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Karma e libert
Biografa e destino
Cristianesimo e reincarnazione
Una biografia: Ita Wegman
LLLLr b1 .l
L Z7
L Pofez Mihl
di Michel Joseph
. que
sto suo primo numero,
parlandovi di biografia,
Jarma, reincarnazione.
Come avrete forse letto
anche nel nostro d
pliant, Rudolf Steiner
In questo numero
"riteneva che il suo
principale compito per
sonale fosse quello di
rendere comprensibile
quel fenomeno spiritua
le fondamentale di ogni
esistenza umana" che
il pensiero e la realt
delle ripetute vite terre
ne. Un pensiero e una
RUDOLF STtINtR t LA FINt DtL XX StCOLO
di Michel J oSeph
SONO IO L'AUTORt DtL MIO DtSTINO
. . .
di Pietro Archiati
NtCtSSIT ARMICA t LH3tRT
d Rudolf Steiner
Clt COS't' LA 110GRAFIA
di Miche! Joseph
pag. 2
pag. 5
pag. 1 0
PRtNDtRt IN MANO LA PROPRIA VITA
di Gudrn Burkadt pag. 1 2
PtR UN APPROCCIO PI AMPIO ALLA
110GRAFIA
di Henning Koehler pag. 1 7
L 'IDtA DI RtINCARNAZIONt t'
COMPATII1L CON IL CRISTIANtSIMO?
di Miche! Joseph : .. . _ pag. 22
PUNIZIONt t "INGIUSTIZIA
di Uch W. Auer
ITA WtGMAN: ARTt DI CUARIRt t
CONOSCtNZA Dti. ARMA
d Ine Diet
pag. 24
pag. 27
LAVORO 110GRAFICO: DIVtNIRt tUROPtO
di Uch W. Auer pag. 30
RtCtNSIONI t INFORMAZIONI
: 'j-'"
-----
realt che possono aiu
tarci a capire non solo il
mistero della nostra bio
grafia personale, ma
anche quello di ci che
spesso ci appare, nel
mondo, come ingiusti
zia, disuguaglianza,
sperequazione o disgra
zia. Alla luce della realt
di Jarma e reincarnazio
ne ogni singolo, piccolo
o grande awenimento
della nostra vita - una
malattia, una perdita,
un particolare destino -
viene illuminato di signi
ficato e acquista, per
ci stesso, un potere te
rapeutico.
airs, grazie anche a
voi, dunque nato. Ma
ancora piccolino e ha
bisogno di tutte le no
stre e le vostre cure per
poter crescere e awiar
si per il mondo. Parlate
ne ai vostri amici, fate
lo conoscere. t scrive
teci, per proporci temi,
per darci informazioni -
che pubblicheremo -
sulle diverse attivit
ispirate all'Antroposofia
di cui possiate essere a
conoscenza, mandateci
i vostri suggerimenti.
Grazie, e al prossimo
numero!
La redazione di Jairs
LNL | LL1L
L |lL lL
di Pietro Achiati (l)
L
e condizioni di vita nelle
quali mi muovo, tutte le vi
cende che mi accadono non
capitano mai a caso, ma sono
state scelte volitivamente e con
amore dal mio Io superiore stes
so, ancora prima di nascere. In
ogni particolae aspetto della si
tuazione karmica alla quale so
no esposto m viene incontro la
scelta libera e illuminata del
mio stesso Io.
Mi succede sempre e soltanto
ci che io stesso ho voluto e vo
glio. chiaro, per, che non
facile raggiungere un oggettivo
convincimento a questo rgua
do: nella maggior pare dei casi
della vita, infatti , noi siamo col
ti di sorpresa, ci sembra che il
succedersi degli eventi non si
assolutamente in mano nostra e,
soprattutto, arduo vedere nelle
situazioni dolorose o sfortunate
l' espressione concreta della no
stra stessa volont. Tante cose ci
pare di non "meritarle" afatto e
ci ribelliamo interiormente.
chiao, allora, che la volont
individuale kaica di cui stia
mo palando non la stessa vo
lont di cui siamo consci ordi
naiamente: nell ' essere umano,
infatti , esiste una scissione tra
l ' Io superiore e l ' io inferiore
(cio l ' ego) o coscienza ressa
dell ' Io.
D' altra parte, se noi fossimo
con la nostra coscienza sempre
in sintonia con l ' lo superiore,
comprenderemmo subito e in
ogni occasione la necessit
karmica e la bont evolutiva
assoluta delle cose che ci capi
tano e non avremmo mai la pos
sibilit di avversale: ci reste
rebbe unicamente il gesto di af
fermare e confermae tutto ci
che avviene.
La percezione del tutto incipien
te e debole che noi abbiamo del
la pienezza spirituale del nostro
Io superiore dovuta all ' incar
nazione: quado lo spirito uma
no, alla nascita, entra nella cor
poreit fsica, quest' ultima inge
nera un oblio, agisce come uno
specchio rispetto alla nostra di
mensione spiritu
a
le, della quae
ci rimanda solo un' immagine r
fessa, cio mora, riduttiva e as
solutamente vuota di realt.
Il fatto che la materia ci impedi
sca l' esperenza diretta e sostan
ziale della componente spiritua
le del nostro essere ha per un
risvolto positivo per l ' evoluzio
ne: ci consente la possibilit
della libert, fino alla conse
guenza ultima del poter agire
contro noi stessi .
Rudolf Steier a 1 8 8I (1 879)
2
Il kara dunque l ' etero con
fronto dell ' uomo con se stesso,
il diaogo che avviene ta il
suo Io superiore, che appartiene
sempre ai mondi spirtuai , e i
suo io inferiore, animato da im
pulsi soggettivi e limtati alla lo
gica della materia che fatuma
gli esseri ed quella del proprio
vataggio a svataggio atui .
La realt dell ' Io superiore ci "
porta incontro le persone e le
circostanze che ha scelto e ama-
to come le miglior possibili per
l ' ulteriore crescita; il nostro io
inferiore e animi co, inconsape-
vole e per questo non costretto a
nulla, risponde e reagisce. Que-
sto il karma.
L' Io superiore dice: sulla Tera
io voglio questo ambiente, vo
glio queste persone attoro a me
perch ci ofiremo reciproca
mente le occasioni pi adatte
a
l
conseguimento di questa e que
st' altra forza evolutiva; e l ' io
ineriore libero di tovae anti
patico sia Tizio sia Caio, di de
testae l ' ambito soci
a
le e geo
graco che lo circonda, di con
siderae un infero tutto lo sce
nao della vita, di ar abbiasi
p
er ci che gli accade ...
E questa la contraddizione inte
riore dell' essere umano con se
stesso - origine di ogni "schizo
fenia" - e che caratterizza la
"missione cosmca dell' uomo",
per noi ancora cos difcile da
comprendere: come Esseri spi
ritua (ptemo anche dire:
come Io superiori) noi non sia
mo ancora Uomini , non siamo
ancora evoluti al punto da stabi
lire una piena interazione tra
materia e spirito.
Noi viviamo foremente guidati
dale forze dell' aima che chia-
Rudolf Steiner a 62 anni (1923)
ma "io" il centro unitaio di
confuenza dei pensieri , dei
sentimenti e delle volizioni es
senzialmente volti al mondo
materiale: ma questo "io" non
altro che la coscienza rifessa e
non sostanziale di quell ' Io su
periore che di vita in vita vuole
diventare sempre pi pienamen
te umano.
La perfezione della libert uma
na, da conseguire nel corso dei
millenni , risiede allora nel vole
re liberamente ci che di volta
in volta necessaio: il nostro Io
superiore vive gi in questa li
bert perfetta perch un Esse
re divino. "Voi siete Dei", dice
il Cristo (Gv. 1 0,34) .
L' Io superiore di ognuno di noi ,
sulle orme dell ' evento del
Golgota, cerca di compenetrare
l ' io inferiore cos come il Cristo
inabit Ges di Nazaeth: siamo
immersi in un processo di divi
nizzazione dell ' umano e di
umanizzazione del divino, di
cui l ' evoluzione ci chiede di co
minciare ad essere responsabili
3
(Rudolf Steiner, "Il quinto Van
gelo", Editrice Antroposofca).
Quando non ci sa pi scissio
ne tra i due Io, vorr dire che in
ogni uomo essi coincideranno,
perch l ' Io superiore avr com
pletamente illuminato e trasfor
mato quello inferiore e d
a
li' im
magine rifessa dell ' Io ognuno
passer ali' esperienza diretta e
incaata dell ' Io vero e eristico.
Ma intanto l ' Io superiore conti
nua ad achitettae la nostra cor
poreit fisica, tutte le percezioni
che cadono sotto i nostri sensi , a
far s che noi calamitiamo tt
gli esseri umani che ci sono kar
mcamente congiunti , ovunque
essi siano sparsi sulla Tera: e
ama questo scenaio vivente co
s com' .
E l ' io inferiore, mosso dalla
miopia dell ' egoismo, ha la pos
sibilit di non volere proprio ci
che il meglio per lui e quindi
di mettersi conto la sua stessa
volont superiore: ci cori
sponde, per, al contrastare la
propria evoluzione e dunque al
perdere, gradualmente, la stessa
capacit di libert.
La qualit intrinseca della li
bert ordinaia ed egoistica, del
cosiddetto libero arbitrio, se non
fecondata dalle forze dell ' Io
supe
n
ore ci rende sempre meno
liberi rispetto alla dimensione
divina della libert.
Il nostro compito karco, nel
l'
a
ttuale epoca dell' aima co
sciente, dunque quello di im
parae ad amae ci che il karma
ci ofe: cos ci avviciniamo a
poco a poco
a
lla volont pi ve
ra del nostro essere, di cui co
minciamo qua, sulla Terra - e
questo l ' importante! - , a indi
viduae il "flo d' Arianna" degli
intenti , quella chiave di lettura
coerente e sintetica che d un si
gnificato vero alla nostra intera
esistenza.
In questo modo io supero la di
sarmonia con me stesso, sano le
tante lacerazioni interiori dovu
te alla mia ottusit nei confonti
del kama, vinco quella terribile
schizofrenia che si ingenera
quando l ' io avaro fa da zavora
all' Io magnanimo, quando l ' io
vorace si oppone alla generosit
incondizionata dell ' Io amate.
COM DIMOSRO
L'SISNZA DLL'IO
SUPRIOR?
Rudolf Steiner propone un eser
cizio karmico per ' 'prendere
confidenza" col nostro Io supe
riore: si tratta di scegliere un
evento passato della nostra vita,
particolarmente dificile e dolo
roso - di quelli che solitamente
noi chiaiamo "disgrazie" - e
immaginae un tizio in cae ed
ossa che, dal momento della no
stra nascita, non faccia altro che
compiere ogni minimo passo
per rendere possibile proprio
quell ' accadimento!
Ripercorrendo minuziosamente
tutti gli aspeti di questa reae vi
cenda, sopratto quelli che ci
hano stappato gli imprperi pi
veementi, sa interessate speri
mentae con vivacit immagina
tiva il contasto ta la nosta ri
bellione e la gioia di questo sin
golae tizio che continua ad in
neggiae alla preziosit e ala
bont assoluta della situazione.
Dove noi vediao disagi, ostaco
li, atentati ala nosta pace, quel
l' essere stapaato vede occa
sioni tte positive di cimento, di
metaorosi, di evoluzione.
Ma chi questo strano tipo? il
nostro Io superore!
Questo esercizio fa capire che i
pi profondi misteri dell ' esi
stenza, e quindi del kaa, non
possono mai essere dimostati
per via di elucubrazione intel
lettuale o secondo logica astrat
ta; per, se io faccio l' esperi
mento di vivere due, tre, quat
tro, cinque anni guadando a
tutto ci che mi successo e mi
succede come fosse dovuto alla
mia diretta volont e conside
randone e realizzandone al con
tempo tutti i lati positivi, anzi'
ch i negativi, non solo mi ren
der conto che l ' Io superiore
esiste, ma lo sentir anche cre
scere dentro di me. E mi con
vincer che la vita diventa mille
volte pi bella: questa la di
mostrazione vera.
Un esercizio di fantasia si tra
sforma cos in un' esperienza
reale che non ha i connotati del
la teoria: ora so che cos' l ' Io
superiore e so che cos' il ka-
ma e che cos' la reincaazio
ne. Perch naturalmente quello
strano tizio colui che si rein
caato pi e pi volte, e ogni
volta ha tirato dopo la morte le
somme della vita trascorsa.
Egli dice a se stesso: nella vita
precedente ho potuto sviluppare
soltanto alcuni aspetti del mio
essere perch l ' evoluzione
progressiva e le dimensioni del
l' umano non sono acquisibili si
multaneamente (altrimenti non
ci saebbe evoluzione! ) ; questa
volta devo (e voglio) impostare
una nuova incaazione per bi
lanciae quella specifica unila
teralit, per paeggiae quell' al
tro scompenso, e cos via.
In questo senso il progetto per
l ' ulteriore nascita sulla Terra
sa rivolto, per esempio, all ' ac
quisizione dell ' arendevolezza,
se nella vita precedente ho pri
vilegiato la pervicacia, delle fa
colt matematiche, se nella vita
precedente ho insistito di pi su
un pensare dai contor efusi,
imprecisi . . . e cos via.
Se noi meditiamo su questa
realt ci accorgeremo che esiste
nella nostra vita un registro fon
damentale in base al quale ri
conoscibile che cosa l ' Io supe
riore ha teso a faci sviluppare
in questa
,
vita, attaverso vae
vicende. E questo il senso unita
rio, la missione individuale del
l ' esistenza.
Se mi trovo sempre in situazio
ni che richiedono coraggio per
essere superate, vor dire che
questo coraggio non mi appar
tiene quale virt gi acquisita,
ma esiste nel mio essere solta
to in potenza: allora il mio ani
mo, probabilmente mansueto
per natura (cio per risultanza
delle azioni nelle vite preceden
ti) , dovr sviluppare le forze
dell' ardimento.
Potr allora accadere che il mio
io ordinaro rifuti il cimento e
se la dia ogni volta a gambe le
vate, oppure decida di accettare
la sfida puntelladosi sulle qua
lit che ha gi a disposizione: la
costanza, la paienza, l ' umilt,
per esempio. E si forger, cos,
al coraggio.
Nessuno nasce sprovvisto dei
talenti necessari su cui basarsi
4
per acquisire dei nuovi: dietro
agli intecci a tutta prima imper
scrutabili del destino c' la sag
gezza infnita dell ' Io superore
che non pu mai esporci alle si
tuazioni con l ' intento di
schiacciarci .
Meditare attivamente sul karma
aiuta a diventae molto pi pa
cati e riconciliati nei confronti
della realt: si acquista l ' equa
nimit, il senso della positivit,
si perviene all ' esperenza pi
che convincente che il karma
amico della vera libert.
Comincio a comprendere che il
mio kama quotidiao l ' insie
me delle possibilit evolutive
oferte alla mia libert.
(l) tratto da "Karma e libert
nella vita quotidiana", di pros
sima pubblicazione presso la
casa editrice L'Opera.
Editrice L'
O
pera
Opere di Pietro Archiati:
Il Quinto Vangelo
pp. 195 L. 28.000
Letura esoterica dei Vangeli
pp. 207 L. 29.000
Uomo moderno, malato
immaginario?
pp. 171 L 26.000
in preparazione per aprile:
Il mistero del male nel nostro
tempo
Karma e liber nella vita
quotidiana
Dal Cristianesimo al Cristo
Luciano Orsi n i:
Metamorosi morale della
bioetica
pp. 206
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Marcello Carosi:
Il compito terapeutico dell'uomo
per la sua evoluzione
pp. 48 L. 1 0.000
l libri vanno richiesti a:
EDITRICE L'
O
PERA
Via A. Serranti 51 -00136 Roma
Tel. 06/35401777
NL1P
LHL1l
PHLP
di Rudolf Steiner (l)
rso i ge
nitori e gli insegnanti. E il "sen
timento dell'io" che si aferma;
- verso la met del terzo setten
nio, normalmente a diciotto an
ni e mezzo, l'io penetra profon
damente nel metabolismo e nel
le membra dell' adolescente e
gli permette di prendere co
scienza ella propria attivit nel
mondo. E solo adesso che il gio
vane ha realmente i piedi per
terra e che pu fae la scelta di
una professione. Potremmo de
fnire questo processo come "ri
UN LL| | U
|| LLH| L|
di Henning Koehler
sistono diversi approcci
per quello che chiamerei
"il problema pedagogico
teraupetico fondamentale", ap
procci che rappresentano le
condizioni preliminari per una
vita attiva, cosciente e serena.
La questione non tanto quella
della felicit nel senso profano
del termine, ma quello dell' e
sperienza del senso, che pu na
scere anche dalla soferenza,
dala delusione e da lutto. A ta
le questione del senso si ricolle
gano le rfessioni sulla politica
sociale e culturale, i problemi
legati ali ' educazione e ai rap
pori umai , alla fede e al desti
no. Possiamo contae su una ba
se etica solida? Come viviamo
il problema del nosto confonto
costante con la tragedia: la ma
lattia, la morte, la guera, la per
dita di una persona caa? Eventi
vicini o lontani ci rcordano in
continuazione, ogni giorno,
ogni ora, quanto siamo vulnera
bili . Abbiamo perduto il senso
della fatait che avevano le ge
nerazioni che ci hanno precedu
ti , la loro fducia in una saggez
za insondabile e nella bont di
forze superor. Abbiao biso
gno di constatae amaamente
quanto fragile sia la tranquillit,
quanto futili i nosti progetti , i
nostri sogni , i nosti successi ,
cos come le nostre delusioni e
sconftte, confrontati con le ca
tastof di cui veniao informa
ti dai mass-media.
LA PAURA DLLA PUNIZION
Molte sono le persone, pi di
quate non immaginiao, che di
fnte ala misera, agli assassi
ni, ale torure e ale catastof
natai si interogao sul loro
ditto a una vita tanquilla o
ne non possono contentasi di vi
vere la lor felicit con ingenua
rconoscenza. In loro si insinua
sempre una sorta di catva co
scienza che si esprme nelle do
made: "Perch proprio io mi
merto questo? Che cosa ho fatto
per guadagnaelo?". Ogni suc
cesso personae, ogni apprezza
mento, ogni riconoscimento a
mato rsveglia un sentimento
inconscio simile a quello che si
potebbe chiamae l paura del
la punizione. Una sfducia su
perstiziosa, il timor di essere
puniti da Dio per questa presun
zione - con una disgrazia, con
una fatalit - avvelenao ogni
bella esperienza, ogni piacere,
ogni azione positiva o in qualche
modo ar icchente.
Nel l a storia dell a coscienza
questo fenomeno compaso
verso la met del secolo XX.
addta felice. Queste perso-
Ren Magte: "Riprduzione vietata" ( 1 937)
1 7
Oggi la generazione dai trenta
ai quarantacinque an che ne
sofre nel pi profondo dell' ani
ma, in modo smisurato, patolo
gico. Gudrun Ensslin, che poi
divenne terorista, disse nella
fase pacifsta del suo impegno
politico: "siamo sazi di essere
solamente sazi".
Che cos ' era successo? Nella
cultura europea e americana ap
parve, iniziamente in modo tu
multuoso e inquietante, una
nuova forza di coscienza, un' e
sigenza di una nuova quait del
senso dell ' esistenza (e dunque
dell ' esperienza dell ' assurdo) .
Ci che emergeva era una sensi
bilit quasi intollerabile mai vi
sta prima, una sensibilit plane
taria per la giustizia e per la di
gnit del l ' uomo. Nasceva un
sentimento, di enorme intensit,
di responsabilit personale nei
confronti della miseria e della
soferenza di persone di paesi
lontani . La paura di essere puni
ti da Dio per la nostra presun
zione, di cui abbiamo parlato,
non riguadava solamente colo
ro che credevano nell ' esistenza
di Dio, nient' afatto.
Esiste un' indicazione spesso
citata da R. Steiner a proposito
dell' anoressia mentale che ha
attirato particolarente la no
stra attenzione. Egli spiega che
sempre di pi si potr osservare
nel bambino piccolo un' espres
sione triste e malinconica e que
sto sin dai primi giori di
vita. In questa espressione,
secondo R. Steiner, "vive
qualcosa di un' atosfer
interiore di riuto ad entra
re nell 'esistenza". Per me
glio comprendere questo
fenomeno bisognerebbe te
ner conto di un avvenimen
to prenatale, quello
dell ' "incontro delle anime
che hanno appena varcato
la soglia della morte con
quelle che sono sul punto di
entrare nella vita .sica dal
cecamento passeggero. A tutto
ci si aggiunga un altro elemen
to: le catastrofi delle due guerre
mondiali sono legate tra loro da
una terza catastrofe nella sfera
della vita spirituale, pi ampia
e, da un certo punto di vista, al
l ' origine delle altre due. Le per
sone decedute negli anni Cin
quanta, avevano con la loro
biografia contribuito, da una
parte, a ci che si chiama il
trionfo dell ' era dell' industria e
della tecnica e, dall ' altra, alla
consacrazione della sconfitta
degli impulsi spirituali europei
Dopo la prima guera mondiale,
quando le cose cominciavao a
deteriorasi , R. Steiner disse che
le aime "non vogliono entrre
in questo mondo perch sanno
ci che deve afontare oggi sul
la Terra l ' umanit dotata di
pensieri, flosofe azioni mate
rialiste ... " . La sitaione c'\\'
rale, politica ed economica che
si creata in questi ultimi de
cenni genera nelle anime che si
preparano a nascere un' atmo
sfera che agisce contro il pro
cesso di incaazione e di indi
vidualizzazione. Laddove il pro
cesso dovrebbe svolgersi
come puro e autentico im
pulso, insorge questa atmo
sfera, colorata d
a
l dubbio e
dalla tristezza.
la porta della nascita ...
Questo incontro respon
sabile dell 'impulso che im
prime questa malinconia
particolare nei bambini .
Non vogliono entrare nel
mondo che questi incontri
prenatali hanno fatto loro
intrvvedere" ( l).
Gli adepti della "psicologia
prenatale" si limtano a dire
che le depressioni , i timor e
i dubbi delle madr durante
la gravidanza potrebbero
avere conseguenze sulla sa
lute del babino. Saebbe
bene rifettere anche sulla
possibilit che le depressio
ni delle madr siano dovute,
almeno in parte, all 'infuen
za delle esperienze prenata
li delle anime dei bambini .
In questo ordine di idee, in
fatti , a questo "scambio di
esperienze" tra le anime dei
defunti e quele che si tra
Un' espressione di trstezza sul viso de la L bambina con
vano in uno stadio di prepa
la collana dtperle" di Paula Modersohn-Becker e e
a
raziOne preconcez10n e, s1
LA CATASTROFE CULTURALE
La nostra rifessione si pu al
lagae ad un piano storico e
pratico. Gli an Cinquanta non
furono soltanto agitati dai lutti e
dal dolore conseguenti alle in
numerevoli pedite umane, morti
ed esecuzioni della Seconda
Guerra Mondiale, ma furono
anche un' epoca durante la quale
molti di coloro che passavao la
soglia erano segnati dall' espe
rienza biograca delle due teri
bili catastrof mondiali e dal
sentimento di amaezza, addirit
tura di rancore, per esservi stati
coinvolti in qualche modo, sia
per semplice paura, per compia
cenza e complicit o per un ac-
provenienti dalle core
n
ti del
classicismo e del romantici
smo, dell' individualismo filo
sofico, della scienza ispirata da
Goethe, dalle idee democrati
che e liberali del socialismo
originario, etc . . Coloro che in
quest' epoca contemplarono re
trospettivamente questo campo
di rovine europee in quanto
ambiente storico del loro cam
mino di vita hanno portato con
s dali ' altro lato della soglia
questa esperenza di appassi
mento di tutte le forze di vita
spirituale, idealiste-culturali
nel vero senso della parola, e
l ' hanno portata come messag
gio a coloro che si preparavano
alla nascita fisica.
18
aggiunge un' altra osserva
zione importante della scienza
dello spirito. Rudolf Steiner de
scrive in "Teosofia" come l ' ani
ma, nel momento in cui prende
la decisione di incaarsi , acce
da ad una "visione prospettiva
della sua esistenza futura". Que
sta "le mosta tutti gli ostacoli
che come uomo dovr superare
afinch la sua evoluzione con
tinui . E ci che in questo modo
vede il punto di patenza delle
forze che l ' uomo deve portare
nella sua nuova vita".
uUN'ALLEANZA OIA8QLJ[An
Quando, alla luce di ci che le
anime appena giunte dalla Tera
trasmettono loro, il fturo cam
mino terestre diventa visibile a
quelle che stanno per incaasi,
proprio in quel preciso mo
mento, al contatto con quella vi
sione, che queste anime devono
infidasi di ideai , di ippulsi
all ' azione e di obiettivi . E chia
ro che tutto ci avviene in uno
stato d' animo ancora privo di
egoismo, di egocentrismo anti
sociale, caatterstiche che pos
sono svilupparsi solo nel lega
me con un coro fsico. Tuttavia
nel mondo prenatale vive qual
cosa che assomiglia a ci che
sulla Terra chiamiamo indivi
dualismo.
L' individualismo e l ' egoismo
sono entrambe forti esperienze
dell ' Io. Ma l ' evidenza dell' Io
nel' individualismo non perde
mai la connessione con il resto
dell ' umanit, ne ha anzi biso
gno per realizzasi . La nostra
ra, cos -pesso defnita ' nuo
va' , ha proprio come caratteri
stica, oltre al "complesso di col
pa" pi o meno inconscio che
abbiamo descritto, quella di
portare n eli ' esistenza terrena,
come mai in precedenza, l ' evi
denza metafisica dell ' Io (cio la
coscienza individuale legata al
l ' insieme dell ' umanit) . Que
st' esperenza si trova con ci
trasferita nell ' egoismo che si
sviluppa necessariaente - in
un primo tempo - nel processo
di incaazione. Se considera
mo la storia della civilt, questa
tendenza va sempre pi afer
mandosi da circa cinquecento
anni .
Tutto ci ci rende attenti ad un
confitto che intrduce nuove
prospettive nella valutazione
del fenomeno della biografia.
Proviao a immaginare nel mo
do pi concreto possibile come
l ' uomo, dal suo "punto di osser
vazione" prima della nascita,
veda in tutta la loro ampiezza le
conseguenza della distruzione
della natura, la desertificazione
spirituale e l ' accumulo di ari
di distrzione di massa. Imma
giniaoci anche che quello il
momento in cui progetta, a pa
tire dala sua visione spirtuale,
il piano della propria esistenza
futura, il momento dunque nel
quale si formano gli ideali in
grado di accordae gli obiettivi
individuali del destino con le li
nee direttrici del cammino del
l ' umanit. In quello stesso mo
mento avviene anche l ' incontro
con le anime che hanno oltre
passato la soglia della morte e
che riporano il loro messaggio
da un mondo nel quale le forze
preponderanti sono quelle che il
flosofo Erich Fromm chiama
"necrofile" ("arimaniche" se
condo la terminologia antropo
sofica) . R. Steiner definisce
queste forze nel 1 91 9, l ' anno
della tripartizione sociale, come
la fede cieca nella scienza, lo
sciovinismo nazionale e quello
di partito, il modo di vivere ma
terialistico, l' irbavagliamento
confessionale della , vita spiri
tuale e religiosa (2) . E questa al
leanza diabolica tra le correnti
distruttici che ci ha condotti al
le grandi catastrofi di questo se
colo. I risultati sono noti: Au
schwitz, Hiroshima, il Gulag, le
carestie e i genocidi .
GLI ABI SSI DELL'ESI STENZA
Lo stato generale nel quale si
trovano la Terra e l ' umanit
tale che ci si pu sorprendere
del fatto che le generazioni
emergenti , le anime dei bambi
ni , abbiano ancora il coraggio di
impegnavisi i modo responsa
bile. Le anime sulla soglia del
l ' incarnazione, infatti , sanno
non solo a che cosa vanno in
contro, ma anche che saranno
sole, abbandonate a se stesse
come mai in precedenza per su
perae le prove connesse con
questa situazione.
La coscienza dell ' umanit non
si sviluppa solo nella realt so
ciale materiale, ma anche, e in
modo del tutto particolare, nel
campo spirituale che si trova al
l ' intero di questa realt; la re
lazione tra questi due piai non
certamente senza contraddi
zioni . Viviamo sulla Tera una
tensione anacronistica tra la no
stra identit spirituale indivi
duale e la nostra personalit,
19
che subisce l ' infusso della na
tura e del l ' ambiente. Questa
tensione si aggrava da una
generazione all' altra.
Osserviamo come un fenomeno
psico-culturale la crescente dis
soluzione dei tradizionali lega
mi di gruppo, fino ai pi picco
li , quelli familiai . Questi lega
mi permettevano un tempo al
l ' egoit, vincolata al corpo e
tendente per questo ali ' antiso
cialit, di trovare il proprio
orientamento, il proprio fonda
mento. L'individuo respinto
sempre pi in se stesso, era nel
paesaggio della sua stessa ani
ma, sballottato ta paura e desi
derio, trstezza e speranza, in
preda alle verigini sonda gli
abissi della sua esistenza e, sco
raggiato, leva gli occhi verso ci
me irraggiungibili . In questo
modo, considera ci che accade
nel suo ambiente naturale e
umano solo come un' azione
dietro le quinte senza importa
za. Per lottae contro sentimenti
di impotenza e di assurdit, fini
sce per sviluppare un atteggia
mento dell ' anima che Eri c h
Fromm definisce come il "mo
do dell ' avere" (in opposizione
al "modo dell' essere") perch
invece di autentici progetti di
divenire (idealistici) , ci che si
persegue l ' accrescimento con
tinuo di mezzi diretti e indiretti
di valorizzazione dell ' ego (po
tere, piacere, apparenza, privile
gi , possesso, informazioni ,
etc.) . Dove ar iviamo se ci chie
diamo che cosa si nasconda die
tro a tutto questo complesso at
tuale? Quale esperienza spiri
tuale originaria calata nella
realt fisica e materiale si trova
sullo sfondo? In altre paole,
che cosa nel "bios della biogra
fia" si congelato, deforato in
un egoismo preoccupato di evi
tare il dolore e di assicurarsi pri
ma di tutto l ' esistenza? La
scienza dello spirito ci insegna
che ogni notte l ' uomo ritora
nelle regioni dell ' esperienza
prenatale per cercare di ispirar
visi . E ogni gioro il vissuto or
ginario subisce di nuovo le stes
se deformazioni . Qual dunque
questa percezione che si rnno
va cos ogni notte per poi defor-
marsi di nuovo? La risposta
evidente: il riconoscimento
dell ' inevitabile isolamento, cau
sa delle dificolt paticolai cui
si trova confrontato ogni indivi
duo per il solo fato di essere
coinvolto nel destino della no
stra epoca. Questo destino del
nostro tempo si caatterzza co
me la trasizione tra l ' epoca
dell ' anima razionale
o afettiva
- in cui l ' Io, cercando gi di af
fermarsi , si ritrova nella neces
sit del "noi" - e quella della co
scienza universale che cerca e
inaugura quell "'essere cittadini
del mondo" radicato nell' indivi
dualismo. Ne segno evidente
questo egocentrismo, nelle
profondit del quale risiede il
sentimento di isolamento. A
questo proposito, l ' esperienza
psico-terapeutica mostra che se
durante il gioro ci si dedica al
la ricerca esclusiva della "gioia
personale" ci si risveglia all ' in
domani con un intenso senti
mento di isolamento e di abban
dono.
UNA FI NTA GUARI GI ONE
Questo sentimento di solitudine
la realt la cui forma caricatu
rale l ' egoismo. Si manifesta
costantemente sullo sfondo del
l' attuale coscienza ordinaia, in
quanto rcordo di una percezio
ne e di una angoscia prenatai . Il
risultato che l ' anima si trova
continuamente compressa e di
laniata tra due direzioni opposte
e che in questa frattura sotto
posta ad una fortissima tensio
ne. Da un lato, spinta dalle sue
esperienze notture, l ' anima
tende verso la vera guarigione
che le consentirebbe di colle
gasi interiormente (ed esterior
mente attraverso le azioni) con
obiettivi di vita superiori; dal
l' altro tende verso una guari
gione aparente che significa
abbadonasi alle forze dell ' e
goit, al "modo dell ' avere".
Questi confitti che qui esami
niao da un punto di vista spi
rituale trovano la loro espressio
ne anche nella nostra vita cultu
rale e sociale. Attraverso i me-
dia, le vie di comunicazione e le
relazioni economiche, progredi
sce incessantemente un' intera
zionalizzazione della coscienza,
mentre nella vita degli individui
l ' egoismo si raforza, provocan
do la dissoluzione dei legami
tradizionali , ma porta con s, in
compenso, attraverso fenomeni
come Greenpeace o Amnesty
lnterational , un idealismo sen
za precedenti in questa forma,
che oltrepassa le fontiere.
Sono passati vent' anni dal leg
gendaio festival di Woodstock
nel quale si espresse, pur in for
me difcili ed esposte agli at
tacchi di forze avverse, lo schiu
dersi di questa coscienza di ap
patenere alla totalit dell' uma
nit e della responsabilit che
ne deriva. All ' inizio del 1 990 si
tenne a Londra nello stadio di
Wembley un concerto rock con
tro l ' apatheid e l ' odio razziale.
Nelson Mandela, venuto appo
sitamente, ricevette un' acco
glienza entusiastica. Sono avve
nimenti suscitati dalla nuova
generazione, le persone vi si in
contrano per cercare di guarire
realmente la malattia psichica
della nostra epoca, la malattia
dell ' isolamento. Questa potr
essere superata solo attraverso
una conversione delle coscienze
che accenda il sentimento della
vita - con l' accettazione di tutto
ci che comporta di doloroso.
Ogni tortura o persecuzione su
questa Terra come uno
schiafo che colpisca il mio vi
so. Il sentimento della vita che
si esprime in questo modo - an
cora insufcientemente il se
gno di un processo di remini
scenza nel senso che ci riporta
un' esperienza prenatale capita
le, esperienza che segna profon
damente, e confittualmente, il
processo di incaazione nella
nostra epoca.
LA FATALITA'
DELL'I SOLAMENTO
Basandoci su ci che abbiamo
detto ali ' inizio e sulle cono
scenze tratte da R. Steiner, pos
siamo tentare ora di gettare una
20
luce su questa frattura, sull ' in
credibile tensione di cui abbia
mo parlato. La fase fnale di
preparazione animico-spituale
per l' incaazione oggi dive
nuta pi difcile da diversi pun
ti di vista. Vi si maifesta un
"confitto centrale" che rappre
senta l ' opposizione di due for
ze: un impulso idealista straor
dinariamente forte si scontra
con ostacoli altrettanto fori e si
. vede con terore esposto all ' o
blio di se stesso.
Bisogna ora considerae che la
visione prospettiva dell ' esisten
za, nella quale prendono forma
gli scopi che saano perseguiti,
impregnata dell ' intensa im
pressione che provoca la perce
zione degli ostacoli da superae.
Questi ostacoli sono essenzial
mente legati a fato che dovr
essere affrontato e vinto un
grande isolamento, una grande
solitudine. Non dimentichiamo
ci poi che anche il momento in
cui avviene "lo scambio di
esperienze" tra coloro che sono
appena deceduti e che trasmet
tono il loro senso di fallimento.
Questa percezione e questo
scambio hanno come efetto che
l ' anima, sulla soglia della nasci
ta, frenata e respinta nel suo
impulso ad incaarsi . Qualcosa
che assomiglia - le paole tere
stri sono poco adatte - allo
"scetticismo", al "dubbio", sci
vola gi in questa sfera prenata
le, una tristezza vi si insinua,
presentimento della fatalit del
la solitudine.
Di fonte a questo ar etramento
davanti a tali pericoli , ci si pu
rappresentare concretamente
come l ' entit animico-spirituale
mobiliti tte le sue riserve di
coraggio e faccia agire con
grande forza il suo voler vivere,
la sua volont di avvenire, forze
pure d' ideale paticolaente atti
ve in questa sfera. Per superare
gli ostacoli del dubbio e dell' an
gosciosa tristezza si crea una
sorta di "spinta", una spinta ver
so l ' incaazione con cui l' ani
ma si getta in avanti , si precipi
ta letteralmente verso l' esisten
za fisica. La manifestazione
^
\
eclatante di questo processo
l ' accelerazione crescente che si
ossera, non senza inquietudi
ne, da qualche decennio nello
sviluppo dei bambini: precocit
signifcativa nel risveglio della
coscienza individuale, nell ' ap
prendimento del linguaggio,
nell' intellettualizzazione, nella
pubert. L'incaazione avviene
troppo velocemente e troppo
profondamente.
In questa accelerazione e disce
sa precipitosa si pu riconosce
re l' azione dell' impetuoso im
pulso prenatale orientato verso
l' ideale e verso il futuro.
Al pi trad alla fine dell ' adole
scenza, l ' accelerazione culmina
nell ' espressione particolaren
te incisiva delle forze dell ' egoi
smo, cosa che conduce imman
cabilmente
a
l distanziamento
dagli altri , all ' esperienza della
solitudine, ad un rapporto ec
cessivo con il proprio corpo e
con i processi ad esso legati o
con i desideri e valori di cui
mediatore. Ma questo sviluppo
riceve ache l ' energico infusso
della forza etica idealista prena
tale che aspira a superare la
chiusura dell ' ego.
Queste sono le cause essenziali
del confitto centrale che dalla
met di questo secolo causa ten
sioni , pericoli e contraddizioni
interiori sempre pi forti nel
l ' essere umano. E non possiamo
quindi non domandarci come
possa afermarsi la quait del
l ' anima cosciente individuale
proprio quando culmna la sua
contro-immagine, cio la ricer
ca della personalit, cos carat
teristica della nostra epoca. Essa
agisce come sensazione, accor
do, come sentimento in un pri
mo tempo vago e insoddisfa
cente, sentimento che afuisce
in quella che noi abbiamo chia
mato la "cattiva coscienza" e la
"paura di essere punito" senza
ragione. In ogni modo di esiste
re fondato sull ' egoismo - ci
che oggi inevitabile - i senti
mento costantemente presente
: "non ne ho il dirtto; manca
qualcosa; non quello che vole
vo; c' qualcosa di importante
che ho mancato, dimenticato,
trascurato".
cos che compare l a malattia
del nostro tempo: la depressione
- e soprattutto quella che sem
bra nascere senza un' appaente
causa esterna. Nascono cos
molte crisi biografiche profonde
dominate dalla m
a
linconia, la
paura, l ' insicurezza e l ' isola
mento. La paura di essere vitti
ma di catastrofi o di colpi del
destino, di perdere bruscamente
la propria felicit, o di dover
"pagare" per ci che si ha avuto
finora, questa paura non altro
che l ' impulso inconscio rove
sciato della propria anima co
sciente che si percepisce come
in un specchio rovesciato. In
realt, questo impulso vuole im
pegnarsi in modo responsabile,
vuole fasi carico della soferen
za e dell ' infelicit degli
a
ltri per
allontanae gli efetti .
RITROVARE I L FURO
Queste idee, sviluppate a partire
dali ' immagine antroposofica
dell ' uomo, dovrebbero essere
tenute in considerazione per
aprire un cammino a tutti coloro
che vogliano realmente, a parti
re dallo spirituale, compiere un
viaggio terapeutico o di aiuto
biografico a persone smarite,
interiormente dilaniate. Fare
semplicemente i detective per
ritrovae nell ' infanzia le cause
delle soferenze un lavoro la
borioso e di poco senso i rap
porto ad una ricerca sulla natura
umana che consideri sia ci che
c' prima della soglia della na
scita sia l ' evento della proiezio
ne dell ' avvenire, del dae signi
ficato. Ci che l accade come
azione preconcezionale ha la
paticolarit che nel momento
preciso della nostra retrospetti
va in cui toriamo verso noi
stessi , ci che viene presentito
come divenire conduce verso
l ' avvenire. La sfera che l ' uomo
ritrova ogni notte e che pu im
parare a ritrovae con le sue
aspirazioni sempre pi coscienti
- e che costituisce un asse cen
trale per la terapia - la sfera
del proprio futuro.
L' antroposofia ci chiede il co-
21
raggio di non pensae l a "bio
grafa" (come fanno invece in
modo pi o meno consapevole
ttte le scuole psicoanalitiche)
come un passato che spiega il
nostro presente e il nostro futu
ro, ma piuttosto a parire dal fu
turo (quello della fnalit dell' e
sistenza e del progetto ideale
dell ' Io) spiegare il passato che
si accumulato nel presente.
L' uomo in difcolt ci chiede di
aiutalo a ritrovae il suo futuro,
in modo che a patie d
a
lla cer
tezza cos acquisita impa a d
scoprire il suo passato come
cammino pieno di senso della
sua biografia. La ricerca biogra
fca fondata sulla scienza dello
spirito dovrebbe fae suo il mot
to: solo colui che vede un futu
ro pu legarsi al suo passato,
poich il passato si spiega a pa
tire dal futuro.
(l) Rudol Steiner, "Der inne
re Aspekt des sozialen Raet
sels", quinta conerenza.
(2) - Ibidem, nona conferenza.
Dall ' inizio dell 'anno
sono in fnzione a Roma
due nuovi asili creati dalla
Associazione Pedagogica
Steineriana Janua:
il Gruppo Giochi
"I Melagrana "
in via Carlo Dossi, 45
(Monte Sacro) 00137
tel. 06/82002071
e "Il Ciliegio" all ' Eur
in Va Fontanellato, 49
tel. 0615407922
L' I DA DI RI NCARNAZI ON '
COMPATI BI L CON I L CRI STI ANSI MO?
di Michel Joseph
di resurezione
per i cristiani , coro di luce nel
la mistica iraniana - non altro
che la forma pura, la forma spi
rituale del corpo fisico. Lo sco
po dell' evoluzione che il cor
po finisca per spiritualizzasi to
talmente fino ad identificarsi
con la sua forma pura. Si tratta
di uno stato che l ' umanit rag
giunger solo tra molti millenni ,
alla fine delle numerose inca
nazioni di ogni individuo. Ci
che la Chiesa chiama la resure
zione dei corpi non altro che
questo stato futuro dell ' umanit
nel quae il corpo fisico non
avr altro che la sua forma spi
rituale pura anche ci che
viene prefigurato dalla resurre
zione del Cristo e dalla sua pre
senza per cinquanta giori pres
so i discepoli .
- La dottrina della grazia divina
che sola permette la redenzione
corsponde a un processo ben
noto a tutti quelli che sono im-
pegnati in una ricerca spirituale
autentica. Il lavoro spirituale
che si fa su se stessi non che
una prepaazione: non si pu fa
re altro che prepararsi interior
mente e attendere praticaente
che il mondo spirituale cominci
a ris_ondere quando giunge l ' o
ra. E in efetti una delle grandi
leggi spirituali: lo spirito aspet
ta la sua ora e pu agire solo
quando lo consente il kama.
Talvolta le ricerche spirituali si
concludono in qualche gioro o
addirittura in qualche ora, ma
spesso ci vogliono mesi o anni
di preparazione e di approfondi
mento. L' uomo non pu quindi
scoprire tutto e trasformae tutto
da solo perch l ' aiuto del mon
do spirituale gli indispensabi
le. Eppure la volont seria e pa
ziente di lavorare su di s e su
gli enigmi del destino costitui
sce un mettersi in discussione
che gi di per s sviluppa un' al
tra visione delle cose, un altro
rapporto con le realt del mon
do. Patendo da l, l ' uomo co
mincia gi a trasforare il suo
karma, a trasformare ci che
incatenato al suo destino. E que
sta esperienza di redenzione di
venta totale quando i mondo
dello spirito vi scorre dentro -
ci che possiamo chiamare la
grazia.
A partire da queste osservazioni
che potebbero essere afinate
A S S O C I AZ I ONE VI D AR
attraverso un dialogo aperto tra
rappresentanti di diverse creden
ze, niente impedirebbe, come
sottolinea Bischofberger, che
prendesse forma una concezione
crstiana della reincaazione. Si
pu pensae che una tale conce
zione, infuendo profondamente
sugli insegnamenti delle diverse
confessioni , si porrebbe del ttto
naturalmente al di sopra del cri
stianesimo in quanto religione
paicolare, perch non potrebbe
esprimere che un punto di vista
aperto e universale che riguada
tutti . L' atteggiamento del D alai
Lama, premio Nobel per la pace,
testimonia quacosa che va nella
stessa direzione. Il fatto che
molte persone seguano oggi il
suo insegnamento senza essere
buddhiste n volersi converire a
questa religione un sintomo
profondo della maniera in cui
l ' idea di reincaazione pu por
si al centro del dialogo pieno di
tolleranza ta le religioni , cre
denze e flosofie del nostro tem
po. Anche l ' antroposofa - che
non n una religione n una
dottrina ma un cammino nel
quale l ' individuo si af erma in
modo ancora pi forte - dovreb
be poter svolgere questo rolo e
facilitae l ' ascolto reciproco tra
gli uomini .
Articolo pubblicato sul n o 52
della Rivista Tourant, novem
bre 19 9 6
MAGIA E POESIA DELLA FIABA
Tre Weekend di pitura e disegno
LA FIABA COME NECESSIT DELL'ANIMA
LA PITTURA COME MOVIMENTO DELL'ANIMA
conduttore Marco Rossi
Attraverso i colori cercheremo di cogliere alcuni elementi caatteristici
del mondo fantasioso che ci viene oferto dalle fiabe.
Con il chiao-scuro muoveremo l ' attenzione ali ' attivit
della fantasia che pu risvegliarsi in noi stessi
I semari avranno luogo presso l'abitione del Dot. Giusti i via Boccherii l, Roma, nelle date:
22-23 marzo 26-27 aprile 24-25 maggio
Per informazioni ed adesioni: Tel. 06/854.89.69 (dopo le ore 20,0)
23
LNlLl Nc c
| Nl LlLl
di Ulch W. Auer
Q
uando meditiamo sulla li
ber, non possiamo elu
dere la questione cente:
' p non m mai permesso
di fae il male, se sono veramen
te libero?". Cos , anche se appa
re un po' ingenua, questa doman
da non pu esser elusa. Dobbia
mo riconoscerla come legittima
ed esaminala. Ma possiamo a
che formulala
a
ltrmenti: "per
ch non faccio il male, se sono
libero di falo?". La legge mora
le ci si impone al punto che non
possiamo fare nient' altro che
piegaci
a
lla sua autort?
E ver che una repulsione tutta
naturale si fa sentire in noi nel
l' incontro con il male, davanti
ad ogni iniziativa disonesta, re
pulsione che, se non la masche
riao, ci spinge a cambiare le
nostre intenzioni . Ma dovrem
mo allora d ettere, se siamo
logici , che non agiamo libera
mente, ma che siamo prgionieri
della paura e dell ' orore di fare
il male. A ci potremmo contro
battere a giusto titolo che il di
sgusto del male ci proprio, che
esso rappresenta il nostro stesso
discerimento e che dunque noi
agiamo liberamente quando evi
tiamo assolutamente il male.
Ma come perveniamo libera
mente alla buona intenzione? E
evidente che saremmo alienati
se volessimo evitare il male a
causa della nostra educazione,
oppure seguendo l ' opinione del
nostro entourage, o paendo da
principi logici . Questa non sa
rebbe cero pura libert. Un atto
libero deve essere indipendente
dalle circostanze estere.
Che l ' atto libero sia un' esigenza
assoluta dell ' anima cosciente
ci che possiamo constatare
dalle reazioni contro qualsiasi
atteggiamento moralistico, par
ticolarmente presso gli adole
scenti . Ci che chiamiamo mo-
rale si trova imposta ai giovani ,
o per
l
omeno raccomandata dai
loro insegnanti , dai loro su
periori o dai loro genitori . Il
giovane in cui sorge l ' anima co
sciente desidererebbe in fn dei
conti agire un gioro liberamen
te a patire dal proprio lo, che
questo sia nel bene o nel male.
Nel perodo in cui l ' anima co
sciente ancora vaga, quest' im
pulso si presenta sotto la forma
di un \nquietante sogno di po
tenza. E un impulso che esige la
realizzazione di azioni buone,
che per
d
evono prima di tutto
provenire da una decisione per
sonale. Ma dato che, puroppo,
tutto quello che si fa di buono
gi determinato, in quanto sug
gerito dagli adulti , non resta al
tro allora che il male.
In altre paole, i superiori atten
dono dal subordinato questo o
quell ' atto buono e non vogliono
altro da lui che il bene. Essi spe
rano ugualmente, ma questo
non ha senso, che i suoi atti ven
gano compiuti in piena libert,
come fa Kant, che esige che noi
seguiamo il suo imperativo ca
tegorico per poter accedere alla
libert, senza permettere un al
tro imperativo che, per esempio,
favorisca il declino del mondo.
Il giovane, all' inizio, non vuole
che una cosa: agire lui stesso.
Ma quando il suo comporta
mento motivo di gioia per i
suoi superiori , egli ha ancora la
sensazione di non aver agito li
beramente. Si semplicemente
conformato al modo di vedere
dei suoi superiori . Se, al contra
rio, si d
a
lla droga, egli pensa
di agire totalmente e liberamen
te in maiera autonoma, poich
questo non mai stato suggerito
da nessuna persona ragionevole.
Relativamente pochi giovani
per cadono in questa estrema
angoscia. Hanno bisogno . in
24
primo luogo, di un Io coraggio
so che vuole ribellarsi contro
tutte le forme di autort, tutta
via manca loro la semplice ca
pacit di pensare. Infatti se la li
bert viene cercata laddove non
esiste, questo signifca che si
procede senza accompagnare i
propri atti con il pensiero.
L' Io si appoggia iziamente a
coro astrale, che gli pi vicino
""
e che, nel suo stato sognate non
ancora evoluto, gli suggersce s
dei desideri , a dire il vero legitti-
m, ma che esso fa salire a co
scienza deformandoli , per esem-
pio: "fai ci che vietato, allora
saa libero", o analogamente, in
modo profetico, quando la nostra
routine quotidiaa sta per essere
interotta da un viaggio: "morrai
in un incidente se farai questo
viaggio", o altrmenti quando
desideriamo invece interompere
la nostra monotonia quotidiaa:
"alontaati dai tuoi cai , essi
non ti aao pi" , etc.
Il nostro corpo astae deve esse-
re trasformato da ci che l ' Io ri
ceve dallo spirito, in seguito pu
elevarsi alla verit e dunque al
livello del S spiituale, cos co-
me il libro "Teosofa" di Rudolf
Steiner ci insegna dettagliata
mente. Un pensa cosciente e
razionale necessario
a
lla retti-
fca delle p
u
lsioni di caatere
sognante del corpo astrae.
Riconosciamo un altro disturbo
nella seguente fase, che si pro
nuncia certo raaente, ma che
si sperimenta sicuramente spes-
so: "non voglio che m si ami" .
Questo atteggiamento, che porta
ad un comportamento ostinata
mente chiuso, proviene tuttavia
anch' esso da una incipiente r
cerca di liber, pich, quado
si amati e amirati , questo
vuoi dire che si vive e che si agi-
sce conformemente alle rappre
sentazioni degli altri. Di conse-
guenza, l' aspirate alla libert di
cui stiamo parlando
si compor
ter volutamente male, con l ' in
tento di rendere evidenteagli al
t e a se stesso innazitutto la
propria indipendenza. Ma questi
sono solo falsi atteggiaenti che
possono essere purifcati soltan
to da un chiao pensae.
Gran Qate dell ' umanit si tra
scina nella vita con queste incer
tezze. Da un lato la morale inti
ma e personale forte e reclama
di essere applicata; dali ' altro
per questa morale personale
superore appae priva di libert,
dal momento che essa corri
sponde alle leggi etiche generali
accessibili a ciascuno.
Vediao dunque ala base delle
noste decisioni due cause che
sembrao opposte: l' Io potente
che esige una libert e un' origi
nat assolute - atenti non sa
rebbe un Io - e la legge etica uni
versae immutabile che deve assi
stere l ' Io per mettere ordine nel
coro astale, ma che appae mol
to ordiaa e senza originalit.
Secondo Kant, questo principio
ci universalmente mostrato.
L'uomo libero se capace di
liberasi da s e, dunque, di sba
razzarsi di tutta la soggettivit
per seguire una legge etica uni
versale. Ma qual dunque la na
tura di questa legge etica? La
legge morale che dobbiamo fare
nosta rappresenta per noi una
pressione esteriore estranea.
Una sequela di leggi tramada
teci da antenati lontani , che
dobbiamo seguire se dobbiamo
essere liberi . Questo nel caso in
cui non fossimo capaci di . in
staurale noi stessi a priori , dun
que a partire dal nulla.
In generae si considerano i die
ci comandamenti come una rac
colta di preceti di questo gene
re, rsultato di leggi tasmesse
dalla tadizione pi atica. Ma i
dieci comandamenti di Mos
non devono essere necessaa
mente considerati come direttive
infessibili . Infatti quado si leg
ge l' orginale si trova - la cosa
not - che nel testo viene utiliz
zato il tempo fturo. Nella tra
duzione di Lutero si legge: "non
devi rubae". Si dovrebbe legge
re invece pi esattaente: "tu
non ruberai , un gioro, in futu
ro". In Mos si tratta pi di pro
fezie che di comandaenti , pro
fezie che dovrebbero piutosto
essere espresse cos: "un gioro
andrai cos lontano che agirai to
tamente libero, nel senso della
legge morale universae".
L' essere umano deve arrivae
cos lontano da divenire capace
ogni volta di fondare le leggi
etiche. Esse dovranno in seguito
coincidere esattamente con
quelle gi note da molto tempo.
Non, tuttavia, nel senso kantia
no, come imperativi esteriori ed
estraei , ma ogni volta come
volont formulata da se stessi e
creata a partire dalle proprie
esperienze.
Kat ha perfettaente ragione
nel considerare la legge etica
buona e pura come una realt la
cui validit univers
a
le. Non
c' una legge morae cattiva.
Non esiste una legge paticolae
per una razza paicolare di uo
mini , o una per i rcchi e una per
i poveri n una per i nobili e una
per i contadini etc. La legge eti
ca assolutaente pura ed
uguae per tutti gli esseri umai .
Ci che scoretto situae la
legge morale da qualche pate
fuori dali ' essere umao come
proveniente da un mondo mi
gliore, oppure cercala nei libri e
negli atti giuridici , o ancora pre
sumere di poterla fondae da se
stessi ex nihilo . La pura legge
morale si trova semplicemente
impressa nel coro eterico, che
dorme in ogni essere umano, e
viene risvegliata alla chiaa co
scienza dal pensiero quando
questo dominato d
a
ll ' Io.
Se l ' essere umano ha questo pri
vilegio, alora non ha pi biso
gno di un codice di leggi con i
suoi paragrafi , n di forze di po
lizia n di capi . Ma succede
spesso che molti capi si pongano
gi al di sopra degli altri pi per
sete di potere e per dare ordini
che per mettersi a servizio del
bene comune - per questo la so
ciet, a volte, li considera osta
coli . Tai capi reprmono ancor
di pi l ' iniziativa individuale.
L' uomo libero per quel che lo ri
guarda e forse giustamente per
reazione considerer senza pre-
25
giudizi il mondo, se stesso e la
sua attivit pensante; l ' Io for
mer da s il proprio coretto
giudizio sulle cose. Egli non
vor in seguito impore al suo
prossimo la verit accolta, per
ch sa che ciascuno deve perve
nie da s alla stessa verit. Dun
que, dove troviamo in noi la leg
ge etica? In quale misura essa
anche la nostra legge? E in noi
quale istanza capace di ricono
scere l ' etica autentica?
Come abbiamo detto, troviamo
la legge nel nostro coro eter
co. Essa vi si raccolta come ri
sultato delle ingiustizie subite
nelle nostre vite terene prece
denti . Poich sopportiamo ogni
soferenza individualmente le
nostre proprie leggi si sono co
stituite da ci e si sono impres
se nel nostro corpo eterico. E
siccome abbiamo tutti le stesse
impressioni , la legge prende il
carattere di universalit. Il no
stro Io il solo capace di con
durre a chiaa coscienza attra
verso il pensiero I' etica che dor
me nel coro eterico. Le leggi
etiche sono sempre moralmente
buone e pure. Non racchiudono
la minima paricella di m
a
le.
Esse si elaborano attraverso le
esperienze dolorose della vita e
praticamente mai solo a causa
della colpa e della relativa
espiazione. Il sistema corente
della punizione e d
e
lla ricom
pensa difuso intoro a noi
inefcace.
L
etica si forma at
traverso le esperienze di ingiu
stizia che noi subiamo. Subiamo
un' ingiustizia quando una sven
tura ci colpisce nonostante tutte
le precauzioni prese per evitar
la. Queste precauzioni richiedo
no gi un livello di coscienza
suficientemente elevato.
Dali ' espiazione, invece, non
possiamo aspettaci grandi passi
avanti . Una volta riconosciuta la
colpa, la causa di essa viene
considerata come riscattata. Es
sa deve essere dimenticata il pi
in fretta possibile e relegata nel
l ' oblio. Quando abbiamo com
messo una colpa o un grave er
rore di cui sentiamo il peso, vo
gliamo rscattalo il pi presto
possibile e dimenticarlo. Che
niente possa salire alla coscien-
za! Le punizioni e le rcompen
se trasformao gli uomini in
servitori di leggi di potenze
estere a loro. Tutte le gae e
tutti i concorsi sono in questa
logica. Per quato riguada le
ingiustizie, invece, esse agisco
no nella costituzione delle no
stre leggi etiche. Esse operano
fortemente come risveglio.
Se siao vittime di un' ingiustizia
noi ci espriao subito - lo sap
piao bene - con ia, esponendo
la questione ala luce del sole nei
m dettagli . Ne iforiao
chi ci intoro prtestdo con
to l' ingiustizia stessa.
Ogni soferena concore a por
t l' lo a coscienza. n dolore ri
sveglia colui che sofre, lo incita
a difendersi e gli indica i punto
dolente, ma ache se stesso che
il solo che sente il mae. Non av
viene lo stesso con la gioia che ci
addorenta e ci disperde. Se la
soferenza viene da una punizio
ne mertata, vogliao dimnti
cala subito; se viene da un' in
giustizia, ci fa gridae con ta
sporto: "questo non si fa! ". Ab
biao qui il nostr imperativo
categorico molto personae.
Quando tutto finito, quando la
soferenza e le ingiustizie sono
superate da altri avvenimenti ,
allora giunge il momento della
tentazione. L'uomo che sia stato
trattato in modo ingiusto si tro
va in condizione di. riservare
un' identica ingiustizia ad un al
tro essere umano. Il corpo astra
le egoista, che non conosce altro
che la propria soferenza e non
sa niente del dolore e della gioia
altrui , spinge verso il m
a
le. Ma
nello stesso istante si fa sentire
il rcordo dell ' antico anatema
dell ' indignazione passata. Sale
sordamente come la voce della
coscienza. Se questa coscienza
abbastaza forte perch occu
pata dal' Io e condotta in piena
luce attraverso il pensiero, allo
ra l ' essere umano non pu com
mettere la cattiva azione. Egli
ha scoperto liberamente la legge
etica come un imperativo perso
nale: "questo non si fa! ".
Ma per questo ci vuole un Io. In
fatti se il pensiero lasciato a se
stesso come succede spesso nel
quotidiao, o se occupato da
corpo astrale egoista o da entit
estranee e dalle frustrazioni che
abitano l' astrale, allora esso si
mette a fnzionae con la sua lo
gica per ognuno di questi livelli .
Ma l ' Io capace di rcevere lo
spirituale puro, l ' intuizione, at
traverso l ' anima razionale e l ' a
nima cosciente, e di condure
cos l ' essere umano al di l di se
stesso. L'Io pone il pensiero al
suo servizio, trova nel propro
coro eterico le soferenze che
vi sono state impresse dal coro
astrale e costituisce la propra
legge che corrsponde alla legge
etica universae, ma che tutta
via sua propria produzione ori
ginae. L' Io si tova cos nella li
bert rchiesta, senza essere per
questo rinchiuso in una solitudi
ne mortale poich ha efettiva
mente trovato l ' accesso a ci
che universale.
Impaamo a percorere questi
prcessi messi i evidenza dala
Scienza dello Spirto nei libr fon
daeni di R. Steier e diven
tiao capaci di superae l ' usuae
concezione katiaa non libera.
La tentazione ci provoca per
farci commettere un' azione ca t-
26
tiva. Perch no? Dovunque si
inganna e si ruba. Che m im
porta delle prescrizioni dell ' au
torit? Che cosa hano fatto per
me queste autort? Devo sem
pre essere io l ' idiota?
Cos ragiono logicaente nella
mia interorit. Conto, si alza la
voce della coscienza, scaturta
a regioni ancora pi profonde.
E il rcordo delle ingiustizie par
ticolar vissute personalmente.
Udiamo i nostr prpr anatem
pronunciati in passato come
un' eco che sale dalle profondit.
Poi viene il momento in cui sen
za pregiudizio l ' Io, che vuole in
nazitutto essere assolutaente
libero, si trova a dover prendere
una decisione: se devo agire a
mo personale vataggio, sa
allora schiavo delle mie paico
lai impressioni . L'intuizione
talmente pi potente, tanto da
non lascia crescere tali doman
de. Nasce cos , attraverso il pen
siero chiao, la legge, ogni volta
personale, che corsponde per
a quella universale.
Articolo pubblicato sul Ho 26
della rivista Tourant - Marzo
19 9 4. Traduzione autorizata.
I TA WGMAN: ART DI GUARI R
CONOSCNZA DL 1ARMA
di Irne Diet