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Reincarnazione e Karma

Karma e libert
Biografa e destino
Cristianesimo e reincarnazione
Una biografia: Ita Wegman
LLLLr b1 .l
L Z7
L Pofez Mihl
di Michel Joseph

ur avendo spesso evocato


le lotte spirituali cui si
trovava confrontata l ' u
manit, Rudolf Steiner ha fatto
ben poche previsioni sul futuro,
molte meno di quante avrebbe
potuto. Considerava che la cosa
principale fosse la l ibert del
l ' uomo, la sua facolt di essere
creatore del proprio futuro ri
spetto a un destino che non de
ve mai essere totalmente inelut
tabil e. quindi tanto pi im
pressionante quella che viene
chiamata la "profezia michaeli
ta", nel l a quale, nel 1924, Ru
dolf Steiner parl dei compiti
del XX secolo e delle indivi
dualit e correnti spirituali che
avrebbero dovuto assumerseli .
Questo si ricollega in modo
particolare alla missione speci
fica di Rudolf Steiner, quale es
sa si esprime attraverso la sua
ricca biografa. Questa missio
ne consi steva nel portare all ' u
manit occidentale, a partire da
un approccio dei fenomeni spi
rituali e da un metodo di ricerca
di questi fenomeni fondato
scientificamente, la grande idea
dell a reincarnazione de li' entit
umana.
Questa idea non sinonimo di
un ritoro ciclico dell a stessa
personalit in un corpo identico
ma di una trasformazione totale
in quanto la reincarnazione del
lo spirito umano pu e dev' es
sere intesa come la pi grande
espressione delle leggi di evolu
zione e di metamorfosi . Per
questa stessa ragione non pu
essere identificata con la me
tempsicosi i n forme animali.
Ma in questa fine secolo la si
tuazione ben diversa da quel l a
dei tempi di Steiner quando chi
parlasse di reincarnazione veni
va considerato una persona po
o seria, esaltata o stravagante.
E certamente per questo motivo
che l ' opera scientifica, fi losofi
ca e letteraria di Rudolf Steiner,
molto considerata e apprezzata
prima che egli parlasse di que
ste cose, stata successivamen
te eliminata, e questo vale ancor
oggi, dal mondo accademico e
uni versi tari o. Si pu dunque
comprendere quanto coraggio
gli ci sia voluto per parl are aper
tamente, sapendo che cos fa
cendo avrebbe distrutto ci che
aveva pazientemente costruito
fino ad allora. Il fatto che oggi ,
poco prima della svolta del mil
lennio, si parli ovunque di rin
carnazione e di karma stretta
mente legato alla "profezia mi
chaelita" di Steiner e, quindi , al
la sua missione. Sono ormai in
numerevoli i l ibri su questi ar
gomenti , nonch i terapeuti che
praticano l a regressione a vite
precedenti, non passa setti mana
che questo o quel mezzo di co
municazione non ne parli , e le
stati stiche i ndi cano che, per
esempio, un francese su quattro
- e tra questi il 34 per cento dei
cattolici praticanti - considera
fondata l ' idea di reincarnazione,
senza contare tutti col oro che
parlano di una reminiscenza di
vite precedenti , spontanea o
provocata. Questo ri nascere di
i nteressi spiritual i , vissuti prefe
ribilmente a livello indi viduale
e fuori dalle Chiese tradi zionali,
corri sponde ad uno degl i aspetti
della "profezia michaelita".
Questa parla, per la fne del se
colo, di un' alterativa tra un
"culmine della spiritualit", del
l' antroposofia, e la "fine dell ' in-
tera civi lt". Culmine dell ' an
troposofia non signifi ca altro
che un espandersi della ricerca
spirituale individuale, la spiri
tual izzazione dell ' intel l i genza
che passa attraverso lo sviluppo
della libert e di libere comunit
di individui . La rivelazione, da ""
parte di Rudolf Stei ner, delle
l eggi profonde dell a reincarna
zione e del karma ha lo scopo di
preparare e di accompagnare
questo culmi ne. Ed per questo
che le anime che si sono legate
alla corrente antroposofica de
vono compiere oggi una missio-
ne particolare, che sono andate
pre
l
ar

ndo gi da diverse incar


naziOni.
" . . . molti di coloro che oggi fan-
no parte della Societ Antropo
sofica dovranno ritornare sulla
Terra prima della fi ne del seco-
l o ventesimo, riunendosi a quel-
l i che guidarono la scuola di
Chartres o ne furono discepol i .
Cos prima della fi ne del nostro ,.
secolo i platonici di Chartres e
gli ari stotelici dovranno colla
borare sulla Tera, afinch la
civilt non decada del tutto".
("Considerazioni esoteriche sui
nessi karmici", vol . VI, Editri ce
Antroposofica, Milano, 1992,
pag. 1 38).
Questa fondamentale collabo
razi one sta per comi nci are, ma
bi osgna ancora vederla e vo
lerl a. Le forze del l ' ostacolo,
loro s , non si sbagl i ano - sono
oggi pi scatenate che mai, sia
nel seno stesso del movimento
antroposofi co sia agendo dal
l ' esterno. E questo si gnifi ca
che comunque un l avoro viene
fatto!
(da Tourant no 54-55}.
Carissimi amici,
ecco, aires nato. Si
presenta a voi, i

. que
sto suo primo numero,
parlandovi di biografia,
Jarma, reincarnazione.
Come avrete forse letto
anche nel nostro d
pliant, Rudolf Steiner
In questo numero
"riteneva che il suo
principale compito per
sonale fosse quello di
rendere comprensibile
quel fenomeno spiritua
le fondamentale di ogni
esistenza umana" che
il pensiero e la realt
delle ripetute vite terre
ne. Un pensiero e una
RUDOLF STtINtR t LA FINt DtL XX StCOLO
di Michel J oSeph
SONO IO L'AUTORt DtL MIO DtSTINO
. . .
di Pietro Archiati
NtCtSSIT ARMICA t LH3tRT
d Rudolf Steiner
Clt COS't' LA 110GRAFIA
di Miche! Joseph
pag. 2
pag. 5
pag. 1 0
PRtNDtRt IN MANO LA PROPRIA VITA
di Gudrn Burkadt pag. 1 2
PtR UN APPROCCIO PI AMPIO ALLA
110GRAFIA
di Henning Koehler pag. 1 7
L 'IDtA DI RtINCARNAZIONt t'
COMPATII1L CON IL CRISTIANtSIMO?
di Miche! Joseph : .. . _ pag. 22
PUNIZIONt t "INGIUSTIZIA
di Uch W. Auer
ITA WtGMAN: ARTt DI CUARIRt t
CONOSCtNZA Dti. ARMA
d Ine Diet

pag. 24
pag. 27
LAVORO 110GRAFICO: DIVtNIRt tUROPtO
di Uch W. Auer pag. 30
RtCtNSIONI t INFORMAZIONI
: 'j-'"
-----
realt che possono aiu
tarci a capire non solo il
mistero della nostra bio
grafia personale, ma
anche quello di ci che
spesso ci appare, nel
mondo, come ingiusti
zia, disuguaglianza,
sperequazione o disgra
zia. Alla luce della realt
di Jarma e reincarnazio
ne ogni singolo, piccolo
o grande awenimento
della nostra vita - una
malattia, una perdita,
un particolare destino -
viene illuminato di signi
ficato e acquista, per
ci stesso, un potere te
rapeutico.
airs, grazie anche a
voi, dunque nato. Ma
ancora piccolino e ha
bisogno di tutte le no
stre e le vostre cure per
poter crescere e awiar
si per il mondo. Parlate
ne ai vostri amici, fate
lo conoscere. t scrive
teci, per proporci temi,
per darci informazioni -
che pubblicheremo -
sulle diverse attivit
ispirate all'Antroposofia
di cui possiate essere a
conoscenza, mandateci
i vostri suggerimenti.
Grazie, e al prossimo
numero!
La redazione di Jairs
LNL | LL1L
L |lL lL
di Pietro Achiati (l)
L
e condizioni di vita nelle
quali mi muovo, tutte le vi
cende che mi accadono non
capitano mai a caso, ma sono
state scelte volitivamente e con
amore dal mio Io superiore stes
so, ancora prima di nascere. In
ogni particolae aspetto della si
tuazione karmica alla quale so
no esposto m viene incontro la
scelta libera e illuminata del
mio stesso Io.
Mi succede sempre e soltanto
ci che io stesso ho voluto e vo
glio. chiaro, per, che non
facile raggiungere un oggettivo
convincimento a questo rgua
do: nella maggior pare dei casi
della vita, infatti , noi siamo col
ti di sorpresa, ci sembra che il
succedersi degli eventi non si
assolutamente in mano nostra e,
soprattutto, arduo vedere nelle
situazioni dolorose o sfortunate
l' espressione concreta della no
stra stessa volont. Tante cose ci
pare di non "meritarle" afatto e
ci ribelliamo interiormente.
chiao, allora, che la volont
individuale kaica di cui stia
mo palando non la stessa vo
lont di cui siamo consci ordi
naiamente: nell ' essere umano,
infatti , esiste una scissione tra
l ' Io superiore e l ' io inferiore
(cio l ' ego) o coscienza ressa
dell ' Io.
D' altra parte, se noi fossimo
con la nostra coscienza sempre
in sintonia con l ' lo superiore,
comprenderemmo subito e in
ogni occasione la necessit
karmica e la bont evolutiva
assoluta delle cose che ci capi
tano e non avremmo mai la pos
sibilit di avversale: ci reste
rebbe unicamente il gesto di af
fermare e confermae tutto ci
che avviene.
La percezione del tutto incipien
te e debole che noi abbiamo del
la pienezza spirituale del nostro
Io superiore dovuta all ' incar
nazione: quado lo spirito uma
no, alla nascita, entra nella cor
poreit fsica, quest' ultima inge
nera un oblio, agisce come uno
specchio rispetto alla nostra di
mensione spiritu
a
le, della quae
ci rimanda solo un' immagine r
fessa, cio mora, riduttiva e as
solutamente vuota di realt.
Il fatto che la materia ci impedi
sca l' esperenza diretta e sostan
ziale della componente spiritua
le del nostro essere ha per un
risvolto positivo per l ' evoluzio
ne: ci consente la possibilit
della libert, fino alla conse
guenza ultima del poter agire
contro noi stessi .
Rudolf Steier a 1 8 8I (1 879)
2
Il kara dunque l ' etero con
fronto dell ' uomo con se stesso,
il diaogo che avviene ta il
suo Io superiore, che appartiene
sempre ai mondi spirtuai , e i
suo io inferiore, animato da im
pulsi soggettivi e limtati alla lo
gica della materia che fatuma
gli esseri ed quella del proprio
vataggio a svataggio atui .
La realt dell ' Io superiore ci "
porta incontro le persone e le
circostanze che ha scelto e ama-
to come le miglior possibili per
l ' ulteriore crescita; il nostro io
inferiore e animi co, inconsape-
vole e per questo non costretto a
nulla, risponde e reagisce. Que-
sto il karma.
L' Io superiore dice: sulla Tera
io voglio questo ambiente, vo
glio queste persone attoro a me
perch ci ofiremo reciproca
mente le occasioni pi adatte
a
l
conseguimento di questa e que
st' altra forza evolutiva; e l ' io
ineriore libero di tovae anti
patico sia Tizio sia Caio, di de
testae l ' ambito soci
a
le e geo
graco che lo circonda, di con
siderae un infero tutto lo sce
nao della vita, di ar abbiasi
p
er ci che gli accade ...
E questa la contraddizione inte
riore dell' essere umano con se
stesso - origine di ogni "schizo
fenia" - e che caratterizza la
"missione cosmca dell' uomo",
per noi ancora cos difcile da
comprendere: come Esseri spi
ritua (ptemo anche dire:
come Io superiori) noi non sia
mo ancora Uomini , non siamo
ancora evoluti al punto da stabi
lire una piena interazione tra
materia e spirito.
Noi viviamo foremente guidati
dale forze dell' aima che chia-
Rudolf Steiner a 62 anni (1923)
ma "io" il centro unitaio di
confuenza dei pensieri , dei
sentimenti e delle volizioni es
senzialmente volti al mondo
materiale: ma questo "io" non
altro che la coscienza rifessa e
non sostanziale di quell ' Io su
periore che di vita in vita vuole
diventare sempre pi pienamen
te umano.
La perfezione della libert uma
na, da conseguire nel corso dei
millenni , risiede allora nel vole
re liberamente ci che di volta
in volta necessaio: il nostro Io
superiore vive gi in questa li
bert perfetta perch un Esse
re divino. "Voi siete Dei", dice
il Cristo (Gv. 1 0,34) .
L' Io superiore di ognuno di noi ,
sulle orme dell ' evento del
Golgota, cerca di compenetrare
l ' io inferiore cos come il Cristo
inabit Ges di Nazaeth: siamo
immersi in un processo di divi
nizzazione dell ' umano e di
umanizzazione del divino, di
cui l ' evoluzione ci chiede di co
minciare ad essere responsabili
3
(Rudolf Steiner, "Il quinto Van
gelo", Editrice Antroposofca).
Quando non ci sa pi scissio
ne tra i due Io, vorr dire che in
ogni uomo essi coincideranno,
perch l ' Io superiore avr com
pletamente illuminato e trasfor
mato quello inferiore e d
a
li' im
magine rifessa dell ' Io ognuno
passer ali' esperienza diretta e
incaata dell ' Io vero e eristico.
Ma intanto l ' Io superiore conti
nua ad achitettae la nostra cor
poreit fisica, tutte le percezioni
che cadono sotto i nostri sensi , a
far s che noi calamitiamo tt
gli esseri umani che ci sono kar
mcamente congiunti , ovunque
essi siano sparsi sulla Tera: e
ama questo scenaio vivente co
s com' .
E l ' io inferiore, mosso dalla
miopia dell ' egoismo, ha la pos
sibilit di non volere proprio ci
che il meglio per lui e quindi
di mettersi conto la sua stessa
volont superiore: ci cori
sponde, per, al contrastare la
propria evoluzione e dunque al
perdere, gradualmente, la stessa
capacit di libert.
La qualit intrinseca della li
bert ordinaia ed egoistica, del
cosiddetto libero arbitrio, se non
fecondata dalle forze dell ' Io
supe
n
ore ci rende sempre meno
liberi rispetto alla dimensione
divina della libert.
Il nostro compito karco, nel
l'
a
ttuale epoca dell' aima co
sciente, dunque quello di im
parae ad amae ci che il karma
ci ofe: cos ci avviciniamo a
poco a poco
a
lla volont pi ve
ra del nostro essere, di cui co
minciamo qua, sulla Terra - e
questo l ' importante! - , a indi
viduae il "flo d' Arianna" degli
intenti , quella chiave di lettura
coerente e sintetica che d un si
gnificato vero alla nostra intera
esistenza.
In questo modo io supero la di
sarmonia con me stesso, sano le
tante lacerazioni interiori dovu
te alla mia ottusit nei confonti
del kama, vinco quella terribile
schizofrenia che si ingenera
quando l ' io avaro fa da zavora
all' Io magnanimo, quando l ' io
vorace si oppone alla generosit
incondizionata dell ' Io amate.
COM DIMOSRO
L'SISNZA DLL'IO
SUPRIOR?
Rudolf Steiner propone un eser
cizio karmico per ' 'prendere
confidenza" col nostro Io supe
riore: si tratta di scegliere un
evento passato della nostra vita,
particolarmente dificile e dolo
roso - di quelli che solitamente
noi chiaiamo "disgrazie" - e
immaginae un tizio in cae ed
ossa che, dal momento della no
stra nascita, non faccia altro che
compiere ogni minimo passo
per rendere possibile proprio
quell ' accadimento!
Ripercorrendo minuziosamente
tutti gli aspeti di questa reae vi
cenda, sopratto quelli che ci
hano stappato gli imprperi pi
veementi, sa interessate speri
mentae con vivacit immagina
tiva il contasto ta la nosta ri
bellione e la gioia di questo sin
golae tizio che continua ad in
neggiae alla preziosit e ala
bont assoluta della situazione.
Dove noi vediao disagi, ostaco
li, atentati ala nosta pace, quel
l' essere stapaato vede occa
sioni tte positive di cimento, di
metaorosi, di evoluzione.
Ma chi questo strano tipo? il
nostro Io superore!
Questo esercizio fa capire che i
pi profondi misteri dell ' esi
stenza, e quindi del kaa, non
possono mai essere dimostati
per via di elucubrazione intel
lettuale o secondo logica astrat
ta; per, se io faccio l' esperi
mento di vivere due, tre, quat
tro, cinque anni guadando a
tutto ci che mi successo e mi
succede come fosse dovuto alla
mia diretta volont e conside
randone e realizzandone al con
tempo tutti i lati positivi, anzi'
ch i negativi, non solo mi ren
der conto che l ' Io superiore
esiste, ma lo sentir anche cre
scere dentro di me. E mi con
vincer che la vita diventa mille
volte pi bella: questa la di
mostrazione vera.
Un esercizio di fantasia si tra
sforma cos in un' esperienza
reale che non ha i connotati del
la teoria: ora so che cos' l ' Io
superiore e so che cos' il ka-
ma e che cos' la reincaazio
ne. Perch naturalmente quello
strano tizio colui che si rein
caato pi e pi volte, e ogni
volta ha tirato dopo la morte le
somme della vita trascorsa.
Egli dice a se stesso: nella vita
precedente ho potuto sviluppare
soltanto alcuni aspetti del mio
essere perch l ' evoluzione
progressiva e le dimensioni del
l' umano non sono acquisibili si
multaneamente (altrimenti non
ci saebbe evoluzione! ) ; questa
volta devo (e voglio) impostare
una nuova incaazione per bi
lanciae quella specifica unila
teralit, per paeggiae quell' al
tro scompenso, e cos via.
In questo senso il progetto per
l ' ulteriore nascita sulla Terra
sa rivolto, per esempio, all ' ac
quisizione dell ' arendevolezza,
se nella vita precedente ho pri
vilegiato la pervicacia, delle fa
colt matematiche, se nella vita
precedente ho insistito di pi su
un pensare dai contor efusi,
imprecisi . . . e cos via.
Se noi meditiamo su questa
realt ci accorgeremo che esiste
nella nostra vita un registro fon
damentale in base al quale ri
conoscibile che cosa l ' Io supe
riore ha teso a faci sviluppare
in questa
,
vita, attaverso vae
vicende. E questo il senso unita
rio, la missione individuale del
l ' esistenza.
Se mi trovo sempre in situazio
ni che richiedono coraggio per
essere superate, vor dire che
questo coraggio non mi appar
tiene quale virt gi acquisita,
ma esiste nel mio essere solta
to in potenza: allora il mio ani
mo, probabilmente mansueto
per natura (cio per risultanza
delle azioni nelle vite preceden
ti) , dovr sviluppare le forze
dell' ardimento.
Potr allora accadere che il mio
io ordinaro rifuti il cimento e
se la dia ogni volta a gambe le
vate, oppure decida di accettare
la sfida puntelladosi sulle qua
lit che ha gi a disposizione: la
costanza, la paienza, l ' umilt,
per esempio. E si forger, cos,
al coraggio.
Nessuno nasce sprovvisto dei
talenti necessari su cui basarsi
4
per acquisire dei nuovi: dietro
agli intecci a tutta prima imper
scrutabili del destino c' la sag
gezza infnita dell ' Io superore
che non pu mai esporci alle si
tuazioni con l ' intento di
schiacciarci .
Meditare attivamente sul karma
aiuta a diventae molto pi pa
cati e riconciliati nei confronti
della realt: si acquista l ' equa
nimit, il senso della positivit,
si perviene all ' esperenza pi
che convincente che il karma
amico della vera libert.
Comincio a comprendere che il
mio kama quotidiao l ' insie
me delle possibilit evolutive
oferte alla mia libert.
(l) tratto da "Karma e libert
nella vita quotidiana", di pros
sima pubblicazione presso la
casa editrice L'Opera.
Editrice L'
O
pera
Opere di Pietro Archiati:
Il Quinto Vangelo
pp. 195 L. 28.000
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Karma e liber nella vita
quotidiana
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Luciano Orsi n i:
Metamorosi morale della
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Il compito terapeutico dell'uomo
per la sua evoluzione
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EDITRICE L'
O
PERA
Via A. Serranti 51 -00136 Roma
Tel. 06/35401777
NL1P
LHL1l
PHLP
di Rudolf Steiner (l)

.comprender nel modo


migliore il karma con
trapponendogli l ' altro im
pulso attivo nell ' uomo, quello
che viene indicato con il nome
di libert. Consideriamo ora per
sommi capi la questione del
kama. Che cosa signifca? L' e
sistenza umana si svolge in una
successione di vite terene, e
mentre attraversiamo una di
queste vite possiamo, per lo me
no col pensiero, volgerei indie
tro e vedere come l ' attuale sia la
rpetizione di un certo numero
di altre che l'avevano precedu
ta. La vita attuale f preceduta
da un' altra, questa da un' altra
ancora fno a quando arviamo
a tempi per i quali non si pu
pi parlare di ripetizione delle
vite terene nel senso odiero,
perch in quel periodo remoto
la vita tra nascita e morte e quel
la tra morte e rinascita diventa
no a poco a poco talmente simi
li che l ' odiera grande diferen
za ta di loro non esiste pi. Og
gi viviao nel nostro coro ter
reno tra nascita e morte in ma
niera che, nello stato di coscien
za ordinaia, ci sentiamo molto
sepaati dal mondo spirituale.
Con lo stato di coscienza usua
le, si parla del mondo spirituale
come dell ' aldil, e c' chi ariva
. azi a pore in dubbio la sua esi-
stenza, o anche a negala del
tutto.
Ci dipende dal fatto che la vita
terena chiude l ' uomo entro i li
miti del mondo sensibile ester
no e dell ' intelletto che abbrac
cia solo quanto direttamente
conesso con la vita terestre
stessa. Ne dervano tutte le di
spute, le quali hanno in realt
sempre radice in una mancanza
di conoscenza; a tutti sar capi
tto di assistere a discussioni sul
monismo, sul dualismo, e cos
via. naturalmente assurdo un
dibattito su tali luoghi comuni .
Ascoltando simili dispute si ha
come l ' impressione di trovarsi
di fonte a qualche uomo primi
tivo che non avesse mai ancora
sentito dire che esiste l ' aria. A
chi sa che l ' aria esiste e ne co
nosce le fnzioni non ver mai
in mente di parlae come di
qualcosa dell' aldil e neppure
dire: io sono monista, per me
aia, acqua e terra sono una co
sa sola! Tu invece sei dualista
perch nell ' aria vedi qualcosa
di separato dali' acqua e dalla
terra.
Tali dispute non hanno dunque
senso, come in genere non ha
senso discutere intoro a con
cetti . Quindi non ci sofermere
mo su tali problemi e ci limite
remo a richiamae l ' attenzione
su di essi . Infatti , come per chi
non la conosce l ' aia non qui
ma appatiene all ' aldil, cos il
mondo spirituale, che tuttavia ci
attoria come l ' aa, un aldil
per chi non lo conosce. Per chi
lo conosce . invece un aldiqua.
Si tratta dunque semplicemente
di rendersi conto che, nell' attua
le periodo dell ' evoluzione tere
na, l ' uomo dimora tra nascita e
morte nel suo coro fsico e in
tutto il complesso della sua or
ganizzazione con una coscienza
che in un certo senso lo separa
da un mondo spirituale di cause
che tuttavia agiscono nella sua
esistenza terrena, fsica.
Fra la morte e un nuova nascita
egli vive poi in un altro mondo,
in un mondo che in confonto a
quello fsico pu essere chiama
to spirituale; in esso egli non ha
pi un corpo fisico percepibile
ai sensi , ma vive come essere
spirituale.
Il mondo in cui si vive tra nasci
ta e morte appae allora altret
tanto estraneo quanto alla co
scienza ordinaria terena appae
5
estraneo il mondo spirituale.
L' uomo disincaato china lo
sguardo verso il mondo fsico,
come l ' uomo fsicamente vivo
lo solleva verso i mondi spiri
tuali; solo i sentimenti sono per
cos dire opposti . Mentre tra na
scita e morte l ' uomo guada al
mondo spituae e vi trova un
certo compenso per quanto nel
la vita gli scasamente conces
so oppure non lo appaga, ta la
morte e la rinascita, per l' estre
ma abbondanza degli eventi,
sempre troppi in rapporto a
quanto pu sopportare, egli pro
va di continuo il desidero di
torare alla vita terena, a quel
che per lui allora l ' aldil; nel
la seconda met della vita tra
morte e rinascita attende poi
davvero con grande desiderio di
poter fa ritoro alla vita terrena
attraverso la nascita. Mentre
nell ' esistenza terena ha paura
della. morte perch incerto su
quanto vi sar dopo (nella co"
scienza ordinaria regna difatti
grande incertezza a riguado),
fra la morte e una nuova nascita
domina una certezza stragrande
sulla vita terrena, una certezza
che intontisce, che annienta ad
dirittura. Perci l ' uomo speri
menta allora condizioni di im
potenza, afni a quella di sveni
mento, che determinano in lui la
nostalgia del ritoro sulla Tera.
Questi sono soltanto alcuni ac
cenni sulla grande diferenza tra
vita terrena e vita tra morte e r
nascita. Se per risaliamo al
passato, anche solo
a
l periodo
egizio che va dal terzo al primo
millennio avanti l ' era cristiana,
se risaliamo cio agli uomini
che noi stessi fmmo in una
precedente incaazione, trovia
mo che allora la vita terrena, di
fronte alla chiara coscienza
odiera (oggi veramente la co
scienza chiara in modo ecce-
zionale, tti sono davvero mol
to intelligenti , e non lo dico con
ironia) , di fonte a tale chiara
coscienza, nel periodo dell' anti
co Egitto la vita durante l ' esi
stenza terrena trascorreva in
uno stato di coscienza pi so
gnante, uno stato di coscienza
che non si contrapponeva cos
nettamente alla realt estera,
ma era colmo di immagini che
rivelavano qualche pae della
spiritualit che compenetrava il
mondo. La spiritualit penetra
va ancora nell ' esistenza terena
fsica.
A questo punto si pu obiettare:
se l' uomo aveva una coscienza
sognante, non del tutto chiara,
come pot egli eseguire i pode
rosi lavori che vennero compiu
ti ad esempio nel periodo egizio
e in quello caldaico? Basta ri
cordare come nei dementi , pro
prio in condizioni di pazzia, si
verifca talvolta uno straordina
rio accrescimento delle loro for
ze fisiche, tanto da renderli ca
paci di sollevae pesi che in
condizioni norali non avreb
bero potuto portare. In realt la
forza fisica di quegli antichi uo
mini che nell ' aspetto erano for
se pi gracili degli attuali (ma
non sempre chi corpulanto
fore e chi sottile debole) , la
loro forza fisica era maggiore.
Essi non concentravano la loro
attenzione sopra ogni atto fisico
eseguito, ma parallelamente alle
azioni fsiche vivevano esprien
ze interiori nelle quali si mani
festava ancora il mondo spiri
tuale.
Quando quegli uomini attraver
savano la vita tra more e rina
scita, in quella vita ascendevano
assai pi elementi della vita ter
rena, se posso usare l ' espressio
ne "ascendere" . Oggi difici
lissimo intendersi con chi si tro
va nella vita fra morte e rinasci
ta, perch le lingue modere
hanno a poco a poco assunto
una forma che i morti non inten
dono pi. Dopo la morte i so
stantivi , ad esempio, vengono
solo percepiti come spazi vuoti .
I morti comprendono ancora so
lo i verbi , ci che mobile, atti
vo, e mentre sulla Terra i mate
rialisti insistono sempre sull ' op-
portunit di ben definire ogni
cosa, di nettamente delimitae
ogni concetto, il defunto non
conosce definizioni, perch co
nosce solo il movimento, non
quanto defnito, delimtato.
Il linguaggio, che in tempi anti
chi viveva sulla Tera come uso
e consuetudine di pensiero, po
teva ancora ascendere nella vita
tra morte e rinascita; cos molto
tempo dopo aver abbandonato il
piano fisico, alla persona morta
perveniva ancora un' eco delle
sue esperienze e ache degli
eventi che si erano svolti sulla
Tera dopo la sua morte.
Se poi risaliamo a epoche anco
ra pi remote, al tempo dopo la
catastrofe atlantica, oto o nove
mila anni prima dell ' era cristia
na, le diferenze fra la vita sulla
Tera e la vita nel cosiddetto al
dil erano ancora minori , finch
retrocedendo si ariva gradata
mente a epoche in cui esse
scompaiono del tutto. A quel
punto non possiamo pi parlare
di ripetute vite terene.
La ripetizione delle vite terrene
ha dunque un limite nel passato,
e ugualmente ne avr uno guar
dando avanti nel fturo. Quel
che comincia in modo del tutto
cosciente con l ' antroposofia
l ' accoglimento cio del mondo
spirituale nell ' ambito della co
scienza ordinaria, porter come
conseguenza che il mondo ter
reno penetrer esso pure sempre
pi nella sfera in cui l' uomo vi
ve tra morte e rinascita: la co
scienza non sar per sognante,
ma diventer, anzi , sempre pi
chiaa. La diferenza tra la vita
terena e quella soprasensibie
diminuir sempre pi; la ripeti
zione delle vite terene sta per
tanto fra due limiti oltre i quali
l ' esistenza umana si svolge in
condizioni diverse; non ha allo
ra pi alcun senso parlare di ri
petute vite terene, perch ap
punto la diferenza fra vita ter
rena e vita spirituale non tanto
grande quanto lo ora.
Se dunque consideramo l ' at
tuale ampio perodo di tempo,
vediamo che dietro una vita ter
rena ve ne sono molte altre (non
innumerevoli, perch un' inda
gine spirtuale precisa pu anzi
6
contarle) , e che in quelle prece
denti vite attraversd o vicen-
de in cui furono intecciati mol
teplici rapporti umani . Gli efet-
ti dei rapporti fra uomo e uomo
che si svolsero nel passato e si
sperimentaono penetrao nel-
l ' attuale vita terena, come gli
efetti delle azioni attuali pene
treranno nella vita terrena suc
cessiva. Dobbiamo pertanto
cercae in esistenze passate le
cause di molte cose che si pre
sentano ora nella nostra vita. A
questo punto ver fatto di chie
dere: se quel che sperimentiamo
ora determinato da cause, co-
me possiamo essere liberi?
Vista cos la questione davve-
ro imporante, poich l' indagine
spirtuale mostra realmente che

ogni vita terena determinata
da quelle che l ' hanno preceduta.
D' altro lato nell' uomo esiste
senz' altro la coscienza della li
bert. Nella mia Filosofa della
Libert dico che non si capisce
l ' uomo se non ci si rende conto
che tutta la vita della sua anima
diretta, orentata verso la li
bert, verso una libert per che
dobbiamo giustamente com
prendere.
Appunto in quel libro si trova
un' idea della libert che im
portantissimo comprendere nel
senso giusto, e cio che la li
bert viene in primo luogo svi
luppata nei pensiero. La sorgen-
te della libert sgorga nel pen-
siero. L' uomo ha diretta co
scienza di essere libero nel pen
siero.
Si pu osservare che oggi molti
pongono in dubbio la libert.
Ci mostra soltanto che il fana
tismo teorico pi forte dell ' e
sperienza diretta nella realt.
Non si presta pi fede alle pro
prie esperienze perch si per
vasi di vedute teoriche. Dall ' os
servazione dei processi naturali
si trae l'idea che tutto deter
nato per necessit, che ogni co
sa determinata da una causa:
quindi anche un concepire un
pensiero ha una causa. Non si
pensa afatto alle rpetute vite
terene ma si crede che il conte
nuto di un pensiero sia determi
nato, cos come lo quato vie
ne prodotto da una macchina.
Con questa teoria della causait
generale, come viene chiaata,
l' uomo spesso nasconde a se
stesso la coscienza della propria
libert tuttavia chiaamente pre
sente in lui. Ma non appena ri
fette su se stesso, egli speri
menta la libert che un fatto.
Alcuni pensao che il sistema
nervoso sia un sistema naturale
che produce come per incantesi
mo i pensier. I pensieri sareb
bero cos fatti naturali , come per
esempio naturale che la fam
ma ada per efetto di combu
stione, e non si potrebbe palae
di libert.
Quelle persone per si contrad
dicono gi con il loro stesso
modo di esprimersi. Da giova
ne avevo un amico (ne ho gi
parlato
a
ltre volte) che a un cer
to punto era stato preso dal fa
natismo di pensare in modo del
tutto materialistico. Egli dice
va: "Quando cammino, questo
avviene perch i nervi del mio
cervello sono attraversati da
certe cause che determinano
appunto il camminare". Talvol
ta le noste discussioni non fi
nivano pi, finch un gioro gli
dissi: "Vedi , tu afermi: ' io va
do' . Dovresti piuttosto dire: ' il
mio cervello va' . Se credi real
mente nella tua teoria non devi
dire: ' io vado, io affero' , ben
s: 'i mio cervello afferra, il
mio cervello va' . Perch dun
que menti?".
Questi sono i teorici. Vi sono
poi anche i pratici. Se osservano
in loro qualche difetto di cui
non vogliono spogliarsi, essi di
cono: "Eh gi ... Ma di questo
non mi posso librae, insito
nela mia natura! E qualcosa ve
nuto da s, non posso oppormi
ci". Sono molti quelli che si ap
pellao alla loro natura come a
una costate produttrce di cau
se. Solo che spesso tali persone
diventano illogiche quando ac
cade che palesino qualche bella
qualit, qualcosa che non rchie
de scusanti , ma per cui gradi
rebbero anzi lodi. Allora esse si
distanziano dalla loro teoria.
La libert umana appunto un
fatto e pu venire diettaente
sperimentata. Gi nella vita or
dinaria accade che facciamo in
piena libert date cose che per
non potremmo facilmente esi
merci dal fae, e tuttavia non
sentiamo che esse ledano la no
stra libert.
Supponiamo di aver deciso di
costruirci una casa. A ultimarla
occorer per esempio un anno,
fra un anno andremo ad abitala.
Sentiremo forse pregiudicata la
nostra libert per il fatto che,
dopo un anno, dovremo dire:
adesso la casa c' , devo andare
ad abitala? Sentiremo in questo
una costrizione?
Le due cose coesistono e anche
nella vita ordinaia accade che
ci impegnamo per una cosa e
che, quando questa sa un gior
no divenuta realt, dovremo fa
re i conti con essa.
Prendiao ora tuto quello che
deriva dalle nostre esistenze.
passate, e con cui dobbiamo fa
re i conti perch dipende da noi ,
cos come dipende da noi la co
struzione della casa; dato che la
nostra vita terena attuale de
termnata dalle precedenti , non
sentiremo pregiudicata la nostra
libert.
Certo, si potrebbe anche dire: va
bene, ho costrto una casa per
me, ma voglio restare libero,
non subire costrizioni. Perci
fra un anno non andr ad abitar
la, la vender. - Bene!
Si potr&Do pensae vaie cose,
si potr pensae che chi ragiona
cos non sa quel che vuole. Cer
to si pu avere tale atteggia
mento, ma per ora prescindiamo
dalla possibilit che qu
a
lcuno
sia tanto fanatico della libert
da proporsi di continuo cose che
poi , per salvaguadae la propria
libert, tralascia di fae; si potr
forse dire che egli non ha nem
meno la libert di portae a ter
mne i suoi proponimenti , che
sta perpetuamente sotto il pun
golo di voler essere libero, ed
addirittura aizzato da tae faa
tismo di libert.
Queste cose non vanno davvero
comprese in modo rigido e teo
rco, ma in modo vivo. Passia
mo ora a un concetto pi com
plesso. Se all ' essere umano at
tribuiamo libert, agli esseri
delle gerachie superiori , che
non sono ostacolati dai limiti
7
della natura umaa, dovremo at
trbuirla in grado anche maggio
re. A questo punto qu
a
lcuno po
trebbe costruire una singolare
teoria teologica e dire: Dio deve
essere libero. Egli ha tuttavia
ordinato il mondo in una deter
minata maniera, e questo lo le
ga: non pu ogni gioro mutare
l ' ordine del mondo, quindi Dio
non libero.
Non usciremo da un circolo
chiuso contrapponendo in que
sto modo la necessit karmca
interiore e la libert, che un
fatto della nostra coscienza, un
semplice rsultato di auto-osser
vazione. In tal modo non se ne
esce. Prendiamo ancora I' esem
pio della casa che ci aiuta a pro
cedere. Un uomo si costruisce
una casa. A seguito di t
a
le deci
sione egli infuisce in un deter
minato modo sul proprio avve
nire. Quando la casa sar pron
ta, se egli ter conto della pre
cedente decisione di abitarla, a
tale riguado non gli rimarr in
apparenza alcuna libert. Sem
bra che egli abbia limitato da se
stesso la sua libert, che non sia
pi libero.
Per entro la casa stessa tante
altre cose gli rimangono libere.
Sar libero di vivere in quella
casa in modo saggio oppure
stolto, da persona insopportabi
le oppure amorevole verso il
suo prossimo. Avr la libert di
alzasi di buon mattino oppure
tadi. Altre necessit potranno
forse presentarsi , ma in rappor
to alla casa potr alzarsi quando
vuole. Sar libero di vivere in
essa da antroposofo oppure da
materialista e per altre infnite
cose egli rimar libero.
Nonostante la necessit karmi
ca, nelle singole vite umane in
numerevoli cose rimangono li
bere, sono realmente nell ' ambi
to della libert.
A questo punto si pot acora
dire: bene, nella vita abbiamo
dunque una certa zona di li
bert. S , cos: abbiao una li
mitata zona di libert e intoro
la necessit kamica. Si potr
forse osservae: va bene, in una
certa zona sono libero, ma poi
arivo al limite della mia libert;
ivi sento ovunque la necessit
kamica. Mi muovo nella mia
zona di libert, ma ai suoi limiti
ar ivo alla mia necessit kami
ca e la percepisco.
Se il pesce pensasse in questo
stesso modo, si sentirebbe mol
to infelice nell' acqua, poich
nuotando ach' esso ariva a li
miti dell ' acqua fuori dei quali
non pu vivere. Il pesce trala
scia pertanto di uscie. Rimane
dentro, nuota nell ' acqua e non
si cura dell ' aia, e di quant' altro
sta intoro. Di certo il non poter
respirae con i polmoni non lo
rende afatto infelice. Per sofri
re del fatto di poter respirae so
lo attraverso branchie e non pol
moni , occorrerebbe che il pesce
avesse dei polmoni di riserva e
potesse confrontare il vivere
nell' acqua col vivere nell ' aia.
In ta caso per tutto il suo mo
do di sentire e ogni altra cosa in
lui saebbero diversi .
Applicando questo paragone al
la vita umana nei confronti di li
bert e di necessit kamica, di
remo che, nell ' attuae periodo
terestre, l ' uomo possiede anzi
tutto la comune coscienza ordi
naria con la quale vive nell' am
bito della libert, come il pesce
vive nell ' acqua, e non peneta
con questa coscienza in quella
necessit kaica. Solo quando
comincia a percepire realmente
il mondo spituale (condizione
paagonabile a quella del pesce
che avesse polmoni di riserva) ,
quando vive davvero in esso,
l ' uomo arriva ad afferrare
un' immagine degli impulsi che
si esplicano in lui come neces
sit karica. Allora vede le sue
precedenti vite e, scorgendo in
quelle le cause delle sue espe
renze attuali , egli non sente e
non pensa: ora sono sotto la co
strizione di una ferea necessit,
la mia libert lesa, ma scopre
anzi di avere egli stesso prepa
rato i fatti attuali , come chi si
costruito una casa guada alla
rsoluzione presa in precedenza.
Chi si fatto costuire una casa
si domander se fu una decisio
ne saggia oppure stolta. Secon
do le circostanze potr giudica
re in modo diverso, ma se la de
cisione di costruire gli appair
essere stata molto stolta.gli po-
t tutt' a pi dire di essere stato
uno sciocco.
Nella vita terrena siamo seccati
quando di un' azione compiuta
dobbiamo ammettere che fu
stolta. Tale d issione non ci
garba afatto; non vorremmo
sofrre per la conseguenza dei
nostr erori . Si vorebbe non
aver preso la decisione. Ci va
le per solo per la vita terena
ed determinato dal fatto che,
fra la stoltezza della deterina
zione presa e la pena che ne de
riva, la necessit cio di speri
mentame le conseguenze, tra
scorre solo un tratto di vita ter
rena. Rimane sempre cos . Non
per cos fra le singole vite
terene perch fra ognuna di es
se si stende la vita fra morte e ri
nascita e questa vita modifica
molte cose che non si modif
cherebbero se la vita terrena
continuasse in modo simile.
Supponiamo di guadae a una
vita terena precedente. In essa
abbiamo fatto del bene oppure
del male a qualcuno. Tra quella
passata esistenza e l ' attuale
trascorsa la vita tra morte e rna
scita, durante la quale non ab
biamo potuto fae a meno di
pensae che, in conseguenza del
danno causato ad altri , noi stes
si siamo diventati pi imperfet
ti. Il danno cagionato ha dimi
nuito il nostro valore, ci ha ani
micamente mutilati . Occore ri
paae, e prendiamo la decisione
di fare qualcosa nella nuova vi
ta terrena per ripaare l ' errore
commesso. Tra morte e rinasci
ta si elabora con la propria vo
lont ci che produr un pareg
gio che compenser l ' erore. Se
invece abbiamo fatto del bene a
qualcuno (fra morte e rinascita
questo ci appair chiaissimo)
vedremo che la vita terena si
svolge a beneficio dell ' intera
umanit. Scopriremo che, se
nella vita precedente abbiamo
aiutato qualcuno cos ch' egli
pot conseguire risultati ai quali
non saebbe pervenuto senza di
noi , questo ci lega a lui anche
per la vita fra morte e rinascita,
af nch quato abbiamo rag
giunto insieme per il perfezio
namento umano possa ulterior
mente sviluppasi . Nella sue-
8
cessiva vita terena toreremo a
cercae quella persona per con
tinuae ad agie gazie a pere
zionamento da lei conseguito
per nostro traite.
Mediante vera penetazione nel
mondo spirituale, se si percepi
sce il cao delle necessit ka
miche, non si possono oi'\a
li necessit, ma osservando le
azioni compiute in passato si
dir: deve accadere, e in piena
libert, quel che accade per
un' interore necessit.
Non accadr mai che dissenta
dal kaa chi lo conosce davve
ro. Quando il kama ci pora in
contro cose spiacevoli , dovrem
mo considerale atraverso la
conoscenza delle leggi generai
del mondo. E allora ci si chiai-

rebbe sempre pi che quanto il
kama ci porta incontro ci di
maggior giovamento che non
sarebbe il dover cominciare di
nuovo con ogni nuova vita ter
rena come se fossimo pagine
bianche. Noi stessi siamo in
realt i nosto kaa, siao
quello che proviene dalle prece
denti vite terrene. Non ha senso
ritenere che alcunch del kaa
(vicino al quae esiste veramen-
te la sfera della libert) dovreb-
be essere diverso poich non si
debbono criticae i singoli parti
colai di un tutto coerentemente
connesso. P accadere che a
qualcuno non piaccia il suo na-
so; egli non pu tuttavia limitar-
si a criticare il solo naso: esso
deve in efetti essere come
nell ' insieme di tutta la persona.
Chi dice che vorebbe avere un
altro naso, dice in realt che
vorebbe essere un altro uomo,
ma cos distgge se stesso nel
pensiero. Non per cosa che si
possa fae . .
Cos non possiamo distruggere
il nostro kaa, perch noi stes
si siamo i nostro kama. Esso
non ci turba afatto, perch si
svolge a lato delle azioni che di
pendono dalla libert, e non le
pregiudica in alcun modo.
Vorrei ancora spiegarmi me
diante un altro paagone. Noi
caminiamo: il terreno su cui
camminiamo esiste, e nessuno
si sente leso perch ha il tereno
sotto di s. Si dovrebbe anzi sa-
pere che senza un tereno solido
sotto i piedi non si cam nereb
be, si cadrebbe dappertutto. Co
s pure della libert: necessa
ro il tereno della necessi; la
libert deve erigersi sopra una
base.
Questa base siamo noi stessi.
Non appena il concetto di li
bert e i concetto di kama ven
gono giustaente compresi si
pu senz'atro accordali. Allora
non si aretrer . spaventati di
fonte ali' esame della necessit
kaica, e si pot anzi arvare
in certi casi a questa considera
zione: supposto che mediante la
conoscenza iniziatica qualcuno
possa vedere le sue precedenti
vite terene, egli verr in tal mo
do ad apprendere che nel passa
to aveva attraversato questa o
quella vicenda che porta ora i
suoi risultati nella vita attuale.
Se egli non avesse conseguito la
scienza dell 'iniziazione sarebbe
costretto a determinate azioni
da una necessit oggettiva, le
faebbe inevitabilmente, e non
sentirebbe per tal ragione lesa la
sua libert, che si esplica infatti
nel campo della coscienza ordi
nara; essa non penetra nel do
minio dove agisce la necessit,
come il pesce non si solleva nel
la regione dell'aria. Se per
possiede la scienza dell'ini
ziazione, egli guada indietro,
vede la sua vita precedente, e le
condizion alora foratesi gli
appaiono come il compito che
ora deve assolvere, al quale de
ve consapevolmente accingersi.
davvero cos.
Il non iniziato (sembra parados
sae, ma ver) in sostanza sa
sempre per impulso interiore
quello che deve fae. S, gli uo
mini sanno sempre quel che han
da fae, si sentono sempre spin
ti verso l'una o l'altra cosa. La
condizione cabia per chi si av
via sul cammino della scienza
iniziatica. Di fonte alle espe
rienze della vita in lui sorgono
particolari problemi. Quando si
sente indotto a fare una cosa
sperimenta al contempo una
spinta a non farla, gli viene a
macae l'oscuro impulso che
guida la maggior parte degli uo
mini. In realt, se non entrasse-
ro in gioco altri elementi, a un
certo gradino della conoscenza
iniziatica, l'uomo potrebbe dir
si: adesso mi metto a sedere, e
passer nel miglior modo tutto
il resto della vita; ho qua
rat'anni e non fa pi niente,
non mi importa pi di niente.
Non si sente reamente pi al
cun deciso impulso ali' azione.
Non dobbiamo credere che l'i
niziazione non abbia una sua
realt. singolae quel che la
gente talora ne pensa. Chi man
gia un pollo ar osto, crede alla
sua realt, ma della scienza del
l'iniziazione i pi credono che
abbia solo efetti teorici. Essa
produce invece efetti vitali, e
uno di essi quello a cui ho ac
cennato. Prima di avere la
scienza iniziatica, sulla base di
un'oscura spinta l'uomo ritiene
una data cosa importante e tra
scurabile un'altra. L'iniziato, se
null'altro accadesse, potrebbe
mettersi seduto e lasciae che
tutto si svolga a proprio modo,
perch non gli importa pi che
una cosa accada e l'altra no. Per
lui vi un solo rimedio al non
sedersi su una sedia, guardare il
mondo e dirsi che tutto gli in
diferente; non infatti cos,
perch l'iniziazione porta infatti
qualcosa d'altro, porta a dirige
re lo sguardo a vite precedenti.
Egli legge allora nel suo karma
i compiti dell'attuale vita tere
na ed esegue coscientemente
quanto gli impongono le sue in
caazioni precedenti. Non tra
lascia di eseguire quei compiti
pensando che ci pregiudichi la
sua libert, ma anzi li esegue
perch, assieme alle vicende
delle precedenti vite terrene,
egli vede anche l'esistenza at
traversata tra more e rinascita e
vede di aver allora riconosciuto
che era bene prendere su di s le
conseguenze delle proprie azio
ni. Si sentirebbe non libero se
non potesse essere in grado di
eseguire i compiti impostigli
dalle precedenti vite (2). Una
contraddizione fra necessit
karmica e libert non esiste
dunque, n prima n dopo esser
si accostati alla scienza iniziati
ca. Prima non esiste perch, con
la coscienza ordinaia, l 'uomo
9
rimane unicamente nel campo
della libert, e la necessit ka
mica si svolge for di lui come
un fenomeno di natura: non sen
te altro al di fuori di quanto gli
propone la sua natura; e neppu
re esiste dopo, poich l'uomo si
trova allora d'accordo col pro
prio karma, considera giusto
adeguarvisi. Chi si fatto una
casa non dice che andarla ad
abitare pregiudica la sua libert,
ma dir piuttosto: ora che l'hai
costruita, va' ad abitala e vivi
liberamente nella tua casa; cos
chi, mediante la scienza dell'i
niziazione, guarda le sue vite
passate sa che diviene libero ap
punto merc l'assolvimento dei
propri compiti kaici, entran
do cio nella casa che egli stes
so si costruito in precedenti
esistenze.
Ho voluto oggi mostrare come
nella vita umana la libert sia
compatibile con la necessit
kamica.
(l) - Conferenza tenuta a Dor
nach il23 febbraio 1924, conte
nuta nel volume primo dei
"Considerazioni esoteriche sui
nessi krmici", pp. 38-51, Edi
trice Antroposofca, Milano,
1985.
(2) - A questo punto Rudol Stei
ner osserva che la parola "kr
ma" giunta in Europa attra
verso la lingua inglese, e che la
sua giusta prnuncia sarebbe
krma ( con la "e" aperta come
in "cio"); mai comunque kir
ma, come alcuni dicono.
LL LLL
LM LL
di Michel Joseph

ll'et di 35 anni, Dante


comincia la sua Divina
Commedia con le parole:
"Nel mezzo del cammin di no
stra vita". Egli intraprende quin
di il suo viaggio iniziatico che
lo conduce attraverso le sfere
dell'Infero, del Purgatorio e
del Paradiso. Da un lato, dun
que, il "mezzo", dall'altro l'in
fnito che si svolge attraverso
queste sfere che sorgono l 'una
sull'altra. Ha la biografia un
rapporto con queste sfere, il
"mezzo" che la vita sulla tera
ha un rapporo con l'infinito del
cosmo? Anche il pittore Vincent
Van Gogh si pone questa stessa
domanda in una delle sue lette
re. Opponendo il fato assodato
della sfericit della tera ali' e
sperienza comune. della sua
piattezza nel nostro orizzonte li
mitato, applica questa stessa
contraddizione alla biografia:
"Siamo ancora nello stadio in
cui riteniamo la vita piatta, una
distanza tra la nascita e la mor
te. Ma probabile che anche la
vita sia sferica e molto pi este
sa e vasta dell'emisfero che co
nosciamo".
Ne risulta che se vogliamo ave
re una comprensione globale
della .biografia dobbiamo inte
grare anche il "prima" e il "do
po", ci che va al di l dei limi
ti apparenti della nascita e della
morte. In "Teosofia" Rudolf
Steiner spiega come qualsiasi
atto si integri in due modi all'u
niverso. Nell'interiorit rimane
come ricordo che pu pi o me
no cadere nell'oblio ed essere
bruscamente risvegliato da una
concomitanza di circostanze.
All'estero, esso comporta una
serie di modifiche dell'universo
le cui conseguenze ci sfuggono.
Ma anche in questo caso possia
mo ipotizzae che queste conse
guenze ultime dell'atto iniziale
toreranno prima o poi dali' e
stero, cos come, prima o poi,
un ricordo pu riemergere dal
l'interiorit. Ora, la nostra bio
grafa costituita in gran pate
da ci che ci avviene "per ca
so", frutto di condizioni estere.
Ci che ci aiuta a "divenire noi
stessi", tutti gli incontri buoni o
cattivi con altri esseri, tutti gli
improvvisi avvenimenti felici o
infelici, le malattie, i "colpi del
destino", gli incidenti e le pro
ve, tutto questo ci ariva dall'e
stero come vecchi ricordi di
menticati. Di fatto la dimenti
canza necessaria, perch attra
verso di essa maturano le fa
colt, le attitudini, i doni. "La
cultura ci che resta quando si
dimenticato tutto", bisogna
passare attraverso questa porta
dell'oblio, della morte, per di
venire pienamente se stessi.
Come tuttavia ritrovare questi
atti caduti nell'oblio che sono,
molto tempo dopo, ali' origine
di avvenimenti inattesi? Un pri
mo mezzo quello di rendersi
coscienti del processo di oblio
che si svolge ogni gioro, attra
verso l'alteranza di veglia e
sonno. Prima di addormentarsi
si pu evocare l'impressione
d'insieme della giorata appena
trascorsa, visualizzare in modo
particolare qualche elemento
essenziale, incontri, prese di co
scienza, immagini. Questo per
mette di porare pi cosciente
mente nel mondo spirituale (che
si manifesta nel sonno) il vissu
to della giorata. Tutte le nostre
esperienze che vi sono legate
vengono infatti in seguito scom
poste ed elaborate dalle potenze
spirituali alle quali si unisce la
nostra individualit superiore,
per esser poi integrate nella so
stanza animico-spirituale del
l'universo. Al risveglio, si pu
dedicare qualche istante all'a-
1 0
pertura, ali' ascolto di ci che ci
viene dal mondo notturo. Che
cosa troviao? Quali sono le
impressioni, le immagini, i so-
gni, le ispirazioni, le idee, le de
cisioni che ci arivano dalla vita
cosmica fuor dal coro?
Partecipiamo cos pi attiva
mente al processo di reaizza
zione e di incaazione che si
svolge nelle profondit incon- ""
sce del nostro essere di volont.
E questo ci peretter di afron-
tae nelle giuste condizioni in
terori un'altra via di accesso di
cui pala Rudolf Steiner ne "Le
manifestazioni del karma". Egli
cita, per esempio, il caso di un
giovae che, in seguito a circo
stanze estere, una morte o al-
tro, ha dovuto all'et dil8 anni
abbandonae i suoi studi e inta
prendere una forazione com
merciale. Egli esercita con entu
siasmo questa nuova professio-
ne e gli riesce tutto bene, ma
verso i 23 anni sente a poco a
poco un disagio, un disinteresse
per la sua attivit. Spesso, spie-
ga Steiner, bisogna cercare un

avvenimento accaduto lo stesso
numero di anni prima del cam
biamento di quanti ne sono pas-
sati tra questo e la crsi in que
stione. E in quest'esempio si
scoprir che verso l'et di 13-14
anni (cinque anni prma dei 18
anni) il ragazzo aveva vissuto
forti esperienze legate agli studi
che aveva intrapreso. In questo
caso una causa che risale ali' et
di 1 3 anni si ripercossa sulla
situazione successiva, a 23 anni.
L'anima stata come compressa
dal cambiamento avveUuto do-
po la svolta, aspira a ci che si
sarebbe sviluppato se questa
svolta non ci fosse stata.
Quest'esempio elementare pu
essere utilizzato per mettere in
relazione avvenimenti dell'ini-
zio della vita con altr della se-
conda met di essa. Possiamo
cos cercae che cosa ali' et di
40 anni sia il risultato di espe
rienze vissute verso i 1 2 anni.
Qui lo scopo non tanto quello
di stabilire relazioni - e questo
pu gi evitare speculazioni
gratuite - quanto quello di
coreggere cause lontane lavo
rando coscientemente sulle loro
cn'guenze. evidente che
questo lavoro sar ancora pi
difcile quando si voglia risali
re d cause che si trovano in vite
precedenti. Inoltre spesso si me
scolano intrecci multipli di cau
salit karmiche. I casi sono tan
ti quanti sono gli individui e
non ci sono "ricette" in cui rico
noscersi, in quanto solo lo svi
luppo di questo sguardo meno
personale e pi individuale, di
questa coscienza pi vasta e pi
profonda, cui accennavamo par
lando dell'oblio, permette di
svelare le vere leggi biograf
che, di rconoscere le successive
e complesse metamorfosi.
Esiste tuttavia una natura umana
universale che si manifesta in
ogni vita personale. La base di
essa costituita d
a
lla natura ter
naia dell'uomo - corpo, anima,
spirito - che si realizza nello svi
luppo ritmato in perodi di sette
an. Si tratta di una delle cono
scenze pi preziose apportate da
Rudolf Steiner e che trova inf
nite applicazioni in pedagogia e
in medicina. I primi tre settenni
sono i pi facili da riconoscere
perch riguadano l'elemento f
sico e ognuno di essi comincia
con fenomeni ben visibili.
"mezzo della vita". Tutto UU
che viene prima si metamorfosa
in ci che viene dopo; ci che
facciamo delle condizioni che ci
vengono date in patenza. E
questo cammino di 63 anni il
rifesso, in piccolo, dell'attra
versamento delle sfere che cia
scuno compie prima della nasci
ta e dopo la morte. Per esempio,
quindi, d
a
l momento che il cen
tro della vita coincide con il ri
sveglio dell'Io sul piano delle
tre anime (anima senziente, ani
ma razionale e anima coscien
te), i tre settenni dai 21 ai 42 an
ni significano l'attraversamento
della sfera solae. Ci che si
sviluppato prima, di natura fsi
ca, in rapporto con le sfere
planetaie inferiori (Luna, Mer
curio, Venere). E ci che viene
dopo, di natura spiritu
a
le, ri
guarda le sfere dei pianeti su
periori (Marte, Giove, Satumo).
Per quel che riguarda la missio
ne propriamente terrestre del
l'uomo, cio i primi nove set
tenni della sua biografa, l'et
dai 28 ai 35 anni di cui parlava
Dante costituisce veramente il
l RITMI BI OGRAFI CI
- La nascita mostra che i l corpo fsico si separa dalla ma
de, che esso evolve in modo autonomo.
- Verso l ' et di 7 ann, l' inizio del cambio dei denti indi
ca che un processo analogo avviene per i corpo eterco:
le sue forze cominciano ad interorzzarsi e quella parte
di forze che non pi necessaria alla crescita pu esse
H utilizzata per l ' educazione.
- Verso i 14 anni , la pubert o maturt sessuale l ' indi
zio che i corpo astale intraprnde a sua volta il proprio
sviluppo autonomo; la vita afettiva e della volont e so
prattutto il pensiero si individualizzano.
- Verso i 21 anni le cose si fanno gi meno visibili , il
concetto d "maggior et" che descrive questo periodo
si rferisce ormai soltanto a forze interiori . la nascita
propriamente detta dell' Io attraverso ciascuna delle tre
anime successive:
anima senziente (2i -28 anni)
aima razionale e afettiva (28-35 anni)
anima cosciente (35-42 anni)
Ciascuna di queste tre anime infatti il futto del lavoro
dell' lo su ciascuno dei tre involucri corporei . C' cos
un' afnit tra anima senziente e coro astrale e quindi
un' interazione biografca tra 1 4-21 e 21 -28 anni. Lo
stesso avviene U anima razionale e afettiva (28-35 an
n) e coro eterico (7-14 anni) e tra anima cosciente (35-
42 anni) e corpo fsico (0-7 anni) .
- Questa trasforione prosegue dopo i 42 anni, ma
questa volta sul piano spirtuale:
42-49 8. S Spirituale o corpo astrale trasforato
49-56 anni: Spirto Vitale o corpo eterico trasformato
56-63 anni: Uomo Spirto o coro fsico trasformato.
t anche qui si stabiliscono relazioni tra i diversi set
tenni:
- 42-49 con 1 4-21 e 21-28 (ritrovae gli ideali dell ' adole
scenza e compensa le azioni dell ' inizio dell ' et adulta);
1 1
- 49-56 con 7-14 e 28-35 (diventare l ' educatore di se
stessi e lavorae coscientemente all ' equilibrio delle for
ze vitali) ;
- 56-63 con 0-7 e 25-42 (sviluppae le forze strutturanti
morali, rtrovarsi nel mondo) .
- Al di l dei 63 anni , e sempre per successivi settenni,
quest' evoluzione prosegue ma orai oferta una pos
sibilit di maggiore libert: ci che era personale-umano
pu realmente prendere il carattere dell ' universale, del
l ' individuale-cosmico.

"""" l 14 '9-
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ncaaonc
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ama
_
A questo ritmo principale di sette anni se ne aggiungo
no numerosi altri: 12 anni , 30 anni, 33 anni e soprattut
to 1 8 anni e sette mesi , che corrispondono al nodo lu
nare - che pu anche essere diviso in perodi di nove an
ni e tre mesi . Verso i 1 8 anni , 37 anni , 55-56 8DD, J+
anni viene ogni volta ridato un infusso spirituale alla
biografa.
L'Io si trova in questi periodi posto pi o meno co
scientemente davanti al quadro del piano generale della
sua esistenza quale l ' ha prepaato e contemplato prima
di venire sulla terra.
Inversamente, le et di 9 anni, 27 anni, 46 anni , sono
momenti di crisi in cui quest' immagine prenatale pi
lontana che mai dalla coscienza.
-
|N | N |N
LP L V1
di Gudrn Burkad
RITMI E RIFLESSI BIOGRAFICI
w
uando si osserva il mare
si vedono le onde avvici
nasi lentamente alla ri
va, poi gonfarsi sempre di pi,
diventare sempre pi alte per
venire infine ad infrangersi sul
la spiaggia in un vortice di
schium che il mare inghiottisce
subito. E un po' l' immagine del
la nostra vita. La vita fatta di
una successione di fasi , ciascu
.na composta da uno sviluppo,
da un acme e da una rottura, ai
quali fa seguito una nuova fase
di sviluppo. In questo capitolo
prenderemo in considerazione
le diverse fasi e i diversi ritmi
della biografia. Ci appoggere
mo sulle considerazioni dei ca
pitoli precedenti ( l ) e cerchere
mo di dare una visione sintetica
degli sviluppi pi importanti .
Certi anivers sono pi rile
vanti di at. E i caso del deci
mo, del ventesimo, del tentesi
mo e del cinquatesio com
pleano. L nozze d' agento sono
il cornaento di venticinque a
ni di matimonio, le nozze d' oro
di cinquat' ani. Sono intervali
di tempo che ci impressionao
paticolamente. Ci piacciono in
fati le cifre tonde e forse abbia
mo la sensazione che una fetta di
vita si sia appena conclusa.
Ma possiamo anche dividere
ciascuna delle tre grandi fasi
della vita che abbiamo descrtto
nella panoramica all ' inizio del
lavoro - le fasi dello sviluppo fi
sico, dello sviluppo dell ' anima
e dello sviluppo spirituale - in
tre fasi pi corte di sette anni .
Questo ritmo di sette anni corri
sponde a cambiamenti impor
tanti che sfociano talvolta in cri
si . Da un certo punto di vista, si
pu dire che, ogni sette anni,
raggiungiamo un grado superio
re della nostra vita o, secondo
l' espressione popolae, che cam
biamo pelle. Ci signifca che il
nostro essere interiore non cor
risponde pi interamente al no
stro involucro estero e che
questo deve essere abbadonato
o almeno metaorfosato.
Questo ritmo di sette ani trae
origine dalle leggi cosmiche.
Proprio come il ritmo dei sette
giori della settimana, anima
to da una dinamica propria.
Ognuno di noi sa bene che un
sabato non assomiglia a un lu
ned: l' inizio e la fne della set
timana hanno un caattere com
pletamente diverso. In alcune
lingue i giori della settimana
sono dedicati a diversi pianeti:
cos l ' inglese associa sabato,
Saturday, a Saturo, il tedesco
domenica, Sonntag, al Sole e lu
ned , Montag, alla Luna; il fran
cese e l ' italiano stabiliscono
una paentela tra mared e Mar
te, mercoled e Mercurio, gio
ved e Giove, venerd e Venere.
Queste forze plaetaie agsco
no in maniera attiva sul divenire
umano e in paicolare sui di
versi settenni della biografia
umana. Rinnovano alcune forze
dell ' uomo durante la notte
quando l ' anima e lo spirito si li
berano dalle contingenze fisiche
e biologiche e penetrano nelle
sfere superiori , a immagine di
ci che accade tra la morte e una
nuova incaazione. In quanto
esseri spirituali soggioriamo
nelle diverse "anticamere di
Dio" per ricevere le forze delle
quali avremo bisogno per com
piere il nostro destino.
Dal concepimento al settimo
anno, siamo principalmente sot
tomessi all ' infuenza delle forze
lunar che determinano in gran
pae la nosta formazione. In
et scolare, tra sette e quattordi
ci anni , sono soprattutto le forze
equilibranti e terapeutiche di
1 2
Mercuro ad essere ai ' opera. Si
danno il cambio nella pubert
con le forze di Venere che eser
citano un' infuenza molto fore
sulla sessualit, le rappresenta
zioni e gli ideali del terzo set
tennio. Tra ventuno e quaranta
due anni ci troviamo nella zona
di infuenza della sfera solae
che determina in gran pate i
nostro sviluppo psichico. Dopo
la morte, in questa sfera che
risiede per pi tempo il noccio
lo spirituale dell ' uomo (l ' indi
vidualit spirtuale o, secondo le
parole 4i Goethe, l ' entelechia
etera) . E la ragione per la qua
le questa sfera occupa l' esten
sione pi grande nella biografa.
La nostra individualit trae da
essa la forza di assimilare e di
metamorfosae ci che abbiamo
vissuto prma dei ventun anni .
Per cui , a patie dai ventun an
ni , possiamo liberaci dal nostro
passato e avvicinaci agli scopi
che ci siao prefssati .
Tra quarantadue e quarantanove
anni , Mate ci d la forza di rea
lizzae quegli scopi mentre tra
quaantanove e cinquantasei an
ni i nostri atti sono impregnati
della saggezza che dispensano
le forze di Giove. Infne, tra cin
quantasei e sessantatre anni su
biamo l ' infuenza delle forze
saturiane che ci perettono di
gettare uno sguardo retrospetti
vo sulla nostra biograa e di
chiederci se abbiamo raggiunto
i nostri scopi , quelli a cui erava
mo stati chiamati .
Si pu anche rilevare ali ' intero
di questo ritmo di sette anni una
dinamica propra. Durante i pr
m due anni di un settennio,
prendiamo in qualche modo lo
slancio. Le leggi proprie a cia
scun settennio agiscono, infatti ,
con tutto il loro vigore solo du
rante i tre ani successivi che
costituiscono propro il cuore
del settennio. Durante gli ultimi
due anni, digeriamo quello che
abbiamo vissuto e ci preparia
mo al settennio seguente che gi
si preannuncia dal fturo. Pas
sato, presente e fturo si dano
costantemente la mano.
Si pu anche esana ogni a
no del settennio in rapporto a
l' azione che su di esso esercitao
i piaeti. Attaversiao ache
qui le diverse sfere di inuenza
dei piaeti e in questo ordine:
Luna, Mercurio, Venere, Sole,
Ma, Giove e Sato. L'an o
solae porta ogni volta il nuovo
impulso del settennio considera
to. Beredene Jocelyn colloca gli
an che si tovao olte il 63
anno sotto i segno di Urao, di
Nettuno e di Plutone. Ache le
energie di questi pianeti han o
un' infuenza, sebbene meno net
ta, sull'essere umao.
Quali sono i maggiori avve
r
i
menti eh segnano il passaggio
tra le diverse tappe di ciascuna
delle tre grandi fasi della vita?
Sono la scolazzazione a sette
ani, la pubert a quattordici an
ni e la maggiore et a ventun a
ni. Il nosto coro fsico di ori
gine terstre. Tutte le nostre di
sposizioni ereditaie sono conte
nute in esso e la sua maturazio
ne si svolge in te grandi tappe:
durat il primo settennio giun
gono a matt il nosto sistema
nervoso centae (cervello e mi
dollo spinae) e i nostri sensi; nel
secondo settenio la volta dei
nost sistemi rspiratoro e cir
colatorio; nel terzo settennio
delle noste membra (crescita e
raforzamento delle ossa, dei
muscoli e dei neri), del sistema
metabolico (le ghiandole dige
stive dispiegao alora la loro
massima attivit) e degli orgai
riproduttivi. Abbiamo gi esa
minato in dettaglio queste que
stioni nei capitoli precedenti. I
nosti organi raggiungono il loro
pieno sviluppo solo alla fne di
questi diversi processi di matu
razione. Diventano allora gli
stmenti necessa allo svilup
po psichico e spirtuale. Quado
gl orgai hano raggiunto la lo
ro matut, l'ama pu impa
donirsi del suo stmento cor
poreo e dispiegae le sue qualit
di essere pensante, senziente e
dotato di volont.
L'individualit di origine spi
rituae ma penetra ogni gioro
un po' pi profondamente nella
cororeit e ci dalla nascita.
in questo che si pu palare del
le tre "piccole nascite" dell'Io:
- il momento in cui, verso la met
del primo settnnio, il sistema
neuro-sensorae rggiunge la sua
piena matt e i cui i babino
comincia a d "io" pu essere
defnito come "rsveglio della co
scienza dell'io". I babino pren
de coscienza per la prima volta di
non esser identico al mondo.
Entra allora nella fase del "no",
durate la quae vor af erarsi
pi energicament;
- verso i nove-dieci anni, la ma
turazione del sistema ritmico
(cuore e polmoni), propria del
secondo settennio, comporta
un'intensificazione dei senti
menti. I bambini diventano allo
ra pi introversi. Sono spesso
sognatori ma possono anche
mostrasi aggressivi v

rso i ge
nitori e gli insegnanti. E il "sen
timento dell'io" che si aferma;
- verso la met del terzo setten
nio, normalmente a diciotto an
ni e mezzo, l'io penetra profon
damente nel metabolismo e nel
le membra dell' adolescente e
gli permette di prendere co
scienza ella propria attivit nel
mondo. E solo adesso che il gio
vane ha realmente i piedi per
terra e che pu fae la scelta di
una professione. Potremmo de
fnire questo processo come "ri

veglio dell'io alla vita sociale".


E compito degli educatori, du
rante i primi tre settenni, aiutae
i bambini e gli adolescenti ad
"atterrare" e vegliare sulla loro
buona salute fsica - mens sana
in corpo re sano. Si deve poter
die di loro che sono ben inca
nati, che stanno bene nel loro
coro. Sono, infatti, realmente
presenti solo quando raggiungo
no i ventun anni e . dispongono
allora di ogni particella del loro
corpo. Non essendo pi impe
gnato nell'edifcazione del cor
po, l'io si trova in qualche mo
do liberato - il giovane diventa
allora maggiorenne.
La dinamica propria dei diversi
1 3
sistemi organici si rifette in ma
niera intensa sull'aima. Dura
te il primo settennio viviamo to
talmente nella percezione del
mondo; le infuenze ci vengono
dall'estero. Nel secondo set
tennio risentiamo della dinami
ca del
J
Ostro sistema cuore-pol
moni. E un continuo
a
lterarsi
tra inspirazione ed espirazione,
contrazione ed espasione. Una
corente permaente di scambi
ha luogo tra il dentro e il for.
Durante il terzo settennio, la di
namica della nostra volont si
trasfersce dali ' intero all'ester
no. Agiamo allora a partire dal
nostro intero e diventiamo i
co-formatori del nostro ambien
te. Questa dinamica interviene
anche durante le fasi mediane
della vita. Consiste fondamen
talmente in una ingestione, una
digestione e uno scabio, non
ch in una trasmissione e in una
trasformazione.
Lasciamo da pate per il mo
mento la fase mediana della vi
ta e sofermiamoci un attimo sui
ritmi e gli efetti speculai dei
tre settenni dello sviluppo spiri
tuale, tra quaatadue e sessa
tatre anni. Questo ci permetter
infatti di essere attenti agli efet
ti speculat in rapporto ai primi
tre settenni. L'uomo si trova al
lora in una fase durante la quale
l'individuait si stacca, per tap
pe, dal corpo fsico. Chiamere
mo questo processo "processo
di disincaazione". rappre
sentato nello schema dalla linea
ascendente. Al contrario del
processo di incaazione, que
sto processo di disincaazione
non si svolge d
a
lla testa verso i
piedi ma dai piedi verso la testa.
Tra quarantadue e quarantanove
ani, le forze si liberano dal si
stema metabolico e delle mem
bra. Che cosa possiamo osser
vare allora? I muscoli non sono
pi cos for e la dona, ala fi
ne di questo periodo, entra i
menopausa. Il coro, cos tra
sformato, rischia di entrare in
una proliferazione autonoma se
questo processo va troppo velo
ce o se una cattiva incaazione
ha avuto luogo nella giovinezza
a livello dell'addome. La libera
zione di queste forze organiche
Bont
Bellezza
` Settennio = Il mondo 6 vero
Z` Settennio = Il mondo 6bello
I Settennio = <l mondo 6 buono -
(A) = Sistema neuro-sensoriale (B) = Cuore-Polmoni (Ritmo)
63
(C) = Metabolismo (membra)
permette d' altro canto lo svilup
po di una nuova creativit. Que
sta fase il rifesso a livello or
ganico del periodo compreso tra
quattordici e ventun ani .
Tra quarantanove e cinquatasei
anni , le forze si liberano da si
stema rtmico, dal cuore e dai
polmoni . Dobbiamo allora tova
re un nuovo ritmo di vita rallen
tato che corisponda a nostro ca
lo fsico. Si assiste spesso alla n
comparsa delle crsi d' asma del
l' infazia o alla scoperta di una
malattia cardiaca. Rifettiamo
ora l ' epoca in cui avevamo tra i
sette e i quattordici an. Quai
sono le nuove facolt spitali e
psichiche rese possibili dalla li
berazione di queste forze? Pos
siamo ora sviluppae un nuovo
orgao di percezione dell' ele
mento morale ed etico. Siamo
pi sensibili ai bisogni dell' uma
nit. Se ariviamo ad aprre la
nostra anima in questo senso,
questo pu avere un efetto be
nefco e terapeutico sul nosto si
stema cardiaco e circolatoro.
Questo non signca certo che
non si possano sviluppae tali
forze in un' et pi precoce. Ma
solo in quel momento che si
pronti a ci fsiologicaente.
Tra cinquantasei e sessantatre
anni , le forze si liberano dal no
stro sistema nervoso e sensoria
le. Come abbiao gi segnala
to, i nostri sensi non sono pi
adesso cos ricettivi . In questa
fase della vita rifettiamo il pri
mo settennio, durante il quale i
nostri organi si sono sviluppati .
Quando troppa vitalit stata
utilizzata dalla coscienza duran
te i primi sette anni , per esem
pio quando un processo di ap
prendimento stato intrapreso
troppo presto, rischiamo di ve
der apparre una sclerosi preco
ce se non abbiamo preso misure
preventive. Quale organo di
precezione potr sviluppae la
nostra anima durante questi an
ni? Arrviamo a percepire sem
pre pi il nostro io come una
realt spirituale, come specchio
della spiritualit del cosmo. Du
rante questa fase rientriamo
profondamente in noi stessi .
Quando, durante i primi te se t
tenni , le forze di incaazione
non sono ruscite, a causa dell ' e
reditaet, dell ' educazione o del
destino, a formae i nostri organi
in modo aonioso, le forze di
disincaazione avranno difi
colt a liberasi totalmente. un
po' come se cercassimo di scala
re fli spinati e restassimo impi
gliati ad uno spuntone. Abbiamo
spesso bisogno, durante questa
fase, dell' auto di un medico af
fnch queste forze possao libe
rasi in modo amonioso. Talvol
ta ache necessaio fae rcorso
a medicinali.
Ci che percepiamo nel primo
settennio come un "mondo di
bont", nel secondo come un
"mondo di bellezza" e nel terzo
come un "mondo di vert" ap
pare di nuovo sotto la forma di
un' esperenza intensa della ve-
14
rt, della bellezza e della bont.
Toriamo ora a tre settenni del-
la met della vita, all ' epoca del-
lo sviluppo dell ' anima. In questa
fase, l ' io si liberato e pu co
minciare a trasformae ci che
stato acquisito e impaato nei
primi ventun anni . L'io si impa
dronisce per cos dire di nuovo
dei prmi tre setenni e li trasfor-
ma. Il ventunesimo anno costi
tuisce cos una svolta nella bio
grafa umana. Gli impulsi emo
zionali che vediamo nascere a
quattordici anni potranno essere
contenuti , purifcati e controlla-
ti . La fase dell ' aima senziente,
cio il perodo che va da ventu-
no a ventotto an, determina-
ta in gran pae dalla fase prece
dente. Da sedici anni si pu in-

traprendere una formazione pro
fessionale che termina general
mente verso i venticinque anni .
In seguito si entra nella vita pro
fessionale. Tra i ventotto e i
trentacinque anni , ci troviamo in
un certo senso al centro della vi-
ta. Alla met di questo periodo
di sette anni , quando abbiao
esattamente trentun anni e mez-
zo, abbiamo raggiunto il nosto
punto massimo di incaazione
nel nostro coro. Poi comncia
un lungo processo di disincama
zione. Il quinto settennio an-
che un perodo in cui ci dimo
striamo estremamente egoisti .
La sfera del pensae e quella del
sentire devono essere integrate
in un insieme pi ampio - Ru-
dolf Steiner chiama d' altronde
questa fase "dell ' anima raziona-
le e af ettiva" .
Viviamo adesso in una dinaca
simile a quella del secondo set
tennio. Dobbiamo liberarci def
nitivamente dale nore e dale
abitudini che ci portiao dieto
dal secondo settennio per poter
sviluppae il nostr io in una li
bert sempre pi grade. Dob
biamo ache impaae a cabia
re le nostre abitudini .
Costuiamo generamente la no
sta coppia verso la met della
nosta vita. Tra ventuno e ventot
to an, siamo spesso ala ricerca
di un compagno che, in una cer
ta maniera, possa completarci e
con i quae ci fonderemo. Du
rate questa fase della vita, ci
giusticato. Dopo i ventotto an
ni, per, si deve diventae, cia
scuno in quato individuo a s,
una totalit e a patire da questa
totalit rispettasi reciprocamen
te e amarsi . Cos, una relazione
che, al' inizio, era forse piena di
aspettative e d esigenze, si pu
tasforare in libero dono di s
al' ato e in vera aicizia nei
cononti del partner.
Tra i tentacinque e i quaatadue
an, nella fase dell' aima co
sciente, ci avviciniao gi al' e
poca i cui , dato che le forze fsi
che si liberano progressivamente,
possiamo raggiungere una co
scienza pi elevata. Questa piena
espasione della coscienza pos
sibie solo se ci siao potti for
giae durante il prmo settennio
un coro fsico sao.
Chi conosce la leggenda di Pa
sifa pu rtovae, ataverso le
biografe dei diversi protagoni
sti , i propr processi psichi ci sot
to fora di immagini. A partire
da un cero momento, Pasifal
inconta la stessa persona e deve
ripetere molte cose sotto un' ata
forma. Ci troviao nella stessa
situazione ta i ventuno e i qua
rantadue an, fmch non avre
mo raggiunto la nosta piena ma
tut. Certo, non dovremo af
fontae avvenimenti che si ripe
tono incessatemente, ma sare
mo uguaente messi a confron
to con situazioni che conosciao
gi ma che ci si presenterano
sotto un' ata forma o si situe
ranno su un piano del tutto di
verso, cio sul piano dell' anima.
Un altro rifesso ha luogo intor
no a quaantaduesimo ano. Ne
paleremo pi avanti .
Quado cerchiao d tovae ri
fessi nella nosta biograa, cor
riao facilmente il rischio di vo
ler aticipare alti ressi . Questo
un rschio nella msura i cui la
vita si trova in metaorfosi per
maente ed deterinata d pro
cessi di tasforazione. E per
questo che gli stessi elementi ci
ritorano sotto una fora com
pletaente metamorosata.
Olre ai rifessi e a ritmi di set
te an, altri ritmi giocano un
ruolo non trascurabile nella no
sta biogafa. Uno di questi rit
m, sui quali abbiamo spesso at-
tirato l ' attenzione, quello dei
nodi lunari . Si ripete ogni di
ciotto anni e sette mesi e corri
sponde all ' incontro tra la traiet
toria del sole e quella della luna.
Questo punto di incontro per
core lo zodiaco nella sua tota
lit in diciotto anni e sette mesi .
Al termine di questo periodo,
occupa la posizione che occupa
va nel cielo al momento della
nostra nascita.
La vita umana e la natura sono,
come si sa, fortemente infuen
zate dalla luna. Essa ci apporta,
in questa vita, le fore che ci
vengono dal passato. E per que
sto che la sua azione partico
larmente sensibile durante il pri
mo settennio ma anche fino a
quando il nostro coro fsico
non ha raggiunto la sua piena
maturit, cio intoro ai dician
nove anni . Qual l ' azione di un
nodo lunare su un' anima uma
na? Si pu dire in un certo modo
che depositiamo alora il nostro
passato per vivere una nuova na
scita attraverso le forze solar
del nostro io. Sarebbe sicura
mente assurdo voler fissae la
data del proprio nodo lunae
a
l
gioro esatto, sebbene d' altron
de sia possibile calcolare preci
samente questa data. Si tratta
piuttosto di un periodo di tempo
dai contori molto vaghi , duran
te il quale percepiamo con pi
nitidezza i compiti terestri della
nostra individualit spirituale, la
quale, rcordiamolo, di natura
solare. Questo si manifesta attra
verso sogni ma anche attraverso
cambiamenti interiori ed esteri .
anche un momento in cui ci
assegnamo talvolta nuovi scopi .
A diciotto anni e mezzo, l ' et
del nostro primo nodo lunare, la
nostra personalit si afferma
sempre di pi. Cominciamo a
pensare in maniera autonoma e
abbiamo una rappresentazione
pi chiaa della professioe che
vogliamo esercitae, di ci ver
so cui ci sentiamo chiamati .
Il nosto secondo nodo lunae,
che si situa intoro a nosto tren
tasettesimo ano, comporta una
rimessa in questione sul piao
prfessionae. La questione del
nostro ftur ci si pone di nuovo.
Dobbiao di nuovo liberaci di
15
una pate del nosto passato. Po
temmo dire dei nodi luna che
essi ci aprono la porta del cielo e
ci permettono di cogliere quai
fosser le noste intenzioni pre
natai . Se tutto fno a questo mo
mento non stato altr che pr
paraione, percepiao ora con
un' intensit nuova qual la no
sta vera vocazione e possediamo
la mattrit necessaia per darle
fora. E per questo che non ra
ro vedere persone cabiae alo
ra professione o scoprre la lor
missione su questa tera.
Il terzo nodo lunare, che attra
versiamo quando raggiungiamo
all ' incirca cinquantacinque anni
e mezzo, ci pone di fronte alle
seguenti questioni: come ci sia
mo realizzati nel mondo in
quanto esseri umani , come io
individuale? Quali compiti di
dimensione sopra-individuale
vogliamo intraprendere? Cosa
c' nella sfera delle nostre pos
sibilit anche se non abbiamo
pi le stesse forze fisiche?
Risulta dalla maggior pate delle
biografe che difcile ricordar
si dell' epoca in cui avevao di
ciotto anni e mezzo. A questa
et, spesso, hano luogo cambia
menti esteri , come l ' inizio degli
studi , un viaggio, etc. Questi
cabiamenti sono di grade im
portanza per la biografa di un
essere umao. Il tentasetesimo
anno, l ' epoca del nostro secondo
nodo lunae, ha seppre un caat
tere ben defnito. E percepito co
me un cambiamento decisivo,
soprattutto per quel che concere
i valori interiori . I cinquata
seiesimo anno, l ' ano del nosto
terzo nodo lunae, coicide prati
camente con il passaggio ad un
nuovo settennio. Ci si pone allo
ra la seguente domanda: che co
sa ho reaizzato fnora e quai
nuovi compiti o quali nuove pos
sibilit mi si ofono acora?
Si pu inolte osserae, in alcu
ne biografe, che la met di un
nodo lunae, dunque un periodo
di nove an, pu costituire un
certo ritmo.
Un altro ritmo molto importante
nella biografa il ritmo di Satr
no. Si rpete ogni ventinove an
e mezzo e corsponde ala posi
zione che occupava il piaeta Sa-
turo a momento dela nosta
nascita. Satumo si tova in pola
rit con la Luna. Ha a che fae so
pratuto con i lato spirtuae del
nosto io. Ci d indicaioni sulla
direzione spituae che dobbia
mo dae alla nosta vita. Nella
mia biogaa, ho sentito un ca
biaento pi importate ta i cin
quataove e i sessat'ani che a
cinquatasei ani. Questo pu
vaiae da una biograa ali ' alta.
Possiao dividere i ritmo satur
niao in te gradi fasi . Ataver
siao ali ' inizio una fase di pre
parazione, che dura fino a
trent' ani , poi una fase cori
spondente ala reaizzazione dei
nost leitotiv o intenzioni (ta
tenta e sessat' ani) , poi , a pa
tire da sessat' ani , una fase in
cui guadiamo il passato e prepa
rao il fturo.
Si possono trovare nella biogra
fia di molte persone altri ritmi ,
come, per esempio, un ritmo di
Giove. Giove di ritoro nella
nostra costellazione natale ogni
dodici anni . Dodici , ventiquat
tro, trentasei anni possono dun
que corispondere, per molti , a
un ritmo. Per altri , invece, sar
determinante il ritmo di sei an
ni , la met del ciclo di Giove.
Giove porta la saggezza, l ' a
monia, l ' ordine nella nostra vi
ta. Ges si reca al Tempio a do
dici anni e, a paire da quel
gioro, si verifica in lui una
grande trasformazione, che i
suoi genitori avvertono.
Molti bambini di dodici anni
sentono gi verso quale profes
sione desiderao orientarsi , al
cuni devono addirttura iniziae
a lavorare. A ventiquatro anni
la formazione professionale di
solito terminata; e a trentasei
anni siamo in grado di realizza
re il nostro destino e la nostra
missione in questo mondo. A
sessant' anni c' coincidenza tra
il rtmo di Saturo e il ritmo di
Giove e avvertiamo chiaamen
te che si tratta di un' et del tut
to paricolae.
Ci occuperemo ora di un rtmo
completamente diverso, cio
del ciclo di trentatre ani . Que
sto ciclo in relazione con le
forze di more e di resurrezione,
quindi anche con le forze cristi-
che. Le forze eristiche che, do
po il Golgota, si sono difuse
sulla Tera, agiscono intensa
mente sul nosto io, che della
stessa natura dell ' Entit eristica.
Il terzo anno, il nono, il dician
novesimo, poi la fase compresa
tra i tenta e i trentatre anni ha
no un legame particolae con
queste forze. D' altonde, a pa
tire da trentatre anni , si pu dire
che, in un cero senso, le forze
di resurezione diventano realt
in noi . Ci significa che possia
mo cogliere la nostra biografa a
paire dala nostra interiorit.
Sul piano storico, si ritrova
spesso un ritmo di trentatre an
ni . Questo ritmo fondamentale
per l ' evoluzione dell' umanit.
Aggiungiamo che la nostra bio
grafia riproduce la biografia
dell' umanit nel suo insieme.
Se si volesse paagonare l ' evo
luzione individuale ali ' evolu
zione dell ' umanit si potrebbe
dire che questa si trova attual
mente nella fase compresa tra
trentacinque e quaantadue an
ni , dunque nella fase durante la
quale l ' essere umano pu svi
luppare l ' anima cosciente. Ma
per raggiungere questo scopo,
dobbiamo lavorae su noi stessi .
Senza lavoro personale, non
possiamo oltrepassae, nel no
stro sviluppo, l ' anima senzien
te, vale a dire che JOn superia
mo i ventotto anni . E la ragione
per la quale si incontrano spesso
persone che non sono uscite
dalla fase compresa tra i ventu
no e i ventoto ani . Restano in
una dipendenza totale nei con
fronti del loro ambiente e del
l' opinione altri . Dal punto di
vista emotivo, passano co
stantemente da uno stato eufori
co a uno stato depressivo. Nelle
fasi successive della nostra vita,
a paire dai quaantadue anni ,
diventiamo "franchi tiratori" -
l ' umanit, nella sua evoluzione
generale, non ha ancora rag
giunto questo stadio - e le qua
lit che possiamo sviluppae a
questa et anticipano di molt
l ' evoluzione dell ' umanit. E
per questo che la solitudine
cos frequente in questa fase.
Ma importate che, nell ' evo
luzione individuale, possano es-
16
sere seminati geri che giove
ranno in futuro all ' umanit nel
suo insieme.
(l) - Traduzione autorizzata
dell'articolo pubblicato sul n
52 di Tourant e tratto dal li
bro: "Prendre sa vie en main",
cap. 6, di Gudrun Burkhard,
edizioni Les Trois Arches, . pp.
200, FF 110. Per richiedere il
libro rivolgersi a Les Trois Ar
ches - 24, Avenue des Tlleuls -
78400 - Chatou - Francia - tel.
00331 l 30713856 - fa 00331 l
3 9 5279 59 .
L comprensione della prpria
biografa un elemento capita
le della conoscenza di se stessi
e dell 'apprendimento del pro
prio destino.
L'autrice, Gudrun Burkhard,
medico antoposofco, esercita in
Brsile dove organizza seminari
sulla biogrfa. Questo libro, ar
ricchito da numerosi esempi, ci
perette di comprendere e di pe
netare a nosta volta in questa
ricerca originale sula nosta vi
ta. L nosta esistenza acquista
cos signicato, diventa pi viva,
pi interessante.
Lo studio della biografa non ri
guarda soltanto le persone che
si trovino in situazioni di crisi,
di emergenza o di malattia, H
tutti coloro che desiderino com
prendere cio che vivono, con
siderando gli avvenimenti pas
sati. Oggi questo lavoro su se
stessi si rivolge a tutti.

UN LL| | U
|| LLH| L|
di Henning Koehler
sistono diversi approcci
per quello che chiamerei
"il problema pedagogico
teraupetico fondamentale", ap
procci che rappresentano le
condizioni preliminari per una
vita attiva, cosciente e serena.
La questione non tanto quella
della felicit nel senso profano
del termine, ma quello dell' e
sperienza del senso, che pu na
scere anche dalla soferenza,
dala delusione e da lutto. A ta
le questione del senso si ricolle
gano le rfessioni sulla politica
sociale e culturale, i problemi
legati ali ' educazione e ai rap
pori umai , alla fede e al desti
no. Possiamo contae su una ba
se etica solida? Come viviamo
il problema del nosto confonto
costante con la tragedia: la ma
lattia, la morte, la guera, la per
dita di una persona caa? Eventi
vicini o lontani ci rcordano in
continuazione, ogni giorno,
ogni ora, quanto siamo vulnera
bili . Abbiamo perduto il senso
della fatait che avevano le ge
nerazioni che ci hanno precedu
ti , la loro fducia in una saggez
za insondabile e nella bont di
forze superor. Abbiao biso
gno di constatae amaamente
quanto fragile sia la tranquillit,
quanto futili i nosti progetti , i
nostri sogni , i nosti successi ,
cos come le nostre delusioni e
sconftte, confrontati con le ca
tastof di cui veniao informa
ti dai mass-media.
LA PAURA DLLA PUNIZION
Molte sono le persone, pi di
quate non immaginiao, che di
fnte ala misera, agli assassi
ni, ale torure e ale catastof
natai si interogao sul loro
ditto a una vita tanquilla o
ne non possono contentasi di vi
vere la lor felicit con ingenua
rconoscenza. In loro si insinua
sempre una sorta di catva co
scienza che si esprme nelle do
made: "Perch proprio io mi
merto questo? Che cosa ho fatto
per guadagnaelo?". Ogni suc
cesso personae, ogni apprezza
mento, ogni riconoscimento a
mato rsveglia un sentimento
inconscio simile a quello che si
potebbe chiamae l paura del
la punizione. Una sfducia su
perstiziosa, il timor di essere
puniti da Dio per questa presun
zione - con una disgrazia, con
una fatalit - avvelenao ogni
bella esperienza, ogni piacere,
ogni azione positiva o in qualche
modo ar icchente.
Nel l a storia dell a coscienza
questo fenomeno compaso
verso la met del secolo XX.
addta felice. Queste perso-
Ren Magte: "Riprduzione vietata" ( 1 937)
1 7
Oggi la generazione dai trenta
ai quarantacinque an che ne
sofre nel pi profondo dell' ani
ma, in modo smisurato, patolo
gico. Gudrun Ensslin, che poi
divenne terorista, disse nella
fase pacifsta del suo impegno
politico: "siamo sazi di essere
solamente sazi".
Che cos ' era successo? Nella
cultura europea e americana ap
parve, iniziamente in modo tu
multuoso e inquietante, una
nuova forza di coscienza, un' e
sigenza di una nuova quait del
senso dell ' esistenza (e dunque
dell ' esperienza dell ' assurdo) .
Ci che emergeva era una sensi
bilit quasi intollerabile mai vi
sta prima, una sensibilit plane
taria per la giustizia e per la di
gnit del l ' uomo. Nasceva un
sentimento, di enorme intensit,
di responsabilit personale nei
confronti della miseria e della
soferenza di persone di paesi
lontani . La paura di essere puni
ti da Dio per la nostra presun
zione, di cui abbiamo parlato,
non riguadava solamente colo
ro che credevano nell ' esistenza
di Dio, nient' afatto.
Esiste un' indicazione spesso
citata da R. Steiner a proposito
dell' anoressia mentale che ha
attirato particolarente la no
stra attenzione. Egli spiega che
sempre di pi si potr osservare
nel bambino piccolo un' espres
sione triste e malinconica e que
sto sin dai primi giori di
vita. In questa espressione,
secondo R. Steiner, "vive
qualcosa di un' atosfer
interiore di riuto ad entra
re nell 'esistenza". Per me
glio comprendere questo
fenomeno bisognerebbe te
ner conto di un avvenimen
to prenatale, quello
dell ' "incontro delle anime
che hanno appena varcato
la soglia della morte con
quelle che sono sul punto di
entrare nella vita .sica dal
cecamento passeggero. A tutto
ci si aggiunga un altro elemen
to: le catastrofi delle due guerre
mondiali sono legate tra loro da
una terza catastrofe nella sfera
della vita spirituale, pi ampia
e, da un certo punto di vista, al
l ' origine delle altre due. Le per
sone decedute negli anni Cin
quanta, avevano con la loro
biografia contribuito, da una
parte, a ci che si chiama il
trionfo dell ' era dell' industria e
della tecnica e, dall ' altra, alla
consacrazione della sconfitta
degli impulsi spirituali europei
Dopo la prima guera mondiale,
quando le cose cominciavao a
deteriorasi , R. Steiner disse che
le aime "non vogliono entrre
in questo mondo perch sanno
ci che deve afontare oggi sul
la Terra l ' umanit dotata di
pensieri, flosofe azioni mate
rialiste ... " . La sitaione c'\\'
rale, politica ed economica che
si creata in questi ultimi de
cenni genera nelle anime che si
preparano a nascere un' atmo
sfera che agisce contro il pro
cesso di incaazione e di indi
vidualizzazione. Laddove il pro
cesso dovrebbe svolgersi
come puro e autentico im
pulso, insorge questa atmo
sfera, colorata d
a
l dubbio e
dalla tristezza.
la porta della nascita ...
Questo incontro respon
sabile dell 'impulso che im
prime questa malinconia
particolare nei bambini .
Non vogliono entrare nel
mondo che questi incontri
prenatali hanno fatto loro
intrvvedere" ( l).
Gli adepti della "psicologia
prenatale" si limtano a dire
che le depressioni , i timor e
i dubbi delle madr durante
la gravidanza potrebbero
avere conseguenze sulla sa
lute del babino. Saebbe
bene rifettere anche sulla
possibilit che le depressio
ni delle madr siano dovute,
almeno in parte, all 'infuen
za delle esperienze prenata
li delle anime dei bambini .
In questo ordine di idee, in
fatti , a questo "scambio di
esperienze" tra le anime dei
defunti e quele che si tra
Un' espressione di trstezza sul viso de la L bambina con
vano in uno stadio di prepa
la collana dtperle" di Paula Modersohn-Becker e e
a

raziOne preconcez10n e, s1
LA CATASTROFE CULTURALE
La nostra rifessione si pu al
lagae ad un piano storico e
pratico. Gli an Cinquanta non
furono soltanto agitati dai lutti e
dal dolore conseguenti alle in
numerevoli pedite umane, morti
ed esecuzioni della Seconda
Guerra Mondiale, ma furono
anche un' epoca durante la quale
molti di coloro che passavao la
soglia erano segnati dall' espe
rienza biograca delle due teri
bili catastrof mondiali e dal
sentimento di amaezza, addirit
tura di rancore, per esservi stati
coinvolti in qualche modo, sia
per semplice paura, per compia
cenza e complicit o per un ac-
provenienti dalle core
n
ti del
classicismo e del romantici
smo, dell' individualismo filo
sofico, della scienza ispirata da
Goethe, dalle idee democrati
che e liberali del socialismo
originario, etc . . Coloro che in
quest' epoca contemplarono re
trospettivamente questo campo
di rovine europee in quanto
ambiente storico del loro cam
mino di vita hanno portato con
s dali ' altro lato della soglia
questa esperenza di appassi
mento di tutte le forze di vita
spirituale, idealiste-culturali
nel vero senso della parola, e
l ' hanno portata come messag
gio a coloro che si preparavano
alla nascita fisica.
18
aggiunge un' altra osserva
zione importante della scienza
dello spirito. Rudolf Steiner de
scrive in "Teosofia" come l ' ani
ma, nel momento in cui prende
la decisione di incaarsi , acce
da ad una "visione prospettiva
della sua esistenza futura". Que
sta "le mosta tutti gli ostacoli
che come uomo dovr superare
afinch la sua evoluzione con
tinui . E ci che in questo modo
vede il punto di patenza delle
forze che l ' uomo deve portare
nella sua nuova vita".
uUN'ALLEANZA OIA8QLJ[An
Quando, alla luce di ci che le
anime appena giunte dalla Tera
trasmettono loro, il fturo cam
mino terestre diventa visibile a
quelle che stanno per incaasi,
proprio in quel preciso mo
mento, al contatto con quella vi
sione, che queste anime devono
infidasi di ideai , di ippulsi
all ' azione e di obiettivi . E chia
ro che tutto ci avviene in uno
stato d' animo ancora privo di
egoismo, di egocentrismo anti
sociale, caatterstiche che pos
sono svilupparsi solo nel lega
me con un coro fsico. Tuttavia
nel mondo prenatale vive qual
cosa che assomiglia a ci che
sulla Terra chiamiamo indivi
dualismo.
L' individualismo e l ' egoismo
sono entrambe forti esperienze
dell ' Io. Ma l ' evidenza dell' Io
nel' individualismo non perde
mai la connessione con il resto
dell ' umanit, ne ha anzi biso
gno per realizzasi . La nostra
ra, cos -pesso defnita ' nuo
va' , ha proprio come caratteri
stica, oltre al "complesso di col
pa" pi o meno inconscio che
abbiamo descritto, quella di
portare n eli ' esistenza terrena,
come mai in precedenza, l ' evi
denza metafisica dell ' Io (cio la
coscienza individuale legata al
l ' insieme dell ' umanit) . Que
st' esperenza si trova con ci
trasferita nell ' egoismo che si
sviluppa necessariaente - in
un primo tempo - nel processo
di incaazione. Se considera
mo la storia della civilt, questa
tendenza va sempre pi afer
mandosi da circa cinquecento
anni .
Tutto ci ci rende attenti ad un
confitto che intrduce nuove
prospettive nella valutazione
del fenomeno della biografia.
Proviao a immaginare nel mo
do pi concreto possibile come
l ' uomo, dal suo "punto di osser
vazione" prima della nascita,
veda in tutta la loro ampiezza le
conseguenza della distruzione
della natura, la desertificazione
spirituale e l ' accumulo di ari
di distrzione di massa. Imma
giniaoci anche che quello il
momento in cui progetta, a pa
tire dala sua visione spirtuale,
il piano della propria esistenza
futura, il momento dunque nel
quale si formano gli ideali in
grado di accordae gli obiettivi
individuali del destino con le li
nee direttrici del cammino del
l ' umanit. In quello stesso mo
mento avviene anche l ' incontro
con le anime che hanno oltre
passato la soglia della morte e
che riporano il loro messaggio
da un mondo nel quale le forze
preponderanti sono quelle che il
flosofo Erich Fromm chiama
"necrofile" ("arimaniche" se
condo la terminologia antropo
sofica) . R. Steiner definisce
queste forze nel 1 91 9, l ' anno
della tripartizione sociale, come
la fede cieca nella scienza, lo
sciovinismo nazionale e quello
di partito, il modo di vivere ma
terialistico, l' irbavagliamento
confessionale della , vita spiri
tuale e religiosa (2) . E questa al
leanza diabolica tra le correnti
distruttici che ci ha condotti al
le grandi catastrofi di questo se
colo. I risultati sono noti: Au
schwitz, Hiroshima, il Gulag, le
carestie e i genocidi .
GLI ABI SSI DELL'ESI STENZA
Lo stato generale nel quale si
trovano la Terra e l ' umanit
tale che ci si pu sorprendere
del fatto che le generazioni
emergenti , le anime dei bambi
ni , abbiano ancora il coraggio di
impegnavisi i modo responsa
bile. Le anime sulla soglia del
l ' incarnazione, infatti , sanno
non solo a che cosa vanno in
contro, ma anche che saranno
sole, abbandonate a se stesse
come mai in precedenza per su
perae le prove connesse con
questa situazione.
La coscienza dell ' umanit non
si sviluppa solo nella realt so
ciale materiale, ma anche, e in
modo del tutto particolare, nel
campo spirituale che si trova al
l ' intero di questa realt; la re
lazione tra questi due piai non
certamente senza contraddi
zioni . Viviamo sulla Tera una
tensione anacronistica tra la no
stra identit spirituale indivi
duale e la nostra personalit,
19
che subisce l ' infusso della na
tura e del l ' ambiente. Questa
tensione si aggrava da una
generazione all' altra.
Osserviamo come un fenomeno
psico-culturale la crescente dis
soluzione dei tradizionali lega
mi di gruppo, fino ai pi picco
li , quelli familiai . Questi lega
mi permettevano un tempo al
l ' egoit, vincolata al corpo e
tendente per questo ali ' antiso
cialit, di trovare il proprio
orientamento, il proprio fonda
mento. L'individuo respinto
sempre pi in se stesso, era nel
paesaggio della sua stessa ani
ma, sballottato ta paura e desi
derio, trstezza e speranza, in
preda alle verigini sonda gli
abissi della sua esistenza e, sco
raggiato, leva gli occhi verso ci
me irraggiungibili . In questo
modo, considera ci che accade
nel suo ambiente naturale e
umano solo come un' azione
dietro le quinte senza importa
za. Per lottae contro sentimenti
di impotenza e di assurdit, fini
sce per sviluppare un atteggia
mento dell ' anima che Eri c h
Fromm definisce come il "mo
do dell ' avere" (in opposizione
al "modo dell' essere") perch
invece di autentici progetti di
divenire (idealistici) , ci che si
persegue l ' accrescimento con
tinuo di mezzi diretti e indiretti
di valorizzazione dell ' ego (po
tere, piacere, apparenza, privile
gi , possesso, informazioni ,
etc.) . Dove ar iviamo se ci chie
diamo che cosa si nasconda die
tro a tutto questo complesso at
tuale? Quale esperienza spiri
tuale originaria calata nella
realt fisica e materiale si trova
sullo sfondo? In altre paole,
che cosa nel "bios della biogra
fia" si congelato, deforato in
un egoismo preoccupato di evi
tare il dolore e di assicurarsi pri
ma di tutto l ' esistenza? La
scienza dello spirito ci insegna
che ogni notte l ' uomo ritora
nelle regioni dell ' esperienza
prenatale per cercare di ispirar
visi . E ogni gioro il vissuto or
ginario subisce di nuovo le stes
se deformazioni . Qual dunque
questa percezione che si rnno
va cos ogni notte per poi defor-
marsi di nuovo? La risposta
evidente: il riconoscimento
dell ' inevitabile isolamento, cau
sa delle dificolt paticolai cui
si trova confrontato ogni indivi
duo per il solo fato di essere
coinvolto nel destino della no
stra epoca. Questo destino del
nostro tempo si caatterzza co
me la trasizione tra l ' epoca
dell ' anima razionale

o afettiva
- in cui l ' Io, cercando gi di af
fermarsi , si ritrova nella neces
sit del "noi" - e quella della co
scienza universale che cerca e
inaugura quell "'essere cittadini
del mondo" radicato nell' indivi
dualismo. Ne segno evidente
questo egocentrismo, nelle
profondit del quale risiede il
sentimento di isolamento. A
questo proposito, l ' esperienza
psico-terapeutica mostra che se
durante il gioro ci si dedica al
la ricerca esclusiva della "gioia
personale" ci si risveglia all ' in
domani con un intenso senti
mento di isolamento e di abban
dono.
UNA FI NTA GUARI GI ONE
Questo sentimento di solitudine
la realt la cui forma caricatu
rale l ' egoismo. Si manifesta
costantemente sullo sfondo del
l' attuale coscienza ordinaia, in
quanto rcordo di una percezio
ne e di una angoscia prenatai . Il
risultato che l ' anima si trova
continuamente compressa e di
laniata tra due direzioni opposte
e che in questa frattura sotto
posta ad una fortissima tensio
ne. Da un lato, spinta dalle sue
esperienze notture, l ' anima
tende verso la vera guarigione
che le consentirebbe di colle
gasi interiormente (ed esterior
mente attraverso le azioni) con
obiettivi di vita superiori; dal
l' altro tende verso una guari
gione aparente che significa
abbadonasi alle forze dell ' e
goit, al "modo dell ' avere".
Questi confitti che qui esami
niao da un punto di vista spi
rituale trovano la loro espressio
ne anche nella nostra vita cultu
rale e sociale. Attraverso i me-
dia, le vie di comunicazione e le
relazioni economiche, progredi
sce incessantemente un' intera
zionalizzazione della coscienza,
mentre nella vita degli individui
l ' egoismo si raforza, provocan
do la dissoluzione dei legami
tradizionali , ma porta con s, in
compenso, attraverso fenomeni
come Greenpeace o Amnesty
lnterational , un idealismo sen
za precedenti in questa forma,
che oltrepassa le fontiere.
Sono passati vent' anni dal leg
gendaio festival di Woodstock
nel quale si espresse, pur in for
me difcili ed esposte agli at
tacchi di forze avverse, lo schiu
dersi di questa coscienza di ap
patenere alla totalit dell' uma
nit e della responsabilit che
ne deriva. All ' inizio del 1 990 si
tenne a Londra nello stadio di
Wembley un concerto rock con
tro l ' apatheid e l ' odio razziale.
Nelson Mandela, venuto appo
sitamente, ricevette un' acco
glienza entusiastica. Sono avve
nimenti suscitati dalla nuova
generazione, le persone vi si in
contrano per cercare di guarire
realmente la malattia psichica
della nostra epoca, la malattia
dell ' isolamento. Questa potr
essere superata solo attraverso
una conversione delle coscienze
che accenda il sentimento della
vita - con l' accettazione di tutto
ci che comporta di doloroso.
Ogni tortura o persecuzione su
questa Terra come uno
schiafo che colpisca il mio vi
so. Il sentimento della vita che
si esprime in questo modo - an
cora insufcientemente il se
gno di un processo di remini
scenza nel senso che ci riporta
un' esperienza prenatale capita
le, esperienza che segna profon
damente, e confittualmente, il
processo di incaazione nella
nostra epoca.
LA FATALITA'
DELL'I SOLAMENTO
Basandoci su ci che abbiamo
detto ali ' inizio e sulle cono
scenze tratte da R. Steiner, pos
siamo tentare ora di gettare una
20
luce su questa frattura, sull ' in
credibile tensione di cui abbia
mo parlato. La fase fnale di
preparazione animico-spituale
per l' incaazione oggi dive
nuta pi difcile da diversi pun
ti di vista. Vi si maifesta un
"confitto centrale" che rappre
senta l ' opposizione di due for
ze: un impulso idealista straor
dinariamente forte si scontra
con ostacoli altrettanto fori e si
. vede con terore esposto all ' o
blio di se stesso.
Bisogna ora considerae che la
visione prospettiva dell ' esisten
za, nella quale prendono forma
gli scopi che saano perseguiti,
impregnata dell ' intensa im
pressione che provoca la perce
zione degli ostacoli da superae.
Questi ostacoli sono essenzial
mente legati a fato che dovr
essere affrontato e vinto un
grande isolamento, una grande
solitudine. Non dimentichiamo
ci poi che anche il momento in
cui avviene "lo scambio di
esperienze" tra coloro che sono
appena deceduti e che trasmet
tono il loro senso di fallimento.
Questa percezione e questo
scambio hanno come efetto che
l ' anima, sulla soglia della nasci
ta, frenata e respinta nel suo
impulso ad incaarsi . Qualcosa
che assomiglia - le paole tere
stri sono poco adatte - allo
"scetticismo", al "dubbio", sci
vola gi in questa sfera prenata
le, una tristezza vi si insinua,
presentimento della fatalit del
la solitudine.
Di fonte a questo ar etramento
davanti a tali pericoli , ci si pu
rappresentare concretamente
come l ' entit animico-spirituale
mobiliti tte le sue riserve di
coraggio e faccia agire con
grande forza il suo voler vivere,
la sua volont di avvenire, forze
pure d' ideale paticolaente atti
ve in questa sfera. Per superare
gli ostacoli del dubbio e dell' an
gosciosa tristezza si crea una
sorta di "spinta", una spinta ver
so l ' incaazione con cui l' ani
ma si getta in avanti , si precipi
ta letteralmente verso l' esisten
za fisica. La manifestazione
^
\
eclatante di questo processo
l ' accelerazione crescente che si
ossera, non senza inquietudi
ne, da qualche decennio nello
sviluppo dei bambini: precocit
signifcativa nel risveglio della
coscienza individuale, nell ' ap
prendimento del linguaggio,
nell' intellettualizzazione, nella
pubert. L'incaazione avviene
troppo velocemente e troppo
profondamente.
In questa accelerazione e disce
sa precipitosa si pu riconosce
re l' azione dell' impetuoso im
pulso prenatale orientato verso
l' ideale e verso il futuro.
Al pi trad alla fine dell ' adole
scenza, l ' accelerazione culmina
nell ' espressione particolaren
te incisiva delle forze dell ' egoi
smo, cosa che conduce imman
cabilmente
a
l distanziamento
dagli altri , all ' esperienza della
solitudine, ad un rapporto ec
cessivo con il proprio corpo e
con i processi ad esso legati o
con i desideri e valori di cui
mediatore. Ma questo sviluppo
riceve ache l ' energico infusso
della forza etica idealista prena
tale che aspira a superare la
chiusura dell ' ego.
Queste sono le cause essenziali
del confitto centrale che dalla
met di questo secolo causa ten
sioni , pericoli e contraddizioni
interiori sempre pi forti nel
l ' essere umano. E non possiamo
quindi non domandarci come
possa afermarsi la quait del
l ' anima cosciente individuale
proprio quando culmna la sua
contro-immagine, cio la ricer
ca della personalit, cos carat
teristica della nostra epoca. Essa
agisce come sensazione, accor
do, come sentimento in un pri
mo tempo vago e insoddisfa
cente, sentimento che afuisce
in quella che noi abbiamo chia
mato la "cattiva coscienza" e la
"paura di essere punito" senza
ragione. In ogni modo di esiste
re fondato sull ' egoismo - ci
che oggi inevitabile - i senti
mento costantemente presente
: "non ne ho il dirtto; manca
qualcosa; non quello che vole
vo; c' qualcosa di importante
che ho mancato, dimenticato,
trascurato".
cos che compare l a malattia
del nostro tempo: la depressione
- e soprattutto quella che sem
bra nascere senza un' appaente
causa esterna. Nascono cos
molte crisi biografiche profonde
dominate dalla m
a
linconia, la
paura, l ' insicurezza e l ' isola
mento. La paura di essere vitti
ma di catastrofi o di colpi del
destino, di perdere bruscamente
la propria felicit, o di dover
"pagare" per ci che si ha avuto
finora, questa paura non altro
che l ' impulso inconscio rove
sciato della propria anima co
sciente che si percepisce come
in un specchio rovesciato. In
realt, questo impulso vuole im
pegnarsi in modo responsabile,
vuole fasi carico della soferen
za e dell ' infelicit degli
a
ltri per
allontanae gli efetti .
RITROVARE I L FURO
Queste idee, sviluppate a partire
dali ' immagine antroposofica
dell ' uomo, dovrebbero essere
tenute in considerazione per
aprire un cammino a tutti coloro
che vogliano realmente, a parti
re dallo spirituale, compiere un
viaggio terapeutico o di aiuto
biografico a persone smarite,
interiormente dilaniate. Fare
semplicemente i detective per
ritrovae nell ' infanzia le cause
delle soferenze un lavoro la
borioso e di poco senso i rap
porto ad una ricerca sulla natura
umana che consideri sia ci che
c' prima della soglia della na
scita sia l ' evento della proiezio
ne dell ' avvenire, del dae signi
ficato. Ci che l accade come
azione preconcezionale ha la
paticolarit che nel momento
preciso della nostra retrospetti
va in cui toriamo verso noi
stessi , ci che viene presentito
come divenire conduce verso
l ' avvenire. La sfera che l ' uomo
ritrova ogni notte e che pu im
parare a ritrovae con le sue
aspirazioni sempre pi coscienti
- e che costituisce un asse cen
trale per la terapia - la sfera
del proprio futuro.
L' antroposofia ci chiede il co-
21
raggio di non pensae l a "bio
grafa" (come fanno invece in
modo pi o meno consapevole
ttte le scuole psicoanalitiche)
come un passato che spiega il
nostro presente e il nostro futu
ro, ma piuttosto a parire dal fu
turo (quello della fnalit dell' e
sistenza e del progetto ideale
dell ' Io) spiegare il passato che
si accumulato nel presente.
L' uomo in difcolt ci chiede di
aiutalo a ritrovae il suo futuro,
in modo che a patie d
a
lla cer
tezza cos acquisita impa a d
scoprire il suo passato come
cammino pieno di senso della
sua biografia. La ricerca biogra
fca fondata sulla scienza dello
spirito dovrebbe fae suo il mot
to: solo colui che vede un futu
ro pu legarsi al suo passato,
poich il passato si spiega a pa
tire dal futuro.
(l) Rudol Steiner, "Der inne
re Aspekt des sozialen Raet
sels", quinta conerenza.
(2) - Ibidem, nona conferenza.
Dall ' inizio dell 'anno
sono in fnzione a Roma
due nuovi asili creati dalla
Associazione Pedagogica
Steineriana Janua:
il Gruppo Giochi
"I Melagrana "
in via Carlo Dossi, 45
(Monte Sacro) 00137
tel. 06/82002071
e "Il Ciliegio" all ' Eur
in Va Fontanellato, 49
tel. 0615407922
L' I DA DI RI NCARNAZI ON '
COMPATI BI L CON I L CRI STI ANSI MO?
di Michel Joseph

a qualche anno gli am


bient catolci si preoc
cupano sempre pi dell
credenza nela reincarazione.
un rsultato della preoccupa
zione determinata dal successo
delle sete e di alt moviment
spirtuali presso i giovani? ,
come aferano gli stessi re
sponsabili della Chiesa, una
questone divenuta inevitabile
e anche esemplre nel quadro
del necessaro dialogo ta le
grandi religioni? Pu essere,
ma ci che contbuisce fore
mente ala passione per questa
discussione sicuramente an
che il fat che, secondo diver
se statstiche, olte il 30% dei
cristani praticanti sarebbe
favorevole al'iea dela rein
carnazione. Possiamo certa
mente aggiungere a queste mo
tivazioni i fat che la Chiesa
ataversa oggi una dele sue
pi gravi crsi d'identt e che
l sua sopravvivenza dipende
anche dalla sua tasforazio
ne, dal suo adatamento a ci
che vive nelle anime dei con
temporanei.
Non quindi strano cominciae
a sentire sempre pi teologi cat
tolici o protestanti che mostrano
un' apertura tutta nuova nei con
fronti dell ' idea di reincaazio
ne. Ne uno degli esempi pi
recenti il teologo svizzero catto
lico Norbert Bischofberger, at
tualmente redattore delle tra
smissioni "Chiesa e mondo" al
la radio tedesca Bayrischer
Rundfunk (radio bavarese) . In
un nuovo libro, "Werden wir
wiederkommen? Der Reinkar
nationsgedanke im Westen und
im Sicht der christlischen
Eschatologie" ("Ritoreremo?
L' idea di reincaazione in Oc
cidente e secondo la visione
dell ' escatologia cristiana" - non
tradotto) , riprende nei tratti es
senziali la sua tesi di dottorato
in teologia gi dedicata allo
stesso agomento - il suo coor
dinatore di tesi era l ' attuale ve
scovo di Basilea. Secondo lui ,
non esiste nella dottrina della
Chiesa nessun punto in cui ci
sia un rifuto ufciale dell ' idea
di reincaazione. Fondandosi
sull ' approccio occidentale a
questa idea - e in paricola mo
do sulle concezioni di Rudolf
Steiner che considera le pi ele
vate in materia - Bischofberger
esprime la conclusione che, dal
punto di vista della dottrna cri
stiana dei fini ultimi ( escatolo
gia) , l ' idea di reincaazione
se non necessaria almeno possi
bile. Per lui , niente, per esem
pio, impedisce di considerae
che la necessit di ritorare pe
riodicamente sulla terra per
educarsi e migliorarsi poco a
poco sia esattamente la stessa
cosa di ci che i cattolici chia
mano il purgatorio. Ma ancora
oggi , per la maggior parte dei
teologi , la dottrina della salvez
za e quella della reincaazione
si escludono categoricamente.
Questo dovuto a tre ostacoli
nella visione cristiana: la conce
zione di un' unica vita terestre,
l ' unit indissociabile del corpo
e dell ' anima, la questione della
redenzione che dipende pi dal
la grazia divina che dalla forza
umana. Ora queste tre obiezioni
cadono quando le si consideri
nella loro realt.
- La dottrina di un' unica vita
terrestre apparve per la prima
volta in Astotele, allievo di
Platone che insegnava ancora la
trasmigrazione delle anime di
vita in vita. La Chiesa ha poi ri
preso questa idea aristotelica
perch, al contrario della conce
zione antica orientale, permette
va di mettere in evidenza tutta
22
l ' importanza della libert e del
la personalit umana e della sua
responsabilit per il prpro av-
. venire. Eppure tutti gli insegna
menti del Cristo e dei primi cri
stiani sono poco concepibili se
non si considera il fatto che la
molteplicit delle esistenze ter
restri era all ' epoca un fatto evi
dente a tutti (per esempio nel
passaggio del Vangelo in cui si
dice che Giovanni Battista
Elia) . Sembra dunque che la
Chiesa abbia deciso verso il V
secolo che la conoscenza della
reincaazione non dovesse es
sere pi divulgata. Peraltro, la
concezione occidentale della
reincaazione considera prima
di tutto la responsabilit kar
ca degli ati verso il futuro, al
contrario di quella orentale e
antica che percepisce essenzial
mente l ' incatenamento al passa
to karco. N e risulta quindi
che ciascuna vita acquista
un' importanza centrale, come
se fosse efettivamente unica.
Da questo punto di vista, l ' e
ventuale riscopera del passato,
di alcuni elementi dimenticati
delle vite precedenti , non ha al
tro scopo che quello di trasfor
mare le antiche cause al fne di
creare il propro avvenire.
- Il corpo e I ' anima, sebbene se
parati , sono anche uniti - allo
stesso modo in cui il piede e la
traccia che lascia sulla terra so
no due aspetti di una stessa
realt, quela del terzo princi
pio, che lo spirito (ci che ani
ta il corpo e vive nell ' anima) .
E necessario che io faccia mia
questa tera sulla quale imprimo
le mie tracce. Il kama appun
to ci che consente che i due
aspetti si trovino prma o poi
riunifcati , quando l' uomo di
venter totalmente coresponsa
bile del mondo nel quale si in
cara. I teologi cattolici vedono
un' incompatibilit tra l ' annun
cio della resurezione dei corpi
e la reincaazione perch se
condo loro questo significhe
rebbe che ogni uomo avrebbe
alla fine un numero considere
vole di corpi da resuscitare, e
questo sembra assurdo. Ma la
reat tutt' atra: ci che il cri
stianesimo (e anche I ' islamismo
come anche I ' ebraismo) chiama
il coro incorruttibile o corpo di
gloria - coro

di resurezione
per i cristiani , coro di luce nel
la mistica iraniana - non altro
che la forma pura, la forma spi
rituale del corpo fisico. Lo sco
po dell' evoluzione che il cor
po finisca per spiritualizzasi to
talmente fino ad identificarsi
con la sua forma pura. Si tratta
di uno stato che l ' umanit rag
giunger solo tra molti millenni ,
alla fine delle numerose inca
nazioni di ogni individuo. Ci
che la Chiesa chiama la resure
zione dei corpi non altro che
questo stato futuro dell ' umanit
nel quae il corpo fisico non
avr altro che la sua forma spi
rituale pura anche ci che
viene prefigurato dalla resurre
zione del Cristo e dalla sua pre
senza per cinquanta giori pres
so i discepoli .
- La dottrina della grazia divina
che sola permette la redenzione
corsponde a un processo ben
noto a tutti quelli che sono im-
pegnati in una ricerca spirituale
autentica. Il lavoro spirituale
che si fa su se stessi non che
una prepaazione: non si pu fa
re altro che prepararsi interior
mente e attendere praticaente
che il mondo spirituale cominci
a ris_ondere quando giunge l ' o
ra. E in efetti una delle grandi
leggi spirituali: lo spirito aspet
ta la sua ora e pu agire solo
quando lo consente il kama.
Talvolta le ricerche spirituali si
concludono in qualche gioro o
addirittura in qualche ora, ma
spesso ci vogliono mesi o anni
di preparazione e di approfondi
mento. L' uomo non pu quindi
scoprire tutto e trasformae tutto
da solo perch l ' aiuto del mon
do spirituale gli indispensabi
le. Eppure la volont seria e pa
ziente di lavorare su di s e su
gli enigmi del destino costitui
sce un mettersi in discussione
che gi di per s sviluppa un' al
tra visione delle cose, un altro
rapporto con le realt del mon
do. Patendo da l, l ' uomo co
mincia gi a trasforare il suo
karma, a trasformare ci che
incatenato al suo destino. E que
sta esperienza di redenzione di
venta totale quando i mondo
dello spirito vi scorre dentro -
ci che possiamo chiamare la
grazia.
A partire da queste osservazioni
che potebbero essere afinate
A S S O C I AZ I ONE VI D AR
attraverso un dialogo aperto tra
rappresentanti di diverse creden
ze, niente impedirebbe, come
sottolinea Bischofberger, che
prendesse forma una concezione
crstiana della reincaazione. Si
pu pensae che una tale conce
zione, infuendo profondamente
sugli insegnamenti delle diverse
confessioni , si porrebbe del ttto
naturalmente al di sopra del cri
stianesimo in quanto religione
paicolare, perch non potrebbe
esprimere che un punto di vista
aperto e universale che riguada
tutti . L' atteggiamento del D alai
Lama, premio Nobel per la pace,
testimonia quacosa che va nella
stessa direzione. Il fatto che
molte persone seguano oggi il
suo insegnamento senza essere
buddhiste n volersi converire a
questa religione un sintomo
profondo della maniera in cui
l ' idea di reincaazione pu por
si al centro del dialogo pieno di
tolleranza ta le religioni , cre
denze e flosofie del nostro tem
po. Anche l ' antroposofa - che
non n una religione n una
dottrina ma un cammino nel
quale l ' individuo si af erma in
modo ancora pi forte - dovreb
be poter svolgere questo rolo e
facilitae l ' ascolto reciproco tra
gli uomini .
Articolo pubblicato sul n o 52
della Rivista Tourant, novem
bre 19 9 6
MAGIA E POESIA DELLA FIABA
Tre Weekend di pitura e disegno
LA FIABA COME NECESSIT DELL'ANIMA
LA PITTURA COME MOVIMENTO DELL'ANIMA
conduttore Marco Rossi
Attraverso i colori cercheremo di cogliere alcuni elementi caatteristici
del mondo fantasioso che ci viene oferto dalle fiabe.
Con il chiao-scuro muoveremo l ' attenzione ali ' attivit
della fantasia che pu risvegliarsi in noi stessi
I semari avranno luogo presso l'abitione del Dot. Giusti i via Boccherii l, Roma, nelle date:
22-23 marzo 26-27 aprile 24-25 maggio
Per informazioni ed adesioni: Tel. 06/854.89.69 (dopo le ore 20,0)
23
LNlLl Nc c
| Nl LlLl
di Ulch W. Auer
Q
uando meditiamo sulla li
ber, non possiamo elu
dere la questione cente:
' p non m mai permesso
di fae il male, se sono veramen
te libero?". Cos , anche se appa
re un po' ingenua, questa doman
da non pu esser elusa. Dobbia
mo riconoscerla come legittima
ed esaminala. Ma possiamo a
che formulala
a
ltrmenti: "per
ch non faccio il male, se sono
libero di falo?". La legge mora
le ci si impone al punto che non
possiamo fare nient' altro che
piegaci
a
lla sua autort?
E ver che una repulsione tutta
naturale si fa sentire in noi nel
l' incontro con il male, davanti
ad ogni iniziativa disonesta, re
pulsione che, se non la masche
riao, ci spinge a cambiare le
nostre intenzioni . Ma dovrem
mo allora d ettere, se siamo
logici , che non agiamo libera
mente, ma che siamo prgionieri
della paura e dell ' orore di fare
il male. A ci potremmo contro
battere a giusto titolo che il di
sgusto del male ci proprio, che
esso rappresenta il nostro stesso
discerimento e che dunque noi
agiamo liberamente quando evi
tiamo assolutamente il male.
Ma come perveniamo libera
mente alla buona intenzione? E
evidente che saremmo alienati
se volessimo evitare il male a
causa della nostra educazione,
oppure seguendo l ' opinione del
nostro entourage, o paendo da
principi logici . Questa non sa
rebbe cero pura libert. Un atto
libero deve essere indipendente
dalle circostanze estere.
Che l ' atto libero sia un' esigenza
assoluta dell ' anima cosciente
ci che possiamo constatare
dalle reazioni contro qualsiasi
atteggiamento moralistico, par
ticolarmente presso gli adole
scenti . Ci che chiamiamo mo-
rale si trova imposta ai giovani ,
o per
l
omeno raccomandata dai
loro insegnanti , dai loro su
periori o dai loro genitori . Il
giovane in cui sorge l ' anima co
sciente desidererebbe in fn dei
conti agire un gioro liberamen
te a patire dal proprio lo, che
questo sia nel bene o nel male.
Nel perodo in cui l ' anima co
sciente ancora vaga, quest' im
pulso si presenta sotto la forma
di un \nquietante sogno di po
tenza. E un impulso che esige la
realizzazione di azioni buone,
che per
d
evono prima di tutto
provenire da una decisione per
sonale. Ma dato che, puroppo,
tutto quello che si fa di buono
gi determinato, in quanto sug
gerito dagli adulti , non resta al
tro allora che il male.
In altre paole, i superiori atten
dono dal subordinato questo o
quell ' atto buono e non vogliono
altro da lui che il bene. Essi spe
rano ugualmente, ma questo
non ha senso, che i suoi atti ven
gano compiuti in piena libert,
come fa Kant, che esige che noi
seguiamo il suo imperativo ca
tegorico per poter accedere alla
libert, senza permettere un al
tro imperativo che, per esempio,
favorisca il declino del mondo.
Il giovane, all' inizio, non vuole
che una cosa: agire lui stesso.
Ma quando il suo comporta
mento motivo di gioia per i
suoi superiori , egli ha ancora la
sensazione di non aver agito li
beramente. Si semplicemente
conformato al modo di vedere
dei suoi superiori . Se, al contra
rio, si d
a
lla droga, egli pensa
di agire totalmente e liberamen
te in maiera autonoma, poich
questo non mai stato suggerito
da nessuna persona ragionevole.
Relativamente pochi giovani
per cadono in questa estrema
angoscia. Hanno bisogno . in
24
primo luogo, di un Io coraggio
so che vuole ribellarsi contro
tutte le forme di autort, tutta
via manca loro la semplice ca
pacit di pensare. Infatti se la li
bert viene cercata laddove non
esiste, questo signifca che si
procede senza accompagnare i
propri atti con il pensiero.
L' Io si appoggia iziamente a
coro astrale, che gli pi vicino
""
e che, nel suo stato sognate non
ancora evoluto, gli suggersce s
dei desideri , a dire il vero legitti-
m, ma che esso fa salire a co
scienza deformandoli , per esem-
pio: "fai ci che vietato, allora
saa libero", o analogamente, in
modo profetico, quando la nostra
routine quotidiaa sta per essere
interotta da un viaggio: "morrai
in un incidente se farai questo
viaggio", o altrmenti quando
desideriamo invece interompere
la nostra monotonia quotidiaa:
"alontaati dai tuoi cai , essi
non ti aao pi" , etc.
Il nostro corpo astae deve esse-
re trasformato da ci che l ' Io ri
ceve dallo spirito, in seguito pu
elevarsi alla verit e dunque al
livello del S spiituale, cos co-
me il libro "Teosofa" di Rudolf
Steiner ci insegna dettagliata
mente. Un pensa cosciente e
razionale necessario
a
lla retti-
fca delle p
u
lsioni di caatere
sognante del corpo astrae.
Riconosciamo un altro disturbo
nella seguente fase, che si pro
nuncia certo raaente, ma che
si sperimenta sicuramente spes-
so: "non voglio che m si ami" .
Questo atteggiamento, che porta
ad un comportamento ostinata
mente chiuso, proviene tuttavia
anch' esso da una incipiente r
cerca di liber, pich, quado
si amati e amirati , questo
vuoi dire che si vive e che si agi-
sce conformemente alle rappre
sentazioni degli altri. Di conse-
guenza, l' aspirate alla libert di
cui stiamo parlando

si compor
ter volutamente male, con l ' in
tento di rendere evidenteagli al
t e a se stesso innazitutto la
propria indipendenza. Ma questi
sono solo falsi atteggiaenti che
possono essere purifcati soltan
to da un chiao pensae.
Gran Qate dell ' umanit si tra
scina nella vita con queste incer
tezze. Da un lato la morale inti
ma e personale forte e reclama
di essere applicata; dali ' altro
per questa morale personale
superore appae priva di libert,
dal momento che essa corri
sponde alle leggi etiche generali
accessibili a ciascuno.
Vediao dunque ala base delle
noste decisioni due cause che
sembrao opposte: l' Io potente
che esige una libert e un' origi
nat assolute - atenti non sa
rebbe un Io - e la legge etica uni
versae immutabile che deve assi
stere l ' Io per mettere ordine nel
coro astale, ma che appae mol
to ordiaa e senza originalit.
Secondo Kant, questo principio
ci universalmente mostrato.
L'uomo libero se capace di
liberasi da s e, dunque, di sba
razzarsi di tutta la soggettivit
per seguire una legge etica uni
versale. Ma qual dunque la na
tura di questa legge etica? La
legge morale che dobbiamo fare
nosta rappresenta per noi una
pressione esteriore estranea.
Una sequela di leggi tramada
teci da antenati lontani , che
dobbiamo seguire se dobbiamo
essere liberi . Questo nel caso in
cui non fossimo capaci di . in
staurale noi stessi a priori , dun
que a partire dal nulla.
In generae si considerano i die
ci comandamenti come una rac
colta di preceti di questo gene
re, rsultato di leggi tasmesse
dalla tadizione pi atica. Ma i
dieci comandamenti di Mos
non devono essere necessaa
mente considerati come direttive
infessibili . Infatti quado si leg
ge l' orginale si trova - la cosa
not - che nel testo viene utiliz
zato il tempo fturo. Nella tra
duzione di Lutero si legge: "non
devi rubae". Si dovrebbe legge
re invece pi esattaente: "tu
non ruberai , un gioro, in futu
ro". In Mos si tratta pi di pro
fezie che di comandaenti , pro
fezie che dovrebbero piutosto
essere espresse cos: "un gioro
andrai cos lontano che agirai to
tamente libero, nel senso della
legge morale universae".
L' essere umano deve arrivae
cos lontano da divenire capace
ogni volta di fondare le leggi
etiche. Esse dovranno in seguito
coincidere esattamente con
quelle gi note da molto tempo.
Non, tuttavia, nel senso kantia
no, come imperativi esteriori ed
estraei , ma ogni volta come
volont formulata da se stessi e
creata a partire dalle proprie
esperienze.
Kat ha perfettaente ragione
nel considerare la legge etica
buona e pura come una realt la
cui validit univers
a
le. Non
c' una legge morae cattiva.
Non esiste una legge paticolae
per una razza paicolare di uo
mini , o una per i rcchi e una per
i poveri n una per i nobili e una
per i contadini etc. La legge eti
ca assolutaente pura ed
uguae per tutti gli esseri umai .
Ci che scoretto situae la
legge morale da qualche pate
fuori dali ' essere umao come
proveniente da un mondo mi
gliore, oppure cercala nei libri e
negli atti giuridici , o ancora pre
sumere di poterla fondae da se
stessi ex nihilo . La pura legge
morale si trova semplicemente
impressa nel coro eterico, che
dorme in ogni essere umano, e
viene risvegliata alla chiaa co
scienza dal pensiero quando
questo dominato d
a
ll ' Io.
Se l ' essere umano ha questo pri
vilegio, alora non ha pi biso
gno di un codice di leggi con i
suoi paragrafi , n di forze di po
lizia n di capi . Ma succede
spesso che molti capi si pongano
gi al di sopra degli altri pi per
sete di potere e per dare ordini
che per mettersi a servizio del
bene comune - per questo la so
ciet, a volte, li considera osta
coli . Tai capi reprmono ancor
di pi l ' iniziativa individuale.
L' uomo libero per quel che lo ri
guarda e forse giustamente per
reazione considerer senza pre-
25
giudizi il mondo, se stesso e la
sua attivit pensante; l ' Io for
mer da s il proprio coretto
giudizio sulle cose. Egli non
vor in seguito impore al suo
prossimo la verit accolta, per
ch sa che ciascuno deve perve
nie da s alla stessa verit. Dun
que, dove troviamo in noi la leg
ge etica? In quale misura essa
anche la nostra legge? E in noi
quale istanza capace di ricono
scere l ' etica autentica?
Come abbiamo detto, troviamo
la legge nel nostro coro eter
co. Essa vi si raccolta come ri
sultato delle ingiustizie subite
nelle nostre vite terene prece
denti . Poich sopportiamo ogni
soferenza individualmente le
nostre proprie leggi si sono co
stituite da ci e si sono impres
se nel nostro corpo eterico. E
siccome abbiamo tutti le stesse
impressioni , la legge prende il
carattere di universalit. Il no
stro Io il solo capace di con
durre a chiaa coscienza attra
verso il pensiero I' etica che dor
me nel coro eterico. Le leggi
etiche sono sempre moralmente
buone e pure. Non racchiudono
la minima paricella di m
a
le.
Esse si elaborano attraverso le
esperienze dolorose della vita e
praticamente mai solo a causa
della colpa e della relativa
espiazione. Il sistema corente
della punizione e d
e
lla ricom
pensa difuso intoro a noi
inefcace.
L
etica si forma at
traverso le esperienze di ingiu
stizia che noi subiamo. Subiamo
un' ingiustizia quando una sven
tura ci colpisce nonostante tutte
le precauzioni prese per evitar
la. Queste precauzioni richiedo
no gi un livello di coscienza
suficientemente elevato.
Dali ' espiazione, invece, non
possiamo aspettaci grandi passi
avanti . Una volta riconosciuta la
colpa, la causa di essa viene
considerata come riscattata. Es
sa deve essere dimenticata il pi
in fretta possibile e relegata nel
l ' oblio. Quando abbiamo com
messo una colpa o un grave er
rore di cui sentiamo il peso, vo
gliamo rscattalo il pi presto
possibile e dimenticarlo. Che
niente possa salire alla coscien-
za! Le punizioni e le rcompen
se trasformao gli uomini in
servitori di leggi di potenze
estere a loro. Tutte le gae e
tutti i concorsi sono in questa
logica. Per quato riguada le
ingiustizie, invece, esse agisco
no nella costituzione delle no
stre leggi etiche. Esse operano
fortemente come risveglio.
Se siao vittime di un' ingiustizia
noi ci espriao subito - lo sap
piao bene - con ia, esponendo
la questione ala luce del sole nei
m dettagli . Ne iforiao
chi ci intoro prtestdo con
to l' ingiustizia stessa.
Ogni soferena concore a por
t l' lo a coscienza. n dolore ri
sveglia colui che sofre, lo incita
a difendersi e gli indica i punto
dolente, ma ache se stesso che
il solo che sente il mae. Non av
viene lo stesso con la gioia che ci
addorenta e ci disperde. Se la
soferenza viene da una punizio
ne mertata, vogliao dimnti
cala subito; se viene da un' in
giustizia, ci fa gridae con ta
sporto: "questo non si fa! ". Ab
biao qui il nostr imperativo
categorico molto personae.
Quando tutto finito, quando la
soferenza e le ingiustizie sono
superate da altri avvenimenti ,
allora giunge il momento della
tentazione. L'uomo che sia stato
trattato in modo ingiusto si tro
va in condizione di. riservare
un' identica ingiustizia ad un al
tro essere umano. Il corpo astra
le egoista, che non conosce altro
che la propria soferenza e non
sa niente del dolore e della gioia
altrui , spinge verso il m
a
le. Ma
nello stesso istante si fa sentire
il rcordo dell ' antico anatema
dell ' indignazione passata. Sale
sordamente come la voce della
coscienza. Se questa coscienza
abbastaza forte perch occu
pata dal' Io e condotta in piena
luce attraverso il pensiero, allo
ra l ' essere umano non pu com
mettere la cattiva azione. Egli
ha scoperto liberamente la legge
etica come un imperativo perso
nale: "questo non si fa! ".
Ma per questo ci vuole un Io. In
fatti se il pensiero lasciato a se
stesso come succede spesso nel
quotidiao, o se occupato da
corpo astrale egoista o da entit
estranee e dalle frustrazioni che
abitano l' astrale, allora esso si
mette a fnzionae con la sua lo
gica per ognuno di questi livelli .
Ma l ' Io capace di rcevere lo
spirituale puro, l ' intuizione, at
traverso l ' anima razionale e l ' a
nima cosciente, e di condure
cos l ' essere umano al di l di se
stesso. L'Io pone il pensiero al
suo servizio, trova nel propro
coro eterico le soferenze che
vi sono state impresse dal coro
astrale e costituisce la propra
legge che corrsponde alla legge
etica universae, ma che tutta
via sua propria produzione ori
ginae. L' Io si tova cos nella li
bert rchiesta, senza essere per
questo rinchiuso in una solitudi
ne mortale poich ha efettiva
mente trovato l ' accesso a ci
che universale.
Impaamo a percorere questi
prcessi messi i evidenza dala
Scienza dello Spirto nei libr fon
daeni di R. Steier e diven
tiao capaci di superae l ' usuae
concezione katiaa non libera.
La tentazione ci provoca per
farci commettere un' azione ca t-
26
tiva. Perch no? Dovunque si
inganna e si ruba. Che m im
porta delle prescrizioni dell ' au
torit? Che cosa hano fatto per
me queste autort? Devo sem
pre essere io l ' idiota?
Cos ragiono logicaente nella
mia interorit. Conto, si alza la
voce della coscienza, scaturta
a regioni ancora pi profonde.
E il rcordo delle ingiustizie par
ticolar vissute personalmente.
Udiamo i nostr prpr anatem
pronunciati in passato come
un' eco che sale dalle profondit.
Poi viene il momento in cui sen
za pregiudizio l ' Io, che vuole in
nazitutto essere assolutaente
libero, si trova a dover prendere
una decisione: se devo agire a
mo personale vataggio, sa
allora schiavo delle mie paico
lai impressioni . L'intuizione
talmente pi potente, tanto da
non lascia crescere tali doman
de. Nasce cos , attraverso il pen
siero chiao, la legge, ogni volta
personale, che corsponde per
a quella universale.
Articolo pubblicato sul Ho 26
della rivista Tourant - Marzo
19 9 4. Traduzione autorizata.
I TA WGMAN: ART DI GUARI R
CONOSCNZA DL 1ARMA
di Irne Diet

udol Steiner stato il


mio maestro, il mio
maestro e sar il mio
maestro in fturo". Queste furo
no le parole di Ita Wegman
( 1 876- 1 943) dopo uno dei suoi
primi incontri con il fondatore
dell ' Antroposofa nel 1 902. E si
pu dire in efetti che lei fu
un' allieva per eccellenza di Ru
dolf Steiner. Come altri inse
paabile dala storia e dal dive
nire dell ' Antroposofia nella
stessa misura di Maie Steiner
Ita Wegan a Berlino nel 1 899
che, nel novembre del 1 90 l , po
se il problema di legare l' esote
rismo teosofco orientaleggiante
al cristianesimo e fu cos all ' ori
gine diretta dell ' Antroposofia.
Ma la presenza di Ita Wegman
si rivelata decisiva solo molto
tempo dopo. Pu essere consi
derata come colei che ha spinto
la porta dei nuovi misteri inau
gurati da Rudolf Steiner durante
il Congresso di Natale del 1 923 .
Il rapporto tra Steiner e Ita Weg
man ("l ' amica di sempre") la
27
ripetizione modera di ci che
legava nell ' antichit la guida
dei misteri al suo discepolo. E
questa amicizia kamica profon
da servita come base per le ri
velazioni decisive fatte da Stei
ner a proposito del kama nel
1 924.
.
Lei gli sopravvisse di 1 8 anni -
un ciclo di nodo lunae - ma
questo legame da allievo a mae
stro rimase, rappresentando per
lei un segno di distinzione e al
lo stesso tempo un forte obbli
go, due poli tra i quali , secondo
una dinamica intera, si dispie
gano il suo lavoro instancabile e
la forza di dominare con corag
gio le difcili prove della sua
vita. Una dinamica costruita su
contraddizioni, lotte, ma anche
sconfitte.
Nel 1 993 si celebrato il cin
quantesimo aniversario della
sua morte. Sono usciti allora tre
volumi in tedesco dedicati alla
sua biograa: si tratta dell ' ec
cellente lavoro di Emmanuel
Zeylmans van Emmichoven ( 1 ) ,
rifermento per questo articolo,
che dovrebbe chiarire alcuni
aspetti della sua vita e lascia in
tuire l ' individualit che l' ani
mava. Fino ad allora non era
stato scritto n pubblicato quasi
nulla su Ita Wegman, una strana
lacuna nei confronti di colei che
non solo fu uno dei pi stretti
collaboratori di Rudolf Steiner
ma addirittura elabor con lui la
medicina antroposofica e pare
cip al suo sviluppo in molti
paesi europei .
Tuttavia Ita Wegman fa parte
delle vittime di quella Societ
Antroposofica che aveva perso
il suo centro spirituale con la
morte di Rudolf Steiner (30
marzo 1 925) e si era avviata su
oscuri cammini: nel 1 935 , nel
corso dell ' assemblea generale,
Ita Wegman, Elisabeth Vreede
corso dell' assemblea gener
a
le,
lta Wegman, Elisabeth Vreede
( 1 879- 1 943) - entambe membr
del comitato direttivo all' epoca
-, altre sei personalit molto at
tive nell' ambito dell' Antropo
sofa e oltre mille soci "ordina
ri" frono esclusi dalla Societ
Antroposofica. Fino ad oggi
nessuna di queste vittime stata
realmente riabilitata. Al contra
rio: questi esseri sono rimasti
degli sconosciuti per noi, nono
stante i rapporti spesso molto
stretti che essi avevao con Ru
dolf Steiner.
Soltanto ricerche biografiche
approfondite, che non indietreg
gino davanti alla luce cruda e
spesso dolorosa della verit,
possono oggi compensae que
sti prolungati silenzi.
LA LI NEA DI DEMARCAZIONE
TRA L'ASIA E L'EUROPA
Ita Wegman nacque il 22 feb
braio 1 876 a Giava, nelle Indie
olandesi (l' attuale Indonesia) .
Era la primogenita di una fami
glia numerosa. Suo padre diri
geva uno zuccherifcio. La sua
famiglia apparteneva dunque al
lo strato sociale agiato della co
l
p
nia olandese dell' epoca.
E interessante sapere che tra i
suoi avi vi frono molti militar.
Senza dubbio questo fatto ha un
legame con la sua fgura dritta e
fera e con alcuni tratti del ca
rattere che si manifestarono fin
dall ' infanzia: il senso precoce
del suo valore personale e un
notevole talento di organizzatr
ce. Si racconta che la piccola lta
si mettesse di fronte agli scono
sciuti in visita dai suoi genitori
e li squadrasse dalla testa ai pie
di prma di decidersi a salutali.
Era una bambina volitiva, sog
getta a violente collere ma an
che piena di gioia e di umori
smo.
La natura lussureggiante e mi
steriosa di Giava, il contatto con
la sua balia indigena (la sua
"bab"), che conosceva ancora
le tradizioni mistico-magiche
dell' antica Asia, hanno senza
dubbio svegliato in lta profondi
rcordi che fecero regolamente
la loro ricomparsa nel corso del
la sua vita e divennero un asse
fondamentale della sua ricerca:
come ridare vita agli antichi mi
steri? Nel 1 890 lta Wegman
venne in Europa per la prma
volta. Per quattro anni fequent
un istituto superiore per ragazze
a Aeim (Olanda), durante le
vacanze fece viaggi a Londa,
Paigi e Berlino per scoprire la
vita culturale del "Vecchio
Mondo".
La sua vita, svoltasi fno a quel
momento secondo uno schema
classico, conobbe una svolta de
cisiva con l' interzione tragica
e improvvisa del suo primo
amore: il fdanzato che aveva
conosciuto sulla nave che la ri
portava a Giava mor di una ma
lattia polmonare. E da quel mo
mento il suo essere profondo si
manifest sempre di pi.
Conobbe Henny Steinbruch, la
sua insegnante di canto e pia
noforte, che divent sua amica
e le fece scoprre la teosofa. I
teosof di quell' epoca studiava
no le opere di Helena Petrovna
Blavatsk ("Iside svelata", "La
dottrina segreta") e di Mabel
Collins ("La luce sul sentie
ro") . Ita Wegman adott allora
una dieta puramente vegetaria
na, che segu fino alla fine del
la sua vita (cosa che contrai
molto suo padre, dato che lei
sofrva di accessi di malaia) .
Evit deliberatamente i gruppi
frequentati dalle ragazze di
buona famiglia in et da ma
r
ito,
mentre si delineava nella sua
interorit l ' ideale di una pro
fessione personale e di una vita
indipendente.
Quando il secolo. volgeva al ter
mine, suo padre f improvvisa
mente colpito da una grave ma
lattia e questo avvenimento rap
present per lei un segno del de
stino: pot infine partire per
l ' Europa, dove studi la ginna
stica curativa C il massaggio
svedese, potendo cos mettere in
pratica una delle sue facolt es
senziali. "Chiunque avesse be
nefciato dei suoi massaggi non
l'avrebbe pi dimenticata". I
suoi pazienti, anni dopo, si ri
cordavano ancora delle sue ma-
28
ni forti come quelle di uno scul
tore.
L'Europa fu anche il luogo dove
incontr colui che doveva se
gnare in maniera decisiva la se
conda met della sua vita: Ru
dol Steiner.
Dopo molte ecitazioni Steiner
era diventato nel gennaio 1 902
membro della Societ Teosof
ca, assumendosi cos il rischio
di screditarsi agli occhi del
mondo flosofco e scientifco.
Una delle ragioni, e tra le pi si
gnifcative, era, secondo le sue
stesse parole, che la Societ
Teosofca annoverava tra i suoi
membri "personalit che pre
sentavano un grnde interesse
per il mondo spirituale" (2).
lta Wegman era una di loro.
Lo incontr quando and ad
iscriversi alla Societ Teosofca
di Berlino dove Rudolf Steiner
era stato nominato da poco se
gretaro generale della sezione
tedesca. Lui le chiese cosa fa
cesse in quella citt e lei rispo
se: "Proseguo gli studi e impa
ro a conoscere la vita".
"Fu allor che lui pos su di me
uno sguardo indagatore e mi
porse senza dire parola un pro
gramma delle sue conferenze;
evidentemente voleva dare al
l' espressione 'imparare a cono
scere la vita' un orientamento
particolare" , scriver pi tardi
lta Wegman.
"Ci intendevamo molto bene" e
Tuttavia: "assistetti di fatto solo
a poche delle sue conerenze".
Oggi questa riserva di Ita Weg
man ci appare enigmatica: da
dove veniva
"
dunque quest' esita
zione ad andare verso ci che
aveva cominciato a riconosce
re? Questa osservazione che fe
ce tent' an i pi tardi evoca
aspetti pi nascosti del destino
che la legava d Rudolf Steiner e
che trov il suo compimento
soltanto nel 1 923 (3), quando
solo qualche mese sepaava Ru
dolf Steiner dalla morte.
Quando si osserva questa vita si
ha l ' impressione di vedere a
l' opera forze interori - una co
scienza di s molto aferata se
non smisurata, una forte vo
lont, una tendenza ' marziaa'
all ' aferazione di s che osta-
colarono ci che doveva asso
lutamente realizzarsi, non fosse
che per un breve periodo: la
stretta collaborazione tra Ita
Wegman e Rudolf Steiner. La
"linea di demarcazione tra l 'A
sia e l'Europa" l i separ per
molto tempo, "immagine kar
mica ", secondo le parole di
Rudolf Steiner, che si rferiva
cos a comportamenti le cui
cause risiedevano in una vita
precedente.
Non f d' altronde rao che esse
r che furono pi tadi tra gli
amici e i pi stetti collaborato
ri di Rudolf Steiner attendessero
molto tempo prima di entrare in
contatto personale con lui, an
che se (o forse propro perch)
essi itivao il carattere decisi
vo che avrebbe avuto questo in
conto per la loro vita. D. N.
Dunlop ( 1 868- 1 935), che di
venne pi tardi segretao gene
rale della Societ Antroposofca
d' Inghiltera, fece la conoscen
za di Rudolf Steiner solo dopo
avere studiato per dieci anni le
opere. D. N. Dunlop aveva in
tuito in lui l ' iniziato che aspet
tava da molto tempo. Aveva 54
anni quado incontr per la pri
ma volta, nel 1 922, Rudolf Stei
ner, che ritrov in lui ''unfatel
lo" (4).
Tra gli allevi di Rudolf Steiner
toviao sempre for persona
lit che cercano le loro proprie
strae e ci si impegnano. Se era
no suoi discepoli spituali non
era per sottomissione incondi
. zionata. Ma, al contaio, pote-
vano legarsi a lui i tta libert
solo esseri che avessero svilup
pato dentro di s l ' elemento pu
raente individuale e che fosse
ro subito in grado di agire indi
pendentemente da lui.
Fu solo il 4 aprile 1904, due an
n dopo il loro primo incontro,
che Ita Wega si rec a una
conferenza di Rudolf Steiner
dedicata ai racconto di Goethe
"U serente verde e la bella Li
Zia". E ne rmase profondamen
te sconvolta. Alla fne della con
ferenza gli chiese "se non fosse
possibile imparare ancor di
pi nel campo della saggezza
esoterica". La risposta f un in-
vito alla Motzstrasse 17, dove
Steiner dava le sue lezioni eso
terche ad una cerchia ristetta
di allievi. Fu l che riconobbe in
lui il maesto, attraverso l' esote
rismo che lui insegnava in un
modo cos msterico e
a
llo stes
so tempo cos modero.
Gli an che seguirono si inscri
vono nell' immagine fno ad al
lora tratteggiata. A trent' anni
( 1906) Ita Wegman, su consi
glio di Rudolf Steiner, intrapre
se studi di medicina e si rec a
questo scopo a Zurigo, seguen
do questa volta un saggio consi
glio di Marie Steiner ( 1 867-
1 948) (5). Il primo giugno 1 91 7
apriva il suo studio privato, do
ve invit spesso Rudolf Steiner
in qualit di consulente terapeu
tico. Nell' estate del 1 91 8 Ita
Wegman f costretta a letto da
una forte infuenza. Rifut bru
talmente e in modo senza dub
bio molto ofensivo per l' inte
ressata l' oferta di Mae Steiner
che le proponeva d recasi ad
Arlesheim per dirigervi un ftu
ro sanatorio.
Era ancora una volta Marie
Steiner ad averle indicato dove
cercae il suo luogo di attivit.
Questo fatto non privo di si
gnifcato nella storia, piena di
confitti, dei rapporti tra queste
due donne. Ma questa volta Ita
Wegman non prese in conside
razione il suggerimento. Solo
tre anni pi tardi and ad Arle
sheim. Il suo rifuto aveva tur
bato non solo Maie Steiner -
che senza dubbio non dimentic
mai questo episodio - ma anche
Rudolf Steiner. Di questo lei
non f veramente cosciente. In
seguito ad una conversazione
che ebbe con lui, - scrisse: "Ho
riutato la proposta di andare a
dirigere. a Domach ( Arlesheim)
un centro di convalescenza. Al
momento rappori difcili. Lui
sostiene di non poteri pi con
sigliare ... E inoltre mi dice che
d'ora in poi devo compiere con
le mie sole forze ci che il mio
essere intimo mi dice di fare".
Ma Ita Wegman era abbastaza
forte da percorere il suo cam
mino. Non le mancarono mai
amici n ammirator. Era di na
tura spontanea, gaa e molto ca-
29
lorosa. Ma ebbe anche nemici e
furono numerosi quelli che la
temevano. Si racconta che per
un certo periodo ebbe il sopran
nome di "Pantera Nera". Quan
do apr, l' 8 giugno 1 921 , la sua
clinica privata ad Arleshiem
disse: "Conserva il calore del
tuo cuore, l' unico modo per
non isolati, anche se i paeri di
vergono". Una massima che re
sta di grande attualit per la no
stra fne secolo. (segue).
(l) - L'articolo, pubblicato sul
n o 1 9 di Tourant ( giugno
19 9 3 ), segue essenzialmente
l'opera in tre volumi di Emma
nuel Zeylmans van Emmicho
ven, che descrive in modo com
pleto e vivace la vita di Ita Weg- .
man. L documentazione il
futto di oltre dieci . anni di ri
cerche: E. Zeylmans van E.,
"Chi era Ita Wegman? Una do-
. cumentazione" ( non tradotto).
Ogni ordinazione possibile so
lo presso l 'editore: Edizione
Georgenberg, Rohrbacher Str
77a W-69 00 - Heidelberg ( Ger
mania). Tutte le citazioni senza
fonte indicata sono trtte da
quest'opera. Emmanuel Zeyl
mans van Emmichoven fglio
di Wilhelm Zylmans van E., se
gretario generale della Societ
Antroposofca olandese, escluso
dalla Societ Antroposofca
universale con Ita Wegman nel
19 3 5.
(2) - Rudol Steiner "L mia vi
ta", Editrice Antroposofca, Mi
lano, 1987.
( 3 ) - Come sottolinea E. Zyl

mans van Emmichoven nell'In
troduzione ai suoi tre v(lrmi, V.
nota ( 1).
.
( 4) - V biografa di Dunlop di
Thomas Meyer "D. N. Dunlop.
L sua epoca e la sua vita",
Dorach 1987, tradotto in in
glese. Dunlop venne escluso
dalla Societ Antroposofca con
Ita Wegman e Wilhelm Zyl
mans van Emmichoven.
( 5) - "Vada dunque in Svizzera!
Tutto il nostro movimento si di
riger l! ". Questa f la nota
fase "profetica " di Marie Stei
ner
LV | | LL`
| VN| U
di Uwe Wemer ( l )
vero che la "costruzione del
l' Europa" prima di tutto una
questione politica? Che sia ne
cessario trovare oggi vie politi
che per superare la forma obso
leta dello Stato-nazione inne
gabile. Ma divenendo cittadini
di uno Stato europeo, quale che
sia la sua natura, siamo, per ci
stesso, gi europei? In altre pa
role: quando i politici fanno
l' Europa, questo non ci rende
automaticamente europei . La
vera sfida non d' ordine geo
politico ma cosmopolitico. Se
non vogliamo che l' Europa ven
ga fatta senza gli europei dob
biamo chiederci che cosa signi
fchi essere europei e se siamo
pronti a divenirlo. In una citt
che ha accolto Goethe e Schil
ler, ma anche Rudolf Steiner,
questa domanda non dovrebbe
essere nu
o
va. Ma che senso
prende oggi?
I L PROCSSO DI
APPRNDIMNTO
A questa domanda Conraad van
Houten risponde in modo origi
nale: in un primo tempo - dice -
signifca essere pronti ad entra
re in un processo di apprendi
mento, pronti a riconoscere che
siamo ben lungi dal sapere tutto,
che, quale che sia la nostra et,
siamo ancora in grado di svilup
parci, s, di svilupparci grazie
alle nostre forze.
Da anni Conraad von Houten
lavora nel campo della forma
zione per adulti e in modo par
ticolare della "formazione di
foratori". In materia di forma
zione, quella degli adulti , se
condo lui, la questione chiave
del futuro. Il metodo che ha svi
luppato ha tale successo che
non riesce pi a tener dietro al
la richiesta. La rifessione sul
processo di apprendimento pro
priamente detto l ' ha portato a
scoprire i livelli pi profondi
del rapporto foratore-allievi e
a rtenere che senza una cono
scenza e una presa di coscienza
di essi un apprendimento auten
tico non sar pi possibile in fu
turo. Scopriamo cos che i pro
cessi di apprendimento sono si
mili ai processi della vita orga
nica, in quanto mettono in azio
ne nell' uomo le stesse forze. Se
ci si concentra sulle diverse
tappe, il processo di apprendi
mento permette un' assimilazio
ne in profondit, un' individua
lizzazione della materia assimi
lata. Questo ar iva fno ad una
presa di coscienza di ci che
avviene durante il sonno del
l ' individuo U che gioca un ruo
lo essenziale nell' "appropria
zione" di ci che si ha impara
to. Si fa allora l' esperienza stra
biliante del fatto che esiste un
modo particolare di lavorare
durante la notte, tanto che la fa
se ordinaiamente inconscia del
riposo notturo pu essere tra
sformata in un processo sempre
pi cosciente.
APRIR IL PROPRIO CUOR
I N PI CCOLI GRUPPI
Una volta descritti, questi pro
cessi vengono applicati in pic
coli gruppi. Si tratta di un mo
mento metodologico molto im
portante, in cui la persona non si
limita ad un apprendimento pu
ramente teorco ma comincia a
mettere in moto un vero e pro
prio processo di esperienza.
Nello scambio reciproco, sco
priamo quanto sia essenziale
l' incontro con l' altro, con colui
che, fno a un momento prima,
era un estraneo, quanto possia
mo imparae da questo incontro
30
con l' altro, imparare nuove cose
su noi stessi. Questo presuppo
ne il coraggio di aprrsi, di crea
re un "centro aperto", come lo
chiama van Houten.
Questa "apertura del centro",
del cuore, presenta allo stesse
tempo percoli e opportunit, in
quanto crollano le barriere tra
dizionali e viene messo a nudo
ci che era nascosto: i nostri er
rori e le nostre imperfezioni,
ma anche i germi di capacit
spesso insospettate che giaccio
no in ciascuno di noi. Se, di
fronte a queste osservazioni,
possiamo continuare a compor
tarci come apprendisti, sempli
cemente interessati da questo
fenomeno, allora diventiamo
capaci di distanziarci interior
mente da noi stessi. A questo
punto il seminao prevede una
serie di esercizi pratici che mi
rano ad accrescere, da un lato,
le nostre facolt di osservazio
ne e di percezione e, dall' altro,
la nostra capacit di disceri
mento. Impaae a discerere
ci che in una percezione ci
viene effettivamente comunica
to dall' oggetto e ci che vi ab
biamo aggiunto noi attingendo
alla nostra vita animica ci porta
un po' alla volta a quel punto
dentro di noi a partire dal quale
"l' osservatore si osserva men
tre osserva". Questo lavoro ci
permette di andare ben al di l
di ci che percepivamo co
scientemente fno a quel mo
mento. Ci permette di prendere
coscienza di una soglia intero
re e di una soglia estera, al di
l delle quali penetriamo in
realt spirituali di cui comincia
mo a presentire qualcosa. La
pianta, la pietra, la mia stessa
anima mi parlano una nuova
lingua, che sono in grado di
comprendere nella misura in
cui supero gli ostacoli che si le-
vano nella mia anima man ma- to di parlare. Pensavamo forse tuale. Siamo presi in un tessuto
no che avanzo verso la scoperta di aver scelto un avvenimento di legai karici. Sentiamo che
della realt e che chiedono di del tutto insignifcante e ci sia- attraverso questi legami di cau-
essere superati. mo poi resi conto che esso ha salit karmiche le gerachie spi-
peresso di porare alla luce rtuali sono all' opera in noi e
motivi ricorenti molto impor- che ci sostengono in tutto il la-
IMPARARE DAL DESTI NO tanti, forse perfino determinan- voro che compiamo su noi stes-
ti per la nostra vita. Che cosa fa si. Questo aspetto del lavoro,
Questa prma parte prepaatoria s che io agisca sempre "in quel chiamato "impaare dal mondo
del semnao, in cui "si impara modo"? Oppure perch quella spirtuale", "ricerca spirituale"
ad impaare", seguita da una persona sempre cos "cattiva" o "ricerca kaica", ci ha avvi-
seconda pae, chiamata "impa- con me? Eppure non le ho fatto cinato agli esercizi dati da Ru-
rare dal destino" o "impaae il niente! Domande di questo ge- dolf Steiner a questo proposito e
destino". Il lavoro si realizza in nere nascono dalla conoscenza alla conoscenza degli efetti del
piccoli gruppi. Ognuno sceglie di s e anche se la risposta non karma da una vita terena all' al-
un avvenimento della propria a portata di mano ci si pu tra, cio della concatenazione
vita e lo racconta agli altri. Que- sempre lavorare sopra. Perch delle azioni sulla Tera e della
sti pongono domande che per- allora non ho agito come mi tasformazione del nostro Io ta
mettono di mettere a fuoco l' av- sembra giusto oggi? Non me morte e nuova nascita. In questo
venimento in modo sempre pi n' ero forse reso conto allora? modo, molti partecipanti hanno
r
preciso. Ci rendiamo conto allo Che cosa m' impediva di agire potuto accedere ad una com-
ra che le domande degli altri co- nel modo "giusto"? Ci accor- prensione del tutto nuova del-
stituiscono per noi un prezioso giamo di avere noi stessi eretto l' entit del Cristo e del suo ruo-
aiuto. Ci mostrano che il nostro gli ostacoli che troviamo in noi . lo essenziale nella traiettora di
destino "si intesse", per cos di- La lotta contro questi ostacoli ogni anima umana.
re, con i destini di coloro che ci appare ora come un compito
sono intervenuti nel nostro cam- che dobbiamo afrontare e ve-
mino di sviluppo o nel cd ino diamo come in fondo essi siano RITROVARE SE STESSI
di coloro che noi abbiamo in- utili al nostro sviluppo persona- AlRAVERSO GLI ALTRI
contato. Esco cos da un isola- le perch materializzano le no-
mento, che spesso mi sono crea- stre resistenze, di cui abbiamo Il lavoro di Conraad van Houten
to da solo, prendendo coscienza bisogno e che no} siamo i soli a si fonda sulle ricerche di Rudolf
della pare di destino avuta in poter superare. E doloroso ma Steiner e sulle indicazioni meto-
avvenimenti vissuti da altr. In , allo stesso tempo, una libera- dologiche che egli ci ha lascia-
un terzo momento, l' esperienza zione. Perch non abbiamo pi to. La sua originalit consiste
del gruppo di scambio diviene bisogno di considerarci come nel fatto di aver sviluppato un
pate del mio destino. Ricono- un prodotto del nostro ambien- metodo di apprendimento che
sco pi chiaamente i miei limi- te ma possiamo diventare noi permette a ciascun individuo,
ti e la loro origine spirituale. Il stessi gli artefici del nostro de- nel legame con altri, spesso
("
metodo di van Houten propone stino. estranei, di prendere in conside-
di non discutere a partire da razione, in modo caloroso, sem-
esempi teorici ma di considera- plice e naturale, sfere della sua
re sempre fatti reali. Tutto ci LA RI CERCA ARMICA vita
a
lle quali non presta per lo
che abbiamo vissuto cosciente- CELLE CAUSE pi alcuna attenzione ma che
mente attraverso il processo di meritano propro di essere os-
percezione e di giudizio, nel no- C' ancora un altro aspetto. In servate con maggiore attenzione
sto "apprendimento diuro e efetti questo seminaio non si in un cammino di auto-cono-
nottro" e intoro alla proble- limitato a un lavoro puramente scenza. Il lavoro di seminaio
matica dell' incontro, viene libe- psicologico, sull ' anima, in stato strutturato e sostenuto da
ramente condiviso nel gruppo di quanto ci siamo resi conto che esercizi di percezione e da un
scambio e diviene il materale certi complessi di cause che lavoro atistico che ha accom-
concreto su cui possiamo ormai hanno determinato il nostro de- pagnato ogni fase.
esercitarci 24 ore su 24. . stino "non possono trovae spie-
gazione" nella nostra vita attua-
le, che quindi le nostre vite ter- IL COMPITO DELL'EUROPA:
SI AMO NOI GLI AUTORI DEl rene precedenti hanno avuto AI UTARE A SVI LUPPARE IL
NOSTRI OSTACOLI conseguenze che si estendono PENSARE DEL CUORE
fino alla nostra vita attuale. So-
Dopo questo lavoro, ci meravi- no conseguenze alle quali ci tro:. In che senso dunque tutto que-
glerm del modo tuto nuovo viamo ora confrontati e "supe- sto lavoro sarebbe europeo? Pr-
con cui consideriamo ora l ' av- rale" divenuto un compito ma di tutto, perch abbiamo fat-
venimento di cui abbiamo scel- esistenziale della nostra vita at- to passi avanti verso !"'essere
3 1
uomini" in modo accessibile ad
ogni essere umano, quale che
sia la sua origine. Divenire uo
mo . non appanaggio di una
razza, di un popolo o di una fa
miglia, a contrao: proprio
ci che ci perette di superare
queste categorie, non respin
gendole ma riconoscendole co
me parti di noi e accettandole. A
partire da questo momento, l ' al
tro, con la sua origine, non pi
nemico ma complementare,
un arcchimento sulla via del
divenire uomo. In secondo luo
go, abbiamo capito che abbiamo
bisogno dell' altro per procedere
nella nosta rcerca di noi stessi
e che non lo incontriao per ca
so. Per semplifcare, riferendoci
ai popoli europei potemmo dire
che i Tedeschi devono scoprire
che, per divenire uomini, hanno
bisogno dei Turchi che incon
trano sul loro cammino e che i
Turchi hanno forse qualcosa di
essenziale da impaare dai Cur
di che incontrano, i Croati dai
Serbi e cos via. Il fturo del
l' Europa non solo sopportare
l' altro ma scoprire in me il biso
gno di incontrarlo, di impaae
da lui qualcosa rispetto al mio
cammino. Non sar il peso poli
tico dell' Europa ad essere deter
mnante nel mondo ma il suo
peso umano. E questo il frtto
di un lavoro su se stessi, fatto
con il cuore aperto, con il pen
sae del cuore.
(l) Trtto da Tourant n o 51, ot
tobre 19 9 6, traduzione autoriz-
|
zata. L'articolo si rierisce ad
un seminario di "lavoro biogr
fco" tenuto a Weimar in Ger
mania (29 luglio-9 agosto
19 9 6), da Conrd van Houten
sul tema "Imparre ad impar
re - Imparre dal destino - Im
parare dal mondo spirtae"
con un particolare accento sul
"divenire europei ". Seminari
sulla biogrfa si tengono ormai
in diversi paesi europei. A Ro-
. ma , l 'l e 2 marzo scorsi, se n'
svolto uno dal titolo "Dal dop
pio all'Angelo", condotto da
Miche! Joseph, accompagnato
da un lavoro di "ar sociale"
curto da Suzanne Vsrhelyi.
Altri - di cui Kair6s dar notizia
- si svolgernno nei prossimi
mesi.

A1P
32
R NSI ONI I NFORMAZI ONI
Projekt Theater presenta
L I NI ZI AZI ONI
DI MITRA
Da un incontro pi o meno ca
suale fra professionisti del tea
tro, tutti legati ad esperienze
artistiche antroposofche e pro
venienti da otto paesi diversi
(Gran Bretagna, Italia, Olanda,
Germania, Giappone, Australia,
Svizzera e Svezia), si formata
tra i partecipanti l ' idea di tra
smettere in modo responsabile
alle generazioni pi giovani le
esperienze raccolte come attori ,
terapeuti , registi , pmsicisti, eu
ritmi sti e tecnici . E nato cos un
ensemble che si proposto di
scandagliare in modo nuovo le
di verse aree di movimento fra
euritmia, arte della parola, teatro
e musica. Come prima cosa i l
gruppo ha allestito il "Tasso" di
Goethe in diverse citt tedesche,
rifettendo nello stesso tempo
sulla funzione teatrale dei mi ste
ri , poich tutti i membri aveva
no i n qualche modo partecipato
alla presentazione dei "Mi steri
Drammatici" di Rudolf Steiner.
Venne cos approfondito dal
gruppo, che aveva preso i l no
me di "Projekt Theater", i l Mi
stero di Mitra, nato gi i n tempi
prei stori ci in India C in Persia,
che aveva avuto in seguito una
grande diffusione prima i n Per
sia, appunto, poi nell ' Impero
Romano, soprattutto fra i solda
ti e l a gente del popolo. Molti
dei suoi culti e delle sue tradi
zioni si trasfusero poi nel culto
cristiano. Dallo studio nato a
poco a poco il progetto di uno
spettacol o teatrale su Mi tra:
"Le iniziazioni di Mitra", il cui
testo stato creato dal gruppo,
a lungo provato in giro per
l ' Europa, a seconda degli impe
gni professionali dei parteci
panti , e che sar rappresentato
per la prima volta a Milano i l
10, 11 e 12 april e 1997, al Tea
tro Out Off, quindi a Roma i1 1 4
aprile 1997, al Teatro Il V asce l -
l o; poi ancora a Stoccarda, Lon
dra, Dornach e J aerna tra aprile
e maggio.
Per informazi oni rivolgersi al
l 'Editrice Antroposofica, Mila
no, tel. 02174911 97
CONVEGNO
LtGGI Dl CAMMI NO
I NTRI OR
SPI RITUAUTA'
OCCI DNTAl 1
SP RTUAUTA'
ORI NTAl
A CONFRONTO
relatore Pietro Archiati
Roma, 24-27 aprile 1 997
Sala Congressi C. I. F. I. - Ferro
vie dello Stato
edificio della Stazione Termini
Piazza dei Cinquecento, 32
ingresso disabili : via Giolitti , 32
L' uomo modero viene letteral
mente divorato dalla vita attiva.
La vita contemplativa sta proprio
per questo torando di moda.
Tutti si i nteressano di tecni che di
meditazione, di yoga, di Zen . . .
Insomma, l ' uomo del materiali
smo va in cerca di spiritualit.
Ma proprio qui il punto: la re
l i gi one tradi zionale del l ' oc
ci dente ha abituato l ' essere
umano a una spiritualit avulsa
dalla vita, che scorre parallela
alle faccende non sempre pul ite
della vita reale. Una spiritualit
di rifugio, di consolazione, di
interiore ri sarcimento dei danni ,
ma non una spiritual it capace
di evitarl i . Molti sono perci ri
corsi alla spiri tualit orientale.
Ma ci fa sorgere la domanda di
fondo: questa spiritualit, che
la pi antica che vi sia, proprio
i n grado di trasformare l a vita
quotidiana del l ' uomo moderno
all a prese con la scienza e con la
tecnica di oggi ?
La scienza dello spirito di Ru
dolf Steiner vuoi tornare al vero
Cristianesimo, alla spiritualit
del Verbo incarnato che trasfor
ma la vi ta quotidiana reale. Le
leggi del cammino interiore ti
diventano la terapi a pi efi cace
per tutte le malattie. Anche la
quotidiana meditazione diviene
un assiduo ma giovevole l avoro
su di s per mantenersi degni
del mondo e degli uomini .
Pietro Archiati
Temi deHe conferenze:
- Spiritualt orentale e mate
rialismo occientale: verso un
incontro o verso uno scontro?
- Come stabilire il giusto rap
porto ta il cammino interiore e
la vita quotidiana e sociale.
- Puriicazione del pensiero,
dell volont e del sentimento:
atenzione, intenzione, disten
sione.
- Tecniche di meditazione: cri
teri per una vita meditativa
consona ai nosti tempi.
- L'ottuplice sentiero del Bud
dha: come ne parla il Buddha
vivente al'uomo d'oggi?
- Il rapporto personale con
l'Essere dell'Amore come sor
gente e ideale del cammino in
teriore.
Per la copertura delle spese or
gani zzative si richiede entro il 7
aprile un versamento non resti
tuibile, con valore di i scrizione,
tramite vagli a postale ordinario
a favore di : Stefani a Carosi , Via
Augusto Bevignani , 12, 00162 -
ROMA pagabile nell ' agenzia:
ROMA 121, circ. ne Nomentana
248 specificando: causale del
versamento , nominativo, indi
rizzo, Cap, telefono; L. 50. 000
partecipazione all ' i ntero conve
gno (studenti 25. 000) ; L. 70. 000
(convegno e lezioni di euritmia)
(studenti 35. 000) . Per una si n
gola conferenza 15. 000.
L' apprezzamento economico
del relatore Pietro Archiati e
del l ' euritmista Maria Gabriella
Pietrosanto rimesso alla l ibera
valutazione dei partecipanti al
convegno.
A I R D S
Direttore responsabile:
Clara Roman
Hanno collaborato a questo numero:
Loredana Conti, Enrica Ligi, Minerva Munzi, Marta Piccarozzi, Stefano Rofena
Illustrazione di copertina:
Macrina Viscardi
A l R D S - Bimestrale dell'Associazione Culturale Source
Viale delle Milizie, 76 - 00192 Roma
Una copia L. 8.000 - Abbonamento annuale L. 50.000; estero L. 60.000
c/c postale 92708007 intestato a:
Associazione Culturale Source, Viale delle Milizie, 76 - 00192 Roma
Stampa: AZ Photocomp s.r.l. - Via A. Ferrero 17 - Roma

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