 100 N/m ed inizialmente in equilibrio. Da un punto sottostante
il corpo ad una distanza h = 200 cm viene sparato verticalmente verso lalto con
velocit iniziale v0 = 20 m/s un proiettile di acciaio di massa m2 = 100 g che va a
conficcarsi nel corpo di piombo.
Si determini:
a) Il moto del sistema dopo lurto;
b) La massima elongazione ym della molla.
Soluzione La velocit v del proiettile subito prima dellurto si ottiene come segue
1
2

m2 v0 =

1
2

m2 v + m2 gh

2 2gh
v0

v=

La conservazione della quantit di moto nellurto determina una velocit V del corpo unione pari a
m2 v = (m1 + m2 )V

V =

m2
m1 + m2

v=

m2
m1 + m2

2 2gh = 3.2 m/s.


v0

Si noti che subito dopo lurto la posizione occupata dai corpi 1 e 2 non corrisponde alla quota di equilibrio
della molla. Infatti, lallungamento della molla prima dellurto era determinato dalla seguente ky = m1 g,
mentre, dopo lurto, lallungamento della molla corrispondente alla nuova posizione di equilibrio sarebbe
ky = (m1 + m2 )g

y y =

m2 g
k

= y0 = 1.0 cm.

Quindi, prendendo la posizione iniziale del corpo 1 come origine dellasse y (diretto verso lalto), dopo
lurto la posizione di equilibrio dei due corpi alla quota y0 .
Dopo lurto il moto dei due corpi (uniti) sar un moto oscillatorio e, data la nuova posizione di equilibrio,
y = y0 , applicando la conservazione dellenergia meccanica tra le quote y = 0 e y = yf , corrispondente
alla quota massima raggiunta dal corpo, si ha
1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
(m1 + m2 )V + ky0 = k(yf + y0 )

(m1 + m2 )V = kyf + ky0 yf


()
2
2
2
2
2
G. Giugliarelli

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 1 continuazione della soluzione
Notando che la massima elongazione della molla pari a ym = yf + y0 , dalla precedente relazione
otteniamo

kym = 2ky0 + (m1 + m2 )V

2 +
y0

ym =

(m1 + m2 )V 2
k

= 16.0 cm.

Si noti che nella relazione () non compare la variazione dellenergia potenziale gravitazionale. Anche se ci
potrebbe sembrare scorretto, la cosa perfettamente legittima ed dovuta al fatto che si (implicitamente)
scelto di azzerare lenergia potenziale elastica nella nuova posizione di equilibrio del sistema, y = y0 .
1 ky 2 + ky y , si ottiene la
Infatti, sommando e sottraendo al secondo membro della () la quantit 2
1 f
1
seguente
1
1
1
2
2
2
kyf + ky0 yf = k(yf y1 ) ky1 + k(y1 + y0 )yf ,
2
2
2
che nel caso in cui poniamo y1 = m1 g/k (e ricordando che y0 = m2 g/k) assume la forma
1
2

kyf + ky0 yf =

1
2

k(yf y1 )

1
2

ky1 + (m1 + m2 )gyf .

Quindi la () pu essere riscritta anche nella forma che segue


1
2

(m1 + m2 )V

1
2

ky1 =

1
2

k(yf y1 ) + (m1 + m2 )gyf ,

che non altro che la conservazione dellenergia meccanica del sistema nel caso in cui si fosse scelto di
azzerare lenergia potenziale elastica nella posizione (y = y1 ) in cui la molla (da sola) sarebbe a riposo!

G. Giugliarelli

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 2 Una puleggia ruota senza attrito attorno al suo asse ed assimilabile ad un cilindro omogeneo di raggio r e massa m = 4 kg. Il filo ha massa
trascurabile e fa ruotare la puleggia senza scivolare su di essa; i due corpi appesi
al filo hanno masse m1 = 4 kg e m2 = 2 kg.
Quanto vale il modulo dellaccelerazione dei corpi?

Soluzione Rispettivamente lungo le direzioni di moto dei due corpi e per la rotazione della puleggia abbiamo

m1 a = m1 g T 1
m a = T m2 g
I2 = (T 2 T )r
1
2
dove laccelerazione angolare della puleggia e T1 e T2 sono le tensioni delle due parti del filo. Pertanto,
1 mr 2 , e
essendo I = 2
a
= ;
T1 = m1 (g a)
T2 = m2 (g + a),
r
allora
m1 + m2 +

G. Giugliarelli

1
2

= (m1 m2 )g

a=

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2(m1 m2 )
2m1 + 2m2 + m

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 3 Una barretta sottile e uniforme di lunghezza l = 80
cm rotante in un piano orizzontale con velocit angolare 0 = 200
giri/min intorno ad un asse fisso passane per il suo centro di massa,
viene appoggiata delicatamente su di un tavolo orizzontale scabro
(k = 0.20).
Si determini il tempo T occorrente alla barretta per fermarsi.
Soluzione Una volta appoggiata la barretta striscia sul tavolo e a causa di ci risente di forze di attrito. In
relazione al moto rotatorio della barretta tali forze determinano un momento frenante (costante) che far
rallentare la berretta fino a fermarla.
La forza di attrito elementare dfk che agisce su un tratto di lunghezza dr ha modulo dfk = k dmg ed
perpendicolare alla barretta stessa. La massa dm = (m/l)dr la massa elementare del tratto di barretta.
Osservando che tali forze hanno un momento rispetto allasse passante per il centro di massa della barretta
pari a dk = rdfk , il momento complessivo delle forze di attrito pari a
l/2

k =

dk = 2

rdfk = 2k

mg
l

l/2

rdr = 2k

mg l2
l

1
4

k mgl.

Quindi, lequazione del moto della barretta

d
dt

1
4

k mgl

1
12

ml

d
dt

1
4

k mgl

d
dt

= 3

k g
l

e perci
(t) = 0 3

G. Giugliarelli

k g
l

(T ) = 0

T =

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l0
3k g

= 2.8 s.

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 4 Un rocchetto di massa M = 700 g poggia su di un piano
inclinato perfettamente liscio. Il rocchetto costituito da un sottile cilindro cavo (di massa trascurabile), di raggio esterno r = 4.8 cm sulle cui
basi sono applicati due bordi a forma di dischi forati di raggio esterno
R = 10 cm. Sul corpo cilindrico del rocchetto avvolto un sottile filo
ideale che, dopo essere passato su una puleggia ideale posta nel punto
pi alto del piano inclinato collegata ad un corpo di massa m = 500 g.
Si determini per quale angolo del piano inclinato il centro di massa del
rocchetto rimane in quiete. (Si precisa che il rocchetto ruota intorno
al suo asse senza salire o scendere sul piano inclinato.)
Soluzione Scomponendo le forze agenti sul rocchetto lungo le direzioni parallela e perpendicolare al piano
inclinato, lassenza di accelerazione del suo centro di massa comporta le seguenti
0 = T M g sin
0 = N M g cos
Daltra parte, rispetto al suo asse il rocchetto risente del momento della tensione del filo e quindi
Icm = rT
dove Icm = M (R2 + r 2 )/2 il momento dinerzia del rocchetto (praticamente pari a quello dei bordi). Allo
stesso tempo per il corpo di massa m appeso al filo avremo
ma = mg T
Ora notiamo che se il rocchetto ruota su se stesso senza salire o scendere, allora durante uno spostamento
verticale ds del corpo di massa m, il rocchetto deve ruotare di un angolo d = ds/r. Perci dovr anche
essere = a/r. Quindi
mg T
mg
mM (R2 r 2 )g
a
mg

a=

T =
=
=
T = Icm
r2
m
m + Icm /r 2
1 + mr 2 /Icm
M (R2 r 2 ) + 2mr 2
Infine tornando alla prima relazione otteniamo
T
m(R2 r 2 )
sin =
=
= 0.5
mg
M (R2 r 2 ) + 2mr 2

G. Giugliarelli

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= 30 .

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 5 Unasta sottile rigida, di lunghezza l = 80 cm e massa m = 10 kg,
inizialmente appoggiata ad una parete verticale (vedi figura). Ad un certo istante lasta comincia a cadere, con velocit iniziale nulla, con l estremo inferiore
incuneato nellangolo tra la parete verticale ed il pavimento (vedi figura).
Trascurando ogni tipo di attrito, determinare:
a) lespressione della velocit angolare dellasta durante la caduta in
funzione dellangolo (vedi figura);
b) la velocit del centro di massa dellasta nellistante dellimpatto con il
pavimento;

Soluzione Durante la rotazione si conserva lenergia meccanica. Notando che ad un istante qualsiasi la
cos , possiamo scrivere
quota del centro di massa dellasta 1
2
mg

l
2

= mg

l
2

cos +

1
2

Ricavando la velocit angolare si ottiene

() =

mgl(1 cos )
I

mgl(1 cos )
1 ml2
3

3g(1 cos )
l

Quindi, la velocit del centro di massa dellasta nel momento dellimpatto con il suolo

vcm (/2) =

G. Giugliarelli

l
2

(/2) =

3g

1
2

3gl = 2.43 m/s.

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 6 Si abbiano due palline puntiformi di masse m1 = 100.0 g e m2 = 400.0
g, appese per mezzo di aste rigide (di massa trascurabile) in modo che in condizioni
di equilibrio esse risultino verticali e le palline siano a contatto. Si supponga che la
pallina 1 venga scostata dalla posizione di equilibrio innalzandola di un tratto d = 40
cm e che, successivamente, venga lasciata andare con velocit iniziale nulla in modo
che vada ad urtare la pallina 2 (vedi figura).
Determinare le massime quote (rispetto alle posizioni di equilibrio) alle quali si portano le palline dopo lurto, a seconda che esso sia:
a) perfettamente elastico;
b) completamente anelastico.
Soluzione La velocit v0 con la quale la pallina 1 raggiunge la pallina 2 determinata attraverso la conservazione dellenergia meccanica. Cio
1
2
2
m1 gd = m1 v0
=
v0 = 2gd

v0 = 2gd = 2.80 m/s.


2
Le palline sono appese con aste rigide di massa trascurabile e quindi allatto dellurto, a causa delle forze
impulsive sul punto di sospensione, la quantit di moto del sistema non sarebbe conservata. Come abbiamo
visto in situazioni simili, nel presente caso potremo sostituire la conservazione della quantit di moto con
la conservazione del momento angolare calcolato rispetto al punto di sospensione!
Nel caso di urto elastico, oltre al momento angolare si conserva anche lenergia cinetica e quindi potremo
scrivere
1
v0 2
1
v1 2
1
v2 2
2 v0
2 v1
2 v2
2
2
2
(m1 l )
= (m1 l )
+ (m2 l )
;
(m1 l )
= (m1 l )
+ (m2 l )
l
l
l
2
l
2
l
2
l
dove l la lunghezza delle aste (prive di massa), m1 l2 e m2 l2 i momenti dinerzia dei sistemi astacorpo
e v1 e v2 le velocit delle palline dopo lurto (v1 /l e v2 /l sono le corrispondenti velocit angolari).
Si noti che facendo le debite semplificazioni si ottengono le seguenti
1
1
1
2
2
2
m1 v0 = m1 v1 + m2 v2
m1 v0 = m1 v1 + m2 v2 ;
2
2
2
che dimostrano che nel caso attuale anche la quantit di moto conservata! In effetti, potevamo subito
giungere a questa conclusione: infatti, le aste sono di massa trascurabile, e quindi gli effetti dellurto sono
concentrati sui corpi puntiformi che entrano in contatto!
G. Giugliarelli

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 6 continuazione della soluzione
Tornando alle espressioni, con un p di algebra si ricava
v1 =

m2 m1
m1 + m2

v0 = 1.68 m/s;

v2 =

2m1

v0 = 1.12 m/s,

m1 + m2

dove il segno negativo di v1 ci dice che la pallina 1, dopo lurto, torna indietro.
Con queste velocit, riapplicando la conservazione dellenergia si ricavano le quote massime raggiunte dalle
palline dopo lurto:
m1 gh1 =

m1 gh2 =

1
2

m1 v1

1
2

m1 v2

h1 =

2
v1

2g

h2 =

m2 m1

2
v2

=2

2g

d = 14.4 cm,

m1 + m2
m2
1
(m1 + m2 )2

d = 3.2 cm.

In caso di urto completamente anelastico, abbiamo solo la conservazione della quantit di moto
m1 v0 = (m1 + m2 )V

V =

m1
m1 + m2

v0

dove V la velocit comune delle palline dopo lurto. Quindi, con la conservazione dellenergia si ricava la
quota massima raggiunta dalle palline dopo lurto, pari a
(m1 + m2 )gh =

G. Giugliarelli

1
2

(m1 + m2 )V

h=

V2
2g

m2
1
(m1 + m2 )2

Fisica Generale I, AA 2012-2013

d = 1.6 cm.

15/04/2013

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 7 Unasta sottile rigida, di lunghezza l = 80 cm e massa m = 8.0
kg, appoggiata ad una parete verticale in modo da formare un angolo con essa
pari a 0 = 30 (vedi figura). Lasta viene mantenuta nella posizione indicata in
figura tramite una cordicella (inestensibile e di massa trascurabile) tesa tra la parete
verticale e lestremo inferiore dellasta stessa (vedi figura). Trascurando ogni tipo
di attrito, determinare:
a) la tensione della cordicella e i moduli delle reazioni normali di pavimento e
parete verticale che agiscono sugli estremi dellasta;
b) la velocit con la quale il centro di massa dellasta raggiungerebbe il suolo,
qualora la cordicella venisse tagliata.
Soluzione Lequilibrio statico dellasta comporta lannullarsi sia delle della somma delle forze che dei momenti che agiscono su di essa. Per quanto riguarda le forze, indicando con N1 e N2 le reazioni normali del
pavimento e della parete verticale rispettivamente e con T la tensione della cordicella, potremo scrivere
g + N1 + N2 + T = 0
mg

N1 = mg
N2 = T

Calcolando i momenti rispetto al punto di appoggio sul pavimento abbiamo


l
mg
i = 0

lN2 cos 0 mg sin 0 = 0

N2 =
tan 0
2
2
In definitiva quindi si ha
N1 = mg = 78.5 N;

N2 = T =

mg
2

tan 0 = 22.6 N.

Quando la cordicella viene tagliata, lasta comincia a scivolare liberamente. Notando che durante il moto
lestremo in alto dellasta rimane sempre in contatto con la parete verticale, indicando con langolo
istantaneo che lasta forma con la parete verticale le coordinate e le componenti della velocit del centro di
massa dellasta sono date dalle seguenti
x(t) = 1
l sin
2
1 l cos
2

vx (t) = 1
l cos
2
1 l sin
2

dove G.
= d/dt
la velocit angolare
dellasta
intorno
suo2012-2013
centro di massa.
Giugliarelli
Fisica
Generale
I, al
AA

l
2

15/04/2013

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Esercitazione 7 Urti, dinamica e rotazioni di corpi rigidi


Problema 7 continuazione della soluzione
Daltra parte, dato che nel moto si conserva lenergia meccanica possiamo scrivere

mg

l
2

cos 0 = mg

l
2

cos +

1
2

mv +

1
2

= mg

l
2

cos +

ml2

+I

Ricavando la velocit angolare si ottiene

() =

mgl(cos 0 cos )
ml2 /4 + I

mgl(cos 0 cos )
1
4

1
+ 12

3g(cos 0 cos )
l

ml2

1 ml2 . Quindi,
dove abbiamo esplicitato il momento dinerzia dellasta rispetto al suo centro di massa I = 12
la velocit del centro di massa dellasta nel momento dellimpatto con il suolo

vx (/2) =

l
2

(/2) cos(/2) = 0;

G. Giugliarelli

vy (/2) =

l
2

(/2) sin(/2) =

Fisica Generale I, AA 2012-2013

l
2

3g

2l

= 2.26 m/s.

15/04/2013

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Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 1 Un cilindro pieno, di raggio R = 10.0 cm, in rotazione intorno al proprio asse, orizzontale,
con una velocit 0 = 600 giri/min, viene posto su di un piano orizzontale e abbandonato a se stesso.
Sapendo che il coefficiente di attrito dinamico tra cilindro e piano pari a k = 0.10, si determini il tempo
T necessario affinch il moto del cilindro divenga di puro rotolamento.
Soluzione A causa della presenza di attrito dinamico, lo slittamento del cilindro sul piano di appoggio
determina su di esso una forza di attrito di modulo
fk = k N = k M g
tangente al cilindro ed opposta alla rotazione. Utilizzando la seconda legge di Newton nelle forme lineare
e angolare, possiamo quindi scrivere
M a = M dv
= fk
dt
= Rfk
I = I d
dt
dove a e sono le accelerazioni lineare (del centro di massa) e angolare del cilindro, mentre I e = Rfk
sono il momento dinerzia del cilindro (rispetto al suo asse) e il momento meccanico della forza di attrito
(negativo perch opposto alla rotazione).
Dalla prima otteniamo che la velocit del centro di massa del cilindro segue la legge
dv
M
= k M g

dv = k gdt

v(t) = k gt
dt
mentre, dalla seconda ricaviamo che la sua velocit angolare decresce secondo la seguente
1
2k g
2k g
2 d
MR
= Rk M g

d =
dt

(t) = 0
t
2
dt
R
R
Durante lo slittamento il cilindro avanza accelerando, mentre la sua velocit di rotazione diminuisce. Tale
situazione si mantiene fino a quando c slittamento: quando, ad un certo istante T , tra velocit di avanzamento e velocit angolare varr la relazione v = R, lo slittamento verr a mancare ed il cilindro prender
a procedere di puro moto di rotolamento. Il tempo nel quale ci avviene quindi pari a
0 R
2k g
v(T ) = (T )R

k gT = 0
T R

T =
= 2.13 s.
R
3k g

G. Giugliarelli

Fisica Generale I, AA 2012-2013

16/04/2013

1 / 20

Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 2 Una tavola di massa M = 20 kg poggia su due cilindri
cavi identici di massa m = 5.0 kg disposti con gli assi paralleli su di
un piano orizzontale. Il sistema inizialmente in quiete. Ad un certo
istante alla tavola sia applicata una forza F = 200 N.
Si determini laccelerazione della tavola e le forze di attrito f tra
tavola e cilindri e f tra cilindri e piano orizzontale.
(Supporre che non ci sia slittamento tra i cilindri, suolo e tavola.)
Soluzione Prendiamo un asse x orizzontale diretto verso destra e analizziamo le forze orizzontali che agiscono
su tavola e cilindri. Sulla tavola agisce la forza F (verso destra) e due forze di attrito statico f determinate
dallappoggio sui cilindri. Alla sommit di ogni cilindro agisce una forza f dovuta alla reazione dellappoggio
con la tavola. Invece nel punto di appoggio con il piano orizzontale sul cilindro agisce una forza di attrito
f . Perci per la tavola possiamo scrivere
M a = F 2f
Invece per ogni cilindro, calcolando i momenti delle forze applicate rispetto agli assi passanti per il centro
di massa e per il punto di appoggio, otteniamo le seguenti
Icm = rf + rf ;

IP = 2rf

dove laccelerazione angolare associata alla rotazione dei cilindri. Notando che in un moto di puro
rotolamento la velocit della sommit dei cilindri doppia della velocit del loro centro di massa, allora
deve essere a = 2r. Inoltre notando che Icm = mr 2 e IP = 2mr 2 otteniamo
2mr

a
2r

= 2rf

f =

1
2

ma;

f = mr

a
2r 2

f =0

Infine sostituendo nella prima equazione


M a = F ma

G. Giugliarelli

a=

F
m+M

= 8 m/s ;

f =

1
2

Fisica Generale I, AA 2012-2013

ma =

mF
2(m + M )

= 20 N.

16/04/2013

2 / 20

Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 2 continuazione della soluzione
Nel caso in cui i cilindri fossero stati pieni allora i loro momenti dinerzia sarebbero

Icm =

1
2

mr ,

IP = Icm + mr

3
2

mr ,

e quindi si avrebbe
f =f =

3
8

ma.

In questo caso le forze di attrito sono uguali!


Quindi i moduli dellaccelerazione della tavola e delle forze di attrito sarebbero date da

a=

G. Giugliarelli

F
M+ 3
m
4

= 8.42 m/s ;

f =f =

3mF
8M + 6m

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= 15.8 N.

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Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 3 Due cilindri pieni C1 e C2 , di masse m1 e m2 e raggi r1 e r2 ,
rotolano senza strisciare su due piani inclinati e sono collegati da un filo
inestensibile; C1 scende mentre C2 sale. Le masse del filo e della carrucola
sono trascurabili.
Quanto vale laccelerazione di un punto dellasse di C1 ?

Soluzione A riguardo delle forze lungo le direzioni dei due piani inclinati possiamo scrivere
m1 acm = m1 g sin 1 T f1
m2 acm = m2 g sin 2 + T f2
dove, acm laccelerazione (comune) dei centri di massa dei due cilindri, f1 e f2 sono le rispettive forze di
attrito, T la tensione del filo e gli assi sono stati orientati nel verso del moto. Daltra parte, se 1 e 2
sono le accelerazioni angolari dei due cilindri, abbiamo anche le seguenti
I1 1 = f1 r1
I2 2 = f2 r2
1 m r 2 e I = 1 m r 2 sono i momenti dinerzia dei due cilindri. Quindi,
dove I1 = 2
1 1
2
2 2
2

1 =

acm
r1

f1 =

I 1 1
r1

1
2

m1 acm ;

2 =

acm
r2

f2 =

I 2 2
r2

1
2

m2 acm

e perci, dato che T = m2 acm + m2 g sin 2 + f2 , si ha


3
2

(m1 + m2 )acm = m1 g sin 1 m2 g sin 2

G. Giugliarelli

acm =

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2 m1 sin 1 m2 sin 2
3

m1 + m2

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g.

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Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 4 I due dischi in figura hanno uguali masse m e raggi R. Il disco superiore
pu ruotare liberamente attorno ad un asse orizzontale passante per il suo centro.
Una fune viene avvolta attorno ad entrambi i dischi, e quello pi basso viene lasciato
libero di cadere.
Determinare:
a) laccelerazione del centro del disco inferiore;
b) la tensione della fune; c) laccelerazione angolare di ciascun disco attorno al
proprio centro di massa.

Soluzione Se indichiamo con 1 e 2 le velocit angolari (istantanee) dei due dischi, durante il moto potremo
scrivere
d
d
(I1 ) = RT ;
(I2 ) = RT.
dt
dt
dove I il momento dinerzia dei dischi, T la tensione della fune e RT il momento applicato ai dischi.
Si noti che da queste due relazioni segue immediatamente che i due dischi avranno le stesse accelerazioni
angolari pari a
d1
d2
RT
1 =
= 2 =
=
.
dt
dt
I
Daltra parte, per il disco inferiore dovremo avere
ma2 = mg T,
dove a2 laccelerazione (lineare) del suo centro di massa.
Ora, dobbiamo notare che la fune scende con una velocit v = 1 R, e che, se v2 la velocit del centro di
massa del disco inferiore, dato che i dischi non scivolano rispetto alla fune, deve anche essere
v2 v = 2 R
G. Giugliarelli

v2 R1 = 2 R

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Problema 4 continuazione della soluzione
Quindi, derivando lultima relazione rispetto al tempo e utilizzando le relazioni precedenti ricaviamo

a2 R

d1
dt

=R

d2
dt

e
a2 =

T
m

R2 T
I

2mR2
I + 2mR2

R2 T
I

T =

mgI
I + 2mR2

g.

Infine, ricordando che il momento dinerzia dei dischi I = 1


mR2 , otteniamo
2
2mR2
4m
4
a2 = 1
g=
g = g.
2 + 2mR2
mR
m + 4m
5
2

G. Giugliarelli

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Problema 5 Una sfera piena di massa m e raggio R (momento dinerzia I = 2
mR2 ) viene lanciata su un
5
piano orizzontale con una velocit iniziale v0 . Nel lanciarla, si fa in modo che la sfera ruoti allindietro
con una velocit angolare iniziale 0 come indicato in figura. Supponendo che il piano su cui la sfera viene
lanciata presenti un coefficiente di attrito dinamico k determinare:
a) quale deve essere il rapporto v0 /0 in modo che la
sfera smetta di ruotare su se stessa nello stesso istante
in cui smette di avanzare;
b) lespressione dello spazio percorso dalla sfera nelle
condizioni espresse in a).
Soluzione A causa della presenza di attrito dinamico, lo slittamento della sfera sul piano di appoggio
determina su di esso una forza di attrito di modulo fk = k N = k mg tangente alla sfera ed opposta alla
rotazione. Utilizzando la seconda legge di Newton nelle forme lineare e angolare, possiamo quindi scrivere

dv
ma = m dt = fk

I = I d
= Rfk
dt

dove a e sono le accelerazioni lineare (del centro di massa) e angolare del cilindro, mentre I e = Rfk
sono il momento dinerzia della sfera (rispetto allasse di rotazione) e il momento meccanico della forza di
attrito (negativo perch opposto alla rotazione). Integrando le due equazioni otteniamo

dv

dv = muk gdt

v(t) = v0 k gt
ma = m dt = k mg

I = I d = mRg
k
dt

mRg
d = k I
dt

(t) = 0

k mRg
t
I

dalle quali vediamo che entrambe le velocit (lineare e angolare) della sfera decrescono linearmente nel
tempo. Si noti che durante tali decelerazioni, dato il suo verso allindietro, la rotazione della sfera non sar
mai compatibile con un moto di puro rotolamento. Una tale eventualit potrebbe presentarsi solo se, una
volta finito lavanzamento, a causa della persistente rotazione allindietro la sfera prendesse ad arretrare!
Nel nostro caso listante in cui lavanzamento della sfera cessa dato da
v0
v(t1 ) = 0

t1 =
k g
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Problema 5 continuazione della soluzione
Quindi se vogliamo che nellistante t1 cessi anche la rotazione dovr essere
(t1 ) = 0
e cio

0 =

v0
0

I
mR

k mRg
I

2
5

t1 =

mRv0
I

Lo spazio percorso nel tempo t1 quindi dato da


s1 = v0 t1

G. Giugliarelli

1
2

k gt1 =

2
v0

2k g

2 2
20
R

25k g

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Problema 6 Una piattaforma avanza con accelerazione ap = 3.0 m/s2 e su di essa poggiato un cilindro
(pieno) di massa m e raggio r (vedi figura). Nellipotesi che il cilindro rotoli senza strisciare sulla
piattaforma, determinare:
a) laccelerazione a del cilindro rispetto al suolo;
b) laccelerazione ar del cilindro rispetto alla piattaforma;
c) il valore minimo del coefficiente di attrito statico tra piattaforma e
cilindro necessario affinch il cilindro non slitti.
Soluzione Mentre la piattaforma avanza con accelerazione ap , sul cilindro agir (, oltre che il suo peso
g e la reazione normale N ,) una forza orizzontale f s (concorde ad a p ) determinata dallattrito con la
mg
piattaforma. Se il cilindro rotola senza scivolare sulla piattaforma, si tratta di attrito statico e quindi dovr
essere fs s N = s mg. Tale forza, lunica forza orizzontale e quindi, applicando Newton, abbiamo
fs
ma = fs

a=
m
dove a laccelerazione del centro di massa del cilindro rispetto al suolo! Daltra parte, considerando la
rotazione del cilindro e applicando Newton in forma angolare al suo asse, otteniamo
I = Rfs
mR2 il suo momento dinerzia e la sua accelerazione angolare. La scelta del segno negativo
dove I = 1
2
determinata dal fatto che la rotazione del cilindro allindietro e che quindi, anche laccelerazione relativa
ar del centro di massa del cilindro nel sistema della piattaforma negativa (in un sistema di riferimento
solidale con la piattaforma, il cilindro rotola in verso opposto ad a p ed a
a). In effetti, dato che il moto di
puro rotolamento, dovr essere R = ar e inoltre, notando che le accelerazioni sono legate dalla seguente
a = ap + ar , ricaviamo

map + mar = fs

ar
1
2
2

map + mar = I

ar =
ap = ap = 2.0 m/s .
I ar = Rf
R2
1 + I/mR2
3

s
R
Conseguentemente

1
1
2
ap = ap = 1.0 m/s .
1 + I/mR2
3
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a = ap + ar =
G. Giugliarelli

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Problema 6 continuazione della soluzione
Infine, ricordando il legame tra fs e il coefficiente di attrito s , ricaviamo
ma = fs s mg

G. Giugliarelli

a
g

= 0.102.

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Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 7 Un corpo rigido costituito da unasta, di massa m = 8.0 kg e lunghezza d = 0.5 m, e da un
disco, di massa M = 3m e raggio R = d/4, saldati nel punto O (vedi figura) e pu ruotare liberamente
intorno ad unasse, perpendicolare al disegno, passante per tale punto. Per mantenere in equilibrio statico
il sistema, con lasta orizzontale, nel punto P agisce una forza F (vedi figura). Determinare:
a) il modulo di F e della reazione normale N in O.
Poi, viene eliminata la forza F e il corpo ruota sotto lazione delle forze
gravitazionali. Determinare:
b) laccelerazione angolare del sistema nellistante iniziale del moto;
c) la velocit angolare del sistema nellistante in cui lasta verticale.
Soluzione Lequilibrio statico impone che siano nulle sia le risultanti sia delle forze che dei momenti che
agiscono sul sistema. Quindi
d
F + mg + M g N = 0;
F d + mg M gR = 0,
2
dove i momenti sono stati calcolati rispetto allasse passante per O. Dalla seconda ricaviamo
d
d
d
1
d
F d = mg + M gR = mg + 3mg = mgd (4m)g
= Mtot gdcm
2
2
4
4
16
dove Mtot = 4m la massa totale del corpo e dcm = d/16 la distanza del centro di massa da O (alla
destra di O, ovviamente). Quindi
1
17
F = mg = 19.6 N
e
N = F + 4mg =
mg = 333 N.
4
4
Quando F viene rimossa, essendo il momento della forza non pi bilanciato, il corpo prende a ruotare e il
moto sar determinato dalla seconda legge di Newton in forma angolare: IO = dove IO il momento
dinerzia del corpo rispetto allasse passante per O. IO pari a
1
1
1
3
59
2
2
2
2
2
2
IO = md + M R + M R = md + M R =
md .
3
2
3
2
96
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Problema 7 continuazione della soluzione
Laccelerazione angolare nellistante iniziale quindi pari a
i =

i
IO

24g
59d

= 8.0 rad/s .

Daltra parte, durante il moto rotazionale si conserva lenergia meccanica e quindi confrontando la posizione
iniziale con quella in cui il disco pi in basso ricaviamo
1
2

G. Giugliarelli

IO

= 4mgdcm

48g
59d

= 4.0 rad/s.

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Problema 8 Unasta sottile rigida, di massa M = 2.0 kg e lunghezza l = 40 cm, agganciata per un
estremo ad un punto fisso intorno al quale pu ruotare liberamente. Lasta, inizialmente orizzontale, viene
(da ferma) abbandonata al suo peso; quando lasta raggiunge la posizione verticale il suo estremo libero urta
elasticamente contro un corpo (fermo fino a quel momento) di massa m. Sapendo che subito dopo lurto
il corpo parte orizzontalmente con velocit v e lasta rimbalza allindietro raggiungendo una deflessione
massima dalla verticale pari a = 45 , si determini:
a) le velocit angolari dellasta subito prima e subito dopo lurto;
b) la velocit del corpo subito dopo lurto nonch la sua massa.
Soluzione Indichiamo con 1 e 2 i moduli delle velocit angolari dellasta subito prima e subito dopo
lurto con la massa m. Considerando la rotazione iniziale dellasta, la conservazione dellenergia meccanica
comporta
1
l
M gl
2
2
I1 M g

1 =
2
2
I
Allo stesso modo dopo lurto avremo
1
2

I2 M g

l
2

(1 cos )

2 =

Osservando che il momento dinerzia dellasta I =


1 =

M gl
I

3g
l

= 8.58 rad/s;

M gl
I

(1 cos ) =

M gl
I

1 M l2
3

ricaviamo

2
2 =
1
2

3g
l

= 4.64 rad/s.

Considerando ora lurto, possiamo dire che a causa delle forze impulsive nel punto dove agganciata lasta,
non si conserva la quantit di moto. Si conservano invece lenergia cinetica (essendo un urto elastico) e
il momento angolare (calcolato rispetto al punto fisso dellasta). La conservazione di queste due quantit
impone le seguenti:
1
1
1
2
2
2
2
2
2
I1 = I2 + mv

I(1 2 ) = mv
2
2
2
I1 = I2 + mlv

I(1 + 2 ) = mlv
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Problema 8 continuazione della soluzione
Dividendo membro a membro le ultime due relazioni otteniamo
1 2 =

v
l

v = l(1 2 ) = 1.58 m/s.

Sostituendo poi questa ultima nella seconda delle precedenti ricaviamo


m=

G. Giugliarelli

I 1 + 2
l2 1 2

M 1 + 2
= 2.24 kg.
3 1 2

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Problema 9 Un cilindro pieno di raggio R = 20 cm e massa M = 10 kg deve salire su un gradino (vedi
figura) di altezza h = 10 cm. Il cilindro viene tirato da una forza F (vedi figura) orizzontale applicata al
suo centro di massa.
a) Determinare la minima intensit della forza F , Fmin ,
sufficiente a far salire il cilindro sul gradino.
b) Nellipotesi che dopo aver scalato il gradino la forza continui
ad agire sul cilindro e che una volta sul piano il cilindro si
muova di moto di puro rotolamento, calcolare laccelerazione
del centro di massa del cilindro per F = 2Fmin .
Soluzione Se si vuole che il cilindro riesca a scalare il gradino, il momento della forza F rispetto al punto di contatto deve superare quello
del peso del cilindro stesso. Cio
F (R h) > M gR cos
dove langolo indicato nella figura qui a lato. Perci, notando che
cos =

1 sin2 =

Rh
R

si ottiene
F (R h) > M g

(2R h)h

F > Fmin =

(2R h)h
Rh

M g = 170 N.

Nel moto di puro rotolamento che segue la scalata del gradino, potremo scrivere
M a = F fs
dove fs la forza di attrito statico necessaria al mantenimento del moto di puro rotolamento. Daltra
parte, per il moto rotazionale deve essere
I = fs R
con = a/R.
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Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 9 continuazione della soluzione
Quindi tenendo conto del fatto che per il cilindro pieno I = 1
M R2 otteniamo
2
fs =

Per F = 2Fmin otteniamo

G. Giugliarelli

I
R

I
R2

a=

1
2

Ma

a=

2 F
3 M

a = 22.6 m/s .

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Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 10 Unauto 4 4 (con 4 ruote motrici) ha una massa complessiva (ruote comprese) pari a
M = 5000 kg con ognuna delle 4 ruote di massa m = 25 kg e raggio R = 30 cm. Lauto inizialmente
ferma e si trova su una strada orizzontale. A partire dallistante t = 0, su ogni ruota il motore dellauto
esercita un momento costante pari a = 1000 Nm. I coefficienti di attrito statico e dinamico tra le ruote
e la strada sono pari a s = 0.3 e k = 0.2.
a) Dimostrare che mentre lauto avanza le ruote si muovono di moto di puro rotolamento;
b) calcolare laccelerazione del centro di massa dellauto;
c) calcolare il numero di giri che ogni ruota compie nei primi 5 secondi di accelerazione dellauto.
[Supporre che il peso dellauto sia uniformemente distribuito sulle 4 ruote e che esse, a fini dei
calcoli, possano essere assimilate a dei cilindri con massa distribuita uniformemente.]
Soluzione Si noti che per il sistema "auto" le uniche forze esterne dirette nella direzione del moto sono solo
le forze di attrito che agiscono sulle ruote! Quindi, detta f la forza di attrito (vedremo poi se di attrito
dinamico o statico) su ogni ruota, applicando la 2a legge di Newton potremo scrivere
1
M a = 4f

f = M a.
4
Daltra parte, la rotazione di ogni ruota, seguendo la 2a legge della dinamica in forma angolare, sar
regolata dalla seguente
I = Rf
dato che le forze che a causa dellattrito agiscono sulle ruote sono dirette nella direzione di moto dellauto
e quindi determinano un momento contrario al momento "motore" . Se il moto rotatorio delle ruote fosse
di puro rotolamento, allora si avrebbe = a/R e conseguentemente
1
1
1
2 a
I = mR
= Rf

f =
mRa ,
2
R
R
2
dove abbiamo esplicitato il valore del momento dinerzia delle ruote. Sostituendo nella prima relazione e
risolvendo si ottiene
4
M
2
= 2.64 m/s ;
f =
= 3300 N,
a=
R(M + 2m)
R(M + 2m)
G. Giugliarelli

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Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 10 continuazione della soluzione
che corrispondono ai valori dellaccelerazione dellauto e della forza di attrito su ogni ruota, nel caso che le
ruote si muovano di moto di puro rotolamento! Ma questo potr essere vero solo se la f qui ottenuta non
superi la massima forza di attrito statico su ogni ruota. In effetti, come possiamo vedere dalla seguente
fs,max =

1
4

s N =

1
4

s M g = 3680 N,

siamo in tali condizioni e quindi il moto rotatorio delle ruote sar effettivamente di puro rotolamento.
Laccelerazione prima calcolata corrisponde quindi alleffettiva accelerazione del centro di massa dellauto.
Infine, durante laccelerazione uniforme dellauto, anche la rotazione uniformemente accelerata con accelerazione angolare = a/R. Quindi il numero di giri effettuati da ogni ruota nel tempo t = 5.0 s, pari
a
1

1
2
2
= t

Ngiri =
=
t = 17.5
2
2
4

G. Giugliarelli

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Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 11 Si consideri il sistema rappresentato in figura in cui un cilindro
pieno di massa M = 5.0 kg e raggio R = 15 cm viene tirato da una corda
(avvolta su di esso) a cui appeso (allaltro capo) un corpo di massa m = 2.0
kg. Trattando la puleggia come ideale e la corda come ideali e supponendo
che il cilindro rotoli senza scivolare, si determini:
a) laccelerazione con cui scende il corpo di massa m;
b) il minimo valore del coefficiente di attrito statico necessario affinch
il cilindro non scivoli.
Soluzione Detta T la tensione della corda, considerando le forze applicate ai due corpi, applicando la seconda
legge della dinamica possiamo scrivere le seguenti
ma = mg T ;
M ac = T + fs
dove a laccelerazione (verso il basso) del corpo di massa m, ac laccelerazione (verso destra) del centro
di massa del cilindro e fs il modulo della forza di attrito statico (diretto verso destra) tra cilindro e piano
dappoggio. Daltra parte, rispetto al punto di istantaneo contatto del cilindro con il piano dappoggio, la
seconda legge della dinamica in forma angolare ci d
2

(I + M r ) = 2T r
dove I = 1
M r 2 il momento dinerzia del cilindro rispetto allasse passante per il suo centro di massa
2
e = ac /r laccelerazione angolare del cilindro. Ora, tenendo presente che la corda tira il cilindro dal
punto pi alto, si capisce che ac = a/2. Perci, dallultima relazione ricaviamo
3
3
T = M ac = M a
4
8
e quindi
ma = mg

3
8

Ma

m+

Conseguentemente
fs = M ac T =
G. Giugliarelli

3
8
1
2

a = mg

Ma

3
8

Ma =

1
8

Ma =

a=

8m

mM
8m + 3M

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8m + 3M

g = 5.06 m/s .

g
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Esercitazione 8 Rotolamento, rotazione di corpi rigidi e altro . . .


Problema 11 continuazione della soluzione
Da questa ricaviamo che il coefficiente di attrito statico deve essere perlomeno pari a
s,min =

G. Giugliarelli

fs
N

fs
Mg

m
8m + 3M

= 0.064.

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Esercitazione 9 Rotazione e rotolamento di corpi rigidi ed altro ...


Problema 1 Un cilindro pieno di massa m = 5.0 kg e raggio R1 = 10.0 cm si trova (inizialmente) in
quiete sulla sommit di un supporto semicilindrico (vedi figura) di raggio R0 = 4R1 poggiato su un piano
orizzontale. Quando il cilindro viene (lievemente ) perturbato dalla sua posizione di equilibrio inizia a
scendere rotolando liberamente sulla superficie esterna del supporto.
R1
Supponendo che nel suo moto il cilindro rotoli senza scivolare e che il
supporto venga mantenuto fermo:
a) Determinare lespressione della velocit del centro di massa del
cilindro, vcm , in funzione della quota del suo asse (misurata
rispetto al piano di appoggio del supporto);
R0
b) Dire se nel suo moto il cilindro si stacca dal supporto prima di
raggiungere il piano orizzontale e in caso affermativo calcolare a
quale quota ci avviene!
Soluzione Durante la discesa lungo la superficie del supporto il cilindro si muove di moto di puro rotolamento
e in tale moto possiamo applicare la conservazione dellenergia meccanica. Per una posizione generica
del cilindro, consideriamo il raggio (condotto dallasse del supporto) che passa per lasse del cilindro e
indichiamo con langolo con la verticale: la conservazione dellenergia meccanica data dalla seguente
1
1
2
2
scm
5mgR1 = mvcm + I + 5mgR1 cos ,
(
2
2
s

1 mR2 il momento dinerzia del cilindro.


dove I = 2
1
Ora, se indichiamo con langolo indicato nella figura a fianco, si noti
la
velocit
del
centro di massa del cilindro pu essere scritta nella forma

seguente
R0
d
dscm
= 5R1
.
vcm =
dt
dt
Nel frattempo, il punto di contatto del cilindro con il supporto ha percorso un arco di lunghezza s = R0 =
4R1 e conseguentemente per la velocit angolare di rotazione del cilindro abbiamo

G. Giugliarelli

dt

R1

=4

d
dt

4
5R1

vcm .

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Esercitazione 9 Rotazione e rotolamento di corpi rigidi ed altro ...


Problema 1 continuazione della soluzione
Inserendo questultima e lespressione del momento dinerzia nella relazione precedente, otteniamo

5gR1 (1 cos ) =

29 2
vcm
50

vcm () =

250
29

R1 g(1 cos )

v2

cm pari alla forza centripeta e dovr corrispondere alla somma della componente lungo
La quantit m 5R
1

il raggio della forza di gravit, mg cos (diretta verso linterno), e della reazione normale N (diretta verso
lesterno). Cio dovr essere
v2
m cm = mg cos N
5R1

v2
mg
N = N() = mg cos m cm =
[79 cos 50]
5R1
29

Da tale relazione si vede immediatamente che per cos = 50/79 la reazione normale si annulla e ci,
ovviamente, corrisponde al distacco del cilindro dal supporto. La corrispondente quota

h = 5R1 cos =

G. Giugliarelli

250
79

R1 = 31.6 cm.

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Esercitazione 9 Rotazione e rotolamento di corpi rigidi ed altro ...


Problema 2 Una corda, inestensibile e di massa trascurabile, stata avvolta
intorno ad un cilindro pieno raggio R e massa M . Lestremo libero della corda
viene fissato ad una parete verticale (come mostrato in figura) e il cilindro viene
lasciato libero di cadere, mentre la corda si srotola senza che essa slitti sulla sua
superficie.
a) Determinare con quale accelerazione scende il centro di massa del
cilindro.
Successivamente (dopo aver riavvolto la corda intorno al cilindro) lestremo libero della corda viene svincolato dalla parete e, lasciato libero il cilindro, viene tirato verticalmente in modo che la corda si muova verso lalto con unaccelerazione
(in modulo) pari ad a.

b) Determinare il valore che deve avere a affinch il centro di massa del


cilindro rimanga fermo.
Soluzione Quando lestremo superiore della corda fissato alla parete e il cilindro scende (srotolando la
corda) con un moto di puro rotolamento rispetto alla corda stessa. In effetti come se scendesse con moto
di puro rotolamento lungo una parete verticale. Perci, considerando il punto di istantaneo contatto P
(corrispondente al punto in cui la corda si stacca dalla superficie del cilindro), lapplicazione della seconda
legge della dinamica in forma angolare allasse passante per P ci permette di scrivere
dLP
=

IP = RM g,
dt
dove LP = IP il momento angolare del cilindro rispetto allasse per P e IP il corrispondente momento
dinerzia. Ma se acm laccelerazione del centro di massa del cilindro, allora laccelerazione angolare
pari a = acm /R. Daltra parte, per il teorema degli assi paralleli
3
1
2
2
2
2
IP = Icm + M R = M R + M R = M R ,
2
2
e quindi
2
3
2 acm
2
MR
= RM g

acm = g = 6.54 m/s .


2
R
3
G. Giugliarelli

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Esercitazione 9 Rotazione e rotolamento di corpi rigidi ed altro ...


Problema 2 continuazione della soluzione
Ora, invece, supponiamo che la corda sia stata sganciata dalla parete e che venga tirata verso lalto in modo
da avere unaccelerazione in modulo pari ad a. Prendiamo un asse diretto verso il basso (in tale sistema
laccelerazione del centro di massa del cilindro acm positiva, mentre quella della corda sar pari a a ).

Daltra parte, se consideriamo unasse solidale con la corda, e indichiamo con vcm
la velocit del centro di
. Inoltre
massa del cilindro in tale sistema, allora vcm (quella rispetto allasse fisso) sar pari a v + vcm
(dato che la corda non scivola), il cilindro segue sempre un moto di puro rotolamento rispetto alla corda e

quindi dovr essere R = vcm = vcm + v. Derivando rispetto al tempo otteniamo


=

acm + a
R

Nellapplicazione della seconda legge della dinamica in forma angolare allasse passante per il punto P di
istantaneo contatto (che ora si muove insieme alla corda) dobbiamo tener conto del fatto che la corda in
moto accelerato e che quindi non costituisce pi un sistema di riferimento inerziale! Essa si muove verso
lalto con accelerazione a (in modulo) e quindi sul cilindro, in tale sistema, oltre alla forza di gravit agir
anche una forza apparente diretta verso il basso e avente modulo M a (che potremo concentrare nel suo
centro di massa). Conseguentemente, osservando che tale forza produce un momento rispetto allasse per
P concorde a quello della forza di gravit, potremo scrivere lequazione
IP = RM g + RM a,
Tenendo conto dellespressione di , ricaviamo
3
2

MR

2 acm + a

= RM (g + a)

3
2

(acm + a) = g + a

acm =

2
3

1
2

Dallultima relazione osserviamo che il centro di massa scender (acm > 0) fino a che a < 2g e si annuller
quando
a = 2g.
Si noti anche che lultima relazione ci fornisce il giusto valore di acm anche quando la corda ferma.
G. Giugliarelli

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Esercitazione 9 Rotazione e rotolamento di corpi rigidi ed altro ...


Problema 3 Intorno ad una puleggia cilindrica, un cilindro pieno di
raggio R = 15.0 cm e massa M = 10 kg, libera di ruotare intorno al
suo asse avvolta una corda, inestensibile e di massa trascurabile, con
ad un capo appeso un corpo di massa m = 5.0 kg. Una sbarra omogenea, di lunghezza l = 80 cm e formante un angolo = 30 rispetto
allorizzontale, appoggiata sulla puleggia (vedi figura). Sapendo che
laltro estremo della sbarra fisso e che nellappoggio tra sbarra e
puleggia si sviluppa un attrito statico con s = 0.5, determinare:

l
R
M

a) il minimo valore della massa della sbarra affinch il sistema


sia in equilibrio statico.
Se poi la sbarra viene sollevata e la puleggia lasciata libera di ruotare
(la corda non slitta), determinare:

b) laccelerazione con cui scende il corpo appeso.


Soluzione Se indichiamo con fs il modulo della forza di attrito che agisce sulla puleggia a causa dellappoggio
della sbarra, la puleggia sar in equilibrio statico quando il momento risultante delle forze che agiscono su
di essa nullo. E cio quando
RT Rfs = 0
dove T la forza determinata dalla corda (pari alla sua tensione). Se il sistema in equilibrio statico allora
T = mg e dalla precedente abbiamo
fs = mg.

Daltra parte, lequilibrio statico della sbarra impone che anche la risultante dei momenti delle forze rispetto
al suo estremo fisso sia nulla, e cio
l
Ms g cos hN = 0,
2
dove Ms la massa della sbarra, N la reazione normale determinata dallappoggio sulla puleggia e h la
distanza del punto di appoggio dal punto fisso. Notando che h = R/ tan(/2), dalla precedente ricaviamo
N =
G. Giugliarelli

Ms gl
2R

cos tan

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Problema 3 continuazione della soluzione
Ma fs s N e quindi dovendo essere fs = mg otteniamo
mg s N

mg s

Ms gl
2R

cos tan(/2)

Sostituendo i valori delle varie grandezze si ottiene (cos() =

Ms Ms,min =

Ms

2mR
s l cos tan(/2)

3/2 e tan(/2) =

1cos
=
1+cos

7 4 3)

2mR

s l 23

= 16.2 kg.
74 3

Quando la sbarra viene sollevata, la puleggia tirata dalla corda a cui appeso corpo e prender a ruotare
in senso antiorario. Applicando le leggi della dinamica (in forma lineare e angolare) al corpo in caduta e
alla puleggia, potremo scrivere le seguenti
ma = mg T
I = RT

M R2 il
dove a ed sono le accelerazioni lineare e angolare del corpo e della puleggia, mentre I = 1
2
momento dinerzia della puleggia e T la tensione della corda (che ora non pi pari al peso del corpo).
Quindi, notando che = a/R (dato che la corda non slitta) e ricavando dalla seconda e sostituendo nella
prima, si ottiene
1
2

MR

2 a

= RT

da cui

T =

1
2

Ma

ma = mg

1
2

Ma

a=

2m
2m + M

g,

a = 0.50 g = 4.90 m/s


G. Giugliarelli

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Problema 4 Si abbiano le due pulegge (assimilabili a cilindri pieni)
mostrate in figura aventi i raggi e le masse seguenti: R1 = 5.0 cm,
R2 = 10 cm, M1 = 2.0 kg, M2 = 4.0 kg. La puleggia 1 pu ruotare
liberamente intorno al suo asse mantenuto fisso da una staffa fissata al
soffitto. Allasse della puleggia 2 agganciata una molla ideale di costante elastica k = 1000 N/m con laltro estremo fissato al pavimento.
Tra le pulegge passa (come mostrato in figura) una corda ideale avente lestremo sinistro fissato al soffitto; al suo estremo destro appeso
un corpo di massa m = 6.0 kg che si trova ad unaltezza h0 = 15 cm
dal pavimento. Lasse della puleggia 2, a seconda del moto del corpo
di massa m, pu salire o scendere liberamente.
Sapendo che nella disposizione di figura il sistema in equilibrio
statico:
a) determinare lallungamento della molla.

R1
R2

m
h0

Successivamente, la connessione tra la molla e lasse della puleggia 2


viene recisa e quindi il corpo di massa m prende a cadere. Determinare
nellistante in cui il corpo raggiunge il pavimento i valori:
b) della velocit dellasse della puleggia 2;

c) della velocit angolare della puleggia 1.


[Supporre che sia la molla che la corda siano di massa trascurabile e che questutima sia anche
inestensibile, flessibile e che non scivoli mai rispetto alle pulegge]
Soluzione Nella situazione iniziale il sistema in equilibrio statico e quindi le tensioni dei tre tratti di corda
devono essere uguali fra loro (in caso contrario le pulegge si muoverebbero). Pertanto, dovr essere

T1 = mg

(2m M2 )g
T2 = T1

ky0 = 2mg M2 g
y0 =
= 7.85 cm,
T3 = T2
k

T2 + T3 = M2 g + ky0
dove T1 , T2 e T3 sono le tensioni delle corde numerandole progressivamente da destra a sinistra e y0
lallungamento della molla cercato.
G. Giugliarelli

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Problema 4 continuazione della soluzione
Quando la connessione della molla con lasse della puleggia 2 viene recisa, il sistema non pi in equilibrio
e il corpo di massa m inizia a scendere e, nel frattempo, la puleggia 1 prende a ruotare in verso orario,
mentre la 2 ruota in verso anti orario e sale verso lalto.
Si noti subito che quando il corpo sar sceso della quota h0 , lasse della puleggia 2 si sar innalzato di h0 /2.
Daltra parte se indichiamo con v la velocit istantanea del corpo, le velocit angolari delle due pulegge
(nello stesso istante) e la velocit (in modulo) dellasse della puleggia 2 saranno pari a
1 =

v
R1

2 =

2R2

R1
2R2

1 ;

v2 =

v
2

Non essendo presenti attriti, nel moto del sistema si conserva lenergia meccanica. Le variazioni delle energie
cinetica e potenziale del sistema sono date dalle seguenti
K =

1
2

mvf +

1
2

I1 1,f +

1
2

M2 v2,f +

1
2

I2 2,f =

U = mgh0 + M2 g

h0
2

1
2

m+

M1
2

M2
2

vf ,

(dove vf la velocit del corpo quando raggiunge il pavimento e si tenuto conto delle precedenti relazioni
1 M R2 e I = 1 M R2 , e quindi si ha
e del fatto che I1 = 2
1 1
2 2
2
2

K + U = 0

1
2

m+

M1
2

M2
2

vf =

M2
2

gh0 .

Ricavando vf otteniamo
vf =

2(m M2 /2)gh0

m + M1 /2 + M2 /2

= 1.14 m/s.

Conseguentemente, la velocit angolare della puleggia 1 data da


1 =
G. Giugliarelli

vf
R1

= 22.9 rad/s

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Problema 5 Un cilindro pieno di raggio R = 20 cm e lunghezza
L viene diviso in due met identiche tagliandolo lungo il suo asse
principale. Determinare:

a) a quale distanza dallasse originario del cilindro si trova


il centro di massa di ognuna delle due met;

cdm

b) il momento dinerzia dei mezzi cilindri rispetto allasse


(parallelo allasse originario del cilindro) passante per il
centro di massa.
Uno dei due mezzi cilindri viene poi appoggiato su un piano orizzontale disponendolo nel modo indicato
in figura e quindi lasciato libero. Nellipotesi che durante il suo moto non ci sia scivolamento:
c) descrivere qualitativamente il tipo di moto seguito dal mezzo cilindro;
d) calcolare la massima velocit di rotazione da esso raggiunta durante il moto.
Soluzione Prima di tutto occupiamoci della posizione del centro di massa dei mezzi cilindri. A tal fine con
il mezzo cilindro nella disposizione iniziale, consideriamo gli assi indicati nella figura sottostante.
Come schematizzato in tale figura, il mezzo cilindro pu essere visto come composto
da tante lastre di spessore dx a distanza x dallasse originario del cilindro, di larghezza
dx
y
R2 x2 e profondit L (non indicata in figura). Ognuna di tali
2l(x) con l(x) =
lastre ha massa
dm = 2Ll(x)dx
dove la massa volumica del cilindro. Tali lastre hanno centro di massa nel loro
centro e quindi a distanza x dallasse originario del cilindro (vedi figura a lato). Perci
la distanza del centro di massa da tale asse sar data da
R
R
1
4
1
dc.m. =
2L
xl(x)dx =
xdm =
x R2 x2 dx
M
LR2 /2
R2 0
0
R2 x2 si ottiene
2
2
2
x =R z

e conseguentemente lintegrale nella precedente pari a

x
l(x)
R

Con la sostituzione z =

x
0

G. Giugliarelli

R2 x2 dx =

xdx = zdz,
2

z dz =
R

z dz =
0

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R3
3

.
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Problema 5 continuazione della soluzione
Perci il centro di massa del mezzo cilindro a distanza
4R
dc.m. =
= 8.49 cm,
3
dallasse originario.
Il momento dinerzia di ogni mezzo cilindro rispetto allasse originario , ovviamente, pari a met di quello
1 M R2 . E quindi, sfruttando il teorema dellasse parallelo possiamo scrivere
di tutto il cilindro: cio IO = 4
(9 2 64)
2
2
2
MR
IO = Ic.m. + M dc.m.

Ic.m. = IO M dc.m. =
36 2
dove Ic.m. il momento dinerzia del mezzo cilindro rispetto allasse passante per il suo centro di massa.
Durante il moto del mezzo cilindro non c scivolamento: il moto di puro
rotolamento. Quindi si conserver lenergia meccanica ed il corpo, rotolando, osciller tra la posizione iniziale e quella speculare raggiunta dopo
aver ruotato di 180 , come schematizzato nella figura qui a lato. In tale
cdm
cdm
figura si anche indicata la posizione (intermedia) in cui il centro di massa
cdm
del mezzo cilindro raggiunge la minima quota: in corrispondenza di tale
posizione lenergia cinetica del mezzo cilindro sar massima.
Applicando la conservazione dellenergia meccanica tra la posizione iniziale e quella appena citata, possiamo
scrivere
M gR = M g(R dc.m. ) + Kmax .

Dovendo calcolare la massima velocit di rotazione max del corpo, conveniente esprimere Kmax nel1 I 2
la forma Kmax = 2
P max pari allenergia cinetica rotazionale del corpo intorno al punto (asse) di
istantaneo contatto P . Notando che
5
2
2
2
R 2dc.m. M R,
IP = Ic.m. + M (R dc.m. ) = IO M dc.m. + M (R dc.m. ) =
4
dalla precedete ricaviamo
1 5
1
2
2

R 2dc.m. Rmax = gdc.m.


Kmax = IP max = M gdc.m.
2
2 4
e infine
2gdc.m.
32g
max =
=
= 10.2 rad/s.
5 R 2d
(15 32)R
c.m. R
4

G. Giugliarelli

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Problema 6 Un cubo di legno (massa volumica pari a
= 8.0 102 kg/m3 ) di lato a = 50 cm poggiato
al suolo. Un proiettile, di massa m = 100 g, viaggia
v0
orizzontalmente ad una quota h = 45 cm dal suolo con
una velocit v0 e si conficca perpendicolarmente su una m
delle facce del cubo.
a
h
Sapendo che negli istanti successivi allurto con il proiettile, il cubo ruota (senza scivolare) intorno allo spigolo in contatto con il suolo opposto alla faccia colpita,
determinare il minimo valore di v0 affinch il cubo riesca
a ruotare di 90 .
[Il momento dinerzia di un cubo pieno omogeneo di lato a e massa M rispetto ad un asse
perpendicolare alle facce e passante per il suo centro di massa pari a Icm = 1
M a2 .]
6
Soluzione Tenendo conto del fatto che lo spigolo destro del cubo non scivola sul piano di appoggio, e che
dopo lurto il cubo ruota intorno a tale spigolo, si pu capire che nellurto con il proiettile si conserva solo
il momento angolare calcolato intorno allasse su cui giace lo spigolo in questione! Pertanto, tenendo conto
del fatto che la massa del cubo pari a
3

M = a = 100 kg,
la conservazione del momento angolare comporta la seguente relazione
2

mv0 h = m(a + h ) + Ia ,
dove m(a2 + h2 ) il momento dinerzia del proiettile rispetto allasse suddetto e la velocit angolare
con la quale il sistema cubo+proiettile inizia a ruotare subito dopo lurto.
Il momento dinerzia del cubo rispetto allo spigolo intorno a cui ruota, Ia , ottenuto tramite il teorema
degli assi paralleli ed quindi pari a
Ia = Icm + M
G. Giugliarelli

a2
2

1
6

Ma +

1
2

Ma

2
3

Ma .

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Problema 6 continuazione della soluzione
Conseguentemente, si ricava
2

mv0 h = m(a + h ) +

2
3

Ma

mv0 h
3 mv0 h
,

2 M a2
m(a2 + h2 ) + 3
2 M a2

dove, tenendo presente che la massa del proiettile molto minore di quella del cubo, si trascurato
(nellultima espressione) il momento dinerzia del proiettile stesso.
Se vogliamo che il cubo riesca a ruotare di 90 esso, dovr avere una velocit angolare iniziale tale da
permettergli di raggiungere, perlomeno, la posizione in cui il suo centro di massa ha la quota massima (che
corrisponde ad una rotazione di 45 rispetto alla posizione iniziale). Perci, tenendo conto del fatto che
nella rotazione si conserva lenergia meccanica, dovr essere

Ki > U45 U0
Perci
>

3
2

21
a

G. Giugliarelli

1
2

v0 =

Ia

> Mg

2 M a2
3 mh

>

M
m

2(

1
2

1
2

M g(

2 1) a3 g
3

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2 1)a

= 8.7 10

m/s.

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Problema 7 Un auto di massa M = 1000 kg durante il moto risente di una forza resistente (risultante
dellattrito con lasfalto e della resistenza dellaria) di ampiezza Fa = F0 + kv 2 , dove v la velocit
istantanea dellauto, F0 = 350 N e k = 1.9 Ns2 /m2 .
Sapendo che lauto, partendo da ferma e mantenendo unaccelerazione costante, pu raggiungere in 10 s la
velocit di 100 km/h, determinare lenergia che deve produrre il motore per effettuare tale accelerazione.
Soluzione Il moto uniformemente accelerato con accelerazione
v

a=

= 2.78 m/s .

Quindi, durante laccelerazione, la velocit istantanea dellauto sar data da v(t) = at con t tf = 10 s.
Daltra parte, per il teorema dellenergia cinetica, lenergia cinetica acquisita dallauto durante laccelerazione dovr essere pari al lavoro complessivo di tutte le forze presenti. Nella presente situazione possiamo
suddividere tale lavoro in quello compiuto dalle forze prodotte dal motore, W , e in quello compiuto dalla
forza resistente, La . Conseguentemente, avremo
1
2

M vf = W + La

W =

1
2

M vf La .

Essendo La dato dalla seguente


s

La =

Fa ds =

tf

= aF0
si ricava
W =

1
2

M vf +

G. Giugliarelli

a
2

F0 +

F0 + kv (t) v(t)dt

0
tf
0

ka2 2
tf
2

tdt ka

tf

t dt =

tf = 3.86 10

a
2

F0 +

J + 1.02 10

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ka2 2
tf
2

tf ,

J = 4.88 10

J.

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Problema 8 Un veicolo, avente una massa M = 1000 kg (trattarlo come un corpo puntiforme), si trova
inizialmente in quiete su una strada rettilinea e orizzontale. Ad un certo istante, tramite la spinta determinata dal motore, il veicolo prende a muoversi di moto uniformemente accelerato e in un tempo t0 = 8.0 s
raggiunge una velocit v0 = 100 km/h. Supporre che durante il moto lunica forza resistente di cui risente
2
il veicolo sia quella dovuta alla resistenza dellaria che ha modulo pari a R = k vr
con k = 1.70 N s2 /m2
(vr la velocit del veicolo rispetto allaria). In assenza di vento, determinare:
a) il modulo a dellaccelerazione del veicolo;
b) il lavoro compiuto dalla spinta del motore durante la fase di accelerazione sino a v = v0 .
Inoltre, determinare la potenza che il motore dovrebbe sviluppare affinch il veicolo si muova di moto
uniforme a velocit v = v0 , a seconda che:
c) laria sia in quiete (assenza di vento);
d) sia presente un vento contrario avente velocit v1 = 20 km/h.
Soluzione Il veicolo parte da fermo e con moto uniformemente accelerato raggiunge la velocit v0 nel tempo
t0 . Quindi
v0
v(t) = at

a=
= 3.47 m/s.
t0
Si noti anche che nello stesso intervallo di tempo il veicolo percorre la distanza
1 2
1
x0 = at0 = v0 t0 .
2
2
2
Durante il moto, oltre alla spinta F impressa dal motore, interviene anche la forza resistente R = kvr
. Ma
in caso di assenza di vento, la velocit del veicolo rispetto allaria, vr , identica alla sua velocit rispetto
al suolo v, e quindi scrivendo lequazione del moto ricaviamo
v0
2
2
(m + 2kx),
ma = F kv

F = F (x) = ma + kv (x) = ma + 2kax = a(m + 2kx) =


t0
dove si espressa la velocit istantanea del veicolo in funzione della sua ascissa. Conseguentemente, il
lavoro fatto dalla spinta del motore sar pari a
L=

x0
0

F dx =

v0
t0

G. Giugliarelli

x0
0

(m + 2kx)dx =

v0
t0

(mx0 + kx0 ) =

1
2

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mv0 +

1
4

kv0 t0 = 4.60 10

22/04/2013

J.

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Problema 8 continuazione della soluzione
Quando il veicolo viaggia a velocit v0 costante la risultante delle forze che agiscono su di esso deve essere
nulla: si capisce che in tal caso la spinta F del motore e dovr eguagliare (in modulo) la resistenza dellaria.
In tale situazione la potenza sviluppata dal motore sar pari a
P = F v 0 = F v0 .
Come gi detto sopra, in assenza di vento vr identica a v0 e quindi si ha
2

F = kvr = kv0

P = F v0 = kv0 = 3.64 10

W = 36.4 kW.

Invece, in presenza di un vento contrario di velocit v1 , abbiamo vr = v0 + v1 e quindi si ha


2

F = kvr = k(v0 + v1 )

G. Giugliarelli

P = F v0 = k(v0 + v1 ) v0 = 5.24 10

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W = 52.4 kW.

22/04/2013

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Problema 9 Un veicolo di massa M = 2000 kg (assimilabile ad un corpo puntiforme) percorre una strada
spinto da un motore che sviluppa una potenza massima Pmax = 8.0 104 W. Durante il suo moto, oltre
vr
alla spinta del motore, il veicolo risente della resistenza dellaria che produce una forza R = k v r (v
la velocit del veicolo rispetto allaria), con k = 200 N s/m. Sapendo che lunica forza di attrito
presente quella dellaria, determinare la massima velocit, vmax che il veicolo pu raggiungere a seconda
che percorra un tratto di strada rettilineo:
a) perfettamente orizzontale in assenza di vento;
b) in salita (la strada inclinata di un angolo 1 = 10 ) e in presenza di un vento a favore avente
una velocit u1 = 10 km/h (rispetto alla strada);
c) in discesa (la strada inclinata di un angolo 2 = 6.0 ) e in presenza di un vento contrario
avente una velocit u2 = 50 km/h (rispetto alla strada);
Soluzione Prima di tutto notiamo che se F la forza che agisce su un corpo e v la sua velocit, allora la
potenza meccanica espressa dalla forza in questione
P =F v
v.

Nei vari casi considerati nel problema, la forza prodotta dal motore e la velocit con cui si sposta il veicolo
saranno sempre lungo la stessa direttrice e quindi la precedente diventa P = F v. Daltra parte, il veicolo
viagger alla massima velocit quando il motore esprimer la massima potenza. Perci, in tutti i casi
avremo
Pmax
Pmax = Fmax vmax

Fmax =
,
vmax
dove Fmax la forza espressa dal motore in corrispondenza della velocit massima del veicolo.
Nel caso a) non c vento e quindi la velocit del veicolo (rispetto al suolo) coincide con la velocit rispetto
allaria: vr = vmax . Pertanto, essendo la strada orizzontale, quando il veicolo ha raggiunto la velocit
massima sar
F max + R = 0

Fmax kvmax = 0

Fmax = kvmax
Quindi ricaviamo
Pmax
vmax

= kvmax

G. Giugliarelli

vmax =

Pmax
k

vmax =

Pmax

Fisica Generale I, AA 2012-2013

= 20 m/s = 72 km/h.
22/04/2013

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Esercitazione 9 Rotazione e rotolamento di corpi rigidi ed altro ...


Problema 9 continuazione della soluzione
Nel caso b) la strada in salita e quindi alla forza F max (parallela alla strada) si oppone, oltre alla
resistenza dellaria, anche la componente lungo la strada della forza di gravit. Daltra parte, essendoci un
vento a favore con velocit u1 , la velocit del veicolo rispetto allaria data da
vr = vmax u1
Pertanto, il bilancio delle delle forze parallele alla strada ci permette di scrivere la seguente
Fmax kvr M g sin 1 = Fmax k(vmax u1 ) M g sin 1 = 0,
dalla quale ricaviamo lequazione
2

kvmax + (M g sin 1 ku1 )vmax Pmax = 0.


La velocit cercata quindi
vmax =

(M g sin 1 ku1 ) +

(M g sin 1 ku1 )2 + 4kPmax


2k

= 14.1 m/s = 50.8 km/h,

dove si indicata la sola soluzione fisicamente accettabile.


Nel caso c), tenendo presente che ora la strada in discesa e che quindi la componete della forza di gravit
ad essa parallela concorde a F max e che la velocit del veicolo rispetto allaria ora pari a vr = vmax +u2
(il vento contrario), il bilancio delle forze ci permette di scrivere le seguenti
Fmax k(vmax + u2 ) + M g sin 2 = 0

kvmax + (ku2 M g sin 2 )vmax Pmax = 0.

Risolvendo si ottiene
vmax =

(ku2 M g sin 2 ) +

G. Giugliarelli

(ku2 M g sin 2 )2 + 4kPmax


2k

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= 18.3 m/s = 65.7 km/h.

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Esercitazione 9 Rotazione e rotolamento di corpi rigidi ed altro ...


Problema 10 Una sbarra sottile rigida (di massa M e lunghezza l) poggiata su un piano privo di attrito (ad esempio una pista di pattinaggio su
ghiaccio) ed in quiete. Un dischetto (ad esempio un disco da hockey)
viene lanciato con una velocit v0 verso la sbarra lungo una direttrice ad
essa perpendicolare ad una distanza r dalla direttrice condotta per il centro di massa della sbarra stessa (vedi figura a lato). Supponendo che lurto
tra i due sia o perfettamente elastico, o completamente anelastico,
determinare

v0
m
r
l
c.d.m.

a) il tipo di moto della sbarra dopo lurto;


b) le corrispondenti velocit del dischetto e della sbarra.
M
Soluzione Come vediamo sulla sbarra non sono presenti vincoli che potrebbero determinare delle forze
esterne allatto dellurto; conseguentemente, nellurto si deve conservare la quantit di moto. Per le stesse
ragioni varr anche la conservazione del momento angolare, ad esempio, rispetto ad un polo sulla direttrice
passante per il centro di massa della sbarra. Infine, lelasticit dellurto comporta anche la conservazione
dellenergia cinetica.
facile capire che se lurto (pressoch) istantaneo, il dischetto dopo limpatto con la sbarra dovr continuare a muoversi lungo la direttrice originaria (magari tornando indietro). La sbarra invece avr un moto
rototraslatorio: moto rettilineo ed uniforme del c.d.m. e rotazione uniforme della sbarra intorno allasse (perpendicolare al piano dappoggio) passante per il c.d.m.. Ovviamente, il c.d.m. si muover sulla
direttrice parallela a quella del dischetto.
In base a tali considerazioni, le conservazioni suddette si possono tradurre nelle seguenti relazioni
(1)

mv0 = mv1 + M vcm ;

(2)

mrv0 = mrv1 + I;

(3)

1
2

mv0 =

1
2

mv1 +

1
2

M vcm +

1
2

I ,

dove v1 , vcm e sono la velocit del dischetto e le velocit (lineare) del c.d.m. e angolare della sbarra,
la velocit angolare della sbarra, tutto dopo lurto, mentre I il momento dinerzia della sbarra rispetto
allasse per il c.d.m. Dalla (1) e (2) si ottengono le seguenti
M rvcm
mv0 M vcm
,
=
,
v1 =
m
I
G. Giugliarelli

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Esercitazione 9 Rotazione e rotolamento di corpi rigidi ed altro ...


Problema 10 continuazione della soluzione
che inserite nella (3) ci permettono di scrivere
2
2
(M + m)I + mM r vcm 2mIv0 vcm = 0,
dalla quale (escludendo la soluzione nulla), si ha
vcm =

2mI
(M + m)I + mM r 2

v0 .

Conseguentemente, per le altre due grandezze si ha


v1 =

(M m)I mM r 2
(M + m)I + mM r 2

v0 ;

2mM r
(M + m)I + mM r 2

v0 .

interessante notare che nel caso di r = 0 (il dischetto colpisce la sbarra allaltezza del suo c.d.m.) le
grandezze appena calcolate si riducono alle seguenti
2m
(M m)
v0 ;
vcm =
v0 ;
= 0,
v1 =
(M + m)
(M + m)
analoghe a quelle per unurto tra due corpi puntiformi di masse m e M . Anche lannullarsi di pi che
plausibile, data la simmetria della sbarra.
1 M l2 e quindi le precedenti diventano
Nel caso in questione il momento dinerzia della sbarra pari a I = 12
v1 =

(M m)l2 12mr 2
(M + m)l2 + 12mr 2

v0 ;

vcm =

2ml2
(M + m)l2 + 12mr 2

v0 ;

24mr
(M + m)l2 + 12mr 2

v0 .

Si noti che la velocit di rinculo del dischetto ha la possibilit di annullarsi quando


v1 = 0

(M m)l

= 12mr

r=

possibile a patto che


(M m)
12m

G. Giugliarelli

1
4

4(M m) 12m

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(M m)
12m

l,

M
4

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Esercitazione 9 Rotazione e rotolamento di corpi rigidi ed altro ...


Problema 10 continuazione della soluzione
Supponiamo ora che lurto sia completamente anelastico. Buona parte delle considerazioni che abbiamo
fatto in precedenza continuano a valere anche ora. Il moto della sbarra dopo lurto sar un moto roto
traslatorio, ma ora la rotazione si svilupper non pi intorno al centro della sbarra, ma intorno al c.d.m. del
nuovo sistema che viene a formarsi: quello costituito dalla sbarra e dal dischetto posizionato a distanza r dal
suo centro. In relazione a ci imporremo la conservazione del momento angolare rispetto ad un polo sulla
direttrice (parallela alla velocit del dischetto) passante per il nuovo c.d.m. Ovviamente la non elasticit
dellurto non permette pi la conservazione dellenergia cinetica.
Prima di scrivere le relazioni attestanti le conservazioni della quantit di moto e del momento angolare,
determiniamo la posizione del c.d.m. del sistema barradischetto e il corrispondente momento dinerzia.
Per il primo notiamo che esso si trova ad una distanza
mr
M 0 + mr
=
h=
M +m
M +m
dal centro della sbarra. Conseguentemente, il momento dinerzia del sistema rispetto allasse passante per
tale punto
1
2
2
2
Ml + Mh
I = m(r h) +
12
=

mM 2 r 2
(M + m)2

1
12

Ml +

M m2 r 2
(M + m)2

mM r 2
(M + m)

1
12

Ml

M [12mr 2 + (M + m)l2 ]
12(M + m)

Le conservazioni citate sono espresse dalle due seguenti relazioni


(3) mv0 = (M + m)vcm ;
(4) (r h)mv0 = I,
dalle quali si ricava
vcm =

m
M +m

Sostituendo i valori di h e I si ottiene


=

G. Giugliarelli

v0 ;

(r h)mv0

12mr
12mr 2 + (M + m)l2

v0

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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 1 Una corda ideale di lunghezza l = 40 cm ha unestremo fissato ad una
parete verticale, mentre laltro estremo attaccato ad un punto sulla superficie di
una sfera omogenea di massa M = 10 kg e raggio R = 10 cm. La sfera viene posta a
contatto con la parete con il centro sulla stessa verticale del punto a cui attaccata
alla corda.
a) Per quali valore del coefficiente di attrito tra sfera e parete s la sfera risulta
in equilibrio;
b) Supposto nullo il coefficiente di attrito quale sar la posizione di equilibrio
della sfera e la tensione T della corda.
Soluzione Se la sfera in equilibrio allora sia la somma delle forze che la somma dei momenti che agiscono
su di essa devono essere nulli.
a) Prima di tutto si noti che langolo tale che l sin = R. Quindi per le forze e per il momento calcolato
rispetto al punto in cui la corda agganciata alla sfera abbiamo
T cos + fs M g = 0
N T sin = 0

fs R NR = 0

Dalla seconda relazione segue immediatamente che


fs = N

N = fs fs,max = s N

s 1

In tali condizioni, dalle prime relazioni si ricava


T =

Mg
cos + sin

M gl

l2 R 2 + R

b) In tal caso il prolungamento della corda passa per il centro della sfera e (l + R) sin = R. Per le forze
abbiamo
T cos M g = 0
N T sin = 0
G. Giugliarelli

T =

Mg
cos

Mg
1 sin2

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M g(l + R)
l(l + 2R)

= 100 N.

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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 2 Ai due capi di una fune ideale (inestensibile e di massa trascurabile) che
poggia su una puleggia, anchessa ideale (massa nulla), sono appese due piattaforme
(vedi figura) di massa M1 = 47.0 kg e M2 = 50.0 kg, rispettivamente. Tra la piattaforma 2 e il pavimento connessa una molla ideale, disposta verticalmente (vedi
figura). Il sistema inizialmente in equilibrio statico ed in tale condizione la molla
risulta compressa di una lunghezza l = 10.0 cm. Successivamente, sulla piattaforma
1 viene posto un corpo di massa m = 5.0 kg, si determini:
a) la costante elastica della molla;
b) il massimo spostamento verso lalto della piattaforma 2 (rispetto alla sua
posizione iniziale) dopo laggiunta della massa sulla piattaforma 1.
Soluzione Lequilibrio statico iniziale (in assenza della massa m garantito dal fatto che la compressione
della molla genera una forza verso lalto) che bilancia perfettamente la differenza di peso tra le due piattaforme. Infatti, notando lidealit di fune e puleggia (la tensione della fune uguale in modulo da entrambi
i lati) dovr essere
(M2 M1 )g
= 294 N/m.
kl = (M2 M1 )g
=
k=
l
Quando viene aggiunto il corpo di massa m sulla piattaforma 1 la situazione si sbilancia e la piattaforma
1 prende a scendere (e la 2 a salire). Di fatto lo sbilanciamento produce unoscillazione armonica continua
(data lassenza di attrito) delle due piattaforme tra due posizioni estreme. In particolare la piattaforma 2
oscilla tra la posizione iniziale (corrispondente alla molla compressa di l) e una seconda posizione (pi in
alto) nella quale la molla sar allungata di un tratto l1 . Essendo conservative sia la forza di gravit che
quella elastica, confrontando le due posizioni estreme (in cui la la piattaforma momentaneamente ferma)
possiamo scrivere
1
1
2
2
Ug + Ue = 0
=
(M2 M1 m)gh + kl1 kl = 0
2
2
dove h = l1 + l la distanza tra le due posizioni estreme della piattaforma 2 pari anche allo spostamento
richiesto alla domanda b). Quindi, scrivendo l1 = h l e ricordando lespressione di k con qualche
passaggio si ricava lequazione
2ml
(Kh 2mgl) h = 0
=
h=
= 33.3 cm
M2 M1
dove si indicata solo la soluzione cercata (quella corrispondente alla posizione iniziale).
G. Giugliarelli

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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 3 Nel sistema in figura = 45 , k = 20 N/m (la molla ha
lunghezza a riposo trascurabile), m = 1 kg e M = 1.2 kg. In assenza
di attriti e trascurando le masse della molla e della fune inestensibile, si
determini:
a) lallungamento l della molla per il quale il sistema in condizioni
di equilibrio;
Allistante t = 0, quando la massa M si trova in x0 = 0 con v0 = 0, il
sistema viene lasciato libero di oscillare. Determinare:
b) lequazione del moto per M ;
c) la soluzione completa per x(t);
d) il periodo delloscillazione intorno alla posizione di equilibrio;
e) la tensione della fune.
Soluzione Allequilibrio la somma delle forze su m e M deve essere nulla e quindi
kx M g sin + T = 0
mg T = 0
dalle quali otteniamo
T = mg

x = xeq =

T M g sin
k

Invece durante le oscillazioni le equazioni del moto sono


d2 x
M
= kx M g sin + T ;
dt2

g
k

(m M sin ) = 7.43 cm

d2 x
dt2

= mg T

dalla quale ricaviamo la seguente equazione


(M + m)

d2 x
dt2

+ kx = (m M sin )g

d2 x
dt2

k
M +m

che costituisce lequazione del moto della massa M .


G. Giugliarelli
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(x xeq )
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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 3 continuazione della soluzione
La soluzione di tale equazione del tipo

con

x(t) xeq = A cos t

k
M +m

A = xeq

Quindi il periodo delloscillazione


Tosc =

= 2

M +m
k

= 9.3 s.

e la tensione della fune varia secondo la legge


T =m

G. Giugliarelli

d2 x
dt2

= mg m xeq cos t = mg

m M sin

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M +m

cos t

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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 4 La pallina di un pendolo semplice di periodo caratteristico
T1 = 2.0 s ha massa m = 15 g. Il pendolo viene spostato dalla verticale
di unangolo 1 = /4 e abbandonato dopo che sulla verticale per il punto
di sospensione, ad una distanza d = 60 cm, stato posto un piolo. Si
determini:
a) lampiezza 2 della seconda parte delloscillazione;
b) la massima tensione Tmax che il filo del pendolo pu sopportare
nellipotesi che un ulteriore allontanamento del piolo dal punto di
sospensione provochi la rottura del filo.
Soluzione Applicando la conservazione dellenergia meccanica, tra la posizione iniziale del pendolo e quella
in cui verticale, possiamo scrivere
1
2
Ug,i + Ki = Ug,f + Kf

mgl1 cos 1 = mgl1 + mv0


2
dalla quale ricaviamo che la velocit (al quadrato) della pallina nel punto pi basso
2

v0 + 2gl(1 cos )
Per la seconda parte delloscillazione si noti che, anche se cambia la lunghezza del pendolo, la velocit
appena calcolata costituisce la velocit iniziale della pallina in tale oscillazione. Questo anche in accordo
con il fatto che, in tale istante, il momento angolare del pendolo rispetto al piolo si conserva. In effetti,
le forze presenti, reazioni vincolari del piolo, tensione del filo e forza gravitazionale, hanno momento nullo
rispetto al piolo! Perci, riapplicando la conservazione dellenergia deve essere
1
2
mgl1 + mv0 = mgl1 + mgl2 (1 cos 2 )

l1 (1 cos 1 ) = l2 (1 cos 2 )
2
dalla quale ricaviamo
cos 2 =

l1 cos 1 (l1 l2 )

G. Giugliarelli

l2

l1 cos 1 d
l1 d

2T12 g 8 2 d

T12 g 8 2 d

= 0.261

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2 75 .

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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 4 continuazione della soluzione
La tensione del filo massima quando la pallina si trova nel punto pi basso. A seconda che tale punto sia
considerato come punto finale del primo quarto o punto iniziale del secondo quarto, possiamo scrivere

v2
T1,max mg = m 0
l1

T1,max = m

g+

v2
T2,max mg = m 0
l2

T2,max = m

g+

2
v0

l1
2
v0

l2

Perci la tensione massima del filo si ha allinizio della seconda parte delloscillazione e vale
Tmax = m

G. Giugliarelli

g+

2
v0

= mg

1+

2gT12 (1 cos 1 )
gT12 4 2 d

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= 0.36 N.

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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 5 Gli estremi di una barra sottile e omogenea, di lunghezza
l = 30 cm, poggiano su di un filo rigido circolare, di raggio R = 25 cm,
fisso in un piano verticale.
Si mostri che, per piccoli scostamenti dalla posizione di equilibrio la
barra oscilla armonicamente e si determini la lunghezza del pendolo
semplice equivalente che oscilla con lo stesso periodo

Soluzione Le forze a cui soggetta la barra sono il suo peso e le reazioni normali del filo (dirette radialmente).
Rispetto allasse passante per il centro O del filo le reazioni normali non hanno momento e quindi, dalla
seconda legge della dinamica di Newton in forma angolare possiamo scrivere
d
dlO
=

IO
= mgh sin
dt
dt
dove IO , pari a

1
2
2
2
2
2
ml + m(R l /4) = m(R l /6)
12
il momento dinerzia della barretta rispetto ad O e h la distanza del suo centro di massa da O. Quindi
per piccole oscillazioni abbiamo
2

IO = Icm + mh

IO

d2
dt2

= mgh

d2
dt2

mgh
IO

Quindi il periodo delloscillazione


T =

(t) = 0 cos(0 t + )

2
0

= 2

con

0 =

mgh
IO

IO
mgh

Un pendolo semplice che abbia lo stesso periodo, dovrebbe avere una lunghezza l tale che
l
g

G. Giugliarelli

IO
mgh

l=

IO
mh

R2 l2 /6
h

R2 l2 /6

R2 l2 /4

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= 24 cm
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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 6 Due corpi di masse m1 = 600 g e m2 = 400 g sono collegati
da una molla ideale e il corpo 2 appoggiato su un piano orizzontale; i due
corpi sono inizialmente in equilibrio statico. Si applica poi al corpo 1 una forza
F orientata verso il basso, in modo che sia raggiunta una nuova posizione di
equilibrio. Determinare:
a) cosa succede se, dun tratto, la forza F viene a mancare;
b) il minimo valore di F , Fmin , per il quale, mentre il corpo 1 sale, il
corpo 2 si stacca dal piano.
Soluzione Scegliamo un asse x verticale e diretto verso lalto e come origine consideriamo la posizione
corrispondente a quella dellestremo superiore (1) della molla quando `
a riposo (in assenza del corpo 1).
Con tale scelta, la posizione dellestremo 1 quando il corpo 1 in equilibrio corrisponder a
m1
g.
m1 g kx1 = 0

x1 =
k
Quando viene applicata una forza F diretta verso il basso, la nuova posizione di equilibrio sar
m1 g + F
F
F
m1 g F kx2 = 0

x2 =
= x1

x2 x1 = .
k
k
k
Quando lazione di F viene a cessare, ovviamente il corpo 1 prender ad oscillare verticalmente.
oscillazione sar simmetrica rispetto alla posizione di equilibrio iniziale x1 e avr unampiezza
F
A = |x2 x1 | =
k

Tale

Ora si noti che se A > |x1 |, nella posizione pi elevata, lestremo 1 della molla viene a trovarsi al di sopra
dellorigine O dellasse x e, corrispondentemente, la molla risulta allungata (invece che compressa). Quando
ci succede il corpo 2 viene sollecitato da una forza elastica verso lalto di ampiezza k(A |x1 |). Stando
cos le cose, possiamo comprendere che se k(A |x1 |) > m2 g allora il corpo 2 si sollever.
Riassumendo, la minima forza Fmin che determiner il distacco del corpo 2 dal piano si ottiene come segue
m2 g

F > Fmin = k|x1 | + m2 g = (m1 + m2 )g = 9.81 N.


k(A |x1 |) > m2 g

A > |x1 | +
k
G. Giugliarelli

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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 7 Una lastra, di massa M = 10 kg, che poggia su un piano orizzontale e pu scivolare liberamente
(con attrito trascurabile) su di esso, agganciata ad una molla, di costante elastica k = 395.0 N/m, con
laltro estremo fisso (vedi figura a sinistra). Ovviamente, se la lastra viene spostata dalla sua posizione di
equilibrio di un x0 = 10.0 cm e lasciata libera da ferma, essa prende ad oscillare di moto armonico. a
posizione di equilibrio. Determinare: a) Determinare il periodo T0 di tale oscillazione.
Successivamente sulla lastra viene poggiato un cilindro pieno, di massa m = 10.0 kg, il cui asse mantenuto
fisso da un braccio ancorato ad una parete (vedi la figura di destra). Anche in questo caso se, come in
precedenza, la lastra viene spostata inizialmente dalla posizione di equilibrio dello stesso x0 e lasciata
libera da ferma, essa prender ad oscillare di moto armonico. Nellipotesi che durante tale oscillazione il
cilindro rotoli sulla lastra senza scivolare, determinare: b) il nuovo periodo di oscillazione T1 della lastra;
c) il minimo valore del coefficiente di attrito statico tra lastra e cilindro, s,min , affinch il suddetto puro
rotolamento sia possibile.

Soluzione Nella situazione illustrata dalla figura di sinistra il sistema assolutamente analogo al sistema
massamolla visto tante volte e, data lassenza di attrito, le oscillazioni armoniche avranno la pulsazione e
il periodo seguenti
k
M
2
0 =

T0 =
= 2
= 1.00 s.
M
0
k
Nella situazione di destra, il movimento avanti e indietro della lastra determina anche la rotazione del
cilindro e conseguentemente loscillazione sar pi lenta. Per determinarne il periodo possiamo procedere,
data lassenza di dissipazioni, utilizzando la conservazione dellenergia meccanica. Confrontando listante
in cui la lastra viene lasciata libera da ferma (in cui lenergia meccanica coincide con quella potenziale della
molla) con un istante generico t, possiamo scrivere
1
1
1
1
2
2
2
k(xi x0 ) = k(x x0 ) + M v + I ,
2
2
2
2
dove xi e x0 sono le posizioni iniziale e di equilibrio della lastra, mentre x, v e omega sono la posizione
e la velocit della lastra e la velocit angolare del cilindro, tutte allistante t; I il momento dinerzia del
cilindro.
G. Giugliarelli

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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 7 continuazione della soluzione
Tenendo presente che, non essendoci slittamenti, dovr essere = v/R (dove R lipotetico raggio del
cilindro), sostituendo e derivando ambo i membri rispetto al tempo otteniamo
dx
dv
d2 x
k
I
k(x x0 )
v
=0

=
(x x0 )
+ M+
dt
R2
dt
dt2
M + I2
R

Lequazione alla quale siamo giunti ha la stessa forma di quella delle oscillazioni armoniche della lastra in
assenza del cilindro. Dallequazione ricaviamo che la pulsazione e il periodo di tale oscillazione sono
k

M+ m
2

= 1.22 s.
1
k
M+ m
2
2
1
dove abbiamo sostituito il valore del momento dinerzia del cilindro I = 2 mR .
Infine, notiamo che nellistante in cui la lastra viene lasciata andare, se la molla era allungata del x0
indicato nel testo, essa inizia a muoversi verso destra con unaccelerazione
d2 x
k
ai = amax =
x0 .
=
dt2 t=0
M + I2
1 =

M + I2

T1 =

= 2

che costituisce il valore massimo del modulo dellaccelerazione della lastra in tutta loscillazione (ad esempio
negli istanti in cui la lastra raggiunge la sua posizione estrema a sinistra, essa avr accelerazione amax ).
Nello stesso istante, il cilindro subisce unaccelerazione angolare max = amax /R ed anche questo valore
costituisce il massimo modulo della sua accelerazione angolare.
Ma la rotazione, e pi propriamente, laccelerazione rotazionale del cilindro determinata dalla forza di
attrito statico fs prodotta dal suo contatto con la lastra. Dalla seconda legge della dinamica in forma
angolare, possiamo infatti scrivere
I = Rf ,
s

Tale forza sar massima, in modulo, quando laccelerazione angolare e, corrispondentemente, laccelerazione
della lastra sono massime in modulo. Quindi
I
I
kx0
max
,
=
amax =
Imax = Rfs

fs = I
R
R2
R2 M + I
e conseguentemente
fs s N = s mg
G. Giugliarelli

R2

kx0

R2

M + I2
R

s mg

kx0

R2 mg M + I
2

Fisica Generale I, AA 2012-2013

kx0
2g M + m
2

30/04/2013

= 0.134.
10 / 12

Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 8 Una sbarra sottile, di lunghezza L = 100 cm e massa m = 5.0 kg
incernierata ad una parete obliqua (vedi figura) e pu ruotare liberamente
intorno a tale cerniera mantenendosi in un piano verticale. Ad un punto
della sbarra a distanza l = 70 cm dalla cerniera agganciata una corda
elastica ideale di costante elastica k = 800 N/m. Laltro estremo della corda
ancorato alla parete obliqua sempre ad una distanza l dalla cerniera.
Come mostra la figura la sbarra in equilibrio statico quando disposta
orizzontalmente. Sapendo che in tale situazione 0 = 60 , determinare:

l
0

a) la lunghezza a riposo della corda elastica;


b) la frequenza delle piccole oscillazioni della sbarra intorno alla sua
posizione di equilibrio.

l
L

Soluzione Se la situazione riportata in figura delinea la situazione di equilibrio della sbarra, essendo 0 = 60
allora anche la lunghezza della corda elastica sar pari ad l e langolo 0 tra corda e sbarra (vedi figura a
( 0 ) = /3. Essendo la sbarra in equilibrio, il momento
lato) pari a 0 = 1
2
risultante delle forze applicate calcolato rispetto alla cerniera deve essere nullo.
Perci possiamo scrivere (vedi la figura a fianco)
L
mgL
=
mg lFe sin 0 = 0

Fe =
,
2
3l
dove abbiamo indicato con F e la forza elastica determinata dalla corda che
d=l
potremo esprimere come Fe = kx0 con x0 = d d0 pari allallungamento
l
della corda. Quindi otteniamo
Fe
mgL
x0 =
= 5.0 cm

d0 = d x0 = l x0 = 65 cm,
0
0
3kl
l
L

g
mg

dove d0 la lunghezza a riposo della corda elastica.


Se langolo tra sbarra e parete cambia da 0 a = 0 + (con positivo o
negativo), langolo tra corda e sbarra e la lunghezza della corda diventano

=
= 0
;
d = 2l cos = 2l cos 0
,
2
2
2
e quindi il momento complessivo delle forze gravitazionale ed elastica sar dato da
L
mg cos() lk(d d0 ) sin(0 /2).
() =
2
G. Giugliarelli

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Esercitazione 10 Equilibrio e oscillazioni


Problema 8 continuazione della soluzione
Nel limite di piccole oscillazioni tale espressione dovr essere valutata per
osservando che in tali condizioni valgono le seguenti

cos() 1;

cos(0 /2) = cos 0 cos(/2) + sin 0 sin(/2)

sin(0 /2) = sin 0 cos(/2) cos 0 sin(/2)


lespressione di diventa

mg lk 2l
() L
2

1 +
2

l + x0

piccoli valori di , e quindi

3
1 +
2
2
2

3
1

2
2 2

3
1
,
2
4

dove x0 lallungamento della corda allequilibrio calcolato in precedenza.


Effettuando i prodotti e le semplificazioni ed eliminando i termini in 2 (infinitesimo di ordine superiore),
lespressione di si riduce alla seguente

3
1
L
1
()
mg
lkx0 lk(3l x0 ) = lk(3l x0 ),
2
2
4
4
=0

dove la somma dei primi due termini nulla essendo pari al momento allequilibrio. Tale espressione di
poteva essere ricavata anche tramite uno sviluppo in serie di Taylor al primordine in funzione di .
Utilizzando la seconda legge della dinamica in forma angolare, possiamo scrivere lequazione del moto della
mL2 , scriviamo
sbarra. Ricordando che il suo momento dinerzia (rispetto alla cerniera) pari a I = 1
3
d2
1
d2
3kl(3l x0 )
d
=

I
= lk(3l x0 )

=
.
I
dt
dt2
4
dt2
4mL2
Lultima equazione ha una forma analoga a quella delle oscillazioni armoniche e pertanto il termine a
secondo membro moltiplicato per pari al quadrato della pulsazione di tali oscillazioni. La frequenza
delle oscillazioni della sbarra quindi pari a

3kl(3l x0 )

G. Giugliarelli

4mL2

1
2

3kl(3l x0 )
4mL2

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= 2.1 Hz.

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 1 Nella figura (a) le corde 1 e 2 hanno, rispettivamente le masse
per unit di lunghezza 1 = 3.00 g/m e 2 = 5.00 g/m. Le corde sono
sottoposte ad una tensione generata dal blocco di massa M = 500 g.
Calcolare la velocit dellonda nelle due corde.
Il blocco viene poi diviso in due parti (tali che M1 + M2 = M ) e il
dispositivo risistemato come in figura (b).
Determinare M1 e M2 in modo che le velocit delle onde nelle due corde
siano uguali.
Soluzione Le due funi sono sottoposte a tensioni uguali pari a
T =

Mg
2

= 2.45 N.

Conseguentemente le velocit delle onde lungo le funi sono:


v1 =

T
1

Mg
21

= 28.6 m/s;

v2 =

T
2

Mg

22

= 22.1 m/s.

Se il blocco viene diviso in due parti le tensioni delle corde saranno diverse. Per avere la stessa velocit
dellonda nelle due corde si dovr avere
v=

M1 g
1

M2 g
2

M1 =

1
2

M2

Conseguentemente
M = M1 + M2 =

M2 =

2
1 +2

M = 5
M = 313 g;
8

G. Giugliarelli

M1 =

1
1 +2

1 + 1
2

M2

3 M = 187 g;
M = 8

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v=

g
1 +2

= 35.0 m/s.

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 2 Una fune uniforme di massa m e lunghezza L pende dal soffitto.
a) Mostrare che la velocit di unonda trasversale sulla fune una funzione di y (la distanza

dallestremo inferiore, data da v = gy;


b) Mostrare che il tempo impiegato da unonda trasversale per percorrere la lunghezza della fune
dato da t = 2 L/g.
Soluzione In un punto a distanza y dal suo estremo inferiore la tensione della fune deve essere pari al peso
del tratto di fune sottostante. Cio deve essere
T (y) =

m
L

gy

Perci, osservando che la massa per unit di lunghezza della fune pari a = m/L, la velocit dellonda
sar data dalla seguente
v(y) =

T (y)

gy

L
m

gy

Ora, immaginando che unonda parta dalla sommit della corda, si noti che il tempo in cui essa percorre
un tratto di corda di lunghezza dy ad una distanza y dallestremo inferiore, dato da
dt =

dy
v(y)

dove il segno meno dovuto al fatto che si supposto lasse y orientato verso lalto e perci la velocit
dellonda diretta verso il basso. Il tempo totale sar pari a
0

t=
L

G. Giugliarelli

dy
v(y)

=
0

dy
1
=

gy
g

L
0

dy
2 L
= [ y]0 = 2
y
g

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L
g

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 3 Una sirena di frequenza 2000 Hz e un ufficiale della protezione civile sono entrambi fermi
rispetto alla Terra.
Sapendo che la velocit del suono nellaria (a 20 C) pari a 343 m/s, determinare qual la frequenza che
lufficiale percepisce se il vento sta soffiando con velocit di 12 m/s
a) dalla sorgente verso losservatore;
b) dallosservatore alla sorgente.
Soluzione Quando diciamo che il suono si muove nellaria alla velocit v = 343 m/s, vogliamo dire che il
suono si propaga nellaria a tale velocit. Ci significa che se laria in movimento con velocit vm , nella
direzione del suono, allora un osservatore fermo, rispetto al suolo, misurer una velocit del suono pari a
v + vm .
Il moto dellaria, per un osservatore fermo, determina una diversa velocit del suono percepito. Nel caso
presente, a seconda che il vento soffi (a) dalla sorgente verso losservatore o (b) viceversa, la velocit del
suono percepito dallosservatore
va = v + vm ;

vb = v vm ,

rispettivamente. Ma essendo nulle le velocit di sorgente ed osservatore, non si ha nessun cambiamento


della frequenza percepita dallosservatore. Infatti

a =

va + 0
va + 0

b =

vb + 0
vb + 0

Non si ha nessun effetto Doppler!

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 4 Due treni si corrono incontro, ciascuno con velocit di 30.5 m/s rispetto al terreno. Un treno
emette un fischio di frequenza 500 Hz.
a) Se laria ferma, che frequenza si rileva sullaltro treno?
b) Qual invece la frequenza se soffia un vento alla velocit di 30.5 m/s in direzione opposta al treno;
c) E invertendo la direzione del vento?
Soluzione Nel primo caso a) possiamo applicare direttamente la formula generale delleffetto Doppler. Cio

v + vR
v vS

= 598 Hz.

dove vS e vR sono le velocit del treno che emette il fischio e dellaltro treno, rispettivamente.
Nel caso b) possiamo fare lo stesso ragionamento fatto nellesercizio precedente. Dato che il vento soffia in
direzione opposta alla direzione di moto del treno che emette il fischio, la velocit del suono percepita a
terra (dalla parte dalla quale proviene laltro treno) sar pari a v vm (dove vm = 30.5 m/s la velocit
del vento). Quindi, la formula delleffetto Doppler ci da la seguente

v vm + vR
v vm vS

= 608 Hz.

Infine, per il caso c), seguendo lo stesso ragionamento abbiamo

v + vm + vR
v + vm vS

= 589 Hz.

Queste due ultime formule costituiscono, in pratica, lespressione delleffetto Doppler in un caso assolutamente generale in cui si tiene conto anche della velocit del mezzo!
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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 5 Una barretta sottile e omogenea ha un estremo incernierato
alla parete interna di un recipiente, contenente acqua, e pu ruotare liberamente in un semipiano verticale intorno alla cerniera, che si trova fuori
dallacqua.
Sapendo che allequilibrio risulta immersa nellacqua una frazione = 60%
della barretta, si determini la massa volumica del materiale di cui essa
costituita.
g
Soluzione Le forze alle quali soggetta la barretta sono la forza gravitazionale mg
g, diretta verso il basso,
la spinta di Archimede (diretta verso lalto) e pari SA = V 0 g (V il volume della barretta e 0 la massa
volumica dellacqua) e la reazione della cerniera R.In ogni caso, trattandosi di un sistema rotante con un
punto fisso, la barretta sar in equilibrio quando la somma dei momenti, per esempio rispetto alla cerniera,
delle forze applicate nulla. Quindi si dovr avere

mg

l
2

cos V 0 g

l cos = 0

Ma scrivendo la massa della barretta in termini del suo volume e della sua massa volumica ricaviamo

V g

l
2

cos = V 0 g

G. Giugliarelli

l cos

= 0 (2 ) = 0.84 g/cm .

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 6 Un sottile disco, di raggio R = 4.0 cm e massa M = 400 g,
presenta un foro nel quale inserito, perpendicolarmente al disco, un tubo
a pareti sottili di raggio r = 1.0 cm. Il disco inizialmente poggia sul fondo
di un recipiente cilindrico con asse verticale, dentro il quale pu scorrere,
a tenuta e senza attrito.
Si determini laltezza h a cui si porta il disco quando viene versata nel
cilindro, attraverso il tubo, una massa m = 500 g di acqua.

Soluzione Una volta versata nel recipiente, lacqua si trova parzialmente sotto il disco, per unaltezza h, e
parzialmente nel tubo cilindrico, per un ulteriore altezza d (come indicato nella figura). Se 0 la massa
volumica dellacqua possiamo scrivere
2
2
m = (R h + r d)0
Le pressioni nei punti A e B indicati in figura corrispondono a
pA = p0 +

Mg
(R2 r 2 )

Perci
pA = pB

Mg

(R2 r 2 )

pB = p0 + 0 gd.

= 0 gd

d=

M
0 (R2 r 2 )

Infine, inserendo questa nella prima relazione ricaviamo

h=

G. Giugliarelli

1
0 R2

M r2
R2 r 2

= 9.0 cm.

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 7 Un recipiente cilindrico, con asse verticale, pieno
dacqua e senza coperchio, poggia su una superficie orizzontale
liscia. Nel recipiente alle quote h1 = 25 cm e h2 = 50 cm sopra
il fondo, da parti opposte rispetto allasse, vi sono due piccoli
fori, di area S = 1 cm2 ciascuno chiusi con tappi.
Si determini quale forza F orizzontale si dovrebbe applicare al
recipiente perch esso resti in quiete qualora i tappi venissero
tolti contemporaneamente.
Soluzione Applicando lequazione di Bernoulli tra la superficie libera del recipiente ed il foro di uscita ad
una quota generica h, scriviamo
1 2
1 2
p0 + gd + v0 = p0 + gh + vh
2
2
Ma essendo la sezione del recipiente cilindrico molto pi grande di S, la velocit v0 con la quale il livello
dellacqua si abbassa potr essere trascurato. Quindi
2
2
2
v2 = 2g(d h2 ).
vh = 2g(d h)

v1 = 2g(d h1 );
Ora, sempre considerando un foro di sezione S ad una quota generica h, si prenda in esame il cilindretto
di acqua appunto di sezione S e lunghezza dx = vh dt che esce dal foro nel tempo dt. Tale cilindretto ha
massa e quantit di moto pari a
2

dm = Svh dt
Perci, dividendo per dt otteniamo la seguente

fh =

dp = dmvh = Svh dt
dp
dt

= Svh ,

che corrisponde al modulo della forza che la fuoriuscita di acqua determina sul recipiente avente verso
opposto alla velocit dellacqua in uscita.
Conseguentemente, la forza che si deve utilizzare per mantenere il recipiente in quiete si ottiene dalle
2
2
seguenti
F = f
f

F = S(v
v ) = 2gS(h h ) = 0.5 N.
h1

h2

h1

h2

Ovviamente tale forza diretta verso destra.


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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 8 Un cubo pieno, di lato l = 10 cm, costituito da una sostanza solida avente una massa
volumica inferiore del 5% a quella dellacqua 0 (cio = 0.950 ). Considerando il corpo nello stato di
galleggiamento, determinare:
a) di quanto emerge dallacqua.
Supponendo poi che il corpo venga estratto completamente dal liquido facendo in modo che solo la base
inferiore sia in contatto con la superficie dellacqua, si determini (trascurando qualsiasi effetto della
tensione superficiale o della resistenza del mezzo):
b) quale profondit massima raggiunge il corpo se viene liberato da fermo da tale posizione.
[Si supponga in tutto lesercizio che le basi del cubo siano sempre orizzontali]
Soluzione Quando il cubo galleggia la spinta di Archimede che risente la parte immersa bilancia perfettamente il suo peso. Quindi dovr essere
0 Vi g = mg

0 Vi g = V g,
dove V e Vi sono il volume totale e il volume della parte immersa del corpo. Se indichiamo con h lo spessore
V

della parte immersa del corpo potremo scrivere Vi = h


e quindi dalla precedente otteniamo
l
h
Vi

=
=

h=
l = 0.95 l = 9.5 cm,
l
V
0
0
dalla quale otteniamo che al galleggiamento il corpo emerge dallacqua di 0.50 cm.
Ora, se pensiamo di lasciar libero il corpo a partire dalla posizione in cui la sua base inferiore tocca la
superficie dellacqua, capiamo che il corpo inizier a scendere immergendosi nellacqua e, tenendo presente
la situazione al galleggiamento, si capisce che il corpo riuscir ad immergersi completamente.
Durante la discesa la forza netta agente sul corpo varia: i) fino a che la parte immersa inferiore ad h,
diretta verso il basso (la spinta di Archimede inferiore al peso del corpo) e il moto accelerato; ii)
quando la parte immersa supera h o il corpo totalmente immerso, sar diretta verso lalto (ora la spinta
di Archimede supera il suo peso) e il moto decelerato. Se prendiamo un asse y diretto verso il basso, e
indichiamo con y la posizione della base
inferiore del corpo (y = 0 allistante iniziale), la forza netta su di
esso avr lespressione
0 V g

(h y)
0yl
l
F (y) =

V g( )
y>l
0

dalla quale vediamo che per y = h la forza si inverte.


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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 8 continuazione della soluzione
Impostando lequazione del moto scriviamo
dv
1
d(v 2 )
m
= F (y)

V
= F (y)
dt
2
dy

d(v ) =

2
V

F (y)dy,

dove siamo passati (come visto tante volte) dalla variabile tempo alla y.
Considerando lultima relazione differenziale e integrando tra y = 0 e y = h (che corrisponde al momento
in cui il corpo raggiunge la posizione di galleggiamento) otteniamo
h
h
2
2g
2g
h2
2
2
2
2
v (h) v (0) = v (h) =
F (y)dy =
(h y)dy =
h
= gh.
V 0
h 0
h
2
pari al quadrato della velocit che il corpo avr quando immerso di una quota pari ad h (numericamente
si ottiene v(h) = 0.96 m/s).
Negli istanti successivi la velocit del corpo (mentre si inabissa sempre di pi) decresce (il moto diventa
decelerato) e ad una certa profondit Y si annuller. Ovviamente, da quanto detto sopra, dovr essere
Y
2
2
2
2
v (Y ) v (h) =
F (y)dy = v (h).
V h
Quindi essendo
2
V

F (y)dy =
h

2g

2g
h

dy

2g(0 )

hl

dy
l

2g(0 )

(Y l) = g

l2
h

(0 )Y

si ottiene
l2
h

(0 )Y = h

Y =

2(0 )

2h

l2
h

2h2 l2
2(l h)

= 80.5 cm.

Tenendo presente che Y corrisponde alla profondit della base inferiore del cubo, possiamo anche dire che
la base superiore raggiunger una profondit massima pari a 70.5 cm.

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 9 Un recipiente costituito da un cilindro verticale, di diametro
D = 9.0 cm, sul quale innestato un tubo orizzontale, di diametro d = 3.0 cm,
con asse ad una distanza l = 5.0 cm dal fondo del cilindro. Allaltro estremo
del tubo orizzontale viene posto un tappo e il recipiente viene riempito di acqua
fino allaltezza h = 50 cm (vedi figura).
Supponendo che il piano sul quale poggia il recipiente sia perfettamente liscio,
determinare la forza F necessaria per mantenere fermo il recipiente quando viene
tolto il tappo.
Soluzione Nel momento in cui il tappo viene tolto lacqua prende ad uscire dal tubo orizzontale e, se
indichiamo con v0 e v le velocit dellacqua alle quote h ed l, con Bernoulli, potremo scrivere
1 2
v2
v2
1 2

h+ 0 =l+
gh + v0 = gl + v
2
2
2g
2g
dove si utilizzato il fatto che la pressione la stessa alle imboccature di cilindro e tubo e la massa
volumica dellacqua. Essendo poi lacqua un liquido incomprimibile, dallequazione di continuit segue che
D 2
d2
d2
v0 =
v

v0 =
v
4
4
D2
e quindi, sostituendo nella precedente, ricaviamo
2g(h l)
2
v =
1 d4 /D 4
Ora, nel tempo dt la massa dacqua che esce dal tubo orizzontale e la corrispondente quantit di moto sono
d2
d2 2
dm = dV =
vdt

dp = dmv =
v dt
4
4
Corrispondentemente, il recipiente subisce una variazione di quantit di moto pari a dp e risente quindi di
una forza
dp
d2 2
=
v
f =
dt
4
Se vogliamo mantenere fermo il recipiente dobbiamo applicare una forza esterna F = f pari a
d2 2
d2
2g(h l)
F =
v =
= 6.3 N
4
4
1 d4 /D 4
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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 10 Una vasca, avente una profondit H = 1.50 m ed una larghezza L = 80 cm. Uno dei lati della vasca costituito da una paratia
rigida di altezza H e larghezza L. La paratia incernierata al fondo della
vasca per tutta la sua larghezza (vedi figura) e intorno a tale lato pu ruotare liberamente. Quando la vasca viene riempita completamente dacqua,
un sostegno orizzontale, posto ad una quota H/2, esercita sulla paratia una
forza opportuna, F , in modo che essa rimanga verticale e (in tal modo) non
esca acqua.
Determinare il modulo di F .
Soluzione Nellacqua la pressione varia secondo la legge seguente di Stevino

p(y) = p0 + gy

p(h) = p0 + gH gh,

dove p0 la pressione atmosferica, la massa volumica dellacqua e h la distanza dal fondo della vasca.
A causa di tale pressione, su una striscia orizzontale della paratia di altezza dh e a distanza h dal fondo,
agisce una forza verso destra (vedi figura) pari a
dFp = p(h)Ldh,
che, rispetto alla cerniera della paratia, ha un momento
dp = hdFp = hp(h)Ldh.
Il momento complessivo di tali forze di pressione quindi
H

p =

hdh Lg

h(p(h)Ldh = L(p0 + gH)


0

h dh =
0

1
2

LH

p0 +

1
3

gH

Ora, se vogliamo che la paratia si mantenga in equilibrio in posizione verticale, il momento della forza F
dovr bilanciare il momento appena calcolato. Perci
F

H
2

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= p

F =

2
H

p = LH

p0 +

1
3

gH

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= 1.27 10

N.

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 11 Un recipiente cilindrico di raggio R = 15 cm aperto superiormente contiene un volume di
acqua pari a V = 10 l. Lacqua in quiete rispetto al recipiente, ma esso in rotazione uniforme con
velocit angolare intorno al suo asse verticale, con il risultato che lacqua si solleva ai bordi!
Supponendo il recipiente di altezza sufficiente a non far uscire lacqua, determinare:
a) la forma della superficie del pelo libero dellacqua;
b) il valore di in corrispondenza del quale il pelo libero dellacqua sullasse del cilindro tocca il
fondo del recipiente
Soluzione Con il recipiente in moto rotatorio intorno al suo asse verticale, ogni elementino di fluido a distanza r dallasse si muove seguendo una
traiettoria circolare con una velocit v = r. Supponiamo di essere nel
sistema di riferimento (non inerziale) solidale con il recipiente: in tale sistema il fluido in quiete e quindi, preso un qualsiasi elementino di massa
dm, la risultante delle forze che agiscono su di esso, dovr essere nulla. In
particolare (vedi figura a lato) per un elemento alla superficie del fluido
g e della forza cen(pelo libero), la somma della forza gravitazionale dmg
r il raggio vettore che va dallasse di rotazione al punto
trifuga dm 2r (r
considerato) deve essere diretta perpendicolarmente alla superficie stessa
del fluido, in modo da poter essere bilanciata dalle forze di pressione che
ovviamente sono perpendicolari alla superficie!
Osservando la figura, la condizione espressa si traduce nella seguente
2 r
dm 2 r
=
= tan
dmg
g
Ma, come indicato in figura, il profilo della superficie potr essere espresso da una funzione y = y(r) e a
distanza r dallasse, la pendenza della tangente al profilo sar pari a tan = dy
. Conseguentemente, la
dr
precedente relazione si traduce nellequazione differenziale
2
2
dy

=
r

dy =
rdr,
dr
g
g
dalla quale, integrando, si ottiene il seguente profilo parabolico
2 2
y(r) = y0 +
r .
2g
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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 11 continuazione della soluzione
La quota y0 dovr corrispondere alla quota del punto pi basso del profilo che, ovviamente, sar lungo
lasse di rotazione. Essendo y = y(r) una parabola con asse coincidente con quello intorno al quale ruota il
recipiente, si capisce che la forma della superficie dellacqua sar quella di un paraboloide di rotazione ad
asse verticale.
La quota y0 dovr essere tale da rendere il volume sotteso dal paraboloide identico a quello dellacqua
contenuta nel recipiente. Il volume sotto il paraboloide pu essere calcolato come segue
R

2rdr y(r) = 2

V =
0

y0 +
0

2 2
r
2g

rdr +

rdr = 2 y0

Quindi, ricavando y0 si ottiene


y0 =

V
R2

2 R2
4g

2g

r dr

= y0 R +

4g

dove ora V il volume dellacqua contenuta nel recipiente.


Perci il pelo libero dellacqua toccher il fondo del recipiente quando sar y0 = 0. E cio quando

y0 = 0

G. Giugliarelli

V
R2

2 R2
4g

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4gV
R4

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 12 Un recipiente contiene mercurio liquido (massa volumica m = 1.36 104 kg/m3 ) e su di
esso galleggia un pezzo di ferro (massa volumica f = 7.86 103 kg/m3 ), con un volume emerso pari a
Ve = 6.3 cm3 . Si determini:
a) la massa m del pezzo di ferro.
Successivamente, il pezzo di ferro viene leggermente sospinto verso il basso e, una volta lasciato andare,
prende ad oscillare verticalmente intorno alla linea di galleggiamento. Trascurando ogni attrito con il
mezzo, determinare:
b) la frequenza delle oscillazioni del pezzo di ferro.
Soluzione Dato lequilibrio, la spinta di Archimede del mercurio deve bilanciare il peso del pezzo di ferro.
Quindi, se V il volume totale del pezzo di ferro possiamo scrivere
f m
m
f V g = m (V Ve )g

V =
Ve

m = V f =
Ve = 117 g.
m f
m f
Se ora immaginiamo che il corpo possa cambiare di quota perch oscilla intorno alla linea di galleggiamento,
se indichiamo con Ve il volume emerso in un momento qualsiasi, la forza netta sul corpo sar pari a
F = mg m (V Ve )g = [(m f )V + m Ve ]g = [m Ve + m Ve ] = m g(Ve Ve ),
che assume un andamento tipo forza elastica al variare del volume emerso.
Corrispondentemente, se supponiamo che il corpo abbia la forma di un parallelepipedo disposto verticalmente con la dimensione verticale pari ad a, allora indicando con y lo spessore della parte emersa potremmo
V

scrivere che allequilibrio y = y0 = VVe a, mentre in una situazione generica sar y = Ve a. In ??questo
modo la forza netta sul corpo pu essere scritta nella forma
m V g
F = m g(Ve Ve ) =
(y y0 ).
a
Allora, scrivendo lequazione del moto del pezzo di ferro, otteniamo
m

G. Giugliarelli

d2 y
dt2

=F

d2 y
dt2

m g
f a

(y y0 ).

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 12 continuazione della soluzione
Osservando che questa equazione ha la forma di quella delle oscillazioni armoniche con 2 = m g/f a,
possiamo dire che la frequenza delle oscillazioni sar pari a

1
m g
=
=
.
2
2
f a
Ad esempio, nel caso di un pezzo di ferro di forma cubica allora avremmo avuto
a=V

1/3

m f
e la frequenza sarebbe stata pari a = 4.20 Hz.

G. Giugliarelli

1/3

Ve

= 2.46 cm

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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 13 Una sfera piena di raggio R = 10.0 cm costituita da un
materiale di massa volumica , viene immersa in un recipiente pieno di
acqua (vedi figura). Sapendo che allequilibrio la linea di galleggiamento
della sfera si trova ad una quota h0 = 4.0 cm al disotto del suo vertice
superiore (vedi figura), determinare:
a) la massa volumica della sfera.
Si supponga poi che la sfera, a partire dal suo stato di equilibrio, venga
leggermente spinta verso il basso e lasciata libera in modo che essa prenda
ad oscillare verticalmente. Trascurando la resistenza del mezzo e gli effetti di tensione superficiale, si
determini:
b) il periodo T delle piccole oscillazioni della sfera intorno alla sua linea di galleggiamento.
[Il volume di una calotta sferica di altezza h e raggio R pari a V (h) =
(3R h)h2 . ]
3
Soluzione Lequilibrio della sfera determinato dal bilanciamento tra la spinta di Archimede S h0 diretta
g
verso lalto e la forza gravitazionale Mg
g. Quindi dovr essere
S h + Mg
g =0
0

Sh0 = M g

0 Vi g = V g

4 R3 sono i volumi immerso e totale della sfera. Se la


dove 0 la massa volumica dellacqua e Vi e V = 3
linea di galleggiamento ad una quota h0 al disotto del vertice della sfera Vi = V V (h0 ) (dove V (h)
data nel testo) e quindi
3
(4R3 3Rh2
3
0 + h0 )
0 =
0 = 0.896 0 = 0.896 kg/dm .
V
4R3
Quando la sfera non pi in equilibrio statico, e quindi il suo vertice si trova al disopra della superficie
dellacqua di una quota pari ad h = h0 , la risultante delle forze non pi nulla. Infatti in tal caso la
risultante diretta verticalmente e considerando un asse y diretto verso lalto la sua ampiezza

0 [V V (h0 )] = V

V V (h0 )

F (h) = Sh M g = {0 [V V (h)] V }g
2

= 0 g[V (h0 ) V (h)] = 0 g R(h0 h )


dove abbiamo sostituito lespressione di ottenuta prima.
G. Giugliarelli

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1
3

(h0 h )
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Esercitazione 11 Onde e Fluidi


Problema 13 continuazione della soluzione
Facendo uso dello sviluppo in serie di Taylor (fino al primordine), nel limite di h non molto diverso da h0
lespressione di F (h) diventa

F (h) F (h0 ) +

dF
dh h0

(h h0 ) + = 0 gh0 (2R h0 )(h h0 ) +

In tali condizioni la forza di tipo elastico, con una costante elastica pari a k = 0 gh0 (2R h0 ), e quindi
2
impostando lequazione del moto M d 2h = F (h) arriviamo a scrivere
dt
d2 h
dt2

k
M

(h h0 ) =

0 gh0 (2R h0 )
4 R3
3

(h h0 ) =

30 gh0 (2R h0 )
4R3

(h h0 )

Conseguentemente le oscillazioni sono armoniche e si ottiene

k
M

G. Giugliarelli

30 gh0 (2R h0 )
4R3

T =

= 2

4R3
30 gh0 (2R h0 )

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= 0.87 s.

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 1 Un pezzo di ghiaccio, di massa mg = 3.0 kg e alla temperatura Tg = 253 K ( 20 C),
viene immerso in una massa di acqua pari a ma = 1.0 kg alla temperatura Ta = 373 K ( 100 C). Il
sistema contenuto in un recipiente a pareti adiabatiche.
Determinare la temperatura finale Tf del sistema.
[cg = 0.5 cal/K; ca = 1.0 cal/K; f = 80 cal/g.]
Soluzione Possiamo immaginare tre diversi stati finali del sistema:
a) lacqua ghiaccia Tf < 0 C;
b) il ghiaccio fonde Tf > 0 C;
c) acqua e ghiaccio coesistono Tf = 0 C.
Vediamo in successione i tre casi. Nel caso a) per ghiacciarsi, lacqua deve, perlomeno, prima portarsi
a Tf = 0 C e poi solidificare. Quindi la minima quantit di calore che lacqua deve scambiare in tale
processo
(min)
4
Qa
= ma ca (Tf Ta ) ma f = 18 10 cal
dove il segno negativo dimostra che lacqua in tale processo perde calore. Nel frattempo il ghiaccio deve
assorbire calore senza fondersi. La quantit massima di calore che pu assorbire pari a
(max)

Qg
(min)
|Qa
|

= mg cg (Tf Tg ) = 3.0 10

cal

(max)
|Qg
|,

Essendo
>
concludiamo immediatamente che il processo non possibile.
b) Ora il ghiaccio si deve portare, perlomeno a Tf = 0 C e quindi deve fondere. Per cui, la minima
quantit di calore che deve assorbire
(min)

Qg

= mg cg (Tf Tg ) + mg f = 27.0 10

cal

Nel frattempo, lacqua si deve portare a Tf , scambiando una quantit massima di calore
(max)

Qa
Ancora una volta, essendo
G. Giugliarelli

(min)
|Qg
|

>

= ma ca (Tf Ta ) = 10.0 10
(max)
|Qa
|

cal

concludiamo che il processo non pu avvenire.

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 1 continuazione della soluzione
c) Ora ghiaccio e acqua coesistono a Tf = 0 C. In questo caso per, si dovr stabilire se una parte di
ghiaccio si scioglie o, una parte di acqua si solidifica.
1) Denotiamo con mx la massa di acqua che si solidifica. Dovr essere

mg cg (Tf Tg ) + ma ca (Tf Ta ) mx f = 0

mx =

mg cg (Tf Tg ) + ma ca (Tf Ta )
f

= 875 g

che non un risultato fisicamente sensato.


2) Indichiamo ora con Mx la massa di ghiaccio che si scioglie. Avremo

mg cg (Tf Tg ) + Mx f + ma ca (Tf Ta ) = 0

Mx =

mg cg (Tf Tg ) + ma ca (Tf Ta )
f

= 875 g

che, finalmente, ci porta al risultato corretto!

G. Giugliarelli

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 2 Un sottile guscio sferico di gomma, un palloncino, di massa M = 50 g, viene riempito di azoto
e immerso in un lago.
Trascurando le forze di tensione della gomma, si determini la massa di azoto (massa molare pari a mN2 =
28 g) che deve essere racchiusa nella cavit affinch il guscio sferico si trovi in equilibrio statico ad una
profondit h = 100 m, dove la temperatura dellacqua T = 4.0 C.
Soluzione Lequilibrio statico implica che il peso del corpo sia bilanciato dalla spinta di Archimede. Cio
dovr essere
(M + m)g = V g,
dove m la massa dellazoto e V il suo volume (verr trascurato il volume del guscio).
Daltra parte, il volume dellazoto dipender dalla sua massa secondo la seguente

V =

nRT
p

mRT
mN2 p

dove ora p corrisponder alla pressione dellacqua alla profondit h (dato che si trascurano le forze di
tensione della gomma, la pressione del gas deve bilanciare perfettamente quella dellacqua). Tale pressione
sar pari a
p = p0 + gh
Perci ricaviamo
m=

G. Giugliarelli

M
RT
mN p
2

=
1

M
RT
mN [p0+gh]
2

= 0.67 g.
1

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 3 Una massa M = 100 g di ghiaccio, alla temperatura T = 0.0 C, posta in un recipiente
adiabatico e compressa alla pressione p = 1200 atm.
Nellipotesi che la temperatura di fusione, Tf , del ghiaccio vari linearmente con la pressione (in modo che
ad un aumento di pressione p = 138 atm corrisponda una variazione di Tf pari a 1.0 C), si determini
la massa di ghiaccio che fonde.
[Nel processo si supponga che il calore specifico del ghiaccio sia indipendente dalla pressione e che
la variazione di volume del sistema sia trascurabile (V = 0)]
[cg = 2.09 103 J/kg K, f = 3.34 105 J/kg]
Soluzione Essendo il recipiente adiabatico, nella trasformazione non ci sono scambi di calore con lesterno:
Q = 0. Daltra parte, dato che la variazione di volume trascurabile anche il lavoro nullo: L = 0. In
tali condizioni potremmo dire che nella trasformazione, per la prima legge della termodinamica, lenergia
interna rimane inalterata. In effetti, possiamo pensare che tra le due fasi (giaccio solido e ghiaccio fuso
acqua) ci siano mutui scambi di calore tali che la loro somma sia nulla.
In particolare, indicando con Qg il calore perso dalla massa di ghiaccio e con Qa quello ricevuto dalla
massa di acqua (da determinare), dovr essere
Qg + Qa = 0.
Si noti che Qg determinato dal fatto che laumento di pressione determina una variazione della temperatura di fusione del ghiaccio pari a

T =

Tf
p

(p p0 ) = 8.7 K,

e quindi, il ghiaccio cede una quantit di calore che diventa disponibile per fonderne una parte. Perci, si
avr
M cg T
Qa = mf = Qg = M cg T
=
m=
= 5.4 g.
f
G. Giugliarelli

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


7 = 1.4) dallo stato iniziale con
R, cp = 7
R, = 5
Problema 4 Un gas perfetto biatomico (cV = 5
2
2
pi = 2.0 atm e Vi = 0.5 l, raggiunge lo stato finale in cui Vf = 2.0 l attraverso tre diversi percorsi
reversibili: a) espansione adiabatica; b) espansione isoterma seguita da unisocora; c) unisocora seguita da
una espansione isobara.
Determinare il lavoro fatto ed il calore scambiato per ciascun tipo di percorso (anche in segno).

Soluzione a) In una trasformazione adiabatica non viene scambiato calore, quindi Qa = 0.


trasformazione si ha pV = cost. e quindi potremo scrivere
pV

= pi Vi

p = pi Vi V

e anche

Vi

pf = pi

Lungo la

= 0.287 atm

Vf

Perci il lavoro prodotto


La =

Vf
Vi

pdV = pi Vi

Vf

dV =

Vi

pi Vi

Vf

Vi

1
1

pf Vf pi Vi = 108 J

b) Dato che nellisocora non viene compiuto lavoro, abbiamo:


Lb =

Vf
Vi (T =Ti )

pdV = nRTi ln

Vf
Vi

= pi Vi ln

Vf
Vi

= 140 J

Tenendo conto che lungo lisoterma il calore scambiato pari al lavoro fatto, abbiamo
Qb = Lb + ncV (Tf Ti )
dove Tf data da
Tf =

pf V f
nR

1
nR

pi Vf

Vi

Vf

Perci
Qb = Lb + ncV (Tf Ti ) = Lb +
G. Giugliarelli

5
2

nR

pf Vf
nR

pi Vi
nR

= Lb +

5
2

pf Vf pi Vi = 140 J 107.6 J = 32.4 J.

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 4 continuazione della soluzione
c) Il lavoro viene ora effettuato solo lungo lisobara e quindi
Lc = pf (Vf Vi ) = 43.4 J
Infine, il calore scambiato
Qc = ncV (T Ti ) + ncp (Tf T )
dove T

la temperatura del punto finale dellisocora data da

pf Vi = nRT

pf V i

T =

nR

pi Vi Vi

nR Vf

Quindi

Qc

=
=

5
2
5

nR

G. Giugliarelli

pf Vi
nR

pi Vi
nR

pf Vi pi Vi +

7
2

7
2

nR

pf V f
nR

pf Vf pf Vi =

7
2

pf Vi
nR
pf V f

5
2

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pi Vi pf Vi = 64.0 J.

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 5 Una certa quantit di aria, il cui stato iniziale caratterizzato dalle coordinate termodinamiche Vi = 5.0 m3 , pi = 4.0 atm e Ti = 60.0 C, subisce una trasformazione fino ad uno stato finale
caratterizzato da Vf = 3.0Vi e pf = 1.0 atm. La trasformazione seguita una trasformazione politropica
del tipo pV k = cost. con lesponente k incognito.
Nellipotesi che laria sia assimilabile ad un gas perfetto biatomico, si determini:
a) lesponente k della trasformazione;
b) il lavoro L compiuto dallaria;
c) la variazione di energia interna, Eint , dellaria;
d) la quantit di calore, Q, assorbita dallaria.
Soluzione Dalla relazione che definisce la trasformazione abbiamo
Vfk
Vf k
pi
pi
k
k
pi Vi = pf Vf

=
= k ln
=

ln
pf
Vik
Vi
pf
Daltra parte il lavoro compiuto dallaria nella trasformazione
Vf
Vf
pi Vik
k
k
1k
1k
L=
pdV = pi Vi
V
dV =
Vf
Vi
(1 k)
Vi
Vi
La variazione di energia interna invece data dalla seguente
5
Eint = ncV (Tf Ti ) = n R
2

pf Vf
nR

Vf

Vi

1
(1 k)

Ti

k=

ln(pi /pf )
ln(Vf /Vi )

= 1.26.

(pf Vf pi Vi ) = 19.8 10

J.

ed essendo n = pi Vi /RTi , si ottiene


Eint =

5
2

(pf Vf pi Vi ) = 12.7 10

Infine la quantit di calore assorbita dallaria


5
1
Q = Eint + L = (pf Vf pi Vi ) +
(pf Vf pi Vi ) =
2
(1 k)
G. Giugliarelli

5
2

J.

1
1k

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(pf Vf pi Vi ) = 6.81 10

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J.

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 6 Due diverse trasformazioni di uno stesso gas perfetto biatomico seguono le seguenti leggi:
(1)

pV

= cost.;

(2)

p V = cost.

Considerando le due diverse trasformazioni, determinare:


a) il carattere esotermico o endotermico del processo durante la fase di espansione;
b) il corrispondente calore specifico molare c del gas.
Soluzione Nel primo caso, facendo uso della equazione di stato dei gas perfetti, abbiamo
pV

= k1

T =

pV
nR

k1

nRV

dT =

k1

dV

nRV 2

Da questa possiamo vedere che


dQ = dEint + dL = ncV dT + pdV =

5 k1
2 V2

dV +

k1
V2

dV =

3 k1
dV < 0
2 V2

il che dimostra che nellespansione (dV > 0) il sistema cede calore (dato che dQ < 0) e che quindi il
processo esotermico. Nellaltro caso invece abbiamo
2

p V = k2

T =

pV
nR

k2

nR

k2 V

nR

dT =

k2

2nR

dV

Da questo vediamo che

dQ = dEint + dL = ncV dT + pdV =

k2

dV +

k2
V

dV =

k2

dV > 0

e quindi nellespansione il gas assorbe calore ed il processo perci endotermico.


G. Giugliarelli

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 6 continuazione della soluzione
Per il calcolo del calore molare facciamo appello alla Ia Legge della Termodinamica dalla quale possiamo
scrivere
dV
dQ
dEint + dL
=
= ncV + p
nc =
dT
dT
dT
Per la trasformazione (1) abbiamo
k1

V =

nRT

dV

dT

= p

k1
nRT 2

p2 V 2
nRT 2

n2 R 2 T 2
nRT 2

= nR

dalla quale si ricava

(1)

= cV +

1
n

dV

= cV R =

dT

5
2

RR=

3
2

R = 12.5 J/mol K.

Invece nella trasformazione (2) abbiamo

V =

n2 R 2 T 2

k2

dV
dT

=p

2n2 R2 T
p2 V

=p

2n2 R2 T
p2 V

= 2nR

e quindi
(2)

= cV +

G. Giugliarelli

1
n

dV
dT

= cV + 2R =

5
2

R + 2R =

9
2

R = 37.4 J/mol K.

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 7 Due tubi, A e B, di uguale sezione sono posti verticalmente e sono chiusi alle estremit
inferiori. Hanno ciascuno un pistone con un piatto su cui si trovano dei pesi. Uno dei tubi contiene aria
ed ha un pistone a tenuta, laltro contiene una molla e il pistone non a tenuta. La distanza iniziale (per
entrambi) tra il fondo dei tubi e i rispettivi pistoni di 24 cm.
Sui due piatti vengono quindi aggiunti, uno alla volta, dei pesi di 1 kg e dopo ogni aggiunta viene misurata
la distanza dei due pistoni dal fondo.
Sapendo che dopo i primi 3 kg, il pistone in A si trova ad una altezza maggiore che in B e che dopo
laggiunta di 6 kg le quote dei due pistoni sono di nuovo uguali e pari a 15 cm dal fondo, determinare:
a) quale dei due tubi contiene aria (a tenuta);
b) a partire dalla condizione iniziale (cio quando la distanza di 24 cm) a che quota si porta ciascun
pistone se si tolgono 2 kg da ciascun piatto.
Soluzione Nel tubo con la molla, lo spostamento del pistone proporzionale al peso aggiunto. Cio, se
indichiamo con f il peso unitario (f = 1.0 kg), avremo
nf = k(h0 hn )

hn = h0

f
k

dove h0 = 24 cm e k la costante elastica della molla. Dovendo poi essere h6 = 15 cm, abbiamo
k=

6f

h0 h6

h3 = h0

h0 h6
6

3=

h0 + h6
2

= 19.5 cm.

Per quanto riguarda il tubo con aria, la quota del pistone determinata dallequazione di stato dei gas
ideali pV = nRT = N kB T . Supponendo che la trasformazione sia isoterma, possiamo quindi scrivere
pV =

F0 + nf
A

Ahn = (F0 + nf )hn = N kB T

dove F0 = N kB T /h0 la forza che equilibra il pistone quando questo a 24 cm dal fondo. Perci dovremo
avere
hn =

N kB T
F0 + nf

G. Giugliarelli

N kB T = (F0 + 6f )h6 =

N kB T
h0

+ 6f

h6

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N kB T =

6f h6
1 h6 /h0

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 7 continuazione della soluzione
e ancora
6f h0 h6
2h0 h6
N kB T
=
=
h3 = N k T
= 18.5 cm,
B
6f h6 + 3f h0 (1 h6 /h0 )
h6 + h0
+
3f
h
0

che, essendo minore dellanaloga quantit calcolata prima, mostra che A il tubo con la molla! Togliendo
un peso pari a 2f , le quote che si raggiungeranno sono

in A

h2 = h0 +

in B

h2 =

G. Giugliarelli

2f
k

+ h0 +

3h0 h6
3h6 (h0 h6 )

h0 h6
3
=

= 27 cm;

3h0 h6
4h6 h0

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= 30 cm.

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Esercitazione 12 Termologia e termodinamica


Problema 8 Una macchina a gas perfetto monoatomico compie un ciclo reversibile costituito da due
isoterme a T1 = 300 K e T2 = 400 K intervallate da due isocore con V1 = 5 l e V2 = 10 l, rispettivamente.
Si calcoli:
a) il rendimento del ciclo;
b) il numero di moli di gas se il lavoro prodotto in 10 cicli vale, in modulo, W = 11530 J.
Soluzione Il rendimento del ciclo pari al rapporto tra il lavoro prodotto e il calore assorbito. Non producendosi lavoro lungo le isocore, il lavoro prodotto nel ciclo sar pari alla somma (algebrica) dei lavori
prodotti nelle due trasformazioni isoterme. Cio:
L=

V2
V1 (T2 )

V1

pdV +

pdV = nRT2

V2 (T2 )

V2
V1

dV
V

+nRT1

V1
V2

dV
V

= nRT2 ln

V2
V1

+nRT1 ln

V1
V2

= nR(T2 T1 )

Si noti che, per avere un lavoro prodotto positivo, si percorso il ciclo in verso orario. Il calore viene
invece assorbito solo lungo lisocora da T1 a T2 e lungo lespansione isoterma a temperatura T2 da V1 a V2 .
Ricordando poi che in una trasformazione isoterma (per un gas ideale) il calore assorbito pari al lavoro
prodotto, abbiamo:
Qass = ncV (T2 T1 ) + nRT2 ln

V2
V1

= nR

3
2

(T2 T1 ) + T2 ln 2

Quindi, il rendimento pari a


=

L
Qass

nR(T2 T1 ) ln 2
3 (T T ) + T ln 2
nR 2
2
1
2

(T2 T1 ) ln 2
= 3
= 0.16
(T2 T1 ) + T2 ln 2
2

Infine, dato che il lavoro prodotto in 10 cicli W , allora


W = 10L = 10nR(T2 T1 ) ln 2

G. Giugliarelli

n=

W
10R(T2 T1 ) ln 2

Fisica Generale I, AA 2012-2013

= 2.0 mol.

14/05/2013

12 / 12

Esercitazione 13 Termodinamica
Problema 1 Calcolare il rendimento di un ciclo che nel piano
T S (temperaturaentropia) rappresentato dal triangolo della
figura.

Soluzione Durante lisoterma a temperatura maggiore, il sistema assorbe una quantit di calore:
Q1 = T1 (S1 S2 )
Durante il cammino da (T1 , S1 ) a (T2 , S2 ), il sistema cede una quantit di calore pari a
S2

Q2 =

T dS = a

S1

T2

T dT =

T1

essendo
S = aT + b =

a
2

(T2 T1 ) =

S1 S2
T1 T2

1 S1 S2
2 T1 T2

T +b

(T2 T1 )(T2 + T1 ) =

dS = adT =

S1 S2
T1 T2

1
2

(S1 S2 )(T2 + T1 ),

dT.

Pertanto il rendimento del ciclo sar


=

|Q1 | |Q2 |
|Q1 |

=1

1 (S1 S2 )(T2 + T1 )
2

(S1 S2 )T1

=1

1 (T2 + T1
2

T1

1
2

T2
T1

cio la met di quello di un ciclo di Carnot fra le temperature T1 e T2 . Notare che lungo il ramo verticale,
non essendoci variazione di entropia, non c scambio di calore.
G. Giugliarelli

Fisica Generale I, AA 2012-2013

20/05/2013

1 / 9

Esercitazione 13 Termodinamica
Problema 2 Una quantit pari a n = 1.0 mol di un gas perfetto, contenuta in un cilindro dotato di pistone
libero di scorrere senza attrito, subisce in un primo tempo una lenta espansione senza scambio di calore
con lesterno, fino a raddoppiare il volume iniziale. Successivamente, il gas subisce una lenta compressione
a temperatura costante fino a tornare al volume iniziale.
Sapendo che le temperature iniziale e finale del gas sono T1 = 61 C e T2 = 20 C, si determinino:
a) il rapporto fra i calori specifici a pressione e volume costante del gas;
b) leventuale variazione di entropia del gas.
Soluzione In una trasformazione adiabatica di una gas perfetto abbiamo
pV

= cost.

TV

= cost.,

dove il rapporto tra i calori specifici a pressione e volume costante. Quindi, considerando la seconda
espressione (dove la temperatura deve essere espressa in kelvin) e applicandola ai due stati estremi della
nostra adiabatica avremo
1

T1 V1

= T2 V2

T1

T2

V2

=2

V1

Perci, si ottiene
ln

T1
T2

V2

= ( 1) ln 2

V1

=1+

ln(T1 /T2 )
ln 2

= 1.4,

analogo a quello di un gas biatomico.


Per quanto riguarda la variazione complessiva di entropia, possiamo subito dire che essa sar pari a quella
che avviene durante la trasformazione isoterma. Infatti, nella trasformazione adiabatica reversibile, non
essendoci scambi di calore con lesterno, lentropia costante. Daltra parte, durante una trasformazione
isoterma, lenergia interna del gas costante e quindi la quantit di calore scambiato pari al lavoro fatto
dal gas. Perci
S =

dQ
T

1
T2

G. Giugliarelli

dQ =

1
T2

V1
V2

pdV = nR

V1
V2

dV
V

= nR ln

Fisica Generale I, AA 2012-2013

V1
V2

= nR ln 2 = 5.8 J/K.
20/05/2013

2 / 9

Esercitazione 13 Termodinamica
Problema 3 Un recipiente cilindrico di volume V = 2.5 102 m3 , termicamente isolato, diviso in due
scomparti uguali. Il pistone (di massa trascurabile) costituito da un buon conduttore termico. Il primo
scomparto occupato da n1 = 1.0 mol di un gas perfetto a temperatura T = 300 K, mentre il secondo
contiene n2 moli dello stesso gas. Ad un certo istante il pistone viene sbloccato cos che possa muoversi
liberamente e, una volta raggiunto lequilibrio, si osserva che il primo scomparto ha volume doppio del
secondo.
Supponendo che il processo sia isotermo si determinino:
a) pressione e volume dei gas nei due scomparti prima e dopo la trasformazione;
b) la variazione di entropia, S, del sistema subita nella trasformazione.
Soluzione Denotiamo con i ed f gli stati prima e dopo la trasformazione. Nello stato iniziale abbiamo
V
n1 RT
2
3
5
2
V1,i = V2,i =
= 1.25 10
m ;
p1,i =
= 1.99 10 N/m .
2
V1,i
Nello stato finale, in cui le pressioni nei due scomparti devono essere uguali, abbiamo
2V
V
2
3
2
3
V1,f = 2V2,f

V1,f =
= 1.667 10
m ;
V2,f =
= 0.833 10
m ,
3
3
e quindi
p1,f =

n1 RT
V1,f

3n1 RT
2V

= 1.50 10

N/m ;

n2 =

p2,f V2,f
RT

p1,f V
3RT

n1
2

= 0.5 mol,

dove abbiamo utilizzato il fatto che i due scomparti sono sempre alla stessa temperatura.
Infine, sapendo che la trasformazione isoterma, e tenendo presente che in una trasformazione di questo tipo
lenergia interna di un gas perfetto non cambia, dalla prima legge della termodinamica possiamo scrivere
Vf dV
Vf
dQ
dV
dV

dS =
= nR

S = nR
= nR ln
dQ = dL = pdV = nRT
V
T
V
V
Vi
Vi
Conseguentemente, applicando lultima espressione ai due scomparti del cilindro, la variazione complessiva
di entropia
V1,f
V2,f
4
1
2
S = S1 + S2 = n1 R ln
+ n2 R ln
= n1 R ln
+
ln
= 0.706 J/K.
V1,i
V2,i
3
2
3
G. Giugliarelli

Fisica Generale I, AA 2012-2013

20/05/2013

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Esercitazione 13 Termodinamica
Problema 4 Una macchina reversibile utilizza come fluido una quantit di sostanza n = 1.0 mol di un
gas perfetto biatomico che esegue il ciclo costituito dalle seguenti 3 trasformazioni: 1) dallo stato iniziale
(p1 = 5.0 atm e T1 = 20 C) il gas viene fatto espandere lungo unisoterma fino ad una pressione p2 = 1.0
atm; 2) a pressione costante, p2 , il gas viene riportato sulladiabatica passante per lo stato iniziale; 3)
seguendo ladiabatica il gas viene quindi riportato allo stato iniziale.
Si determini:
a) il lavoro L e il calore Q scambiati dal gas in un ciclo;
b) il rendimento del ciclo;
c) la variazione di entropia lungo la trasformazione isobara.
Soluzione Osservando che gli stati 1 e 2 sono alla stessa temperatura otteniamo
V1 =

nRT1
p1

= 4.81 l;

V2 =

nRT1

p2

p1
p2

V1 = 24.1 l.

La stato 3 ha pressione p2 ed sulladiabatica per lo stato 1. Quindi deve essere

p2 V3 = p1 V1

V3 =

1/

p1

V1 =

p2

nRT1

p1

p1

p2

1/

nRT1

p1

p1

p2

5/7

= 15.2 l,

dove abbiamo tenuto conto del fatto che per un gas biatomico = cp /cV = (7R/2)/(5R/2) = 7/5. Per
la temperatura abbiamo
T3 =

p2 V3
nR

= T1

p1
p2

1/1

= T1

(1)/

p2

= 185 K.

p1

I lavori compiuti e i calori scambiati lungo le tre trasformazioni sono i seguenti.


Trasformazione 1 2 (isoterma)
2

Eint,12 = 0

Q12 = L12 =

G. Giugliarelli

pdV = nRT1
1

dV
V

= nRT1 ln

Fisica Generale I, AA 2012-2013

V2
V1

= nRT1 ln

p1
p2

20/05/2013

= 3920 J.

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Esercitazione 13 Termodinamica
Problema 4 continuazione della soluzione
Trasformazione 2 3 (isobara)
3

pdV = p2 (V3 V2 ) = 910 J;

L23 =
2

Q23 = Eint,23 + L23 = ncV (T3 T2 ) + p2 (V3 V2 ) = 3160 J.


Trasformazione 3 1 (adiabatica)
Q31 = 0

L31 = Eint,31 = ncV (T1 T3 ) = 2250 J.

In un ciclo completo il lavoro compiuto e il calore scambiato si equivalgono e perci


Q = L = L12 + L23 + L31 = 760 J.
Per il rendimento abbiamo
=

L
|Qass |

L
Q12

= 0.194.

Infine, la variazione di entropia lungo la trasformazione isobara data da

dQ = dEint + dL = ncV dT + pdV = n(cV + R)dT = ncp dT

dS =

dQ
T

= ncp dT,

e quindi
S23 =

G. Giugliarelli

7
2

nR

T3
T2

dT
T

7
2

nR ln

T3
T2

= 13.4 J/K.

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20/05/2013

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Esercitazione 13 Termodinamica
Problema 5 Un sistema termicamente isolato, alla temperatura T1 = 30 C costituito da un recipiente
contenente una massa m = 400 g di acqua nella quale immersa una molla ideale, di costante elastica
k = 1000 N/m, ancorata per un estremo al recipiente e mantenuta con un gancio in stato di tensione. In
tali condizioni la lunghezza della molla d = 20 cm, mentre a riposo risulta pari a d0 = 100 cm. Quando il
gancio si spezza, la molla inizia ad oscillare di moto smorzato raggiungendo, dopo un p di tempo, lo stato
finale di quiete e lunghezza pari d0 .
Trascurando le capacit termiche della molla e del recipiente rispetto a quella dellacqua (calore specifico
ca = 1.0 cal/Kg), si determini:
a) la temperatura finale dellacqua;
b) la variazione di entropia del sistema.
Soluzione A causa delle dissipazioni causate dagli attriti, durante le oscillazioni smorzate, lenergia potenziale iniziale della molla
1
2
Ue = k(d d0 )
2
viene totalmente trasformata in calore e ceduta allacqua. Essendo il sistema isolato termicamente, si avr
quindi un aumento di temperatura dellacqua dato da
Q = Ue = mca T

T = Tf Ti =

Ue
mca

k(d d0 )2
2mca

= 0.191 K.

Conseguentemente la temperatura finale del sistema


Tf = Ti +

k(d d0 )2
2mca

= 30.2

C.

Per calcolare la variazione di entropia del sistema, basta considerare una trasformazione reversibile che
porti il sistema dalla temperatura iniziale Ti a quella finale Tf . Una trasformazione di questo tipo si pu
realizzare fornendo calore allacqua calore in piccole dosi dQ provocando quindi variazioni elementari dT
di temperatura di modo che
dQ
dT
dQ = mca dT

dS =
= mca
T
T
G. Giugliarelli

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20/05/2013

6 / 9

Esercitazione 13 Termodinamica
Problema 5 continuazione della soluzione
Quindi la variazione complessiva di entropia sar data da

S = mca

Tf
Ti

G. Giugliarelli

dT
T

= mca ln

Tf
Ti

= mc0 ln

1+

T
Ti

Fisica Generale I, AA 2012-2013

= 1.05 J/K.

20/05/2013

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Esercitazione 13 Termodinamica
Problema 6 In una trasformazione politropica (pV k =cost.) la pressione e il volume di una definita massa
di ossigeno (gas biatomico) variano da p1 = 4.00 atm e V1 = 1.00 l ai valori p2 = 1.0 atm e V2 = 2.00 l.
La temperatura iniziale del gas T1 = 500 K.
Si determini:
a) il calore Q che viene scambiato dallossigeno con lambiente;
b) la variazione Eint di energia interna del gas;
c) la variazione S di entropia del gas.
Soluzione Prima di tutto si noti che, utilizzando lequazione dei gas ideali, il numero n di moli di ossigeno
e la temperatura T2 del secondo stato sono pari a
n=

p1 V1
RT1

p2 V 2

T2 =

nR

p2 V2
p1 V1

T1

Inoltre, dato che la trasformazione politropica caratterizzata dalla legge pV k = cost., allora
k

V1

p1 V1 = p2 V2

V2

p2

p1

k=

ln(p2 /p1 )
ln(V2 /V1 )

= 2.0.

R.
La natura biatomica del gas determina il fatto che il suo calore specifico molare a volume sia pari a cV = 5
2
Quindi la variazione di energia interna subita dal gas nella trasformazione sar data da
Eint = ncV (T2 T1 ) =

p1 V1 5
RT1 2

p2 V2

p1 V1

T1 =

5
2

(p2 V2 p1 V1 ) = 525 J.

Poi, dalla prima legge della termodinamica ricaviamo che la quantit di calore scambiato dal gas data da
Q = Eint + L e quindi potendo scrivere p =
L=

V2

pdV =

V1

G. Giugliarelli

p2 V2

V2
V1

p2 V2k

dV =

V k , abbiamo

p2 V2k
1k

1k

(V2

1k

V1

Fisica Generale I, AA 2012-2013

)=

1
1k

(p2 V2 p1 V1 )

20/05/2013

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Esercitazione 13 Termodinamica
Problema 6 continuazione della soluzione
e
5
1
Q = Eint + L =
+
2
1k

(p2 V2 p1 V1 ) = 315 J.

Infine, per calcolare la variazione di entropia possiamo utilizzare la seguente


2

S =

dQ

= ncV ln

G. Giugliarelli

= ncV
T2
T1

T2
T1

+ nR ln

dT
T

V2
V1

+ nR

V2
V1

p1 V1

T1

dV
V

ln

p2 V2
p1 V1

+ ln

Fisica Generale I, AA 2012-2013

V2
V1

= 0.873 J/K.

20/05/2013

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Esercitazione 14 Termodinamica e gravitazione


Problema 1 Ad una quantit pari a n = 2.0 mol di un gas ideale biatomico
viene fatto eseguire il ciclo reversibile rappresentato qui a fianco in cui
p1 = 30.0 atm, V1 = 2.31 dm3 e p2 = 10.0 atm. Nel ciclo, partendo dallo
stato 1, il gas si espande secondo la trasformazione reversibile (a) che nel
piano p V corrisponde al segmento che unisce gli stati 1 e 2 (vedi figura);
raggiunto lo stato 2 il gas ritorna allo stato 1 attraverso la trasformazione
(b) corrispondente ad una compressione isoterma reversibile.
Determinare:
a) il volume V2 e la temperatura T della trasformazione (b);
b) il lavoro L compiuto dal gas e il calore Q scambiato in un ciclo;
c) la variazione di entropia S1,2 che il gas subisce nellespansione (a);
d) il rendimento del ciclo facendo attenzione a calcolare bene la quantit di calore assorbito Qa ,
specificando in quale trasformazione (o parte di trasformazione) essa viene assorbita.
Soluzione Facendo uso della legge dei gas ideali otteniamo immediatamente che la temperatura T del gas
negli stati 1 e 2 e il volume V2 sono pari a
p1 V1
nRT
p1
3
T =
= 422 K;
V2 =
=
V1 = 3V1 = 6.93 dm .
nR
p2
p2
Dato che il lavoro compiuto lungo una trasformazione pari allarea sottesa dalla curva che la rappresenta
nel piano pV , per la trasformazione (a) il lavoro corrisponde a
V2
1
3
L1,2 =
pdV = (V2 V1 )p2 + (V2 V1 )(p1 p2 ) = V1 (p1 + p2 ) = 9.36 10 J.
2
V1 ,(a)
In alternativa, dato landamento della pressione in funzione del volume, si pu scrivere p = A + BV e
calcolare le costanti A e B imponendo le condizioni p1 = A + BV1 e p2 = A + BV2 ottenendo
p1 V2 p2 V1
1
6
= (3p1 p2 ) = 4.05 10 Pa;
A=
V2 V1
2
p1 p2
p1 p2
8
3
B =
=
= 4.38 10 Pa/m .
V2 V1
2V1
G. Giugliarelli

Fisica Generale I, AA 2012-2013

23/05/2013

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Esercitazione 14 Termodinamica e gravitazione


Problema 1 continuazione della soluzione
Conseguentemente
L1,2 =

V2
V1 ,(a)

pdV =

V2

(A + BV )dV = A(V2 V1 ) +

V1 ,(a)

1
2

B(V2 V1 )

che, ovviamente, risulta identico a quello calcolato sopra.


Per la trasformazione (b) abbiamo invece
V1
V1
dV
V1
3
L2,1 =
pdV = nRT
= nRT ln
= 7.71 10 J,
V2
V2 ,(b)
V2 ,(b) V
negativo dato che una compressione.
Il lavoro complessivo L compiuto dal gas nel ciclo e conseguentemente anche il calore da esso scambiato,
Q, sono quindi pari a
3
L = Q = L1,2 + L2,1 = 1.65 10 J.
Essendo lentropia una funzione di stato, in un ciclo la sua variazione nulla. Perci
1
dQ
S1,2 = S2,1 =
=
pdV
T (b)
(b) T
V1 dV
V1
V2
= nR
= nR ln
= nR ln
= 18.3 J/K.
V
V2
V1
V2
Per il calcolo del rendimento del ciclo abbiamo bisogno di calcolare il calore assorbito Qa . A tal fine,
notiamo immediatamente che nella compressione isoterma (b), il calore scambiato dal gas Q2,1 pari al
lavoro compiuto L1,2 : essendo questultimo negativo, il gas cede calore.
Al contrario, lungo la trasformazione (a), sfruttando la prima legge della termodinamica, possiamo scrivere
dQ = dEint + dL e quindi ottenere Q1,2 = Eint,1,2 + L1,2 . Ma lenergia interna di un gas ideale dipende
solo dalla temperatura e perci, dato che gli stati 1 e 2 sono alla stessa temperatura, allora Eint,1,2 = 0!
Ci significa che Q1,2 = L1,2 > 0 e che quindi il calore scambiato nella trasformazione (a) positivo e
questo sembra suggerire che sia Qa = Q1,2 . In tali condizioni il rendimento del ciclo sarebbe pari a
L
L
=
= 0.176.
=
Qa
Q1,2

G. Giugliarelli

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23/05/2013

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Esercitazione 14 Termodinamica e gravitazione


Problema 1 continuazione della soluzione
Ma vero che Qa = Q1,2 ? In effetti no! Vediamo perch!
Lungo i punti della trasformazione (a), sfruttando la legge dei gas ideali, sostituendo lespressione di p e
differenziando otteniamo
A + 2BV
2
pV = nRT AV + BV = nRT
(A + 2BV )dV = nRdT
dT =
dV
nR
Conseguentemente, dalla prima legge della termodinamica possiamo scrivere
dQ = dEint + pdV = ncV dT + pdV
=

cV
R

(A + 2BV )dV + (A + BV )dV =

1+

cV
R

A+

1+2

cV
R

BV

dV

R (gas biatomico) si ha
e sostituendo cV = 5
2
1
dQ =
[7A + 12BV ] dV.
2
La trasformazione (a) unespansione e quindi lungo essa sempre dV > 0. Questo vuol dire che dQ sar
positivo (cio assorbito) solo se 7A + 12BV > 0! Si vede immediatamente che

V = V0 =

7A

12B

7 p1 V2 p2 V1

= 5.39 dm ,
p1 p2
e che quindi dQ > 0 per V1 V < V0 , mentre dQ < 0 per V0 < V < V2 . Pertanto il calore Qa pari a
V0
1
1
4
2
2
Qa =
(7A + 12BV )dV =
7A(V0 V1 ) + 6B(V0 V1 ) = 1.25 10 J,
2 V1
2
7A + 12BV = 0

12

che, come si vede, maggiore di Q1,2 . Quindi il rendimento corretto del ciclo pari a
=

G. Giugliarelli

L
Qa

= 0.132.

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23/05/2013

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Esercitazione 14 Termodinamica e gravitazione


Problema 2 Un satellite di massa m viene portato ad unaltezza h (rispetto al suolo) e poi gli viene data
una velocit tale da farlo orbitare su un orbita circolare.
Determinare:
a) a quale altezza h1 diventa pi costoso (da un punto di vista energetico) portarlo in quota che
metterlo in orbita (una volta raggiunta la quota);
b) la quota corrispondente hgeo alla quale le orbite circolari sono geostazionarie.
[RT = 6.37 106 m e MT = 5.98 1024 kg]
Soluzione Il lavoro che si deve compiere per portare il satellite ad una quota h pari alla variazione della
sua energia potenziale gravitazionale. Cio
MT m
MT m
MT mh
Lh = G
+G
=G
RT + h
RT
RT (RT + h)
Invece, essendo la velocit orbitale (per unorbita circolare di raggio RT + h) data dalla seguente
2
MT m
GMT
vo
2
=G

vo =
,
m
RT + h
(RT + h)2
RT + h
il lavoro per portare il satellite a tale velocit (una volta alla quota h) sar pari alla sua variazione di
energia cinetica
1
GMT m
2
Lo = mvo =
2
2(RT + h)
Perci Lh sar maggiore di Lo quando
h
1
Lh > Lo

>
RT (RT + h)
2(RT + h)

h > h1 =

RT
2

= 3.19 10

m.

Un orbita circolare sar geostazionaria quando la velocit angolare del satellite pari rot = 2/Trot dove
Trot pari ad un giorno. Quindi
2
vgeo
MT
vgeo = (RT + hgeo )rot

ac =
=G
RT + hgeo
(RT + hgeo )2
e infine

hgeo =

GMT
2
rot

G. Giugliarelli

1/3

RT =

2
GMT Trot

4 2

1/3
7

RT = 3.59 10

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m = 3.59 10

km.

23/05/2013

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Esercitazione 14 Termodinamica e gravitazione


Problema 3 Due proiettili sono sparati da un polo terrestre con la stessa velocit iniziale v0 = 500 m/s, il
primo nella direzione dellasse terrestre (verso lesterno), il secondo perpendicolarmente, in modo che segua
una traiettoria ellittica.
Si determini:
a) Quale dei due proiettili si allontana di pi dalla Terra;
b) Il rapporto tra le massime distanze dal centro della Terra.
[RT = 6.37 106 m e MT = 5.98 1024 kg]
Soluzione Prima di tutto si noti che, essendo le velocit iniziali dei due proiettili uguali in modulo, essi,
partendo dallo stesso punto, hanno la stessa energia meccanica negativa pari a
Emecc =

1
2

mv0 G

MT m
RT

Il primo proiettile segue una traiettoria rettilinea e nel punto pi lontano dalla Terra avr velocit nulla.
Indicando con r1 la distanza di tale punto dal centro della Terra, avremo:
Emecc = G

MT m
r1

r1
RT

1
2 /2GM
1 RT v0
T

Per il secondo proiettile invece, il punto pi distante sar quello corrispondente allaltro vertice dellorbita
ellittica seguita (quello opposto al punto di partenza), dove la velocit (ovviamente) non nulla! Tale
energia cinetica residua ci fa capire immediatamente che la distanza massima r2 del proiettile 2 deve essere
minore di r1 . Infatti, detta v la velocit del proiettile 2 in tale punto, dalla conservazione del momento
angolare (rispetto al centro della Terra) segue che RT v0 = r2 v, si ottiene
1
2

mv0 G

MT m
r2

G. Giugliarelli

=m

2
RT
2
2r2

v0 G

MT m
r2

1
2

mv0

2
RT
2
r2

Fisica Generale I, AA 2012-2013

=G

MT m
RT

RT
r2

23/05/2013

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Esercitazione 14 Termodinamica e gravitazione


Problema 3 continuazione della soluzione
Dividendo per 1 RT /r2 (che corrisponde ad eliminare la soluzione r2 = RT corrisponde alla posizione
iniziale del proiettile 2) ricaviamo
RT
r2

2GMT
2
Rv0

Perci
r1
r2

r2
RT

2
2GMT /RT v0
1
2 /2GM
1 RT v0
T

2
RT v0
2
2GMT RT v0

2GMT
2
RT v0

2RT g
2
v0

1
2 1
2GMT /RT v0

= 500.

2
In questultima abbiamo utilizzato il fatto che GMT /RT
pari allaccelerazione di gravit g.

G. Giugliarelli

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Esercitazione 14 Termodinamica e gravitazione


Problema 4 Unastronave ruota inizialmente intorno alla Terra su unorbita circolare di
raggio r1 = 6500 km (vedi figura). Successivamente, dopo aver acceso i motori per un
brevissimo intervallo di tempo, lastronave acquista una velocit v2 tale da portarla sullorbita ellittica mostrata in figura. I vertici vicino e lontano di tale orbita hanno distanza
dal centro della Terra pari a r1 e r2 = 30000 km.
Determinare:
a) la velocit v1 dellastronave mentre percorre lorbita circolare iniziale;
b) le velocit v2 e v3 dellastronave quando si trova nei vertici vicino e lontano
dellorbita ellittica.
[MT = 6.0 1024 kg]
Soluzione Lorbita iniziale circolare e quindi la forza con la quale lastronave attratta dalla Terra deve
essere pari alla forza centripeta. Cio
MT m
v2
MT
MT
2
3
G
=m 1

v1 = G

v1 = G
= 7.85 10 m/s.
2
r1
r1
r1
r1
Quando invece lastronave percorre lorbita ellittica per il calcolo delle velocit nei vertici dobbiamo ricorrere
alla conservazione dellenergia meccanica e del momento angolare; nei due vertici possiamo scrivere le
seguenti equazioni:

MT m
MT m
MT
MT
1
1

2
2
2
2

mv2 G
= mv3 G

v2 2G
= v3 2G

2
r1
2
r2
r1
r2

mr1 v2 = mr2 v3

v3 =

r1
r2

v2

Perci, inserendo lespressione di v3 nella prima relazione, ricaviamo


2GMT r2
2
2
2
2
(r2 r1 )r1 v2 = 2GMT (r2 r1 )r2

v2 =

v2 =
(r2 + r2 )r1
Infine
v3 =
G. Giugliarelli

2GMT r1
(r2 + r1 )r2

= 2.18 10

2GMT r2
(r2 + r1 )r1

= 1.0110 m/s.

m/s.

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Esercitazione 14 Termodinamica e gravitazione


Problema 5 Un satellite artificiale si sta dirigendo verso un corpo celeste di massa M . Quando molto
lontano da esso ha una velocit v0 = 1.91 104 m/s, mentre quando raggiunge una distanza r dal suo centro
ha una velocit v1 = 3.0 104 m/s.
Sapendo che lo stesso satellite, se descrivesse unorbita circolare con lo stesso raggio r avrebbe un periodo
T = 9.62 103 s, determinare:
a) il valore di r;
b) la massa M del corpo celeste.
Soluzione Nel moto del satellite verso il pianeta viene conservata lenergia meccanica e perci
1
2

mv0 =

mv1 G

Mm
r

dove m la massa del satellite.


Daltra parte, se T il periodo del satellite quando percorre unorbita circolare di raggio r, allora potremo
scrivere

2r

v2 =
M
4 2 r 2
4 2 r 3
2
T

G
= v2 =

M =
2

r
T2
GT 2
m v2 = G M m

r
r2
Combinando questultima relazione con la precedente ricaviamo
1
2

v1 v0

=G

M
r

=G

4 2 r 2
GT 2

r=

2 v 2 = 7.87 10
v1
0

m.

Infine, tornando alla massa del pianeta abbiamo


M =

G. Giugliarelli

4 2 r 3
GT 2

= 3.11 10

27

kg.

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Esercitazione 14 Termodinamica e gravitazione


Problema 6 Un satellite artificiale viene lanciato su unorbita circolare di raggio iniziale r0 . Essendo r0
v
v.
non molto grande il satellite risente di una resistenza aerodinamica del tipo R = kv
Determinare la legge con cui varia il raggio dellorbita in funzione del tempo.
Soluzione A causa della resistenza dellatmosfera lenergia meccanica del satellite non si conserva. In effetti
in un tempo dt il lavoro della forza resistente pari a
s = kvds = kv
dL = R ds

ds
dt

dt = kv dt

Perci potremo scrivere

dEmecc = dL

dK + dU = mvdv + G

Mm
r2

dr = kv dt

Supponendo poi che la resistenza atmosferica sia relativamente piccola, possiamo supporre che lorbita del
satellite sia essenzialmente circolare e che quindi

v2
r

=G

Mm

r2

=G

vdv = G

M
2r 2

dr.

Introducendo questultima nella precedente si ottiene


kG

M
r

dt = G

Mm
2r 2

dr + G

Mm
r2

dr

kdt = m

dr
2r

k
m

dt =

dr
r

Infine, integrando lultima equazione differenziale si ricava


r

dr

r0

G. Giugliarelli

= 2

k
m

dt
0

ln

r
r0

2k
m

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r(t) = r0 e

2k t
m .

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Esercitazione 15 Forze elettrostatiche e campo elettrostatico


Problema 1 Quattro cariche puntiformi uguali q, dello stesso segno, si trovano
ai vertici di un quadrato di lato l.
Calcolare la carica q1 , di segno opposto, che posta al centro del quadrato rende
nulla la risultante delle forze agenti su ogni carica.

Soluzione Cominciamo con la carica q posta in A. Ognuna delle cariche nei vertici contigui (B e D) esercita
su di essa una forza diretta verso lesterno lungo i rispettivi lati del quadrato. Perci

q2
q2
2
FB = FD =

F BD = F B + F D = 2 F B =
40 l2
40 l2
La carica in C produce una forza FC diretta come FBD , ma di modulo
FC =

q2

40 2l2

Complessivamente, le cariche q esercitano su quella in A una forza diretta lungo la diagonale e uscente di

modulo
q2
q2 1 + 2 2
2
1
=
F =
+
2
2
2
40
l
2l
40
2l
Daltra parte la carica q1 posta nel centro del quadrato esercita sulla carica q in A una forza diretta verso
linterno di modulo
qq1 2
F1 =
40 l2
In definitiva, dovr essere
qq1

40 l2

q2

1+2 2

40

2l2

q1 =

1+2 2
4

Questo procedimento si pu applicare anche agli altri vertici del quadrato e perci il risultato completo.
G. Giugliarelli

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Esercitazione 15 Forze elettrostatiche e campo elettrostatico


Problema 2 Due cariche puntiformi positive ed uguali sono separate
da una distanza 2a. Si consideri il piano normale alla linea che le
congiunge ed equidistante da esse. Il luogo dei punti dove la forza su
una carica puntiforme q posta nel piano massima , per simmetria,
un cerchio.
Calcolare il raggio di questo cerchio.

Soluzione Le forze agenti su q generate da ciascuna carica risultano in modulo pari a:


1

F1 = F2 =

qq

40 r 2

e sono dirette lungo r. La risultante pari a


F (x) = 2F1 sin = 2F1

x
r

2qq

40 (a2 + x2 )3/2

Per cercare il massimo di F possiamo imporre


dF
dx

=0

qq

20 dx

che risolta ci da la soluzione seguente

x
(a2 + x2 )3/2

qq

a2 2x2

20

(a2 + x2 )5/2

= 0,

a
x = xmax =
2

dove xmax il valore cercato del raggio della circonferenza.


G. Giugliarelli

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Esercitazione 15 Forze elettrostatiche e campo elettrostatico


Problema 3 Due sferette aventi cariche q = 2.4105 C e q sono sospese,
tramite due fili di lunghezza l = 1.0 m, inestensibili e di massa trascurabile,
ad uno stesso punto P . Il sistema ruota con velocit angolare = 100 rad/s
attorno ad un asse verticale per il punto P .
Determinare lespressione per langolo formato dai fili rispetto allasse
di rotazione allequilibrio, trascurando la forza di gravit e assumendo le
sferette di uguale massa m = 1.0 g.

Soluzione Nel riferimento rotante le sferette dovranno essere in equilibrio sotto lazione delle seguenti forze:
1) la forza centrifuga diretta lungo la congiungente le due cariche verso lesterno, pari a
2

F = m r
2) la forza di Coulomb diretta anchessa lungo la congiungente le due cariche, ma nel verso opposto,
pari a
q2
1
Fc =
40 4r 2
Allequilibrio sar
Fc = F

q2

40 4r 2

= m r

= (l sin )

q2
160 m 2

da cui
sin =

1/3

q2
160 l3 m 2

Utilizzando i dati nimerici abbiamo


sin = 0.506
G. Giugliarelli

= 30 40

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Esercitazione 15 Forze elettrostatiche e campo elettrostatico


Problema 4 Due sferette aventi cariche uguali anche in segno q, ciascuna di
massa m = 0.1 g, sono sospese allo stesso punto mediante fili identici e inestensibili di lunghezza l = 50 cm e massa trascurabile. Le sferette sono a riposo (e
rimangono tali) quando sono separate da una distanza d = 40 cm luna dallaltra.
Determinare la carica q su ciascuna sferetta.

Soluzione Ogni sferetta in equilibrio sotto lazione di tre forze:


1) la forza di gravit mg diretta verso il basso;
2) la forza elettrostatica di repulsione Fe diretta come la congiungente le due sferette;
3) la reazione vincolare T del filo diretta come il filo.
Allequilibrio la risultante delle tre forze deve essere nulla:
g +T = 0
F e + mg
Ci significa che la risultante delle prime due forze (R
R) deve essere diretta come T (ma con verso opposto)
e che quindi (vedi figura)
d/2
Fe
1
q2
tan =
=
=
mg
40 d2 mg
l2 d2 /4
Perci
q

G. Giugliarelli

40 d3 mg
4l2 d2

q=

40 d3 mg
4l2 d2

= 8.7 10

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C.

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Esercitazione 15 Forze elettrostatiche e campo elettrostatico


Problema 5 Due elettroni (q = e, e = 1.6 1019 C, m = me = 9.0
1031 kg) inizialmente a distanza d0 = 2.0 cm luno dallaltro, prendono
a muoversi sotto lazione della mutua repulsione.
Determinare:
a) la velocit degli elettroni quando la distanza tra loro pari a
d = 40 cm;
b) la velocit che hanno a distanza infinita (velocit limite).
Soluzione Applicando la IIa legge di Newton, nel sistema di riferimento con origine nel centro della
congiungente i due elettroni (sistema del centro di massa), si ha
me

d2 x
dt2

e2

40 4x2

Si noti che, se v la velocit dellelettrone di destra, possiamo scrivere


d2 x
dt2

dv
dt

dv dx
dx dt

=v

dv
dx

e2

4m0 4x2

vdv =

e2

16m0 x2

dx

Integrando tra la posizione iniziale (x0 = d0 /2) e una posizione generica x, abbiamo
v(x)

vdv =
0

e2

dx

16m0

x0

x2

1 2
e2
v (x) =
2
16m0

1
x

1
x0

Perci, ponendo x = d/2 abbiamo


v(d) =

e2

4m0

d0

1
d

= 101 m/s.

Infine facendo tendere d , avremo


v = v(d ) =
G. Giugliarelli

e2
4m0 d0

= 113 m/s.

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Esercitazione 15 Forze elettrostatiche e campo elettrostatico


Problema 6 Nella figura due cariche puntiformi di intensit
q1 = 5q e q2 = +2q sono separate da una distanza d.
a) Calcolare il punto(o i punti) in cui il campo elettrico
dovuto alle due cariche nullo.
b) Fare uno schizzo qualitativo delle linee di forza.

Soluzione Le intensit dei campi prodotti dalle due cariche sono


E1 =

5q
2
40 r1

E2 =

2q
2
40 r2

Fuori dallasse x tali campi hanno direzioni diverse e quindi la loro somma sar sempre non nulla. Quindi
il campo risultante pu annullarsi solo sullasse x.
Tenendo conto delle espressioni precedenti, nei punti dellasse x il campo risultante pu essere scritto nella
forma seguente:
E(x) =

q
40

5x
|x|3

2(x d)
|x d|3

E(x) = 0

5x
|x|3

2(x d)
|x d|3

Perci

2
5 10
5
2
2

3x (10d)x + 5d = 0

x=
d (fuori range!)

x<0

x2
(x d)2
3

5
2
5 10
2
2
0<x<d
=

7x (10d)x + 5d = 0

x=
d (non reali!)

x2
(x d)2
3

5
2
5 10
5 + 10

2
2

x>d
=
3x (10d)x + 5d = 0 x =
d x=
d = 2.272d
x2
(x d)2
3
3
Il campo si annulla quindi nel punto dellasse x di ascissa x = 2.72d.
G. Giugliarelli

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Esercitazione 15 Forze elettrostatiche e campo elettrostatico


Problema 7 Calcolare lintensit e la direzione del campo
elettrico generato da un dipolo elettrico in un punto P situato ad una distanza r
d lungo lasse perpendicolare al
segmento che unisce le cariche. Esprimere il campo in funzione dellintensit e della direzione del momento di dipolo
elettrico p
p.

Soluzione Il campo nel punto P la somma vettoriale dei campi generati dalle due cariche. Osservando il
diagramma vettoriale si nota che le componenti dei campi parallele ad r sono opposte. Quindi il campo
totale la somma delle componenti perpendicolari, cio

E =2

Per grandi r (r

q
40 (r 2 + d2 /4)

sin =

qd/2
20 (r 2 + d2 /4)3/2

p
40 (r 2 + d2 /4)3/2

d) abbiamo

E =

G. Giugliarelli

p
40 r 3

E =

1
40 r 3

p
p.

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Esercitazione 15 Forze elettrostatiche e campo elettrostatico


Problema 8 Si calcoli il campo elettrostatico E sullasse di un quadrupolo nei punti che si trovano ad una distanza z dal suo centro e
si mostri che quando z
d tale campo pari a

E =

3Qp
40 z 4

dove Qp = 2qd2 il cosiddetto momento di quadrupolo.


Soluzione Lungo lasse del quadrupolo possiamo scrivere

E =

Per grandi valori di r (r

40

(z d)2

2
z2

1
(z + d)2

6d2 z 2 2d4

40 z 2 (z 2 d2 )2

d) lespressione precedente si semplifica nella

E =

6qd2
40 z 4

3(2qd2 )
40 z 4

identica a quella cercata.

G. Giugliarelli

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Esercitazione 15 Forze elettrostatiche e campo elettrostatico


Problema 9 Tra due piatti piani carichi (positivamente quello in basso e negativamente quello superiore) si ha un campo elettrico uniforme
E, diretto verso lalto, di intensit E = 2.0 103 N/C. I piatti hanno
una lunghezza L = 10 cm e una distanza d = 2.0 cm. Un elettrone
viene lanciato tra i due piatti dallestremit sinistra del piatto inferiore con una velocit v0 = 6.0 106 m/s formante un angolo = 45
con il piatto stesso.
Determinare se lelettrone colpisce uno dei due piatti e, in caso
affermativo, quale e a che distanza dallestremo sinistro.
Soluzione Il moto dellelettrone analogo a quello di un proiettile nel campo gravitazionale. La sua accelerazione a = eE/me . Quindi, la componente della sua velocit lungo lasse y segue la legge vy (t) = vy,0 +at
da cui
eE
me v0 sin
vy = 0

v0 sin =
t1

t1 =
me
eE
In questo intervallo di tempo lo spazio percorso lungo lasse y

h = vy,0 t1 +

1
2

at1 = vy,0 t1 +

eE
2me

t1 =

2
1 me v0
sin2

eE

2
me v0

4eE

= 0.0256 m = 2.56 cm,

che risulta maggiore della distanza fra i piatti. Ci significa che lelettrone raggiunge il piatto superiore.
Questo avverr quando

vy,0 t2 +

1
2

2
2
at2 = d eEt2 2v0 me t2 2dme = 0 t2 =

2me v0

2
2m2
e v0 8me eEd

2eE

= 6.410

s.

Il contatto con il piatto superiore avverr ad una distanza dallestremo sinisytro pari a
x = x(t2 ) = v0 cos t2 = 2.72 cm.
G. Giugliarelli

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 1 Una bacchetta isolante di lunghezza L possiede una carica q uniformemente distribuita sulla sua
lunghezza.
Si determini il campo elettrico nel punto P ad una distanza
a dallestremo della bacchetta e si mostri che quando P
molto lontano dalla bacchetta (a
L) il campo assume la
forma di quello prodotto da una carica puntiforme q.
Soluzione Prendiamo lorigine dellasse nellestremo sinistro della bacchetta. Il campo in P generato da un
elementino di bacchetta di lunghezza dx diretto come lasse e ha ampiezza

dE =

dx
40 (L + a x)2

con = q/L. Perci

E =

40

L
0

dx
(L + a x)2

Si vede immediatamente che nel limite a

L+ax 0

L
40 a(L + a)

q
40 a(L + a)

L si ha
E =

G. Giugliarelli

40

q
40 a2

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 2 La figura mostra due anelli di raggio R non conduttori
paralleli e normali ad un asse su cui sono centrati. Sui due anelli sono
distribuite uniformemente le cariche q1 e q2 e la distanza tra gli anelli
3R.
Se il campo si annulla in P sullasse a distanza R dallanello 1, qual
il rapporto q1 /q2 ?

Soluzione Il campo prodotto da un anello carico lungo i punti del suo asse ha lespressione

E(z) =

qz
40 (R2 + z 2 )3/2

Perci il campo risultante dei due anelli lungo i punti dellasse pu essere scritto come segue

E(z) =

q1 z
40 (R2 + z 2 )3/2

q2 (z 3R)
40 R2 + (z 3R)2 3/2

Allora
E(R) = 0

G. Giugliarelli

q1 R
(R2 + R2 )3/2

2q2 R)
=0
R2 + 4R2 3/2

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q1
q2

32
125

= 0.506.

4/06/2013

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 3 Delle sottili bacchette di materiale isolante (vetro, plastica,
. . .) sulle quali sono state distribuite uniformemente delle cariche q e q
vengono piegate in modo da formare degli archi di cerchio (vedi figura).
Si determini il campo nel centro di curvatura nei due casi illustrati dalla
figura.

Soluzione Per un arco di cerchio carico di apertura 2 (vedi figura qui a fianco) il
campo risultante nel suo centro (di curvatura) perpendicolare allarco stesso. Cio:

E =

dE cos =

ds cos =

40 r 2

40 r 2

r cos d =

20 r

sin

Tenendo quindi presente che = q/2R abbiamo:


E =

q
40 r 2

sin

Quindi nelle due situazioni indicate dal problema, i campi prodotti dalle due parti dellarco di circonferenza
sono disposti come nella figura qui sotto.
In particolare, in (a) i campi prodotti dai due semicerchi sono uguali ed
equiversi e quindi:
Ea = 2

q
40 (/2)r 2

sin(/2) =

q
2 0 r 2

Invece in (b) i campi prodotti dai due quarti di cerchio sono perpendicolari fra loro e quindi il campo
risultante pari a:
q
q
Eb = 2
sin(/4) cos(/4) =
40 (/4)r 2
2 0 r 2
G. Giugliarelli

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 4 Calcolare il lavoro necessario per capovolgere un dipolo in un campo elettrico uniforme di
modulo E, in funzione del modulo p del momento di dipolo, del modulo E del campo e dellangolo 0
E.
compreso tra p ed E
Soluzione Il lavoro esterno (fatto cio da un operatore esterno) per ruotare un dipolo elettrico immerso in
un campo elettrostatico uniforme da un angolo iniziale 0 ad un angolo finale pari a
L = U () U (0 ) = pE(cos 0 cos )
Quindi, se = 0 + , osservando che cos(0 + ) = cos 0 , abbiamo
L = 2pE cos 0

Problema 5 Calcolare la frequenza di oscillazione di un dipolo elettrico, avente momento dipolare p e


momento dinerzia I, per piccole ampiezze di oscillazione attorno alla posizione di equilibrio in un campo
elettrico uniforme di modulo E.
Soluzione Se ad un dipolo nel campo elettrostatico compete una energia potenziale, allora significa anche
che (in assenza di altre interazioni) la sua energia meccanica si deve conservare. Quindi
K + U = cost.

I pE cos = cost.

O anche
d

dt

I pE cos

Per piccoli angoli sin


d2
dt2

pE
I

theta

G. Giugliarelli

=0

d
dt

+ pE sin = 0

d2

dt2

pE
I

sin

e perci

(t) = 0 cos( t + )

con

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pE
I

pE

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 6 Un cubo di lato l = 1.40 m disposto come mostrato in figura in
una regione di campo elettrico uniforme.
Si trovi il flusso elettrico attraverso la faccia di destra quando il campo elettrico,
in N/C, dato da:

(a) 6.00
ii;
(b) 2.00
jj;
(c) 3.00
i + 4.00k
k;
Si calcoli il flusso totale attraverso il cubo per ognuno di questi campi.

Soluzione Il campo uniforme in tutti e tre i casi. La normale della faccia destra del cubo coincide con il
versore dellasse y, cio j . Quindi

(a) =

(b) =

faccia destra

faccia destra

(c) =

2
j = 0;
dA = l (6.0
ii)
E (a) n

E (b) n
dA = l2 (2.0
jj)
j = 3.92 Nm2 /C;

faccia destra

dA = l (3.0
i + 4.0k
k)
j = 0.
E (c) n

Si noti infine che, essendo il campo uniforme, il flusso attraverso tutto il cubo nullo !

G. Giugliarelli

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 7 Una retina per farfalle si trova in un campo elettrico uniforme
E come mostrato in figura. Il telaio, un cerchio di raggio a, disposto
perpendicolarmente al campo.
Si trovi il flusso del campo attraverso la retina.

Soluzione Si consideri la superficie gaussiana costituita dallunione tra la retina e la superficie piana
(circolare) delimitata dal telaio.
Essendo il campo elettrico uniforme, il suo flusso attraverso tale superficie nullo! Ma allora possiamo
scrivere
0 = totale = telaio + retina

retina = telaio
Quindi
2

retina = telaio = a E.

G. Giugliarelli

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 8 Una carica puntiforme q viene posta esattamente sul vertice di un cubo di lato a. Qual il
flusso attraverso ognuna delle facce del cubo?
Soluzione Il campo prodotto dalla carica puntiforme radiale. Osservando
la figura qui a fianco, si comprende che il flusso di tale campo attraverso le
faccie 1, 2 e 3 nullo, essendo il campo parallelo ad esse.
1 = 2 = 3 = 0
Per quanto riguarda il flusso attraverso le faccie 4, 5 e 6, prima di tutto si noti che il flusso attraverso di
esse lo stesso.
Se poi consideriamo la carica q nel centro di un cubo di spigolo
doppio (vedi figura qui a sinistra), il flusso del suo campo , per il
teorema di Gauss pari a q/0 ! Infine notando che le facce di tale
cubo sono costituite complessivamente da 24 superfici analoghe
alle facce 4, 5 e 6 del cubo originario, abbiamo

4 = 5 = 6 =

G. Giugliarelli

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q
240

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 9 Su un cavo sottile rettilineo molto lungo presente una carica negativa con densit di carica
lineare = 3.6 nC/m. Il cavo viene circondato da un cilindro avente raggio R = 1.5 cm, coassiale con il
cavo, sulla cui superficie esterna distribuita uniformemente una carica con densit .
Si calcoli la densit di carica superficiale sulla superficie del cilindro affinch il campo elettrico netto
allesterno del cilindro sia nullo.
Soluzione Se circondiamo (parzialmente) le distribuzioni di carica con una superficie gaussiana cilindrica
con asse il cavo stesso, di raggio r > R e lunghezza h, il flusso del campo attraverso di essa dovr essere
nullo.
Quindi, dalla legge di Gauss avremo
0=

h + 2Rh

2R

= 3.82 10

C/m .

Problema 10 Una carica distribuita uniformemente in un cilindro infinitamente lungo di raggio R.


Determinare E ad una distanza r dallasse del cilindro sia nel caso r < R che r > R.
Soluzione Consideriamo una superficie gaussiana cilindrica di raggio r e lunghezza h, coassiale con la
distribuzione di carica e applichiamo la legge di Gauss.
Per r < R potremo scrivere
E2rh =

r 2 h

Er<R =

20

Invece per r > R si avr


E2rh =

R2 h
0

Er>R =

R2
20 r

20 r

dove nellultima relazione abbiamo posto = R2 a tutti gli effetti la densit lineare di carica del cavo
cilindrico.
G. Giugliarelli

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 11 Su una superficie piana isolante molto estesa distribuita uniformemente una carica con densit . Un piccolo foro circolare di raggio R viene ricavato nel punto centrale del foglio, come
mostrato in figura.
Si calcoli il campo elettrico nel punto P , ad una distanza z dal centro
del foro lungo il suo asse.

Soluzione Il problema si pu risolvere facilmente sfruttando il principio di sovrapposizione. Infatti, si noti


che la distribuzione di carica di figura pu essere anche ottenuta sovrapponendo le due seguenti distribuzioni:
1. superficie piana (senza buchi) isolante molto estesa con carica distribuita uniformemente con
densit ;
2. disco di raggio R carico uniformemente con densit .
Il campo nel punto P sar, quindi, la somma dei campi prodotti dalle due distribuzioni. Cio

E =

20

20

z
R2 + z 2

20

z
R2 + z 2

diretto verso lalto.

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Esercitazione 16 Calcolo di campi e.s. e applicazioni del teorema di Gauss


Problema 12 Su una sfera isolante di raggio R si ha una distribuzione di carica non uniforme pari a
s
r, dove s una costante e r la distanza dal centro della sfera.
R
Si dimostri che:
(r) =

a) la carica totale sulla sfera Q = s R3 ;


b) il campo elettrico allinterno della sfera dato da E =

40 R4

Soluzione Consideriamo una strato sferico di spessore dr e raggio r, concentrico con la distribuzione di
carica. La quantit di carica interna a tale strato pari a
2

dq = (r)4r dr =

4s
R

r dr,

e quindi la carica totale nella sfera

Q=

4s
R

r dr =
0

4s R4
R

= s R .

Applicando poi la legge di Gauss ad una sfera si raggio r < R, si ha

E4r

1 4s
0

G. Giugliarelli

(r ) dr =
0

s 4
r

0 R

E(r) =

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s
40 R

Q
40 R4

r .

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Esercitazione 17 Applicazioni del teorema di Gauss e calcolo di potenziali


Problema 1 Su una regione sferica distribuita uniformemente una della carica con
una densit . Sia r il vettore posizione di un punto generico P interno alla sfera
rispetto al centro.
a) Si dimostri che il campo elettrico in P dato da E =

30

r
r. (Si noti che il

risultato indipendente dal raggio della sfera.)


Viene ricavata una cavit sferica nella sfera sopradetta, come mostrato nella figura.
b) Si dimostri che il campo elettrico in tutti i punti della cavit pari a

E =
a (campo uniforme), essendo a il vettore che va dal centro della sfera
30
al centro della cavit. (Si noti che il risultato indipendente dal raggio della
sfera e da quello della cavit.)
Soluzione Quanto richiesto al punto a) stato gi stato visto a lezione.
Per il punto b) possiamo, ancora una volta, fare appello al principio di sovrapposizione. In effetti, la
distribuzione di carica pu essere ottenuta sovrapponendo una sfera (senza cavit) carica con densit , ed
una di dimensioni pari a quelle della cavit carica con densit .
Quindi, sfruttando il risultato precedente ed il principio di sovrapposizione, nei punti della cavit il campo
sar pari alla somma dei campi prodotti dalle due distribuzioni di carica. Cio
E =

30

30

b =

30

r b ,

dove il vettore b un vettore che va dal centro della cavit al punto individuato da r
r. Perci, essendo b
un vettore che va da tale punto al centro della cavit abbiamo
r b =a

G. Giugliarelli

E =

30

a
a.

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Esercitazione 17 Applicazioni del teorema di Gauss e calcolo di potenziali


Problema 2 Nella figura una bacchetta di plastica con carica uniformemente distribuita Q, piegata a forma di arco di cerchio di raggio R e angolo al centro di 120
(2/3).
Con V = 0 allinfinito, qual il potenziale elettrostatico nel punto P , centro di
curvatura della bacchetta?

Soluzione Preso un elementino di arco di lunghezza dl, il potenziale da esso generato in P


dV =

dq
40 R

dl
40 R

d
40

dove d lapertura angolare dellelementino dl e la densit lineare di carica sulla bacchetta.


Perci, se langolo in P sotteso dalla bacchetta, il potenziale complessivo in P
V =

40

d =
0

40

q
40 R

dove q la carica complessiva sulla bacchetta.


Si noti che tale potenziale non dipende da . Conseguentemente, se il punto P fosse stato lungo la perpendicolare al piano in cui si trova la bacchetta condotta per il centro di curvatura, il potenziale sarebbe
stato
q
V =
,
40 R2 + z 2
dove z la distanza dal piano della bacchetta. Tale relazione vale anche (ovviamente) per = 2, cio per
un anello carico. Se q = Q, abbiamo
Q
V =
.
40 R
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Esercitazione 17 Applicazioni del teorema di Gauss e calcolo di potenziali


Problema 3 Su un sottile anello di plastica di raggio R = 50.0 cm distribuita uniformemente una carica
Q = 4.0 mC.
a) Calcolare lespressione del campo elettrico generato dalla distribuzione di carica nei punti dellasse
dellanello.
Una particella di massa m = 1.0 g e carica q = 1.0 mC, libera, ma vincolata a rimanere lungo lasse
dellanello, viene scagliata verso lanello stesso da una distanza d0 = 2.0 m dal suo centro con una velocit
v0 = 10.0 m/s.
b) Dire se la particella riesce ad attraversare lanello e calcolare la velocit allinfinito che la particella
avr dopo aver attraversato lanello o essere stata riflessa allindietro.
Infine, si abbia una particella di massa m = 1.0 g e carica q = 1.0 mC, libera ma vincolata a rimanere
lungo lasse dellanello:
c) calcolare (in assenza di gravit) la frequenza delle sue oscillazioni quando essa viene posta
inizialmente ad una distanza d0 = 2.0 cm dal centro dellanello.
Soluzione
a) Se prendiamo lasse dellanello come asse x, il potenziale e il campo elettrico in un suo punto sono:
Q

V (x) =

R2 + x2

40

E(x) =

V
x

Q
40

x
.
R2 + x2 3/2

b) Il campo elettrostatico conservativo. Quindi durante il moto della particella carica si conserva lenergia
meccanica. Cio, se la particella dovesse raggiungere il centro dellanello dovremmo avere
K(d0 ) + qV (d0 ) = K(0) + qV (0)
Ma osservando che

1
2

G. Giugliarelli

Qq

mv0 +

40

R 2 + d2
0

1
2

Qq

mv0 +

40

= 0.0674 J <

= K(0) +

R 2 + d2
0

Qq
40 R

Qq
40 R

= 0.0719 J,

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Esercitazione 17 Applicazioni del teorema di Gauss e calcolo di potenziali


Problema 3 continuazione della soluzione
concludiamo che la particella non raggiunge il centro dellanello. Essa viene quindi riflessa, e quando sar
molto lontana dallanello avremo

K() =

1
2

2
mv0 +

Qq
40

= 0.0674 J

v =

R2 + d2
0

2 1
Qq

2
mv0 +
= 11.6 m/s.
m
2
40 R2 + d2
0

c) Sulla particella agisce una forza pari a

F (x) = qE =

Per piccoli valori della x (cio x

Qq
40

x
R2 + x2 3/2

R) possiamo scrivere

F (x) F (0) +

F
x x=0

x=

Qq
40 R3

x,

che ha lespressione di una forza elastica.


Quindi, scrivendo lequazione del moto abbiamo

d2 x
dt2

Qq
40 R3

x(t) = d0 cos(t + )

con

Qq
40 mR3

e infine
=

G. Giugliarelli

Qq

40 mR3

= 2.7 Hz.

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Esercitazione 17 Applicazioni del teorema di Gauss e calcolo di potenziali


Problema 4 La carica q distribuita uniformemente nel volume di una sfera avente raggio R.
a) Se il potenziale nullo allinfinito, dimostrare che il potenziale ad una distanza r dal centro, per
r < R, dato da
q(3R2 r 2 )
V (r) =
80 R3
b) Quale sarebbe stato il potenziale se si fosse preso V (0) = 0?
c) Qual la d.d.p. tra un punto sulla superficie e il centro della sfera?
Soluzione Ricordiamo che il campo elettrico prodotto da questa distribuzione di carica radiale e la sua
intensit pari a

r<R

30 r,
E(r) =
q

r>R
2,
40 r

Quindi il potenziale a distanza r < R dal centro della distribuzione

R
dr

q
2
2
V (r) =
E(r)dr =
rdr +
=
(R r ) +
30 r
40 R r 2
60
40 R
r
Ricordando che =

3q
4R3

abbiamo
V (r) =

80 R3

(R r ) +

40 R

q(3R2 r 2 )
80 R3

Per avere V (0) = 0 basta sommare un opportuna costante allespressione appena ottenuta. Cio
V (r) = V (r) + A

con

A = V (0) =

Infine
V = V (R) V (0) =
G. Giugliarelli

q
40 R

3q
80 R

3q
80 R

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V (r) =
q
80 R

qr 2
80 R3

.
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Esercitazione 17 Applicazioni del teorema di Gauss e calcolo di potenziali


Problema 5 Ricavare unespressione per il lavoro necessario per disporre le quattro cariche come in figura, supponendo che le cariche fossero
inizialmente infinitamente lontane luna dallaltra.

Soluzione Il lavoro richiesto pari allenergia potenziale del sistema di cariche che per un sistema di n
cariche puntiformi pari a
n1

U =
i=1 j=i+1

qi qj
ri,j

Quindi, nel presente caso abbiamo

U =

q2
40 a

q2
40 a

q2
q2
q2
q2

2a
40 a
40 a
40 2a

40

Sommando otteniamo
U =

G. Giugliarelli

q 2 (2 2 1)
40 a

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Esercitazione 17 Applicazioni del teorema di Gauss e calcolo di potenziali


Problema 6 Quattro particelle puntiformi uguali di carica q = 5.0 106 C sono mantenute ai vertici di
un quadrato di lato a = 5.0 cm.
Si determini:
a) lenergia elettrostatica del quadrato di cariche;
b) il lavoro che si deve compiere per portare una quinta particella (di carica identica alle precedenti)
da un punto allinfinito al centro del quadrato;
c) la velocit limite che la quinta particella (di massa m = 1.5 g) acquisirebbe se, dopo essere stata
posta nel centro del quadrato, venisse spostata di poco e lasciata libera.
Soluzione Lenergia elettrostatica delle 4 cariche corrisponde al lavoro per comporre il sistema stesso e
quindi pari a

q2
q2
q2
U =4
+2
=
4 + 2 = 24.3 J.

40 a
40 2a
40 a
Il lavoro per portare la quinta carica nel centro del quadrato pari alla sua energia potenziale rispetto alle
quattro cariche. Cio
2
2q
q2
L5 = 4
=
= 25.4 J.

40 ( 2a/2)
0 a
Quando la quinta particella viene spostata, anche di poco, dal centro del quadrato, essa risentir di forze
che la spingeranno ad allontanarsi indefinitamente dal quadrato di cariche. Applicando la conservazione
dellenergia, possiamo scrivere

Ui =

G. Giugliarelli

1
2

mvlim

vlim =

2q 2

0 ma

= 184 m/s.

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Esercitazione 17 Applicazioni del teorema di Gauss e calcolo di potenziali


Problema 7 Si considerino due sfere conduttrici 1 e 2 molto distanti luna dallaltra. La seconda abbia
un diametro doppio della prima. Sulla sfera pi piccola sia inizialmente presente una carica positiva q e la
sfera pi grande sia inizialmente scarica. Si colleghino ora le due sfere con un lungo cavo conduttore sottile.
a) Quali saranno i potenziali finali V1 e V2 delle sfere?
b) Si determinino le cariche finali q1 e q2 sulle sfere in funzione di q.
c) Qual il rapporto della densit di carica superficiale finale della sfera 1 rispetto alla sfera 2?
Soluzione Quando le due sfere saranno in contatto elettrico (tramite il filo) esse, insieme al filo, formano
un unico conduttore. Pertanto dovranno raggiungere lo stesso potenziale ! Dovr essere cio

V1 = V2

q1

40 R1

q2

q1

40 R2

q2

R1
R2

Si noti per che per le densit superficiali di carica abbiamo


1
2

q1

2
4R2

2
4R1

q2

2
q1 R2
2
q2 R1

R2
R1

Cio, le densit di carica sono inversamente proporzionali ai raggi di curvatura dei conduttori.
Tornando al nostro problema, la conservazione della carica ci permette di scrivere

q1 + q2 = q

G. Giugliarelli

q2 = q q1

q1
q q1

R1
R2

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1
2

q1 = q
3
2

q2 = q
3

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Esercitazione 17 Applicazioni del teorema di Gauss e calcolo di potenziali


Problema 8 Due sottili sfere concentriche, isolate e conducenti, di raggio R1 e R2 (con R1 < R2 ) hanno
rispettivamente carica q1 e q2 .
Con V = 0 allinfinito, si ricavino le espressioni per E(r) e V (r), dove r la distanza dal centro delle sfere.
Si tracci landamento di E(r) e V (r) da r = 0 a r = 4.0 m per R1 = 0.5 m, R2 = 1.0 m, q1 = 2.0 mC, e
q2 = 1.0 mC.
Soluzione Sfruttando la legge di Gauss il campo elettrostatico pu essere calcolato attraverso la seguente
applicandola alle diverse regioni tra le sfere:
E(r)4r

qint

Daltra parte, per il potenziale, una volta determinati a campi elettrostatici nelle diverse regioni avremo

V (r) =

E(r)dr
r

La tabella seguente riassume i diversi rusultati


E(r)
r < R1

V (r)
R1

0dr +

R1 < r < R2

r > R2

q1

q1

40 r 2

40

q1
40
R2
r

R2
R1

dr
r2

dr
r2

q1 + q2

40 r 2

40

G. Giugliarelli

40

q1 + q2
40

q1 + q2

dr

R2

r2

q1 + q2

dr

R2

r2

dr
r2

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q1
40 R1

q1
40 r

q2
40 R2

q2
40 R2

q1 + q2
40 r

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Esercitazione 18 Potenziale elettrostatico, condensatori


Problema 1 Una sfera conduttrice di raggio R = 2.7 m possiede una carica netta pari a Q = 105 C.
a) Determinare lintensit del campo elettrico in un punto esterno alla sfera alla distanza d = 5.0 m
dal suo centro;
b) Se unelettrone fosse lasciato libero in tale punto, quale sarebbe il valore della sua accelerazione
iniziale e in quale verso?
c) Quale velocit avrebbe quando giunge sulla sfera?
Soluzione Il campo allesterno della sfera conduttrice radiale ed ha ampiezza
E(r) =

40 r 2

Quindi alla distanza indicata abbiamo


E(d) =

40 d2

= 3.60 10

V/m.

Sullelettrone agisce quindi una forza verso la sfera di ampiezza F = eE(d) e conseguentemente, se viene
lasciato libero, esso parte verso la sfera con unaccelerazione iniziale
ai =

eE(d)
me

eQ
40 me d2

14

= 6.32 10

m/s .

Durante il moto dellelettrone si conserva lenergia meccanica e perci potremo scrivere:

eQ
40 d

1
2

me v (R)

G. Giugliarelli

eQ
40 R

v(R) =

eQ

20 me

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1
d

= 7.33 10

m/s.

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Esercitazione 18 Potenziale elettrostatico, condensatori


Problema 2 Tre armature piane conduttrici identiche sono montate ad
stanza fra loro (vedi figura). Larmatura 1 messa a terra; le armature
connesse ai terminali di un generatore che fornisce una f.e.m. E = 80 V.
lequilibrio il generatore viene sconnesso.
A partire da questa situazione, calcolare le d.d.p. tra le armature 1 e
armature 2 e 3 dopo aver effettuato le seguenti operazioni:

uguale di1 e 3 sono


Raggiunto
2 e tra le

a) larmatura 2 viene collegata a terra dopo aver scollegato da terra la 1;


b) prima viene collegata a terra larmatura 2 e poi si scollega da terra prima la 1
e poi la 2.

Soluzione Con il collegamento al generatore, tra le armature 1 e 3 avremo una d.d.p. E. Per effetto del
collegamento a terra possiamo anche dire che la 1 a potenziale 0 e la 3 a potenziale E. Conseguentemente,
larmatura 2, essendo esattamente equidistante dalle altre sar a potenziale E/2. In tale situazione, sulle
facce delle armature avremo le cariche +q o q come indicato nella figura in basso. Il distacco del generatore
non modifica la situazione (anche perch le cariche sulle 2 e 3 non possono variare, essendo queste isolate).

a) Staccando la 1 da terra la distribuzione di carica non cambia. Allo stesso modo,


collegando ora la 2 a terra, non cambia niente! Si noti che ci sono sempre delle
armature isolate. Possiamo dire, che lultimo collegamento non fa altro che spostare
lo zero del potenziale sulla 2. Quindi avremo la 1 a potenziale E/2, la 2 a 0 e la 3 a
E/2.

b) Collegando la 2 terra, essa viene portata allo stesso potenziale della 1. Perci le
cariche sulle loro facce affacciate si ricombinano annullando il campo elettrico tra di
loro. Invece, tra 2 e 3 non cambia niente (si noti che la 3 rimane sempre isolata). Il
successivo distacco di 1 e 2 da terra non cambia le cose. In definitiva la 1 e la 2 sono
a potenziale 0, mentre la 3 a potenziale E/2.
G. Giugliarelli

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Esercitazione 18 Potenziale elettrostatico, condensatori


Problema 3 Si consideri linsieme di condensatori schematizzato in figura con
C1 = 10.0 F, C2 = 5.00 F e C3 = 4.00 F.
a) Si determini la capacit equivalente del circuito.
b) Assumendo V = 100 V, e nellipotesi che il condensatore C3 subisca un
corto circuito (divenendo equivalente ad un conduttore), calcolare la
variazione di carica e di d.d.p. del condensatore C1 .

Soluzione Si noti che i condensatori C1 e C2 sono in parallelo fra loro. Quindi la loro capacita equivalente
C12 = C1 + C2 = 15.0 F.
Inoltre C12 in serie a C3 e perci la capacit equivalente del circuito
1
C

1
C12

1
C3

1
C1 + C2

1
C3

C1 + C2 + C3
(C1 + C2 )C3

C =

(C1 + C2 )C3
C1 + C2 + C3

= 3.16 F

Se applichiamo la d.d.p. V al circuito, sulla capacit C avremo la carica q = CV = 3.16 104 C


corrispondente anche alla carica su C3 . Quindi
V1 = V2 = V V3 = V

q
C3

=V

C
C3

V C3
C1 + C2 + C3

= 21.1 V

q1 = C1 V1 = 2.11 10

C.

Se C3 subisce il corto, come se venisse sostituito da un conduttore. In questo caso ovviamente abbiamo
V1 = V2 = V = 100 V;

q1 = C1 V1 = 1.0 10

C,

e quindi
V1 = V1 V1 = 8.9 V;

G. Giugliarelli

q1 = q1 q1 = 7.89 10

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C.

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Esercitazione 18 Potenziale elettrostatico, condensatori


Problema 4 Nella figura i condensatori C1 = 1.0 F e C2 = 3.0 F, vengono
caricati con una identica d.d.p. V = 100 V, ma con polarit opposte, come
mostrato. Quindi gli interruttori S1 e S2 vengono chiusi.
a) Quale sar la d.d.p. finale tra i punti a e b?
b) Quali saranno le cariche finali su C1 e C2 ?

Soluzione Allequilibrio elettrostatico ai capi dei due condensatori dovremo avere la stessa d.d.p. Cio dovr
essere
q1
q2
V1 = V2

=
,
C1
C2
dove q1 e q2 sono le cariche finali sulle armature dei due condensatori. Daltra parte inizialmente abbiamo
q1,0 = C1 V = 1.0 10

C;

q2,0 = C2 V = 3.0 10

C.

Notando che al chiudersi degli interruttori, le armature inferiori (come anche le superiori) diventano parte
di un unico conduttore, per la conservazione della carica dovremo avere
q1 + q2 = q2,0 q1,0 = (C2 C1 )V
dove, tenendo conto delle entit delle cariche iniziali e delle polarit iniziali dei condensatori, si supposto
che nella situazione finale le armature inferiori siano entrambe positive. Perci
q2
(C2 C1 )V q2
=
,
q1 = (C2 C1 )V q2

C1
C2
dalla quale otteniamo
(C2 C1 )C2 V
4
q2 =
= 1.5 10
C;
C1 + C2
e
V1 = V2 =

G. Giugliarelli

q1 =

C2 C1
C1 + C2

(C2 C1 )C1 V
C1 + C2

= 5.0 10

V = 50 V.

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11/06/2013

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Esercitazione 18 Potenziale elettrostatico, condensatori


Problema 5 Una sfera conduttrice cava A, di raggi R2 = 40 cm e R3 = 60 cm,
contiene una sfera conduttrice B, concentrica, di raggio R1 = 20 cm. Si connette
alle due sfere come in figura un generatore di d.d.p. V0 = 900 V.
a) Determinare in modulo e segno le cariche q1 , q2 e q3 presenti sulle tre
superfici.
Successivamente, viene staccato il generatore. Calcolare la variazione di energia
elettrostatica:
b) nel caso che si colleghino le sfere fra loro;
c) nel caso in cui si colleghi a terra la sfera A.
Soluzione a) La sfera B a potenziale 0, mentre la sfera A a V0 . Quindi per la superficie di raggio R3
avremo
q3
8
V0 =

q3 = 40 V0 R3 = 6.0 10
C.
40 R3
Daltra parte le due sfere, nel loro insieme, costituiscono un condensatore sferico di capacit
C1,2 40

R1 R2
R2 R1

e quindi la carica sulle armature di questo condensatore (le superfici di raggi R1 e R2 )


q = C1,2 V0 = 40 V0

R 1 R2
R2 R1

= 4.0 10

q1 = q;

q2 = +q.

Lenergia elettrostatica immagazzinata in questo sistema comprende lenergia del condensatore C1,2 e quella
relativa alla carica q3 , cio
U = U1,2 + U3 =

q2

2 C1,2

2
1 q3
5
5
5
= 1.8 10
J + 2.7 10
J = 4.5 10
J,
2 C3

dove C3 = 40 R3 la capacit del coduttore sferico A.


G. Giugliarelli

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Esercitazione 18 Potenziale elettrostatico, condensatori


Problema 5 continuazione della soluzione
b) Quando si connettono i conduttori fra loro si scarica il condensatore C1,2 e quindi si annullano le cariche
q1 e q2 sulle due superfici sferiche di raggio R1 e R2 . Perci si perde U1,2 , e conseguentemente
Ub = U3 U = U1,2 = 1.8 10

J.

c) Al contrario, collegando A a terra si annulla q3 e quindi si perde U3 , da cui


Uc = U1,2 U = U3 = 2.7 10

G. Giugliarelli

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J.

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Esercitazione 18 Potenziale elettrostatico, condensatori


Problema 6 Nella figura la batteria B fornisce una d.d.p. V = 12.0 V.
A partire dalla situazione indicata in figura (entrambi gli interruttori aperti, si
determini la carica su ciascun condensatore quando:
a) chiuso solo linterruttore S1 ;
b) sono chiusi entrambi gli interruttori.
Si assuma C1 = 1.0 F, C2 = 2.0 F, C3 = 3.0 F e C4 = 4.0 F.
Soluzione a) Se S1 chiuso, ma S2 aperto, C1 e C3 , come anche C2 e C4 , sono in serie. A tali serie
corrispondono le capacit
C1 C3
C2 C4
C1,3 =
;
C2,4 =
C1 + C3
C2 + C4
Le due serie sono sottoposte alla stessa d.d.p. V e perci le cariche sui diversi condensatori sono:
q1 = q3 = q1,3 = C1,3 V =

C1 C3 V
C1 + C3

= 9.0 10

C; q2 = q4 = q2,4 = C2,4 V =

b) Chiudendo anche S2 , C1 e C2 , come C3 e C4 , sono in parallelo fra loro.


equivalenti sono
C1,2 = C1 + C2 ;
C3,4 = C3 + C4 .

C2 C4 V
C2 + C4

= 1.6 10

C.

Quindi le loro capacit

Tali capacit sono a loro volta in serie e quindi potremo scrivere


V = V1,2 + V3,4 =

q
C1,2

q
C3,4

C1,2

1
C1,2

q=

C1,2 C3,4
C1,2 + C3,4

(C1 + C2 )(C3 + C4 )V
C1 + C2 + C3 + C4

Da queste abbiamo infine


V1,2 =

(C3 + C4 )V
C1 + C2 + C3 + C4

G. Giugliarelli

= 8.4 V;

V3,4 =

(C1 + C2 )V
C1 + C2 + C3 + C4

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= 3.6 V.

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Esercitazione 18 Potenziale elettrostatico, condensatori


Problema 7 Una sfera metallica carica isolata di diametro d = 10 cm si trova ad un potenziale V = 8000
V rispetto al potenziale nullo posto allinfinito.
Calcolare la densit di energia del campo elettrico vicino alla superficie della sfera.
Soluzione Essendo la sfera conduttrice ad essa corrisponde una capacit C = 40 R = 20 d. Quindi la
carica su di essa depositata pari a
q = CV = 20 V d = 4.4 10

C.

Per il campo elettrico e la densit di energia nei pressi della sfera abbiamo

E =

q
d2 0

G. Giugliarelli

2V
d

= 1.6 10

V/m;

uE =

1
2

0 E

20 V 2

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d2

= 1.13 10

J/m .

11/06/2013

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Esercitazione 19 Conduzione, semplici circuiti e circuiti RC


Problema 1 Quanto tempo impiegano gli elettroni per migrare dalla batteria di unautomobile al motorino
di avviamento?
Si assuma una corrente di intensit i = 300 A e un filo di rame di lunghezza l = 0.85 m avente sezione
A = 0.21 cm2 .
Soluzione Attraverso la relazione tra la densit di corrente e la velocit di deriva viste a lezione, possiamo
scrivere
i
i
2
4
J = nevd =
= 0.14 A/m

vd =
= 2.2 10
m/s,
A
neA
dove abbiamo utilizzato il valore di n = 8.49 1028 m3 del rame.
Perci, il tempo in cui un elettrone percorre tutto il filo

t =

l
vd

neAl
i

= 3860 s = 1 h 4 min 20 s.

Problema 2 Un essere umano pu rimanere folgorato se una pur piccola corrente imin = 50 mA passa
vicino al cuore. Un elettricista che lavora a mani nude e sudate, impugnando due conduttori con le due
mani realizza un buon contatto elettrico.
Se la resistenza del suo corpo pari a R = 2000 , qual la d.d.p. che gli sarebbe fatale?
Soluzione
Ovviamente si ha
V = Ri

G. Giugliarelli

Vmin = Rimin = 100 V!

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18/06/2013

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Esercitazione 19 Conduzione, semplici circuiti e circuiti RC


Problema 3 Un filo con resistenza R = 6.0 viene stirato fino ad allungarsi del triplo.
Calcolare la nuova resistenza del filo ipotizzando che la resistivit e la massa volumica del materiale non
siano variate.
Soluzione La resistenza del filo nella situazioni iniziale e finale pu essere scritta nella forma
R=

L
A

R =

3L
A

Se la massa volumica si mantiene costante, anche il volume si mantiene costante. Perci

3LA = LA

A =

A
3

R =

9L
A

= 9R.

Problema 4 Una resistenza cilindrica avente raggio r = 5.0 mm e lunghezza l = 2.0 cm viene fabbricata
con un materiale che ha una resistivit = 3.5 105 m.
Nellipotesi che la potenza dissipata nella resistenza sia pari a 1.0 W, determinare
a) la densit di corrente nel filo;
b) la d.d.p. ai suoi capi.
Soluzione La resistenza del conduttore cilindrico
l
R=
= 8.91 m
r 2
Daltra parte
2

P = Ri

i=

P
R

e quindi
J =

i
A

G. Giugliarelli

A2 R

= 1.35 10

A/m ;

V = Ri =

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RP = 94.4 mV.
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Esercitazione 19 Conduzione, semplici circuiti e circuiti RC


Problema 5 Un resistore ha forma cilindrica con sezione A. Una parte, di lunghezza l1 , fatta di materiale
la cui resistivit 1 ; laltra, di lunghezza l2 costituita da un diverso materiale la cui resistivit 2 . Il
resistore percorso longitudinalmente da una corrente I distribuita uniformemente nella sezione A.
Determinare:
a) le intensit dei campi elettrici nelle due parti del resistore;
b) la d.d.p. V ai capi del resistore;
c) se esiste, la quantit di carica presente sulla superficie di separazione tra le due parti del resistore.
Soluzione Nelle due parti del resistore, essendo percorse dalla stessa intensit di corrente (essendo in serie)
e avendo la stessa sezione A, si ha una densit di corrente comune pari a J = I/A. Perci, essendo tale
densit uguale in tutti i punti (la corrente distribuita uniformemente), nelle due parti avremo campi
elettrici uniformi di modulo
1 I
2 I
E1 = 1 J =
;
E2 = 2 J =
,
A
A
diretti come la corrente.
Corrispondentemente, la d.d.p. ai capi del resistore sar data da
I
V = V1 + V2 = E1 l1 + E2 l2 = (1 l1 + 2 l2 ) .
A
Si noti che questa espressione pu anche essere scritta nella forma seguente
l2
l1
+ 2
V = V1 + V2 = 1
I = R1 I + R2 I.
A
A
Infine, considerando una superficie cilindrica chiusa (coassiale al resistore), di sezione perlomeno pari ad
A e che contenga la superficie di separazione tra le due parti del resistore, applicando il teorema di Gauss
otteniamo
q
E = E2 A E1 A = (2 1 )I =

q = 0 (2 1 )I,
0
che dimostra che nella giunzione tra le due parti del resistore di diverso materiale si ha un ristagno di
carica!

G. Giugliarelli

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Esercitazione 19 Conduzione, semplici circuiti e circuiti RC


Problema 6 In un circuito RC in serie con E = 12.0 V, R = 1.40 M e C = 1.80 F.
Si calcoli:
a) la costante di tempo del circuito;
b) la carica finale sulle armature del condensatore;
c) il tempo che impiega la carica a raggiungere il valore di 16.0 C.
Soluzione
La costante di tempo del circuito
= RC = 2.52 s.
La carica finale sulle armature del condensatore :
Q = CE = 21.6 C.
La legge con cui varia la carica del condensatore durante la fase di carica
t/RC

q(t) = CE 1 e

Quindi allistante t in cui la carica vale q = 16.0 C, avremo

q = CE

t /RC

1e

G. Giugliarelli

t /RC

=1

q
CE

t = RC ln

Fisica Generale I, AA 2012-2013

q
CE

= 3.4 s.

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Esercitazione 19 Conduzione, semplici circuiti e circuiti RC


Problema 7 Un condensatore di capacit C = 10 F viene caricato tramite
un generatore di f.e.m. E = 200 V e quindi inserito nel circuito mostrato in
figura. Quando linterruttore viene chiuso, il condensatore si scarica sulle
resistenze.
Sapendo che la costante di tempo del circuito = 1.5 103 s, e che nella
resistenza R2 si dissipa, complessivamente, una energia W2 = 4.0 102 J,
determinare i valori delle resistenze R1 e R2 .
Soluzione Essendo le resistenze in serie, la costante di tempo del circuito
= (R1 + R2 )C.
Daltra parte, lenergia complessivamente dissipata nelle resistenze sar pari a quella inizialmente immagazzinata nel condensatore. Cio
1
2
W = W1 + W2 = U0 CE
2
Inoltre, essendo le due resistenze percorse dalla stessa intensit di corrente, le potenze e le energie da esse
dissipate sono proporzionali alle resistenze stesse. Quindi
W1
W2

R1
R2

R1 =

W1
W2

R2 =

U0 W 2
W2

R2 =

U0
W2

R2

Sostituendo nella prima equazione abbiamo quindi


=

U0
W2

R2 + R2 C =

Infine
R1 =

G. Giugliarelli

U0
W2

CR2

(U0 W2 )
U0 C

R2 =

W2
U0 C

= 30 .

= 120 .

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Esercitazione 19 Conduzione, semplici circuiti e circuiti RC


Problema 8 Un conduttore cilindrico cavo di lunghezza l = 30 cm ha raggi interno ed esterno pari ad
r1 = 2.0 cm e r2 = 5.0 cm e il materiale di cui costituito presenta una resistivit = 2.75 108 m.
Dato il conduttore si suppone che una d.d.p. possa essere applicata in due modi diversi: a) tra le basi
opposte del cilindro in modo che la corrente fluisca in direzione parallela allasse del conduttore; b) tra
le due superfici interna ed esterna del cilindro cavo in modo che la corrente fluisca in direzione radiale,
perpendicolarmente allasse del cilindro.
Si determini il rapporto, Ra /Rb , tra le resistenze che il conduttore presenta nei due casi indicati.
Soluzione Nel caso a) il calcolo della resistenza immediata. Infatti la sezione interessata dalla corrente
2
2
in questo caso costante e pari a A = (r2
r1
). Quindi
Ra =

l
A

l
2 r2 )
(r2
1

Nel caso b) invece, possiamo vedere il conduttore come lunione di tanti gusci cilindrici di lunghezza l,
spessore dr e raggio r (con r1 r r2 ). La corrente scorre radialmente e quindi tali gusci sono attraversati
da essa perpendicolarmente alla loro superficie (pari a A(r) = 2rl) per una lunghezza pari al loro spessore
dr. Pertanto ad ogni guscio compete una resistenza
dRb =

dr
A(r)

dr
2l r

Tutti i gusci, essendo attraversati dalla stessa corrente, risultano in serie e perci la resistenza complessiva
data dalla seguente
r2 dr

r2
Rb =
=
ln
dRb =
.
2l r1 r
2l
r1
Perci la risposta alla domanda del problema la seguente
Ra
Rb
G. Giugliarelli

2l2
2 r 2 ) ln (r /r )
(r2
2
1
1

= 93.5

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Esercitazione 19 Conduzione, semplici circuiti e circuiti RC


Problema 9 Due condensatori CA e CB , collegati in serie tra loro, vengono connessi ai morsetti di un
generatore di f.e.m. V0 = 100 V. In queste condizioni si osserva che ai capi del condensatore A si ha una
d.d.p. VA = 30 V.
Successivamente, viene staccato il generatore (senza far scaricare i condensatori) e viene sostituito con una
resistenza R = 350 . In tali condizioni, monitorando la scarica dei condensatori sulla resistenza R, si
osserva che la carica su di essi si riduce a met di quella iniziale in un tempo t1/2 = 2.0 ms.
Determinare le capacit dei due condensatori.
Soluzione Essendo i due condensatori in serie, essi saranno dotati della stessa carica e la somma delle d.d.p.
ai loro capi pari a V0 . Quindi, dovr essere
VA =

q0
CA

VB = V0 VA =

q
CB

VA

VB

VA
V0 VA

CB
CA

CB =

VA
V0 VA

CA =

3
7

CA

Quando i condensatori si scaricano rulla resistenza, il circuito presenta una costante di tempo
= RCeq = R

CA CB

CA + CB

3
10

RCA

Durante la scarica, la carica sui condensatori segue la legge esponenziale seguente


q(t) = q0 e

t/

e quindi a t = t1/2 deve essere


q(t1/2 ) = q0 /2

t1/2 /

1
2

t1/2
ln 2

Con la precedente ricaviamo


CA =

G. Giugliarelli

10t1/2
3R ln 2

= 0.274 F;

CB =

3
7

CA =

10t1/2
7R ln 2

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= 0.118 F.

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Esercitazione 19 Conduzione, semplici circuiti e circuiti RC


Problema 10 Si vuole costruire uno scalda-acqua per portare 10 litri di acqua da 10 C a 50 C; si dispone
di un generatore (V0 = 300 V) capace di erogare una corrente di intensit massima imax = 10 A e un filo
di costantana, con resistivit = 49 108 m e diametro (della sezione) d = 1.0 mm.
Determinare:
a) il tempo minimo che occorre per il riscaldamento;
b) i metri di filo necessari;
c) quanto vale il consumo in kWh (chilowattora) se il rendimento del sistema pari a = 0.75.
[calore specifico dellacqua: c = 4.19 103 J/kgK]
Soluzione Sicuramente il riscaldamento richiesto sar effettuato nel tempo minimo quando la corrente
erogata sar massima. Quindi,

i = imax =

V0

R=

l
d2 /4

V0
imax

= 30

l=

d2 V0
4imax

= 48.1 m

Per riscaldare la quantit dacqua suddetta occorre una quantit di calore pari a
Q = mcT = 1.67 10

Ma a causa del rendimento minore di 1, il nostro riscaldatore dovr produrre una quantit di energia pari
a Q/ = 2.23 106 J = 0.62 kWh che, ovviamente, corrisponde anche al consumo del riscaldatore. Inoltre,
dato che tale consumo non altro che lenergia dissipata nel filo di costantana, ricaviamo
2

Rimax t =

G. Giugliarelli

t=

Q
Ri2
max

= 745 s = 12 23

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Esercitazione 19 Conduzione, semplici circuiti e circuiti RC


Problema 11 Un circuito consiste di un condensatore piano di
capacit C e una resistenza R posti in serie (vedi figura a).
Determinare landamento della d.d.p. V (t) da applicare tra i punti
A e B tale da produrre tra le armature del condensatore un campo
elettrico E avente landamento mostrato in figura b).

Soluzione Landamento del campo elettrico pu essere riassunto dalla seguente:

0,

E0 (T + t),
T
E(t) =
E

T0 (T t),

t < T
T t < 0
0tT
t>T

Supponendo che a sia la distanza tra le armature del condensatore, la carica sulle stesse vale
Q(t) = aCE(t).
Quindi impostando lequazione del circuito,
V (t) = Ri +

Q
C

=R

dQ
dt

Q
C

= aRC

dE
dt

+ aE

abbiamo immediatamente V (t), che risulta pari a

0,

aE0 [1 + RC/T + t/T ],


V (t) =
aE0 [1 RC/T t/T ],

G. Giugliarelli

t < T
T t < 0
0tT
t>T

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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 1 Un elettrone viene accelerato da una d.d.p. di 1 kV e si muove verso una regione compresa
tra due piastre piane parallele distanti tra loro 20 mm. Tra le piastre esiste una d.d.p. di 100 V.
Se lelettrone entra nella regione perpendicolarmente al campo elettrico presente fra le piastre, quale campo magnetico, perpendicolare sia al percorso dellelettrone sia al campo elettrico, necessario affinch
lelettrone prosegua in linea retta.
Soluzione Se lelettrone prosegue in linea retta, allora la forza risultante su di esso deve essere nulla.
Quindi, essendo presenti sia un campo elettrico che un campo magnetico (B dovr essere perpendicolare a
E), dovremo avere
E
E
V2
eE = evB

B =
=
v
vd
dove V2 la d.d.p. tra le piastre e d la loro distanza.
Ricordando poi che lelettrone accelerato da una d.d.p. V1 = 1.0 kV, allora
1
2

me v

= eV1

G. Giugliarelli

v=

2eV1
me

B =

me V22
2eV1 d2

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= 2.67 10

T.

19/06/2013

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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 2 Una sbarra di rame di massa m = 1.0 kg appoggiata su due rotaie orizzontali distanti tra
loro L = 1.0 m e attraverso di essa viene fatta passare una corrente i = 50 A da una rotaia allaltra. Il
coefficiente di attrito statico tra barra e rotaie s = 0.60. Al fine di spostare la sbarra nella regione
considerata viene generato un campo magnetico uniforme.
Determinare lorientazione e il minimo valore del campo magnetico necessario a spostare la sbarra?
Soluzione Per essere pi generali possibile, consideriamo un campo
magnetico che forma un angolo con la verticale (vedi figura a lato).
In tali condizioni la forza magnetica sulla sbarra diretta come in
figura e ha modulo
F = iLB
Per spostare la sbarra quindi necessario che la componente
orizzontale di F sia almeno pari alla massima forza di attrito, cio:
F cos = s N = s (mgF sin )

iLB cos = s (mgiLB sin )

Perci, il campo minimo che soddisfa questa condizione


B() =

s mg
iL(cos + s sin )

Il valore di per il quale il campo minimo corrisponde a quel valore in corrispondenza del quale il
denominatore della precedente relazione massimo, e cio quello per il quale
d
d

(cos + s sin ) = sin + s cos = 0

tan = s

= 0 = arctan s = 31 .

Quindi
Bmin = B(0 ) =

G. Giugliarelli

s mg
iL(cos 0 + s sin 0 )

s mg
iL cos 0 (1 + 2
s)

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s mg

=
iL

= 0.1 T.

1 + 2
s
19/06/2013

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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 3 La figura mostra una spira circolare di raggio a perpendicolare ad un campo magnetico divergente radialmente in modo simmetrico.
Questultimo ha, nei punti della spira, intensit B e forma un angolo
con la normale al piano della spira. Le estremit ritorte del filo non hanno
importanza in questo problema.
Si determini lintensit e la direzione della forza che il campo esercita sulla
spira, quando questultimo percorso da una corrente di intensit i.
Soluzione Le forze magnetiche sugli elementini dl della spira formano un angolo rispetto allorizzontale e
hanno ampiezza
dF = iBdl
Nella somma (integrale) per il calcolo della forza totale, le componenti orizzontali di tali forze si elidono a
vicenda; al contrario le componenti verticali si rafforzano lun laltra e danno una forza complessiva

F =

iBdl sin = iB sin

dl = 2aiB sin ,

diretta verso lalto.

G. Giugliarelli

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19/06/2013

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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 4 La figura mostra un cilindro di legno di massa m = 0.250 kg e
lunghezza l = 0.100 m, con N = 10 spire di filo avvolto intorno ad esso longitudinalmente, in modo che il piano dellavvolgimento cos formato contenga lasse
del cilindro.
Qual la corrente minima che deve percorrere la bobina in modo da evitare che
il cilindro rotoli lungo il piano inclinato di unangolo rispetto allorizzontale, in
presenza di una campo magnetico di 0.500 T, se il piano della bobina parallelo
al piano inclinato.
Soluzione Al passare della corrente nel filo le N spire diventano un dipolo magnetico di ampiezza
= 2rlN i
dove r il raggio del cilindro. Questo dipolo, diretto come la normale uscente dal piano inclinato, risente
di un momento torcente B che tende a farlo ruotare in verso antiorario pari a
B = B sin = 2rlN iB sin
Se vogliamo che il cilindro non rotoli gi per il piano inclinato, questo momento dovr essere perlomeno
uguale a quello del peso del cilindro (che tende a farlo ruotare in verso orario). Cio

2rlN iB sin mgr sin

G. Giugliarelli

mg
2lN B

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= 2.45 A.

19/06/2013

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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 5 Tra le armature di un condensatore piano, a distanza d = 50 cm fra loro, esiste una d.d.p.
V = 10.0 V.
Nellipotesi che un protone venga lasciato libero (da fermo) in prossimit dellarmatura positiva,
determinare:
a) il tempo nel quale il protone raggiunge larmatura negativa;
b) il numero di orbite di elica che il protone compirebbe se oltre al campo E ci fosse un campo
E, di modulo B = 0.01 T;
B, parallelo e concorde ad E
magnetico B
c) il numero di orbite di elica del protone (nelle condizioni b)) nel caso in cui avesse una velocit
iniziale parallela alle armature pari a v0 = 100 m/s.
Soluzione In presenza del solo campo elettrico il moto del protone nella direzione trasversale alle armature
uniformemente accelerato con accelerazione a = F/m = eE/m = eV /md (dove m la massa del protone).
Daltra parte, la presenza del campo magnetico (parallelo ad E) non modifica le caratteristiche del moto
E!). Infatti, la forza magnelungo tale direzione (anche se la velocit iniziale del protone trasversale ad E
B, anche perpendicolare ad E
E. Morale: il tempo per raggiungere
tica, essendo sempre perpendicolare a B
larmatura negativa lo stesso in tutti i casi e si ricava come segue
1 2
2d
2md2
5
at

t=
=
= 2.28 10
s.
2
a
eV
Nella situazione b) il moto del protone rettilineo e parallelo a B e quindi non si hanno orbite di elica.
Invece nella situazione c) la traiettoria unelica non uniforme con un passo via via pi grande mano a
mano che la componente della velocit lungo E e B aumenta. Invece in un piano parallelo alle armature il
protone segue una traiettoria circolare di raggio e periodo pari a
mv0
m
1
6
r=
= 1.04 10
cm
T = 2
= 6.56 10
s.
eB
eB
Perci il numero di orbite di elica dato da
d=

Norb. =
G. Giugliarelli

t
T

eB

2md2

2m

eV

2ed2

mV

= 3.48.

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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 6 Nello spazio 3D si consideri una terna di assi cartesiani e si supponga che in tale regione
E, diretto come lasse y, e un campo
coesistano due campi uniformi e costanti: un campo elettrostatico E
B, diretto come lasse z. Lasciata libera (con velocit iniziale nulla) una particella nellorigine
magnetico B
del sistema scelto, si determini:
a) le componenti, vx (t), vy (t) e vz (t), della velocit istantanea della particella;
b) la forma della traiettoria seguita dalla particella stessa.
Soluzione La forza istantanea sulla particella data dalla seguente

Fx = qBvy
vB
Fy = qE qBvx

F = qE + qv
F =0
z
Quindi, non essendoci forze lungo lasse z, il moto della particella sar confinato sul piano xy. Le equazioni
del moto sono quindi le seguenti

dvx
dvy
d2 vx

= qBvy
m
= qB

dt
dt2
dt

dv

d2 vy
dvx
m y = qE qBvx

m
= qB
dt
dt2
dt
Ricavando dvx /dt dalla seconda delle equazioni di destra e inserendola in quella di sinistra otteniamo:
d2 vy

qB 2
=
vy
dt2
m
dalla quale, ponendo = qB/m, si ottiene immediatamente vy (t) = vy,0 sin t. Quindi, considerando la
sua derivata rispetto al tempo si ricava
dvy
dvy
qE
qE
E
= vy,0 cos t

= ay (0) = vy,0 =

vy,0 =
=
,
dt
dt t=0
m
m
B
e
t
t
E
E
mE
vy (t) =
sin t

y(t) =
vy (t )dt =
sin t dt =
[1 cos t].
B
B 0
qB 2
0
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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 6 continuazione della soluzione
Ora, sostituendo lespressione di vy (t) nelle equazioni iniziali si ricava
E
qE cos t = qE qBvx

vx (t) =
[1 cos t],
B
e ancora
t
t
E
E
1
vx (t )dt =
[1 cos t ]dt =
x(t) =
t+
sin t .
B 0
B

0
Riassumendo, osserviamo che vx si annulla quando t = 2n (con n = 0, 1, 2, . . .) e cio per
2
2m
2mE
tn = 2n

tn =
n=
n
e per
x = xn =
n

qB
qB 2
Inoltre osserviamo che la pendenza della traiettoria pari a
sin t
vy (t)
=
,
m(t) =
vx (t)
1 cos t
diverge in corrispondenza dei punti dove vx = 0.
Notando infine che per

m
tn = + 2n

tn =
(1 + 2n) =
(1 + 2n)

qB

xn =

mE
qB 2

(1 + 2n)

m(tn ) = 0 (la traiettoria orizzontale) e y(tn ) = 2mE


2 possiamo concludere che la traiettoria seguita
qB

dalla particella del tipo mostrato nella figura sottostante

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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 7 La figura mostra una spira ABCDEF A percorsa da una corrente
i = 5.00 A. I lati della spira sono paralleli agli assi coordinati, con AB = a = 20.0
cm, BC = b = 30.0 cm e F A = c = 10.0 cm.
Calcolare il modulo, la direzione, e il verso del momento di dipolo magnetico di
questa spira.

Soluzione La spira pu essere vista come la composizione delle spire ABCDA e ADEF A che hanno un lato
(DA e AD) sovrapposto. Alle due spire possiamo associare i momenti di dipolo magnetico
1 = abi;

2 = bci,

diretti, il primo verso il basso e il secondo verso destra. Il momento di dipolo complessivo la somma
vettoriale dei due momenti di dipolo, e quindi avremo un momento di dipolo complessivo pari a

2
2
1 + 2 = bi

che forma un angolo


= arctan

1
2

a2 + c2 = 0.33 Am ,

= arctan

a
c

= arctan 2 = 63

con lorizzontale.

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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 8 Si calcoli il campo magnetico B nei punti C e P (rispettivamente) per le due spire mostrate
in figura.

Soluzione Il campo magnetico nel centro di curvatura di una corrente che si sviluppa su un arco di cerchio
di apertura e raggio R dato da

dB =

0 i ds

0 i

4 R2

ds =

4R2

0 i
4R

perpendicolare al piano della corrente, e uscente dal foglio per una corrente antioraria (nel piano del foglio).
Invece si noti che tratti di corrente radiali rispetto al centro di curvatura non danno contributo al campo
s e r sono paralleli. Quindi nei due casi precedenti abbiamo
dato che nella formula di Biot e Savart ds

Ba =

0 i

R1

R2

entrante nel foglio e


Bb =

0 i

1
b

uscente dal foglio.


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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 9 Si consideri una spira quadrata di lato a percorsa da una corrente di intensit i. Si dimostri
che il campo magnetico prodotto dalla spira nel suo centro ha intensit

B =

20 i

Soluzione Il campo nel centro della spira pari a 4 volte il campo prodotto da ognuno dei 4 lati della spira
nello stesso punto. Tale campo perpendicolare al piano della spira e pu essere ricavato dalla relazione
gi vista a lezione
0 i
(cos 1 cos 2 ),
B =
4R
esprimente il campo magnetico a distanza R da un tratto rettilineo di corrente di lunghezza finita.
Nel caso in questione, per uno qualsiasi dei quattro lati abbiamo R = a/2, 1 = /4 e 2 = /4. Perci

B1 =

0 i
2a

[cos(/4) cos( /4)] =

0 i
a

cos(/4) =

20 i
2a

Complessivamente il campo nel centro della spira

B = 4B1 =

2 20 i
a

perpendicolare al piano della spira e uscente dal foglio se la corrente in verso antiorario (vista dallalto).

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Problema 10 La figura mostra una sezione trasversale di un nastro sottile, infinitamente lungo, di larghezza
w, percorso da una corrente i entrante nella pagina e distribuita uniformemente sulla sezione.
Si calcolino modulo e direzione del campo magnetico B nel
punto P che giace nel piano del nastro ad una distanza d dal
suo bordo.

Soluzione Per ottenere tale campo suddividiamo il nastro in tante striscioline indefinite di larghezza dx
(ognuna a distanza x dal bordo sinistro del nastro). Ognuna di queste striscioline assimilabile ad un filo
rettilineo indefinito in cui scorre una corrente
i

di =

dx

entrante nel foglio, e che produce un campo

dB =

0 di
2(d + x)

0 idx
2w(d + x)

nel punto P diretto verso lalto. Il campo complessivo sar

B =

G. Giugliarelli

dB =

0 i
2w

w
0

dx
d+x

0 i
2w

ln

d+w

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Esercitazione 20 Cariche in campi magnetici, calcolo di campi magnetici e applicazioni della


legge di Ampere
Problema 11 Calcolare il campo magnetico B nel punto P mostrato in
figura.
Si consideri i = 10 A e a = 8.0 cm.

Soluzione Il campo in P entrante nel foglio ed pari alla somma dei


campi dovutti ai quattro lati della spira. Osservando la figura qui a lato,
si noti che i campi dovuti ai lati 1 e 4, come ai lati 2 e 3 sono uguali.
Inoltre, utilizzando la formula gi vista nel problema 7 (e ricavata a lezione)
abbiamo (si osservi bene la figura a lato)
B1 =
B2 =

0 i
4h
0 i
4l

(cos 1 cos 2 ) =

(cos 1 cos 2 ) =

0 i
a
0 i

3a

Sostituendo i valori dei coseni si ottiene

0 i
2
B1 =
+
a
2
e
B2 =

0 i
3a

(cos 1 + cos ),
(cos 1 + cos )

3a/4
(3a/4)2

a/4
(a/4)2 + (3a/4)2

(a/4)2
+

2
2

0 i

0 i
3a

3
+
10

1
2
+

10
2

Il campo complessivo in P quindi pari a

G. Giugliarelli

20 i
10 + 2 20
4
B = 2B1 + 2B2 =
= 2.0 10
T.

a
3 10
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legge di Ampere
Problema 12 Un tratto di filo forma un circuito chiuso con raggi a e b come mostrato
in figura, ed percorso da una corrente i.
a) Qual lintensit e la direzione di B nel punto P ?
b) Trovare il momento di dipolo magnetico del circuito.

Soluzione Il campo magnetico nel punto P la somma dei campi, come gia visto nel problema 6, dovuti
alle due correnti semicircolari. I due tratti rettilinei non producono campo in P . In questo caso entrambe
le correnti determinano un campo perpendicolare al piano della spira ed entrante nel foglio. In campo
complessivo quindi
0 i 1
1
0 i
B =
+
=
(a + b).
4
a
b
4ab
Il momento di dipolo magnetico pari (come da definizione) allarea della spira moltiplicata per la corrente
i. Quindi
2
2
= Ai =
(a + b )i
2
Tenendo conto del verso della corrente, si noti che il vettore perpendicolare al piano della spira ed
entrante nel foglio (come si vede utilizzando la regola della mano destra).

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legge di Ampere
Problema 13 La spira conduttrice qui a fianco (vedi figura) formata da un arco
di cerchio (tre quarti di cerchio) con raggio a = 5.0 cm, e due tratti rettilinei di
lunghezza a. La spira percorsa da una corrente di intensit i = 5.0 A.
Si determini il campo magnetico generato dalla spira nel punto O.

Soluzione Il campo in O la somma di due termini: il campo generato dalla parte circolare della spira B1
e due volte il campo B2 generato da uno dei due tratti rettilinei.
Si noti che B1 i 3/4 del campo nel centro di una spira circolare di raggio a. Cio
3 0 i

B1 =

4 2a

30 i
8a

Invece per il campo B2 abbiamo

B2 =

0 i
4a

[cos() cos( /4)] =

0 i
4a

cos(/4) =

20 i

8a

Perci il campo complessivo

B = B1 + 2B2 =

30 i
8a

+2

20 i

8a

(3 + 2 2)0 i
8a

= 6.1 10

T.

Si noti che tale campo uscente dal foglio.

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legge di Ampere
Problema 14 Un lungo filo rettilineo ed una spira circolare sono posti nello
stesso piano (vedi figura). La spira ha raggio a = 5.0 cm e il suo centro a
distanza x0 = 10.0 m dal filo. Il filo e la spira sono percorsi dalle correnti
I1 = 15 A e I2 = 30 A, rispettivamente, con i versi indicati in figura.
Determinare:
a) il momento di dipolo magnetico della spira (in modulo direzione e verso);
b) il lavoro che si dovrebbe compiere per dimezzare la distanza della spira
dal filo.
Soluzione Il momento di dipolo magnetico della spira diretto perpendicolarmente al foglio e uscente da
esso. Il suo modulo
2
2
= a I2 = 0.236 Am
Il filo rettilineo genera un campo perpendicolare al foglio (ed entrante in esso) di ampiezza

B(x) =

0 I1
2x

Ora, essendo la spira piccola rispetto alle distanze dal filo, possiamo supporre che il campo in essa sia
essenzialmente uniforme e coincidente con quello nel suo centro. In queste condizioni, alla spira compete
unenergia potenziale pari a
0 a2 I1 I2 1
B =
UB =
,
2
x
dove abbiamo tenuto conto del fatto che e B sono antiparalleli. Stando cos le cose, possiamo immediatamente scrivere che il lavoro che si deve compiere per dimezzare la distanza della spira dal filo

0 a2 I1 I2
2
1
0 a2 I1 I2
8
L = U (x0 /2) U (x0 ) =

=
= 7.07 10
J.
2
x0
x0
2x0
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Problema 15 La densit di corrente allinterno di un lungo filo pieno e cilindrico di raggio a nella direzione
dellasse centrale e varia linearmente con la distanza radiale r dallasse secondo la funzione J = J0 r/a.
Trovare il campo magnetico allinterno del filo.
Soluzione Utilizziamo la legge di Ampere su un percorso chiuso di forma circolare e raggio r coassiale con
la distribuzione di corrente. La simmetria cilindrica ci dice che anche le linee del campo sono circolari e
quindi
B(r)2r = 0 ich (r),
dove ic h(r) la corrente concatenata con il percorso scelto. Tale corrente quella associata alla sezione del
percorso di raggio r. Per il suo calcolo consideriamo un elemento di superficie a forma di corona circolare
di raggio r e spessore dr e quindi di sezione 2rdr. La corrente sar data da
r

ich (r) =

dA =
J n

J(r )2r dr =
0

2J0
a

(r ) dr =
0

2J0 3
r .
3a

Perci
B(r) =

G. Giugliarelli

0 ich (r)
2r

0 J0 2
r .
3a

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legge di Ampere
Problema 16 La figura mostra la sezione di un lungo conduttore cilindrico di raggio
a al cui interno praticato un lungo foro di raggio b. Gli assi dei due cilindri sono
paralleli e posti ad una distanza d. Una corrente i uniformemente distribuita sulla
sezione del conduttore.
Calcolare il campo magnetico nei punti dellasse del foro.

Soluzione La densit di corrente nel filo in esame pari a

J =

i
(a2 b2 )

Si noti ora che la distribuzione di corrente del filo potrebbe essere ottenuta sovrapponendo due correnti con
uguale dentit J, una di raggio a e una di raggio b (con asse parallelo a quello della prima e a distanza d
da esso), ma con verso opposto. Nella regione in cui le due correnti si sovrappongono, la corrente risultante
(la corrente netta) sarebbe nulla, come in figura.
In queste condizioni, il campo magnetico sullasse del foro pari alla somma dei campi prodotti separatamente (nello stesso luogo) dalle due distribuzioni di corrente. Notando quindi che la seconda distribuzione
ha campo nullo lungo il suo asse, otteniamo che il campo cercato pari a quello prodotto dalla sola
distribuzione di raggio a, a distanza d dal suo asse. Un tale calcolo era gi stato visto a lezione, e quindi

B(d) =

G. Giugliarelli

0 J
2

d=

0 i
2(a2 b2 )

d.

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Problema 17 Un lungo tubo circolare, con raggio esterno pari a R, percorso da una corrente (uniformemente distribuita) i in verso entrante nel
piano della pagina come mostrato in figura. Un filo corre parallelo al tubo
ad una distanza di 3R misurata tra i loro assi.
Calcolare lintensit I e la direzione della corrente nel filo che, insieme ad
i, determinirebbe un campo magnetico nel punto P uguale ed opposto a
quello sullasse del tubo.

Soluzione Il tubo produce in P un campo

BT =

0 i
2(2R)

0 i
4R

diretto verso lalto (e preso positivo). Al contrario, sul suo asse non produce campo magnetico.
Se consideriamo la corrente nel filo entrante nel foglio, i campi da esso prodotti in P e nel centro del tubo
sono pari a
0 I
0 I
BP =
;
BC =
.
2R
6R
Perci la richiesta del problema si traduce nella seguente relazione

BT + BP = BC

0 i
4R

0 I
2R

0 I
6R

i
2

I =

I
3

dalla quale si ricava


I =

G. Giugliarelli

3
8

i.

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