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Sommario

03 Discorso Divino 07 04 ’06 Assaporare la dolcezza del Nome di Râma.


11 Discorso Divino 30 03 ’06 Âtma, il Divino senza nome e senza forma.
18 Report Le celebrazioni del “Giorno di εvarâmmâ”.
Un Ugâdi pieno di musica.
21 Discorso Divino 27 05 ’02 Quel particolare sorriso che nasce...
29 Sotto la Veranda “I devoti Sai sono la mia famiglia!”
31 Domande & Risposte Un’intervista ad Anil Kumar.
34 Zoom La lezione del Li¾godbhâvam.
“Ogni dettaglio è meraviglioso”.
45 Favole & Poesie La lampada della Saggezza.

MOTHER SAI PUBLICATIONS


Sathya Sai Books and Publications of Italy
Tutti i diritti sono riservati
Anno XVIII n.4(110) luglio-agosto 2006
Direttore responsabile: Giorgio Piccaia
sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio
periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India.

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Discorso 07-04-2006

Celebrazioni dello ›rî Râmanavamî


(Cronaca della giornata)
Stamane il Signore Sai Râma è uscito per il darµan alle 8,25. Che cosa abbiamo visto
appena l’auto è apparsa nel Kulwant Hall? Non la consueta piccola auto di colore grigio
metallizzato, ma una stupenda macchina scoperta rosso brillante con Swami seduto da-
vanti e facilmente visibile a tutti. L’auto è molto piccola e compatta, un modello Mini
Cooper costruito dall’omonima Casa automobilistica recentemente acquistata dalla BMW.
I devoti, in estasi, la guardavano passare, riuscendo a vedere Swami chiaramente, senza
i soliti riflessi sui vetri dei finestrini. La targa riportava semplicemente le lettere BABA.
L’auto ha fatto un giro completo e, agilmente manovrata, si è fermata davanti alla stanza
dei colloqui. Il sedile si è mosso un poco in alto, poi esternamente e quindi in basso.
Swami si è alzato in piedi e ha camminato fino al palco sedendosi poi sul sofà. Subito i
bambini della scuola elementare, quei pochi rimasti durante le vacanze, si sono avvicinati
per far benedire un cartello. A seguire, un gruppo di studenti del Music College si sono
fatti avanti con il foglio che riportava il loro programma. Swami li aveva benedetti il
giorno precedente concedendo loro di presentare stamani un concerto di vî²â. Alle 8,40
tale spettacolo è iniziato con Mahâga²apatim Bhajeham seguito da Enadaro
Mahânubhâvulu accompagnato da un canto. Swami ha dato alcune istruzioni e quindi è
stato cantato, accompagnato dalla vî²â, Brova Bâ Râma e Paluke Bangâra Mayana.
Dopo questo pezzo ci sono state ulteriori Istruzioni divine e l’attenzione si è spostata su
un altro gruppo di studenti del Music College esperti in musica classica indostana. Que-
sto gruppo viene ora identificato da tutti come il “Mîrâ group”, in quanto, nelle ultime
due settimane, ha cantato i bhajan di Mîrâ alla Divina Presenza. I ragazzi hanno cantato
il Râma Kathâ in hindî, entrando nel vivo di vari episodi della vita del Signore Râma.
Dopo il Râma Kathâ, un ragazzo ha cantato il Payo Ji Meine Râma Ratana Dhana
Payo, quindi µrî Aswath Narayan ha eseguito il canto “O Râma Nî Nâma Emi Ruci
Râ”, estremamente melodioso ed emozionante, e quindi Jagadabhi Râmudu ›rî Râmude,
terminando con il popolarissimo Lâºa Mangeµkar bhajan “Râm Bhajan Kara Ma”.
Swami ha accolto l’ârati alle 9,50 e si è poi ritirato nella Sua residenza.
Nel pomeriggio, Swami è uscito alle 16, ha fatto un giro completo ed è sceso dall’auto
vicino alla stanza dei colloqui; per nostra somma gioia si è poi diretto nel Kulwant Hall
con la Sua sedia e ha percorso la prima fila dei ragazzi del gruppo “Vedam”, proseguendo
verso gli studenti veterani che hanno avuto la splendida occasione di offrirGli le loro
lettere e preghiere. Swami ha allora chiamato i ragazzi del “gruppo Mîrâ” nella stanza
dei colloqui, come ha fatto molto di frequente negli ultimi giorni. Intorno alle 17, è
quindi uscito e si è seduto sul palco concedendo al vicerettore di condividere i propri
pensieri con l’uditorio. Questi, il professor Anil Gokak, ha parlato per una decina di
minuti illustrando il simbolismo spirituale della storia del Signore Râma così come è
stata formulata da Bhagavân Baba; egli ha assimilato Râma alla Compassione e Lak¹ma²a
all’Amore, dicendo che ambedue dettero Beatitudine a tutti, e ha spiegato come Swami
paragoni il re Daµaratha ai dieci sensi, i quattro fratelli ai quattro Valori Umani e Sîtâ e
Râma a Prak©ti (la Natura) e al Paramâtma (il Sé Supremo). Il cervo d’oro simboleggia
il mondo materiale e le sue tentazioni. Infine Râva²a, simbolo di rajas, e Kumbhakar²a,
simbolo di tamas, vengono eliminati, mentre Vibhî¹ana, che manifesta il sattva, vince.
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Alle 17,10 Swami ha chiamato µrî Ajit Popat, il famoso devoto e oratore inglese, e gli ha
chiesto di illustrare brevemente la fausta ricorrenza. Questi ha parlato per circa venti
minuti sottolineando il fatto che noi umani non abbiamo bisogno di agghindarci fisica-
mente o mentalmente per avvicinarci a Dio, ma che dobbiamo però assumere un atteg-
giamento risoluto. Egli ha affermato che usando la “forza” e, andando alla fonte, otterre-
mo tutte le risorse di cui necessitiamo, ricordando anche che il Signore K©¹²a ordinò sì
ad Arjuna di farsi animo e combattere, ma semplicemente come strumento del Divino.
Questa è la necessità di oggi. Ciò che è assolutamente indispensabile nella spiritualità è la
qualità della vigilanza: siamo consapevoli che Egli è consapevole? ›rî Ajit Popat ha poi
detto che Bhagavân lo istruì a seguire il detto “Kari¹ye Vacana¼”, di esser cioè coerenti
con le proprie parole prima di tentare di seguire “Kari¹ye Vacana¼ Tava”, cioè di agire
secondo le parole del Divino (letteralmente: “Io agirò secondo le Tue parole” - N.d.T.).
Questo fu in effetti il Messaggio cardine della vita del Signore Râma: mettere in pratica
ciò che si dice. Egli ha concluso affermando che la parola “joy” (gioia) ci comunica un
messaggio molto forte, in quanto rappresenta “Jesus” (Gesù) per primo, “others” (gli
altri) per secondo e “you” (tu) per ultimo.
Si sono così fatte le 17,30 e Swami ha chiesto di portare il tavolo, si è alzato e, tra gli
applausi, ha pronunciato il Suo Messaggio per il Râmanavamî.
Alle 18,15 Swami si è seduto e ha intonato Râma Namâmu Mithai Idigo Randi
Bhaktulara e, dato che gli studenti non conoscevano questo canto, ne ha pronunciato
verso dopo verso le parole, permettendo a tutti di ripeterle e insegnando letteralmente
come un maestro di musica. Ha poi continuato il Discorso sedendo sul sofà.
Erano le 18,25 quando Baba si è seduto nella macchina e si è ritirato, e a tutti è stato
distribuito il la¬¬u prasâdam.

Assaporare la dolcezza del Nome di Râma

La Madre Terra di Bhârat ha dato i natali possono dimenticare qualunque altro nome,
a molte anime nobili che si sono guadagna- ma non il Râma Nâma (il Nome di Râma).
te grande nome e fama in tutti i continenti Nel momento della difficoltà, che si tratti di
del mondo. Molti saggi e profeti di Bhârat, milionari o di poveri, tutti prendono rifugio
fin dai tempi antichi, hanno santificato il nel divino Nome di Râma. In Bhârat è dif-
loro tempo propagando il Râma Tattva (il ficile trovare qualcuno che non mediti o canti
Principio di Râma). Il Râmâya²a appar- il Nome di Râma. Molti saggi del passato
tiene al Tretâ Yuga, ma, nonostante siano fecero penitenza e si impegnarono solen-
passate migliaia di anni, esso viene ancora nemente in vari modi per propagare la glo-
letto con rispetto in ogni villaggio e casale. ria del Nome di Râma nel mondo, ma Egli
non desiderò né disse mai ad alcuno di can-
“Fate ciò che dite” tare il Suo nome, né di meditare su di Esso,
Giovani e vecchi cantano tuttora il sacro dichiarando, infatti, che tutti sono incarna-
nome di Râma con grande devozione; essi zioni della Divinità. L’aderenza a Satya (la

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Verità) era l’insegnamento fondamentale Nutrire e sviluppare le proprie qualità
di Râma; prendendo Satya a fondamento, innate
si deve sostenere e promuovere Dharma C’era naturalmente un conflitto tra Satya
(la Rettitudine). Il Dharma non è confinato (Verità) e asatya (non verità), tra Dharma
ad alcun luogo o paese particolare; esso è e adharma. Râma seguì scrupolosamente
nato da Satya ed è presente in tutto. In ef- Satya, mentre Râva²a abbracciò asatya.
fetti, senza Satya, il Dharma non può esi- Non c’è Dharma più grande dell’aderenza
stere. Che cos’è il Dharma? a Satya, per cui noi dovremmo aderire alla
Verità anche nelle questioni da poco. Non
Dhârayatîti dharma­ si deve mai ricorrere alla falsità per sot-
Ciò che sostiene è il Dharma. trarsi a situazioni difficili.

ALCUNI, SBAGLIANDO, LIMITANO IL DHARMA La creazione emerge dalla Verità


AL SEMPLICE NUTRIRE I POVERI O AGLI ATTI e si fonde nella Verità.
DI CARITÀ; IL DHARMA DOVREBBE SCORRERE C’è un luogo, nel cosmo,
DAL PROPRIO CUORE ED ESSER QUINDI MESSO in cui la Verità non esista?
IN PRATICA. FATE QUELLO CHE DITE: QUE- Raffiguratevi questa pura
STO È IL DOVERE FONDAMENTALE DELL’UO- e incontaminata Verità.
MO. Dovrebbe esservi perfetta armonia tra
le proprie parole e le proprie azioni; fare In effetti, la Verità è il fondamento dell’in-
altrimenti, parlando in un modo e facendo il tera creazione. Se, per una qualsiasi ragio-
contrario, è segno di adharma (malvagità). ne, questo fondamento venisse alterato, il
Inoltre, prima di dire qualcosa, si dovreb- mondo intero collasserebbe. QUAL È OGGI
bero analizzare e valutare attentamente i LA RAGIONE DI TUTTE LE PROVE E TRIBOLA-
pro e i contro. ZIONI DELL’UOMO? È CHE L’UOMO HA DIMEN-
TICATO LA VERITÀ. EGLI AFFRONTA UMILIA-
Mânasyeka¼ vâcasyeka¼ ZIONI E DISCREDITO PERCHÉ INDULGE NELL’IN-
karmanyeka¼ mahâtmanâ¼ GIUSTIZIA E NELLA FALSITÀ; QUINDI, NON BI-
Coloro, i cui pensieri, parole e azioni SOGNA RICORRERE ALLA FALSITÀ IN NESSUNA
sono in perfetta armonia, CIRCOSTANZA. Bisogna dire sempre solo la
sono esseri nobili. verità. Satya è un piccolo termine, ma si-
gnifica Sat (Eternità immutabile). Noi su-
Voi dite di essere “umani”, ma potete esser biamo alterazioni e distorsioni per il fatto
chiamati così solo quando i vostri pensieri, che cerchiamo di cambiare questa verità
parole e azioni sono in armonia. Râma ot- immutabile.
tenne l’unità di pensiero, parola e azione; Cari studenti!
al contrario, i pensieri, le parole e le azioni Voi siete tutti giovani; se seguirete la Veri-
di Râva²a discordavano fra loro. tà fin da questa vostra giovane età, diven-
terete certamente un ideale per tutto il Pae-
Mânasyanyath vâcasyanyath se. Che cos’è Verità? La Parola di Dio è
karmanyanyath durâtmanâ¼ Verità e quindi, quando parlate e agite con
Coloro che mancano di coerenza il sentimento di sarva karma bhagavad
tra pensieri, parole e azioni, sono malvagi. prîtyartham (compiere tutte le azioni per
compiacere Dio), tutto diverrà Verità. Ogni

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pensiero e sentimento che scaturisce dal- ma, senza alcun pensiero, raggiungono lo
l’uomo è un riflesso della sua Verità inte- stato di beatitudine. Alcuni si considerano
riore; sfortunatamente Essa viene cambia- molto intelligenti e continuano ad approfon-
ta in falsità dall’uso improprio della lingua. dire sempre più la conoscenza che hanno
La lingua è uno dei cinque sensi; essi sono la acquisito sui libri; questo tipo di pedanteria
causa del cambiamento in noi, sono respon- è come una allergia: una volta che essa ha
sabili del peccato o del merito che guada- cominciato a diffondersi, la loro energia ne
gniamo. viene indebolita. Sfortunatamente, oggi, noi
I pañcabhûta (i cinque elementi) pervado- sviluppiamo allergia (allergy) e non ener-
no l’intero universo, proprio dalla terra al gia (energy). NON CONTINUATE A RIFLETTE-
cielo. Nell’universo non esiste alcun sesto RE SUL FATTO CHE QUALCOSA SIA BENE O MALE
elemento oltre a questi cinque. Gli stessi PER VOI: TUTTO È BENE. CONSIDERATE, TUT-
cinque elementi si trovano in ogni essere TO CIÒ CHE ACCADE, UN BENE PER VOI; SE
umano in forma sottile; bisogna compren- SVILUPPATE UN ATTEGGIAMENTO SIMILE, TUT-
dere questa verità e comportarsi di conse- TO RISULTERÀ POSITIVO.
guenza. Satya, Dharma, ›ânti, Prema e Incarnazioni dell’Amore!
Ahi¼sâ, che sono presenti in voi, devono Amate tutti, non odiate nessuno. Non frain-
essere alimentati e sviluppati. Satya è la tendete gli altri. Alcuni maturano incom-
via, Dharma lo segue e Prema è l’espe- prensione anche per Dio! Questo è il peg-
rienza: solo allora Ahi¼sâ si manifesta. giore dei peccati e quindi non albergate si-
HI¼SÂ (LA VIOLENZA) NON È LIMITATA AL FE- mili idee errate. Se, per una qualunque ra-
RIRE OD OFFENDERE GLI ALTRI: ANCHE AGIRE gione, tali pensieri entrano nella vostra
CONTRARIAMENTE AL PROPRIO DIRE È VIOLEN- mente, considerateli vostri nemici e caccia-
ZA . Non può esserci Ahi¼sâ più grande teli via. Siate sempre amorevoli e gioiosi!
dell’usare la propria lingua in modo sacro. Solo l’Amore vi protegge e sostiene; voi
›ânti (la Pace) non deve essere cercata stessi siete incarnazioni dell’Amore e dove
da qualche altra parte: essa è esattamente c’è l’Amore l’odio non può entrare.
dentro di noi, dove sono presenti molte dif- Incarnazioni dell’Amore!
ferenti qualità ed è nostro compito farne Il corpo umano è un mondo in miniatura.
buon uso. VOI POTRESTE CHIEDERE: “PER- Esso è costituito dai pañcabhûta (i cinque
CHÉ DIO NON CAMBIA LA NOSTRA NATURA?” elementi), dai pañcendriya (i cinque soffi
NO, DIO NON INTERFERISCE AFFATTO; EGLI vitali), i quali, a loro volta, nascono dalla
È IL TESTIMONE DI TUTTO E IL SUO COMPITO Verità, sono sostenuti dalla Verità e alla fine
È DIRVI CIÒ CHE È BENE E CIÒ CHE È MALE. I si fondono nella Verità. Pertanto, occorre
vostri stessi pensieri e sentimenti vi dicono seguire la Verità scrupolosamente. Nel
ciò che è bene e ciò che è male. Se man- momento in cui distorcono la verità, le per-
giate un cetriolo avrete l’alito che sa di ce- sone perdono la loro purezza. La ragione
triolo; in egual modo, ciò che è in voi si ri- principale della non purezza del proprio
fletterà all’esterno. Qualunque male vediate cuore è la tendenza a distorcere la verità e
negli altri non è altro che il riflesso dei vo- quindi, se si desidera mantenere la purezza
stri stessi pensieri. Certe persone sono im- e la sacralità del proprio cuore, occorre dire
merse costantemente in pensieri relativi al la verità. Se siete dediti alla verità, tutto ciò
mondo; questa gente non può mai esser fe- che dite risulterà corretto. Alcuni si lamen-
lice. Solamente coloro la cui mente è fer- tano: “Swami, nonostante noi seguiamo la

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via della verità, la falsità ancora ci tormen- Satya e Dharma sono i due principali In-
ta. Quale può essere la ragione della no- segnamenti di Râma. Non considerate voi
stra difficile situazione?” Si può rispondere stessi come meri esseri umani, ma svilup-
con un semplice esempio: mentre il Gange pate piena fede nel fatto di non essere altro
scorre puro e cristallino, alcuni torrenti e che Râma! La gente dice spesso: “Solo il
ruscelli formati dalla pioggia lo raggiungo- mio Âtmarâma (il Sé) lo sa!” e quindi il
no inquinandolo. Si deve allo stesso modo nostro stesso Âtma è l’incarnazione del Si-
fare attenzione a non lasciare che alcuna gnore Râma. L’Âtma non ha una forma spe-
impurità raggiunga la verità pura e cifica. Lo stesso Âtma, che pervade l’inte-
incontaminata del proprio cuore. È a causa ro universo, prese forma e si incarnò come
della debolezza dei nostri sensi che varie Râma. Similmente, il Dharma prese la for-
impurità entrano nel nostro cuore e lo in- ma di Lak¹ma²a che seguì costantemente
quinano; esse sono gli ari¹advarga (i sei Râma. Lak¹ma²a considerava Râma come
nemici interiori dell’umanità), e cioè kâma il suo vero e proprio respiro vitale. Per lui,
(il desiderio), krodha (l’ira), lobha (l’avi- Râma era tutto.
dità), moha (l’attaccamento), mada (l’or-
goglio) e mâtsarya (la gelosia). LA PUREZZA “Io ho affidato i miei averi,
DEL NETTARE PUÒ ESSERE DISTRUTTA PERSI- la mia famiglia
NO DA UN SOLO ATOMO DI IMPURITÀ. Una vol- e persino la mia anima a Te.
ta un musicista compose un canto: Ora, Ti prego, vienimi in soccorso:
io cerco rifugio solamente in Te.”
“Io so che tu sei come
la luna distante nel cielo, Una volta, durante l’esilio di Râma, Sîtâ e
eppure la mia mente cerca di afferrarti; Lak¹ma²a, quest’ultimo si avventurò in un
non so perché.” punto particolare della foresta e, ben pre-
sto, fu assalito da pensieri malvagi. Al ri-
In effetti, dov’è la luna? Non nel cielo lon- torno disse a Râma: “O Râma! Perché stia-
tano: la nostra stessa mente è la luna. NOI mo subendo tutti questi inconvenienti? Per-
SIAMO INCAPACI DI OTTENERE IL CONTROLLO ché l’innocente madre Sîtâ deve essere sot-
DELLA MENTE A CAUSA DI QUESTI SEI NEMICI toposta a questo tormento? Vieni! Tornia-
INTERIORI CHE CI SBARRANO LA STRADA. Non mo ad Ayodhyâ immediatamente.” Sîtâ fu
è forse un dato di fatto che anche la bril- sorpresa dell’improvvisa trasformazione
lante luce lunare, in una notte di luna piena, dell’atteggiamento di Lak¹ma²a, e Râma,
non è visibile se le nubi si frappongono? Nel che sapeva tutto, lo chiamò sorridendo e lo
momento in cui le nubi si allontanano, la luna fece sedere accanto a Sé. Lak¹ma²a com-
diventa visibile. Similmente, voi dovete fare prese subito il suo errore e, con grande sof-
costantemente il Nâmasmara²a (la ripeti- ferenza, Gli chiese: “Caro fratello! Come
zione del Nome di Dio) al fine di allontana- hanno fatto questi pensieri malvagi a en-
re le nubi di questi sei nemici interiori. trare nella mia mente? Una cosa simile non
mi era mai accaduta!” Râma spiegò: “Caro
Seguire gli ideali posti da Râma fratello! Non è colpa tua; questa è la zona
Oggi noi celebriamo lo ›rî Râmanavamî. di un demone, per cui tutti i pensieri
In questo sacro giorno noi dovremmo de- demoniaci sono entrati nella tua mente.”
cidere di seguire gli Insegnamenti di Râma. “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.” Co-

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m’è la vostra compagnia, così sono i vostri con me. Non ho questa paura.” Quando
pensieri. Tenetevi quindi lontani dalle catti- Sîtâ fu rapita da Râva²a, sia Râma sia
ve compagnie, accompagnatevi con anime Lak¹ma²a si preoccuparono molto per lei;
buone e nobili, e avrete buoni pensieri. ribollendo di rabbia per quell’atto vile, que-
Come sono i vostri pensieri, così saranno i st’ultimo si avvicinò al fratello maggiore e
risultati. disse: “Caro fratello! Dammi il Tuo permes-
so e ridurrò questi demoni malvagi in cene-
Yad bhavam tad bhavati re.” Râma raccomandò pazienza e disse:
Come sono i sentimenti, “Lak¹ma²a, noi non abbiamo bisogno di
così è il risultato. fare una cosa simile; i demoni si distrugge-
ranno da soli. In effetti diverranno vittime
Quando Kauµalyâ piangeva dopo che delle loro qualità malvagie.”
Râma era partito per la foresta, Sumitrâ Successivamente Râva²a fu ucciso da
cercò di consolarla dicendo: “Cara sorel- Râma e dalla Sua armata di vânara (scim-
la! Perché piangi? È perché Râma sta an- mie), ed Egli spiegò a Lak¹ma²a:
dando nella foresta? No, no, stai sbaglian- “Lak¹ma²a! Le persone si comportano in
do nel pensare che Râma viva nella foresta modo particolare e raccolgono le conse-
mentre noi godiamo degli agi regali ad guenze delle loro azioni a seconda del loro
Ayodhyâ. In effetti, ovunque Râma viva è prârabdha (destino) e delle loro qualità.
Ayodhyâ e il resto non è altro che una fore- Noi non abbiamo bisogno di interessarci
sta. DOBBIAMO CONDURRE LA NOSTRA VITA troppo a questo; fintantoché si rimane at-
CON EQUANIMITÀ RIMANENDO MENTALMENTE taccati alle cose del mondo e si pensa in
EQUILIBRATI NELLA FELICITÀ COME NEL DO- termini di “mio” e “tuo”, si è afflitti dal
LORE. ESSI SI ALTERNANO; NON DOBBIAMO dolore. Esse, quindi, vanno trattate con l’at-
LASCIARE CHE CI INFLUENZINO. NON DOBBIA- teggiamento: “Queste non sono mie; sono
MO FARCI ESALTARE DALLA FELICITÀ NÉ LA- tutte incarnazioni del Divino.” Tutte le azio-
SCIARCI DEPRIMERE DAL DOLORE. Può esiste- ni dovrebbero essere eseguite per compia-
re, a questo mondo, un essere umano sen- cere Dio. Se si incrementa l’ego con i pen-
za felicità e dolore? In effetti Râma è onni- sieri di “io” e “mio” è certo che ci si danne-
sciente e onnipotente; nessun danno potrà rà. Voi dite: “Questo è mio” e “Quello è
mai esserGli arrecato nella foresta da ani- mio.” Di fatto, che cosa realmente vi ap-
mali feroci o da demoni.” Kauµalyâ era pre- partiene? Il corpo, la mente, l’intelletto o i
occupata anche per Sîtâ dato che aveva sensi? Voi dite: “Questo è il mio corpo”,
seguito Râma nella foresta; Egli aveva ten- “Questa è la mia mente”, “Questo è il mio
tato di dissuaderla dall’andare dicendo: intelletto” ecc., ma nessuno di questi vi ap-
“Sîtâ! La foresta è piena di cespugli spino- partiene veramente. Il corpo, che voi pen-
si e animali selvatici; vi incontrerai molte sate vi appartenga, vi abbandonerà in un
difficoltà”, e fu molto felice nell’udire que- istante, persino senza che ve ne accorgiate.
ste parole di lei: “O Râma! Tu sei il protet- Similmente, la mente vaga come una scim-
tore del mondo intero: potrai non protegge- mia; è possibile dominare questa scimmia
re Tua moglie dagli animali selvatici? Tu sei pazza? Non dite: “Io sono questo o quello”;
onnipresente, onnipotente e onnisciente; io dite: “Io sono Io”; questa è la corretta de-
sono sicura che nessuno di questi animali scrizione di voi stessi. La risposta corretta alla
possa causarmi alcun male quando Tu sei domanda: “Chi sei tu?” è: “Io sono Io.”

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Râma non criticò né fece danno a nessu- Mescolando l’essenza dei Veda
no. Dunque, chi Lo odierà? Le buone azio- con il latte delle dichiarazioni vediche,
ni di Râma Gli portarono buoni risultati; aggiungendo lo zucchero
quindi, quando facciamo del bene al prossi- di subuddhi (le Virtù)
mo, non c’è alcuna possibilità che andiamo e il burro di nibaddhi (la Verità),
incontro a dolore e difficoltà. Se sentiamo eliminando la sporcizia
ugualmente di esser messi in difficoltà, l’er- di âbaddhamu (la falsità),
rore si trova in noi stessi. DIO NON È RE- i nostri antichi ©¹i (saggi)
SPONSABILE DEI NOSTRI DOLORI E DEI NOSTRI hanno preparato il delizioso dolce
PROBLEMI; È LA RIOTTOSITÀ DEI NOSTRI SEN- del Nome di Râma.
SI A ESSERNE LA CAUSA E PER QUESTO DO-
VREMMO CONTROLLARLI. SE SIAMO CAPACI DI La vostra salute sarà compromessa dal con-
FARLO, TUTTO IL RESTO RIENTRERÀ NEL NO- sumo di tutti i tipi di dolci venduti al mer-
STRO CONTROLLO. QUESTA È L’ESSENZA DEL- cato; essi possono anche essere gustosi, ma
L’INSEGNAMENTO DI RÂMA. Il Râmâya²a per voi sono dannosi. Invece la caramella
non è semplicemente la storia di Râma: è, del Nome di Râma è stata preparata dai
di fatto, la storia di ogni essere umano. nostri grandi ©¹i e ha un magnifico effetto
sulla vostra mente; inoltre non potrà mai
La dolcezza di Râma non decresce mai diventare stantia o guastarsi. PIÙ MANGIATE
Noi accusiamo Dio dei nostri problemi e QUESTO DOLCE DEL Râma Nâma, PIÙ GIOIA
delle nostre difficoltà, ma Dio ama tutti nel- NE RICAVATE; ESSO È PIÙ DOLCE DELLO ZUC-
lo stesso modo; Egli non nutre odio verso CHERO E PIÙ SAPORITO DELLO YOGURT. IL DI-
nessuno, ed è sempre contento e sorriden- VINO NOME DI RÂMA È COLMO DI DOLCEZZA
te. UN’ESPRESSIONE SORRIDENTE È LA QUA- E RIMANE DOLCE PER SEMPRE. Ci sono state
LITÀ NATURALE DI UN ESSERE DIVINO; DOVE molte Incarnazioni di Dio sulla terra, ma il
C’È IL SORRISO NON PUÒ ESSERCI CERTAMEN- divino Nome di Râma è rimasto in eterno.
TE ODIO! Le persone che hanno tali attribu- Fin dai tempi antichi, il Râma Nâma è ri-
ti divini non si agitano in alcuna circostan- masto come târaka mantra (il mantra che
za. Siate quindi sempre sorridenti e allegri, libera) per tutti. Dall’infanzia alla vecchia-
non fate mai la faccia lunga. Alcuni stu- ia, ognuno può trarre beatitudine dal canto
denti sono molto preoccupati per gli esami del Râma Nâma. L’età non è un ostacolo
e vorrebbero ritardarli o rinviarli, mentre, per sperimentarNe la dolcezza; in esso c’è
prima li sostenete e li passate, prima an- una dolcezza senza fine. Non dovremmo
drete nella classe superiore. Invece di pre- mai abbandonare, neanche per un secon-
occuparvi per gli esami, dovreste sbrigarvi do, un così dolce, nettareo e gioioso Râma
ad andare nella classe superiore; in questa Nâma. Sfortunatamente, oggi, la gente tra-
premura non c’è preoccupazione. scura la ripetizione del Nome di Râma; è la
sua disgrazia.
Venite! O devoti, venite!
Prendete la caramella Condurre una vita ideale ed esemplare
del Nome di Râma. Mîrâbâî, quando Mahârana le chiese di la-
Non comprate e mangiate sciare il tempio di K©¹²a del palazzo (re-
altri dolci per ignoranza: ale), era piena di ansia, perché pensava:
essi rovineranno la vostra salute. “Come posso lasciare il mio caro Signore

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K©¹²a e andare via!?” Tuttavia, la sua molti insegnamenti sacri, fate felici anche i
incrollabile fede in K©¹²a fece maturare in vostri genitori. Se voi siete contenti, saran-
lei l’assoluta convinzione che “K©¹²a Stes- no contenti anche loro. Non rattristateli mai
so verrà con me.” Ella pregò il Signore con la vostra condotta; i genitori occupano
K©¹²a: “O Signore! Ho ottenuto la prezio- un posto importante nella vita, e, farli con-
sa perla del Nome Divino dopo un grande tenti, è il nostro principale dovere. Che voi
sforzo; benedicimi, Ti prego, affinché io vi interessiate alle vostre comodità e al vo-
non perda questa perla inestimabile.” Can- stro benessere non è sufficiente: prima di
tando incessantemente il nome di K©¹²a, tutto, devono esser resi contenti i genitori.
ella raggiunse Dvârakâ, ma trovò le porte La vita non è limitata a khana (il cibo), a
del tempio chiuse. Incapace di sopportare pîna (le bevande), a sona (il sonno) e a
più a lungo l’agonia della separazione dal marna (la morte). Noi non siamo nati per
suo caro Signore K©¹²a, ella sbatté la testa mangiare e vagabondare godendoci gli agi:
contro le porte del tempio. Ed ecco che esse siamo nati per servire i genitori e farli con-
si aprirono, il Signore K©¹²a le apparve ed tenti. SE ORA RENDETE FELICI I VOSTRI GENI-
ella, dopo averNe avuto il darµan, si im- TORI, IN FUTURO I VOSTRI FIGLI FARANNO FE-
merse in Lui. LICI VOI. Conducete una vita esemplare e
Dobbiamo ampliare il nostro cuore, ma ideale; solamente allora essa sarà santifi-
questo non si riferisce al cuore fisico che, cata e l’educazione che avete acquisito nelle
se si allargasse, necessiterebbe di un’ope- Istituzioni Educative ›rî Sathya Sai avrà
razione. ESPANDERE IL PROPRIO CUORE IM- un senso. Io desidero che tutti voi otteniate
PLICA LA QUALITÀ DELLA SENSIBILITÀ DI CUO- nome e fama come studenti di questa gran-
RE. Certe persone siedono qui allungando de Istituzione.
le gambe e occupando un mucchio di spa-
zio, mentre, se la gente sedesse stando più (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan:
vicina, altri devoti potrebbero trovare po- “Râma Râma Râma Sîtâ…”)
sto. Noi possiamo aiutarci premurandoci re-
ciprocamente gli uni degli altri. Praµânti Nilayam, 7 aprile 2006,
Sai Kulwant Hall,
Cari studenti!
Festività di ›rî Râmanavamî
Le vacanze estive sono cominciate e, da
domani, andrete a casa a passare le vacan- (Tratto dal testo inglese pubblicato sul sito
ze con i vostri genitori. Trascorrete beata- internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di
mente il tempo con loro; pensando al tem- Praµânti Nilayam)
po felice che avete passato qui, imparando

10 Mother Sai luglio-agosto 2006


Discorso 30-03-2006

Âtma, il Divino senza nome e senza forma

Il padre di Draupadî, Drupada, organizzò figlia e le chiese di metterla al collo di


un svaya¼vara (scelta dello sposo da par- Arjuna. In quel periodo i PⲬava abita-
te della sposa) per celebrare il di lei matri- vano nella casa di un vasaio e, quando tor-
monio. Per tale occasione, migliaia di gio- narono a casa con la sposa, madre Kuntî
vani, di principi e re arrivarono a corte per era lì. Ancor prima di entrare, essi dissero
conquistare la mano di Draupadî. Proprio alla madre che avevano guadagnato un frut-
come il re Janaka aveva dichiarato che to molto prezioso ed ella replicò dall’inter-
avrebbe concesso la mano di sua figlia Sîtâ no che avrebbero dovuto spartirselo equa-
al principe che fosse riuscito a mettere la mente. I PⲬava obbedivano sempre agli
corda all’arco del Signore ›iva, il re ordini della madre e onoravano qualunque
Drupada organizzò un matsyayantra (un parola ella pronunciasse. Essi entrarono in
torneo con il pesce finto). La regola della casa, la salutarono con deferenza e promi-
contesa era che, chiunque fosse stato capa- sero solennemente che avrebbero seguito
ce di colpire con una freccia l’occhio del religiosamente il suo comando; in tal modo,
pesce girevole posto in cima a un palo, Draupadî divenne la moglie di tutti e cin-
mirando tramite il suo riflesso nell’acqua que i PⲬava: essi accettarono rispettosa-
sottostante, avrebbe ottenuto la mano di sua mente l’ordine della propria madre. Ma
figlia. come poteva il mondo accettarlo? OBBEDI-
Le straordinarie qualità di Draupadî RE ALLE DIRETTIVE DEI PROPRI GENITORI È
DOVERE DEI FIGLI, AL DI LÀ DEL FATTO CHE IL
Molti giovani e principi valorosi, che cre-
MONDO LO ACCETTI O MENO. La gente, tutta-
devano di vincere, tentarono la sorte senza
alcun successo. Questa non era una norma- via, accettò questa situazione in forza del-
le prova in cui chiunque poteva riuscire; l’intima relazione che esisteva tra i cinque
molti pensavano che fosse facile, ma in re- fratelli.
altà non lo era. Dato che nessuno riuscì a In che modo si può considerare qualcuno
superare la prova, l’intera assemblea cad- come la propria moglie? Non semplicemen-
de in un silenzio attonito. Anche i PⲬava te perché si è sposati con lei; uno può chia-
erano presenti in incognito a questo radu- marla moglie solo quando la considera metà
no. K©¹²a, anch’Egli presente, guardò i del proprio corpo. Molti chiesero a K©¹²a
PⲬava e sorrise; a quel punto, essi si par- come potesse Draupadî esser definita una
larono l’un l’altro sottovoce, dopo di che pativratâ (una moglie casta) essendo mo-
Arjuna si fece maestosamente avanti sorri- glie di cinque mariti ed Egli descrisse le
dendo. Egli era perfettamente calmo e com- qualità che le facevano meritare questa no-
posto e, guardando il riflesso del pesce nel- bile definizione.
l’acqua, lanciò una freccia. Quando questa Ella obbediva rispettosamente alle
colpì vittoriosamente il bersaglio, l’intera ingiunzioni dei suoi mariti, non avrebbe mai
assemblea andò in visibilio; tutti, con gran detto a uno di loro di non aver tempo di
gioia, guardavano ammirati Arjuna. Il re servirlo, era contenta di qualunque cosa le
Drupada, allora, porse una ghirlanda a sua accadesse nella vita, era un esempio supre-

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Discorso 30-03-2006
mo di castità e, a tal riguardo, nessuna po- sigliava di non dimenticare mai di fare buo-
teva eguagliarla. Non chiese mai niente che ne azioni e di assolvere i propri doveri.
fosse oltre le possibilità dei suoi mariti. UNA “Ognuno deve portare a termine il proprio
DONNA VERAMENTE CASTA È QUELLA CHE SI compito con dedizione senza mai interferi-
COMPORTA IN ARMONIA CON LA CONDIZIONE DEL re con il dovere degli altri”, diceva alla gen-
MARITO E QUESTI DEVE, A SUA VOLTA, RICO- te. “Potete avere moglie e figli ed è vostro
NOSCERE LE QUALITÀ DELLA MOGLIE E AVE- dovere assumervi le vostre responsabilità
RE PARI CONSIDERAZIONE PER LEI: SOLAMEN- nei loro confronti, ma, nello stesso tempo,
TE ALLORA I DUE POSSONO VIVERE IN MODO tutti i vostri desideri devono essere diretti
NOBILE E VIRTUOSO. Osservando la sua con- verso il sentiero della bontà e della rettitu-
dotta virtuosa e il suo potere di controllo sui dine”, consigliava. Così divenne un ideale
cinque sensi, Dharmarâja le disse: “Tu non per il mondo e mostrò a tutti il cammino
sei semplicemente qualcosa di nostro; tu sei della Verità. Si può seguire il Dharma (la
l’incarnazione dell’energia primordiale.” Rettitudine) solo seguendo la via di Satya
Anche suo padre Drupada era di quest’av- (la Verità).
viso e la considerava una incarnazione del-
l’Energia Divina. SOLAMENTE COLORO CHE Satyannâsti paro dharma­
OTTENGONO IL CONTROLLO DEI CINQUE SEN- Non c’è Dharma più grande
SI E DEI CINQUE ELEMENTI POSSONO GOVER- dell’aderenza alla Verità.
NARE IL MONDO; SOLO QUESTE PERSONE POS-
SONO CONOSCERE LA REALTÀ DEL MONDO E Senza Verità non può esserci Dharma; è il
COMPORTARSI IN MODO RETTO. CHI HA COM- cammino della Verità che conduce a Dio.
PLETO CONTROLLO SUI SUOI SENSI PUÒ RAG-
GIUNGERE LE ALTEZZE PIÙ ELEVATE NELLA Seguire la via di Satya e Dharma
VITA. Draupadî era dotata di grande pote- Ognuno deve eseguire il proprio dovere
re di discriminazione e poteva distinguere meticolosamente e aderire al Dharma. Per-
tra il bene e il male, che sono ambedue pre- sino una formica segue il suo Dharma:
senti nel mondo come il buio e la luce. Ella dovunque trovi del cibo, lo porta nel suo
incoraggiava tutti i virtuosi e dava insegna- nido e lo consuma, non fa del male a nes-
menti sacri alle persone di mente malvagia suno, non ruba niente a nessuno. Tutti gli
per trasformarle. Non aveva solamente il uccelli e gli animali aderiscono al loro
controllo dei cinque sensi e dei cinque ele- Dharma naturale e si comportano conse-
menti: possedeva anche perfetta conoscen- guentemente. Il cammino del Dharma è lo
za dei pañcakoµâ (le cinque guaine che stesso per cîma (la formica) e per Brahma;
racchiudono l’Âtma) e dei pañcaprâ²â (i lo stesso principio di Verità è presente in
cinque soffi vitali). Riusciva inoltre a distin- ambedue. Draupadî diffondeva questa ve-
guere tra Âtma e anâtma (Sé e non Sé); rità e insegnava anche che non bisogna di-
per tale ragione, fu d’esempio per il mondo ventare vittime dei sei nemici interiori, cioè
e si guadagnò un buon nome. Draupadî kâma (il desiderio), krodha (la collera),
insegnò che ognuno deve fare il proprio lobha (l’avidità), moha (l’attaccamento),
dovere con dedizione, esortò tutti a control- mada (l’orgoglio) e mâtsarya (la gelosia).
lare i desideri e a discriminare tra il bene e L’ira è il nemico più grande dell’uomo; chi
il male, assorbendo completamente il pri- soccombe all’ira non può seguire la via del
mo e rifiutando totalmente l’altro. Ella con- Dharma. Ciò è contrario alla natura uma-

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Discorso 30-03-2006
na; non bisogna mostrare inutilmente rab- ché Dio vi ha dato la lingua? Non sempli-
bia verso gli altri. cemente per soddisfare il senso del gusto,
ma per cantare la Sua gloria. Proprio come
Chi è vittima dell’ira non avrà succes- la lingua accetta tutto ciò che è gustoso e
so in alcun tentativo, gradevole e rifiuta tutto ciò che è cattivo e
commetterà dei peccati e sarà sgradevole, ognuno deve accettare tutto ciò
ridicolizzato da tutti; che è bene e rifiutare ogni male. Le perso-
la sua stessa gente lo abbandonerà, ne pensano che sia Dio la causa della loro
e perderà tutti gli averi e il rispetto. felicità e del loro dolore, ma non è affatto
La sua collera lo rovinerà così: ognuno è responsabile delle sue azioni
completamente. e ne raccoglie le conseguenze, buone o
cattive che siano. Dio è l’Eterno Testimo-
L’odio è un altro grande nemico dell’uo- ne e non interferisce in questo; Egli non dà
mo. Chi dovreste odiare? Dovreste odiare felicità o dolore. Se parlate affettuosamen-
coloro che vi avversano, coloro che vi han- te con qualcuno, quella persona vi rispon-
no danneggiato o coloro che non vi gradi- derà in modo ugualmente amorevole, ma,
scono? No, nessuno di questi; voi dovete se parlate con tono arrogante, riceverete
odiare soltanto le qualità malvagie. Dovete una risposta dello stesso tipo. Com’è l’azio-
estendere il vostro amore e dare sostegno a ne così è la reazione. Reazione, riflesso e
coloro che seguono Satya e Dharma. Se risonanza sono basati sui vostri stessi pen-
odiate Satya e Dharma non siete affatto sieri, parole e azioni; Dio non ne è respon-
esseri umani. La Verità è la base di tutte le sabile. Se vi ponete di fronte a uno spec-
virtù; seguendo il cammino della Verità, chio, vedrete il vostro stesso riflesso; in
Draupadî poté sperimentare pace e amore. qualunque modo parliate agli altri, otterrete
Ella insegnò che bisogna rifuggire dalla uguale ritorno. I pensieri che avete in men-
violenza. Non si deve indulgere nella vio- te, quali che siano, saranno riflessi verso di
lenza tramite le proprie azioni, le proprie voi. È quindi essenziale sapere se i vostri
parole e persino i pensieri. Seguendo la via pensieri e le vostre azioni sono buoni o cat-
della Verità, Draupadî mostrò al mondo tivi. Qualunque bene o male sperimentiate
l’ideale più grande. è il risultato dei vostri pensieri, delle vostre
parole e delle vostre azioni. QUANDO UN
Raccoglierete ciò che avrete seminato QUALUNQUE CATTIVO PENSIERO SORGE NEL-
Esercitando il controllo dei sensi si posso- LA VOSTRA MENTE, CACCIATELO SUBITO; SE
no raggiungere grandi altezze nella vita. VI COMPORTATE COSÌ DIVERRETE UN VERO
Damayantî fu una donna di grandi virtù DEVOTO DI DIO E OTTERRETE LA LIBERAZIONE.
come Draupadî e si guadagnò questo nome
perché era dotata di dama (il controllo dei Tutti, di chiunque si tratti,
sensi). I SENSI SONO RIBELLI PER NATURA E devono affrontare le conseguenze
CONTROLLARLI È DIFFICILE, MA BISOGNA FARE delle loro azioni.
DEL PROPRIO MEGLIO PER DOMINARLI E FAR- Nessuno sa che cosa gli riservi il futuro,
NE UN USO CORRETTO. Perché Dio vi ha dato ma una cosa è certa:
le orecchie? Forse per ascoltare vani pet- tutti devono raccogliere le conseguenze
tegolezzi? Non ascoltate niente che sia cat- delle proprie azioni.
tivo; ascoltate tutto ciò che è buono. Per- Anche il potente Râma soffrì il dolore

Mother Sai luglio-agosto 2006 13


Discorso 30-03-2006
della separazione da Sua moglie non vengono dall’esterno, ma hanno origi-
e pianse come una persona comune. ne dentro di voi. Il bene e il male che speri-
mentate nascono dai vostri sentimenti, Dio
Ragazzi! non ne è responsabile. Dio è Nirgu²a,
Il bene e il male coesistono e nessuno può Niranjana, Sanâtana (Privo di Attributi,
separarli. Se coltivate maggiormente la bon- Puro, Eterno); sono soltanto i vostri senti-
tà, il male in voi diverrà del tutto insignifi- menti a cambiare. Dio è immutabile.
cante; per eliminare tutto ciò che è male Studenti!
non occorre usare alcuna forza. QUANDO Tutti i vostri sentimenti si riflettono verso di
DIMENTICHERETE IL MALE, LA BONTÀ SI SVI- voi. Tutto è dentro di voi; qualunque cosa
LUPPERÀ IN VOI PIENAMENTE. QUESTO È IL sperimentiate è la reazione, il riflesso e la
MESSAGGIO CHE VOGLIO DARVI OGGI. Non risonanza dei vostri pensieri e sentimenti.
pensate che l’Anno Nuovo vi porti nuovi Voi vedete ridere qualcuno e pensate che
frutti, perché i frutti che ottenete sono con- stia ridendo di voi, ma come potete giun-
seguenza delle vostre qualità e azioni. Tut- gere a simili conclusioni?
to ciò che pensate sarà riflesso verso di voi: Una volta, un famoso lottatore stava facen-
tutto è il risultato dei vostri pensieri. do esercizio per strada al mattino presto; in
quel momento una signora veniva da un
Il mondo è reazione, riflesso e risonanza villaggio a vendere latte e yogurt. Quando
C’era una volta un mandriano che soleva egli la vide pensò che stesse ridendo di lui,
portare le mucche a pascolare in un luogo per cui si arrabbiò e le disse: “Come ti per-
circondato da tre montagne. Un giorno, metti di ridere di me? Sai chi sono io? Ti
mentre gli animali pascolavano, egli sedet- rendi conto della mia forza?” La donna ri-
te sotto un albero e prese a cantare una can- spose: “Io non sto ridendo di te; tu sei così
zone di lode a Dio. Il canto produsse un’eco forte da poter fermare un’automobile in
ed egli, pensando che qualcuno lo stesse corsa con una mano, ma a che serve la tua
imitando per prenderlo in giro, gridò con forza se manchi di tolleranza?” Tutte le
rabbia all’invisibile intruso e udì l’eco con nostre nozioni si basano sul nostro sentire
lo stesso tono adirato. In questo stato di ir- distorto.
ritazione, egli andò a casa e non mangiò
neppure. Sua madre gli chiese perché fosse Sii buono, fa’ il bene, vedi il bene
così agitato e l’uomo narrò ciò che era ac- Studenti!
caduto. Il giorno dopo la donna lo accom- Senza alcun dubbio i vostri sentimenti in-
pagnò ed egli venne a sapere che la causa nati sono buoni, ma essi subiscono dei cam-
del problema era la propria eco. biamenti in base a ciò che vedete e udite.
In egual modo, se voi criticate od offende- Gli impulsi esterni sono responsabili dei
te qualcuno, tutto questo vi tornerà indie- cambiamenti nei vostri pensieri e sentimen-
tro. IL MONDO NON È ALTRO CHE REAZIONE, ti. In verità, non c’è alcuna forma umana;
RIFLESSO E RISONANZA; A VOI TORNA SEMPLI- in effetti, non c’è nessuna forma. È a causa
CEMENTE INDIETRO TUTTO CIÒ CHE FATE. della vostra illusione che vedete una forma
QUESTA È LA LEGGE DIVINA. Coloro che e le date un nome. Pensare così è segno di
sono pieni d’amore vedranno amore ovun- stoltezza. Voi potete pensare di essere alta-
que e coloro che sono pieni di odio vedran- mente educati e molto intelligenti, ma come
no nemici tutt’intorno; quindi, amore e odio potete definirvi tali se siete ignoranti del

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Discorso 30-03-2006
vostro vero Sé? Si può esser definiti vera- Conseguire la forma umana non è facile.
mente educati solo quando si conosce la L’uomo non è un mero mortale: è veramen-
propria effettiva natura. Se non conoscete te divino.
la vostra stessa verità, come potete cono-
scere la verità degli altri? Prima di tutto Daiva¼ mânu¹a rûpena
dovete controllare la vostra mente: solo al- Dio appare in forma di essere umano.
lora la vostra preghiera e la vostra adora-
zione possono essere fruttuose. La mente è Se voi fate o pensate qualcosa di male non
la causa prima del mondo. siete divini. Prima di tutto dovete divenire
brave persone; sii buono, fa’ il bene, vedi il
Mana eva manu¹yânâm kâra²am bene: questa è la via che porta a Dio.
bandhamok¹ayo­
La mente è causa del legame Sviluppare le qualità esemplificate
e della liberazione dell’uomo. da Râma e Sîtâ
Studenti!
È relativamente facile controllare il corpo, Prima di tutto dovete controllare la vostra
ma non la mente. mente. Offritela a Dio: Egli può fare tutto
Quando Pramila, sovrana del regno delle per voi. Abbiate ferma devozione per Dio,
donne, catturò il cavallo dell’Aµvamedha con fede certa che Egli è dovunque.
e sconfisse Arjuna in battaglia, egli le dis-
se che poteva imprigionare il suo corpo, ma Non dubitare che Dio sia qui e non là:
non la sua mente. Si può imprigionare il Egli è ovunque Lo si cerchi.
mondo intero con l’esercito, le armi e le
bombe, ma a nessuno è possibile catturare Dov’è Dio?
la mente. Se ottenete il controllo della vo-
stra mente, tutto il resto sarà sotto il vostro Sarvata­ pâ²ipâda¼
controllo; per tale ragione dovreste fare tat sarvatok¹i µiromukham
ogni sforzo per controllare la mente. Allo- sarvata­ µrutimalloke
ra è certo che diventerete una persona gran- sarvamâv©tya ti¹ºhati
de e ideale. Prima di tutto dovreste ricono- Con mani, piedi, occhi, testa, bocca
scere i vostri errori e cercare di correggerli; e orecchie che pervadono ogni cosa,
solo allora potrete cercare di diventare un Egli permea l’universo intero.
mumuk¹u (un aspirante spirituale). CON-
SAPEVOLMENTE O MENO POTETE AVER COM- La gente comune non è capace di ricono-
MESSO DEGLI ERRORI; UNA VOLTA RICONOSCIU- scere questa verità. Dio è presente in tutti
TILI, DOVRESTE PENTIRVENE. IL PENTIMENTO gli esseri, si tratti di un piccolo insetto come
È LA VERA ESPIAZIONE. Questa è la via rega- una formica, di un grande animale come
le che porta alla Divinità. Fare pûjâ (ado- un elefante o di un leone. Egli è presente in
razione), vrata (riti) e yajña (sacrifici) sen- un granello di sabbia come in uno di zuc-
za pentimento ed espiazione serve a poco. chero. Compite scrupolosamente il vostro
dovere con devozione a Dio, mettete in pra-
Jantunâm nara janma durlabham tica la vostra conoscenza e guadagnatevi un
La nascita umana è la più rara buon nome. Io non impedisco a nessuno di
tra tutti gli esseri viventi. seguire i propri studi, ma, parallelamente

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Discorso 30-03-2006
all’acquisizione della conoscenza profana, cuno vi critica non prendetevela; pensate
dovete acquisire anche la conoscenza spi- che quella lingua ha prodotto del suono con
rituale. La corretta indagine della mente e cui non avete niente a che fare. Se date
la purezza del cuore sono davvero essenziali. spazio agli insulti che vi vengono lanciati ne
Studenti! sarete influenzati; in caso contrario non vi
Avete terminato un anno accademico e ora disturberanno. Persino se qualcuno vi col-
andrete a casa in vacanza. Vorrete conoscere pisce, pensate che ha colpito il vostro cor-
i vostri risultati cercando il vostro numero po e non voi; in effetti nessuno potrà mai
di matricola nella lista dei candidati promos- danneggiarvi o ferirvi perché voi non siete
si. Più che cercare il vostro numero di ma- il corpo. Se avete una tale ferma convin-
tricola, interrogate il vostro cuore: se zione, non proverete rabbia od odio nean-
avete davvero risposto correttamente tro- che verso coloro che vi insultano o vi as-
verete sicuramente il vostro numero, ma, salgono. Quindi la ferma convinzione è
se non avete ben svolto l’esame, non do- certamente essenziale per la pace.
vreste essere contenti neppure se lo trovate
nella lista dei promossi. NON SONO LE CIFRE Offrite il vostro cuore a Dio nella preghiera
DEI VOTI CHE CONTANO: CIÒ CHE È IMPOR- Draupadî aveva una profonda devozione
TANTE È CHE DIVENIATE UOMINI NUMERO UNO. per K©¹²a. Ella Lo pregava: “O K©¹²a! Io
(Scroscianti applausi). ti adoro giorno e notte. O Signore! Abbi
Stamani i nostri studenti hanno cantato la compassione e proteggimi. Se Tu sei pie-
canzone che dice che si dovrebbero avere toso con me, io non mi darò pena per nes-
figli come Râma e figlie come Sîtâ, ma suna cosa nella vita.” Draupadî affrontò
com’è possibile che aspiriate a questo se molte minacce e traversie nella vita, ma la
avete le qualità demoniache di Râva²a e sua devozione verso K©¹²a rimase inalte-
›ûrpa²akhâ? Se volete un figlio come rata. Tyâgarâja disse:
Râma dovete perseguire il Dharma come
Lui e se desiderate una figlia come Sîtâ “O Signore!
dovete avere le virtù di cui ella è stata esem- Io Ti ho pregato incessantemente;
pio. A qualunque forma aspiriate, dovete perchè mi privi del Tuo Amore
coltivare le qualità che le corrispondono. e della Tua Compassione?
Soltanto allora potrete ottenere armonia, Che cosa non Ti ho offerto?
tolleranza e pace. Io ho affidato a Te i miei beni,
Dov’è la pace? La pace si trova nel con- la mia famiglia e anche la mia anima.
trollo dei sensi. Se non siete capaci di con- Ora, Ti prego, vieni a salvarmi;
trollare i vostri sensi non potete trovare la io cerco rifugio solamente in Te.”
pace; troverete solo dei pezzi (gioco di pa-
role tra i termini inglesi “peace” e Quando pregate, le mere parole non sono
“pieces”, che rispettivamente significano sufficienti; nella preghiera, dovete offrire
“pace” e “pezzi” – N.d.T.). SE VOLETE il vostro cuore a Dio. L’uomo ha nome e
ESSERE PACIFICI DOVETE MATURARE LE QUA- forma, ma l’Âtma li trascende entrambi non
LITÀ DELLA COMPOSTEZZA E DELLA CALMA. avendo né nome né forma. Le persone ama-
LASCIATE PURE CHE VI CRITICHINO, VI INSUL- no nomi e forme particolari. Non si può
TINO O VI COLPISCANO: VOI DOVETE MANTE- avere fede in molti nomi e forme, ma si
NERE LA VOSTRA COMPOSTEZZA. Quando qual- può certamente aver fede nel principio

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Discorso 30-03-2006
dell’Âtma senza forma che è presente in forma raggiungerete sicuramente la Divi-
tutti. nità.
Na Âtma Sâk¹in (la mia Âtma è il Testi-
mone) è un detto comune che mostra (Baba ha concluso il Discorso con il bhajan:
come la gente abbia fede nell’Âtma. È “Prema Mudita Manase Kaho ...”)
per questo che “Âtma” è il nome comu-
ne a tutti. Alcuni possono pregare Râma Praµânti Nilayam, 30 marzo 2006,
Sai Kulwant Hall,
e altri K©¹²a; nomi e forme sono molti,
Festività di Ugâdi
ma la Divinità è Una. L’Âtma è la Divini-
tà senza nome né forma; se voi adorate (Tratto dal testo inglese pubblicato nel sito
un tale Principio Divino privo di nome e internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di
Praµânti Nilayam)

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Le celebrazioni del “Giorno di εvarâmmâ”

(Cronaca della giornata)


Il Giorno di εvarâmmâ è una delle maggiori festività celebrate ogni anno alla Presenza
di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba. Vi si commemora il giorno in cui la Madre del
Corpo fisico di Baba ottenne la fusione finale con il Divino, al termine della sua gloriosa
vita terrena come madre dell’Universale Madre Divina Sai. Quest’anno, il Giorno di
εvarâmmâ è stato celebrato a Brindavan (Whitefield) in maniera solenne fra spetta-
coli dei bambini Bâl Vikâs.
Il mattino del 6 maggio, Baba è arrivato nel Sai Ramesh Krishan Hall mentre i bambini
Bâl Vikâs stavano cantando i bhajan. Seduto sul palco, li ha ascoltati per quasi un’ora,
e al termine ha accettato l’ârati. Ha quindi inaugurato il Nârâya²a Sevâ (dare cibo ai
poveri) organizzato vicino al Sai Krishan Kalya²a Mantapam e ha benedetto le cen-
tinaia di persone che si erano colà riunite per ricevere il prasâdam e degli abiti.
Report

La sessione del pomeriggio è cominciata alle 4,05 con bhajan eseguiti dagli studenti
degli Istituti Educativi di Sai Baba. Swami ha quindi benedetto µrî Sanjay Mahalingam,
uno studente del dottorato di ricerca del Dipartimento di Management dell’Istituto di
Istruzione Superiore ›rî Sathya Sai a Praµânti Nilayam, che ha parlato ai presenti. Egli
ha iniziato citando alcuni versi del “Guru A¹ºakam”, composto da Âdi ›a¾kara, che
parla dell’effimera natura del mondo materiale e dell’assoluta inutilità di non avere la
mente fissa sui Piedi di loto del proprio Maestro spirituale, giacché, senza ciò, non si
potrà mai raggiungere la pace e la beatitudine durature a cui si aspira. ›rî Mahalingam
ha poi fatto citazioni tratte da Discorsi di Baba del Gurupûr²imâ, in cui Egli ha garan-
tito che, avendo raggiunto i Piedi di loto del Guru, tutto ciò che rimane da fare è restare
in silenzio e bandire quelle tendenze che allontanano da quei Piedi; Egli, allora, si prende-
rà cura di ogni necessità spirituale e materiale. Parlando del significato del silenzio, ha
affermato che solo quando ci si è stabiliti nel Sé è possibile essere veramente in silenzio.
Ha poi aggiunto che, ciò che allontana dal Guru, è la frustrazione che nasce dai desideri
insoddisfatti e che è quindi di prioritaria importanza tenerli sotto controllo.
Dopo l’intenso intervento di µrî Mahalingam, Baba si è amorevolmente alzato in piedi
per tenere il Suo Discorso Divino.
Nel tardo pomeriggio, i bambini Bâl Vikâs di Bangalore hanno messo in scena una
commedia intitolata “Bhakti Sudâma” che ha dipinto la sakhya bhakti (la forma di
devozione in cui si adora il Signore come l’amico più caro). Sudâma era un compagno
di studi di K©¹²a, all’âµram del loro Guru Sâ¾dîpani. In una circostanza, Sudâma man-
giò avidamente una porzione del cibo destinato a K©¹²a, mentre quest’Ultimo era ad-
dormentato. Dopo aver terminato i loro studi, i due intimi amici presero strade separate:
K©¹²a per ascendere al trono di Dvârakâ e Sudâma per dedicarsi alla vita di erudito
vedico. Come risultato del sacrilegio commesso da Sudâma, nel dare sfogo alla propria
avidità, la sua vita fu estremamente povera, con i figli spesso affamati. La moglie di
Sudâma lo persuase ad avvicinarsi al suo vecchio amico K©¹²a, affinché potesse sot-
trarlo alle sue miserabili condizioni, ma a lui ripugnava usare la sua amicizia con K©¹²a

18 Mother Sai luglio-agosto 2006


per scopi meramente materiali. Alla fine, quando la situazione divenne critica, egli decise
di far visita a K©¹²a. Non aveva nulla da offrirGli tranne una manciata di riso battuto. Al
momento dell’incontro, K©¹²a lo salutò con grande affetto. Perso nell’amore riversato su
di lui da K©¹²a, Sudâma dimenticò lo scopo della visita e non fece cenno dei suoi guai.
Ricordò ciò solo dopo aver preso congedo ed esser tornato a casa, ma, una volta lì, con
suo grande stupore, trovò che, ove una volta c’era la sua misera bicocca, si ergeva una
magnifica villa dove moglie e figli risiedevano lussuosamente ed elegantemente vestiti.
Solo allora egli comprese l’amore e l’affetto illimitati del Signore che, non richiesto, soddisfa
le necessità di coloro che Gli sono devoti.
Al termine della commedia, Baba ha benedetto i partecipanti facendosi fotografare con
loro e ha accettato l’ârati prima di ritirarsi.

(Tratto dal sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam)

Mother Sai luglio-agosto 2006 19


Un Ugâdi pieno di musica

31 marzo 2006
Alcuni gruppi di giovani di Hyderabad e Viµâkhapatnam (Vizag) sono arrivati con dei
programmi musicali per la ricorrenza di Ugâdi. Swami ha dato loro la possibilità di
presentare il loro programma di canti, di circa un’ora, a partire dalle cinque del pomeriggio.

1 aprile 2006
Stamane il gruppo Vizag ha avuto ancora la possibilità di cantare per Bhagavân, ma
questa volta nella bhajan hall. Swami è arrivato per il darœan intorno alle 8,45 e vi è
entrato poco dopo. Dopo un paio di bhajan, Egli si è alzato per camminare in mezzo ai
giovani parlando e raccogliendo lettere; questo, per loro, è stato il momento di comin-
ciare il loro canto di gruppo che includeva “Pallaki”, la canzone che intonano quando
Report

vanno nei villaggi a fare servizio. Alla fine della loro sessione di circa un’ora, Swami
ha benedetto le rose che molti di essi tenevano in mano e, dopo l’ârati, si è ritirato.
Nel pomeriggio, Swami ha voluto che si cantasse di nuovo durante la sessione dei
bhajan e questa volta è stato il turno degli Indostani del College Musicale. Dopo il
primo bhajan a Ga²eœa, essi hanno cominciato con canti a Mîrâ e canti popolari.
Anche questa sessione è durata circa un’ora.

2 aprile 2006
Al mattino Swami è arrivato appena prima delle otto e si è seduto per un po’ sul palco,
dopodiché ha chiesto di esser trasportato sulla Sua sedia verso il lato delle donne e ha
dato il darœan per un giro completo. Poi è entrato nella stanza dei colloqui; più tardi si
è recato nella bhajan hall per i bhajan.
Nel pomeriggio, dopo un giro intero per il darµan, Egli è andato dentro e, appena dopo
le 15,30, ha fatto un giro nel portico di sopra intrattenendosi con coloro che erano lì
seduti, per entrare quindi nella bhajan hall dalla porta posteriore. Qui ha conversato
con alcuni studenti e insegnanti per quasi un’ora; è quindi entrato nella stanza dei
colloqui ed è tornato fuori durante i bhajan.

4 aprile 2006
Anche stamani Swami ha fatto un giro sulla Sua sedia pochi minuti dopo le otto e si è
fermato fuori della stanza dei colloqui a parlare con qualcuno. È poi entrato nella bhajan
hall e ha chiesto agli studenti che stavano andando a casa di farsi avanti. A mano a
mano che arrivavano in fila, Egli ha dato a ognuno della vibhûti, parlando con alcuni di
loro e concedendo il pâdanamaskâr quasi a tutti. Ciò si è protratto fino alle 8,50,
quando Swami è entrato nella stanza dei colloqui per uscirne poi per i bhajan.

(Tratto dalla ML ufficiale del Consiglio Centrale Sathya Sai d’Italia)

20 Mother Sai luglio-agosto 2006


Discorso 27-05-2002

Quel particolare sorriso


che nasce dai buoni sentimenti
“Anche se otterrà tutte le gioie
e tutti i piaceri,
sappiate che l’uomo
non sarà mai soddisfatto.
L’uomo avrà soddisfazione
e pace solo quando realizzerà
il Principio Atmico.”

Studenti e studentesse, nell’acqua che, oggi o domani, se ne andrà.


per l’uomo la salute è ricchezza. Fin dai Sì, è solo una bollicina nell’acqua. Ci sono
tempi più antichi, gente di numerosi Paesi molti grandi uomini che compiono azioni
ha diffuso e insegnato moltissime cose al meritorie, che indagano sulla natura supe-
fine di proteggere la salute. Senza salute, riore e la vita ideale in questo corpo, che è
tutti i propositi dell’uomo diventano inutili. come una bolla nell’acqua. Il corpo è il
IN UN CORPO SANO C’È (NECESSARIAMENTE) UNA mezzo primario con cui diventare un sacro
MENTE BEATA; MA L’UOMO, INCAPACE DI RICO- ideale per il proprio Paese. Per tutti i Paesi,
NOSCERE QUESTA VERITÀ, PERDE LA SALUTE. il corpo può diventare esempio di una vita
Nell’antichità, non solo gli Indiani, ma an- ideale attraverso le sue azioni sacre. I gio-
che i Romani fecero molti esperimenti sul- vani di oggi, però, non riconoscono questo
la salute, e ne diffusero i risultati. Oltre ai segreto. Da quando si alzano al mattino fino
Romani, anche molti altri elargirono inse- a quando non vanno a dormire di notte, non
gnamenti a profusione in merito alla salute. seguono un sentiero atto a conservare la
Ma, pur intuendo che per il corpo la salute salute del proprio corpo. In questo modo
rappresenta una ricchezza, percepirono le vanno incontro a molte difficoltà.
singole parti di esso, la testa, la bocca, le Gli intellettuali, la gente virtuosa e tutte le
orecchie, il naso, gli occhi ecc., come sin- persone di grande intelligenza hanno da
gole parti separate. Non era il corpo ad aver- sempre fatto delle ricerche volte al mante-
le: le consideravano un mondo a sé, e se ne nimento della salute. Hanno scoperto mol-
prendevano cura singolarmente. Questo ti metodi atti a evitare che il corpo si am-
tipo di cura, comune sin dai tempi più anti- mali. Se la malattia prende piede, il corpo
chi, oggi va riducendosi. si indebolisce e si deve sottostare a nume-
In Francia, per fortificare il corpo ed esse- rose difficoltà.
re felici, si seguivano regole strettissime per IN QUESTA ERA MODERNA, I ROMANI FURONO
quanto riguardava il cibo da assumere. Non QUELLI CHE MAGGIORMENTE PERSEGUIRONO
c’era la credenza di essere solo un corpo. L ’IDEALE DELLA SALUTE . CERCARONO DI
Credevano che il corpo fosse la dimora SCOLPIRE OGNI PARTE DEL LORO CORPO PER
dell’Âtma. Quando la casa è sicura, coloro ESSERE FORTI E FELICI.CERCARONO DI AVE-
che vi abitano sperimenteranno felicità e pace. RE QUESTE TRE QUALITÀ: UN BUON CARATTE-
Forse, sentite che il corpo è solo una bolla RE, LA BONTÀ E LA SENSIBILITÀ. NON IMPOR-

Mother Sai luglio-agosto 2006 21


Discorso 27-05-2002
TAVA QUANTO TEMPO FOSSE NECESSARIO: SI proteggevano la loro salute. Quanti anni
OCCUPAVANO SCRUPOLOSAMENTE DELLA LORO aveva Bhî¹ma2 ai tempi della guerra del
SALUTE, COSÌ DA POTER CONTARE SU UN COR- Mahâbhârata? Era comandante in capo
PO FORTE E COMPIERE IL PROPRIO LAVORO all’età di centoquindici anni! K©¹²a aveva
SENZA MAI DIVENTARE DIPENDENTI DA ALTRI. settantasei anni, e Arjuna 3 ne aveva
A novant’anni lavoravano ancora, contan- settantotto. A quei tempi trascorrevano la
do sulle proprie forze senza doversi affida- vita in modo glorioso, forte e felice; erano
re ad altri e farsi sostenere da essi. Questo sani e beati.
non procurava solo salute al loro corpo, ma Poiché proteggevano la loro salute, gli uo-
anche bellezza. Un corpo è attraente solo mini e le donne di quei tempi furono in gra-
se è sano. PER PROTEGGERE LA SALUTE, SI do di diventare dei modelli per il Paese. Non
DEVE FARE MOLTA ATTENZIONE AL CIBO CHE SI assumevano alcun cibo fuori orario. Ave-
ASSUME. I giovani d’oggi, a sedici anni, si vano un orario per tutto, andavano a dor-
comportano come dei sessantenni. Per qua- mire al momento giusto e mangiavano in
le motivo? All’origine di questo fenomeno modo limitato e a orari fissi. Ieri ho recitato
stanno le brutte abitudini della loro vita quo- una poesia:
tidiana.
“Da quando si alza fino a quando
Proteggete la salute non va a dormire,
Al mattino, subito dopo essersi alzati, ci si l’uomo usa tutto ciò che ha imparato
deve pulire bene la bocca. I denti vanno al solo scopo di riempirsi lo stomaco
spazzolati, sia fuori sia dentro. Anche la (guadagnarsi da vivere)
parte superiore della lingua deve essere senza limitazioni,
pulita. Questo in quanto la porta principale dimenticandosi di Colui che ha gli occhi
del corpo è la bocca. Molte malattie utiliz- come petali di loto (Dio).
zano la bocca come via d’ingresso; perciò, Per ottenere quale felicità?
anche quando parliamo con gli altri, dob- Pensateci bene, figlioli!”
biamo fare molta attenzione. Dobbiamo
essere puliti e proteggere la nostra salute, “Quando il gallo canta,
senza che il nostro alito cattivo arrivi agli svegliatevi e alzatevi dal letto.
altri e il loro a noi. Lavatevi i denti e accondiscendete
Non solo. I nostri arti devono essere forti ai richiami della natura.
per poter usare facilmente il nostro corpo. Fate che gli altri vi considerino
Si deve comprendere la verità secondo cui dei bravi ragazzi.
Dio è presente in tutte le membra del cor- Non andate nei posti umidi.
po, e agire di conseguenza. Nei Veda ci si Non andate nei posti sporchi e non avvi-
rivolge a Dio in questo modo: “Saluti cinatevi ai cumuli di spazzatura,
reverenziali al Principio Divino in forma perché sono cose
sottile, che presiede alle varie parti del cor- che possono danneggiarvi.
po.” (Dio è presente come essenza in ogni Partecipate poi alle gare,
parte del corpo – N.d.T.). fate delle partite e giocate a calcio.
In ogni arto e in ogni parte del corpo c’è Se agite al momento giusto, se seguite
una unicità particolare. Leggete il queste norme di condotta,
Mahâbhârata1, e saprete come gli antichi non potrete far altro che sperimentare

22 Mother Sai luglio-agosto 2006


Discorso 27-05-2002
la fortuna di essere sani!” TITO ALCUNA STORIA, NON HAI VISTO ALCUN
GIOCO!” COSÌ DICENDO, AMOREVOLMENTE,
Non appena il gallo canta, svegliatevi su- LA MADRE PORTA UN TELEVISORE E LO METTE
bito e alzatevi dal letto. DAVANTI AL FIGLIO. GLI DÀ ANCHE UN PIATTO
Oggi non si alza nessuno al cantar del gal- E GLI SERVE DEL CIBO DAVANTI ALLA TELEVI-
lo. Non si svegliano neppure al rumore del SIONE, DICENDO: “GUARDA, CARO! GUARDA
treno! Si alzano la mattina alle otto o alle TUTTO CIÒ CHE VUOI!” (Risate e applau-
nove. Perché? Perché la sera vanno a letto si).
tardi. Perché questo ritardo? Santificano Ogni madre che desideri il bene del proprio
almeno il loro tempo studiando? No, no! figlio può comportarsi così? No, no! In que-
sto modo li indirizzano su cento strade sba-
Tutta questa televisione gliate e li rovinano.
Guardano la televisione e ascoltano la ra- Poi, la massima propaganda: il Governo fa
dio e, così facendo, non solo sprecano il loro una grande pubblicità per incrementare il
tempo, ma viziano anche la loro mente. Tutto numero di telespettatori. Ma il Governo non
ciò che si vede alla televisione è volgare e ha alcuna discriminazione? No, nemmeno
disgustoso, senza carattere e senza virtù. un po’! Anche i governanti, quando torna-
Vengono mostrate scene perverse. no a casa dall’ufficio, si siedono davanti
Non capisco quale gioia o quale profitto alla TV e, se non l’hanno a casa, vanno nei
possa trarne il Governo. Il Governo appog- club. E che cosa fanno in questi club? Be-
gia lo sviluppo della televisione, pensando vono, mangiano, giocano a carte e guarda-
che sia una cosa altamente positiva. Quin- no la televisione! I bambini d’oggi diven-
di, è il Governo che rovina i bambini. (Ap- tano cattivi proprio a causa di queste abitu-
plausi). Trasformano i cuori altruisti e sal- dini, di queste azioni, di questi comporta-
di dei giovani in cuori empi, non retti, di- menti negativi. Non si parla più, non ci si
sgustosi. Importano anche dei programmi scambia parole dolci e gentili. Si parla con
dai Paesi stranieri e li mandano in onda. durezza. Ecco perché dico spesso:
Non si potrebbe invece cercare di coltivare
nei bambini le buone abitudini? Non si “Non sempre potete fare gentilezze,
potrebbero trasmettere delle belle storie, ma potete sempre parlare con gentilezza.”
che guidino a un buon comportamento?
Nessuno si ribella, né i genitori a casa, né Il denaro è causa prima di ogni malvagità
la gente colta in strada, né gli insegnanti o Si dovrebbe parlare con umiltà e obbedien-
gli anziani; nessuno prende qualche inizia- za. Quanto si sono ridotte l’obbedienza e
tiva. Per quale ragione? Perché tutti hanno l’umiltà! I genitori e i Governi stanno indi-
quelle brutte abitudini. Se gli anziani dan- rizzando i figli verso ogni genere di sentie-
no dei consigli, i giovani chiedono loro: “Tu ri sbagliati e con un grandissimo spreco di
sei forse migliore?” Ci sono degli anziani denaro.
che danno consigli in tal senso, ma poi
mettono una sedia davanti alla televisione Quando il denaro aumenta,
e se la guardano. aumenta anche l’arroganza.
SAPETE CHE COSA FANNO ALCUNI? “TESORO, Assieme all’arroganza cresce
SEI STATO TUTTO L’ANNO A PUTTAPARTHI. NON anche la natura malvagia.
HAI GUARDATO LA TELEVISIONE, NON HAI SEN- Quando il denaro diminuisce,

Mother Sai luglio-agosto 2006 23


Discorso 27-05-2002
l’arroganza decresce. miate ciò che guadagnate? No! Tutto ciò
Quando l’arroganza decresce, che guadagnate lo spendete. Alla fine, il
si rinuncia alla natura malvagia. salario mensile non basta, e, per sopravvi-
vere, dovete andare nei bar degli alberghi a
I L DENARO È LA CAUSA PRIMA DI TUTTE lavare le tazze, oppure a vendere giornali!
LE MALVAGITÀ . La nostra gente dice: “Mio figlio è in Ame-
Un ex studente è venuto dall’America. Oggi rica.” Se qualcuno chiede: “Che cosa fa lag-
ho concesso a lui e a sua moglie un collo- giù?” ci si vergogna a rispondere: “Lava le
quio e li ho rimandati indietro. Ho chiesto: tazzine da caffè.” Fanno lavori così bassi;
“Mio caro, quanto guadagni?” Mi ha rispo- vanno in America a fare gli sguatteri.
sto: “Trentamila dollari al mese.” E Io: “E DOVRESTE GUADAGNARE E TORNARE QUI.
quanto metti da parte?” Mi ha risposto: DATE AI VOSTRI GENITORI QUELLO CHE AVE-
“Neppure un centesimo.” TE GUADAGNATO.
Gli ho detto: “Come sei potuto diventare FATE CHE ABBIANO UNA VITA FELICE.
così demoniaco? Sei un demone, non un
essere umano! Dilapidi trentamila dollari al La madre è Dio, il padre è Dio.
mese?! Sono così tanti soldi! Sei un essere
umano? Perché sei andato all’estero? Per Dato che i vostri genitori vi hanno fatto
guadagnare soldi, intraprendere un sentie- nascere e vi hanno allevati, l’aiuto appro-
ro malvagio e coltivare questo brutto com- priato sarebbe quello di dare i soldi a loro.
portamento?” Io non ho mai compas- Appena superati gli esami finali, tutti gli
sione in questi casi. “Stai diventando un studenti vanno a chiedere il visto. Vorreb-
demone”, gli ho detto. bero andare, lavorare sodo, guadagnare e
C’era anche sua moglie. Le ho detto: “Ma- tornare. Invece quello che accade alla fine
dre, perché sei diventata anche tu come è che tornano senza neppure una monetina
›ûrpa²akhâ (un demone donna – in mano!
N.d.T.)? Seguendo lui, anche tu spendi trop-
po, e, entrambi, state riducendo in cenere Il miglior Dharma di ognuno è
la vostra vita. Questo genere di vita non va il proprio Dharma
bene. Perché ve ne andate all’estero a vi- Non dico che succederà fra pochi giorni,
vere in questo modo? SE ANDATE IN UN PAE- ma entro cinque o sei anni tutti quelli che
SE STRANIERO, CHE COSA DOVRESTE PORTARE sono andati in America torneranno indie-
INDIETRO? QUALITÀ IDEALI, DOVRESTE POR- tro. Non sarà possibile restare là. Le situa-
TARE INDIETRO. Dove si trovano gli ideali? zioni stanno cambiando e diventando mol-
Al di fuori dell’India, non si trovano da nes- to pericolose. Il vero Paese di ognuno è il
sun’altra parte.” (Applausi). proprio Paese. Il miglior Dharma per cia-
scuno è il proprio Dharma. Ecco perché
“Mio figlio è in America” viene detto:
Ecco perché in India si dice: “Ciò che non
“Il miglior Dharma di ognuno
è in India non si trova da nessun’altra parte.”
è il proprio Dharma.
Ciò che non possiamo trovare qui in India,
Il Dharma degli altri
non lo troveremo altrove. Ci sono tante cose
è molto pericoloso.”
da imparare nella terra di Bhârat. Perché
Seguire il Dharma altrui è sempre molto
andare all’estero? Per guadagnare? Rispar-

24 Mother Sai luglio-agosto 2006


Discorso 27-05-2002
pericoloso. Sperimentate la vostra felicità. La gente dell’India si porta addosso la Ve-
Ovunque andiate, dovete dire con orgoglio: rità e il Dharma come due secondi occhi e
“Io sono indiano.” costituisce un modello di vita ideale. Lo
dico perché è vero, non per millanteria. Per
Questa è la mia madre terra.
quanto e in qualunque modo lo si voglia
Questa è la mia cara madre lingua.
osservare, sono solo i ragazzi che studiano
Questa è la mia religione.
nelle scuole Sathya Sai a rappresentare un
Se non riuscite ad alzare
ideale. (Applausi).
la testa nel dire questo,
I capi politici sono pieni di egoismo dalla
siete dei cadaveri viventi.
testa ai piedi, e una moltitudine di persone
danza alla loro musica. Non fatelo anche
Le nostre aspirazioni e le nostre speranze
voi. Fate uno sforzo per unire il Paese. Tut-
vengono riposte nei grandi guadagni di de-
ta l’India è una. Tutti sono fratelli e sorelle.
naro. Pensate però a come si cade in basso
a causa di ciò. Non appena si arriva in un
Fratellanza umana, paternità di Dio.
Paese straniero nasce un bambino. Poi ne
nascono altri, dieci o dodici, come dei cuc-
Dovete sviluppare questa unità; non cerca-
cioli. I genitori non riescono a star dietro a
te di dividervi. Solo perché la gente parla
tutti questi figli e li conducono anche sulla
un’altra lingua deve avere uno stato di se-
strada sbagliata. Essi sono sulla strada sba-
parazione? Che cosa c’entra la lingua? Pos-
gliata; ma devono portarci anche i bambi-
siamo imparare le lingue dappertutto. Per-
ni? Si dice che una scimmia viziata rovini
ché i partiti politici devono formarsi in base
una foresta intera. Non dobbiamo, quindi,
alla lingua? Non è una cosa giusta.
andare alla rovina e portarvi anche i
Studenti e studentesse!
bambini.
QUALSIASI COSA GLI ALTRI DICANO, NON DO-
La terra dell’India è una terra altamente
VETE DARE ADITO ALLE DIVISIONI. SIAMO TUT-
sacra; è terra di valore, di sacrificio, di unio-
TI FIGLI DELL’INDIA . DOVETE TENERLO A
ne con Dio e di ricchezza. (Applausi).
MENTE, CON CORAGGIO. SOLO PERCHÉ DEGLI
Tuttavia, molti stranieri ne danno
ANZIANI, SENZA ALCUNA INTELLIGENZA, CREA-
connotazioni negative, ma Io non l’accet-
NO DELLE DIVISIONI, NON DOVETE, PER QUE-
to. L’India è una terra sacra. Bhâ-rata:
STO, FARLO ANCHE VOI. Essi lo fanno perché
“Bhâ” significa “radiosità”. La terra di
non sono intelligenti. Avete anche voi poca
Bhârat emana luce; la terra di Bhârat dà luce.
intelligenza?
Giovani!
Dio si è incarnato in India molte volte,
Avete ancora un lungo viaggio davanti a
apportando spiritualità
voi! Nel nostro Paese tutti salgono sul tre-
a milioni di persone in modo benevolo.
no della società: i più anziani dovranno
scendere a una delle prossime stazioni, uno
Gli Avatâr4 sono sempre nati solo in India.
dopo l’altro; ma i giovani hanno ancora un
Solo in India è stata intrapresa la propaga-
lungo viaggio da affrontare. Voi, che dove-
zione del Dharma.
te ancora effettuare questo lungo viaggio,
dovete essere intrepidi, coraggiosi e rappre-
sentare un ideale.
Fratellanza umana, paternità di Dio
Non c’è più nessuno a indirizzare i giovani

Mother Sai luglio-agosto 2006 25


Discorso 27-05-2002
verso i giusti sentieri. Quando dicono: “Sono SORRISO, (PERCHÉ) NON HO CATTIVI SENTI-
cose che dice Baba”, lo fanno criticandoMi MENTI, NÉ MALVAGITÀ; NON COMPIO CATTIVE
implicitamente. Io non sono affatto toccato AZIONI, NÉ NUTRO CATTIVI PENSIERI O ABITU-
dalle loro lodi o dal loro biasimo, dall’accet- DINI. IO SONO SEMPRE SACRO. (Applausi).
tazione o dal rifiuto. Che cosa perdo a cau- SeguiteMi facendo lo stesso.
sa del loro biasimo? Quale profitto traggo
dalle loro lodi? Lasciate pure che dicano Seguite il Maestro.
quel che vogliono: ciò che Io dico è giusto. Affrontate il male.
(Applausi). Lottate fino alla fine.
Tutti dovrebbero essere uniti come fratelli Portate a termine la partita.
e sorelle. Solo così il Paese si guadagne-
rebbe una grande fama! Fin dai tempi più In ogni momento della vostra vita,
antichi, la terra di Bhârat è stata forte e seguiteMi. Quando sono beato, siatelo pure
piena di splendore. Anche voi dovete ave- voi. Dovreste sempre ridere e ridere, e ne
re questa forza oggi. ABBANDONATE L’IDEA sarò molto felice. C’è gente che non smet-
DI DIVIDERE IL PAESE IN SINGOLI STATI. DO- te mai di ridere: “Ha, ha, ha, ha, ha, ha!” È
VETE MESCOLARVI E MISCHIARVI COME VERI una risata da cinema? (Risate).
FRATELLI. No, quella non è una vera risata; quel tipo
Solo in questo modo otterrete una devozio- di risata equivale a un pianto. Noi dobbia-
ne sincera, un forza autentica e una vera mo rappresentare, con la nostra vita, l’esi-
liberazione. stenza ideale all’insegna del sorriso.
Bhakti, bhakti, bhakti, bhakti! La gente
dice: “Bhakti, bhakti”, ma è forse la bhakti Aiutate sempre, non fate mai del male.
a dividere? No, no! Si deve cercare l’unità
nella diversità. Non c’è alcun merito a ri- Questo è l’ideale della storia dell’India.
durre l’unità in diversità. Viene detto:

“Vivete sorridendo: seguite Me” “Si ottengono meriti servendo gli altri
Studenti e studentesse! e si commette peccato
Dopo aver studiato così a lungo in questi facendo loro del male.”
Istituti Educativi, dopo aver appreso, in
questi corsi estivi, tante nozioni sull’istru- Bravi ragazzi, brave ragazze!
zione ideale, dovete andare a mostrare agli Studenti e studentesse!
altri, col vostro esempio, che cosa avete Che utilizzo dovete fare di ciò che avete
imparato. imparato in questi quindici giorni? Dovete
VIVETE SORRIDENDO, SORRIDENDO, SORRIDEN- diventare un esempio. Per quale motivo vi
DO E ANCORA SORRIDENDO. NON FATE MAI IL è stato dato così tanto da mangiare? Quat-
MUSO. PERCHÉ FARLO? LE AZIONI CATTIVE SI tro dolci al giorno! Avete ricevuto del buon
FANNO SOLO SE SI HANNO CATTIVI SENTIMEN- cibo, ogni comodità e avete ascoltato pa-
TI, MA, SE IN NOI ALIMENTIAMO SENTIMENTI role ideali. Mi fa soffrire moltissimo il solo
POSITIVI, DOVREMMO RIDERE. pensare al cattivo uso che potreste fare di
Io sorrido sempre, sempre. La gente chie- tutto ciò che avete appreso.
de: “Perché? Ogni volta che Lo guardia- Fatene buon uso e seguite il sentiero della
mo, Sai Baba sorride sempre!” IO HO IL retta condotta e del retto pensare. Credo

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Discorso 27-05-2002
che, senza dubbio, vi comporterete in que- appreso e agite di conseguenza.
sto modo. Promettete: “Senza meno, mi NON DOVETE CRITICARE NESSUNO CON PARO-
comporterò così!” Lo farete, non è vero? LE ASPRE. SE OGGI FERITE LA MENTE ALTRUI
(Gli studenti urlano entusiasti: “Sì!” – CON PAROLE CATTIVE, DOMANI ALTRI FARAN-
N.d.T.). Bravi ragazzi, brave ragazze! (Ap- NO ALTRETTANTO CON LA VOSTRA MENTE. NON
plausi). SI PUÒ SFUGGIRE ALLA LEGGE DI REAZIONE,
Siate così! Questo è ciò che Io desidero. RISONANZA E RIFLESSO. Fate che le vostre
Non era Mia intenzione farvi un discorso parole siano buone, e riceverete buone pa-
particolare oggi. role. Compite buone azioni e parlate di buone
Innanzitutto, proteggete la vostra salute. La azioni. Diventate studenti ideali. Ecco ciò
causa prima delle malattie sono le brutte che desidero. Se portate a compimento
abitudini. Rinunciate totalmente alle catti- questo ideale, non desidero alcun’altra gio-
ve abitudini. I giovani, se fossero forti e ia da voi. Sacrificherò tutto per avere quel-
sani, dovrebbero avere le guance paffute. la soddisfazione.
Invece molti hanno già le rughe. Mantene- Per voi vengono spese decine di milioni di
tevi in buona salute. Con la salute, fate che rupie. Guardate qualsiasi altro college: c’è
le azioni che compite siano sane e ideali. da qualche parte un college con un’archi-
Abbiate, cioè, buona salute e ideali elevati. tettura come la nostra? Non solo vi do bel-
Completate le vostre attività e sperimenta- lezza, ma anche ogni comodità, nonché i
te la vera felicità. Solo con una salute di giusti ideali. Io non tocco neppure una
ferro possiamo ottenere la beatitudine. monetina. Chi ne ha bisogno riceve borse
BEATITUDINE, BEATITUDINE, BEATITUDINE: DA di studio. E non vi do solo borse di studio,
DOVE VIENE? LA BEATITUDINE VIENE DALLA ma qualsiasi altra cosa per lo studio! Se sta-
SALUTE. SE LA SALUTE, DUNQUE, È BEN PRO- te bene, per Me è sufficiente. Il problema
TETTA, OTTERREMO LA BEATITUDINE. La be- è che, sebbene vivano qui da molto tempo,
atitudine è una grande ricchezza. La salute alcuni non riescono ad abbandonare i catti-
è una grande ricchezza. Mangiate bene e vi pensieri.
in orario. Mangiate in rapporto alla vostra Studenti!
capacità. I genitori fanno ogni sforzo per Sto pensando molto a questo: allontanate i
portare a tavola ogni genere di cibi per voi. cattivi pensieri. Prendete le distanze dalle
Mangiate bene e quanto vi va; mangiate di cattive abitudini. Sviluppate le qualità po-
gusto. Non mettete da parte il piatto, di- sitive e svolgete buone pratiche. Entrate nel
cendo: “Manca questo, manca quello!” sentiero della rettitudine. Sperimentate una
MANGIATE DI GUSTO. MENTRE MANGIATE, vita ideale e offrite una vita ideale. La salu-
SOLO CIÒ CHE VIENE GUSTATO VERRÀ ASSIMI- te e la beatitudine: se entrambe sono pre-
LATO AMOREVOLMENTE DAL CORPO. ALTRI- senti, non avete bisogno di guadagnare
MENTI IL CORPO FARÀ UN LAVORO SUPPLEMEN- nient’altro. Si può guadagnare quanto de-
TARE. naro si vuole, ma non è importante guada-
gnare soldi: si devono guadagnare le virtù.
Diventate studenti ideali SENZA VIRTÙ, CHE COSA VE NE FATE DELLA
Allora, studenti e studentesse! RICCHEZZA MATERIALE? IL DENARO NON POR-
Quel che avete imparato finora era diverso TA LA FELICITÀ. UNA FELICITÀ STABILE ARRI-
da ciò che vi è stato comunicato oggi. Ri- VA SOLO TRAMITE LE VIRTÙ.
conoscete l’essenza di tutto ciò che avete Rendete felici i vostri genitori. Date loro

Mother Sai luglio-agosto 2006 27


Discorso 27-05-2002
beatitudine. Se vi danno cattivo esempio, Whitefield, 27 maggio 2002,
dite loro: “Madre, questo non va bene. Io Sai Ramesh Krishan Hall,
così mi rovino. Tu desideri che io faccia Corso Estivo 2002
mie delle cattive abitudini, dicendo che è
(Tratto da www.osssbi.org)
per il mio bene. Questo non mi porterà al-
cuna prosperità (k¹ema), ma carestia
1 Mahâbhârata: nome di un antico poema epi-
(k¹âma)! Mi mostri la cattiveria, e io non co, il più lungo della letteratura mondiale. Esso
la voglio. Swami ci ha detto che cosa va narra della guerra dei PⲬava e i cugini
bene per noi, ed è quello che noi faremo.” usurpatori Kaurava, culminata nella battaglia
Vivete una vita sacra, su un sentiero sacro, del Kuruk¹etra, dove K©¹²a impartì ad Arjuna
all’insegna di un comportamento sacro. l’insegnamento esoterico contenuto nella
Bhagavad Gîtâ, chiamata anche il 5° Veda. Il
(Sono) molto felice! Siate tutti felici! Mahâbhârata si compone di 18 libri suddivisi
in capitoli e sezioni.
Ci sono ancora alcuni particolari argomenti 2 Bhî¹ma: il comandante dell’esercito dei
Kaurava nella battaglia del Kuruk¹etra. Fu la
di cui vi parlerò prima che partiate.
figura esemplare dell’uomo d’onore, cavallere-
sco e leale, verso la cui memoria si ha profonda
(Baba termina il Suo Discorso cantando i bhajan: venerazione.
“Râma, Râma, Râma, Sîtâ!” e “Hare Râma, 3 Arjuna: amico e devoto di K©¹²a. Fu il guerrie-
Hare Râma…”) ro che ricevette da K©¹²a, quale auriga del suo
cocchio, l’insegnamento esoterico.
4 Avatâr: Incarnazione di Dio sulla terra, disce-
so per ristabilire il Dharma e per risollevare
l’umanità.

28 Mother Sai luglio-agosto 2006


“I devoti Sai sono la mia Famiglia!”
Il 1° novembre e anche il 28 ottobre 2002 sono importanti,
perché Swami ha parlato con un signore di nome George,
venuto dalla Grecia. Swami Si è seduto e ha chiamato:
“Ehi, Grecia, vieni qui.” Lui è arrivato a gattoni e io ho
pensato avesse qualche difetto ai piedi o roba del genere.
(Risate).
Swami ha notato: “Vedete come si avvicina?” “Swami, a
gattoni!!” “Per devozione! Non è come voi, che cammi-
nate come villani. No, no. Lui la devozione la sente.” “Come
ti chiami’?” gli ha chiesto Swami. “George, Swami.” “Che cosa fai in Grecia?”
“Swami, ho una libreria.” “Come si chiama?” “Ânanda, Swami.” “Ooohh! Chi altri ti
aiuta?” “Mia sorella.” “E che cosa fate?” “Swami, vendiamo libri, puliamo...” “E che
altro?” “Cantiamo i bhajan.” “E quando lo fate?” “Tutto il giorno.” “Dove cantate?”
“Ovunque.” Rivolto a noi: “Vedete la sua devozione? Voi non siete così!”

Sotto la Veranda
Poi ha continuato il dialogo con George: “Quando sei venuto qui la volta scorsa, come
hai raggiunto Praµânti Nilayam?” “Sono venuto a piedi dall’aeroporto di Bangalore a
Puttaparthi.” “Quanti chilometri hai percorso?” “180 chilometri, Swami.” “E quanto
tempo ci hai impiegato?” “Quattro giorni, Swami.” “Oohh. E hai semplicemente cam-
minato, così?” “No, Swami. Sulle spalle portavo 18 chili di bagaglio.”
Swami, rivolto a noi: “Qualcuno di voi è forse così? Guardate, guardate che devozio-
ne”, ha esclamato Baba.
Poi gli ha chiesto: “Da quanto tempo vieni a Puttaparthi?” “29 anni, Swami. Vengo in
questo luogo da 29 anni.” “Che cosa facevi in quei giorni?” “Swami, raccoglievo la
sabbia sulla quale avevi camminato e la portavo in Grecia per metterla sull’altare, nella
mia stanza della pûjâ.”
“Vedete voi, invece?” ci ha detto Bhagavân, e ha continuato a stuzzicarci in questo
modo. Poi ha proseguito: “Sei sposato?” “No, Swami, non lo sono.” “Perché non ti
sposi?” “No, Swami! Non mi voglio sposare!!” “Perché no?” ha chiesto Baba.
E sono andati avanti così per un po’. Allora George si è messo a piangere. Baba mi ha
guardato e mi ha chiesto: “Perché piange?” “Swami, tutti quelli che si sposano piango-
no! (Risate). Però sono felice di vedere che anche quelli che non si sposano piangono!
Non c’è dunque alcuna differenza. Piangiamo tutti. Il solo pensiero del matrimonio lo fa
piangere, così come fa piangere tutti coloro che sono sposati. Piangiamo, allora, tutti in
coro”, ho risposto.
Swami poi gli ha chiesto: “Sei venuto da solo?” “No, Swami. Ci sono anche i miei
amici seduti là.” “Chi è quel ragazzo?” ha domandato Swami. “È il campione olimpionico
di salto in alto. Anche lui viene dalla Grecia.” “Vieni qui”, lo ha chiamato Swami. “Vuoi
raccontare una tua esperienza a questi ragazzi?”
E così il campione olimpionico ha raccontato che, quando sua moglie era incinta, stando

Mother Sai luglio-agosto 2006 29


alle molte ecografie, avrebbero avuto un figlio maschio. Tutti i test avevano confermato
che sarebbe stato maschio. Ma lui e sua moglie pregarono Swami: “Swami, noi voglia-
mo una bambina, una femmina, non un maschio.” “Ma è un maschio!” aveva detto Baba.
“No, Swami. Se Tu vuoi, puoi fare tutto.” “Avete questa fede?” “Sì, Swami.” E così
hanno avuto una bambina!
Swami è intervenuto nel racconto: “Sono stato Io! (Risate). Ho fatto lo scambio.”
Improvvisamente ha guardato gli studenti: “Attenti, ragazzi: se non vi comportate bene,
vi trasformo tutti quanti in femmine. All’istante!!” (Scoppio di risate).
Poi ha continuato: “George, perché sei venuto qui se tutti i tuoi parenti sono in Grecia?”
“No, Swami, non ho parenti.” “Non ne hai? Che strano!” “Swami, i devoti Sai sono i
miei parenti. I devoti Sai sono la mia famiglia. Non ho nessun altro.”
Bhagavân è stato felice di questa risposta.
“George, sarai qui per il (Mio) Compleanno?” gli ha domandato Baba. “No, Swami.
Devo tornare a casa.” “Tornare a casa?! Perché?” “In Grecia celebriamo il Tuo complean-
no.” “Oh, capisco. E come lo celebrate?” “Con addobbi, palloncini, luci e dolci.” “Quan-
ti devoti ci sono in Grecia?” “Swami, ministri, ufficiali, professori... Ci sono tantissimi
devoti.” “Oohh, bene, bene..... Ok, torna in Grecia e celebra là il Compleanno di Baba.”
A questo punto Swami è entrato ed è tornato fuori con un paio di abiti nuovi che ha
donato a George come regalo per il “Suo” Compleanno.

(Tratto da “Perle di Saggezza” 3 - 28 ottobre - 1 novembre 2002)

30 Mother Sai luglio-agosto 2006


Un’intervista ad Anil Kumar
(parte seconda)

D. - Ci vuol descrivere la più grande manifestazione che ha visto da parte di Swami?


R. - Per me la Sua più grande manifestazione è ciò che io chiamo il Suo interessamen-
to, il Suo Amore. Faccio un esempio. Alcuni anni fa stavo aspettando i risultati dell’esa-
me di ammissione di mio figlio a ingegneria, ma, proprio il giorno in cui dovevano esser
pubblicati, il Presidente dell’India, il primo cittadino di questo Paese, giungeva in visita a
Praµânti Nilayam. Sai Baba lentamente, dolcemente e sorridendo mi si avvicinò du-
rante il darµan e, in piedi, di fronte a me, sollevò le braccia dicendo: “Come sta, signo-

Domande & Risposte


re?” Io risposi: “Swami, sto benissimo.” Baba mi chiese: “Come va tuo figlio?” “Sono
in attesa dei risultati, Swami.” “No, no. Egli sarà ammesso, diventerà un ingegnere e
sarà promosso con lode. Non preoccuparti, Anil Kumar.” Io caddi immediatamente ai
Suoi Piedi e pensai: “O Dio, mentre il Presidente dell’India e tutte le personalità stanno
aspettando alla porta, Tu ti preoccupi di mostrare il Tuo interessamento per questo
piccolo e affatto importante individuo, Anil Kumar. Ti sono grato, Swami, per questa
attenzione, per questo Amore che va oltre la posizione, lo stato sociale e il ceto.” Quin-
di, sì, per me la Sua più grande manifestazione è il Suo Amore.

D. - Anil, noi eravamo presenti quella notte in cui Swami, nella Sua casa a Kodaikanal,
le materializzò un orologio dopo che lei aveva tradotto il Suo Discorso. Qual è la più
grande materializzazione fisica che Gli ha visto produrre?
R. - Io non so quanti di voi abbiano sentito parlare di Balarâma, il fratello di K©¹²a. Sai
Baba un giorno disse che l’indomani avrebbe invitato i Suoi allievi e alcuni ospiti a un
pranzo molto speciale. Io Gli chiesi perché il pranzo fosse speciale ed Egli replicò che
avrebbe parlato del matrimonio di Balarâma e Revatî, in quanto quel giorno ne ricorre-
va l’anniversario. Il pranzo sarebbe stato un banchetto con un menu di venticinque
portate. Quindi, il giorno dopo, ci fu questo speciale banchetto, questo pranzo di nozze
con venticinque portate. Gli stranieri e vari onorevoli ospiti vi presenziarono. Nel pome-
riggio Swami tenne un Discorso in cui descrisse come Dei e Dee abbiano assistito al
matrimonio di Balarâma e Revatî. Brahmâ, Vi¹²u e ›iva presenziarono a questa
divina celebrazione divina con tutti gli altri Dei e Dee e, verso la fine della cerimonia,
Brahmâ presentò un regalo di nozze. Qualcuno chiese a Swami quale fosse il regalo e,
a quel punto, la Mano di Sai Baba descrisse tre circoli nell’aria: ci fu un ronzio simile a
quello di un’ape e, con grande sorpresa e meraviglia dei presenti, Egli materializzò un
oggetto della grandezza di una caraffa. Era un arco tempestato di diamanti; ce ne
saranno stati 200. La struttura dell’arco era d’oro corredata di diamanti in file di quat-
tro, e di una piastra d’oro decorata al centro di un cigno con occhi di diamante, sostenu-
to da una catenella d’oro, il cui stomaco era simile al vetro, trasparente. Tutti osserva-
vano in totale sbalordimento. Baba disse: “Guardalo, Anil.” Io risposi: “Oh, è stupendo,

Mother Sai luglio-agosto 2006 31


Swami.” “No, osserva il naso del cigno.” “Sì, Swami, è davvero bellissimo.” “No, osser-
va gli occhi del cigno.” “Sì, Swami”, replicai. “Sono fatti di diamante.” “No, no”, disse
Swami. “Sei uno sciocco.” “Swami, non è una novità. Lo so che sono uno sciocco; non
si tratta di qualcosa che io già non conosca. Non diventerò un “non sciocco” all’improv-
viso; lasciami continuare a essere uno sciocco!” “Osserva lo stomaco, scioccone.” Guar-
dai lo stomaco e vi trovai niente meno che l’immagine di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba
in posizione distesa. Questa è la manifestazione! Penso che non ne vedrò più una simile
negli anni a venire.

D. - Una volta, abbiamo fatto ridere Sai Baba durante un colloquio usando l’espressione
“le storie di Baba”, che è la terminologia che usiamo per indicare le storie che i devoti si
raccontano su ciò che Egli fa e sulle Sue materializzazioni. A tal riguardo, Swami Stesso
ha detto una volta che le storie di Baba sono migliori dei bhajan, perché spesso, durante
i bhajan, la gente si addormenta mentre è sempre ben sveglia e interessata quando si
raccontano le storie di Swami. Qual è la migliore storia che lei ha udito da Baba?
R. - Sì, è vero che alcuni si addormentano durante i bhajan, ma questo accade per la
semplice ragione che non ne comprendono il significato. Si addormentano perché non
c’è ardore, non c’è trasporto, nessuno struggimento per Dio. La gente dorme soltanto
perché non comprende, perché il cuore non è pronto e la mente è piena di pensieri che
riguardano mondo, affari e faccende giornaliere. Invece le storie di Baba non fanno mai
addormentare perché vengono immediatamente comprese, perché sonopiene di scherzi
divertenti, perché si riferiscono alle nostre situazioni di tutti i giorni e fanno ridere.
Vi faccio un esempio. Un giorno, durante il darµan, Sai Baba parlava con i bambini della
scuola elementare e chiese a uno di loro, che avrà avuto sei o sette anni: “Da dove vieni,
ragazzo?” Il bimbo rispose: “Swami, io vengo da Te.” Sai Baba, poi, si voltò e disse a
tutti i VIP seduti sulla veranda: “Se ponessi a voi questa domanda, voi rispondereste: ‘Io
vengo da Mumbai’ o ‘Io vengo da Madras’, oppure ‘Io vengo dall’Inghilterra’, ma que-
sto bimbo dice: ‘Io vengo da Te.’ Questo è divino, i bambini sono divini.” Allora Sai Baba
fece al bambino una seconda domanda: “Quanti fratelli hai?” e la risposta fu: “Swami,
tutti sono miei fratelli.” “Notate che apertura mentale hanno i bambini: questo bimbo
considera tutti suoi fratelli, mentre, se avessi fatto a voi la stessa domanda, voi avreste
risposto: ‘Due fratelli, Swami’ o ‘Tre fratelli, Swami’. Voi siete di idee ristrette.” Baba
pose al bambino una terza domanda: “Quante sorelle hai?” La risposta fu: “Tutte sono
mie sorelle, Swami.” “No, no, no”, disse Baba. “Tutte sono tue sorelle meno una, tua
moglie.” Al che tutti risero e Baba di nuovo al ragazzo: “Quante mogli hai?” e quello:
“Swami, tutte sono mie mogli.” “Oh no, no, no, ti sbagli”, disse Baba e aggiunse: “Questo
ragazzo pensa di essere abbastanza brillante da dare una risposta a Bhagavân.”
Dopodiché, rivolgendosi di nuovo al bambino, continuò: “Chi sei tu?” La risposta fu: “Swami,
io sono Dio” e Baba rispose: “Ebbene, se sei Dio, vai a dare il darµan”, al che tutti
scoppiarono a ridere. La gente ama i Suoi scherzi, il Suo umorismo.

D. - Che cos’è che lei considera il più grande successo derivato dal suo rapporto con Sai
Baba?
R - Sì, questa è una buona domanda. Non mi fraintendete se propongo questo punto di

32 Mother Sai luglio-agosto 2006


vista; voi potete non esser d’accordo con me. La filosofia indù è così vasta che può
confondere; una scuola parla di non dualismo o advaita, un’altra parla di non dualismo
qualificato o viµi¹ºa advaita e un’altra ancora parla di dualismo o dvaita. C’è poi una
corrente filosofica che sostiene l’adorazione di Dio con forma, sâkâra, un’altra vuole che
si adori il Dio senza forma, nirâkâra, una che predica l’adorazione di Dio senza attributi,
nirgu²a, e un’altra che raccomanda l’adorazione di Dio con attributi o sagu²a. Che
fare? Un guru dice che si deve seguire la via dell’azione, il karma yoga, un altro racco-
manda di seguire il sentiero della devozione, bhakti yoga, e un altro ancora insegna a
percorrere la via della saggezza, jñâna yoga. Ci sono letteralmente migliaia di Dei; a
volte penso che il numero degli Dei superi quello degli essere umani. Che cosa dovrei
fare? È a questo punto che Sai Baba entra nella mia vita e insegna che i gioielli sono
molti, ma l’oro è uno; che le mucche sono molte, ma il latte è uno; che i fiori sono molti,
ma l’adorazione è una; che gli esseri sono molti, ma l’aria che respirano è una; che le
stelle sono molte, ma il cielo è uno; che le nazioni sono molte, ma la Terra è una; che le
forme sono molte, ma Dio è Uno. Egli insegna il principio dell’unicità, dell’unità o advaita.
Il più grande regalo che io abbia quindi ricevuto da Sai Baba è la chiarezza nei pensieri,
la linearità nel rapporto, la precisione nella pratica spirituale, che non lasciano spazio ad
alcun dubbio o confusione. Ho una visione molto chiara: nessuno può mettermi in imba-
razzo perché Sai Baba mi ha dato una nitida visione della filosofia. Questo è il regalo più
grande che Egli potesse farmi e io non voglio altro che questo da Lui, non voglio nessuno
degli anelli, delle catene o dei medaglioni che Egli regala. Quello stadio è passato per
sempre.

D. - Può guardare indietro e raccontarci qualche episodio, nella sua relazione con Sai
Baba, relativo al periodo in cui lei pensava che questo fosse tutto un grande errore, un
fallimento, mentre ora si rivela come una grande esperienza formativa? C’è mai stato un
momento che le ha fatto pensare di rinunciare a tutto ciò ed è invece risultato, in seguito,
un fattore decisivo nel cammino della fede e della consapevolezza?
R. - A titolo personale, io vengo da una famiglia che, da tre generazioni, segue una reli-
gione che adora Dio senza forma, un Dio che non è soggetto a nascita o morte. Noi
adoriamo Dio senza attributi, non crediamo nella reincarnazione, non accettiamo Râma e
K©¹²a, né otteniamo alcuna forma di adorazione pensando che Dio sia un fenomeno,
ritenendolo un Essere che è al di là della nascita e della morte. Io sono stato allevato con
questa fede, ragione per la quale Sai Baba ha impiegato otto anni perché mi formassi la
maturità necessaria ad accettarLo, perché fossi pronto ad accogliere la Sua filosofia, e
abbastanza maturo da assorbire ciò che Egli aveva da darmi. Per questo ho avuto un
periodo di prova di otto anni che mi ha reso più idoneo, più ricettivo nei Suoi confronti.
A quel tempo l’esperienza non è stata molto piacevole, ma ora, guardando indietro, vedo
che era necessaria e quindi non ho rimpianti.
(continua)

(Tratto dalla ML ufficiale del Consiglio Centrale Sathya Sai d’Italia)

Mother Sai luglio-agosto 2006 33


Continua la “Storia di Sundaram”, la “Praµânti Nilayam” di Chennai. Vi ritro-
veremo ancora avvincenti aneddoti, salti nel passato della vita di Swami, interes-
santi notizie.

“Ogni dettaglio è meraviglioso”

Dal momento in cui si supera la soglia dei due cancelli (uno per gli uomini e uno per le
donne) vi accoglie un ampio terrapieno di sabbia, così com’era a Puttaparthi anni fa.
Questo è il luogo dove si muove Swami per il darµan i giorni in cui risiede a Sundaram
(che letteralmente significa “ogni dettaglio è meraviglioso”).
Ciò che all’inizio era un’area accidentata di 30.700 piedi quadrati (10.000 mq) è ora
divenuto uno spazio anche troppo esiguo per contenere l’enorme folla che si riversa in
questo luogo durante le festività: giorni come il Compleanno di Baba, ›ivarâtrî, il Nuovo
Anno, Natale ecc., oppure quando Baba è presente fisicamente a Sundaram e appare
nei darµan quotidiani.
Qualsiasi dettaglio è veramente magnifico, che si tratti delle affascinanti statue rappre-
Zoom

sentanti il Signore Ga²eµa e Subrahma²yam, nell’angolo frontale dell’edificio, o la


splendida statua del Signore ›iva e di Madre Pârvatî, alla sinistra dell’entrata della
piccola sala di preghiera che si affaccia a est, oppure la porta di legno di tek che condu-
ce alla sala del darµan, squisitamente intagliata con intricate figure delle varie divinità,
simboli religiosi e perfino le sculture dei due “Yeli”, figure celesti, che compaiono al-
l’esterno della porta principale.
Sundaram è vibrante, eppure calma e silente nella serena atmosfera di pace che la
pervade.
“Noi sappiamo che Swami è sempre qui a Sundaram”, afferma la signora Mona Desuja.
“Chiunque sia entrato nella sala rettangolare dove avviene il darµan, comprende il per-
ché essa venga paragonata al mitologico “Vaiku²ºha”, il sereno luogo di pace del Signo-
re Vi¹²u.” Come disse un devoto: “Un senso di pace ti riempie e puoi percepire la
misteriosa mano che viene in tuo aiuto non appena entri nella sala. Uno sguardo alla foto
di Swami che si trova in un giardino e che ti guarda con un gentile sorriso tenendo in
mano una rosa in piena fioritura, è una foto che ti toglie il respiro...che si inserisce nella
scena artistica e ti fa vivere un’esperienza straordinaria. Come se Swami in Persona ti
stesse chiamando. Ti senti all’improvviso pienamente sollevato.”
“Sebbene io debba occuparmi di tre bambini e di una casa di senzatetto, trovo sempre il
tempo per andare a Sundaram, perché so che là troverò la soluzione ai miei problemi”,
dice la signora Desuja. “Il mio Swami è sempre a Sundaram, e quando sono seduta a
cantare i Suoi 108 Nomi, sento che Egli risponde immediatamente e che i miei problemi
si dissolvono istantaneamente di fronte al Suo sorriso. Noi gli mostriamo qualsiasi cosa
buona che facciamo; se acquistiamo una proprietà o un’auto, per prima cosa andiamo a
Sundaram anche se è notte fonda. Ma anche se accade qualcosa di avverso, corriamo
comunque a Sundaram, che si tratti di lavoro o della salute dei bambini. Noi sappiamo

34 Mother Sai luglio-agosto 2006


che Swami è lì per aiutarci e Sundaram mi ha dato così tanto nella vita!”
Non è raro vedere devoti con le guance umide di lacrime di gioia durante la sessione dei
bhajan del giovedì e della domenica sera, come pure nelle occasioni speciali. Più che la
qualità dei bhajan è il sublime ambiente di Sundaram a irradiare una tale energia positiva
da toccare nel profondo del cuore.
“È come entrare dentro un tempio di pace”, afferma il dottor Mohan. Egli è un diabetologo
ed è ospite di Sundaram da più di dieci anni. Ecco ciò che ci dice: “Molte volte sono
arrivato a Sundaram in uno stato di confusione mentale, ma, nel momento in cui vi ho
messo piede, è come se fossi entrato in un tempio di pace. Per essere onesti, preferisco
Sundaram e Puttaparthi ai normali templi di preghiera (sebbene, essendo devoto di Swami,
possa essere biasimato per questa mia opinione). Penso infatti che qui le cose vengano
condotte in modo unico! Qualsiasi cosa si svolge senza rumore, senza troppi fronzoli,
senza trambusto. Voi potete stare là e sedere in meditazione, osservare le regole e la
disciplina e prendere parte ai bhajan o leggere il pensiero del giorno, e la pace discende
su di voi in modo automatico! Siete pieni di vibrazioni positive. Vi sentite ricaricati come
se aveste fatto molte più cose, soltanto dopo aver ascoltato i bhajan e partecipato al
satsa¾g. Tutto questo è stato di grande ispirazione per me, a tal punto che, quando abbia-
mo deciso di cambiare casa, ne abbiamo scelta una relativamente vicina a Sundaram.”

La ݉nti Vedika
La “›ânti Vedika” è un palco che si affaccia a sud sullo spazio sabbioso ed è un’altra
importante struttura di Sundaram, perché è qui che Swami normalmente tiene i Suoi
Discorsi alla folla quando si trova a Chennai.
Con la splendida scultura del Garu¬a (il veicolo del Signore Vi¹²u) che sostiene la base
e i pilastri decorati con simboli di tutte le religioni, la ›ânti Vedika è il caratteristico
luogo di ritrovo in cui Swami ha speso ore parlando ai devoti, assistendo alle recite dei
bambini Bâl Vikâs, oppure distribuendo cibo ai poveri e guidando i volontari del servizio
durante le Sue numerose visite.

I devoti e Sundaram
Molti devoti di lunga data ci raccontano con gioia come Sundaram sia riuscito a portarli
tanto vicini a Swami. Il signor A.K. Kumar, devoto da più di venticinque anni, da sempre
canta regolarmente durante le sessioni bhajan. Egli ci racconta: “Il mio viaggio verso Sai
a Sundaram iniziò nel 1980. Una delle persone associate alla mia scuola mi chiese se
avessi voluto cantare a Sundaram. Io pensai: “Che cosa ci sarà di tanto speciale in questo
posto? Comunque proverò ad andare una volta al mese anche solo per stare ad ascoltare
musica. Invece ora Sundaram è come se fosse la mia casa. Non ci crederete, ma una volta
è capitato che dovessi recarmi all’ospedale per una prenotazione che dovevo fare e,
senza saperlo, mi ritrovai a Sundaram; entrai e solo allora compresi che sarei dovuto
andare in un altro posto! Questa è la sintonia che ho instaurato con Sundaram!”
“Questa speciale relazione con Sundaram avviene, come molti devoti raccontano, per-
ché è qui che molte persone si crogiolano nel Suo Amore e nella Sua grazia”, afferma
Kumar. “Ogni volta che Swami viene a Sundaram, la prima cosa che fa, dopo essere
entrato, è venire vicino a noi per informarsi di come va e solo dopo prosegue. Come

Mother Sai luglio-agosto 2006 35


possiamo mai dimenticare i momenti d’oro che abbiamo trascorso con Swami? Egli pas-
sava molto del Suo tempo con noi; giocava quasi!”

“Noi associamo Swami a Sundaram”


Il dottor Mohan, un altro devoto di lunga data, dice: “Diverse volte abbiamo avuto la
fortuna di avere il darµan di Swami a Sundaram quando Egli veniva a Chennai. Quindi
dopo Puttaparthi, luogo che visitiamo spesso durante l’anno, noi associamo Sundaram a
Swami e a tutte le buone cose che ci ha insegnato. Per noi questo luogo è una sorgente di
pace mentale, di ispirazione, ma soprattutto ci porta ad avere alti ideali.

A Sundaram l’adorazione si trasforma in servizio


Quindi, Sundaram non è solo un luogo di pace e di serenità, ma è anche un ponte tra il
devoto e il Signore. Ciò che merita di essere espresso è come tutta questa devozione per
il Signore venga tradotta in azioni concrete. Citiamo l’articolo del dottor Hiramalini
Seshadri, “Sundaram: un paradiso d’Amore e di Pace”, apparso sull’“Hindu” dell’8
gennaio 2006: “La prima organizzazione di Chennai che si è premurata di fornire cibo a
coloro che sono stati travolti dall’infausto destino di quel terribile giorno nel 2004, un
ponte silenzioso attraverso cui materiale di prima necessità, per un valore di milioni, fu
distribuito alle vittime dello tsunami nel Tamil Nadu. La struttura che, sul posto, ha coor-
dinato gli aiuti per rifornire di acqua l’assetata Chennai attraverso il canale Sathya Sai
Ga¾gâ. Il ritrovo per oltre 200 matrimoni di gente appartenente a tutte le fedi religiose,
celebrati del tutto gratuitamente con abiti e doni regalati agli sposi per la loro vita futura.
La cappella in cui si è addobbato il più bell’albero di Natale e il più suggestivo presepe
della città. Il masjid con uomini che si precipitavano fuori con cibo e bevande per acco-
gliere i fratelli musulmani che si rialzavano dalla sabbia dopo un giorno di preghiera e
digiuno per il Ramadan. Il tempio dove viene celebrato gratuitamente, e per tutti, il rito
dell’Upanayana (la cerimonia indù del cordino sacro – N.d.T.), indipendentemente
dalla casta e dal credo di ognuno. La Veda Pâºhaµâlâ (scuola vedica) dove viene inse-
gnato alle donne a recitare i Veda. Il divino ospedale che ha fornito cure settimanali per
più di 25 anni. La NGO (Organizzazione Non Governativa) che ha provveduto a operare,
a Chennai, più di 7000 cataratte. La “linea” di aiuto, 24 ore di “amore liquido”, che
collega i volontari donatori di sangue con i pazienti dell’ospedale. La scuola che non solo
assiste i bambini che abitano nei tuguri con lezioni scolastiche, ma li aiuta
anche nell’apprendimento dei valori umani e del sanscrito.
Il centro dove fin dal 2002, per ordine di Baba, è stato istituito il Gruppo di Coordina-
mento per le Calamità Naturali dove sono stati formati giovani che, nel momento di ne-
cessità, potevano accorrere in loco in maniera coordinata piuttosto che semplicemente
improvvisare qualche aiuto (lo tsunami ha mostrato un esempio dell’esemplare lavoro
svolto da questo gruppo di giovani a Nagapattinam e a Colachal). Il sacro suolo dove
bhajan divini, che inneggiano a tutte le fedi, risuonano ogni giovedì e ogni domenica.
“Sundaram” è tutto questo e molto di più.

(continua)
(Tratto dalla ML ufficiale del Consiglio Centrale Sathya Sai d’Italia)

36 Mother Sai luglio-agosto 2006


Quello che segue è il testo del discorso del professor G. Venkataraman,
radiotrasmesso dopo la festa di ›ivarâtrî 2006, che contiene riferimenti molto
rilevanti circa il significato del li¾godbhâvam.

La lezione del Li¾godbhâvam


Amorevoli Sai Ram e saluti da Praµânti Nilayam. Avrei dovuto farvi un discorso ri-
guardante la vita di ›irdi Baba, ma oggi interrompo questa serie per dividere con voi
alcuni pensieri relativi a certi momenti memorabili che abbiamo vissuto la settimana
scorsa durante le celebrazioni di ›ivarâtrî. Come voi ben sapete, quest’anno ›ivarâtrî,
o Mahâµivarâtrî, per essere più precisi, ha avuto luogo domenica 26 febbraio 2006.

Il divino programma per ›ivarâtrî


Secondo la tradizione di Praµânti Nilayam, ›ivarâtrî si celebra come segue: al mattino

Zoom
i ragazzi di Swami cantano, dopodiché ci sono i bhajan e poi Swami si ritira. Nel
pomeriggio ci si riunisce tutti alla divina Presenza per un Discorso, a cui fa seguito
un’intera notte di bhajan. Quest’ultimo è un avvenimento in se stesso e merita un
discorso a parte che ora non affronteremo. Il mattino seguente, poco dopo l’alba, Swami
arriva nella Hall, assiste per un po’ ai bhajan e tiene un altro Discorso con cui si chiu-
dono, in piena osservanza, i rituali di ›ivarâtrî. A seguire c’è la distribuzione del prasâdam
che è, anch’esso, un avvenimento speciale. Questo è, per così dire, il consueto pro-
gramma di un anno in cui non si verifica il li¾godbhâvam e così è stato a lungo finché
Swami, qualche anno fa, non lo ha ripristinato.

Un 2005 senza Li¾godbhâvam


L’anno passato era stato annunciato, con grande anticipo, che non ci sarebbe stato il
li¾godbhâvam e, come ci si poteva aspettare, questo portò un notevole calo di parteci-
pazione al rito. A tal proposito, nonostante fosse stato detto che non ci sarebbe stato il
li¾godbhâvam, ciò che effettivamente accadde fu che, dopo che Swami ebbe termi-
nato il Discorso e si fu seduto ad ascoltare i bhajan, si notarono all’improvviso dei chiari
segnali che un li¾gam stava per uscire, ma Swami chiese la macchina e andò via, per
cui non vi fu, almeno in pubblico, alcun li¾godbhâvam. Anche quest’anno c’era meno
folla, probabilmente perché non si prevedeva il li¾godbhâvam, e il pomeriggio di do-
menica è passato senza che alcun li¾gam fosse prodotto da Swami. Da una parte,
molti erano contenti perché, come sapete, Swami deve sopportare un enorme sforzo
per far uscire il li¾gam. I devoti si dicevano l’un l’altro: “Quest’anno Swami ha pieto-
samente risparmiato a Se Stesso la tortura di creare il li¾gam.”

Il mattino annuncia un grande evento


Arrivata la domenica mattina, Swami è uscito verso le 6,45 e si è seduto sulla Sua sedia
al canto dei bhajan. Un numeroso gruppo dei Suoi ragazzi si affaccendava a portare nel
Sai Kulwant Hall grandi recipienti colmi di prasâdam ancora caldo, proveniente dalla
canteen per esser distribuito al termine dell’avvenimento. Ho notato che le cose veni-

Mother Sai luglio-agosto 2006 37


vano fatte alquanto diversamente dal solito, ma sapevo che questo non poteva avvenire
che dietro esplicita indicazione di Swami; in tutte queste cose Egli è veramente il Mana-
ger che decide di ogni minimo dettaglio e niente può mai accadere se non personalmente
ordinato da Lui. Tutto questo va bene, ma non è ciò di cui volevo parlarvi. Noi eravamo
tutti lì, in attesa che Swami cominciasse il Suo Discorso, quando ho visto alcuni ragazzi
correre nella stanza dei colloqui. Ciò non è affatto strano: Swami dà spesso istruzioni e i
ragazzi sono svelti e pronti a schizzar via per eseguirle. Un minuto dopo erano già di
ritorno con bottiglie, tovaglioli e bicchieri. Nel vedere questo, ho drizzato le antenne dicen-
do a me stesso: “Sembra che Swami stia per fare un li¾gam”, e non ero il solo a pensarlo:
tutto il Sai Kulwant Hall si era svegliato improvvisamente dal torpore che seguiva a
un’intera notte di veglia cantando bhajan. Qualcosa che normalmente non accade duran-
te la sessione mattutina stava per verificarsi. Dallo scorso anno tutti pensavano che, per
la seconda volta nella storia di questo Avatâr, il li¾godbhâvam non ci sarebbe stato.
Voglio dire che, precedentemente, Swami soleva produrre i li¾gam con regolarità, ma poi
aveva smesso per diversi anni; ora tutti erano eccitati nel vedere questo spettacolare
fenomeno, ma si rendevano conto del fatto che Swami stava subendo notevoli sofferenze
e dolori fisici nell’attesa che il li¾gam emergesse; per tale ragione, molti pregavano addi-
rittura che Swami si risparmiasse quel tormento e interrompesse la crazione del li¾gam,
che è esattamente quanto era accaduto l’anno scorso, e anche quest’anno, fino alla mat-
tina di lunedì. Quando è stato chiaro che sarebbe emerso un li¾gam, il folto pubblico si è
fatto attentissimo mentre il canto dei bhajan aumentava d’intensità e ritmo. Swami ha
cominciato a bere bicchieri d’acqua su bicchieri d’acqua, come fa normalmente poco
prima che il li¾gam fuoriesca e tutti aspettavano con il fiato sospeso.

L’agonia della nascita del li¾gam


Un folto gruppo di ragazzi stava seduto dietro a Swami e versava acqua dalle bottiglie nei
bicchieri d’argento. Due di essi, inginocchiati ai lati di Baba, erano prontissimi ad assisterLo:
uno Gli poneva i bicchieri dinanzi e Glieli dava al Suo comando, il che avveniva ogni
quindici o venti secondi. Swami prendeva il bicchiere da questo ragazzo e beveva l’acqua
restituendolo vuoto; questi lo passava agli altri ricevendone uno pieno. Baba appariva
molto accaldato, per cui sono stati posti due ventilatori ai Suoi lati per rinfrescarLo. Dopo
aver bevuto, Egli si asciugava il Viso, e pertanto, Gli veniva dato un fazzoletto dopo l’altro.
Usava anche un piccolo asciugamano per asciugarsi il Volto e la Bocca. I ragazzi seduti
dietro di Lui facevano la spola da lì alla stanza dei colloqui portando ancora fazzoletti e
asciugamani. In un certo senso, tutto questo non era nuovo. Lo avevamo visto tante volte,
ma non era usuale il lunghissimo tempo che il li¾gam impiegava a uscire: 5 minuti, 10
minuti, 15 minuti, mezz’ora, 45 minuti... e ancora non appariva. A quel punto eravamo tutti
distrutti e pregavamo in silenzio: “Oh, Swami! Ti prego, fai finire questa agonia prima
possibile!” Ma la sofferenza di Swami continuava.

Il canto appassionato dei bhajan


Intanto i bhajan andavano avanti con sempre maggiore intensità. Normalmente, quando
si prevede la creazione del li¾gam, il gruppo dei cantori, ragazzi dei college di Swami di
Brindavan e Puttaparthi e ragazze del college di Anantapur, si alternano e cantano

38 Mother Sai luglio-agosto 2006


sicuri, con forza e ispirazione, i bhajan del Signore ›iva; anche questa volta era così, ma,
quando la sofferenza di Swami si è protratta troppo a lungo, i cantori non hanno più
potuto mantenere il ritmo e l’armonia consueti, e ognuno gridava a modo suo, forse per
costringere il li¾gam a uscire, interrompendo in tal modo le sofferenze di Swami.

La Creazione si manifesta
Spero di avervi dato un’idea di come sono andate le cose. Il Corpo di Swami continuava
a soffrire così tanto che tutti i presenti, ovunque fossero seduti, potevano vederlo chiara-
mente. Sembrava un racconto epico in cui un fragile Corpo umano, che personifica l’in-
carnazione di Dio, si sforza di risvegliare in Sé e richiamare un grandioso Potere Divino
atto a produrre il Simbolo Supremo della creazione. Finalmente, dopo circa un’ora da
quando Swami aveva cominciato a mostrare i segni di un altro li¾godbhâvam, il tanto
atteso li¾gam è improvvisamente comparso. Erano circa le 8,15.

Il Li¾godbhâvam simbolo della Creazione Divina


Vorrei ora fare una digressione e riflettere per alcuni attimi sul significato del li¾godbhâvam
stesso. La gente viene da ogni dove per assistere a questo straordinario evento divino e
ne rimane strabiliata. Che significato riveste questo evento? In due parole, quando Swami
produce un li¾gam da dentro di Sé, ci ricorda, tra le molte altre cose, che dietro la
Creazione c’è un Creatore. Se c’è un quadro deve esserci un pittore che l’ha dipinto; se
c’è un bambino deve esserci una madre che l’ha partorito. Tutti accettano questi fatti
senza contestarli in alcun modo, inclusi i cosiddetti razionalisti e atei, ma, quando si parla
dell’universo, se affermate che l’ha creato Dio, vedrete che polverone si solleva! Ciò
avviene non perché la gente sia offesa dal riferimento a Dio. Tuttavia, il fatto più rilevante
è che la loro veemente negazione di Dio ha causato un enorme danno alla società. Quelli
che noi chiamiamo buoni pensieri, buone azioni ecc. nascono fondamentalmente da Dio;
la bontà è la rappresentazione della Divinità al livello umano. Swami, come K©¹²a, ›irdi
Baba e la Sua presente Incarnazione, ha perfettamente spiegato che la bontà nasce dalla
Divinità; dove c’è Amore c’è Dio. Senza Dio non può esserci Amore, senza l’Amore
Puro non può esserci alcun sacrificio e senza sacrificio non può esserci alcuna bontà.
Moltissime persone sono buone per natura e fanno in silenzio un gran bene alla società;
senza il sacrificio di questa gente, senza la compassione mostrata da questa gente, senza
il servizio altruistico compiuto da questa gente, senza il senso del dovere messo in atto da
questa gente, la società si fermerebbe. Tutte queste virtù sono manifestazioni della Divi-
nità interiore. Quindi, il primo punto circa il li¾godbhâvam è che si tratta di un potente
mezzo per rammentare il fatto essenziale che, dietro la Creazione, c’è un Creatore e che
quel Creatore è Dio. In questi giorni si fa un gran parlare del test del DNA. Parlando di
ereditarietà, tutti sappiamo che il figlio deve avere i geni della madre e del padre; nello
stesso modo, ogni atomo e ogni cosa fatta con gli stessi atomi dell’universo, se vengono
da Dio, non dovranno forse avere “Geni Divini”, se così posso esprimermi? Questo è
esattamente ciò che Swami ci dice spesso: “Ogni cosa nell’universo è divina e non c’è
nient’altro che Dio.” Swami ci ha detto questo non una sola volta, non due volte, ma un
enorme numero di volte, e ancora noi non ne teniamo conto. Per quale motivo? Perché
noi siamo ossessionati dalla forma esteriore di tutto ciò che c’è nell’universo. Tutto que-

Mother Sai luglio-agosto 2006 39


sto è il risultato di una terribile malattia chiamata “consapevolezza del corpo”. Questa
malattia, nella sua forma più virulenta, fa sì che ognuno veda soltanto l’esteriore e non ciò
che è nascosto all’interno.

La malattia della consapevolezza del corpo


Permettetemi di fornirvi alcuni esempi cominciando con il sole: oggi, grazie alle conoscen-
ze acquisite, noi diciamo: “Il sole non è altro che una nube di gas che brucia; in profondità
esso brucia idrogeno tramite reazioni termonucleari. L’energia prodotta da queste reazio-
ni è ciò che giunge fino a noi come irraggiamento solare.” Tutto questo è giusto; ma
perché accade? Lo scienziato moderno si stringerebbe nelle spalle e direbbe: “Oh, quel-
lo? È per via della natura.” Questo tipo di reazione può non essere dannosa, ma poi un
discorso tira l’altro e ignorare l’onnipresenza divina diventa veramente pericoloso. Pren-
dete la violenza: se la gente vedesse Dio negli altri, forse qualcuno brandirebbe una spada
per colpire qualcuno? Ricordate quelle famose storie circa gli animali e ›irdi Baba?
Ricordate come Baba rivelò a una donna di essere andato da lei sotto forma di cane e di
esser stato da lei riempito di botte? Ricordate come Egli abbia detto a un’altra donna di
essere andato da lei come piccione e di esser stato tanto amorevolmente nutrito? Sì,
come i Veda proclamano, Dio è in ogni cosa, dall’atomo alle galassie, e come Swami
spesso ci ricorda citando un suggestivo verso di uno dei canti del Santo Tyâgarâja, ove si
afferma che Dio è in una formica come nel cosmo intero. Ciò che sto cercando di mette-
re in evidenza è che il li¾godbhâvam non è uno spettacolo, ma, sfortunatamente, la
maggior parte di noi tende a ridurlo a questo, facendo più clamore per le foto o i video di
quell’evento piuttosto che riflettere sulle profonde implicazioni e sul messaggio che Swami
ci invia.

Meditiamo
Prendiamoci un minuto per riflettere sul perché Swami si sottoponga a tale sofferenza
per produrre il li¾gam. Lo fa semplicemente per meravigliarci? O forse per mostrare il
li¾gam a tutti andando in giro? In effetti, perché, dopo aver subìto una tale sofferenza
fisica, Egli si prende anche la briga di andare in giro per far vedere a tutti il li¾gam
rilucente appena creato? La sofferenza del Corpo Divino che abbiamo visto quest’anno è
qualcosa di veramente insolito ed eccezionale. In effetti, fin dal giorno prima, Swami
aveva detto ad alcuni devoti che stava cominciando a sentire del dolore all’interno, per cui
non si trattava della sola penosa fatica cui abbiamo assistito lunedì mattina: le “doglie del
parto” della Creazione, se così posso chiamarle, erano cominciate 24 ore prima.

Il Li¾gam d’oro splendente


Noi tutti diciamo che Swami ha prodotto un li¾gam d’oro, e questo è certamente vero;
ma riflettiamo un momento su questo fatto: può qualcuno avere tutto quell’oro dentro di
sé? La risposta è no e quindi da dove proviene l’oro necessario a formare il li¾gam
dentro di Lui? Esso viene dai cinque elementi che formano il Corpo di Swami come il
nostro. Nei nostri corpi quei cinque elementi non possono combinarsi in modo così specia-
le da formare l’oro; lo possono all’interno del Corpo di Swami come risultato del Gioco
Divino. Inoltre, l’oro che si forma all’interno deve aggregarsi, diventare liquido e acquisi-

40 Mother Sai luglio-agosto 2006


re la forma di un li¾gam; poi deve solidificarsi e solo allora viene fuori. Sembra proprio un
bambino che cresce nel ventre materno partendo da una singola cellula. Sono certo che
voi sapete che l’oro è un solido a temperatura ambiente; per essere allo stato liquido, e
questo è ciò che accade all’inizio del li¾godbhâvam, deve avere una temperatura molto
alta, qualcosa come 600 gradi centigradi. A quella temperatura lo stomaco dei comuni
mortali verrebbe né più né meno che ridotto in cenere, ma il controllo esercitato dal
Divino è tale che gli organi interni dell’Avatâr non ne vengono distrutti nonostante siano
sottoposti a un terribile dolore. A tal proposito, è per combattere la sensazione di acuto
bruciore all’interno che Swami beve tutta quell’acqua. Sinceramente, io non ho mai visto
nessuno consumare una tale quantità d’acqua, ma, in questo caso, c’è una ragione.

Il sacro messaggio del Li¾godbhâvam


È mia opinione che Swami, attraverso il li¾godbhâvam, ci invii molti messaggi sottili. Il
primo è che noi dobbiamo vedere Dio dovunque, in modo da non esser d’intralcio alla
società, né fare danno alla natura che, ognuna a suo modo, sono un aspetto di Dio. Se un
individuo non riesce a vedere Dio nella società cade con facilità in azioni che la danneg-
giano, la compromettono e hanno addirittura la capacità di distruggerla. La gente non
comprende che la corruzione danneggia la società. Incoraggiare un comportamento per-
missivo compromette la società, la competizione sleale la danneggia, la creazione di biso-
gni fittizi, al fine di espandere il mercato, rovina la società, come i cibi preconfezionati,
trattare l’educazione a livello affaristico, commerciare in armi, diffondere la pornografia:
la lista è infinita. Perché la gente fa tutto questo? Perché è dominata dall’avidità, dal
desiderio di potere, dal bisogno di dominare ecc. Se, come dice Swami, la gente vedesse
Dio nella società, oserebbe fare cose simili? Nei primi anni io ho visto spesso grandi
gruppi di devoti Sai, provenienti da vari stati dell’India, venire a Praµânti Nilayam e
invitare Swami nelle loro città. Egli li chiamava per un colloquio ed essi entravano con
grandi sorrisi pensando di persuaderLo ad accettare il loro invito, ma, dopo una mezz’oretta,
la porta si apriva e ne usciva gente con la faccia lunga. Perché? Perché Swami li aveva
rimproverati. Per quale ragione? Perché non avevano unità. Questo è accaduto molte
volte. Perché deve esservi una così marcata assenza di unità tra i devoti Sai quando
Swami, ogni momento, continua a martellare con il messaggio dell’unità? Se noi vedessi-
mo Swami l’uno nell’altro, potrebbe esservi una tale divisione da costringerLo a ignorare
la preghiera per una Sua visita? Sia chiaro, io non sto cercando di predicare o pontificare:
sto solo dicendo che dobbiamo prendere seriamente il consiglio di Swami di vedere, nel
percorso della vita, Dio in ogni entità della Creazione.

Lezioni importanti da mettere in pratica


Qualcuno potrebbe chiedere che cosa esattamente questo significhi. Molti anni fa, men-
tre stavo tenendo un discorso a un gruppo di devoti, affermai qualcosa di simile. Dissi che
dovevamo vedere Swami in tutti, e un devoto, un uomo d’affari, obiettò: “Senta, lei evi-
dentemente non ha idea di che cosa siano gli affari. Io faccio pâdanamaskâr a Swami e
Gli offro tutto ciò che posso; certamente non si aspetterà che io mi getti ai piedi di chiun-
que tratti affari con me! Lei crede che io possa regalare ciò che cerco di vendere?” Ci fu
uno scoppio di risate e tutti si chiedevano quale potesse essere la risposta. Io dissi sem-

Mother Sai luglio-agosto 2006 41


plicemente: “Lei conosce il nome di Swami? È Sathya. Tutto ciò che chiedo è che un
uomo d’affari tratti i suoi clienti in modo leale, con onestà e non cercando di prenderli in
giro. Questo è tutto. Io non le dico di fare pâdanamaskâr o di dar via le cose gratis:
chiedo semplicemente onestà: è chiedere troppo?” L’importanza di tutto questo è che,
vedere Dio negli altri, non significa abbandonare i normali codici di comportamento; signi-
fica che nessuno dovrebbe odiare gli altri. Se qualcuno odia gli altri è come se odiasse
Dio; nessuno deve recare danno volontariamente, in special modo con intento malvagio.
Noi non faremmo del male a Dio, vero? In egual modo non dobbiamo danneggiare gli altri,
perché Dio è in tutti. Per farla breve, vedere Dio in ogni entità significa riconoscere che
Dio è il nucleo di tutte, siano esse animate o inanimate.
Lasciatemi ora spostare per un momento l’attenzione dalla società alla natura. Se l’uomo
vedesse Dio nella natura non taglierebbe gli alberi con noncuranza, non ucciderebbe
spietatamente le balene, non inquinerebbe vergognosamente l’aria e l’acqua, non dan-
neggerebbe senza pensarci l’ecosistema che Egli ha creato per il bene di tutti gli esseri
viventi. La lista può continuare. Ciò a cui vorrei arrivare è che il li¾godbhâvam è vera-
mente una profonda lezione che ci insegna che:

§ l’universo esiste perché il Creatore lo ha espressamente voluto;


§ ogni cosa dell’universo è fondamentalmente divina, anche se vediamo
sconcertanti diversità in superficie;
§ l’uomo deve vivere in armonia con la società e la natura vedendo Dio ovunque;
§ questo non vuol dire che dobbiamo andare in giro a dire: “O serpente, tu sei Dio”,
oppure: “O tigre, tu sei Dio”, e cose simili; questo sarebbe del tutto artificiale.
Dobbiamo amare tutti gli esseri viventi, umani e non, e non dobbiamo volontaria-
mente causar loro il benchè minimo danno; al contrario, se possiamo, dobbiamo
recare aiuito;
§ dobbiamo anche ricordare che, dato che proveniamo da Dio, a Lui siamo destina-
ti a tornare, e prima sarà, meglio sarà;
§ tornare a Dio è possibile soltanto se cerchiamo di purificarci.

Voi ricorderete che quest’anno il tema della Conferenza Mondiale, tenutasi in occasione
del 80º Compleanno di Baba, è stato: Unità, Purezza e Divinità. In termini spiccioli, questo
significa che dobbiamo sentirci uno con tutti gli esseri, non solo del pianeta, ma del cosmo
intero, e che dobbiamo sforzarci di essere puri internamente, ovvero mantenerci a debita
distanza dai nostri nemici di sempre che voi ben conoscete: kâma, krodha ecc. Quando
raggiungiamo questo senso di unità con tutto e siamo puri, possiamo diventare una cosa
sola con Dio e godere di eterna beatitudine. Io non so se siete d’accordo con me, ma è
mia opinione che queste siano lezioni, potremmo forse dire sottili lezioni, che Swami ci dà
attraverso lo straordinario fenomeno divino del li¾godbhâvam.
L’umanità non ha mai visto niente di simile, né siamo certi che, dopo l’avvento dell’Avatâr
›rî Sathya Sai, torni a vederlo. Noi, che abbiamo il privilegio di assistervi, dobbiamo
cercare in ciò un significato più elevato piuttosto che considerarlo un evento raro e
spettacolare. Pensate alla lunga ora di agonia che Swami ha passato; essendo divino,
Swami poteva facilmente far uscire il li¾gam in breve tempo, ma non l’ha fatto. Per

42 Mother Sai luglio-agosto 2006


quale motivo? Perché Egli vuole farci sapere che niente di buono e di bello può essere
creato senza sofferenza e sacrificio. Tutti i bambini sono belli, ma ricordiamo quanta
sofferenza le madri debbano subire per darli alla luce. Sono queste le lezioni che Swami
ci ricorda e ripete. Mi chiedo quanti di noi comprendano che il sacrificio e la purezza
vanno di pari passo. Ricordate la famosa storia di ›iva che beve il veleno? L’essenza di
quella storia consiste nel fatto che, quando le persone si uniscono per fare qualcosa
collettivamente, si generano all’inizio cattive vibrazioni dovute alla malvagità che si na-
sconde tra gli esseri umani. Se si vuole ottenere una qualunque cosa positiva, quelle
vibrazioni devono essere eliminate e questo si può fare solamente con il sacrificio.

Torniamo al mattino di ›ivarâtrî


Vorrei ora proseguire con il resto della cronaca di quell’indimenticabile lunedì mattina.
Nel momento in cui il li¾gam è emerso, il volto di Swami si è illuminato all’istante; Egli lo
ha posto su di un piatto d’argento e ha chiesto la sedia della Sua piccola Toyota con cui ha
poi fatto il giro del Sai Kulwant Hall, tenendo ben in vista il li¾gam d’oro, affinché i devoti
lo vedessero da vicino. Egli ha fatto vari giri dando Beatitudine a tutti.

Swami benedice gli orfani e coloro che se ne prendono cura


Noi pensavamo che, a quel punto, Swami chiedesse l’ârati e la distribuzione del prasâdam,
ma non è stato così: Egli si è recato vicino ai ragazzi della scuola elementare, ha detto loro
qualcosa e subito è arrivata un’automobile Hyundai rossa che era lì pronta. Swami ha
benedetto il signor Paramahamsa che Gliel’ha donata. Bisogna aggiungere che i coniugi
Paramahamsa vivono nell’âµram e servono Baba da molti molti anni prendendosi parti-
colarmente cura dei bambini indigenti e delle loro madri, cui Swami offre protezione da
circa un decennio e per alloggiare i quali ha costruito un intero villaggio. Baba ha parlato
con accenti vibranti di questa coppia di devoti. Essi, dopo aver ricevuto questo onore,
hanno chiamato quei bambini vicino a Swami, che si è lasciato sopraffare dall’Amore
mentre distribuiva dolci e parlava soavemente con loro. È stato un fatto memorabile. Noi
non abbiamo potuto sentire ciò che Egli diceva, perché non c’era microfono, ma abbiamo
capito, dalla reazione di coloro che erano lì vicino, che Baba era molto felice di come
questi bambini si stiano formando da quando sono sotto la Sua protezione. Il signor Anil
Kumar ha poi gentilmente raccontato al grande uditorio alcuni retroscena di tutto l’episo-
dio.
Successivamente gli ex bambini indigenti hanno espresso la loro gratitudine a Swami in
vari modi, compresi dei canti.
Questi canti, composti in stile popolare, evidenziano chiaramente che questi ragazzi ven-
gono davvero dai villaggi. Due di essi hanno poi parlato esprimendo non solo la loro
profonda gratitudine, ma promettendo anche di trascorrere la vita con Swami servendoLo
in ogni modo possibile.

Conclusione
Osservando tutto questo, ho sentito che, tramite questa onorificenza, che è stata inaspet-
tatamente tributata ai signori Paramahamsa, Baba ha dato alla grande folla riunita nel
Sai Kulwant Hall, l’opportunità di osservare come raggiungere coloro che sono in condi-

Mother Sai luglio-agosto 2006 43


zioni di necessità, come dar loro amore e compassione e portare conforto nella loro vita.
È questo un modo molto efficace per essere in sintonia con la società e quindi anche con
il Creatore. Tutta la vita di Swami è una saga di Amore e Compassione, ma, durante
questo ›ivarâtrî, Egli ha dato nuovo significato a tali parole, sottoponendosi a un’estenuante
sofferenza fisica, tesa a dimostrare il ruolo fondamentale del sacrificio. Il risultato di tale
sofferenza è stata la comparsa del li¾gam che ci ha insegnato che, senza il Creatore, non
può esservi alcuna Creazione. Inoltre, essendo venuti in questo mondo in forma umana
per somma grazia divina, dobbiamo approfittare dell’opportunità per servire la società
con amore e compassione. A tal riguardo, ancora una volta, Swami ci ha dato l’esempio
ricordandoci i bambini che Egli ha preso sotto la Sua ala protettrice, accendendo, nella
loro vita, la speranza. Nel complesso è stato un lunedì mattina veramente memorabile,
pieno di vibranti esperienze: da quelle ineffabilmente sublimi, a quelle squisitamente pra-
tiche. Io ne sono stato molto toccato e mi sono sentito elettrizzato dallo straordinario
Messaggio che Swami ci ha comunicato attraverso le Sue sofferenze cui abbiamo assisti-
to per un’ora intera. Per questo ho pensato di dover condividere i miei sentimenti per
darvi almeno un’idea del divino dramma di cui siamo stati testimoni. Vorrei infine citare
un commento che ho udito mentre tornavo nella mia stanza. Due ragazze passeggiavano
parlando tra loro in tamil, che è la mia lingua madre: “Dovevamo proprio assistere a
questa orribile sofferenza?” È effettivamente così e quindi preghiamo che, d’ora in poi,
Bhagavân non sovraccarichi il Suo Corpo e ci conceda la capacità di comprendere e
mettere in pratica l’eccelsa lezione che, con molta sofferenza fisica, quest’anno ci ha
amorevolmente impartito.

(Tratto dalla ML ufficiale del Consiglio Centrale Sathya Sai d’Italia)

44 Mother Sai luglio-agosto 2006


La lampada della Saggezza
(Sensi - Attaccamento)

Una volta, un ricercatore spirituale, che aveva la grande ambizione di conoscere qual-
cosa riguardo al Divino, volle che fosse aperto il suo occhio della saggezza. Si recò in
una grotta dove abitava un guru. Entrando, scorse un lucignolo che, mentre egli pene-
trava ancor più nella grotta, si spense. Al buio si ha paura e il pensiero di Dio si fa molto
intenso. Allora, quel discepolo si mise a recitare a voce alta il mantra “Om Nama­
›ivâya”. Il santo che stava là dentro, udendolo, gli chiese chi fosse.

Favole & Poesie


«Son venuto per cercare la tua grazia», gli rispose il discepolo.
Il grande santo, che si sosteneva esclusivamente con l’aria che respirava nella caverna,
sapeva come leggere nella mente del suo visitatore; gli disse che avrebbe risposto più
tardi alla sua richiesta e gli chiese di andare ad accendere la lampada che si era appena
spenta. Il visitatore prese una scatola di fiammiferi e tentò di accendere la lampada,
senza però riuscirvi. Disse al guru che aveva ormai esaurito tutti i fiammiferi e che,
tuttavia, non era servito a niente.
Il guru, allora, gli chiese di verificare se ci fosse olio nella lampada, ma quando il disce-
polo guardò dentro di essa, non vi trovò che acqua. Il guru gli disse allora di aprire la
lampada, gettar via l’acqua, versarvi l’olio e riprovare ad accenderla. Il discepolo così
fece, ma la lampada non si accendeva ancora. Allora, il guru disse che probabilmente
era bagnato lo stoppino; gli raccomandò di asciugarlo per bene all’aperto e poi di tentare
nuovamente l’accensione. Questa volta il discepolo ci riuscì. A quel punto, volle ricorda-
re al guru il motivo e la necessità che l’aveva spinto da lui. Il guru, sorpreso, disse che
era stata fornita la risposta appropriata per ogni occasione. Il visitatore, riconoscendo la
propria ignoranza e scusandosene, disse che non era in grado di capire il significato
dell’insegnamento e chiese al guru di spiegarglielo in termini più semplici. Il guru allora
disse: «Nel vaso del tuo cuore c’è lo stoppino della tua anima. Quello stoppino è rimasto
immerso per tutto questo tempo nell’acqua dei desideri dei sensi, ed è per questo che
non riesci ad accendere la lampada della saggezza. Togli tutta l’acqua dei desideri dal
vaso del tuo cuore e riempilo con la ripetizione incessante del nome di Dio. Prendi lo
stoppino dell’anima e asciugalo al sole del distacco; strizzane tutta l’acqua presente
sotto forma di desideri e metti nel cuore l’olio della devozione o della ripetizione del
nome di Dio. Allora potrai accendere la lampada della Saggezza.»

(Tratto da “Chinna Khata” vol. 1)

Mother Sai luglio-agosto 2006 45


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La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), II vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), III vol.
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Vita di Sai Baba vol 5°

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Sai Baba
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