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CAPITOLO TERZO

IL JNANI
Molti dei visitatori di Sri Ramana sembravano avere una insaziabile curiosit circa lo stato della realizzazione del S ed erano particolarmente interessati a conoscere come un jnani sperimenta se stesso ed il mondo che lo circonda. Alcune delle domande che gli furono poste sul soggetto riflettevano le idee bizzarre che molte persone avevano su questo stato, ma per la maggior parte tendevano ad essere delle variazioni di una delle quattro seguenti questioni: 1* Come pu un jnani adempiere le sue funzioni senza nessuna consapevolezza individuale di coscienza? 2* Come pu dire che non fa nulla ( affermazione che Sri Ramana fece spesso ) quando gli altri lo vedono attivo nel mondo? 3* Come percepisce il mondo? Lo percepisce? 4* Come si mette in relazione la consapevolezza della pura coscienza del jnani con gli alternanti stati di coscienza del corpo e della mente sperimentati nella veglia, nel sonno e nel sogno? La premessa che si nasconde dietro a tutte queste domande sta nel credere che ci sia una persona ( il jnani ) a sperimentare uno stato che egli chiama il S. Questa supposizione non vera. E' semplicemente una costruzione mentale inventata da coloro che non hanno realizzato il S ( ajnani ) per spiegare l'esperienza del jnani. Perfino l'uso della parola jnani indicativo di questo credo erroneo, poich essa significa letteralmente conoscitore di jnana, la realt. L'ajnani usa questo termine perch immagina che il mondo sia fatto di cercatori e conoscitori della realt;

la verit del S che non ci sono ne jnani ne ajnani, c' soltanto jnana. Sri Ramana fece notare ci, sia direttamente che indirettamente in molte occasioni, ma pochi dei suoi interlocutori furono capaci di afferrare, anche solo concettualmente, le implicazioni di una tale affermazione. A causa di ci, egli solitamente adattava le sue idee in modo che si conformassero ai pregiudizi dei suoi ascoltatori. Nella maggior parte delle conversazioni di questo capitolo egli accetta che i suoi interlocutori percepiscano una distinzione fra jnani e ajnani e , senza sfidare le basi di tale ipotesi, assume il ruolo del jnani e cerca di spiegare le implicazioni che derivano dall'essere in quello stato. D: Qual' allora la differenza tra il baddha ed il mukta, l'uomo in schiavit e quello liberato? R: L'uomo ordinario vive a livello del cervello, inconsapevole di se stesso nel Cuore. Il jnana siddha ( jnani ) vive nel Cuore. Quando si muove e tratta con gli uomini e le cose, egli sa che ci che vede non separato dalla realt suprema, quel Brahman che ha realizzato nel Cuore, il reale. D: Cosa si pu dire dell'uomo ordinario? R: Ho appena detto che vede le cose al di fuori di se stesso. E' separato dal mondo, dalla sua realt profonda, dalla verit che sostiene lui e ci che vede. L'uomo che ha realizzato la suprema verit della sua esistenza realizza che dietro a lui, dietro al mondo c' la realt suprema. Infatti egli consapevole dell'uno, come del reale, il S in tutti i s, in tutte le cose, eterno ed immutabile, in tutto ci che impermanente e mutevole. D: Qual' la relazione tra la pura coscienza realizzata dal jnani ed il senso dell'io sono che accettato come il dato primario dell'esistenza? R: La coscienza indifferenziata del puro essere il Cuore o hridayam, che ci che realmente sei. Dal Cuore sorge l'io sono come il dato primario della propria esistenza. In se stesso di carattere completamente puro ( suddha-sattva ). E' in questa forma di originale purezza ( suddha-sattva-swarupa ),

incontaminato da rajas e tamas ( attivit ed inerzia ), che l'io sembra sussistere nel jnani. D: Nel jnani l'ego sussiste in forma pura e perci appare come qualcosa di reale. E' cos? R: L'esistenza dell'ego in qualuque forma, sia nel jnani che nell'ajnani, di per s un'esperienza. Ma per l'ajnani, che illuso dal pensare che lo stato di veglia ed il mondo siano reali, anche l'ego sembra reale. Poich egli vede il jnani agire come gli altri individui si sente costretto a postulare qualche nozione di individualit anche in riferimento al jnani. D: Come funziona allora nel jnani l'aham-vritti ( il pensiero io, il senso dell'individualit )? R: In lui non funziona affatto. La reale natura del jnani il Cuore stesso perch egli uno ed identico nei confronti della pura coscienza indifferenziata descritta dalle Upanishad come prajnana ( piena coscienza ). Prajnana in realt Brahman, l'assoluto e non c' Brahman al di fuori di prajnana. D: Un jnani ha sankalpa ( desideri )? R: Le qualit principali della mente ordinaria sono tamas e rajas ( inerzia ed eccitazione ); perci piena di desideri egoistici e debolezze. Ma la mente del jnani suddha-sattva ( pura armonia ) e senza forma, funzionante nel sottile vijnanamayakosha ( la guaina della conoscenza ), attraverso la quale egli mantiene il contatto col mondo. Perci anche i suoi desideri sono puri. D: Sto cercando di capire il punto di vista del jnani riguardo al mondo. Dopo la realizzazione del S, il mondo viene percepito? R: Perch ti preoccupi del mondo e di ci che gli accade dopo la realizzazione del S? Realizza prima il S. Cosa importa se il mondo viene percepito o meno? Guadagni qualcosa che possa aiutarti nella tua ricerca con la percezione del mondo durante il sonno? Viceversa, cosa perderesti ora con la percezione del mondo? E' del tutto privo di importanza per il jnani o l'ajnani se percepiscono il mondo o meno. Viene visto da entrambi, ma i loro punti di vista differiscono. D: Se il jnani e l'ajnani percepiscono il mondo allo stesso modo,

dov' la differenza tra loro? R: Vedendo il mondo, il jnani vede il S che il substrato di tutto ci che viene visto; l'ajnani, che veda o meno il mondo, ignorante del suo vero essere, il S. Prendi l'esempio delle immagini che si muovono sullo schermo al cinema. Cosa c' di fronte a te prima che lo spettacolo cominci? Semplicemente lo schermo. Su quello schermo vedi l'intero spettacolo, e all'apparenza le immagini sono reali. Ma vai a cercare di afferrarle. Cosa afferrerai? Semplicemente lo schermo su cui apparvero le immagini. Dopo lo spettacolo, quando le immagini sono scomparse, che cosa rimane? Ancora lo schermo. Cos col S. Esiste quello soltanto, le immagini vanno e vengono. Se ti aggrappi al S, non sarai ingannato dall'apparizione delle immagini, ne importer affatto se le immagini appariranno o scompariranno. Ignorando il S l'ajnani pensa che il mondo sia reale, proprio come ignorando lo schermo vede semplicemente le immagini, come se esistessero separato da esso. Se si conosce che senza il veggente non c' nulla che pu essere visto, proprio come non ci sono immagini senza lo schermo, non si ingannati. Il jnani sa che lo schermo e le immagini sono solo il S. Con le immagini il S nella sua forma manifesta; senza immagini rimane nella forma immanifesta. Per il jnani tutto privo di importanza se il S in una forma o nell'altra. Egli sempre il S. Ma l'ajnani vedendo il jnani attivo ne viene confuso. D: Bhagavan vede il mondo come parte di se stesso? Come vede il mondo? R: Solo il S e null'altro. Tuttavia differenziato a causa dell'ignoranza. La differenziazione triplice: 1* dello stesso tipo; 2* di un tipo differente; 3* come parti in se stesso.

Il mondo non un altro S simile al S. Non diverso dal S; e non nemmeno una parte del S: D: Il mondo non riflesso sul S? R: Perch ci sia un riflesso deve esserci un oggetto ed una immagine. Ma il S non ammette queste differenze. D: Un jnani ha sogni? R: S, sogna, ma sa che un sogno, allo stesso modo in cui sa che un sogno lo stato di veglia. Puoi chiamarli sogno numero uno e sogno numero due. Il jnani, essendo stabilito nel quarto stato turiya, la realt suprema testimonia in modo distaccato gli altri tre stati ( veglia, sogno e sonno senza sogni ) come immagini sovrapposte su di esso. Per coloro che sperimentano la veglia, il sogno ed il sonno, lo stato di sonno vigile, che al di l di questi tre stati, chiamato turiya ( il quarto ). Ma poich esiste soltanto quel turiya e poich i tre stati apparenti non esistono, sappi per certo che il turiya esso stesso turiyatita ( quello che trascende il quarto ). D: Quindi per il jnani non c' alcuna distinzione fra i tre stati della mente? R: Come pu esserci, quando la mente stessa dissolta e persa nella luce della coscienza? Per il jnani i tre stati sono tutti egualmente irreali. Ma l'ajnani incapace di comprendere ci, poiche per lui la misura della realt lo stato di veglia, laddove per un jnani la misura della realt la realt stessa. Questa realt della pura coscienza per sua natura eterna e perci sussiste ugualmente durante quello che tu chiami veglia, sogno e sonno. Per colui che uno con quella realt non c' ne la mente ne i suoi tre stati e, perci, ne l'introversione ne l'estroversione. Suo l'eterno stato di veglia, perch egli sveglio all'eterno S; suo l'eterno stato di sogno, perch per lui il mondo non migliore di un fenomeno di sogno che si presenta ripetutamente; suo l'eterno stato di sonno, perch in ogni momento egli senza coscienza dell'io sono il corpo. D: Per il jnani non c' dehatma buddhi ( l'idea io sono il corpo )? S, per esempio, Sri Bhagavan viene punto

da un insetto, non c' alcuna sensazione? R: C' la sensazione e c' anche dehatma buddhi. Quest'ultima comune sia al inani che all'ajnani con questa differenza: l'ajnani pensa solo il corpo sia lui stesso, laddove il jnani sa che tutto il S, o che tutto questo Brahman. Se c' dolore, che sia pure. Anche questo fa parte del S. Il S purna ( perfetto ). Dopo aver trasceso dehatma buddhi si diventa jnani. In assenza di quell'idea non possono esserci ne kartritva ( azione ), ne karta ( agente ). Cos un jnani non ha karma ( cio, non esegue azioni ). Questa la sua esperienza. Altrimenti non un jnani. Tuttavia l'ajnani identifica col suo corpo, cosa che il jnani non fa. D: Io ti vedo fare delle cose. Come puoi affermare che non esegui mai alcuna azione? R: La radio canta e parla, ma se la apri non troverai nessuno all'interno. Similmente la mia esistenza come lo spazio; sebbene il corpo parli come la radio, non c' nessun agente all'interno. D: Trovo che questo sia difficile da comprendere. Potresti elaborarlo, per favore? R: Nei libri vengono date varie spiegazioni per metterci in grado di comprendere come il jnani possa vivere ed agire senza la mente, sebbene il vivere e l'agire richiedano l'uso della mente. La ruota del vaso continua a girare anche dopo che il vasaio cessato di farla andare allorch il vaso finito. Allo stesso modo, il ventilatore continua a girare per alcuni minuti dopo che stacchiamo la corrente. Il prarabdha ( karma predestinato ) che crea il corpo gli far portare a termine le attivit per cui era predisposto. Ma il jnani affronta tutte queste attivit senza l'idea di essere colui che le compie. E' difficile comprendere come ci sia possibile. La spiegazione data generalmente che il jnani esegue le azioni come un bambino che venga svegliato dal sonno per mangiare. Egli mangia, ma al mattino successivo non ricorda ci che ha mangiato. Si deve rammentare che tutte queste spiegazioni non sono per il jnani. Egli sa e non ha dubbi. Sa di non essere il corpo e sa che non sta facendo nulla anche se il suo corpo pu

essere impiegato in qualche attivit. Queste spiegazioni sono per gli spettatori che pensano che il jnani abbia un corpo e non possono fare a meno di identificarlo col suo corpo. D: E' detto che lo shock della realizzazione sia cos grande che il corpo non possa sopravvivere ad esso. R: Ci sono varie controversie o scuole di pensiero riguardo al fatto che un jnani possa continuare a vivere nel suo corpo dopo la realizzazione. Qualcuno dice che chi muore non pu essere un jnani perch il suo corpo deve svanire nell'aria o cose simili. Essi propongono ogni tipo di strane idee. Se un uomo deve immediatamente abbandonare il corpo quando raggiunge il S, mi chiedo come la conoscenza del S o lo stato di realizzazione possa arrivare agli altri uomini. Ci significherebbe che tutti coloro che ci hanno dato i frutti della loro realizzazione del S nei libri non possono essere considerati jnani perch continuano a vivere dopo la realizzazione, e se si ritiene che un uomo non possa essere considerato un jnani fino a che esegue azioni nel mondo ( l'azione impossibile senza la mente ), allora devono essere considerati ajnani non soltanto i grandi saggi che portarono avanti vari tipi di attivit dopo aver conseguito jnana, ma anche gli Dei ed Iswara stesso ( il supremo Dio personale dell'Induismo), poich egli continua a prendersi cura del mondo. Il fatto che dal jnani pu essere eseguita qualunque azione ed eseguita molto bene, senza che egli debba identificarsi con essa in nessun modo o debba mai immaginare di essere l'agente. Qualche potere agisce attraverso il suo corpo e usa il suo corpo per fare il lavoro. D: Un jnani capace di commettere peccati o verosimile che lo faccia? R: Un ajnani vede qualcuno come un jnani e lo identifica col corpo. Poich non conosce il S e scambia il corpo per il S, estende lo stesso errore allo stato del jnani. Perci il jnani viene considerato come una forma fisica. Inoltre, poich l'ajnani, sebbene non sia l'agente, immagina di esserlo e considera le azioni del corpo come sue, pensa che il jnani stia agendo in modo simile quando il corpo attivo. Ma il jnani conosce la verit e non confuso. Lo stato di jnani non pu essere determinato

dall'ajnani e perci la questione disturba soltanto l'ajnani e non sorge mai per il jnani. Se un agente deve determinare la natura delle azioni. Il s non pu essere l'agente. Scopri chi l'agente ed il S rivelato. D: Cos si riduce a questo. Vedere un jnani non comprenderlo. Si vede il corpo del jnani e non la sua jnana. Uno deve perci essere un jnani per conoscere un jnani. R: Il jnani non vede nessuno come un ajnani. Ai suoi occhi sono tutti jnani. Nello stato di ignoranza uno sovraimpone la propria ignoranza su un jnani e lo scambia per un agente. Nello stato di jnana, il jnani non vede nulla separato dal S. Il S risplendente e soltanto pura jnana. Cos ai suoi occhi non c' ajnana. C' un esempio di questo tipo di illusione o sovraimposizione. Due amici andarono a dormire fianco a fianco. Uno di loro sogn che entrambi erano partiti per un lungo viaggio ed avevano avuto strane esperienze. Nello svegliarsi le riepilog e chiese all'amico se non fosse cos. L'altro semplicemente lo prese in giro dicendo che era solo un suo sogno e che non poteva influenzarlo. Cos avviene con l'ajnani che sovraimpone le sue idee illusorie sugli altri. D: Tu hai detto che il jnani pu essere attivo ed attivo, che a che fare con gli uomini e con le cose. Ora, non ho alcun dubbio su questo. Ma allo stesso tempo dici che non vede differenze; per lui tutto uno, egli sempre nella coscienza. Se cos, come fa a trattare con le differenze, con gli uomini, con le cose che sono sicuramente diverse? R: Egli vede queste differenze come apparenze, le vede come non separate dal vero, dal reale, con cui egli uno. D: Il jnani sembra essere pi accurato nelle sue espressioni, egli apprezza le differenze pi dell'uomo ordinario. Se per me lo zucchero dolce e l'assenzio amaro, anch'egli sembra realizzare questo. Infatti, tutte le forme, tutti i suoni, tutti i gusti, ecc., sono per lui gli stessi proprio come lo sono per gli altri. Se cos, come si pu dire che sono semplici apparenze? Non fanno forse parte della sua esperienza di vita? R: Ho detto che l'eguaglianza il vero segno di jnana. Il termine

stesso eguaglianza implica l'esistenza di differenze. E' una unit che il jnani percepisce in tutte le differenze, quella che io chiamo eguaglianza. Eguaglianza non significa ignoranza delle distinzioni. Quando si ha la realizzazione si pu vedere che queste differenze sono molto superficiali, che non sono affatto sostanziali o permanenti, e ci che essenziale in tutte queste apparenze l'unica verit, il reale. Quella io chiamo unit. Hai fatto riferimento al suono, al gusto, alla forma, all'odorato, ecc. E' vero che il jnani apprezza le distinzioni, ma in tutte queste egli percepisce e sperimenta la sola realt. Questo il motivo per cui egli non ha preferenze. Sia che si muova, parli, o agisca, tutto quello in cui egli agisce si muove parla, l'unica e la sola realt. Egli non separa nulla dall'unica suprema verit. D: Si dice che il jnani si comporti con assoluta uguaglianza nei confronti di tutti? R: S. Amicizia, gentilezza, felicit e altre bhava ( attitudini ) diventano naturali per lui. L'affetto verso il buono, la gentilezza verso l'indifeso, la felicit nel compiere buone azioni, il perdono verso il malvagio, tutte queste cose sono naturali caratteristiche del jnani ( Patanjali, Yoga Sutra, 1:37 ). Tu chiedi dei jnani: essi sono gli stessi in ogni stato o condizione, perch conoscono la realt, la verit. Nella loro routine giornaliera del nutrirsi, del muoversi e del tutto il resto, essi, i jnani, agiscono soltanto per gli altri. Nemmeno una singola azione fatta per loro stessi. Ti ho gi detto molte volte che proprio come ci sono persone la cui professione di lamentarsi per una paga, allo stesso modo i jnani agiscono per amore degli altri con distacco, senza esserne essi stessi influenzati. Il jnani piange con colui che piange, ride con colui che ride, gioca con colui che gioca, canta con colui che canta, tenendo il tempo della canzone. Che cos'ha da perdere? La sua presenza come uno specchio puro, trasparente. Riflette l'immagine esattamente com'. Ma il jnani, che soltanto uno specchio, non influenzato dalle azioni. Come possono uno specchio, o la cornice su cui montato, essere influenzati dai riflessi?

Nulla li influenza poich questi sono semplici supporti. D'altra parte, gli attori del mondo gli agenti di ogni azione, gli ajnani devono decidere da se stessi quale canzone e quale azione sia adatta per il benessere del mondo, quello che in accordo con le sastra, e ci che praticabile. D: Si dice ci siano sadeha mukta ( liberati mentre sono ancora nel corpo )e videha mukta ( liberati al momento della morte ). R: Non c' liberazione, e dove sono i mukta? D: Le sastra Ind non parlano di mukti? R: Mukti sinonimo di S. Jivan mukti ( liberati nel corpo ) e videha mukti sono per l'ignorante. Il jnani non conscio di mukti o bandha ( schiavit ). Schiavit, liberazioni e livelli di mukti sono tutti descritti per un ajnani al fine che la sua ignoranza possa essere scossa. C' soltanto mukti e null'altro. D: E' perfetto dal punto di vista di Bhagavan. Ma per noi? R: La differenza tra lui ed io l'ostacolo a jnana. D: Una volta dicesti: L'uomo liberato in effetti libero di agire come crede e quando lascia la spoglia mortale consegue l'assoluzione, ma non ritorna a questa nascita che in effetti morte. Questa affermazione d l'impressione che sebbene il jnani non ritorni a nascere su questo piano, egli possa continuare a lavorare su piani pi sottili, nel caso lui scelga cos. E' rimasto in qualche desiderio di scegliere? R: No, quella non era la mia intenzione. D: Inoltre un filosofo indiano, interpretando Sankara in uno dei suoi libri, dice che non esiste una cosa come vidha mukti, poich dopo la morte, il mukta prende un corpo di luce in cui rimane fino a che l'intera umanit viene liberata. R: Questa non pu essere l'opinione di Sankara. Nel verso 566 del Vivekachudamani egli dice che dopo la dissoluzione della guaina fisica dell'uomo liberato diventa come acqua versata nell'acqua e olio nell'olio. E' uno stato in cui non c' schiavit ne liberazione. Prendere un altro corpo significa gettare un velo, per quanto sottile, sulla realt, il che schiavit. La liberazione assoluta ed irrevocabile.

D: Come possiamo dire che il jnani non in due piani? Egli si muove con noi nel mondo e vede i vari oggetti che noi vediamo. Non come se non li vedesse. Per esempio egli cammina. Vede il sentiero che sta percorrendo. Supponiamo che ci siano una sedia od un tavolo posti sul sentiero, egli li vede, li evita e vi gira attorno. Cos non dobbiamo forse ammettere che egli vede il mondo e gli oggetti, mentre naturalmente vede il S? R: Tu dici che il jnani vede il sentiero, lo percorre, incrocia degli ostacoli, li evita, ecc. In quale visione tutto questo, in quella del jnani o nella tua? Egli vede soltanto il S e tutto nel S. D: Nei nostri libri non ci sono spiegazioni che possano illustrarci chiaramente questo stato sahaja ( naturale )? R: Ci sono. Per esempio tu vedi un riflesso nello specchio e lo specchio. Sai che lo specchio la realt e che l'immagine in esso un semplice riflesso. Per vedere lo specchio forse necessario cessare di vedere il riflesso in esso? D: Quali sono i segni fondamentali per scoprire gli uomini di grande spiritualit, poich di alcuni si dice che si comportino come persone squilibrate? R: La mente del jnani conosciuta solamente dal jnani. Si deve essere un jnani al fine di comprendere un altro jnani. Comunque, la pace di mente che permea l'atmosfera del santo il solo mezzo attraverso cui il cercatore comprende la grandezza del santo. Le sue parole, azioni o sembianze non sono indicative della sua grandezza, poich ordinariamente esse sono al di l della comprensione della gente comune. D: Perch nelle scritture si afferma che il saggio come un bambino? R: Un bambino ed un jnani in un certo modo si assomigliano. Gli avvenimenti interessano un bambino fino a che durano. Egli cessa di pensarvi dopo che sono passati. Cos chiaro che non lasciano alcuna impressione sul bambino e che egli non ne influenzato mentalmente.

La stessa cosa avviene con il jnani. D: Tu sei Bhagavan. Perci dovresti sapere quando otterr jnana. Dimmi quando diventer un jnani. R: Se io sono Bhagavan, non c' nessuno al di fuori del S; perci ne jnani ne ajnani. Oppure valgo quanto te e conosco quanto te. In entrambi i casi non posso rispondere alla domanda. Venendo qui, alcuni non fanno domande riguardo se stessi. Essi chiedono: Il jivan mukta vede il mondo? E' influenzato dal karma? Cos' la liberazione dopo aver lasciato il corpo? Si liberati solo dopo aver abbandonato il corpo o anche mentre si vive nel corpo? Il corpo del saggio dovrebbe diventare luce o scomparire alla vista in qualche altro modo? Pu essere liberato sebbene il corpo venga abbandonato come un cadavere? Le loro domande sono senza fine. Perch preoccuparsi in cos tanti modi? La liberazione consiste nel conoscere queste cose? Perci dico loro: Lasciate stare la liberazione. C' schiavit? Conoscete questo. Vedete innanzitutto voi stessi.

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