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L'incastellamento e la signoria di banno

Dopo la forte crisi dei secoli V-VI, i secoli VIII-X sono caratterizzati da un incremento
demografico ed una congiuntura economica favorevole (connessa con larga disponibilit di
terra da mettere a coltura e, dopo il X secolo, con alcuni miglioramenti tecnici - aratro a versorio,
rotazione triennale, eripicatura, collare a spalla per i buoi, uso crescente del ferro, mulino ad
acqua-, incremento dei commerci locali, ), chiaramente interconnessi, che proseguiranno fino
alla crisi del secolo XIV.
Le incursioni dei secoli IX-X costituiscono una lieve perturbazione di tale tendenza in quanto
epifenomeno (Toubert): conseguenza della dissoluzione delle strutture di inquadramento
verificatasi dopo il crollo dellimpero carolingio (vedi fine paragrafo), nel vuoto apertosi dopo la
morte di Ludovico II (875). Di tale situazione del resto approfittarono in ugual mondo i latruncoli
Christiani, minaccia endemica nelle campagne.
Toubert: La storiografia antica e lerudizione locale hanno ingigantito limportanza di questi
predatori. In particolare sono stati troppo precipitosi nellindividuare in essi i responsabili di un
riflusso degli uomini verso i centri dacropoli pi sicuri [Bloch ne La societ feudale definisce
lEuropa cittadella assediata]. In realt questa ristrutturazione dellhabitat per castra, che
il grande avvenimento del secolo X, il segno non di un ripiegamento, ma di un balzo in
avanti.
I caratteri essenziali del secolo X (fortemente interconnessi) si possono cos riassumere:
Sensibile ripresa demografica (aumento costante) testimoniata dallaumento dei centri di
popolamento (costruzione di chiese, )
Conquista di nuovi spazi agricoli (recupero dellincolto, deforestazioni, ...)
Aumento della popolazione urbana
Mutamenti del paesaggio rurale (accentramento della popolazione, sorgere della signoria
rurale)
Se linsicurezza delle campagne certamente un elemento caratterizzante la vita
quotidiana di questi secoli che spinge i rustici ad affidarsi al signore che incastella, da
parte del signore questoperazione costituisce un tentativo di sfruttare economicamente
lincremento demografico aumentando la produttivit del sistema.
Settia ha confrontato in proposito le date dellincastellamento con le date delle incursioni,
sottolineandone la non corrispondenza (in periodi di pace lincastellamento continua nelle zone
pacificate, e il processo del resto proseguir ben oltre il raggiunto accordo con le diverse
popolazioni di invasori).
Lincastellamento si inserisce innanzitutto nellambito di uno slancio pi antico
nelloccupazione del suolo, i cui inizi risalgono al IX e forse alla seconda met dellVIII secolo,
con ingenti sforzi per ridurre a coltura gli spazi intercalari.

Le carte di popolamento e ripopolamento che autorizzano gli incastellamenti (rivolte ad un


referente o direttamente alla collettivit dei coloni) ne sono diretta testimonianza: i fondatori
intendevano attirare uomini e trarre profitto dalla situazione demografica favorevole. Aderivano
gruppi familiari estesi guidati da un capofamiglia, raramente linsediamento era formato da
individui isolati: si cerca di costruire comunit formate da soggetti gi legati da solidariet
elementari, segno di una progettualit che rende impensabile la tesi sostenuta in passato dei
nuovi insediamenti come abitati marginali destinati ad accogliere instabili ed emarginati.
Il signore fornisce un luogo adatto alledificazione del nuovo villaggio, unaltura (su cui spesso vi
sono rovine di edifici preesistenti che semplificano la costruzione), la costruzione di una cinta
difensiva e un lotto di terreno per ogni capofamiglia dove edificare, un piccolo orto ai piedi della
futura cinta muraria, un piccolo spazio per la vigna e un insieme di parcelle di arativo distribuite
in diverse localit del territorio circostante. Entro il territorio del castello vi sono anche spazi
incolti, fonti economiche importanti per la raccolta, la caccia e la pesca e lallevamento di maiali.
Le costruzioni in pietra prevalgono fin da principio su quelle in legno anche nelle costruzioni
contadine soprattutto nelle aree, come il Lazio, dove non mancavano cave ed antiche rovine.
Questo elemento ha contribuito a mantenere in vita fino allet moderna molti centri cos
costituitisi, oltre a divenire problematico quando si far sentire il sovrappopolamento, nei secoli
XIII-XIV, in cui si adotteranno soluzioni tuttaltro che felici come lo sviluppo in alto delle case, in
netto contrasto con il modello tipo dellEuropa doltralpe, ovvero il villaggio ai margini della
foresta, costruito prevalentemente in legno (ottenuto proprio grazie al dissodamento integrale).
La complessit del fenomeno fa s che vi siano testimonianze di numerosi fallimenti di tali
imprese (abbandoni), concentrati soprattutto negli stessi primi anni dellincastellamento, prima
della stabilizzazione dela carta del popolamento. Anche geograficamente le aree col maggior
numero di abbandoni sono quelle con il maggior numero di fondazioni.
I siti pi fragili sin dallinizio sono quelli scelti unicamente per motivazioni strategico-difensive,
spesso rivelatisi non in grado di fornire al nuovo castrum un territorio agricolo sufficientemente
ampio e adatto a coltivazioni differenti, generando un insanabile squilibrio tra centro abitato e
spazio agricolo corrispondente.
In passato si spesso fatto riferimento alle guerre come possibili cause, ma in realt i casi
documentabili sono rari e le fonti letterarie spesso sottolineano la rapidit delle ricostruzioni e dei
ripopolamenti (costruzioni in pietra solo raramente distrutte, difficolt a trovare nuove terre, ...): la
guerra medievale devasta pi con ostentazione che con efficacia.
Numerosi abbandoni divengono conversioni in casali signorili, ovvero casi in cui il signore
ripiega su pi modesti obiettivi una volta fallito lincastellamento (spesso per la mancanza di
terreni adeguati di cui sopra).
In altri casi si tratta di lotta per la sopravvivenza tra centri vicini, in cui i pi dinamici riescono
ad inglobare popolazione e territorio di quelli decaduti (non sono chiare le dinamiche, ma si tratta
probabilmente di condizioni vantaggiose per chi si trasferisse, ).
Vi sono infine spostamenti a breve distanza di villaggi, abbandonando la sede primitiva o
tenendola come succursale, senza per mai abbandonarne i relativi spazi coltivati. I motivi
possono essere difficolt a costruire intorno alla vecchia sede terre di policoltura intensiva
sufficienti o inadeguatezza dellhabitat (catastrofi periodiche come terremoti o frane, insalubrit,
improduttivit dei terreni - va sottolineata infatti lestrema discontinuit dei suoli mediterranei).
Lincastellamento del secolo X costituisce dunque una profonda duplice rottura:
nella struttura agraria e quindi nel paesaggio rurale (consolidatio fundorum): i
centri abitati si concentrano su un rilievo prima disabitato (il castrum, a differenza di

quanto stato sostenuto, solo in rarissimi casi sorge da unantica curtis, sebbene spesso
inglobi terreni coltivati precedentemente, alcune frutto proprio di quelloperazione di
aumento dellarativo avviato nel secolo precedente) scelto programmaticamente dal
signore intorno a cui si articola coerentemente uno spazio coltivato in modo differenziato
(subisce notevoli cambiamenti soprattutto larea negli immediati dintorni delle mura).
Quando, verso la met dellXI secolo, londata delle fondazioni si esaurita, ogni
castello ha delimitato il suo tenimentum e la ripartizione degli spazi disponibili tra i villaggi
non ha lasciato pi interstizi: lo spazio era chiuso. Lespansione dellarativo avverr, da
questo momento, entro i confini del territorio del castello, a spese dellincolto (pi
lentamente di quello forestale, almeno agli inizi, a causa della scarsa redditivit dei suoli
conquistati rispetto alla fonte economica foresta), spingendo anche allintroduzione della
transumanza del bestiame (dal XII secolo), relegato cos fuori dai territori conquistabili.
Va notato che spesso questi dissodamenti avvengono per iniziativa di contadini che
aumentano cos il proprio allodio e comunque senza una chiara direzione signorile,
generando in ogni caso un aumento della produzione totale, sottoposta alla tassazione
signorile.
nelle forme del popolamento (amansamentum hominum): i contadini dispersi
divengono abitanti di villaggi rurali entro le mura dei nuovi castra, perdendo
indipendenza e gioia di vivere, come sostengono diverse cronache. Il riferimento
chiaramente al progressivo costituirsi della signoria di banno (X-XII secolo). Ben presto
infatti lincastellamento si trasforma in fattore di accelerazione del disfacimento
dellorganizzazione pubblica a favore dei poteri locali (significativo il fatto che le
concessioni ad incastellare giungano quasi sempre a posteriori, segno dellincapacit del
potere centrale di controllare il territorio), fenomeno che si sviluppa appieno nei secoli IXXI con laffermarsi dellereditariet dei benefici e delle cariche di conte e marchese
(la cui giustificazione formale verr individuata nel Capitolare di Quierzy-sur-Oise di
Carlo il Calvo del 875-7, misura teoricamente doccasione), che concede ai funzionari
sempre maggiore autonomia (il vassallaggio ha ormai smesso di essere quellelemento
coesivo che era stato nellet carolingia: lhomagium diviene invece strumento per il
vassallo di costruzione di proprie clientele), parallelamente allo sfaldarsi delle
circoscrizioni pubbliche, per cui marche e comitati tendono a divenire parte
integrande del patrimonio familiare del marchese o del conte.
I re e gli imperatori conservano la disponibilit di corti fiscali, di clientele vassallatiche e di
abbazie e possono intervenire anche efficacemente nelle lotte locali per il potere, ma la loro
presenza discontinua: si trovano costretti a operare come potenti tra i potenti (Comba).
Anche il tentativo di restaurazione imperiale degli Ottoni non si fondava pi su di un ordinamento
pubblico per comitati relativamente uniforme, ma su di unegemonia politica che si reggeva
sullalleanza con chiese potenti e rapporti di parentela. Luniversalismo programmatico non
teneva conto dello stato di disgregazione politica dellimpero.
I detentori dei castelli dunque si sostituiscono progressivamente (il fenomeno pu dirsi
pressoch compiuto nel XII secolo) allautorit pubblica in unarea di nascente giurisdizione
signorile, sia intorno alle fortezze private (imponendo ai villaggi circostanti il proprio dominatus
loci - bannus - districtus), sia dove siano state concesse immunit (condizione tipica degli enti
ecclesiastici), in quanto i controlli stabiliti dai carolingi sugli immunisti non vengono pi fatti
valere.

I proventi dellesercizio dei diritti bannali risultarono spesso superiori a quelli derivati dallo
sfruttamento del patrimonio fondiario: i signori in questo modo assorbirono gran parte dei
proventi che i contadini ricavarono dellaccresciuta possibilit dei prodotti agricoli.
La tendenza in molte regioni agrarie infatti fu alla progressiva scomparsa delle aziende
agricole tradizionali (curtes), con labbandono delle corves richieste ai rustici.
Il dominio tende sempre pi ad essere su liberi allodieri (gli schiavi spesso diventano casati), che
proprio perch proprietari possono, in caso di necessit, vendere in parte o del tutto la loro
propriet, giungendo cos spesso ad una condizione pi sfavorevole di quella precedente.
Accanto allamministrazione della giustizia, alla richiesta di prestazioni di lavoro per il castello, di
derrate o prodotti artigianali, alla possibilit di imporre dazi si svilupparono monopoli legati
allattrezzatura della signoria (il mulino, il frantoio, il forno, il birrificio, ).
Laumento del potere di districtus signorile e la polarizzazione sociale porteranno, nei secoli XII e
XIII, a sporadici episodi di ribellione, comunque circoscritti rispetto a una generale tendenza a
trovare modi dintesa con i signori da parte delle comunit rurali, come nel caso della
concessione di carte di franchigia, documenti nati probabilmente per la definizione dei diritti
peculiari delle villenove, ma concessi spesso dai signori per calmare la tensione sociale.

Bibliografia
R. Comba, Storia medievale, Milano, Raffaello Cortina 2012

P. Toubert, Dalla terra ai castelli, Torino, Einaudi 1995

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