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LE FABBRICHE E

DISEGNI

DI

ANDREA PALLADIO
LE TERME

LE FABBRICHE E

DISEGNI

DI

ANDREA PALLADIO
E

LE TERME
BERTOTTI SCAMOZZI
AMPLIATA E FORNITA DI NOTE
DAL CAVALIERE

CELESTINO FOPPIANI
PBor. d'ahchitettoha nella k, dniversita' di oesova

l^OlilJAlE

TERZO

GENOVA

MILANO

GIOVANM DECAMILLI

ANGELO MONTI
LIBRAIO COEDITORR

TORINO,

{Hn,

TIPOGRAFIA FONTANA
Con

perni.

INDICE
DEL TERZO VOLUME
=s>&^^fS(^>e

Prefazionk

Noie
Tav.

pag.

13

17

19

23

25

...

29

alla Prefazione

I, II, III.

Pianta, prospetto, spaccato.

Palazzo diS. E.

il

sig.

Fran-

cesco Foscari alla Malcontenta, sulla sponda delfiume Brenta

IV, V, VI. Pianta, prospetto, spaccalo.

Fabbrica dei nobili signori

Conti Trissini a Meledo, nel Vicentino

VII, VIII, IX. Pianta, prospetto, spaccato.

Fabbrica dei nobili sigg.

Conti Sarego alla Miega, nel Colognese

X, XI. Pianta, prospetto.


in

Campiglia, nel Vicentino

XII, XIII,
sig.

Fabbrica del signor marchese Rapetta

XIV. Pianta,

prospetto, spaccato.

Palazzo del nobile

conte Anionin Antonini in Udine, metropoli del Friuli

XV, XVI, XVII.

Pianta, prospetto, spaccato.

XVIII, XIX. Pianta, prospetto, spaccato.

nardo

Emo,

nella villa di

Fabbrica del nobile

signor conte Adriano Tiene, nella sua villa di Cigogna


3)

Fabbrica di S. E. Leo-

Fanzolo, nel Trivigiano, vicino a

Castelfranco

XX, XXI, XXII.


villa vicina

Pianta, prospetto, spaccato.

ad Asolo

monsignor Daniele,
fratelli

Fabbrica in Maser,

nel Trivigiano, disegnata dal Palladio

eletto

33

patriarca dAquileja

per

Marcantonio

de Barbari, presentemente posseduta dalla nobil donna

Maria Basadonna Manin

37

Tav. XXllI,

XXIY.

Pianta^ prospetto.

como Angarano^

nella villa di

posseduta da S. E.

il

Fabbrica del signor conte GiaAngarano^

vicino a Bassano, ora

signor Pietro Gradenigo, senatore prepag.

stantissimo

XXV, XXVI, XXVII, XXVI li.

Pianta, prospetto, altro prospetto

dalla parie del giardino, spaccato.

Palazzo

delle

LL. EE.

45

signori Zeno, in Cesalto, vicino alla Motta, Castel del Trivigiano

XXIX, XXX, XXXI.


S.

E.

il

Pianta , prospetto , spaccato.

Fabbrica

di

signor Luigi Cornaro, in Piombino nel Trivigiano, villa

47

51

...

55

vicina a Castelfranco

XXXII, XXXIII, XXXIV,

XXXV, XXXVI.

delpiano nobile, prospetto, spaccato per

Fabbrica di S. E.

il

sig. cavaliere

il

Maroco

Pianta, altra pianta

lungo, altro spaccato.

Leonardo Mocenigo, patrizio

veneto, presentemente posseduta da S. E.


in

43

il

cavaliere Morosini,

nel Trivigiano

XXXVIl, XXXVIII, XXXIX, XL.


altro spaccato.

Fabbrica

Pianta, prospetto, spaccato,

del nobile signor conte Marcantonio

Sarego, posta a Santa Sofia , lontana da Verona cinque miglia

presentemente posseduta da quella nobilissima famiglia

XLI, XLII, XLIII. Pianta, prospetto, spaccato. Fabbrica

LL.

E E.

delle

signori Marcantonio e Alvise fratelli Mocenigo, alla

Frata, nel Polesine

XLIV, XLV, XLVI. Pianta


di S. E. Molin, nel

Borgo

prospetto, spaccato.

di S. Croce di

XLVII, XLVIII, XLIX. Pianta,

Padova

prospetto, spaccato.

61

da

L, LIjLll. Pianta, prospetto, spaccato.

Giacomo Foscarini, posta

Padova a Venezia,

Fabbrica

Vicenza cinque miglia

cavaliere

57

Fabb riehetta

del nobile conte Orazio Porlo, in Fancimuglio, villa lontana

Fabbrica di S. E.
nella strada che

nella villa di Str

Note
*tV*^^<*9V*'i

il

od

signor

conduce da

65

67

PREFAZIONE

che un complesso di

lo sono intimamente persuaso


tratti dalle

disegni

opere gi esistenti, non altronde pu acquistar vero

pregio e produr vera utilit, che da molta esattezza e da una


fedelt a tutta prova.

quali

buoni

critici

Quanti grandiosi

di fatti sono questi

misurano

libri

il

punti, dietro

merito delle opere di simil

al

fatta.

dispendiosissimi d' architettura,

non

marciscono polverosi ne' plutei delle grandi biblioteche, perch


spoglj dell'aurea fedelt ne' disegni?

L'ordine da

tomo

il

me

tenuto nel disporre

medesimo che ho

le

fabbriche di questo

praticato ne' due pubblicati:

ho

separate cio le fabbriche^ che indubitabilmente sono d'invenzione del Palladio, da quelle supposte di suo disegno; perch

ritengono della di lui maniera

mare

possono giustamente chia-

della sua scuola.

Nella serie delle sue invenzioni


egli

si

si

vedr

la

somma

perizia che

possedeva di quanto pu confluire alle tre essenzialissinie

parti di

comodo

una

fabbrica, cio alla sodezza, al

peraltro relativo

al

modo

di

comodo ed

alla bellezza;

fabbricare di que' tempi,

ne' quali la magnificenza delle case dimostrava quella

de^adroni

-2di esse, la loro opulenza, e

cooperava airornamento delle

nome

delle ville, che per le fabbriche stesse quindi

fabbrica di sua eccellenza Foscari

La

Gambarare,

come

acquistarono.

non molto lungi

Udine,

Maroco;

di sua eccellenza

Emo a

superba fabbrica da

decorata, oltre alla giudiziosa distribuzione, di


,

quale verr da

il

Oltre

alle

ideati

ed

villa di

Maser,

un tempio rotondo^

me

quarto tomo di questa collezione, insieme con

medesimo Palladio

nella villa di

inventata per monsignor

lui

Daniele e fratello Barbaro, nella tanto rinomata lor

costrutto sul gusto antico

villa di

Fanzolo, del conte Antonini

Leonardo Moceuigo

di sua eccellenza

la

pubblicato nel

altri

tempii dal

eseguiti.

predette fabbriche

si

ammirer

la bella

invenzione

per sua eccellenza Angarano , che fu in parte eretta nella

Angarano, ed una
Repetta ,

in

Gampiglia per

disegnata per

l'altra

di suo disegno, delle quali


v'

ha

fra'

si

signor marchese Mario

il

Meledo ;

ne

oltre ad altre fabbriche

fra gli

non rimanga contento

latezza delle parti che

Lodo-

parler ai rispettivi luoghi.

pi intelligenti

dell'ordinato, chi

villa di

signori conti Francesco e

vico fratelli Trissini nella villa di

Non

dalle

prima di questo terzo volume, n' un bell'esempio,

sono quelle degli eccellentissimi Comari nella

lo

Piombino^
in

la

citt e

compongono

gli

amanti del bello e

della ragionevole rego-

ornamenti degli

edifizii

Palladiani.
Il

nostro Palladio studi la natura, studi cio gl'insegna-

menti dalla natura medesima suggeriti


dalle ingiurie delle stagioni; ed

agli

uomini per

ripararsi

esamin que'principii, che furono

poi nobilitati e ridotti dall'ingegno eccitato dalla opulenza in

tempi

di lusso;

onde nacquero

Greci e dei Romani; e seppe

le
il

superbe opere degli Egizii, dei


di lui genio

aggiungere a

siffatti

principil un'eleganza riconosciuta per tutta sua.

Superfluo renderebbesi ch'io volessi dimostrare

la variet delle

distribuzioni interne, che riconosconsi nelle piante contenute in

-3-

questotomo.Le forme delle logge, degli atrii*^*), le sale ^%


le stanze ^*^

sono in ognuna di bella proporzione, e

rispettive altezze

iporticl<^%

rilevasi

con

le

che proporzionate sono da alcuna delle tre medie,

cio aritmetica, geometrica ed armonica ^^\ Talvolta l'Autore fece

anche uso della contro armonica

se

*^^^,

bisogno lo richiedeva.

il

Egli non fu sempre costante nel proporzionare


suoi Ordini e le loro trabeazioni

ma

-,

colonne de'

le

seppe maestrevolmente

modificare le scritte sue regole con accrescimenti ed opportune

diminuzioni, adattate alle situazioni delle fabbriche e agli usi delle


medesime*^'^; ed ebbe

compongono un

sempre

la

precauzione, che le varie parti che

edifizio, fossero

conformi

medesimo; imperciocch l'eccedenza

massa delPedifizio

rende goffo e

di esse lo

non bene

calcolata diminuzione gracile e meschino^*^.

ammirer anche

nelle sacome^'^ la variet delle gentili sue

pesante, e
Si

alla

la

combinazioni nella disposizione de' membri componenti


ornati, le basi,

capitelli, le

imposte e

altres riflessione gli accrescimenti

delle cornici,

ed alcuna volta

strato colle

risplendono

Fra

le

sopra-

e meritano

^*^;

da esso lui usati negli aggetti

le loro

praticate nelle cornici interne,

gli stipiti

diminuzioni costantemente

come verr particolarmente dimo-

sacome della soprannominata fabbrica di Maser , ove


i

ricchi ornamenti d'ogni sorta d' intagli

^"^.

molte cose degne di ammirazione, ch'io ritrovo nel

nostro Architetto,

la

principale parmi una certa armona fra la

lunghezza ed altezza de' suoi prospetti

che non

lascia nascere

desiderio di accrescimenti, n di diminuzioni. Si dir forse che

non conosciute sieno

quelle proporzioni

state

da

lui praticate

senza determinati principii? o pretenderassi di attribuirle a solo

dono

di natura, la

armonico-, che

la

quale abbialo fornito di un genio tanto

mente,

a cui per la via degli occhj

vengono

rappresentati gli oggetti, sia fatta giudice delle idee concepite, e

da ci ne

risultasse,

che tutto quello che venisse da

avesse necessariamente a piacere?

Su questo punto

lui prescelto,
io

mi

fo lecito

un mio pensiero, sottomettendolo

di azzardare

illuminati pretendenti
Rifletto in

".

primo luogo, che

tutte le invenzioni del Palladio le

vediamo regolate da dimensioni


per esempio,

le

fra loro

proporzioni delle stanze, cio delle loro larghezze

sioni egli ha tratte le altezze,

con certe determinate regole^ dalle

^^^\

quali risulta bellezza

Sarebbe superfluo l'annoverare


le

armoniche. Esaminiamo,

vedremo che da queste due proporzionate dimen-

e lunghezze, e

Ordini, e

alla critica degli

proporzioni de' suoi cinque

le

graziose distribuzioni delle loro parti, prese, com'egli

dice, dalle fabbriche antiche, e da lui ridotte forse a maggior

eleganza e semplicit

con tutto

Con

il

le quali

riescono proporzionate fra loro e

complesso dell'Ordine.

questi principii credo di poter congetturare, che anche

tutto de'prospetti delle sue fabbriche sia simmetrizzato

il

con regole

certe e indubitabili da lui conosciute e messe in pratica, quan-

tunque non manifestate nel suo


Il

nostro dotto Architetto avea studiato con profonda attenzione

Vitruvio,
tetti

trattato di Architettura.

il

quale nel suo scientifico Trattato vuole che

sieno intelligenti delle proporzioni musicali

gli

Archi-

^*^l

L'accurato Leon-Battista Alberti insegna queste proporzioni,


additandole con pi ragione agli architetti per le dimensioni delle

ed armoniche

linee, acci riescano corrispondenti

composizioni degli

Egli dice adunque:

Il finimento

appresso di noi una certa corrispondenza di linee infra di

loro,

edifizii.

fra loro nelle

con

ghezza,

numeri

le quali

l'altra la

certo, per

sono misurate

le

quantit che una

larghezza e l'altra l'altezza


quali avviene che

il

la

lun-

Que'medesimi

concerto delle voci riesce

gratissimo agli orecchj degli uomini, sono quegli stessi ch'empiono

Non

altro intesu

negli occhj e
b

non

Vitnivioj

lib.

ili

nella
I,

dire

il

divino Michelangelo Bonari'oti allorch disse

mano, poich

nel Proemio, e

gli occhj e

lib. v,

cap.

non
4-

le inani

giudicano,

Che bisognava aver

le sesie

-5anclie gli occhj e

l'

animo

com'

Palladio, studiosissimo,

il

adoperate

di piacere

proporzionare

il

cali

Scamozzi

lo

fa

le parti

menzione

additandole solamente per

che

e nel combinare

compongono \

di queste proporzioni musi-

gli

ordini di architettura ; e di-

mostra qual relazione e convenienza debbano avere

ne

saria fra la lunghezza e


il

fra di essi,

alcuna menzione della corrispondenza eh' io crederei neces-

fa

ed

Forse

^**\

di quell'Autore^, avr

stato,

tutto insieme de'suoi edifizii

con armoniche misure tutte

'',

"

regole da esso Alberti e da altri autori indicate nel

le

Anche

maraviglioso

l'

tutto, per ottenere

Ho

notati

un prospetto

altezza di

e fra le sue parti

un'armonica proporzione

luoghi dove

sembrommi

'^^^\

di ritrovare siffatte pro-

nomi

porzioni; le ho accennate chiamandole coi

fra noi pi usati,

cio quinta, dupla, tripla, quadrupla, terza minore, ecc., lasciando

per

matematici e maestri di musica

da' Greci

di diapente^ diatessaron^

denominazioni derivate

le

diapason e disdiapason ^^^^.

Io paleso questo mio pensiero cos alla sfuggita, ben intendendo

che

tale idea

merita di esser esaminata giudiziosamente e da una

per di cosa di fatto, non

testa ragionatrice. Trattandosi

certamente

mezzo

"

pu

non col

far cognizione vera e soda della materia, se

prudenti e continue osservazioni delle opere Palladiane.

di

Varchitettava di Leon-Battista Alberti, tradotta in lingua fiorentina da

presso Francesco Franceschi Sanese, i565,


6

Palladio, nel

"

si

quanto

Proemio

alla

lib. ix,

Cosimo Bartoli. In Venezia, ap-

cap. 6.

de' suoi quattro libri.

grandezza , non vi chiesa in questa

citt

che

sia

maggiore

di capacit a

un pezzo

e le

chiese di S. Giovanni e Paolo in Venezia e dell! Frari, che sono chiese grandissime, sono minori di quattro in

cinque brazza; onde questa fabbrica non potr se non fare bellissima vista, e contento grandissimo per
bella

forma a

quelli

delle orecchie

sommamente

che entreranno in chiesa; perciocch secondo che

cosi quelle delle

diletta senza sapersi

le

misure sono armonia degli occhi nostri ,


il

la

quale , secondo

perch, fuori che da quelli ohe studiano di saper

Scrittura riportata nella vita del Palladio, scritta dal chiarissimo

le

il

suo costume

ragioni delle cose

Tommaso Temanza,

sig.

la

proporzioni delle voci sono armonia

pubblicata in Ve-

nezia l'anno 1762, presso Giambattista Pasquali.

Laonde

la sesquialtera

fa

Il bel

quando

il

sette e

mezzo viene ad essere

paragonata

alla

in proporzione al dicci,

proporzione dupla

Scamozzi, parte

numero, detto Euritmia, aspetto grazioso

membri

dell'opera sono convenienti,

e in fine ogni cosa risponda al suo

come

compimento proprio

comoda forma

come

11, lib.

il

terzo al quarto, e

come

a dire

vi, cap. io.

nelle composizioni dei

membri, questa

si

dall'altezza alla larghezza, dalla lai'ghezza alla lunghezza,


.

Vitruvio, tradotto da Daniel Barbaro,

lib.

i,cap.

2.

-6Lasciandoogui prevenzione, mi studiai di analizzare

le

proporzioni

delle parti di alcuni edlfizii descritti e disegnati in questo vo-

lume, e sempre, dove mi caduto in acconcio, ho ripetuta la


osservazione colle medesime viste. Dietro alle traccie da me seamatori dell'architettura a voler ricercare

gnate, invito

gli

verit, da cui

grande

utile

della nostra professione.


11

ridonderebbe

Frutto ben degno di

poter accingere con certa

tratti, dai quali

nasce

opere del gran Maestro


varie sue forme, da

alla teora
tali

tal

edalla pratica

ricerche sarebbe

ad un fonte inesausto quel

facilit

il

tesoro della bellezza. Questa, che nelle

manifestamente apparisce, dipende nelle

un certo sistema

di leggi esistenti in natura,

il

codice delle quali sembra fondato sopra alcuni principii assai pi

fermi di quel genio che volgarmente

L'organo
trasportare al

buon gusto

non potrebb'egli

visuale

comune

chiama.

essere lo stromento atto a

sensorio e all'anima

dagli oggetti esteriori simmetrizzati in

sero l'idea dell'armona-, appunto

si

l'

impressione ricevuta

maniera ch'eccitar potes-

come

certe ondulazioni cagio-

nate neir aria dalla vibrazione di certe corde, o dalla viva azione

dell'organo vocale

umano, mediante

noi risvegliano la grata idea d'

come

lo

stromento dell'udito in

un suono, o

di

un canto armonioso?

nel canto e nel suono la cos detta armona nasce dal

buon uso

delle musicali proporzioni che,

quantimque

varie,

pur

sono ferme in natura; cos l'armona nell'architettura pu dalle


stesse facilmente derivare

Se

utile inoltre

si

".

rende l'esame delle opere innalzate dagli in-

signi Architetti, quelle del Palladio meritano d'essere contemplate

con maggior diligenza. Imperciocch

le

fabbriche che troviamo

disegnate nel suo Trattato d' Architettura ^^ono molto discordanti


dalle loro esecuzioni, e senza scala di piedi per poterle misurare

con pochi numeri dinotanti


o

Veggansi

Giulio Trento.

le

lettere del conte

le altezze e

Francesco Ricati Trivigiann, date

larghezze,

alla

come

altre

luce in Tre\iso l'anno 1763, per

-7volte

abbiamo

appena

si

osservato, ripiene di significanti variet,

pu trarne qualche

dimodoch

profitto.

Tale incontrastabile verit fu riconosciuta da molti , e particolarmente da un dotto Architetto francese del secolo scorso, che in

una sua bell'opera Fha enunziata

Fa d'uopo

il

qui d'osservare che

suo libro verso

fabbriche

nel seguente

gli ultimi

il

modo:

Vignola avendo composto

anni della sua vita,

non corrispondono al buon gusto

le di lui

prime

de' suoi profili,

buon

gusto eh' egli aveva acquistato merc una consumata sperienza;


e

che quest' opera ad esso tanto vantaggiosa , quanto

del Palladio,

cos

confronti colle

il

libro

mal eseguito, che sembra diminuita,

sue fabbriche ,

l'

alta stima

se

si

che debbesi a un

Architetto di tanta fama".

A questo
potr,

si

altri

il

terzo

volume verr dietro, quanto pi presto per

quarto, contenente

pubblici e privati

me

templi Inventati dal Palladio, ed

edifizli, fra

quali

si

distingueranno quattro

invenzioni del nostro Autore per la facciata di S. Petronio di

Bologna,

le chiese del

facciata di S.
sagrestia del

Redentore e

Maggiore ,

di S. Giorgio

Francesco detto della Vigna , l'Atrio corintio con

Convento

la

della Carit di Venezia, ecc.

Nel formar quest'Opera, che mi


pi laboriosa di quello

la

io

mi

fossi

riusci, a dir vero, in pratica

a principio immaginato,

non ho

risparmiato certamente n diligenza, n fatica per soddisfare alle

mie promesse, e per aprire un campo

agi' intendenti di quest'arte,

onde poter raccogliere que'luml e quelle


tamente
a

Cours

architecte

in

molte altre opere di

d' Architectiire

qui comprend

les

du roy: tom. premier, uouvelle

Jean Neaulme, 1730.

ordres de

tal

verit che

mancano

cer-

natura.

Fgmle avec

des coinmentaives , clc.jpar A. C. Daviler,

et troisime cdition, prtace.

Ala Ilaye

chez Pierre Cosse et

NOTE
ALLA PREFAZIONE

(')

Intorno agli atrii , V.

(^)

Nelle abitazioni di alcuni secoli addietro

diversa da quella che loro

la

si

nota 4

prefazione del voi.

alla

si

assegna comunemente

a' d nostri.

di un'ampiezza corrispondente all'edificio in cui stanno,


Milizia,

prima stanza che

suscettibili anch'esse di

Presso

I portici

sale delle abitazioni signorili vogliono essere

padrone. Sarebbe strano, dice

il

ben decorato ed

Le

sale

sono

la

magnificenza dei portici.

Ve

n'erano dei pubblici ad ornamento dei

che servivano di comodo

ai palagi cui

erano contigui.

erano talvolta coperti, e talvolta scoperti. I primi erano lunghe gallere sostenute da uno o pi

ornamenti. Nei

marmo,

con sontuose

ai-ricchiti nell'interno

soffitte,

con quadri, con istatue, e con

altri

codesti portici eranvi delle finestre guernite di quelle pietre trasparenti, di cui

lati di

servivansi gli antichi in vece di vetro, che


il

alti'o

presenta all'appartamento nobile fosse una miseria.

si

Romani era sorprendente

ordini di colonne di

entrare

Le

alla dignit del

qualche decorazione architettonica, per semplice, e piuttosto robusta.

teatri e delle basiliche; e At privati o particolari,

tali

ed

che dopo una gran facciata, un ingresso magnifico, una scala maestosa , ed un

altiero vestibolo, la

(^)

di quest'Opera.

ti

usavano sale grandissime, ed avevano una destinazione adatto

sole; e nell'estate

si

aprivano nell'inverno dalla parte del mezzogiorno, onde lasciarvi

da quella di settentrione, per ottenervi un ambiente pi fresco.

Siffatti portici

coperti, servivano per passeggiarvi, e conversarvi piacevolmente senza trovarsi esposti alle ingiurie delle
stagioni; e

si

chiamavano siudiatae porticus, per distinguerli da' portici

appellavano subdiales ambulationes, servivano talvolta anche agli

Poco prima

di Catone,

particolari

non aveano ancora alcun portico

fresco nell'estiva stagione; indi a poco per

luogo proprio per ricrearsi e ricevere


I

Romani,

gi nella loi'O origine

tanto dilicati e sprezzanti, che pi


i

atleti

non

onde godervi

il

tal

venti del Nord.

semplici e

dopo

povei-i,

non seppero riposare

le

conquiste della Grecia e dell'Asia divennero

allo scoperto,

ne passeggiarvi; e pi non volendo che


si

fabbricarono delle passeg-

giate coperte e dei portici, ove la propi'iet e la decenza vi gareggiavano a vicenda.


si

si

lotta.

casa, la quale mancasse di un

loro divertimenti dipendessero dalla disposizione del cielo, ricorsero all'arte, e

"cosa ragionevole che

y907* scoperti che

volto al Settentrione,

Roma una

vide pi in

si

scoperti. I

per esercitarvisi nella

Secondo costoro non era

dovesse trovare esposti all'intemperie; ci fece dire a Giovenale, (Sat. 7,

Balnea sexcentis ,

et

v.

178):

pluris porticus in qua

Gestetur Dominus quoties pluit : an ne serenum

Expectet, spargatve luto jumenta recenti?

Hic potius namque lue ninndae


Vitruvio e Columella scrissero sul

plurimum

solis, et aestate

modo

minimum

di situare

recipiant.

nitet

ungula mulae.

portici, affinch servissero in tutte le stagioni:

grandi ed

ricchi

avevano

sillatti

comodi

Ut ethiewe

inloi'no ai loro

palagi, e taluni eziandio nei sobborghi.

Plinio parlando dei portici e delle gallerie della sua rasa di

ragione di credere, che desse non fossero

le sole

campagna, desta l'ammirazione

di tutti;

ed evvi

colanlo bello e spazioso. Negli aniiohi lomii della Repubblica

-10noii

marmo,

Faceva uso del

si

non per abbellire

se

templi degli Dei o

formai-e delle vaste gallere per uso particolare. Orazio

Lcges sinebant, oppida publico


Il

jubentes et deorum,

Sumptu

Tempia novo decorare

portici pubblici erano utili a molte classi di cittadini

dopo pranzo

amavano

piacevoli; e tutti, secondo

altri di

Nec fortuitum spernere ospitem

CI

del

Porticus excipiebat Arcton

Il

coloro che

non mai per

Nulla decempedis

tutti

Melata privatis opacam

((

pubbliche piazze,

le

ode i5) scrisse a questo proposito:

(lib. 2,

saxo.

d'ordinario in quei luoghi passavano

tranquilli piaceri; gli uni di gravi faccende

loro gusto e carattere. Di sovente

il

in quei luoghi a quegli istanti, per recitare

loro

udirli; la qual cosa fece dire a Giovenale che

s'

prime ore

le

intertenevano, gli

poeti pi-ofittavano dell'ozio che regnava

poemi o componimenti a coloro che avevano desiderio

di

portici di Frontone, dovevano sapere, e qual eco ripetere le

favole di Eolo, di Giasone, dei Ciclopi, e tutti gli altri soggetti dei volgari poemi.
tanti diversi portici o gallere coperte che

Tra

cio dipinto, variato, era

Durante

eccellenza.

portico

non

le gesta dei

lo

il

splendore d'Atene,

quale

si

a'

dotti, la

istitu la

il

celebre Polignoto vi fece dei capolavori pei quali

grande celebrit di cui godette

formato quello di Stoici, significa

Agrippa, situato dinanzi

si

il

greco

legge nei dialoghi di Luciano,

nomi

puonno

Oltre questi /jor^jct, furonvene di molti altri degni di attenzione:


di

portico in discorso,

appimto portico. Vedevansi fuori di Atene dei

che sulle colonne che ornavano codesti portici, erano sovente intrecciati

W portico

\\

scuola degli Stoici, imperocch, aggiungono eglino,

portici che servivano al passeggio, ed agli appuntamenti delle cortigiane, e

veniva appellato />orf co pe/'

altri

primi pittori della Grecia gareggiarono nel rappresentare in quel

Prestando fede

vennegli dal filosofo Zenone, che vi


l-ca., dal

grandi capitani della Repubblica, ed

volle alcuna ricompensa.

vocabolo

abbellivano la citt di Atene, quello chiamato novMlog,

pi ragguardevole; quindi per distinguerlo dagli

di quelle e dei loro amanti.

citarsi a

preferenza

seguenti:

Panteone, onde servir di vestibolo a quel tempio e sostenuto

al

da sedici colonne.
2 Il portico di

Antonino Pio, costrutto nel

presentemente

sito ov'

l'

Orfanotrofio, tutto a colonne di

marmo

assai belle e scannellate.

3" Quello di Apollo Palatino

Augusto dopo

la battaglia d'Azio, e

che serviva di ornamento a quel tempio magnifico fatto edificare da

che distinguevasi dagli

per l'oro, pel

altri

effigiate

4"
il

le

sopra uno dei suoi

lati

e sull'altro era

Saturnali

si

degli

Argonauti, perch vi

si

vedevano

effigiati

figlj

Roma
gli

figlie di

e per le tante

Danao stavano

ivi

di Egisto espressi in figure equestri.


si

l'ecavano a

consumare inutilmente

Argonauti Giasone e Chirone. Correndo

aprivano botteghe in questo portico, per vendervi di molte bagattelle onde valei'sene nei varj

doni che solevansi fare nel tempo di

in

di

portico presso al sito chiamato Sepia, ove gli oziosi di

Il

tempo, detto

5"

un pari numero

marmo numidico

Le cinquanta

pitture e scolture che vi erano state prodigate da quel principe.

tali feste.

portico del Circo massimo, di forma tonda, e con tre ordini di colonne, concentrici tutti tra loro

li

un piano medesimo, dei quali

due

pii esterni

servivano di passeggiata, ed

il

tei-zo

pi al centro aveva

botteghe ed officine di opera].


6"

portico Claudiana, cos chiamato da Claudio Nerone, che lo fece ristaurare perch servisse di fac-

Il

ciata alla celebre casa dorata di quel principe.

7 Quello della Concordia, sotto

il

Campidoglio,

vei'so

il

Foro, del quale rimangono anche attualmente

otto colonne.

Il

portico detto di

Campo

di

Marte, serviva a

sovra

\\

Europa , perch
sito

portico di Faustina

vi si

vedeva dipinta

d'intertenimento per

le

moglie di Antonino Pio, situato

cui ruderi vi fu poscia edificata la chiesa di S.

10

1\

favola di

Europa ,

situato alla sinistra del

Lorenzo

in

di

contro

alla

piazza ed al

monte Palatino,

Miranda.

portico di Gallieno, detto anche Flaminio, a motivo della sua vicinanza colla strada di questo

nome. Stava nel

d primo

la

persone oziose.

Campo

di

Marte e

si

estendeva sino al ponte Milvio, composto di cinque ordini architettonici,

dei .juali a pilastri e gli altri quattro a colonne.

- 1

ove

1 Il fjortico cf Iside,

rappi'esenlavano

si

misleri di qiiesla Dea, osservabile pel suo pavimento a

mosaico.
2 Quello di Livia, costrutto

id"

\\

da Augusto nel luogo ove prima era situata

Romana,

portico delle Margarite, situato nella piazza

cui diedero

casa di Cesare.

la

nome

il

che

varii giojelli

vi

si

vendevano.

W portico

14

di Mercurio tra

il

Circo di Flaminio ed

Tevere, che presentemente distrullo per mela,

il

serve a mercato del pesce.

W portico

iS"

Miniare nei rinomati giardini

di Sallustio, tanto abbelliti

pisco, trovava piacere di ritirarvisi sovente: Milliarem


et se

quamvis esset non bonae

et ecjuos fatigabat,

porticum in hortis

da Aureliano, che

Vo-

al dire di

Sallustii ornavit, in tjua quotidie,

valetudinis.

i6 I tre portici che Nerone avea fatto innalzare nel proprio palazzo, ciascuno dei quali lungo tremila passi,

pel che
l'j" Il

si

dissero porticus Milliariae.

Portico di Ottavio, chiamato anche Corinzio a motivo delle sue colonne d'ordine corinzio, opera

di Cn. Ottavio vincitore di Perseo che vi fece rappresentare

guasto dal
i8

il

pi'oprio trionfo. Questo edificio essendo stalo

restaurare da Augusto.

fiioco, fu fatto

portico di Ottavia costrutto fuori della porta Carmen tale in onore di Ottavia sorella di Augusto; era

un'opera magnifica, d'ordine jonico, e della quale trovansi tuttavia degli avanzi tra

la

chiesa di S.Kiccol e quel-

Maria.

la di S.

19

W portico

di

Pompeo

innalzato da

Pompeo

dietro al suo teatro, serviva di piacevole passeggiala, pian-

per

tato d'alberi e largamente irrigato d'acqiia, avea cento colonne, e di molte statue e pitture, e chiamavasi

eccellenza V Ombra di
K

umbra.
30

Pompeo

e cos lo

accenna anche Ovidio:

Tu modo Pompeja

lentus spallare sub

\\

portico dei Persiani,

fu

aria, nspar/.r,,

un

antico

monumento di Lacedemone,

quale a Misitra veggonsi ancora alcune vestigia. I moderni Greci lo chiamano

\\

di figura quadrata, del

palazzo del

Re Menelao.

Alla

costruzione di questo portico furono per la prima volta poste in opera delle colonne a sostegno del letto, lavorate a guisa di statue d'uomini, Lacones (dicea Vitr. lib.
preelio
(c

i,

Lacones Cleombroti

cap. i)

filio

duce, Plataeo

pauca manu infinitum numerumexercitusPersarum cum superavissent, aclo cum gloria triumpho, spo-

liorum et praedae porticum Persicum ex manubiis laudis et virtutis civium indicem


trophaeo constituerunt

punita substinentia tectum collocavervint, uti et hostes horrescerent timore eorum fortitudinis
cives id

exemplum

pr

victoriee posteris

ibique caplivorum simulacro barbarico vestis ornatu superbia meritis contumeliis

virtutis aspicientes, gloria erecti

mullas statuas persicas substinentes

epistilia et

affecti, et

ad defendendam libertatem essent parati; ilaque ex ea

ornamenta eorum collocaverunt

argumcnto va-

et ita ex co

rietates egregias auxerunt.


(4)

Presso

gli antichi altra

cosa era stanza, altra camera, \.

la

nota 6

al

testo

del

questa

di

voi.

i"

Opera.
(^)

Della proporzione armonica

(6)

Proportio contraharmonica est ea , dice Crisi. Wolfio Elemenla analjseos

terminorum

triiim relatio, in

ad primum ex.

qua

gr. 3, 5 ef 6 sunt

si

disse alla nota

differentia

4 del

primi

1 voi.
,

purt.

i ,

secundi est ad dijferentiam secundi et

et

numeri contraharmonice proportionales

est

enim

2:

sect.

terlii ,

^6:3,

in discorso, per
(7)

la

prima quantit

medesimo

debbe intendersi

seconda de'

casi,

che

le

a'

regole d'arte non

siffatte,

imperocch

(8)

Cij,

gli

se

riescono talvolta facili

appena

si

trova

media conlrarmouica

precelti Palladiani modificati in pratica

debbono

dipendenti anche dalle circostanze. Badisi per bene a procedere con

costantemente per

la

data, e per b la terza.

Scorgesi chiaro da questa osservazione del Bertotti intorno

dal loro autore

ma

est ea

e nella solu-

zione del problema datis duabus quantitatibus invenire mediani contrakarmonice proportionalem

questa espressione finale in proposito: j:^a''-j-'(-l-^)ove per

i ,

ut tertius

di

aversi

somma

buon successo a'maestri

sempre come

invariabili,

cautela in modificazioni

dell'arte, tali certo

non sono

iniziati in essa.

essendo pienamente conforme a'precelli archilellonici

non

cosliluiscc alcun merito speciale in

Palladio.
(9)

Qui

chiaro

che

la

parola sacoma, di

pienauienle sinonima di profdo.

cui

si

disse

dilliisiinicnle nella

prefazione

al

1" voi.

nota

//

-12('")

De"li stipili

lece parola nella noia

si

al lesto del 2 voi.

^6

si

desumono

dal Cinesi queste tre regole,

che solo pu introdurvi con successo una pratica giusta e consu-

suscettibili anch'esse di quelle modificazioni

Quando

matissima sulle opere dei pi rinomati.

questa Opera.

ili

('O Circa lo accrescere o lo sminuire gli aggetti delle cornici,

dovranno scemarsi gli aggetti, alterarsi anche

il

punto diveduta sar vicino

le altezze e

ed

luogo ristretto

in

segnarsi con tutta diligenza e delicatezza

le

varie

modinature che vorranno impiegarsi.


2

Quando

segneranno

le

punto di veduta sar piuttosto rimoto e libero

il

modinature con pi

si

aumenteranno invece

y Quando pel contrario avr scarsezza di luce contoimeranno


giungafno all'asprezza: e dovr farsi V opposto quando abbondi la luce.
si

(>)

Le

regole che qui


1

testo del
("3/

volume

Musicam

sapersi da

un

e si

si

modani con un vigore

tale,

che

accennano del Bertoni, sono appunto quelle gi da noi spiegate nella nota

si

2,

al

e nella sesta delle presenti alla prefazione del 3.

poco dopo nel 3 cos

enumerando

sua opera,

1 lib. della

Vitruvio nel

sciverit: dice

architetto; e

canonicam rationem

uti

gli aggetti

di forza.

sua massima

giustifica tale

molte cose che debbono

le

Musicam autem

sciai oportet

mathematicam iotam habeat j praeterea balistarum, catapultarum , scorpionum

et

temperaturas possit recte facere. In capitulis enim dextra et sinistra suntforamina homotonorum per quae
tenduntur ergatis aut suculis
sonitus

ad

et vectibus

aures certos

arlificis

extendunlur aequaliter

et

et pariler

a nervo torti funes qui non percluduntur , nec praeligantur , nisi

utraque, plagam emittere debent,

directam telorum missionem. Item theatris vasa aerea quae in

sonilum discrimina

quae Graeci

in circinatione , diatesseron

taclu

cum

ofjenderit aucta

quoque machinas ,
(4)

L'organo

et caetera

quello dell'udito,

sia in

un punto,

edificio in

quae sunt

il

quale con

un punto, ma pare

cellis

suavior

et

si

sub gradibus mathematica ratione

si

eserciti, dice

Oh

scenici sonitus conveniens in dispositionibus

ad spectatorum perveniat aures. HjdrauUcis

il

Milizia,

non

in

queir edifizio gi scordato,

poterit.

scopre ogni minima discordanza, sembra che l'accordo musicale

accorge subito dalla distanza. All'incontro nella visione,

che bella cosa! Si alterino un tantino

la

nemo

scrupolosamente delicato

cos

comodamente

le

minima

si

il

bello

non

aggira. Sia

un

sue misure. Addio pi'oporzione

armonica! Ora io sfido quanti architetti possono mai esservi colle seste negli occhi,

guere

et

concentus componuntur , divisa

sive

esteso fra qualche circonferenza, entro cui

proporzione armonica.

non homotona fuerint impedient

similia his organis sine musicis rationibus effcere

facilit
si

vox

diapason uti

per quanto

fuori di cui l'orecchio

quod

vocant, ad sjmphonias musicas

incremento clarior

della nostra vista,

come

ridotto in

r,y.sa

et diapente, et

cum

cum

aequales fecerint. Brachia enim, quae in eas tensiones includuntur

li

sfido tutti a distin-

alterazione della sua primiei'a bellezza; se

prima era

bello,

seguir ancora a comparire ugualmente bello.


(5) Presa nel senso della nota precedente, non in quello di ordinata l'espressione dell'aggiunto armonica

qui data dal Bertoni

alla

parola proporzione, sembra fuori di ogni dubbio, che

credesi necessaria tra la lunghezza e l'altezza di

monica proporzione pu
,

('J)

esistere tuttavia e

Diapente o quinta da

nico diatonicamente,

si

5ic/.,

un

non

per, da, con, e

prospetto, e tra

le

la

sue parti ed

corrispondenza che da lui


il

per ottenere un'ar-

tutto

punto un'armonica proporzione.

costituire

nvm, cinque: imperocch scorrendo

manifestano cinque suoni differenti.

Diatessaron

quest'intervallo armo-

quell'altro intervallo

armonico che

chiamasi quarta: da ia, per, e dal secondo caso da Kj^aseg, quattro; perch scorrendo pure diatonicamente
questo intei-vallo,

od

si

distinguono quattro suoni differenti:

ottava. Il disdiapason presso a

sforzarsi:

Creci

lo dissero

poco

la

ancora sistema perfetto per esservi ben pochi

questa voce composta delle dizioni greche

^i;,

due volte, e

diapason un termine della musica antica, col quale

composti da

Sia,

per

e reacuv

o di uno stromento. Cos

tutte.

^ig,

due volte,

Sic(no(7av,

atti

tutte

le

e Siomccjav, tutte

voci

umane

senza

ad intuonarlo pienamente:

od ottava, sapendosi essere

Greci esprimevano V intervallo o

la

il

consonanza d'ottava

Oggid chiamasi ancora diapson l'estensione convenevole di una voce

quando una voce

molli o troppo tese rendono

Disdiapason da

pi grande estensione che possono scorrere

si

sforza, o

un suono spiacevole,

si

quando

le

corde di uno stromento per essere troppo

suol dire di quella e di questo, che sortono dal diapason.

TEI

TI

TU

III

TU!

PAL

7V

ZZO

DI S. E. IL Sir.NOll

FRANCESCO FOSCARI
ALLA MALCONTENTA
SULLA SPONDA DEL FIUME BRENTA.

Ija nobile fabbrica che diamo disegnata nelle tavole

ragione

I, II, 111 di

delleccellentissima casa Foscarl, e presentemente posseduta da sua eccellenza


il sig.

dalle

Francesco Foscari. Ella situata

Gambarare, ed ha un

asj>etto

alla

Malcontenta, non molto lontana

che mette tosto curiosit di vedere delle

interne sue parti l'armonica disposizione. Questa una di quelle produzioni


di Palladio

che poco nella esecuzione sono dissomlgliantl dalle misure dei

suoi disegni, se

si

eccettuino

e nella grandezza (tavola

le scale

Ij. 11

Interne, le quali lo sono nella forma

primo plano terreno ch'

gato per cucine, tinelli (1), dispense ed

altri

luoghi inservienti

onde

della famiglia. L'altezza di questo piano piedi dieci,

magnifiche scale esterne,

due larghezze

di questa sala

due

le quali

terzi,

quanto

la

si

met

bisogni

ai

quattro. Per

due

ne' fianchi della loggia ch' lunga

passa nella sala involtata a crociera

vlta eguaglia la sua larghezza

due comodi

montano

a vlto, viene impie-

(2).

L'altezza

della sua lunghezza, e l'impostatura della

(3).

Fiancheggiano l'elegante sala a croce

e grandiosi appartamenti, composti

ognuno

di

(4)

due decorose

stanze a vlto e di uno stanzino anch'esso involtato; l'altezza delle camere

maggiori

si

che hanno
gli

avvicina alla media proporzionale contro-armonica (5);

stanzini che

hanno sopra

gli

ammezzati, sono

quinti (tavola 2). Nell'ultimo piano

sono

le

le

minori,

le vlte a cupola, sono alte poco pi d'una larghezza e un terzo;

si

alti

vanno

dall'alto al basso.

e tre

trovano tanti stanzini a tetto, quanto

sottoposte stanze; e per giugnerc a questi,

interne, che

una larghezza

vi

sono delle scalollo

-14-

La

d'ordine jonico, ha cinque Intercolunnll nel prospetto e due

lo<yla, ch'

ottavo, e gli
per ciascun fianco: quello di mezzo di tre diametri meno un
Palladio;
dal
11 maggiore
disegnati
sleno
altri di due e un sesto, quantunque

due

di tre diametri, e gli altri di

nove diametri

di

un quarto,

un quarto. Egli disegn anche

colonne

le

sono eseguite di nove meno un'oncia. La

trabeazione (6) che nel libro del Palladio disegnata la quinta parte della
colonna, la troviamo due onde maggiore, ma per distribuita secondo le

sue resole. L'Attico che

tutto

ffira

all'

intorno della fabbrica, e che contiene,

detto, degli stanzini (7), stato disegnato dall'Autore alto piedi

come abbiamo

otto e tre quarti

Attico s'innalza

onde minore. Sopra

e in esecuzione egli sei

una

grazioso luminare che rende lucida

un

questo

di

sala superiore,

col mezzo della quale hanno comunicazione gli appartamenti degli stanzini
posti sopra del piano nobile: e siccome il piano di questa sala pi alto del

piano dei detti stanzini a

tetto, si

nascosti nella vlta di sotto,


di essi stanzini, le quali

sproporzionate

si

ascende

che hanno

alla

il

medesima

sala

con

de' gradini

loro principio dove sono

vedono nello spaccato tavola

perch in parte restano nascoste

porte

le

in, e che pajono

".

La trabeazione jonica convertita, regna ancora ne' fianchi della fabbrica,


ripiglia tutti i suoi membri nel prospetto posteriore, per quella sola

porzione per che risale nel corpo di mezzo,

la

quale

si

vede nella pianta.

Questa trabeazione viene interrotta da un gran finestrone arcuato che illumina


la sala

nobile, aperto nella mezzaria del prospetto,

spaccato, dal quale

ed

si

come

vede che anche in questa facciata

si

comprende

vi

il

frontespizio,

sopradescritto luminare slmile all'altro della facciata principale

il

Le

piccole variet che

si

scoprono in questa nobile abitazione

nello

fra

il

(Tw.

3).

disegno

del Palladio e la sua esecuzione, possiamo ragionevolmente supporle provenienti dall'Inventore


Battista

Veneziano

medesimo; imperciocch

e di

messer Battista Franco

egli

fa

celebri pittori

pennelli ornarono le parti interne di questo palazzo


ch'ella fosse

Ad

alcuni

compiuta quando

soprannominati

non piace quel luminai-e posto

se

ne trova un altro sopra


b Crede

il sig.

la loggia?

Ma

Tommaso Temanza

si

che

che

la

il

nome

prima opera

novit dell'idea,

la

anche oggid, dopo

di

che co' loro

presumibile

sembrando loro

lo stesso

una

ch'egli faccia

im

frontespizio, se

nel Panteon di Roma (8).

Palladio siasi fatto conoscere in Venezia ne'pi'imi suoi tempi col

mezzo di questa sua bella invenzione , e per trascrivere


credere che

onde

poi dicono: Perch tei-minarlo con

dimenticano che vediamo pi'aticato

il

'';

di messer

pittori l'avevano dipinta.

sopita la cornice dell'Attico,

meschina comparsa nella grandiosit di questa fabbrica.

menzione

le

medesime sue parole ,

Andrea incominciasse a risonare anche

cos egli disse

in Venezia. Pel confronto de' tempi, a

Convien

me

pare

Palazzo de'Foscain presso la Malcontenta.

La

nobilt del disegno, le rai'c pitture che l'adornano, lo resero oggetto di molto pi'egio.

Ed

ch'egli ordinasse iu qaeste parti sia stato

il

il

giro di dugent'annl e pi, fa nobile compai'iscenza. Vite dei pi celebri Architetti e

Scultori, ecc., scritte da

Tommaso Temanza.

In Venezia, 1778, nella stamperia di Carlo Palese.

-15-

TAVOLA

l. Pianici.

TAVOLA

11.

TAVOLA

in. Spaccalo.

Prospetto.

Cornice che corona

Cornice del luminare.

piedi

32

Stanze lunghe

i>

^k

Stanze quadrale

Stanzini lunghi

16

lunga

larghi

Sala a croce lunga per

per

Zecco che contiene

il

Attico

lato

l'altro

piano terreno

Intercolunnio maggiore
Intercolunnii minori

un

12

46

....

fabbrica.

MISURE ESEGUITE

MISURE NEI DISEGNI DEL PALLADIO


Loggia larga

la

32

H
6

CI

-+ ]

^^^^rmtam^^rrr^-i

FABBRICA
DEI NOBILI SIGNORI CONTI

T R

S S

I
A

la

fabbrica disegnata dal Palladio

per

la

loro villa di

il

conte Lodovico e

al

Meledo avesse avuta

del pari per

MELEDO

Oe

andrebbe

la

fratelli Trissini

sua esecuzione, certamente

complesso de' suoi pregi colla

ella

Rotonda dei signori

marchesi Capra, descritta e disegnata nel secondo tomo di quest'Opera.

Questa fabbrica
ascesa, situata in
si

che doveva esser posta sopra una collinetta di facilissima

mezzo ad una spaziosa pianura,

pu denominare

e bagnala da

Rotonda accresciuta

un'altra

decorata da portici di porzione di circolo che

la

di

un fmmicello,

maggiori comodi,

fiancheggiano, e da logge

contenenti numerose adjacenze (tavola 4/

Una sala rotonda

di

36 piedi

di diametro, quattro ben disposti appartamenti,

quattro eleganti logge, due sporgenti e due incassate, quattro anditi e parec-

compongono

chie scale per ascendere agli ammezzati e agli stanzini a tetto,


il

primo piano. Sotto

e nel piano superiore

dice

il

di questo vi
i

sono

le

cucine e

colonne di mezzo rilievo che circonda

si

la

somma

la sala.

alte piedi 25, e la loro

di piedi 30.

eseguire nel luogo ove l'Autore


corintio

piedi

30.

Le
le

ed

alti,

altri

luoghi;

secondo che

va ad una ringhiera sostenuta da

metro e quattro quinti (9). Le colonne corintie

che forma

tinelli

nominati stanzini a tetto che sono

Palladio, piedi sette, dai quali

piedi 2, oncie 6, sono

L'altezza di detta sala


delle logge

trabeazione

finestre dell'Attico (10)

hanno
la

di

un

dia-

diametro

quinta parte;

non

si

il

potrebbero

ha disegnate; imperciocch lutto l'ordino

Detraendo dunque da questa quantit piedi 8 por

-18legnami del coperto,

l'altezza degli stanzini e

le finestre di essi

potrebbero stare dove sono disegnate nel libro del Palladio.


trabeazione 5 piedi, e l'altezza di questi stanzini soli 7 piedi;

sarebbe eguale

finestre

un Maestro

cos perito ed avvertito abbia trascurato

conosce

e chi

piano e senz' alcun poggio.

al

Non pu

un

non

stanzini

Diffalti se la
il

lume

delle

credersi che

difetto s rimarcabile;

Palladio, s'immaginer piuttosto che ci sia accaduto per la

il

infedelt dei disegni delle tavole che servire

dovevano

pei quattro libri di

Architettura. Per correggere questo disordine, disegnai nella tavola V, che

dimostra

la facciata principale, le finestre cos alte dal

che

loro un comodo poggio,

resti

modo

usato in varie fabbriche del Palladio;

condotta.

il

che pu giustificare

Le due logge d'ordine jonico, che tendono

formerebbero un graziosissimo
usi rurali, dei quali

aspetto, e

uno certamente

stato fabbricato al

un

tutto di sorprendente magnificenza.

che

tre

Ordini

Riflettasi

vaga invenzione; cio


cantine, le scudere,

la

mia

circonferenza,

tempo del

per

gli

Palladio",

nostro Autore ha posti in opera per questa sua

toscano per

11

il

alla

portici d'ordine toscano

costituirebbero

le

piano degli stanzini,

sono segnate nella trabeazione convertita,

portici, dietro ai quali vi

sono

fenili,

luoghi da castaidi e due internamente ben distribuite

torri, da lui chiamate colomhare, che nella pianta

si

vedono segnate

logge di porzione di circolo egli fece uso dell'ordine jonico

y^: nelle

e in quelle della

fabbrica principale, del corintio pii nobile e pi gentile. Osservisi la variet


de' piani, sopra de' quali

andrebbero disposte

scono questa fabbrica (tavola 6j,


insieme, formerebbero
riputata

una

delle pi

le

le

quali unite,

diverse parti che costitui-

come sono, elegantemente

una bellissima composizione,

vaghe

fra le

la

quale verrebbe

numerose produzioni del singolare talento

del nostro Architetto.

TAVOLA

IV. Pianta.

TAVOLA

V. Prospetto.

rn jT^r^T
T^T
TAVOLA
VL
V

La

villa del

o
Spaccato.
^

toscano delle colonne


^Capitello
^

Base.

seguente fabbrica fu cominciala dal conte Francesco e conte Lodovico,

Vicentino

. I

quattro libri d'Architettura di Andrea Palladio,

appresso Bartolommco Carampclln, 1601.

de'portici.
^

lib.

ii,

fratelli Trissini in

Meledo,

cap. i5, pag. 60; in Venezia,

T'vn

i:ni

_yl

i!

i^

Vffl

1"IX

Ul
.t_4^_l^H----

^-

o
<V-

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FABBRICA
DEI NOBILI SIGNORI

CONTI SAREGO
ALLA MIEGA
VILLA DEL COLOGINESE

Aja seguente fabbrica


Libri, per

il

l'esecuzione.

rilevasi da'suoi

conte Annibale Sarego, e se ne cominci anche in quel tempo

Non

so poi per

quali contrarie combinazioni ella sia rimasta

imperfetta e trascurata in modo, che


distruzione,

come

stata disegnala dal Palladio,

prima che

il

fosse terminata.

tempo

la

ridusse presso all'ultima sua

Ci forse sar provenuto per esser ella

posta in una dispiacevole situazione, e attorniata da malconcie strade, quasi


in tutte le stagioni impraticabili.

cissimo piedestallo (11) (tavola

IJ,

Fa basamento a questa fabbrica un semplisopra di cui eretto

in stanze di belle proporzioni, sala, gallerie e loggia,

che ha

piani di legno, contiene la

soffitti

due

le

quelle altezze.

camere; imperciocch

Le

cantine, le cucine,

tezza del piedestallo ed alcun

la
le

sala

la

jonlca

11

divisione. V'

secondo,

un

altro

famiglia; e questi sono

superiore comprende tutte

dispense sono contenute nell'al-

poco vanno sotto

terra.

Semplicissima e l'Invenzione della facciata, ornata


e l'altra

primo piano, diviso

tutto a vlta.

medesima

piano superiore con degli stanzini per allogarvi


solamente sopra

il

il

di

corintia (tavola SJ, che viene terminata con

due logge, l'una

un proporzionato

frontone. Gl'intercolunnil jonici sono maggiori una decima parte di due

diametri, e quello

di

mozzo un poro minoro

di tro (favo/a 9).

Noi libro dol

-20Palladio iroviamo questo marcalo con

hanno

(liamelri: eli altri ne

hanno

11

tre e

numeri, largo poco meno

un quarto. Le colonne, che

diametro un'oncia minore

di quallro

In esecuzione

delle disegnate dal Palladio, sono alte

nove diametri meno due quinti. La trabeazione (12) eseguita, giusta

Le colonne

regole, colla quinta parte.


alte

10 diametri pi un'oncia

diametri e

poco pi

sue

corintie della loggia superiore sono

mezza; e l'Autore

un quarto.

di

alle

le

ha disegnate di

soli

sopraornatl, non riflettendo a qualche

piccola variazione, provenuta forse dalla esecuzione, sono divisi secondo

suol Insegnamenti.

Le

finestre e le porte

mento. La trabeazione jonlca,

sagomate secondo

le

dell'ordine corintio, perch

sono semplici, cio senz'alcun orna-

basi attiche di tutti

suol precetti.

Non ho

due

gli

Ordini sono

date le sagome dei sopraornatl

non ho potuto rinvenirne alcun pezzo

fra

avanzi di quel nobile edlfizio: ho trovati bens de' capitelli corlntli,

mi parvero tanto lontani dal gusto

poco

di quell'Autore, e cos

presente fabbrica, che rlsolsl di non volerne pubblicare

il

miseri
1

quali

adattati alla

disegno, suppo-

nendoli o d'altra fabbrica, o di disegno di non molto intelligente artefice.

Se per non mancare all'impegno assuntomi non mi

non

lecitudine ad esaminare questa fabbrica,

fossi trasportato

con

sol-

avrei forse potuto pi farne

il

necessario confronto col disegni dell'Autore; imperciocch ella ridotta quasi


agli ultimi

momenti

detti disegni,

di sua esistenza.

ma non

zione, n riconoscere
Palladio, che a

si
i

vero che sarebbero rimasti

avrebbe potuto riscontrare

maggiore intelligenza, secondo


a'

soprad-

le variazioni dell'esecu-

una

11

metodo intrapreso,

si

piedi.

altro avvertire

scale, e l'aggiunta d

patenti errori trascorsi nelle tavole pubblicate dal

troveranno registrali qui

Degglo per

che per variazioni intendo

scaletta a

la

posizione delle due

chiocciola (13) che ancora esistono; e

che l'errore nel numeri consiste nell'essere gl'Intercolunni! contrassegnati


dal Palladio di sei piedi e mezzo, cio di tre diametri e

maggiore, poco

meno

di quattro diametri

quando

la

un quarto, e quello

somma

di queste parti

non pu essere contenuta nella lunghezza della loggia, perch l'Autore l'ha
disegnala di piedi 40, e
e mezzo. Riflettasi,

la

come

predetta

somma

in altro luogo

arriverebbe intorno

ho accennato, che

a'

piedi

50

ne' quattro Libri

dell'insigne nostro Architetto sono Incorsi vari! errori di enumerazione; e

che per questa ragione sovente, ed inoltre per qualche variazione da lui
praticala nelle sue esecuzioni, e per gli arbitrii presi dagli

ritrovano

le

esecutori,

fabbriche discordanti in molte parti da' suoi disegni.

si

-21-

TAVOLA

VII. Pianta.

TAVOLA

Vili. Prospetto.

TAVOLA

IX. Spaccato.

Base

Capitello del

Trabeazione jonica.

Base dell'ordine corintio.

attica dell'orcllne jonico.

MISURE NE' DISEGNI DEL PALLADIO


Stanze maggiori lunghe

piedi

Stanze quadrate

Stanzini lunghi
larghi

Sala larga

lunga

Loggia larga
lunga

Diametro delle colonne joniche


Altezza delle

medesime

Trabeazione
Altezza delle colonne corintie

27

medesimo ordine.

III

TX

FABBRICA DISEGNATA DAL PALLADIO


CHE FU ERETTA

CAMPIGLIA

IN

VILLA DEL VICENTINO

Lio' lumi ricavati dal libro del Palladio, io

mi trasportai

in

Campiglia,

del territorio Vicentino, per esaminar la fabbrica da esso ideata per

Francesco Repeta. Restai sorpreso

ma

lontanissima dal genio

di trovare bens

del nostro

incendio che

non

la distrusse, a riserva di

signor

l'abbrica,

Autore, posseduta attualmente dal

signor marchese Antonio Repeta. Nello stesso


casa disegnata dal Palladio pi

una grandiosa

il

villa

momento

fui

avvertilo che

un

esisteva per cagione di

la

terribile

alcune colonne joniche rispettate dal

fuoco, che presentemente ancora esstono nellaccennata fabbrica. Per poter

pubblicare quest'Opera nella mia collezione, ho dovuto appigliarmi


lasciatici

fece,

disegni

dall'Autore nel libro n, pag. 61, riducendoli in forma maggiore per

pi chiara intelligenza, e trascrivendo anche

ne

ai

per riportarla

a'

miei leggitori.

Dice

il

la ristretta

Palladio:

descrizione ch'egli

La

fabbrica sotto-

posta in Campiglia, luogo del Vicentino, ed del signor Mario Repeta,

il

quale ha eseguito in questa fabbrica l'animo della felice memoria del

signor Francesco suo padre. Le colonne de' portici sono di ordine dorico:

gl'intercolunnii sono quattro diametri di colonna. Negli estremi angoli del

coperto, ove

due colombare

veggono
e

le

le loggie.

loggie fuori di tutto

il

Nel fianco rincontro

corpo della

casa, vi

alle stalle vi

vanno

sono stanze,

delle quali altre sono dedicate alla Continenza, altre alla Giustzia ed altro

-24-

ad

altre Virt,

con

gli elogj

messer Battista Maganza Vicentino, pittore e poeta sli>golare,


che stato fatto affine che questo gentil huomo , 11 quale riceve molto

opera

di

<(

11

<c

volentieri tutti quelli che

ed amici

e pitture che ci dimostrano, parte delle quali

nella

camera

a ritrovarlo, possa alloggiare

di quella Virt, alla quale essi gli

Ha

pi Inclinato l'animo.

tutto al

vanno

questa

fabbrica la

coperto (tavola lOj; e perch

e quella per l'uso

di Villa

la

sono di un

comodit

suol forastlerl

pareranno haver

di potere

andare per

parte per T abitazione del padrone

Istesso

Ordine, quanto quella perde

di grandezza per non essere pi eminente di questa, tanto questa di Villa


accresce del suo debito ornamento e dignit, facendosi uguale a quella del

padrone con bellezza di

Comoda e

grandiosa

dorico che da tre

lati

diametri e mezzo con

sono del genere

tutta l'opera

la

presente invenzione

imperciocch

vi

un ordine

circonda un ampio cortile ornato di colonne alte sette


la

loro corrispondente trabeazione (14); gl'intercolunnii

areostilos.

Vi sono

spaziosi

portici

mediante

padrone della casa pu andar senza incomodo ad esaminar

quali

11

propril affari e

che somministrano un delizioso passeggio. Buon numero distanze vi

si

trovano

per uso de'padronl, ed altre per alloggiarvi degli ospiti; oltre a degli stanzini
a tetto indicati dalle varie scalette che

si

vedono segnate

nella pianta,

probabile che servissero per la bassa famiglia [tavola 11).


i

due piccoli appartamenti a quelle corrispondenti

saranno

quali

Le due logge

comodi

stati

dilettevoli.

Dalla saggia distribuzione di questa solida fabbrica risultano

comodo ed

eleganza, pregi tanto spesso lodati nel nostro Architetto.

TAVOLA

X. Pianta.

TAVOLA XL

Prospetto.

xm

TXIL

TIU

T XUI

T.^xiv:

T'-jn

1^'

a--

^^-

"-"^

^:^^^'sZStff.i

PALAZZO
DEL NOBIL SIGNOR CONTE

ANTONIN ANTONINI
IN UDINE,

ilEL secondo
la

libro, al

capo terzo dell'Opera pubblicala dal Palladio,

descrizione di una fabbrica accompagnata dalle tavole relative

per

il

avuto

signor Floriano Antonini


il

suo principio durante

tempo dopo, ed

pu
il

METROPOLI DEL FRIULI

Palladio, ebbe

la vita del

riconoscerla per cosa sua. Reca stupore,

vedere che anche

la

porzione eseguita

ha pubblicati

al

come ha

trova

che ha

compimento molto
che appena

si

recato in altre occasioni,

suo tempo,

come

si

disegnata

cavaliere d'Udine. Questa fabbrica

in guisa tanto lontana dall'idea dell'Autore,

parti dai disegni ch'egli

sa

diversa in molte

a suo luogo dimostreremo.

Il

piano terreno di questo bell'edifzio compartito nel seguente modo. V'ha

un

atrio quadrato,

con quattro colonne joniche

proporzionata l'altezza
nicchie;

alla

dimensione; due scale che terminano

un andito ed una

al

di tre stanze di diverse

ed armonica

plano nobile, e due stanzini ad uso

loggia posteriore.

11

piano superiore ha

divisione; sopra le stanze di esso vi sono degli stanzini a tetto,

la

medesima

ai

quali

la

situazione delle quali

si

12), che rendono

lunghezza e larghezza, ed ornato di quattro

due appartamenti, formati ognuno

di passatizio (15);

[tavola

ascende per delle

scalette,

che hannno principio

ho contrassegnata ne'thie

al

piano nobile, e

passalzii (IG) colla lellera A.

-26-

La

comprende

sala

come

i'allezza delle stanze e degli stanzini,

plano terreno

nello spaccato. Sotto al

sono de' sotterranei

vi

di

dimostra

si

comodissimo

uso, e questi girano solamente sotto agli appartamenti.


facciata viene ornata

La

rilievo,

il

primo

mezzo da due ordini

nel

bugnati di rustico;

jonlco, coi fusti

primo ordine, che

parte di esse colonne. In questo

tempo che viveva

il

Palladio

la

[ta<Jola

si

13),

trovano

colonne

di

mezzo

trabeazione

la

quinta

si

di

crede fabbricato nel


frapposte alle

le finestre

colonne, molto pi larghe di quelle che sono disegnate nel libro dell'Autore;

imperciocch in quello
finestre e le

vede un

si

sufficiente spazio fra

colonne; e nella esecuzione

il

lume

onde, quantunque

egli di sole tre

negl'intercolunnli disegnati dall'Autore, e nella loro esecuzione

divario quasi insensibile.


ale della facciata,

Le

che

finestie

si

vedono

nel

di esse

si

ravvisi

primo ordine

nelle

un

due

sono di composizione rustica, ed hanno sopra una cornice;

possiamo supporle per ideate dal Palladio, bench non ornate col soHto di
lui

gusto: forse cos egli

ed

agli angoli della

avr volute, per farle uniformi

le

corpo

al

fabbrica che restano almeno apparentemente

mezzo

di

fortificati

da

quella rustica struttura,


11

secondo ordine, ch' corintio, ha

quinti;

il

loro diametro minore quasi

joniche. Della trabeazione corintia non


il

le

colonne lunghe 9 diametri e quattro

la sesta

parte delle sottoposte colonne

v' di fabbricato

quale alto quesl^g del diametro di esse colonne;

ho dovuto disegnarlo secondo

finestre

si

vedono

io le

in questo

ma

il

Palladio

non

secondo piano,

1'

ha marcata con numeri.

palazzo eseguito

ornamenti

di cui

ma

dimo-

si

della scuola del

mollo discordante dal genio del nostro Autore; ed

ho disegnate secondo

Nel

solo architrave,

resto della trabeazione

strano agl'intendenti, non d'invenzione del Palladio,

Borromini, ch' vaga,

il

precetti dell'Autore, prescritti per quest'or-

dine; imperciocch nel disegno

Due

il

che

la

non

di lui maniera.

vi

frontespizio,

ma da un

da una sgraziata cornice egli vien terminato:

io

rozzo muracelo, e

ho creduto

di

doverlo

14),

perch

pubblicare col mio disegno secondo l'idea del Palladio.

Non ho formato disegno

della

nell'ordine e nella distribuzione


colla differenza

Tutti
giori

gli

che quivi sono

appartamenti terreni e

sono a un dipresso

alte

le

di
il

loggia posteriore

colonne sono

mezzo

[tavola

simili a quelle della facciata,

rilievo, e nella loggia

sotterraneo sono a vlto;

secondo

la

le

sono

isolate.

stanze

mag-

prima maniera prescritta dal Pal-

ladio per quelle stanze che sono pi lunghe che larghe, cio con

la

media

pioporzionale aritmetica (17).

Questa vaga

e nobile fabbrica merita d'esser

annovciata

Ira le

migliori del

-27nostro Architetto; e meriterebbe molto maggior considerazione, se fosse


finita in tutte le

sue parti secondo l'idea concepita dal suo Inventore.

TAVOLA

XII. Pianta.

TAVOLA

XIII. Prospetto.

TAVOLA

XIV.

Spaccato.

MISURE ESEGUITE

MISURE NE' DISEGNI DEL PALLADIO


Atrio quadrato

piedi

Stanze maggiori lunghe

32
28

piedi

.)

Stanze minori lunghe

24

Stanzini notati per errore

larghi

larghe

Passatizii

Andito largo

Colonne joniche esterne

alte
alte

...

).

26 li
IS

21

10 IO
8

8
d

Colonne corintie del secondo ordine

31

18

IS

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. . .

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X\TL

FABBRICA
DEL NOBILE SIGNOR CONTE

ADRIANO TIENE
NELLA SUA VILLA

XROviAMonel

libro

DI CICOGNA.

secondo delle opere del Palladio

ad istanza del conte Francesco Tiene,

fatti

ebbe

tempi

in que'

la

quale, per c[aanto dice l'Autore,

suo principio. Io ne presento

il

disegni di una fabbrica,

disegno nelle seguenti

il

tre tavole, XV, XVI, XVII, trascrivendo anche, per maggior intelligenza,
quanto dice l'Autore intorno ad essa, al llb. ii, cap. 15. La seguente fab

brlca del conte

sua

villa

a sala nel

sopra

la

mezzo

le

Odoardo

e conte

Teodoro,

della casa [tavola 15),

quali

un pogginolo

al

tetto: le stanze

il

muro

luminosissima,

nel

mezzo;

esse ancora

perch

le stalle e

La

il

lume anco

luoghi per

la villa.

fatte

per

lo

Il

vlti

modo, che

delle scale.

di sopra
i

il

lume

Sono

di sopra

e tanto pi
in

uno

le

che

de' coperti

gianari, e nell'altro

Quelle due logge che, come braccia, escono


per unir

la

sono appresso questa fabbrica due

portici, l'uiH)

camerini hanno sopra

per ricevere

fianco del cortile vi sono le cantine e

fuor della fabbrica, sono


villa:

mezzo

hanno kune abbastanza,

essendo vacue nel mezzo, ricevono

che sono per

la sala

al

grandi hanno

alzano in

si

fanno quattro torricelle negli angoli della fabbrica:

i loro mezzati, le porte de' quali rispondono

Cigogna

pari del piano delle stanze di sopra.

mezzo cadino (19)

schifo (18), e le quadrate a

scale senza

in

ed ha intorno alcune colonne joniche,

vlto di questa sala giunge sino sotto

deThieni,

fratelli

qual fabbrica fu principiata dal conte Francesco loro padre.

casa del padrone con quella di


corlili

trebbiar de' giani, e l'altro per

di fabbrica vecchia
la

con

famiglia pi minuta.

-30-

cosa

facil

il

comprendere

fabbrica ebbe principio vivente

che non

si

dalla sopraddetta descrizione, che questa


il

ma ebbe un

Palladio;

potrebbe trarne alcun lume senza

imperciocch non

di fabbricato, se

vi

principio cos tenue,

disegni del suo Architetto:

non una

delle

due logge ad archi;

XV colla lettera E; oltre di che questa

cio quella contrassegnata nella tavola

piccola porzione eseguita, diversificata in molte parti dai disegni del Palladio,
tanto nella pianta, quanto nell'alzato. Egli
e sono eseguite piedi 17, oncie

prospetti

quelle

3.

form queste logge larghe piedi 16,

Di quattro archi vediamo formati

loro

e ne troviamo in esecuzione cinque. L'ordine da lui indicato per

due logge,

il

quale deve essere lo stesso ordine disegnato per

due

portici che, com'egli dice, sono fatti per unire la casa del padrone con quella
di villa^ l'ordine, dico,

dorici, con sopra

ora nelle opere

Ad
da

il

jonico; e vediamo posti in esecuzione de' pilastri

una cornice

architravata, unico

di questo giudizioso

alcuni parr strano che vi


lui ordinata);

ma

egli

esempio da me veduto

manchi

il

fregio (posto che quella cornice sia

per avrebbe ritrovato

suo difensore nel fu conte

il

Francesco Algarotti, se questa da alcuni pretesa licenza,


notizia".

sin

seguace dell'antica scuola greca e romana.

gli fosse

giunta a

Sarebbe, a mio giudizio, intieramente superfluo quello che per mag-

gior intelligenza di questa fabbrica volessi aggiungere a quanto ha scritto

Palladio; qualche cosa invece mi convien dire per

giustificazione della

il

mia

condotta, e per qualche piccola alterazione che ho dovuto fare nella pianta

che ho ricopiata dal libro dell'Autore. Egli disegn in essa pianta


torricelle

poste sugli angoli della fabbrica sulla

facciate, e nell'alzato delle

sono contenuti dentro

alle torricelle,

le

vede che

si

camere

gli aggetti della

le

Devo

dov'

dice l'Autore, che

la

B; ed in questo

camerini hanno sopra

se

si

supponga che

le teste delle

con non molta ragione,

nezia, per Giambalista Pasquali

al
,

parer mio, pigliano


175^.

modo
la

si

resta spiegato

scala

travi che sostengono interiormente

alcun poco l'architrave, e vengono ad incastrarvisi dentro,


le quali

dise-

suo principio dov'

il

loro mezzati^ e

rispondono al mezzo delle scale; imperciocch per

come sono

inoltre avvertire, che le scale

interne ascendono una contro dell'altra, cio una ha


e l'altra

due

trabeazione

stanze grandi sono divenute pi lunghe di

quelle che son disegnate nel suo libro.

A,

quattro

manifesto contrassegno ch'esse risalgono

delle sopraddette torri quadrate,

gnate e descritte dal Palladio,

la lettera

le

linea delle

Per questa, a mio giudizio, necessaria regolazione,

dal resto della facciata.

dovendo tenere

medesime

medesima

il

le

quanto

porte de quali

che comincia

in

A,

palco della stanza, intacchino

avr l'origine delle cornici architravate, contro

la lancia

taluni. Saggio sopra l'Architettura. In

Ve-

-31C,

arriva all'ammezzalo sopra lo stanzino

si

ramo

e l'altro

di scala

che

principia in B, d comunicazione all'ammezzato sopra l'altro stanzino D.

Per

gli alzati

mi regolai secondo

il

d'ordine composito (tow/a 16), dietro

disegno dell'Autore, ornandola loggia


alle di

cui colonne posi de'pilastrini

per sostenere un pogginolo largo quanto

la loggia

medesima

come

lo

vediamo disegnato nel libro del Palladio.


Frontespizio, acroterii (20) e statue, li troviamo disegnati nel

La

sala

sopra
al

medesimo

la di

cui cornice regna tutto all'intorno

un pogginolo che corrisponde

piano delle stanze del secondo ordine [tavola 17). L'altezza di questa

ha una proporzione colla sua larghezza quasi sesquialtera ^ cio


d'una larghezza e mezza. L'altezza delle stanze quadrate

cio ella ha

Troviamo

la

medesima proporzione che passa

le stanze

la loro altezza

2,enio del

fra

il

3 e

corrisponde quasi

alla

suo Inventore, mentre

XV.

TAVOLA

XVI.

Pianta.

TAVOLA XVIL

una

sala

sua altezza

sesquiterzia

4.

media proporzionale armonica (21).

ella

si

ammirerebbe maggiormente

contiene una

comoda

interna ed un'ammirabile, elegante magnificenza in tutte

TJVOLA

il

la

maggiori lunghe due larghezze e una decima parte, e

Se questa bella invenzione fosse fabbricata,


il

libro.

quadrata, secondo l'Autore, debb'essere decorata dall'ordine jonico,

Prospetto.

Spaccato.

le

distribuzione

sue parti.

x\m

T^XIX
/

iSrfgp-:^

\
x^
\

\S:Mj^^.p-f.

w
^lllZIS

FABBRICA
m

SUA ECCELLEJNZA

LEONARDO EMO
NELLA VILLA
VICINO

ER quanto dice

suoi disegni in

quadro

il

Palladio, questo bel palazzo stato eretto a

campi

Trivigiani, e dinanzi vi

che rende comoda

bagnato da un fumicello,

secondo

CASTELFRANCO.

mezzo ad una vasta pianura. V'era

di ottanta

fatto erigere dal

FANZOLO

DI

magnifico signor Leonardo

l'idea concepita dal

un quadrato,

che

la

vede uno spazioso

si

Emo, ed

suo Inventore, a riserva

e le adiacenze

norma

dei

un giardino
cortile

e deliziosa la situazione. Egli fu

variazioni che a suo luogo verranno dimostrate.

di dietro

intieramente

di

compiuto

alcune poco significanti

La forma

della sua pianta

fiancheggiano, sono di una significante

lunghezza, in proporzione della fabbrica principale; e queste furono disegnate


dal Palladio per allogarvi, com'egli dice",

le

cantine,

granariyle

stalle e gli altri

luoghi di villa; ora per altro sono impiegate a pi nobile uso, cio di stanze
e stanzini,
a'

che rendono

padroni di casa,
Il

fabbrica pi

la

gli ospiti

che

vi

e capace di alloggiare, oltre

piano terreno di questa graziosa fabbrica tutto involtato, e

sono distribuite per

gli

usi della

famiglia.

appartamenti e loggia. La proporzione

fi

comoda

concorrono.

Palladio,
Tornili

lib. ii,

cap.

i/j,

pag. 55.

di

Il

le parti

piano nobile contiene sala,

questa loggia di una larghezza e

-34due

18), che

terzi {tavola

proporzione che passa fra

avvicina ad una terza maggiore, cio a quella

si

terzo ed

il

media proporzionale aritmetica

colla

quinto

il

(22).

e la sua altezza determinata

Quasi quadrate sono

stanze

le

dinanzi; e quelle dalla parte opposta sono lunghe una larghezza e due terzi,

che corrisponde a una terza maggiore,


larghezza, perch sono coi

La

soffitti

la

di cui altezza

minore

della sua

piani, cio colle impalcature (23).

quadrata, ha un'altezza minore della sua larghezza; ed aveva

sala, ch'

legno co' suoi lacunari (24),

quale presentemente

un tempo un

soffitto di

slato coperto

con una vlta leggiera di una piccola porzione di cerchio

Nel mezzo del prospetto

vi

il

(25).

una loggia sostenuta da un basamento, che

gira tutto all'intorno della fabbrica, la di cui altezza quasi la

met

dell'al-

proporzione, non curando qualche

tezza di essa loggia [tavola 19): questa

piccola diffijrenza, un'ottava, cio quella proporzione che passa fra l'uno
e

il

due.

Esaminando gl'intercolunnii minori


e

due

di otto diametri e

per

troviamo due diametri

li

quello di mezzo tre diametri. La proporzione delle colonne

terzi, e

sagome

solite

della loggia,

un

settimo.

del Palladio,

La forma

de' capitelli,

quantunque diversa

dobbiamo riconoscerla per

dorica.

troviamo proporzionata e divisa nelle sue parti

la

in

dalle

La trabeazione

modo

diverso, e

praticata dal Palladio per quel-

sagomata in diversa maniera da quella


l'ordine.

La sua

altezza

una media proporzionale aritmetica

quinta parte delle colonne, ed divisa a un

fra la

quarta e

dipresso in dodici parti,

la

come

nel jonico e nel corintio.

Tra

l'altezza e la larghezza della loggia

porzione che passa fra

ognuna
fra

il

due

delle

terzo ed

minuzia. Fra
passa tra

Ho

il

che

la

sesto, cio

il

di

una

vedere quella pro-

minore; e

terza

fiancheggiano, quasi quella relazione che

secondo ed

il

terzo, la

semplicemente accennate

le

predette armoniche misure, le quali mi

formar

il

la

le facciate delle

loro

com-

fabbriche,

avvicinassero a quella elegante proporzione che tanto piace nelle

opere del Palladio. Gli archi delle due logge hanno una proporzione dal 3
cio sono
l'altro

alti

sono

cio poco

quale una quinta.

pare (verificate dagl'intendenti) che facilitar dovessero, merc

si

vi

lunghezza e altezza del prospetto scorgo quell'armonia che

binazione, agli studiosi d'architettura


sicch

fra

quarto, ch' una quarta minore, non computando qualche

il

la

ale

quinto ed

il

sembrami

di

una larghezza poco pi


una proporzione con

meno

d'una terza parie.

di

gli

due

terzi; e

pilastri fra

archi medesimi quasi

al 5,

un arco

come

e;

l'I al 3,

-35Varie differenze

trovano nella presente fabbrica fra

si

tore e la sua esecuzione, le quali, secondo


registrate, per

non annojare

medesimi termini.
del quale io
le

colonne

il

che adorna

la

preciso carattere

ma

membri

ne'

variati

Sembra
le

la

compongono

veggo

isolate;

tanto

nella

parti principali e dei

".

pertanto, che detto ordine,

non avendo

le

doriche, n

toscane, n

le

joniche proporzioni, possa chiamarsi composito (26), o dorico maestrevol-

mente

alterato nel rapporto delle sue parti (27). Infatti l'altezza delle

minore

La divisione
di misure,

delle sue parti lontanissima da

il

quanto l'Autore ha prescritto

dissi, vi

sono delle alterazioni

Palladio ha disegnate alte piedi 20, e

mezzo, e sono eseguite

19, oncie 4, e

di piedi

oncie 4 e mezzo. La trabeazione disegnata

vediamo

la

eseguita pi alla della quinta, e

Questa leggiadra fabbrica, abbench

il

il

bellezza; imperciocch vi
tal

si

2,

quinta parte delle colonne,

minore

alterate vi

si

vede una corrispondenza

grazia che gl'intendenti

diametro piedi 2

diametro di piedi

della quarta.

trovino

praticate dal suo Architetto, riesce di una eleganza e di

ed una

colonne

trabeazione

che non posso dispensarmi d'accennare, come, per esempio, l'altezza

delle colonne, che

e la

la

maggiore della quinta..

della quarta parte delle colonne, e

per l'ordine dorico. Nella esecuzione, come

loggia,

da' capitelli dorici

eccede un settimo di otto diametri, come abbiamo dimostrato,

la

imperciocch trovo

trabeazione diversificata intieramente

proporzione del tutto, quanto nella divisione delle

membri che

un settimo, quantunque sieno

proporzione dorica,

dell'Autore; osservo

saranno

fastidiosa ripetizione dei

Riflettasi all'ordine di architettura


il

disegno dell'Au-

solito, qui appiedi

una

leggitore con

saprei individuare

alte otto diametri e

capitelli di

non

il

il

le

proporzioni

una non ordinaria

fra le parti

ne rimangono soddisfatti:

ed
il

il

tutto,

che pu

servire di regola agli architetti per potersi allontanare alcuna volta dalle

regole prescritte dai gran maestri, senza uscire per da certi determinati
confini, stabiliti dalla ragione e dal

TAVOLA

XFIII.

buon

senso.

Pianla.
(

TAVOLA

XIX.

Prospetto e Spaccato.

a Di questa non praticata trabeazione


parti principali, cio l'architrave,

con

tutti

Ho

loro

membri,

il

iiell'oi-dine

A (Capitello.
B

Trabeazione.

Spaccato.

dorico, nou m' slato possibile poter misurare che sole

fregio e la cornice, nonostante la ho disegnala e ne ho formale le

ti-e

sacome

e con la precisa altezza del tutto insieme.

voluto di ci avvertire

nolla possibile esattezza la

miei leggitori, perch comprendano in qiial

presente t)pera.

modo

io

mi diriga

nel

compilare

-36MISURE NE' DISEGNI DEL PALLADIO


piedi

Sala quadrata

Stanze maggiori lunghe

Larghezza delle logge ad archi


della fabbrica

27

do

Stanze quadrate

Basamento

MISURE ESEGUITE

....

3 per un lato, e

26

15

6 per un

27

26

IS

13

iO 10

20

per

per

medesime

Trabeazione

26

Diametro delle colonne


Altezza delle

piedi

l'altro

lato, e

l'altro

TU
i

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FABBRICA

MASER

IN

VILLA VICINA AD ASOLO NEL TRIVIGIANO


DISEGNATA DAL PALLADIO PER MONSIGNOR

DANIELE ELETTO PATRIARCA D'AQUILEJA


MARCANTONIO FRATELLI

DE'

BARBARI

PRESENTEMENTE POSSEDUTA DALLA NOBIL DONNA

MARIA BASADONNA MANIN

.1

ANTE e

presente

tali

sono

le

fabbrica

circostanze che unite insieme

che quasi

hanno

resa luminosa la

superflua rendesi qualunque illustrazione.

Sufficiente sarebbe per renderla rinomata,

il

far

menzione del suo Inventore,

e dell'illustre personaggio che la fece erigere.

Andrea Palladio

n' stato l'inventore;

imperciocch

e disegnata nel secondo de' suoi quattro Libri

Daniele Barbaro gliene ha data

la

troviamo descritta

cap. 14, pag. 51, e

monsignor

onorevole incombenza; quell'illustre Pa-

triarca d'Aquileja, che rese immortale

commenti sopra

al

la

il

proprio

nome

colla versione e coi

dieci Libri di Vitruvio, ne' quali fa gloriosa

menzione del

suo Palladio. Per compimento di questa bell'opera, l'intendentissimo Prelato

ha voluto ornarne l'interno col prezioso pennello di Paolo Caliari, onde


accrescerle nuovi pregi.

Anche

la situazione di

questo singoiar edifizio confluisce di molto a ren-

derlo pregievole; imperciocch innalzato egli alle falde di un ubertoso ed

ameno
vi

monticello, di facile e quasi direi d'insensibile

una spaziosa pianura disposta

lunga la

fabbrica,

cio

in

salita,

dinanzi

viali, giardini e cortile, estesa

intorno a piedi

240 Vicentini

(28).

al

quale

quanto

Un

altro

-38ancora dietro

cortile vi

dinanzi,

di

stessa-

il

medesima lunghezza che quello

cui piano allo stesso livello del secondo plano della casa

il

che

casa, della

alla

si

vede nello spaccato contenuto nella tavola XXII.

Nel mezzo della lunghezza di esso cortile


di figura

minore d'un mezzo cerchio,

la

una prospettiva

vi

di rilievo,

quale abbellita da pilastri jonici,

statue, cornici intagliate, festoni e getti d'acqua, e in fine, da tutto ci che

pu suggerire

l'arte regolata dalla

ragione, per rendere ornata

una prospettiva.

Nel mezzo di essa vi un recipiente che contiene delle acque cristalline,


raccolte industriosamente da perenni fonti, che scaturiscono dal monti superiori, e

che indi passano a formar vicino un vago laghetto;

le

per diversi rivoli e nascosti condotti, vengono trasportate per

quali acque,
tutti

luoghi

della stessa fabbrica ai bisogni della famiglia.

Ammirabile

distribuzione interna di questo palazzo, disposto nel

la

seguente modo: una sala a croce, quattro stanze, due stanzini, un salotto e

due

sono

scale

sciuti

comodi

fiancheggiano,
tavola
Il

contenute nel primo piano;

le parti

al

quale vengono accre-

delle annesse adjacenze, poste dietro agli estesi portici che lo

come

si

comprende chiaramente

dalla pianta dimostrata nella

XX.

piano superiore compartito nel medesimo modo, ed accresciuto

anch'esso dalle stanze superiori delle sopraddette adjacenze. La proporzione


delle stanze principali

Gli stanzini

avvicina a due larghezze, cio quasi a una dupla.

si

hanno quasi

nano ad una larghezza

la

medesima proporzione;

cinque

media proporzionale armonica


proporzionale aritmetica (30),

sesti.

e le mediocri

L'altezza delle

si

avvici-

prime ricavata

colla

Gli stanzini hanno un'altezza media

(29).

abbench abbiano

soffitti

piani e le stanze

mediocri crescono alcun poco della media proporzionale contr armonica (31):

un

salotto

che

si

accosta

al

quadralo ha un'altezza quasi maggiore d'un terzo

della sua larghezza, proporzione che

Tutto questo piano Involtato,


porzione di circolo,

il

si

stanze maggiori

le

hanno

vlti

d'una

di cui raggio (32) si avvicina alla terza parte della lar-

ghezza di esse stanze; l'imposta (33)


suolo alla sommit

avvicina ad una quarta.

d' essa

alta

un'undecima parte

imposta: e quelle mezzane hanno

dell'altezza dal
vlti di

mezzo

cerchio, colla loro imposta alta una delle dieci parti, computando essa imposta:

si

noti che tutte queste imposte

che richiede una


e

da

intagli. L'altezza della sala

mezza, ed ha quella proporzione che passa

ad una

fascia ornata

non hanno che quel poco

una

quinta.

fra

il

2 e

il

La imposta una cornice architravata (34),

delle undici

parti e

mezza dal suolo

alla

sommit

di aggetto

d'una larghezza
3,

che equivale

la di

cui altezza

di essa cornice,

-39e la sua vlta d'un mezzo cerchio (35).

sono

due larghezze, meno

alte

del

lume

da

intagli

interne del piano superiore

quinta parte, egli

la

di esse porte, le quali

Le porte

stipiti

veggono decorate con

si

sono un quinto

frontispizj ornati

d'un ottimo gusto antico. Queste porte non hanno

tutte la stessa

proporzione.

La

che ha una proporzione come ha

facciata

quinta, vien decorata da


rilievo,

il

il

3 al 2 (tavola 21), cio una

un ordine jonico con quattro colonne

di

mezzo

cui diametro piedi due, once sette e mezzo, e l'altezza otto dia-

metri e mezzo.

che sono jonici, hanno sugli angoli della facciata

I capitelli,

lari, e

Le

son

ad imitazione

fatti

di quelli del

di queste

tempio della Fortuna

Virile".

precisa quinta parte della colonna,

la

12 parti, distribuite secondo

stata divisa in

volute ango-

uno zocco, che ha qualche orna-

basi sono attiche, e riposano sopra

mento. La trabeazione

le

sono impiegate per l'architrave,

il

tre

metodo
per

il

quale

la

del Palladio: quattro


fregio e cinque per la

cornice.

Si osservi che in questa trabeazione

bastoncini (36) che dividono le

soli

fascie dell'architrave sono intagliati, e che

comprender

dalla

sagoma

il

resto tutto liscio;

(37) posta nella tavola

come

XXI.

Si rifletta ancora, che l'imposta liscia della finestra arcuata, trae

sino all'occhio delle volute, la quale regna anche negli spazj fra

Di una proporzione tozza

larghezza e

Le

due

terzi, e

suoi

piano superiore, due larghezze, e

Palladio, descrivendo

II

il

il

stipiti

primo piano sono

finestre del

la

sua

da quella porzione occupata dal cimaccio (38)

altezza dai capitelli jonici, cio

l'altra.

si

alte

loro

lume

sono

sesto del

due larghezze
stipiti

sono

lume

di essa porla (39).

un decimo; quelle

la sesta

tempio della Fortuna Virile, dice che

le

quale alta una

della porta,

il

una colonna

la

parte del

del

lume (40).

volute de capitelli sono ovate, ed

il che non so di aver veduto


capitelli che sono negli angoli del portico e del tempio fanno fronte da due parti,

altrove: e perch

mi

paj'uta bella e graziosa invenzione, io

me ne sono

servito in molte fabbriche. Lib. iv,

cap. i3.

Tanto ha soddisfatto
ne ha

fatto

al

genio del nostro Autore la forma de' capitelli di quel tempio, che in molte fabbriche

uso, quantunque

della facciata,

le

dell'une, quanto dell'altre;

come

non

circostanze

Te n'erano ne'fianchi; e

fu ottimo

altri. Si rifletta

e che

Non

suoi capitelli

non

capitello

che nella presente fabbrica

maniere antiche, che


la bellezza

il

lo

non hanno da
si

compiacque

abbia obbligato a porla

alle

colonne

la ft-onte de'capitelli

Unto

dubbio che mettendo una colonna sull'angolo

da porre in

non potrebbe accompagnare

vi

far fronte a
di far

Nel sopraddetto tempio, oltre

ripiego praticato dal Palladio nella Basilica di Vicenza, perdi'

il

ornata tutta all'intorno dall'ordine jonico.


senza un tale giudizioso ripiego,

lo richiedessero.

ottima l'invenzione per accompagnar

fii

una colonna
due parli

le

faccie insieme e degli uni e degli

sull'angolo che termina l'ornamento del prospetto,

ma

il

nostro Autore

Unto era invaghito

delle belle

uso di (juesla invenzione,abbcnch un'assolula necessit riguardanlc


in pratica.

-40Nel complesso di questa graziosa invenzione risplende


dell'Autore, che

si

compiacque d'interrompere

il

genio brillante

modo

sopraornati,

rare

volte da lui praticato.

Un

altro raro

esempio

osserva nella proporzione della porta principale

si

della fabbrica che d ingresso

due

Le

terzi.

primo piano,

prime sono un po' troppo

nell'esterne distribuzioni delle parti (41)j

il

lume

vicini al

solo Palladio

Ad

che pu in qualche

me

fatte

modo avvalo-

per varj anni sulle

non piace che

alcuni poi

gl'ingressi delle scale sieno nelle

due logge

ad archi, per essere (dicono) troppo lontane dall'entrata principale-,


questi critici rifletteranno, vedranno che volendo salire con carrozze
legni per la

un poco

strada che corrisponde nel mezzo della fabbrica,

per

difficile

il

suo declive

dove sono

de' gradini per renderla pi dolce e

strade tortuose vi sono


le

scuderie e

andate, che
croce
la

sia

di questo celebre Architetto.

Opere

sono

delle

non

vediamo una grandissima purit

il

miei dubbj fondati sulle osservazioni da

che

vaga invenzione, e che qualche altro v'abbia posto

nelle di lui fabbriche

mano, imperciocch

quale alta una larghezza

compariscono troppo vicine

di poter conghietlurare

e da ci parmi

stato l'architetto di questa

rare

la

finestre poste l'una sopra l'altra

stante che gli ornamenti delle

seconde ,

al

si

le

state

meno

stati

faticosa.

ella

si

od

se

altri

riuscirebbe

introdotti de' riposi e

quest'oggetto due

formate, che conducono sotto

rimesse, nelle teste de' quali

ma

trovano

portici,
le scale

dove
a

due

uniscono poi in una sola, e smontano nella elegante sala a

unica situazione per adattarle in questa fabbrica senza interrompere

graziosa disposizione interna, e mantenere una regolare comunicazione

co' portici e cogli

appartamenti adjacenti,

Una cos vaga invenzione


perfettamente

merita d'esser contemplata; imperciocch ella

finita in tutte le

sue parti,

zione, sono cos giudiziosamente collocate

pi

si

pu bramare

le
,

quah,

di

numero

e di disposi-

e di cos belle forme

che niente

".

Luoghi da servigio,

sala elegante, stanze

armoniche, forestere, logge,

scudere, rimesse [tavola 22), formano tutto l'intiero di questa fabbrica, che

viene poi decorata,


spaziosi cortili,

detto, da prospettive, giardini e getti d'acqua,

come ho

ed in

da tutto ci che pu renderla magnifica e vaga.

fine

a Credo di dover avvertire a questo luogo che

ornamenti, cio

capitelli, statue, fogliami,

medesima materia. Forse


l'arie plastica,

la

situazione

per supplire con essa

le

alla

la

presente fabbrica costrutta di mattoni cotti, e die

gli

festoni, e sino gli stipiti delle porte e delle finestre, sono della

circostanze de' tempi avranno obbligato

mancanza

di pietre di cava.

il

Palladio a porre in uso

-41Imposta o sia cornice archllravala

Cornice architravata del

Sopraornati delle porte interne.

Trabeazione dell'ordine jonico.

Sopraornati delle finestre.

della sala.

TAVOLA XX.

TAVOLA

A
Pianta.

XXI.

Prospetto.

salotto.

Cornice della prospettiva.

Fascia interna della prospettiva

medesima.

TAVOLA XXU.

HH Base,

Spaccato.

capitello e cornice archi-

travata della

medesima pro-

spettiva.

Camino da

MISURE NE' DISEGNI DEL PALLADIO


Stanze maggiori larghe

MISURE ESEGUITE
piedi

lunglie

Stanzini larghi

Sala larga

Salotto largo

Stanzini vicini al detto salotto larghi

Prime stanze quadrale

della

foresteria

...
.

Stanza con scaletta larga

Altre stanze quadrate

Diametro delle colonne joniche


Altezza delle

....

medesime

Larghezza degli archi

"

Trabeazione

fuoco.

"

12

Tm

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T.XXLV

THE
%

FABBRICA
DISEGNATA DAL PALLADIO PER

IL

CONTE

GIACOMO ANGARANO
NELLA VILLA

DI

ANGARANO VICINO A BASSANO

ORA POSSEDirXA DA

SIGNOR

S. E. IL

PIETRO GRADENIGO
SENATORE PRESTANTISSIMO

Ui

questo palazzo inventato dal nostro Autore, non

che alcuni portici con colonne d'ordine dorico,


fossero del Palladio, s'egli

medesimo non

si

vedono

quali sospetterei che

seguente modo:
a lui

del cortile vi
a stalle,

cap.

xv, pag. 63,

fabbrica del conte

Angarano

sono cantine, granari luoghi da fare


,

un

giardino.

La

il

casa del padrone posta nel


i

fatta

da esso nel

(to(^o/a 23).

vini, luoghi

cortile

sotto in vlto, ed in quella di sopra in solaro:

descrizione

la

Giacomo Angarano, da

nel Vicentino

colombara, e pi oltre da una parte

dall'altra
ce

La seguente

fabbricata nella sua villa di

al

per

le

mezzo

fiume copioso di buonissimi pesci.

vini che vi
a cortesia del

si

fanno, e per

li

frutti

da gastaldo,

nella parte di

la

questo luogo celebre per

che

vi

villa, e

camerini, cos di sotto

Brenta,
preziosi

vengono, e molto pi per

la

padrone.

Certamente della casa per uso de' padroni niente


secondo

Nei fianchi

cose di

come di sopra, sono ammezzati: corre appresso questa fabbrica

non

ha avuto

dicesse che questa fabbrica

principio al suo tempo. Per maggior chiarezza dunque, riporter

che troviamo nel secondo Libro

fabbricati

si

vede di fabbricalo

disegni del nostro Architetto: quella che presentemente vediamo,

stata eretta coi disegni dell'architetto

Domenico Marguli, morto

in

Venezia

l'anno 1721",
i

quali fanno evidentemente conoscere ch'egli

precetti dei maestri antichi,

che

si

vede eseguita, e che

Opere del

le

suppone

si

non intendeva

Palladio. Nella piccola porzione

fatta

nel

tempo ch'egli viveva,

si

trovano delle notabili variet dai disegni dell'Autore, e molto discordanti

ancora da'di

Vediamo

lui

insegnamentij e sono

le

seguenti:

colonne alte piedi 15, cio 7 diametri e mezzo, e sono eseguite

le

e due decimi. La trabeazione che dovrebbe essere

come

la

per con proporzione minorate tutte

le

colonna, in esecuzione non alta che


trabeazione dorica, essendo
parti

nella

state

nella tavola

Palladio: egli ornato di

il

XXIV. Grandioso

ella divisa

che viene dimostrato


semplice sarebbe

il

il

disegno che ne ha dato

un ordine composito con quattro colonne che


4, e l'altezza piedi

40

Questo maestoso prospetto ha quasi quella proporzione che troviamo

fra

comprendono
[tavola 24);

3 e

il

quinta parte;

fosse eretto secondo

prospetto di questa fabbrica, se


il

la

cio dell'architrave, del fregio e della cornice,

sagoma posta

quarta parte della

la

Se

il

tutta l'altezza,

ed ha una

il

di cui

diametro piedi

proporzionata trabeazione.

ed terminato da un frontispizio con suoi acroterj e statue

4,

l'architetto Marguti,

inventore della fabbrica sostituita all'invenzione del

Palladio, avesse conosciuti

Autore, non

pregi dell'idea che ne ha lasciata quel celebre


a

formarne una tanto lontana da que'ragio-

con cui soleva certamente

nati principj

produzioni,

sarebbe azzardato

si

le quali

(42).

il

nostro Architetto creare

sue

le

saranno sempre ottimi esemplari per chi brama di ben

fabbricare (43).

TAVOLA

ii^r^T
^vTir
AVOLA
XXI
F.

^r

XXIII.

Pianta.

71

Prospetto.

^
B

Capitello dell'ordine dorico.


r,.

Trabeazione dorica.

MISURE ESEGUITE

MISURE NE' DISEGNI DEL PALLADIO


Inlercolunnii

piedi

JS

14

Larghezza de' portici

15

;20

Luoghi

piedi

dorici

Altezza delle colonne doriche

di

scuderie e rimesse

Temanza Vita
,

del Palladio

.,

larj^hi

pag. 36^.

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PALAZZO
ERETTO

CESALTO

IN
LUOGO

La

VICINO ALLA MOTTA, CASTELLO DEL TRlVIGlAPsO

seguente fabbrica, ch'io presento disegnata in quattro tavole, fu ideata

dal Palladio per

11

N. H. signor

Marco

N. N. H. H. signori

Marco Zeno,

e di

portici che

ornano

non sono

cortile

il

eseguiti

lasciata nel lib. u, cap. 14, pag. 49, e perci

trovano

La

dalli

e fratelli Zeno.

palazzo intieramente finito, conforme

11

presente posseduta

ma

disegni dell'Autore;

al

secondo l'idea ch'egli ne ha

come

presento disegnati

li

si

in esso libro.

un quadro

figura dell'area occupala da questa grandiosa casa

di

una

larghezza e due settimi {invola 25), ed divisa in ima loggia, una sala e varie

una

stanze di diversa grandezza. Alcune di queste stanze sono lunghe

ghezza e quasi un terzo,

Di due larghezze

le altre si

avvicinano

modo

perfetto.

Le stanze quadrate sono

ghezza e un terzo, cio piedi 19, abbench

secondo

quadro

lunghezza della sala, e colla media proporzionale

la

aritmetica n' determinata l'altezza (44).

il

al

il

Palladio

dell'altezza de'vlll, che sarebbe

le

la

drate, che

il

hanno

vi

le

dice alte conforme

lunette(47) sugli angoli sono involtate nel

Due

hanno la loro vlta

prospetti ha questo palazzo;

primo ha

la

nel

porta ornata e

dell'altezza di questa

mezzo un

maggiori, e

il

la

Sopra

di

famiglia con gran

principale guarda

il

questo

comodo.

cortile dov' l'en-

ha dinanzi un giardino e una loggia ad archi [favola 26).


le finestre

che corona tutto all'Intorno

cesimo

le

medesimo modo;

di tutto sesto (48).

sono degli stanzini per potervi allogare

trata, e l'altro

lar-

raggio della vlta di un terzo della sua larghezza(46); le qua-

e quelle vicine alla loggia

plano

una

alte

media proporzionale

geometrica (45), cio piedi 13, 10. Della medesima altezza sono
queste hanno

lar-

la

arcuate, ed terminato da

fabbrica,

la

Il

una cornice

di cui altezza quasi

incluslvamcnIe.Con bella proporzione

un

tredi-

vi eretto

frontispizio senza essere niente risalito (49) dalla cornice; questo

un modo che rare

volte

vediamo praticato

dagli architetti.

-46Osservlsi

porta,

la

quale ha un'altezza un sedicesimo minore di due

la

larohezze; ed decorala con sopraornati sagomati in maniera che mi


Palladio. Di

non siano del

sospettare

come

finestre, e sono,

dissi,

vediamo quadre. Pu

egli

due larghezze

arcuate, quantunque

libro

l'altezza delle

stanze che sono di un'altezza molto

le

quelle proporzioni da lui prescritte nel suo primo

di

6; e forse

cap.

al

mezza

ne' disegni dell'Autore le

avere avuta l'avvertenza di farle pi alte di due

larghezze per maggiormente rischiarare

maggiore d'ognuna

fa

le

dette

potrebbero essere una variet

finestre

introdotta nell'esecuzione da qualche altro architetto (50).

La loggia ad archi

proporzione de' suoi archi di due larghezze e mezza.

e la

arco e

sono larghi due quinti del lume (51) di

l'altro

una delle

alta

cante io trovo

un

essi archi;

l'imposta

tredici parti de' pilastri inclusivaraente".

loro altezza,

la

la

quale

si

ma

pi signifi-

allontana non poco da quanto lasci

scritto l'Autore nella descrizione di essa fabbrica.

pu

{tavola 27),

pilastri fra

alterazione rilevasi nella grandezza delle stanze

Qualche

poco

della facciata posteriore, vi risale alcun

essere stata eretta coi disegni del Palladio,

Concluder dunque

ma

che per

ch'ella

vi siano state

introdotte da qualche altro architetto delle notabili variet, cio,

come ho

detto, nell'altezza delle stanze, nelle finestre che sono arcuate, nella porta
ornata, che co'
i

quali

membri

membri

riesce troppo vicina al

inoltre

medesime

dotti architetti le

rr.

\
\
[

^ Comicc
B

chc circouda

MISURE ESEGUITE
piedi

Sala larga

lun^a

La proporzione che

ognuna

ale.

delle

due

piedi

21

27

15

la

ottava; e la

medesima proporzione troviamo

fra la

30

14

10

19

25

rilevasi nel presente prospetto fra la lunghezza e l'altezza, quasi quella

due, cio

il

..

"

casa

visa fra l'uno e

ih

29

l'i

Stanze maggiori larghe

lunghe

fabbrica.

del giardino.

MISURE NE' DISEGNI DEL PALLADIO

della

la

Sopraornati della porta.

TAVOLA XXVIL Prospetto dalla parte


TAVOLA XXVllL Spaccato.

daranno quel

pu meritare.

TAVOLA XXF. Pianta.


JT^^T V T^T/r^r n
TAVOLA
XXFI. Prospetto.

Altezza

resta

(52).

accennata questa mia osservazione;

valore che

delle finestre [tavola 28),

apparentemente indeboliscono quel pieno che

fra la porta e le finestre

Ho

lume

che

si

rav-

lunghezza della loggia, e

TXXIX

T.in

\JiMtJ

CTI

"

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n-t-Jf

""tfcjirU"

W^
a

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XXX

TXXXI

,..rivxzn

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i

ij...

ITI

FABBRICA
DI S.

l.

IL

SIGNOR

LUIGI CORNARO
PIOMBINO, VILLA VICINO A CASTELFRANCO

IN

Una
in

compila

e bella Invenzione disegnata dal nostro Architetto

Piombino, da

La

lui fatta,

come

dice",

^er

magnifico

il

grandiosit con cui ella concepita,

sig.

la qualifica

ammira

Giorgio Cornaro.

certamente per una

delle pi cospicue sue produzioni. Trovansi in essa logge, atrio, sala, appar-

tamenti, stanzini e luoghi da servigio,

il

tutto distribuito

con perfetta e sin-

golare ordinanza [tavola 29).

Parte del pian terreno, eh' disposto per varj usi, a vlto; dico parte

non

del detto piano; imperciocch

comprende

le

logge e

gli

vi di

vuoto

appartamenti; tutto

Le due logge del primo piano sono lunghe

il

se

non quella quantit che

restante massiccio terreno.

tre larghezze,

meno un

ottavo;

gl'intercolunnj minori sarebbero di due diametri e un quarto, e quello maggiore, di tre; se

non

vi fosse

qualche variet di esecuzione nella distribuzion

delle colonne. Nella lunghezza e larghezza dell'atrio vi quella proporzione

che

si

trova fra

5 e

il

il

6, cio

una

terza minore,

non curando per qualche

piccola differenza (53).

In questo atrio

vi

sono quattrocolonne

de'capitelli angolare,

secondo

lonne rendono sicuro

il

egli decorato, la

D una larghezza
a Palladio,

lil).

ii, ('a[).

il

isolate

d'ordinejonico con una voluta

costume del nostro Autore (54);

piano superiore

propoizionato

l'atrio.

le

Da

quali co-

sei

nicchie

proporzione delle quali di due larghezze e mezza

due
if\.

(55).

terzi la huighozza delle slanze maggiori, propoizionc

una

elicsi avvicina a

maggiore;

sesta

hanno quella proporzione che


Tutti

danno comunicazione

anditi che

Nel piano superiore

hanno

Per un'ampia

vi

la

impalcature (56), a riserva degli

le

dalle logge alla sala,

scala esterna

perviene

si

prima

alla

9 diametri [tavola 30); e

alte

quali sono in vlto.

e le stanze e la sala

le

colonne

loggia, le di cui

trabeazione due

la

Corintio l'ordine della loggia superiore,

un

medesima distribuzione;

giore della quinta parte, ed divisa secondo

diametro

stanzini

15, cio una settima maggiore.

il

legno (57) simili a quello del primo plano.

soffitti di

jonlche sono

PS

questo piano sono con

di

soffitti

mediocri sono quadrate, ed

le

vi fra

onde mag-

regole dell'Autore.

le di

hanno

cui colonne

loro

il

quinta parte minore dell'ordine jonico; sono alte 10 diametri e

la

sesto, e la

sua trabeazione (58)

Le due logge

la

quinta parte dell'altezza di esse colonne.

posteriori sono dei

medesimi due ordini

della

stessa

proporzione.

Di due larghezze
sopra

la

il

loro altezza

lume dabbasso (59). Le finestre

esecuzione: e maggiori sono quelle che


presente fabbrica da lui estesa nel libro

medesimi suoi disegni, dimostra

co'

La

Dice dunque l'Autore:

La

al

capo 14,

sia

larghe

la terza

sua

la

quale, confrontata

la variet.

fabbrica che segue del magnifico signor


Il

primo ordine

delle

scala posta nella parte pi a dentro della casa, acciocch

lontana dal caldo e dal freddo (60): le ale (61), ove

la

leggono nella descrizione della

si

ii,

disegno del Palladio e

il

Giorgio Cornaro in Piombino, luogo di Castel Franco.

a loggle jonico.

primo plano

del

e mezza.

variet che trovansi fra

le

ristrette al di-

nel disegno dell'Autore siano disegnate quadrilunghe:

due larghezze

Notabili sono

sono

delle porte principali, e

diciottesima parte del

sono arcuate, bench


la

lume

parte della sua lunghezza:

le

si

veggono

nlcchj,

colonne rispondono

sono

al diritto

delle penultime delle loggle, e sono tanto distanti tra s, quanto alte:

stanze maggiori sono lunghe un quadro e tre quarti:

secondo

il

primo modo

terzo pi alte che larghe;

il

mezzati (63).

quinta parte pi

Le

dall'altra

Egli dice

sono a lunette; sopra

vlti

sottili di

quelle di sotto.

Da una

parte vi

luoghi per servitori.

dunque:

della sua lunghezza

colonne deiraliio

vlti

sono

alti

sono quadre,

camerini

vi

sono

loggle di sopra sono di ordine corintio; le colonne sono la

sopra alcuni mezzati.

delle altezze de'vltl(62); le mediocri

le

^
1

le

lo

la

stanze sono in solaro ed

cucina e

hanno

luoghi per massare, e

ale ove si

per ale,

Le

veggono

nicchi sono larghe la terza parte

intendo quella larghezza che resta

suoi muri (64).

fra

le

-49Nel suo disegno non vediamo questa proporzione,

ma

bens

la

tioviamo

nella fabbrica eseguita; imperciocch le delle ale sono larghe piedi 4, oncie

4 e mezza, e sono lunghe, cio

gli

spazj fra

una colonna

e l'altra (65), piedi 1 2,

oncie 10 [tavola 31). Questa variet non discordante gran fallo dalla descrizione del Palladio, non essendovi altra differenza che di poche oncie. Le
colonne (egli prosiegue) sono tanto distanti tra

un

loro distanza da

colonne sono

e le

lunghe una larghezza e


terzi, e

17, oncie 9 e mezza.

piedi

ma sono

tre quarti;

sono eseguite oncie

minori

stanze sono co'vlli, descrivendone

pure,

come abbiamo

Riflettasi ancora,

dice, sarebbero
il

il

le

che

la

di

la

Le

stanze maggiori sono

disegnate di una larghezza e due

questa proporzione. Egli dice che

forma

e prescrivendone

rimarcato, tutto formato

che se

alte ; riflettasi

18 e mezzo, e dall'altro piedi 12, oncie 10,

lato piedi
alte

quanto

s^

le altezze,

le

ep-

piani di legno [Q^]-

co'sofitti

predette stanze fossero di quella lunghezza ch'egli

lunghe piedi 28. Ordinando dunque che

primo modo deW altezza de

con

vlti ^ cio

risultato sarebbe piedi 22.

l'altezza sia

secondo

media proporzionale aritmetica,

la

Aggiungasi a quest'altezza

la

grossezza de'vlti,

quella delle impalcature e quella del mastico (67), o sia terrazzo, o qualunque
altro
alla

pavimento che

somma

di piedi

quarto, come

Ho voluto

vi fosse, e

24

si

vedr ascendere

mezzo; eppure

rilevasi dall'altezza delle

accennare queste,

strare le inavvertenze

mio

Palladio

il

la

piano

disegn piedi 21 e un

colonne e della sua trabeazione.

giudizio, sensibili differenze, per

trascorse nell'Opera

certamente provenute da chi

inavvertenze

l'altezza del detto

di

dimo-

questo insigne Architetto;

le

ha disegnate, o da chi

le

ha incise.
Tutte
palazzo,

le
il

predette variet niente per pregiudicano alla bellezza di questo


di cui grazioso

plato dagli architetti

".

TAVOLA XXIX.

TAVOLA XXX.
TAVOLA XXXL
a Io credo che

le

due

complesso con grande ammirazione vien contem-

Pianta.

Prospetto.

Spaccato.

ale, cio quelle

della fabbrica principale, sieno

un

due fabbrichcUo che

pi comodo e di una forma elegante; 2 perch


parire pi elevalo e pi grandioso.

il

iioslio

risultato del di lui ingegno: cio i


il

avveduto Auloir ha IciuUc pi basse


perch

il

detto corpo principale riesca

conrroiilo delle due labbrichelle annessegli, lo faccia

com-

-50MISURE ESEGUITE

MISURE NE' DISEGNI DEL PALLADIO

Atrio lungo

largo
Passatzio largo

Camere maggiori larghe


Camere da

<

servigio lunghe

piedi

32

27

IO

16

24

Camere quadrate

16

Gabinetti larghi

10

Intercolunnio maggiore della loggia largo

....

Basamento
Altezza delle colonne joniche del

primo ordine

...

Sua trabeazione
Altezza delle colonne corintie del secondo ordine

18
3

31

Tin

TXXXE

MMHMM
"r/<TH. <-^""

Vi

TXXXIV

TXXXV

TTU

T XXXVI

FABBRICA
INVENTATA DAL PALLADIO PER

IL

CLARISSIMO CAVALIKRE

S. E.

IL

SIGNOR

LEONARDO MOCENIGO
PATRIZIO VENETO.

JjA seguente fabbrica posta in una


fra

Venezia e Trevigi ed
,

chiamata Maroco,

villa

presentemente

di S. E.

il

la

quale

si

trova

signor cavaliere Lorenzo

Morosini.

Di questa particolare invenzione, una


nella pianta

sola terza parte gi fabbricata, che

che pubblichiamo resta contrassegnata con

Dico particolare invenzione; imperciocch trovo

A, A, A, A.

le lettere

nelle sue parti interne

una

costruzione ed una divisione che riesce particolare nel metodo tenuto dal

nostro Autore, e ch'io procurer colla possibile chiarezza di rendere intelligibile col

mezzo

de' necessari disegni d piante, prospetto e spaccati.

L'arca del presente palazzo di figura quadrilunga, che

una larghezza

un

terzo.

tro piani [tavola 32);

ed

altre

il

comodit; e

Il

primo, cio

fra

si

avvicina ad

suo alzato diviso internamente nelle

questo e

il

il

ali

in quat-

terreno, a vlto, e serve per cantine

piano nobile

vi

un

altro

piano anch'esso

a vlto, impiegato per granaj ed altri bisogni della famiglia.

Nel mezzo della fabbrica


l'altezza di tutti

due

vi

una loggia d'ordine jonico, che comprende

predetti piani; ed

quale ha quattro colonne

isolate,

che

e questa sala restano divise da

due

tra [tavola

33),

le di

la

una

sala della

medesima

altezza, la

rendono proporzionata. Questa loggia

scale

che montano una contro dell'al-

cui salite sono nella pianta e nello spaccalo a caratteri

corsivi contrassegnate, per renderle pi intelligibili.

-52-

II

sala.

secondo ordine contiene quattro appartamenti, una loggia ed un'altra

Alcune stanze sono quasi quadrate,

ed altre di due larghezze: cio

una

prime

le

maggiore, e

di

avvicinano

le

impalcature (68), e sono alte quasi quanto

sesta

la

dupla. Tutte

determina anche

le

le

terzi,

seconde

le

hanno

stanze

hanno

stanze

il

vlti;

come abbiamo

loro altezza"; e nella fabbrica eseguita,

la

due

loro larghezza. Riflettasi che

Palladio, nella descrizione di questa fabbrica, dice che


e

proporzione unisona,

le terze alla

si

una larghezza

altre di

dimostrato, sono colle impalcature, ed hanno di sopra un quarto piano


disposto per de' stanzini a tetto. Difficile parmi poter determinare, se una cos

provenuta dal Palladio, oppure dagli esecutori

significante variazione sia

modo

essa fabbrica; imperciocch tanto nell'uno, quanto nell'altro

vano

sue corrispondenti altezze; dicendo egli nella sua descrizione, che

le

stanze maggiori sono alte piedi 21,


zate (secondo

sendo

suo disegno) con

il

co'soffitti

logge

il

le

la

le

quali avrebbero dovuto essere innal-

media proporzionale aritmetica

ma

es-

piani (69), sono state eseguite tanto alte, quanto sono lunghe,

com'egli prescrive nel

Due

di

vi si tro-

lib. i,

cap. 23,

dove

tratta dell'altezza delle stanze.

nostro Autore ha disegnate per

prospetto, cio una d'or-

il

dine jonico e l'altra corintio. La prima ha gl'intercolunnj laterali di due


diametri; e quello maggiore, di tre [tavola 34).

La trabeazione

la quinta

parte dell' altezza delle colonne.


eh' d'ordine corintio,

ha una trabeazione che corri-

sponde ad una media proporzionale aritmetica

fra la quarta e la quinta parte

La loggia superiore,

colonna;

dell'altezza della

il

che rilevasi dalla piccola porzione che

di essa

vediamo eseguita.

Termina

la

pomposo frontone che comprende

presente facciata un

ghezza della loggia superiore,

il

tiene la lunghezza del prospetto, colla sua altezza,

La proporzione, che

quasi dupla; e quella delle ale colla loggia,

come

Ho

sta

il

segno,

ma

maturo esame da chi in

Le

le

predette proporzioni, non perch io creda

a solo oggetto che

tale facolt,

come

in

vengano

verificate

altro luogo

ho

con pi

detto, in

di decidere.

cantine sono in terreno

e sopra

hanno da una parte

glia ; e sopra questi luoghi vi sono le stanze del


vlti alti piedi vent'uno, e sono fatti di
le

avvicina a una seconda superflua,

si

al 7.

creduto di dover indicare

di aver dato nel

grado

la lar-

quale vien decorato da acroterj (70) e statue.

maggiori;

lib. II, caj).

le

minori, cio

i4, pag. 54-

padrone

granari, e dall'altra

divise in quattro

canne , acciocch siano leggieri:

camerini, hanno

le

le

comodit per

appartamenti ;

le

mediocri hanno

vlti alti piedi diecisette, e

sono

fatti

la fami-

maggiori lianno
i vlti alti

quanto

a crociera. Palladio

-53Imposslbile rendesl certamente ne'disegnl di questa grandiosa e nobile

invenzione lasciataci dal Palladio,


interno dei

due primi piani

poter comprendere

il

comparto (71)

il

non essendo n

e del quarto solajo degli stanzini,

questo, n quelli accennati nella descrizione [(avola 35).

Forse qualche cambiamento, posteriore


Libri

alla

pubblicazione de' suoi quattro

nella esecuzione di questa grandiosa idea,

[tavola 36). Tutti

cambiamenti che

pregio; imperciocch

dovevano essere

di

in essa

secondo

le stanze, le quali,

maggiore

si

pu esserne

ravvisano, non

la

essendo

la

qualunque

le

tolgono

il

co' soffitti piani,

magnificenza de'vlt viene compensata

dal quarto piano (72) che contiene gli stanzini a tetto,

rendono

vera cagione

descrizione del Palladio,

la

altezza ed involtate,

sono d un'altezza proporzionata, e

la

quali, essendo dodici,

casa comodissima e capace di alloggiare con grandissimo decoro


illustre famiglia.

Nella porzione di fabbrica eseguita, risplende una superba grandiosit

accompagnata con ampli


il

e decorosi

comodi. Eppure ad alcuno non soddisfa

vedere una casa di campagna divisa nella sua altezza in quattro piani,

dicendo che questa pratica deve usarsi nelle

citt,

dove scarsezza

di ter-

reno, e dove la grandiosit ed altezza de' palazzi deve essere corrispondente

larghezza e magnificenza delle pia2ze e delle strade, nelle quali sono

alla

eretti (73).
Il

giudizioso e

villa, di

sione, lo

una

sufficiente altezza;

vediamo

modo comode
al

di

formare

le

invenzioni per

sempre per corrispondente

alla

le

case di

sua esten-

praticato dal Palladio; imperciocch esse riescono in questo

al salire,

e per essere isolate, e senza appoggi,

meno

esposte

furor dei venti, e pi resistenti agli spaventevoli tremoli della terra (74).

Avr voluto
la fertilit del

ma
le

comodo costume

il

nostro Autore, fra

le moltiplicit delle

sue idee, dimostrare

suo ingegno nel creare una invenzione fuori del suo costume,

forse adattata al genio di chi la fece erigere, in cui risplende per in tutte

sue parti,

la

TAVOLA

magnificenza Palladiana.

XXXII.

Pianta.

TAVOLA XXXIIL

Pianta del piano nobile.

TAVOLA XXXIV.

Prospetto.

TAVOLA XXXV.
TAVOLA XXXVI.

Spaccato per

il

Altro spaccato.

lungo.

-54MISURE NE' DISEGNI DEL PALLADIO

MISURE ESEGUITE

piedi

Stanze quadre

i6

piedi
1)

Stanze maggiori lunghe

Stanzini larghi

Altezza delle colonne corintie

Trabeazione del medesimo ordine

26

10

8 per un lato, e

16

4 per

26

16

l'altro

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XXXIX

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FABBRICA
IDEATA DAL PALLADIO PER

IL

NOBILE SIGNOR

COME

MARCANTONIO SAREGO
POSTA A SANTA SOFIA

LUOGO LONTANO DA VERONA CINQUE MIGLIA

PRESENTEMENTE POSSEDUTA

DA QUELLA NOBILISSIMA FAMIGLIA

-l

ANTO poca

la

porzione che abbiamo di eseguito della presente fabbrica

quale resta contrassegnata nella pianta colle lettere A, A, A, A, A), tanto

(la

dilForme ella

si

trova nella sua esecuzione dai disegni dell' Inventore, che

superfluo rendevasi

il

portarsi ad esaminarla per rilevarne le misure, se

quella parte dell'alzato ch'esiste


Ella posta,

come

s' detto,

la bella

sono

stanze , sale

gabinetti

Verona cinque

collinetta di agevole salita.

Grandiosa, semplice e particolare rendesi


cortili

la fatica.

a Santa Sofia, luogo distante da

una piccola

miglia, ed fabbricata sopra

vi

non ne avesse compensata

portici

in fine tutto ci che rendesi necessario in

invenzione nella quale

luoghi da servigio, scudere ed

una comoda fabbrica

di

campagna.

Volendo pubblicare questa particolar idea del nostro Autore, ho dovuto servirmi della pianta contenuta nel suo Libro; imperciocch la eseguita mostruo-

samente discordante nelle sue parti dal disegno che ne ha pubblicato

Per

mi son riportato

gli alzati

alla

il

Palladio.

porzione di fabbrica ch'esiste, avendola tro-

vata poco discordante dal suo disegno. In due plani divisa l'altezza,

tutti

due

contenuti da un ordine di colonne jonlche a bozze veramente rustiche e d'ineguale grandezza, che pajono poste in opera

come sono

uscite dalla cava, e per

servirmi delle medesime parole del Palladio, come pare che ricerchi
alla quale si

convengono

trabeazione corrispondente all'altezza di esse colonne corona tutta


dietro alle quali vi sono pilastri che sostengono
le

logge superiori, due sale e

Una

gli

il

tutti

quattro

lati

Un cortile di
a Palladio,

due

portici

lib. ii,

cap. r5, pag. 66.

il

al

portici superiori,

Con

la

quali

medesima sim-

prospetto d'ingresso, ne' fianchi

con archi, dietro

figura semicircolare

fabbrica;

secondo plano, che contiene

del cortile quadrilungo.

metra e col medesimo ordine innalzato


del quale vi sono

la

Una

appartamenti a quelle annessi.

ringhiera con colonnelli forma poggio

circondano

la villa^

le cose piuttosto schiette e semplici^ che delicate".

di cui

vediamo disegnato

si

trovano

le

scudere.

nella pianta del Palladio,

-56oinato anch'esso di colonne, che giova credere del medesimo ordine, cio
dell'ordine jonco (tow/rt 37).

S'io

non mi

impegnato

fossi

col

Pubblico

le

dispensato dal pubblicare

la

mia Raccolta

tutte

presente invenzione; imperciocch tanto poco

ne vediamo di fabbricato, e cos poco


dal Palladio, che
i

di dare nella

invenzioni di questo celebre Architetto, io certamente volentieri mi sarei

si

pu

dire

intelligibili

un azzardo

troviamo

imprende

di chi

gli alzati lasciatici

a disegnarla in tutti

necessarj aspetti, per poterla sufficientemente Intendere.

In quattro tavole

contiene

che

si

la

arrischiato di pubblicarla

con

gli

un

cio, la

uno

prima

prospetto

il

de' lati del

spaccati delle stanze terrene e delle sale superiori", e

quarta uno spaccato per

chio [tavola 39),

seconda

la

presenta entrando in casa [tavola 38); la terza dimostra

cortile interno
la

dunque mi sono

pianta disegnata nel Libro del Palladio;

il

lungo, dov' dimostrato

lato del cortile

il

mezzo cer-

cortile di

quadrilungo; ed in fine que' portici ad

archi posti dinanzi alle scudere.

Ho

dovuto alcun poco alterare

per conformarla
gno, o almeno

alla

vi si

le

porzione degli

misure della pianta stampata dal Palladio


alzati

che sono eseguiti giusta

scorge poca variazione.

accenna e dimostra nella pianta con linee,

Le

sale nel

non sono

il

suo dise-

secondo piano

ch'egli

fabbricate.

Io per le ho disegnate secondo la descrizione dell'Autore, e perch, tenen-

dole della medesima altezza delle stanze, riuscirebbero sproporzionale, ho


risoluto perci di rilevarle sopra la cornice dell'ordine, per ridurle ad
possibile proporzione,

Spero che

il

il

di frequente
di

si

vedr nella tavola XL.

discreto leggitore

particolare intelligenza,
plici idee del

che

una

non sospetter in

onde poter conoscere

la

me una

nostro Autore succintamente da lui descritte,

con parsimonia date

in disegno.

Il

presunzione di

vera intenzione delle moltie,

per dire

desiderio d'illustrare

le

il

vero,

Opere

questo insigne Architetto mi fece incorrere nell'impegno presomi col Pub-

blico, al quale

non ho dovuto mancare,

genti le mie congetture, le quali

e perci sottopongo ai saggi intelli-

ho procurato che sieno appoggiate

ai precetti

dell'Inventore di esse fabbriche, e alla ragione, guida sicura delle azioni

umane.

TAVOLA XXXFII. Pianta.


TJVOLJ XXXVIII. Prospetto.
TAVOLA XXXIX. Spaccato.
TAVOLA XL. Altro spaccato.
a Volendo porre in disegno le due predette sale descritte dal Palladio, ho creduto necessario di dover piannon
i muri che nascono dalla terra, quantunque non sieno da lui disegnati nella sua pianta; imperciocch
doveasi porli sopra i legni sostenuti dai pilastri clic portano la ringhiera, senza offeiidere le leggi della reale
tare

solidit.

Tin

T^XLI

-^'

TTD

TXLH

Tin

T"XUII

FABBRICA
DELLE LORO ECCELLENZE

SlGNOUl

MARCANTONIO E ALVISE
FRATELLI MOCEIMGO.

/ALLA Frata del Polesine

trova un palazzo disegnato dal Palladio per

si

il

N. U. Francesco Badoero, che presentemente posseduto dalli N. N. U. U.

Mocenigo.
Egli posto in una situazione alquanto rilevata, e bagnata da un

dell'Adige chiamato lo Scortico^ o,

^digetto. Questa fabbrica,

come

lo

denominano

eh' fornita di tutte le

ramo

quelli del paese,

comodit necessarie, ha

un'aria di magnificenza che sorprende.


Sala, appartamenti, logge, luoghi da servigio invltati, granaj ed una

magnifica scala esterna, per

componenti
portici di

a cui,
altri

secondo
1

quale

si

ascende

che

lo

disegno dell'Autore,

vi

una porzione

luoghi,

la

il

di cerchio,

quali ad usi diversi sono

di chi posteriormente

ha posseduta

proporzione; imperciocch

Le

plano nobile, sono

la

la

dovrebbero essere

stati

ridotti, forse

le

scudere ed

secondo

il

genio

fabbrica.
le

sue parti hanno un'ottima

lunghezza della sala in ragione dupla

stanze maggiori stanno

le parti

sono due

fiancheggiano [tavola 41); dietro

Oltre alla giudiziosa disposizione interna,

larghezza.

al

tutto di questo elegante palazzo: oltre al quale vi

il

come

il

3 al 5, cio

una

alla

sesta

sua

mag-

giore (75); le minori sono quadrate, vale a dire di proporzione unisona"(76).

Fa

base a tutta la fabbrica un piedistilo allo 5 piedi: a questa altezza

quali tutte sono in solavo. Palladio,

lib. ii,

cap. i4, pag- ^8.

il /xa'iiiieii/o

ihltr stanze

le

-58altezze della sala e delle stanze

Le

quanto larghe; imperciocch


coperte con

tutte

sono

hanno

medesime,

le

e sono tanto alte

medesima larghezza;

la

e sarebbero

impalcature di legno, se non vi fossero state sostituite delle

le

disgraziate vlte che

non hanno che un solo piede

Sopra di questo piano

vi

di rigoglio (77).

sono comodi appartamenti di stanzini, che

il

Palladio avea destinati per granaj,e che presentemente sono impiegati a pi

conveniente ed
si

discende

ascende per

utile uso; ai quali si

la

medesima

luoghi terreni.

ai

Graziosissiraa la loggia jonica, da cui viene ornato


della quale

sono

il

prospetto,

un quarto,

2 diametri e

trabeazione alta tra

e quello di

quarto ed

il

mezzo,

di 3

(tavola 42), cio

meno un

ottavo.

La

quinto dell'altezza delle colonne, ed

il

cinque sono impiegate per

divisa in parti 17,

colonne

le

eppure non iscompariscono,

alte 9 diametri e tre quarti,

perch gl'intercolunnj sono di bella ed elegante proporzione


di

scala per cui

l'architrave, altrettante nel fregio

e sette nella cornice, a riserva di qualche, quasi direi, insensibile differenza

che non merita osservazione.

Un

bel frontispizio, che

mezzo
cio:

comprende

la

due sono impiegate

una quinta

2 al 3, cio

La larghezza

come

due

nella loggia, e

sua proporzione esterna fra l'altezza e

la

due

fra tutte

loggia che ha

le ale, le

l'I al 2.

di

quali

L'armonica'

la

larghezza di essa loggia sta

la

sua altezza, compreso

come

il

(78).

di tutta la facciata

con

il

basamento,

l'I al 2.

Si osservi che l'altezza della porta d'ingresso 2

due larghezze: e della medesima proporzione sono

e quelle delle ale piedi

Delle differenze

si

tanta variet,

dall'Autore

trovano fra
il

tralasciar di

che credetti

XLI,

Due muri

di

solito,

e la

qui appiedi saranno notate.

necessario di

ma

la lettera

facile

quali

la

ho posta

A.

grossezza circondano tutto all'intorno

vi trovai

presentare la pianta disegnata

ho contrassegnata con

enorme

line di riparare dalle

di

abbench sieno

accennare che nella scala esterna

formano un passaggio largo piedi 11,


sleno fabbricati,

mezza minore

disegni del Palladio e la sua esecuzione

imperciocch ella mi sembra pi regolata e pi

nella tavola

4 ed un'oncia.

quali a suo luogo, secondo

Non posso per

onde

le finestre,

imperciocch quelle della loggia sono larghe piedi 3;

di diversa larghezza;

le

corpo

il

della facciata, la quale divisa nella sua larghezza in quattro parti,

hanno, ogni una, quella proporzione con

sta

loggia, rende maestoso

non mi pare che

il

palazzo, e

a quest'oggetto

inclino piuttosto a credere che sieno stati costrutti col

nnondazionl

luoghi terreni. La forma di questi muri

-59la lettera

un certo Giallo Fiorentino, che aveva ornato

le

e la loro altezza dimostrata nello spaccalo, contrassegnala

con

[tavola 43).
Il

Palladio fa menzione di

stanze di grottesche (79) di bellissima invenzione

sentemente alcun vestigio: forse

il

tempo

genio di alcuno de'possessori pu averle


bianco,

come presentemente

TAVOLA

XLl.

si

le

fatte

",

di cui

non ne rimane pre-

pu aver consumate,

e forse

il

coprire con una intonacatura a

vede.

Pianta delle scale disegnate nel libro

Pianta.
del Palladio.

TAVOLA XLIL

TAVOLA

Prospetto.

Trabeazione dorica dei due

Capitello dorico senza collarino.

Ornamenti

della porta principale.

XLIII. Spaccato.

MISURE NE' DISEGNI DEL PALLADIO

Loggia lunga

della sala

Stanze maggiori lunghe

larghe

Diametro

delle

Altezza delle

Trabeazione

Diametro

MISURE ESEGUITE

piedi
odi

larga

Lunghezza

portici.

colonne joniche

medesime

delle colonne dei portici

Intercolunuii larghi

Larghezza dei medesimi portici


Altezza delle colonne doriche

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FABBRICHETTA
DI

SUA ECCELLENZA MOLIN

iEL BorffO

Santa Croce di Padova,

di

seguente fabbrichetta ,

trova eretta in una corticella la

si

quale vien contemplata di disegno del Palladio.

la

Cos viene qualificata dal gran conoscitore delle opere di quel maestro,
sig.

Tommaso Temanza,

scrittore della di lui vita; e

tomo

dall'architetto N. N. nel

in fronte

tale fu

pubblicata

Opera.

ix della sua

Questo palazzino, che porta

per

il

un

carattere di

buon

gusto, ha

11

suo

interno giudiziosamente compartito nel seguente modo: per una sufficiente


scala esterna

si

un terrazzo scoperto

arriva ad

quale, per una ornata porta

per proporzionata

al

si

sono alcuni

entra in una sala di mediocre grandezza;

nicazione fra loro col mezzo di ristrettissime scalette.


pilastri posti

ricorrendo quanto lunga


risaglienti delle finestre,

due

di

Il

piano nobile, sopra


quali

la

cimasa de' quali

45), forma ornamento

meno un

quinto.

le

La

mensole ed

porta,
il

la

statue, e sono

sopra di queste porte

vi

sono due tabernacoli

ornati di pilastrini jonlcl.

piedistalli

alti

poggi

la di cui

quale alta

Per

si

le

entra nei

(80), contenenti

Le proporzioni dell'ordine jonlco

sono alcun poco discordanti dalle regole usate dal Palladio e da


imperciocch troviamo

ai

frontispizio.

porticelle arcuate, poste vicino agli angoli della facciata


;

hanno comu-

che sono fregiate con mensole e frontisplzj,

due larghezze, ha anch'essa

luoghi terreni

ma

suo prospetto ornato

sopra de' piedestalli,

la facciata [tavola

proporzione di due larghezze

poco pi

il

da servigio;

stanzini, e sotto, luoghi

da un ordine jonlco a

della

resto della fabbrica. Stanze e stanzini di diversa pro-

porzione e grandezza, ed una privata chiesetta formano


di cui vi

mezzo

[tavola 44), col

la

lui prescritte;

terza parte de' pilastri,

quali

-62hanno

ed un poco crescenti di due

di proporzione 9 diametri,

trabeazione corrisponde

sua divisione, cio dell'architrave, fregio e cornice, non secondo


del nostro

Autore per l'ordine jonico; imperciocch

quasi maggiore

Mirando
e diletta;

il

le

riflessivi conoscitori

piccole alette della fabbrica, che non

le

forma un pezzo

che impropriamente

di frontispizio,

trave dell'ordine jonico.


aggetti degli

fuorch

ornamenti jonici

la

quale inclinata

appoggia sopra l'archi-

si

vicini agli

quali, per mancanza di luogo,

della fabbrica principale,

nicchie contenenti le due statue

non possono

soddisfare;

vengono giudicate troppo basse

porzione degli ornamenti che costituiscono

Non vedono

sua cornice,

la

due tabernacoli (81) li giudicano troppo

restano internati ne' muri

[tavola 46).

l'altezza del fregio

sue parti separatamente,

essa,

le

precetto

che non rimaner pienamente contenti.

hanno alcuna connessione con

gli

il

la

bel prospetto di questo palazzino, a colpo d'occhio, egli piace

Non approvano, per esempio,

angoli:

ma

di quella dell'architrave.

ma esaminandone

vi trovano di

La

terzi.

quinta parte dell'altezza di essi pilastri;

alla

in pro-

tutto insieme de' tabernacoli

il

due porticelle arcuate, perch troppo

volontieri le

vicine agli angoli, se vogliamo supporle della facciata; e se vogliamo giudi-

due aggiunte meschine

carle delle alette, dicono ch'esse sono

del corpo principale.

Non sembrano

rotonde della facciata, che

Le predette

loro del gusto del Palladio le finestre

Francesi chiamano jeMx de bceuf [S2).

non sono per

critiche osservazioni

vero merito di questo nobile palazzino (83),


a

contemplarne

la

sua struttura e

la

oppure una sua capricciosa

di esso palazzino;

Autore

mentre

vi

si

il

sufficienti a togliere

quale invita chiunque

sua vaga composizione.

escluderlo dalle invenzioni del Palladio;


scuola,

in proporzione

ma

Non

oserei di

bench

di lontano,

il

padrone

genio del nostro

(84).

TAVOLA XLIF.

Pianta.

TAVOLA XLV. Prospetto.


TJT^nTJVTT^i<i
lAy OLA ALVI, paccato.
^

Base de'

Capitello.

Trabeazione.

pilastri jonici,

Z) Base de' piedistalli.


\

^.

il

vede

inclinerei a crederlo della sua

idea, forse adattata al gusto del

ravvisa,

lo

Cimasa de medesimi

j- . upiedistalli.

A.

T^OMI

l'i'i

rni

TXLVIU

T^XLIX

Tin

^Li

FABBRICA
POSTA

YANCIMUGLIO

IN

VILLA.

LONTANA DA VICENZA CINQUE MIGLIA.

Il nobile signor conte Orazio da Porto, che possed

Brendola

una

delle pi

come abbiamo veduto

nobili invenzioni del nostro insigne Architetto,

primo tomo

in Vicenza

nel

di quest'Opera, oltre ai bellissimi palazzi che ha in Tiene, in

Favorita , possed anche nella

e alla

brica che tanto

si

villa di

Vancimnglio una fab-

avvicina alla maniera semplice del Palladio, che da molti

viene considerata per sua invenzione; io per

la

ho posta nel numero

non abbia quella

quelle che credo della sua scuola, parendomi ch'ella

di

sin-

goiar correzione ed eleganza, onde soglionsi distinguere le produzioni di

quel rinomato Architetto

Una
tutto

il

loggia,

di

sala e sei stanze di diversa

grandezza occupano

piano nobile di questa fabbrica [tavola 47). La loggia lunga due

larghezze e quasi

ed

(85),

un andito, una

alta

quanto

una larghezza

la

nona parte;

la

la sala

sua larghezza:

due

terzi, e

le

lunga una larghezza ed un settimo;

stanze maggiori sono lunghe poco

sono involtate a conca (86),

meno

la di cui altezza

ricavata colla media proporzionale aritmetica; le mediocri sono quadre, e

sono

alte

una larghezza ed un quinto,

di cui vlti

sono rotondi

(87); e quelle

minori sono anch'esse quadrate, ed hanno l'impalcatura di legno, sopra


quali vi sono degli ammezzati, a cui

che danno comunicazione


gli

appartamenti.

rileva

da terra

il

Un

ai

si

ascende per

le

due

luoghi terreni ed agli stanzini a

basamento, che contiene

primo piano, per cui

si

esterna che termina alla loggia [tavola 48);

tutti

due

terzi;

tetto, posti

sopra

luoghi da servigio,

ascende per una comoda scala


le

di cui colonne,

d'ordine jonico, hanno di diametro piedi due, oncie sei

nove diametri

le

scalette interne

che sono

e mezza, sono

alle

gl'intercolunuj minori sono larghi due diametri

-64e cinque sesti, e quello maggiore, tre

ed un quinto. La trabeazione

quinto dell'altezza della colonna. Dalla divisione delle parti che


gono, pare ch'ella
la

sua divisione in

divide in 12.

ladio: la base

alte

15 parti; mentre

un poco crescente

di

le

compon-

regole dello Scamozzl, che forma

Palladio, secondo le sue regole,

la

mezzo diametro,

la

porta maggiore ha

e la quattordicesima parte; e le finestre

due larghezze

di

il

un

sono un poco calanti in altezza dal precetti del Pal-

capitelli

una proporzione
sono

secondo

sia piuttosto

la

alta

due larghezze.

Questo

comodo

palazzino, contemplato tutto insieme, tiene

una divisione ed un'eleganza che non displace;

ma

una forma,

nelle sue parli vi

si

trova

qualche inconvenienza che non combinabile colla purit che miriamo nelle
del Palladio (88); imperciocch

Opere

cante ragione due

terzi

pi

alle di

vediamo

le

colonne senz'alcuna

nove diametri, cio

di quella

signifi-

proporzione

assegnata dal Palladio, e dalla maggior parte de' maestri, all'ordine jonico
[tavola 49"*.

La

sembra provvisionale, mentre essa non ha

scala esterna

alcuna connessione col resto della facciata; anzich


si
1

poggi della medesima

uniscono nella mezzarla delle colonne, e nascondono parte della sua base
poggi frapposti agrinlercolunnj sembrano d'esser presi ad imprestilo. Le

due

due

finestre aperte nelle

imperciocch, oltre

oppongono
miriamo

hanno

gli

effelti

non

alla

alla solidit,

ale della facciata

sono troppo vicine

plausibile loro posizione, quelle apriture

funesli nelle

due fessure causate

dalle

due

finestre

che

indeboliti gli angoli della facciata, essendovi state aperte tioppo vicine.

strare ai

giovani studenti dell'Architettura quanto

inconvenienze che contaminano


si

pu negare per

imperciocch chiaramente
sulle tracce de'

la bellezza di

all' Architetto

si

un

buoni maestri,

XLVII.

di questa fabbrica

TAVOLA

XLX.

Prospetto.

Spaccato.

il

dovuto merito;

la

sua invenzione

che un po' pi d'attenzione ch'egli avesse

Pianta.

TAVOLA XLFIIL

che per dimo-

edlfizio (89).

compongono la

un'invenzione degna de' riflessi degl'intendenti.

TAVOLA

estese,

sia facll cosa l'incorrere in

distingue ch'egli ha condotta

usato nella disposizione delle parti che


stata

si

parte essenzialissima in ogni fabbrica; del che ne

Queste mie osservazioni ad altro oggetto non sono

Non

agli angoli;

facciata, questa

sarebbe

T"III

T"L

Ti

TU

in

TLD

FABBRICA
POSTA NELLA STRADA CHE CONDUCE

DA PADOVA A VENEZIA
NELLA VILLA

Xja comune opinione

e l'asserzione di

DI STRA.

un dotto Architetto, mi fecero risolvere

a pubblicare la presente invenzione conae opera ideata dal Palladio,

tunque

io

non

quan-

vi trovi quel genio e quella purit che sogliono risplendere

nelle di lui fabbriche (90).

Ella posta vicino a Str, fra

presentemente da

Una
il

S. E.

sala, tre anditi,

il

signor

una

a diversi altri stanzini a tetto,

soffitti

Codego, ed posseduta

vi

sono

luoghi da servigio {tavola 50), oltre

una larghezza

e tre quinti, e la loro

avvicina a una media proporzionale armonica^

piani (91), sopra de' quali vi

Per una

scala a

dorico (92),

le di

due braccia
cui colonne

l'altezza di piedi 18,

non

cavaller Foscarlnl.

che sono nel terzo plano.

principali sono lunghe quasi

Le stanze
si

Giacomo

loggia, quattro stanze e due stanzini occupano

piano nobile, sotto del quale

altezza

due fiumi. Brenta

si

monta

la

stanzini

hanno

il

diametro d'onde 32 ed un quarto;

oncie 4, che formano quasi dieci diametri; proporzione

quinta parte dell'altezza delle

Troviamo

la

trabea-

colonne. La cornice, che ha

modiglioni, ed convertita (93) nelle ducale del prospetto, corona


tutto all'intorno.

hanno

nella loggia [tavola 51), ch' d'ordine

praticata certamente dal Palladio nell'ordine dorico.

zione alta

gli

sono degli ammezzati.

l'edifizio

-66-

Due

ornano

portici di porzione di circolo

colonne doriche hanno

lo stesso

cortile [tavola

il

cui

le di

52),

diametro di quelle della facciata, e sono

alte

piedi 13, oncie 10 e mezza, cio 7 diametri e mezzo.

La trabeazione

alta piedi 3

oncie 7 e

quarta parte delle colonne: ha essa


dorico della loggia.

La

la

un quarto, ed

medesima

altezza di quella dell'ordine

divisione delle sue parti principali, cio dell'archi-

non

trave, del fregio e della cornice capricciosa, e certamente

ad alcuno de' cinque ordini del nostro Architetto;

che ho posta nella tavola

il

il

che

al

rilevasi dalla

disegni,

ma mi

quali saranno stati talmente

L. Pianta.

TAVOLA

LI. Prospetto.

A A

TAVOLA
Non

LIL

pu

era costume del nostro Autore

molto meno

le

Base e capitello,
,

Spaccato.

il

formare

le

adiacenze col medesimo Ordine delle fabbriche prin-

colonne d'un istesso diametro fra loro tanto diverse in altezza, cio quelle

dieci diametri, e queste sette e

mezzo; n certamente avrebbe adoperata una trabeazione della

tanto per le colonne di dieci diametri, quanto per quelle di sette e mezzo.
le scale

vi si

^1 rab eazione.

non

Palladio".

TAVOLA

cipali; e

sagoma

sar lecito di pro-

alterati nell'esecuzione, che a riserva della divisione interna,


il

uniforma

giudizio di chi riconosce in questa

gusto del nostro Architetto;

nunziare ch'egli pu averne formati

riconoscere

si

LL

Non debbo certamente oppormi


invenzione l'idea ed

maggiore della

Nemmeno

alte

quasi

stessa altezza

egli praticava di

formare

poste dinanzi ai prospetti, divise in due rami, per evitare l'inconveniente di rendere inutili alquanti

gradini che corrispondono nel mezzo dell'intercolunnio maggiore, nascendo da ci la necessit di porvi
poggio,

il

quale nasconde

le

basi di due colonne (94)-

un

NOTE
ALLE FABBRICHE
DI

ANDREA PALLADIO
CONTENUTE NEL TERZO VOLUME

(i) V. la nota 4 al testo del voi. 2.


(2) V. la nota 23 al testo del voi. 2.
(3) Vale a dire dal pavimento al serraglio
vlta, la larghezza della sala

una mezza lunghezza

e dal

pavimento

alla

impostatura della

medesima.

(4) Cio a crociera. V. la nota 23 al testo del voi. 2.

6" della prefazione di questo terzo volume.


(5) Di questa specie di proporzione fu detto alla nota
(6) In arte questa parola sinonima d' intavolamento o cornicione ; ed quella parte di
tettonico,

che

si

vede soprastare

alla colonna,

ordini senza piedestallo, suole sempre assegnare

prescrive per la colonna che ha sotto

un ordine

composta di architrave, fregio e cornice. \ ignola, in


all'

tutti

archii

suoi

intavolamento, un'altezza pari al quarto di cpella che

sembra per partito migliore

e pi consentaneo a quella certa grada-

zione di sveltezza crescente, che debbe regnare nelle varie parti degli ordini architettonici, procedendo dal pi

robusto al pi delicato ,

il

preferire altri rapporti, migliori dei vignoleschi nel

propomonare

l'

altezza degli

intavolamenti a quella delle loro rispettive colonne, come ad esempio: 2: 8 pel dorico, 2: 9 per l'jonico, e

2:10 pel
(7)

corinzio.

i3 al testo del voi. 1

La nota

attico a

coronamento

(8) Gli esempi

di edificj; e

ci

avverte delle cautele, che debbono aversi nello impiegare un vero

prova quanto

le

abbia poco curate

non sono mai buone ragioni per autorizzare

Palladio.

il

difetti

che

si

commettono in architettura

il

conte Algarotti fa giustamente osservare in proposito, non esservi sistema di moderno autore, sia pure quanto
si

voglia contrario alla

buona architettura, che non abbia

il

suo tipo nelle

anzi fenno queste assai volte la guerra ai precetti di Vitruvio. L'


tettura lodoliana mostra chiaro altres,

come

anonimo

sia periglioso affidarsi

ciecamente

tinuo giustificale con essi, tante di quelle pratiche viziose, che deturpano
voi, egli dice

con Frezier, intento a chiarire maggiormente

Ne

il

relicpiie del

scrittore degli

il

agli

superbo impero: ed
Elementi di Archi-

esempj potendosi di con:

vero bello architettonico

Amate

suo assunto, amate voi degli esempj di colonne

troverete in quello antico mausoleo che presso S.

Remy

in Provenza, bench dai

ridicolamente corte ?

'(

conoscitori sia giudicato del secolo di Augusto. Avete bisogno di autorizzare quelle che sono in parte inca-

strate nelle
K

muraglie? Ne vedremo nel tempio della Concordia, e in

(picllo di

Nimes, che chiamasi

quadrata. Volete dei picdislalli di un'altezza smisurata? L'Arco di Tito ve ne dar l'esempio.

la

Casa

Ne bramate

-68troverete nel tempio di Scisi, disegnati dal Palladio. Volete dei capitelli composti di branche

Ne

d'isolati?

bizzarramente ornate e mischiate d'animali nel mezzo delle volute? Prendete per modello quelle del

assai

cpielle nel

tempio di Giove, in cui troverete aquile, fulmini, ovvero da quel di

tempio di Vesta a Nimes, o

Marte, ove vedrete dei cavalli pegasei in luogo di volute, ed altre cose simili. Prendevi

un

dei denticoli a crudo sopra

Verona , e

elioni?

de' frontispizi

((

appiombo sopra

pur

fiiori di

mezzo

il

del

tempio di Vesta a Nmes ; o quasi a crudo e immediatamente sotto

piombo

sul

della colonna? Ricordatevi del

fregio sul suo estremo. Volete scusare

termina

nice dorica contro l'esigenza caratteristica di

delle

Terme

il

tempio della Piet, dove

il

un

ordine? Citate

gli

triglifo

triglifo angolai'e

Vignola e lo Scamozzi d'aver messi de'dentelli


tale

modi-

alla cor-

esempj del Teatro di Marcello e

precetto di Vitruvio e della ragione? Producete quella dell'arco di Tito,

Vi piacerebbe di togliere

ed

(i

di quella del citato arco

altre.

il

un

modiglioni non sono

di Diocleziano. Volete voi scusare lo stesso Vignola di aver uniti de' denticoli e de'modiglioni

una medesima cornice, contro

in

I vostri

delle colonne? Citate l'esempio dell'arco di Trajano. Volete peggio, cio

mezzo

ti

il

tempio della Concordia.

sull'autoi-it della cornice del

Appoggiatevi

mettere

la fantasia di

fregio senza proiezioni al disotto? Riposatevi sull'esempio dell'arco de'Leoni

il

gocciolatojo alla cornice? Giustificate

il

vostro pensiero coU'esempio

de'Leoni di Verona, de' frontispizj del suddetto tempio di Vesta

..

^mes

e del

tempio della Pace, che sono senza una cos essenziale parte della cornice. Cercate voi un modello di fronti-

a quello del tempio di Aureliano.

spizj schiacciati? Riferitevi

ornamento non ragionevole? Ne troverete

o messe delle grosse cimase sopra

di sporti,

profilo del

dei

di figura tonda

l'effetto di questa
vastit

un

tale

un

piccolo gocciolatojoj ed altre simili deformit? Mostrate

il

cavato da una fabbrica che

si

oltre quella della

1 1 ,

Casa quadrata di Nmes,

ecc. ecc..

trattando delle proporzioni generali nell'intorno degli edificj, pare che preferisca per altezza

Il Milizia,

membri

volete voi in luogo copei'to dove

tempio della Fortuna Virile citato dal Daviler, tavola C, pag.

pone in linea coi pi bei pezzi dell'antichit,


(9)

Ne

Panteon e nel tempio a Nimes. Vi piace una unione bizzarra

al

il

diametro del quadrato circoscritto

alla

pianta loro,

uguaglianza di dimensioni, specialmente nei tempj e negli

non compariscono! L'interiore

del

Panteon sembra a

cupola Vaticana, nella cui altezza, eccedente

sione del suo diametro.

Gli antichi non

si

la

tutti

ce

mirabile , dice egli

edificj vasti.

incomparabilmente

Di quanta maggior
pii

spazioso della

larghezza, l'occhio va a perdere, o a diminuire l'impres-

sono quasi mai dipartiti dalla uguaglianza delle dimensioni in

casi consimili .

(io) V. qui sopra alla nota


(11)

mento

Fa basamento

'j.

a questa fabbrica un semplicissimo piedestallo, ecc. Della differenza notevole tra basa-

e piedestallo si disse alla

nota 7 del testo del 1 volume.

y,

(12) V. qui sopra alla nota 6.


(i3) V.

la

nota i3

al testo

del 2 volume.

(i4) Passatizio non voce buona: vale passaggio, luogo onde

si

passa, e pi specialmente ci che dicesi

andito.

(i5) V.

la

nota precedente.

(16) V.

la

nota

V.

la

nota 2 al testo del 2 volume.

{l'f)

al testo del 2

volume.

(18) Cio a mezzo catino.

(19) Acroterj da
senza base, che

si

a/.fiorr,piov

estremit; o da av.pa; ,

pongono per finimento

simo, per collocarvi sopra statue od


posti in uso, scrisse

fu

il

il

primo che abbia

sommo,

erto, sono piccoli piedistalli

degli edificj lateralmente al frontespizio, e nella

altri

ornamenti. Gli acroterj,

Randoni, per finimento

agli edificj

collocate statue sopra acroterj

ma non

fin dalla

sommit del mede-

pi remota antichit, sono

stati

sostenevano ornamento alcuno. Buccide

e questa invenzione fu ricevuta in seguito, e pass in

consuetudine sino a'giorni nostri, e passer a'posteri anche a dispetto del Milizia,

che in vece di statue, vi fossero degli

comunemente

il

quale amei-ebbe piuttosto

uccelli.

(30) Vitruvio insegna doversi fare costantemente l'altezza totale dell'acroterio eguale alla met dell'altezza del

timpano del frontespizio.


de' frontispizj

fabbrica,

che

la

Leon

lo regge: e

Ma

siccome

si

sono alterate

le

proporzioni del timpano, e che per

le

diverse larghezze

misura dell'acroterio non sempre costante, n armonica nelle sue simmetre

Battista Alberti in tutti

prescrive che sieno

alti

casi

proporziona qaestjnimenti non

al frontespizio,

col totale della

ma

all'Ordine

tanto quanto l'altezza del fregio e della cornice dell'Ordine sottoposto.

-69Questa proporzione

molto pi conforme

continuati e non interrotti in tutta

agli

ollicij e parlicolai melile in quegli acroterj

cfiicUi

lunghezza della fabbrica. Lo Scamozzi ha tenuta

la

negli acroterj posti lateralmente ai fronlispizj de'suoi cinque ordini d'architettura.

proporzione medesima per l'altezza del tronco

che cingono

il

che sono

stessa proporzione

Palladio segu 'questa

acroterio continuato, che trovasi per Gnimento de' muri

dell'

foro del tempio di Giove, detto da alcuni Wfrontespizio di

circa a due quinti dell'altezza del ti'onco. Nelle

Il

la

membrature

Nerone ;

e fece la cimasa uguale

debbe seguire

della cimasa degli acroterj si

il

carattere dell'Ordine nel quale sono impiegati, e debbono trattarsi a somiglianza di quelle de'suoi piedistalli.
L'altezza negli acroterj che trovansi in vetta dei frontispizj suole aumentarsi di una ottava parte, e la lar-

ghezza del tronco farsi eguale al diametro superiore della colonna, o del pilastro che vi sta sotto.
(21) V. la nota 3 al testo del 1 volume.

(28) Qui la voce

(24)

id

Id.

(22)

lie'

soffitto significa cielo di stanza.

lacunari fu detto nel 1 volume

(25) Cio di sesto scemo. V. l'opusc. gi


(26)

alla
cit.

nota 6 del

testo.

Della Origine

de vlti,

q>u-'^-Ordine,che,per confessione dello stesso Bertotti, non ha

ecc.
le

doriche, n

le

toscane, n le joniche

proporzioni, parrebbe dovesse convenirsi meglio l'aggiunto di spurio, anzich quello di composito, gi desti-

nato particolarmente a ricordarci quell'altra ordinanza architettonica, appellata anche trioiifale ed eroica.
(27)

Ad un

insieme di parti architettoniche componenti un Ordine che non pu dirsi n toscano, n dorico,

n jonico, non sapremmo come possa darsi fondatamente


V. la nota 18

al testo del 1

la

denominazione di dorico maestrevolmente ornato.

volume.

1 volume
(28) Nella nota 5 alla prefazione del

(29) V. al testo del 1 volume la nota

(30)

Id.

id.

(30

Id.

id.

(32) Trattandosi di archi scemi,

gi detto

si

che

il

piede vicentino lungo m. o,35642o.

2.

alla

voce raggio sarebbesi potuto sostituire pi propriamente monta

saetta o freccia; e togliere in questa guisa

del solo sjgo

dubbio, se s'intenda del vero raggio del centine

il

di questo. V. l'opusc. precit. sulla Origlile delle volte.

(33) Imposta od impostatura d'im arco,


(34) V. la nota i5

al testo del 1"

il

sito

donde comincia a sorgere.

volume.

(35) Vale a dire ha per centine un mezzo cerchio.


(36) Bastoncino, fusaro^

>,

tondino, astragolo sono in Arte altrettante voci sinonime, impiegate per indicare

quella specie di modinatura di terz' ordine simile al toro,

ma

pi piccola di molto, che ha come esso comu-

nemente a profdo, un mezzo cerchio.


esteso nella nota 4 alla prefazione del 1

(37) Qui la parola sagoma, di cui si disse per


precisamente profdo, e prova maggiormente il dettosi in
(38) In generale tutti
di architettura che

si

d'Arte convengono nel definire

tement, dice

finisce

una cornice. Inerendo

il

Quatremre,

il

un membro

nome. In pratica si chiama cimasa

etimologa della voce grecanica Kp.a, ondata,/lutto,

listello; l'altra

maggiore

debba appartenere piuttosto


;

la

mot

la gola dritta e rovescia, si veda

signifie.

imitare parfai-

Vitruvio impiega forse per questo,

quale consta di due altre parti, una minore e

pi sporgente, che

all'astragolo,

la

voce

che

alla

l'ovolo.

Taluni, dice

cimasa; e cos

la

il

meno

sporgente,

Viviani, vogliono che

pensa anche

l'Orsini,

il

listello

osservando a questo

che Vitruvio, per cimasa non pu intendere che Yovolo: siccome per Vitruvio chiama Vastragolo

anche anello della colonna, 0, come ad


nere, che quel

(39) Cio
(40) Id.
(4i) V.

le

nel capitello jonico pare poi che intenda per cimazio, quella parte che

viene intercetta dal canale e dall'astragolo

proposito

alla

sono particolarmente

d'ondulation que

l'ide

unda, come sinonima della cjmatium

il

cimacelo, cimazio o cimasa,

vuole che provenga la dizione in discorso, sarebbe un'appellazione generica di ogni modinatura che

composta di due archi di cerchio, come

cio

il

ha luogo in varie parti degli Ordini con diversa forma

qualunque medine che


d'onde

gli scrittori

volume, esprime

essa.

il

listello

piace, collarino; cos pi conforme alle sue espressioni

altri

unito all'ovolo, formi

la

sesto della luce della porta, presa in larghezza.


id.

la

cimasa; tanto pi che l'ovolo, considerato

nota 18 del testo del

i"

volume.

solo,

il

rite-

chiamasi echino.

-70(4 a) V. qui sopra la noia

(43) V. nel volume i"


(443 Vedi

la

it).

nota i8 del

la

testo.

nota 2 del lesto del 1 volume, e

d'ora in poi, ogni cpalvolta

cos'i

tratter delle proporzioni

si

quivi apprese.

(45) Id.

ili:

(46) V. qui sopra


(47) V.

alla

nota 32.

suW Origine

nota 4' al testo del volume 2, e l'opusc. precil.

la

delle volle.

(48) Cio a mezzo cerchio. V. l'opusc. qui sopra citato.

(49) Risalito, cio sportato in fuori.


(50) Tali finestre possono essere, siccome dice

il

Bertotti,

una variet introdotta,

anche dirigere alcune volte

come

gi

si

sommi

ingegni, nel modificai'e acconciamente all'uopo

ma

debbe
possa

la necessit

precetti dell'arte,

debbono aversi a norma sicura in pratica, non per legge

disse in queste note,

ecc. ecc.,

come

notarsi che potrebbero anche atti-ibuirsi al Palladio senza suo scapito, e proverebbero

quali,

assoluta.

(5i) Cio della larghezza della luce di essi archi.

membri

(Si) I

compongono

essenziali che

l'intelaj atura

in realt si presenta strettissimo e discorde da'

Fu

(53)

Una

d'una porta, essendo annoverati tra

gli

non sapremmo persuaderci che possano indebolire n apparentemente, n realmente

essenziali,

buoni precetti di

fabbrica di carattere semplice e priva di ornamenti che non

giusta simmetria nelle sue parti

sar

ma

ricco de' pi sontuosi ornamenti,

sempre

un

di

effetto

mirabile

la bellezza dell' architettura.

abbia altro merito , fuor quello di una

s'

ed avverr tutto

E dunque

privo di proporzioni.

ornamenti

pilastro che

statica.

dipende in gran parte

gi pili volte osservato, che dalle proporzioni

il

l'

opposto di un edificio

necessario che ciascuna parte di una

fabbrica, serbi analoga di misure colle altre parti e col tutto insieme.
Si legge in Blondel,

che un

M. Ouvrai-d, celebre maestro

cei-to

un breve opuscolo

pubblicare, sul finire del secolo scorso,

di musica, specialmente teorica, siasi fatto a

intitolato:

Architettura armonica, ovvero applica-

zione della dottrina delle proporzioni musicali, alV architettura ; in cui, premesso che senza la dottrina delle

proporzioni armoniche

ordini di architettura non sono che

tutti gli

regola, asserisce racchiuse nel rapporto che


tu^tte

hanno

primi

un ammasso confuso

di pietre senza

medesimi, e coi loro moltiplici,

sei nurneri tra se

consonanze possibili; e progredisce con trovare cinquantacinque consonanze diverse, paragonando

le

soltanto fra se stessi questi undici

numeri

6,8, io, 12, 16, vale a dire che questi numeri o suoni,

1, 2, 3, 4, 5,

essendo intesi insieme, formano una grata armona composta di cinquantacinque diversi accordi, cio dell'ottava

quinta

2, della

i:

la

quarta

2: 3, della

maggiore 3:

5: 8, della sesta

suoni,

quali

non sono

moltiplicarsi in infinito. Quindi

pu

un punto

proporzioni della musica sono in

lo

decimaquinta o doppia ottava

3, la

sono punto. Inoltre, que'suoni soltanto,

avere queste proporzioni


lo stesso

come sono

Autore, che

tutti

non possano essere intuonati da una

indivisibile,

mentre

la vista

le
i

finestre di

suoni,

un

si

tuttoci

una

l'ottava col
1

primo

i,

presentano

edifizio

3,

decimasettima o

misure

siccome
le

quali

non

s sottile

per accorgersi di

, l'

alla vista nello stesso

debbono essei'e

altezza e la larghezza di

medesimi non sieno

si

tempo, debbono

un

prospetto , ecc.

nella musica, quando

allontanati l'uno dall'altro

pu intuonarne

altri

che quelli

quali

si

trovino fra due,

come

a cagion d'esempio, l'inter-

che quello della duodecima, ossia della quinta sopi-a l'ottava, non pu

sola voce, a

motivo della sua grande estensione che sorpassa quella dell'ottava, con
si

ponga

il

numero armonico

2,

il

quale s'inconti'i fra

e 3 che far

e la quinta coli' altro 3. Cos nell'architettura, la distanza, per esempio, di queste

8 e 54 che nella stessa proporzione di

36, onde mnslrarc

4, '^

inferisce, che

cos volendo mettere in nota de' numeri interrotti, fa

numeri; e

de'numeri armonici,

intuoner facilmente se vi

si

grandezze

essi

due numeri

essere intuonato da

quantunque ai-monici,non accordano bene

sola voce, cio a dire, se

che s'incontrano contigui e complicati fra


d'uopo collocare fra di

ne

quali percuotono contemporaneamente l'udito,

per mezzo d'intervalli maggiori di quello dell'ottava: onde avviene che non

vallo fra questi

minore

che V assuefazione di vederne poche regolari, rende sopportabili quelle che

consonanti: cos nell'architettura, quelle parti solamente che

Dice altrove

5: 6, della sesta

sono composte da queste, come

in architettura, saranno disaggradevoli alla vista, con questa differenza per, che

piccoli difetti nelle proporzioni, e

non

6, ecc., e cos

minore

terza

le altre

nella proporzione di questi numei'i, offendono l'orecchio, cos tutte le

non avranno queste analoge


le

^. 5, della

sono chiamate semplici. Tutte

duodecima, ovvero quinta sopra l'ottava

quinta sopra la doppia ottava

maggiore

3: 4, della terza

5, le quali

alla vista

una distanza graia,

3,

e la cui

due

abbisogna di una grandezza fra due, che quella

proporzione non

sia di

troppo lontana.

di

-71Le misure

del tempio di Salomone, quali

Ouvrard

signor

medesima cosa

in

conferma

non sono capaci

almeno contribuire di molto a correggere

(54) V. la nota

si

e di

di avvertire,

formare

che

si

rettilinei

un

suffi-

da essere sicuri del buon successo dei loro disegni.

tale,

ammette

nelle simmetre At'nicchii o nicchie di second'ordine, come

terzo

la

proporzione del

che nei.curvilinei, deve essere svelta, acciocch, collocandovi qualche

non deve

casuccia; e ci particolarmente in quei di forma rettangolare,

essere

minore di due larghezze: e ne circolari non minore di due

n maggiore di due larghezze e mezzo , affinch

rispetto al vano, o troppo gentile;

massimamente

in larghezza eguali all'archivlto,

il

se posta

la statua

non divenga troppo

sopra di un zoccoletto. Gli

stipiti

saranno

colossale
lisci,

ed

quale non sar minore di un nono, n maggiore di \m settimo della lar-

ghezza del nicchio. Di uguale proporzione sar l'altezza dell'arcovlto, od

ghezza dello

puonno

questa, ed a somministrare agli architetti de' lumi

vizii di

non vi sembri come nascosta entro una

propoi'zione de' quali in altezza,

larghezze ed

la

con

se le sue dottrine

delle regole invariabili,

appellano da qualche scrittore d'Arte. In qualsivoglia carattere d'ordine architettonico,

statua, la

riferisce

nella prefazione del 2 volume.

questa l'altezza massima che

vano del nicchio, tanto nei

la

misure prescritte da Vitrnvio,che appositamente

buona architettura

produzioni in ordine

le loi-o

precitato

sullodato Autore aggiunge delle regole per l'applicazione di queste proporzioni,

il

di ristabilire interamente la

per mettere

il

combinate in proporzione di numeri armonici, e

combinare secondo l'opportunit: non omettendo

e de'mezzi per poterle

(55)

troA'ano notate nel sacro testo, sono, scrive ancora

asserisce avvenire riguardo alle

molta esattezza. Oltre a ci

cienti

si

di sua dottrina, sono tra s

al

pi una volta e mezzo della lar-

stipite.

(56) Impalcatura o palco di una stanza, quel composto di legnami commessi insieme attentamente per

sorreggere

il

pavimento.

Cio con impalcature semplici.

(5'^)

(58) V. qui sopra alla nota 6.


(Sg) V. la nota 35
(60)

Onde

al testo del 1

volume.

ottenervi cos una temperatura media.

(61) Chiamavansi ale negli

atrii antichi, le fila di

e qui per comparazione, chiamansi ale

da Palladio

colonne che vi separavano

la

parte media dalle laterali,

colonnati che dividono in tre parti l'ampiezza della sala;

e per tali vengono pure definite dal Bertotti verso la fine del paragrafo seguente.

(62) V. la nota

2- al

testo del

primo volume.

(63) Meglio ammezzati.

(64) V. sopra alla nota 61.


(65) Cio lunghesso

il

lato

minore

della sala.

(G) Cio con impalcature semplici, come

(67)

si

disse qui sopra.

vocabolo mastico per sinonimo del terrazzo riprovevole.

Il

(68) V. alla 56 di queste note, e cos d'ora in poi ogni qualvolta


(69) V.

la

nota aS.

(70) V.

la

nota ig.

si

vedr ripetuta cpiesla voce.

(71) Comparto vale scompartimento o distribuzione di fabbrica.

(72) Vale a dire,

il

bello

compensato dal comodo.

(73) Della proporzione che debbe aversi l'altezza delle fabbriche cittadinesche, colla larghezza delle piazze
o delle strade su cui mettono, se ne occuparono speciabnente Vincenzo Scamozzi ed
iiienti

il

Milizia ne'suoi

Awerti-

sulla distribuzione dhina citt.

(74)

Il

Milizia consiglia le case di legno,

(75) V.
(76) Id.

la

salde delle altre di fabbrica, contro

iremuoti.

id.

(77) Rigoglio di un arco, di


opuscolo

come pi

nota 53.

suW Origine

un

vlto e simili, la sua

massima

altezza sopra

il

piano dUmposla. V. licitato

de" vlti.

(78) V. la nota 53.


di fogliami,
(79) Grottesche o grotteschi sono certi ornamenti immaginarli mischiati di figure di animali,
di fiori, di frutti e simili. Si crede che fossero cos detti dall' essersi trovate in Roma, verso il secolo xvi, in
certe strutture a guisa di cripte o grotta, che forse in origine altro

non furono che

parli di pubblici bagni.

-72disapprova; e ne fa una descrizione assai circonstanziata nel

Vitruvio

le

tectoriis

monstra potius , quam ex rebus

fasti^-iis

harpaginetull striati

cum

crispis foliis , et voliiiis: item candelabra

suora fastisia

earum surgentes ex

sedentiu sigilla

non minus etiam ex

i^adicibus

cum

(80) V.

la

nota

alle

aedicularum sustinentia Jguras

ornamenti e

voci arabesques

se exeuntia sigilla

sull'uso

alia

humanis,

cionullameno che pu farsene

grotesques.

3 alla descrizione del Teatro Olimpico.


id.

Id.

(8r)

ex

coliculis flores dimidiata habentes

Quatremre

pinguntur

cap. 5, ove dice:

volutis coliculi teneri plures, habentes in se sine ratione

alia bestiarum capitibus similia. Nozioni pi estese su tali


in arte, facile trarle dal

lib. 7,

imagines cerlae. Pro columnis eniin statuuniur calami , pr

ftnitis

(82) Questa specie di finestre, conserva pure in italiano, l'appellazione di occhio di bue.
(83) Si amerebbero nozioni pii esatte sul vero merito del palazzine in discorso , per giudicare di sua vera
esistenza

dopo

le

predette critiche osservazioni , e

le altre

molte che ancora potrebbero aggiungervisi

stamente.

(84) V.

la

nota 18

al testo del

primo volume.

FINE DEL TERZO VOICME.

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