Equivalenza tra norme in Rn

Lemma 1. Sia X uno spazio vettoriale e sia p : X R+ una norma. Allora x, y X |p(x) p(y)| p(x y).

Dimostrazione. Poich possiamo scrivere x = x y + y abbiamo e p(x) = p[(x y) + y] p(x y) + p(y) p(x) p(y) p(x y). per la subadditivit` della norma. In modo del tutto analogo, dallidentit` y = y x + x, a a p(y) = p[(y x) + x] p(y x) + p(x) p(y) p(x) p(y x) = p(x y). o equivalentemente p(x) p(y) p(x y). Abbiamo pertanto p(x y) p(x) p(y) p(x y) e quindi la tesi.

Lemma 2. Siano p e q due norme sullo spazio vettoriale X. Allora p ` continua rispetto e alla topologia indotta dalla norma q (i.e. ` q-continua) sse ` q-continua in 0. e e Dimostrazione. Se p ` q-continua, allora lo ` ovviamente anche in zero. e e Viceversa, sia x0 = 0; poich p ` una norma possiamo aermare che, nella topologia e e indotta dalla norma q, p ` continua in x0 {xn }n x0 , p(xn ) p(x0 ). e Sia quindi {xn }n una successione tale che xn x0 , o equivalentemente xn x0 0, al crescere di n. La q-continuit` di p in 0 ci permette di aermare a p(xn x0 ) 0 per n . Dal lemma (1) precedente segue pertanto 0 |p(xn ) p(x0 )| p(xn x0 ) 0 da cui concludiamo p(xn ) p(x0 ), cio` la q-continuit` di p in x0 . e a
q q q q

Corollario. Qualunque norma p ` continua nella p-topologia, cio` nella norma indotta e e da s stessa. e Dimostrazione. Basta notare che p1 ([0, r)) = {x X : p(x) < r} = Bp (0, r) e quindi la controimmagine di ogni aperto in R+ ` aperto in X, cio` p ` continua. e e e

Lemma 3. Sia X metrico con due distanze d1 e d2 tali che ogni successione convergente per d1 sia convergente (allo stesso punto) anche per d2 . Allora la topologia indotta da d2 ` meno ne della topologia indotta da d1 . e Dimostrazione. Siano 1 e 2 le rispettive topologie. Per ottenere la tesi ` suciente e dimostrare che ogni chiuso di 2 ` chiuso anche per 1 ; sia dunque F chiuso in 2 , cio` e e (2 ) F =F . (1 ) Preso x0 F , possiamo aermare che
1 2 {xn }n F : xn x0 = xn x0

e quindi x0 F = F poich F ` chiuso nella topologia 2 . e e (1 ) Pertanto F F e poich linclusione opposta ` ovvia, F risulta chiuso in 1 . e e Teorema. Tutte le norme in Rn sono tra loro equivalenti. Dimostrazione. Sia una norma qualunque su Rn . Consideriamo x Rn e la base canonica {e1 , ..., en } di Rn . Possiamo cos` scrivere
n

(2 )

x=
k=1

xk ek

e pertanto, dalle propriet` della norma, a

n n n

x =

n k=1

xk ek
k=1

xk ek =
k=1

|xk | ek c
k=1

|xk | = c x

ove si ` posto c = max( e1 , ..., en ) > 0. e Per quanto appena dimostrato, dal Lemma (3) possiamo concludere che la norma meno ne di 1 ; infatti, dalla disuguaglianza x c x 1 , risulta chiaro che se x
1

` e

0 =

x 0.

Inoltre, poich nella topologia indotta da 1 (i.e. la topologia euclidea; 1 e 2 e sono equivalenti) la ` continua nellorigine, per il Lemma (2) essa ` continua in tutto e e n R . Consideriamo ora S1 1 = {x Rn : x
1 1

= 1} ;

` continua su S1 compatto, e quindi ammette in esso massimo e minimo. In altre e parole t S1 1 : x t = a > 0 x S1 1 . dove a > 0 poich non pu` essere t = 0 in S1 1 . Sia ora y = 0 un generico punto di Rn e e o consideriamo y y = S1 1 y 1 cosicch si abbia y e a. Dalla relazione otteniamo dunque y = y y a
1

per concludere quindi y a y 1 . Dallequivalenza tra e 1 segue inne lequivalenza tra qualunque coppia di norme in Rn .

Teorema (Disuguaglianza di Young ). Siano p,q esponenti coniugati. a, b 0 si ha ab ap bq + . p q

Dimostrazione. La disuguaglianza ` ovviamente vericata per a = 0 oppure b = 0. e Se a, b > 0 consideriamo la funzione t 0 a valori reali tp 1 y(t) = + t p q la quale ha derivata y (t) = tp1 1 da cui si ricava che t = 1 ` un estremante; poich y (t) < 0 per t < 1 e y (t) > 0 per t > 1, e e se ne deduce che ` (lunico) minimo assoluto. Quindi e t 0, y(t) y(1) = 0. Prendendo in particolare t = abq/p , risulta y(t) = ap bq 1 ap bq + abq/p = + abq/p+q 0. p q p q

Basta notare ora che, per le propriet` di p, q esponenti coniugati, p + q = pq e pertanto a q q + pq +q = = 1. p p Inne, rimane da osservare che luguaglianza si ha solo quando t = 1, cio` per e abq/p = 1 ap = bq .