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I GIOIELLI E I TESSUTI

DOROE DARGENTO
DEI MAESTRI DELLARTE
I borghi e le strade
delle arti di Napoli
NICOLETTA DARBITRIO
I GIOIELLI E I TESSUTI
DOROE DARGENTO
DEI MAESTRI DELLARTE
I borghi e le strade
delle arti di Napoli
NICOLETTA DARBITRIO
ARTEMISIA LABORATORODI COMUNICAZIONE
2009 tutti i diritti riservati
foto:
Salvatore Pastore
catalogo edito da:
Artemisia Laboratorio di Comunicazione
stampa:
Stagrame (Casavatore)
codice isbn
88-901834-3-8
208261
Nessuna parte di questo libro pu essere riprodotta o trasmessa
in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o
altro senza lautorizzazione scritta dei proprietari e delleditore.
si ringraziano:
Il progetto stato realizzato con il co-finanziamento dellUnione Europea
POR FESR Campania 2007-2013 Asse 1 ob. 1.12.
Regione Campania
Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali
organizzato da:
Ente Provinciale per il Turismo di Napoli
in collaborazione con:
Archivio di Stato di Napoli
Consorzio Antico Borgo Orefici
Consorzio Antiche Botteghe Tessili
Consorzio Napoli Centro Antico
con il patrocinio di:
Provincia di Napoli
Comune di Napoli
evento inserito nel:
Maggio dei Monumenti
con il contributo di:
UBI Banca Popolare di Ancona
curatore scientifico:
Nicoletta DArbitrio
organizzazione tecnica:
Iriana Suprina Petrovic, Floriana Grieco
Si ringrazia per la collaborazione
Il Ministero dei Beni Culturali
Il Ministero dellInterno
Il Fondo Edifici di Culto
La Soprintendenza Speciale per il P.S.A.E. e per il Polo Museale Napoletano
La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
La Societ di Storia Patria di Napoli
Il Museo Industriale Filangieri di Napoli
La Biblioteca Nazionale di Napoli
Si ringraziano infine
tutti i collezionisti privati che hanno reso disponibili le loro collezioni
Sono quasi 10 anni che nato il Consorzio Antico Borgo Orefici ed in questo tempo abbiamo lavorato costantemente per ren-
dere possibile la valorizzazione di un posto unico al mondo, il Borgo Orefici, dove da otto secoli larte orafa si ritagliata un
suo ruolo economico, culturale e sociale.
Il Consorzio ha sostituito le corporazioni che sono state la struttura portante della vita del quartiere, divenendo ambasciato-
re della salvaguardia di un artigianato i cui preziosi tesori sono presenti nelle Regge e nella Chiese di gran parte dEuropa.
Lo studio della nostra tradizione costituisce una delle azioni fondamentali portate avanti dal Consorzio, con lausilio di stu-
diosi e ricercatori che in una contaminazione di saperi hanno lavorato con i nostri maestri orafi nella ricostruzione ed attualiz-
zazione di tecniche di lavorazione, di disegni e di materiali a partire dai monili preistorici, alle gioie greco romane, passando
per i gioielli borbonici, larte sacra, la superstizione e tante altre ancora.
Tali studi portano a realizzazioni di collezioni attuali nella tradizione e costituiscono pezzi unici per originalit e bellezza.
La mostra I Borghi e le Strade della Arti di Napoli rappresenta un ulteriore tassello in questo percorso, perch, oltre a pre-
sentare bellissimi gioielli, ha la volont di spiegare le ragioni di un sistema che da secoli fino ai giorni nostri sopravvissuto e
si rinnova oggi con vigore per la determinazione degli operatori che ci vivono e ci lavorano.
Tessuti, ori, palazzi, chiese che ora come allora forniscono la pi ampia gamma di prodotti e servizi in un contesto dichiara-
to Patrimonio dellUmanit dallUnesco, il nostro Centro Storico.
I Borghi e le Strade delle Arti di Napoli un invito a visitarci ripercorrendo le mode che per secoli si sono intrecciate nel-
le nostre botteghe grazie alla creativit dei sarti, degli orafi ed alle competenze e qualifiche dei commercianti di tessuti e di pie-
tre preziose che continuano ad essere l, attuali nel seguire le nuove tendenze, ma con la stessa competenza ed ospitalit di sem-
pre per soddisfare qualsiasi vostro desiderio.
Roberto de Laurentiis
presidente Consorzio Antico Borgo Orefici
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
I Borghi e le Strade delle Arti di Napoli riesce ad esprimere in poche parole lessenza del nostro lavoro di commercianti che da
generazioni custodiscono le conoscenze della materia; dai cotoni alle sete, nelle nostre botteghe sono passati tessuti provenien-
ti da ogni parte del mondo. Li abbiamo selezionati e sono stati oggetto di lunghi ragionamenti con grandi sarti che dovevano
realizzare sfarzosi abiti per i nobili ma soprattutto con donne ed uomini che vogliono un consiglio nella scelta per un giorno
importante piuttosto che per la vita di tutti i giorni.
Questo caratterizza le botteghe di Piazza Mercato: competenza, qualit ed una vasta gamma di prodotti.
A Piazza Mercato non si viene per comprare un tessuto, si viene per immergersi in un mondo di colori e di materie.
con questo spirito che abbiamo costituito il Consorzio Antiche Botteghe Tessili Piazza Mercato ed con questo stesso spi-
rito che abbiamo incominciato a lavorare con gli altri consorzi ad un progetto unico di sviluppo del Centro Storico che trova
le sue radici nella valorizzazione da una parte di un grande attrattore turistico quale il Centro Storico e dallaltro nel rilancio
del Polo delle Cerimonie.
I Borghi e le strade della Arti di Napoli proprio questo: un motivo per raccontare che venendo nel Centro Storico di Na-
poli si pu scegliere tutto ci che serve per i momenti pi belli, passeggiando per Piazza Mercato e dintorni alla ricerca di tes-
suti, di corredi, di biancheria e di tutto ci che serve per larredo casa, per passare a Borgo Orefici dove si pu trovare dalle fe-
di, alle bomboniere, alle liste di nozze, salendo per Via Duomo per labito da sposa, entrando poi nei Decumani dove visitare
i Palazzi nobiliari adibiti a spazi per eventi, le pasticcerie storiche, un originale regalo artigiano e ancora gli alberghi e infine le
Chiese pi belle dal Duomo a San Domenico Maggiore e cos via.
E allora non mi resta che ringraziare chi ha reso possibile questo progetto: dallAssessorato al Turismo della Regione Campa-
nia, allEpt di Napoli, allArchivio di Stato, al Comune di Napoli, alla curatrice scientifica dott.ssa Nicoletta dArbitrio e tutti
coloro con il loro impegno hanno collaborato nelle varie fasi di realizzazione.
Grazie a tutti perch ci aiutate a rendere sempre vivo il nostro territorio ed il nostro lavoro.
Donato DAngelo
presidente Consorzio Antiche Botteghe Tessili
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
La Mostra I Borghi e le Strade delle Arti di Napoli, fortemente voluta dai Consorzi Antico Borgo Orefici, Antiche Botteghe
Tessili e Napoli Centro Antico, ideata dalla dott.ssa Nicoletta DArbitrio e realizzata grazie alla lungimiranza dellamministra-
tore dellEPT Dario Scalabrini ed alla profonda sensibilit della direttrice dellArchivio di Stato dott.ssa Maria Rosaria de Di-
vitiis, ha un alto valore simbolico perch realizzata in una prestigiosa sede, ubicata su una direttrice che rappresenta la natura-
le via daccesso ai Decumani dalla Citt mercantile, Borgo Orefici e Piazza Mercato, Porte del Centro Antico dal mare, in una
ancor pi naturale ricomposizione degli spazi e dei percorsi.
La mostra sancisce anche il grande spirito di collaborazione tra le arti e i mestieri che in tali quartieri vivono e che in questo mo-
do vogliono far comprendere la profonda interessenza che da secoli li caratterizza, essa ha infatti lobiettivo di valorizzare quel pa-
trimonio straordinario di tradizioni, saperi, persone e luoghi che racchiuso allinterno del Centro Storico della nostra citt.
I consorzi raccolgono artigiani, commercianti, albergatori, ristoratori, e tutti gli operatori che credono fortemente nelliden-
tit culturale della napoletanit, quale valore fondamentale da trasmettere nello svolgimento della propria attivit.
Lartigianato artistico, il commercio didentit, lospitalit dei nostri alberghi e le delicatezze della cucina, fanno da corolla-
rio ad uno spazio che pulsa vibrante in ogni angolo, in ogni vicolo, in ogni piazza raccontando secoli di cultura e di storia.
Tutto ci rappresenta unemozione unica ed irripetibile, perch sempre nuova nelle mille sfaccettature della sua vitalit e del
suo continuo rinnovarsi nella quotidianit dei luoghi e delle persone.
Ed con lo spirito di far vivere profondamente ogni minuto di permanenza allinterno del nostro territorio che si deciso di
mettersi insieme per fornire una qualificata offerta territoriale che accompagni il viaggiatore nella scoperta.
E ancora, dietro quei tessuti e quei gioielli che per secoli hanno impreziosito i momenti pi importanti della vita degli ari-
stocratici come delle persone comuni c il progetto della ricomposizione di un Polo delle cerimonie che trova nei gioielli di
borgo orefici, nei tessuti di Piazza Mercato, negli abiti da sposa di Via Duomo, nella gastronomia, negli hotel de charme, nel-
le chiese storiche e nei suggestivi ambienti dei Palazzi nobiliari del Centro Antico la risposta ad ogni richiesta per coronare i
propri giorni pi belli.
Questo racconta la Mostra, i tesori di una cultura plurisecolare straordinaria che vivono nel saper fare delle nostre aziende e
che oggi si presentano insieme per unofferta ampia, qualificata e professionale.
Noi ci crediamo e ci lavoriamo con entusiasmo, con lo spirito di chi questo patrimonio intende conservarlo e preservarlo con
il nostro saper fare, consapevoli della grande responsabilit e del grande impegno che ci comporta ma con la convinzione che
lavorando insieme possiamo renderlo sempre pi forte e vitale.
Fabrizio Monticelli
coordinatore Consorzio Napoli Centro Antico
Il Consorzio Antico Borgo Orefici nasce nellaprile del 2000, grazie ad unidea progetto di
artigiani e commercianti operanti nella zona del centro storico denominata Borgo Orefi-
ci, un dedalo di vicoli e piazzette che pulsa operoso nel cuore di Napoli.
Attraverso una serie di iniziative, il Consorzio si pone come obiettivo la promozione del-
la tradizione orafa napoletana, la riqualificazione urbanistica, il rilancio commerciale del-
larea e la sua apertura ad una costante fruizione turistica, collaborando alla riuscita di un
globale progetto di valorizzazione della citt di Napoli.
Il Consorzio intende promuovere il Borgo Orefici quale porta dingresso al centro antico
di Napoli, attraverso la creazione di circuiti turistico-culturali tematici ed iniziative di pro-
mozione dei prodotti dellartigianato artistico, che ha avuto a Napoli, dal tredicesimo seco-
lo in poi, uno dei centri di pi elevata qualit per la lavorazione dei metalli e delle pietre
preziose.
Oggi il Consorzio raggruppa circa cento aziende che operano nel solco tracciato dalla tra-
dizione orafa napoletana.
CONSIGLIO DIRETTIVO
Roberto de Laurentiis PRESIDENTE
Antonio Canzano
Cosimo Caruso
Dino Costa
Carmen De Marco
Raffaele Fusco
Maurizio Mandile
Gerardo Marchetiello
Lucio Monti
Giovanni Pagano
Carlo Torsi
Consorzio Antico Borgo Orefici
Il Consorzio Antiche Botteghe Tessili stato costituito nel dicembre 2006 con lo scopo di
organizzare la partecipazione degli operatori economici alle iniziative di riqualificazione e
valorizzazione dellarea di Piazza Mercato.
Dopo aver rilevato i fabbisogni degli operatori commerciali il Consorzio ha elaborato una
proposta di recupero urbano e di sviluppo integrato dellarea di Piazza Mercato facendo le-
va sulla sua posizione baricentrica rispetto al Centro Antico, al porto di Napoli e alle prin-
cipali vie di trasporto e di comunicazione. Inoltre, la sua posizione presenta una stretta in-
terrelazione commerciale con i sistemi del Centro Antico di Napoli in relazione a tutto ci
che legato alle cerimonie (dal gioiello, al corredo, allabito da sposa, alle bomboniere, al
sistema casa, etc.) caratterizzandosi come Polo delle cerimonie.
Infine, ruolo fondamentale del Consorzio legato allo sviluppo turistico - culturale del-
lArea di Piazza Mercato.
CONSIGLIO DIRETTIVO
Donato DAngelo PRESIDENTE
Adriano Di Caterina
Giuseppe Franco
Mario Riccio
Diego Scognamiglio
Consorzio Antiche Botteghe Tessili
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
Il Consorzio Napoli Centro Antico, di recentissima costituzione, nasce con lo scopo di or-
ganizzare la partecipazione degli operatori economici del Centro Antico di Napoli alle ini-
ziative di riqualificazione e di sviluppo territoriali, superando la frammentariet propositiva
che ha impedito negli anni lacquisizione di una visione strategica complessiva dellarea.
Gli imprenditori che hanno dato vita al consorzio si sono posti lobiettivo di definire un
progetto di rilancio del Centro Antico di Napoli, da condividere con tutti i suoi protagoni-
sti (associazioni culturali, imprese sociali, residenti, proprietari degli immobili) nellottica di
perseguire linteresse comune rappresentato dal miglioramento della vivibilit del territorio.
Lattivazione della rete dei soggetti attivi sul territorio rappresenta quindi lelemento fon-
dante del progetto volto ad avviare il dialogo e la messa a sistema di informazioni e relazio-
ni da fare confluire in una nuova idea di sviluppo per il Centro Antico, che non li veda an-
tagonisti ma protagonisti di una fattiva progettazione di interventi mirati in base alle se-
guenti direttrici di sviluppo:
Potenziamento della vocazione turistica mediante la creazione di un prodotto turistico
urbano articolato in unofferta integrata differenziata per tipologia di turista e compo-
sta da informazione e accoglienza, alloggio e ristorazione, commercio ed artigianato di
identit, accessibilit e logistica, intrattenimento e manifestazioni.
Rafforzamento dellinterconnessione tra i diversi sistemi commerciali settoriali del Cen-
tro Storico (Decumani, via Duomo, Mercato, Borgo Orefici e Rua Catalana) e dellin-
tegrazione con il Polo universitario e delle culture.
Valorizzazione della valenza sociale del centro storico come identit del territorio, salva-
guardando i mestieri e il commercio tradizionale evitando il depauperamento del patri-
monio di conoscenza e di saperi che tali mestieri conservano, con un ricambio genera-
zionale che si identifichi in una consapevole fiducia delle opportunit lavorative che ta-
li mestieri producono.
La diversit e lampiezza del territorio con le sue tante caratterizzazioni rappresenta la
grande opportunit che il Consorzio vuole raccogliere per una Citt che confermi e raffor-
zi la sua plurisecolare tradizione di capitale della cultura, delle arti e dei saperi.
Consorzio Napoli Centro Antico
Sommario
Introduzione
Maria Rosaria de Divitiis pag. 14
Presentazione
Lattivit orafa e manifatturiera
nei documenti dellArchivio di Stato di Napoli
Rosanna Esposito - Anna Portente pag. 16
I borghi e le strade delle arti di Napoli
I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
Nicoletta DArbitrio pag. 26
Premessa pag. 27
La Citt Bassa pag. 29
Le strade delle Arti pag. 30
LArte dellOreficeria pag. 34
LArte del Tessuto pag. 49
I Tessuti in seta, oro e argento pag. 54
LArte del tessuto negli anni del Regno dei Borbone di Napoli pag. 56
I gioielli del Borgo tra passato e presente pag. 64
I tessuti in seta e oro pag. 107
Appendice documentaria pag. 113
Bibliografia pag. 218
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
14
LArchivio di unantica capitale contiene tutte le tracce della vita politica, economica e
sociale che vi si svolta nei secoli. E quindi manifesta anche tutte le espressioni artistiche
e manufatturiere che vi si sono sviluppate, caratterizzando per la loro parte la sua storia.
Levento cui dedicato questo Catalogo per la Mostra documentaria e iconografica dal
titolo I borghi e le strade delle arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri
dellArte, e tutte le iniziative che si realizzeranno durante un mese, comprese nella XV edi-
zione del Maggio dei Monumenti, rappresentano un settore importante della creativit e
soprattutto delle capacit produttive e tecniche che si esplicavano, valorizzando con la
preziosa scelta dei materiali, delle pietre, dei metalli e lopulenza delle realizzazioni finite, il
livello della vita di Corte, delle Case regnanti, delle grandi famiglie feudali, della Chiesa,
dei monasteri.
Questa ricostruzione storica rappresenta una felice condivisione di obiettivi rivolti a
sostenere il discorso storico-artistico, delle capacit artigianali e di piccola impresa, attra-
verso la descrizione trasversale degli oggetti e dei documenti che si espongono.
un anno circa che, negli incontri in cui ho realizzato un proficuo scambio con le es-
perienze degli studi e delle ricerche di Nicoletta d'Arbitrio (che per tutti i suoi impor-
tanti lavori unassidua studiosa del nostro Grande Archivio), si profilata lopportunit di elaborare questa iniziativa e la
Mostra che si realizza.
Il progetto ed il suo allestimento riguardano una documentazione di fonti articolate nella loro composizione apparentemente di-
versa: carte e reperti preziosi, di tessuti e di gioie ma tutti complementari nel raccontare una certa vita materiale esemplificativa dell
sviluppo/sottosviluppo che corrispondevano alle diverse fasi storiche. Allora ecco la sinergia delle competenze per la realizzazione
INTRODUZIONE
Arte della Seta, Libro delle matricole, 1573
ASNA, Matricole dellarte della seta, vol. III, f. 3
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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dovuta allo studio elaborato da Nicoletta dArbitrio che man mano si dispiegato con la collaborazione e la ricerca archivistica
di Rosanna Esposito ed Anna Portente, funzionarie dell'Archivio di Stato di Napoli, che hanno selezionato e illustrato documen-
ti belli e significativi tratti dai fondi di Casa Reale, dellArchivio Borbone, dalla raccolta di Piante e disegni, degli Statuti delle
Corporazioni religiose del Cappellano maggiore e dalle matricole dellArte della Seta. Un apporto di competenza ha fornito an-
che Gaetano Damiano funzionario del nostro Archivio, che ha curato il commento a documentazione selezionata presso il
Museo Filangieri.
Le forze messe in campo si sono giovate dellapporto dellAntico Borgo Orefici, del Consorzio delle Antiche Botteghe dei
Tessili e del Consorzio Napoli Centro Antico. LEnte Provinciale per il Turismo di Napoli e Provincia con il suo Commissario
Dario Scalabrini ha svolto il ruolo di ente organizzatore. Tutte queste istituzioni si sono avvalse del coordinamento e dell' im-
pulso fattivo di Fabrizio Monticelli.
Dal Complesso dellArchivio di Stato, da duecento anni ospitato nellAntico Monastero benedettino dei Santi Severino e Sos-
sio, partecipo con profonda convinzione alliniziativa, che considero una grande occasione di rilancio e sviluppo di unampia zona,
in cui lArchivio, che ho lonore di dirigere, funge da cerniera: tra il centro pi antico di Napoli, nel reticolo dei suoi decumani, ed
il grande Borgo delle attivit commerciali, il Mercato per antonomasia, e dello sviluppo di tutte le arti e manifatture, che gode-
vano dellaffaccio sul porto e dei traffici rivolti al grande gioco degli scambi tra i paesi del Mediterraneo.
Lauspicio che le istituzioni coinvolte traggano da questa esperienza sempre maggiore slancio nel dare impulso alla rivitaliz-
zazione di antichi quartieri dalla grande storia e da grandi prospettive in cui devono riprendere le attivit di sviluppo per una
migliore vita civile e sociale, oltre che economica, degna delle pi felici congiunture dellantica capitale. Da parte sua lArchivio of-
fre quel patrimonio didentit che, fuor di retorica, consente sempre di trarre dalla lezione del passato le basi per riflettere e
costruire le premesse per il miglior presente e per un pi consapevole futuro.
Napoli, maggio 2009
Maria Rosaria de Divitiis
direttore dell' Archivio di Stato di Napoli
PRESENTAZIONE
Lattivit orafa e manifatturiera
nei documenti dellArchivio di Stato di Napoli
Rosanna Esposito - Anna Portente
Mostrare ai napoletani e ai turisti, che stanno tornando a riempire la citt, i bor-
ghi e le strade, dove si affollavano e tuttora permangono le botteghe degli artigia-
ni napoletani, lintento della mostra inaugurata nel maggio allArchivio di Sta-
to di Napoli.
Si esposta documentazione che illustra i borghi della citt dove vi era una
maggiore concentrazione di artigiani, le corporazioni con i loro statuti, i dispac-
ci e le leggi che regolavano tali attivit, le macchine con le quali si era cercato
in epoca borbonica di ammodernare i sistemi produttivi ed infine i manufatti.
Le Arti prese in esame sono quelle degli orefici e dei tessitori.
Della ruga degli orefici dove si lavorava loro e largento con estrema abilit e
fantasia, viene fatta menzione gi in un documento della fine del XIV secolo.
Nella medesima zona in cui si aprivano le botteghe degli orefici si sa che cerano
la chiesa di SantEligio, patrono della corporazione, e la chiesetta di SantAgata al
Castello doro, concessa allArte stessa nel 1582, la quale era ubicata nel fondo det-
to della Lamia.
Gi in epoca aragonese larte orafa aveva avuto un impulso notevole, che aveva fat-
to raggiungere ai suoi maestri un altissimo livello quantitativo e qualitativo nella pro-
duzione, livello dovuto sicuramente allindubbia raffinata abilit dei maestri napoletani.
Sono del 1627 i capitoli dellarte dei battitori delloro e dellargento con i quali si sta-
bilivano le regole che governavano tale Arte.
Le elezioni alle cariche dellArte si svolgevano generalmente durante la festa del santo
patrono, e nelle assegnazione delle cariche si tenevano in debito conto le specializzazioni
interne allArte e la provenienza degli stranieri.
Per quanto attiene allarte orafa il controllo sui prodotti da un certo punto in poi si era
fatto pi puntuale, poich si incominciavano ad adulterare i lavori prodotti dai lavoran-
ti di detta Arte.
Le regole dellArte imponevano che gli oggetti doro, dargento e di pietre preziose, pro-
dotti da orefici ed argentieri non potevano essere apprezzati dagli stessi lavoranti e mae-
stri, ma solo dai consoli, che ne mantenevano alta la qualit, impedendo la produzione
di articoli scadenti, e marcando quelli degni di essere venduti con il postillo, il marchio
in loro esclusivo possesso.
Perfino gli scarti erano oggetto di prescrizioni: la scopiglia, cio i frammenti doro e
dargento, scartati durante la lavorazione, e raccolti spazzando tutto il perimetro della
piazza degli orefici e tutte le strade adiacenti, doveva essere recuperata e immersa in un
bagno, dove veniva separata dalle immondizie.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Arte della Seta, Libro delle matricole, 1514
ASNA, Matricole dellarte della seta, vol. I, f. 2
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Nel Settecento e nellOttocento una forte richiesta di manu-
fatti orafi, proveniente soprattutto dalla Corte e dalla nobilt di
corte, manteneva alti i livelli quantitativi e qualitativi della pro-
duzione, come dimostrano gli inventari dei gioielli e delle bi-
sciutterie esposti.
La Corte, che nel 1734 aveva portato da Parma molti gioielli
appartenenti al guardaroba reale, la cui fattura certamente
avrebbe influenzato larte orafa napoletana, aveva comunque dei
gioiellieri di corte, a cui commissionava le proprie gioie.
Fra gli altri il Loffrano e lImparato, fra i quali nel febbraio del
1773 scoppi una lite per motivi economici e di gelosia di me-
stiere. Entrambi rivendicavano la commissione di una catena
doro per orologio e cassa e di una catena di stucchio con odo-
rino. La lite era scoppiata anche per il mancato rispetto delle re-
gole dellArte, che impedivano ad un orefice di rivolgersi ad un
lavorante di unaltra bottega, come era invece accaduto nel caso
in questione. Si veda lincartamento esposto.
Le Corporazioni nacquero con un carattere decisamente assi-
stenziale religioso e ritualistico; infatti una grossa quota degli in-
troiti era riservata al monte dei maritaggi (vedasi il monte dei
maritaggi degli orefici esposto) e alle opere assistenziali.
Esse godettero dellappoggio dei governi che, attraverso la loro
istituzione tendevano pi ad assicurare la pace sociale che la re-
golamentazione del lavoro.
Larrivo dei Borbone non cambi la politica adottata nei loro con-
fronti; infatti il piano di riforme varato da Carlo non scalf il sistema
corporativo napoletano al quale, al contrario, dette nuovo vigore.
A fine settecento la progressiva introduzione di una politica di in-
coraggiamento delle manifatture in genere, fu sostenuta da un folto
gruppo di intellettuali guidati da Gaetano Filangieri e fu attuata con
maggiore determinazione dai francesi, che durante il decennio, in-
trodussero i principi liberali del lavoro non vincolato.
Pertanto nel 1804 le corporazioni per decreto furono abolite.
Esse con le loro rigide regole, se da un lato avevano favorito lo
sviluppo delle arti stesse, e larricchimento degli artieri in un certo periodo, prova ne sia,
ad esempio, la ricchezza delle miniature dellarte della seta, con landar del tempo aveva-
no creato una rete soffocante, che ne limitava lo sviluppo. NellOttocento quindi con la
loro abolizione, lartigianato urbano, liberatosi da questi vincoli corporativi, acquistava
maggiore forza di espandersi e diveniva sempre pi autonomo.
26 giugno 1826, Napoli
Disegni a penna allegati alla privativa di dieci
anni concessa a Stellario Aspa
per la costruzione e vendita di una macchina
per incannolare, filare e torcere la seta.
All. I mm. 370 x 430 (280 x 295),
all. II mm. 360 x 390 (290 x 295)
ASNA, Ministero dellAgricoltura Industria e
Commercio, fs. 279 bis, inc. 37, all.ti I e II
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
19
Ci si avverte soprattutto nel settore tessile - manifatturiero.
Questo settore, legato alleconomia dellabbigliamento, nel corso del Seicento, pur per-
dendo il primato nella lavorazione dei tessuti di lana e di seta, mantenne una discreta po-
sizione in quella del broccato di seta e di velluto. Proprio in questo periodo si svilupp
un artigianato di qualit, che realizzava abiti preziosi, calze, scarpe, guanti e cappelli.
Afferivano al settore tessile manifatturiero le corporazioni dellarte della lana, dei
mercanti dei panni di lana, dei mercanti di tele, della seta nera e a colori, dei fabbrican-
ti delle coperte di seta; ma anche quelle che producevano beni intermedi utilizzati per
labbigliamento, come larte degli zagherellari (fabbricatori di zagare, un tipo di passa-
maneria), dei tessitori di passamaneria, dei gallonari (altro tipo di passamaneria), dei
bottonari e dei tessitori di fili dargento e doro. Al settore dellabbigliamento in senso
stretto appartenevano larte dei sartori, dei ricamatori, dei bambacinari (commer-
2 marzo 1810, Napoli
Disegno acquerellato allegato alla privativa concessa
per dieci anni a Teodoro Bonnet de Contz per lintro-
duzione di una macchina per separare il cotone dal
seme. mm. 300 x 400
ASNA, Ministero dellInterno, I inv., fs. 2252, inc. 2
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
20
cianti di biancheria intima e per la casa), dei calzettai, dei tessitori di calzette, dei concia-
calzette, dei cappellari e dei tintori.
Nel corso del Settecento alla crescita del settore contribu la domanda di uniformi per
lesercito e di livree per il personale domestico della Corte, richieste che aumentarono con
lascesa della casa dei Borbone.
NellOttocento alle spinte allammodernamento e allo sviluppo tecnologico del settore
si frapponeva listituto dellindustria a domicilio.
Una quota dellattivit produttiva era decentrata nelle campagne, dove permaneva una
gran parte dei telai, che producevano manufatti di scarsa qualit; la produzione industria-
le era infatti penalizzata dalla chiusura del mercato internazionale, per le barriere dogana-
li imposte dallo Stato, per cui le manifatture a bassa tecnologia potevano garantirsi solo
una quota del mercato locale e provinciale.
Il settore tessile comprendeva varie fasi di lavorazione; le preliminari erano svolte nelle
campagne, ma anche la stessa tessitura, che era quella che pi si prestava alla meccaniz-
zazione, stent ad usare i telai meccanici, di solito a motore idraulico, preferendo utiliz-
zare il lavoro manuale proveniente dalle campagne circostanti.
In questa complessa e frammentata situazione si inseriva lartigianato urbano che, libe-
rato dai vincoli corporativi, era in grado di immettere sul mercato grandi quantit di ma-
nufatti. Considerevole era anche lapporto produttivo dei Conservatori femminili che,
grazie al lavoro delle beneficate, alimentavano il mercato dei prodotti tessili.
Sia allinterno dellAlbergo dei poveri che nei molteplici educandati femminili, la ne-
cessit di addestrare i reclusi allautosostentamento aveva incoraggiato una manifattura
ben commercializzata.
Infatti nei resoconti delle mostre, che periodicamente si tenevano a Napoli, riportati ne-
gli Annali Civili, si trovavano numerosi riferimenti alle produzioni manifatturiere, svolte
11 marzo 1834, Napoli.
Disegni a penna allegati alla privativa concessa ai
signori Martin e Beretta per fare cordoni di seta e
trenette. All. 1, mm. 340x480
All. 2, mm 474x385
ASNA, Ministerro dellAgricoltura, Industria e
Commercio, F. 279bis, all. 1 e 2
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
21
23 maggio 1820
Disegni acquerellati in bianco e nero, allegati alla privativa di cinque anni
concessa a Filippo Maccarone per la costruzione della macchina per separare il
lino e la canapa senza macerazione.
Scala di 12 palmi napoletani pari a cm. 25,9; mm.590 x 430 (550 x 380)
ASNA, Ministero dellInterno, I inv., fs. 2245, inc. 4, all.ti I e II
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
22
19 febbraio 1748
Pianta ed alzata della citt di Napoli
di Paolo Petrini.
Scala di 500 passi geometrici pari a cm. 16,2;
mm. 1240 x 610 (1140 x 455)
ASNA, Collezione di piante e disegni,
Cartella V, n. 2
nei conventi e negli Ospizi che utilizzavano il lavoro minorile e femminile; trattavasi di
sfruttamento di forza lavoro che andava ad aggiungersi alle quote di lavoro semicoatto,
trasferito dagli istituti religiosi alle fabbriche pensionato.
Molti dei luoghi pii ospitarono manifatture gestite da imprenditori attratti dalla conve-
niente sistemazione e dalla possibilit di sfruttare a buon mercato il lavoro coatto di soli-
to fornito dallAlbergo dei poveri.
Questo stabilimento era una sede ambita dalle piccole manifatture a basso investimen-
to tecnologico. Infatti molto spesso la concessione di lavoro semicoatto era una delle for-
me di incoraggiamento richiesto a sostegno delle vacillanti manifatture nazionali.
Altre forme di incoraggiamento previste dallazione di governo erano rappresentate dal-
le concessioni di privative industriali a partire dal decreto francese del 1810.
Le privative industriali concedevano, con decreto reale, ai richiedenti, in via esclusiva,
un brevetto per nuove macchine o nuovi sistemi di produzione industriale o introduzio-
ni dallestero di macchinari tecnologicamente pi avanzati.
Linteresse governativo, che si espletava nellinnalzare barriere doganali, e nel concede-
re locali pubblici (gli stabilimenti di beneficenza) o la possibilit di sfruttamento del la-
voro semicoatto, se da un lato, si tradusse in disincentivazione dello sviluppo tecnologi-
co, perch frenava la necessit di effettuare investimenti, in alcuni casi serv da stimolo al-
lammodernamento delle strutture e alla partecipazione al libero mercato, come nel caso
del Lanificio Sava, posto nei locali dellex convento di Santa Caterina a Formiello. Esso
godeva infatti del favore governativo, che gli assicurava oltre ai locali dellex convento e
quello dei Granili al Ponte della Maddalena, le forniture del vestiario per le truppe e luti-
lizzazione dei beneficati dellAlbergo dei poveri e dei reclusi a favorevoli condizioni di
orario e di lavoro.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
23
1790
Pianta della citt di Napoli dellanno 1790 di Giuseppe Guerra
Scala di tese parigine pari a cm. 8,7 e scala di 500 passi, cadauno di sette
palmi napoletani pari a cm. 8,3; mm. 880 x 680 (810 x 550)
ASNA, Collezione di piante e disegni, Cartella V, n. 3
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
24
[sec. XIX]
Pianta a colori del quartiere Mercato con lindice delle cose notevoli.
Scala di 1000 palmi pari a cm. 8; mm. 760 x 620 (730 x 565)
ASNA, Collezione di piante e disegni, Cartella II, n. 3
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
25
[sec. XIX]
Pianta a colori, eseguita da Luigi Marchese, del quartiere Vicaria
con lindice delle cose notevoli.
Scala di 1200 palmi napoletani pari a cm. 9,8; mm. 870 x 585
ASNA, Collezione di piante e disegni, Cartella I, n. 12
I borghi e le strade delle arti di Napoli
I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
Nicoletta DArbitrio
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Premessa
La Mostra che il 15 maggio sar presentata al pubblico del maggio dei monumen-
ti, intende aprire un nuovo percorso che conduca i visitatori, napoletani e stranieri,
alla conoscenza delle arti della citt di Napoli, rivisitando i luoghi, prendendo visione
dei documenti che ne hanno tracciata la storia e rappresentano un insostituibile stru-
mento di conoscenza.
Raramente il repertorio documentario protagonista di una Mostra per raccontare
la storia delle arti, in particolare quella dei tessuti darte e dei gioielli creati dagli arte-
fici napoletani.
Larte delloreficeria e larte del tessuto, hanno operato nel tempo in stretto rap-
porto, accomunate nel loro iter creativo dallimpiego dei materiali preziosi: loro,
largento e le gemme che costituivano gli elementi basilari della lavorazione dei be-
ni di lusso: i gioielli, i ricami e i tessuti in seta broccata, allucciolata con fili doro
e dargento.
Il repertorio archivistico attesta che alla fine del Secolo XVI erano presenti 6000
telai mantenuti attivi per la produzione di tessuti pregiati da 25000 drappieri. La
produzione e lavorazione delle sete vedeva coinvolte le pi antiche e rappresentati-
ve famiglie aristocratiche del Regno: gli Spinelli, i Carafa, i Caracciolo, i Sanseveri-
no, i Carrafa, i dAquino, i Ruffo, i de Sangro, i Ravaschieri, i Pignatello, gli Ursino, i Mi-
lano, i Gerace, i Serra, etc.
Le statistiche demografiche e professionali della popolazione di Napoli nel corso dellOt-
tocento, documentano che le arti erano notevolmente rappresentate, e costituivano la base
produttiva positiva e feconda della citt.
Nel 1881 a Napoli esercitavano larte orafa: 208 argentieri, 490 bigiottieri, 208 gioiellie-
ri, 844 orefici, 319 orefici fabbricanti e negozianti, 9 orefici fonditori, 3 orefici saggiatori,
7 orefici battitori, 20 orefici tiratori di fili.
Nello stesso anno erano impegnati nellarte della tessitura e del ricamo: 258 fabbricanti,
1.024 filatrici, 301 filatori, 1.007 tessitrici, 301 tessitori, 710 ricamatrici, 14 ricamatori, 5
disegnatrici di ricami, 91 merlettaie. Inoltre lavoravano per la manifattura di abiti: 3.761
sarti, 532 sarte.
Le arti del Fare, non rappresentano solo una realt del passato della nostra citt e la Mo-
stra di cui questo volume rester testimone vuole documentare che le arti sono una realt
presente e vivace nella nostra citt, e i gioielli creati dagli artefici del Borgo Orefici di Na-
poli per questa Mostra ne sono una testimonianza propositiva, tesa a generare possibilit fu-
ture, di un futuro di qualit, che valorizzi la creativit e le capacit dei giovani artefici del-
la citt.
La creazione dei gioielli e delle stoffe darte - segni distintivi di una categoria sociale lita-
Arte della Seta, Libro delle matricole, 1573-1584
ASNA, Matricole dellarte della seta
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
28
ria - sono collegate nel tempo alle esigenze rappresentative di una clientela dalto rango, qua-
le la Corte e la Chiesa, questultima ha conservato una gran parte del patrimonio storico-
artistico tessile e orafo.
Abbiamo scelto di presentare in Mostra, insieme ai documenti riguardanti la storia del-
lArte delloreficeria e dellArte tessile ed ai gioielli provenienti da collezioni private e pub-
bliche, i tessuti darte provenienti dal Museo Archeologico, dalla Basilica di San Domenico
Maggiore di Napoli e dal Museo Industriale Filangieri, perch queste strutture raccolgono
e rappresentano i diversi momenti e realt della citt; la storia antica e la religiosit che at-
traverso la creazione di manufatti preziosi esprimeva la fede degli artefici napoletani.
La Mostra attraverso l'esposizione delle raccolte darte e delle opere degli artefici che an-
cora oggi sono impegnati nellarte del Fare della citt, intende metterne in luce la vitalit at-
traverso la documentazione darchivio.
Reale insegne Ordine di San Gennaro.
Placca di cavaliere, prima met del sec. XIX
Oro, argento e smalti policromi
Museo Filangieri, Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
29
La Citt Bassa
La decisione di Carlo I dAngi, dopo la conquista del trono nel 1266, di spostare la capi-
tale del Regno da Palermo a Napoli, segn un mutamento decisivo nellassetto della citt,
che divenne il centro della vita economica, culturale e politico-amministrativa del Mezzo-
giorno dItalia.
La zona costiera era stata scelta gi tra il IX e il XI secolo come sede di attivit artigiana-
li e manifatturiere, che tra il XII e il XIII si rinnovarono e si specializzarono. La costruzio-
ne del nuovo porto aument le possibilit di scambi e di commercio. (1)
Lampio territorio definito Loco Moricini era stato scelto da molti operatori come luogo
ideale ove radicare nuove attivit produttive. Tra questi i mercanti toscani, che avevano fi-
nanziato limpresa di Carlo I, ed i mercanti genovesi, che nel tempo avevano costituito una
comunit coesa, fortemente conformata agli archetipi della societ meridionale.
Il Loco Moricini comprendeva una vasta area situata fuori la cinta muraria medievale del
XI secolo, dove si levavano pregevoli edifici religiosi come il suggestivo complesso religio-
so di San Giovanni a Mare e lantica chiesa di San Michele Arcangelo allArena.
La creazione nel Campo del Moricino del Mercato Novo, spazio vocato agli scam-
bi e al pubblico mercato (1270-1302), spost definitivamente verso est, lungo la riva del
mare, lattivit economica che precedentemente veniva svolta nella piazza di San Lorenzo.
Il nuovo Borgo del Moricino fuori la porta omonima che and a configurarsi divenne ra-
pidamente uno dei centri pi attivi dEuropa. La nuova area mercantile, fu contrassegna-
ta dalla lunga struttura delle Logge dei Mercanti.
Le Logge erano scandite dai porticati dove i commercianti si incontravano con i compra-
tori per concludere le vendite.
Nel XIV secolo si era gi radicata nellarea la presenza organizzata di numerosi mercanti
e artigiani che nel 1347, con il riconoscimento nel Regno delle Corporazioni dellArte,
avevano consolidato il loro potere. Risale proprio ai primi decenni del secolo XIV - presu-
mibilmente nel terzo decennio - lapertura nel Borgo del Moricino della manifattura di stof-
fe del fiorentino Domenico del Carretto che probabilmente era ubicata tra la Loggia dei Ge-
novesi e il Mercato.
Confluivano nello spazio del Mercato Novo per essere commercializzate anche le ma-
terie prime prodotte nei dintorni della citt. Questa funzione centrica rimase sostanziale
anche nel secolo XVII. Una preziosa testimonianza in merito ci viene data da un docu-
mento del 1690 riguardante una richiesta formulata dal Governatore del Monastero di
San Severino e Sossio, al governo vicereale. Il Governatore domandava che gli venissero
concessi i proventi provenienti dal passaggio per Porta Reale, per la strada di Toledo dei
carri che trasportavano i canapi e i lini provenienti dai casali di Agnano, diretti al
Mercato Novo. (2)
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
30
La funzione mercantile di tutta la citt bassa si coniugava con le attivit dei vari set-
tori artigianali concentrate nella zona orientale del Porto, che avevano qualificato tipolo-
gicamente il luogo. Le antiche denominazioni sono ancora in uso attualmente rivelano la
presenza dei manifatturieri, e la variet delle attivit in particolare degli: orefici, argentie-
ri, battiloro, tintori, drappieri etc. che si erano radicate e sviluppate tra il porto e la
piazza del Mercato.
Le strade delle Arti
Lantico centro di Napoli conserva ancora le testimonianze della operosa presenza degli
artefici, che con la loro attivit hanno caratterizzato per secoli le piazze e le strade e le piaz-
ze. In particolare una vasta area ancora oggi contraddistinta dalla presenza dei maestri del-
larte orafa, questi si erano gi organizzati nel periodo angioino e con il contributo degli ar-
tisti francesi, avevano acquisito un notevole livello qualitativo, che rimane il segno distinti-
vo della loro maestria.
LArte orafa aveva ricevuto i primi riconoscimenti da Federico II, probabilmente nel ter-
zo decennio del secolo XIII, insieme alla ratificazione di fondamentali norme, con cui si in-
tendeva determinare e garantire la qualit dei manufatti. I provvedimenti del sovrano stabi-
lirono di fatto lobbligo ai maestri dellarte di esplicitare la qualit dei loro manufatti che do-
veva essere per loro non inferiore ad un valore di otto once doro puro per libbra e largen-
to non meno di undici once dargento puro per libbra.
A Carlo II dAngi, incoronato dopo la morte di Carlo I (1306), si deve il primo statu-
to corporativo per gli orefici e lobbligo del punzone, che doveva garantire la qualit dei la-
vori ed il titolo delloro e dellargento. La Regina Giovanna I nel 1380 ufficializz le asso-
ciazioni che spontaneamente si erano formate per curare gli interessi delle arti.
Un documento del 1397 riporta che La ruga de aurificis prope Scalisiam era situata nei
pressi della chiesa di SantEligio protettore degli orefici. Le testimonianze archivistiche con-
fermano che nel XIV secolo numerosi orefici si erano insediati nei luoghi che ancora oggi
occupano, che i documenti citano come: Strada degli Orefici. Le botteghe, di propriet del-
le nobili famiglie e degli istituti religiosi, erano concesse agli artefici con contratti di affitto
che venivano rinnovati alla scadenza di generazione in generazione.
I documenti svelano lidentit di alcuni artefici che nel XIV avevano stabilito la loro atti-
vit nella Strada e indicano lubicazione di alcune botteghe, e la disposizione interna dei lo-
cali, e il valore dei fitti. Alcuni atti redatti nei secoli XIV, XV e XV dimostrano i passaggi di
propriet di case e botteghe di oreficeria che erano di propriet di personaggi dalto ran-
go. Tra queste le botteghe e botteghe con case, ereditate da Maddalena Brancaccio nel 1368
dal padre Don Alessandro, poi donate alla Basilica di San Domenico Maggiore e quelle pos-
sedute dal Monastero di Santa Chiara nel XVI secolo. (3) Le annotazioni riportate nei libri
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
31
A. Galluccio fine sec. XVIII
Mappa della Platea delle Calcaree del Monastero di San Pietro Martire intorno alla propria Chiesa.
La mappa indica i luoghi di S. Andrea alli scopari le le strade dei Ferrari, delli Casciari,
delli Canestrai, e le porte e le strade ad esse parallele: della Pietra del pesce, della Marina del vino,
di San Giovanni di Massa, di Portosalvo, del Matraccio.
ASNA Sezione Iconografica, Monasteri Soppressi vol. 784 f. 14
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
32
Archivio di Stato di Napoli
G. Barba
Pianta iconografica
della piazza degli orefici 1790.
Il rilevamento risale al 1739.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
33
1 ottobre 1627, Napoli. Capitoli dellArte dei battitori delloro e dellargento. ASNA, Cappellano Maggiore, b. 1182, inc. 61/II, f. 2
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
34
contabili dei due complessi religiosi indicano i nomi degli orefici a cui era stato concesso
luso dei locali. (4)
La tipologia della casa con bottega era ampiamente presente nellarea portuale e mercan-
tile, come documenta il repertorio documentario dei rogiti notarili e delle planimetrie ac-
cluse alle antiche Platee degli istituti religiosi.
Non erano solo i due complessi religiosi di Santa Chiara e di San Domenico Maggio-
re a possedere propriet nel Borgo Orefici, ma la gran parte della edilizia civile della ca-
pitale risulta essere nel XIII secolo ed anche agli inizi del XVIII secolo di propriet di or-
dini religiosi.
Loperosa presenza di tanti artefici, organizzati in associazioni corporative dirette dai con-
soli e dai governatori eletti periodicamente che erano delegati alla cura degli affari della Cor-
porazione, a convocare le assemblee, ed a esaminare e valutare le capacit di coloro che vo-
levano esercitare lArte. (5)
Lattivit svolta dalle Corporazioni delle Arti, ci viene descritta nelle Capitolazioni, che ve-
nivano discusse e approvate negli anni per tutelare il lavoro degli artefici, stabilendo le mo-
dalit lavorative e le caratteristiche qualitative dei manufatti prodotti nel Regno. Le firme
apposte dagli artefici, per formalizzare laccettare delle regole, ci testimoniano lespansione
che ebbero le Arti nella nostra Citt nei secoli XVI, XVII e XVIII delle varie associazioni
corporative. (6)
Tra le Corporazioni delle arti le pi numerose e potenti furono quelle: degli Orefici, dei Ri-
camatori, dei Tessitori: di drappi di seta, di drappi doro, di trine e passamani di seta e doro, e
de Cositori.
LArte dellOreficeria
La strada degli orefici indubbiamente unarea specializzata di mercato peculiare del
quartiere mercantile del periodo angioino.
Larte orafa era praticata in citt anche in epoca normanna, con lapporto di artefici stranieri.
Re Ferrante dAragona nel 1474 concesse alla Corporazione degli Orefici degli Statuti van-
taggiosi. Le nuove norme tesero a stabilire metodologie inequivocabili per lavorare i metal-
li preziosi. Loro ad esempio, non si poteva lavorare: pi basso che di sedici grana lo trap-
peso, n legare n includere petre et gioje contraffatte in auro, e largento non doveva es-
sere lavorato dai Maestri: pi basso, che di quattro carlini loncia. Anche Ferrante, come
i suoi predecessori, riconobbe come strumento di controllo lintroduzione della marchiatu-
ra dei manufatti, che doveva rendere riconoscibili i gioielli creati a Napoli; il sovrano perse-
guendo questo intento concedesse: alli detti Maestri et Consuli della Arte lo puntello, o ve-
ro mercho delo quale se marcherano tutti basselli et lavori di Argento ., lo quale postil-
lo, o vero marcho di Napoli . (7)
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
35
1735
Disegno della Corona fatta dal Gioiellieire
Claudio Imbert con la quale seguita
la Incoronazione in Palermo, capitale del Regno
di Sicilia il giorno 3 Luglio 1735.
ASNA, Ministero degli Affari Esteri, fs, 4512,
inc. 134, f 5
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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I Consoli dellarte nel 1593 ritennero indispensabile aggiungere alle antiche regole nuovi
Capitoli. Ancora nel 1613 i Consoli Mario dAmato, Gi Franco Caputo, Cosimo Carotenu-
to, Gi Domenico Amalfitano ed il Governatore del Monte degli Orefici Gi Antonio Califano,
confermarono i regolamenti aragonesi, ma aggiunsero a questi nuove postille, per adeguare
le antiche leggi, alle nuove esigenze. Il documento fu approvato e sottoscritto dai cento-
cinque Maestri Orefici iscritti allArte. (8) I sovrani Aragonesi ben conoscevano il potere
daffascinazione degli apparati vestimentari e adoperarono con molta attentamente questo
strumento, curando ogni loro apparizione in pubblico, affidando la progettazione degli
eventi ad abili artefici. Le carte della Tesoreria Aragonese riportano i nomi degli artefici di
Corte insieme la qualit delle loro ideazioni. Pere de Mondrago che curava il guardaroba rea-
le inventariava con cura le opere a lui consegnate dagli artieri; primo tra questi lorefice Gui-
do dAntonio, artefice dei preziosi collari doro del sovrano.
I cronisti del tempo di Re Ferrante dAragona hanno tracciato preziose testimonianze del
sontuoso guardaroba del sovrano governato da Renco de Mirabal, ricco dabiti di imbroc-
cato doro riccio, confezionati dal sarto Petrucho Pistacho e dal sarto-costumista Petillo di
Ischia. Loro fu il protagonista indiscusso dei manufatti dalto pregio ideati dai maestri ora-
fi e tessitori che lavoravano per la Corte di Napoli. Della complessa fattura, delle grandi
quantit doro e dargento impiegati non solo nella creazione di monili e nella lavorazione
dei tessuti - che parimenti erano concepiti come gioje, disegnate dalle lamelle dei prezio-
si metalli trasformati dai Battiloro che lavoravano del Borgo Orefici - ci parla Giuliano
Passero nei suoi Diurnali, dove descrive le fastose manifestazioni in cui i sovrani si mo-
stravano in pubblico abbigliati con vesti intessute doro tanto da apparire come: una scu-
ma doro lustrante. (9)
Negli ultimi decenni del secolo XV operavano a Napoli artisti di gran rilievo, tra questi
Adriano di Giovanni de Maestri detto Adriano Fiorentino (1450ca 1499) che giunse a Na-
poli nel 1488 a seguito di Virginio Orsini, comandante in capo dellesercito aragonese. Al-
lartista fu commissionata da Ferdinando dAragona, Principe di Capua, futuro Ferdinando
II, una medaglia commemorativa per la morte di Ferdinando I, che porta la data del 25 gen-
naio 1494.
La tradizione di eseguire medaglie commemorative continu anche nel XVI secolo; Tra
gli artisti noti e stimati nelle Corti italiane a cavallo tra i due secoli documentata lopera
dellorafo e scultore Gian Cristoforo Ganti detto Gian Cristoforo Romano (1470ca-1512).
Lartista esegu diverse medaglie, tra cui una per Isabella dAragona. Donna Isabella era co-
nosciuta per la sua eccentrica eleganza, di cui le cronache riportarono unampia documen-
tazione; in particolare ci vengono descritti i copricapo ispirati alla moda francese con li cor-
ni guarniti da bellissime perle tramezzate con molte zoglie di diamantini, de rubini, de sme-
raldi et altre degnissime prede, che era una cosa molto sumptuosa et richa. (10) A Napoli il
Ganti era conosciuto e stimato per sue le creazioni, in particolare era stata molto apprezza-
ta la medaglia che aveva eseguito per Isabella dEste.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
37
A Napoli lavorava Girolamo Santacroce (1502ca-1537ca) scultore orafo, che venne defi-
nito da Iacopo Perillo, fiduciario a Napoli della Marchesa Isabelle dEste Gonzaga, in una
missiva dell11 giugno 1519 inviata allumanista Mario Equicola: lo migliore che vi sia in
Napoli. Allorafo venne commissionata da Isabella dEste una medaglia celebrativa del-
lopera di Iacopo Sannazzaro , che fu realizzata dallartista in bronzo e argento. La medaglia
riproduce da un lato lumanista di profilo e sul rovescio ladorazione del Bambino. Del-
lopera dallo Storace parla anche Pietro Summonte nel 1524 in una lettera diretta a Mar-
cantonia Michiel: Ha ritracto il Sannazzaro in medaglia e facto un Appollo:cose ben sti-
mate qua da ciascuno.
Gli atti raccolti nel fondo del Cappellano Maggiore riportano i nomi dei Maestri Ora-
fi che sostennero il ruolo di Consoli dellArte nel XVII secolo. Un documento redatto il 4
ottobre del 1669 porta le firme dei quattro Consoli: Simone Parancandolo, Giacomo Picci-
no, Gennaro Portio, Aniello Treglia, e di tutti gli Orefici che firmarono i provvedimenti per
approvarli: GiacomAntonio Pandolfo, Lorenzo de Rinaldo, Matteo Trotta, Francesco Antonio
Rendeva, Ignazio dOrso, Gi Batta Vinaccia, Gi Batta della Martina, Gi Lorenzo Mazzo-
la, Melchior Maturantis, Andrea Naclerio, Gi Batta Attingento, Gennaro Durante Lo nardo
Maiorino, Giacinto Portio,Giuseppe Persico, Pietro de Crescenzo, Michele de Sio, Giuseppe
Strozzi, Francesco Pandolfo.
Tra gli argentieri attivi nellultimo decennio del secolo XVII, nota lopera: di Gennaro
Scarpellino, che nel 1693 esegui le giarre dargento del primo gradino dellaltare della
Basilica di San Domenico Maggiore, e di Maestro Nicola Mansone, che esegu nel 1696 i
candelieri per la chiesa Domenicana.
I vari cambiamenti del marchio avvenuti durante i secoli XVIII e XIX, ci permettono di
datare i manufatti, e riconoscerne gli autori. Ogni oggetto come dettavano i regolamenti
emanati nel maggio del 1798, che in sostanza confermavano quanto era stato stabilito nel-
le Capitolazionidel 1710, ed in particolare che i lavori doro e dargento dovevano por-
tare il: marco dellArte, con quello del Console pi antico, con quello del Fabbricante,
e con quello del Toccatore.
La definizione del marchio costituir anche uno strumento per i sovrani, che si succede-
ranno sul trono di Napoli, per legare le produzioni al periodo del loro Regno, rendendole
identificabili attraverso i cambiamenti introdotti di volta in volta.
Anche Gioacchino Napoleone il 17 dicembre 1808, nellordinare le nuove regole per la
lavorazione delloro e dellargento, stabil un nuovo marchio di garanzia caratterizzato dal-
la una: testa di donna veduta di faccia, ornata in forma di Partenope, pi grande pe la-
vori dargento, ed alquanto pi piccola pe lavori doro. Secondo le disposizioni del so-
vrano francese, il nuovo marchio doveva essere adottato uniformemente in tutto il Regno
di Napoli.
Ferdinando I il 15 dicembre 1823, con Real Decreto ordin il cangiamento de bolli ed
anche la rettifica del sistema sinora tenuto nelle nostre officine di garanzia [] che si ren-
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
38
dono facili a potersi alterare. Con le nuove disposizioni il sovrano intese soprattutto segna-
re il ritorno al potere dei Borbone nel Regno, sopprimendo il marchio istituito da Gioac-
chino Napoleone, introducendo un nuovo marchio. Il simbolo scelto dal re fu la testa di
Partenope di profilo.
I vari cambiamenti del marchio voluti dai sovrani, tesero inequivocabilmente a identificare,
attraverso unimmagine dallalto valore simbolico, i manufatti del Regno con la Capitale.
Questa volont fu chiaramente espressa da Ferdinando II nel decreto emanato il 26 gen-
naio 1832, con cui fu immesso nuovo marchio per tutti i lavoro doro e dargento che: do-
vranno contenere il distintivo della lettera N denotante nostrale [.].
Napoli poteva vantare nel primo quarto del secolo XVIII abilissimi artefici come Antonio
de Laurentiis, Nicola De Turris, Nicola Storace e Gennaro Serrao, Antonio Tagliaferro che sa-
pevano creare oggetti mirabili in oro e in argento, supportati dalla tartaruga, dalla madre-
perla, dalla pietra dEgitto e dalla porcellana bianca di Capodimonte.
Molto documentata lattivit di Antonio de Laurentiis, nel 1743 lavora gi per Carlo di
Borbone e nel 1746 continua a lavorare per il sovrano con il ruolo di Orafo di Corte. Esper-
to nella lavorazione di oggetti decorati apiqu incrust dor, le sue originali creazioni sono og-
gi nelle collezioni pi prestigiose dEuropa.
De Laurentiis cre per il sovrano numerose tabacchiere, tra queste, nel 1743 una in pie-
tra dEgitto montata in oro e brillanti, e nel 1747 una tabacchiera di porcellana decorata
con una miniatura nella parte interna.
Tra gli argentieri che lavoravano nella Capitale nella prima met del XVIII secolo, noto
il Maestro Filippo de Sanctis, Saverio, Matteo Treglia, Aniello dApuzzo, Filippo del Giudice,
Giacinto Buonacquisto, Giuseppe Sanmartino Giuseppe e Gennaro del Giudice.
Per Carlo di Borbone lavor Michele Lofrano, gioielliere di camera del sovrano, che nel
1761 esegu su commissione regia un ricchissimo calice doro, ornato con numerosi brillan-
ti, rubini e smeraldi. Lorefice fu anche lideatore dei gioielli della regina Maria Carolina
dAustria, moglie di Ferdinando IVdi Borbone. In quegli anni a Corte lavorava anche lora-
fo Matteo Tufarelli. Il nome di Matteo Tufarelli anche nella documentazione degli orefici
che praticavano larte nel 1799 insieme a: Fabrizio Tufarelli, Antonio Avitabile, Gi: ed a
Ignazio Vanderlich, Orazio Sessa, Luigi, Vincenzo de Angelis, Antonio Fumo Orefice Raffaele
Califano Orefice.
Consultando gli elenchi dei Maestri Orafi che esercitavano larte dopo la soppressione del-
le Corporazioni delle Arti, e dei divieti di esercitare larte fuori del Borgo, possiamo veri-
ficare che la maggior parte dellattivit orafa veniva svolta ancora entro gli antichi confini.
Questo dato rimase costante anche nellultimo decennio del secolo XIX.
La lunga attivit svolta nel Settecento dal Real Laboratorio delle Pietre Dure di San Car-
lo alle Mortelle e quella successiva della Scuola-Laboratorio per la lavorazione del corallo al-
loggiato del Real Albergo dei Poveri di Napoli, istituita nel 1811, diretta da Paul Barthle-
my Martin, contribu a radicare larte della lavorazione del corallo, anche a Napoli oltre che
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Antichi calchi di gesso di cammei, fine XIX secolo, inizi XX secolo
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Fasi di lavorazione di camei incisi su conchiglie sardoniche.
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Fasi di lavorazione di camei incisi su conchiglie sardoniche.
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Disegno del Collare dellOrdine delle Due Sicilie.
LOrdine delle Due Sicilie, che comprendeva tre ca-
tegorie: Cavalieri, Dignitari e Commendatori, fu
istituito da con Real Decreto da Giuseppe Napoleo-
ne Bonaparte il 24 febbraio 1808.
Gioacchino Murat mantenne lOrdine ed aggiunse
la categoria del gran Collare. Il Collare composto
da 15 medaglioni con al centro di ognuno lo stem-
ma di una provincia del Regno racchiuso in una
corona di alloro. Nel medaglione centrale, in cam-
po azzurro, le iniziali J N di Gioacchino Napoleo-
ne, al di sotto la stella con al centro rappresentato
nuovamente: il cavallo sfrenato, stemma della citt
e provincia di Napoli.
ASNA, Ministero degli Affari esteri,
busta 5443 (ex 5620), f. 130
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
43
Collare dellOrdine delle Due Sicilie,
oro e smalti policromi.
Collezione Ricciardi.
lonorificenza siglata sul retro con il n 8
fu conferita al Ministro Ricciardi nel 1813.
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8 aprile 1805, Napoli
Patente di privativa, concessa da Ferdinando IV di Borbone a Paolo Bartolomeo Martin per la lavorazione del corallo grezzo a Torre del Greco.
ASNA, Ministero dellInterno, I inv., b. 2252, inc. 3, f. 15
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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12 luglio 1806
Patente di Giuseppe Napoleone I per la conferma della privativa concessa a Paolo Bartolomeo Martin, per la lavorazione del corallo grezzo a Torre del Greco
ASNA, Ministero dellInterno, I inv., b. 2252, inc. 3, f. 1
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Attrezzi da lavoro inerenti la privativa
di cinque anni accordata con patente
il 12 novembre 1810 a Paolo Bartolomeo Martin,
per la fabbricazione e la vendita di coralli.
ASNA, Ministero dellInterno, b. 2253, inc. 3, all. A
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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a Torre del Greco, dove la lavorazione era stata iniziata dal Martin nel 1805, grazie ad una
privativa concessa allimprenditore da Ferdinando IV il 27 marzo.
La chiusura della Fabbrica di Martin nel Real Albergo, non segn la fine della lavorazione
del corallo, gi larte si era ampiamente diffusa in citt dove gli ex allievi del Real Albergo,
istruiti nellarte incisoria, avevano aperto le loro botteghe. Nel 1845 lattivit era svolta da cir-
ca cinquanta corallari, e alla edizione del 1853 delle Esposizione delle Industrie del Regno par-
teciparono con i loro lavori in corallo gli incisori Ferdinando Costa, Giovanni Ambrosino e
Sebastiano Palomba. Questultimo ebbe la medaglia doro, per la qualit delle sue opere.
I gioielli creati a Napoli negli anni sopra citati erano ispirati prevalentemente al vasto re-
pertorio archeologico, ma anche a modelli gotici e rinascimentali. Una parte della produ-
zione proponeva esemplari di gusto naturalistico ricchi di fiori e frutti, realizzati nella ric-
ca variet cromatica del corallo.
I manufatti napoletani furono presentati, dopo la fine del Governo Borbone, alle Espo-
sizioni Nazionali ed Internazionali di Firenze nel 1861, di Londra nel 1862 e di Parigi nel
1878.
Nel 1888 circa 200 botteghe del Borgo Orefici erano qualificate nella incisione su: tar-
taruga, corallo e lava. Molte botteghe erano ubicate nella via Grande Orefici, ma tutte
le botteghe piccole e grandi poste nelle strade del Borgo: via nuova Orefici, strada S. Aga-
ta agli Orefici. strada Spezieria Vecchia, strada Pellettieri agli Orefici, Piazza larga Coppola-
ri agli Orefici, vico di Mezzo agli Orefici, vico Cellini agli Orefici, piazza Coppolari agli
Orefici, largo Orefici, largo Azzimatori agli Orefici, erano occupate dagli artefici delloro.
Le lavorazioni e le specializzazioni dei vari laboratori era ampiamente diversificata, infat-
ti nel 1889 vi erano ancora 12 botteghe di Battiloro, che lavoravano loro in foglie; al-
tre erano specializzate nei lavori con perle, e nella lavorazione dargento, molte eseguiva-
no lelaborata tecnica dellincastonatura delle gemme, ma la maggiore parte dei laboratori
orafi era ed ancora oggi specializzata nella creazione di gioielleria artistica.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Napoli Museo Nazionale: statuetta di Venere
che si allaccia un sandalo proveniente da
Pompei sul marmo sono dipinti in oro monili
e indumenti intimi. Laureo reggipetto tutto
traforato a ricamo, quel che presso le confe-
zioni dalta moda del tempo, pi che stro-
phion alla greca, si sar detto reticulum, lega-
to da auree bretelle al ridottissimo cinto...
LArte del Tessuto
Larte del tessuto ha remote radici a Napoli e nei territori che circondano la Citt. I fram-
menti di tele di lino, di sottili veli di seta e di oro, provenienti dalle antiche citt di Cuma,
di Pompei e di Ercolano, conservati oggi nel Museo Archeologico di Napoli, rappresenta-
no delle testimonianze significative della raffinatezza dei manufatti frutto di una tradizione
che aveva gi consolidato le sue radici.
La creazione di stoffe darte - segno distintivo di una categoria sociale litaria - era colle-
gata alle esigenze rappresentative di una clientela dalto rango, quale la Corte e la Chiesa.
I documenti testimoniano lantica tradizione di adoperare stoffe preziose per realizzare
abiti liturgici e apparati per ornare le chiese. Gli inventari degli arredi sacri della chiesa di S.
Lucia de Reginnis Minoris, presso Amalfi, registrano la presenza di preziosi tessuti di seta
del VIII secolo nel patrimonio darredi adoperati per la celebrazione dei riti. Il Liber Pon-
tificalis accerta che Napoli, tra lVIII e il IX secolo, si distinse nella fabbricazione di stoffe
darte e che veniva lavorato un tessuto di un particolare color porpora chiamato: blatin nea-
politano. (11)
Il ricamo era adoperato per arricchire le stoffe; un esempio dellarte del ricamo dellepoca
ci restituito dalla Mitra del vescovo di Capua San Paolino, morto nell843. La decorazio-
ne a ricamo su bande di tessuto blu-violaceo, era costituita da figure geometriche: quadrati
e ottagoni, realizzati con filo doro contornati da perle. Allinterno dei quadri erano raffigu-
rati il busto di Cristo, il busto della Vergine Madre, e i busti di Santi.
Lindustria tessile e la tintura delle stoffe da attribuire alla presenza delle comunit Ebrai-
che in Sicilia, a Napoli e su gran parte della costa campana. Agli ebrei Federico II aveva con-
cesso la gestione delle tintorie napoletane. Un primo nucleo di artefici Ebrei si era insedia-
to a Napoli nel X secolo, nei pressi della Chiesa di Santa Maria in Cosmodin, detta in se-
guito di Portanova. I drappi erano caratterizzati da orditi in lino o in lana e da trame in
seta. I drappi di Portanova sono citati anche negli Statuti dell'arte della seta della prima
met del Settecento. da attribuire a maestranze ebraiche anche il perfezionamento delle
tecniche di lavorazione dei filati preziosi realizzati con lamelle doro e dargento avvolti in-
torno a fili di seta. I materiali preziosi erano abbondantemente impiegati oltre che nella la-
vorazione dei tessuti anche nella realizzazione delle trine ad opera dei maestri Trenettari,
che lavoravano presso la chiesa di Santa Caterina Spina Corona, edificata proprio dalla co-
munit ebraica, in seguito fu chiamata Santa Caterina della Giudecca. Lantica denomina-
zione di alcuni punti del ricamo ad ago adoperati dai maestri dellarte del ricamo, come il
punto doriente, e le trine dette alla moresca, indicano lorigine di tale arte.
Larte dei tessuti in seta ha rappresentato per la citt di Napoli una importante risorsa.
Questa attivit, difatti, fu tra le pi diffuse in citt, ed assicurava rendite considerevoli. La
seta fu nei secoli XVI e XVII, una delle voci attive di maggiore consistenza nel bilancio
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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20 agosto 1633, Napoli
Richiesta da parte dei consoli dellarte
dei tessitori di tele di ampliare i capitoli
concessi allArte da Don Pedro di Toledo nel 1542
ASNA, Cappellano Maggiore, b. 1196, inc. 52, f. 2
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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26 febbraio 1611. Capitolo dellArte dei Ricamatori. ASNA, Cappellano Maggiore, b. 1205, inc. 105, f. 2
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Abito da genitluomo, secolo XVII
Museo Filangieri, Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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commerciale del Regno. Ancora nei secoli XVIII e XIX, i dati disponibili, dimostrano che
le attivit di produzione e di commercio della seta mantenevano una posizione di rilievo
nella economia del Regno delle Due Sicilie.
La raffinatezza e lalto livello qualitativo dellarte del tessuto e di quella sartoriale che ve-
nivano praticate in citt nei secoli XV e XVI testimoniata dagli abiti in damasco dei so-
vrani Aragonesi e dei personaggi della Corte Vicereale che furono sepolti nella Basilica di
San Domenico Maggiore di Napoli. Gli abiti restaurati tra il 1998 ed il 2000, sono esposti
nella Sala del Tesoro, accanto alla Sagrestia.
Il contributo dei sovrani Aragonesi fu fondamentale per lo sviluppo e progresso delle
arti della Citt, e di quelle su cui si fondava economia della citt, come loreficeria e la
lavorazione di tessuti preziosi. Ferrante I dAragona incoronato Re a Barletta il 4 febbra-
io 1559, oltre a promuovere la diffusione ed il commercio dei tessuti preziosi, favor lim-
pianto di nuove strumentazioni e tecniche, concedendo finanziamenti e franchigie a
maestri drappieri di chiara fama. Marino di Cataponte, di origine veneziana, fu tra i
primi artefici chiamati alla Corte di Napoli per introdurvi la lavorazione di drappi doro
o damaschi et broccati, velluti figurati, viridi et neri e lavorare carmosino figurato, per-
ch questa tinta non di questa terra et bisogna tempo per venir da Ragosa, o di Vene-
zia. (2 maggio 1465). (12)
Gli interventi del sovrano furono tesi anche nellimmettere le tecniche pi sofisticate co-
me quella dei drappi tessuti in oro, a questo fine nel 1473 fu stipulo un'altra convenzione
con il Maestro Francesco de Nerone perch introducesse in Citt lArte delloro e della se-
ta de omne sorte. (13)
Lattenzione del sovrano per larte della seta fu costante, nel 1477 oltre a contrarre nuo-
vi Capitoli con altri maestri dellarte, attraverso la promulgazione di un bando stabil
le regole per lelezione del Consoli, che dovevano governare larte, e le norme per lim-
matricolazione dei tessitori e degli altri lavoranti. Nasceva cos la Corporazione dell'Ar-
te della Seta, che stabil la sua sede nella Chiesa di San Filippo e Giacomo e come pa-
trono S. Giorgio.
Il repertorio documentario dell'arte della seta custodito nell'Archivio di Stato di Napoli,
rivela che gli imprenditori dell'arte della seta erano personalit di rilievo della Citt e appar-
tenevano alla classe nobiliare, come i Milano, i d'Aquino, i Ravaschieri, i Caracciolo di
Brienza, i Ruffo ed i Sanseverino di Brienza etc
La lite nobiliare controllava il complesso ciclo lavorativo della seta che era prodotta anco-
ra nelle zone coltivate vicine alle mura della Citt come quelle collinari di S. Biase, circa 16
moggia, che nel 1509 erano state concesse in enfiteusi alla Real Certosa di San Martino al
Conte di Cariati Giovan Battista Spinelli. (14) Larea concessa al Conte era stata denominata
della Celsa perch il Conte vi aveva fatto piantare una gran quantit di pregiate piante di cel-
si, e mori e bianchi, utili per: alimentare i bombici della seta. - Erano trasportate a Napoli
per essere commercializzate e lavorate anche le sete prodotte in Calabria e in Basilicata.
Nel 1578 secondo i dati della Sommaria erano entrate a Napoli per essere lavorate 1500
balle di seta, quindi circa 412500 libbre di materia prima. I dati del 1607- 1608 dimostra-
no il progressivo aumento delle sete (libbre 635714) che venivano portate in citt per es-
sere usate dallArte della seta.
La seta prodotta nel Regno di Napoli era esportata nel secolo XVI a Firenze e a Lucca.
Oltre alle famiglie nobiliari napoletane, erano interessate al lucroso commercio della seta al-
cuni esponenti delle pi antiche famiglie di Bergamo: gli Agazzi, gli Avinatri, i Benagli, i
Borelli, i Boselli, etc... .
Secondo le dichiarazioni rese dai consoli dellarte nel 1585 a Napoli erano impegnati nel-
larte della seta la maggior parte della popolazione napoletana. Nel primo quarto del se-
colo XVII, sempre secondo i consoli pi di 300.000 ruotavano intorno alla seta, mentre
5.000 sono iscritti allarte. (15)
Si valuta che in citt alla fine del secolo XVI erano impiegati nella produzione di seterie
25.000 persone ed erano tenuti in attivit 6.000 telai.
I tessuti in seta, oro e argento
La produzione napoletana di tessuti di seta con oro e argento ebbe un rilevante sviluppo
a Napoli nel XVI secolo, favorita dagli interventi promossi dal governo aragonese alla fine
del Quattrocento.
Larte dei tessuti lavorati con oro e argento lamellare raggiunse una larga diffusione, gra-
zie ad una pi razionale regolamentazione e alle licenze concesse dal governo a esperti mae-
stri fiorentini. Tra questi Senese Frasetti, che aveva ricevuto il privilegio di battere, far bat-
tere e filare loro del modo che si fa in Fiorenza, e Antonio Francesco Castrelli e France-
sco Targioni. (16). In citt comunque rimase maggiormente diffuso il metodo antico ado-
perato dai circa cento dei tiraloro nostrani che esercitavano nel 1626. (17) Questi utiliz-
zavano 10.000 libbre di argento per creare i filati; mentre i filati creati dai battiloro necessi-
tavano di un minore quantitativo del prezioso metallo.
La scelta definitiva tra le due lavorazione avvenne nel 1639, quando fu decretato che le
operazioni di fusione dovessero essere concentrate e svolte soltanto nel quartiere del Lavina-
io, in una bottega aperta e fruibile dal pubblico, e peraltro vicina alle regie fonderie. Inoltre
era assolutamente proibito tenere nelle abitazioni forge, mantici e altri attrezzi atti a po-
ter fondere (e) martellare e indorare le suddette verghe. Le verghe poi dovevano essere la-
vorate dai battiloro e dai tiraloro in botteghe esposte al pubblico e non nelle case.
I preziosi filati erano adoperati per lavorare le trine, i passamano doro, per creare ricami
e nella la tessitura di tessuti lamati, allucciolati, e nei broccati.
I tessitori doro e dargento ottennero nel 1626 nuovi capitoli, aggiunti agli antichi pro-
prio per regolamentare laccesso al mestiere, che si poteva ottenere tramite un esame, che
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Uniforme dellOrdine di San Gennaro
(particolare) Secolo XVIII
Museo Filangieri, Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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doveva essere svolto dopo un periodo di apprendistato della durata di due anni presso un
maestro. Anche i cinquantaquattro maestri tessitori doro e dargento spolino che eser-
citavano larte nel 1654 tesero a specializzare larte, imponendo nuove regole per lingresso
al mestiere di drappieri. (18)
I drappi napoletani erano apprezzati e ricercati nella prima met del secolo XVII, in In-
ghilterra, in Olanda, nelle Fiandre. Anche le Corti italiane ed europee richiedevano i ma-
nufatti lavorati a Napoli.
LArte del tessuto negli anni del Regno dei Borbone di Napoli
La crisi in atto nel settore della produzione di tessuti serici a Napoli evidenziato dalla
netta diminuzione dei nuovi iscritti allarte agli inizi del secolo XVIII. Infatti tra il 1707 e
il 1734 risultano 1636 nuovi immatricolati. Nonostante i provvedimenti presi dal gover-
natori austriaci tra il 1713 e il 1714, per favore in particolare la lavorazione dei drappi tes-
suti con oro e argento, emanando leggi che dovevano proteggere le produzioni del Regno.
Linsediamento di Carlo di Borbone segn linizio di una politica pi incisiva in favore
dellarte serica napoletana. Un Memoriale inviato al sovrano dagli artefici di Napoli accu-
sava i Consoli dellarte del decadimento della qualit dei manufatti un tempo perfettissi-
ma. I tessitori chiedevano al Re di vietare limportazione di manufatti prodotti allestero.
Inoltre gli operatori chiedevano che fossero ristabilite le antiche regole di lavorazione, che
essi ritenevano ancora attuali e costituivano un valido sostegno per combattere la concor-
renza estera.
Il sei aprile 1735 fu istituita la Giunta di Commercio, che doveva assolvere al compito di
avviare una innovativa politica per favorire lo sviluppo di uno dei pi importanti settori pro-
duttivi del Regno dei Borbone di Napoli, in particolare della lavorazione dellestoffe doro
e dargento.
I primi provvedimenti del governo nel 1737 furono rivolti a vietare le importazioni di
drappi di seta. Oltre a negare lingresso dei manufatti prodotti allestero, la politica del go-
verno tese soprattutto a favorire lingresso nel Regno di manodopera specializzata e soprat-
tutto di fornire le nuove manifatture, che intendevano far nascere, di strumenti di nuova
invenzione introdotte in Piemonte e a Lione.
I nuovi Statuti dellArte della Seta della citt di Napoli, emanati con diversi bandi, dal mar-
zo del 1740 al maggio del 1741, eliminarono i vincoli imposti dalle prammatiche Vicerea-
li, ma non previdero ancora incentivi per la creazione di tessuti prototipi. Solo nel 1751, a
Napoli e nel 1752 a Messina, lapprovazione di nuove Regole, legalizz la lavorazione di
Drappi alluso forastiero e di fabbricarne altri di nuova invenzione. (19)
La conquistata libert dinvenzione non incise per sui prezzi dei tessuti regnicoli che ri-
masero alti e non competitivi. La creativit dei tessitori meridionale, per avere i risultati spe-
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Pianta del Real Convitto del
Carminello, primo quarto del sec. XIX
Dim. mm300 x 210.
BNNC. Geogr.a 5 a 80
Il grafico documenta il progetto di
riconfigurazione a pianta quadrata
delledificio, con la demolizione di parte
delle antiche murature, per creare nuovi
grandi vani sul lato sinistro per
alloggiare la Filanda, la Tintoria e lo
Spanditoio, illuminati da grandi
aperture proiettate sul giardino interno
previsto nel progetto. Le trasformazioni
sono indicate nel grafico con diversi
colori: il grigio indica le antiche
murature da salvare, il nero le nuove da
edificare, il rosa le mura antiche da
demolire per liberare larea destinata a
giardino e per innalzare la nuova
fabbrica. Nel Real Convitto, sede di una
scuola di filatura e torcitura della seta,
per volere di Ferdinando IV di Borbone
nel 1787 era stato costruito il primo
impianto nel Regno di Napoli per la
filatura della seta organza con il
mulino alla Piemontese. Durante il
Regno di Gioacchino e Carolina Murat,
lIspettore Le Riche, membro della
Commissione Amministrativa del
Carminello fece costruire a sue spese
un nuovo impianto per la filatura e
tessitura del cotone.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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1816, Disegno del Gallone ed Asola per le Uniformi di Gala dei Mozzi dOfficio e Mozzi di Pianta
ASNA, Amministrazione di Casa Reale, inv. III, Maggiordomia Maggiore, vol. 374
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
59
rati, doveva essere supportata dallimmissione nel Regno di strumentazioni innovative co-
me il Torsiere ad acqua alla Piemontese che, come tenne ad affermare Domenico Grimal-
di, erano macchine ignote tra noi giusto perch non adopriamo lOrganzino nelle nostre
manifatture, e dei telai a piccolo tiro, ideati dal tecnico francese Gacon nel 1717 che per-
mettevano la costruzione di broccati perfetti con costi pi contenuti impiegando tempi e
manodopera minori.
La formazione di artefici edotti alluso delle tecniche pi aggiornate, fu uno dei problemi
centrali alla cui risoluzione si provvide con sollecitudine creando scuole specifiche. Carlo di
Borbone intese caratterizzare i provvedimenti in favore dello sviluppo delle attivit produtti-
ve del Regno associandoli a vasti interventi di urbanizzazione del territorio per creare nuovi,
attrezzati, poli di produzione, ubicati in imponenti edifici-simbolo della presenza dello Stato.
Carlo di Borbone intese affermare che il re era lunico riferimento supremo del buon go-
verno: egli era lunico soggetto istituzionale in grado di elaborare una strategia politica ed
economica, di creare strutture sociali e produttive in un Regno come quello di Napoli, per
troppo tempo soffocato dalla politica vicereale, dove la classe degli imprenditori era fram-
mentata e di scarsa rilevanza.
Fuori delle Mura della Citt Carlo di Borbone, con Real Editto del 25 febbraio 1751, de-
liber che fosse costruita la pi grande fabbrica del Regno: il Real Albergo dei Poveri, do-
ve introdurre le proprie, e necessarie arti, affinch tal opera riesca grata a Dio, e di benefi-
cio a questa Citt, e Regno. (20)
LAlbergo fu sede di molteplici scuole e laboratori-scuola, dove furono istruiti alle arti i
giovani senza occupazione stabile che furono sottratti alla condizione di mendicit, conver-
tendo le loro energie disgregate in forza lavoro qualificata. (21)
NellOrigine della popolazione di San Leucio e i suoi progressi finoggi (1789), il sovrano
afferma le ragioni di utilit dellimpresa Utile allo Stato, utile alle famiglie, e finalmente uti-
le ad ogni individuo, ricollegandosi idealmente e fattivamente allidea-progetto di Carlo di
Borbone e ai principi espressi dal sovrano nel fondare il Real Albergo dei Poveri. (22)
Ferdinando afferm inoltre che lintroduzione di una manifattura di sete grezze e lavo-
rate di diverse specie doveva fungere di modello ad altre pi grandi. (23)
Un concetto illuminato basato sul principio che possibile agire per cambiare profonda-
mente la societ, programmando lo sviluppo del territorio, valorizzandone le potenzialit,
ponendosi come obiettivo il benessere e la felicit dei cittadini.
La Colonia della seta voluta dal sovrano era composta da un centro abitato, dalle filande,
dalle tintorie e dai laboratori di tessitura, la casa del re dominava centricamente il nuovo in-
sediamento. Un ciclo produttivo completo, che comprendeva anche la commercializzazio-
ne. Nelle seterie furono immesse le strumentazioni allavanguardia e chiamati a dirigere i
vari settori, i tecnici pi esperti. Nel 1790 il direttore delle stoffe del Belvedere era il francese
Paolo Dinant, il direttore delle stoffe della Vaccheria era Giovan Maria Verney; il direttore del-
la macchina della seta, linglese MalcomLocan.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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1816, Disegno dellUniforme di Gala dellAjuto
ASNA, Amministrazione di Casa Reale, inv.
III, Maggiordomia Maggiore, vol. 374
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Il lavoro della Fabbrica di sete fu collegato a una Fabbrica di ricami aperta nel 1794 per aiu-
tare arricchire, e smaltire le stoffe stesse, che si tessono a San Leucio. La direzione della fabbri-
ca ubicata nel palazzo dei Forgioni a Sala, fu affidata al maestro ricamatore Angelo Morina. Al-
la struttura attrezzata con quaranta grandi telai da ricamo, fu annessa una scuola di ricamo.
Negli anni le Fabbriche delle sete furono continuamente dotate di attrezzature allavanguar-
dia atte alla lavorazione di ormesini, broccati, damaschi, pekin rigati, velluti lisci e operati. Nel
1823 furono montati i nuovi telai alla Jacquard, ideati dallomonimo tecnico nel 1801, che
erano presentati per la prima volta allEsposizione Nazionale di Lione nel 1819. Lintrodu-
zione del nuovo telaio aveva rivoluzionato i sistemi produzione, rendendo possibile la lavo-
razione di stoffe broccate, mediante il lavoro di un solo tessitore.
Nella Fabbrica Reale furono realizzati negli anni gran parte dei parati per le dimore reali; nel
1816 fu tessuto il parato di velluto cremisi a tre peli per la Sala del Trono del Real Palazzo di
Napoli. Il parato fu arricchito con un complesso decoro ideato dal pittore Gennaro Bisogno
(24) caratterizzato da otto candelabre ricamate nei cantoni e finimenti in oro per definire il
cornicione e le parti superiori dei lambr e da gigli doro posti sui quadri. Il ricamo a fili doro
fu eseguito dalle ricamatrici del Real Albergo dei poveri di Napoli, che impiegarono per pi
di un anno per completare il lavoro. Lapparato fu posto in opera nel 1818, completato da
drapperie di velluto celeste ricamate in oro. (25) I parati lavorati tra il 1826 e il 1832 furo-
no il risultato dalla fruttuosa collaborazione che si era istaurata tra Antonio Niccolini, e i tec-
nici delle seterie. Larchitetto della Real Casa ide i disegni dei parati degli appartamenti dei
sovrani nel Palazzo di Napoli e di Capodimonte, poi costruiti sui telai della fabbrica leuciana,
contrassegnati da disegni alla Pompeana. (26)
Negli anni Quaranta la fabbrica produsse una vasta serie di tessuti sofisticatissimi, intes-
suti con fili di vetro colorati con oro oppure con argento. La creazione dei fili fu affidata a
Gio. Rordorf, esperto nella costruzione di strumenti di fisica e chimica. In quegli anni per
migliorare la qualit dei disegni preparatori e delle messe in carta, indispensabili per la
perfetta realizzazione dei decori, fu assunto il disegnatore francese Agostino Curnillon. Il
disegnatore ide i disegni dei tappeti da inserire negli arredamenti di alcune stanze del Re-
al palazzo di Napoli.
Le note di seterie inviate dalla Real fabbrica allufficio della Real Tappezzeria, ricche di
dettagli sulle caratteristiche delle stoffe, costituiscono una fondamentale traccia per rico-
struire la vita produttiva dellazienda reale. Altrettanto importante lintensa corrisponden-
za che intercorse tra il Maggiordomo Maggiore del Re e la direzione delle Fabbriche, e tra
questa, lufficio di tappezzeria e gli architetti della Real Corte, che ci consentono di cono-
scere le norme del Fare, e i tempi di elaborazione dei vari prototipi, che erano poi presen-
tati al sovrano per lapprovazione. Il recente ritrovamento di disegni e di prototipi coimpie-
gati alle definitive pratiche che ratificavano gli accordi esecutivi, ci permettono di basare su
documenti inconfutabili il percorso tecnico-artistico delle Reali seterie.
I Borbone tesero anche a salvaguardare la vocazione operativa e commerciale della citt di
Napoli e del Mercato della citt di Napoli. Nel maestoso edificio del Carminello fu allestita la
scuola di filatura e torcitura. Per volere del sovrano Ferdinando IV nella struttura venne co-
struito nel 1787 il primo impianto del Regno di Napoli per la filatura della seta organza con
il Mulino alla Piemontese. Nella scuola-laboratorio furono sperimentate moderne stru-
mentazioni per concepire filati prototipo da impiegare nella produzione di nuovi tessuti e
galloni; questultima fase fu affidata alle Reali Fabbriche di San Leucio.
Durante il regno di Gioacchino e Carolina Murat, lIspettore Le Riche, membro della
Commissione amministrativa del Carminello, diversific le lavorazioni facendo costruire
nelledificio una moderna attrezzatura per la filatura e la tessitura del cotone.
Nella memoria del Fare della nostra Regione le manifatture dei Borbone rappresentano
un momento fondamentale di conoscenza rigorosa delle peculiarit territoriali e di confer-
ma dei suoi valori che ancora oggi contrassegnano la continuit della tradizione.
Il Borgo del Mercato ha conservato ancora oggi le sue attivit legate allarte tessile, e nel-
le Botteghe del Mercato si possono acquistare, come avveniva nel XIII secolo, preziosissimi
galloni, gros e broccati manifatturati dalle antiche Fabbriche delle sete di San Leucio ed an-
che raffinati tessuti operati, organze e pizzi provenienti da manifatture francesi; soffici lane
tessute in Inghilterra, e candidi lini dOlanda.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
62
Note
1 I vari settori commerciali e corporativi non erano ancora chiaramente delineati, questo avverr solo nel XIII
secolo a seguito della legislazione di Federico II, che previde una identificazione delle tipologie e quindi ad un
primo sistema organizzativo, che origin la loro identificabilit nel tessuto urbano.
2 ASNA Corporazioni Religiose Soppresse, vol. 1792
3 Seguendo le note trascritte nei libri dei conti del convento di San Domenico, possiamo ricostruire la storia
delle botteghe e conoscere i nomi degli artefici a cui erano state fittate le botteghe. I contratti stipulati e la
riscossione dei fitti indicano che una delle botteghe era stata affittata per anni ventinove agli Orefici Fran-
cesco e Antonio dArmenza. In seguito il contratto daffitto fu rinnovato per altri 29 anni ad Aniello dAr-
menza, figlio di Francesco.
Nel 1536 la bottega era occupata da Domenico Fontana e nel 1577 al figlio Antonio. Lanno successivo
lorafo Vincenzo Porpora, acquist il locale.
Le altre Botteghe agli Orefici, ereditate dal convento di San Domenico Maggiore, erano state locate nel
1483 agli Orafi: Giesemundo Fiore e Gi Domenico di Lieto di Napoli.
4 Il Monastero di Santa Chiara nel XVI secolo avere ricevuto in dono alcune botteghe nel Borgo degli Ore-
fici, che erano state date in gestione a vari orefici. I documenti contabili ne riportano i nomi e documenta-
no i passaggi avvenuti negli anni. Infatti lampio locale ubicato nella strada deglOrefici, dalla parte della
Piazza della Loggia di Genua, che poteva avvalersi di due porte, una dalla Strada deglOrefici e laltra dalla
parte del Sopportino del pane, dal 23 ottobre 1529, era occupata da Tommaso Garofano. Unaltra botte-
ga sita nella Strettola era locata dal 17 aprile 1581 a Gi Andrea Ciuffo. Altri locali ubicati nella strada de-
gli Orefici e Strettola risultano dal 12 febbraio 1620, concessi in fitto a Andrea Persico
5 G. Tescione, Statuti della Seta a Napoli ivi 1933
6 ASNA Cappellano Maggiore, Statuti delle Corporazioni, Ministero Interni II inv. Arti e Mestieri.
7 Ibidem
8 ASNA Cappellano Maggiore, busta 1183, inc. 74; busta 1196, inc. 12, 14, 15, 29, 74; busta 1201, inc. 47.
9 I Battiloro nei secoli XV e XVI, perfezionarono il metodo di lavorazione delloro membranaceo di deriva-
zione orientale. Gli artefici attraverso un lungo e paziente lavoro che consisteva nel ridurre loro in sottili la-
mine battendo per ore il metallo con martelli di varie dimensioni. I fogli cos ottenuti venivano tagliati in
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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sottilissime strisce, le lamelle erano adoperate per costruire tessuti ricchi doro detti lastre, ed anche ado-
perati per confezionare altre tipologie di filati doro.
G. Passero, Diurnali di Giuliano Passero Incomincia lo libro delle Cose de Napoli scritto da me Giuliano
Passero setaiolo napoletano - Lo quale prima di me fu incominciato scrivere dalli miei antecessori, 1240
a 1515. Manoscritto
10 R. Levi Pisetzky, Il costume e la moda nella societ italiana, Torino 1978, p. 190
R. Nardi, in Vittoria Colonna e Michelangelo, Firenze 2005, pp. 44,45.
11 Liber Pontificalis, II, 30. R.Farioli Campanati, Le arti suntuarie, Como 1982 p. 403
12 G. Tescione LArte della seta a Napoli, ivi1932 p.13 N. DArbitrio San Domenico Maggiore La Nova Sa-
crestia- Le arche, gli abiti dei Re Aragonesi, ivi 2001pp. 88,89.
13 N. DArbitrio op. cit. 2001 p. 95.
14 Antiche scritture inedite rintracciate da chi scrive precisano i nomi dei beneficiari e la cronologia del-
le concessioni date dal Monastero di San Martino; infatti il territorio poi detto delle Celse, era stato
concesso a Gio Canoro, con Istrumento de 19 luglio 1494 redatto dal Notar Vincenzo Sommano
di Napoli. Il Monastero aveva poi il 14 maggio 1509, con atto redatto dal Notar dAsti concesso
in enfiteusi il terreno di 16 moggia. Nella stessa data fu redatto dal Notar Francescho Cesareo di Na-
poli un altro contratto di concessione di un terreno, sempre di propriet del Monastero, per un ca-
none annuo di f.50. Unaltra concessione fu redatta il 12 dicembre 1509 con Istrumento del No-
tar Antonio Palermo, in favore di Don Marino dAlessandro nonch a Don Batta Spinelli, Conte di
Cariati un pezzo di terra nel luogo di sotto SantEremo accosto ai Beni di Ceusa per il prezzo di f.80.
Il Monastero di Santa Chiara aveva concesso, sempre in enfiteusi, al Conte di cariati altre dieci mog-
gia di terreno, che erano situate, come recita il contratto; fuori le Mura e le Porte del Castello nuovo
di Napoli giusta li Beni di Don Paolo Tolosa ed altri confini per lannuo canone di f. 20. (Censi del-
la Real Certosa di S. Martino 1754. ASNA vol. 2057 bis).
Larea concessa al Conte di Cariati (poi Principe), era stata denominata della Celsa perch il nobiluomo vi
aveva fatto piantare una gran quantit di pregiate piante di: celsi, e mori e bianchi, utili per: alimentare i
bombici della seta. E ipotizzabile che, oltre alla coltivazione dei gelsi, nella zona fosse stato predisposto an-
che un impianto di bachicoltura e quindi di trattura della seta.
15 ASNA Cappellano Maggiore f. 1184, inc. 34. Relazione dei Consoli dellArte, febbraio 1585.
R.C. S. Processi f. 592.
16 ASNA R.C.S. Consulte, vcol. XX 1606-1608 inc. 26t.
17 ASNA Cappellano Maggiore f. 1205, memoriale 1626.
18 ASNA Cappellano Maggiore f. 1196, inc. 33 (anno 1652).
19 Nel Capitolo quarto fu eliminata la clausola che imponeva che per lavorare drappi di nuova invenzione fos-
se indispensabile la licenza dei Consoli dellarte.
20 A. de Sariis, Codice delle Leggi del Regno di Napoli. Editti di Carlo e Ferdinando IV, Napoli MDCCXCII.
Erezione del generale Albergo dei Poveri per introdurre le necessarie arti, e fondazione duna laical Congra-
gazione () Attesa la memorabile penuria dellanno 1764 (). N. DArbitrio L. Ziviello, Il Real Albergo
dei Poveri di Napoli - Carteggi 1752-1896, Napoli 2001 pp. 122,123.
21 N. DArbitrio, LUtopia realizzata, San Leucio, le fabbriche del re, in Campania Felix, anno V n. 10 Napo-
li Marzo 2003, pp. 52-57.
22 Dopo la delibera della Giunta degli Abusi che nel 1767 aveva decretato lespulsione dei Gesuiti, si dette
inizio a un complesso programma distruzione professionale ubicando le scuole-laboratorio nei conventi di-
smessi di San Giuseppe a Chiaia e nel Carminello al Mercato, dove fu alloggiato un conservatorio per
listruzione delle fanciulle allarte della filatura della seta.
23 N. DArbitrio, Le manifatture reali, in Lo Bello Vedere di San Leucio e le Manifatture Reali, Napoli, 1998,
pp.188,189.
24 G. Tescione, Larte della seta a Napoli, ivi 1932 p. 247 G. Garzya, Interni neoclassici a Napoli, ivi 1978,
p. 80,83. Napoli
25 N. Darbitrio, Le Manifatture Reali, in Lo Bello Vedere di San Leucio e le Manifatture Reali. Napoli 1998
pp. 226, 227.
26 N. DArbitrio Alcune precisazioni sui tessuti, in Antonio Niccolini architetto e scenografo alla Corte di Na-
poli (1807-1850) a cura di Anna Giannetti e Rossana Muzii, Napoli 1997. pp. 64-67. N. DArbitrio
Op.cit. Napoli 1998 pp. 232, 233.
I gioielli del Borgo tra passato e presente
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Bracciale in oro e pietre laviche. Secolo XIX, prima met
La lavorazione di oggetti in pietre laviche ebbe una larga diffusione nei primi decenni dellOttocento.
Gli oggetti molto apprezzati e ricercati dai visitatori stranieri che attribuivano agli oggetti un forte valore evocativo dei luoghi che avevano visitato.
Collezione privata
Spilla in oro, perle e cameo. Secolo XIX, prima met
La spilla, definita da un cammeo allantica di raffinata fattura, racchiusa
da un fitto filo di perle infilate, legate in oro.
Collezione privata
Anello in agata nera e diamanti. Sec. XIX. Prima met
Il gioiello caratterizzato da una decorazione centrale
ispirata a motivi classici.
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Cammeo in pietra lavica, montato in oro. Secolo XIX
La delicata incisione rappresenta un busto di donna di profilo abbigliata allantica. Collezione privata
Cammeo in pietra lavica grigia. Secolo XIX
La incisione delinea un profilo di donna pettinata allantica. Collezione privata
Bracciale in oro e pietre laviche. Secolo XIX
Il manufatto scandito da sei grandi cammei di pietra lavica, di vario colore. Collezione privata
Bracciale in oro e pietre laviche. Secolo XIX
La complessa lavorazione dei cammei su pietra lavica, ebbe nellOttocento ed anche nei primi decenni del Novecento, una larga diffusione a Napoli.
Le raffigurazioni femminili, definite da eleganti acconciature, furono certamente quelle predilette dagli artisti. Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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1. Anello, oro 12 kt, 1872 ca. Napoli
Marchio: Testina di cavallo
Anello in lamina di oro con lettera R (ricordo)
incisa - smalto nero e azzurro. Collezione privata
2. Anello, oro 12kt, 1872 ca. Napoli
Marchio: Illegibile
Anello in lamina di oro con placchetta sovrappo-
sta- piccola lettera A (amore) smalto nero, bianco e
azzurro. Collezione privata
3. Anello, oro12 kt, 1872 ca. Napoli
Marchio: Testina di cavallo
Anello in lamina di oro foderata sbalzata e smalto
azzurro. Collezione privata
4. Anello, oro 12kt, 1872 ca., Napoli
Marchio: Testina di cavallo
Anello in lamina di oro foderata .Scudo con lettera
S (souvenir) su smalto azzurro. Collezione privata
5. Anello, oro 12kt, 1872 ca. Napoli
Marchio: Testina di cavallo
Anello in lamina doro con placchetta applicata,
scritta AMOe smalto nero. Collezione privata
6. Anello, Oro 12kt, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera N profilo di Partenope
numero 6
Anello in lamina di oro foderata sbalzata e smalto
nero. Collezione privata
7. Anello, Oro 12kt, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera N profilo di Partenope numero
6 Orafo CB
Anello in lamina di oro sbalzata .Un quadrifoglio
applicato con 2 foglie in smalto azzurro una in
smalto rosso una in smalto verde. Collezione privata
8. Anello, Oro 12kt, 1872 ca., Napoli
Marchio: Testina di cavallo
Anello in lamina di oro foderata. Due mani si
stringono tra smalto azzurro e lettera S su smalto
blu. Collezione privata
9. Anello, oro12kt, 1850 ca., Napoli
Anello in lamina di oro foderata. Al centro due
mani che si stringono - smalto azzurro.
Collezione privata
10. Anello, oro12kt, 1850 ca., Napoli
Anello in lamina di oro foderata. Al centro due
mani che si stringono - smalto azzurro
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Orecchini in Oro12kt, perle e pasta vitrea Napoli 1832-1872
Marchio: Lettera N profilo di Partenope, numero 6.
Coppia di orecchini a bottone con doppia fila di perline scaramazze. Collezione privata
Orecchini, Oro 12kt, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera N profilo di Partenope nu-
mero 6
Orecchini in lamina foderata con applicazione
di un ramo con foglie e smalto cobalto.
Castone con tormalina taglio smeraldo
Collezione privata
Orecchini, Oro 12kt, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera E testina di Partenope, nu-
mero 4
Orecchino in lamina con foglia applicata e
satinata. Castone con granato
Collezione privata
Orecchini, Oro 12 kt, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera N profilo di Partenope nu-
mero 6
Orecchini a catenaccio con al centro tre
maglie in lamina
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Orecchini, Oro 12kt, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6
Orecchini oro a goccia piatta con decorazione di fili di coralli semplici.
Piatto liscio con decoro in filigrana
Collezione privata
Spillo, corallo e oro di bassa caratura, Primo quarto sec. XX, Torre del Greco
Spillo di forma ovale formato da foglie in corallo mediterraneo montate
in oro
Collezione privata
Tiara in corallo sfaccettato. Primo quarto
sec. XIX
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Collana in corallo fiori e foglie
prima met del secolo XIX
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Orecchini, bracciale e spilla in corallo fiori e foglie
prima met del secolo XIX
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Bracciale, oro di bassa caratura, corallo mediterraneo e pietra lavica.
Ultimo quarto del sec. XIX, Napoli
Bracciale composto da quattro fili di corallo misto a pietra lavica lavorata a forma di rocchetto
con fermezza composta da un cammeo in corallo di forma ovale con busto femminile.
Collezione privata
Spillo, Corallo e metallo
Primo Quarto del sec. XX, Torre del Greco NA
Spillo a forma di grappolo di uva in corallo mediterraneo e metallo
Collezione privata
Spillo, Oro e corallo mediterraneo
Corallo sec. XIX ; montatura prima met del sec.XX, Napoli
spillo formato da un cammeo antico ovale con viso femminile
in corallo rosso mediterraneo. Montatura deco in oro
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Spillo e Pendente, oro 18kt, Prima met sec.XX
Parte di completo composta da spillo e pendente ornati luno con 5
laltro con 4 paste vitree verdi. Collezione privata
Coppia di orecchini e pendente, Oro 12kt e perline, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6
Orecchini con pendente a forma di grappolo piu singolo pendente interamente ricoperti di perline.
Paste vitree sono al centro dei bottoni e dei tre grappoli. Collezione privata
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Collana breve, Oro 12kt, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6
Collana breve formata da fili di lamina doro traforati e non, uniti tra loro con maglie a catena. Al centro due piastre in oro lavorate a filigrana
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Collana breve, Oro 12kt, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6
Collana breve formata da fili di lamina doro traforati e non, uniti tra loro con maglie a catena. Al centro due piastre in oro lavorate a filigrana
Collezione privata
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Grande collana breve, Oro 12kt, 1832-1872, Napoli
MARCHIO : Lettera N profilo di Partenope numero 6
Grande collana breve formata da vari fili in lamina doro traforata e non,uniti tra loro con maglie a catena. Doppio medaglione centrale lavo-
rati a filigrana e smalti rosso cobalto e bianco.
Collezione privata
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Pendente piccolo, oro 12kt, 1850 circa, Napoli
Piccolo pendente tondo cm 3,5 lavorato a filigrana
con due cuori centrali
Collezione privata
Pendente piccolo, Oro12kt, 1850 circa, Napoli
Piccolo pendente tondo lavorato a filigrana
Collezione privata
Pendente piccolo, Oro12kt, 1850 circa, Napoli
Piccolo pendente tondo lavorato a filigrana
Collezione privata
Pendente piccolo, Oro12kt, 1850 circa, Napoli
Piccolo pendente tondo lavorato a filigrana
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Spillo, oro e conchiglia sardonica
Primo quarto sec. XX
Cammeo su conchiglia raffigurante profilo
femminile e colomba montato in oro
Collezione privata
Spillo, oro di bassa caratura
e incisione su conchiglia sardonica
Ultimo quarto del sec. XIX
Cammeo ovale con figura femmile.
Collezione privata
Spillo, Oro e conchiglia, Torre del Greco
Ultimo quarto del sec. XIX
Cammeo ovale su conchiglia.
Profilo femminile con ricca acconciatura e fiori.
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Bracciale, Metallo e pietra lavica, Primo quarto sec. XX, Napoli
Bracciale composto da 11 piccoli cammei ovali
in pietra lavica di vari colori con profili femminili
Collezione privata
Bracciale, Oro bassa caratura e pietra lavica, fine sec. XIX, Napoli
Bracciale composto da sette medaglioni ottagonali in pietra lavica
lavorate a cammeo con figure femminili danzanti.
Collezione privata
Spillo, Oro 12kt, 1832-1872, Napoli
Marchio: Lettera N profilo di Partenope numero 6
Spillo in lamina di oro sbalzata cesellata satinata e smalto nero.
Castone centrale con pasta vitrea rossa a forma di fiore.
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Completo orecchini e spilla
Oro e diamanti.
Seconda met secolo XIX
Collezione privata
Orecchini, Anello e Bracciale, in oro, granati, turchesi, rubini e perle, secolo XIX, seconda met.
I manufatti di gusto eclettico, sono ispirati a modelli in auge nel XVI secolo.
Non solo nel disegno, ma anche nella esecuzione tecnica dellincastro delle pietre a notte.
Collezione privata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Finimento composto da: spilla e orecchini in oro, perle, smeraldi e cammei incisi su malachite. sec. XIX, primo quarto.
La spilla, definita una complessa incisione, completata da una cornice di perle e da palmette in oro dispirazione classica.
Anche gli orecchini presentano una elaborata montatura, in oro e perle. Collezione privata
Bracciale con nodo Savoia
Oro giallo
Seconda met secolo XIX
Museo Filangieri, Napoli
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Orecchini a goccia in oro e perle, Secolo XIX, prima met
Il gioiello contrassegnato nella montatura con la N.
che indicava i gioielli creati a Napoli.
Collezione privata
Il pendente in oro, diamanti, smeraldi e cammeo centrale in corallo ispirato a modelli classici.
La catena in oro a maglie rettangolari Seconda met del sec. XIX Collezione privata
Bracciale in oro, corallo e perle. Sec. XIX
Collezione Sorrentino
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Bracciale in oro sbalzato, prima met del secolo XX
Collezione Cosimo Caruso
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Pendente in oro giallo, smalto e perla
Collezione Monti Gioielli
Spilla in oro bianco e rose di diamanti
Collezione Monti Gioielli
Coppia di fibbie in oro
Collezione Argenterie de Laurentiis
Decorazione in oro sbalzato
Collezione Argenterie de Laurentiis
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Bracciale in oro sbalzato
Collezione De Marco Gioielli
Catena e pendente lavorato in oro
Collezione De Marco Gioielli
Anello in oro giallo con zaffiro rosa
Collezione De Marco Gioielli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Anello, oro bassa caratura, pietre di colore
Collezione Marchetiello Gioielli
Orecchini e spilla, in oro, coralo e rosette
Collezione Marchetiello Gioielli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Completo composto da collana,
spilla, orecchini e bracciale,
oro e lacche nere, bianche e turchesi (sul retro)
Collezione Marchetiello Gioielli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Parure in oro bianco, rubini e brillanti
Stile dOro
Zaffiri, acquemarine e perle montate su oro bianco
Stile dOro
Le attuali creazioni darte del gioiello del Borgo Orefici
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Collana in argento dorato con granati montati a
giorno
Antonio Canzano Gioielli
Orecchini in argento dorato e onice
Campanile Gioielli
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Orecchini in oro, argento, brillanti e smeraldi
Red Velvet
Orecchini in oro bianco e brillanti
Red Velvet
Spilla a piuma
in oro bianco, brillanti e acquamarina. Il gioiello ispira-
to alle piume di brillanti in voga nella prima et del secolo
XVIII, stato concepito come due parti sganciabili che pos-
sono essere indossate separatamente
Dino Costa
Spilla a fiore
in oro bianco con diamanti bianchi.
Il gioiello ispirato a un motivo decorativo
del secondo decennio del secolo XIX.
Sesto Senso Gioielli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Collana in oro bianco, diamanti e rubini
Dino Costa
Pendente, in oro bianco, diamanti e acquamarine
Il gioiello ispirato a modelli in auge nel secolo XVI
Dino Costa
Orecchini in oro bianco con diamanti e ametiste (durante la fase di lavorazione)
Il gioiello ispirato a modelli in auge nel secondo decennio del secolo XIX
Dino Costa
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Orecchini a pendente, oro rosso,
diamanti e perle
Il gioiello ispirato a modelli
della prima met del secolo XVIII
Carmine Bosco
Parure in oro bianco e perle e zaffiri.
Il completo ispirato a modelli
della prima met del secolo XVIII.
Carmine Bosco
Spilla in argento, perle e diamanti
Il gioiello ispirato a modelli in auge
nel secondo decennio del secolo XIX
Campanile Gioielli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Collana e orecchini, perle grige, oro rosso e rose di francia
Il gioiello ispirato a modelli in auge nel secondo decennio del secolo XIX
Gioielli Esposito
Bracciale in oro e cammei con amorini incisi su conchiglia sardonica
Luigi Ferrara
Spilla in oro giallo, bianco, diamanti e rubini
Luigi Ferrara
Spilla in oro giallo, bianco, diamanti e corallo
Luigi Ferrara
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Spilla e orecchini in oro giallo, brillanti e ametiste
RG Gioielli Ranieri
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Spilla oro e pietre dure
Il gioiello ispirato a modelli del secolo XIV
RG Gioielli Ranieri
Pendente in oro giallo, corallo e perle
Il gioiello ispirato a modelli del secolo XVI
RG Gioielli Ranieri
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Spilla argento e oro giallo con ametista
Giuliana Grande
Anello argento e oro con tormalina
Giuliana Grande
Anello in oro bianco, giallo e diamanti
Esposito Gioielli
Spilla, oro bianco, rosette di diamanti, smeraldi
Esposito Gioielli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Pendenti in oro giallo, brillanti,
perle e miniatura centrale
RG Gioielli Ranieri
Pendente con corno in onice,
oro giallo, brillanti e perla
RG Gioielli Ranieri
Pendente in oro giallo, corallo,
rosette e perla
RG Gioielli Ranieri
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Collana di perle con rose in oro bianco e diamanti
Orecchini in oro 14kt e argento, diamanti rubini e perle
Salvati Gioielli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Bracciale con cinque fili di perle
Luigi Ferrara
Pendente ispirato ai disegni settecenteschi,
argento oro e diamanti
Il gioiello ispirato a modelli
del primo quarto del secolo XVIII
Gioielli Scala
Pendente ispirato ai disegni settecenteschi,
argento, oro, brillanti, perle e acquamarine
Il gioiello ispirato a modelli
del primo quarto del secolo XVIII
Gioielli Scala
Pendente argento, oro,
brillanti e acquamarine
Il gioiello ispirato a modelli
del primo quarto del secolo XX
Gioielli Scala
Collana, perle e acquamarina
Giuliana Grande
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Bracciale in oro smalti e brillanti
Gioielli Scala
Pendente in oro giallo 18kt, quarzo, citrino e zaffiro giallo
Il gioiello ispirato a modelli in auge nel secondo decennio del secolo XIX
Vincenzo Cuocolo
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Collana in oro 14kt e argento con ametiste e brillanti
Gioielli Scala
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Forcina in tartaruga
della prima meta del secolo XX
con inserto in argento e diamanti,
di fattura attuale
Salvati Gioielli
Forcina in tartaruga
del primo quarto del secolo XX
con inserto in argento,
di fattura attuale
Salvati Gioielli
Spilla in argento e oro
con topazi azzurri e turchesi
Il gioiello ispirato a modelli
del primo quarto del secolo XX
Salvati Gioielli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Scacchiera corallo inciso, onice e avorio inciso
Cosimo Caruso Gioielli
Tagliacarte corallo inciso e avorio
Cosimo Caruso Gioielli
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Orecchini e pendente a fiocco in oro giallo e corallo sfaccettato
Gioielli Scala
Collana in oro e corallo inciso
Gioielli Scala
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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I Tessuti in Seta e Oro
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Paliotto
Fine secolo XVII
San Domenico Maggiore, Napoli
Nastri lavorati a telaio a gros con oro filato. Pompei, I sec. a.C. e I sec. d.C. Un esempio delluso nellab-
bigliamento del periodo in oggetto documentato dagli indumenti in oro della statuina di Venere prove-
niente da Pompei. Napoli Museo Nazionale
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
107
Tonacella in raso cremisi con ricami in argento filato
Fine secolo XVIII, inizi XIX
San Domenico Maggiore, Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
108
Paliotto in tessuto broccato in seta, oro e argento filato
prima met secolo XVIII
San Domenico Maggiore, Napoli
Tonacella fondo faglia con ricamo in oro filato e seta
prima met secolo XVIII
San Domenico Maggiore, Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
109
Cardinale Flavio Orsini (1581), San Domenico Maggiore, Napoli Antonello de Petruccijs (1585), San Domenico Maggiore, Napoli
Don Pietro dAragona (1552), Sala del Tesoro,
San Domenico Maggiore, Napoli
Abito di fanciulla (seconda met del sec. XVI),
Sala del Tesoro, San Domenico Maggiore, Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
110
Gilet in tessuto broccato, fondo in seta, oro e argento fi-
lato
Terzo quarto del XVIII secolo
Museo Filangieri, Napoli
Gilet in tessuto operato con ricami in argento e madreperle
Terzo quarto del XVIII secolo
Museo Filangieri, Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
111
Carac, in broccato
secolo XVIII
Museo Filangieri, Napoli
Tessuto per gilet, XVIII secolo, gros operato
Collezione privata
Uniforme dei Gentiluomini della Real Corte
I Gentiluomini della Real Corte rappresentavano insieme al
Maggiordomo Maggiore, al Cavallerizzo Maggiore, ai Maggiordomi di settimana e i
Gentiluomini di Camera di entrata lo Stato della Corte del Re, cui corrispondeva
quello della Corte della Regina. LUniforme era composta una giamberga di panno
nero con ricami in oro filato, pantaloni in casimiro bianco, e gil di panno cremisi ri-
camato in oro filato. I Gentiluomini di Camera con esercizio, erano scelti tra i com-
ponenti delle grandi famiglie del Regno. La chiave, posta a desta sul fianco posteriore
della giamberga, era il distintivo dei Gentiluomini di camera, carica ambita perch
simboleggiava la grande fiducia che il sovrano riponeva in loro concedendo il libero
accesso ai propri appartamenti.
Prima met sec. XIX Museo Filangieri di Napoli.
Uniforme dellOrdine di San Gennaro
LOrdine fu fondato da Carlo di Borbone il 3 luglio 1738, in occasione
del suo matrimonio con Maria Amalia di Sassonia. LUniforme era
composta da: una giamberga e pantaloni di broccato bianco decorati con
galloni doro filato e giamberghino color ponz con galloni doro filato.
Il manto di amuer color pons decorato con grandi gigli ricamati con oro
filato era indossato sullabito nelle cerimonie solenni. Il cappello era guar-
nito con galloni doro e piuma bianca.Secolo XVIII - Museo Filangieri
di Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
113
APPENDICE
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
114
Disegni preparatori e particolare del Collare dellOrdine delle Due Sicilie
ASNA, Ministero dellInterno, I inv., b. 2252, inc. 3
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
115
Onorificenze del decennio francese.
Collare della legione donore di Francia
ASNA, Ministero dellInterno, I inv., b. 2252, inc. 3
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
116
Decorazione in oro su velluto in seta per
lUniforme dei Consoli presso le Nazioni
Estere, approvato da Giuseppe Napoleone
il 12 agosto 1807.
ASNA, Museo, Miscellanea di scritture,
99C, stipo B, n. 64
Modelli delle Uniforme per il Console
Generale e per il Viceconsole approvati il
23 dicembre 1827. Al disegno delle Uni-
formi, fu allegato anche il disegno delle
decorazioni in oro.
mm. 330x475
ASNA, Achivio Borbone, b. 2512
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
117
Modelli delle Uniformi per il Commissario, Funzionario, Ispettore e Cancelliere. Secondo quarto sec. XIX. Le Uniformi furono
diversificate con decorazioni in oro. Loro lamellare era lavorato dai Battiloro del Borgo Orefici,che dopo aver ridotto loro in sot-
tili fogli, lo tagliavano in sottilissime strisce. mm 280x385 (187x242). ASNA, Archivio Borbone, b. 2513
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
118
Reale insegne Ordine di San Gennaro
Placca di Cavaliere oro e smalti policromi, prima met del XIX sec.
Museo Filangieri, Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
119
Reale insegne
Ordine di San Gennaro
Croce di Cavaliere, oro e smalti po-
licromi, prima met del XIX sec.
Museo Filangieri, Napoli
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
120
Inventario degli oggetti preziosi
di Maria Teresa dAustria,
moglie di Ferdinando II di Borbone
ASNA, Archivio amministrativo
di Casa Reale, III inv.,
Inventario, vol. 198
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
121
Inventario degli oggetti
esistenti nel guardaroba
di Maria Teresa dAustria,
moglie di Ferdinando II di Borbone
ASNA, Archivio amministrativo
di Casa Reale, III inv.,
Inventario, vol. 197
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
122
Napoli, Maggio 1802
Apprezzo delle Galanterie di Oro diverse con Perle e Corniole in Biscotterie della fu Principessa Eredi-
taria Donna Maria Clementina fatto da me per ordine di S.A.R. il Principe Ereditario.
Armillo di oro con Capelli, si stima tra il peso, e la manifattura i stima docati 80
Una Medaglia doro con smalto bl con Ritratto di S.A.R. il Principe Carlo 100
Una Medaglia di forma rotonda con Ritratto della fu Regina di Francia 40
Una Medaglia con Ritratto di S.A.R. il Principe Ereditario 40
Una Medaglia semplice con Ritratto di S.A.R. il Principe D. Leopoldo 30
Una Medaglia con Ritratti delle I.M. dellImperatore ed Imperatrice 40
Una Medaglia con Ritratto di S.A.R. D. Antonietta 30
Un Medaglione con Capelli e Cifre della Real Famiglia con perle e lettere di oro 100
Una Medaglia di forma ritonda con Capelli, e lettere di Rosette dOlanda 90
Un Cristallo con lettere di Rosette dOlanda, e Capelli al disotto 70
Una Medaglia con Ritratto della fu Arciduchessa Amalia, con Capelli, ed iscrizione 30
Un Medaglione con Cornice doro con Capelli, e lettere 60
Un Portaritratti doro con smalto bl a tre contorni di piccole perle,
con Ritratto di S.A.R. La Principessa D. Maria Amalia, si stima in tutto 80
Una Scatola doro bislunga con due Ritratti di Pastiglia bianca,
con Capelli e lettere di Rosette dOlanda 50
Una Goliera doro di pastiglia a color Corallo,
con laccettini doro come anche li Fioccaglietti e spilla simile 30
Una Goliera di Filograno doro con Camei di Cocche di Palermo 100
Un Gruppo tremolante con quattro Spighe di Grano doro, con Capelli per Testa 20
Un Pezzo quadrato di Filograno doro con Ritratto in mezzo e lettere 16
Un Cinturone doro con n. 13 Corniole sardoniche bellissime, una Collana con Corniole simile in
n. 5, un pajo di Braccialetti simili con Corniole in n. 6, un pajo di Cerchioni simili, con Corniole
in n. 2. Tutte le suddette Corniole io le stimo moltissimo, se sono antiche, ma non le do prezzo,
poich bisogna che le veda Mognani, oppure Rega, che sono i primi Esperti di pietre incise. Un
grande Medaglione con Ritratti dellImperatore ed Imperatrice, e della Real Famiglia, Maniglie,
Goliere, ed Orecchini con Filograno doro con cinque Pezzi, si stima 450
Una Collana con Cristalli bianchi, con Capelli al di dentro ligata in oro,
con suoi Cerchietti simili si stima in tutto 150
Una Collana con Ritratti della Real Famiglia in Filograno doro, con laccettini doro,
con Braccialetti simili con smalto Celeste, si stima in tutto 100
Uno Stucchietto di osso di Avorio ligato in oro, con Ritratto di S.A.R. D. Antonietta 20
Un Coretto doro con Cristalli e Capelli 20
Una Medaglietta rotonda con Ritratto di S.M.La Regina, e di S.A.R. D. Antonietta 20
Una Medaglietta quasi simile con Ritratti delle Reali Principesse 20
Altra Medaglietta a quadretto con Cristallo, Catenacetto, e Capelli 10
Una Medaglietta con Cristallo, e Catenaccetto 6
Una Medaglietta di Filograno doro con Gazzettino in mezzo 8
Una Medaglietta con Capelli, e Cristallo 6
Una Goliera con Braccialetti con laccetti doro, e Capelli 40
Un Anello con Niccolo inciso antico ligato in oro, al quale da me non pu darsi prezzo.
Un Anello doro a Spoletta 4
Due Anellini a forma Ovale doro si stimano, 5. luno, che sono 10
Numero quattro Ricordini doro con Capelli, uno di essi smaltato, si stimano 12
Inventario dei Gioielli di
Donna Maria Clementina 1802
ASNA, Archivio Amministrativo
di Casa Reale, III inv.,
Maggiordomia Maggiore, b. 87
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
123
Maria Clementina dAustria,
(attribuito a) Joseph Nickel 1796.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
124
Un pajo di Catenaccetti doro per orecchio 4
Fettuccia di Capelli di S.A.R. il Principe Leopoldo, maniglia,
composti in tre strisce, una Spilla per petto con ritratto bianco si stima in tutto 12
Altre Fettucce di Capelli scuri, Capilliera, e Braccialetti in tutto n. 4 pezzi, si stima 8
Un pajo di Braccialetti con vellutino nero si stimano 6
In Tutto le sopradescritte Galanterie ascendono a Docati Millenovecentootto - 1908
Matteo Tufarelli Aiutante di Camera e Giojelliere di S.M.
ASNA, Archivio amministrativo, III inv., Maggiordomia Maggiore, b. 87
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
125
Napoli, Maggio 1802
Apprezzo delle Gioje della fu Principessa Ereditaria Donna Maria Clementina fatto da me sotto per or-
dine di S.A.R. il Principe Ereditario
Un Medaglione con sua Nocca di Brillanti con Ritratto in mezzo di S.A.R. il Principe Ereditario,
contornato con num. 21 Brillanti grandi di buona qualit , tutti di concia Inglese, quali si stimano
gli uni per gli altri di peso grana 14 ? circa luno.
Un Brillante vistoso situato in mezzo alla Nocca si stima del eso di gna 35, in 36 circa. Altri Bril-
lanti n. 17, si stimano di peso gna 20 c.a luno. Altri in numero 26, si stimano di peso grana 60
circa. Tutti li Brillanti di detto Medaglione si valutano circa - 28000
Un pajo di Orecchini alla Figarola di Brillanti concia Inglese di buona qualit.
Li Brillanti grandi, e mezzani sono di numero 62, li Brillanti pi piccoli n. 40, si valutano c.a - 9500
Una Medaglia piccola con Ritratto di S.A.R. il Principe Ereditario contornato
con n. 16 Brillanti concia Inglese Di buona qualit si valuta c.a - 1400
Altra Medaglia con Cameo contornato con n. 24 Brillanti, ed uno picciolo, si val. c.a - 600
Un Fiore di Brillanti con sei fronde ligato a giorno con un Brillante grande in mezzo
d altri Brillanti in n. 115 tutti di concia Inglese, e n. 18, Brillanti a colore paglino,
si val. il detto Fiore c.a - 3600
Una Rosa a forma di Sole di Brillanti di buona qualit con Brillante grande in mezzo,
ed altri Brillanti mezzani, e piccioli, si valuta c.a - 6000
Detti Brillanti sono in num. 168, la maggior parte di essi a concia Inglese.
Altro Fiore di Brillanti con n. sedici fronde di n. 110 Brillanti,
la maggior pasrte di essi a concia Inglese, si val. c.a - 5000
Una Rosetta di Brillanti con num. 16 Brillanti belli a concia Inglese, si val. c.a - 2500
Una Ripetizione con Ritratto dellImperatore con due contorni di Brillanti, con sua Catena,
due Fiocchi, ed un Suggello, tutti di Brillanti di buona qualit, si val. c.a - 6000
Detti Brillanti in num. 142, sono a concia Inglese: nelli due fiocchi, e Suggello
in n. 187, concia dOlanda.Una Mosca simile alla descritta Ripetizione guarnita
dellistessi Brillanti si val. similmente c.a - 6000
Una Piogettina, o sia Frutto per Testa con n. 16 Brillanti concia Inglese vistati
ed altri Brillanti poccioli nel Tronco di mezzo si valuta c.a - 1400
Un Filo di Brillanti grandi ligato a giorno in n. 18 di buona qualit concia Inglese
di diverse grandezze. Num. 7 di essi si stimano gli uni per gli altri di peso gna 24 per ognuno,
e gli altri num. 11 si stimano di peso grana 17 in 18, si valutano tutti uniti c.a - 30000
Altro Filo di Brillanti concia Inglese di diverse grandezze in num. 190,
si stimano del pesograna 3 ? circa Luno, e si valutano tutti uniti c.a - 9000
Un Anello Solitario vistoso con la sua gamba guarnita di Brillanti si val. c.a - 3000
Due Anelli a Core con smalto rosso si valutano c.a - 2000
Un Anello con Brillante Solitario color di Rosa si val c.a - 450
Altro Anello con Brillante a Core pi piccolo si val. c.a - 300
Un Anellino ottangolato con Cifra di Rosette dOlanda contornato di Brillantini,
con Capelli si Val c.a - 200
Un Ricordino di Brillantini con smalto blo, e lettere doro si valuta c.a - 90
Un Anello con Cristallo di Brillanti con Ritratto di S.A.R. il Principe Ereditario,
contornato di Brillanti, con tutta la gamba si valuta c.a - 350
Una Ripetizione contornata di Perle Orientali con Smalto blo, e sua catena doro
con n. 23 Brillanti di cattiva qualit si valuta in tutto c.a - 800
Una Mostra con sua catena a due contorni di Perle Orientali collo smalto Celeste si val. c.a - 300
Un Filo di Perle Orientali in num. 75, si val. c.a - 1600
Un pajo di Suste a due fili di Brillanti per ognuno, con Perle Orientali in otto fili
per ognuno si val. in tutto c.a - 1200
Un pajo di Braccialetti di Perle Orientali con due Ritratti contornati di Brillanti
Concia Inglese in n. 20 luno con Ritratti di S.M. R, e laltro S.M. la Regina,
si valutano tra li Brillanti, e Perle in tutto c.a - 4400
Due Ricordini a fascette con Brillanti con lettere, e smalto bl si val. c.a - 300
Un Buchetto, o sia Mazzetto di Brillanti di buona qualit per petto,
consistente in n. 4 Fiori, e n. 8 Amendole pendenti con fronde, tronchi e ligature,
tutto di Brillanti, si valuta tra li Brillanti, e manifattura c.a - 16000
Un Diadema di Brillanti con Pera di Perle Orientali ligato a giorno,
si valuta tra li Brillanti, e le Perle, che sono di mediocre qualit unitamente
colla manifattura in tutto c.a - 7000
Una Collana doro con Brillantini, e smalto bl con sue maniglie,e Fioccaglietti
con lettere di Rosette dOlanda si valuta in tutto c.a - 1600
Una Goliera con laccettini doro con smalto blo guarnita di Brillanti di pessima qualit,
anzi di scarto, si val c.a - 600
Una Medaglia di forma rotonda con Capelli tessuti,
e Cifre di Rosette dOlanda con Brillante vistoso a forma di Core, contornato
di n. 14 Brillanti concia Inglese si val. c.a - 3000
Un Portaritratti ovato contornato di Brillanti, con smalto bl, con sua catena doro,
e smalto guarnito di Brillanti, si val. c.a - 1000
Una Collana con Orecchini a tre Amendole di gocce di Perle guarnite di Brillanti,
si val. in tutto c.a - 2600
Un Medaglione con smalto Celeste, con Perle Orientali, e lettere in Rosette dOlanda,
si val. c.a - 450
Una treccia di Brillanti con Capelli si val. c.a - 200
Un Cassettino di Tartaruga guarnito con Brillanti, e al di dentro una Cifra di Brillanti,
si valuta tra li Brillanti, Tartaruga, e manifattura in tutto c.a - 1600
Una Goliera con Spoletta con Capelli, e Cristallo contornato di Brillanti, Cifra,
e laccetti doro si val. in tutto c.a - 300
Altra Goliera picciola con smalto, e lettre di Rosette dOlanda, con contorno
anche di dette Rosette ligata con laccettini doro si valuta in tutto c.a - 90
In tutto le sopradette Gioje ascendono
alla somma di docati centocinquatottomilaquattrocentotrenta 1 58430
Matteo Tufarelli Aiutante di Camera e Giojelliere di S.M.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
126
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
127
A 3 Marzo 1802
Apprezzo di tutte le Gioje e lavori di oro e smalto di S.A.R. la Principessa Donna Carolina.
Una Medaglia con capelli contornata di n. 12 Brillanti Concia Inglese
si stimano tali Brillanti di peso ognuno grana 9 circa a 25 il grano imp. - 2700
Un Laccettino doro, che attacca detta Medaglia, e manifattura - 100
Altra Medaglia con Ritratto di S.A.R. il principe Ereditario contornato di Brillanti
concia Inglese di forma quadra, ed altri n. 14 si stimano detti Brillanti di peso ognuno
grana 6 circa a 16 il grano imp. - 1456
Per oro e manifattura - 60
Un Filo di Brillanti lavorato con fioretti, e fettuccia a giorno: quali brillanti
sono proporzione di essi concia dOlanda e porz. Concia di Napoli: tutti uniti sono
di n. 217, si stimano del peso in tutto gna 74 circa a 7 il gno - 518
Per loro, e manifattura a giorno - 200
Un pajo di Braccialetti doro con tre Brillanti per cadauno, li Brillanti
concia inglese si stimano del peso in tutto gna 18 a 13 ? il gno - 243
Le perle e Braccialetti si valutano con tutta la manifattura - 80
Una Ripetizione con Cifra, capelli, e guarnizione di Rosette dOlanda con piccolo contorno di
Brillanti, e tutto li altro lavoro di diamanti rosette sOlanda: detta Ripetizione si stima - 450
La Catena di Capelli guarnita di Brillanti cun due suggelli e sua chiavetta
unitamente alla manifattura, e tutti i Brillanti, essendo il lavoro molto travagliato si stima - 1000
Un Anellino con smalto ottangolato colore bl. In mezzo a detto anello vi un Brillante
di forma quadrata di gna 4 ? si stima in tutto - 60
Due altri Anellini ligati a notte si stimano di peso li Brillanti concia Inglese gna 5 ?
luno a 16 il gno imp. - 168
Per ligatura a giorno - 6
Altri due Anelli ligati a giorno di Brillanti concia Inglese si stimano di peso gna 4
li uni e si valutano 12 il grano - 96
Per oro e ligatura - 6
Altro anellino ligato a giorno con tre Brillanti concia Inglese, si stimano di peso
uniti gna 3 a 11 il gnano 33
Per oro e ligatura 3
Una Collanella con pietra bl, e Brillantini di cattiva qualit con lettere di rosette
dOlanda con piccole perle, e catenette doro in tutto si stima 250
Una piccola Mezzaluna di Brillanti con piccole perle adattata per Collanetta,
con laccetti doro, ed alcune perle piccole, si stima 90
Un piccolo Filo di torchine Opale, ed altre pietre con laccettini di oro con braccialetti
listessi in tutto si valutano, per lOpale 150
Una Medaglia doro di forma quadrata con Ritratto di S.A.R.
la Principessa D. Antonietta con smalto ed oro lavorato 100
Un Coretto doro con lettere, e capelli tessuti al di sotto si valuta 8
Un pezzo di oro per Testa con Smalto bl, ed alcuni fioretti in tutto 36
Un pajo di Braccialetti doro con lettere, e fettuccia di capelli 20
Un Laccetto doro con smalto, e perle piccole, ed il laccetto fatto a cordone 70
Una piccola Medaglietta doro con Capelli tessuti a fettuccia, e lettere di S.A.R.
il Principe Leopoldo, in tutto 10
Un Coretto piccolo doro con capelli tessuti, e fettuccia di capelli, e cifra doro 6
Un filo doro, o sia Catena a Coretto fatta, una con Smalto bl,
Inventario dei Gioielli di
Donna Maria Clementina 1802
ASNA, Archivio Amministrativo
di Casa Reale, III inv.,
Maggiordomia Maggiore, b. 87
e laltro con Smalto bianco in pezzetti n. 113 si stima in tutto 100
Una piccola Medaglietta doro con fioretti di smalto al di dentro 5
Un Laccetto doro fatto a Cordone con una Cassa rotonda, e maglia
ad uso di Orologgetto con smalto celeste, e figurina di puttini si valuta 50
Una Collana a pezzi per gola, e braccialetti, e fioccaglietti
con n. 23 Coralli di Cera guarniti tutti di filograno doro, e laccetti in tutto si valuta 120
Una Corona di Corniole con Croce doro, ed alcune filigrane doro,
si stima per la sua bellezza in tutto 60
Un Coretto doro con filograno ad uso di Catenaccetto, e capelli 10
Un Ventaglietto di filograno doro con Spilla al di sotto 8
Una Chiavetta doro con Spilla al di sotto 3
Docati 8175
Matteo Tufarelli Aiutante di Camera e Giojelliere di S. M.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
128
ASNA, Archivio Amministrativo
di Casa Reale, III inv.,
Maggiordomia Maggiore, b. 87
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
129
Elenco delle Gioje della Regina
Maria Cristina di Savoia 1836
ASNA, Archivio amministrativo
di Casa Reale, III inv.,
Controloria, b. 535
Il 20 Giugno 1836 nella sala delle udienze del Banco della Piet, ora delle Due Sicilie, alla presen-
za dei rappresentanti di Casa Reale e della Banca, in ottemperanza al Real Rescritto del 24 marzo, i
gioielli della defunta sovrana, valutati dai gioiellieri Don Gaetano dellAversana e Don Litterio Sili-
pigni ducati centosessantamila settecento cinquanta, nonch di alcune bisciutterie da apprezzarsi dagli
stessi giojelllieri, sia fatta deposito nel Regio Banco, come oggetti appartenenti al Principe Ereditario Don
Francesco Maria Leopoldo, previa formale consegna da farsi dal Controloro della Real Casa e da non po-
tersi ritirate senza un ordine espresso dalla M.S..
Elenco delle Gioje:
1 - Finimento in perle e brillanti (in tre scatolini):
Pettine: Perle a pera n.22 2 n. 54 piccole, circa D. 6000
Brillanti doppi e semplici circa g.ni 210 uniti alle rose 2000
____________________
8000 | 6860
Collana: Perle n. 55, Trappesi 50 a D. 120 circa D. 6000
____________________
| 6000
Fermezza: Una grossa Perla da sedere circa D. 300
Bordura di brillanti circa g.ni 15 per 135
____________________
435 | 270
Susta: Brillanti circa g.ni 9 D. 200
_____________________
200 | 135
Ferroviere: Perle n. 2 grandi circa D. 600
Bordura di Brillanti circa g.ni 15 150
____________________
750 | 520
Filo di Perle: n. 220 Trappesi 64 a D. 25
Altro filo di Perle della suddetta collana n. 59 a D. 120
____________________
6720 | 6720
Sevign: Perle orientali n. 6 circa D. 2200
Brillanti doppi e semplici circa g.ni 68 740
____________________
2940 | 2100
Orecchini: Due pere di perle grosse, con bottoni di due
perle da sedere, e piccola bordura di brillanti D. 4000
______________________
| 4000
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
130
Maria Cristina di Savoia,
Regina del Regno delle Due Sicilie.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
131
2 - Finimento in brillanti (tre scatolini):
Band a diadema: Brillanti n.8 gr.ni c.a. 150 1 D. 30 D. 4500
Brillanti n. 9 circa 60 g.ni 540 a D. 8 900
Detti di bordura circa g.ni 340 a D. 8 4320
________________________
9720 | 9750
Sevign: Brillanti grandi n. 10 circa g.ni 170 a D. 30 D. 5100
Brillanti di Bordura g.ni 60 420
________________________
5520 | 5520
Collana: N. 2 fili di Brillanti di n. 85 g.ni circa 480 a D. 13 D. 6240
________________________
6240 | 7500
Altro filo di Brillanti n. 35 g.ni 370 a D. 26 D.9620
________________________
9620 | 9700
Brillanti diversi:
3 - Orecchini a una goccia: Brillanti n. 4 due gocce
e due bottoni g.ni 80 a D. 45 D. 3600
Detti a n. 4 circa g.ni 50 a D. 18 540
Bordura circa g.ni 60 a D. 9 540
________________________
4680 | 4240
4 - Anello: Solitario circa g.ni 10 a D. 22
________________________
220 | 240
5 - Altro: Idem scadente circa g.ni 13 a D. 15
________________________
195 | 234
6 - Spilla: Solitario scadente g.ni 32 circa a D. 20
________________________
640 | 640
7 - Cintura: di n. 32 frange
Brillanti n. 2 laschi circa g.ni 200 D. 6 D. 320
Brillanti n. 96 circa g.ni 220 a D. 10 2200
Detti delle frange a fiori circa g.ni 250 a D. 8 2000
________________________
4520 | 4880
Finimenti di Brillanti e Zaffiri:
8 - Collana: Brillanti circa g.ni 640 a D. 6.50 D. 4160
Orecchini, Bouquet, Spadella: Zaffiri buoni e mediocri
Grandi, mezzani e piccoli 2040
________________________
6200 | 6300
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
132
9 - Band di Brillanti:
Brillanti n. 1 circa 30 g.ni a D. 50 D. 1500
Brillanti n. 2 circa 26 g.ni a D. 20 520
Brillanti mezzani e piccoli c.a g.ni 700 a D. 11 7700
________________________
9720 | 9476
10 - Altro finimento di Brillanti:
Band a fiori: Brillante unico circa 25 g.ni a D. 40 D. 1000
Altro: circa g.ni 17 a D. 25 425
Brillanti color paglia c.a g.ni 14 a D. 15 210
Detti n. 19 c.a g.ni 125 qa D. 17 2075
Detti di bordura c.a g.ni 200 a D. 8 1600
________________________
5310 | 5390
Collana: Brillanti n. 54 circa 400 g.ni a D. 20 D. 8000
Orecchini: Brillanti g.ni 180 a D. 20 1800
________________________
9800 | 9800
11- Tre fiori di Brillanti:
Brillanti circa g.ni 150 a D. 9
________________________
1350 | 1350
12 - Un corno di abbondanza:
Brillanti due a pera buoni circa g.ni 96 a D. 100 D. 9600
Brillanti color di rosa circa g.ni 65 a D. 50 3240
Altro circa g.ni 35 a D. 45 1275
Bordura di piccoli Brillanti c.a g.ni 400 a D. 8 320
________________________
14.435 | 13.490
13 - Altro finimento in Brillanti:
Sevign: Brillanti n. 3 a gocce circa g.ni 40 a D. 24 D. 960
Brillanti n. 11 circa g.ni 50 a D. 13 750
Bordura circa g.ni 24 a D. 8 192
________________________
1902 | 1966
Pettine: Brillanti circa g.ni 10 D. 200
Detti n. 22 circa g.ni 900 a D 12 1080
Brillanti di bordura circa g.ni 90 a D. 6 540
________________________
1820 | 1736
Penna: Brillanti circa g.ni 280 a D. 9 2520 | 2520
Medaglietta: Brillanti n. 19 circa g.ni 45 a D. 10 450 | 450
Orecchini: Brillanti n. 14 circa 60 g.ni a D. 13 D. 780
Bordura c.a g.ni 14 a D. 7 98
________________________
878 | 800
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
133
Orecchini ad una goccia con trappesi 310
Croce: Brillanti n. 6 g.ni 50 1100
Quadriglia: Brillanti n. 4 g.ni 28 560
Spilloni: n. 4 filograna doro con n. 36 Brillanti c.a g.ni 60 540
14 - Bouquet di Brillanti:
Brillanti n: 2 g.ni 18 D. 360
Detti di bordura g.ni 200 1700
________________________
2060
15 - Croce di Brillanti:
Brillanti n. 11 g.ni 90 D. 1620
Bordura c.a g.ni 12 108
________________________
1728
16 - Bottoni: Brillanti n. 2 g.ni 30 750
17 - Fibbia: Brillanti n. 13 g.ni 80 D. 1280
Bordura g.ni 90 720
________________________
2000
18 - Susta con cagnolino di lavoro a mosaico con
contorno di Brillanti e rose g.ni 30 240
19 - Spilla a serpente di capelli con fiori di brillanti
Brillanti c.a g.ni 6 30
20 - Sevign: Brillanti g.ni 90 D. 450
Perle c.a 60
________________________
510
21 - Ferroniere: Brillanti g.ni 10 D. 250
Bordura g.ni 20 150
________________________
400
22 - Piccolo finimento di Topazi bruciati,
Brillanti e Rubini:
Collana: Brillanti c.a 260
Orecchini: uniti co Topazi e Rubini
Due Spilloni: uniti co Topazi e Rubini
________________________
2080
23 - Braccialetto: Perle e Trappesi N. 8 D. 32
Due teste di Serpente guarnite di Brillanti g.ni 14 D. 98
________________________
130
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
134
24 - Piccolo finimento in Perle e Brillanti:
File tre di Perle trappesi 60 D. 1800
Orecchini: Perle 14 grandi e piccole 300
Susta: Bordure di Brillanti dellorecchino e susta c.a 300
________________________
2400
Brillanti sciolti:
25 - Brillanti: g.ni 48 336
Numero 25 gastoni, Brillanti c.a g.ni 180 2160
26 - Ritratto di S .M. il Re N.S. girato di Brillanti:
Brillanti g.ni 21 D. 1100
Detti n. 20 g.ni 173 ? 3826
Gocce n. 14 g.ni 99 1985
Brillanti n. 14 g.ni 60 904,50
Bordura g.ni 28 256,50
________________________
8072
27 - Finimento di Perlette e Brillanti lavorato a pigne:
Collana, Orecchino, Sevign, Ferroniere:
Brillanti g.ni 100 D. 600
Perlette 100
________________________
700
28 - Finimento in Brillanti, Rubini e perle:
Collana, Orecchini, una Ferroniere:
Brillanti circa g.ni 170 D. 1190
Rubini piccoli, smeraldini 200
Perle trappesi 15 90
Perle sfilate trappesi 43 258
________________________
1738
29 - Sevign in Brillanti:
Brillanti circa g.ni 14 D. 198
N. 2 trappesi bruciati e oro 80
________________________
278
30 - Finimento di Topazi bruciati e Brillanti:
Collana, Orecchini, Ferroniere:
Brillanti g.ni 50 D. 350
Topazi bruciati c.a 150
________________________
500
31- Spilla alla Stuarda:
Brillanti c.a g.ni 100 D. 700
Pietre di colore c.a 20
________________________
720
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
135
32 - Frontino di Brillanti e pietre rose con due serpi
di oro con le teste di Brillanti: si valuta c.a 350
33 - Finimento di Smeraldi e Brillanti:
Orecchini, Spille due, Fermezze due:
Brillanti g.ni 106 D. 848
Smeraldi c.a carate 30 450
________________________
1298
34 - Una serpe per braccialetto:
Brillanti c.a g.ni 65 D. 450
Piccole pietre di colore 50
________________________
500
35 - Spille n. 10 di acciaio con teste di Brillanti:
Brillanti c.a g.ni 7 42
36 -Anello senza pietre in mezzo con n.12 Brillanti:
Brillanti c.a g.ni 12 84
37- Anello con Smeraldo cattivo e Brillanti n.12
Brillanti c.a g.ni 14 D. 98
Smeraldo 12
________________________
110
38 - Brillante c.a g.ni 40 D. 1600
39 - Perle e Brillanti:
Perle trappesi 60 lordi D. 480
Brillanti n. 6 c.a g.ni 18 162
Brillanti n 20 c.a g.ni 9 360
Oro e Perle c.a 40
________________________
1042
________________________
TOTALE: 160753 | 161505
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
136
Notamento della Bisciutterie di S. M. - Napoli 15 Aprile 1836
1 - Finimento in corallo rossi
composto di Pettine, due paja dorecchini, due paja di Braccialetti, Cinta,
tre Collane, il tutto ligato in oro D.ti 200
2 - Altro di coralli color rosa
composto di Pettine, Collana, orecchini, Braccialetti,e fibbie con ligature in oro
D.ti 34
8 - Altro di oro con smalti e farfalle
composto di Pettine, Collana, Orecchini, e due paia di Braccialetti
D.ti 60
9 - Altro di oro in filigrana con lavori di avorio
composto di Pettine, Collana, e Orecchini, e due paja di Braccialetti
D.ti 150
10 - Altro di oro in filigrana con lavori di avorio
composto di Pettine, due Collane, un paio di Orecchini,
una Fermezza per la Cinta, ed un paio di Braccialetti in capelli
D.ti 20
13 - Altro di oro e camei
composto di Collana ed Orecchini
D.ti 150
14 - Altro di oro con Topazi e smalto
composto di Collana, Orecchini, Sevign, Ferroviere, e sette spilloni
D.ti 180
15 - Finimento di oro con Topazi ed Ametiste
composto di Collana, Orecchini, Braccialetto, Ferroviere e Penna per la testa
D.ti 360
16 - Altro di oro di pietre di color granate e piccole turchine
composto di Collana, Orecchini, Sevign, Ferroviere, ed un Braccialetto
D.ti 200
17- Altro di oro a smalto nero, e bianco
composto di Collana e Orecchini
D.ti 140
18 - Altro di oro con smalto di diversi colori, pietre verdi, opales, ed altre
composto di Collana, Orecchini, Svign, e Ferroviere
D.ti 160
22 - Pettine, ed Orecchini doro con piccole turchine, e perle
D.ti 50
23 - Finimento doro con ametiste
composto di Orecchini, di piccola Sevign, una Croce, ed una Fibbia
D.ti 30
24 - Altro di oro con Topazi affumicati
composto di Collana, ed un paio di Orecchini
D.ti 15
25 - Altro di oro con Topazi
composto di Collana, una Spilla, due Bottoni doro e Crocetta senza pietre
D.ti 15
Elenco delle Bisciutterie della Regina
Maria Cristina di Savoia 1836
ASNA, Archivio Amministrativo
di Casa Reale, III inv.,
Controloria, b. 535
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
137
26 - Un fiore per la testa di oro con ametiste, ed altre pietre colorate, e bianche
D.ti 24
27 - Braccialetto doro con perle, ed acqua marine in mezzo
D.ti 160
28 - Braccialetto doro con smalto celeste in mezzo
D.ti 21,60
29 - Altro doro con ametiste, perle, e grossa acqua marina in mezzo
D.ti 30
30 - Altro idem con smalto e fiori
D.ti 28
31 - Due altri doro con smalto e figure di costumi
D.ti 65
35 - Altro alla pompeiana con smalto nero in mezzo, e fiore bianco
D.ti 32
36 - Altro di oro con quattro miniature
D.ti 18
38 - Idem con piccoli brillanti e perl
D.ti 500
39 - Idem alla pompeiana doro con piccole turchine
D.ti 28
41 - Altro di oro con fiori a smalto, e perle con pietra di giacinto in mezzo
D.ti 80
43 - In due scatolini orecchini di oro con nocche piccole pietre turchine
e quattro nocche separate D. ti 28
44 - Orecchini di topazi bruciati con rose dOlanda
D.ti 24
47 - Altri, ad una spilla di smalto celeste
D.ti 12
49 - Un laccio doro, ed una fibbia
D.ti 30
54 - Due catene, una smaltata celeste, ed altra bianco e nero
D.ti 76
55 - Una catena a globetti doro con orecchini, e chiavetta con cuore
D.ti 36
58 - Orologi doro numero due, in altrettanti scatolini,
uno a mostra con smalto nero, ed altro con catena a corriere
D.ti 40
59 - Una croce con un pajo dorecchini di agata
D.ti 10
60 - Anello con pietra incisa
D.ti 2
68 - Una tabacchiera di madreperla girata doro
D.ti 3
_______________
Totale della stima Docati 301.60
Gaetano dellAversana Litterio Silipigni
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
138
Conto dIntroito ed Esito del mese di gennaio 1820
Esiti:
1 gen.o: Alla Duchessa di Floridia per suo Assegno mensile D.ti 3.000
22 gen.o: A Block, per prezzo di una ripetizione e catena doro regalata
a D. Nicola Belmonte D.ti 140
26 gen-o: A Block, per prezzo di una tabacchiera doro girata di brillanti
con la mia cifra simile, vendutami, e consegnatami. D.ti 1.100
29 gen.o: Al Giojelliere Aversana per lordine di S. Gennaro di brillanti,
rubini, smeraldi e topazi da lui lavorato per mio uso D.ti 2.115
mese di febbraio 1820
4 feb.o: Al Mercante Block, per prezzo di un finimento di opales,
rubini, brillanti, e turchine, e per piccoli altri oggetti D.ti 752
26 feb.o: Al Giojelliere Aversana per prezzo doro e fattura di un fodero di sciabla,D.ti 534.
29 feb.o: A diversi artefici per conto dei lavori
eseguiti per la festa data nel Palazzo di Napoli il 12 feb.io D.ti 600.
mese di marzo 1820
3 m.o: Al Sartore per robe fatte ad agosto 1819 e febbraio 1820 D.ti 180
mese di aprile 1820
4 Ap.e: A Teodoro Block per una guantiera di bronzo dorato
con specchio nel fondo, acquistata per la Duchessa di Floridia D.ti 60
mese di giugno 1820
C.R.A. 3 inv. Cassa Privata, busta 246
(Cassa Privata di Francesco I di Borbone)
Napoli 6 novembre 1830
Gioje e Galanterie occorse
Ducati 200: Per il costo di alcuni oggetti da regalarsi a S.M. la Regina pel giorno 19 andante
Il Pagatore della R.l Cassa Privata Sig. D. Michele Desiderio, porter in Esito D.ti 635 gli stessi pas-
sati allAhutante di Camera D. Michele Viglia per compra di Gioje e Galanterie occorse nel corren-
te mese, da darne conto.
Cassa Privata
di Ferdinando I di Borbone 1820
ASNA
Archivio Amministrativo di Casa Reale
III inv., Cassa Privata del Re, b. 48
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
139
Inventario Generale di tutti i Generi, che appartengono al Servizio della Real Principessa Ereditaria
Gioje e Galaterie doro
Consegna fatta alla Camerista D. Maria Atonia Zannoni
Gioje
Brillanti regalati da S.M. la Regina a 19 novembre 1802
Una Collana di Brillanti con n 87 brillanti ben grossi
Un Boucl per petto composto da quattro fiori, ed otto brillanti a goccia
Una Penna per testa anco di brillanti
Un Pajo di maniglie a tre file con 17 brillanti per filo, che in tutto formano 102 brillanti con loro
suste formate pure di brillanti
Un filo di Brillanti sciolti in n di 100
Tre fiori per testa, due di essi eguali, ed uno pi grande
Due Solitari, ossidano anelli formati a core
Un pajo di Orecchini a sei goccie, ed amendole, rosetta, e quattro brillanti in mezzo.
Brillanti regalati da S. A. R.le D. Cristina
Un Pajo di maniglie a quattro fili, che formano in tutto perle n 215. Le suddette maniglie son con
suste con incise le MM LL, contornate di brillanti
Un Ritratto con incise le LL AA RR D. Cristina, e D. Amalia, contornato di grossi brillanti, e con
un filo di n 131 perle
Regali dati da S. A. R. D. Amalia
Una Collana di grosse perle e tre fili, che formano in tutto perle n 163
Regalo di S. A. R. D. Leopoldo
Un Diadema di brillanti, e perle in forma di amendole.
Regali di S. A. R. D. Carolina
Un Pajo di Orecchini consistenti in quattro perle contornati di brillanti
Una Banda di brillanti.
Regali delle MM. LL. di Spagna alla Real Principessa Ereditaria
Un Pajo di Orecchini di rubini di brillanti
Una Nocca grandissima per petto di rubini, e brillanti
Una Collana simile
Una Frontiere composta di n 7 fiori di brillanti, e rubini con maniglie uguali
Una piccola penna composta di n 9 goccie di brillanti, e ramo di rubini, con rubino grande in mezzo
Due Orologi co ritratti delle MM.LL. di Spagna, contornati di rubini, e brillanti, con catene uguali
Un Ventaglio davorio con bellissimi lavori nelli tummoni di brillanti, e rubini, e belle miniature
N: 4 Anelli consistenti
Il primo a Spoletta con rubino grande in mezzo, contornato di brillanti
Il secondo quadrangolare lungo di brillanti, eFascetta di rubini
Il terzo a rosetta di brillanti con rubino in mezzo
Il quarto a forma di cuore di brillanti, con brillante color di rosa
Regali de Fratelli, e Sorelle della R.l Principessa Ereditaria
Un pajo di Orecchini di brillanti, ed otto zaffiri
Inventario dei gioielli
Della Principessa Ereditaria, 1802
ASNA
Archivio Amministrativo di Casa Reale
Inventari, vol. 202
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
140
Una Collana di brillanti, e Zaffiri con medaglione pendente co ritratti delle MM. LL. di Spagna
Maniglie uguali
Una cintura di brillanti e zaffiri
N 5 Fiori per la testa di brillanti, e zaffiri
Due Anelli, il primo triangolare, ed il secondo a Spoletta, con Zaffiri in mezzo
Brillanti, che gi si trovava S. A. R. prima dello Sposalizio.
Un Pajo di suste co i ritratti delle MM. LL. di Spagna girati di grossi brillanti
Un Fiore grande con raggi,e rosetta nel mezzo, il tutto di brillanti
Tre Fiori di brillanti tutti e tre uguali di lavoro pi piccoli tutti di brillanti a forma di stelle
Una Medaglia con smalto bleu contornata di brillanti con freccia in mezzo
Una Medaglietta con nocca di brillanti. Criscietto doro contornato di brillanti
Orecchini a cerchio con piccoli brillanti
Un pajo dOrecchini composti di due grossi solitari di brillanti
Un pajo dOrecchini composti a tre cerchietti di piccoli brillanti
Un pajo dOrecchini con rosetta di brillanti, e perla pendente
Un pajo dOrecchini con cerchio doro con un piccolo brillante, e perla pendente
Un pajo dOrecchini ad una amendola di rubini, e brillanti
Un pajo dOrecchini di brillanti, e perettino con amendola acquamarina
Un pajo dOrecchini a forma di stella, e chiavetta di smalto bleu, e brillantini, con laccettino doro
Una Stella per petto con smalto bleu, brillantini, e laccettini doro
Una Spilla a freccia di brillanti
Una Collana consistente in brillanti infilati in n 25, dieciotto de quali piccoli con nocchetta, ed
amendola pendente
Una Collana di 48 perle, e 2 perle a piretto pendente con piccoli brillantini
Maniglie di perle a sei file luna, con susta di brillanti
Una Medaglietta doro girata di perle di figura diagonale
Un Filo di perle mezzane in n 328
Un Orologio con due giri di brillanti, smalto susi con piccoli brillantini nel fondo, e catena di bril-
lanti, e smalto bleu
Un Orologio grande, girato di piccole perle, e smalto turchinetto con cateniglia di Malta, e coretto
doro, e smalto simile.
Un Orologio a chitarra doro, con catena, palloncini, e perle doro
Una Ripetizione grande con catena doro, smalto bleu, e suggello pendente
Un Orologetto con perle, e smalto bleu
Altro pi piccolo con smalto bleu, e nero
Altro a palloncino di smalto nero, e oro
Una Crocetta doro con smalto bleu, e perle
Una piccola Goliera di capelli con giarretta doro, e rubini.
Uno Stucchio doro con rubino e brillanti
Una Spalletta con un brillante
Una Catena dorologio di capelli, e oro
Una Spilla con cerchietto di brillanti
Una Ciappa doro con brillanti
Una Farfalla di brillanti
Una guarnizione eguale di laccettini di Malta con cinque brillanti, consistente ad una Goliera, due
Maniglie, e due Anelli
Una Corona di perle, ed oro
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
141
Un laccettino di capelli, e piccole perle
Maniglie di Capelli, e oro
Una ciappa doro per la gola
N 8 Anelli, consistente il primo in una Spoletta di brillanti: il secondo ovato di brillanti: il terzo in
una Fascetta, con smalto bleu contornato di brillanti, e nel mezzo sette brillantini: il quarto con
capelli in mezzo contornato di brillanti: il quinto a cerchio con cinque brillanti: il sesto con set-
te brillanti e smalto bleu: il settimo a fascetta con pietre ovali, e core di smeraldo, e contornato
di brillanti, e finalmente lottavo con corniola contornata di brillanti.
Un Ordine di Maria Luisa di brillanti
Una Goliera di granate grandi co suoi braccialetti simili
Un mazzo di granatelle di undici fili
Una Goliera di piccole granatelle a quattro fili
Altra simile a due fili, ed un filo sciolto
N 4 Ritratti eguali con cerchi doro
Il primo col ritratto del R.l Principe Ereditario di Napoli
Il secondo col ritratto del R.l Principe dAsturias
Il terzo del Principe D. Carlo
Il quarto del Principe D. F. Antonio
Una medaglia doro, e smalto bleu con silocetta con ritratto di S. M. la Regina di Spagna
Altra a forma di core con siletta, e simile ritratto
La terza a forma quadrangolare col ritratto di S. M. il Re Cattolico
Una Palicchiera di bisqu con figurine, e tutta contornata dacciajo
N 4 Orologi consistenti
Il primo doro con quattro figurine nel quadrante con catena doro, e smalto bleu con tre pezzi pen-
denti
Il secondo doro semplice con piccola catena doro con smalto bleu, e laccettini doro
Il terzo doro, e smalto bleu fregiato di bianco con catena simile
Il quarto orologio doro piccolo ad una cassa con laccetto doro, e piccolo scatillo
Un orologio doro semplice senza catena
Due croci di smalto, ed oro
Una Spilla per la testa con figurina bianca nel mezzo
Un pajo dorecchini doro, e corniole
Un pajo dorecchini doro e pietra paglina
Una Spilla doro a freccia per la testa
Un pajo di orecchini doro con ritrattini bianchi sopra pietra rossa, e sua goliera simile
Altro con corniole, e sua goliera
Altro doro con smalto color molignana
Altro doro con smalto nero e contornato di madreperle
Altro doro a filigrana con perla doro nel mezzo
Altro di coralli con sue maniglie, e file 4 di coralli
Un pajo dorecchini a piretti di capelli
Altro a cerchio doro liscio
Altro con pietra porporina
Altro a serpe di capelli
Altro a serpe di filigrana con sua goliera
Altro doro e filigrana, e laccettini
Un laccettino doro con otto passanti con smalto
Uno stucchio doro con smalto bleu con forbice, stucchietto, e due altri pezzetti doro
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
142
Un cuore doro, e capelli nel mezzo
Un catenaccio doro
Due pettinasse dacciajo, due fiori per la testa simili, ed una fibbietta
Una pettinessa doro
Altra di tartaruga in oro
Quattro laccettini, cio due di Venezia, e due una a doppia maglia, ed il secondo a stellucce
Una Goliera doro con pezzetti di smalto celeste
Una di corde con coralli dassavaccio
Una piccola doro con pezzatti di smalto celeste
Una mezzaluna di brillanti in n 27 detti brillanti erano composti in piccola goliera portata dallIt.
Da Spagna
Una lira contornata di piccoli brillanti, e la medesima doro smaltata bl, e nel mezzo capelli del
R. Principe E.
Un piccolo anello dun brillante, regalato da S.A.R. D. Amalia
Una Frangia di brillanti regalata da S. M. la Regina in giorno di nascita di S. A. R. la Principessa E.
Una scollina di floscio doro, con fiocchi di brillanti alle punte, con ciappa di capelli, e cifra di bril-
lanti in mezzo, girata di num.o 18 brillanti, regalata da S. M. la Regina nel giorno di nome
Una cifra grande col nome M.a C.a di grossi btrillanti regalata da S.M. la Regina nella prima sag-
gia fattasi S.A.R. nella sua gravidanza
Un medaglione a due facce, col ritratto di S.M. La Regina doro smaltato, e con sua catena, simile,
regalato da S. M. la Regina in occasione anche della nascita per la seconda volta con corbella co-
lor rosso e cinque vedute differenti
Pettinasse num.o 10 consistentino la prima dacciaio, la seconda di tartaruca, ed oro, la terza, di tar-
taruca con tre camei, la quarta doro con un cameo, la quinta piccola di tartaruca , ed oro, la se-
sta formata con mezzaluna doro, la settima doro, lottava doro con tre camei, la nona doro a
filograno, e nel mezzo un cameo con smalto verde, e la decima doro con pietra dacheta contor-
nata di perle.
Collana di piccoli coralli rossi, con suoi orecchini, e smaniglie compagne.
Altra collana di piccole granatelle, con suoi orecchini, e smaniglie compagne mandate dalla Regina
di Spagna
Una guarnizione doro, e smalto verde, consistente una collana, orecchini, e freccia con camei bian-
chi
Unaltra guarnizione di camei, e smalto, consistente, una Collana con granate, ed Orecchini con lac-
cettino doro
Altra guarnizione di frutti rossi incrastati doro, consistente, orecchini, e collana
Un pajo dorecchini di veri coralli a piretti
Un pajo dorecchini doro con due ceraselle
Due paja dorecchini di finti coralli, con file tre per la gola.
Un mano di corallo
Un pajo di suste con smalto bl, miniature nel mezzo, e contornate di piccole perle
Due fila di coralli doro tra grandi e piccoli in n 83
Uno Stucchio doro, e smalto bianco
Uno Stucchio di tartaruga ed oro
Ditali num.o due doro, uno de quali ci resta un piccolo cuscinetto di Spille, ed il contorno del
med.o lavorato in oro.
Un bracciale di capelli della R.l Principessa D. Amalia con fibietta doro
Unaltra piccola collana di sette coralli finti, con laccettini doro
Una medaglietta, e nel mezzo un vero cameo
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
143
Un laccetto di capelli di S. M la Regina di Spagna.
Un altro simile di capelli di S.M la Regina di Spagna
Un altro simile di capelli di S. A. R. D. Cristina
Una medaglia a core, e dentro capelli, e cifra di M.a Luisa Regina dEtruria.
Un piccolo anello a floscio con brillantino in mezzo, e smalto bl
Due piccoli ventaglietti per petto, uno di tartaruca bionda e laltro di patre e perla, ed oro
Una spilla dacheta ricordo della contessa Dumbal a S. A. R. E.
Uno stucchio doro con smalto bl
Una mosca nera per spilla
Un piccolo pajo di orecchini doro con pirettini, guarnizione di lutto, un pallone di savaccio nero
con incastro doro, una spilla compagna per la testa, ed un pajo dorecchini a coralli
Un paio di orecchini con amendole di corniola bionda, con anello compagno, e con piccole perle
in ovato
Due piccole sciabole doro con smalto bl
Due farfalle doro con smalto bl
Due diademe, una con cammei oscuri, e bianchi, con suoi orecchini compagni, e laltra con tre ca-
mei bianchi senza orecchini
Un laccio elastico a palloncini, con passante di smalto celeste
Un pajo di orecchini di crusegla legati in oro
Due paja di orecchini a piretti di perle di Rama
Un pajo dorecchini a campanelli di corniole, oro, e piccole perle intrecciate
Un altro pajo con bocchette a floscio
Un altro pajo di capelli di S. M. la Regina di Spagna
Un altro pajo doro elastico, e in mezzo perla doro pendente
Un altro pajo dacqua marina
Un altro pajo di corniola, regalato dalla Regina di Spagna
Un altro pajo a porterino di smalto rosso
Un altro pajo di corniola, ed intorno i cerchi di smalto scuro, ed oro, con collana, e laccio di capel-
li si S. M. la Regina, e Re di Spagna
Un altro pajo di orecchini doro a filograno, e capelli di S.A.R. D. Leopoldo
Una catena smaltata celeste, lavorata a stella
Unaltra simile smaltata bianca, con panerino di filagrano
Una freccia doro liscia
Un pajo di orecchini dambra con sua goliera
Unarco doro con perle, freccia, e due colombe con ghirlanda in bocca, ed al didietro con portari-
trattoUncaducco doro per la testa
Unarco a schioppo con smalto bl alteniero, e laccetto doro
Una fibbia per la vita, in mezzo capelli della Regina R. S. e la sua cifra
Un pajo dorecchini a serpe, al disotto una palluccia verde
Una medaglia di S.A.R. D. Carolina, con cifra e capelli
Unaltra pi piccola doro, e capelli della Prefata A. S.a
Unaltra medaglia doro a filograno, contornata di perle, ed in mezzo capelli, e cifra di S. M. la Re-
gina
Unaltra di figura ovale con cameo biondo
Unaltra doro, e miniatura in mezzo venuta da Spagna
Due spille, una scaletta doro, e laltraa lira con corniola nel mezzo
Una Frontiera con floscio doro, e medaglione, con figura in mezzo di smalto bianco
Un ritratto dellImperatrice con laccetto doro, e coralli rossi
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
144
Un paio di orecchini a bastimenti con smalto bl, e piccoli brillantini, e perle, con sua medaglia
eguale
Una collana doro a floscio, e laccio elastico, con cameo finto in mezzo color giallino, con suoi orec-
chini simili
Una collana doro, e pietra lil con cameo bianco, con suoi orecchini eguali
Una medaglia con ritratto della Regina dEtruria, e del f Re dEtruria
Unaltra con ritratti di due Figli della prefata Regina
Un piccolo laccetto della Regina di Spagna, e del Re di Spagna, con piccolo coretto, e dentro i ca-
pelli della Figlia della R.P.E.
Un pajo dorecchini a Molino
Una collana di brillanti in numero 38 con catena doro a filigrana in numero 32, e piccoli brillanti
nellanello e smalto bl, e con altra medaglia annessa in forma di core contornata di brillanti
grandi in numero 30, e quattro brillanti piccoli, regalata dalla Regina Cattolica
Una guarnizione di figurine con fondo scuro, compostaduna collana, un medaglione, un piccolo
pajo dorecchini, una lira per la testa, ed un pajo di smaniglie, regalata da S. A.R. la Principessa
DAsturias
Una guarnizione composta dun band doro con perle, e smalto a miniatura con penna doro, per-
le, e smalto, un pajo di smaniglie uguali, un pajo dorecchini uguali, una gran collana di simile
lavoro, ed in fine due altri pezzi doro pendenti a forma di ghiande, e contornate di piccole per-
le, regalate dalla Regina N. S. nel giorno di S. Isabella
Un laccio doro con tenute doro, a forma di palloncini, con fiocchi pendenti, eduna goliera con ca-
mei nel mezzo, con giro di smalto bl, eperle, regalata dal P.E..
Una piccola guarnizione per gola di sinacoli doro, e pastiglie bl, con suoi orecchini compagni
Una guarnizione doro, e capelli, regalata da S.A. R. D. Amalia, composta da una goliera, un pajo
di smaniglie. Orecchini a cerchio, e piccola medaglietta.
Una guarnizione di pietre a corniole, composta duna collana di filigrana, e num. 6 pietre achete,
con lira pendente di detta corniola, compostavi perle, con suoi orecchini compagni, e spilla con
la testa, smaniglie eguale senza contorno di perle, regalato da S.A.R.P.E.
Un bracciale doro a filograno con sua susta, con smalto oscuro, e bianco.
Un pajo di smaniglie doro, e capelle di S.A.R.D. Leopoldo con suo ritratto in una delle suste, e nel-
lalrto mazzetto di capelli, regalo fatto dal detto Real Principe in occasione di nome
.composta duna goliera, un band per testa, una pettinessa, ed un pajo di orecchini, ed una frec-
cia, regalata da S.A.R.P.E.
Una tirsi doro, perle, e smalto verde
Un band con perle, e piccoli brillanti al di sopra una piccola mezzaluna, e due stelle di smalto bl,
e piccoli brillanti, con catena di piccole corniole, e fraschette di smalto bl, regalato da S.A.R.
il Principe Ereditario
Un pajo di orecchini con esservi inciso il nome della presata A.S.doro, e capelli, e smaniglie di si-
mil lavoro.
Un band doro, e nel mezzo di figura ovale, con cifra di capelli di S.A.R. Donna Cristina, regala-
to dalla Medesima
Una guarnizione doro,e nelli passanti smalto celeste, con bocchette doro a floscio consistente in
una collana, smaniglie, ed orecchini in forma di tulipano aperto, regalatadalla Regina di Spagna.
Un laccio doro a floscio a forma di palloncini, con medaglia pendente girata di piccole perle, e maz-
zetti di capelli del Real Principe di Asturias, con orecchini con piccoli animaletti rossi, ed una
spilla eguale, regalato dal Presato Real Principe.
Un band per la testa lavorato doro a floscio, con piccole stelle di smalto bl, e nel mezzo un fin-
to cameo bianco, con scollina doro, e piccole stellucce di smalto bl, con nocca doro e floscio,
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
145
smalto, e piccole perle, alle punte della detta due piccole spallucce doro, smalto, e perle rega-
lato da S.A. R. il Principe Antonio Infante di Spagna.
Una medaglia col ritratto della Principessa dAsturias con smalto celeste, e numero 12 di piccole
perle.
Una medaglia col ritratto delInfante Don Antonio contornata di brillanti, e smalto bl regalata dal
Presato Real Principe
Un bracciale doro con core lavorato in mezzo di capelli, e motto Francese, regalato da S.A.R. Don-
na Amalia nella nascita di S.A.R. P.E.
Un ordine doro di S. Isabella mandato dalla Regina di Spagna
Una guarnizione dabito dacciajo
Due strisce dacciajo per testa
Regali ricevuti per il primo parto di S.A. la Reale Principessa Ereditaria .D.G.
S.A.R. Donna Carolina regalato una ciappa contornata di grossi brillanti, in numero 24 in mezzo
della detta capelli, e cifra di rosette
S.A.R. Donna Amalia regalato una mezzaluna con perle numero 9, e brillanti numero 40.
S.A.R. Don Leopoldo regalato un pajo di smaniglie con piccoli brillanti, cifre e capelli
S.A.R. Principe C. regalato un medaglione con suo ritratto contornato di 20 perle grosse con filo
di perle in numero 67 con susta doro smaltata bl, con piccoli brillanti
Regalo dellInfante Don Antonio una piccola mezzaluna doro, e perle, e nel mezzo un buch di
fiori di smalto, oro e piccole perle.
Una lira di brillanti, smalto bl, ed un anello dun sol piccolo brillante regalato da Sua Maest il
giorno di Pasqua.
Nota de Ventagli, che appartengono a S.A.R. La Principessa Ereditaria
n. 5 ventagli davorio della china, uno con manico doro, altro con manico dargento, e tre con ma-
nico dello stesso avorio
n. 1 altro ventaglio con manico doro, e piede di bacchette di tartaruga
n. 1 altro con manico dorato, e con incastri di gergoni
n. 1 altro con manico dacciajo, ed il piede delle bacchette doro, ed acciaro
n.4 ventagli davorio tutti per interi lavorati a punto dInghilterra
n. 2 due altri, uno con manico dargento con timoni dacciajo, regalato da S.M. la Regina N. S.
un altro davorio nelli timoni lavorato di capelli della Regina, e del Re N. S.
otto ventagli davorio con pelle miniata
un ventaglio di tartaruga con pelle miniata con vedute di Napoli
un altro tutto di tartaruga bionda
ventagli piccoli in moda n. 27
due ventaglietti, uno di tartaruga bionda, e laltro oscura con pelle, e vedute di Napoli
un altro di velo crespo nero ricamato in oro
ventagli piccoli n. 14
un altro ventaglio davorio e pelle miniata
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
146
Lista della divisione delle mie Gioie secondo lapprezzo da Tufarelli
Al Re un anello dei capelli di Teresa 200 d.
A Francesco un anello color di Rosa 960 d.
A Leopoldo due Solitarie 4000 d.
A Alberto due Solitarie 3000 d.
A Teresa Imperatrice Rosa di brillante con Rubinetti 5046 d.
A Luisa Granduchessa orologio e Studio di Stagnio Sanguinio con brillante 4190
A Luisetta figlia di Teresa Imperatrice Medaglione con il Ritratto del Re 1300
A Carolinetta figlia della Granduchessa guarnizione crisolite 3304
A Clementina mia nuora la guarnizionedi coche e brillante 5971
A mia figlia Maria Cristina Pettina brillante 57392
Braccialetti Perle con i Ritratti Brillante 5376
fioccaglie di Perle 5630
filo di perle con coreto brillante 9707
Ritratto grande del Re in brillante 39580
A mia figlia Amelia collana Grande di brillante 96858
braccialetti tutti di Brillanti 17312
il filo di perle con pero bucato contornato di Brillante 3496
A mia figlia Antoinetta Girandole 38010
Pioggia grande con brillante color di Rosa 26875
Guarnizione di Smeraldi 12062
Orologi con Catene 19264
24 Rosette 18312
un filo di 25 Grosse perle orientale 3750
Alla Creatura che deve nascere
Roche di Brillante 15244
Rurera con medaglia 13556
un Cuore di brillante e suo bottone 6780
per sopra le scarpe 3066
Braccialetto tutto brillantini quadri 6000
Groseilles di brillante 2000
Pioggia di Spagna 3000
Noche di Spagna 8000
fibbie per scarpe 2012
ciappa per busto 1688
fiochaglie a un Amendola 2000
Questa partita come molta dubbia la vita della creatura che deve nascere se non vive si spartir tra le
mie figlie zitelle in egual tanna per uno. Similmente tutte le perle ed altre piccole gioie che ancora vi
fossero saranno spartite tra le mie tre figlie Cristina Amelia Antonietta uguale porzione tale esendo la
mia volont.
l 1 dicembre 1793
Maria Carolina
Gioielli della Regina
Maria Carolina dAustria 1793
ASNA
Archivio Borbone, b. 711
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
147
COPIA DELLINVENTARIO DELLE GIOIE ESISTENTI IN VIENNA
Primo registro
1. Una medaglia con una nocca di brillanti con il ritratto del Re nostro Signore
2. Altra pi piccola a forma di cuore con ritratto del Re N.S., col motto tuo per sempre
3. Altra senza ritratto con liscrizione sopra smalto con le parole pure in brillanti. In segno di attac-
camento
4. Un paio di braccialetti in 6. fila di brillanti con un fermoir, che dice Souvenir
5. Un paio di rose di brillanti ad un pezzo di velluto nero per braccialetti
6. Un ribis di quattordici brillanti
7. Venti rose di brillanti sciolte con un brillante grosso in mezzo, ed otto pi piccole intorno
8. Un paio di papucci con una nocca di brillanti
9. Una rosa di brillanti con uno grosso in mezzo, e 6. intorno
10. Due fila di brillanti, ogni filo dei quali consiste in 72. brillanti
11. Due piccoli orecchini di brillanti con due grossi brillanti, e due piccoli per uno
12. Una nocca con un brillante in mezzo appartenente allordine di Maria Teresa
Secondo registro
1. Una guarnitura di smeraldi intornata di brillanti consistente in una collana di 3 pezzi con 18.
smeraldi, sette amendole, sei orecchini, due anelli, ed una pezza quadrata
2. Un filo di brillanti con n. 84 detti
3. Una goliera fatta in frinza consistente in 39. fila
4. Un filo di brillanti grossi i n. 21, e 4 piccoli, che pendono che vera appeso un cuore, che fu man-
dato con S.M. la Regina a S.A.R. la Duchessa DOrleans alla partenza da Castelvetrano Aigrette
di piccoli brillanti con quattro Amendole di brillanti grossi, una delle quali di color di cannella
Due amendole di brillanti grossi intorniate con 16. brillanti piccoli
Una piccola rosa con un brillante grosso, e dieci piccoli intorno
Un paio di piccoli orecchini con un brillante sopra ed un pendente sotto
Un paio di pendenti grossi con due amendole alle due estremit e nel mezzo una grossa rosa tut-
ti di brillanti
Tre piccole fibbie di piccoli brillanti
Terzo registro
1. Una collana di perle grosse e meno grosse consistente in quattro fila con n. 196
2. Altra collana di perle pi piccole mischiate in pi piccole con n. 233
3. Un paio di braccioletti a 5 fila di perle grosse con n. 213 con due nocche girate di brillanti, in
una il ritratto del Re nostro Signore, e nell altra quella dellImperatrice Maria Teresa
Un filo di perle con n.154
Due fila di perle; resto delle 6. fila, che furono regalate due fila a S.A.R. la Duchessa DOrleans,
e due fila a S.A.R. la Princioessa D.a Cristina alla partenza da Castelvetrano, pi piccoli assai del-
le sopradescritte, consistenti in n.154
Un paio di braccioletti di piccole perle in n. 14 fila con lingasto di 7 brillanti per uno
Un paio di braccioletti di piccolissime perle di 6. fila per uno, con una piccolissima nocca della
stessa qualit
Un paio di orecchini di perle con pendente grosso di sotto, e rosa di sopra contornata di
brillanti
Inventario delle gioje della Regina
Maria Carolina dAustria, 1812
ASNA
Archivio Borbone, b. 711
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
148
Maria Carolina dAsburgo Lorena, Regina di Napoli e di Sicilia (Anton Rafhael Mengs 1768)
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
149
Due Amendole grosse di perle contornate di brillanti
N. cinque nocche di una perla per una di differente grandezza contornate di brillanti
Un piccolo orologio guernito di perle
Una collana di perle, brillanti, e smalto bl, e catene piccole in oro
Una nocca con una perla in mezzo, e brillanti da tutte le parti, appartenenti allordine di Maria
Teresa
Una carta con 40. perle di giusta grandezza, e 91 piccole
Una carta con lettere di piccolissimi brillanti, e perle
Una carta con 6. differenti carte piccole, cinque con perle di nessun valore, ed una con due per-
le grosse
Uno stuccio con una perla in due. La cifra regalata dal Gran Signore
Nel secondo registro si trovano ancora
Due solitari
Due anelli in forma di rose
Due anelli con i ritratti di Maria Teresa, e dellImperatore Francesco
Una spoletta con cifre di brillanti di M.T.
Una centuretta di capelli contornata di brillanti col nome di Elisabetta
Due anelli con capelli, e cifra, in uno con la lettera A, e nellaltro M.C.
Un anello con alcuni numeri in brillanti
RICEVO DAL PRINCIPE CASSARO LE INFRASCRITTE GIOIE CIO
Un medaglione di brillanti col ritratto di Sua Maest il Re/D.G./ fatto a cuore, valutato dal Gioie-
gliere D. Nicola Ficarrotta per once
Un paio di braccialetti di brillanti con velluto nero valutato oncie
Due ferma papucci di brillanti valutati oncie
Una piccola medaglia a forma di cuore, valutata per on. 3960 con quattro brillantini dalla parte su-
periore
Un paio di orecchine con loro amendole valutati once
Due lagrime con loro giri, e due sottane, cio una grande e una piccola con quattro brillanti di me-
no, valutati per oncie
Una colliera di brillanti, e smeraldi, con un pezzo di essa diviso, due orecchine, sette pezzi a lagri-
me, ed un pezzo quadrato, valutato per once 3600 con due anelli
Un paio di fioccaglie di brillanti per once
Sono once
Quali gioie del total valore di once diecinnovemila trecento trenta, erano in una Cassettina fra le
altre depositate nel Banco di questa Dominante del valore di once centomila per la causa indicata
nei P.li ordini de 27 Settembre 1810, e degli 11 Luglio 1811.
Palermo, 9 Maggio 1812
Con molta gratitudine ricevute
Maria Carolina
APPREZZO DELLE GIOIE DI SUA MAEST LA REGINA N.P.
FATTO DAL GIOIELLIERE DI CASA NICOLA FICARROTTA
Una goliera di smeraldi e brillanti, due orecchini idem, sette pezzi a lagrime idem, due anelli idem, ed
un pezzo quadrato idem
once 3600
Una goliera di brillanti
11100
Una collana di brillanti
10000
Un paio di fioccagli di brillanti
6580
Una nocca grande di brillanti
4000
Un astuccio di pietra con guarnizione di brillanti
300
Una ripetizione di crocco, chiave e suggello di pietra, tutto guarnito di brillanti
830
Un medaglione di brillanti col ritratto di S.M. Re N.P. con sua nocca
18892
Una medaglia di brillanti fatta a cuore col ritratto di S.M. Re N.P.
1320
Un paio di braccialetti di brillanti con velluto nero
1950
Una piccola medaglia di brillanti a forma di cuore con quattro brillantini dalla parte di sopra
3960
Una ciappa di brillanti con cristalli neri e lettere in essi
820
Un laccio di n. 21 brillanti
2250
Due ferma-capucci di brillanti
400
Una penna di brillanti con quattro grossi pendenti
2200
Un brillante a cuore, ed altri piccoli brillantini su di esso
1600
Un paio di brillanti con loro mendole
480
Due lagrime di brillanti con suoi giri, e due sottane, cio una grande ed una piccola con quattro
brillanti di meno
1040
Una pettiglia di brillanti
18700
Un paio di braccialetti di brillanti con suste idem
3720
Due ciappe di brillanti per busto
600
Due grandi nocche di brillanti per le braccia
5650
Once 100000
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
150
Inventario delle gioje della Regina
Maria Carolina dAustria, 1812
ASNA
Archivio Borbone, b. 711
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
151
Copia.- Oggi, diciassette Aprile, Mille ottocento ventiquattro.
Sua Maest mi ha ordinato di conservare il suo testamento che aveva consegnato al Principe D. Al-
varo Ruffo Presidente del Consiglio de Ministri e che al suo ritorno da Vienna aveva ritirato per passar-
lo a chi avrebbe la sua carica coperta. In conseguenza il suddetto testamento stato a me consegnato
suggellato con tre suggelli del Re: e portante sulla sua faccia la seguente intestazione Mio Testamento
olografo consegnato al Consigliere Ministro di Stato Presidente del Consiglio de Ministri.
- Seguita la mia morte immediatamente voglio che il Consigliere Ministro di Stato Presidente del
Consiglio de Ministri, o chi ne faccia le veci in quel giorno senzalcun altra autorizzazione apra il pre-
sente Testamento per la pronta esecuzione di tutto ci che trovasi nel medesimo ordinato.
- In piedi sono firmati - Alvaro Ruffo, Girolamo Ruffo. Ambedue le firme sono precedute dal sug-
gello delle loro arme. In fede di che ho sottoscritto il presente atto firmato il Cavalier Luigi De Me-
dici vi il suggello siegue il foglio con la suddetta epigrafe, nel quale si contiene il seguente Testa-
mento.
Copia - S.M.S. In nome della Santissima Trinit, Padre Figliuolo e Spirito Santo Io Ferdinando
I, per Grazia di Dio Re del Regno delle Due Sicilie e sano di mente e di corpo, e credendo come credo
fermamente in un solo Dio Trino ed uno, ed in tutti Misteri della Nostra Santa Fede Cattolica, nella
quale protesto di vivere e morire.
Per amore della mia Famiglia e figli, e per mantenere sempre pi tra di loro quellaffetto ed amici-
zia che con tanta mia soddisfazione vi ho veduto, e vedo regnare, vengo a formare il presente Testamen-
to, il quale voglio che abbia effetto al momento che il signore si compiacer a s chiamarmi. Invoco per
ci in tal punto per Avvocata la sempre Immacolata Vergine Maria Madre di Misericordia e delle gra-
zie, ed imploro lajuto dei Gloriosi Santi miei Protettori S. Giuseppe, S. Ferdinando, S. Gennaro, S. An-
tonio, S. Raffaele, S.a Rosalia, e di tutti gli altri Santi del Paradiso, come delle anime del Purgatorio.
Consegno e raccomando lanima a Dio, ed il Corpo alla Terra, di cui stato formato, e voglio che
questo dopo la mia morte (senza sezionarlo ed imbalsamarlo, ci chespressamente proibisco) sia seppel-
lito ove sono i miei Antenati e Parenti, di qua e di l del Faro ove mi trovi al punto della mia morte.
Ordino che si dicano per lanima mia e de miei defunti Genitori Messe Ventiquattromila, cio
accadendo il caso in Napoli, ottomila nella Capitale, e quattromila nei siti Reali, ed altri luoghi da
me pi frequentati, e dodicimila nel Regno, da distribuirsi in maniera che veramente si dicano, e si
soccorra per mezzo de Vescovi, Prelati e Prime Dignit, agli Ecclesiastici pi bisognosi, e Comunit
povere. Accadendo in Sicilia diecimila nella Capitale e Paesi da me pi frequentati, e quattordici mi-
la nel Regno. Le dette messe si distribuiscono alla ragione da me sempre praticata di tre carlini. Vo-
glio inoltre che si distribuiscano ai poveri in elemosina per una volta quarantottomila Ducati per mez-
zo de Parrochi con lo stesso metodo e proporzione prescritti per le messe. Dichiaro che dal legittimo
Matrimonio che contrassi con lArciduchessa Maria Carolina dAustria mi rimangono figli legittimi,
oltre quelli che Iddio si ha chiamati, Francesco Duca di Calabria, Leopoldo Principe di Salerno, Cri-
stina Regina di Sardegna, ed Amalia Duchessa di Orleans. Dichiaro mio Erede e successore nel det-
to Regno, dal Signore, per sua infinita misericordia alla mia cura affidato, il detto mio primo Figlio
Francesco, incaricandogli particolarmente la protezione della sacrosanta nostra Cattolica Religione, e
di promuoverne il dovuto culto ed osservanza, la cura paterna de miei cari ed amati sudditi, special-
mente di quelli che nelle passate luttuose vicende mi hanno maggiormente dimostrato la loro fedel-
t ed attaccamento, come depoveri di conservar sempre lo stesso attaccamento ed affetto pel suo fra-
tello e sorelle, e di essere finalmente il sostegno dellattuale mia ottima e fedel compagna. Lo dichia-
ro ed istituisco similmente Erede e successore Universale di tutto il mio Patrimonio ed assoluto Pa-
drone di tutti beni Allodiati, Farnesiani, Medicei, ed altri che possiedo nel sopraddetto Regno, ed al-
trove, per quanti dopo le vicende Politiche ne sono rimasti.
Confermo al mio Figlio Leopoldo lassegno e la dotazione in annui docati Duecento quarantami-
la, comprese le commende nel modo, sussistenza, e forma che trovasi da me ordinato in un foglio da
Disposizioni testamentarie
di re Ferdinando I
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
152
Ferdinando IV di Borbone, Angelica Kauffmann 1783 ca.
Il sovrano ritratto dallartista in armatura con accanto la corona e lo scettro, simboli di regalit.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
153
me sottoscritto in data 7 gennaio 1817, e consegnato al Ministro delle Finanze in occasione di essersi
provveduto al suo mantenimento pel matrimonio con lArciduchessa Maria Clementina DAustria.
Lego e lascio per allo stesso mio figlio Leopoldo, ed a suoi figli Eredi discendenti maschi di Ma-
schi col vincolo della perpetua inalienabilit e col patto di riversione a favore del mio Erede Universale
nella deficienza di figli, Eredi e discendenti Maschi di Maschi del detto mio figlio Leopoldo, escluse sem-
pre le femine, tutti feudi le case ed altro che va compreso nellAmministrazione della Ficuzza, e la Vil-
la Favorita di Resina con tutti i Corpi alla medesima annessi, e sotto i corrispondenti pesi ai quali son
soggetti.
Dichiaro compensate le mie carissime Figlie Cristina Regina di Sardegna ed Amalia Duchessa di
Orleans della legittima e di ogni altro diritto, che avesse potuto appartenere ed appartenesse a ciascuna
di esse sopra la mia Eredit libera con le doti, che furono alle medesime costituite, e che gli sono state
pagate; in virt di che debbonsi considerare per rinunziati e soddisfatti gli enunciati diritti, e li dichiaro
separati da esse.
Alla di sopra nominata mia fedel compagna, in considerazione dellultima compagnia fattami dal
di 27 Novembre 1814 che ci sposammo voglio che le sia esattamente continuato lattuale mensuale
assegnamento che l stato puntualmente pagato dalla mia cassa privata nella somma di D.ti Tremila,
ed oltre per la tavola, stalla, ed altro in docati mensuali Mille Cinque Cento; e ci in conformit del fo-
glio scritto dal mio amatissimo Figlio Francesco, in data de 30 Maggio 1821.
anche mia volont, che desiderandolo, rimanga nellappartamento da Lei finora goduto nel Pa-
lazzo di Napoli.
Lego in oltre alla detta mia diletta moglie lusufrutto, durante la sua vita, della Contea di Mascali,
che particolarmente mi appartiene. Voglio per che dopo la di lei morte lusufrutto si consolidi con la
propriet a favore del mio Erede Universale.
Ordino ed impongo che a tutti quelli della mia Corte che mi hanno per tanto tempo cos fe-
delmente servito,niuna classe eccettuata, se gli continuino finche vivano i soldi, averi, e pensioni
da me concessigli ed inoltre a tutti quelli della mia Corte che mi hanno seguito in Sicilia una in-
tiera annata di Saldo.
Ordino ed impongo parimenti che a tutti coloro dalle classi pi alte fino alle pi infime, che nelle
ultime vicende mi seguirono in Laybach, tuttoch non mi avessero seguito in Sicilia, e non appartenes-
sero alla mia Corte se gli continuino finch vivono i soldi, averi, e pensioni da me concessigli, sia per
mezzo della Finanza, sia per mezzo della Casa Reale; sia finalmente per mezzo della mia Cassa provata;
ed in oltre voglio che si dia a ciascuno di essi una intiera annata del rispettivo loro soldo.
Incarico il detto mio figlio Erede Universale, e successore di avere massimi riguardi per tutti so-
praddetti servitori per lo zelo, amore, e fedelt, con cui mi hanno sempre servito.
Dichiaro che del denaro di mia particolare propriet di conto della mia Cassa privata, che trova-
vasi impiegato in Londra in Consolidati in testa del Cavalier D. Luigi DeMedici, ne ho gi disposto
della maggior parte in D.ti 100,000 per via di una nota di mio carattere che consegnai al Marchese D.
Girolamo Ruffo con incarico di farne egli la distribuzione di modo e forma in esse prescritto, come gi
trovasi di avere eseguito con la mia intelligenza. Voglio per che tutto quel denaro contante che nel gior-
no della mia morte si trover nella mia cassa privata nella quale va compreso il mio Tesoretto, esistente
nel mio appartamento nel Palazzo di Napoli, di cui ho io conservato e conservo le chiavi, se ne faccia
luso descritto nellannessa nota di mio carattere N.1.
Il quantitativo di tal denaro sar quello che si trover notato nellultimo bilancio, al quale soltanto
voglio che debba starsi; tale bilancio sar quello che si trover da me non ancora firmato, dopo limme-
diato prendente che si trover seguito colla mia firma. E siccome la direzione della suddetta Cassa sta-
ta affidata al Marchese D. Girolamo Ruffo, il quale ha disimpegnato lincarico colla mia intelligenza, ed
ha tutto eseguito dordine mio e con piena mia soddisfazione, cos lo libero ed esento da qualunque re-
sponsabilit.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
154
Dichiaro inoltre che ho disposto finora della maggior parte delle gioie, e che rimangono soltanto
esistenti le infrascritte.
N 1. Un ai crete per testa con quattro brillanti, de quali tre a piretto, ed uno a goccia.
N 2. Una medaglia di un grosso brillante contornato di altri brillanti pi piccoli.
N 3. Una collana di 197 perle in quattro fili.
N 4. Un anello di un solo brillante.
N 5. Un medaglione col mio ritratto contornato di brillanti.
N 6. Una sciabola guarnita di brillanti.
Le suddette gioie trovansi conservate in un cassettino esistente nel mentovato mio Tesoretto.
Di pi la spada guarnita di brillanti, il laccio del cappello di brillanti, il bastone con i ritratti della
famiglia, tutti miei ordini di brillanti, colle rispettive placche parimenti di brillanti, il laccio per la spalla
di brillanti, ed il Tosone di brillanti. Queste gioie non esist6ono nel cennato mio Tesoretto, ma trovan-
si in potere del Capo della Real Tappezzeria D. Carlo Falco, o si troveranno in potere di colui che lavr
in consegna nel giorno della mia morte.
Lego rispettivamente le suddette gioie dal N 1 al N 6 inclusivamente alle persone descritte nella
nota di mio carattere di N 2, e voglio che a ciascuna delle dette persone si dia quella gioia che trovasi
con una fascetta di carta suggellata col mio suggello, sulla quale fascetta descritto un numero di mio
carattere, che corrisponde al Numero della nota suid., indicando la persona alla quale il detto legato
dovuto.
Lego inoltre il resto delle sopra descritte gioie alle altre persone rispettivamente descritte nella sud-
detta nota di mio carattere di N 2. Le galanterie che sono similmente in potere di D. Carlo Falco, o di
colui che lavr in consegna in quel momento, sintendono da me legate rispettivamente alle persone de-
scritte nellannessa nota di mio carattere di N 3. Il servizio di argento di Vienna da me aumentato con
denaro della mia cassa privata, quale servizio trovasi esistente nella Real salmeria in consegna dellincari-
cato della medesima, come pur laltro servizio da me comprato dal Duca di Gallo, similmente con de-
naro della mia cassa privata, ed esistente parimenti nella Salmeria in consegna dellIncaricato medesimo,
sintendono da me legati secondo che si trover scritto nella stessa nota di mio carattere di N 4.
Voglio che le disposizioni contenute nelle suddette quattro note si abbiano come parte integrale del
presente mio Testamento; e al proposito per maggior dilucidazione dichiaro che nelle gioie da me dispo-
ste, in vita, ed in quelle che ora si contengono nel mio Testamento, come anche negli argenti nello stes-
so legati, si sono comprese le gioie e gli argenti pervenutimi dallEredit della mia Carissima defunta mo-
glie; come per appartenente per averne pagato limporto anche in maggior somma in estinzione de de-
biti della stessa mia moglie contrtti in Sicilia e in Vienna.
Raccomando al buon cuore del sopradetto mio figlio di lasciare impiegati i capitali impiegati nella
Fabbrica di San Leucio, dappoich sarebbe mio piacere che quella gente da me riunita in colonia non
manchi di sussistenza. Per le Tonnare di Soltanto, e di S. Elia sar eseguito il contratto che ho col Pro-
prietario. Sar restituito ai caratari il denaro che a ciascuno di essi rispettivamente si appartiene, e che
hanno depositato in quella Cassa per fondo di capitale alla ragione di Duecento cinquanta a carato. La
mia rata del fondo capitale rimane in favore del mio Erede; beninteso che siccome laffitto delle dette
Tonnare spira colla mia vita, cos volendo egli il mio Erede continuare a tenerle per suo conto dovr con-
venire col proprietario.
Confermo le donazioni da me fatte alla Duchessa di Floridia D. Lucia Migliaccio mia carissima
moglie de Casini, Giardini, Ville, Boschetti, Masserie ed altro nella contrada del Vomero, secondo
glistrumenti. E siccome posteriormente alle dette donazioni ho fatto e far io ai detti stabili molte spe-
se, miglioramenti, aggregazioni, mobilie etc. cos a qualunque somma ascendano, voglio e dichiaro che
si abbiano anche come legate alla suddetta Duchessa.
Nomino per miei esecutori Testamentari i miei figli il Duca di Calabria, ed il Principe di Salerno;
il Segretario di Stato degli Affari Esteri, il Segretario di Stato della Casa Reale, ed il Direttore o il Segre-
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
155
tario di Stato per gli Affari di Sicilia.
Dichiaro che il principio e fine del presente Testamento di mio carattere, ed da me cifrato in
ogni foglio, e sottoscritto; il di pi trovasi di Carattere di D. Giuseppe Caprioli, Ufiziale della mia Se-
greteria particolare, e replico che quanto in esso Testamento si contiene mia libera e spontanea Volon-
t. Ordino per e voglio colla pienezza di mia potest, che sia valido , e che si esegua con esattezza, di-
spensando a qualunque altra forma, e solennit forse non adibita, e che ricercasse per la sussistenza, e
derogando come Sovrano a qualunque legge in contrario. Napoli, nel Palazzo Reale, a sei Febbraio Mil-
le ottocento Ventidue - firmato: Ferdinando.
Copia & - Note citate nel mio Testamento.
Copia & - N 1. Denaro.
Quel denaro contante che si trovasse nella mia Cassa privata a di pi de D.ti 100,000, gi da me
donati e distribuiti vada alla mia Carissima moglie Lucia Migliaccio in aumento de 360,000, gi rice-
vuti.
Quello che si trova in potere di Ecceverria, o altro aiutante di Camera che porti il mio particolare
conto di spese minute, rimanga a suo beneficio.
E quello finalmente che sta nel Cassettino che ho portato sempre meco, sia di D. Nicola di Pietro
o di chi mi avr seguito in sua vece - firmato: Ferdinando.
Copia & - Nota N 2. - Gioje.
Al Duca di Calabria la spada, il laccio del Cappello, ed il bastone: alla Duchessa di Calabria
il N 1.
Al Principe di Salerno tutti gli ordini nelle rispettive placche, ed il laccio per la spalla.
Alla Principessa di Salerno il N 2.
Alla Regina di Sardegna il N 3.
Alla Duchessa di Orleans il N 4.
Al Re di Sardegna il N 5.
Al Duca di Chartres il N 6.
firmato: Ferdinando.
Copia & - Nota N 3 Galanterie.
Al Duca di Calabria la ripetizione di lEpin, e la mostra di Arnold.
Al Principe di Salerno il bastoncino davorio con pomo di lapis Lazzaro, e ritratto di Luca in Ca-
meo, il palosso doro con testa di Leone, la ripetizione di Emery, e la mojana di Migliardo, compagna
alla sua.
Alla mia Carissima moglie Lucia Migliaccio il bastone a muletto datomi dalla mia cara figlia
Amalia.
Al Duca dAscoli, mio cavallerizzo maggiore ed ajutante generale, il mio usuale bastone di legno
col pomo di legno impetrito, la sciabola di acciaio tutta brillantata fiocco di perle in acciajo, lama da-
maschina con fodero nella met in velluto verde, e la spada di acciaro colla guardia che si apre.
Al Duca di Miranda, mio cacciatore maggiore, lo schioppo di Juan Pereira, di cui ho fatto uso fin
dallet di quattordici anni, ed il palosso col manico dacciaro dInghilterra.
Tutti gli altri orologi, anelli, bastoni, sciabole, spade, ed altre piccole galanterie voglio siano divise
in sette pozioni, e divise a sorte fra D. Carlo Falco, ed i sei aiutanti di Camera. Lo stesso si far per gli
abiti e biancheria- firmato: Ferdinando.
Copia & - Nota N 4. Argenti.
Il servizio di argento di Vienna da me aumentato, ed il di cui prezzo stato da me conteggiato con
lEredit della defunta Reggina, come dalla mia Dichiarazione Testamentaria.
Il servizio di argento da me comprato, dal Duca di Gallo. Tutti due alla mia amatissima moglie Lu-
cia Migliaccio Duchessa di Floridia - firmato: Ferdinando.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
156
Addizione al testamento
Copia & - Oggi cinque Novembre mille ottocentoventi quattro.
S.M. mi ha ordinato di conservare un foglio suggellato con tre suggelli che ha per titolo Addizio-
ne al mio Testamento olografico consegnato al Consigliere Ministro di Stato Presidente del Consiglio
deMinistri o chi ne fa le veci il giorno della mia morte senzalcuna autorizzazione apra egualmente la
presente addizione per la pronta esecuzione di tutto ci che trovasi nella medesima ordinato.
In piedi sono firmati: Luigi De Medici Donato Tommasi Girolamo Ruffo: le tre sottoscrizioni
sono precedute dal suggello della loro Arme. In fede di che ho sottoscritto il presente atto- firmato: Il
Cavaliere Luigi De Medici Vi il suggello.
Siegue il foglio ossia coverta, citato nel soprascritto atto colla epigrafe ivi rapportata.
- Copia dellAddizione al Testamento olografo contenuta nel suddetto foglio.
In nome della Santissima Trinit, Padre, Figlio, e Spirito Santo.
Io sotto scritto Ferdinando Primo, per la Grazia di Dio Re del Regno delle due Sicilie, avendo gi
fatto il mio Testamento olografo che ho dato a conservare in un piego chiuso e suggellato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ho determinato di aggiungere, come col presente foglio aggiungo, alle dispo-
sizioni contenute nel suddetto Testamento le seguenti mie disposizioni, le quali Voglio che abbiano il lo-
ro pieno effetto e formino parte integrale di esso mio Testamento.
1 Lego alla Duchessa di Floridia mia dilettissima Moglie tutte le galanterie di qualunque specie che
al tempo della mia morte si troveranno negli armadii, e negli scrigni de tavolini e degli altri mobili del-
le stanze di mia abitazione.
2 Dichiaro inoltre che la sciabola gemmata segnata col N 6 nella Nota N 2 che tratta delle Gio-
ie da me legata al Duca di Chartres nel citato mio Testamento, nel quale la detta Nota acchiusa, sta-
ta da me gi data ad esso Duca, e perci la sciabola suddetta non si trover tra le altre gioie egualmente
da me ad altri legate.
3 Annullo la nomina dei miei Esecutori Testamentarj fatta nel citato mio Testamento olografo e
voglio che debbano essere miei Esecutori Testamentarj il mio dilettissimo figliuolo il Duca di Calabria,
ed i Ministri Segretarii di Stato, Affari Esteri, della Casa Reale, di Grazia e Giustizia, e delle Finanze.
Impedito dal noto tremore della mia mano di scrivere questa addizione al detto mio Testamento
interamente di mia propria mano, ordino che la stessa addizione abbia tutta la validit dispensando col-
la pienezza del mio Potere alla necessit di essere scritta interamente di propria mano del Testatore, pre-
scritta nellart. 895 delle leggi Civili. - Napoli nel Palazzo Reale il d 4 Novembre 1824 - firmato: Ferdi-
nando.
Tutti i sopra rapportati fogli sono stati aperti e letti nel Consiglio di Stato tenuto il giorno 4 Gen-
naio Mille Otto Cento Venti Cinque nel quale giorno S.M. il Re Ferdinando Primo passato a miglior
vita. - Napoli 5 Gennaio Mille ottocento Venti cinque.
Per copia conforme
Il Consigliere Ministro di Stato
Presidente del Consiglio de Ministri
De Medici
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
157
Nota di Paolo Savoja
Data de documenti epoca della formazione e oggetto della spesa costo
degli oggetti Spilla con topazio orientale contornato
4 agosto 1830 23 ag.to 1828 di brillanti a concia Inglese, consegnata 90
a Viglia
25 ag.to 1828 Vari accomodi Collana ed altro consegnato 36
a Viglia
15 ag.to detto Catena di oro con chiave e suggello con
Ametiste, 50
Anello ad afritora 1,20
Consegnati a Viglia 51,20
4 ott.bre Catena con chiave e suggello con ametiste
Consegnate a Viglia 36
6 gennaio 1829 Spilla rappresentante una chimera 8
Due paja di orecchini alla Ercolanese 24
Consegnati a Viglia
28 febbraio 1829 Importo di una nota di brillanti
245.20
6 Gennaio 1829. Due paia di orecchini alla Ercolanese di oro di zecchino 24
16. 1830 / 28 Feb. 1829. Importo di una nota di brillanti 32
245,20
Consegnati a 28 febbr. 1829.
Brillanti e pietre colorate 83
Brillanti 28. D. 9 252
Grandi 4 g. 8 a, 12 96
Brillanti g. 29 e 7. 203
Smeraldi. N 17 75
Smeraldo di Corati 4 ? 225
Rubini 8. 250
Unametista 10
Oro e fattura. 300
2356
4 Gennaio 1829.
Serpe doro smaltato, 250
Orologio a cilindro, 80
Laccio doro, 70
cons. a Viglia 400
Cassa Privata di Francesco I
Note di acquisto di Gioielli 1830
ASNA
Archivio Amministrativo di Casa Reale
inv. III, Maggiordomia Maggiore
Appendice, b. 20
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
158
28 Feb. 1829.
Braccialetto smaltato. 70
Farfalla con pietre di colore. 16
Anello con pietre di colore. 12
Sivijni con pietre di colore e perle orientali. 400
498
13 Marzo 1829.
Un paio di bottoni di brillanti di peso g. 10 ? a 17. 177.(consegnati a Viglia)
7 Aprile 1829.
Serpe di oro smaltato per uso di cinta braccialetto. 300
Sivijni con perle fine e pietre di colore e brillanti. 350
cons. a Viglia 650
10 Luglio 1829.
Montatura di cameo rappresentante il ritratto di S.M. la Regina.
In oro e fattura. 60
Otto pietre fine. 20
Montatura di serpe di capelli. 10
Scatola. 6
cons. a Viglia 96
4 Gen. 29.
4. braccialetti doro modello antico. 160
4. braccialetti argento. 86
2. braccialetti antichi. 50
8. scatole per detti braccialetti. 9,60
255,60
12 Agosto /829.
Due braccialetti doro. 80
Scatola. 2,40
cons. a Viglia 82,40
10 Aprile 1829.*
Dieci catene di oro chiave e suggelli.
Conseg. Al Sig. Murat gia *487.50
22 Giug. 1829.*
3 catene doro con chiave.
25 Agosto 1829.
Spilla co rosa di Olanda modello a mosca 20
Consegn. a Viglia
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
159
29 Giugno 1829.
Spilla con rubino contornata di brillanti consegnata a Viglia
25 ag.to
Spilla con rosse dOlanda
Modello a Mosca
Consegnato a Viglia
15 set.? 1829.
Montatura di due paia di orecchini alla pompeiana 20
Due scatole ed una medaglia.
7 Marzo.
13 denti di animale ligati in oro e smalto. 45
Scatola per detti denti. 240
23 Aprile 1828.
Spilla col nome di S.M. il Re e la Regina con 24 brillanti - g. 30 - 385
Fattura e pietre col nome di una Iride. 25
Dichiaro io qui sotto scritto aver ricevuto dal pagatore della detta Cassa. D. 410.
Per costo di una spilla col nome di S.M. il Re e S.M. ls Regina con n 24 brillanti g. 30.
Paolo Savoia.
7 Agosto 1828.
Oggetti diversi di Biciotteria fornita a Viglia per real servizio. 370.
5 Nov. 1828.
Per. Tabacchiere di oro con cifre di brillanti fornite a Viglia per R. Serv. 1574.
28 Ag. 1829.
Tabacchiera doro. 80.
17 Genn. 1829.
Oggetti di Biciott. 150.
16 Giugno 1829.
Scatola doro smaltata. 200.
8 Luglio 1829.
Un grande necessario per signora guarnito riccamente
in vermiglio fornito a Viglia per R. Serv. 700.
18 Luglio 1829.
2 tazze di porcellana. 7.20
Tabacchiera doro. 210
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
160
10 Giugno /829.
N 9 Smeraldi. 2000
25 Ag. 29.
Orologio doro smaltato con catena doro. 120.
28 Ag. 829.
Tabacchiera doro. 210.
9 sett. 29.
Altra Tabacchiera doro. 220.
I ricevi interni:
Ho ricevuto da Cav. Michelangelo Desiderio pagatore generale
della Cassa privata di S.M. il Re
Note tutte saldate il 16 sett. 1830.
Teodoro Bloch
1829. 6 Giugno.
Spilla brillanti grande di peso g. 5 4/8 ed 8 piccole consegnate a 140
4 Marzo.
Braccialetto oro smaltato nero e bianco con lodorino. 102.
6 Mag.o.
Due ripetizioni or con quadrante oro a D. 125 cuna. 250.
28 Mag.o.
Orologio da tavolino bronzo col gioco della fontana cons. a V. 110.
20 Giugno.
Ripetizione oro smaltata a cilindro quattro buchi in pietra
con catena e suggello oro smalto cons. a V. 190
2 Ag.
Catena oro a forma di farfalla cons. a V. 80.
15 sett.bre.
Pendolo di bronzo dorato a colonna col moto planetario cons. a V. 340
tot. 1212.
Note tutte pagate il 16 ott.bre 1830.
Cesare Del Prato
1828. 25 Ag.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
161
Spilla di brillanti 70.
18 Nov.
Francia di brillanti jn Gola della Regina. 7521.35
(nota esibita il 20 Nov. 1828)
1829. 21 Febbr.
Brillanti rifusi fattura di ciappa, e bottone
Scatola di oro grande
Spilla in occasione di Cresima di S.A.R. Ant.
conseg. A Vi. 950.
1829. 14 Marzo.
Valore di tanti brillanti e pietre di colore a D. Litterio Silijigni,
come da nota esibita a Vigie. 495.
1829. 2 Aprile.
Valore di due brillanti a gocce consegnata a Silijigni, come da nota. 165.50
1829. 9 Aprile.
Valore di tre brillanti consegnati a Silijigni, come da nota. 475.37
1829. 12 Giugno.
Un paj di bottoni di brillanti per Gola di S.A.R. D. Antonietta,
come da nota. 1000
1829. 29 Giugno.
Spilla di brillanti con capelli di S.A.R. D. Cristina 393.75
1829. 9 Luglio.
Cinquanta perle consegnate a Silijigni come da nota. 502.20
18 Luglio.
Spilla di brillanti come da nota. 248.50
25 Luglio.
4 Spille di brillanti. 526.62
8 Ag.to.
Grappetto di brillanti 642.60
9 Ag.
Scatola di oro grande. 270.
15 Ott.
Pettine di brillanti e perle ordinato da Viglia
per la Gola di S.A.R. D. Teresa d 15 ottobre
che in seguito lavessi consegnato a S.E. Contessa Latour. 686
Don Gaetano dellAversana Gioielliere della Real Casa
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
162
1829. 14 Marzo. Orecchino a due in Madreperla. 24
11 Aprile. Ripetizione con catena in oro. 160
8 Giugno. Servizio di Porcellana di Francia decorato da cucina
consegnato a Michelangelo Viglia. 1380,20
8 Giugno. Servizio 10/ da Dessert. 382,80
19 G. 20 stampe. 115,60
24 Luglio. Guantiera Inglese e tre bottiglie olio per capelli. 28,60
totale 2091,20
Luigi Arene
Giugno 1829.
5 vasi antichi per conto di S.M. 400_
Nota di tessuti di Raffaele Marzano tele-Olanda, Battista. Fiandra.
Tot. 1079 _
Raffaele Gargiulo
9 sett. 1830
- Pettine a band in oro lavorato a basso rilievo con 50 perle
(data da Aversana) argento e fattura. e scatola. 106.
- collana ed orecchini di sconcigli e maruzze con frutti di oro,
e code di sirene in oro. 261.
- spilla grande a nocca, 16.
- un paio di braccialetti grandi in oro lustro alla Pompej
con due camei e scatola. 172.
tot. 539
Litterio Silipigni
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
163
Inventario di tutti li diversi Oggetti chesistono nella Guardaroba di S. M. la Regina Regnante,
nello Appartamento di Servizio in Napoli
Oggetti di Bisciutteria
1. 1 Braccialetto di argento smaltato turchino.
2. 1 Detto di oro a fettuccia con perla nella fermezza.
3. 1 Detto con fermezza adornata con rubini e zaffiri.
4. 1 Detto a catena con catenaccetto adorno di granatiglia e perle.
5. 1 Detto a serpente di oro.
6. 1 Detto di oro con lettere smaltate nere.
7. 1 Detto idem a serpe con rubino nella testa.
8. 1 Braccialetto a fettuccia di coralli.
9. 1 Detto a fettuccia con bocchetta di argento smaltato ble chiaro.
10. 1 Detto formante un serpente doro con rubini sulla testa ed occhi con una grande foglia
nel mezzo smaltata ble ed un giro di perle.
11. 1 Detto di vellutino con fermezza di oro cesellato, e ritrattino.
12. 1 Detto di oro, due serpenti smaltati neri, diverse pietre di colori e cristalli che conservano
capelli.
13. 1 Detto di oro con fermezza su di essa un cane in rilievo.
14. 1 Detto a pav di turchine e perle.
15. 1 Detto semplice a laminetta doro.
16. 1 Detto a catena con una turchina nella fermezza.
17. 1 Detto di oro col ritratto dell arciduca Carlo.
18. 1 Detto di oro con tre quadrati ad ornato con un rubino, due smeraldi, e sei mezze perle.
19. 1 Detto a serpente di oro smaltato ble con grosso brillante sulla testa*.
*Il grosso brillante si tolto, e fattone aro uso da S.M. la Regina, ed invece si posto una pietra.
20. 1 Detto con fettuccia di oro e fermezza smaltata ble adornata con tre rubini, ed otto sme-
raldini.
21. 1 Detto grande di oro cisellato con pezzo di smalto nella fermezza, ed epoca 1828
22. 1 Detto di oro cisellato con nove toppi a pav di granata.
23. 1 Detto a pav di smeraldi con opale nel mezzo.
24. 1 Detto di oro con fiure a pans nella fermezza e pitre di colore.
25. 1 Detto di oro fettuccia di capelli e lettera P. nella fermezza.
26. 1 Detto di oro con cameo in conchiglia denotante la Dea Notturna.
27. 1 Detto di capelli con fermezza di oro smaltato verde ble e bianco, e nel mezzo un cristal-
lo contenente capelli.
28. 1 Braccialetto a cerchio di oro con cristallo che covre capelli, ed anelato simile attaccato ad
un lanetto doro.
29. 1 Detto composto da cinque cateniglie doro di Venezia con fermezza , e su di essa ritrattino.
30. 1 Detto di oro a laminetta semplice con leggenda in giro di var mesi dellanno.
31. 1 Detto di oro grande con ritratto di una ragazza, ed al di sotto medaglia che conserva capelli.
32. 1 Detto di oro sullo stile gotico, il cristallo della fermezza contiene capelli.
33. 1 Detto grande di oro con cinque Camei di coralli, e due spille corrispondenti al suddetto.
34. 1 Detto grande di oro smaltato di differenti colori, con due fiocchi pendenti.
35. 1 Serpente grande di oro con ale simili, occhi di sublimi ed adorni di smeraldi, ed un pa-
io di orecchini corrispondenti allo stesso.
Inventario del Guardaroba
della Regina Maria Teresa dAustria
Napoli 1847
ASNA, Archivio amministrativo
di Casa Reale, III inv.,
Inventario, vol. 197
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
164
36. 1 Fittuccia di oro per collana che contiene un pezzo pendente adornata con perle, rubini,
smeraldo, ed orecchini corrispondenti alla stessa.
37. 1 Collana, orecchini, brouce e due spilloni a pav di turchini.
38. 3,, Spille di oro smaltate nere, e nel mezzo opale.
39. 3,, Spille di oro con turchine.
40. 1 Detta di oro con miniatura quadra in smalto, denotante la Madonna della Seggiola.
41. 1 Detta di oro con pendente ed anello smaltato ble guarnita da rosette di olanda.
42. 1 Detta di oro sullo stile cinese con miniatura.
43. 1 Collanetta di oro con pezzo pendente adornato di un zaffiro contornato di rubini, ed una
perla a pera.
44. 1 Detta di oro adorna da primule turchine.*
* La controscritta regalata da S.M. la Regina, alla Nutrice.
45. 1 Odorino attaccato ad anello, e catena il tutto di oro.
46. 1 Porta buch di oro.
47. 1 Paio di orecchini di topazi ligati in oro smaltato.
48. 1 Braccialetto di oro e niuoli per uso di corona, con medaglia, ed anello.
49. 1 Fibia a pav di perle.
50. 1 Souvenir di madreperla e semiloro.
51. 1 Spilla di oro a bottone con perla e fiocco pendente.
52. 1 Orologio a cilindro in oro smaltato nero.
53. 1 Detto pi piuolo con catena.
54. 1 Ritrattino con cerchietto doro.
55. 1 Filo di piccoli coralli.*
* Regalato alla Nutrice
56. 1 Occhialino in due di avorio.
57. 1 Detto ad uno di Tartaruca.
58. 1 Detto di osso nero.
59. 1 Braccialetto con sei camei di coralli, e tramezzi di oro smaltato.
60. 4 Cornetti di coralli.
61. 1 Crocetta simile.*
* Regalato alla Nutrice
62. 1 Filo di granatine ligate in oro.
63. 1 Piuolo braccialetto di oro con fermezza per conservare capelli, e leggenda al di sotto: 30.
Ottobre 1825.
64. 4 Spilloni a glibetti con altri pi piccoli pendenti a pav di turchine.
65. 1 Spilla a pav di turchine con pendenti.
66. 1 Crocetta con turchine ligate in oro smaltate nere.
67. 1 Coretto che porta una croce pendente di turchine.
68. 2 Spilloni in oro per frontini con turchine.
69. 1 Spillone in due di oro.*
* Sia tolto, e dato a D. Margarita
70. 1 Detto piu piccolo.
71. 1 Detto piccolo di oro a globetto.
1 Spilla di oro con tupazio.
72. 1 Detta smaltata nera con cristallo che conserva capelli.
1 Odorino di oro.
1 Medaglietta di oro con cristallo che conserva capelli.
1 Detta pi piccola di oro con leggenda: 2. Marzo 1835.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
165
1 Bottone a bocchetta di oro smaltato nero con tuppetto di perla.
73. 1 Anello a serpe di oro con turchina in testa.
1 Paio di cerchietti per orecchini.
1 Fibietta in oro.
1 Pezzi di oro, tramezzi di braccialetti.
1 Pezzetti di catenetta di oro.
73. 1 Spillone di argento alla Sorrentina.*
* Regalato alla Nutrice
74. 1 Ferma bottoni di oro con manico di coralli.
75. 1 Croce di argento con cristallo che conserva capelli, e leggenda al di sotto: 2. Marzo 1835.
76. 21Quelli diversi di oro e pietre riproposti in un cassettino.
77. 2 Braccialetti di coralli a fragole con fermezza, e due teste di coralli ligati in oro*
* La sola susta di uno di pi regalato alla Nutrice.
78. 5 Braccialetti di oro semplice in varie maniere, due di essi con turchine.
79. 1 Laccetto di oro Maltese.
80. 1 Catena di oro smaltata nera attaccata ad un crosc, e due chiavette simili pendenti.
81. 1 Catena di oro smaltata nera attaccata ad un crosci, e due chiarette simili pendenti.
82. 1 Detta semplice.
83. 1 Fibietta doro ligata ad un vellutino.
84. 1 Sugello per scrivania con manico di agata niccolata.
85. 1 Detto di oro con sei rosette di Olanda, ed un niccolo al di sotto inciso.
86. 1 Detto con bustino di agata niccolata, e testa incisa di un niccolo.
87. 1 Detto tutto in oro con incisione Corona Reale, e lettera H.
88. 1 Mazzettino di giocarelli di coralli.
89. 1 Odorino a forma di libretto lavorato a pav di turchine e perle attaccato ad un anello si-
mile, e cateniglia di oro.
90. 1 Piccolo feron di oro e perle.
91. 1 Piccola collanetta di laccio nero con tramezzo, una conchiglia di oro e turchina, e due
fiocchi pendenti anche di oro.
92. 1 Bottone a forma di nocca di oro smaltato, adornato con rubini e perle.
93. 1 Croce a pav di granata, pendente ad un vellutino.
94. 6 Bottoni, cio: uno di zaffiro, smeraldo, granata, ametista, topazio e turchina.
95. 1 Spilla di oro a nocca, con smeraldino nel mezzo.
1 Medaglietta a forma di cuore, di ametista.
1 Pezzo pendente a pav di turchina con perla.
96. 1 Coretto con acquamarina e cristallo al di sotto, che conserva capelli.
1 Bocchetta, e due fiocchi a pav di granata.
2 Pezzi pendenti di oro smaltato con rubini e perle.
1 Pezzo di catena veneziana.
96. 1 Porta orologio di oro lavorato a nodi.
1 Paio di cerchietti di orecchini di oro e perle.
1 Cerchietto di oro semplice.
97. 1 Bottoncino di coralli.*
1 Piccolo filo di coralli lavorato a fragole.*
6 Pezzetti di rottame doro.*
* Regalato alla Nutrice con la testa di uno dei due braccialetti di corallo
98. 1 Piccolo orologio a cilindro di oro con buch di fiori smaltato al di sotto, catena di oro e
chiavetta.
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166
1 Pometto di oro denotante una testa di aquila con turchina incisa.
99. 1 Cagnolino di argento.
1 Paio di orecchini di oro con serpenti di turchine.
1 Porta orologio di oro smaltato nero.
3 Paio di cerchietti di oro smaltato.
1 Medaglietta di oro con turchina nel mezzo.
99. 1 Croce di oro smaltata nera e bianca.
3 Piccole medaglie di oro con cristalli e capelli.
3 Anelli, due di essi smaltati e altro di oro.
1 Piccolo spillone di oro.
2,, Medagliette di oro pendenti ad un anello, una di esse a forma di more smaltata nera.
100. 4,, Dette di oro infilzate in un anelletto.
5,, Dette anche di oro, due di esse a forma di cuore, tutte con cristalli, e capelli.
1 Ordine austriaco a forma di croce.
1 Spillone di oro in due.
101. 1,, Croce di argento e cristallo con capelli e leggenda - 2 Aprile 1835.
102. 2,, Fibie di oro smaltate nere.
1,, Detta con sottofibia dargento.
2,, Detta con idem di acciaro.
103. 2,, Bottoni doro, con tupazio rosa e perle, altro con turchina contornato di perle.*
* Se ne sono formate due spille
2,, Detti di oro uno con rosa smaltata, altro a forma di Serpente.*
1,, Fibietta di oro adornata con rubino e perle.*
* Regalati allo LL.AA.RR. il Principe Ereditario, e Conte di Trani
104. 1,, Goliera antica di granata e perle ligata in argento.
105. 1,, Goliera di vellutino con fermezza di oro denotante una nocca con perla e rubini.
106. 1,, Lente di oro.
107. 1,, Laccio di oro.
108. 1,, Feron di oro con ciappetta, rubino, e perle.
109. 1,, Medaglia dargento con leffige di Sua Santit Gregorio XVI Papa.
110. 1,, Lente di oro smaltata ble attaccata ad una catenetta di oro, ed anello simile.
111. 1,, Detta tutta di oro cesellata con anello e piccola catena.
112. 1,, Spilla tutta di oro formante un nodo con due pendenti.
113. 1,, Detta a nocca di oro con fibietta smaltata ble, ed un fiocco pendente.
114. 1,, Detta simile piccola a bocchetta.
115. 1,, Detta doro smaltata nera e bianca, con miniatura in smalto.
116. 1,, Detta di oro cesellata con corniola nel mezzo, e turchine attorno.
117. 1,, Spilla allalgerina adornata di oro e perle.
118. 1,, Detta per porta orologio con una mano avente una cravascia, ed ornata di turchine e
perle.
119. 1,, Detta di oro smaltata a diversi colori con quattro rubinetti, ed un acquamarina.
120. 1,, Dette in oro con rubini attaccate ad una catena.
121. 3,, Dette a palloncini di oro con turchine attaccate ad una catena.
122. 2,, Spallette di oro denotanti una testa di cinghiale ed un topo ligate ad una catena.
123. 1,, Detta denotante un serpente smaltato con perle.*
* Regalata da S.M. la Regina a S.M. il Re
124. 1,, Spalletta di oro smaltato con rubino e quattro rose dOlanda.
125. 1,, Detta con due rubini, e due smeraldini.
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167
126. 1,, Detta a globetto di turchine.
127. 3,, Dette piccole di coralli con cateniglia.
128. 6,, Spille di oro lavorate.
129. 10,, Spillette di oro lisce.*
* Una delle controscritte regalata da S.M. la Regina alla Nutrice, altre due alle donne di Ca-
mera
130. 3,, Dette pi grandi per testa.
131. 7,, Bottoni di oro con piccoli.
132. 1,, Braccialetto di oro a catena con una crocetta di granatiglia.
133. 1,, Detto di oro smaltato ble con tre perle.
134. 1,, Odorino a libretto, senza cateniglia, ed anello, il tutto di oro.
135. 1,, Occhialino di avolio.
136. 1,, Finimento composto di una goliera, spilla ed orecchini di oro di Francia, con opali, e
smalti ble.
137. 1,, Spilla a forma di nocca di oro tutta incastrata di granatine; nel mezzo un fiore di gra-
natine e le foglie guarnite di perle, due pezzi di cateniglia doro, fiocchetti di mezza luna an-
che di granatine.
138. 1,, Braccialetto di pietre mischie formante otto palloncini incastrati ciascuno in sei filetti
doro, e passanti simili; allestremit vi sono altri quattro piccoli palloncini di varie pietre,
sostenuti da cateniglie e passanti doro, ed una crocetta di Tartaruca.
139. 1,, Braccialetto composto di undici pietre mischie tonde con asoletti e stelle, un coretto di
oro per la fermezza, ed allestremit vi sono cinque altre piccole palluccie e due coretti soste-
nuti da catenette di oro.
140. 1,, Detto formato da sette pietre ed un coretto di lapislazzulo a quattro facce ovali, soste-
nuta ciascuna da filettini doro, passanti e catenette simili, nonch una fermezza di oro smal-
tato e laccettino.
141. 1,, Cateniglia per orologio con nove piccoli coralli ovali di piccoli con incastri e catenette
doro.*
* Regalata a S.A.R. il Principe Ereditario
142. 1,, Braccialetto di coralli fra i quali uno a barilotto, e due fiocchi di piccoli coralli tutti con
cateniglie, e passanti doro.
143. 1,, Brosce formante tre spille di oro con cateniglie e perle.
144. 1,, Spilla doro smaltata bl con tre bottoncini di perle, e due fili di pallini anche di oro al-
lestremit.
145. 6,, Spallette a globetti di oro.
146. 2,, Bottoni di oro con pietre una verde altra rossa.*
* Regalati allo LL.AA.RR. il Principe Ereditario, e Conte di Trani
147. 1,, Orologetto a cilindro, cassa doro con due catenette una lunga altra corta.
148. 1,, Orologio a cilindro smaltato in ambe le facce della cassa con un buchetto ove segna le
ore; sua catenetta e chiavetta doro smaltata.
149. 1,, Orologio a corriera dargento con catenetta doro da uomo.
150. 1,, Porta orologio formante due serpi e catena smaltata nera.
151. 1,, Catenetta doro a fittuccia con suo incappetto.*
* Regalata al Principe D. Luigi
152. 1,, Odorino doro a libretto smaltato in ambe le facce con anelletto smaltato simile a cate-
netta.
153. 1,, Spilla doro con una corniola quadrata.
154. 1,, Detta grande a globo di pietra verde.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
168
155. 1,, Detta di oro con pietra nera e buch di fiori in mosaico. *
* Regalata alla donna di Camera D. Maria Tassara
156. 1,, Detta anche di oro con topazio verde.
157. 1,, Braccialetto di oro formante un nodo con smalto blu e rosso, e due perle.
158. 1,, Detto di oro con cristallo color verde e capelli nellinterno.
159. 1,, Detto di oro disegno alla roccoc smaltato verde e bianco con sei rubini e sette perle.
160. 1,, Occhialino in due tutto smaltato e miniato con uccelli e fiori.
161. 1,, Braccialetto di oro tutto smaltato ble con lettere composte di piccoli brillanti = Alexan-
dra, con pezzo pendente tondo anche smaltato bl con grosso brillante in mezzo, e nella par-
te di dietro si apre e vi sono dei capelli.
162. 2,, Collanella con cannottiglia di oro ble framezzate da perle, un fiore con brillante e pie-
tre di colore non che delle foglie doro smaltate verde.
163. 1,, Brosce di oro con due pietre rosse, e perle.
164. 1,, Braccialetto di oro tutto smaltato ble riccamente ornato di brillanti, e smeraldi.
165. 1,, Detto di oro formante un nodo con tre fibiette smaltato bl, bianco e verde.
166. 1,, Detto di oro formante una nocca smaltata rossa, verde e bianco.
167. 1,, Detto di oro con una cassettina sopra ad apritore in cui vi sono riposti de capelli.
168. 1,, Detto a fettuccia elastica e fibia, il tutto di oro cesellato.
169. 1,, Piccolo orologetto con piccola catenetta e chiavetta di oro, due porta orologi smaltati
ble e fiori di brillantini incastrati con altra catenetta pi grande, sugello e chiavetta, il tutto
di oro.
170. 1,, Collana composta da dodici pezzi di pietra verde con ritratti incisi.
2,, Altri pezzi con ritratti che servono per due fermezze.
2,, Spille simili.
1,, Paio di orecchini simili
Il tutto con guarnizioni doro.
171. 1,, Graffe doro a nodo con una molletta dietro.
172. 1,, Detta idem con tre mostaccioletti di granatine.
173. 1,, Spilla ovale doro smaltata ble con un fiore di rosettine dolanda.
174. 2,, Bottoni uno bl con brillantino, altro celeste con rosettine di olanda.
175. 1,, Braccialetto doro con nocca e due fasce celeste in smalto.
176. 1,, Braccialetto a catena di oro smaltato ble e bianco, ed un catenaccetto alla estremit.
177. 1,, Braccialetto di oro smaltato ble e bianco, aprendosi si trova il ritratto di S.A.R. la Prin-
cipessa D. Januaria del Brasile.
178. 1,, Braccialetto di oro smaltato ble e bianco, con un rubino ed otto perle.
179. 1,, Detto di oro elastico con una lettera T. nella fermezza e rosette di olanda.
180. 1,, Detto di acciaro brillantato simile.
181. 1,, Porta orologio a fettuccia con due catenette laterali, chiavetta e sugello smaltato ble con
un rubino, e due perle.
182. 1,, Tabacchiera di porcellana con cinque figurine a smalto ed anima di oro allinterno.
183. 1,, Odorino di cristallo color violetto con quattro statuette, pomo e guarnizione in oro.
184. 1,, Detto di cristallo bianco con quattro statuette, guarnizione e pomo doro.
185. 1,, Detto verde con guarnizione doro.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
169
Maria Teresa dAustria, Regina del Regno delle Due Sicilie
Francesco Torr, 1837
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
170
Terza stanza con i stigi dipinti bianchi
Num. 2 Piumini, uno con fodera di levantina verde, altro con fodera di raso bianco.
1,, Coverta imbottita grande, di levantina verde con sottofodera di mossolina bianca.
2,, Covertini imbottiti di levantina verde con sottofodera di mossolina bianca.
1,, Detto piccolo simile per li piedi.
5,, Coverte grandi di bambagia amo lettone.
1,, Coverta a maglia di lana bianca e celeste con sua frangia.
1,, Covertino simile bianco e color rosa con sua frangia.
3,, Detti a maglia bianca e celeste con frangia corrispondente.
4,, Lenzuola di pelle daddante.
8,, Cuscini per il letto delle LL.M.M.
Pag.43 XX 1,, Cassetta a piegatore con vaso di lanna.
xx 1,, Orinale di lanna.
1,, Bid ossatura di legno, ed anima di lanna con suo fodero.
2,, Scaldaletti di rame con manichi di legno.
1,, Conia di rame cedro per uso de piedi.
7,, Casse grandi tutte ferrate con fasce.
5,, Bauli con analoghe ferrature.
2,, Cassettini uno per carrozza, altro per Toletta.
2,, Scatole di lanna.
2,, Telata grandi da ricamo, uno di mogano, altro di acero di regno.
1,, Detto piccolo di mogano.
1,, Coccola di rame.
4,, Piccoli cassettini foderati di pelle varie dimensioni.
1,, Astuccio foderato di velluto ble per viaggio, contenente un bicchiere di cristallo
martellato, cucchiarino dargento, coltello con manico simile, forchetta e cucchiaro
a piegatore, scatoletta per il sale e pepe dargento dorato da dentro; per uso di S.M.
la Regina.
1,, Altro astuccio in tutto simile al precedente descritto; per uso di S.M. il Re.
1,, Machinetta di argento per fare il caff con pomo di avorio, suo piede e lampari-
no di argento con manico di avorio. Il tutto riposto in un cassettino guarnito di pel-
le di dante nel di dentro.
1,, Rosci dargento, composto di una caffettiera, ed altri due pezzi tripode un pic-
colo scaldino, una lattiera e zuccariera di argento dorato dentro, cucchiaino simile,
una corbeille dorata anche dentro, una guantiera grande, il tutto di argento, una taz-
za e piattino di porcellana lumeggiata in oro. I suddetti oggetti sono riposti in un cas-
settino di pelle rossa foderato nellinterno di pelle di dante e cuscino simile.
1,, Cassettino quadrato di legno radice dacero, ed altri legni forestieri; nel piano vi
un vaso di fiori in lavori incastrati di var legni forestieri, chiusure chiave, e maniglie
dottone; nellinterno foderato di velluto cremisi ripartito in 20. divisioni ove sono
riposte diciotto bottiglie di cristallo, e due vasetti di latta; nella parte di sotto vi un
fodero con altre tre divisioni ove si contengono due piccoli imbuti ed un bicchiere
dargento dorato, non che una mescola anche dargento, e due scatolette di latta con
coverchi; pi dietro al detto fodero vi unasta che si alza mediante una molle per
sostenere una bilancetta a due di argento con nove pesi, ed una piccola pietra di mar-
mo, pi una forbice di Campobasso con astuccio. Il descritto cassettino riposto in
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
171
un altro di soletta di Francia foderato di fustagno.
1,, Cassettino di Vienna coverto di pelle scura al di fuori, e foderato nel di dentro di
pelle daddante, contenente cio: Una Zuppiera grande dargento con suo coperchio
dorato al di dentro; Due dette pi pigole simili alla suddetta con piedi anche dargen-
to e manichi debano nero alevatoio; Due brodiere simili alle suddette con manicelle
di argento, e piatti corrispondenti;Una salsiera dargento con manicelle senza cover-
chio dorato al di dentro; Dodici piatti dargento; Due sperlunghe simili; Un ovaiolo
dargento dorato; Una saliera di cristallo martellato con piattino dargento; Un piat-
to di porcellana per Zuppa; Due Fruttiere anche di porcellana.
Tutti gli oggetti descritti nel presente Inventario dal fol1. al fol78. compreso i fogli di supple-
mento, dopo la debita lettura, ed esatto riscontro si sono rinvenuti regolarmente, e ci sono stati
dati in consegna collintervento del Capo della Real Tappezzeria Sig. Barone D. Carlo Falco: Na-
poli Maggio 1847.
Margherita Riccio
Maria Jassana
Gli orefici che lavoravano nel Borgo nel 1888/1889 e nel 1904
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
173
Gioiellerie e Oreficerie: fabbriche
Abbate Alfonso, vico di Mezzo agli Orefici, 6
Abbate Cristoforo, strada grande orefici, 11
Abbate Elia, vico 2 Strettola agli Orefici, 2
Abbate Giovanni, strada S. Giacomo, 28
Abbate Luigi, strada Pellettieri agli Orefici 28
Abbate Vincenzo, via Roma, 109
Acampora Pasquale, strada <casciari al Pendino, 10
Adamo Salvatore, strada S. Caterina Spina Cor, 22
Aletta Alfonso, vico lungo Gelso, 43
Allardo Ciro, strada borgo Loreto, 242
Alterio Celestino, strada S. Biagio dei Librai, 35 bis
Amato Antonio, vico Cellini agli Orefici, 12
Amato Michele, strada S. Agata agli Orefici, 24
Amatucci Eduardo, strada S. Mattia, 84
Amodio Giuseppe, strada S. Giacomo, 49
Anaglerio Francesco, strada grande agli Orefici, 46
Anastasia Filippo, strada S. Aniello dei Grassi, 35
Annunziata Carlo, Tartaruga, Corallo, Lava, Oreficeria, ecc.
piazza Municipio, Bottega di legno sotto larco dAragona 5
Apice Gaetano, strada Quercia, 20
Aprea Gabriele, vico Solitaria, 38
Ardito Carlo e Giovanni, strada San Giacomo, 47
Arena Errico, vico Benevento agli Orefici, 27
Arena Salvatore, loggia di Genova, 32
Arillo Carlo, vico Benvenuto agli Orefici, 24
Armano Alfredo, via n. Capolini, 36
Armano Luigi, strada grande Orefici, 21-22
Ascrittore Ernesto, Piazza dei Coppolari agli orefici, 11
Astarita Eduardo, via Roma, 77,78
Astarita Oreste Taledo, 242
Astarita Giovanni, strada S. Agata agli Orefici, 17
Astronomo Vincenzo, vico di Mezzo agli Orefici, 17
Avallone F.lli e Parancandolo, Gioielleria, strada Donnalbina, 56
Avallone Giovanni, via Tribunali, 208
Averaimo Luigi, via Chiaia, 127
Baldassarre Giuseppe e Federico, vico Catari a S. Eligio, 3
Barbarano Giovanni, via Conte di Mola, 107
Barbuti Ernesto, strada grande Orefici, 79
Belavigna Mariano, via di Mezzo agli Orefici, 11
Bencini Alfonso, via Carminello a Toledo, 9
Bardellari Pasquale, via Pace, 25
Bianco Salvatore, Corallo, Tartaruga, Orefice, piazza Munici-
pio, strada S. Lucia, 95
Billotti Giovanni, piazza Coppolari agli Orefici, 5
Biscardi Ciro, strada Pellettieri agli Orefici, 19
Bolognese e Rothacker, Salita S. Anna Lombardi, 36
Bagliese Vincenzo, vico C. Poerio, 12
Borgonovo Giovanni, vico Carminello a Toledo, 7
Borriello F.lli strada grande Orefici,83
Brancato Pasquale, largo Orefici,18
Bracci Francesco, strada S. Giacomo, 5
Bruno Carlo, via Roma, 118
Bruno Errico, vico Benevento agli Orefici, 3
Buonocore Carlo, Brillanti e pietre fine, strada grande Orefici, 59
Buonocore Raffaele, vivo Benevento agli Orefici, 25
Cacciottoli Vincenzo, strada Coppolari agli Orefici, 12
Cafaggi e Gnocchi, strada grande Orefici, 26
Calabrese Giovanni, largo Orefici, 14
Calamazzi Biagio, vico Benevento agli Orefici, 22
Califano Raffaele, vico di mezzo agli Orefici, 23
Califano Salvatore, via Cellini agli Orefici,18
Califano Giuseppe, vico 1 piazza larga Coppolari, 11
Caliman Melchiorre, strada grande Orefici, 50
Campatola Biagio e figlio, strada grande Orefici, 74
Canonico Francesco, largo Orefici, 23
Papasso Luigi, vico Benevento agli Orefici, 5
Capozzi Emmanuele, strada Strettola agli Orefici, 67
Capozzi Gennaro, largo Orefici, 17
Capparelli Pietro, largo Azzimatori agli Orefici, 30
Caputo & Salvo, str. Speranzella, 126
Carola Gennaro, strada Armieri, 62
Carola Pasquale, vico 2 S. Vito ai Bottonari,8
Carraturo Tommaso, strada grande Orefici, 44
Carosi Carlo, piazza Larga Coppolari agli Orefici, 8
Carosi Francesco, via S. Rosa, 116
Prisco Gaetano, via Cellini agli Orefici, 25
Casolta Cav. Luigi, Coralli, piazza dei Martiri, 6,7
Casciello Giovanni, salita Concordia, 35
Castellano Luigi, strada Calzettai a San Pietro Martire, 34
Castellano Pasquale, via Lanzieri, 54
Catalano Carlo, vico Pergola S. Antonio Abate, 67
Catello Vincenzo, Fabbrica specializzata lavorazione dargento,
strada S. Sebastiano nellIstituto Casanova, Deposito, strada
Trinit Maggiore, 41
Cattoretti G. Gioielleria artistica, S. Caterina a Chiaia, 38
Cava Vincenzo, vico Re a Toledo, 35
Cavaliere Francesco, piazza larga Coppolari agli Orefici, 42
Caviglia Francesco, vico Minatoli, palazzo Scala
Cecere Gennaro, vico Tagliaferro, 56
Centone Paolo, Loggia di Genova, 76
Cepparulo Salvatore, strada grande Orefici, 47
Cerqua Costantino, lavorazione e incastrotore in gioie, largo
baracche, 37
Cesarino Alfonso, vico Concordia, 18
Cesarino Antonio, via nuova orefici, 14
Cesarino Raffaele, strada Grande Orefici 9 e 27
Cesarino Salvatore, loggia di Genova, 73
Chevier Basile, Fabbrica e negozio gioielleria e oreficeria, via
Medina, 13
Chierchia Andrea, strada grande Orefici, 24
DAlterio Celestino, via Biagio dei Librai, 35
DAmelio Giuseppe, borgo S. Antonio Abbate, 203
DAmelio Salvatore, strada Carriera Grande, 3
DAmico Alfredo, via Toledo, 298
DAndrea Alfonso, strada Mergellina, 156
DAndrea Giuseppe, strada Martellina, 156
DAntonio Vincenzo, strada S. Aniello dei Grassi, 33
DApuzzo Gaetano & Mariano, strada grande Orefici, 64
Dario Nicola, strada Quercia, 8,9
De Angelis Alessandro, fabb, vico S. Mattia, 9
De Angelis Luigi, largo degli Orefici, 16
De Angelis Vincenzo, corso Garibaldi, 163
Elenco degli orafi
in attivit nel 1888/1889
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
174
De Carlo Angelo, vico Benevento agli Orefici, 4
De Carlo Michele, vico Benevento agli Orefici, 4
De Cesare Ferdinando, strada S. Biagio ai Taffettanari, 8
De Falco Pasquale, vico Femminelle, 13
De Leva Vincenzo di Raffaele, strada grande Orefici,32
DElia Zamgarona Eduardo, Commiss. In gioje, vico uccello ai
Fiorentini, 10
DElia Michele, largo Orefici, 23
Del Prato Giuseppe e F.lli via Roma, 291
De Signora Pasquale, vico Tufalo, 4
De Luise Vincenzo, via Roma, 410
De Marco Antonio, vico Miroballo,6
De MAria Eduardo (commiss. In Brillanti), S. Chiara, 10
De Maria Giovanni, strada grande Orefici, 20
De Martino Pasquale, Strada S. Giacomo, 53, 54
De Martino Salvatore, piazza Tribunali, 88
De Michele Enrico, via Roma, 64
De Michele Luigi, vico Pietrasanta, 12
Di Mingo Francesco, strada grande Orefici, 80
Demma M. q.N. & C., Cavallerizza Vecchia, 13
De Rosa Gaetano, strada grande Orefici, 80
De Rosa Giuseppe, strada S. Aniello dei Grassi, 22
De Rossi E. Dep. Orologeria e oreficeria, strada S. Sepolcro, 9
DErrico Vincenzo, strada Quercia, 35
De Santis Alessandro, vico Pace, 8
De Santis Fratelli, Strada grande Orefici, 48
De Santis Michele, strada S. Agata agli Orefici, 6
Desiderio Celestino, calata Sanit, 46
De Turris Francesco, largo Azzimatari Orefici, 2
De Vita Gennaro, strada S. Agata agli Orefici, 6
Desiderio Celestino, calata Sanit, 46
De Vivo Luigi, vico S. Marco ai Cristallini, 6
De Vivo Salvatore, via Cristallini, 111
Di Lauro Pietro, strada Casciari al Pendino, 12
Di Pompeo Errico, strada S. Aniello dei Grassi, 23
Di Roberto Giovanni, vico Salvatore agli Orefici, 28
DIschia Raffaele, via Chiaia, 39
Donadio Luigi, vico I S. Caterina Spina Corona, 4
DOnofrio Vincenzo, via Chiodaroli a Portauova, 31
Drago Alfonso, Salvatore agli Orefici, 12
Drago Gaetano, strada S. Agata agli Orefici, 17
Dramis Francesco, via Roma, 21
Dupont Luigi, socio della Ditta L. Mugnier d. C. studio e de-
posito, piazza Municipio, 15
Epifania Luigi, largo Azzimatori agli Orefici, 28
Ercolino Luigi, via Roma, 63
Errico Vincenzo, Bisciutteria di Coralli, Esposizione, S. Lucia 72
Erriquez Giovanni, vico lungo Montev. 11
Esposito Erminio, strada Portauova, 13
Esposito Giuseppe, gradini Conte di Mola, 3
Esposito Vincenzo, largo Azzimatori agli orefici, 23
Falanga Francesco, strada piazza larga dei Coppolari agli Ore-
fici, 19
Fede Giuseppe & C., laboratorio in gioje , oro ed argento, vico
S. Spirito , 107
Ferrara Vincenzo, fu Gennaro, strada grande Orefici, 74
Ferrara Luigi, Chiaia, 128
Ferraro Vincenzo, S. Giacomo, 7 e 10
Ferrigno Ferdinando, via nuova Orefici, 6
Festa Francesco e Vincenzo, via Roma, 207
Finizio Giovanni, largo Orefici, 12
Finizio Luigi, via P. E. Imbriani, 8
Finizio Giovanni, largo Orefici, 12
Finizio Raffaele, vico Salvatore agli Orefici, 9
Fiorentino Gennaro, piazza larga Coppolari, 36
Fiorentino Giuseppe, piazza larga agli orefici, 36
Fiorentino Raimondo, piazza larga agli Orefici, 36
Fiorillo Biagio, strada grande Orefici, 12
Flocco Vincenzo, Borgo S. Antonio Abbate, 195
Floricco Luigi, piazza Coppolari agli Orefici, 6
Florio F. lli strada grande Orefici, 14
Florio Raffaele, largo Portauova, 11
Fontanarosa Giovanni, gradini Conte di Mola, 5
Forestiere Pasquale, strada Calzettai, a San Pietro Martire, 14
Forza Giovanni (gross.) salita Trinit Spagnoli, 3
Fragano Pietro, strada grande Orefici, 27
Franconeri G. lavorazione di gioje e oreficerie, via Roma con
ingresso Taverna Penta, 2
Furn Rosario, via Cellini agli Orefici, 20
Fusco Gennaro, piazza larga Orefici, 39
Fusco Lorenzo, strada piazza larga dei Coppolari agli Orefici, 39
Gajaffo Enrico, Fabb. Di gioielleria e bisciutteria, strada S.
Giacomo, 38
Gaito Angelo, strada S. Giacomo, 18
Galante Vincenzo, vico carminiello a Toledo, 44
Galletti F.lli, vico Mezzo Orefici, 13
Galloni Luigi, corso Vitt. Em. 112
Gambardella Antonio, vico 3 S. m: in Portico, 18
Gambardella Salvatore, strada Coppolari Orefici, 8
Garofano Vincenzo, vico Affitto, 45
Gesualdo Davide, via Roma, 80, 81
Giacchetti Vincenzo, Galleria Principe di Napoli, 13
Giardiello Eduardo, piazza larga Coppolari agli Orefici, 6
Giardiello Filippo, strada S. Agata agli Orefici, 6
Garretiello Eduardo, vico 1 piazza larga dei Coppolari, 11
Gigante Luigi, vi Roma (gi Toledo), entrata Traversa Penta, 4
Giliberti Nicola, strada Tribunali, 189 e 99
Giordano Alfonso, strada Corsea, 46
Giordano Federico, via Cellini agli Orefici, 14, 27
Giordano Raffaele, strada Fiorentini, 20
Giuliani Carlo, corso Vitt. Emm., 661
Giuliano Antonio, strada Principessa Margherita, 23
Giura Vincenzo, via Roma, 328, succ. strada Quercia, 10
Guelfa Pasquale, via Nuova Orefici, 36, 37
Goffredo Vincenzo, vico Mondragone, 27
Golina Luigi di Malerba, largo Azzimatari agli Orefici, 10
Golletto Vincenzo, vico S. Domenico Soriano, 37
Grassi Enrico, strada Mergellina, 156
Greco Antonio, salita Museo, 7 e 8
Grimaldi Giuseppe, strada Quercia, 25
Grimaldi Nicola, via Tribunali, 223
Grimaldi Pasquale, strada grande Orefici, 6
Gruppo Gaetano, largo degli Orefici, 15
Guadagno F.lli, largo degli Orefici, 34
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
175
Guida Alfonso, via della Maddalena, 29
Guida Gennaro, piazza larga Coppolari Orefici, 34
Guida Magazio, Salute, 191
Guinot Eduardo, calata S. Marco ai Ferrari, 4
Gusman Luigi, Cavallerizza a Chiaia, 32
Gusumpaur Luigi, commiss. In Gioje, strada Chiaia, 24
Huguenin & C., via P. E. Imbriani, 39
Izzi Raffaele, rampe Nocelle 2
Jannitti F.lli, largo Orefici, 25
Iannitti Vincenzo, via Campo Vecchio, 26
Imparato Giuseppe, largo Orefici, 11
Iorio Lorenzo, vico 1 S. Caterina Spina Corona, 14, 20
Iovine Nazario, strada, Portauova, 13
Iunod Carlo, neg, di brillanti e gioje, vico Carminello a
Toledo, 56
Kaletta Alessandro, via S. Brigida, 50
Knight Giuseppe & Figlio, (gioiellieri di S. M. la Regina dIta-
lia), Bisognano 11, I piano
Knight & Musetti, fabb. dArgenti, piazza Cavour, 6
Labalm Eduardo, Saggiatore e neg. Speazzatura di metalli pre-
ziosi, via Marina nuova (angolo via Duomo)
Labanchi Francesco, vico I piazza larga Coppolari, 10
Lazzi Raffaele, largo Azzimari agli Orefici, 5
Lagan F.lli Porticato S. Francesco di Paola, 7
La Gatta Luigi, strada S. Efremo Vecchio, 47
Lamagna Salvatore (verghe doro), via grande Orefici, 2
Lamagna Vincenzo, via grande Orefici, 81
La Monica Pasquale, porticato S. Francesco di Paola, 8
Langella Re F.lli via Cellini agli Orefici, 20
Langellotti Leopoldo stra. S. M. Antasaccula, 8
Lanzetta Pasquale, vico Benevento agli Orefici, 2
Landini Luigi, piazza Coppolari Orefici, 35
Laurentini Antonio, str. Trinit Maggiore, 29
Lazzaro Domenico, vico di Mezzo agli Orefici, 8
Lembo Giovanni, vico Scalesia, 17
Leone Giovanni, sal. Tarsia. 21
Liguori Michele. Str. Pellettieri agli Orefici, 47
Lillo Teodoro, str. Giubbonari, 9
Lobrando Francesco, violetto Borio, 9
Loffredo Errico, via Roma, 285
Lombardi Pasquale, largo Orefici, 6
Longobardi & Barbarisi, Arg. Oref. Orologi e Perle. Dep. E
Fabb., strada Vergini, 28
Marchese Tommaso (sensale) S. Liborio, 40
Maffei Vincenzo, str. Montesanto, 57
Maggio Alfonso, S. Aniello dei Grassi 3 e 4
Magro Vincenzo, S. Giacomo 56, 57
Magliulo Luigi, gioielleria e bisciuytteria, str. S. Caterina a
Chiaia, 70, 71
Maiorani Matteo, via Cellini, 8
Moncai Luigi, Str. S. Giacomo, 15
Marco Luigi, str. S. Agata a gli Orefici, 5
Marco Vincenzo, vico I piazza larga Coppolari, 10
Mangiarotti Filippo, rappr. Di Gioje, Oreficerie, Argenterie,
vico S. Giuseppe ai Guantai,22
Mannara Luigi, Salvator Rosa, 334
Manzo Vincenzo, piazza Coppolari agli Orefici, 26
Manzone Ferdinando, str. S. Giacomo, 40
Marangelo Tommaso, vico I strada agli Orefici,7
Marchese Francesco, strada grande Orefici, 68
Marchitiello Francesco, vico I S. Caterina Spina Corona, 14
Marciano Giuseppe, vico Tutti Santi, 59
Maresca Luigi, via Ponte di Tappia, 59
Margherita Gennaro, neg. Bisciutterie, Oreficerie, str. S. M. La
Nuova, 2
Mariano Gaetano, vico Mezzo Orefici, 22
Marino Vincenzo, salita S. Filippo, 8
Marinassi Giuseppe, vico Canale, 19
Marotta Carlo, Borgo S. Ant. Abb. 232
Marseglie Michelangelo, vico Benevento Orefici, 16
Martano Giovanni, str. Grande Orefici, 54
Martucci Antonio, str. S. Giacomo, 48
Marzano Salvatore, piazza Municipio, gi vico Travaccari, 5
Maschio Gaetano, vico Miroballo, 13
Maseri Federico, viale Umb. I pal. Dal Verme
Massa Giovanni, via Roma, 262
Massa Paolo, & Figli, str. S. Giacomo, 14
Massa Pasquale, via S. Giacomo, 17
Massa Raffaele e Salvatore, vico Salvatore agli Orefici, 17
Massarelli Giovanni, vico I piazza larga Coppolari, 5
Masula Vincenzo, Baglivo Uries, 4
Matino Ferdinando, vico Carminello a Toledo, 45
Matrice Pasquale, largo Orefici, 19
Maturo Carlo, str. Sopramuro al Carmine, 31
Mautone Giuseppe, str. S. Agata agli Orefici, 8
Massa Antonio, largo Azzimatori agli Orefici, 3
Mozzarella F.lli, Gioiellerie, e Biciutterie, piazza Cavur, 8
Mazzola Pasquale, str. S. Biagio dei Librai, 49
Mazzola Vincenzo, str. S. Caterina Spina Corona, 41
Meglio Felice, piazza larga Coppolari agli Orefici, 41
Meglio Francesco, pal. Sorgi a Materdei
Meglio Gennaro & Francesco, Baglivo Uries, 20
Melillo Giacinto (oref. In Coralli), Riviera, 86
Meo Luigi, via Cellini agli Orefici, 16
Mercurio Orazio, discesa Sanit, 7
Merenda & Vanessa, Chiaia 213
Morola Giovanni, vico Benevento agli Orefici, 15
Merricone Giovanni, Borgo S. Ant. Abb., 175
Mozzacapo Lillo, via Roma, 72
Mozzacapo Giuseppe, Azzimatari agli Orefici, 31
Nichelini Luigi, piazza Coppolari agli Orefici, 1
Micillo Francesco, vico Lammatari, 17
Micillo Paolo, largo Azzimatari agli Orefici, 11
Milano Leopoldo, vico Gagliardi A PIAZZA Cavur, 59
Mirabile gennaro, alrgo Orefici, 67
Mirabile Mariano, piazza Coppolari agli Orefici, 42
Mirando Vincenzo, vico Re a Toledo, 44
Mirra Pasquale, str. Vita, 99
Miscione Alfonso, piazza larga Coppolari agli Orefici, 40
Montagna Roberto, vico Corrieri S Brigida, 11
Morabito Rocc, (Corallo, Lava, e Oreficerie), via Calabritto,
32 e piazza Martiri, 33,34
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
176
Morione Annibale, via Carmine, 22
Mottola Pasquale, vico Trufolo, 18
Mugnier L. & C. piazza Municipio, 15
Mulino Luigi, via Ferdinando Galliani, 3
Murolo Davide, vico S. Giovanni a Mare, 2
Murolo Francesco, largo Orefici, 15
Murolo e F.lli, str. S. Giacomo, 6
Musto Ferdinando, corso Vitt. Emm., 509
Navorelli Errico, str. S. Carlo, 15
Nagar Salvatore, strada Salute, 57
Negri Pasquale, S. Pietro a Maiella, 22
Neri Federico, strada Pace, 15
Neri Raffaele, via Roma, 280
Nitsch Pasquale & figlio, compra vendita, commiss. in gioie,
piazza larga Coppolari, 5
Orabona Vincenzo, str. Coppolari agli Orefici, 27
Orfeo Luigi, vico Chiodaroli a Portauova, 13
Origana Salvatore, Cavall. A Chiaia, 40
Orsi Salvatore, largp S. Angelo a Nilo, 4
Ottaviano Raffaele, vico di Mezzo agli Orefici, 16
Pagliata Giovanni, str. Speranzella, 29
Palchetti Federico, largo Orefici, 33
Palladino Francesco, vico I piazza Coppolari, 6 e ponte di
Chiaia, 87
Palladino Pasquale, via Gennaro Serra, 71
Palombo Giuseppe, vico 2 Strettola Orefici, 6
Pandolfelli Giovanni, Sedile Porto, 75
Papa Giovanni, largo Azzimatari agli Orefici, 20, 21
Papoff Luigi, str. Quercia, 12
Parancandolo Vincenzo, via Cellini agli Orefici, 19
Pascone Pasquale, vico 2 S. Giacomo, 10
Pasquezza F.lli & C. via Roma, vico Rotto S. Carlo, 40
Passeggio Vincenzo, Chiaia, 168
Pecoraio Vincenzo str. S. Aniello dei Grossi, 6
Palella Luigi, str. Grande Orefici, 8
Pelluso Luigi, largo Orefici, 20
Pennese Giovanni, largo Azzimatari agli Orefici, 12
Pepe Alfonso, via Nuova Orefici, 12
Perez Pasquale, Chiaia, 254
Perreca Antonio, vico Benevento agli Orefici, 17
Perretti Francesco, largo Orefici, 14
Piscitelli Pasquale, Chiaia, 361,362
Pratico Federico, fu Ferdinando, via Roma
Rozza Errico, Chiaia, 801
Salzano Giovanni, str. S. Gennaro dei Poveri, 7
Schisa Errico, via Roma, e via Urias, 70, 71
Schisa Raimondo, via S. Brigida
Schisa Vincenzo, via Roma
Sapio Ferdinando, vico Scoppettieri a Porto, 59
Troie Giuseppe, S Pietro a Maiella, 30
Battiloro: oro in foglie (1888/89)
Bartolo Gennaro, strada S. Agata agli Orefici, 21
Falco Ernesto,gradini Conte di Mola 11
Fusco Gaetano, via nuova Orefici 59
Fusco Pietro, via nuova Orefici, 61
Gallifuoco Giuseppe, strada S. Agata agli Orefici, 23
Gallo Biagio, strada S. Agata agli Orefici, 7
Guardiano Luigi, strada Spezieria Vecchia 7
Lamparelli Vincenzo, via nuova agli Orefici, 26
Lomanto Vincenzo, via nuova agli Orefici, 18
Lo Masto Vincenzo, strada Pellettieri agli Orefici, 48
Longo Giuseppe, vico Chiodaroli a Portauova, 28
Pandolfelli G. Battista, via Salvatore allUniversit 15
Peluso Pasquale, strada Pellettieri, 42
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
177
Abbate Giovanni, Argenteia, via Azzimatori agli orefici, 24, 25
Abbate Luigi, via Carlo Troya 5B e via Antonio Scialoia, 20
Abbate Vincenzo, Fabb. e Neg. Argenteria, via Antonio Scaia-
loia, 24, e via S. Giovanni in Corte, 1
Arcari Carlo, via Chiaia, 84
Arena Gennaro, Rua Toscana, 14 e via nuova Armieri, 2
Barbuto F.lli fu Luigi, via Scalesia, 23
Candida l. Gioielleria, Oreficeria, Argenteria, via Roma 274
Cangiaro Davide di Vincenzo, via Scalesia, 11 e via Giorgio
Pallavicino, 20
Cangiano Ignazio fu Davide, via Saverio Baldacchini, 17
Cangiano Vincenzo, fu Davide, via Antonio Scalesia, 13
Canonico Francesco fu Vincenzo, via grande Orefici, 23
Carola Gaspare, Rua Toscana 15, con Fabbrica in via Anto-
nio Scialoia, 9
Carola Gennaro & Giuseppe, via Antonio Scialoia, 33 e via
nuova Armieri, 1
Caserta Filippo, via Duomo, 208
Centone Emmanuele, Gioielleria Artistica brevettata da S. M.
il Re, Medaglia doro Real Istituto di Incoraggiamento, via
Medina 47 Palazzo Siringano
Cifuni Ignazio, piazza larga Coppolari agli Orefici, 45
Cipolletta Vincenzo, vico Casciari alla Loggia, 34 bis
Clemente M.le, via S. Biagio dei Librai, 25
Conte Pasquale, via S. Giacomo, 21
Conte Giuiseppe, via S. Giacomo, 29
Conte Giuseppe e Luigi, vico Baglivo Uries, 51
Conte Teodoro, I traverso degli Orefici, 14
Cozza Francesco, Unica Fabbrica di Catene doro, vico Bran-
caccio, 14
Cozzella Damiano, via Nuovi Orefici, 36
Cozzi Domenico e Gennaro, Ia traversa Orefici, 11
Criscuolo Giovanni, Fabbrica di Argenteria, via Carlo Troya,
16 e via Antonio Scialoia, 18
Criscuolo Pietro, Fabbrica di Argenteria, vico Strettola agli
Orefici, 1
De Angelis G.le, via Spezieria Vecchia, 8
De Laurentiis Vincenzo, via grande Orefici, 9
De Mingo Francesco, via Saverio Balacchini, 12
De Sanctis Michele, via Marina Nuova, 97
Di Finizio Giovanni & Figlio, via Antonio Scialoia, 17, e via
Nuova Benvenuto Cellini, 2
Drago Francesco, Rua Francesca, 15
Esposito Francesco, Fabb. e Neg. Argenteria, via Azzimma-
tori, 15
Festa Vincenzo, via Roma, 266
Furn Rosario: Alle Gioiellerie Napoletane, piazza Agostino
De Pretis, 14
Fusco Gennaro & Figlio, piazza larga Coppolari, 39
Giardiello Eduardo, corso Umberto 1, 132
Giardiello Filippo, via Duomo, 269
Giura Vincenzo, Oreficeria, Gioielleria, Argenteria, via Medi-
na, 13
Ingangi Giuseppe, via Chiaia, 53
Knight G. & Figlio, Riviera di Chiaia, 287 A
Labalme Henry, via Scalesia, 19
Mangiarotti Leopoldo, Fabb. di pomi dArgento, Studio dIn-
cisione, via Roma, 317
Massarelli Giovanni, vico I piazza larga Coppolari, 5
Mayer F.lli, vico Salvatore alla traversa Cellini, 17
Massa Ferdinando Ia traversa degli Orefici, 8
Mezzacapo F.lli, Fabb. oreficeria, via Roma, 72
Mirando cav. Vincenzo, Fabb. di Gioielleria e Bisciutteria,
premiata in molte esposizioni. Lavori Atistici, vico Giardi-
netto, via grande Orefici, 44
Nocera Giovanni & Figlio, piazza larga Coppolari, 40
Pensa Gaetano, via Macedonio Melloni, 58, Rione S. Efremo
Vecchio
Perretti Gioacchino, Fabb. e Neg. Argenteria, via S. Baldac-
chini, 10
Persico Francesco II traversa degli Orefici, 12
Pesce Alfonso, trav. Cellini, 14
Pignataro Giovanni, via grande Orefici, 55
Polverino Domenico, piazza larga Coppolari, 44
Puglia Giosu, via grande Orefici, 45
Rispoli Luigi, Fabb. e Neg. Oreficeria e Gioielleria, piazza lar-
ga Coppolari, 46
Rispoli Romualdo & Federico di Gennaro, piazza larga Cop-
polari, 46
Russo Francesco fu Raffaele, via Azzimatori, 33 e via A. Sca-
lesia, 34
Serracino Michele, traversa Cellini, 17
Saturno Antonio, vico Salvatore alla Traversa Cellini, 17
Simone Nicola, Fabb. 1 traversa degli Orefici, 10
Sorrentino Errico, traversa Cellini, 3
Storace Ciro, via Roma, 236,238
Ventrella Achille, Fabb. e Neg. Gioielleria e Bisciutteria, vico
1 Porterai S. Tommaso, 2
Viola Giuseppe, via nuova Benvenuto Cellini, 4
Zeccoli Giovanni, via grande Orefici, 18
Zoppo Giuseppe, vico Azzimatori,9
Battiloro, Stampatori in oro, ed oro in foglie, (1904)
Amirante Salvatore, via Carlo Troya, 24
Aprile Luigi, vico Berio, 11
Fusco Giuseppe, via 2 Strettola agli Orefici, 2
Fusco Raffaele,via grande Orefici, 25
Lettieri Gennaro, via nuova Orefici, 33
Lo Mastro Santo, via grande degli Orefici, 34
Lo Mastro Vincenzo, vico Pellettieri agli Orefici, 26
Pandolfelli Giuseppe, via Universit, 15
Scotti Vincenzo fu Luigi, via loggia di Genova, 95
Troie Nunzio, vico Pellettieri agli Orefici, 46
Corallo, Lava del Vesuvio, Tartaruga, Conchiglie, Camei,
Madreperla
Acione Giovanni (Torre del Greco presso Napoli), Fabbrica in
tutti gli articoli di corallo, madreperla, conchiglie, lava, ca-
mei, montati e sciolti.
Aiello Diomede, via Chiatamone, 8
Ann Tommaso, via S. Lucia, 87,88
Avorio Luigi, Pietre, Coralli,, Lava, Madreperla, corso Um-
berto, 35
Bianco Salvatore, via S. Carlo, 19 (sotto larco dAragona)
Bagli Raffaele, lavorazione in Tartaruga, via Vittoria, 16
Criscuolo gorge Frank & C., via Foria 50, I piano
Fabb. Torre del Greco
Oreficerie, Gioiellerie, Argenterie
in attivit nel 1904 a Napoli
Dispacci Reali
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
179
Sul progetto, che fu fatto da D. Pietro Antonio Cirillo, e Pietro Liberati per lo stabilimento di un
Merco generale dapporsi alloro, ed allargento che si travaglia in questo Regno, cos per mezzo del-
la Regal Segreteria di mio Carico, come per quella di Grazia e Giustizia, informato pienamente il
Re de varj articoli contenuti in detto progetto, e della ponderata Consulta formata dalla Real Ca-
mera relativamente a disordini introdotti nellArte degli Orefici, dopo aver inteso lavvocato del Re-
al Patrimonio, lintera arte rappresentata da venticinque Consoli ed Extra Consoli ed anche lex
Console Montorio pontato anche per lemenda degli inconvenienti considerando la Maest Sua es-
sersi da qualche tempo avanzati i prezzi de metalli , venuta primieramente a risolvere che, con
lintervento di un Ministro della Real Camera, de Consoli attuali, e di ventuno Extra Consoli si
faccia il saggio domandato dallArte per fissarsi il carato, ed il prezzo dellArgento da lavorarsi.
Ha risoluto in secondo luogo, secondo lArte ha proposto, che le tocche necessarie per conoscere
il carato de lavori doro debbano farsi in Oro purificato collassistenza egualmente de quattro Con-
soli, e ventuno Extra Consoli e Governatori.
Terza, vuole, che si esegua ciocch lArte ha proposto, di doversi ai lavori di argento apponere tre
merchi, cio dellArte, del Console e del Fabbricante, per essere in ogni mancanza obbligata lArte
a rifare al Compratore, dando alla medesima il regresso conto dei Consoli, e Fabbricanti.
Quarto vuole, che i senacoli dOro si debbano continuare a mercare con doppia impressione di
cera di Spagna: Che nelle Catene, e Laccetti si debbano saldare con un pallino di Oro schiacciato
per farvisi i tre Merchi a martello; che si facciano i modelli, o siano tanti pezzi di lavoro, quanti se
ne usano, per regolarsi a norma demedesimi, le saldature necessarie, rapporto alla qualit, e quan-
tit, e che in caso di controversia, i Consoli debbano eligere un Perito come provatore, prima di ve-
nirsi al saggio della Regia Zecca.
Quinto che i Gioiellieri debbano valersi ne loro lavori dOro non meno del prezzo di ducati quin-
dici, e resti loro proibito dincastrare Diamanti con foglia, e Cristalli; ma che possano usare di Cri-
stalli solamente ne lavori detti a giorno; che non possano ne lavori di Diamanti, mischiare Gergo-
ni, e ne lavori di Pietre colorate, mischiare Balasci e Spinelli, ed adoperare tinta deni Rubini e fo-
glia e tinta ne Smiraldi.
Sesto, che i Bisciottieri possano lavorare Oro di qualunque carato, ma debbano attestare ai Con-
soli la qualit del carato dellOro, e quella segnarsi col bolino, ed indi mercarsi col Merco dellArte
e del Fabbricante, per essere responsabile dogni mancanza.
Settimo, vuole che a tenore della Prammatica del 1683, al 13, de monetis, e del dispaccio del
1755 tutti gli Orefici della strada di S. Giacomo, sotto pena di ducati ducento, debbono rinnovare
lobbligo di non tener Botteghe fuori dellattuale recinto, e che se le botteghe mancassero, debbano
i Consoli assegnarle nelle strade contigue, da eseguirsi per a 4 maggio 1784.
Ottavo, vuole Sua Maest, che la elezione de Consoli si debba fare a otto Soggetti da nominarsi,
cio: quattro da Consoli attuali e quattro da passati, e farsene nota da presentare al Delegato, che
dovr approvarla, e trovando nominata persona inabile, dovr far surrogare altro Soggetto da chi
labbia nominato, il quale se per la seconda volta nomini persona pure inabile resti privo di nomi-
na e questa si devolva al Delegato, che dovr risolvere fra otto giorni, sicch le Elezione per busso-
la generale si faccia prima della fine dellanno; ben inteso, che non possono eligersi per Consoli i
Ferianti, dovendo disimpegnare di persona le loro cariche.
Nono, vuole Sua Maest secondo lArte ha proposto, che in tutti gli individui dellArte, come so-
no Maestri, ed altri da impiegarsi in Offici anche del Conservatorio, debbano assolutamente farsi
con ventuno Extra Consoli per voti segreti, e che lo stesso si debba praticare in tutte le occorrenze
dellArte per evitarsi ogni inconveniente, sicch debba eseguirsi quanto lArte ha proposto rispetto
a tale articolo.
Decimo, comanda la Sua Maest, che la Elezione de Maestri si faccia da Consoli attuali e ven-
tuno Extra Consoli e Governatori, precedente rigoroso esame, per voti segreti, e che anche i figli de
REGAL DISPACCIO
ASNA
Sez. Giustizia, Sacro Regio Consiglio,
Dispacci, f. 1593
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Maestri, ed indi si specifica loro la Patente da Consoli e Cancellieri dellArte, con spiegare in essa a
quale genere di lavoro sia stato abilitato; e vuole inoltre Sua Maest, che se qualche Maestro attua-
le, o in avvenire si trovasse patentato di qualsivoglia tribunale, debba essere cassato dal rollo de Mae-
stri, chiuderglisi la bottega, e rimaner privo dellesercizio dellArte.
Undicesimo, ha risoluto che gli Incantatori debbano pure eligersi dai Consoli attuali e da i ven-
tuno ex Consoli e Governatori, tra i Maestri che non possono pi lavorare; che debbano dar plage-
ria di docati ducento, e non possono incantare lavori nuovi dogni sorta, ma la roba da incantarsi,
debbano riceverla dai soli Maestri con licenza del Console, e le offerte debbono riceverla dai soli
Maestri con licenza del Console, e le offerte debbano riceverle dai soli Maestri, restando per per-
messo ai Sensali, ed impegnatrici di vendere la roba de particolari come usate; ha risoluto similmen-
te, che resti proibito a tutti gli Individui dellArte, di portare a vendere lavori dOro, Argento e gio-
ie per il Regno e per le Fiere senza licenza de Consoli e che questi debbano bullare tutte le scatole
ed involti dopo di essere state vedute dal Procaccio, con ordine alle Sbarre, che non trovandole bol-
late, le debbano intercettare, e ci debba intendersi anche per le scatole ed involti che si mandano
fuori da soli Orefici per commerciare per mezzo de Corrieri, Marinari, Vetturini ed altri, e che fi-
nalmente giunti nel luogo o Fiera dove si vogliono vendere i lavori, debba esibirsi la licenza ai Regi
Officiali ed ai Magistrati che debbono rivedere i bolli, prendendone conto, e riserbandosi Sua Mae-
st di provedere su la domanda dellArte di obbligarsi i Maestri del Regno a mandare i loro lavori a
mercare in questa Capitale, allorch si saranno legittimamente intesi gli Orefici che sono per il Re-
gno.
Duodecimo, ha la Sua Maest risoluto che, a tenore del Privilegio del 1505, nessun Maestro o La-
vorante presuma apprezzare qualunque lavoro dOro, dArgento e gioie ma gli Apprezzi debbono
farsi da Consoli dellArte, a riserba degli apprezzi che si fanno dordine de Magistrati, i quali pos-
sono commetterli a chi meglio stimano: avendo lArte proposto di segnarsi con Merco distinto, i la-
vori esistenti; ha Sua Maest ravvisata inutile tale domanda, dipendendo questo punto del saggio da
farsi nella Regia Zecca, seguito il quale, dovr apporsi ai lavori il Merco dellanno, quello che dimo-
strer se i lavori siano anteriori o posteriori alle Risoluzioni Regali. E finalmente essendosi dallArte
domandato conferirsi ai Consoli bastante giurisdizione per poter procedere contro degli individua-
li trasgressori, a tenore degli Antichi Privilegi; ha sua Maest risoluto che si intenda accordata a que-
stArte quella stessa bassa limitata giurisdizione che si esercita dalle arti pi inferiori dei Sartori, e Fa-
legnami; Ed essendosi la Maest Sua uniformato al parere di essa Regal Camera lo partecipo di Re-
gal Ordini a V.S. Ill.ma, per notizia delle Camere, ed uso che convenga.
Palazzo 31 agosto 1783
Il Principe di Cimitile
Signor MARCHESE CAVALCANTI
Die 6 mensis Septembris 1783
Registratur et conservatur
Appreso Giuseppe Maria Severino Boezio
Impressore de Regal Dispacci
Con privilegio del Re, che Dio guardi.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Tutti i pi savii Legislatori hanno costantemente dirette le loro mire a frenare labuso pernicio-
so, che si potesse fare de metalli preziosi in ornamento di superfluit, e di lusso, che assorbisco-
no sostanze non indifferenti alle famiglie, rendendo inutili con togliere dalla circolazione vasti, e
cospicui capitali. Varii regolamenti gli Augusti Nostri Predecessori han fatto diretti a questo salu-
tare oggetto colleliminazione di varie leggi suntuarie, che poi le circostanze de tempi, e posterio-
ri leggi hanno abrogati. Che perci la necessit di accorrere al bene, e maggior vantaggio non me-
no dello Stato, che delle private famiglie, con rinvigorire, e rianimare la circolazione del numera-
rio, che si vede in danno de nostri amatissimi Popoli illanguidita, senza che vi sia la deficienza
della materia, o de generi, de quali si abbonda, ci ha mossi, e determinati col voto, ed unanime
parere del Supremo Consiglio di Firenze a pubblicare il seguente Sovrano Editto, per mezzo del
quale ordiniamo, e comandiamo, che ogni qualsivoglia persona di qualunque ceto, stato, e con-
dizione non ardisca di avere, tenere, e conservare da ora in avanti a qualunque titolo vasellame di
materia monetabile di oro, e di argento di qualunque sorta, sotto la qual denominazione com-
prendiamo tutti, e qualsivogliano lavori di oro, e di argento, eccettuandone soltanto que lavori
che servono allornamento personale s di uomo, che di donna, e le poste di argento di tavola.
Tutti gli altri lavori, o massa di oro, e di argento vogliamo, che da ora in avanti restino proibiti;
e se taluno osasse in controvenzione tenerne, o farne uso sar soggetto alla perdita dellintera ro-
ba, che quando vi sar denunciante, si acquister per intero dal denunciante stesso, siccome pi
sotto verr spiegato. Con espressa dichiarazione che sotto la disposizione del presente Editto ven-
gano compresi anche coloro, i quali, o prima o dopo la pubblicazione del medesimo avessero, o
riducessero in massa tali materie per tenerlo occultate.
Perch poi questo salutare divieto tanto utile alle famiglie, le quali teneano inoperose, ed infrut-
tifere le migliori sostanze, si renda giovevole al bene dello Stato, ed allaumento della circolazio-
ne del numerario, ordiniamo, che tutti gli ori, ed argenti tanto in massa, che lavorati, i quali non
sieno della specie pi sopra eccettuata, si abbiano tutti per lo spazio di quindici giorni per questa
Capitale, e di un mese per le Provincie del Regno, da decorrere dal giorno della pubblicazione di
questo Editto, a consegnare a tre Ministri specialmente a ci da Noi delegati, cio al Marchese
Porcinari Luogotenente della Sommaria, al Marchese Bisogni Caporuota del S.R.C. e allAvvoca-
to Fiscale D. Michelangelo Cianciulli.
A questi tre Minitri dovr ognuno esibire detti ori, ed argenti colla dichiaraizone in iscritto del
modo, col quale voglia percepire il valore.
Potr ognuno riceverne limporto in fedi di credito al prezzo dellargento al titolo di Napoli di
ducati quindici, e grana venti la libra, e per gli ori a prezzi attualmente correnti. E per gli ori, ed
argenti al titolo di Piazze estere verr pagato a proporzione. E ci in compenso delle manifattu-
re, che vengonsi a perdere.
Chiunque preferir di acquistare partite di Arredamenti della Regia Corte, lo dichiarer egual-
mente; ed in quel caso da tre sopramentovati Ministri gli verr fatto lassegnamento di partita,
dandogli la corrispondente quantit di annue entrate al cinuqe per cento sopra partite di Arreda-
mento; le quali annue entrate promettiamo, che saranno libere, ed esenti da ogni qualunque con-
tribuzione, anche del peso della decima, volendo Noi gratificare di questa benignissima esenzio-
ne coloro, i quali prontamente accorreranno a depositare in beneficio dello Stato gli ori, e gli ar-
genti suddetti.
Chiunque preferir di acquistare partite di Arredamenti della Regia Corte, lo dichiarer ugualmen-
te; ed in quel caso da tre sopramentovati Ministri gli verr fatto lassegnamento di partita, dandogli la
corrispondente quantit di annue entrate al cinque per cento sopra partite di Arredamento; le quali an-
nue entrate promettiamo, che saranno libere, ed esenti da ogni qualunque contribuzione, anche del
peso della decima, volendo Noi gratificare di questa benignissima esenzione coloro, i quali prontamen-
te accorreranno a depositare in beneficio dello Stato gli ori, e gli argenti suddetti.
FERDINANDO IV
PER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE
DUE SICILIE, DI GERUSALEMME EC.
INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA,
PIACENZA, CASTRO EC. EC.
GRAN PRINCIPE EREDITARIO
DELLA TOSCANA EC. EC. EC.
ASNA
Reali Dispacci, vol. IX
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Chiunque desiderer fare acquisto di fondi vendibili delle Regie Badie, di Benefici di Regio Pa-
tronato, o pure di altri fondi, che sono a disposizione Nostra, pagandone il prezzo in ori, ed ar-
genti, come sopra, potr egualmente farne la domanda a tre Ministri sopramentovati, perch co-
storo, sentedosela a tal uopo col Marchese D. Nicola Vivenzio incaricato di quelle vendite, di-
sporranno loccorrente per leffettuazione de contratti, accordando Noi, che simili compere ven-
gano ragguagliate alla ragione del cinque per cento di annuo fruttato, ed esentandolo per lo stes-
so motivo da ogni contribuzione, ed anche del peso della decima. E per coloro, i quali vorranno
fare impieghi vitalizi si dar a cennati Ministri la norma, secondo l tabella dellet che sar loro
rimessa.
Nelle Provincie del Regno destiniamo il Preside, il Caporuota, e lAvvocato Fiscale a ricevere gli
ori e gli argenti suddetti, e le dimande di coloro che le rassegneranno, volendo Noi che per leffet-
tuazione de contratti, e consegna delle fedi di credito pel valore corrispondente il Preside, il Capo-
ruota e il Fiscale di ciascuna Provincia se lintendano co tre Ministri da Noi Delegati nella Capita-
le, da quali riceveranno le corrispondenti istruzioni, e regolamenti tanto per linvio in Napoli degli
ori, ed argenti, che per lo pagamento de medesimi in fedi di credito, o per la stipola de contratti
per coloro, i quali preferissero avere partite di Arredamento alla sopra indicata ragione, o fondi di
Regie Badie, di Benefici di Regio Patronato, o altri di Nostra disposizione: ben inteso che detti ori
e argenti dovranno rimettersi in questa Capitale a rischio, e spese della Regia Corte, a di cui carico
anderanno anche tutte le spese, che occorreranno per la stipola de contratti.
I Ministri incaricati nelle Provincie cureranno di rimettere gli ori, ed argenti colle dovute di-
stinzioni, e pesi, che avranno fatti praticre, per poi da Ministri incaricati in questa capitalefarne
seguire il peso legale, e la valutzione.
Non dubitiamo, che tutti concorreranno prontamente allesatto adempimento di questa Rega-
le Determinazione; ma per quelli, che ardissero di controvenirvi, e di nascondere gli ori, e gli ar-
genti della natura sopra espressa, vogliamo, e comandiamo, che incorrano nella pena della perdi-
ta dellintera roba celata, e non consegnata nel termine in questo Editto stabilito, ed a colui, che
denuncer la controvvenzione suddetta, e far ritrovare gli ori, ed argenti sia in fedi di credito, sia
in partite di arredamento, o in fondi di Regie Badie, o Benefici di Regio Patronato, nella guisa,
che si trova da noi stabilito per gli padroni degli ori e degli argenti.
Deleghiamo a ricevere tali denuncie il Caporuota Decano della G. C. incaricato delle funzioni
della Proreggenzia Consigliere D. Giuseppe Guidobaldi, e lAvvocato Fiscale della medesima G.
C. D. Raffaello de Giorgio, i quali ricevuta la denuncia disporranno subito loccorrente per lin-
venzione degli argenti, ed ori non consegnati nel termine prescritto; e vogliamo inoltre, che per
la pruova in genere sia bastevole anche ad operare leffetto dellintera, e piena pruova in specie: in
guisa che il semplice reperto degli ori, ed argenti rinvenuti in seguito della denuncia innanzi ad
uno dei detti due Ministri, o innanzi di un Subalternoda essi destinato collintervento di due te-
stimoni fuori guardia, former il reperto medesimo piena, ed intera pruova, onde possa da detti
due Ministri procedersi alla dichiarazione in beneficio del denunciante nel modo sopra descritto,
il decreto de quali sar immediatamete eseguito, e sar inappellabile, senza esser soggetto ad al-
cuna revisione.
Proibiamo espressamente a tutti gli Orefici di travagliare ori, ed argenti, i quali non servino al-
lornamento personale, ed a posate di tavola in argento, e ci sotto la stessa pena comminata pi
sopra della perdita della roba da applicarsene tutto intero il valore a beneficio de denuncianti, ed
accordando anche per questo caso la speciale Delegazione come sopra al Caporuota Guidobaldi,
ed allAvvocato Fiscale de Giorgio, i quali in entrambi i casi procederanno con ispecialissima De-
legazione derogatoria a qualunque privilegio di Foro, ancorch Militare, ed esenzione di giurisdi-
zione.
Deleghiamo nella stessa forma, e modo in ciascuna Provincia di questo Regno per le contra-
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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venzioni il Caporuota, e lAvvocato Fiscale dellUdienza Provinciale colle stesse facolt da Noi ac-
cordate al Caporuota Guidobaldi, ed allAvvocato Fiscale de Giorgio per questa Capitale.
E perch questa Nostra Sovrana determinazione sia a tutti nota, e non vi sia chi possa allegare
caus dignoranza, vogliamo, e comandiamo, che data alle stampe sottoscritta da noi, e dal Nostro
Segretario di Azienda, e Consigliere di Stato, sia pubblicata nelle debire forme tanto in questa
Capitale, che per tutti i luoghi di questo Nostro Regno. Napoli 27 marzo 1789.
FERDINANDO.
Saverio Simonetti.
NAPOLI )( NELLA STAMPERIA REALE )( MDCCXCVIII
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Intenti a promuovere le arti ed il c ommercio, sorgenti inesauste della felicit di ogni Stato, abbia-
mo sempre riguardato con particolare cura la NobilArte degli orefici, come quella, che alimenta un-
no dei principali rami dellintero commercio. E poich abbiamo veduto di essersi per lo cambiamen-
to delle circostanze, e per la lunghezza del tempo introdotti molti perniciosi abusi in danno de no-
stri amati Sudditi, ed in pregiudizio di cos riguardevole mestiere; perci, presa in considerazione co-
tanto importante materia, e riconosciute le viziose sorgenti de disordini introdotti, a fine di richia-
mare al suo antico splendore unarte cos gelosa, e dal lusso renduta tanto necessaria, e ad oggetto di
evitare il danno, e promuovere il vantaggio de Nostri Vassalli, precedente il parere della Nostra Real
Camera di S. Chiara, abbiamo stabiliti i seguenti regolamenti, che vogliamo, e sovranamente coman-
diamo, che siano inviolabilmente, ed esattamente in ogni futuro tempo osservati.
I. Ordiniamo, e comandiamo, che loro e largento, che si manifattura dagli Orefici ed Argentie-
ri, debba essere del carato e bont prescritta nelle Capitolazioni dellanno 1710 e nelle Regie
Prammatiche, le quali debbono inviolabilmente osservarsi anche circa il prezzo de suddetti me-
talli, finch altrimenti non verranno a risolvere in seguito dellesame, e notizie, che attendiamo,
per vedersi se debba aumentarsene il prezzo, come si preteso in nome dellArte.
II. Che in presenza di uno de Consiglieri della Nostra Real Camera, e con lassistenza ci venticinque
Consoli, Extraconsoli e Governatori debbano farsi due tocche di oro purificato, un di ducati quin-
dici, o sia di carati diciotto, e laltra di ducati diciotto, o sia di carati ventidue loncia. E se mai in
taluni lavori col solo esperimento della tocca non si possa venire in chiaro della qualit delloro, e
de carati del medesimo, ma tanto il Toccatore, che i Consoli unitamente credessero doversene fa-
re il saggio, abbiano la fcolt di farlo; con ch per tal saggio debba farsi nella Regia Zecca.
III. Che i lavori doro, e dargento da oggi innanzi debbano mercarsi col merco dellArte, con quel-
lo del Console pi antico, con quello del Fabbricante, e con quello del Toccatore, a riserba de
piccoli e minuti lavori, per i quali sieno sufficienti quelli del Toccatore e del Fabbricante, da ap-
porsi in presenza de Consoli. Che nellatto del mercare debbano assistere tutti e quattro i Con-
soli, a quali sar lecito di chiamare altri Extraconsoli e Governatori; al quale effetto debba de-
stinarsi una bottega, nella quale, in tre giorni di ciascuna settimana, da stabilirsi da Consoli, e
ciascuna delle tre chiavi dovr conservarsi dalli rimanenti tre Consoli; e nel caso, che alcuno, o
pi Consoli non intervenisse o non intervenissero nel giorno destinato, sia soggetto colui, o co-
loro che mancano, alla pena di ducati venticinque per ciascuno ogni volta; purch per alcuno
di essi non sia impedito legitimanente, nel qual caso dovr surrogarsi a sua elezione uno degli
Extraconsoli, rimanendo responsabile quello, dal quale stato surrogato.
E poich colla esperienza si veduto, che tutte le precedenti precauzioni stabilite colle Pram-
matiche e Capitolazioni non sono state sufficienti ad impedire il tanto pernicioso disordine di
fabbricarsi i lavori di oro, e di argento non del carato, e bont stabilita, e non potendosi altron-
de ripetere tale abuso, se non dallessere stata finora affidata loperazione del riconoscere e mer-
care i lavori in mano di persone dellArte stessa, le quali per covrire il proprio delitto, hanno so-
stenuto quello degli altri, perci ad oggetto di evitare un s grave inconveniente, da ora in avan-
ti il Toccatore sar di Regia Nostra elezione, da seguir questa in persona di un soggetto vera-
mente probo, capace, ed intelligente del mestiere, il quale non dovr esercitare n direttamen-
te n indirettamente s da Fabbricante che da Negoziante Orefice; ma sar assegnato al mede-
simo per suo mantenimento il soldo mensuale di ducati venticinque, cio quindici dai fondi
dellArte, accrescendosi in altri ducati sei i ducati nove, che prima di tal fondo stavano assegna-
ti mensualmente al Toccatore, ed altri ducati dieci dal Nostro Real Erario, ed oltre a detti du-
cati venticinque mensuali rimangono a beneficio del medesimo Toccatore i lucri eventuali le-
FERDINANDO IV
PER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE
DUE SICILIE, DI GERUSALEMME EC.
INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA,
PIACENZA, CASTRO EC. EC.
GRAN PRINCIPE EREDITARIO
DELLA TOSCANA EC. EC. EC.
ASNA
Reali Dispacci, vol X.
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gittimi, che al medesimo spettano, a tenore de Stabilimenti dellArte.
E se mai alcuno ardisse di vendere lavori in oro, e di argento senza prima essere mercato, come
sopra, sia soggetto alla pena della perdita della roba, della rifazione de danni, e di togliersi la ma-
tricola, senza speranza di poter essere pi reintegrato, ancorch loro e largento fossero della
bont e del carato prescritti.
Se poi loro e largento mercato non si trovassero della qualit prescritta, in tal caso siano sog-
getti i Consoli alla pena della privazione, ipso facto, del Consolato, con surrogarsi in loro luo-
go Exconsoli i pi antichi per lo rimanente tempo, che dovria durare il Consolato, della boni-
ficazione de danni tutti cagionati alle parti interessate, di esser cassati dalla matricola, privati
dellesercizio dellarte, e di anni tre di galea.
Il Toccatore sar soggetto alla pena della privazione, ipso facto, dellimpiego, della rfiazione de
danni, e di tra anni di galea.
Gli artefici saranno soggetti alla pena di essere espulsi dallArte, della perdita del lavoro, se sar
proprio, e della rifazione del danno, trovandosi venduto e di anni tre di galea.
I Maestri Negozianti saranno soggetti alle stesse pene comminate contro gli Artefici nel caso
per che fossero partecipi del dolo, e della frode.
E qualora non avessero parte alcuna nel dolo, e nella frode, potranno soltanto esser convenuti
civilmente alla rifazione del danno da colui, che ha comprato il lavoro, rimanendo ad essi la fa-
colt di agire per lindennit, ed altro contro del Fabbricante, e contro quelli, i quali sono te-
nuti per lo prescritto colla presente Prammatica.
Che se alcun Fabbricante o Negoziante Orefice o Argentiere ardisse falsificare i merchi, o pure
vendere i lavori con merchi falsi, sia soggetto alle pene stabilite dalle leggi contro de falsari, ol-
tre al compenso del danno.
IV. Che tutti i senacoli di roro si merchino, secondo attualmente si pratica, con suggellarsi entram-
be lestremit del filo a doppia impressione da sotto e da sopra, e ne suggelli vi si appongano
tutti i merchi di sopra indicati. Nelle catene e ne laccetti si saldi un pallino doro schiacciato in
una delle medaglie, nel quale si appongano li sopradetti merchi a doppia impressione.
V. Che i Gioiellieri e Ligatori nellincastrare le gioie non possano usare oro meno di oro meno di
ducati quindici loncia. Che li medesimi non possano incastrar diamanti con foglia, o cristallo,
o pure mischiarvi gergoni, o altre pietre somiglianti non fine; ma soltanto ne lavori ligati a gior-
no possano unirvi cristalli legati sotto, perch incastrati in tal maniera, possono distinguersi; sic-
come per lo contrario non si possono distinguere quando son ligati con ncastro chiuso.
Che ne lavori di rubini e smeraldi non si possano usar tinte, e foglie, n mischiarvi pietre non
fine. Sia permesso per di fabbricare tutti li sopradetti lavori colla unione di cristalli e foglie tin-
te ed altre pietre, quante volte vengano richieste da particolari a proprio conto senza che mai
simili possano mercarsi e tenersi esposti in vendita da Gioiellieri e Maestri di bottega.
Sia permesso di fabbricare de lavori interamente di gergoni, balasci, spinelle ed altre simili, con
defalcarsi nellatto della vendita dal peso delloro quello delle pietre e della cera. E tutto ci che
sta prescritto nel presente capitolo debba praticarsi, ed osservarsi ancora dagli Orefici doro, co-
s chiamati per essere diversi dalli Ligatori.
E chiunque Gioielliere, Ligatore, ed Orefice doro contravverr a quanto di sopra sta determi-
nato, sia soggetto alle stesse pene comminate contro li Maestri Orefici, ed Argentieri.
VI. Che li Maestri detti Bisciottieri, possano lavorare oro di qualunque carato. Sieno obbligati pe-
r. Terminato il lavoro, di portarlo ai Consoli, ed individuare a medesimi il carato, e la quali-
t delloro, di cui si sono avvaluti, il quale lavoro verr mercato dal Console cl bollo in cui vi
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sia impresso il numero de carati, ad oggetto di evitarsi il sospetto dellalterazione de segni che
prima soleano farsi col bolino; e si mercher parimenti col merco del Maestro Bisciottiere. E nel
caso il Bisciottiere vendesse lavori senza prima farli segnare, e mercare nel modo sopora indica-
to, sar soggetto alla pena della pedrdita della roba, di ducati cinquanta e di essere espulso dal-
lArte. Se poi il lavoro mercato si trovasse di carato minore di quello, che indica il numero, che
sta impresso col merco, un tal caso lArtefice sar soggetto alle soprascritte pene, ma benanche
al Presidio di due anni, ed al compenso de danni.
VII. Tutti gli Orefici, ed Argentieri, che tengono bottega nella strada di S. Giacomo, in qualunque
altro luogo della citt, sien obbligati, a tenore della Prammatica 39. de monetis; e del Real Di-
spaccio del mese di gennaro 1755 di rinnovar lobbligo dal d 4 maggio 1799 in avanti di riti-
rarsi colle loro botteghe dentro la strada degli Orefici, e se mai non vi fossero botteghe sufficien-
ti in quel distretto, debbano i Consoli destinare delle altre nelle strade convicine, sotto la pena
in detta Prammatica comminata a controventori di ducati 200.
VIII. Che la elezione dei Consoli si faccia nel tempo solito e nel modo stabilito nelle Capitolazioni
dellArte. Da ora in avanti per vogliamo e comandiamo, che de quattro Consoli da eliggersi,
due debbano essere del ceto de Gioiellieri e gli altri due, uno del ceto degli Orefici, ed uno di
quello degli Argentieri.
IX. Che la elezione di tutti gli Officiali dellArte e del Conservatorio di essa debba farsi parimenti
nel modo solito, ed a norma delle Capitolazioni, e Statuti dellArte; come pure lo stesso voglia-
mo e comandiamo, che si osservi per la elezione de Maestri dellArte, cos in questa Capitale,
che in tutto il regno, ed anche degli Incantatori. Eletti, ed aprrovati li Maestri si registrino in un
libro, ove sono notati tutti li Maestri, e dopo si spedisca loro la patente soscritta da Consoli e
dal Cancelliere, con doversi spiegare in essa, il genere di lavoro, in cui sono stati approvati, sen-
za potersi esigere cosa alcuna per titolo di sportuale, di patente, o di altro, da coloro, i quali si
esamineranno ed approveranno. Senza la prescritta approvazione, registrazione e patente non
sia lecito a chiunque esercitare da Maestro, o tener bottega n da s, n sotto nomi di altri, n
in questa Capitale, n nel Regno. E nel caso che li Consoli facessero la elezione de Maestri ed
Incantatori contro la forma prescritta nelle Capitolazioni, sieno soggetti alla pena di ducati ven-
ticinque per ciascuno di essi e le elezioni resti, ipso facto, nulla.
X. Gli Orefici ed Argentieri, i quali vorranno mandare a vendere nelle Filiere e luoghi del Regno i
lavori di oro e di argento, dopo che saranno stati osservati dal Procaccio, per quelli, che si man-
dano per il medesimo debbano esibire alli Consoli, e Regio Toccatore e da questi riconosciuti e
trovati esatti e legittimamente mercati, in presenza di essi debbano chiudersi nelle casse, scato-
le ed involti, ed indi suggellarsi collo suggello de Consoli.
Giunti poi che saranno ne primi luoghi delle Sbarre Doganali, saranno tenuti esibire allOffi-
ciale Doganale dette casse, scatole, ed involti ad oggetto di riconoscersi il suggello de Consoli,
facendone il confronto colla simile impressione, che sar inviata alle Sbarre medesime, e trovan-
dola esatta, si apponga sopra le stesse casse, scatole, ed involti, anche il Suggello Doganale for-
mandosene certificato dellOfficiale Doganale della seguita ricognizione, munito anche del Sug-
gello Doganale, quale certificato ne luoghi, ove si vorranno esporre in vendita li suddetti lavo-
ri, debba esibirsi alla Regia Udienza, o Governadori s Regi, che Baronali. E coloro, i quali ar-
diranno di portare i lavori doro, e di argento a vendere ne luoghi del Regno senza le prescrit-
te cautele, sieno soggetti alla pena di anni due di Presidio, ancorch i lavori fossero del carato,
e bont stabilita. Se poi si trovassero dinferior carato e bont, in tal caso saranno soggetti alla
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pena di anni tre di galea, della rifazione de danni, e di essere perpetuamente espulsi dallArte.
XI. E poich si saputo, che gli Exconsoli Argentieri hanno introdotto labuso di mercare essi me-
desimi li propri lavori, perci ordiniamo, e comandiamo, che li dettiExconsoli siano tenuti por-
tarli a riconoscersi e mercarsi dalli Consoli e Regio Toccatore, nel modo stesso che sono tenuti
tutti gli altri, e con pagare que soliti diritti, che si pagano dagli altri, essendo tenuti altrimenti
alle pene comminate contro coloro, che vendono lavori non mercati.
XII. Che tutti lavori, i quali si trovano gi fatti, non possano ovunque tenersi esposti in vendita, se
prima non saranno riconosciuti dai Consoli, e Regio Toccatore, per vedersi se i medesimi sie-
no della bont, e carato legittimo, e per aggiungere ad essi, qualora si trovino, que merchi, che
mancano, secondo il III della presente Prammatica.
XIII. Si riserva SA. M. di emanare gli ulteriori stabilimenti rispetto agli Orefici ed Argentieri, che so-
no in taluni luoghi del Regno, per lo che ha prescritto alla Real Camera, che prendendo le de-
bite nozioni, proponga le regole convenienti da preservare il Pubblico dalle frodi.
XIV. Che negli apprezzi di qualunque genere di lavori, qualora questi si vogliano da particolari per
privata loro istruzione e regolamento, sia permesso adibire quel Maestro, che ad essi particola-
ri parer, e piacer. Come pure per gli apprezzi, che si dovranno fare per ordine de Tribunali,
e Magistrati, resti nella facolt di questi di destinare que Soggetti, che meglio crederanno. Nel-
le vendite poi de pegni, che si fanno da Banchi, e Monti, lapprezzo debba farsi dai Consoli,
con che sia permesso al padrone del pegno di chiederne la revisione, la quale dal Delegato del
Banco, o Monte si commetter a quel Soggetto, che dal medesimo si stimer.
XV. Che sia lecito a Consoli di essa nobilArte di esercitare contro glIndividui della medesima quel-
la stessa bassa limitata giurisdizione, che esercitano li Consoli de Sartori e Falegnami.
XVI. Che tutte le pene comminate, come sopra, cos pecuniarie, che di perdita della roba, si debba-
no applicare per un terzo a beneficio del Fisco, per un altro terzo a beneficio del Monte dellAr-
te e per lo rimanente terzo a beneficio del denunciante. E non essendovi denunziante, il rima-
nente terzo si accrescer per met al Fisco e per met al Monte suddetto.
XVII.Che coloro, i quali in pena saranno espulsi una volta dallArte, non possano pi esser ammes-
si allesercizio della medesima n anche colla qualit di Negozianti, cos nella Capitale, che nel
regno, e tanto direttamente che indirettamente.
E perch il contenuto nel presente Editto venga a notizia di ognuno, n possa allegarsi in avve-
nire legittima causa dignoranza o di scusa, comandiamo, che si pubblichi cos nella strada de-
gli Orefici, che in tutti gli altri luoghi soliti di questa Capitale. Ed in pubblica testimonianza
sar da Noi sottoscritto, munito col Suggello delle Nostre Reali armi, riconosciuto dal Nostro
Segretario di Stato, di Grazia, e Giustizia, visto dal Nostro, Vice-Protonotario, e la di lui vista
autenticata dal Segretario della Nostra Real Camera di S. Chiara. A di ventinove Maggio 1789.
FERDINANDO
Vidit MAZZOCCHI Praefes Vice-Protonotarius. Fabrizio Ruffo.
NAPOLI )( NELLA STAMPERIA REALE )( MDCCXCVIII
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
188
Napoli, 15 Dicembre 1823.
FERDINANDO I, PER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE DUE SICILIE, DI GERUSA-
LEMME ec. INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO EC. EC.
GRAN PRINCIPE EREDITARIO DELLA TOSCANA EC. EC. EC.
Dopo di aver col nostro real decreto de 22 di settembre del corrente anno minorato i diritti e le spe-
se de saggi sulle manifatture di oro e di argento in sollievo de nostri amatissimi sudditi, crediamo ora
necessario di rivolgere anche le nostre paterne cure ad allontanare le frodi ed a garentire maggiormen-
te coloro che fanno acquisto di tali manifatture. E considerando che uno de mezzi per giungere allin-
tento desiderato sia appunto quello del cangiamento de bolli, e di rettificare il sistema sinora tenuto
nelle nostre officine di garantia nellapplicarli su lavori di oro e di argento, cos del regno, che steri,
tanto maggiormente che i bolli di cui attualmente si fa uso, non presentando, perch logori dal tem-
po, con chiarezza i lineamenti che contengono, si rendono facili a potersi alterare;
Sulla proposizione del nostro Consigliere Ministro di Stato Ministro Segretario di Stato delle finan-
ze;
Udito il parere del nostro Consiglio ordinario di Stato;
Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue:
ART. 1. A contare dal d primo del mese di gennaio 1824, il bollo che attualmente si usa per la
garantia de lavori di oro e di argento, rappresentante la testa di Partenope di prospetto, resta abolito.
Verr in vece usato tanto per le manifatture del regno, che estere, un bollo rappresentante una testa
di Partenope di profilo.
2. I diversi titoli de lavori di oro e di argento saranno distinti da un numero arabo che verr im-
presso nel nuovo bollo nel modo seguente:
Num. 1 pe lavori di oro di millesimi 916 2/3 o carati 22
2 idem 833 1/3 20
3 idem 750 18
4 idem 666 2/3 16
5 idem 583 1/3 14
6 idem 500 12
7 pe lavori di argento in mill. 916 2/3 o once 11
8 idem 833 1/3 10
3. Per quelle manifatture di argento estere di titolo inferiore di millesimi 833 1/3 pari ad once 10,
sino a millesimi 666 2/3, pari ad once 8, verr applicato il nuovo bollo della testa di Partenope; ed in
vece del numero arabo sar sostituita la lettera E dinotante estere.
Tutte le altre manifatture estere di argento al di sotto di millesimi 666 2/3 pari ad once 8, saranno
rotte e restituite a proprietarj.
4. Sulle verghe di oro e di argento raffinate vi simprimer il bollo della sola Partenope di profilo, ed
il numero di millesimi di fino che contengono.
5. Tutti gli artefici, fabbricanti e commercianti di lavori di oro e di argento nello spazio di mesi quat-
tro dl d primo di gennaio 1824 saranno tenuti di presentare nelle officine di garantia cps di Napoli,
che del Regno, le loro manifatture che tengono in vendita gi regolarmente bollate, a fine dimprimer-
vi il nuovo bollo della sola testa di Partenope; e ci senza pagamento alcuno. Scorso tal termine, tutti
qu lavori che non porteranno limpronto del nuovo bollo, sintenderanno in contravvenzione alle leg-
gi di garentia.
DECRETO
che prescrive luso di un nuovo
bollo pe lavori di oro e di argento.
Collezione delle leggi
e de decreti Reali del Regno
delle Due Sicilie,
N. 79, Anno 1823, semestre II,
Napoli, dalla Stamperia Reale,
pp. 193-195.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
189
6. Larticolo precedente non applicabile a lavori di oro e di argento de particolari, se non quando
i detti lavori saranno posti in vendita da fabbricanti, o da commercianti che ne faranno lacquisto.
7. Tutte le altre disposizioni contenute nelle precedenti leggi e decreti per lo stesso oggetto emanati,
e che non sono in opposizione col presente decreto, rimangono nel loro pieno vigore.
8. Il nostro Consigliere Ministro di Stato Ministro Segretario di Stato delle finanze incaricato del-
la esecuzione del presente decreto.
Firmato, FERDINANDO.
Il Consigliere Ministro di Stato Il Consigliere Ministro di Stato
Ministro Segretario di Stato delle finanze Presidente Interino
Firmato, DE MEDICI Del Consiglio de Ministri
Firmato, DE MEDICI
Pubblicato in Napoli nel d 24 di Dicembre 1823
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
190
Napoli, 26 Gennaio 1832.
FERDINANDO II, PER LA GRAZIA DI DIO RE DELLE SUE SICILIE, DI GERUSALEM-
ME ec. INFANTE DI SPAGNA, DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO ec. ec. GRAN
PRINCIPE EREDITARIO DELLA TOSCANA ec. ec. ec
Considerando che, abolita col nostro real decreto del 7 del mese di ottobre ultimo la promiscuit
de bolli di garantia, i quali indistintamente venivano apposti su lavori di oro e di argento, cos eseri
che nostrali, si rende indispensabile per la sicurezza deglinteressi de nostri amatissimi sudditi di far ri-
bollare i lavori di oro e di argento nostrali che si trovano in commercio;
Sulla proposizione del nostro Ministro Segretario di Stato delle finanze;
Udito il Consiglio ordinario di Stato;
Abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue.
ART. 1 Dal giorno della promulgazione del presente decreto tutti i lavori di oro e di argento che ver-
ranno fabbricati nel nostro regno di qu del Faro, dovranno contenere il distintivo della lettera N di-
notante nostrale, unito a bolli prescritti dal real decreto de 15 dicembre 1823, i quali vi verranno ap-
posti nelle officine di garantia cos di Napoli, che delle provincie.
2. I lavori nostrali di oro e di argento composti di pi pezzi amovibili dovranno contenere tanti bol-
li di garantia, per quanti saranno i pezzi amovibili che li compongono; e qualora per la loro delicatez-
za non potessero tali bolli contenere, vi saranno adattati pi bolli di garantia impressi ni ceralacca, e li-
gati con seta a colore crimisi.
3. Sar fatta nel corso di otto mesi, a contenere da oggi, tanto in Napoli, quanto nelle provincie, la
ribollazione gratis di tutti i lavori di oro e di argento nostrali che si trovano in commercio.
4. Il disposto dellarticolo 2 del presente decreto da oggi in poi sar applicabile ancora per tutte le
manifatture di oro e di argento estere.
5. Scorso il termine di sopra enunciato, tutti que lavori di oro e di argento fabbricati in questa par-
te de reali dominj, che saranno trovati in commercio non bollati collimpronta del nuovo distintivo
della lettera N, anche ne pezzi amovibili, giusto il disposto dellarticolo 2, saranno dichiarati in con-
travvenzione alle leggi di garantia, ed assoggettati i fabbricanti e commercianti di detti lavori alle mul-
te prescritte dalle medesime leggi.
6. Tutte le leggi, decreti e regolamenti che al presente decreto non si oppongono, restano nel loro
pieno vigore.
7. Il nostro Ministro Segretario di Stato delle finanze incaricato della esecuzione del presente decreto.
Firmato, FERDINANDO.
Il Ministro Segretario Il Consigliere Ministro di Stato
di Stato delle finanze Presidente del Consiglio de Ministri
Firmato, MARCHESE DANDREA Firmato, DUCA DI GUALTIERI
Pubblicato in Napoli nel d 18 Febbrajo 1832.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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Legge sulla fabbricazione
delle materie di oro
e dargento
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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De 17 Dicembre
GIOACCHINO Napoleone
PER LA GRAZIA DI DIO, E PER LA COSTITUZIONE DELLO STATO,
RE DELLE DUE SICILIE, PRINCIPE E GRANDE AMMIRAGLIO DI FRANCIA.
Udito il nostro Consiglio di Stato;
Abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto segue:
CAP. I
De titoli de lavori doro e dargento.
ART.1. Dallepoca della promulgazione della presente legge non potr lavorarsi in tutta lesten-
sione de nostri Stati alcun oggetto doro e dargento, che non contenga una delle diverse quantit
di metallo fino, fissate nel seguente articolo.
2. Vi saranno tre titoli pe lavori doro, e due pe lavori dargento, cio:
Oro
Il 1 a 917/1000 di fino e 83/1000 di lega, corrispondente a 22/24 circa.
Il 2 a 834/1000 di fino e 166/1000 di lega, corrispondente a 20/24 circa.
Il 3 a 750/1000 di fino e 250/1000 di lega, corrispondente a 18/24 circa.
Argento
Il 1 a 917/1000 di fino e 83/1000 di lega, corrispondente a 11/12 circa.
Il 2 a 834/1000 di fino e 166/1000 di lega, corrispondente a 10/12 circa.
3. Il rimedio, o sia la tolleranza per la lega sar di tre millesimi pe lavori doro, e di cinque mille-
simi pe lavori di argento. Tutti i titoli intermedi saranno valutati e bollati al valore del titolo appros-
simante pi basso delluno di quei di sopra fissati.
4. Potranno i fabbricanti impiegare ne loro lavori loro e largento a norma duno de titoli fissa-
ti di sopra, qualunque sia il volume, o il genere de pezzi fabbricati.
CAP. II
De bolli de lavori doro e dargento.
5. La garantia de titoli delle opere doro e dargento verr assicurata da bolli, che saranno appli-
cati sopra ciascun lavoro, in seguito de saggi fatti delle materie nel modo che verr fissato negli ar-
ticoli seguenti.
6. Sopra ciascun lavoro, sia doro, sia dargento vi saranno tre bolli:
1 Quello del fabbricante,
2 Quello del saggiatore
3 Quello del titolo della materia impiegata.
7. Il bollo del fabbricante conterr, oltre le iniziali del suo nome e cognome, un emblema scelto
LEGGE
sulla fabbricazione delle materie di
oro e dargento, e sullo stabilimen-
to delle officine di garantia per le
medesime
Bullettino delle leggi del Regno
di Napoli, anno 1808, n.48,
Napoli Stamperia Simoniaca,
pp. 741-757.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
193
a suo piacimento, e che non potr variare se non per giuste ragioni, e collobbligo di manifestarlo
formalmente non meno alla municipalit, che allofficina di garantia. Ve lo imprimer egli stesso
prima di presentare la sua manifattura al saggiatore.
8. Il bollo del saggiatore conterr un emblema stabilito dallamministratore della zecca delle mo-
nete, e che conserver egli stesso, per imprimerlo ne lavori su de quali avr fatto il saggio.
9. Il bollo del titolo sar uniforme in tutto il regno di Napoli. Consister in una testa di donna
veduta di faccia, ornata in forma di Partenope, pi grande pe lavori dargento, ed alquanto pi pic-
cola pe lavori doro. Conterr parimenti una delle cifre arabe 1, 2, 3, 4, 5; cio le prime tre sui dif-
ferenti titoli delloro, e le ultime due pe due titoli dellargento, come son fissati nellart. 2. Verr in-
scritto ed impresso dal saggiatore, il quale dopo che lavr applicato ad unopera, rester responsa-
bile del valore del titolo.
10. Questi diversi bolli saranno conservati in una cassa a tre chiavi, e sotto la custodia deglimpie-
gati del bur di garantia, come sar detto in appresso.
11. Oltre di questi tre bolli perpetui, ve ne sar un altro temporaneo per le opere gi fabbrica-
te, ed esistenti allepoca della pubblicazione della presente legge. Siccome tutti gli artefici fabbri-
canti, e commercianti de lavori doro e dargento, saranno obbligati fra due mesi per la capitale,
e fra quattro mesi per le provincie, dopo la pubblicazione della presente legge, di presentare tut-
te le loro opere allofficina di garanta, per esser bollate con un bollo corrispondente ad uno de
titoli fissati nellarticolo 2: cos qualora nella esibizione di detti generi se ne trovassero di una qua-
lit inferiore a titoli suddetti, bench a tenore delle antiche leggi del regno non si dovrebbero tol-
lerare, perch inferiori al titolo dalle stesse leggi fissato, pure avendo riguardo al disordine, in cui
finora stato questo affare, permettiamo che nel termine suddetto si possano presentare alloffi-
cina di garanzia: e pagando non solo la spesa del saggio, ma anche la met del diritto fissato nel-
la presente legge, verranno segnati di un bollo che porter la lettera V (dinotante vecchio), e dun
numero arabo corrispondente al grado di fino che vi sar contenuto, nel modo seguente.
Per loro
Al di sotto di 750/1000 o sia 18/24 sino a 626/1000 o sia 15/24 il bollo porter la lettera V ed
il numero 1: al di sotto di 626/1000 sino a 500/1000, o sia 12/24 porter ugualmente la lettera V
ed il numero 2.
Per largento
Al di sotto di 834/1000 o sia 10/12 sino a 664/100 o sia 8/12, porter la lettera V ed il numero 3.
Al di sotto di 664/1000 sino a 500/1000 o sia 6/12, porter la lettera V ed il numero 4.
Al di sotto di questi gradi, come la proporzione sarebbe meno della met di fino, i pezzi fabbri-
cati saranno rotti e restituiti a fabbricanti.
12. I bolli che verranno adoperati per lesecuzione del disposto nellarticolo 11, saranno rotti ne
quattro mesi dopo lapertura dellofficina di garanta; e da questepoca in avanti i bolli saranno mes-
si solo a pezzi fabbricati col titolo della legge.
13. Oltre i bolli che debbono essere messi giusta le disposizioni della presente legge su de generi
doro e dargento, ve ne sar uno nellofficina di garanta destinato ad indicare il titolo delle verghe
doro e dargento, che si volessero presentare prima di essere messe in vendita. Questo bollo porte-
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
194
r la testa di un Vulcano veduto di faccia, ed il numero de millesimi che vi si contenga di fino
delluno e dellaltro metallo. Siccome le verghe non contengono prezzo dindustria, cos non sa-
r percepito pel bollo di esse alcun dritto. Il proprietario sar solo tenuto a pagarne la spesa del
saggio.
14. Vi sar un altro bollo per applicarsi alle manifatture doro e dargento che vengono dalleste-
ro; il quale avr la lettera S con uno de numeri arabi corrispondenti a varj titoli stabiliti nella pre-
sente legge.
15. I fabbricanti di falsi bolli, e quelli che ne faranno uso, saranno condannati a dieci anni di fer-
ri, e le opere saranno confiscate.
CAP. III
Del diritto di garanta su i lavori doro e dargento.
16. Sar percepito un diritto di garanta su tutte le opere fabbricate da nuovo, o che si vogliono
bollare per metterle in commercio.
Questo dritto sar del sei per cento per loro, e del tre per largento, sul valore delle materie fine
che si contengono in detti metalli.
17. Le opere doro e dargento, che vengono dallestero dovranno esser presentate aglimpiegati
delle dogane, per esservi dichiarate, pesate, piombate, e mandate allofficina di garanta, dove saran-
no bollate a tenore dellarticolo 14: e si pagheranno de dritti eguali a quelli delle opere fabbricate
nel regno. Sono eccettuati dalla disposizione del presente articolo gli oggetti doro e dargento ap-
partenenti agli ambasciadori ed inviati delle Potenze straniere, e le galanterie alluso personale di tut-
ti i viaggiatori, e quelle dargento fino al peso di due libbre.
18. Allorch le opere doro e dargento venute dallestero, ed introdotte nel regno senza pagamen-
to di dritto in forza delleccezioni fatte nellarticolo antecedente, vorranno mettersi in commercio,
dovranno essere portate al bur di garanta, per esser bollate a tenore della legge; e vii sar pagato lo
stesso dritto stabilito nellarticolo 16.
19. La stessa disposizione resta applicata a tutti i privati possessori doro ed argento, attualmente
esistenti nel nostro regno, allorch vorranno metterlo in vendita.
20. Tutti i commercianti di manifatture e bigiotterie straniere, per quelle che si troveranno di avere
introdotte allepoca della pubblicazione della presente legge, dovranno fra lo spazio di 30 giorni dopo
la pubblicazione della medesima esibirle allofficina di garanta, per essere bollate a tenore degli artico-
li 9, 11 e 14 della presente legge; e pagheranno la met del dritto fiscale, oltre le spese del saggio.
21. Allorch le opere nuove doro e dargento fabbricate nel regno, e che avranno pagato i drit-
ti di garanta, si vorranno inviare fuori del medesimo per vendersi agli stranieri, sar restituito al
fabbricante limporto di due terzi de dritti di garanta pagati. Questa restituzione avr luogo in
vista del certificato dellamministrazione delle dogane, che attesti luscita dal regno de detti la-
vori.
22. I lavori doro e dargento, che si vorranno impegnare al banco, non potranno riceversi, se non
bollati.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
195
CAP. IV
Delle officine di garanta.
23. Vi sar per ora nella sola citt di Napoli unofficina di garanta, stabilita per fare il saggio, per
assicurare i titoli de lavori doro e dargento, come delle verghe di queste materie, che vi saranno
presentate, e per percepire, allorch verranno bollate, i dritti imposti dalla legge. Saranno nelle altre
parti del regno stabilite in appresso tante officine di garanta, quante saran credute necessarie.
24. Tutte le autorit finora conosciute nel nostro regno per questa materia, e specialmente i cos
detti consoli dellarte degli orefici, al momento della pubblicazione della presente legge cesseranno
davere ogni ingerenza in questa materia, e non potranno sotto qualunque titolo esigere tassa alcu-
na su i lavori doro e dargento.
25. Lofficina di garanta sar composta di tre principali impiegati, cio dun saggiatore, dun ri-
cevitore, e dun controloro. Il numero de loro subalterni verr fissato dal Ministro delle finanze in
ragione del bisogno del commercio.
26. Lamministrazione delle monete, o sia della zecca, invigiler allofficina di garanta, relativa-
mente alla parte che riguarda larte, ed allesattezza de titoli delle opere doro e dargento, che si met-
teranno in commercio.
27. Lamministrazione de dritti riuniti invigiler allofficina di garanta, relativamente alle spese
ed esazioni de dritti.
28. Il saggiatore sar nominato dallIntendente.
Egli per non potr esercitarne le funzioni, se non dopoch avr ottenuto un certificato di capa-
cit dallamministratore della zecca.
29. Lamministratore de dritti riuniti nominer il ricevitore dellofficina di garanta, dopoch ne
avr ottenuto la corrispondente pleggerie.
30. Il controloro sar nominato dal Ministro delle finanze.
31. Il saggiatore non avr alcun soldo, ma incasser a suo beneficio le spese del saggio, le quali sa-
ranno definitivamente fissate dallamministrazione della zecca.
32. I soldi del ricevitore e del controloro, come de loro subalterni, saranno da Noi determinati
sulla proposta del Ministro delle finanze.
33. Il saggiatore si provveder a sue spese di tutto ci che necessario allesercizio delle sue fun-
zioni: solamente lamministrazione della zecca somministrer allofficina i bolli e la macchina per
bollare.
Le spese del registro e le altre saranno regolate dallamministrazione de dritti riuniti, sotto lap-
provazione del Ministro delle finanze. LIntendente che nominer il saggiatore, determiner un lo-
cale convenevole allofficina, il quale dovr esser fissato, qualora sia possibile, nella casa municipale.
34. Il saggiatore, il ricevitore, e il controloro dellofficina, avranno ciascuno una delle chiavi del-
la cassa, nella quale saranno rinchiusi i bolli.
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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CAP. V
Delle funzioni deglimpiegati del bur di garanta.
35. Il saggiatore non ricever i lavori doro e dargento per saggiarli e bollarli, se non quando sa-
ranno stati precedentemente bollati dal fabbricante.
36. Egli non impiegher nelle sue operazioni che le materie e sostanze chimiche preparate nellof-
ficina della zecca, che dovr a sue spese acquistare: e solo la spesa del trasporto di queste materie sa-
r compresa tra le spese di amministrazione di questa officina.
37. Allorch dopo il saggio i lavori doro e dargento trovati conformi ad uno de titoli prescritti
colla presente legge, il saggiatore ne iscriver la menzione su dun registro destinato a questo effetto,
il quale sar cifrato dal sindaco. Dipoi i lavori saran passati al ricevitore, con un estratto del registro
del saggiatore, indicante il titolo verificato.
38. Il ricevitore peser i lavori che gli verranno cos presentati, e percepir il dritto di garanta uni-
formemente alla presente legge. Egli far appresso menzione nel suo registro, che sar parimente ci-
frato, della natura del lavoro, del suo titolo, del suo peso, e della somma che gli sar stata pagata per
dritto. Fatto tal notamento sul registro, egli scriver sopra lestratto del registro del saggiatore il pe-
so de lavori e la soddisfazione del dritto; e rimetter questo estratto al controloro.
39. Il controloro avr un registro parimente cifrato, come quello del saggiatore, e vi trascriver
lestratto del registro ricevuto. Dopo di ci prender dalla cassa a tre chiavi il bollo dellofficina, e
quello indicativo del titolo, e gli applicher sul lavoro, in presenza del proprietario.
40. Ne lavori che saranno composti di molti piccoli pezzi, non sar apposto che un solo bollo ap-
presso a quello del fabbricante.
41. Allorch il titolo dunopera doro e dargento sar trovato inferiore al pi basso titolo prescrit-
to dalla legge, potr procedersi ad un secondo saggio, sulla dimanda per del proprietario. Se il se-
condo saggio confermer il primo, il proprietario pagher la spesa del doppio saggio, e lopera sar
rotta in sua presenza, e gli sar restituita. Se il secondo saggio sar difforme dal primo, il proprieta-
rio non pagher che un saggio solo.
42. In caso di controversia su i titoli, si prender la particella di saggio sul lavoro, e suggellata non
meno dal fabbricante che dal saggiatore, sar inviata allamministrazione della zecca, che la far sag-
giare nel suo lavoratorio, in presenza dellispettore de saggi.
43. Durante questintervallo di tempo, il lavoro rester nellofficina di garanta sotto i suggelli del
saggiatore e del fabbricante: ed allorch lamministrazione della zecca avr fatto conoscere il risulta-
to del suo saggio, lopera sar definitivamente bollata, conforme a questo risultato.
44. Se dopo questa decisione il risultato sar contrario al saggiatore, le spese di trasporto e di sag-
gio saranno di suo carico. Nel caso opposto saran pagate dal fabbricante.
45. Se un privato possessore di un lavoro, che avr tutti i bolli prescritti dalla legge, sospetter che
il lavoro non contenga il titolo indicato, potr mandarlo allamministrazione della zecca, che lo fa-
r saggiare colle formalit prescritte pel saggio delle monete. Se questo saggio sar un titolo pi bas-
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
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so, il saggiatore sar condannato per la prima volta ad una pena di duc. 50, per la seconda, di duc.
150, e la terza volta sar destituito, ed il proprietario sar indennizzato.
46. In tutti i suddetti casi le piccole parti che saranno servite al saggio, saranno restituite al pro-
prietario del lavoro.
47. Il saggiatore dellofficina di garanta potr tenere sotto la sua responsabilit quegli ajutanti che
creder necessarj al bisogno.
CAP. VI
Delle obbligazioni de fabbricanti e mercanti de lavori doro e dargento.
48. Gli antichi fabbricanti di lavori doro e dargento avranno soltanto lobbligo di far conoscere
al sindaco della municipalit i loro nomi e cognomi, la strada ed il numero della loro bottega, ed il
loro particolare bollo che vorranno adottare, inciso sopra un pezzo di rame a ci destinato. La mu-
nicipalit invigiler che lo stesso simbolo non sia impiegato da due fabbricanti.
49. Chiunque dopo la pubblicazione della presente legge vorr essere dichiarato maestro di bot-
tega, dovr presentarsi nellofficina della zecca, e dovr ricevere una patente che lo autorizzi ad eser-
citare in capo la sua professione.
50. Tanto il sindaco per gli antichi fabbricanti, quanto lamministrazione della zecca per gli nuo-
vi, avranno cura di mandarne i registri allofficina di garanta.
51. Chiunque si limita al commercio de lavori doro e dargento, senza intraprenderne la mani-
fattura, non tenuto che a farne solamente registrare la sua dichiarazione nella casa centrale della
municipalit.
52. Tanto i fabbricanti, quanto i commercianti doro e dargento lavorato e non lavorato, fra tren-
ta giorni al pi tardi dopo la pubblicazione della presente legge, dovranno tenere un registro cifra-
to dal sindaco, su di cui essi scriveranno la natura, il numero, il peso, ed il titolo delle materie e la-
vori chessi compreranno e venderanno, colla indicazione de nomi ed abitazioni di quelli da cui gli
avran comprati.
53. Essi non potranno comprare che da persone conosciute, o che abbiano la responsabilit di
persone da essi conosciute.
54. Essi saranno obbligati a presentare i loro registri alle autorit pubbliche, tutte le volte che lo-
ro saranno richiesti.
55. Essi consegneranno a compratori, de bigliettini enunciativi della specie del titolo, del peso,
e delle opere chessi avran loro vendute, colla specificazione delle opere, se sono nuove, o vecchie.
Questi biglietti preparati, e che saranno somministrati al fabbricante o mercante dallamministra-
zione de dritti riuniti, avranno in tutto il regno lo stesso formolario, che sar stampato. Il vendito-
re vi scriver a mano la designazione del lavoro, il suo peso ed il suo titolo designato con numeri in
questa legge stabiliti: vi metter la data e la sua firma.
56. I contravvenenti ad una delle disposizioni degli articoli antecedenti saranno condannati per
I Borghi e le Arti di Napoli. I gioielli e i tessuti doro e dargento dei Maestri dellArte
198
la prima volta ad una pena di duc. 50, e la seconda, ad una di duc. 100; la terza volta la pena sar
di duc. 300, e se sar loro interdetto di pi commerciare in materia doro e dargento, sotto pena di
confisca di tutti gli oggetti di lor commercio.
57. Le disposizioni degli articoli 48 e seguenti sono applicabili a fabbricanti e mercanti di gallo-
ni, tessiture, ricami e daltre opere in filo di oro e dargento.
Quelli che venderanno per fino, per le opere di questa natura, oro ed argento falso, incorreranno,
oltre della restituzione del prezzo a colui che hanno ingannato, in una pena che sar di 50 ducati
per la prima volta, di 100 la seconda, e di 300 la terza, colla interdizione dogni commercio doro e
dargento.
58. Tutti i fabbricanti e mercanti saranno tenuti fra lo spazio di due mesi ad eseguire la disposi-
zione dellarticolo 11 della presente legge.
59. I giojellieri non saranno tenuti di portare allofficina di garanta le opere montate in pietre fi-
ne o false, o in perle, ne quelle smaltate in tutte le loro parti, o alle quali sono adattati i cristalli; ma
saranno obbligati a tenere un registro cifrato, come quello de mercanti o fabbricanti de lavori doro
e dargento, ad oggetto di descrivere ogni giorno le compre e vendite che hanno fatte.
60. Essi saranno tenuti, come i fabbricanti doro e dargento, di consegnare a compratori un bi-
glietto egualmente somministrato dallamministrazione de diritti riuniti, e sul quale essi descrive-
ranno la natura e la forma di ciascunopera, come il numero e la qualit delle pietre di cui sar com-
posta.
61. I contravventori a questi due articoli saranno soggetti alle stesse pene de commercianti doro
e dargento.
62. E proibito a giojellieri di mischiare nella stessa opera pietre false e fine, senza dichiararlo a
compratori, sotto pena di restituire a medesimi il valore che avrebbero avuto le pietre, se fossero sta-
te fine, e di pagare una pena al fisco di duc. 150, per la prima volta, che sar tripla la seconda vol-
ta: e la terza essi saran dichiarati incapaci di esercitare larte di giojelliere; e gli effetti del loro magaz-
zino saranno confiscati.
63. Quando un orefice morr, il suo bollo sar rimesso nello spazio di un mese al bur di garan-
ta per esser cancellato.
Durante questo tempo, lerede sar risponsabile delluso che ne sar fatto, come se fosse fabbri-
cante in esercizio.
64. Se un fabbricante lascia il commercio della sua arte, rimetter il suo bollo allofficina di garan-
ta, per esser rotto avanti di lui. Se egli vorr allontanarsi pi di sei mesi, depositer il suo bollo nel
bur di garanta; ed i suoi giovani potranno in sua assenza presentare in quella officina le opere, per
farvi mettere il bollo del fabbricante.
65. I mercanti di lavori doro e dargento ambulanti, che girano per le fiere, son tenuti al loro ar-
rivo in una universit di presentarsi al sindaco, o a chi ne fa le veci, e di mostrargli i biglietti de mae-
stri e mercanti, che abbian loro consegnato i lavori doro e dargento che portano.
In riguardo a lavori che essi avessero acquistati anteriormente alla presente legge, saranno dopo
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due mesi dalla pubblicazione della medesima obbligati a dichiararli allofficina di garanta, in con-
formit dellarticolo 11, e facendo bollare i loro oggetti, saranno dispensati dal dover giustificare
lorigine della compra de loro lavorj.
66. Il sindaco, o chi ne far le veci, far esaminare i marchi di questi lavori dalle persone le pi
intendenti del Comune, per assicurarne la legittimit.
67. Il sindaco, o chi ne fa le veci, far arrestare e rimettere al tribunale di polizia correzionale il
venditore co suoi lavori, qualora questi non facesse la dichiarazione, o non avesse i biglietti, o le
opere non avessero i bolli prescritti nella presente legge; e saranno questi mercanti ambulanti sog-
getti alle stesse pene degli altri.
CAP. VII
Delle macchine da tirare loro e largento
68. Il nostro Ministro dellinterno, di concerto con quello delle finanze, former incessantemente le
necessarie istruzioni e regolamenti per la rettificazione e formazione delle macchine da tirare loro e
largento, colle cautele uniformi agli stabilimenti della presente legge, per lofficina di garanta.
Vogliamo e comandiamo che questa nostra legge da Noi sottoscritta, e munita dal nostro sigillo,
si pubblichi colle ordinarie solennit in tutto il regno, per mezzo delle autorit cui appartiene, le
quali dovranno registrarla, ed assicurarne ladempimento.
Il nostro Ministro Segretario di Stato specialmente incaricato di vegliare alla sua pubblicazione.
Data in Napoli li 17 Dicembre 1808
Firmato GIOACCHINO NAPOLEONE
Il Ministro di giustizia
Firm. M. A. Cianciulli
Da parte del Re
Il Ministro Segretario di Stato
Firm. F. Ricciardi
Pubblicata nel d 31 dicembre 1808
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Tessuti e nastri manifatturati nel secolo XIX
Campionature. Archivio di Stato, Napoli
1835, Campioni di nastri tinti alluso di Francia allegati alla richiesta di privativa, inoltrata da Leggiero Thibard.
ASNA, Ministero dellInterno, inv. II, b. 585, inc. 54
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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con lapparecchio Goffrage e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio Garneri
ASNA, Ministero dellInterno, inv. II, b. 585, inc. 41
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Campione di stoffa allegata alla richiesta fatta dai fabbricanti milanesi Tunesi e Osio, per ottenere una privativa per linstallazione di una fabbrica di cappelli di felpa di seta.
ASNA, Ministero dellAgricoltura, Industria e Commercio, b. 279, inc. 49
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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con lapparecchio Goffrage e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio Garneri
ASNA, Ministero dellInterno, inv. II, b. 585, inc. 41
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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con lapparecchio Goffrage e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio Garneri
ASNA, Ministero dellInterno, inv. II, b. 585, inc. 41
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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con lapparecchio Goffrage e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio Garneri
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1837, Campionario di nastri rasati operati ottenuti con lapparecchio Goffrage e allegati alla richiesta di privativa inoltrata da Antonio Garneri
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Piazza del Mercato
Le botteghe del primo Novecento
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Venturi A. Gian Cristoforo Romano, in: Archivio Storico dellArte, Napoli 1888
finito di stampare nel mese di maggio 2009
organizzato da
in collaborazione con
evento inserito nel
con il patrocinio di

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