5ECONDO LO 5CHEMA DI "INDICAZIONI PER UNA 5CUOLA E5OTERICA"
A Cura !i Tizianc Bc||ucci
(Si puc sccg|icrc !i jarc un iirccinic sciiinana|c c ncnsi|c. cgni cscrcizic ta ccniinuaic c aggiunic a| succcssitc, nc||a scccn!a sciiinana c ncsc, sinc a! arritarc nc||a 5 jasc a||a praiica ccnicnpcranca !i 5 cscrcizi gicrna|icri) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
1- CONTROLLO DIL IINSIIRO (dominio deI Iensare) equivaIenle aI "Giuslo Iensiero"
lndlcuzlonl dl comportumento generuIe. Imedirsi di ensare in modo scoordinalo: si deve essere iI iu ossibiIe conseguenli nei ensieri che si fanno neI corso deIa giornala. II ensiero non deve vagare, non si deve ensare in modo aulomalico, associalivo. Pratica: Isercizio di 5 minimo minuli su oggelli creali daII'uomo. - nrc 12 - nrc 19 Irraggiare iI senlimenlo di fermezza e sicurezza conseguilo, daIIa fronle verso Ia nuca, oi giu er Ia sina dorsaIe.
2- CONTROLLO DILL'AZIONI (dominio deI voIere) equivaIenle aIIa giusla azione
lndlcuzlonl dl comportumento generuIe. Iseguire azioni che soIilamenle ci risuIlano faslidiose e che semre si rimandano. I' uliIe decidere di: smellere di ronunciare una dala aroIa, mulare Ia roria oslura, erella o sedula, cercare di scrivere in un'aIlra modaIila, addirillura con Ia mano sinislra, imorsi una quaIche allivila sorliva. Iroorsi, ad una dala ora di comiere un'azione che di soIilo non viene mai richiesla. Is: -Orc 9 arire sorleIIo aulo e richiudere, -nrc 14 loccare con un dilo, suIIa scaIa, iI soffillo, -nrc 19 disegnare con un dilo un fiore suI muro. Ogni voIla che si comie una laIe azione, irraggiare iI senlimenlo di aver svoIlo un'azione veramenle Iibera, daIIa lesla verso iI cuore.
Suggerimenli uliIi: 1- e uliIe fare esercizi er scrivere con una scrillura che non e Ia roria,onde erdere Ia meccanicila deI geslo, laIe fallo donera iu adronanza deI ensare suII'elerico. 4- e imorlanle,onde rafforzare Ia voIonla,imorsi di cambiare deIIe iccoIi abiludini, er esemio decidere di non usare iu in fuluro una aroIa o un lermine usuaImenle famiIiare, sosliluendoIo con un'aIlro inedilo. ad es.: Accidenli! coro di miIIe baIene! 5- semre er rafforzare Ia voIonla,e uliIe orsi deIIe iccoIe rinunce,come decidere ad es. di non bere vino ad un aslo, oure di fumare una sigarella soIo ogni ora,oure non rimandare mai Ie rorie faccende quolidiane aI giorno doo,occuandosene subilo, cio rafforza iI olere deII'io suI coro aslraIe.
3- CONTROLLO DII 5ENTIMENTI O IMIIRTURAILITA' (dominio deI Senlire) equivaIenle aI "Giuslo Senlimenlo" IQUANIMITA' equiIibrio di iacere e disiacere)
lndlcuzlonl dl comportumento generuIe. Si deve lendere aIIa caIma inleriore. Si deve eIiminare ogni imuIsivila, Coslanle allenzione,reressione e biIanciamenlo suI conlroIIo deIIe rorie emozioni negalive e osilive. Davanli a ersone anlialiche o lroo simaliche cercare di non rovare senlimenli sbiIancianli.
Prutlcu effettltu: |scrcizic: aIIe nrc 15 evocare un aesaggio beIIo, Iacido e riIassanle onde inslaurare caIma neI cuore. Doodiche irraggiare Ia caIma conseguila in quesla sequenza: 1- verso Ie braccia e Ie mani, 2- verso Ie gambe e i iedi, 3- verso Ia lesla.
4- TOLLIRANZA, INDULGINZA o PO5ITIVITA' (dominio deI senlire-ensare) equivaIenle aI Giuslo Giudizio
lndlcuzlonl dl comportumento generuIe. "II disceoIo rerime ogni suerfIua crilica verso cio che e imerfello, brullo o callivo, cercando di comrendere cio che gIi si avvicina. Si adalla a voIgere Ie cose aI bene, cercandosi di mellere nei anni deII'aIlro.II soIe iIIumina sia iI buono che iI callivo." Pratica: Immedesimarsi neIIa condizione deII'aIlro, ricercandone Ie quaIila osilive, si affaccera come un aIIargamenlo di coscienza conciIialore, caace di giuslificare I'aIlro: cio generera una sorla di bealiludine. TaIe bealiludine va riversala verso iI cuore, oi da qui verso gIi occhi e neIIo sazio davanli e allorno a noi. |scrcizic: prima di ccna ricercare quaIcosa di buono o beIIo che ci e accadulo o si e fallo neIIa giornala.
5- LA 5PREGIUDICATEZZA O OIITTIVITA', I IIDUCIA (dominio deI VoIere-ensare) equivaIenle aI giuslo unlo di visla
lndlcuzlonl dl comportumento generuIe. Aslenersi da quaIsiasi giudizio o crilica, lacilando Ia roria norma di anlialia e simalia, arendosi soIo aIIe imressioni che ci ervengono daIIe aroIe, dai suoni e daIIe sensazioni rovenienli daI mondo eslerno. Si devono osservare Ie sensazioni che romanando da un discorso umano o da un evenlo eslerno, si resenlano solliImenle neII'anima. L'abilo menlaIe ersonaIe deve venir loIlo. Occorre ascoIlare I'aIlro, Iasciare che egIi ci arIi, cogIiendo aieno Ia sua manifeslazione. Non bisogna mai "ballezzare" una cosa, una ersona o un fallo, ma iulloslo occorre Iasciare semre una ossibiIila aerla affinche da quesla vi ossa enelrare e aarire un Ialo deIIa verila che rima era a noi sconosciula.
Prutlcu effettltu. RicailoIare in comIela caIma una scena brulla o beIIa deI noslro assalo (megIio se non recenle) e assislervi in un alleggiamenlo di lolaIe non arleciazione emoliva. Osscrtarc |agirc, i| pcnsarc c i| scniirc !c| ncsirc ic injcricrc ccn ca|na c !isiaccc. Rievocare dislinlamenle i arlicoIari, Ie voci, Ie aroIe, i coIori, come sellalori assivi. Allendere che quaIcosa maluri in noi, ermanendo in uno slalo iena neulraIila, affinche daI Cosmo ossa arrivarci un giuslo giudizio. Si avverlira come un vibrare deII'ambienle circoslanle in comunicazione con iI cuore: cio va fallo fIuire daI cuore, verso i 5 sensi.
6- IIRSIVIRANZA, ARMONIZZAZIONI I IQUILIRAZIONI DILLI TRI IACOLTA' DILL'ANIMA (conlroIIo deIIa RisoIulezza e deII' ImerlurbabiIila o caIma inleriore) equivaIenle aIIa giusla risoIuzione
lndlcuzlonl dl comportumento generuIe. Armonizzare lulli i recedenli esercizi occorre un'arlisla. In ogni siluazione deIIa vila occorre diingere uno scenario che va invenlalo e sludialo di voIla in voIla,guidali daII'inluizione inleriore deIIo siriluaIe dalaci nei suddelli esercizi. Una decisione ben malurala innanzi lemo in noi, deve semre venir orlala aI lermine,anche se Ie circoslanze ci aariranno moIlo iu difficoIlose deI revislo. II modo e iI mezzo non devono reoccuarci,cio che e fondamenlaIe e iI fine o I'inlenlo. Davanli a cerle siluazioni di deslino, occorre dirsi: qucsic jaiic c attcnuic pcrcnc ti c in nc c nc||a|irc una ragicnc cnc |c na causaic c cnc |c giusiijica. Prutlcu. |n Scicnza cccu|ia Sicincr par|a !c||cscrcizic !c||a rcircspczicnc scra|c a!aiic a ia|c aiicggiancnic aninicc, cssia !c||ana|izzarc i jaiii !c||a gicrnaia,c !i un !ranna, ripcrccrrcn!c|i a| ccniraric, !a||a jinc a| principic, capctc|gcn!c g|i cjjciii ccn |c causc, nc| pcnsarc a riircsc ncn sarcnc piu scsicnuii !a||c|cncnic jisicc scnsi|i|c. Ic !inanicnc !cg|i ctcnii ncn ci scsicrrannc piu. Icjjciic !itcnicra causa.
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