LANGAGES du POUVOIR, POUVOIRS du LANGAGE a cura di Edoardo Bona e Michele Curnis Edizioni dellOrso Alessandria 2010 Estratto 1. Gorgia nel Gorgia Tra i numerosi dialoghi che Platone dedic alla retorica, per lui indisso- lubilmente intrecciata con la sofistica, il Gorgia (come segnala esplicita- mente il sottotitolo p ari tp ptoixp attestato nella tradizione medie- vale 1 ) forse quello in cui largomento viene affrontato nel modo pi siste- matico. Il protagonista vi rappresentato ad Atene (probabilmente al tem- po del suo secondo viaggio in questa citt, datato generalmente intorno al 421), ospite di Callicle, attorniato da una piccola folla di ammiratori giunti in frotta per assistere ad una sua raiorii. Socrate arriva troppo tardi per la performance dellillustre ospite; ma riesce ad ottenere il privilegio di in- tessere con lui un serrato scambio di battute sulla qualit, loggetto, il fine dellarte che il sofista professa ed insegna. In realt, la conversazione tra Socrate e Gorgia occupa meno di un quar- to del dialogo, e largomento iniziale verr presto abbandonato a favore di una discussione sulla giustizia e sul bene, nella quale si succederanno, qua- si in una gara di spregiudicatezza e cinismo, altri due interlocutori, Polo e Callicle. Gorgia esce infatti di scena, come commenta Polo, dopo essere sta- to messo da Socrate in difficolt perch non se l sentita di ammettere che chi si dedica alla retorica non abbia necessit di sapere cosa sia il giu- sto, o il bello, o il buono 2 . Ci si pu interrogare sul motivo di una simile scelta: siamo forse autorizzati ad interpretare lintroduzione dei due nuovi personaggi come un segno di rispetto per lautorevole anziano sofista (che alcune fonti danno come ancora vivente al momento della composizione del dialogo) 3 ? Nessuno avrebbe impedito a Platone come del resto avvie- 1 Questa precisazione compare anche nel catalogo redatto da Diogene Laerzio (3, 59); Dodds 1959, 1, ritiene che tali sottotitoli risalgano quantomeno ad epoca alessandrina. 2 Sul modo in cui viene condotta largomentazione platonica cf. Nieddu 1992, 582-584. 3 In effetti, Ateneo (11, 505) lo descrive nellatto di leggere e commentare in pubblico il dialogo che aveva il suo nome; sui problemi legati alla data di composi- Gorgia di Leontini e la comunicazione di massa Patrizia Mureddu (Cagliari) 160 PATRIZIA MUREDDU ne in altri casi di costruire il contraddittorio tra Socrate ed il solo Gorgia, modificando via via il tema della conversazione, dalla retorica alla giusti- zia, ed infine al bene auspicabile della punizione per chi abbia commesso un crimine. Ma le teorie che metter in bocca a Polo (con lesaltazione del- limpunit del re Archelao), e successivamente a Callicle (per il quale luni- co bene da ravvisarsi nella ricerca spregiudicata del piacere) poterono forse apparirgli eccessive per il venerando padre della retorica? comunque solo alla sezione del dialogo di cui Gorgia protagonista che voglio qui dedicare la mia attenzione; soprattutto per fare qualche con- siderazione sulla plausibilit del suo ritratto e sulla competenza con cui Platone (che era ancora un bambino al momento della seconda visita del retore ad Atene, e che non ebbe forse mai occasione di incontrarlo) fa rife- rimento alle sue dottrine. Intanto, una considerazione che non sar del tutto marginale nelleco- nomia del mio discorso. Platone si diverte spesso a parodiare lo stile gor- giano: ne abbiamo un brillante e beffardo esempio nellencomio che Agato- ne tiene su Eros nel Simposio (soprattutto in certe sue false argomentazio- ni, di schietto sapore sofistico 4 , e nel crescendo finale 5 ). Anche nel dialogo che stiamo esaminando, Polo, quando cerca di liberarsi a buon mercato della domanda di Socrate su quale sia loggetto dellinsegnamento di Gor- gia, si produce in una vana esibizione della sua completa padronanza del- la tecnica retorica, facendo ampio ricorso ad un certo gorgianesimo dac- catto 6 . Eppure, nel momento in cui a parlare proprio il Maestro in perso- na, Platone non si lascia tentare dal gioco parodico, e d anzi alleloquio di costui una sobria coloritura stilistica, facendocelo cos apparire nei fatti meno gorgiano dei suoi diligenti discepoli. Si pu trovare una giustifica- zione del Gorgia, la discussione pi esauriente mi sembra tuttora quella di Dodds 1959, 18-30. 4 Mureddu 2000, 41-46. 5 Symp. 197d: outo or po ootiotpto rv xrvoi, oixriotpto or apoi, to toio oor ouvo oou rt o p ev ao oo ti0ri ouvir voi, r v r otoi , r v ooi , r v 0uoioioi yrvorvo pyrev aootpto rv aoiev, oyiotpto o roiev iooe- o ru rvri o, o oeo ouorvri o i re o yo0o 0roto oooi , o yooto 0roi peto ooioi, xtpto ruoioi tup, ootpto, iop, oitev, irou, ao- 0ou aotp r airp o yo0e v, o rp xoxe v r v ao ve , r v o e , r v ao 0e , r v o ye xurvp tp, r aio tp, aoooto tp tr xoi oetp o ioto. Unanalisi dettagliata in Blass 1887, 86-88; Stokes 1986, 114-46. 6 Gorg. 448c: aooi tr voi r v o v0e aoi ri oi v r x te v r ariie v r ari e puprvoi rariio rv yo aoiri tov oievo pev aoruro0oi xoto trvpv, oari- io or xoto tupv. rxootev or toutev rtooovouoiv ooi oev oe, tev or o i otev oi o iotoi e v xoi Ioyi o r oti v o or, xoi rtr ri tp xoi otp te v trvev. GORGIA DI LEONTINI E LA COMUNICAZIONE DI MASSA 161 zione per questo apparente paradosso? La questione trover pi avanti una parziale risposta. Per il momento, mi basta avere sottolineato il fatto che il suo ritratto esente da spunti di esagerazione caricaturale; la sua fi- gura, anzi, ci appare ammantata della nobile e magnanima condiscendenza del gran personaggio, consapevole di avere conquistato un ruolo di presti- gio ormai assolutamente inattaccabile 7 . Ad unanalisi pi accurata, la costruzione di questo Gorgia platonico si rivela il frutto di unabile mescolanza tra realt e fantasia. Nellapparente estemporaneit del suo fittizio dibattito con Socrate si inseriscono, infatti, con magistrale naturalezza, vere e proprie citazioni 8 , tratte (com possibi- le verificare) dalla produzione teorica del sofista. Pur nel generale naufragio dei testi della filosofia presocratica, ed in special modo di quella sofistica, i resti della produzione gorgiana ci con- sentono infatti qualche puntuale verifica; in questo quadro, un testo artico- lato e complesso come il divertissement ( lautore stesso a definirlo un aoiyviov) costituito dallEncomio di Elena, rappresenta per noi un tesoro inestimabile, da tenere nel debito conto. Com noto, nonostante lapparen- te leggerezza del pretesto (una tipica sfida eristica, consistente nella difesa di una posizione debole, o perdente), lEncomio costituisce unimportan- te testimonianza delle teorie gorgiane sulla forza della parola, e sulla sug- gestione che larte retorica permette di esercitare nei pi diversi contesti politici, giudiziari, scientifico-divulgativi. Tali temi vengono puntualmente ripresi nel dialogo platonico, con unattenzione che giunge in qualche caso a rasentare il brillante falso dautore. 2. Il Gorgia di Platone alla luce della produzione del sofista In sintesi, nel dialogo che lo vede protagonista. il ragionamento condot- to da Gorgia, incalzato dalle domande di Socrate, si articola nei seguenti passaggi: 7 Si veda la leggera nota autoironica con cui alla domanda di Socrate (449a): p too o o p or xori v Gorgia replica: o yo0o v yr, e Ee xotr, ri op o yr ruooi rivoi, e rp Opo, ouri r xoriv (e puoi chiamarmi pure un buon retore, se, per dirla con Omero, di qualcosa posso gloriarmi!) o la benigna dispo- nibilit con cui (462e 463a) spazza via le millantate esitazioni di Socrate Ho rite- gno a parlare davanti a Gorgia, che non pensi che io voglia mettere in ridicolo la sua professione (oxve yo Ioyiou rvrxo ryriv, p oiptoi r oioxeeoriv to routou raitporuo): Parla pure: non essere in soggezione davanti a me (riar porv rr oiouv0p). 162 PATRIZIA MUREDDU 1) la retorica pu essere definita come larte che utilizza la parola a sco- po di persuasione (449d-453 a); 2) fine specifico di tale persuasione quello di orientare le delibere del- le assemblee, in dibattiti su importanti scelte riguardanti il giusto e lin- giusto (454 b): IOP. toutp toivuv tp ari0ou rye, e Eexotr, tp rv toi oixootpioi xoi rv toi ooi ooi, eoar xoi oti rryov, xoi ar- i toutev o roti oixoio tr xoi ooixo (Parlo di quella persuasione, o So- crate, che si produce nei tribunali e nelle altre adunanze di massa, come appunto dicevo poco fa, e riguarda ci che sia giusto o ingiusto); 3) in questo procedimento non si percorre la via dellinsegnamento di una verit, ma quella della diffusione di una aioti (455a): EO. ouo oo oi- oooxoixo o pte rotiv oixootpiev tr xoi tev oev oev oixoiev tr ari xoi ooixev, oo aiotixo ovov ou yo opaou oov y ov ouvoito toooutov rv oiye ove oioooi oute ryoo aoyoto (Dunque il reto- re non insegna davanti ai tribunali o alle altre adunanze di folla cosa sia giusto o ingiusto, ma si limita a persuadere: n daltronde in cos poco tem- po potrebbe insegnare cose di questa importanza ad una folla); 4) data la forza di coercizione esercitata dalla retorica, essa pu essere considerata alla stregua di qualunque arte marziale (456c: IOP. ori rvtoi, e Eexotr, tp ptoixp po0oi eoar tp op aoop oyevio), che viene insegnata per un uso perfettamente lecito, ma pu diventare strumento di sopraffazione e violenza specie se chi lha appresa se ne avvale per viola- re la legge (455d 457d); 5) conclusione di Socrate: bisogner dunque che il maestro sia ben at- tento alla qualit morale di ogni suo allievo, e che eviti di trasmettere la propria arte a persone incapaci di distinguere il bene dal male, o che quan- tomeno abbia cura di impartire, assieme allinsegnamento della retorica, anche questi importanti principi 9 . Il consenso su questultima affermazione viene estorto a Gorgia (possia- mo credere) facendo leva sulla sua riluttanza a dare una cattiva immagine di s al pubblico raccolto in casa di Callicle per ascoltarlo 10 ; questa ammis- 8 Secondo un interessante procedimento di selezione e riuso di materiali origi- nali, che mi sembra sia stato finora riconosciuto soltanto (e parzialmente) nellar- chitettura del Simposio: cf. Bonanno 1975-77, 103-112; Nieddu 1994, 579. 9 460a: rovar ptoixov ou tivo aoipop, ovoyxp outov riorvoi to oixoio xoi to ooixo ptoi aotrov yr p uotrov o0ovto aoo oou. 10 Secondo le parole di Polo, egli si vergognato (pouv0p) di ammettere che lesperto di retorica non sia tenuto a conoscere il giusto, il buono, il bello. Dodds, 1959, 11-13 legge questa osservazione (come quella successiva e parallela di Callicle in 482d) nel quadro di una shame culture, nella quale to be well thought of is the accepted social aim. GORGIA DI LEONTINI E LA COMUNICAZIONE DI MASSA 163 sione entra infatti in evidente contrasto con laffermazione fatta preceden- temente dal sofista (ed a quanto ci consta pienamente in linea con le sue teorie estetiche), secondo la quale il retore non in fondo nulla pi che un trvixo, un artigiano della parola, che fornisce una competenza pratica e concreta, estranea ad ogni considerazione di carattere morale. Il primo confronto del dialogo si interrompe proprio su questa contrad- dizione di Gorgia. Come si gi detto, lo stesso Polo a sottolineare, nel suo immediato e brutale intervento, come la risposta del maestro, dettata da considerazioni di convenienza, abbia offerto a Socrate la presa vincen- te per concludere la prima fase dellincontro, e prende su di s lonere di continuare la discussione sui temi della retorica e sulla giustizia. Se ora riprendiamo in mano lEncomio di Elena, possiamo verificare co- me la costruzione platonica poggi su una solida conoscenza delle teorie elaborate dal sofista. Primo, evidente punto di contatto, lequiparazione della parola alla vio- lenza fisica. Questo concetto alla base dellintera terza argomentazione dedicata a dimostrare linnocenza delleroina spartana 11 , ed dettagliata- mente ripreso nella sua conclusione ( 12) Il testo, in questo passaggio, purtroppo corrotto: ma pur nella totale mancanza di certezze editoriali, nel- lespressione eoar ri iootpiov / iotpiev [?] io oaoo0pvoi (come se lei, oggetto di violenza [?], fosse rapita con la forza) se ne intende chia- ramente il pensiero centrale 12 , ribadito del resto ancora nelle righe succes- sive, immuni da problemi esegetici: Il discorso che persuase il suo animo, dunque, lo costrinse a dare retta alle parole e a dare il suo consenso alla- zione. E cos, chi la persuase colpevole perch oper una costrizione, e lei, che fu persuasa e dunque costretta ingiustamente calunniata (12: oyo yo upv o arioo, pv rariorv, pvoyxoor xoi ari0ro0oi toi ryo- rvoi xoi ouvoivrooi toi aoiourvoi. o rv ouv arioo e ovoyxooo ooixri, p or ario0rioo e ovoyxoo0rioo te oye otpv oxouri xoxe). Un secondo tratto comune tra lEncomio ed il Gorgia costituito dalla consapevolezza dello scarto che pu esistere nella realt tra ari0e ed op- 0rio. Nella finzione platonica, alla domanda di Socrate se possano esistere 11 Hel. 6 p yo tup oupooi xoi 0rev ouruooi xoi ovoyxp pioooiv raorv o raorv, p io oaoo0rioo, p oyoi ario0rioo, p reti oouoo. 12 Nel tormentato paragrafo, la ricostruzione pi convincente della prima frase mi sembra quella suggerita da Buchheim 1989, 167-168: xoi tp v 'Er vpv u vo r0rv ooie ovouv ov ouoov, eoar iotpiev io paoo0p (in parte ripresa da Velardi 2001, 61-66) che ha tra laltro il merito di discostarsi ben poco dal testo tra- dito; per la seconda, mi sentirei piuttosto di accettare la proposta di Croiset, recen- temente accolta MacDowell, 1982, 39: u ao yo tp ari0ou r po 0p vou xoi toi ari0e ovoyxp rioo rri rv ou, tpv or ouvoiv tpv outpv rri. 164 PATRIZIA MUREDDU un convincimento vero ed uno falso, Gorgia risponde infatti affermativa- mente (454d: [EO.] ri yo ti or roito `A rotiv ti, e Ieyio, aioti ruop xoi op0p oip ov, e rye oioi. IOP. Noi), e successivamente disposto a riconoscere che il ruolo della retorica solo quello di generare la persuasione, senza fondarla sulla conoscenza: EO. Hotrov ouv p pto- ixp ari0e aoiri rv oixootpioi tr xoi toi ooi ooi ari tev oixoiev tr xoi ooixev r p aiotruriv yiyvrtoi ovru tou riorvoi p r p to riorvoi IOP. opov opaou, e Eexotr, oti r p to aiotruriv (454e) 13 . I due possibili esiti del pubblico discorso, ari0e ed op0rio, venivano messi in evidenza infatti anche nellEncomio, l dove si faceva cenno degli o- voyxoiou oio oyev oyevo, rv oi ri oyo aouv oov rtrr xoi rarior trvp yori, oux op0rio r0ri ( 13) 14 . In questo passo vi so- no altri due concetti che acquistano notevole importanza se messi in rap- porto con la rielaborazione platonica: uno costituito dal riferimento al aou oo, la gran folla; laltro dalla coppia di verbi, rtrr xoi rarior, diletta e persuade che definiscono lazione dellarte retorica. Lapparentemente casualit del riferimento allimportanza, ai fini della persuasione non accompagnata dalla verit, della numerosit delludito- rio 15 smentita dallo spazio che nel Gorgia occuper proprio la discussio- ne sullefficacia di unargomentazione retorica che abbia luogo di fronte ad un pubblico di massa. Questo aspetto viene sviluppato dal nostro filosofo in modo puntuale e quasi implacabile: la (finalmente) esauriente risposta di Gorgia alla domanda di Socrate su cosa sia la retorica, e quale genere di persuasione produca, contiene gi un chiaro riferimento agli ooi: (454b, citato sopra): toutp toivuv tp ari0ou rye, e Eexotr, tp rv toi oixootpioi xoi rv toi ooi ooi, eoar xoi oti rryov, xoi ari 13 SO.: Che genere di persuasione produce la retorica nei tribunali e nelle altre adunanze di massa su ci che sia giusto o ingiusto? Quella da cui nasce un convinci- mento privo di conoscenza, o quella da cui nasce conoscenza? GOR.: certo eviden- te, Socrate, che quella da cui nasce il convincimento. 14 In secondo luogo, gli scontri verbali, nei quali spesso un discorso diletta e persuade per essere stato scritto con arte, e non perch detto in modo corrispon- dente al vero. 15 Lapparente marginalit del riferimento ha fatto s che ne venga sistematica- mente ignorata la portata. Un cenno alla questione riserva Paduano 2004, 96: Probabilmente ha ragione Bona, p. 25, a indirizzarsi verso lambito delloratoria politica, anzich quella giudiziaria, giacch nella prima topico il tema della dispo- nibilit delle masse a lasciarsi ingannare (). In tal senso si spiega dunque meglio il disprezzo aristocratico verso la folla (oo), per quanto sia perfettamente legitti- ma, e sostenuta da Palam. 33, linterpretazione di questa parola come massa dei giudici popolari (eliasti). Fa invece un pi diretto riferimento alla retorica gorgia- na come Mengenkommunikation Baumhauer 1986, 27-31. GORGIA DI LEONTINI E LA COMUNICAZIONE DI MASSA 165 toutev o roti oixoio tr xoi ooixo (Parlo della persuasione nei tribunali o davanti a un grande pubblico, come dicevo pocanzi 16 , su quel che sia giu- sto o non giusto fare). Ma limportanza di tale richiamo emerge ancor me- glio pi avanti, dopo che il sofista ha proferito un appassionato panegirico della sua arte, lodandone la capacit di vincere sul proprio terreno in un confronto diretto qualunque specialista 17 . Quando Socrate si rivolge a lui per chiedergli (459a): Hai detto poco fa che il retore potr essere pi per- suasivo del medico anche sulle cose che riguardano la salute, Gorgia si af- fretta per a precisare: xoi yo rryov, rv yr oe, S, ma davanti ad una folla, ho detto. Socrate allora lo incalza: Questo tuo davanti ad una folla significa davanti a degli incompetenti? Perch non potr certo riuscire pi convincente di un medico davanti a degli esperti!; e Gorgia non pu non essere daccordo (EO. Ouxouv to rv oe touto rotiv, rv toi p rioo- oiv ou yo opaou rv yr toi rioooi tou iotou ai0ovetro rotoi. IOP. Ap0p ryri). Ritroviamo nel Simposio (193e-194c) un gioco di domande e risposte sulla scarsa competenza che ci si deve attendere dal grosso pubblico. Lo scambio di battute sullargomento rientra in questo caso nel quadro raffi- nato di una conversazione conviviale; pure, pu essere interessante notare come linterlocutore di Socrate sia in quel caso un dichiarato discepolo di Gorgia, il giovane e brillante poeta Agatone, quasi come se lequivalenza pubblico numeroso = pubblico incompetente facesse parte degli inse- gnamenti del suo celebre maestro di retorica. La scenetta assai gradevole, anche se la sua pointe non mi sembra sia stata sempre compresa o messa in evidenza da commenti e traduzioni. Do- po il successo ottenuto dal discorso di Aristofane, Socrate si mostra comi- camente spaventato allidea che a lui toccher prendere la parola dopo Agatone, sulla cui brillante riuscita non ha alcun dubbio. Agatone lo accusa allora di voler accrescere con le sue lodi le aspettative degli astanti per mettergli paura; e Socrate lo prende garbatamente in giro, dichiarando di non credere affatto che il giovane possa sentirsi in imbarazzo davanti ad una cos ristretta adunanza di amici: proprio lui, che solo il giorno prima era salito sul palco senza tremare davanti al gran numero di spettatori se- duti sulle gradinate. 16 Una formulazione simile, contenente il riferimento alla capacit della retorica di ari0riv to ap0p, ricorreva infatti anche in 452e. 17 In questo passo, Gorgia fa tra laltro riferimento alla superiorit persuasiva dei suoi discorsi, retoricamente elaborati, rispetto a quelli pieni di sapere del fratel- lo medico, anche quando si tratti di prescrivere al malato qualche cura dolorosa o sgradevole: 456b. 166 PATRIZIA MUREDDU E allora?, ribatte Agatone, Mi credi cos preso dalla smania di appari- re in pubblico da non capire che, per chi ha un po di buon senso, poche persone intelligenti (oiyoi rovr) sono pi temibili di un gran numero di ignoranti (aoev oovev)?. Non mi permetterei mai, risponde soavemente Socrate, di attribuirti un pensiero cos poco urbano (ari oou ti rye oyoixov oooev). So bene che, se avessi a che fare con persone che ritieni colte, te ne cureresti assai pi di quanto non faccia di fronte al gran numero (ri tioiv rvtuoi ou p- yoio ooou, oov ov outev ovtioi p tev aoev). Ma tali noi di certo non siamo e daltronde, ieri, non eravamo anche noi l, in mezzo a quel gran numero? (pri rv yo xoi rxri aoprv xoi prv tev aoev). Con questa battuta, che sconfessa di fatto lopposizione molti ignoranti / pochi sapienti, largomentazione di Agatone viene elegantemente demo- lita. La leggerezza con cui il tema introdotto pu indurre a vedervi soltan- to il riferimento ad un dibattito pi diffuso e tradizionale, come quello sulla necessit di adeguare i propri discorsi alla composizione delluditorio 18 ; ma il giovane tragediografo ha tali legami con Gorgia da non permetterci di trascurare lipotesi che ancora una volta egli esponga una nozione appresa alla sua scuola. Il Gorgia comunque assolutamente esplicito nel dare il giusto rilievo al concetto di pubblico di massa come indispensabile ingrediente per il suc- cesso di unargomentazione retoricamente persuasiva. Il procedimento che induce alla aioti, come possiamo dedurre sia dalla stringata formula- zione dellEncomio, sia dalla disamina socratica nel Gorgia, non prevede al- cuna competenza da parte delloratore e del pubblico sugli argomenti trat- tati, perch agisce, come sottolinea espressamente il testo gorgiano, unica- mente attraverso il diletto degli ascoltatori (ri oyo rtrr xoi rarior). Anche di questo spunto troviamo un riflesso, ancora una volta, nel Sim- posio, sempre in relazione con Agatone. Gli effetti della sua lode per Eros, soprattutto per quanto riguarda la parte finale, quella pi esplicitamente modellata secondo le prescrizioni del sofista 19 sono sottolineati ed esaltati con parole come entusiasmo, stupore. Socrate se ne dichiara ammira- to e quasi travolto (198b to o rai trrutp tou xoou tev ovootev xoi potev ti oux ov rraoyp oxouev) ma subito dopo sottopone il gio- 18 Tema che daltronde rientra nel concetto di xoio, su cui Gorgia per primo intraprese a scrivere (D. H. Comp. 12). Una testimonianza di Porfirio (VP 18) fa risalire a Pitagora luso di elaborare discorsi differenti per i fanciulli, le donne, gli uomini. 19 Vd. supra p. 160 n. 5. GORGIA DI LEONTINI E LA COMUNICAZIONE DI MASSA 167 vane artista ad un fuoco di fila di domande, fino a costringerlo a riconosce- re, smarrito: Ho paura, Socrate, di non sapere nulla sugli argomenti su cui ho parlato. E tuttavia hai fatto un gran bel discorso! (xoi pv xoe yr riar), osserva con gentile ironia il suo antagonista (201b-c). Categorie co- me bello, ben detto, affascinante, entrano cos ancora una volta in con- flitto con la conoscenza del vero (o del giusto). Da tutti questi confronti, la breve formulazione dellEncomio che abbia- mo preso in esame anche se inserita quasi di scorcio in un gioco lettera- rio, che non ha certo le pretese, n il taglio, n la destinazione di un trattato appare dunque la sintesi di una elaborazione di alto spessore teorico. Vi sono infatti riassunte in breve tutte le qualit di una particolare espressio- ne oratoria, quella degli agoni pubblici 20 : a) la persuasione si conquista grazie ad un abile uso della techne piutto- sto che per lesposizione di una verit; b) questo risultato si pu ottenere solo davanti ad un grosso pubblico, che non possiede tutti gli strumenti per verificare la verit di quanto viene asserito 21 , c) il procedimento persuasivo si realizza infatti esclusivamente attra- verso il diletto degli ascoltatori. Di tutte e tre queste importanti nozioni, come si visto, Platone ci d conto nei suoi dialoghi, in relazione tanto alla figura ed alla professionalit di Gorgia, quanto del suo discepolo Agatone. 3. Pubblico di massa e pubblico dlite Per chi abbia frequentato lo stile di Gorgia, non ci sono dubbi su come 20 Lespressione di Gorgia, che ricorre anche in Trasimaco (85 B 1 D.-K.) costitui- sce probabilmente, come osserva Timpanaro Cardini 1954, 931, un termine tecnico per individuare i discorsi vincolati, legati cio ad un preciso contesto politico o giudiziario. Questinterpretazione accettata da MacDowell 1982, 40, che per avanza anche lipotesi che il trdito ovoyxoiou possa costituire lesito di una cor- ruttela (sicuramente corrotto lo considera Paduano 2004, 96). Diversamente intendono il passo Donadi 1982, 15, che traduce gli agoni oratori che operano costrizione, e Buchheim 1989, 69, che intende laggettivo ovoyxoio nel senso di ovoyxootixo, e ne identifica loggetto nei discorsi politici, cui il pubblico accorreva spinto dal desiderio di assistere ad uno spettacolo, pi che dallinteresse per il benessere della polis (secondo quanto Tucidide fa dire al demagogo Cleone in 3, 38, 3 e 3, 40, 4). 21 A questa situazione sembra fare riferimento anche Aristofane, nelle Nuvole (vv.1201-1203), un testo ancora una volta orientato in chiave antisofistica. 168 PATRIZIA MUREDDU egli perseguisse il fine di dilettare il suo pubblico. Lenunciato era da lui suddiviso in cola parechetici ed isosillabici, ed il pensiero abilmente rifrat- to in mille immagini, come in un gioco di specchi, in modo che lorecchio di chi ascoltava venisse cullato e quasi ammaliato dal ricorso a figure di suono, poliptoti, modulazioni ritmiche. Non mi soffermer su questi aspetti dello stile gorgiano, ben noti a chiunque abbia avuto occasione di confrontarsi con i frammenti superstiti delle sue opere 22 ; voglio invece spostare lattenzione sulle contrastanti rea- zioni di commentatori antichi e moderni di fronte alla sua trvp ptoixp. Se infatti i contemporanei stravedevano per lui, ed affollavano entusiasti le sue raioriri, Aristotele, che pure cita frequentemente come unautorit Gorgia nella Retorica, non manca di criticarne lo stile in quanto uo ed eccessivamente poetico 23 ; Dionigi di Alicarnasso non si perita di adoperare aggettivi come otixo ed uaroyxo 24 e dichiara senza mezzi termini che il sofista supera ogni misura e spesso scivola nellinfantilismo 25 ; lanonimo autore del Sublime ne deride alcune elaborate metafore 26 . E quanto ai mo- derni lettori ed interpreti, baster qui citare lo sconcertato e tagliente giu- dizio di J. Denniston, il quale, dopo avere osservato, con humour tutto in- glese, che il sofista partendo con il vantaggio iniziale di avere ben poco da dire, poteva dedicare tutte le sue energie a decidere come dirlo, si chiede- va come fosse possibile che il suo pubblico, che aveva una pi che secolare consuetudine con grandi opere letterarie, riuscisse a mandarlo gi 27 . Quello che mi sembra non si sia finora notato invece il fatto che Gorgia era ben consapevole della destinazione di massa di un discorso fortemente elaborato e strutturato e del fatto che una cos ricca presenza di condi- menti 28 poteva rendere il suo discorso appetibile a folle di cittadini incol- ti, non certo a stomaci raffinati di buongustai. 22 Le analisi pi interessanti ed efficaci della prosa di Gorgia e dei suoi meccani- smi formali sono a mio avviso (oltre a Blass 1887, 63) quelle di Norden 1915, 63- 67; Pisani 1960,107-108. 23 Rh. 3, 1405b, 1406b. 24 Lys. 3, 4. 25 Isae. 19, 1: aoriaov Ioyiov tov Arovti vov rxaiatovto tou rtiou xoi aooou aoiooieop yiyvorvov oev. 26 3, 2 toutp xoi to tou Arovtivou Ioyiou yro toi yoovto Erp o te v Hroev Zru xoi yuar ruoi tooi. 27 Denniston 1952, 12. 28 Aristotele mette ripetutamente in guardia di fronte ad un uso esagerato di pouooto che pu volgere la lexis nel migliore dei casi alla uotp, nel peggiore al ridicolo. In Rh. 1406a 19 il filosofo critica per leccessivo ornato Alcidamante: ou yo e pouoooi ptoi o e roroooi toi rai0rtoi. Cf. anche Po. 1458a 22-26, 1458b 11-15. GORGIA DI LEONTINI E LA COMUNICAZIONE DI MASSA 169 Proprio perch conosce bene questa sua visione dei fatti, io credo, Pla- tone ne adatta lo stile alla qualit del pubblico 29 . Non vuole perci inficiare la plausibilit del suo personaggio infiorettandone le parole con inutili vez- zi stilistici, quando lo pone a dibattere a tu per tu con Socrate, che rappre- senta nella stilizzazione del dialogo il prototipo dellinterlocutore raffinato e competente. E quando, al contrario, ci rappresenta leccesso di zelo con cui Polo applica le regolette apprese a scuola, anche quando le sue parole hanno un unico (e certamente sophos) destinatario, il giambico autore del nostro dialogo 30 lo far con lo scopo di esercitare sul pi giovane retore un sovrappi di sarcasmo. Lelaborazione teorica generale di Gorgia, di matrice empedoclea 31 , si fondava su una concezione della materialit della parola, intesa come ca- pace di modellare lanimo degli ascoltatori a loro insaputa ed anche con- tro la loro volont 32 . Per ottenere questo risultato, il sofista scelse di pren- dere a prestito dalla poesia e dallarte magica (quei campi, cio, nei quali la forza di coinvolgimento e seduzione del discorso si rivelava in massimo grado) 33 tratti significativi come la struttura ritmica, luso della metafora, la ripetizione ipnotica di segmenti fonici. Egli punta dunque su una funzio- ne psicagogica del logos, efficace nel caso di una destinazione orale e pub- blica 34 : ed il successo riscosso tra i suoi contemporanei sembra avergli da- to ragione oltre ogni ragionevole attesa. Diverso, ovviamente, leffetto pro- dotto su chi si dedica ad unattenta lettura degli stessi testi: e questo spiega in parte latteggiamento di fastidio o addirittura di ripulsa dei critici a lui posteriori. In realt, possiamo pensare che i portentosi risultati della retorica di Gorgia fossero dovuti ad un processo mentale oggi ben noto agli autori di messaggi pubblicitari: nellascoltatore impreparato, infatti, il concetto di 29 Questa precisa distinzione tra unoratoria destinata alle masse ed una ai pochi viene sorprendentemente fatta propria da Euripide, che attribuisce nella tragedia omonima al suo Ippolito (vv. 986-89, ripresi da Aristotele in Rh. 2, 22, 3) considerazioni di sapore apparentemente gorgiano: r ye or o xoo ri o ov oouvoi oyov, / r pixo or xeiyou ooetro / rri or oiov xoi too oi yo rv oooi / ouoi ao oe ouoixetroi ryriv. Una lettura del brano euripideo in relazione alle teorie del sofista in Origa 2006, 357-364. 30 Per citare le parole con cui lo stesso sofista avrebbe commentato, secondo Ateneo (11, 505), la lettura del Gorgia: e xoov oior Hotev ioiriv. 31 Cf. Diels 1884, 343-368; Battegazzore 1999, 67-99. 32 Mureddu 1991, 249-258. Cf. anche Mazzara 1983, 134-139; Mourelatos, 1986, 628-630, Paduano 2004, 93. 33 Velardi 1993, 223-225. 34 Tra le formulazioni pi recenti su questo tratto della retorica gorgiana, mi sembra opportuno rimandare alle brevi ma esaurienti note di Scaglietti, 1993, 6-13. 170 PATRIZIA MUREDDU detto bene sostituisce, per un meccanismo inconscio, quello di vero o di giusto. Le perfette geometrie, le equivalenze e le rime delle strutturazioni gorgiane, oltre a svolgere unevidente funzione mnemonica, nellassoluta assenza di significato trasmettono in chi ascolta la falsa impressione di ri- cevere una reale dimostrazione logica 35 . Ma questo procedimento, come lo zelante Polo del dialogo platonico mostra di non avere compreso, pu funzionare soltanto rv oe, in una comunicazione di massa. Bibliografia Battegazzore 1999 = A.M. Battegazzore, La magia della parola in Empedocle e Gor- gia, GM 21, 1999, 67-99. Baumhauer 1986 = O.A. Baumhauer, Die sophistische Rhetorik. Eine Theorie sprach- licher Kommunikation, Stuttgart 1986. Blass 1887 = F. Blass, Die attische Beredsamkeit, 1, Hildesheim 1962 (1887). Bona 1974 = G. Bona, Logos e aletheia nellEncomio di Elena di Gorgia, RFIC 102, 1974, 6-33. Bonanno 1975-77 = M.G. Bonanno, Aristofane in Platone (Pax 412 e Symp. 190c), MCr 10-12, 1975-77, 103-112. Buchheim 1989 = Th. Buchheim, Gorgias von Leontinoi. Reden, Fragmente und Testi- monien, Hamburg 1989. Classen 1959 = J.C. Classen, The Study of Language amongs Socrates Contemporaries, in Proceedings of the African Class. Ass. Dept. of Classics 2, 1959. Denniston 1952 = J. 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Mureddu, Larte del conversare: gioco verbale e pratica eristica 35 Classen 1959, 33 formulava un giudizio abbastanza simile: For he realized that similarity of sound can replace similarity of subject-matter. GORGIA DI LEONTINI E LA COMUNICAZIONE DI MASSA 171 nella rappresentazione platonica, in P. Mureddu, G.F. Nieddu, Furfanterie sofi- stiche: omonimia e falsi ragionamenti tra Aristofane e Platone, Bologna 2000, 41-64. Nieddu 1994 = G.F. Nieddu, Il ginnasio e la scuola: scrittura e mimesi del parlato, in G. Cambiano, L. Canfora, D. Lanza (a cura di), Lo spazio letterario della Grecia an- tica, 1,1, 555-585. Norden 1915 = E. Norden, Die antike Kunstprosa, Stuttgart 1915 (La prosa darte an- tica, Roma 1986); Origa 2006 = V. Origa, Ragionare con pochi, persuadere la massa, Paideia 61, 2006, 357-364. Paduano 2004 = G. Paduano, Gorgia. Encomio di Elena, Napoli 2004. Pisani 1960 = V. Pisani, Storia della lingua greca, in Enciclopedia Classica 2/5, To- rino 1960. Scaglietti 1993 = P. 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