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ARCHEOLOGIA TEORICA

UNA TEORIA PER LA PRATICA NOZIONE DI ARCHEOLOGIA Larcheologia la disciplina che studia le civilt e le culture umane del passato e le loro relazioni con lambiente circostante, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato (architetture, manufatti, resti biologici e umani), ed ha lo scopo di ricostruire la storia attraverso i reperti ritrovati. Nasce con Tucidide nel V sec. Ogni ritrovamento necessita di metodi ben impiegati per poter far parlare loggetto in questione. Bisogna evitare errori e distrazioni altrimenti il reperto resta muto (se non si riesce a farlo parlare, larcheologia diventa erroneamente mistero non esistono misteri in archeologia ma solo non conoscenza). Gli archeologi devono riuscire ad analizzare il reperto attribuendogli una datazione, un utilizzo, rifacendosi a fonti storiche; e la ricostruzione storica deve sempre relazionare le osservazioni condotte nel presente con il passato che si cerca (gli archeologi devono, con metodi efficaci, trovare risposte altrettanto efficaci alle domande che si pongono). Larcheologia teorica un settore dellarcheologia che ha per oggetto lo studio delle teorie archeologiche e delle metodologie di ricerca. CONTRO GLI SPECIALISMI Il pi delle volte larcheologia teorica non viene presa in considerazione o viene comunque sottovalutata per lasciar spazio alla pratica. La teoria rappresenta invece uno strumento utile per la pratica, in quanto indirizza il proprio procedere, i modi e i motivi che inducono ad effettuare delle scelte, delle analisi, delle ricerche. Larcheologia teorica va quindi distinta ma non disgiunta dalla pratica. TEORIA, METODOLOGIA E PRATICA DELLA RICERCA Queste tre componenti sono strettamente collegate, come i piani di un edificio dove ciascun archeologo pu scegliere di muoversi liberamente da un piano allaltro o soffermarsi su uno in particolare. In molti lavori si parla di eseguire criteri di classificazione di materiali, di stratificazione, di applicazione tecnologica; sono tutti strumenti che derivano da idee e teorie di archeologi, in cui, ogni archeologo potr muoversi liberamente scegliendo metodi che ritiene pi confacenti al proprio progetto. Ad esempio, nel caso degli archeologi di tradizione storico-culturale, il loro un procedimento di classificazione intuitiva mentre ad es. i New Archaeologists sviluppano tassonomie numeriche. Bisogna ricordare che, indipendentemente dalle idee degli archeologi, ci sono ovviamente metodi migliori di altri che garantiscono una pi corretta acquisizione di dati. Nel corso del tempo, attraverso varie ricerche, si passati dal semplice sterro allarcheologia stratigrafica che mira alla comprensione dei modi di formazione dei depositi, per poter risalire alla storia del territorio e allambiente antico e ad una pi corretta classificazione dei reperti. Oggi quindi questo metodo sicuramente quello che offre pi dati possibili di ogni altra indagine. Praticamente, essa consente di rimuovere strati di terreno rispettando la successione cronologica e di documentare i materiali che vi sono deposti, collocandoli in una precisa sequenza cronologica relativa. AL MERCATO DELLE IDEE Larcheologia non solo riportare antichi ritrovamenti e manufatti, in essa infatti sono subentrate idee maturate anche in altri campi come quello antropologico, storico, economico e anche a seconda dei momenti: religioso, filosofico, sociologico, geografico. Storici ed antropologi spesso si disinteressano del modo in cui larcheologo costituisce le proprie interpretazioni. Questo perch essi non sanno utilizzare i dati di cultura materiale, mentre agli archeologi stato applicato lo stereotipo di coloro che si interessano solo dei cocci. Per questo che gli archeologi cercano di costruirsi teorie tutte nuove, ma non possono negare il legame che larcheologia ha con altre discipline da cui forse essa indissolubile.

TEORIA E STORIA DELLARCHEOLOGIA Le storie delle archeologie di cui si dispone si sono ampiamente utilizzate per cui sono il pi delle volte semplici storie delle scoperte in cui poco spazio lasciato alle idee. Le storie dellarcheologia in tutti i suoi molteplici aspetti, compresi i lavori biografici, la sequenza delle scoperte, le varie innovazioni che si sono susseguite nei metodi, sono lavori importanti per la storia delle idee. A tal fine viene ricordato il paradigma di Thomas Kuhn (1999), storico della scienza, che ci dice che la scienza attraversa ciclicamente alcune fasi a seconda di come essa operi. Il paradigma kuhniano un insieme di idee, leggi, teorie, metodi e strumenti, accettato dai membri di una data comunit scientifica e che ne orienta la pratica quotidiana di ricerca. Le rivoluzioni scientifiche che segnano i diversi momenti della storia della scienza, non vanno considerate come confutazioni di singole ipotesi ma come mutamenti complessivi degli orientamenti teorici e delle procedure sperimentali di una comunit scientifica. L'insieme di tali orientamenti (idee, leggi, metodi, strumenti) chiamato paradigma: le rivoluzioni scientifiche sono il passaggio da un paradigma allaltro. La prima fase di Kuhn consiste nellaccettazione, da parte della comunit scientifica, del paradigma, da cui non si torna indietro. Una volta definito il paradigma ha inizio la Fase 2 la scienza normale. In tale fase vengono sviluppati gli strumenti di misura con cui si svolge l'attivit sperimentale, vengono prodotti la maggior parte degli articoli scientifici, ed i suoi risultati costituiscono la maggior parte della crescita della conoscenza scientifica. Vista la diversit dei settori della scienza, possibile che coesistano anche pi paradigmi diversi tra loro. Durante la fase di scienza normale si otterranno successi, ma anche anomalie (problemi nel paradigma che non appaiono risolvibili). Fase 3 Lo scienziato normale, da buon risolutore di rompicapo quale , tenta di risolverle. Il riconoscimento di un'anomalia non tuttavia sufficiente, di per s, a provocare una rivoluzione scientifica. Quando il fallimento particolarmente evidente, pu avvenire che l'anomalia metta in dubbio tecniche e credenze consolidate con il paradigma, aprendo cos la Fase 4 la crisi del paradigma. Come conseguenza della crisi, in tale periodo, si creeranno paradigmi diversi. Questi non nasceranno quindi dai risultati raggiunti dalla teoria precedente ma, piuttosto, dall'abbandono degli schemi precostituiti del paradigma dominante. Si entra cos nella Fase 5 la rivoluzione scientifica: si aprir una discussione all'interno della comunit scientifica su quali dei nuovi paradigmi accettare. Per non sar necessariamente il paradigma pi vero o il pi efficiente ad imporsi, ma quello in grado di catturare l'interesse di un numero sufficiente di scienziati e di guadagnarsi la fiducia della comunit scientifica. I paradigmi che partecipano a tale scontro, secondo Kuhn, non condividono nulla, neanche le basi e quindi non sono paragonabili. Viene cos nominato il nuovo paradigma che risolver la crisi, e la scienza sar riportata a una Fase 1. TEORIA E PREISTORIA Molti pensano che larcheologia teorica riguardi solo gli studiosi preistorici anche se una teoria non condivisa. In tutto il mondo i preistorici studiano spesso contesti tanto complessi che non avrebbero motivo di approfondire questioni teoriche se non ne vedessero lutilit. Vi sono archeologi text aided che studiano fonti scritte, disponendo di unampia tradizione storiografica; gli archeologi text free sono pi liberi e spesso non dispongono dellaiuto delle fonti e devono quindi ragionare sullinterpretazione dei reperti. La distinzione non tra preistoria e storia ma tra quegli archeologi che studiano periodi per i quali si dispone di ampia documentazione e quelli che non hanno tali informazioni, pur essendo talvolta interessati a fenomeni successivi alla diffusione della scrittura (es. mondo rurale di alto medioevo, dove le fonti sono scarse). TEORIA E PRESENTE Oggi larcheologo spesso deve confrontare le sue esigenze di ricerca con altre di altre persone; ci porta a due nette riflessioni:

1. larcheologia non disciplina neutrale rispetto al mondo in cui opera (ognuno si schiera a seconda della propria politica interpretando le ricerche e il passato a proprio modo); 2. larcheologia teorica si occupa da cari anni anche della corretta conservazione dei beni repertati, alla loro valorizzazione, al loro uso a scopo didattico, culturale ed economico. Larcheologia teorica non pu oggettivamente dimostrare che quel che si fa importante o giusto; spesso questi giudizi dipendono da considerazioni di natura sociale e politica. ARCHEOLOGIA E SCIENZA Spesso, larcheologia viene considerata una scienza (quel procedere in cui lattenta selezione di dati e metodi consente di svolgere ricerche le cui conclusioni non dipendono dallopinione del ricercatore), che cos come tutte le scienze pu essere messa in discussione. In archeologia distinguiamo quattro modi per usare il termine scienza: il primo vuole che una ricerca sia detta scientifica perch condotta con rigore e con metodo (quindi scientifico qui sinonimo di moderno, pi allavanguardia, che usa metodi e tecniche specifiche). Per molti, larcheologia intesa anche come una scienza umana connessa con lantropologia, la sociologia e la psicologia; per altri una scienza storica che studia i processi e levoluzione del tempo. Ma lunico vero modo per larcheologia di essere scienza si ha quando essa procede ad analisi chimicofisiche dei reperti. Larcheometria viene oggi riconosciuta come componente essenziale di ogni ricerca, il settore scientifico dellarcheologia (si occupa dello studio scientifico con analisi di laboratorio dei materiali e dei contesti naturali in cui essi si sono ritrovati). Larcheologia non pu essere mai solo scienza, perch ha sempre bisogno di uninterpretazione umana e storica, che consenta di leggere il reperto in tutte le sue sfaccettature. PUNTI FERMI Viste le varie contraddizioni nellarcheologia, ci sono pochi punti fermi su cui basarsi, di cui non si ha certezza assoluta ma che vengono dati per scontati: 1. Vi sono testimonianze materiali di vario genere ed origine per provare che il passato esiste. 2. Durata massima della vita umana (per capire i periodi di distanza che intercorrono tra personaggi storici), effetti della forza di gravit (per la formazione delle stratificazioni), caratteri fisici dei materiali. 3. Le difficolt che si incontrano studiando i reperti del passato. Christopher Hawkes nel 1954 defin la questione con una scala di ordini riconoscendo difficolt crescenti. Essa non esclude che studiando settori pi facili (aspetti materiali), si possa risalire ad altri (aspetti simbolici e rituali). Teoria e fantarcheologia Alcuni studiosi, definiti fantarcheologi, si occupano di cercare prove archeologiche degli alieni sulla Terra. Questi si sentono ostacolati dallarcheologia e sostengono di voler celare le loro scoperte perch sconvolgenti. Invero la fantarcheologia non altro che disinformazione, accompagnata al ricorso di congetture campate in aria e reperti falsi. Il mistero in archeologia non esiste, solo non conoscenza che erroneamente viene celata da un alone misterioso.

LA NASCITA DI UNA DISCIPLINA LE VERITA RIVELATE Dal Rinascimento i reperti antichi iniziarono ad essere utilizzati a scopo di ricostruzione storica. La Chiesa, affidandosi alla ricostruzione biblica delle prime vicende umane, tent di frenare questo tentativo e solo con lIlluminismo si giunse a riconoscere sia leguaglianza degli uomini sia il diritto di fare ricerca contro ogni dogma. Le storie dellarcheologia ci dicono che fin dallantichit luomo ha sentito lesigenza di raccogliere reperti di epoche a loro precedenti sia per il loro valore, sia per scopo mitico e religioso. Di origine medievale era una visione del mondo e della storia basata sulle letture bibliche; essendo queste verit rivelate, non fu lecito porle in discussione, in quanto in tutti gli eventi vi era locchio vigile di Dio e che luomo lunico essere creato a Sua immagine e somiglianza, pertanto la natura fu creata con scopo preciso e con un significato morale. Con il Rinascimento molti studiosi osservarono fenomeni naturali come laffiorare in zone di montagna di fossili marini, ossa, punte di selce simili a frecce, e si chiedevano chi fosse stato ad erigere tumuli e megaliti. Importanti furono i primi scavi condotti nel 700: quelli di Pompei del 1734, lo scavo scientifico di Jefferson del 1784, quando scav una trincea attraverso un mound funerario nelle sue propriet in Virginia, il quale gli permise di riconoscere diversi livelli della trincea e di notare che molte delle ossa umane presenti erano conservate meno bene nei livelli inferiori. Da ci egli dedusse che il mound era stato riutilizzato come luogo di sepoltura in molti momenti diversi. Nessuno scavo allora fece compiere grandi passi in avanti nella conoscenza del passato pi remoto, a causa della Chiesa, che assegnava un breve periodo di tempo alla passata storia delluomo. Infatti, fin verso la met dell800 la Chiesa, subordinando ragione ed evidenza alla fede, contrast le idee di alcuni studiosi che avevano maturato in base ad osservazioni geologiche e naturalistiche prima ancora di quelle archeologiche, soprattutto riguardo allantichit della Terra e della specie umana, per cui scomunic alcuni scienziati e studiosi (Es. Darwin) e ne obbligarono altri allabiura. Nel 1656 il nobile francese Isaac Lapeyrre fu processato per aver scritto il trattato Preadamitae, in cui si discuteva dellesistenza di epoche precedenti alla cronologia biblica. Gli uomini della Chiesa si diedero da fare per screditare le prove della contemporanea esistenza di uomini primitivi e di animali estinti perch ci era in contrasto con la descrizione del Diluvio universale, poich poteva provare lesistenza delluomo prima del Diluvio e quindi di una preistoria delluomo. Intanto i ritrovamenti diventavano sempre pi numerosi. Georges Cuvier riconobbe i fossili di specie estinte e individuando molte brusche interruzioni ed estinzioni di massa durante le ere geologiche, cap che oltre al Diluvio vi furono pi catastrofi (catastrofismo). Egli accett cos il fatto che la Terra fosse di origine molto antica. LA PREMESSA ILLUMINISTA A partire dal Rinascimento (XIV sec.) inizi il progresso e in tale contesto poi si svilupp lIlluminismo, movimento innovatore nel campo della ricerca, che giunse ad una nuova visione del mondo. Esso fu soprattutto affermazione di libert e di ricercare senza pregiudizi in ogni settore, portando nel 700 alla nascita delle Sciences de lhomme. Diderot annunciava unapertura alle innovazioni e il rifiuto dellautorit. Il progresso pensato come qualcosa di naturale ed inevitabile per migliorare la vita e controllare la natura. I popoli primitivi erano ritenuti limitati nel loro ambiente e con il loro clima, dopo la Rivoluzione francese i popoli pi avanzati ed acculturati cominciarono a disprezzare quelli pi arretrati imponendo spesso acculturazioni forzate e commettendo genocidi. Due capisaldi fondamentali per le prime conquiste archeologiche e storiche e per lo studio del passato: 1. paradigma delle tre et 2. leggi dellevoluzione naturale IL PARADIGMA DELLE TRE ETA Per il pensiero archeologico, lanno 1797 fu detto annus mirabilis in quanto in una lettera linglese John Frere descrisse utensili antichi datandoli ad un periodo precedente allet storica. Si inizi da allora a riconoscere sistematicamente utensili

preistorici e la loro associazione con le specie estinte. Nel 1816 lo studioso danese Christian J. Thomsen, che catalog i reperti della Reale Commissione danese per la salvaguardia e la collezione di antichit, pose un criterio cronologico che divenne il primo paradigma condiviso da tutti gli archeologi: luniversale successione di tre et caratterizzata dalluso della pietra, del bronzo e del ferro. Egli cos classific i manufatti distinguendone luso e limportanza, seppe distinguere una sequenza di periodi e collocare in essi anche vari aspetti del rituale funerario. Si stabil il principio che attraverso lo studio e la classificazione dei manufatti di epoca preistorica si poteva arrivare a dedurre una sequenza cronologica e lo studio sistematico dei reperti portati alla luce. I critici si soffermarono a chiedersi come mai lo studioso non avesse basato le sue ricerche anche sullet del vetro, del legno o delloro ma ci non toglie che nel volgere di pochi anni il sistema delle tre et fu universalmente riconosciuto come valido. Jens J. Worsaae fece scavi stratigrafici per verificare che le diverse et furono caratterizzate da forma ed ambienti diversi. I due studiosi insieme crearono il primo e affidabile sistema di cronologia relativa che ebbe come conseguenza pratica la possibilit di una storia delluomo anche per i periodi antecedenti le forme scritte. Lo scozzese Daniel Wilson, utilizzando lo schema delle tre et, us il termine preistoria per il periodo e le popolazioni senza nome che riteneva possibile studiare archeologicamente. LA GEOLOGIA ATTUALISTA E STRATIGRAFICA Nell800 larcheologia divenne una disciplina ben definita anche grazie ai risultati della geologia. Entrambe le discipline, comunque, fino a tale secolo erano condizionate nel loro evolversi da pregiudizi religiosi, soprattutto circa il diluvio. Nel trattato dellinglese Charles Lyell, Principi di geologia, erano segnate le conclusioni a cui lo studioso era giunto: un tentativo di spiegare gli antichi cambiamenti della superficie della Terra facendo riferimento a cause ora in azione. Egli spieg che i mutamenti geografici e morfologici avvenuti in passato erano la conseguenza di fenomeni simili a quelli osservabili nel presente. Ci significava rifiutare le concezioni di diluvi perch studiando il presente si pu comprendere il passato (condizioni geologiche antiche analoghe a quelle presenti e cambiamenti lenti e costanti uniformitarismo, opposto al catastrofismo di Cuvier). LEVOLUZIONE NATURALE Fino alla fine del700 luomo, cos come gli altri esseri viventi, erano considerati immutabili. Solo a seguito di alcuni rinvenimenti il tema dellevoluzione degli esseri viventi divenne sempre pi importante. Nel 1794 Jean Baptiste de Lamark evoc una teoria evoluzionistica secondo la quale lo sviluppo della vita di alcuni organi poteva trasmettersi ereditariamente alla generazione successiva, i cui caratteri si modificano nel corso del tempo. Charles Darwin descrisse levoluzione degli esseri viventi come un effetto di tante casualit nelle trasmissioni dei caratteri ereditari. Il suo principio era basato sul pensiero che a fronte di numerosi casi di variazione, secondo il principio di selezione naturale, sopravvivevano gli individui che si adattavano meglio allambiente pi degli altri, e in grado di riprodursi con maggior successo, trasmettendo per via ereditaria alla prole i caratteri vantaggiosi, che nel tempo si modificano in misura tale che si origina una nuova specie. Sicch la Chiesa ebbe una reazione a dir poco furiosa e le teorie di Darwin ebbero vita difficile. Si sostenne che lo sviluppo biologico provato da Darwin fosse analogo allo sviluppo culturale ed emotivo (preso a modello come pregiudizio razziale) e ci dimostrava linferiorit dei popoli primitivi attuali additati come miserabili e depravati. Solo gli europei e particolarmente a quelli appartenenti agli alti ceti erano la parte migliore dellumanit. Tale tesi fu definita darwinismo sociale e fu sostenuta prima di tutti dallarcheologo inglese John Lubbork, lautore di Pre-historic times. Si arriv a ritenere le attuali popolazioni primitive senza storia e quindi a non ricercarne le testimonianze pi antiche, non curandone le cronologie. Comunque il contributo di Darwin (Lorigine della specie, che non trattava della storia degli uomini), assieme a quello di Lyell, hanno un valore di base solidissimo su cui fondare larcheologia. Le loro teorie hanno infatti condizionato molti nuovi paradigmi. Nella pi recente Evolutionary Archeology si nota lapplicazione del pensiero di Darwin in archeologia, valutando ladattamento ambientale e considerando levoluzione dei comportamenti a seguito della trasmissione di conoscenze da una generazione allaltra, cercando di capire

quanto questo potesse influire sulle capacit riproduttive. Levoluzione interessa una popolazione di individui differenziati non solo biologicamente, ma anche per capacit intellettive. LA STORIA E DI CLASSE Anche Karl Marx leg la sua ricerca di carattere storico alla necessit di capire il mondo per trasformarlo, avendo contro molti oppositori che per non hanno ritenuto trascurabili le sue idee, per cui ancora oggi Marx occupa un posto di rilievo nella storia del pensiero moderno e di conseguenza anche nella storia dellarcheologia. Nella sua Critica delleconomia politica linteresse fu orientato verso epoche pi recenti, capitalistiche, per le quali si riconosceva un salto qualitativo rispetto al passato, trascurando cos le epoche prefeudali. Marx usava poco la distinzione tra la base reale della vita (struttura) e gli aspetti ideologici da essa dipendenti (sovrastruttura). Lo strutturalismo la base della formazione di una societ e diventa nell800 lo scontro con lidealismo che imperversava. Storicismo e strutturalismo sono correnti fondamentali per larcheologia. La struttura si configura come la base nascosta della societ ed definita storia reale formata dalle forze produttive che legano risorse materiali e umane alla conoscenza e alla tecnologia, e dai rapporti produttivi ovvero organizzazione della produzione e gli scambi. La sovrastruttura (politica, religione, filosofia, arte, modi di vita) fondamentale affinch si abbia un certo modo di produzione, ma dipende comunque dalla struttura. Marx sapeva dellimportanza delle scelte degli uomini, anche di quelle irrazionali ed extraeconomiche, ma riteneva che quelle fondamentali fossero quelle razionali, da cui si potessero capire gli altri aspetti della societ. Per Marx lo schema evolutivo dei diversi modi di produzione di fondava sulla propriet e sulla divisione del lavoro: da una primitiva societ tribale a quella divisa per classi e differenti modi di produzione. Marx ha quindi ordinato, in sequenze evolutive, i diversi modi di produzione caratteristici di ogni societ. Il paradigma marxista relativo alla preminenza della struttura sulla sovrastruttura in archeologia molto diffuso. LEVOLUZIONE SOCIALE Lo studio delle comunit primitive da parte degli etnografi costitu unimportante fonte per gli archeologi, che cercavano di spiegare i modi di vivere degli uomini primitivi. A partire dal XVIII sec. i primitivi avevano posto grandi problemi agli uomini di scienza, problemi relativi alla creazione delluomo, lorigine della societ, la sua evoluzione. Nella met dell800 si ricorse al metodo comparativo (comparazione delle evidenze e degli oggetti simili.), gi usato il precedente secolo per riconoscere luso di oggetti antichi e sperimentato in geologia da Lyell. In archeologia fu utilizzato per paragonare alcuni gruppi di interesse etnografico a popoli paleolitici o neolitici i cui resti erano noti da ricerche archeologiche. Fu usato dallantropologo Lewis H. Morgan per lelaborazione di uno schema di validit universale basato sulla conoscenza diretta di situazioni etnografiche e di fonti greche e romane; esso distingueva tre periodi etnici caratterizzati da variabili economiche e da specifiche forme organizzative sociali e familiari: dal matrimonio di gruppo alla moderna famiglia nucleare, dalla trib allo stato; sostenne che le societ umane si fossero evolute dallo stato selvaggio, a quello barbarico, alla civilt. Tale schema generalista fu rifiutato da Franz Boas e da antropologi interessati alla ricerca delle peculiarit distintive di singoli gruppi. Alcuni archeologi, poi, pensano allevoluzione sociale come conseguenza della ricerca di maggior benessere. LE SPIEGAZIONI DEL CAMBIAMENTO Il paradigma di Thomsen sulle tre et non riusciva a spiegare perch vi fosse stato il cambiamento tra le tre et. Alcuni studiosi riconobbero che si doveva tener conto di situazioni intermedie, conseguenza di scambi commerciali, alleanze e matrimoni Interessante fu il lavoro di molti studiosi che effettuarono analisi accurate e seriazioni a livello regionale. Gli studiosi spiegarono la presenza degli stessi elementi culturali in diverse aree geografiche ricostruendo i contatti, le influenze, i movimenti migratori e gli scambi che possono essersi verificati in epoche diverse tra un gruppo e laltro. Secondo questa impostazione, la storia dei popoli pu essere ricostruita ripercorrendo la diffusione, da un paese allaltro,

delle innovazioni sociali, tecniche, mitologiche, religiose, di sfruttamento delle risorse... Le culture furono considerate come un insieme di elementi derivati da una serie di prestiti accidentali tra popoli vicini e lontani. Tale corrente di studio fu chiamata diffusionismo, che inizi con Boas. Alcuni studiosi videro nellEgitto e nella Mesopotamia lorigine di ogni civilt, tesi che ebbe grande successo (ritrovamenti, in altri luoghi, che mostrano caratteristiche derivanti da quelle civilt). Si sostenne che la crescita della societ europea fu la conseguenza di fenomeni di acculturazione dai centri orientali. Altra tesi fu quella del migrazionismo lipotesi dello spostamento di intere popolazioni da una parte allaltra del continente europeo gi nella preistoria. Diffusionismo e migrazionismo si sono rivelate spiegazioni che non risolvono, ma rimuovono il problema del cambiamento culturale, ma sono comunque teorie che non vanno rifiutate (Es. diffusione di alcuni manufatti in conseguenza allo spostamento di artigiani che cos esportano le proprie conoscenze tecniche, e lArcheologia del contatto studia le interazioni tra indigeni ed europei in seguito alle esplorazioni geografiche). La prima grande conquista La pi grande conquista dellarcheologia fu un paradigma sancito da Gabriel de Mortillet nel 1867, quando scrisse: Legge del progresso dellumanit, legge dello sviluppo parallelo, alta antichit delluomo. Questultima affermazione pose fine a molti dibattiti in cui levidenza archeologica e geologica era stata negata per rispetto alla Bibbia. Egli indicava, come alta antichit delluomo, un campo di ricerca nuovo che poteva essere subito spiegato grazie al progresso. Lombrichi e metodo storico Darwin studi gli effetti dellattivit dei lombrichi nel livellare il paesaggio e nel provocare il seppellimento di oggetti, capendo che i cambiamenti, sia del suolo che di una specie o societ, siano spesso esito di processi cumulativi di migliaia di individui. Attraverso questo sistema spieg che osservando il piccolo si pu ricostruire una storia ed impostare una metodologia di ricerca.

CONSOLIDAMENTO E TRADIZIONE ARCHEOLOGIA E STORIA DELLARTE (WINCKELMANN) Per gran parte del 900 la storia del pensiero archeologico ruot intorno a due questioni: limportanza dellarte antica e la definizione di ci che deve intendersi per cultura. Larcheologia del mondo greco e romano viene definita classica e nelle Universit italiane tra gli insegnamenti vi Archeologia e storia dellarte greca e romana. Larcheologia, intesa come storia dellarte classica, ha un ruolo importante nella formazione degli archeologi italiani. Personaggio di riferimento per la nascita dellarcheologia classica Johann Joachim Winckelmann (1717-1769), vissuto nel 700, secolo dei lumi e della revisione delle problematiche legate al concetto dellantico. Egli scrisse Storia dellarte antica (1764, molti studiosi sono concordi nel fissarla come data di nascita della moderna archeologia), studiando larte greca in particolare delle statue ricorrendo a fonti scritte e copie romane per stabilire attribuzioni cronologiche, un libro di estrema importanza per lintroduzione della storia dellarte come materia di conoscenza (nel libro non si limit a semplici descrizioni di reperti ma ad una storia mitizzata che raccontasse la nascita e levoluzione dellarte classica). Riconobbe la superiorit dellarte greca e sostenne limportanza di giungere ad una comunanza emotiva con gli antichi. Da ci il Neoclassicismo e il credere che lo studio dellarte sia fondamentale per la comprensione della storia. Egli era un precettore tedesco dei figli di un cardinale e con questi si rec a Roma, divenendo prefetto dellantichit per conto del Vaticano e ove mise ordine tra alcuni reperti. Winckelmann cerc di trovare ci che identifica lessenza dellarte, ovvero una ricerca dellestetica, dello stile. Egli adott il criterio dellevoluzione degli stili cronologicamente distinguibili. Winckelmann spieg come nel mondo antico si fosse giunti a canoni di bellezza e perfezione definita classica, raggiunta dalla Grecia verso il V secolo nellimitazione della natura, frutto di una societ civile e perfetta. Per cui arte e civilt erano ritenute legate. Winckelmann sistem tutto questo materiale e riconobbe stili e periodi: - lAntico larcaico fino a Fidia - il Sublime Fidia V sec. a.C. (bellezza superiore, ideale, che coinvolge lanimo umano in sensazioni profonde) - il Bello da Prassitele a Lisippo (bellezza che lega armonia, equilibrio, compostezza; si raggiunge realizzando una sintesi superiore dei singoli aspetti belli presenti in natura) - la Decadenza arte ellenistica e romana (perch lavora su copie) Il classicismo di Winckelmann ha per dei limiti nel suo concetto di bello e classico. Egli infatti sbagli nel non considerare lopera darte dal punto di vista storico, ma solo estetico, in quanto non si deve prendere il periodo classico come esemplare nellarte, perch ogni periodo storico ha prodotto una sua peculiare tipologia artistica, espressione di ideali, cultura, volont artistica degli uomini di quel dato periodo. Non si possono escludere opere perch sono meno belle, poich sono comunque espressione di unera. Winckelmann conosce le fonti antiche in quanto si rispecchia ed elabora ci che Plinio dice in un suo passo: larte mor dopo unolimpiade (296 a.C.) per rifiorire con unaltra (156 d.C.). Plinio, in tal modo, stabilisce ci che corrisponde alla fase ellenistica e parla di fine dellarte dopo Fidia; il concetto classico sviluppato da Winckelmann risale a Plinio. Sempre a Winckelmann si deve la nascita del Neoclassicismo, con la diffusione di ideali di grazia (equilibrio) e armonia, che devono accordarsi con un ideale artistico improntato a quieta grandezza e nobile semplicit (calma olimpica). Winckelmann fu ucciso da uno sconosciuto in circostanze equivoche. Nel corso dell800, soprattutto grazie studiosi tedeschi, vi fu un approccio pi rigoroso con larte antica, lapproccio filologico simile al lavoro degli storici che, dal confronto di pi versioni medievali di uno stesso testo, risalivano alloriginale greco o latino (erudizione, sistematicit nei confronti, rifiuto del dilettantismo). Il paradigma caratterizzante larcheologia classica dalla sua nascita fino a parte del 900 il ritenere preminente lo studio delle manifestazioni artistiche per comprendere le societ antiche. I filologici consideravano antiquario il lavoro degli archeologi che si dedicavano alle stratigrafie e ai siti e si allontanavano dallarte. Fra gli archeologi legati alla filologia c Heinrich Schliemann, che si occup per anche di stratigrafia per risalire ai tempi pi antichi (). Con il tempo lerudizione filologica giunse a

ricostruzioni pi corrette di quelle di Winckelmann, ma la superiorit dellarte greca non venne scalfita. Larcheologia classica prefer quasi sempre chiudersi in s stessa, inoltre si pensava che la Grecia fosse lispirazione dellintero pensiero artistico occidentale e che ogni periodo storico fosse indipendente da un altro, da analizzare nel dettaglio allinterno di uno schema predefinito e basato sulle fonti letterarie. Cos facendo larcheologia classica si precluse le possibilit di confrontarsi con altre correnti archeologiche. Ad accentuare il fenomeno di chiusura in Italia, i Savoia, che nel 1870 crearono una sopraintendenza che tutelava i monumenti per celebrare la grandezza di Roma. Nel ventennio fascista, in campo archeologico, vi furono grandi imprese volte a liberare i monumenti dalle testimonianze di et posteriori. ARTE E SOCIETA Lo studioso Ranuccio Bianchi Bandinelli (1900-1975) rifiut sia lidea di evoluzione lineare degli stili sia il ricorrere allequiparazione del classico al bello e allesemplare, inoltre avvi il suo lavoro studiando le personalit artistiche. Egli lamentava che larcheologia italiana, superata la filologia, si fosse ridotta alla raccolta di oggetti utili ai collezionisti ma non alla storia. Per lo studioso, la produzione artistica era uno strumento fondamentale per capire unepoca, ma non per questo larte poteva essere separata dal contesto in cui era stata realizzata; infatti tutto linsieme a determinare la qualit di unopera darte. In Bandinelli lo studio dellarte era ricerca storica circa la natura dei rapporti tra arte stessa e ideologia, strutture sociali ed economia. Nel 1967 scrisse Dialoghi di Archeologia in cui spiegava le scelte degli archeologi ancora chiuse in s stesse. Anni dopo fu sostenuta la necessit di unarcheologia classica che approfondisca lo studio delle produzioni quotidiane e del territorio e che non si chiuda in s stessa. Altro scritto di Bandinelli Storicit dellarte classica, la storicit vuol dire calare unopera darte antica nel momento (tempo/periodo) e nella societ (contesto) in cui stata prodotta. Il concetto di Winckelmann va quindi in crisi con Bandinelli, secondo cui bisogna aggiungere unidea nuova al concetto dellarte che lambiente darte, che rappresenta il background sociale, economico, politico e geografico che determina la forma dellarte. Il preambolo quello di studiare le manifestazioni darte non in forma generalista ma calate in determinati periodi e in determinati ambienti. E importante il periodo, la societ, la forma espressiva e in tal modo si avr uno sguardo complessivo dellarte greca per periodi, per ambiente darte. Sono quindi le strutture e le sovrastrutture che rappresentano queste forme espressive della societ. La decorazione per esempio una sovrastruttura, le forme architettoniche sono strutture. IL CONCETTO DI CULTURA ARCHEOLOGICA Dalla fine dell800 in poi, gli archeologi ebbero difficolt a spiegare i cambiamenti culturali, per cui in certe aree, Italia compresa, fino al secondo dopoguerra, larcheologia fin col chiudersi in s stessa incapace di trovare strade differenti dallerudizione descrittiva dei reperti e monumenti o dallessere disciplina ausiliaria della storia. Levoluzionismo applicato alla storia non sembrava in grado di spiegare fenomeni brevi, coinvolgenti gruppi ristretti di persone o singole aree. Ci finch un archeologo inglese, Vere Gordon Childe (1892-1957), che si occup soprattutto di preistoria europea e condusse comparazioni tra le sequenze preistoriche in Europa (mediante lidentificazione di caratteri simili nelle varie seri di manufatti, venivano poste in correlazione tra loro diverse sequenze), indic un nuovo strumento di analisi al quale si riconobbe il merito di aver indicato la giusta strada in grado di dare valore ai reperti, alla loro accurata conoscenza, alle cronologie elaborate per confronto tipologico, allo studio del territorio. Childe voleva ordinare i materiali per fornire una risposta a domande tipo: a quale periodo risalgono questi manufatti?, con quali altri manufatti si associano?. A tal proposito, nel 1929 Childe diede la definizione di cultura maggiormente citata: alcuni tipi di resti (case, utensili, ornamenti) costantemente associati sono definiti gruppi culturali o culture; ovvero unassociazione di materiale costantemente ricorrente pu essere intesa come la dotazione materiale di un particolare gruppo di persone. Successivamente Childe, aggiunse agli elementi caratteristici della cultura, leconomia, la struttura sociale e politica e le credenze religiose. La cultura, stabilendo unequivalenza tra manufatti, territori e popoli, crea un complesso mosaico di culture (le associazioni di Childe furono infatti equiparate a popoli ed etnie, consentendo di tracciare una storia delle culture preistoriche). In tal modo larcheologia diede nome ai popoli preistorici, si confront con la linguistica storica e per quel che riguarda la

protostoria, con le fonti antiche. Ora era possibile studiare molte storie di popoli identificati attraverso i loro manufatti. Proprio dai manufatti egli valut il potenziale informativo diverso considerando come indicatore del gusto locale ed etnico la ceramica, gli ornamenti e i riti (resistenti al cambiamento); mentre armi ed utensili erano indizio di scambi commerciali. Childe sosteneva che per dedurre limiti e durata geografica delle culture bisognasse studiare le stratificazioni e le mappe di distribuzione dei manufatti. Quindi si deduce che per il suo essere insieme strumento di organizzazione dei dati e strumento per interpretarli, la definizione di cultura data da Childe divenne uno dei paradigmi pi forti tra quelli usati dagli archeologi non classicisti del XX sec. (la cultura lespressione materiale durevole di un adattamento allambiente, che ha permesso alla societ di svilupparsi; tutti gli oggetti e documenti conservati sono connessi tra loro e formano un unico elemento). Inoltre stato usato dai preistorici europei per tracciare storie grandiose prima impensabili. E stato ancora usato dai medievisti per lo studio dellarcheologia barbarica, dagli archeologi americani, dai New Archaeologists che ne accentuavano laspetto ambientale adattativo. La cultura di Childe alla base del contributo che gli archeologi danno offerto al concetto di nazione, essa intesa come linsieme della caratteristiche diagnostiche: vasellame, abbigliamento, abitazioni tipiche di un dato gruppo etnico. Con il passare degli anni, il paradigma di Childe stato ampiamente utilizzato. In sostanza, Childe ha elaborato il suo paradigma per spiegare etnograficamente i modi di vita delle comunit antiche. Bisogna comunque dire che le culture non devono essere considerate come insiemi monolitici e che fra situazioni distanti si collocano quasi sempre mediatori culturali rappresentati da persone (es. viaggiatori) od oggetti. Definizioni antropologiche di cultura Spesso, parlando di cultura, gli archeologi uniscono il significato pratico (Childe) a quello pi generico (antropologia). Esistono invero centinaia di definizioni di essa e in particolare definita apprendimento, ereditariet, comportamento di alcuni. Significativa, in archeologia, la definizione di Edward Taylor, che intende per cultura il complesso di conoscenze scientifiche, religiose, arte, idee, leggi, usanze acquisite dalluomo in una societ. Ci quindi consente a tutti, anche ai primitivi, di fare cultura; e presuppone lesistenza di una cultura per ogni societ.

SCETTICISMO E SCOPERTA DEL TEMPO UN PARADIGMA INESPRESSO Nel XX sec. in archeologia prevaleva lo scetticismo circa il poter davvero ricostruire il passato, scetticismo dovuto anche alle difficolt di datare con precisione i resti antichi e allossessivo ricorso alle fonti scritte, decretando uno status di subordinazione dellarcheologia alla storia. Larcheologo inglese Glyn Daniel riconobbe limpotenza di unarcheologia che ricavava poco o nulla dai propri dati e utilizzava le culture di Childe come un trucco utile a collegare manufatti e territori senza datazioni precise. Prima della rivoluzione della New Archaeology vi furono alcuni sviluppi. NUOVE IDEE MARXISTE ED EVOLUZIONISTE Nei decenni successivi alla II guerra mondiale, larcheologia di derivazione marxista adott gli schemi evoluzionistici basati sulla propriet dei mezzi di produzione e ne ricerc conferma archeologica. Fu posta grande attenzione allo studio dei manufatti, dal punto di vista per dei cambiamenti interni (tecnologia e ambiente) e non per i contatti interculturali n per diffusioni e migrazioni. In Europa occidentale, verso gli anni 70 gli archeologi marxisti sostennero una miglior definizione della contrapposizione struttura-sovrastruttura (es. in antichit il rapporto di parentela era anche rapporto di produzione e quindi contemporaneamente struttura e sovrastruttura), in realt strettamente connesse e fuse in un tuttuno. Nella logica marxista i cambiamenti riguardavano quindi i rapporti di produzione, in cui per si diede importanza anche a fattori ecologici, demografici, politici, sociali e religiosi; il tutto confrontandosi con altre discipline, particolarmente con la storia, la geografia e lantropologia. Tra gli archeologi marxisti, che riconobbero la presenza di una sovrastruttura povera accanto a quella dei ricchi, temi ricorrenti furono la schiavit nel mondo antico, il rapporto citt-campagna e la distinzione tra il valore duso e il valore di scambio dei vari manufatti. In sostanza si introdussero, nello studio dei modi di produzione, le questioni sociali. Negli anni 50, ricordiamo unaltra scuola di influenza marxista detta evoluzionismo culturale, tra cui i principali esponenti furono: - Leslie White riteneva importante il ruolo delle costrizioni di carattere tecnologico ed economico nel concetto di cultura; - Julian Steward al pari di Childe interessato a spiegare i mutamenti culturali, rilev che le culture non interagiscono solo tra loro ma anche con lambiente circostante e questo pu determinare mutamenti culturali (ecologia culturale); Con il tempo, linteresse per i temi connessi ad ambiente e territorio cresciuto, ponendo lattenzione per gli studi botanici e zoologici e la caratterizzazione dei territori antichi. In tale contesto si svilupp una sorta di storia economica dei modi di vita preistorica con la scuola di Paleoeconomy. LA SOSTANZA DEL PASSATO In opposizione a marxisti vi fu la teoria economica sostantivista, sostenuta dallo studioso Karl Polany (1886-1964), che rifiuta la visione unificante della storia, mentre ritiene necessarie la nuove categorie concettuali appositamente costruite per lo studio dellantichit e non derivate da quelle in uso della societ attuale. La differenza sostanziale tra sostantivisti e marxisti il ruolo delleconomia nella societ: i primi rifiutavano che alla base di ogni societ vi fosse leconomia, che doveva essere invece fusa con laspetto sociale e culturale, dando di conseguenza importanza anche a quei ceti che forniscono alla societ servizi non economici. La scuola sostantivista riteneva lo scambio pi importante della produzione; essa rifiutava le logiche di mercato (riduzione di tutto a merce, di modo che la dimensione mercantile diventa predominante, fino a piegare la societ alle esigenze dei mercati) e prediligeva: - societ in cui vigevano situazioni di reciprocit paritaria (ove lo scambio a lunga distanza precede quello tra vicini) in tali scambi assumono pi valore gli individui e soprattutto le relazioni; - forma di redistribuzione si presuppone lesistenza di un organo centrale da cui dipende un sistema di distribuzione collettiva. Ovvero, si producono beni e servizi che vengono poi trasferiti a questo centro, e successivamente distribuiti alla collettivit.

La loro ipotesi ha offerto agli archeologi uno schema in cui si distinguono prodotti di pregio dai beni di uso quotidiano; allesistenza di quartieri differenti controllati dallautorit, alla gerarchia tra siti principali e secondari. Sono quindi risultate molteplici le applicazioni della teoria sostantivista e particolarmente per gli archeologi che si occupano dei periodi di transizione verso le societ complesse statali. LA SCOPERTA DEL TEMPO: IL C14 La percezione del tempo si basa su una continuit dal passato al presente e si rif alla durata della vita. Per gli archeologi fondamentale datare i resti del passato; il rapido sviluppo di metodi scientifici applicabili allarcheologia portarono ad un progresso fondamentale nel campo della datazione: il fisico Willard Libby (1949) dat resti organici misurandone il contenuto in carbonio 14 o carbonio radioattivo. Il metodo permette di datare materiali di origine organica ed utilizzabile per materiali di et compresa tra i 50.000 e i 100 anni, senza dover quindi ricorrere a complessi confronti interculturali con aree gi datate. E utile per datare i reperti costituiti da materia organica, quindi contenenti atomi di carbonio. Tale scoperta rivoluzion le conoscenze e indic che le difficolt imposte dalle questioni cronologiche possono superarsi. Il metodo, che inizialmente fatic ad affermarsi, nel 1960 ebbe la sua riconoscenza: Libby ottenne il Nobel per la chimica; la teoria del diffusionismo come spiegazione dei cambiamenti culturali cess di aver predominanza. I TEMPI DELLA STORIA La teoria di Libby ha mutato larcheologia. Negli anni 70, oltre al metodo radiocarbonico, vi fu unimportante scoperta ad opera dello storico Francois Braudel: la relativit del tempo storico. Egli ritenne opportuno distinguere tre diversi tempi storici utili sia per organizzare i dati sia per capire la rilevanza dei diversi fenomeni: 1. lunga durata rappresenta la storia di fenomeni duraturi (es. evoluzione della specie umana, dei cambiamenti climatici). La lunga durata quindi la storia di molti processi lenti in cui difficile o impossibile cogliere un inizio o una fine; scoprire lesistenza di fenomeni di lunga durata pu significare che, in alcuni casi, non sono importanti datazioni di grande precisione; 2. media durata genericamente dai 5 ai 50 anni, ove vi sono cambiamenti di cui luomo a lungo andare ha percezione (es. fatti rilevanti di carattere economico e sociale, effetti di una crisi, guerre); 3. breve durata tempo individuale, episodico in cui avvengono fatti che visti da lontano incidono poco sul corso della storia pur avendo grande impatti sulla vita dei singoli. Insieme, le tre durate acquistano maggior senso se collegate in una storia comparata, che unisca al tempo lo spazio e che evidenzi il contemporaneo svolgersi di fenomeni aventi diverse velocit. Il senso del tempo Per gli occidentali il tempo si rappresenta con un freccia, per le societ tradizionali pu essere una clessidra: dopo ogni breve durata viene girata e ogni volta che si gira qualche granello pu subire piccolissime modifiche. La metafora che meglio rende lidea per quella di un fiume, che pu restringersi, allargarsi, rallentare il suo corso ma che continua a fluire.

LA NEW ARCHAEOLOGY UNARCHEOLOGIA OTTIMISTA La New Arhaeology un movimento nato negli anni 60 nei campus americani in contrapposizione alla tradizionale archeologia. Il suo maggior esponente stato Lewis R. Binford, che la avvi nel 1962 con larticolo Archaeology as anthropology. Tale movimento stato tuttaltro che unitario e i loro componenti hanno spesso cambiato idee ed opinioni tra loro. Esso propose un modo nuovo di far archeologia: interpretativo anzich descrittivo, antropologico e scientifico anzich storico, con lobiettivo di ricercare leggi universali in grado di descrivere il comportamento culturale indipendentemente dalle situazioni storiche. Binford distingue nella storia dallarcheologia: 1. Periodo dei cimeli e dei monumenti (fossili, cronotipologie, distribuzioni geografiche) 2. Periodo del manufatto e della collezione (associazione di reperti alla base di culture archeologiche). Ci fu ritenuto insoddisfacente dagli esponenti della New Archaeology, che con lavvento del radiocarbonio iniziarono a porsi nuove domande, dato che fu pi semplice stilare cronologie, e che attaccavano larcheologia tradizionale perch ritenuta non in grado di comprendere il funzionamento delle societ del passato, ma limitata, nei casi migliori, alla descrizione dei modi di vita; archeologia incapace di valorizzare i dati, senza fondamenti teorici, al servizio della storia e delle fonti scritte; ove inoltre i dati non vengono testati ma selezionati e usati per confermare opinioni ritenute corrette a priori ma non provate. I capisaldi della New Archaeology: - Natura dellarcheologia: esplicativa o descrittiva oltre a ricostruire il passato, lo spiega, rendendosi esplicita; - Spiegazione: processo culturale o storia della cultura larcheologia tradizionale era indirizzata alla formulazione di una spiegazione storica, la New pensa in termini di processo culturale, ossia il modo in cui avvengono e mutamenti dei sistemi economici e sociali, ci implica luso della generalizzazione; - Ragionamento: deduttivo o induttivo prima si ricostruiva la storia come i pezzi di un puzzle, la New procede per ipotesi e costruisce modelli, traendone poi le conclusioni; - Convalida: verifica o autorit le ipotesi devono essere verificate e non accettate solo in base allautorevolezza di chi le propone; - Punto clou della ricerca: pianificazione del progetto o accumulo di dati le ricerche archeologiche devono essere pianificate per fornire una risposta a specifiche domande e non per accumulare dati: - Tipo di approccio: quantitativo o qualitativo sui dati quantitativi si pu eseguire trattamento statistico, campionamenti (quindi uso di statistica ed informatica); - Due punti di vista: ottimismo o pessimismo secondo gli archeologi tradizionali, i dati archeologici non si prestavano bene alla ricostruzione dellorganizzazione sociale o dei sistemi cognitivi, secondo la New bisognava cercare di risolvere questi problemi e poi stabilirne la difficolt. SCIENZA E LEGGE Anche tra gli storici ancora prima di Binford vi era un malcontento per il modo di ragionare caratteristico dellarcheologia tradizionale. Con la New Archaeology si giunse ad un modo del tutto nuovo ed originale di ragionare in archeologia; nuovo perch nato in un contesto storico nuovo e in un paese fino ad allora considerato marginale per la storia dellArcheologia (America). Negli anni 60 non solo si potevano datare manufatti antichi, ma fu un periodo in cui la scienza, applicata allarcheologia, dava certezze fino ad allora inimmaginabili (datazioni radiocarboniche). Crebbe lentusiasmo di affrontare nuove sfide e la presunzione di averne anche le soluzioni. In tale clima la New Archaeology si diffuse rapidamente nelle universit americane. Il paradigma del periodo fu lottimismo che pervadeva ogni ambiente scientifico, mentre statistica ed informatica erano strumenti indispensabili per padroneggiare una vastit di dati. Alla base della New Archaeology vi furono dei criteri guida: - Legge del minimo rischio tra tante alternative, scegliere un decisione che limita il rischio; - Legge del minimo sforzo; - Legge di proporzionalit diretta tra tecnologia, organizzazione sociale, pratiche di consumo. Tali leggi per, per la loro apparente ovviet, furono definite leggi di Topolino.

CULTURA COME ADATTAMENTO La New Archaeology definita anche Archeologia processuale attenta alle dinamiche di cambiamento di pi fattori ritenuti importanti per il funzionamento delle societ del passato. Essa si basa sul pensiero di una cultura come un sistema di adattamento in cui tutto si tiene in funzione dellambiente, inteso questultimo come luogo fisico, attribuendo importanza alle risorse, al clima, ai caratteri del territorio e ai cambiamenti naturali e quelli apportati dalluomo. Lambiente condiziona le scelte tecniche ed economiche ma anche lideologia, per cui il cambiamento culturale considerato una reazione ai fattori che disturbano lequilibrio delladattamento. Il processo dunque una catena di cause ed effetti; di condizioni che perpetuano fino allinsorgere di un problema o di un evento particolare (guerre, migrazioni, invenzioni). TEORIE DI MEDIO RAGGIO La New Archaeology si esercitata in due ambiti di ricerca: 1. etnoarcheologia studia la cultura materiale (cio tutti i prodotti materiali dellattivit umana) e i comportamenti delle popolazioni contemporanee; 2. archeologia sperimentale si limita a replicare tecniche e processi antichi, quindi si configura come un esperimento ripetibile condotto su materiali moderni. Binford tenta cio un ricostruzione dinamica del passato mediante esperienza diretta e procedimenti espliciti e non intuitivi. Queste teorie di medio raggio creano un ponte tra presente e passato, per comprendere testimonianze altrimenti mute (tentativo di collegare osservazioni empiriche a teorie generali). Laspetto negativo di tali teorie il rischio che ci che si registra nel presente sia uguale al passato, ci non pu essere vero per alcuni fattori (es. comportamenti umani). ARCHEOLOGIA DEI SISTEMI Con la New Archaeology furono introdotti termini quali: modelli e sistemi. Per i new-archaeologists la cultura intesa come sistema di adattamento allambiente costituito da tanti sottosistemi in relazione tra loro e dove qualsiasi cambiamento ne determina un nuovo equilibrio. Ogni parte di un sistema si pu studiare archeologicamente poich lascia qualche traccia. I sistemi possono essere: - omeostatici prevedono meccanismi autoregolatori e conservativi; - dinamici sono in continuo cambiamento sia per fattori interni che per quelli esterni; inoltre nella dinamica dei sistemi c la possibilit che alcuni sottosistemi cambino nella stessa direzione rafforzandosi (feedback positivo, ss. incremento demografico e sviluppo tecnologico) o contrastarsi (feedback negativo, ss. incremento demografico con conseguente crisi alimentare). Larcheologia dei sistemi studia quindi le relazioni tra lambiente e altri sottosistemi (economia, tecnologia, demografia), creando modelli di societ e modificandone le parti per simulare ci che potrebbe essersi verificato in passato, facendo anche uso di dati etnografici. Il suo punto debole quello, spesso, di ricadere nel funzionalismo (il sistema ritenuto credibile solo perch la societ funzionava, senza verificare se proprio in quel modo) e della sua inadattabilit nel tenere in giusto conto limprevedibilit degli individui, i loro ruoli diversi e i fattori culturali che possono andare contro la logica generale. ARCHEOLOGIA ANALITICA Linglese David Clarke (1938-1976) stato spesso considerato vicino ai new-archaeologists. E lautore di: Archaeology: the loss of innocence, in cui rileva la necessit da parte dellarcheologia di acquisire nuovi metodi e idee e quindi maturare, e per far ci essa deve avere un caratteristico approccio rigoroso e spesso matematico che collochi al giusto posto ogni evidenza e che eviti termini implicanti giudizi di valore. Ideando una gerarchia di definizioni archeologiche, a livello elementare egli pone lattributo variabile che appare irriducibile essendo parte di un manufatto, da cui si traggono informazioni. A livello pi complesso: cultura un gruppo complesso (politetico) di manufatti di unarea geografica limitata; gruppo culturale una famiglia di culture collegate; tecnocomplesso un ampio gruppo di culture che condividono una gamma di manufatti caratteristici di attivit svolte nello stesso ambiente, sia economico

sia tecnologico. Clarke riconosce la possibilit di differenziazioni interne come la coesistenza di sottoculture; per ogni entit, es. la cultura, egli riconosce che non si tratta mai di un insieme manufatti uguali ma un insieme in cui ogni oggetto condivide con altri un certo numero di attributi ma se ne differenzia per altri, dovendo quindi scegliere ci che si ritiene significativo per lappartenenza a un dato gruppo. Lo scopo dellarcheologia analitica quello di individuare regolarit, limitazioni e tendenze nella storia delluomo. Attraverso lordine che luomo porta nel mondo larcheologo interpreta la cultura materiale delle societ antiche. A tal fine sono importanti i metodi di elaborazione statica di dati. BEHAVIORAL ARCHAEOLOGY Lamericano Michael Brian Schiffer, con la sua: Behavioral Archaeology, per studiare il passato si focalizzato sui modi di formazione dei depositi, che egli ritiene siano la conseguenza di alterazioni e trasformazioni dei depositi archeologici per eventi culturali, che egli chiama C-trasnforms, e naturali: Ntransforms. Egli ribadisce quanto sia importante studiare i modi di formazione delle stratificazioni e nella loro analisi ritiene importante riconoscere relazioni semplici e certe utilizzabili poi in un modello processuale delle attivit che prevede: acquisizione di materiali, manifattura, uso, manutenzione, scarto, riciclo. Per Schiffer larcheologia lo studio delle relazioni comportamenti-manufatti, che devono essere spiegate scientificamente; le domande scientifiche prevalgono su quelle storiche; fondamentale la distinzione tra contesto sistemico (ci che esisteva) e contesto archeologico (ritrovamenti); bisogna studiare i cicli di vita dei manufatti e capire come siano avvenute le alterazioni del terreno. Schiffer distingue quattro tendenze negli studi di cultura materiale: 1. lesistenza dellapproccio descrittivo nei modi di vivere, per costituire una banca dati; 2-3. (Behavioral) la ricerca di leggi di natura particolare o generale sugli esiti materiali dei comportamenti; 4. (Behavioral) lo studio del presente come nel caso del garbage project, studio dei rifiuti di una comunit, o in quelle situazioni in cui si possano utilizzare analogie etnografiche in caso di somiglianze culturali con il passato, o con lapproccio storico diretto. Lobiettivo di Schiffer quello di unarcheologia che sia disciplina coerente, con proprie leggi e teorie non derivate da altre discipline ma costruite studiando i contesti di pi periodi; una disciplina che si focalizzi sullo studio dei processi di formazione della stratificazione, considerandolo un mezzo per studiare linterazione uomo-oggetto. IL MATERIALISMO CULTURALE Lantropologo americano Marvin Harris tra coloro che hanno maggiormente contribuito al dibattito sul materialismo culturale. Etichettando i fattori demografici e produttivi come infrastruttura, Harris postul che questi fossero i fattori chiave nel determinare la struttura sociale e la cultura di una societ. Sostenne infatti che in situazioni simili si ha un analogo sviluppo dei sistemi di produzione e distribuzione e di conseguenza si determineranno anche analoghi sistemi sociali, di valori ecc. Egli pone alla base del comportamento umano semplici principi: mangiare per vivere, stimoli verso il sesso opposto, operativit delle persone. Questi stimoli condizionano levoluzione culturale degli uomini che, secondo Harris, nel soddisfare i bisogni primari creano le prime ineguaglianze sociali pur mantenendo rapporti interpersonali capaci di garantire la riproduzione. Secondo Harris, i vari cambiamenti si sono avuti per i bisogni primari delluomo e in relazione alle sue relazioni materiali, sociali, simboliche ed ideologiche. Lessenza dellapproccio materialistico in sostanza lidea che le condizioni infrastrutturali siano in ogni caso determinanti nellevoluzione della cultura. Processare labbandono Larcheologia processuale ha cambiato alcuni modi di vivere dapprima considerati semplici: costruzione di una casa, frequentazione, abbandono trasformazione graduale, che non il risultato di guerre, degrado, malattie ed imposizioni, ma qualcosa che va studiato ed organizzato, che passa per varie fasi in cui agiscono numerosi fattori, come le motivazioni che hanno dato il via allo spostamento o la distanza dal nuovo sito in cui si spostato il gruppo.

LARCHEOLOGIA POSTPROCESSUALE E CONTESTUALE UNARCHEOLOGIA CONTRO Molti studiosi, tra cui specialmente Hodder, negli anni 80 del 900 hanno rivolto varie critiche alla New Archaeology, che susseguitesi negli anni hanno preso la forma di un nuovo paradigma autodefinendosi postprocessuale o contesuale. Esso valorizza lo studio di quelle azioni aventi valenza simbolica e comunicativa, ritenute apparentemente irrazionali e prive di scopo pratico ma importanti per il funzionamento della societ, ovvero credenze, religione, idee, arte, valori. Se per la New Archaeology larcheologia una scienza naturale, per i postprocessuali scienza sociale. Ai new archaeologists si rimprovera il minimizzare la cultura a semplice tecnica di sopravvivenza e luomo ad individuo medio condizionato dalla societ. Larcheologia postprocessuale invece considera che il singolo individuo abbia un importante ruolo sociale; essa, accusando la New Archeology di limitare la libert degli individui, sempre volta a forzare la dimensione simbolica e sociale dellevidenza (es. un territorio non solo una riserva di risorse ma anche un luogo natio ed abituale). CONTESTO E CULTURA MATERIALE La cultura materiale va letta in relazione al suo contesto, inteso non solo come quello di rinvenimento, che pu coincidere con un luogo o uno strato, ma quello in cui i manufatti avevano un senso (riferito quindi alla totalit dellambiente rilevante). Per i postprocessuali il contesto per analizzare un oggetto come un vaso non comprende solo materiali e tecniche di produzione, ma intende anche cercare di capire relazioni pi ampie, come i significati sociali, soprattutto attraverso il metodo di comparazione confronto tra pi oggetti al fine di stabilirne ununica relazione. Non bisogna quindi fermarsi allevidenza materiale ma interpretare loggetto in questione nel suo contesto. Per Hodder, il contesto linsieme di idee, credenze e significati che si interpongono tra gli individui e le cose e risponde ad una serie di regole: esiste dunque una sorta di grammatica della cultura materiale, intesa come la materia inerte trasformata da pratiche sociali in un oggetto culturale. In sostanza non bisogna solo studiare un oggetto per quello che materialmente, ma anche per il ruolo che aveva nella sua epoca e relazionarlo allideologia della gente del periodo in questione. Lapproccio postprocessuale si dimostra importante soprattutto quando si tratta di interpretare e di operare scelte nel presente. La soggettivit inevitabile e le decisioni riguardanti il significato sono prese nel presente. Contestualizzare mettere i dati insieme per capirne il significato. Questo il metodo archeologico ma il contesto interessa tutta la preparazione culturale. Bisogna dare una cornice di riferimento con parametri materiali e analizzare somiglianze e differenze. I parametri sono quattro: 1. Tipologia similitudine di oggetti 2. Unit (de posizionale muro, casa, teatro, monumento ecc.) 3. Spazio il luogo di ritrovamento (dimensione spaziale); 4. Tempo cornice cronologica. Con questi parametri si arriva al significato contestuale che restituisce la struttura e il simbolico la sovrastruttura. LINDIVIDUO ATTIVO In ambito delle teorie postprocessuali, ricordiamo il libro di Holder: Symbols in action. Ethnoarcheological studies of material culture. Egli scopre che la cultura materiale una trasformazione del comportamento umano e propone tre temi fondamentali: 1. la cultura materiale costituita in modo significante, 2. lindividuo deve essere parte delle teorie sulla cultura materiale, 3. larcheologia deve essere legata alla storia. Non bisogna soffermarsi solo sul processo fisico, ma sullinsieme in cui le azioni hanno un significato. Quindi uno studio sugli atteggiamenti, le mentalit, senza ridurre il tutto a comportamenti volti solo a risultati materiali.

STILE E SIGNIFICATO Per i postprocessuali larcheologia va studiata guardando in primis lo stile, che non pu essere ridotto a mero mezzo per stabilire cronologie e a modo in cui sono fatte le cose, in quando esso un mezzo per veicolare i messaggi e porta a stabilire determinate relazioni tra le persone: ne favorisce lintegrazione, sottolineando lappartenenza del singolo ad un gruppo familiare, etnico o sociale, ma pu anche evidenziare la disparit, le contraddizioni sociali. Quindi lo stile strumento di comunicazione e di azione sociale, ma viene sicuramente unito anche alle funzioni materiali (es. lo stile di un abito pu esser pensato per adattarsi anche alle condizioni climatiche o alle occasioni in cui vengono indossati). PRECURSORI ILLUSTRI Tra i pi importanti precursori dellarcheologi postprocessuale vi il filosofo ed archeologo inglese Robin G. Collingwood, per il quale i dati non esistono e il passato si pu rivivere solo nella propria testa immedesimandosi nel modo di sentire degli antichi. Un richiamo al passato, collegandosi allarcheologia storico-culturale, stato fatto da Hodder citando Childe, che notava come gli uomini non si adattino allambiente per quel che ma per ci che percepiscono. GLI SVILUPPI PIU RECENTI Nel corso degli anni, tuttavia, larcheologia postprocessuale ha parzialmente modificato il proprio orientamento. Allinizio, la metafora della cultura materiale come testo da cui ricavare i diversi significati usati nei vari contesti era stata importantissima, ma successivamente e negli anni 90, in fase interpretativa, si cerca di leggere il passato recuperando la storicit del dato archeologico riconoscendolo come un insieme oggettivo, soggettivo, materiale ed ideale. La cultura materiale dunque oggi viene rivalutata e risulta costituita oltre che in modo significante, anche pragmaticamente dove un oggetto deve essere idoneo allo scopo per cui stato prodotto. GENDER ARCHAEOLOGY Nellarcheologia postprocessuale unimportante tendenza la Gender Archaeology (anni 80, nel movimento femminista). Essa si configura come lavoro svolto da archeologhe che scrivono di altre donne, siano esse colleghe o donne del passato, per cogliere il loro ruolo nella storia, smascherando il maschilismo degli archeologi nello scrivere di uomini e nel discriminare le donne, legandole ad una posizione di passivit e remissivit. Oggi, stabilita parit tra i sessi, la Gender si propone di estendere lindagine a varie questioni, concentrandosi soprattutto sul concetto di gender, che un concetto culturale e sociale pi che biologico. La gender infatti studia gli orientamenti degli individui, nonch altri aspetti caratteristici della vita social: es. lo studio di alcuni oggetti, case, conventi, luoghi di lavoro, pu portare a conoscere le diverse configurazioni degli spazi utilizzati da donne e uomini, le strutture familiari, la divisione del lavoro. LO STRUTTURALISMO Ad aver influito sulla storia del pensiero occidentale moderno vi il postprocessuale Claude LviStrauss (1908), che dava importanza alle osservazioni sul campo, rifuggiva dalla filosofia e dalle teorie, accettava il primato delleconomia e lutilit del marxismo per lo studio delle societ umane. La sua opera Il pensiero selvaggio ha avuto come obiettivo lanalisi integrale dei sistemi sociali, riducendone la complessit mediante lo studio di ci che alla loro base: le strutture mentali. Egli, in base a ci, ha studiato e comparato migliaia di miti, soprattutto americani, in cui ricerca un retroterra comune; per il suo pensiero che dietro le cose complesse c sempre la semplicit, e da qui la ricerca di, ricorrenza, somiglianze e differenze nel pensiero simbolico dei diversi popoli. Con tale metodo egli arriva a riconoscere il semplice mediante simboli riducibili a coppie di elementi opposti: cielo e terra, alto e basso ecc. che uniti insieme formano la totalit universale, come un insieme di elementi costitutivi le strutture base del pensiero umano, da qui la parola strutturalismo. In sostanza, rifiuta il concetto di libert e scelta umana e si concentra invece sul modo in cui lesperienza e il comportamento umano sono determinati da varie strutture. Lo strutturalismo di Strauss diverso da quello dellapproccio marxista, in questo caso le

strutture mentali sono immateriali, prerogativa di ogni uomo che vive in societ, nonch conseguenza delle modalit di comunicazione e di scambi tra essi. Lanalisi di Strauss non si occupa di cambiamento, ci che conta sono le strutture invariabili del pensiero, il tempo ripetizione e riattualizzazione delle opere di antenati. Per lantropologo, le societ che per altri sono senza storia, sono invece fatte per durare perch organizzate per evitare cambiamenti; sono dette fredde e differiscono da quelle calde: in continuo cambiamento. Complessivamente, la posizione di Strauss stata ritenuta inaccettabile da molti critici che lo hanno definito antistorico per il suo particolare modo di intendere la lunga durata come un immobilismo etnografico dove ogni mutamento escluso, il tempo assente, le differenze culturali sono trascurate, ove vi lassoluta ignoranza dei caratteri evoluzionistici riscontrati nelluomo.

LA RICOMPOSIZIONE DEL CONFLITTO UN FUTURO PLURIVERSO Oggi in archeologia esistono vari paradigmi: storico-culturale, processuale, marxista, postprocessuale. Molti di questi non sono accettati pienamente da tutti gli archeologi. I paradigmi si riducono cos spesso a opinioni contrastanti. Con la New Archaeology si pensava alla nascita di unarcheologia matura e adulta, ma anzich alla maturit attesa, si giunse ad uno stato di crisi in quanto si sosteneva che i new archaeologists si fossero occupati solo di teoria, perch non avevano siti importanti da scavare, mentre i postprocessuali avrebbero fatto la stessa scelta quando il I ministro inglese Margaret Thatcher tagli i fondi destinati alla ricerca sul campo. Bisogna ovviamente riconoscere pregi e difetti ad ogni corrente. Un merito riconoscibile alla New Archaeology stato il rigore metodologico e quindi la verificabilit delle procedure laddove non sia immediatamente possibile misurare lattendibilit delle interpretazioni. Importante riconoscere la centralit del rapporto uomo-ambiente, o uomo-territorio, o uomo-natura per comprendere i modi di formazione delle stratificazioni, quindi designare la cultura come sistema di adattamento ambientale sembra ancora efficace se per non si dimentica che il rapporto uomo-ambiente non si riduce a uomo-risorse, poich deve comprendere anche aspetti non economici e non razionali. Inoltre bisogna sviluppare, oltre allapproccio sincronico, la ricerca diacronica, accettando come base la cultura storica e ponendo in relazione testimonianze archeologiche con altre fonti, e cercando di valorizzare quanto tradizionalmente ha costruito larcheologia storico-culturale descrivendo singoli casi e organizzandoli in serie. Il contesto poi fondamentale, inteso in vari modi, sia come espressione materiale che ideologica; una sequenza logica che si propone per ogni ricerca archeologica. UOMO, TECNICA, ARTE Letnologo Andr Leroi-Gourhan (1911-1986) stato uno dei pi grandi studiosi delluomo. Egli ha studiato, mediante scavi stratigrafici, le superfici abitative ai fini della distribuzione spaziale delle attivit. Ha volto la sua attenzione alle operazioni tecniche elementari che contraddistinguono loperare delluomo in qualsiasi contesto. Lobiettivo sempre antropologico, quindi non lo studio delle tecniche umane ma delluomo, che pensa e agisce tecnicamente. Egli organizz migliaia di schede dedicate allattrezzatura tecnica elementare ed espose il suo pensiero nellopera: Evoluzione e tecniche divisa in due volumi: 1. Luomo e la materia 2. Ambiente e tecniche Gourhan studi larte paleolitica: tecniche di pittura, tempo di esecuzione, distribuzione spaziale dei segni e le relazioni tra essi. Lopera delletnologo un esempio di come sia necessario scegliere quando occorra essere materialisti e quando si possano scegliere altre strade. ARCHEOLOGIA COGNITIVA Negli anni 80 larcheologia cognitiva della mente leg aspetti processuali e postprocessuali. Essa studia sia il sapere tecnico dei manufatti, le capacit progettuali, la percezione del territorio, la previsione sulluso delle risorse, i meccanismi di creazione del prestigio e del potere; sia cerca un modo per testare le ipotesi relative agli aspetti simbolici della cultura materiale riducendo la libert interpretativa di derivazione idealista. Larcheologia cognitiva studia scienza, tecnica, ideologia, iconografia, cosmologia e religione, affrontando questioni sulla trasmissione del sapere e motivando le scelte dei gruppi sociali, con il rischio che ci che si pensa nel presente possa essere trasmesso nelle menti del passato. Anteriormente alla comparsa dellHomo Sapiens, larcheologia cognitiva valuta il modificarsi dei caratteri antropologici e i condizionamenti fisiologici che obbligano i piccoli ad una lunga permanenza con la madre ed un lento apprendimento che porta a legami duraturi, infatti gli studi sul progressivo incremento del volume cerebrale negli ominidi sono volti alla comprensione dei cambiamenti nel funzionamento della mente e a tale scopo si utilizzano dati archeologici e studi di apprendimento infantile condotti dalle scienze cognitive moderne. Oggi viene ribadita da molti studiosi la necessit di dare

sostanza allo studio dei rapporti mente-materia cosicch larcheologia cognitiva possa avvalersi del confronto con altre fonti, studiando sia il sapere tecnico, sia lideologia del potere. CACCIATORI E DETECTIVE Carandini (1980) dichiara che chi scava contemporaneamente cacciatore e scienziato. Cacciatori, detective e archeologi ragionano similmente ed utilizzano contemporaneamente tre diversi modi di organizzare le informazioni: 1. metodo induttivo riguarda la raccolta di dati; dal ricorrere di casi singoli a generalizzazioni probabili (Es. se cento castelli sono sommitali, un dato sito, essendo sommitale, un castello); metodo degli storico-culturali; 2. metodo ipotetico-deduttivo ritiene un argomento vero se le premesse sono vere (Es. se ci sono mura di difese un castello); da premesse certe a necessarie conclusioni logiche; metodo della New Archaeology; 3. abduzione modo di ragionare adattato a valorizzare informazioni sparse o casuali; da segnali deboli alla ricapitolazione di eventi razionali. Il francese Jean Claude Gardin, la cui scuola ha constatato che spesso non palese il percorso che unisce i dati allinterpretazione, dalla sistematica analisi di molti testi ha ricavato lo schema di un tipico percorso di ricerca e del modo con cui si organizzano i risultati: - dapprima si ha lidentificazione dei manufatti e il riconoscimento di un obiettivo di studio (descrivendo loggetto ed evidenziandone novit o rarit); - poi segue la descrizione dettagliata delloggetto e la sua collocazione nellambito della disciplina occupandosi dello stato delle conoscenze (in questa fase la descrizione si concentra sugli elementi pi utili allinterpretazione); - il confronto tra ci che noto e ci che evidenziato nella descrizione porta ad una reinterpretazione; - in fase di sintesi si rivalutano argomenti prima trascurati e che possono suggerire nuove ipotesi e ricerche. In tale processo, induzione, deduzione e abduzione giocano un ruolo fondamentale e bisogna saperli distinguere per capire la logica che lega gli oggetti allinterpretazione. Gardin, a tal fine, ritiene indispensabile un linguaggio che si presti a rapide forme di comunicazione facendo schematiche pubblicazioni con nessi logici e tabelle. LA CULTURA MATERIALE Come per larcheologia teorica, cos spesso anche quella materiale pu produrre noia e complicazioni. Essa ci che ha a che vedere con le condizioni reali di vita delle persone e in particolare i modi di produzione e le attivit quotidiane intese come azioni sociali. Per cui, la storia della cultura materiale lo studio integrale delle relazioni uomini-manufatti; i comportamenti sono ci che gli uomini fanno e il perch lo fanno con lopportunit di avere cos per obiettivo non solo la descrizione dei singoli casi, ma anche la verifica di osservazioni pi generali. Lo studio della cultura materiale pu essere rappresentato come un triangolo dove tutte le parti sono collegate e, muovendo dallo studio dei manufatti, si possono distintamente affrontare sia questioni connesse a comportamenti ed utilizzi concreti (es. nel caso di un manufatto, il triangolo si sbilancia su questo lato), sia questioni simboliche (es. nel caso di un oggetto rituale, il triangolo si sbilancia su questo lato).

*Appunto: Cronologia assoluta e relativa Una cronologia pu essere assoluta quando si basa su una datazione certa legata ad un evento preciso e ben conosciuto, quindi ci permette di fissare let in maniera esatta; o relativa quando individua relazioni e contemporaneit fra eventi di cui per non nota esattamente la data in cui sono avvenuti: si basa infatti sullidea che qualcosa sia pi antico o pi recente di qualcosaltro; lordinamento dei manufatti, delle societ e degli eventi viene distinto in sequenze, ordinando ci che viene prima da ci che viene dopo.

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