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Da IL CORSO DELL’ANNO COME VIA DI INIZIAZIONE ALL’ESPERIENZA

DELL’ENTITA’ DEL CRISTO di Sergej O. Prokofieff. Edizioni Arcobaleno.

“Così come il ciclo vitale dell’organismo umano comincia con un atto inspiratorio a cui segue un
atto espiratorio, così anche il ciclo vitale della Terra in quanto essere vivente comincia con una
grande inspirazione macrocosmica che va dal culmine dell’estate al solstizio d’inverno a cui segue
l’espirazione nella successiva metà dell’anno. Questo parallelismo fra microcosmo e macrocosmo,
fra uomo e Terra, non si esaurisce nel campo dell’elemento vitale, ma si estende all’ambito più
interiore della coscienza. La polarità fondamentale dell’esistenza umana è quella fra coscienza
diurna di veglia e coscienza di sonno…Anche la Terra attraversa nel corso dell’anno i due stati si
coscienza descritti: in inverno il massimo stato di veglia, in estate invece il sonno della Terra, il
suo beato abbandonarsi alle vastità cosmiche.
…La Terra in quanto essere macrocosmico sperimenta in 12 mesi, durante i quali il Sole attraversa
le 12 regioni stellari, ciò che l’uomo in quanto microcosmo sperimenta nel ritmo delle 24 ore. Ma
in ambedue i casi, il movimento apparente del Sole assume un significato particolare, poiché è
proprio tale movimento a collegare i due ritmi. In quanto microcosmo, l’uomo è legato tramite la
propria coscienza dell’io soprattutto al ritmo microcosmico del giorno. Il suo legame con il ritmo
macrocosmico è altrettanto profondo, anche se molto meno cosciente. L’Antroposofia aspira oggi
a condurre l’umanità a una cosciente compartecipazione al macrocosmo. Infatti essa è una via di
conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è
nell’universo. La partecipazione al ritmo macrocosmico della Terra, che si esprime nel ciclo
dell’anno, può rappresentare un modo particolarmente armonico e naturale di cominciare questo
nuovo cammino di conoscenza.”

Il periodo dell’anno che va dalla pioggia di stelle cadenti di metà estate alla festa di S. Michele e
fino a Natale corrisponde nel cammino spirituale individuale al passaggio che va dalla
preparazione all’illuminazione fino all’iniziazione (vedi “L’Iniziazione” di R. Steiner). Dapprima
l’accoglimento dei pensieri cosmici nel capo dell’uomo: stelle che portano luce per illuminare il suo
mondo di pensieri con la saggezza del cosmo. Poi il cammino fino al cuore e lì, interiormente
vivificati, la trasformazione nella fiammeggiante spada di Michele vincitrice del drago arimanico
che uccide i pensieri. Quindi la conseguente attivazione della volontà perché seguano le azioni.

Dalla festa di Michele (festa dell’illuminazione) fino a Natale è un periodo di prova interiore. R.
Steiner caratterizza tale periodo come il momento della tentazione del male. Vivificare il pensiero
di Michele nella nostra anima ci permetterà di mantenere pienamente desta la nostra coscienza. Il
male può essere davvero vinto solo attraverso lo sviluppo morale dell’anima e l’esercizio di
determinate qualità. Dato che il periodo in esame riflette in un certo senso l’evoluzione precristiana
dell’umanità, in attesa della venuta del Salvatore, dobbiamo cercare queste qualità nelle sedi dei
misteri antichi. Si tratta delle qualità che anche in epoca successiva furono conosciute come virtù
platoniche: giustizia, temperanza (misura, avvedutezza), coraggio (presenza di spirito) e sapienza.

“Con l’aiuto di queste 4 qualità animiche e afferrando il vero significato della festa di S. Michele,
l’uomo deve oggi forgiarsi un’arma interiore contro le forze tentatrici che egli incontra in
quest’epoca nei propri involucri, dove esse penetrano come movendosi come dall’esterno verso
l’interno. Così questo processo è allo stesso tempo un processo di autoconoscenza: si profila
l’incontro cosciente con il piccolo guardiano della soglia. Nel periodo che va da Michele a Natale
si presentano all’anima dell’uomo 4 specie di tentazioni e la loro efficacia sull’uomo è
particolarmente forte durante l’Avvento, allorché nella natura giunge al suo culmine la
preponderanza delle forze dell’oscurità su quelle della luce”.
PRIMA SETTIMANA DI AVVENTO

“Nella prima settimana d’Avvento i tentatori Lucifero e Arimane si avvicinano soprattutto al corpo
fisico dell’uomo. Essi vogliono ingannare i suoi sensi esteriori ed interiori con l’ausilio delle
‘incontestabili’ prove del trionfo della morte e del processo minerale della natura, per distruggere
in tal modo il corretto rapporto tra uomo e mondo. Se l’uomo cede a questa tentazione è
minacciato dal pericolo di perdere il senso della propria interiore indipendenza, di essere privato
della ‘stazione eretta animica’. Questo lo getterebbe in un abisso di sconfinata disperazione, una
vera morte dell’anima. Così per opporsi a questa prima tentazione l’anima umana deve sviluppare
in alto grado la virtù della giustizia: quella sottile ricettività interiore per le corrette forze
cosmiche che regnano ovunque nella natura e nell’uomo e che hanno la loro sorgente nelle 12
sfere dello zodiaco, nel circolo dei 12 iniziati cosmici, i grandi protettori della giustizia
onnipresente che si manifesta nel karma universale dell’uomo e del mondo. Questa percezione
puramente spirituale della giustizia universale che agisce ovunque quale rivelazione del karma
macrocosmico e che trova il suo riflesso microcosmico nel karma di ogni singolo individuo, non è
collegata per caso al processo interiore dell’assunzione della stazione eretta. Infatti
nell’evoluzione dell’umanità il karma individuale apparve contemporaneamente all’assunzione
della stazione eretta.<Solo ora comincia il karma> dice R. Steiner. <Il karma in quanto singolo
destino umano divenne possibile solo allorché gli uomini poterono servirsi delle loro mani per il
proprio lavoro. Prima non vi era alcun karma. L’uomo compì un passo importantissimo nella sua
evoluzione allorché, da creatura orizzontale, divenne un essere verticale e per ciò stesso ebbe le
mani libere>.

***

Il cammino spirituale individuale in questo periodo corrisponde a quella che nel testo
“L’Iniziazione” è definita prova del fuoco:

“Grazie ad essa il discepolo acquista la giusta visione spirituale d’ogni essere terreno. Se il
discepolo riesce a superare questa prova gli si schiudono, come dice R. Steiner i caratteri della
scrittura occulta i quali non sono che <i fatti e le entità presenti nel mondo spirituale…attraverso
quei segni si impara il linguaggio delle cose. In questo linguaggio gli oggetti e gli esseri
dichiarano al discepolo il proprio originario nome segreto, che essi portano quale frammento
dell’originale Parola universale creatrice del mondo.> Così questa esperienza consente al
discepolo di penetrare il mistero stesso del Verbo cosmico, del Logos divino e di venire guidato
alla prova successiva. Infatti il discepolo ha ormai imparato a farsi guidare nel suo agire non più
dai propri desideri egoistici, bensì dalla giustizia universale, dalle divine finalità del cosmo, che
egli impara a conoscere per mezzo del verbo nascosto che ormai gli si è rivelato.”

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