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Il paradigma del contratto!

31 marzo 2012

IV LICEO SCIENTIFICO G.W.LEIBNIZ - BORMIO Il paradigma del Contratto nel 600 Daniele Rocca

1. Filosoa politica 2. Prima modernit: 600 e 700. Il modello contrattualista 3. Il fondatore: Thomas Hobbes (1588 - 1673) 4. Baruch Spinoza. Il patto democratico (1632 - 1677) 5. John Locke. Il patto liberale (1632 - 1704) 6. Jean Jacques Rousseau. La riabilitazione dello stato di natura (1712 - 1778)

1. Filosoa politica ! La losoa, come disciplina, ha al suo interno molte diverse branche, che cercano di esplorare diversi aspetti della vita umana, del suo sviluppo e del suo senso. Cos abbiamo ad esempio la morale, che tenta di indagare ci che signicano i termini bene e male per lumanit; la losoa teoretica, che indaga le condizioni di possibilit e il fondamento del conoscere, lontologia che si occupa dellessere in quanto essere la bioetica, lestetica, la losoa della mente tra queste discipline si inserisce anche la losoa politica. Oggi cercheremo di parlare di losoa politica. Cominciamo con una denizione generale. ! La losoa politica si occupa delle interazioni tra gli uomini in societ, in quanto inuenzate da relazioni di potere che condizionano i comportamenti, anche attraverso un determinato uso della forza. Tratta principalmente delle forme di potere istituzionalizzate, ovvero dello Stato. Stato che viene denito in molti modi: ad esempio, famosa la denizione data nel 1919 da Max Weber: Lo Stato un rapporto di dominio di uomini su uomini basato sul mezzo della forza legittima (ovvero, considerata tale) Quindi: - Le comunit umane si organizzano intorno a forme di potere; - Lo Stato ha il monopolio della forza legittima. Ma a questo punto la domanda : che cos la legittimit? Qual il giusto ordinamento politico?
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Qui si possono dare molte risposte, e la storia della losoa ne ha date, anche di molte diverse. Basti pensare che Platone risponde: Il potere devessere di chi sa gestirlo correttamente, mentre Machiavelli d una risposta totalmente diversa: il potere di chi sa ottenerlo e mantenerlo. ! Come avrete gi capito, si tratta di una materia molto ampia, dove si trova un podi tutto. Norberto Bobbio, senatore della nostra Repubblica no alla morte nel 2004, distingueva tre domande della losoa politica: 1) Qual lottima costituzione politica? ! Non si indaga la realt per come , ma per come dovrebbe essere. Proponendo un ! mondo totalmente nuovo rispetto allesistente, oppure una sua retticazione. Sono ! grandi modelli normativi, che spesso prendono le mosse dai valori che si vogliono ! salvaguardare. In questa parte possiamo mettere la Repubblica di Platone, che un ! grande modello ideale, Utopia di Thomas More, ed altri 2) il secondo un approccio realistico, che si chiede quale sia il fondamento dellobbligo politico: perch i cittadini devono sottostare allo Stato? ! ! ! ! ! Esempio Machiavelli, che ritiene la politica una scienza che deve partire dai dati di fatto di una realt spaccata, centri di forza in perenne conitto per il potere. Questa parte della losoa politica non si chiede quale sia la realt ideale da inseguire, ma si chiede, ad esempio dopo il nazismo e il fascismo, no a che punto sia giusto sottostare allo Stato e quando invece sia legittimo resistere con violenza al male.

3) la terza ed ultima divisione di questa classicazione si chiede inne quale sia il senso profondo del nostro vivere insieme, come comunit umana su questa terra. Un esempio di questa corrente Hannah Arendt, che non si ferma a considerare lo Stato come realt politica, ma si allarga no a considerare politica tutta la vita umana. Vivere signica essere - tra - gli uomini: gi dal primo istante di vita, appena nati, ci troviamo in una condizione politica. Inoltre, qualcuno stato al mondo prima di noi, e qualcun altro verr dopo di noi. Riceviamo uneredit che dobbiamo custodire e migliorare, con le nostre azioni libere, per lasciarla poi a nostra volta in mano a quelli che verranno dopo di noi. Lapproccio esistenziale alla losoa politica ricerca quindi una pi profonda dimensione di senso che sta dentro alla condizione umana. 2. Prima modernit: 600 e 700. Il modello contrattualista ! Ma veniamo allargomento principale di questa oretta insieme. Con il programma di losoa siete approdati al 600, secolo ricco di simpatici personaggi Cartesio, Spinoza e via dicendo. Per quanto riguarda la storia, il 600 il secolo che vede lascesa sociale della classe della borghesia un poin tutta Europa - e non solo. Questo cambiamento coinvolge inevitabilmente anche la visione dello Stato e della comunit civile. Fino a quel punto,
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nella visione classica, lautorit politica aveva il compito preciso di puntare alleu zen, al vivere bene della comunit. Con il sorgere della societ borghese si affermano anche nuovi bisogni, nuove richieste da parte dei singoli e dei vari ceti sociali e soprattutto nuove domande. Nasce cos un nuovo modello, il modello contrattualista. Detta con una frase - che pu fare da sottotitolo, il modello contrattualista pone a fondamento dello Stato un vero e proprio contratto, che i cittadini tutti insieme stringono, cedendo il loro potere a qualcosa sopra di loro, lo Stato. Ovviamente, non si tratta di un modello storico. Non che questi autori credano che veramente gli uomini siamo usciti da un ipotetico stadio prepolitico dove gli uomini erano isolati, stringendo un patto prima di iniziare a vivere insieme. Ma come sempre, per capire una risposta, dobbiamo prima sapere quale era la domanda. E la domanda che questi signori si ponevano questa: come fa un potere statale a dichiararsi legittimo? Perch i cittadini sono chiamati ad obbedire allo Stato? E a questa domanda danno diverse risposte e come vedremo, le diverse risposte dipendono molto dallantropologia che i diversi autori prendono come base. 3. Il fondatore: Thomas Hobbes (1588 - 1673) ! Partiamo con il primo: Thomas Hobbes. considerato il padre della losoa politica moderna. Sono due le sue tesi principali: a. luguaglianza di tutti gli uomini (con facilit un uomo debolissimo pu ucciderne uno pi forte, De Cive); b. la loro conittualit. Si entra in conitto con gli altri per difdenza (data dalluguaglianza), per ambizione e desiderio di gloria, perch nello stato di natura ognuno giudice di se stesso e di ci che utile alla propria autoconservazione. Lo stato di natura, per Hobbes, una condizione di guerra di tutti contro tutti. Nessuno accetter naturalmente di sottomettersi ad un altro. uno stato di pericolo e di morte, dalla quale quindi tutti, razionalmente, desiderano uscire: Bisogna cercare la pace, nch resta qualche speranza di ottenerla; e, quando non si pu ottenerla, che si debbano cercare aiuti per la guerra ! Per H si pu uscire dallo stato di natura in un solo modo. Lunica via che gli individui stringano un patto tra di loro e cedano tutti i loro diritti ad un sovrano, che dar sicurezza e garantir giustizia. Il potere di questo leviatano dovr essere assoluto, senza limiti. Il suo potere non deriva n da Dio, n assomiglia al potere paterno. Egli solo beneciario, il destinatario, di un patto di unione e sottomissione che i cittadini stringono tra loro. Per H non importa se il sovrano, trovandosi tra le mani un potere cos grande, possa compiere abusi senza nessun controllo: qualsiasi ordine sociale preferibile allincerta condizione prepolitica, nella quale la vita dei singoli sempre sotto minaccia. Questa scelta da parte di H dettata dalla situazione inglese che egli si trova a vivere: la sua epoca il periodo delle due guerre civili inglesi, che coinvolgono sia aspetti politici che
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religiosi. Da qui la sua avversione per la democrazia, e la convinzione che solo accentrando il potere in modo assoluto in mano ad un sovrano sia possibile avere pace e tranquillit di vita. Infatti in un primo momento appogger la casa reale, poi appogger Cromwell. (Fotocopia del frontespizio della prima edizione del Leviatano) Lunico limite che H pone a questa autorit che non pu ordinarmi di togliermi la vita. Ma a parte questo i poteri del leviatano sono assoluti. ! Ci sono alcune questioni che rimangono aperte nella teoria politica hobbesiana. Ve ne dico una come esempio: volendo considerare davvero luomo come freddo calcolatore, perch cercare di stringere un contratto che vincola tutti gli altri, ma anche se stessi, a rinunciare a tutti i propri diritti, e non altri mezzi di dominio? Afdare la propria vita ad un potere assoluto - dir Rousseau - non passare dalla padella alla brace? Da uninsicurezza ad unaltra? Insomma, vi sono alcuni punti critici, alcune questioni che rendono molto discutibile il contratto proposto da Hobbes. 4. Baruch Spinoza. Il patto democratico (1632 - 1677) ! Passiamo ad un altro grande del 600: Baruch Spinoza. Anche la sua teoria politica fortemente inuenzata dalla sua esperienza personale. Il cherem pronunciato contro di lui, la maledizione delle autorit ebraiche letta nella sinagoga di Amsterdam il 26 luglio del 1656, decretava con una violenza (insolita) la sue espulsione dalla comunit ebraica. E tra le altre cose, vietava a tutti gli appartenenti al popolo eletto di avere qualsiasi tipo di contatto con lui, ed anche di leggere i suoi scritti. Da quel momento - era a met della sua vita - vive come un reietto, escluso dai parenti e dalla sua comunit, facendo lintagliatore di lenti - professione che, a causa delle polveri, gli frutter una morte prematura. ! Se avete gi fatto la sua Etica saprete che per Spinoza nello stato di natura non vi bene o male. Diritto e potenza coincidono: io sono autorizzato a fare tutto ci che la mia condizione mi consente di fare. Nello stato di natura non vi peccato afferma nel tractato teologico - politico. Bene e male vengono deniti quando una volont comune si accorda sul signicato da dare a questi termini. Anche Spinoza riuta lo stato di natura: in esso gli uomini, schiavi delle proprie passioni, sono spinti ad odiare gli altri, a fare a gara, ad ingannarli e danneggiarli. Lo stato di natura quindi una condizione pericolosa ed invivibile. Come Hobbes, spiega che i cittadini stringono tra loro un patto dove cedono i loro diritti naturali. Ma qui non li cedono ad un sovrano sopra di loro; li cedono alla collettivit dei cittadini. quindi uno strenuo difensore della democrazia. ! Emerge qui una componente fondamentale della losoa di Spinoza, che si pone a difesa della libert dellindividuo, soprattutto la libert di pensiero e di espressione, contro
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alle imposizioni e ai limiti di unautorit esterna alla propria coscienza. Libert di opinione che egli stesso si vede limitata e negata per tutta la vita. Il patto tra i cittadini, per come lo vede Spinoza, ha caratteristiche molto diverse da quello hobbesiano: ad esempio, revocabile, e lautorit non ha un potere illimitato sui sudditi. Per Spinoza rinunciare ai propri diritti non pu essere una cosa totale e illimitata, siccome vorrebbe dire privarsi della propria natura di uomo. Quindi: ogni cittadino pu essere limitato nel suo agire, ma deve poter fare un uso libero della propria ragione. 5. John Locke. Il patto liberale (1632 - 1704) ! Insomma, per Spinoza, quello che deve interessare allo Stato il comportamento dei suoi sudditi, non le sue idee. Questo concetto viene portato avanti e sviluppato da John Locke, che elabora e fonda il contrattualismo liberale. ! La sua preoccupazione non giusticare il potere assoluto del sovrano, bens lopposto: come esponente della borghesia, la sua preoccupazione capire quali siano i limiti precisi che il potere statale non pu oltrepassare. ! Snodo centrale della sua teoria politica questa affermazione: gli uomini si assoggettano ad un governo per la difesa della loro propriet. Denisco il potere politico come diritto di formulare leggi che contemplino la pena di morte e, di conseguenza, tutte le pene minori, in vista di una regolamentazione e conservazione della propriet Il grande e fondamentale intento per cui dunque gli uomini si uniscono in Stati e si assoggettano ad un governo la salvaguardia della loro propriet. ! Locke si allontana da Hobbes gi nella concezione dello stato di natura. Per Locke questo uno stato di pace, benevolenza e aiuto reciproco. Quando per un individuo vuole prevalere su di un altro con la forza, si crea una situazione di tensione, di guerra. Lo stato di guerra pu avere due esiti differenti: - se c uno Stato civile, la situazione di guerra cessa rapidamente, grazie alla polizia e alle leggi; - se non c uno Stato, non essendoci un giudice comune, la lotta tender ad inasprirsi e a non nire mai. Per Locke lo Stato, quindi, nasce per risolvere il problema dellamministrazione della giustizia. Ma per il resto, esso conferma in buona parte lo stato e le leggi di natura. un primo abbozzo di Stato minimo, uno Stato che un male necessario ma che non deve immischiarsi poi pi di tanto negli affari dei singoli cittadini. ! Abbiamo visto che per Locke fondamentale il concetto di propriet. Egli si lancia quindi in unappassionata giusticazione della propriet privata, e dice: - ogni uomo proprietario di se stesso; - ogni uomo proprietario anche del suo lavoro, dellopera delle sue mani;
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- se un uomo lavora la terra, oppure se un operaio crea qualcosa, il suo lavoro si mischia con il prodotto, si mischia con la terra, e non pi separabile dal frutto del lavoro. - Quindi anche il prodotto, anche la terra dove si lavora, diventa necessariamente propriet del lavoratore. Cos riesce a giusticare razionalmente la questione della propriet privata. ! Locke un pensatore molto ne riesce a sviscerare e a spiegare no in fondo le basi del capitalismo moderno. Vediamo come. Per Locke la propriet - specialmente della terra - precede lesistenza dello Stato, e non necessita del consenso degli altri. Questo perch, non togliendo niente a nessuno, non neanche necessario chiedere (nessuno viene danneggiato da qualcuno che beve a grandi sorsi lacqua di un ume). Ed inoltre, dice Locke, io ipoteticamente per poter recintare un pezzo di terra e dire che mio avrei bisogno del consenso di tutta lumanit, siccome la terra di tutti - e questo chiaramente non possibile. Vi per un limite allappropriazione, una sfumatura sociale: nessuno giusticato a prendere dalla terra pi di quanto ne abbia realmente bisogno: non sarebbe conforme alla legge di natura pescare pesce, o raccogliere frutta, per poi lasciare morire tutto. Se si agisse secondo questo principio, secondo Locke, vi sarebbero nel mondo sufcienti risorse per tutti. E vi aggiunge anche, da buon borghese, che tutti dovrebbero essere riconoscenti con chi coltiva la terra e con chi investe, perch aumenta il monte totale di beni che lumanit ha a sua disposizione. Il problema nasce, dice Locke, con lintroduzione del denaro. Prima della sua creazione, infatti, nessuno avrebbe potuto accumulare pi di tanto. Ma con il denaro si apre la possibilit dellaccumulazione illimitata, e quindi si creano le disuguaglianze. Il problema sta nel fatto che, dato che tutti accettano il denaro, tutti accettano i problemi che ne derivano. Elenchiamo qualche punto debole della teoria di Locke sulla propriet. - Lassioma su cui tutto poggia che ognuno proprietario di se stesso. Gi qui si potrebbe fare unobiezione: nessuno, infatti, pu vendere se stesso come si pu invece fare con qualsiasi altra propriet; - Vi poi il problema delle generazioni: ok, in origine pu darsi che ognuno possa prendere il necessario per la propria vita sottraendolo alla comunit, ma perch chi arriva dopo, i discendenti, dovrebbero accettare lo status quo? Locke a questa obiezione risponder che il pi povero bracciante inglese comunque pi ricco del pi ricco re dei selvaggi. Ma Rousseau risponder con una domanda: Cosa meglio essere, un bracciante o un re? ! Torniamo ora allo Stato. Gli individui, liberamente e senza vincoli, stringono tra di loro un patto politico, istituendo un governo sovrano che ha il solo compito di amministrare la giustizia e assicurare il tranquillo godimento dei diritti individuali. Infatti, sono molti i diritti che rimangono fuori dalla portata dello Stato, sui quali non ha nessun potere: - Diritti inalienabili (vita, libert, ecc); - Intoccabilit della propriet.
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Inoltre, il potere del governo non pu fare ci che vuole, ma al suo interno dovr avere dei meccanismi di controllo: uno larticolazione dei poteri (la netta divisione tra potere legislativo e potere esecutivo), laltro il diritto di resistenza: se il governo supera i suoi limiti, il popolo secondo Locke pu ribellarsi e rovesciare il potere sovrano, appellandosi ad una legge superiore, che di nuovo la legge naturale, alla quale anche lo Stato deve sottostare. Su questo ultimo punto Locke ricever le aspre critiche di Kant: non essendoci un giudice superiore tra sovrano e popolo, il destino dello Stato sembra essere quello di ricadere ogni volta nella guerra civile e nello stato di natura. 6. Jean Jacques Rousseau. La riabilitazione dello stato di natura (1712 - 1778) ! Un altro autore che ce lavr parecchio contro Locke sar J.J. Rousseau, che cercher di dimostrare come tutti quelli prima di lui abbiamo detto solo eresie. Rousseau racconta di essere entrato in una biblioteca e di aver letto con meraviglia tutti i trattati di politica scritti no a quel momento; di aver capito da essi come il mondo stesse andando in rovina prima della creazione dello Stato e che il dare il potere ad un sovrano fosse il modo migliore per garantire pace e sicurezza. Ma una volta uscito dalla biblioteca Bene istruito sui miei doveri e sulla mia felicit, chiudo il libro, esco di scuola e mi guardo intorno: vedo popoli disgraziati che gemono sotto un giogo di ferro, il genere umano schiacciato da un pugno di oppressori, una folla affamata, stremata dalla pena e dalla fame, di cui il ricco beve in pace il sangue e le lacrime, e dovunque il forte armato contro il debole del temibile potere delle leggi. In un altro passo scrive poi: Luomo nato libero e dappertutto in catene. Come si potuto avere questo capovolgimento? Come potuto accadere che siano cresciute queste strutture di dominio e di oppressione con il consenso degli oppressi? ! Per capire questo, Rousseau riparte dallinizio e si chiede come fosse realmente lo stato di natura. E arriva a conclusioni opposte ai suoi predecessori: accusa Hobbes di aver applicato allo stato di natura le passioni e i difetti degli uomini civilizzati e dice che il suo intento di costruirne una visione scientica. Vediamo come. Per Rousseau lo stato di natura non uno stato di guerra, siccome luomo vive isolato, in una natura non ostile. E questa per Rousseau non affatto una condizione miserabile: luomo in questa condizione di isolamento vive in pace, e riesce senza grossi problemi a soddisfare i suoi limitati bisogni. Ma allora, cos che ha creato la disuguaglianza? Come si arrivati alla costituzione dello Stato, se non era nemmeno desiderabile uscire dallo stato di natura? Rousseau d una motivazione precisa a questo: la corruzione, il peccato originale delluomo, la creazione della propriet privata.
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Il primo che, cintato un terreno, pens di affermare Questo mio, e trov persone abbastanza ingenue da credergli, fu il vero fondatore della societ civile. Quanti delitti, quante guerre, quante uccisioni, quante miserie e quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i paletti o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: Guardatevi dallascoltare questo impostore! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e che la terra non di nessuno, voi siete perduti! Rousseau rovescia qui il discorso di Locke: qui la propriet il frutto di un inganno, e dellingenuit dei gonzi che ne furono le vittime. Qui Rousseau vede il primo passo di quel processo storico che ha visto laffermarsi della societ borghese, rapace, egoista ed ineguale. ! Questo primo passo cancell, per cos dire, il paradiso terreste dove viveva lumanit. La creazione della propriet svilupp nelluomo la passione dellorgoglio, dellamor proprio, che il fondamento dellineguaglianza. Il desiderio di superiorit e di competizione spinse gli uomini ad avvicinarsi, a stringere rapporti reciproci - siccome un uomo che vive in modo solitario non ha nessuno su cui prevalere. Kant parler a questo proposito di insocievole socievolezza da parte delluomo: luomo vuole prevalere sui suoi simili, ma per poterlo fare costretto a vivere insieme ad essi. ! proprio qui, in questo clima di diseguaglianza, che si creano i disordini e il conitto. qui che nasce lo stato di guerra, non prima. Da questo stato di guerra gli uomini sono usciti con un patto. Un patto proposto dai ricchi ai poveri, che assicurava ai poveri la protezione dalla violenza e dai soprusi, e ai ricchi garantiva il tranquillo godimento della loro ricchezza. I poveri, ingenuamente, accettarono questo patto, che distruggeva la loro libert e sanciva per sempre lesistenza della propriet e quindi della diseguaglianza. un patto che per Rousseau non razionale sottoscrivere; ma i poveri, per disperazione, lo fecero, siccome sembr loro che questo potesse limitare i loro danni. Qui nasce la societ civile. ! Tutto questo Rousseau lo scrive nel Discorso sullineguaglianza del 1754. Diventa invece pi costruttivo quando scrive il Contratto Sociale, che cerca di delineare alcune condizioni di base che possano garantire la giustizia nello Stato, accettando la realt del mondo cos come esso oggi. Parte con una critica che investe Hobbes, per poi tornare daccordo con lui nella parte nale. Spiega infatti come un patto come quello proposto da Hobbes sia irrazionale per diverse ragioni: - innanzitutto, perch non garantirebbe la sicurezza. Dare tutto il potere in mano ad un governo dispotico, che pu dichiarare guerra a suo piacimento, non garantisce di certo la tranquillit della tua vita. Quindi come stipulare un patto dove si cede qualcosa senza ottenere nulla in cambio. E un patto del genere nullo o insensato. - Inoltre, il patto non pu vincolare le nuove generazioni. Nessuno ha diritti sulla libert di qualcun altro, siccome questa libert non gli appartiene - anche se questo qualcun altro qualcuno che deve ancora nascere.
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Quindi Rousseau cerca un patto che sia razionale sottoscrivere; un patto dove ognuno conservi in tutto la propria libert. Ovviamente, Rousseau trova questa soluzione nellordine democratico. In esso lindividuo perde il proprio diritto ad autogovernarsi da s, ma guadagna questo diritto su tutti gli altri. Lequazione rimane quindi inalterata. Ed anzi, la libert di tutti messa cos in comune acquisisce pi forza ed quindi pi facilmente difendibile. ! Come dicevo, c un punto dove Rousseau si riavvicina ad Hobbes. Anche egli infatti esige lalienazione totale dei singoli nei confronti della comunit. E fa questo da una parte per evitare il problema di Locke (cio la mancanza di un giudice superiore in caso di contese) e in secondo luogo perch, in linea di principio, essendo il governo la volont generale, non serve conservare dei diritti, siccome ognuno parte del governo che fa le leggi. Lalienazione si applica anche alla propriet, che non intangibile come per Locke, siccome un governo che non pu toccare il portafoglio non ha pi una forza sovrana reale. Questa alienazione richiesta per forza ai cittadini. Solo cos si potr avere una vera forza della comunit. Per questo, Rousseau arriva ad un paradosso: se un cittadino non volesse entrare nella comunit, esso pu essere obbligato con la forza. Qualcuno pu essere obbligato ad essere libero. ! Il presupposto del governo di Rousseau luguaglianza. lunica condizione nella quale sia possibile far emergere gli interessi comuni. Rousseau non intende una parit totale tra gradi di potenza e di ricchezza; quello che conta che nessuno sia cos ricco da poter comprare un altro, e nessuno cos povero da doversi vendere. Luguaglianza quindi anche condizione della libert. ! Riassumendo: Rousseau vede un grosso contrasto tra una spinta positiva, che punta al bene di tutti ed allautorit della volont generale, ed una spinta negativa, che dentro luomo e che la spinta allinteresse particolare. La politica diventa quindi unarte complicata e difcilmente realizzabile, nella quale bisogna conciliare il cittadino, dedito allinteresse comune, e luomo che per sua natura egoista.

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