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Sommario

03 Discorso Divino 23 11 ‘05 La Divinità innata....


11 Discorso Divino 07 10 ‘05 L’Abitante Interiore è Dio stesso.
17 Amore in Azione “Un bellissimo (Putta)party”
21 Discorso Divino 08 10 ‘05 Realizzare la Divinità con coraggio...
24 Sotto la Veranda Cittadini del mondo.
25 Discorso Divino 09 10 ‘05 La purezza di cuore è ...
31 A Lume di Candela Tutto è Dio.
32 Discorso Divino 10 10 ‘05 Senza “Educare”L’educazione è...
37 Zoom Del mangiar carne.
39 Discorso Divino 11 10 ‘05 La Visione del Divino,.
44 News Celebrazioni di....
49 Favole e Poesie Rendimi sereno,Signore.
50 Festività

MOTHER SAI PUBLICATIONS


Sathya Sai Books and Publications of Italy
Tutti i diritti sono riservati
Anno XVIII n.1 (107) gennaio-febbraio 2006
Direttore responsabile: Giorgio Piccaia
sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio
periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India.

2 Mother Sai gennaio - febbraio 2005


Discorso 23-11-2005

La Divinità innata,
mezzo inalienabile
per ottenere la Pace

“In mancanza di Verità, Rettitudine, Amo-


re e Pace il valore di tutta la vostra Il profondo significato del termine
educazione è zero; mânava
in mancanza di Verità, Rettitudine, Amore In primo luogo dovreste comprendere le
e Pace la santità di tutti i vostri atti di carità implicazioni del termine mânava (essere
è zero; umano). Qual è lo scopo di un essere uma-
in mancanza di Verità, Rettitudine, Amore no? È quello di adoperarsi per soddisfare
e Pace l’utilità delle posizioni di potere
i propri desideri? È quello di condurre la
occupate è zero;
vita in senso materiale? È quello di godere
in mancanza di Verità, Rettitudine, Amore
e Pace il risultato di tutte le vostre buone dei piaceri dei sensi? La vita umana è un
azioni è zero.” miscuglio di gioia e dolore: non è possibile
sperimentare l’una escludendo l’altro.
Incarnazioni dell’Amore! Come potete pretendere di ottenere feli-
La nascita umana ha lo scopo di ottenere la cità e pace se non siete pronti ad aiutare
pace e non di occupare posizioni di autori- gli altri esseri umani? Tutti devono affron-
tà. Si può avere ogni tipo di ricchezza e tare gli alti e bassi della vita, ma essi sono
comodità, ma, senza la pace, la vita stessa come nuvole passeggere. LE DIFFICOLTÀ
non ha significato. In questo mondo ci sono FANNO PARTE DELLA VITA, NESSUNO PUÒ EVI-
molte persone benestanti altamente istruite TARLE; PER TALE RAGIONE BISOGNA TRATTA-
che occupano posizioni autorevoli, ma in RE LA GIOIA E IL DOLORE CON EQUANIMITÀ.
che modo la società ne trae giovamento? C’È PIACERE NEL DOLORE E VICEVERSA. NON
Esse non hanno tempo né propensione ad BISOGNA LASCIARSI ESALTARE DAL PIACERE NÉ
asciugare le lacrime dell’umanità sofferen- DEPRIMERE DAL DOLORE; DOBBIAMO SVILUP-
te. COME POSSIAMO AIUTARE I POVERI E GLI PARE LO SPIRITO DI EQUANIMITÀ AL FINE DI
OPPRESSI ? QUESTA DOVREBBE ESSERE LA
PROGREDIRE NELLA VITA . Samatva
PREOCCUPAZIONE DI CHI È AL POTERE, MA
(l’equanimità) è davvero essenziale per il
NESSUNO SEMBRA PENSARLA COSÌ. In nome
progresso di samâja (la società).
del lavoro sociale (social work), le perso-
ne indulgono, al presente, nel “lavoro tea- Sukhadu­khe samek©tva
trale” (show-work)! Esse cacciano via i lâbhâlâbhau jayâjayau
mendicanti che si presentano alla loro por- Si deve mantenere l’equilibrio
ta implorando la carità. L’uomo dovrebbe nella gioia e nel dolore,
impegnarsi in atti caritatevoli al fine di spe- nel guadagno e nella perdita,
rimentare la pace. nella vittoria e nella sconfitta.
Nonostante goda di tutte le comodità e i
piaceri, l’uomo è però incapace di soppor-

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Discorso 23-11-2005
tare anche una piccola difficoltà; è distur- tuale per sperimentare la nostra innata Di-
bato e angosciato dal minimo problema. Che vinità. Se manchiamo di visione spirituale,
cosa risponde una persona benestante se non meritiamo di esser definiti esseri uma-
le chiedete se è contenta? Dirà: “Signore, ni. In effetti, ciò equivale a tradire Dio. Egli
io non ho bisogno di denaro, i miei figli sono non si aspetta che Lo adoriate: si aspetta
ben sistemati, la casa è ben arredata con che conduciate una vita ideale e significati-
ogni tipo di comodità e cose utili. Nella vita va.
ho tutto, meno la pace della mente.”
L’insegnamento impartito a Nârada
Il segreto per raggiungere la pace Una volta il Saggio Nârada chiese al Si-
mentale gnore Vi¹²u quale fosse la via regale per
Come si può ottenere la pace mentale? l’immortalità ed Egli rispose: “Bisogna
Questo è possibile solo realizzando la Di- comprendere che Io sono presente in tutti
vinità innata. PERCHÉ NON SIAMO CAPACI DI gli esseri.” La scintilla della Divinità è pre-
SPERIMENTARE LA PACE? DOV’È L’ERRORE? sente in tutti. L’uomo non è un semplice
NOI CONTINUIAMO A CHIEDERE AGLI ALTRI: mortale: egli è essenzialmente divino. Jîva
“CHI SEI TU?” TUTTAVIA, NON FACCIAMO (l’anima individuale) e Deva (Dio) coesi-
ALCUN TENTATIVO PER CHIEDERE A NOI STES- stono; il primo è negativo e l’altro è positi-
SI: “CHI SONO IO?” QUI STA L’ERRORE. UNA vo. Il Signore Vi¹²u disse a Nârada: “Io
VOLTA COMPRESO CHI SIAMO VERAMENTE, devo assumere la forma umana al fine di
SAREMO LIBERI PER SEMPRE DALLE SOFFEREN- muoverMi tra gli uomini e proteggere il
ZE E DALLE DIFFICOLTÀ. QUINDI, PRIMA DI mondo. Sono presente in tutti nella forma
TUTTO, DOVREMMO SFORZARCI DI COMPREN- dell’Âtma. Quando l’uomo contempla co-
DERE LA NOSTRA VERA IDENTITÀ. A che ser- stantemente il Principio dell’Âtma, Io Mi
ve sapere tutto senza essere consapevoli manifesto.”
del Sé? Non è un’attività inutile spargere
Egli è presente in tutto e tutti
semi se non piove? Anche quando piove,
Il medesimo Principio divino dell’Âtma è
potete raccogliere il frutto se non avete se-
presente in tutti. Chi realizza questa Verità
minato? Affinché ci sia corrente elettrica
sperimenta la Divinità onnipervadente. DIO
sono necessari tanto il positivo quanto il
È IN VOI, CON VOI, INTORNO A VOI, SOPRA DI
negativo. In egual modo sia lo sforzo per-
VOI E SOTTO DI VOI, MA NON POTETE REALIZ-
sonale sia la grazia divina sono essenziali
ZARE QUESTA VERITÀ A MENO CHE NON AB-
per avere successo nei propri tentativi.
BANDONIATE I SENTIMENTI NEGATIVI. Dio è
εvara­ sarva bhûtânâ¼ dovunque, non avete bisogno di cercarLo.
îµâvâsyam ida¼ sarva¼ Sviluppate una salda fede nel fatto che Egli
Dio è il Residente interiore è in voi. Dio non ha una forma specifica;
di tutti gli esseri. Egli trascende tutti i nomi e le forme. Es-
L’intero universo è permeato di Dio. sendo nati come esseri umani, dovreste ado-
perarvi per il benessere della società. Voi
Dobbiamo comprendere che siamo nati per
siete membri della società e il vostro be-
sperimentare la nostra innata Divinità e non
nessere dipende dal suo. Quindi, impegna-
semplicemente per godere dei piaceri del
tevi a beneficio della società.
mondo. Dobbiamo percorrere la via spiri-
Incarnazioni dell’Amore!

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Discorso 23-11-2005
Non identificatevi con il corpo: voi siete in- sconfitta sono parte del gioco della vita. Non
carnazioni dell’Âtma. si dovrebbe criticare né rimproverare gli
altri; se qualcuno fallisce nel suo tentativo,
“Il corpo è fatto dei cinque elementi
simpatizzate con lui. QUANDO NON VI IDEN-
ed è destinato a perire, prima o poi,
TIFICATE CON GLI ALTRI È INEVITABILE CHE
ma il suo Abitante non ha
SORGANO IMMEDIATAMENTE DELLE DIFFEREN-
né nascita né morte.
ZE. Chi siete voi? Pensate di essere il cor-
L’Abitante non ha alcun attaccamento
po, ma non siete né questo né la mente. Il
ed è l’Eterno Testimone.”
corpo umano è come una bolla nell’acqua;
Può qualcuno dire: “Il mio Âtma è morto”?
come potete identificarvi con un corpo così
Con il passare del tempo il corpo fisico
effimero? Potreste dire: “Io sono la men-
muore, ma l’Âtma è eterno.
te”, ma la mente non è altro che un grovi-
glio di desideri. Un giorno o l’altro dovrete
Il Sole e l’Acqua
abbandonare tutti i desideri e quindi non
Si può vedere il riflesso del sole in un poz-
identificatevi con la mente. L’uomo d’oggi
zo, in un recipiente d’acqua, nel fiume e
ha infiniti desideri; la sua mente oscilla di
anche nell’oceano, ma, senz’acqua, non può
momento in momento, per cui la si chiama
esserci riflesso. Ogni essere umano può
“mente di scimmia”. Non permettete alla
esser paragonato a un corso d’acqua in cui
vostra mente di comportarsi come una
si vede il riflesso dello stesso Âtma. IL SOLE
scimmia; voi appartenete al genere umano
È UNO, MA SEMBRA CHE ESISTA UN SOLE SE-
e quindi mantenete la vostra mente sempre
PARATO PER OGNI PAESE. QUANDO IN INDIA È
stabile. Rammentate costantemente a voi
GIORNO, È NOTTE IN AMERICA E VICEVERSA.
stessi che siete un essere umano.
IL SOLE PUÒ APPARIRE IN TEMPI DIVERSI IN
PAESI DIVERSI, MA È SEMPRE LO STESSO. NOI
Daiva¼ mânu¹a rûpena
NON POSSIAMO DEFINIRLO “SOLE INDIANO” O
Dio prende forma umana.
“SOLE AMERICANO” E COSÌ VIA. SIMILMEN-
TE, DIO È UNO, LA VERITÀ È UNA, L’AMORE
Abbandonate l’idea di essere il corpo e vi-
È UNO. Vivete nell’Amore. Se aderite ai
vete nella costante consapevolezza di esse-
princìpi gemelli di Verità e Amore, speri-
re Dio.
menterete la manifestazione della Divinità
in tutto.
Adorare Dio nell’uomo
Noi costruiamo templi per consacrare de-
La Verità Suprema su cui riflettere
gli idoli e adorarli. Da dove viene l’idolo?
costantemente
È una vostra creazione. VOI ADORATE IDOLI
Chi è Dio? In realtà, voi stessi siete Dio.
FATTI DALL’UOMO, MA NON SIETE PRONTI AD
Perciò, ognuno dovrebbe sviluppare la sal-
ADORARE DIO NELL’UOMO. Adorare sempli-
da convinzione: “Io sono Dio.” Sviluppan-
cemente degli idoli, senza realizzare la pro-
do tale saldo convincimento, non ci sarà
pria innata Divinità, non serve a niente. Tutti
spazio per l’ego e l’odio. Voi siete Dio e
devono rispettare e riverire il principio
anche gli altri esseri umani sono Dio: ma-
dell’Âtma che è all’interno. Considerate
turate questo principio di unità e uguaglian-
Âtmaviµvâsa (la fede nel Sé) come il vo-
za. Quando nuocete agli altri, fate effetti-
stro vero e proprio respiro vitale. La fede
vamente danno a voi stessi. La vittoria e la
negli idoli è temporanea.

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Discorso 23-11-2005
Egli risponderà! Non disprezzatevi pensando di esser sem-
Quando andate a Tirupati, adorate Dio nella plici mortali: voi siete veramente Dio Stes-
Forma del Signore Ve¾kaºeµvara. Lo cele- so. Proprio il fatto che voi rappresentiate
brate dicendo: “Il Signore Ve¾kaºeµvara è Dio in forma umana e Lo adoriate, prova
la nostra Divinità di famiglia.” Quando fate che l’essere umano è essenzialmente divi-
un pellegrinaggio a Brindavan, adorate Dio no. Non date soverchia importanza ai nomi
nella forma di K©¹²a. In Ayodhyâ, Lo ado- e alle forme; comprendete l’intimo princi-
rate nella forma del Signore Râma. A se- pio della Divinità. A che serve nascere come
conda del luogo e delle circostanze, sono esseri umani se vi comportate come ani-
stati attribuiti a Dio differenti nomi e for- mali? Non occorre che abbandoniate tutto
me, ma, in realtà, il Signore Ve¾kaºeµvara, e diventiate sannyâsin. Vedete Dio nell’uo-
K©¹²a, Râma e Sai Baba sono tutti il Me- mo. Dio è onnipervadente. Non potete af-
desimo. CHIAMATELO PURE CON QUALUNQUE fermare che Egli sia confinato in un posto
NOME: EGLI RISPONDERÀ. DIO NON MOSTRA particolare; non c’è luogo in cui Dio non
DIFFERENZE; NON DOVETE FARVI INGANNARE esista.
DALLE DIFFORMITÀ DI NOME E FORMA. Svi-
luppate salda fede nell’unicità dell’Âtma. Sarvata­ pâni pâda¼
tat sarvatok¹iµiro mukham
“Le religioni sono molte, sarvata­ µrutimalloke
ma il fine è lo stesso.” sarva¼ âv©tya ti¹ºhati
Con mani, piedi, occhi, testa,
L’uomo, per sua natura, è buono bocca e orecchie che pervadono ogni
Incarnazioni dell’Amore! cosa, Egli permea l’intero universo.
Dato che siete venuti qui spendendo molto
denaro e affrontando delle difficoltà, do- Un esempio calzante
vreste fare un uso appropriato del vostro Noi coltiviamo il riso, ma non lo consu-
soggiorno. Chiedetevi se avete utilizzato il miamo nella sua forma grezza. Togliamo
vostro tempo produttivamente. A che ser- la lolla che copre il chicco e lo trasformia-
ve venire qui se non mettete in pratica gli mo in riso mondato. Finché ha il guscio,
insegnamenti di Swami? Sviluppate fede esso è obbligato a rinascere. I nostri desi-
incrollabile nell’unicità della Divinità. Solo deri sono come il guscio che copre il chic-
allora potrete sperimentare la pace. Sino a co di riso. Saremo liberi dal ciclo di nasci-
quando non contemplerete l’unicità di Dio, ta e morte una volta abbandonati tutti i de-
la vostra mente continuerà a giocarvi dei sideri. Il riso diventa adatto al consumo solo
tranelli. POTETE CRITICARE QUALCUNO COME dopo aver subìto il processo di raffinamento
PERSONA CATTIVA OGGI ED ESALTARLO QUA- ed esser diventato riso mondato. Esso si usa
LE PERSONA BUONA DOMANI. BUONO E CAT- per fare varie preparazioni come pulihora,
TIVO SONO VOSTRI PENSIERI; LA MENTE È CAU- citrânnam, cakkera pongali, pâyasam ecc.
SA DI ENTRAMBI. IN REALTÀ, L’UOMO È SEM- La sua farina è usata per preparare gli idli e
PRE BUONO DI NATURA E LA VITA UMANA È i dosa. I nomi di questi tipi di cibo posso-
MOLTO SACRA. È per questo che si dice: no variare, ma l’ingrediente essenziale, il
riso, è lo stesso in tutti. Proprio come il riso
Daiva¼ mânu¹a rûpena “vestito” viene trasformato in riso mondo,
“Dio prende forma umana.” la nostra mente dovrebbe esser purificata

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Discorso 23-11-2005
attraverso il processo di raffinamento chia- sione). Possiamo vedere la realtà solo se
mato sa¼skâra. cambiamo la nostra d©¹ºi. In s©¹ºi non c’è
niente di sbagliato; la creazione di Dio è
Un indispensabile cambiamento di visione perfetta e nessuno la può cambiare.
Voi siete ingannati dalla vostra visione ma-
terialistica; dovete cambiare questa visio- Affidarsi non al corpo,
ne. Non pensate che Dio cambi la creazio- ma al Principio Atmico
ne. Egli vi ha dato tutto nella forma origina- In questa creazione Dio può far accadere
ria, ma voi lo inquinate con i vostri desideri qualunque cosa secondo la Sua Divina Vo-
egoistici. La mente è la causa primaria di lontà. Finché uno mantiene energia fisica e
tutto ciò; quindi, eliminate la mente e tutto vigore può godere di se stesso partecipan-
vi sarà chiaro. do ad âtalu e pâtalu (giochi e canti); non
Incarnazioni dell’Amore! bisogna comunque permettersi nessuna at-
Il vostro cuore è puro e sacro, ma voi siete tività al di là di un certo limite. A mano a
ingannati dalle nubi dei desideri. Proprio mano che l’età avanza, il corpo fisico subi-
come il sole e la luna non sono visibili se sce certi cambiamenti. Voi tutti sapete quan-
coperti dalle nubi, noi siamo incapaci di to fosse grande la cantante M.S.
comprendere la nostra realtà a causa dei Subbulaksmi. Ebbene, da anziana, la sua
desideri. voce rifiutò di cooperare. Quando ella Me
lo riferì, le dissi che aveva usato troppo la
“L’infanzia passa fra giochi banali voce e che quella era la causa del problema.
con gli altri bambini, LA VOCE E LA VISTA SONO DESTINATE A CAM-
la gioventù passa in avventure amorose, BIARE CON IL PASSARE DEL TEMPO. VOI SOF-
la maturità assorbe tempo FRITE DI IRREQUIETEZZA E ANSIETÀ PERCHÉ
ed energie nell’ammassare ricchezze. CONFIDATE NEL CORPO FISICO. AFFIDATEVI
Arriva il rimbambimento, INVECE ALL’IMMUTABILE ED ETERNO PRINCI-
il tempo si trascina in inutili voglie PIO DELL’ÂTMA. L’uomo si rovina la vita a
per cose materiali, eppure non c’è tempo causa delle abitudini. Egli dovrebbe condur-
per contemplare Dio. re una vita di rettitudine. Non date troppa
Così si spreca la preziosa nascita umana, importanza al cibo e alle bevande; conside-
completamente intrappolati rate il carattere come il vostro effettivo re-
nella rete del karma.” spiro vitale. Se mancate di carattere, do-
vrete affrontare innumerevoli difficoltà nella
L’uomo è orgoglioso della sua giovinezza vita.
e cade nella trappola di mâyâ (l’illusione). La Divinità viene definita “Sat” che signi-
All’avvicinarsi della fine, si pente di non fica “Principio eterno e immutabile”. Po-
aver ottenuto la pace della mente invece di poli di religione diversa La chiamano con
godere di tutte le comodità e dei piaceri. nomi diversi. I mussulmani celebrano Dio
L’uomo passa attraverso vari stadi nella vita dicendo: “Allah Ho Akbar”; essi conside-
come l’infanzia, la giovinezza, la maturità rano Dio quale unico loro rifugio. Che uno
e la vecchiaia, ma in lui non c’è trasforma- sia mussulmano o indù, Dio è, per tutti,
zione con l’avanzare dell’età. Invece di cer- l’unico rifugio! Dovreste dire con enfasi a
car di cambiare s©¹ºi (la creazione), l’uo- voi stessi: “Io voglio Dio.” Dovreste ine-
mo dovrebbe cambiare la sua d©¹ºi (la vi- briarvi del Divino (Divine) e non di forte

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Discorso 23-11-2005
vino (deep wine)! semplicione! Hai adorato ›iva per alcuni
giorni, ti sei poi rivolto a Râma e, più tar-
Concentrare la mente su un solo Nome di, a K©¹²a. Chi garantisce che domani tu
e una sola Forma non elimini anche la Mia immagine? Que-
Una volta che accettate Râma come vostro sta non è vera devozione. Dovresti medita-
Dio, dovreste passare tutta la vita in Sua re su un solo Nome e una sola Forma fino
contemplazione, ma, di questi tempi, l’uo- all’ultimo respiro. Dovresti rimanere impas-
mo è diventato mentalmente incostante. Un sibile di fronte alle difficoltà e condurre una
giorno pone l’immagine del Signore Râma vita spirituale. Riempi il tuo cuore di senti-
sul suo altare e comincia ad adorarLo can- menti sacri; solo allora la tua vita sarà re-
tando il Suo Nome, ma il giorno immedia- denta.”
tamente seguente, se i suoi desideri non SE VOLETE PROGREDIRE NELLA VITA, NON DI-
vengono soddisfatti, sostituisce l’immagi- MENTICATE MAI IL NOME DI DIO. NON SPO-
ne di Râma con quella di K©¹²a. STATE LA MENTE DA UN NOME ALL’ALTRO;
C’era una volta un devoto del Signore ›iva MANTENETELA CENTRATA SU UN SOLO NOME E
che aveva l’abitudine di adorarLo ogni gior- UNA SOLA FORMA.
no e di cantare il sacro mantra pañcâk¹ari
(di cinque sillabe) “Om Nama­ ›ivâya”, Mana eva manu¹yânâm
ma, dopo un certo tempo, pensò che il Si- kâra²am bandhamok¹ayo­
gnore ›iva non gli avesse fatto alcun favo- La mente è la causa della schiavitù
re, per cui mise da parte la Sua immagine e e della liberazione dell’uomo.
pose sull’altare quella di Râma. All’inizio,
poté sperimentare una certa pace, ma i suoi La mente è altalenante a causa dei desideri
desideri rimasero inesauditi. Così divenne che provate. Per questo troverete la pace
irrequieto, tolse anche l’immagine di Râma solo quando abbandonerete i desideri. Fare
e, dietro consiglio del suo guru, cominciò semplicemente degli atti di carità non vi
ad adorare K©¹²a cantando incessantemente renderà nobili. OFFRITEVI A DIO CON DEVO-
il Nome Divino “Gopâla K©¹²a”. Dopo un ZIONE UNIDIREZIONALE; SOLO ALLORA POTRE-
po’ di tempo ebbe la sensazione che nean- TE AVERE PACE E FELICITÀ. CONTROLLATE I
che K©¹²a gli avesse portato alcun bene. DESIDERI, CONTROLLATE I PENSIERI E TUTTO
Un giorno, una devota andò da lui e disse: SARÀ SOTTO IL VOSTRO CONTROLLO.
“A che cosa serve adorare Râma e K©¹²a?
È meglio che tu faccia una pûjâ (adorazio- Satya e Dharma, basi della vita
ne) a Devî (la Madre Divina).” Seguendo Incarnazioni dell’Amore!
il suo consiglio, egli pose un’immagine di Voi siete dotati dei princìpi eterni di Veri-
Devî sull’altare e cominciò ad adorarLa. tà e Amore.
Durante il rito, notò che il profumo dei ba-
stoncini di incenso andava verso il luogo Satyannâsti paro dharma­
in cui aveva riposto le immagini delle altre Non c’è Dharma più grande
Divinità, per cui le spostò pensando di aver dell’aderire alla Verità.
destinato l’incenso alla Dea e che le altre
Divinità non avessero il diritto di goderne Considerate Satya (la Verità) come base
il profumo. Immediatamente la Madre Di- della vostra vita; seguite il sentiero del
vina si manifestò davanti al lui e disse: “O Dharma (la Rettitudine): solo allora il prin-

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Discorso 23-11-2005
cipio dell’Amore si manifesterà in voi. Se tette e sostenute; questo è il dovere di un
avete l’Amore, avrete successo in tutti i essere umano. Chi è privo di Verità e Amore
vostri tentativi. non è affatto degno di esser chiamato “es-
sere umano”!
L’Esempio Vivente dell’assenza
di desideri Come Râdhâ, lasciar fluire l’Amore
Incarnazioni dell’Amore! solo verso Dio
Voi non siete il corpo, che è destinato a Incarnazioni dell’Amore!
perire: siete l’Abitante interiore che non ha Fate che la vostra vita sia colma d’Amore.
nascita né morte, che non ha alcun attacca- Non confinatelo alla famiglia e agli amici;
mento. Otterrete l’immortalità quando avre- dividetelo con tutti. Chiunque incontriate
te realizzato la vostra vera identità. Allora consideratelo come incarnazione della Di-
sarete liberi da tutte le preoccupazioni e i vinità. Dividete il vostro amore con i vostri
desideri. POTRESTE CHIEDERE: “C’È QUAL- simili è diventate ricettacolo del loro. Se-
CUNO SENZA PREOCCUPAZIONI E DESIDERI?” guite la via della Verità. Io insegno sempre
A TAL PROPOSITO, IO STESSO SONO L’ESEM- i princìpi di Verità e Amore. Riunioni come
PIO VIVENTE: NON HO ASSOLUTAMENTE AL- questa intendono solo esortarvi ad aderire
CUN DESIDERIO. TUTTO È NELLA MIA MANO alla via della Verità e dell’Amore. TUTTI
E POSSO DARVI QUALUNQUE COSA CHIEDIATE, VOI VI SIETE QUI RIUNITI SPINTI DALL’AMORE
MA NON IMPLORATEMI PER COSE MATERIALI: CHE AVETE PER ME. DATO CHE SIETE VENU-
ESSE SONO TEMPORANEE COME NUVOLE PAS- TI E AVETE ASCOLTATO IL MIO MESSAGGIO,
SEGGERE. CHIEDETE CIÒ CHE È ETERNO. Il DOVRESTE PRATICARE LA VERITÀ E L’AMORE
mondo intero è sostenuto dai princìpi ge- NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI. SOLO QUESTO
melli di Verità e Amore; essi sono presenti MI FARÀ MOLTO FELICE. Fate che il vostro
in ognuno. Io sono la Verità che è presente Amore non sia contaminato da sentimenti
in tutti; Io sono l’Amore che è presente in relativi al mondo; lasciatelo scorrere inces-
tutti. Verità e Amore sono onnipervadenti, santemente verso Dio. Questo fu l’ideale
ma, ciononostante, voi non vi sforzate di dimostrato da Râdhâ. Ella era il tipo di per-
sperimentarli. sona che ha sempre K©¹²a in mente. Il suo
stesso nome rivela la sua grandezza e
La Corrente manifesta sacralità. Se cominciate con “R” ottenete
e la Corrente sotterranea Râdhâ; se cominciate con “A” ottenete
Incarnazioni dell’Amore! âdhâr (base); se cominciate con “D” il ri-
Oggi potete occupare posizioni di potere, sultato è dhârâ (corrente eterna) e se co-
ma per quanto vi rimarrete? È solo questio- minciate con “A” ottenete ârâdh (adora-
ne di tempo; soltanto la Divinità è eterna. zione). Questo significa che il fondamento
VOI AVETE SCELTO LA VIA DELLA VERITÀ; vero e proprio della vita di Râdhâ era
NON ABBANDONATELA MAI, NON DIMENTICATE ârâdhana (l’adorazione) del Signore
IL PRINCIPIO DI VERITÀ CHE AVETE SPERIMEN- K©¹²a. Râdhâ è simbolo di dhârâ (prak©ti
TATO. Potete dimenticare qualunque cosa o natura); K©¹²a è Paramâtma (Dio).
nella vita, ma non la Verità e l’Amore. La Râdhâ conobbe solo K©¹²a e nessun altro;
Verità è Bahirvâhinî (la Corrente manife- ella era totalmente immersa nell’Amore per
sta) e l’Amore è Antarvâhinî (la Corrente K©¹²a. Fu grazie a tale devozione
sotterranea). Ambedue devono esser pro- unidirezionale che poté raggiungere la libe-

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Discorso 23-11-2005
razione. Colui che aspira a ottenere la libe- Mio Amore e della Mia Beatitudine.
razione dovrebbe seguire la via dell’Amo- Possiate tutti voi condurre una vita lunga,
re, come dimostrò Râdhâ. felice, sana e pacifica!
Incarnazioni dell’Amore!
Non voglio arrecarvi disturbo parlando a Praµânti Nilayam, 23 novembre 2005,
lungo, per cui termino il Mio Discorso. Hill View Stadium,
Considerate qualunque lavoro facciate Genetliaco del Signore Sathya Sai Baba
come lavoro di Dio; vedete Dio ovunque.
Sarò felice quando avrete maturato questi (Tradotto dal testo inglese pubblicato sul sito
sentimenti divini. Tante persone si sono qui internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di
riunite: vi conferisco la sacra ricchezza del Praµânti Nilayam)

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Discorso 07-10-2005

Dasara 2005 a Praµânti Nilayam


(Cronaca delle giornate)
“Questa Praµânti Nilayam (Dimora di Pace Suprema) è la Dimora di Nitya ›ânti (“la
Pace che non può essere interrotta”), perché si basa su una profonda discriminazione e
una convinta rinuncia all’attaccamento agli oggetti legati ai sensi. È davvero una gran-
de fortuna essere qui in questo sacro giorno. Migliaia di ricercatori e aspiranti spiritua-
li sono qui giunti e, coloro che si sono uniti a essi, devono sfruttare al meglio tale oppor-
tunità.
Invece di celebrare la fausta festività di Dasara rimpinzandosi e provvedendo alle debo-
lezze dei sensi, Io sono felice che abbiate deciso di passarla immersi in sacri pensieri.”

Questo è stato quanto Baba disse, quattro decadi fa, nell’anno 1965, durante la festività
di Dasara. Tali parole preannunciano il significato della solenne festività chiamata anche
Devî Navarâtrî.
Negli anni, milioni di devoti hanno partecipato a questa festa a Praµânti Nilayam col
Signore nella Sua Forma Fisica che, fortuna davvero rara elargita dai Cieli, accetta, in
qualità di Veda Puru¹a (la Persona Divina glorificata nei Veda), l’offerta del Pûr²âhuti
(la cerimonia di compimento del Veda Puru¹a Saptâha Jñâna Yajña).
Secondo la leggenda, Dasara testimonia la vittoria dei Deva sugli asura, cioè della Ret-
titudine sulle forze del male.
A conferma di questa mitica credenza, migliaia di persone si sono riunite a Praµânti
Nilayam per celebrare la ricorrenza alla Divina Presenza di Bhagavân, Amata Madre Sai.
Infatti le celebrazioni di quest’anno sono giunte come una fresca brezza spirituale che ha
lenito la turbolenza delle menti, con i sublimi Discorsi di Baba che sono stati come una
festa per l’anima.
Le celebrazioni sono iniziate il 6 ottobre con il Kalaµasthâpanam nella sala dei bhajan
nel mandir di Praµânti, a cui è seguito il Veda Puru¹a Saptâha Jñâna Yajña nell’auditorium
Pûr²acandra, che era pieno in ogni ordine di posti.
Baba ha presieduto la cerimonia mentre i sacerdoti illuminavano, con il fuoco fatto sca-
turire dallo sfregamento di due bacchetti di legno, la sacra Homam (l’offerta rituale di
oggetti nel fuoco sacrificale). Essa veniva celebrata da pa²¬it che cantavano mantra
vedici e offrivano ghî al sacro fuoco.
Oltre all’Homam, c’erano pa²¬it impegnati nel fare Sûryanamskâr (le prostrazioni ri-
tuali al Sole), a leggere sacri poemi epici, il Râmâya²a e la Bhâgavata, ad adorare mi-
gliaia di li¾gam del Signore ›iva, a render culto al Signore Ga²e¹a, alla Trinità indù e a
compiere altri rituali relativi allo Yajña.
Mentre questi rituali proseguivano per una settimana, grande interesse, nella sessione
serale, ha avuto il Praµânti Vidvanmahâsabhâ, una folta assemblea di letterati, riunita
per condividere la Conoscenza spirituale alla Divina Presenza di Swami.
Vecchi devoti, insegnanti e studenti, provenienti dai tre campus dello ›rî Sathya Sai
Institute of Higher Learning, hanno esposto i loro pensieri, a cui facevano seguito, per
cinque giorni, gli illuminanti Discorsi Divini, in cui Baba ha dato spiegazioni su vari
argomenti spirituali con episodi tratti dal Râmâya²a, dal Mahâbharata e dalla Sua divina
visita a H©¹ikeµ ecc.
Mother Sai gennaio-febbraio 2006 11
Discorso 07-10-2005
L’11 ottobre era Durg⹺amî (giorno riservato al culto di Durgâ, l’aspetto distruttivo
della Madre divina). In mattinata, è stata celebrata, nel Sai Kulwant hall, l’Âyudha Pûjâ
alla Divina Presenza di Sai Baba.
Il 12 ottobre, giorno di Vijayâ Daµamî (culmine delle celebrazioni della festività di
Navarâtrî), migliaia di devoti si sono riuniti nel Pûr²acandra per assistere alla chiusura
della festività col Pûr²âhuti.
Baba ha benedetto l’evento, i pa²¬it e i devoti lì riuniti, girando, per la gioia di tutti, nella
sala gremita e aspergendo acqua consacrata dalla cerimonia.
Alla fine del programma è stato distribuito il prasâdam (cibo benedetto).
Nel pomeriggio, gli studenti del campus di Brindavan, dello ›rî Sathya Sai Institute of
Higher Learning, hanno inscenato una commedia intitolata “Bhakta Surdas” (“Il devoto
Surdas”). È stata una commovente rappresentazione, sulla vita di quel santo poeta, che
ha tratteggiato la sua incrollabile devozione per il Signore K©¹²a.
Nell’aria si avvertiva grande partecipazione quando la commedia rappresentava come
una devozione assoluta possa conquistare il cuore del Signore.
Canzoni melodiose unite a una musica sublime e a suggestive coreografie rendevano
memorabile la rappresentazione.
Davvero un degno gran finale per le festività di Dasara!

L’Abitante Interiore è Dio Stesso

“Durante la fanciullezza l’uomo svi- nascita umana completamente


luppa un forte interesse nel giocare avviluppato nella rete del karma.”
assieme ad altri bambini;
durante la giovinezza, Incarnazioni dell’Amore!
sotto l’influenza di Cupido, L’uomo passa la sua vita così, completa-
egli va in giro, infatuato, mente irretito nella ricerca di cose effime-
in compagnia delle donne; re, trascinato da pensieri improduttivi a se-
durante la mezza età è invischiato conda della particolare fase di crescita che
nelle faccende del mondo sta attraversando. Alla fine, comprende di
e profondamente impegnato avere in effetti sprecato la sua preziosa na-
nel procurarsi ricchezza; scita umana in ricerche inutili. È questa la
infine, in vecchiaia, desidera questo vera natura di un essere umano? È questo
e quello senza contemplare Dio ciò che egli deve imparare nella vita? Que-
neanche a quell’età matura. ste attività sono fugaci come bolle nell’ac-
Incapace di liberarsi qua; esse non possono procurare felicità
delle vecchie abitudini, duratura e, sprecare il proprio tempo in tali
incapace di sviluppare interesse futili ricerche, è pura follia.
per il cammino che porta a Dio,
l’uomo spreca la sua preziosa

12 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Discorso 07-10-2005
Una Forma per il Senzaforma In Verità, Dehî (l’Abitante interiore) è
Quando Dio nasce in forma umana, la gen- Devadeva Stesso (il Dio degli dei).
te dubita se Egli sia nato dal ventre di Sua Io sono quel Devadeva. Tu ti identifichi con
madre, come ogni altro essere umano, o per il corpo a causa dell’illusione e dici “io”,
Sua divina volontà. Il fatto è che, quando ma quello non è il tuo vero Sé; tu non sei il
Dio nasce in forma umana, sceglie i Suoi corpo e, finché ti identificherai con esso,
genitori; Egli compie la Sua missione rimarrai l’essere individuale (jîva). Una
avatarica con l’aiuto della forma che ha volta uscito da questa illusione diverrai uno
assunto e questo accade in ogni era. Lo stes- con Deva (il Supremo Sé). Abbandona
so è accaduto nel Dvâpara Yuga con il Si- quindi l’attaccamento al corpo. IL CORPO
gnore K©¹²a. Egli strinse amicizia con i UMANO È COME UNA BAMBOLA, MA OGNUNO
PⲬava e per loro fu veramente un amico, DEVE COMPIERE TUTTE LE SUE AZIONI (KARMA)
un filosofo e una guida. Li protesse costan- USANDOLO COME STRUMENTO. L’uomo ha so-
temente dalle macchinazioni dei malvagi lamente il diritto di compiere l’azione; il
Kaurava. Quando erano impegnati nella mondo intero si muove grazie a essa e Io
guerra del Kuruk¹etra contro i Kaurava, sono il Direttore di questo gioco cosmico, o
Egli assunse il ruolo di auriga (Ratha Arjuna!”
Sârathi) di Arjuna e li guidò alla vittoria.
A guerra finita, il Signore K©¹²a comunicò La dura prova di Arjuna
ai PⲬava l’intenzione di partire per il Suo Gli Yâdava, con cui K©¹²a passò tutta la
palazzo a Dvârakâ e volle che uno dei cin- vita, perirono a causa del loro ego e del loro
que fratelli Lo accompagnasse durante il odio; alla fine, K©¹²a Stesso abbandonò la
viaggio. Kuntî, madre dei PⲬava, sug- forma umana e partì per la Sua divina resi-
gerì che K©¹²a prendesse Arjuna con Sé denza. Assistendo impotente a questi svi-
dato che erano molto vicini l’uno all’altro; luppi, Arjuna pianse inconsolabile; incapa-
di conseguenza il Signore K©¹²a condusse ce di sopportare la separazione dal suo
Arjuna a Dvârakâ e soddisfece tutte le sue amato Signore, amico, filosofo e guida, egli
necessità durante il soggiorno. Arjuna era gemette: “O K©¹²a! Tu mi hai sempre pro-
un po’ imbarazzato di approfittare dei tetto e difeso; in chi cercherò rifugio ora
servigi resigli dal Signore e Gli disse: “O che sei tornato alla Tua residenza celeste?”
Signore! Come posso accettare dei servizi Alla fine, comprendendo quanto fosse fu-
da Te?” K©¹²a rispose: “Arjuna! Stai sba- tile sprecare tempo nel rammarico, tornò a
gliando. Chi sto servendo? Il tuo corpo? Hastinâpura. La città di Dvârakâ presen-
Anche il tuo corpo Mi appartiene; non è tava una scena di distruzione totale; tutto il
tuo. Io sono il protettore di tutti gli esseri clan degli Yâdava era scomparso e, in quel-
del mondo e quindi tu non devi illuderti la situazione, Arjuna non sapeva che cosa
pensando di essere il corpo. fare. Gli balzò in mente che, probabilmen-
te, sua madre Kuntî si sarebbe informata
Il corpo è fatto dei cinque elementi circa la salute del Signore K©¹²a e degli
ed è destinato a perire, prima o poi, Yâdava. Cento e una domanda si affolla-
ma l’Abitante interiore rono allora nella sua mente, ma non otten-
non ha nascita né morte, nero risposta. Infine radunò le gopika e si
non ha attaccamenti di alcun tipo: allontanò da Dvârakâ in ossequio al coman-
è il Testimone eterno. do divino. All’improvviso essi furono cir-

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 13


Discorso 07-10-2005
condati da un’orda di selvaggi che abita- K©¹²a e non ha senso addolorarsi per tali
vano della foresta, ma, con suo grande sgo- avvenimenti. Alzati, ti prego.” Kuntî, però,
mento, Arjuna non fu neppure in grado di non rispose ed egli capì che aveva lasciato
sollevare il proprio arco, il GⲬîva; dav- le sue spoglie mortali. Presa in grembo la
vero strano! Il grande guerriero Arjuna, che, testa di lei, chiamò tutti i suoi fratelli e det-
con estrema facilità, sbaragliava le armate te istruzioni per il funerale. Egli dispose
nemiche nella guerra del Kuruk¹etra, non anche che si organizzasse l’incoronazione
era ora neppure capace di sollevare il suo del giovane Parîk¹it, erede legittimo, come
GⲬîva. Egli si dolse della sua incapacità re di Hastinâpura. In seguito chiamò
e pregò K©¹²a: “O Signore K©¹²a! Che Nakula e Sahadeva al suo fianco e disse
cosa è accaduto a tutta la mia forza? Dove loro di organizzare il mahâprasthâna1, la
è andata a finire?” E, di nuovo, rispose a se grande marcia dei PⲬava verso
stesso: “Colui che mi ha dato questo pote- l’Himâlaya. Draupadî, la regina dei
re, ora se lo è ripreso.” Alla fine, in totale PⲬava, che stava assistendo a questi svi-
impotenza e disperazione, egli pregò il Si- luppi, non poté più mantenere il suo equi-
gnore K©¹²a: “O Signore! Bisogna che Tu librio; la doppia perdita per la dipartita del
Stesso protegga le tue gopika: io ne sono Signore K©¹²a da una parte e l’improvvisa
incapace.” Infine, assieme ad alcune di loro, morte di madre Kuntî dall’altra le furono
sfuggite alle grinfie dei barbari per divina insopportabili. Dharmarâja chiamò Arjuna
grazia di K©¹²a, egli giunse a Hastinâpura; e gli dette istruzioni per organizzare la cre-
là trovò il popolo disperato senza riuscire a mazione del corpo di Kuntî; Arjuna ese-
comprenderne la ragione. Nel contempo, guì. I fratelli non riuscirono a contenere il
Dharmarâja era molto ansioso di ricevere loro dolore e piansero inconsolabilmente
da lui notizie sul Signore K©¹²a e Arjuna per due ragioni: una per aver perso il loro
rispose che gli avrebbe raccontato caro Signore K©¹²a e l’altra per la morte
dettagliatamente tutto ciò che era accadu- della loro amata madre. Dharmarâja con-
to. Anche madre Kuntî si struggeva dal de- dusse la processione funebre portando il
siderio di avere notizie del Signore K©¹²a fuoco in un vaso di terracotta; questa tradi-
e chiese: “Figlio! Arjuna! Sta bene il mio zione era in voga anche allora. Durante il
caro K©¹²a? Raccontaci esattamente, ti pre- funerale il popolo di Hastinâpura non poté
go, ciò che è accaduto durante il tuo sog- trattenere le proprie emozioni. Infine, quan-
giorno a Dvârakâ.” Ella era smaniosa di do il corpo di madre Kuntî fu posto sulla
conoscere i fatti e Arjuna non poté fare al- pira nel luogo della cremazione,
tro che dire la verità. Poi egli si calmò e Dharmarâja accese il fuoco e, in pochi at-
raccontò ogni cosa circa la partenza di timi, quel corpo mortale fu consegnato alle
K©¹²a per la Sua residenza celeste e gli svi- fiamme, dopodiché i fratelli PⲬava tor-
luppi susseguenti. Nel momento in cui narono a casa.
Arjuna raccontò che K©¹²a aveva lasciato
il Suo involucro mortale, madre Kuntî non L’incoronazione di Parîk¹it
resse al dolore e crollò sul divano su cui Il successivo adempimento che avevano in
era seduta. Dharmarâja corse al suo fianco programma era l’incoronazione del giova-
e cercò di consolarla dicendo: “Madre! Ciò ne Parîk¹it. Che cosa meravigliosa! Ave-
che era destinato ad accadere è accaduto; vano perduto l’amata madre, avevano per-
questi sono tutti giochi divini del Signore duto il Signore K©¹²a, loro vero e proprio

14 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Discorso 07-10-2005
alito vitale, eppure erano pronti a eseguire ziano di loro, apriva il cammino e Bhîma,
l’incoronazione con perfetta calma e pa- Arjuna, Nakula e Sahadeva lo seguivano
dronanza! Il tempo passa, e tutte le cose in nell’ordine. Draupadî, essendo moglie dei
sospeso devono avere il loro corso; il regno cinque fratelli PⲬava, camminava dietro
di Hastinâpura doveva essere protetto. Con di loro. Mentre procedevano nella loro
questo pensiero i sacerdoti cominciarono a grande marcia verso l’Himâlaya, Draupadî
cantare i mantra vedici per officiare i riti cadde per prima e i quattro fratelli,
connessi con l’incoronazione di Parîk¹it. Sahadeva, Nakula, Arjuna e Bhîma, cad-
Egli fu portato nella sala del trono e gli fu dero nell’ordine durante il viaggio, ma nes-
imposta la corona reale mentre i mantra suno di loro si voltò indietro: per ognuno
vedici venivano cantati, ma egli era molto fu un solitario viaggio verso l’ultima dimo-
triste e implorò i PⲬava: “Oh, miei cari ra. Infine Dharmarâja rimase solo e conti-
nonni! Voi siete tutti grandi re e siete anco- nuò la sua marcia. In questo modo il sog-
ra forti e sani; è giusto che io indossi la giorno terreno dei PⲬava giunse alla fine.
corona reale alla vostra onorevole presen- Parîk¹it fu molto addolorato quando sep-
za? Merito io questa corona? Come sono pe della loro dipartita da questo mondo;
indegno e insignificante! Qualcuno di voi, quando partirono per il mahâprasthâna la
vi prego, indossi questa corona e governi il gente fu incapace di sopportare la separa-
paese.” I fratelli PⲬava cercarono di con- zione da loro e molti abbandonarono le loro
vincerlo dicendo: “Caro ragazzo! Noi non spoglie mortali. Sembrò che il destino fos-
saremo più qui per governare questo regno; se ingrato verso i PⲬava; chi può com-
qualcuno, come re di questo grande paese, prenderne le vie? NESSUNO, ECCETTO DIO,
deve occuparsi del benessere del popolo. PUÒ CONOSCERE LA PIEGA DEGLI EVENTI DEL-
Pertanto, tu devi assumerti questa respon- LA PROPRIA VITA; UNO PUÒ ANCHE INDOSSARE
sabilità. Le faccende del regno devono es- VESTI ARANCIONI, MA QUESTO NON LO REN-
sere sbrigate; non puoi esimerti dal tuo do- DERÀ CAPACE DI SAPERE CHE COSA IL FUTURO
vere di assicurare la continuità degli obbli- ABBIA IN SERBO PER LUI. I PⲬava sono
ghi regali.” Dopo aver così dato spiegazio- simbolo di virtù e valore; essi furono capa-
ni e convinto il giovane Parîk¹it, essi se- ci di lasciare le loro spoglie mortali serena-
dettero. Successivamente, la sua incorona- mente, così come avevano condotto la loro
zione come re di Hastinâpura ebbe luogo vita in modo esemplare e santificato il loro
secondo il volere di Dharmarâja. Anche il tempo in contemplazione di Dio.
giovane principe si inchinò al suo volere,
permettendo che il rituale dell’incoronazio- Parîk¹it, re pio
ne fosse completato. Come loro, anche re Parîk¹it fu uomo di
virtù e valore; nonostante espletasse i suoi
Verso l’ultima dimora doveri, passava il tempo facendo
Allora i PⲬava cominciarono la loro gran- Nâmasmara²a (la ripetizione del Nome di
de marcia verso l’Himâlaya direttamente Dio). Quando divenne re di Hastinâpura,
dalla corte reale in cui si era tenuta l’inco- alcuni re dalla mente malvagia si accorda-
ronazione. Essi gettarono le ceneri della rono e gli mossero guerra, ma avevano sot-
loro madre nel sacro fiume Gange e prose- tovalutato la sua forza e il suo valore pen-
guirono poi la marcia, uno dietro l’altro, sandolo giovane e inesperto. Alcuni altri
verso l’Himâlaya. Dharmarâja, il più an- nobili re, al contrario, gli andarono in aiuto

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 15


Discorso 07-10-2005
e, con loro, Parîk¹it poté sconfiggere i ne- Egli costituisce un ideale per le giovani ge-
mici e affermare la sua supremazia. EGLI nerazioni; anche voi dovreste sviluppare tali
POTÉ USCIRE VITTORIOSO GRAZIE ALLA SUA coraggio e forza d’animo e impegnarvi per
INCROLLABILE FEDE IN DIO. Ecco perché Io il benessere della società. Questo è il vero
vi dico spesso: “Dio è il vostro unico rifugio ideale. Pregate Dio di concedervi la forza
dovunque siate, in cima a una montagna, necessaria per perseguire questo ideale. I
in cielo, in paese, in città o in alto mare.” PⲬava lasciarono il mondo molto tempo
All’inizio, quando Parîk¹it fu consacrato re, fa, ma i loro ideali sono eterni e sempre
la gente dubitò che quel ragazzo potesse attuali; voi dovreste coltivare quegli ideali
gestire i destini di un regno, ma, dietro l’abile nel vostro cuore e seguirli nella lettera e
consiglio del figlio di K©pâcârya, egli dette nello spirito.
prova di essere un re efficiente: seguì le Incarnazioni dell’Amore! Studenti!
orme dei PⲬava e, lasciando per un po’ i Tutti voi siete molto virtuosi e dovete costi-
suoi doveri di re, andò nel luogo dove i cin- tuire un esempio per gli altri. Non date mai
que fratelli avevano lasciato le spoglie mor- spazio all’afflizione. Non abbiate mai pau-
tali. Intorno a quel luogo fece pradak¹i²a ra. Non dovete esser schiavi di nessuno.
(circumambulazione) cospargendosi il capo Abbiate fede assoluta nel fatto che Dio è
con la polvere dei loro piedi in segno di ri- sempre con voi, vi guida e vi protegge.
verenza. Egli praticò e propagò i loro idea- Avendo Dio fermamente installato nel vostro
li. I P²¬AVA COSTITUISCONO UN IDEALE PER cuore e il Nome divino sulle labbra, dovete
IL MONDO INTERO; NOI DOVREMMO EMULAR- andare diritti dicendo: “Jai, Jai, Jai …”
LI E SANTIFICARE LA NOSTRA VITA. PUÒ DAR-
SI CHE DOBBIAMO AFFRONTARE DOLORI E
Praµânti Nilayam, 7 ottobre 2005,
SOFFERENZA , MA DOVREMMO RIMANERE
Sai Kulwant Hall,
IMPERTURBATI DI FRONTE A OSTACOLI EMOZIO-
Festività di Dasara
NALI; SOLO ALLORA IL VERO POTERE E LA
FORZA SI MANIFESTERANNO IN NOI. Se segui- (Tratto dal testo inglese pubblicato sul sito
remo gli ideali dei PⲬava, sperimentere- internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di
mo pace, felicità e prosperità. Praµânti Nilayam)
Studenti!
Voi siete giovani e avete una lunga vita da- 1. Mahâprasthâna: è il grande viaggio
vanti. Parîk¹it era molto più giovane di voi verso la morte, il cammino solitario
quando salì al trono, eppure accettò la sfi- verso il nord, in silenzio e senza vol-
tarsi indietro finché non si cade morti.
da con ammirevole coraggio e fede in Dio.

16 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


“Un bellissimo… (Putta)party!”
Da mesi era stato, prima ventilato, poi finalmente confermato, questo appuntamento
nazionale di VIP a Divignano, e la conferma è stata data recentemente dall’assenso di
Swami mediante una Sua benedizione all’iniziativa.
Noi, del Gruppo di Carrara, siamo riusciti a coinvolgere senza troppo sforzo quasi tutti i
VIP a cui è indirizzata la nostra attività di servizio. Così ci siamo trascinati dietro ben 13
“ragazzi”, che non stavano nella pelle dall’eccitazione, e i loro genitori. Un fine settima-
na benedetto da un tempo primaverile ci ha accompagnato fin dal sabato, giorno della

Amore in Azione
partenza.
Il viaggio è stato molto fluido, sebbene piccoli inconvenienti presto risolti ne abbiano
rallentato lo scorrere. La Mano amorevole di Swami è sempre stata su di noi.
Siamo così giunti in questo luogo di Pace che alcuni di noi non conoscevano personal-
mente, se non attraverso qualche foto e qualche breve filmato, ma la cosa che ci ha
stupito maggiormente è stata la meravigliosa sensazione di accoglienza che si irradia in
questo luogo benedetto, sensazione che nessuna descrizione, anche se accurata, riusci-
rebbe a spiegare. È sempre piacevole immergersi in un’atmosfera in cui Swami, da
divino Architetto, dispone affinché ogni cosa abbia un senso nel Suo Divino Progetto.
Da questo luogo traspare l’ordine e l’armonia, frutto di un’operazione dettata da un
Amore superiore. È così che appena scesi dalle macchine ci siamo immersi in questa
atmosfera. Molto hanno giovato le attenzioni amorevoli degli organizzatori che sono
stati sempre estremamente attenti nel venire incontro a ogni minima esigenza dei ragaz-
zi e nostra.
Appena scaricati i bagagli nelle rispettive e comodissime camere, chi ha voluto si è
subito potuto tuffare in una grande vasca di idromassaggio. Inutile descrivere quanto i
ragazzi si siano divertiti a giocare nell’acqua con le bollicine, le cascatelle ecc., schiz-
zando tutto intorno. Poco dopo ci siamo seduti nella sala pranzo per consumare un
ottimo pasto. In seguito, passeggiando su un vialetto tra i prati, siamo andati in un altro
edificio deputato a teatro, dove alcuni bravi e simpatici volontari, tutti dell’attività giova-
nile, hanno messo in scena una piacevolissima e divertente commedia ricca di spunti e
motivi di autoanalisi. I ragazzi hanno partecipato emotivamente alle scenette, alcuni
alzandosi e tifando, affinché le battute potessero soddisfare le loro aspettative. Era
particolarmente divertente sia la commedia sia l’osservare i comportamenti di tutti noi
che vi assistevamo. Una specie di teatro nel teatro in cui gli spettatori occupano, a loro
volta, una parte nella recita. Alcuni genitori, che per abitudine cercano di controllare gli
istinti dei propri figli, hanno cercato di frenarne l’eccitazione, ma presto si sono resi
conto che quanto si stava svolgendo era nato proprio con l’intento di far sentire questi
ragazzi liberi di esprimersi. Decisamente diverso dal vedere qualcosa al cinema o alla
televisione. Sicuramente un’esperienza interessante. Beata ingenuità, innocenza, can-
dore, purezza e libertà! Quanto è dolce amare!
Domenica mattina, dopo colazione, abbiamo avuto il tempo di fare una piacevole pas-

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 17


seggiata nei viali del parco e, al ritorno, nella bellissima ed enorme palestra era stata
allestita una festa. Ci siamo tutti seduti sulle panche per assistere allo spettacolo molto,
molto divertente, di un mago-illusionista-pasticcione, che ha coinvolto, con grande simpa-
tia e divertimento dei presenti, alcuni VIP. Era sotto gli occhi di tutti la bellezza di queste
anime semplici e tanto ricche. Alcuni non riescono a comunicare bene con le parole, ma
uno sguardo, un sorriso parlano molto più chiaramente di un discorso ben formulato.
Vederli sul palco a cercare di comunicare era veramente commovente.
Dopo lo spettacolo del mago è iniziata la vera festa. Il karaoke ha acceso ancor di più
l’entusiasmo, e, a poco a poco, ci siamo tutti ritrovati sotto il palco a cantare e a ballare al
ritmo delle canzoni. Deve essere stato molto divertente per chi ci osservava, tutti “pazzi”
di gioia. Ai cantanti, molto impegnati e tutti VIP, che si sono succeduti a rotazione, è stata
messa al collo una medaglietta ricordo che li ha riempiti di orgoglio.
Grandi risate, una gioia che si tagliava col coltello, un tripudio d’allegria per tutti quanti.
La commozione, soprattutto quando hanno cantato la canzone “Ci vorrebbe un amico”,
ha colto di sorpresa alcuni di noi. Forse non ci aspettavamo di reagire così, e il pensiero
è andato con nostalgia all’Amore del più grande degli Amici che ci sostiene in ogni
momento della nostra vita ed elargisce fiumi d’Amore in forme diverse per ognuno.
Spesso stentiamo a comprendere il Suo disegno, ci sfugge il motivo dell’handicap e ci
chiediamo se sia giusto, ma se guardiamo con gli occhi dell’Amore, ogni tassello va a
posto e si disvela il bellissimo mosaico della vita in cui non esiste errore, perché tutto è
intriso d’Amore, in quanto l’Amore è la luce che ci fa vedere la Verità, perché l’Amore è
Dio.
Dopo il pranzo ci siamo tutti diretti all’esterno per fraternizzare, o meglio, per incontrare
i vari fratelli venuti da ogni dove, molte facce nuove, ma molte anche già viste in altri
incontri o conosciute in India ai Divini Piedi di Sai Baba.
Fin dal primo mattino e anche nel pomeriggio hanno continuato ad arrivare moltissimi
devoti con molti altri VIP.
All’esterno era programmata una castagnata che in breve ha attirato tutti intorno al fuoco
e alle tavole imbandite. Alcuni direbbero: “Bellissimo party!” In effetti, così è stato. Tutti
in piedi, tanti sorrisi, centinaia di bellissime persone, benedette dal richiamo d’Amore di
Swami a cui non è possibile resistere.

Il Gruppo Sai di Carrara

18 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Un giorno speciale

Sabato mattina, 25 giugno 2005, il caldo era proprio bestiale, di gran lunga superava già
dalle prime ore del mattino i 30° ed il tasso d’umidità, come si suol dire, era alle stelle.
All’Istituto Santa Chiara di Vicenza, però, 18 persone speciali (alcune delle ospiti disabili
dell’Istituto religioso) ci stavano trepidamente attendendo. Il loro giorno di divertimento
era arrivato: all’orizzonte si stagliava un’intera (anche se calda) giornata a Gardaland,
l’immenso e splendido parco di divertimenti, situato vicino al lago di Garda, che tanto fa
divertire piccoli e adulti.
Sulle ali del reciproco entusiasmo, quindi, l’allegra compagnia formata dai 18 V.I.P. e 18
volontari del coordinamento del Triveneto è partita verso… l’avventura!
Dopo l’arrivo all’agognata meta ed un fugace, ma sostanzioso pasto al sacco offerto alle
nostre graditissime ospiti, ogni singolo volontario ha ricevuto in affidamento una di loro
ed è così partito il viaggio tra giostre, attrazioni e divertimenti vari.
Difficile dire, dopo un po’ di tempo, chi più si stava divertendo e, ancor più difficile era
distinguere chi tra volontario e V.I.P. stesse accudendo l’altro tanto era, veramente (!),
l’affiatamento e la reciproca cura creatasi l’un l’altro.
All’interno del parco la gente era tanta, tantissima; il caldo del primo pomeriggio, pure.
Le nostre ospiti avevano un’età media di 60 anni (ma non li dimostravano affatto, vista
anche la loro vitalità e la loro gioia che sprizzava da tutti i pori che il caldo aveva aperto
ancor più), ma chi più soffriva la situazione eravamo noi!
Nonostante tutto, comunque, e grazie alle nostre ospiti, ci è stato concesso un trattamento
da veri V.I.P., in quanto appositi ingressi ci hanno permesso di evitare le infinite code di
persone, tutte in attesa di accedere alle varie attrazioni.
Tra un gelato e una giostra, una bibita ed un’indimenticabile e fantastica attrazione, si è
così giunti al gran finale: lo spettacolo del “Mago delle bolle” programmato in uno dei
teatrini posti all’interno del parco. All’ora stabilita abbiamo preso posto a sedere all’in-
circa verso la metà dell’area del teatro, ma, mentre la gente numerosa affluiva all’interno,
abbiamo subito notato che nella prima fila c’erano parecchi posti vuoti.
Chiesta spiegazione all’addetto alla sistemazione dei partecipanti, siamo stati informati
che i posti liberi (18!) erano stati prenotati per alcuni non ben definiti ospiti e che avrem-
mo potuto occuparli se qualche minuto prima dell’inizio dello spettacolo gli stessi non si
fossero presentati.
La curiosa attesa per vedere chi fossero i fortunati ha iniziato a serpeggiare tra noi ed un
ammiccante sguardo, tra l’incredulo ed il compiaciuto, è intercorso quando il clown ci ha
comunicato che nessuno si era presentato e che quindi i 18 posti in prima fila potevano
essere occupati dalle nostre VIP.
Il grande Regista della giornata non poteva certo dimenticarsi di loro e, nel contempo,
farci ancora vedere che si prende proprio cura di ogni più piccolo particolare!
Inutile raccontare la felicità delle nostre amiche che si sono così gustate in “first line”
ogni attimo dell’entusiasmante, e per certi versi incredibile, esibizione del mago delle
bolle.

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 19


In tarda serata il rientro all’Istituto Santa Chiara è stato annunciato dalla campana suona-
ta da una delle otto suore che, in semicerchio, ci hanno accolto sul piazzale interno, men-
tre dalle finestre si affacciavano curiose anche le altre ospiti rimaste a casa.
Le VIP, stanche, ma felicissime, sono scese dai veicoli comunicando a gran voce tutta la
loro gioia per quanto vissuto nell’intera giornata, mentre le ospiti alle finestre ci strappa-
vano la promessa di un’altra gita da organizzarsi nei prossimi mesi anche con loro.
Un bicchiere d’acqua fresca per ognuno di noi, servitoci premurosamente dalle stesse
nostre compagne di viaggio, ed i saluti di rito hanno posto fine a questa indimenticabile
giornata.
Grazie, Bhagavân, anche per questo splendido regalo!

Il Coordinamento Sevâ del Triveneto

20 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Discorso 08-10-2005

Realizzare la Divinità
con coraggio e purezza

“Tutti devono affrontare le conseguen- che non era possibile sfuggire alle conse-
ze delle proprie azioni (karma). guenze di quel fatto. Persino K©¹²a, che
Chi ha fatto sì che i pipistrelli rappresentava il loro continuo sostegno, li
stiano appesi agli alberi a testa in giù? aveva abbandonati a se stessi. Anch’essi
Forse qualcuno ce li ha legati, non avevano avuto altra scelta che seguire
spinto dall’odio? le Sue orme; dopo tutto, si erano attenuti
No, è il loro destino. strettamente ai Suoi consigli e alla Sua gui-
Allo stesso modo, da. K©¹²A TRATTAVA I P²¬AVA COME AMI-
nessuno può sfuggire CI INTIMI, LI AVEVA SEGUITI COME FOSSERO
alle conseguenze del karma.” SUOI FIGLI, ERA STATO IL LORO PARENTE PIÙ
STRETTO; IN EFFETTI, LI AVEVA SOSTENUTI IN
Incarnazioni dell’Amore! OGNI MODO. Solo Lui era il loro rifugio. Per-
Ieri vi ho parlato dell’incoronazione di tanto, essi consigliarono a Parîk¹it di af-
Parîk¹it. A quei tempi, molti lo avevano frontare le proprie responsabilità con co-
consigliato e assistito, molti gli erano stati raggio e fiducia, dopodiché si ritirarono per
di sostegno per il suo avanzamento. Parîk¹it qualche tempo per vedere come questi
era molto giovane, quasi un ragazzo; non avrebbe elaborato la situazione.
era semplice allevare un ragazzino in modo
tale da farne un valido imperatore. Nella Parîk¹it tira fuori il coraggio
stirpe dei PⲬava non erano rimasti an- Il giovanissimo sovrano rispose coraggio-
ziani: Bhîma, Arjuna, Dharmaja, Nakula samente che non avrebbe eluso le proprie
e Sahadeva si erano tutti messi in cammi- responsabilità né avrebbe lasciato tramon-
no per le pendici himalayane. L’unico rap- tare la grandezza della propria stirpe. “Go-
presentante del clan dei PⲬava era que- vernerò questo regno”, dichiarò. Egli si
sto ragazzino, Parîk¹it, che era stato edu- mostrò pieno di coraggio e fiducia, per cui
cato in modo tradizionale; eccetto lui, non Dharmaja e Draupadî si sentirono felici e
c’era nessuno che potesse salire al trono. sollevati, rimanendo esterrefatti dal com-
portamento coraggioso del ragazzino.
Parîk¹it intrappolato Si deve prendere nota di alcuni eventi che
Il ragazzo era comunque intrappolato in una si verificavano a quei tempi. Dharmaja era
complessa situazione. Egli, tuttavia, seguì nella sua forma umana e stava preparando-
il sentiero indicatogli dai tre precettori di- si a procedere verso i regni spirituali e di-
sponibili. Il giovane Parîk¹it scoppiò in la- vini. Per andare dal regno terreno a quello
crime e si lamentò col fratello del nonno e divino è necessario molto coraggio. Egli
con la nonna (Dharmaja e Draupadî), chie- attraversò il piano spirituale e quello mon-
dendo loro se trovassero giusto abbando- dano e fece una sintesi idonea ad acquisire
narlo con una responsabilità pesante come la capacità di procedere nei reami divini.
quella sulle spalle. Dharmaja, gli rispose In effetti, ottenne questa capacità consta-

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 21


Discorso 08-10-2005
tando la fiducia in sé del giovane Parîk¹it. guerra. Parîk¹it combatté con il nome del
A quest’ultimo vennero allora in mente gli nonno Arjuna sulle labbra (Arjuna aveva
avvenimenti precedenti: egli era andato da dodici nomi): Arjuna, il puro; Phalguna,
ciascuno dei PⲬava e aveva chiesto loro colui che è nato sotto la stella Phalgunî;
di volersi assumere la responsabilità di go- Pârtha, l’erede della stirpe dei P©thu;
vernare il regno, ma tutti avevano rifiutato Kirîtin, colui che è nato con una corona;
sostenendo che solo Dharmaja era qualifi- ›vetavâhana, colui che cavalca un bianco
cato a farlo e che questo era anche il vole- destriero; Bhîbatsu, colui che è al di sopra
re del popolo. Infine avevano designato il dell’emozione del cambiamento; Vijaya,
giovane Parîk¹it come l’unica persona sempre vittorioso; K©¹²a, lo scuro;
adatta. A queste parole il giovane si era Savyasâcin, l’ambidestro; Dhananjaya, il
spaventato ed era caduto in lacrime ai pie- conquistatore di ogni ricchezza. Mentre
di del nonno chiedendogli se fosse possibile combatteva, tutti i PⲬava erano presenti
che una persona così giovane potesse go- in forma spirituale; persino Draupadî si tro-
vernare un regno tanto vasto. Fu Draupadî vava là. Pochi sanno che Draupadî fosse
a dargli le dovute rassicurazioni. Così ebbe una grande guida per diritto di nascita. Sa-
luogo l’incoronazione di Parîk¹it come im- rebbe un errore pensare che Parîk¹it, appe-
peratore. na incoronato, abbia voluto provocare una
guerra. Draupadî fu la sua consigliera, fi-
Parîk¹it diventa un grande re sicamente finché era bambino e spiritual-
Il secondo giorno dopo l’incoronazione egli mente nella seconda parte della sua vita, e
convocò una riunione dei suoi re vassalli. lo aveva avvertito che non sarebbe stato sag-
La gente pensò che il ragazzo fosse spa- gio da parte sua farsi coinvolgere in situa-
ventato e che questo fosse il motivo di quel- zioni conflittuali subito dopo essere diven-
l’assemblea. Tutti i re vennero chiamati a tato re: prima doveva infondere fiducia
raccolta e fatti accomodare nella sala di nella sua gente. Grazie all’addestramento
corte e Parîk¹it disse loro: “Voi vedete da- impartitogli da Draupadî egli ci riuscì piut-
vanti a voi un ragazzo come vostro signo- tosto bene. Tutti i sudditi, vecchi e giovani,
re, ma state pur certi che non eluderò i miei si dedicarono a lui e lo venerarono con af-
doveri, come voi non dovete sottrarvi ai fetto e deferenza come mahârâja, il re dei
vostri. Noi siamo deputati a vigilare insie- re, e diventarono fiduciosi e impavidi. Con
me sul benessere di questo impero; pertan- un simile re che si occupava dei loro inte-
to ora voglio conoscere le vostre intenzio- ressi, come potevano avere paura? Parîk¹it
ni. Conosco alcuni di voi, altri non li rico- li assicurò che, nonostante la sua così gio-
nosco. Fate sì che le vostre decisioni coin- vane età, era pienamente favorito dalla gra-
cidano con le mie per il bene dell’impero, zia di Dio e quindi non esisteva potere in
oppure seguite le vostre ambizioni.” terra che potesse contrastarlo. Dio solo era
Dopo che ebbe parlato in questo modo, l’as- il suo rifugio. Egli assunse l’amministrazio-
semblea si divise in due fazioni: una che ne dell’impero in piena fede sotto la guida
sosteneva Parîk¹it e l’altra che intendeva di Dio.
perseguire le proprie ambizioni ritenendo
che il giovane re mancasse di determina- Benedetto dalla grazia di Dio
zione e potesse facilmente non esser consi- Non abbiate l’impressione che tutto il suo
derato. Fra le due fazioni scoppiò allora una addestramento fosse avvenuto solo dopo la

22 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Discorso 08-10-2005
decisione dei PⲬava di andare verso ra o la preoccupazione quando una tale fa-
l’Himâlaya. Sin dalla fine della grande miglia, composta da anziani e bambini, è
guerra, era noto che l’unico erede dell’im- sotto controllo?
pero era il bambino di Abhimanyu. Parîk¹it divenne un grande imperatore.
Draupadî aveva deciso di assumersi il com- Esistono genitori capaci di tirar su un fi-
pito di addestrarne il figlio per il suo futu- glio in questo modo? Anche se siete pronti
ro ruolo e aveva detto a Dharmaja che, seb- ad allevare i bambini in modo giusto, essi
bene egli fosse depositario di ogni virtù, non vorranno ascoltarvi, ma Parîk¹it fu fa-
talvolta mancava di capacità decisionale. cile all’apprendimento, così come fu un capo
Perciò, sin dall’inizio, Parîk¹it fu affidato coraggioso. Il coraggio è il mezzo che con-
alle cure di Draupadî. Persino prima della duce a tutti i risultati di successo. È anche
sua incoronazione, Draupadî e Dharmaja una vera pratica spirituale. È la vera forza.
solevano rivolgersi alla gente di Armato di una tale forza spirituale e divina,
Hastinâpura dicendo loro che Parîk¹it sa- Parîk¹it divenne un grande e, di conseguen-
rebbe stato il loro futuro re. “Non lasciate- za, tutto l’impero prosperò. Un precettore
vi ingannare dal suo aspetto giovanile; egli così materno è cosa molto rara. Egli riunì
è benedetto dalla grazia di Dio ed è dotato tutti i suoi ministri e rappresentanti del
di tutte le virtù regali. Il dovere di chi go- subcontinente e parlò loro dell’importanza
verna un grande popolo è quello di provve- dell’unità. La purezza, infatti, dipende dal-
dere ai suoi bisogni come farebbe una ma- l’unità e la purezza è la strada verso la Di-
dre. Al momento, è un bambino piccolo e vinità. Con la Divinità tutte le imprese di-
ha bisogno del vostro aiuto e della vostra ventano fruttuose. Basta sostenere e man-
protezione; prendete questo compito come tenere questa purezza sia nell’individuo sia
un dovere conferitovi da Dio. A tempo de- nella comunità. Questo concetto del com-
bito, egli sarà re e si occuperà del vostro portamento individuale e collettivo fu tra-
benessere come un figlio premuroso. I di- smesso ai suoi sudditi e pertanto, nel suo
vertimenti e i piaceri non ci riguardano. impero, si creò una comunità ideale. Il gio-
Considerate tutto come vostro dovere e, vane re avvicinava la gente col sorriso e si
quando i tempi saranno maturi, sarete pro- scusava persino per gli errori che poteva
tetti ed egli provvederà alle vostre necessi- aver commesso involontariamente. Egli
tà perché è realmente un dono che Dio ha esemplificò in modo eccellente il genere di
fatto a tutti noi. Tutto accade in accordo comunicazione che dovrebbe esistere fra
con la Volontà di Dio. La Sua Volontà non chi governa e chi è governato. Il giovane
può essere ostacolata da nessun’altra forza.” Parîk¹it aveva piena fede in Dio, la cui
Benevolenza e Amore assicurarono il be-
Il coraggio, vera pratica spirituale nessere suo e dei suoi sudditi. Abbiate, tutti
e vera forza voi, la stessa salda fede in Dio e mantenete
Perciò, Draupadî e Dharmaja avevano già la purezza, e certamente avrete successo
preparato la strada all’incoronazione di nella vostra sâdhanâ.
Parîk¹it. A quei tempi, quelle erano le pro- Praµânti Nilayam, 8 ottobre 2005,
cedure dell’amministrazione politica. Tut- Sai Kulwant Hall,
te le persone del regno dovevano essere Festività di Dasara
seguite come i bambini di una famiglia (Tradotto dal testo inglese pubblicato sul sito
internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di
unita. Come può esserci spazio per la pau-
Praµânti Nilayam)

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 23


Cittadini del mondo
Qui, nell’università Sathya Sai, abbiamo studenti di ogni
religione, fra cui due ragazzi musulmani.
Quel giorno Swami ne ha chiamato uno: “Come ti chia-
mi?” e lo studente ha risposto con un nome musulmano.
Bene”, ha risposto Swami e, ondeggiando la Mano, gli ha
materializzato una catenina e un medaglione con incisi la
Sotto la Veranda

mezza luna e la stella, simbolo dei musulmani. Poiché il


ragazzo era musulmano, Bhagavân gli ha materializzato
un gioiello in armonia con la sua religione.
“Hai visto?” - mi ha chiesto Swami. “Che cosa hai visto?”
“Ho visto la mezza luna e la stella, simbolo della
fede islamica.” ”Vieni qui, guarda meglio. Guarda che cosa c’è scritto sull’altro lato del
medaglione.”
Era una scritta in caratteri romani: “Allah Bismallah”: Abbi fede in Allah.
“Vedi - Baba ha spiegato - Io incoraggio tutte le religioni, perché sono tutte Mie. Io non
credo alle conversioni poiché, qualunque religione professiate, è comunque Me che
raggiungerete.”
Poi ha chiamato il secondo ragazzo musulmano e gli ha detto: “Sei geloso?”
“No, Swami, no.” Ondeggiando la mano, Swami gli ha materializzato un anello. Una
catenella per il primo ragazzo e un anello per il secondo, quel giorno hanno reso tutti
contenti.
Un giorno, durante una conversazione, involontariamente ho commesso un errore. Ho
detto: “Swami, le persone della nostra regione, dalle nostre parti non si comportano
così, non parlano in questo modo.” Ho sottolineato questo fatto.
Baba ha immediatamente detto: “Che cosa?! Hai detto ‘dalle nostri parti’?! ‘La mia
zona’?! No, no, no. Non dovresti dire così. Tu sei cittadino del mondo.”
“Scusa, Swami. Non lo ripeterò più. Infatti voglio eliminare l’identificazione col mio
luogo di nascita. Sono attaccato a esso. Mi dispiace. Sto cercando di correggermi.”
“Cercando?” - ha sottolineato Swami. “Try, try, try (cercare), porta solo dry (aridità).
Devi eliminare i sentimenti di appartenenza a un dato luogo. Una volta che comprendi
che ciò che stai stringendo in mano è un serpente, che cosa fai? Ci giochi? Continui a
tenerlo in mano? Certamente no. Lo lasci immediatamente, perché sai che è velenoso.
Allo stesso modo, quando riconosci che questo campanilismo non va bene, dovresti
subito eliminarlo.”
In un mondo costantemente frazionato da religioni, regioni, politica e da considerazioni
basse, sciocche, meschine, questo è uno splendido messaggio per tutti noi. Siamo tutti
Uno; il pianeta è Uno e noi apparteniamo alla famiglia dell’universo. Non siamo sepa-
rati. E non dobbiamo dire: “Cercherò di correggermi.” No. Dobbiamo farlo. Questo è
il messaggio trasmessoci da Bhagavân quel giorno.

(Tratto da “Perle di Saggezza” 4)

24 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Discorso 09-10-2005

La purezza di cuore è la vera sâdhanâ

“Pensate che chiacchierare cendo, il vostro cuore diventerà puro e se-


per tutta la giornata reno. Nel momento in cui otterrete questo
senza un vero lavoro stato, Dio diventerà sicuramente manife-
sia sâdhanâ (pratica spirituale)? sto in voi in modo percepibile. Questa deve
Seguire un regime alimentare essere la vostra sâdhanâ. Non è la sola
che vi fa riempire pratica di dhyâna (la meditazione) a ren-
la pancia tre volte al giorno, dere manifesto Dio al sâdhaka (l’aspiran-
pensate sia sâdhanâ? te spirituale). DIO È PRESENTE, IN MODO UNI-
Un’energica attività diurna FORME, COME ABITANTE, SIA NEGLI ESSERI
e un profondo sonno notturno, UMANI SIA NEGLI INSETTI, NEGLI UCCELLI E
pensate siano sâdhanâ? NELLE BESTIE.
Questo è ciò per cui Dio vi ha creati?
Voi impiegate molto tempo in questo Purezza di cuore per realizzare
modo, ma la vostra non è sâdhanâ. l’Abitante interiore
Non sprecate così il vostro tempo! Supponete di porre la domanda: “Dov’è
Da questo momento in poi Dio, ora?” La risposta spontanea deve es-
aspirate a conoscere-riconoscere Dio. sere che Dio è presente anche in voi. Molta
Solo questa è sâdhanâ.” gente intraprende diversi tipi di sâdhanâ,
quali la meditazione, per trovare risposte a
Incarnazioni dell’Amore! domande di questo tipo. Il Saggio Nârada
La Coscienza onnipervadente viene defi- affermava che Dio può essere realizzato
nita “Divinità”. Viene anche detto che la attraverso le nove forme di devozione, e
Divinità è presente in tutti gli esseri viven- cioè: ›rava²a¼ (l’ascolto delle glorie di Dio),
ti, ma non c’è nessuno che abbia visto que- Kîrtana¼ (il canto delle Sue lodi),
sta onnipresente Divinità. SOLO UN ESSERE Vi¹²usmarana¼ (la contemplazione di Dio),
UMANO PUÒ CONTEMPLARE E REALIZZARE LA Pâdasevana¼ (il servizio ai Suoi Piedi di
PERSONA COSMICA. Infatti, la vita umana loto), Vandana¼ (l’atteggiamento di riveren-
stessa è la manifestazione del Potere divi- za verso tutte le forme di vita), Arcana¼
no. (l’adorazione), Dâsya¼ (servire tutti indistin-
Alcune persone, però, non sono d’accordo tamente), Sneha¼ (l’amicizia con Dio) e
su questa affermazione. Âtmanivedana¼ (l’abbandono di se stessi
Lo stesso Âtma Tattva (Principio divino) è a Lui). Non esiste nessuno a questo mondo
presente non solo negli esseri umani, ma in nel cui cuore Dio non risieda in qualità di
tutti gli esseri viventi dell’universo. Però, Abitante. È quindi necessaria la meditazio-
per realizzare questa Verità, si deve avere ne per visualizzare un tale Dio
un cuore puro e altruistico. Per compren- onnipervandente e onnipresente? Oggi
dere questa Verità, ogni essere umano deve molti insegnano diverse tecniche di medi-
contemplare Dio continuamente. Così fa- tazione, ma la meditazione è intesa ad ac-

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 25


Discorso 09-10-2005
quisire la purezza del cuore spirituale per- Non parenti, ma incarnazioni di Dio
ché, se non si ottiene la purezza del cuore, Incarnazioni dell’Amore!
che è la sede della consapevolezza, Dio non Se volete visualizzare Dio dovete acquisire
può essere realizzato. Ecco perché si deve la purezza di cuore. Riferendovi a una per-
aspirare ad acquisire la purezza del cuore sona particolare, voi dite che è vostro pa-
spirituale. Che genere di sâdhanâ praticò dre, ma il padre è imbarazzato da tale rife-
Ka¼sa nel Dvâpara Yuga? In effetti, egli rimento perché egli, in effetti, è lo stesso
offendeva continuamente il Signore K©¹²a Âtma Tattva che si trova in tutti gli esseri
che fu invece così misericordioso da con- umani. Sposate una ragazza e dite che è
cedergli il proprio darµan. N ESSUNA vostra moglie, ma in realtà essa è l’incar-
SÂDHANÂ PUÒ ESSER DI AIUTO A REALIZZARE nazione del divino Âtma. Allo stesso modo,
DIO SE NON SI POSSIEDE LA PUREZZA DI CUO- accarezzate con affetto un bambino defi-
RE. I diversi tipi di sâdhanâ, come il digiu- nendolo vostro figlio, ma lo stesso bambi-
no, la meditazione ecc., aiutano a sviluppa- no può dirvi di non essere vostro figlio,
re la fede nel Dio onnipresente che risiede bensì l’incarnazione della Divinità. Questo
veramente dentro di voi come Abitante. La perché tutte le relazioni di questo mondo
gente crede in genere che Dio abbia con- sono solo relazioni atmiche. In verità, la
cesso la Propria visione a questa o a quella vera Âtma Sâk¹âtkâra (la realizzazione del
persona, ma la Verità è che Dio non dà mai Sé) è la fusione del Sé individuale (Jîva)
il darµan a coloro che non sono puri di cuo- con il Sé Supremo (Brahman). Qualsiasi
re. Perciò, se desiderate avere la visione di persona incontriate è, in verità, Dio. Come
Dio, dovete sviluppare la purezza di cuore. possono esistere esseri umani senza tale
Tutti i tipi di sâdhanâ sono intesi solo ad onnipresente Divinità? Il Signore K©¹²a ha
acquisire la purezza. Nel momento in cui dichiarato di essersi incarnato ogniqualvolta
avrete la purezza di cuore, il Dio la pratica del Dharma (la Rettitudine) sia
onnipresente si manifesterà proprio davan- decaduta. Egli ha anche dichiarato di esse-
ti a voi. SFORTUNATAMENTE, OGGI NEL MON- re bîjam (il seme) in tutti gli esseri viventi.
DO C’È CARENZA DI GURU IN GRADO DI DIRIGE- Sebbene fosse molto vicino ai gopâla (pa-
RE FERMAMENTE IL RICERCATORE SUL SEN- stori) e alle gopî (pastorelle), Egli non fu
TIERO DELLA PUREZZA; ESSI SI LIMITANO A mai legato da questa relazione. Le gopî che
OFFRIRE ALCUNE TECNICHE MECCANICHE DI erano consapevoli di questo fatto, Lo con-
MEDITAZIONE IN CAMBIO DI DENARO. IN RE- templavano costantemente cantando il di-
ALTÀ NON C’È BISOGNO DI INTRAPRENDERE vino Nome: “K©¹²a! K©¹²a!” Proprio il
ALCUN SISTEMA COMPLESSO DI MEDITAZIONE; Nome K©¹²a portò l’incarnazione del divi-
SI PUÒ SEGUIRE LA SEMPLICE SÂDHANÂ no Âtma davanti ai loro occhi. Le gopî era-
DELLA COSTANTE CONTEMPLAZIONE no anime estremamente elevate, fermamen-
DELL’ONNIPRESENTE DIO. Pochi insegnano, te convinte che lo stesso Âtma Tattva fos-
al giorno d’oggi, questi semplici metodi; la se presente in ogni individuo, anzi, in ogni
gente sente parlare, o legge, di tanti modi essere vivente. Per questo motivo riusci-
complicati di meditare e segue la sâdhanâ vano a visualizzare K©¹²a in tutti gli indivi-
che più cattura il suo interesse o stimola la dui e in tutti gli oggetti del mondo. Tutto ciò
sua immaginazione. che vediamo nel mondo oggettivo, per
esempio anche questa sala, questo pandal,
gli edifici circostanti ecc., non sono in real-

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Discorso 09-10-2005
tà oggetti; la gente è preda dell’illusione dere Dio ovunque.
quando pensa in questo modo alla vista delle Se andate a Mathurâ o a Dvârakâ potete
loro forme esteriori. L’Âtma Tattva univer- constatare come la gente adori K©¹²a con
sale è presente in tutti questi oggetti. Solo lo stesso fervore devozionale, sebbene Egli
le gopî realizzarono questa Verità Supre- abbia abbandonato le Proprie spoglie mor-
ma in modo naturale e spontaneo: riusciro- tali circa 5000 anni or sono. Quando Dio si
no a visualizzare K©¹²a in tutti gli individui incarna in forma umana, è naturale
e in tutti gli oggetti. Noi spesso ci riferiamo considerarLo un comune essere umano, ma
agli individui definendoli “mio figlio”, “mio questo rapporto non è corretto. IO RIPETO
fratello”, “mio padre”, “mia madre”, “mia SPESSO CHE SONO DIO, MA VI RICORDO CHE
moglie” ecc., con in mente le relazioni mon- ANCHE VOI, IN REALTÀ, LO SIETE; NON DO-
dane, ma la verità è che lo stesso Dio si VETE LASCIARE ALCUNO SPAZIO ALLA CONFU-
manifesta attraverso tutti questi individui. SIONE E A DIFFERENZE D’OPINIONE A QUESTO
Pertanto si deve considerare ogni individuo RIGUARDO: CIASCUNO DI VOI È IN VERITÀ
come l’incarnazione della Divinità. L’inte- UN’INCARNAZIONE DELLA DIVINITÀ. SE SVI-
ro universo è permeato del Brahma Tattva; LUPPATE QUESTA FERMA CONVINZIONE, POTE-
tutti i nomi e le forme attribuite all’Âtma TE VISUALIZZARE DIO IN OGNI ESSERE VIVEN-
Tattva sono nostre invenzioni. TE. È solo tenendo a mente questo concet-
Râmak©¹²a Paramaha¼sa, durante la to che l’espressione delle Scritture Yad
giornata, seguiva molti sistemi di adorazio- bhavam tad bhavati (“Come il sentimen-
ne della Madre Kâlî. Un giorno la Madre to, così il risultato”) assume significato. In-
Divina gli apparve e gli chiese: consapevole della vera natura della Divini-
“Râmak©¹²a! Tu stai impazzendo giorno tà, la gente si riferisce a particolari indivi-
dopo giorno! Mi adori in una forma parti- dui definendoli “padre”, “madre”, “zio” ecc.,
colare. Perché Mi limiti a questa o a quella avendo in mente la loro forma fisica e la
forma? Tutte le forme, invero, sono Mie. relazione fisica con loro. Se la gente è pre-
Qualsiasi persona tu incontri, devi conside- da in tal modo dell’illusione, circa le rela-
rarla un’incarnazione della Divinità.” Dio è zioni fisiche, è destinata a confondersi sulla
puro e senza attributi; una tale immacolata reale natura della Divinità.
Divinità senza attributi è presente in ogni
essere vivente. Tutti gli esseri umani sono, Solo Dio esiste
infatti, riflessi di tale Divinità onnipresente, Rivelando la propria Divinità onnipresente,
per cui ogni essere umano deve essere con- il Signore K©¹²a una volta dichiarò che non
siderato l’incarnazione della Divinità e ri- esisteva nessun altro all’infuori di Lui nel-
spettato. Sebbene Dio sia onnipresente, Egli l’intero universo; la stessa verità è conte-
assume una forma particolare e serve gli nuta nella dichiarazione:
esseri umani in vari modi.
Ekam sat viprâ bahudhâ vadanti
“Come il sentimento, così il risultato” “La Verità è una, ma il saggio si riferisce
Da questo istante, comprendete la verità in a Essa usando vari nomi”.
base a cui tutte le forme e tutti i nomi sono
Suoi e considerate chiunque vi troviate da- Per esempio, il numero 1 è solo uno. Se gli
vanti un’incarnazione della Divinità. Se addizionate altri tre 1, esso diventa 4, e
sviluppate un tale atteggiamento potete ve- addizionando altri numeri, si ottengono

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Discorso 09-10-2005
numeri diversi, ma il primo numero rimane le Upani¹ad proclamano il concetto non
lo stesso, cioè 1. Questa è la Divinità e que- dualistico secondo cui Jîva e Deva sono
sto è ciò che intende affermare la profon- una cosa, una cosa sola, ma nessuno si sfor-
da dichiarazione: za di comprendere questa verità. Alla fine
tutti credono che Dio sia separato da loro.
Ekoham bahusyâm Le persone fanno spesso distinzione fra le
“Sono Uno: che Io divenga i molti”. diverse forme della Divinità, per esempio
Râma, K©¹²a ecc. Esse indulgono in senti-
La gente spesso usa le due parole Deva menti di differenziazione, perché cercano
(Dio) e Jîva (anima individuale), ma non di identificarsi con una forma particolare,
esiste alcuna anima individuale! Tutti sono ma, così facendo, si allontanano da Dio e
soltanto incarnazioni della Divinità! SORGE continuano a essere solo anime individuali.
ALLORA LA DOMANDA: “PERCHÉ LA GENTE TUTTE QUESTE DISTINZIONI ESISTONO SOLO
MUORE?” DATO CHE LA GENTE NON È CAPA- NEGLI INDIVIDUI: DIO È SOLO UNO. INFATTI,
CE DI COMPRENDERE LA NATURA IMMORTALE EGLI NON È DIVERSO DA VOI: EGLI È IN VOI.
DELL’ÂTMA CHE RISIEDE NEL CORPO FISICO, VOI, IN VERITÀ, SIETE DIO! Se così non fos-
FA USO DEL TERMINE “MORTE”. L’ÂTMA NON se, per quale motivo i Veda dichiarerebbe-
CONOSCE AFFATTO LA MORTE! ESSO È IMMOR- ro: Tat tvam asi (Tu sei Quello)?
TALE. COLORO CHE REALIZZANO QUESTA VE-
RITÀ SI UNISCONO A DIO. Per coloro che non Eliminare i sentimenti di separazione
riescono a comprendere la Verità, il jîva Dovete sviluppare la ferma convinzione che
resta jîvâ e il Deva resta Deva; in essi voi e Dio siete una cosa sola. Quando ac-
persiste la concezione dualistica. quisite questa salda convinzione diventate
uno con Dio. Voi, ad esempio, tenete mol-
Alcuni grandi assiomi delle Scritture te foto di Sai Baba nella vostra stanza della
Qual è l’intimo significato della dichiara- pûjâ (stanza riservata all’adorazione -
zione: Ekameva advitîya¼ brahma (Dio è N.d.T.), ma in tutte le foto troverete lo stes-
Uno senza secondo)? In essa si intende che so Dio fotografato in pose diverse. Se com-
in questo universo non esiste alcun’altra prendete l’unità che sta alla base della Di-
Entità all’infuori di Brahma. Questa è la vinità, non resterà spazio per la confusione
dichiarazione dei Veda. Le Upani¹ad spie- e potrete realizzare la Verità. Qualsiasi cosa
gano la nostra vera natura tramite il Io dica è solo Verità, ma, non essendone
mahâvâkya (il grande aforisma) consapevoli, voi non riuscite a sviluppare
fede in Essa. Molte persone oggi procla-
Tat tvam asi mano di essere “divine” facendo discorsi
“Tu sei Quello”. senza fine su questo concetto. CredeteMi,
vogliono solo confondere i devoti. Infatti,
In un altro mahâvâkya si dichiara: solo se sviluppate una ferma fede nella di-
chiarazione che Dio è solamente l’Uno
Prajñâna¼ brahma potrete realizzare la Verità. Chi è capace di
“La Consapevolezza Suprema è Brahma”. comprendere questa verità non avrà né con-
fusione né dubbi. Non usate parole aspre
A chi si riferisce questa dichiarazione? Di nel parlare a chicchessia; infatti al mondo
nuovo al Dio Assoluto. Sia tutti i Veda sia non esistono nemici. Non dovete conside-

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Discorso 09-10-2005
rare nemico nessuno né trattarlo male. Un operativo. Per noi, la notte segue al giorno
giorno può esservi nemico, ma un altro gior- e questo comincia nuovamente dopo la
no potete diventare amici. Non dovete con- notte. Sia il giorno sia la notte per noi sono
siderare nessuno separato da voi: tutti sono uno.
amici.
Unità fondamentale
Giorno e notte sono una cosa sola Quindi sviluppate una salda fede nel princi-
Incarnazioni dell’Amore! pio dell’Unità in tutto ciò che incontrate nel
Voi state adorando e pregando Dio con mondo. Dio è Uno e solo Uno. Se non svi-
grande amore. Continuate ad amare Dio e luppate una salda fede in questo principio,
sviluppate fede in Lui; solo così tutti i vostri è possibile che voi adoriate una forma di
dubbi verranno chiariti e riuscirete a com- Dio e ne odiate un’altra. Dovete sempre
prendere pienamente la natura della Divi- attenervi al Principio di Unità di Dio. Que-
nità. Il dubbio implica la dualità che è un sta è la Verità. Se non siete capaci di svi-
sentimento di separazione fra voi e Dio. luppare questa fede, ignoratela e non fate-
Infatti non esistono due entità come “Dio” ne materia di discussione o diatriba. Non
e “voi”: tutto è “Io”, “Io”, “Io”! Abbiate attribuite mai dualità a Dio. Dio è sempre
fede nella Verità secondo cui “Dio è Uno Uno e solo Uno. Se riuscite a capire e a
senza secondo.” Per esempio, quante ore sviluppare una fede ferma nell’Unità di Dio,
ci mostra un orologio? Dodici ore. Quan- la vostra vita procederà scorrevolmente.
do la lancetta è sulle dodici, procede verso (Mostrando ai presenti un mazzo di fiori,
l’1 sull’orologio e, quando arriva all’una, Swami chiede: - N.d.T.) Che cos’è questo?
si muove verso l’ora successiva. Dunque, È un mazzo formato da molti fiori tenuti
solo quando la lancetta passa sull’una si insieme con l’aiuto di un filo, con il risul-
dirige verso le due. In modo simile, non tato che essi assumono la forma di un maz-
c’è nulla che possa esser chiamato secon- zo. Sebbene i fiori siano di diverse varietà,
do: Dio è solo Uno. Tuttavia, quando desi- il filo che li unisce è solo uno. Lo stesso
derate invischiarvi nelle faccende del mon- principio è stato così espresso nei Veda:
do, la dualità arriva. Infatti, per quanto ri-
guarda la Divinità, non esiste dualismo. Ekameva advitîyam brahma
Talvolta sveglio i ragazzi che dormono nella “Dio è Uno senza secondo”.
Mia camera e chiedo loro: “Che ore sono?”
ed essi dicono: “Le dodici, Swami!” Chie- L’esempio di cui sopra dimostra l’unità
do di nuovo: “Le dodici di giorno o di not- nella diversità. SE VI RIFERITE A UNA PERSO-
te?” e i ragazzi rispondono: “Swami! Sono NA SINGOLA, LA DEFINITE “UN UOMO”; SE VI
le dodici di notte.” Se, dunque, dodici ore RIFERITE A UN GRUPPO DI PERSONE RIUNITE
del giorno vengono aggiunte a dodici ore INSIEME, LE CHIAMATE “GRUPPO”. SEBBENE
della notte, diventano ventiquattro, ma non CI SIA UNA GRANDE DIFFERENZA NELLE PARO-
ci sono ventiquattro ore; è solo perché il LE CHE USIAMO PER RIFERIRCI A UNA PERSO-
giorno viene seguito dalla notte che trovate NA SINGOLA O A UN GRUPPO, NELLA CLASSIFI-
ventiquattro ore. Perciò, non fate distinzio- CAZIONE C’È UNA FONDAMENTALE UNITÀ. QUE-
ne fra il giorno e la notte. Chi lavora per la STA UNITÀ È LA DIVINITÀ, COSA CHE NON SI
ferrovia fa una distinzione di questo gene- DEVE MAI DIMENTICARE. Sfortunatamente, di
re perché gli conviene da un punto di vista questi tempi, la gente tende a guardare al-

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 29


Discorso 09-10-2005
l’apparente diversità del mondo oggettivo la mattina fino a quando non vado a dormi-
ignorandone il sottostante principio di uni- re. Sono molto felice e pieno d’energia. Non
tà. Prendete per esempio i PⲬava. Chi esiste nessun altro che goda di una Beati-
erano? I cinque fratelli PⲬava erano i tudine come la Mia. Io sono sempre felice
figli di Kuntî. Una madre, ma cinque figli. e contento, non presto attenzione né alla
Nel senso mondano comune, essi sono in lode né al biasimo da qualsiasi parte pro-
numero di cinque. Potete non riuscire a vengano; essi sono solo la manifestazione
capire questo principio di unità della Divini- esteriore dei sentimenti di qualcuno e Io non
tà, ma, al momento giusto, quando, con ho niente a che vedere con essi. Non ali-
mente matura, riuscirete a riconoscerlo, mento nessun tipo di sentimento di separa-
capirete che la Realtà è Una e non due. zione.
(Mostrando un fazzoletto: – N.d.T.)
Questo è un fazzoletto! In esso si trovano “Tutti sono Uno;
molti fili tessuti insieme e, a seguito di que- siate equanimi con tutti.”
sta tessitura, essi assumono la forma di un
fazzoletto: il tessuto è uno e i fili sono molti. (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan:
Si deve riconoscere il principio dell’unità “Govinda K©¹²a Jay…”)
nella diversità. Ci sono molti studenti rac-
colti in questa sala e ciascuno appare di- Praµânti Nilayam, 9 ottobre 2005,
verso dagli altri, ma sono tutti studenti del Sai Kulwant Hall,
college ›rî Sathya Sai. Festività di Dasara
Si deve dunque aspirare a sviluppare l’Unità.
Cari studenti!
Sono estremamente felice di vedere tutti (Tratto dal testo inglese pubblicato sul sito internet
voi. Io ho molti compiti da svolgere e par- dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)
tecipo a molteplici programmi a partire dal-

30 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Tutto è Dio

A Lume di Candela
Convincetevi che ogni cosa è divina, che tutto è Dio. Se, per
esempio, pensate: “Io sono nella luce, io sono la luce, la luce
è in me, la luce sono io.
Io e la luce siamo la stessa cosa”, sentite in voi la luminosità,
sentite di essere fatti di luce.
“Io” sta per amore; l’amore è luce e vive di luce.
Chi riesce a fare questa esperienza si immerge in Dio.
La luce è conoscenza; l’amore è preghiera, adorazione.
(Tratto da Discorsi 88/89 volume I)

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 31


Discorso 10-10-2005

Senza “Educare”
l’educazione è inadeguata

“La buona educazione divini sentimenti. Così fu anche per il


è quella che insegna il metodo Bhâgavata, composto dal grande ©¹i Veda
per ottenere la pace nel mondo, Vyâsa2. Questi grandi ©¹i dettero espres-
distrugge la ristrettezza mentale sione ai sentimenti divini, che sgorgavano
e promuove l’unità, l’eguaglianza dalle profondità dei loro cuori, nella forma
e la coesistenza pacifica di queste grandi epiche; per questo esse di-
tra gli esseri umani.” vennero opere immortali che insegnano le
verità eterne. Le grandi epiche raccontano
Il sostegno e ciò che è sostenuto la Vita divina e il Messaggio dei grandi
La buona educazione non consiste nella Avatâr e furono composte da grandi ©¹i che
semplice lettura di molti libri apprendendo avevano la visione di Dio.
la conoscenza teorica e insegnandola agli
altri. Acquisire la mera conoscenza libresca Sîtâ all’eremitaggio di Vâlmîki
non serve a niente; forse a diventare un li- Quando Sîtâ viveva con Râma nella fore-
bro voi stessi. LA VERA EDUCAZIONE È QUEL- sta, durante il loro esilio di quattordici anni,
LA CHE PROMUOVE L’UNITÀ, L’EGUAGLIANZA Râma le insegnò molte cose. Ella non le
E LA PACIFICA COESISTENZA CON GLI ALTRI rivelò a nessuno, ma seguiva quegli inse-
ESSERI UMANI. Leggere semplicemente libri gnamenti con attenzione. Alla fine del pe-
e periodici, acquisendo la conoscenza teo- riodo di esilio, Sîtâ, Râma e Lak¹ma²a
rica, costituisce la cosiddetta “educazione tornarono ad Ayodhyâ, ove Râma fu inco-
profana”. Nel mondo odierno, molta gente ronato re. Il tempo passava. Egli, un gior-
cerca solamente tale tipo di educazione, ma no, chiamò Lak¹ma²a e gli ordinò di tra-
questa non può esser definita vera educa- sportare Jânakî3 su un carro e di abbando-
zione. Essa sgorga dal cuore ed è chiama- narla in un luogo deserto, privo di
ta “Educare”1. Tra educazione ed “Edu- insediamenti umani, sulle rive del Gange,
care” c’è molta differenza! “Educare” è e poi di ritornare. Obbedendo al comando
la base di ogni forma di educazione. “Edu- di Râma, egli lasciò Sîtâ nella foresta e tor-
care” è âdhâra (il sostegno) e l’educazio- nò nella capitale. Il Saggio Vâlmîki stava
ne è adheya (ciò che è sostenuto). Tutti i attraversando la foresta per tornare al suo
testi che leggiamo ci trasmettono solo l’istru- eremitaggio, dopo avere fatto un bagno ri-
zione, ma questo è del tutto inadeguato. As- tuale nel Gange, quando le disperate paro-
sieme a quest’ultima si deve perseguire le di Sîtâ giunsero alle sue orecchie. Dopo
“Educare”. aver ascoltato il suo doloroso racconto,
questi la consolò e la portò con sé. Sîtâ pas-
Grandi poemi epici per grandi ©¹i sava i suoi giorni nell’eremitaggio in co-
Il Saggio Vâlmîki, nel Tretâ Yuga, scrisse stante contemplazione di Râma e della Sua
la grande epica Râmâya²a che scaturì da gloria. Quando Lak¹ma²a l’aveva lasciata
lui come espressione spontanea dei suoi nella foresta, ella era già in dolce attesa e,

32 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Discorso 10-10-2005
al compimento del nono mese, dette alla giorno il cavallo, seguito dall’armata, arrivò
luce due gemelli: Lava e Kuµa. Con l’at- vicino all’eremitaggio del Saggio Vâlmîki;
tenzione amorevole e la tutela del Saggio i due gemelli Lava e Kuµa videro il cavallo
Vâlmîki, i due gemelli divennero grandi seguito dall’esercito, lo catturarono e, letta
guerrieri, degni figli di Râma. l’iscrizione sulla sua fronte, decisero di af-
Un giorno, Sîtâ era persa in profonda con- frontare ›atrughna e i suoi soldati. Essi
templazione di Râma; pensava ai giorni fe- domarono il cavallo e lo portarono
lici che aveva passato in Sua compagnia nell’eremitaggio di Vâlmîki, tornando poi
ed era veramente scoraggiata dalla piega per combattere i suoi guardiani. Nella bat-
degli eventi. In quel momento, Lava e Kuµa taglia che seguì, i gemelli sconfissero tutti
tornarono all’eremitaggio e videro la ma- gli avversari uno dopo l’altro.
dre in lacrime. Non comprendendo la ra-
gione del suo dolore, le chiesero perché stes- Una guerra evitata
se piangendo e cercarono di consolarla di- All’inizio, Bharata e ›atrughna li incon-
cendo: “Madre! Perché piangi visto che hai trarono e fecero un ultimo disperato tenta-
due figli coraggiosi che sono persino più tivo per dissuaderli dal combattimento, di-
potenti dello Stesso Signore Râma? Non cendo: “Siete ancora dei bambini: finora
sottovalutare la nostra forza e il nostro va- non avete affrontato alcuna difficoltà nella
lore.” Il Saggio Vâlmîki, presente al dialo- vita, protetti dall’amorevole attenzione di
go, esortò Sîtâ: “Madre! Ti prego di con- vostra madre e del Saggio Vâlmîki. Vi pre-
trollare le tue emozioni. Questi giovani non ghiamo di abbandonare l’idea di combat-
sono ragazzi comuni. Essi non sono sola- tere contro la nostra armata; tornate al vo-
mente colti: sono capaci di prendere una stro âµram. Se insistete nel voler combat-
decisione appropriata dopo profonda rifles- tere, noi siamo pronti.” I due non poterono
sione su una questione, e hanno grande sen- comunque esser convinti a tornare
so di discriminazione e capacità analitica.” all’âµram; essi non avevano alcun timore
della battaglia e risposero: “Anche noi sia-
Il sacrificio per ottenere pace e prosperità mo pronti al combattimento.” Così dicen-
Râma, mentre governava il regno, deside- do, con forte convinzione, cominciarono a
rava eseguire l’Aµvamedha Yâga4, descrit- combattere contro Bharata e ›atrughna e
to nei Veda, per la distruzione di tutti i ne- questi, non potendo sostenere la pioggia di
mici e la garanzia di pace e prosperità nel frecce che essi scagliavano, cedettero. La
regno. A questo scopo fu scelto un cavallo notizia fu portata a Râma ad Ayodhyâ, e
bianco immacolato e sulla sua fronte fu Lak¹ma²a fu inviato a continuare la batta-
posta una targa con un messaggio per tutti i glia, ma anch’egli andò incontro allo stes-
sovrani del paese: i potenti potevano tenta- so destino dei suoi fratelli Bharata e
re di fermarlo se osavano farlo, oppure ›atrughna.
dovevano accettare la sovranità di Râma e Il fatto che i due ragazzi avessero sconfitto
pagarGli tasse e tributi; altrimenti doveva- Lak¹ma²a, Bharata, ›atrughna e il loro
no andarsene. Il cavallo fu liberato nel pa- esercito e desiderassero confrontarsi anche
ese, seguito da una imponente armata al con Lui, giunse a Râma. Egli non ebbe al-
comando di ›atrughna e, nel corso di que- tra scelta che recarsi sul campo di battaglia
sta campagna, essi sconfissero numerosi re, con le Sue truppe costituite da Hanuman e
assoggettandoli al dominio di Râma. Un altri guerrieri. Seguì una lunga discussione

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 33


Discorso 10-10-2005
tra Râma e i gemelli, dopodiché essi deci- za. Più spesso l’oro è messo nel fuoco e
sero di affrontarLo in un combattimento raffinato, più brillerà; il suo splendore au-
finale nonostante Râma cercasse di convin- menta ogni volta che viene sottoposto a quel
cerli a liberare il cavallo e andare via non processo.”
volendo combattere contro di loro che era- Hanuman non era un essere comune: era
no ancora troppo giovani. Mentre il diver- una grande anima, ben noto per la sua pace
bio era in corso, Sîtâ venne a sapere da interiore, per le sue virtù e la grande forza
Hanuman che una guerra catastrofica sta- fisica. Egli provò grande gioia alle sacre
va per cominciare tra Râma e i figli Lava e parole di Sîtâ e pensò: “Madre Sîtâ è una
Kuµa. Nell’apprendere la notizia, Sîtâ chiu- donna di grande virtù; nessuno può supe-
se gli occhi per un momento e visualizzò il rarla in virtù.”
volgere degli eventi. Poi così si dolse: “Per- Sîtâ corse sul campo di battaglia e consi-
ché questa grande calamità si è abbattuta gliò Lava e Kuµa di abbandonare la lotta
sui miei figli? Essi stanno per combattere dicendo: “Figli cari! Non è corretto com-
contro Râma; Egli è grandissimo e invin- battere contro vostro Padre; è un grande
cibile! D’altra parte, la forza dei miei figli peccato. Il padre deve essere riverito, ado-
è grandissima! Sono dei bambini ancora rato e persuaso ad accogliere il vostro pun-
incapaci di comprendere le conseguenze di to di vista, ma non si dovrebbe tentare di
questa battaglia disastrosa in cui affronte- sottometterlo facendo guerra contro di lui;
rebbero il loro stesso Padre Râma! Che albergare certe idee è un’assurdità. QUALI
motivo di vergogna!” Così ella si dispera- CHE SIANO LE CIRCOSTANZE IN CUI VI TROVA-
va inerme per ciò che stava accadendo e TE, UN PADRE È UN PADRE E VA RIVERITO COME
pensava: “Râma è un nobile re e un padre TALE; NON DOVETE ANDARE CONTRO IL SUO
ideale. Egli non combatterà contro i Suoi COMANDO. Cari bambini! Vi illudete pensan-
stessi figli; li coccolerà e accarezzerà amo- do di essere grandi guerrieri ed esperti nel-
revolmente. Un padre non combatterebbe l’arte del tiro con l’arco. Pensate di poter
mai contro i propri figli. Egli insegnerà loro vincere qualunque grande guerriero con la
le virtù.” Sîtâ espresse la sua angoscia a vostra maestria in battaglia, ma tutto que-
Hanuman: “Figlio caro! Questi sono i miei sto è arroganza nata dall’ignoranza; tene-
stessi bambini, sono i figli di Râmacandra, tevi lontani da questa ignoranza. Râma è,
ma non ne sono consapevoli; sanno soltan- in verità, il Signore Nârâya²a, il Divino in
to che Râma ha mandato Sîtâ nella foresta Forma umana. Non dovete prendere la stra-
causandole grande sofferenza. È per que- da dell’opposizione a un così grande Râma.
sto che hanno deciso di affrontare i fratelli Se, nonostante il mio consiglio, deciderete
di Râma e la loro armata e di combattere di combattere contro il vostro stesso Pa-
anche contro Râma Stesso, se necessario; dre, io non continuerò più a vivere su que-
ma io sono convinta che da parte loro non sta terra e sarà per me motivo di grande
sia corretto muovere guerra a Râma. È pre- vergogna chiamarvi miei figli. Vi prego di
rogativa solamente Sua proteggermi o pu- non abbandonarvi ad atti così scellerati.”
nirmi. Egli può avermi fatto soffrire in con- Così Sîtâ consigliò i suoi figli Lava e Kuµa.
seguenza del mio destino e tutto ciò è per il Fu allora che Râma comprese che Lava e
mio bene. Essi non hanno niente a che fare Kuµa altro non erano che i Suoi stessi figli
con questo. Io non sono affatto dispiaciu- e, similmente, anche i due gemelli compre-
ta, né biasimo alcuno per la mia sofferen- sero che la loro guerra era diretta esclusi-

34 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Discorso 10-10-2005
vamente contro il loro padre e quindi cad- (uccidi la Verità) e Dharma¼ cera (impri-
dero subito ai piedi di Râma implorando giona la Rettitudine). Il paese prospera solo
perdono. quando questa tendenza è invertita e la gen-
Vâlmîki compose la grande epica te segue questi princìpi nella loro corretta
Râmâya²a esattamente secondo gli eventi, prospettiva. La Verità è eterna.
senza alcuna invenzione o falsificazione dei
fatti. A quei tempi, i grandi saggi e veggenti “La Verità è Dio: di’ la Verità.”
non dicevano altro che la verità.
Solo la Verità vi proteggerà. Domani, spie-
“Di’ la Verità, segui la Rettitudine” gherò questo punto nei dettagli.
Il Signore Râma seguì sempre i princìpi
gemelli di Satya (Verità) e Dharma (Retti- Dio è amorevole, mai punitivo
tudine). Incarnazioni dell’Amore!
La Sua intera vita fu una saga di questi gran- Dio è colui che protegge sempre; Egli non
di valori umani. Egli non solo seguì questi punisce. La gente è incapace di compren-
grandi valori, ma si adoperò a esortare tutti dere questa verità. Alcuni, incapaci di ac-
al Satya¼ vada (dire la Verità) e al cettarla, Gli attribuiscono sentimenti inde-
Dharma¼ cara (seguire la Rettitudine). gni e Lo accusano di far soffrire persone
Egli non si impegnò soltanto nel mero pre- innocenti. Attualmente vengono pubblicati
dicare il Dharma, ma nel praticarlo since- numerosi libri su “Dio”, sulla “Divinità”
ramente. Da allora, la pratica giornaliera del ecc., ma nessuno di essi glorifica i valori
pârâya²a (la lettura reverenziale) del umani così come venivano praticati dai pro-
Râmâya²a si è instaurata nella cultura in- tagonisti del Râmâya²a. Questa grande
diana, nell’etica indiana. Credo abbiate vi- epica è stata tradotta in numerose lingue,
sto che anche nel nostro âµram si canta o compreso il russo, ed è un classico assai
recita la gloria del Râmâya²a, del letto dovunque. Numerose persone non in-
Bhâgavata e del Saptasatî durante il Veda diane non solo leggono il Râmâya²a nella
Puru¹a Saptâha Jñâna Yajña5, officiato loro lingua, ma addirittura riveriscono e
ogni anno. adorano questa grande epica. L’altro gior-
Dovete sviluppare fede in Dio. Se date spa- no, la moglie del Presidente del Kazakistan,
zio al dubbio, anche il briciolo di fede che una repubblica della ex Unione Sovietica,
avete si perderà; la fede in Dio è il requisi- è venuta a Praµânti Nilayam e ha ascoltato
to essenziale per ogni essere umano. Qual il Mio Discorso sul Râmâya²a con grande
è il significato della parola mânava (essere rispetto e gioia. In effetti, il Râmâya²a è
umano)? Essa indica uno che ha fede in Dio. molto considerato nei paesi ex comunisti.
Nei tempi attuali, per sua sfortuna, l’uomo Essi hanno sviluppato grande fede e devo-
sta gradualmente perdendo questa fede. zione nel Râmâya²a e nel suo stile di vita.
DIO COMPIE LA SUA MISSIONE AVATARICA Sfortunatamente, a tal riguardo, gli Indiani
TRAMITE GLI ESSERI UMANI. I comandamen- sono in ritardo. Il Râmâya²a è un grande
ti essenziali che Dio si aspetta che l’uomo testo spirituale che tutti dovrebbero legge-
osservi sono Satya¼ vada (di’ la Verità) e re con reverenza e devozione assolute.
Dharma¼ cara (segui la Rettitudine), ma Dio ama tutti gli esseri umani; Egli non odia
l’uomo, oggi, va contro la volontà di Dio e nessuno. In effetti, termini come ira, odio,
distorce questi princìpi in Satya¼ vadha violenza ecc. non esistono affatto nel Re-

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 35


Discorso 10-10-2005
gno di Dio. Al giorno d’oggi, un tale “Amo- Praµânti Nilayam, 10 ottobre 2005,
revole Dio” viene criticato sempre più fre- Sai Kulwant Hall,
quentemente. LA MISSIONE AVATARICA IN- Festività di Dasara
TENDE PORTARE UNA TRASFORMAZIONE NEI
(Tratto dal testo inglese pubblicato sul sito
CUORI DEGLI ESSERI UMANI. DOVETE ESSER
internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di
CAPACI DI RICONOSCERE UN FATTO: LA TRA-
Praµânti Nilayam)
SFORMAZIONE GLOBALE DEGLI ESSERI UMANI
È GIÀ INIZIATA E, TRA POCO, NOTERETE CHE 1. “Educare”: tale termine ha un’eviden-
L’INTERA COMUNITÀ UMANA SI UNIRÀ E VIVRÀ te derivazione latina, ma Baba ne ha
IN PACE E UNITÀ, ATTENENDOSI ALL’IDEALE coniata, a sottolinearne l’importanza,
AUSPICATO NELLA PREGHIERA VEDICA: un’originale pronuncia all’inglese.
Esso, pertanto, dovrà esser letto
Viviamo insieme, cresciamo insieme, in- “Ediuchèaa”, essendo il connubio di
sieme acquisiamo intelligenza due parole: Edu, che sta per
“Education” (Educazione), e Care,
e viviamo in reciproca armonia.
che significa “cura”, “attenzione”.
Educare significa, dunque, cura o at-
L’era d’oro si avvicina tenzione nei confronti dell’Educazione.
IO VI GARANTISCO CHE L’ERA D’ORO È MOL- 2. Veda Vyâsa: è un epiteto del grande
TO VICINA. LE PERSONALI RIVALITÀ, DIFFE- Saggio Vyâsa, vissuto nel 3800 a.C.
RENZE E ODIO VERSO GLI ALTRI DIVERRANNO circa, che sta a indicarne la sacra mis-
COSE DEL PASSATO IN BHÂRAT (INDIA) E IN sione di ordinatore e compilatore dei
TUTTO IL MONDO. Veda.
Incarnazioni dell’Amore! 3. Jânakî: patronimico di Sîtâ, perché fi-
Nessuno può descrivere l’Amore di Dio in glia di Janaka, sovrano di Mithilâ.
4. Aµvamedha Yâga: “Il sacrificio del ca-
alcun modo; se voi odiate un Dio tanto
vallo”.
amorevole è come se odiaste voi stessi. Tutti 5. Veda Puru¹a Saptâha Jñâna Yajña:
voi, quindi, amate Dio. Le celebrazioni di “Sette giorni di adorazione della Per-
Navarâtrî e del Veda Puru¹a Saptâha sonalità Divina glorificata nei Veda”.
Jñâna Yajña si stanno felicemente conclu-
dendo. Nell’ultimo giorno dello Yajña ver-
rà officiato il Pûr²âhuti, che è un rituale
simbolico in cui tutti voi offrite le vostre
qualità demoniache al fuoco sacrificale e
ne uscite puri e consacrati. Ancora una vol-
ta vi ricordo di ripetere il Râmanâma (il
Nome di Râma), ovunque siate e in qua-
lunque circostanza vi troviate. Non dimen-
ticate mai questo grande Râmanâma e con-
tinuate a recitarlo fino al vostro ultimo re-
spiro.
(Baba ha concluso il Discorso con i bhajan:
“Râma Râma Râma Sîtâ…” e “›rîmad
Ravikula...”

36 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Del mangiar carne
Pitagora:

“Coloro che uccidono gli animali per cibarsene saranno più inclini a torturare e ucci-
dere i loro simili.”
“Amici miei, evitate di corrompere il vostro corpo con cibi impuri; ci sono i campi di
frumento, mele così abbondanti da piegare i rami degli alberi, uva che riempie le vigne,
erbe gustose e verdure da cuocere. Ci sono il latte e il miele odoroso di timo. La terra
offre una gran quantità di ricchezze, di alimenti puri, che non provocano spargimento
di sangue né morte. Solo gli animali soddisfano la loro fame con la carne, e neppure

Zoom
tutti: infatti cavalli, bovini e ovini si nutrono di erba.”
Plutarco:

“Vi state chiedendo perché Pitagora si astenesse dal mangiare carne? Io, da parte
mia, mi domando piuttosto per quale ragione e con quale animo un uomo, per la prima
volta, abbia potuto avvicinare la bocca alla carne di una creatura morta; come abbia
potuto mettere sulla propria mensa dei cadaveri di animali e definire cibo e nutrimento
quegli esseri che fino a poco prima muggivano o belavano e si muovevano, vivi; come
abbia potuto sopportare la vista della carne macellata e tollerarne il cattivo odore.
L’uomo non si nutre certo di leoni e di lupi uccisi per autodifesa, ma, al contrario,
uccide creature innocue, mansuete, senza pungiglioni o zanne; per un pezzo di carne,
l’uomo le priva del sole, della luce, della durata naturale della vita alla quale hanno
diritto per il fatto di essere nate. Se sostenete che la natura vi ha destinato questo tipo
di nutrimento, ebbene, allora uccidete voi stessi, da soli, quel che volete mangiare, ma
fatelo con le vostre sole forze, senza clava, senza mazza né altre armi.”

Leone Tolstòj:

“Mangiar carne è semplicemente immorale, poiché comporta un’azione, quella d’uc-


cidere, contraria al sentimento morale. Uccidendo, l’uomo sopprime anche in se stes-
so le più alte capacità spirituali, l’amore e la compassione per altre creature viventi ed
eliminando questi sentimenti, diventa crudele.”

Alvin Toffler:

“Sorgerà, in Occidente, un movimento religioso che proibisce di mangiar carne di


manzo, risparmiando in tal modo tonnellate di cereali che saranno invece utilizzate per
sfamare il mondo intero.”

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 37


Henry David Thoreau:

“Sono assolutamente sicuro che il genere umano, nel suo graduale sviluppo, arriverà a
smettere di nutrirsi di carne.”

Mahâtma Gandhi:

“Perché invochiamo nelle nostre preghiere giornaliere Dio, il Compassionevole, se poi


non siamo capaci di praticare la compassione più elementare verso le altre creature?”

“Sento che il nostro progresso spirituale ci porterà a smettere, prima o poi, di uccidere
altre creature per soddisfare i nostri bisogni materiali.”

Leonardo da Vinci:

“Il migliore degli uomini è il re delle bestie, perché la sua brutalità le supera. Noi vivia-
mo della morte altrui. Siamo come sepolcri! Verrà il giorno in cui gli uomini conside-
reranno l’uccisione di animali al pari dell’uccisione di un uomo.”
“Moltissimi cuccioli di questi animali verrannno portati via e barbaramente massacrati.”
”Colui che non rispetta la vita, non la merita.”

Albert Einstein:

“A mio avviso, il modo di vivere vegetariano, grazie ai suoi effetti fisici purificanti sul-
l’organismo umano, potrà esercitare influssi benefici.”

Isaia (1.5):

”Disse il Signore: Mi avete sacrificato un gran numero di ovini e di bovini, ma a Me non


dà piacere il sangue dei manzi, degli agnelli o dei capretti; quando voi alzate le mani, Io
distolgo gli occhi da voi e quando pregate non vi ascolto, perché le vostre mani sono
sporche di sangue.”

38 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Discorso 11-10-2005

La Visione del Divino

Cari studenti! Tante strade, ma lo stesso Dio


Tutta la gente del mondo desidera avere la Un giorno Nârada pregò il Signore
visione di Dio e, in effetti, agogna Nârâya²a: “Signore! Noi cantiamo sempli-
l’irripetibile opportunità di fondersi nel Suo cemente il Nome Divino, ma la sua essen-
Divino Splendore. Questo intenso deside- za è in Te. È soltanto quando Tu ci benedici
rio per tale grande privilegio non è un fe- con la partecipazione a questa Divina Es-
nomeno recente; esso esiste da sempre, da senza che la nostra vita viene santificata.”
quando gli esseri umani sono apparsi nel Alcuni fraintesero la preghiera del Saggio
mondo. Condividendo questo desiderio, Nârada e presero a dubitare dell’efficacia
numerosi saggi e profeti del passato hanno del Nâmasmara²a quale mezzo per rag-
bramato la visione di Dio e la definitiva giungere i piedi di loto di Dio.
fusione con la Divinità. Questa è veramen- Le opinioni erano differenti; nacquero
te una tradizione antica; per questo il canto argomentazioni e controargomentazioni a
della Gloria Divina è stato trasmesso di favore e contro il seguire una particolare
generazione in generazione nel paese di via. Queste differenze di opinione sono esi-
Bhârat. Fin da principio, Nârada ha canta- stite sin dai tempi antichi. Alcuni cercaro-
to continuamente le glorie del Nome Divi- no di discutere con Nârada, dicendo:
no. A che serve cantare il Nome Divino “Nârada, noi non possiamo visualizzare
soltanto per la propria soddisfazione? Dio.” EGLI, PERÒ, REPLICÒ: “LA GRAZIA
SARÀ IN PROPORZIONE AL VOSTRO DESIDERIO.”
Le nove forme di devozione Ogni individuo di questo mondo segue la
Egli quindi sostenne la via della devozione via che ha scelto, ma il Paramâtma è lo
in nove fasi: stesso in tutti!
›rava²a¼ (l’ascolto delle glorie di Dio);
Kîrtana¼ (il canto delle Sue lodi); Solo questione di tempo
Vi¹²u Smara²a¼ (la contemplazione co- Nel Dvâpara Yuga, Râdhâ, grande devota
stante di Dio); del Signore K©¹²a, si struggeva dal deside-
Pâdasevana¼ (il servizio ai Suoi Piedi di loto); rio di avere il Suo darµan e la Sua continua
Vandana¼ (l’atteggiamento di riverenza vicinanza. Ella aveva una sorella di nome
verso tutte le forme di vita); Prabhâ che era invece contraria a tale in-
Arcana¼ (l’adorazione); tenso desiderio per Lui. Un giorno che
Dâsya¼ (servire tutti indistintamente); Râdhâ andava a Brindavan, cantando la
Sneha¼ (l’amicizia con Dio); divina gloria del Signore K©¹²a, la sorella
Âtma Nivedana¼ (l’affidamento totale di Prabhâ e suo marito la accompagnarono.
se stessi a Dio). Prabhâ rimaneva sempre accanto al marito
e non poteva sopportare di separarsi da lui
neanche per un momento, proprio come
Râdhâ non sopportava la separazione da

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Discorso 11-10-2005
K©¹²a. Ciononostante, Râdhâ continuava corregge gli errori che sono nei devoti e li
a pregare K©¹²a di cambiare la mente della prende con Sé senza tenere alcuno a di-
sorella e di sviluppare la sua devozione per stanza. Il Signore K©¹²a è un Lîlâmânu¹a
Lui, ma K©¹²a consigliava pazienza, dicen- vigraha (Colui che, per gioco, indossa for-
do: “Perché ti preoccupi? Verrà il momen- ma umana). Râdhâ e Prabhâ presero insie-
to in cui anch’ella svilupperà devozione e me la ferma decisione di non lasciare la
desiderio intensi per Me.” K©¹²a usò molti compagnia di K©¹²a. Una volta, Egli con-
artifici per portare la trasformazione nel cesse davvero un barlume della Sua divini-
cuore di tanta gente; Egli era solito mettere tà a Râdhâ e le spiegò: “Râdhâ! Gli esseri
in atto numerosi lîlâ (giochi) a questo sco- umani sono intrappolati in mâyâ (l’illusio-
po. Dato che Râdhâ desiderava che il cuo- ne) e si ingannano pensando che Dio in for-
re di sua sorella Prabhâ cambiasse, K©¹²a ma umana sia un essere umano come loro.
le disse: “Tu Mi hai chiesto di cambiare la NON SI PUÒ PROVARE AMORE VERSO QUALCU-
mente di tua sorella e di svilupparne la de- NO SENZA MATURARE ANCHE ATTACCAMENTO
vozione; lascia che ella assista alla gran- PER LUI E QUESTO È VERO ANCHE PER QUAN-
diosità dei Miei giochi e sviluppi gradual- TO RIGUARDA DIO IN FORMA UMANA. QUINDI,
mente fede nella Mia Divinità. Una volta DAPPRIMA, DOVETE SVILUPPARE ATTACCAMEN-
che comprenderà la natura della Mia Divi- TO A UNA PARTICOLARE FORMA DI DIO PER
nità, lei stessa diverrà un’incarnazione del- POI AMARLO. Per permettere che la gente
la Divinità, secondo il detto: maturi attaccamento alla forma che prefe-
risce, Dio assume numerose forme; Egli è
Brahmavid brahmaiva bhavati comunque immacolato e rimane l’incarnazione
Colui che comprende Brahma diventa, della purezza.”
in verità, Brahma. Nessuno può comprendere a fondo i gio-
chi divini del Signore K©¹²a. A volte, Egli
Alcuni Mi adorano con bhakti (devozio- si manifestava nella Sua piena gloria divi-
ne), altri pensano costantemente a Me con na, altre si comportava come un normale
dve¹a (odio). Io sono indifferente sia a essere umano e, in qualche caso, agiva da
dû¹a²a (l’insulto) sia a bhû¹a²a (la lode); semplicione. Ciononostante K©¹²a era
sono al di là di ambedue e accolgo tutti in K©¹²a, cioè Dio in forma umana! In effetti
modo equanime.” Per un po’ di tempo, neppure i gopâla e le gopî, che erano sem-
Prabhâ mantenne il suo atteggiamento ostile pre in compagnia del loro caro Signore
verso K©¹²a; poi, a poco a poco, nel suo Gopâla e assistevano a numerosi giochi di-
modo di comportarsi ci fu un sensibile cam- vini, erano in grado di comprendere piena-
biamento. Un giorno, ella accompagnò mente la Sua divina natura. LA DOMANDA
Râdhâ laddove K©¹²a passava felicemente CHE FACEVA SEMPRE CONFONDERE LA MENTE
il tempo tra le gopî cantando e ballando e, DELLA GENTE RIGUARDAVA IL PERCHÉ K©¹²A
da allora, ella rimase beatamente alla Sua SI DEDICASSE A TALI GIOCHI DIVINI. ERA SOLO
presenza. Sia Râdhâ sia Prabhâ, in tal PER SUSCITARE, NELLA MENTE DEI SUOI DE-
modo, condivisero ogni giorno l’esperien- VOTI, UN FORTE ATTACCAMENTO ALLA SUA
za divina. Fu così che K©¹²a, con i Suoi FORMA E CON CIÒ FAR NASCERE IN LORO LA
giochi divini, poté trasformare il cuore di DEVOZIONE. EGLI NON AVEVA ALTRO DESIDE-
Prabhâ. RIO CHE QUESTO. La costante compagnia di
Dio è puro e senza macchia; di fatto, Egli Râdhâ ispirò una grande devozione in sua

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Discorso 11-10-2005
sorella Prabhâ; effettivamente la trasfor- come Abitante, è presente anche in ogni
mazione è conseguente alla compagnia. essere umano. Per esempio, voi potete de-
“Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei!” Quin- finire la corrente elettrica come alternata o
di, Râdhâ e Prabhâ divennero alla fine una continua, ma la natura fondamentale della
cosa sola. In realtà il vero nome di Prabhâ corrente è la stessa. In modo simile,
era Candrika e così la chiamava sua ma- l’Âtmatattva è lo stesso in tutti gli esseri
dre; per gli altri era Prabhâ. umani. Considerando la prâpti (la
meritorietà) degli individui in questione,
Una trasformazione molto difficile Dio interviene per operare la loro trasfor-
Trasformare la mente umana è molto diffi- mazione. Nel far questo, Egli si assoggetta
cile; solo Dio può portare a termine que- a certi tipi di regole autoimposte. LA TRA-
st’impegno. Numerose persone Mi avvici- SFORMAZIONE DELLA MENTE UMANA NON PUÒ
nano e pregano: “Swami! Ti prego, cam- ESSERE OTTENUTA DA UN ESSERE UMANO O
bia la mente di mio figlio; per qualche ra- DAL CANTO DEI MANTRA; ESSA È POSSIBILE
gione che non conosciamo egli odia i suoi SOLO QUANDO DIO LA VUOLE.
genitori. Normalmente è un buon ragazzo;
non prende mai strade sbagliate. Ti prego, L’Immutabile
Swami! Cambia la sua mente in modo che Dio può realizzare qualsiasi cosa; può es-
si comporti bene verso i suoi genitori.” ser presente comunque e dovunque. Coe-
Dopo tutto, una mente è una mente! A vol- rentemente con l’affermazione “Ekam eva
te certa gente è al di là della redenzione e, advitîya¼ brahma” (Brahma è uno senza
in questi casi, Io manifesto la Mia impossi- secondo), Dio non cambia; se cambiasse,
bilità. C’è un detto: tutto l’universo cambierebbe. Pensare che
Dio sia cambiato è un grave malinteso: Dio
Manomûlam idam jagat è Verità eterna e immacolata. Nessuno può
La mente è la base modificare un tale Paramâtma (Sé Supremo).
dell’intero mondo oggettivo. Comprendere la Divinità non è facile.
Incarnazioni dell’Amore!
“Un tronco d’albero nodoso e contorto L’AMORE DI NESSUN ESSERE UMANO EGUAGLIA
può essere reso diritto come un palo QUELLO DI DIO; ESSO È IMMUTABILE. Egli
e un masso informe può essere scolpito può assumere qualunque numero di forme,
in uno splendido idolo divino; ma il Suo Amore per gli esseri umani rima-
c’è qualcuno che può rendere stabile ne immutato. Dio è privo di attributi, puro,
la vacillante mente umana?” eterno, immacolato, rifugio ultimo, illumina-
to, svincolato da ogni condizionamento e
È solo quando l’uomo sviluppa fede in Dio incarnazione della sacralità. Potete
che Egli viene in suo soccorso. In effetti la chiamarLo con qualsiasi nome, come
Divinità non è limitata ad alcuna forma; Venkateµvara, Râma, K©¹²a o Sai Baba,
Essa è una potenza e quella potenza è infi- ma solamente i nomi sono diversi: Dio è
nita. Un tale infinito potere può compiere uno solo. È per questo che la Divinità è stata
qualsiasi lavoro difficile. Dio può assumere spiegata come Ekam eva advitîya¼
qualunque numero di forme, ma la Potenza brahma (Brahma è uno senza secondo).
Divina è solamente Una. Lo stesso Alcuni possono pensare che Dio abbia as-
Âtmatattva, che risiede in questo Corpo sunto una forma umana come Râma o

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Discorso 11-10-2005
K©¹²a e che perciò ora non vi sia Dio. Ciò Con il passare dei giorni egli non ebbe più
che realmente evidenzia questo esempio è la forza di andare sino alla strada e tornare
che Dio non è cambiato; Egli rimane im- alla grotta; per questo diradò i suoi viaggi,
mutabile indipendentemente dalla forma per procurarsi il latte, a una volta la setti-
che assume. Il cambiamento è solo nella mana. Un giorno venne a sapere che
nostra percezione di Dio; la Sua volontà è Bhagavân Baba sarebbe rimasto
immutabile. nell’âµram di ›ivânanda per alcuni giorni;
Incarnazioni dell’Amore! egli desiderava ardentemente il darµan di
Coltivate l’amore puro perché la purezza è Swami, per cui inviò una lettera, tramite un
unità e questa unità è Divinità. LASCIATE messaggero, con la preghiera: “Bhagavân!
CHE IL VOSTRO AMORE INDIVIDUALE SIA TRA- Ti prego, vieni alla nostra grotta e concedi-
SFORMATO IN PURO AMORE PER DIO. A volte mi il darµan.” IO CONOSCEVO LA SUA IN-
le persone dubitano che l’amore di Dio per TENSA DEVOZIONE PER SWAMI E, APPENA VIDI
loro abbia subìto un cambiamento. Giam- LA SUA LETTERA, CORSI IMMEDIATAMENTE
mai! L’amore di Dio non subirà mai cam- ALLA GROTTA DI V AµI ¹ºA PER DARGLI IL
biamenti. Per esempio, voi avete una trave DARµAN. L’ingresso della grotta era chiuso
di legno con cui potete fare ogni tipo di con una porta e Puru¹ottamânanda non
mobile, come una sedia o una panchina, ma aveva più energie per alzarsi e aprirla.
la materia prima, cioè il legno, rimane lo Kasturi Mi accompagnava nel viaggio; al-
stesso. In modo simile, l’amore di Dio ri- lora era molto forte. Insieme provammo ad
mane sempre inalterato. Dio può portare a aprire la porta e infine vi riuscimmo.
termine qualunque compito. A volte Egli può Puru¹ottamânanda fu estremamente con-
dare il darµan ad alcuni, mentre altri non tento di vederci entrambi e, volendo stare
godono di questo beneficio. Molto dipende alcuni minuti solo alla Divina Presenza di
dalla loro attitudine mentale. Coltivate fede Swami, invitò Kasturi a entrare e visitare
incrollabile e devozione unidirezionale per la grotta. Kasturi, con la sua curiosità gior-
Dio. Numerosi yogî e rinuncianti desidera- nalistica, entrò. Puru¹ottamânanda fissò il
rono intensamente avere la Visione di Dio, suo sguardo su di Me e si perse nella bea-
ma pochi furono in grado di ottenere la gra- titudine. Dopo alcuni istanti riacquistò la sua
zia con incrollabile fede e devozione asso- normale coscienza. Gli dissi che sarei tor-
luta. nato alla grotta un’altra volta. Esattamente
il giorno seguente tornai a visitarlo e rimasi
Dopo soli due darµan… di nuovo un po’ di tempo con lui. Al Mio
Tempo fa, quando visitai H©¹ikeµ, offrii il ritorno all’âµram, Swami ›ivânanda era
darµan a Swami Puru¹ottamânanda che un po’ deluso del fatto che Io avessi visita-
viveva nella grotta di Vaµi¹ºa situata sulla to due volte la grotta di Puru¹ottamânanda
via per Badrinath sull’Himâlaya. Egli fa- e non trovassi molto tempo per stare
ceva penitenza vivendo da solo in quella nell’âµram. Durante la Mia seconda visita
grotta in cui soleva tenere una piccola lam- alla grotta di Vaµi¹ºa, Mi feci dare un pezzo
pada a olio. La grotta si trova poco sotto il di carta da Kasturi e scrissi una data pre-
livello della strada. D’abitudine egli com- cisa per la Mia successiva visita alla resi-
prava del latte con cui faceva il tè; questo denza di Puru¹ottamânanda. Quel giorno
era il suo unico cibo. Per il resto del tempo egli fece un bagno rituale nel Gange e ri-
era sempre immerso in tapas (austerità). mase in desiderosa attesa del Mio darµan.

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Discorso 11-10-2005
Poco tempo dopo, profondamente assorto Suo Amore e le Sue Benedizioni.
nella meditazione sulla Mia Forma Divina, Puru¹ottamânanda fu un’anima nobile,
Ne ebbe la Visione e, di lì a pochi minuti, veramente un puru¹ottama (il migliore tra
lasciò le sue spoglie mortali in quello stesso gli uomini). Questa è la sua storia.
stato di profondo samâdhi. La notizia Mi Tutti furono contenti di leggere sui giornali che
fu portata mentre ero a Delhi. Fui infor- Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba aveva vi-
mato con un telegramma che sitato per due giorni l’âµram di Swami
Puru¹ottamânanda si era fuso in Swami Puru¹ottamânanda. LA VOSTRA FELICITÀ
e confermai la notizia dicendo: “Sì, sì.” Stra- È LA MIA FELICITÀ. La grotta di Vaµi¹ºa è
namente, il suo compleanno e il giorno in ancora come quando Puru¹ottamânanda
cui raggiunse il samâdhi erano identici. Più vi viveva: è perfettamente pulita e sacra e
tardi, quando la porta fu aperta, tutta la grot- diffonde atmosfera divina nell’intero âµram.
ta di Vaµi¹ºa apparve coperta di vibhûti! Il I suoi discepoli Mi dissero “Swami! Tutta
corpo di Puru¹ottamânanda fu poi affida- l’atmosfera dell’âµram è permeata di vi-
to al Gange dai discepoli di ›ivânanda. Da brazioni divine; abbiamo l’impressione che
allora in poi, il nome e la fama di Swami Puru¹ottamânanda sia ancora con
Puru¹ottamânanda si sparsero in ogni dove noi.” Io replicai: “Bene! Continuate a sen-
e i suoi discepoli visitarono Praµânti tire lì la sua presenza e godetene la beatitu-
Nilayam per avere il Mio darµan. Essi ri- dine.” Durante la Mia ultima visita a Delhi
masero nell’âµram per ben dieci giorni. Io ho organizzato il canto dei bhajan al comple-
fornii loro una buona sistemazione e tutto il anno di Puru¹ottamânanda esibendo là una
necessario. Essi godettero pienamente di sua foto. Per questo, numerosi saggi e
darµan, sparµan e sa¼bhâ¹an di Swami veggenti mostrano grande amore e devo-
e infine fecero ritorno portando con sé il zione per Me e anelano al Mio divino
darµan.

Praµânti Nilayam, 11 ottobre 2005,


Sai Kulwant Hall,
(Tratto dal testo inglese pubblicato Dasara
Festività di sul sito
internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di
Praµânti Nilayam)

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 43


Celebrazioni di Vinâyaka Caturthî a Praµânti Nilayam

La cultura indiana crede nel concetto di panteismo. Dio può esser identificato con tutte
le forze della natura e con tutte le cose naturali. Questo è il motivo per cui gli antichi
Indiani adoravano gli alberi. La gente adora i serpenti e gli elefanti e la mitologia
indiana è una chiara ed evidente dimostrazione a testimonianza di ciò.
Fra le Deità indiane, a Vinâyaka è dato il primo posto. Egli ha la testa di elefante e il
corpo di un essere umano. Il motivo per cui assunse una simile forma è spiegato nelle
Scritture.

News
Chi è Vinâyaka?
Vinâyaka è Colui che non ha nâyaka (maestri) sopra di Sé. Egli è la Guida di tutti. Per
tal motivo, prima di cominciare qualunque attività, Gli offriamo le nostre preghiere. È
anche chiamato Vighneµvara o Vighnahartâ, il “Signore degli ostacoli” e il “Signore
che distrugge gli ostacoli”. La gente, per lo più, Lo adora chiedendoGli siddhi, succes-
so nelle imprese, e Buddhi, Intelligenza. È anche la Divinità dell’educazione, della
conoscenza, della saggezza, della letteratura e delle belle arti. La testa d’elefante di
Ga²eµa è simbolo d’intelligenza, discriminazione e saggezza. L’elefante è sempre at-
tento e del tutto consapevole di ciò che lo circonda, e ha una memoria di ferro. Tende
a inoltrarsi nel fitto della foresta, imprimendo enormi impronte sul terreno. Una sola di
esse può cancellare le orme lasciate dagli altri animali, selvatici o domestici che siano.
Le sue movenze sono maestose. Egli sa tracciare la strada aiutando gli altri senza
esserne consapevole, perché ciò rientra nella sua natura.
Lo scopo sostanziale della festa del Vinâyaka Caturthî è di insegnare alla gente a
evitare la compagnia dei malvagi e a coltivare la compagnia dei buoni.
Che cosa significa Ga²apati? Ga significa Buddhi o Intelletto; na vuol dire Jñâna,
Saggezza. Ga²apati, dunque, significa “Signore (Pati) dell’Intelligenza e della Sag-
gezza”. Egli è anche il Signore di tutti i Ga²a (le entità spirituali o schiere celesti). I
Ga²a simboleggiano anche i sensi (interni ed esterni). Ga²apati è, allora, anche il
Signore dei sensi, che devono servire il Padrone o Dio; ovvero la più alta Conoscenza.

Storia dell’origine di Ga²eµa


La storia più popolare, riguardante l’origine di Ga²eµa, è forse quella che ha tratto
ispirazione dallo ›iva Purâ²a.
Una volta, Madre Pârvatî voleva fare un bagno d’olio e creò un ragazzo dalla farina di
frumento. Chiese poi al giovane di stare a guardia fuori dalla porta. Nel frattempo, il
Signore ›iva rientrò, trovando un estraneo sulla soglia di casa che Gli impediva di
entrare. Infuriato, tagliò di netto la testa del ragazzo, cosa che addolorò profondamen-
te Pârvatî. Per consolarla, ›iva mandò le Sue schiere (Ga²a) a cercare la testa di
chiunque fosse stato trovato dormiente con il capo orientato verso nord. I Ga²a rin-
tracciarono un elefante che riposava in quel modo e portarono la sua testa. ›iva,

44 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


allora, l’attaccò al collo del giovane e lo riportò in vita. Lo chiamò poi Ga²apati o Coman-
dante delle Sue Schiere e gli concesse un dono speciale in base al quale, chiunque, prima
di iniziare una qualunque azione, avrebbe dovuto adorarlo.
C’è un’altra leggenda che si racconta circa l’origine di Ga²eµa. C’era una volta un
asura (un demone) di nome Gajâsura. Avendo egli compiuto una penitenza, si propiziò
εvara (›iva) che gli concesse, come premio, di chiedere qualunque cosa avesse deside-
rato. εvara è una Divinità che è facile propiziarsi: è quindi conosciuto come
“Bholâµa¾kara” (letteralmente, “il Datore di gioia e prosperità che concede ciò che Gli
si chiede”). Quando è compiaciuto del comportamento di un devoto, gli dona qualunque
cosa chieda. Talvolta entra in situazioni difficili come nel caso di Bhasmâsura, a cui
concesse il dono di trasformare in cenere chiunque egli avesse toccato sulla testa col
palmo della mano. Subito dopo aver ottenuto la concessione, questi volle provare il suo
potere cercando di porre la mano sul capo di ›iva Stesso.
Che premio offrì ›iva a Gajâsura? Il demone desiderava che del fuoco fuoriuscisse da
lui senza sosta, in modo che nessuno osasse avvicinarlo. ›iva gli fece quel dono.
Gajâsura continuò a fare penitenza e ›iva prese a comparire e scomparire davanti a Lui.
Un giorno, ›iva gli chiese che cosa volesse e il demone disse: “Voglio che Tu venga ad
abitare nel mio stomaco.” ›iva, allora, fece come Gli era stato chiesto. La Consorte di
›iva, Pârvatî, cercò il Marito ovunque, ma senza trovarLo. Come ultimo tentativo si recò
da Vi¹²u e Gli chiese di rintracciare il luogo dove si trovava il Marito. L’onnisciente
Vi¹²u La rassicurò: “Non preoccuparti, Sorella cara. Tuo Marito è Bholâµa¾kara: Egli
dona prontamente al devoto qualunque cosa questi Gli chieda, senza considerare le con-
seguenze. Ho il sospetto che sia andato a ficcarsi in qualche guaio. Scoprirò che cosa è
accaduto.”
Vi¹²u, che è il Regista della commedia cosmica, inscenò una piccola recita. Trasformò
Nandin (il toro di ›iva) in un toro danzante e lo portò al cospetto di Gajâsura, assumen-
do Egli Stesso il ruolo di pifferaio nell’atto di suonare. Gajâsura, in estasi per lo spetta-
colo, chiese al pifferaio che cosa desiderasse e Quello rispose: “Puoi darMi ciò che chie-
do?” “Per chi mi prendi? Ti darò subito qualsiasi cosa tu chieda”, l’altro rispose. Il pifferaio,
allora, replicò: “Se le cose stanno così, lascia andare ›iva che si è stabilito nel tuo stoma-
co.” Gajâsura, a quel punto, comprese che il pifferaio altri non era che Vi¹²u Stesso, il
quale poteva esser l’unico a sapere il segreto della presenza di ›iva all’interno del suo
stomaco. Cadde allora ai Suoi piedi, fece uscire ›iva dallo stomaco e Lo supplicò di
concedergli un dono, dicendo: “Tu mi hai benedetto con molti doni. L’ultima richiesta
che Ti faccio è che tutti onorino la mia memoria adorando la mia testa dopo che sarò
morto.” ›iva, allora, condusse lì Suo figlio e collocò su di lui la testa di Gajâsura. Da
quel momento in poi, come risultato del dono di ›iva a Gajâsura, nacque in India la
tradizione di dare inizio a qualunque fausta cerimonia dedicando il proprio culto a
Ga²apati.

La storia di Vinâyaka
La celebrazione di Vinâyaka Caturthî non è completa senza la narrazione della storia di
Vinâyaka. Si dice che chi guardi la luna la notte di Vinâyaka Caturthî sarà erroneamente
accusato di furto o di altre simili azioni nefande. Se, inavvertitamente, si guarda la luna in

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 45


questa notte, si può rimediare a tale azione ascoltando (o recitando) la storia del gioiello
syamantaka, che è, brevemente, la seguente.
Satrâjit, grande adoratore del deva del sole, aveva da lui ottenuto, come benedizione, un
gioiello chiamato syamantaka (avente il raro potere di produrre ogni giorno un’enorme
quantità d’oro e di proteggere da ogni calamità), da cui non volle mai separarsi neppure
quando K©¹²a, il Signore di Dvârakâ glielo chiese dicendo che, con Lui, il gioiello sareb-
be stato al sicuro. Qualche tempo dopo, Prasena, il fratello minore di Satrâjit, per far
mostra dell’opulenza di cui godeva la sua famiglia, un giorno s’impadronì del gioiello e
se lo mise al collo, inoltrandosi poi a cavallo nella foresta. Un enorme leone però lo assalì
e lo uccise, portando il gioiello nella sua grotta. La notizia giunse all’orecchio di Jâmbavân,
il re gorilla, che a sua volta uccise il leone e s’impadronì del gioiello. Grande devoto del
Signore, che adorava nella Forma di Râmacandra, Jâmbavân non considerò il prezioso
gioiello un oggetto di grande utilità e lo donò al figlio perché ci giocasse.
Quando Satrâjit si accorse che suo fratello Prasena non era tornato a Dvârakâ andò su
tutte le furie e, poiché ignorava le circostanze della sua morte, credette che K©¹²a l’aves-
se ucciso per togliergli il gioiello che non aveva ottenuto e fece circolare questa voce per
tutta la città.
K©¹²a non gradì queste false accuse e decise di andare personalmente nella foresta per
ritrovare il gioiello. Lo trovò nella grotta di Jâmbavân, assieme al di lui figlio. Jâmbavân,
non avendo riconosciuto il Signore e pensando che quell’intruso volesse portarsi via il
gioiello, Lo sfidò al combattimento. Ne seguì una lotta accanita, che sfociò in un terribile
corpo a corpo. La tenzone durò 28 giorni e Jâmbavân, pur essendo l’essere più forte del
suo tempo, fu sfibrato dai ripetuti durissimi colpi dell’Avversario, fintantoché le forze
non lo abbandonarono. Comprese allora che quell’Essere, che lo aveva tanto indebolito,
altri non poteva essere che il Signore in Persona. Lo riconobbe, dunque, come Colui che
egli adorava con il Nome di Râmacandra e, sinceramente pentito per aver lottato contro
di Lui, non solo Gli consegnò il gioiello syamantaka, ma fece anche venire sua figlia,
Jâmbavatî, e Gliela offrì in moglie.
K©¹²a fece poi ritorno a Dvârakâ con la moglie e il gioiello che volle restituire a Satrâjit.
Questi, in un primo momento accettò il prezioso oggetto, ma, sentendosi pieno di vergo-
gna e pentito per aver diffamato il Signore, dopo aver riflettuto decise di offrire a K©¹²a
non solo il gioiello, ma la sua bellissima figlia Satyabhâmâ in sposa. K©¹²a, allora, ac-
cettò Satyabhâmâ come moglie, ma non il gioiello, dicendo che sarebbe stato meglio
lasciarlo nel tempio di Dvârakâ, dove si trovava in precedenza, affinché tutti potessero
trarne beneficio, essendo cioè protetti, grazie a esso, dalla carestia, dai danni delle epide-
mie e da ogni altra calamità.

Il Vinâyaka Caturthî a Praµânti Nilayam


Questa festa viene celebrata, in maniera grandiosa, in tutta l’India e anche nei Paesi d’ol-
tremare. Enormi statue d’argilla, rappresentanti Vinâyaka, divengono, ogni giorno, og-
getto d’adorazione, tramite elaborate cerimonie.
Anche a Praµânti Nilayam, il 7 settembre 2005, si è celebrata in pompa magna tale
festività. In questo giorno, per avere il darµan del Signore, i devoti si sono raccolti
numerosissimi nel Sai Kulwant hall. Baba è arrivato alle 7,55 e ha fatto un giro completo

46 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


della sala. Alle 8,40, su Sua indicazione, gli studenti hanno intonato inni di lode a Ga²eµa
e altri canti di gruppo. Di seguito, sono stati cantati i bhajan e, dopo l’ârati, Baba si è
ritirato nella Sua residenza.
Durante il pomeriggio, i devoti sono stati benedetti due volte da due giri della sala che
Swami ha effettuato in macchina, spargendo benedizioni. Era uno spettacolo vedere i
volti gioiosi dei devoti e degli studenti. Tutti allungavano il collo per vedere la bella
Forma del Signore e conservarLa come un tesoro nel proprio cuore. Dopo i bhajan po-
meridiani, Baba si è ritirato nei Suoi alloggi. In mattinata, come nel pomeriggio, è stato
distribuito a tutti del prasâdam (cibo consacrato).

Distribuzione di abiti e orologi


L’8 settembre è stato un giorno memorabile nella vita del personale ausiliario che presta
servizio in diversi settori dell’âµram, dell’università e delle scuole. In una solenne fun-
zione, tenuta nel Sai Kulwant hall, tale personale ha ricevuto la benedizione di Baba che
ha donato vestiti e orologi. Se, nel recinto dell’âµram e nei suoi vari complessi esistono
pulizia e ordine, ciò è merito di questo gruppo pieno di dedizione che lavora instancabil-
mente giorno e notte. È stata una piacevole sorpresa, per queste persone, vedere Baba,
dopo il darµan, dirigersi dritto verso di loro e muoversi fra di esse, raccogliere le lettere
e parlare prima di sedersi sulla poltrona di fronte a loro. Ciò che è seguito è stato qualco-
sa di indimenticabile. Due sevaka (chi presta servizio) di vecchia data del gruppo hanno
espresso gratitudine a nome di tutto lo staff, sottolineando quanto Baba ha fatto negli
anni per loro. Il primo è stato un vecchio sevaka dell’accomodation (l’ufficio dove ven-
gono assegnati gli alloggi), che ha parlato all’assemblea in telugu. Egli ha parlato tenera-
mente della Praµânti Nilayam del passato e di come l’âµram si sia allargato e abbia
subìto rapidi cambiamenti. Ha poi espresso somma gratitudine a Bhagavân Baba per
averlo protetto in ogni circostanza della vita. Uno dopo l’altro, essi hanno tutti racconta-
to, improvvisando, la propria esperienza. Naturalezza e infinito amore per Swami erano
chiaramente visibili sui loro volti. Molti di essi, manifestandoGli sincera riconoscenza,
parlavano con gli occhi umidi. Uno ha anche cantato melodiosamente la composizione di
Baba “Râma Koda²¬a Râma”, cosa che Swami ha molto apprezzato. Dopo questi di-
scorsi, Baba Stesso ha distribuito, con le Sue divine Mani, vestiti e orologi a uomini e
donne.
Al termine, vi è stata anche, per loro, la distribuzione del prasâdam. Dopo i bhajan e
l’ârati, Swami se ne andava per ritirarsi nei Suoi alloggi.

Gli studenti ricevono le benedizioni di Sai Baba prima dell’immersione nell’acqua


delle statue di Vinâyaka
Durante il pomeriggio del 9 settembre, gli studenti dell’Istituto, della scuola, dell’âµram
e degli ospedali hanno portato nel Sai Kulwant hall le statue rappresentanti Ga²eµa su
veicoli decorati per l’occasione. Quello stesso giorno, le statue sono state portate all’im-
mersione di consacrazione. A ogni istituto è stato riservato un posto e i carri sono stati
accuratamente sistemati nella hall. Quando Baba è entrato nel Sai Kulwant hall, ogni
istituto aveva due o tre rappresentanti che recavano, in vassoi, frutti e dolci. Baba ha poi
chiesto che la macchina si fermasse vicino a ognuno di essi e ha benedetto gli studenti e

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 47


gli oggetti nei vassoi.
Le parole sono inadeguate a esprimere l’ingegnosità e il senso di originalità degli studen-
ti. I carri erano di forme e misure diverse: a forma di cigno, di loto, di strumento musica-
le, di colomba, di delfino in pose acrobatiche, di pagoda ecc.
Alcuni di essi erano altissimi. Dopo essersi seduto, Baba ha chiesto agli studenti e al
personale di girare attorno al mandir. Nel momento in cui ogni gruppo passava davanti a
Baba con le proprie statue di Ga²eµa, Egli distribuiva benedizioni. Prima che lasciassero
il Sai Kulwant hall, per l’immersione di consacrazione, Baba ha chiesto che i carri fosse-
ro portati davanti a Lui e i sacerdoti del mandir hanno celebrato l’ârati.
Mentre nel Sai Kulwant hall continuava il canto dei Veda, gli studenti e il personale si
sono portati dietro i loro veicoli, cantando bhajan e inni vedici. In ultimo, le statue di
Ga²eµa sono state portate fuori del territorio di Praµânti Nilayam per l’immersione nel-
l’acqua.
Hanno così avuto termine le grandiose celebrazioni del Vinâyaka Caturthî a Praµânti
Nilayam.

(Tratto dal sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

48 Mother Sai gennaio-febbraio 2006


Rendimi sereno, Signore

Dammi nel frastuono


della mia giornata
la calma delle vette eterne.

Favole & Poesie


Allenta la tensione
dei miei nervi
e dei miei muscoli,
così che io possa ascoltare
nella mia memoria
la musica dolce
del mormorante ruscello.
Aiutami a riscoprire
il magico ristoro del sonno.
Insegnami l’arte di sostare
un poco a guardare un fiore,
a chiacchierare con un amico,
a carezzare un cane,
a leggere poche righe
da un buon libro.
Rendimi più sereno, Signore,
affinchè io possa affondare
le mie radici nel terreno
degli eterni valori della vita.

(Yogananda)

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 49


CALENDARIO DELLE FESTIVITÀ 2006

01 gennaio Nuovo Anno


14 gennaio Makara Sa¾krânti
26 febbraio Mahâµivarâtrî
30 marzo Ugâdi
07 aprile ›rî Râma Navamî
03 maggio Buddha Jayanti
06 maggio Giorno di εvarâmmâ
11 luglio Gurupûr²imâ
16 agosto K©¹²a Janm⹺amî
27 agosto Vinâyaka Caturthî
05 settembre Onam
02 ottobre Vijayâ Daµamî
23 novembre Genetliaco del Signore Sai
25dicembre Natale del Signore Gesù

Mother Sai gennaio-febbraio 2006 50


Mother Sai Publications
(EDIZIONI MOTHER SAI)
e-mail:msp@mothersaipublications.it
Sito Web: www.mothersaipublications.it
(Collana Vahini)
Aforismi Vedici (Sûtrâ Vâhinî) [SV]
La Conoscenza (Jñâna Vâhinî) [JV]
La Scienza di Dio (Vidyâ Vâhinî) [VV]
La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), I° vol. [RV-I]
La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), II° vol. [RV-II]
Domande e Risposte (Prashnottara Vâhinî) [PUV]
Il Fiume delle Upanishad (Upanishad Vâhinî) [UV]
Il Gioco di Dio (Lîlâ Kaivalya Vâhinî) [LKV]
La Pace Suprema (Prashânti Vâhinî) [PSV]
La Via della Meditazione (Dhyâna Vâhinî) [DV]
La Verità di Sai (Sathya Sai Vâhinî) [SSV]
La Legge Morale (Dharma Vâhinî) [DhV]
Storie Gloriose del Signore (Bhagavatha Vâhinî) [BhV]
Gli Insegnamenti di Dio (Gîtâ Vâhinî) [GV]
L’Amore di Dio (Prema Vâhinî) [PV]

(Collana Discorsi) di Sai Baba


Discorsi 1988/89, I° vol. [D89-I]
Discorsi 1988/89, II° vol. [D89-II]
Discorsi 1963-65 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. IV) [D65]
Discorsi 1964-67 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. V) [D66]
Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. VI) [D67]
Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL.7&8) [D68]
Discorsi 1983 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVI) [D83]
Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVII) [D84]
Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XIX) [D86]

(Collana Biografie)La
La Vita di Sai Baba (N. Kasturi)
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), I vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), II vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), III vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), IV vol.

(Collana Educazione)Discorsi agli Studenti


Corso Estivo 1990 [CE90]
Corso Estivo 1993 [CE93]
Corso Estivo 1972 [CE72]
Corso Estivo 1978 [CE78]

Periodici
Mother Sai, bimestrale + Crescere Insieme

Altre Pubblicazioni Disponibili:


Colloqui [CQ]
Mother Sai Speciale (6° Conferenza Mondiale)
Diario Spirituale 1 [DS1]
Diario Spirituale 2 [DS2]
Diario Spirituale 3 [DS3]
Dhyâna: la Meditazione secondo gli insegnamenti di Sai Baba
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Testi).
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Accordi).
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Esercizi).
Atti del I° Convegno dei Responsabili dei Centri Sai Mondiali
Sadhana
Guida all’ashram di Prashanti Nilayam
Racconti e Parabole Vol. I (Chinna Katha vol I)
Racconti e Parabole Vol. II (Chinna Katha vol II)
Pensiero del Giorno (365+1 pensieri, per ogni giorno dell’anno)

Altri Autori
A spasso con Dio Sai Baba, l’Uomo dei miracoli
Messaggio d’Amore Grazie Swami
Visione del Divino. Sai Baba Fiamma d’Amore
Alla scoperta della verità L’Eterno Miraggio
Sai Baba: la rivelazione continua Ho visto la luce
Purificare il Cuore (Purifying thr Heart)
Satha Sai Baba e l’Educazione dei Figli (Sathya Sai Parenting)
Sathya Sai Baba: Colui che dimora nel Cuore (Hrudaya Nivasini)
Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra
Incontrando Dio

Audiovisivi:
Alla scoperta della Verità (Videocass.) Shivarathri Sandesh (Videocass.)
Le percussioni, parte I (Videocass.) Le percussioni, parte II (Videocass.)
Video Story (Videocass.) Il Medico Divino (Videocass.)
Gâyatrî Mantra (Audiocass.) Tecnica di canto (Audiocass.)
Embodiment of Love Vol I(CD) musicale) Embodiment of Love Vol II(CD) musicale)
Bhajanam (CD musicale) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD) musicale)
Dyana, la Meditazione negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba(CD) musicale)
Scuola bhajan interattiva (N°2CD ROM)
Le sue Opere nel Sociale (DVD Video) Conferenza di Roma 17/18 Aprile 2004 (DVD Video)

In Preparazione:
Dissolvere i Dubbi Spirituali (Sandeha Nivarini) [SN] Sri Sathya Sai Anandadayi

NB.– Tutte
le pubblicazioni sopraelencate si possono avere telefonando o
inviando un fax a:
Mother Sai Publications
Sathya Sai Books and Publications of Italy, magazzino e sede operativa,
via Umbria 19, 20093 Cologno Monzese (MI); Italy
tel. 02 26708288 (lunedì h.19:30-21); fax 0039-02-25118399

“Il giusto piano di studio consiste nel leggere, riflettere e applicare


regolarmente alla vita quanto appreso.”
Sai Baba
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ROMA A V. Musolino, 43 Tel. (06) 5819504
ROMA B V. Arno, 49 Tel. (06) 86209659 centro.sai.roma.b@osssbi.org
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