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Sommario

03 Discorso Divino 06 05 ’06 L’immenso potere dell’amore materno.


10 Discorso Divino 18 05 ’02 Vero amore fraterno.
20 A lume di Candela
21 Amore in Azione Un incontro nazionale all’insegna della gioia.
22 Domande & Risposte Un’intervista ad Anil Kumar.
26 Sotto la Veranda L’importanza di servire con il giusto spirito.
28 Discorso Divino 01 01 ’01 Buoni pensieri per un buon anno.
36 Zoom “Amore Liquido”.
39 Report Gurupûr²imâ 2006 e altri eventi memorabili
44 Favole & Poesie L’ascesi di Sabarî.
46 Occhio al libro

MOTHER SAI PUBLICATIONS


Sathya Sai Books and Publications of Italy
Tutti i diritti sono riservati
Anno XVIII n.5(111) settembre-ottobre 2006
Direttore responsabile: Giorgio Piccaia
sede:Viale Duca d’Aosta n.15 - 21052 Busto Arsizio
periodico bimestrale-autorizz. tribun.di Busto Arsizio N. 08/01 del 04/07/2001

Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India.

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Discorso 06-05-2006

L’immenso potere
dell’amore materno
“Quando l’uomo nasce del Signore del Kailâsa.
dal ventre della madre, Sapete perché
non ha ghirlande attorno al collo. vi è stata concessa la mente?
Non presenta gioielli fatti di perle, Per gironzolare per stradine e vicoli?
né scintillanti ornamenti d’oro No, no! La mente vi è stata donata
e neppure collane tempestate di gemme per sperimentare la beatitudine,
preziose come smeraldi e diamanti. meditando sulla bellissima Forma
C’è però una pesante ghirlanda e sul Nome di Dio.
attorno al suo collo:
quella che crea Brahmâ, infilando tutte Dovete quindi fare una profonda riflessio-
le conseguenze delle ne su che cosa sia bene o male, e agire in
sue azioni passate, base a ciò. Nessuno può sfuggire alle con-
ponendogliela al collo seguenze delle proprie azioni.
al momento della nascita.” Chiunque sia nato in questo mondo deve
sperimentare sia il bene sia il male. Alcu-
Incarnazioni dell’Amore! ne anime nobili comprendono questa veri-
Ciò che oggi dobbiamo comprendere è che tà, sperimentano la beatitudine di conser-
nasciamo con una ghirlanda karmica attor- vare nella loro mente, come un tesoro, ciò
no al collo. che è buono e ignorano tutto quanto non lo
Brahmâ infila ogni nostra singola azione, è. Talvolta, guardando cose o persone ne-
buona o cattiva che sia, per farne una pe- gative, la vostra visione si inquina. In si-
sante ghirlanda. Pertanto, prima di compie- tuazioni simili, dovreste immediatamente
re qualunque azione, dobbiamo chiederci mettervi in guardia e rammentarvi che gli
se sia buona o cattiva. occhi vi sono stati concessi per avere la
visione delle anime nobili e non già per
Usare i sensi in modo sacro guardare ogni genere di persone attorno a
Per le nostre buone azioni c’è sempre una voi. Alcuni indulgono in conversazioni
ricompensa, che vi aspiriamo o no. Allo malevole e criticano gli altri. CRITICARE IL
stesso modo, non possiamo sfuggire alle PROSSIMO È IL PEGGIORE DEI PECCATI. INVE-
perniciose conseguenze che sorgono da CE DI GIUDICARE GLI ALTRI, DEPLORATE LE
tutto ciò che di male vediamo, pensiamo, VOSTRE QUALITÀ NEGATIVE. COME POTETE
udiamo, esprimiamo e compiamo. ACQUISTARE MERITO SE CRITICATE GLI AL-
TRI? Otterrete, al contrario, solo peccato.
Conoscete lo scopo per il quale Il mondo ha acquistato il nome prapañca,
vi sono stati dati gli occhi? poiché esso è la manifestazione dei
Per guardare, forse, pañcabhûta (i cinque elementi). L’uomo,
tutto ciò che incontrate? oggi, li sta usando in maniera distorta, pen-
No, no! Siete dotati di occhi sando che sia del tutto naturale per lui sfrut-
per poter avere la visione tarli a suo massimo vantaggio. Ciò, inve-

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Discorso 06-05-2006
ce, è totalmente innaturale ed empio. Po- Pertanto, la vera Umanità consiste nel tra-
trebbe sembrare cosa buona e naturale in scendere mâyâ e seguire il retto sentiero.
un primo momento, ma, in seguito, egli L’uomo non è nuovo a questo mondo: egli
dovrà affrontare difficoltà insormontabili. è antico e vi è giunto molte volte in prece-
Questi cinque elementi sono presenti in ogni denza. È una sventura che debba ancora
essere umano sotto forma delle qualità comprendere il vero senso della vita uma-
sensoriali di µabda, sparµa, rûpa, rasa, e na nonostante abbia sperimentato un gran
gandha (il suono, il tatto, la forma, il sapo- numero di nascite umane. Egli passa tutta
re e l’odore). LA VOSTRA VITA SARÀ REDEN- la vita a mangiare, bere, dormire e a goder-
TA SOLO QUANDO FARETE USO ADEGUATO DEI si i piaceri mondani. È forse questo lo sco-
CINQUE SENSI E DEI CINQUE ELEMENTI. NON po della vita? Anche gli uccelli e le altre
USATE MAI I SENSI IN MODO SACRILEGO. Oggi bestie fanno la stessa cosa. Dunque, su
le persone si dilettano ad assistere a cose quali basi l’uomo può considerarsi supe-
empie. Sono tutt’orecchi quando qualcuno riore agli animali? SE COMBATTETE I VOSTRI
indulge in vani pettegolezzi e discorsi male- SIMILI E FATE LORO DEL MALE, IL VOSTRO
voli. Non tendete mai l’orecchio a discorsi COMPORTAMENTO NON SARÀ MIGLIORE DI
negativi, né fatevi trascinare da essi. Dio vi QUELLO DEGLI ANIMALI SELVATICI; CIÒ NON
ha benedetto con due occhi e due orecchie, PUÒ DEFINIRSI COMPORTAMENTO UMANO. Non
affinché possiate vedere la Sua bellissima ritenete gli altri responsabili delle vostre sof-
Forma e ascoltare il Suo dolce e sacro ferenze, puntando un dito accusatore con-
Nome. Solo quando aderite a questi princìpi tro di loro.
potete vivere come veri esseri umani. La
nascita umana è altamente sacra. Gli studenti e i nobili ideali
della cultura indiana
Jantunâm nara Incarnazione dell’Amore!
janma durlabham Quando nascete dal ventre di vostra madre
Fra tutti gli esseri viventi, siete liberi dall’illusione, ma, una volta cre-
la nascita come esseri umani è la più rara. sciuti, ne siete sopraffatti. Anche i vostri
desideri aumentano e voi dovreste eserci-
Essa è stata definita rara e preziosa per- tare controllo su di essi; nella vita, infatti,
ché, in essa, potete compiere azioni sacre. dovrebbe esserci un limite a tutto. Invece
Se però non santificate i vostri cinque sen- l’uomo moderno vive la propria esistenza
si e non fate uso adeguato dei cinque ele- senza porsi alcuna limitazione. Il mondo
menti, la vostra vita come esseri umani odierno ha fornito all’uomo numerosi nuovi
mancherà di sacralità e sarà priva di senso. sistemi per rendergli la vita più conforte-
A che serve una vita simile? È, infatti, una vole. Essi lo hanno sicuramente facilitato
morte vivente. È dunque davvero essenzia- garantendogli più agi, ma, al tempo stesso,
le, per i ragazzi e le ragazze, e anche per le tutto ciò lo sta avviando verso un sentiero
persone adulte, seguire il retto sentiero e profano e sacrilego. VI SARETE CERTAMEN-
far buon uso dei cinque sensi. TE ACCORTI CHE, POSSEDERE UN TELEFONO
La vita umana è sommamente sacra. Che CELLULARE, È DIVENTATA PER I GIOVANI
significato ha il termine mânava (essere ODIERNI UNA VERA OSSESSIONE.
umano)? Mâ significa “mâyâ”(illusione), Persino il governo incoraggia l’uso di que-
na “senza”, va “vartincuta” (comportarsi). sti “telefonini”, dato che viene ritenuto il

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Discorso 06-05-2006
mezzo di comunicazione più conveniente. Bhârat si è stagliata come la luce di un faro
Nessuno però indaga circa gli effetti nega- che ha illuminato il sentiero della redenzio-
tivi che essi esercitano sugli studenti. Una ne per la gente del mondo. Di questi tempi,
volta in possesso di un cellulare, si può però, gli stessi capi non conoscono la no-
parlare con chiunque, ovunque e in qualsi- stra gloriosa cultura. Bhârat è la terra na-
asi momento. Quando ai giovani viene data tale di uomini e donne assai virtuosi che
questa libertà, essi tendono a farne cattivo compirono grandi sacrifici per tenere alta
uso, rovinando se stessi. Anche bravi gio- tale antica cultura. Questa è la terra in cui
vani vengono attratti sulla strada sbagliata regnò il nobile re Hariµcandra, che consi-
a causa dell’uso del cellulare. Se non indi- derò la verità alla stregua del proprio re-
rizzerete gli studenti verso il giusto cam- spiro vitale. Questa è la terra che dette i
mino e non inculcherete in essi le virtù, natali a Sîtâ, che dette prova della propria
questi strumenti e mezzi di “comfort” ro- castità uscendo illesa da un fuoco divam-
vineranno sicuramente la loro mente ed essi pante. LA GENTE D’OGGI HA DIMENTICATO
commetteranno gravi errori. Ci vorrà poi GLI IDEALI ESEMPLIFICATI DA DONNE NOBILI
un bel po’ di tempo perché possano cor- E VIRTUOSE COME DRAUPADÎ, SÂVITRÎ E
reggere i loro sbagli e incamminarsi sul DAMAYANTÎ, LE QUALI DIMOSTRARONO CHE
sentiero che porta a Dio. LE DONNE NON SONO IN ALCUN MODO INFE-
Gli studenti odierni sono molto intelligen- RIORI AGLI UOMINI IN TERMINI DI CORAGGIO,
ti e questa loro intelligenza dovrebbe esse- DETERMINAZIONE E FORZA. Non si dovrebbe-
re adeguatamente canalizzata. Essi dovreb- ro dunque mai disprezzare le donne; esse
bero comprendere a fondo che cosa è im- sono dotate di infinito potere divino.
portante per loro nella vita: è questo il
genere di educazione che dobbiamo impar- In questo sacro Paese di Bhârat,
tire. A CAUSA, TUTTAVIA, DELL’INFLUENZA la vera bellezza è la tolleranza.
DELLA CULTURA OCCIDENTALE, GLI STUDENTI Il dolcissimo sentimento di questo Paese
RICEVONO UN’EDUCAZIONE NON ADEGUATA è quello d’amore verso la propria madre.
ALLA LORO VITA. INFLUENZATI COME SONO
DALLA CULTURA OCCIDENTALE, IN LORO SI A questo mondo, non esiste amore più gran-
STANNO FACENDO STRADA DESIDERI ILLIMITA- de dell’amore materno: esso è intriso d’im-
TI, RELAZIONI INUTILI ED ESSI STANNO SCA- menso potere. Tuttavia, tale sacro princi-
VALCANDO I LIMITI DELLA DECENZA. La cul- pio dell’amore materno viene oggi trascu-
tura indiana è sommamente sacra e nobile. rato, e le madri vengono trattate come ser-
Essa ha palesato alti ideali che il resto del ve. Quando i genitori diventano vecchi,
mondo deve emulare. Purtroppo gli Indiani dovrebbero essere accuditi con amore e
hanno dimenticato la propria cultura e sono premura; invece vengono mandati in case
diventati succubi di quella occidentale. Le per anziani. Chi tratta male i propri genito-
differenze da rispettare fra uomo e donna, ri è destinato a subire lo stesso destino per
per quanto riguarda i rispettivi comporta- mano dei suoi figli.
menti, sono cadute completamente nel-
l’oblio. La storia di Bhârat (l’India) è zep- Yad bhavam tad bhavati
pa di esempi di donne che hanno dato pro- Come è il sentimento, così è il risultato.
va di grandi ideali.
Da tempo immemorabile, la cultura di Quali che siano le azioni che compite, esse

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Discorso 06-05-2006
vi torneranno indietro come reazione, rifles- La medesima scintilla divina è presente in
so e risonanza. tutti. Dal momento che Dio afferma che
Amate vostra madre: sarete allora amati da voi siete parte del Suo Essere, non dovre-
tutti. Come è il seme, così sarà la pianta. ste forse coltivare qualità divine? Non do-
Quindi, per prima cosa, alimentate amore vreste comportarvi come esseri divini? Tutti
sacro e altruistico. coloro che sono nati in questo mondo sono
Quando, fra le persone, ci sarà amore reci- aspetti del Divino. Considerando divino
proco, tutto il mondo si riempirà d’amore. ogni essere, offritegli la vostra sentita de-
Non macchiate, però, il vostro amore di ferenza. In ciò non vi è nulla di sbagliato.
egoismo e interesse personale. Se volete avere il rispetto degli altri, do-
vrete voi per primi rispettarli. Dovreste
L’Amore, qualità suprema dell’essere amare tutti: solo in questo modo la vostra
umano vita diventerà per gli altri un fulgido esem-
Tutto, a questo mondo, è soggetto al cam- pio da emulare. La vita umana è somma-
biamento eccetto la Verità. Nulla al mondo mente sacra. Il Principio dell’Amore,
può cambiarla. L’Umanità autentica è sor- immanente nell’uomo, è infinito. Nessuno
retta dai due princìpi gemelli dell’Amore e può descrivere il potere dell’Amore: è im-
della Verità. Entrambi sono indispensabili a possibile. L’amore terreno, invece, è limi-
far fiorire l’Umanità. Le persone devono tato e decresce col passare del tempo. Pren-
aprire gli occhi e prendere atto di questo dete, ad esempio, il caso di una coppia spo-
fatto; ma esse, oggi, hanno acquisito ristret- sata da poco. Durante la prima settimana
tezza mentale, mentre dovrebbero aprire la di matrimonio, il marito non riesce a sop-
mente e darsi da fare per il bene della so- portare di separarsi dalla moglie neppure
cietà e della nazione nel suo insieme. per un istante. Se capita che egli scorga una
Le lampadine possono avere misure e for- spina per strada, per paura che la moglie
me diverse, ma la corrente elettrica che le possa pungersi un piede, la tirerà,
attraversa è la medesima. I corpi fisici rap- trepidante, immediatamente da parte. A un
presentano le lampadine, mentre, il potere mese dal matrimonio, se vedrà una spina,
atmico, la corrente che le illumina. Qui ci dirà semplicemente alla moglie di fare at-
sono diverse lampadine che illuminano tenzione e, sei mesi dopo il matrimonio, se
questo luogo, ma, se si spegne l’interrutto- si presenterà la stessa situazione, le gride-
re centrale, la luce scomparirà da tutte le rà: “Ma hai gli occhi? Non vedi che c’è
lampadine. ALLO STESSO MODO, SE SI RE- una spina?”
CEDESSE DAL PRINCIPIO DIVINO, TUTTI GLI È questo il modo in cui l’amore terreno
ESSERI SI SVUOTEREBBERO DI VITA. subisce dei cambiamenti. A CAUSA DELL’IN-
K©¹²a, nella Bhagavad Gîtâ, dichiara la FLUENZA DEI TEMPI MODERNI, LA SITUAZIONE
stessa Verità: È DIVENTATA TALE CHE LE COPPIE SPOSATE
RICORRONO ANCHE AL DIVORZIO. IN PASSATO,
Mamaivâ¼µo jîvaloke INVECE, LE PERSONE NON POSSEDEVANO UNA
jîvabhûta sanâtana­ MENTE TANTO VOLUBILE: L’AMORE RECIPRO-
“Tutti gli esseri, nella creazione, CO ERA SALDO DALL’INIZIO ALLA FINE.
sono manifestazioni di un frammento L’Amore stabile e immutabile è vero Âtma
di Me Stesso.” Prema (Amore Divino), mentre l’amore
terreno è solo deha prema (amore fisico).

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Discorso 06-05-2006
Esso è macchiato dai desideri e dall’attac- cultura altrui, ma aderite alla vostra e alle
camento corporeo. L’amore legato ai desi- vostre tradizioni. Non cambiate la vostra
deri è simile a una nuvola passeggera; solo cultura per assecondare i vostri capricci e
l’Amore Divino è eterno. Perché rinuncia- le vostre fantasie.
re all’Amore eterno e spasimare per il fu- Incarnazioni del Divino Âtma! Incarnazioni
gace amore fisico? dell’Amore!
Persino gli anziani e i genitori non riesco- L’Amore è la vera qualità umana: conside-
no a guidare i bambini sul retto sentiero. ratelo come il vostro stesso respiro vitale.
Di fatto, gli stessi anziani subiscono l’in- NON NUTRIRE AMORE EQUIVALE A NON AVERE
fluenza dei tempi moderni più dei giovani. VITA. Considerate l’amore come il fonda-
Gli anziani non riescono a offrire degli ide- mento della vostra vita e seguite il sentiero
ali ai giovani, e questi ultimi non si danno della verità: allora, non solo la vostra esi-
da fare per ottenere una trasformazione. stenza troverà compimento, ma raggiunge-
Affermano i Veda: rete anche la purezza e in ultimo la Divini-
tà.
Mât© devo bhava Ovunque siate, in qualunque situazione vi
pit© devo bhava troviate, non deviate mai dal sentiero del-
âcârya devo bhava l’amore e della verità.
atithi devo bhava Evitate di falsare la verità per soddisfare i
“Considera la madre come Dio, vostri desideri. Quando dite: “Voglio que-
considera il padre come Dio, sto”, date espressione a dei desideri
considera il maestro come Dio, coercitivi. TROVERETE SODDISFAZIONE NEL-
considera l’ospite come Dio.” LA VITA SE ACCETTERETE TUTTO CIÒ CHE LA
NATURA HA DA OFFRIRVI. PER CONTRO, SE
Oggi, però, non siamo in presenza di tali TRASGREDIRETE LE LEGGI DELLA NATURA PER
rispetto e amore dei figli verso i genitori. ASSECONDARE I VOSTRI DESIDERI, SARETE FAU-
Così facendo, essi perdono anche la loro TORI DELLA VOSTRA ROVINA. Accantonate
Umanità. antipatie e simpatie.
L’uomo è dotato di puro intelletto e del
senso della discriminazione. Chi usa il pro- Assecondare i nobili desideri
prio intelletto nel modo giusto è un vero della propria madre
essere umano. FARSI TRASCINARE DALLE Nascete dal ventre di vostra madre e, per-
TENDENZE DEL TEMPO IN NOME DEL tanto, dovreste esprimerle gratitudine e far-
MODERNISMO È SEGNO DI STOLTEZZA. vi, per lei, un buon nome.
Solo quando c’è trasformazione a livello In un villaggio nei pressi della città di
individuale potrà avvenire una trasforma- Kolkata, viveva, assieme alla madre, una
zione a livello nazionale. Il progresso di nobile anima di nome εvaracandra
una nazione dipende dal carattere dei suoi Vidyâsâgar. Essi erano molto poveri. La
uomini e delle sue donne. Oggi, tuttavia, i madre era solita fare lavori occasionali per
Bhâratîya (gli Indiani) hanno dimenticato ottenere magri introiti, e non avevano nep-
l’Umanità e stanno provando a imitare la pure cibo sufficiente da mangiare. La don-
cultura occidentale. Non è la cosa giusta na cucinava un roti (pane), ne dava metà al
da fare. Voi avete una cultura che vi appar- figlio e teneva per sé l’altra parte. Talvolta
tiene ed essi hanno la loro: non imitate la pativa la fame, dando al figlio tutto quel

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po’ di cibo che riusciva a preparare. La per i bambini. Ma la mancanza di strutture
notte, Vidyâsâgar soleva studiare alla luce mediche mi procura angoscia. Ti prego, fai
dei lampioni di strada, dato che in casa non edificare qui anche un piccolo ospedale!”
potevano neppure permettersi una lampa- Così, per soddisfare quest’ultimo deside-
da. Lavorando alacremente giorno e notte, rio, egli fece costruire l’ospedale. La ma-
riuscì a superare gli esami. Dapprima, ot- dre ne fu pienamente appagata e fu solo
tenne un lavoretto e lo stipendio che gua- allora ch’ella indossò il bianco sari nuovo
dagnava fu sufficiente per farli vivere en- che il figlio le aveva comprato.
trambi dignitosamente. Un giorno, la ma- Poco per volta, il nome e la fama di
dre si stava preparando per andare a una Vidyâsâgar si diffusero in lungo e in largo,
fiera e Vidyâsâgar si rammaricò nel veder- e migliaia di persone cominciarono a riu-
la indossare un vecchio sari. Quindi le dis- nirsi per ascoltare i suoi discorsi.
se: “Madre, dato che oggi è un giorno di fe- (Swami, a questo punto, ha narrato un fa-
sta, tutti indossano abiti nuovi. Perché non moso episodio relativo alla vita di
dovresti metterne uno nuovo anche tu?” Vidyâsâgar, in cui si racconta come egli
Ciò detto, andò al bazar, comprò un sari avesse portato la valigia di un funzionario
bianco e disse alla madre di indossarlo. del Servizio Civile Indiano fino al luogo in
Essa, però, gli disse: “Figliolo! Io ho tre cui lo stesso Vidyâsâgar doveva tenere una
desideri. Metterò questo nuovo sari solo conferenza, impartendo a quell’uomo una
dopo che saranno stati esauditi. lezione di fiducia in sé e umiltà – N.d.T.).
Dopo qualche tempo, Vidyâsâgar ottenne Vidyâsâgar realizzò tutti e tre i desideri di
una promozione nel lavoro e quindi il suo sua madre. Anche Sathya Sai esaudì i desi-
stipendio aumentò. Un giorno, avvicinato- deri di Sua madre. (Scroscianti applausi).
si alla madre, le chiese di esprimere i suoi Una volta, sorpresi madre εvarâmmâ in
desideri. Ella così rispose: “Figliolo, i bam- atteggiamento alquanto pensoso e gliene
bini del nostro villaggio, per frequentare chiesi ragione. Ella rispose: “Swami, mi
la scuola, si recano nella città vicina. Io addolora vedere i bimbetti del nostro vil-
soffro nel vederli percorrere distanze tanto laggio percorrere a piedi tutta la strada fino
lunghe portando in spalla pesanti carichi a Bukkapatnam per raggiungere la scuola.
di libri. Ti prego, dunque: fai costruire una Ti prego, fai costruire una piccola scuola
piccola scuola nel nostro villaggio!” Così, nel nostro villaggio!” Per esaudire il suo
per accontentarla, Vidyâsâgar fondò una desiderio feci costruire una piccola scuola
scuola nel villaggio, poi le chiese: “Ma- a Puttaparthi. Dopo qualche tempo, ella
dre, sei contenta ora?” Ella, allora, gli do- disse: “Swami, le persone del nostro vil-
mandò: “Figliolo, ho altri due desideri. Mi laggio sono assai povere e non possono
addolora vedere le donne coprire lunghe pagare le spese sanitarie ai medici di
distanze per andare a prendere l’acqua. Bukkapatnam, dove sono costrette a recar-
Sarei felice se tu facessi scavare un pozzo si anche per lievi malanni. Perciò, Ti pre-
nel nostro villaggio.” go, fai costruire nel nostro villaggio un pic-
Vidyâsâgar, immediatamente, fece scava- colo ospedale!” Così, lo feci costruire. Il
re un pozzo, esaudendo il desiderio della suo terzo desiderio riguardava la fornitura
madre. Dopo qualche tempo, ella gli disse di acqua potabile al villaggio. Ella rimarcò
ancora: “Figliolo, hai fornito acqua al vil- che le donne dovevano sopportare gravi
laggio e anche fatto costruire una scuola disagi per andare ad attingere acqua dal fiu-

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Discorso 06-05-2006
me Citrâvatî che era quasi in secca. Per prossimo soffre, dategli conforto. Aiutate-
esaudire il suo desiderio, fornii di acqua lo per quanto vi è possibile e fatelo felice.
potabile non solo Puttaparthi, ma anche i Questo è quanto Mi aspetto che oggi impa-
villaggi vicini. La piccola scuola che fon- riate.
dai è ora una grande università e il piccolo In occasione del “Giorno di εvarâmmâ”,
ospedale che feci costruire è diventato un esorto tutti voi a mettere in pratica questi
ospedale di alta specializzazione. tre princìpi di servizio, a sperimentare la
MADRE εVARÂMM VERSÒ LACRIME DI GIO- beatitudine e a dividerla con tutti.
IA QUANDO VIDE CHE I SUOI DESIDERI AVEVA-
NO TROVATO UNA SUPERBA REALIZZAZIONE. (Baba ha concluso il Suo Divino Discorso con
ELLA VISSE IN LETIZIA E IN MODO SEMPLICE il bhajan: “Hari bhajana binâ sukha µânti
ED ESALÒ SERENAMENTE L’ULTIMO RESPIRO. nahî…”).
È dovere primario dei figli esaudire i desi-
deri della propria madre e renderla felice. Brindavan (Whitefield), 6 maggio 2006,
Servite gli altri per quanto vi è possibile. Sai Kulwant Hall,
Non dovete intraprendere attività di servi- Giorno di εvarâmmâ
zio che oltrepassino i vostri mezzi e le vo-
(Tratto da SANÂTANA SÂRATHI, giugno 2006)
stre capacità. Se vi accorgete che il vostro

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Discorso 18-05-2002

Vero amore fraterno


“Senza egotismo ci sarà amabilità. giovani, si sentirono da loro attratti come
senza ira non ci sarà dolore. da una potente calamita. Tutte le donne che
Senza desiderio ci sarà ricchezza. stavano lavorando in casa, uscirono per
Senza cupidigia ci sarà felicità.” ammirarli. I bambini che studiavano a scuo-
la, corsero fuori dalle loro classi. Tutta la
Incarnazioni del Divino Amore! gente fissava incantata i due fratelli, senza
Finché l’uomo nutre in sé egotismo, nessu- neppure un battito di ciglia.
no lo amerà; se indugia nell’ira e nell’egoi- “Oh, che meraviglia, che bellezza è que-
smo, a nessuno, neppure alla moglie e ai sta! Essi risplendono come il sole e la luna!
figli, piacerà conversare con lui. Finché la Da dove provengono? Perché sono venuti
collera è in lui, non otterrà la felicità. FIN- qua? Chi sono?” Tutti si ponevano tali do-
CHÉ ESISTONO DESIDERI ILLIMITATI, LA MEN- mande, ma nessuno era in grado di fornire
TE NON POTRÀ ESSERE CONTROLLATA. Il gior- una risposta adeguata.
no in cui l’uomo avrà allontanato l’avidità, Era presente una donna che disse alle al-
potrà conseguire ogni gioia. tre: “Io sono nata ad Ayodhyâ, ma sono
venuta a vivere a Mithilâ perché mi sono
L’arrivo a Mithilâ sposata qui. Râma e Lak¹ma²a sono i figli
L’episodio del Râmâya²a, di cui parlere- del re Daµaratha; essi incantano e attrag-
mo oggi, è molto caro a tutte le donne. gono gli occhi di tutti, anche quando s’aggi-
Râma e Lak¹ma²a, insieme con il Saggio rano per le strade di Ayodhyâ.” La donna
Viµvâmitra, si trasferirono da Ayodhyâ alla raccontò, quindi, tutto quel che sapeva cir-
città di Mithilâ. ca i loro genitori, la città dove vivevano, e
Dopo che Râma aveva spezzato l’arco di la grande attrattiva esercitata dai due ra-
›iva e conquistato la mano di Sîtâ, il re gazzi.
Janaka, dovendo celebrare il matrimonio dei Nonostante ci fosse molta gente, Râma e
due giovani, inviò un messaggio a Lak¹ma²a non sollevarono mai il capo; te-
Daµaratha, invitandolo a recarsi a Mithilâ nevano la testa china e gli occhi abbassati.
per le nozze; per giungervi ci volevano ben Alcune donne dissero: “Non è il momento
quattro giorni di viaggio. adatto: non guardano nella nostra direzio-
Râma apprese che Suo padre, i due fratelli ne; il loro sguardo non è rivolto verso di
minori e le regine madri sarebbero giunti a noi.” Allora gettarono dei petali di fiori lun-
Mithilâ quella sera stessa. Lak¹ma²a andò go il loro cammino, nella speranza che i due
allora dal precettore Viµvâmitra e gli chie- giovani dessero loro almeno un’occhiata.
se: “Swami, i nostri genitori sono in arrivo; Le donne fecero di tutto per catturare un
se ci accordi il tuo permesso, in questa gior- loro sguardo; alcune persone offrirono per-
nata che ci resta, vorremmo visitare la cit- sino l’ârati, la fiamma della canfora, ma
tà di Mithilâ.” Viµvâmitra acconsentì. Râma e Lak¹ma²a non guardarono nes-
Entrambi s’incamminarono per le vie della suno. A QUEI TEMPI, I GIOVANI AVEVANO UNA
città. Non appena i cittadini videro i due VISIONE SACRA, E NESSUNO A QUELL’ETÀ AVE-

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Discorso 18-05-2002
VA L’ABITUDINE DI GUARDARE LE DONNE. Viµvâmitra non sapeva perché Lak¹ma²a
Dopo aver visitato il paese, essi fecero ri- si comportasse in quel modo; perciò gli chie-
torno a casa; nel frattempo anche i genitori se: “Lak¹ma²a, che cosa stai facendo? Che
e i fratelli erano arrivati a Mithilâ. Quando succede?” Lak¹ma²a, chinando il capo,
i quattro fratelli furono nuovamente riuniti, rispose: “Sto soltanto aiutando il mio riveri-
essi irradiavano splendore come la luna in to fratello maggiore.” Infatti, Lak¹ma²a,
mezzo alle stelle. Vedendoli, potendo am- esercitando quella forte pressione a terra,
mirare la loro bellezza, osservando il loro bilanciava l’enorme peso dell’arco di ›iva.
comportamento irreprensibile, tutti i citta- C’ERA COSÌ TANTO AMORE FRA DI LORO!
dini di Mithilâ furono colti da rapita meravi- SOLO A QUEI TEMPI UN FRATELLO DESIDERA-
glia. VA CHE L’ALTRO RIUSCISSE VITTORIOSO.
Una volta, mentre i ragazzi stavano giocan-
L’arco di ›iva do insieme, Bharata andò a sedersi sulle
L’arco di ›iva doveva essere sollevato; ginocchia di Kauµalyâ e si mise a piange-
perciò il secondo giorno venne convocata re. Allora, la regina madre gli chiese: “Fi-
una grande assemblea, cui parteciparono glio caro, perché piangi? Tuo fratello mag-
Râva²a e i suoi fratelli, i re più famosi e i giore ti ha forse sgridato o picchiato?”
più valorosi. Bharata rispose: “Madre, i miei fratelli non
La moglie del re Janaka, Sunetra Devî, os- mi sgridano né mi picchiano; essi mi ama-
servava gli avvenimenti da dietro una ten- no. Tuttavia, Râma è sempre dell’idea che
da. “I ragazzi che sono arrivati qui eserci- io debba vincere ed Egli perdere. Per quanti
tano un’immensa attrattiva, possiedono mi- sforzi faccia per farLo vincere, Râma per-
rabili virtù e straordinaria bellezza; sarebbe de e lascia vincere me.” Infatti, Râma si
bene dare moglie a uno di loro. Il re Janaka era fermamente proposto: “Il fratello più
sembra impazzito. Perché mai avrà stabili- piccolo deve vincere e Io devo perdere.”
to di dare Sîtâ in moglie soltanto a chi è in Tutti i fratelli dicevano la stessa cosa: “Ma-
grado di sollevare l’arco di ›iva? Uomini dre, per far vincere noi, Râma perde sem-
forti, valorosi e coraggiosi si sono qui riuni- pre, e fa di tutto perché avvenga così.”
ti. Com’è possibile che questi ragazzi fac- Râma sapeva bene che il maggiore può
ciano quello che quei valorosi re non rie- avere gioia solo quando i fratelli più piccoli
scono a compiere? Sembrano dei giovani vincono e sono felici. Perciò, il maggiore
molto delicati: come potranno sollevare un desiderava soltanto educare i fratelli mino-
peso di tal entità?” Mentre faceva questi ri, pur andando incontro a difficoltà.
commenti con le sue compagne, Sunetra
dentro di sé soffriva. Il Proposito Divino
Accadde, tuttavia, che nessuno dei conve- Râma tese l’arco di ›iva, e alla fine lo spez-
nuti riuscisse a sollevare l’arco di ›iva. zò. Le acclamazioni e gli applausi giunsero
Allora, Viµvâmitra mandò Râma. Egli aprì fino al cielo. “Questo ragazzo, così giova-
la cassa contenente l’arco, mentre tutti i ne, ha spezzato l’arco di ›iva! Anche se ci
presenti si muovevano agitati sulle loro se- fossero state migliaia di persone, non sa-
die. rebbero riuscite a sollevarlo; furono impie-
Soltanto Lak¹ma²a si alzò in piedi, e con gati addirittura alcuni elefanti per trascina-
una gamba cominciò a premere il terreno, re la cassa contenente l’arco. Come ha
esercitandovi una gran pressione. Persino potuto Râma sollevare un arco così pesan-

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Discorso 18-05-2002
te e poi tenderlo?” Questa sorprendente Condotta irreprensibile
notizia si divulgò in breve in tutta la città di I quattro fratelli si sedettero in attesa che
Mithilâ. venisse celebrato il matrimonio, ma non
Non solo la notizia venne diffusa, ma il re guardarono nessuno. Oggi, invece, la spo-
Janaka immediatamente organizzò tutti i sa e lo sposo chiacchierano e ridono fra
preparativi per il matrimonio. Janaka ave- loro, e si verificano anche tante altre alte-
va due figlie, Sîtâ e Ûrmilâ, ma anche il fra- razioni.
tello più giovane di Janaka, il re Râma, Lak¹ma²a, Bharata, ›atrughna,
Kuµadhvaja, aveva due figlie. Le quattro Sîtâ, Ûrmilâ, Mândavi e ›rutakîrti teneva-
ragazze erano quattro gioielli, e risplende- no la testa china, senza guardare in faccia
vano come il sole e la luna. nessuno. Essi sparsero il riso benedetto, e
Pensando alle due ragazze ancora da spo- seguirono attentamente le istruzioni dei sa-
sare, il precettore Vaµi¹ºa si avvicinò a cerdoti. A quei tempi c’era gran rispetto,
Kuµadhvaja e gli disse: “So che hai due moralità e contegno.
figlie. Da’ queste due ragazze in moglie a SI È RESO NECESSARIO CHE VI DICESSI TUTTO
Bharata e ›atrughna.” Nessuno sapeva di CIÒ, PER RIVELARVI QUANTO GRANDI FOSSE-
questo progetto; neppure Janaka ne era a RO I VALORI A QUEI TEMPI.
conoscenza. Kuµadhvaja accettò imme- Janaka, che si trovava accanto a Râma, Gli
diatamente, e comunicò la notizia al fratel- disse: “Râma, ecco Sîtâ, ecco mia figlia
lo maggiore: Janaka versò lacrime di gioia. Sîtâ!” Râma, tuttavia, non le rivolse lo
Il re fece preparare le quattro ragazze e le sguardo. Janaka Gli disse di guardarla, ma
condusse sul palco. Quando i quattro fra- Râma non lo fece, e il re ci rimase male.
telli furono insieme alle quattro sorelle, sem- Egli, in ogni caso, non la guardò. Perché?
brava che l’intera città di Mithilâ s’illumi- Secondo l’usanza del tempo, gli sposi pote-
nasse. Nessuno poteva descrivere la feli- vano guardarsi la prima volta solo dopo aver
cità che esse provarono, perché avevano legato il sacro cordone nuziale (corrispon-
avuto davvero una gran fortuna. Inizialmen- dente allo scambio degli anelli – N.d.T.),
te, tutti pensavano che doveva essere ce- ma, fino a quel momento, non era consenti-
lebrato solo il matrimonio di Sîtâ, ma alla to guardarsi.
fine anche le altre tre ragazze, la sorella di Essi osservarono così queste rigide regole.
Sîtâ e le due cugine, convolarono a nozze, Una simile disciplina non sarà più
perché tale era il disegno di Dio. SE DIO SI riscontrabile né oggi né domani; nessuno
PREFIGGE UN PROPOSITO, PUÒ REALIZZARE sarà più in grado di dare un esempio ideale
TUTTO IN UN SOLO MOMENTO. come Râma, Lak¹ma²a, Bharata e
›atrughna.
A chi è possibile?
Chi può eseguirlo? Tenere alto l’onore
Chi può farlo? La cerimonia nuziale si stava quindi con-
cludendo, e gli sposi dovevano inghirlandarsi
La gente diceva: “A chi è possibile? Nes- reciprocamente. Le spose erano in piedi e
suno riesce a farlo! È solo il proposito di tenevano in mano le ghirlande, e così pure
Dio; Egli è il testimone.” gli sposi. I genitori che erano accanto a
questi ultimi, li sollecitavano: “Figli cari,
quanto tempo dovranno aspettare le spo-

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Discorso 18-05-2002
se? Presto, mettete le ghirlande, fate pre- L’occhiata di Râma voleva suggerire a
sto!” Dopo che Râma ebbe messo la ghir- Lak¹ma²a di alzare la terra, in modo che
landa di fiori attorno al collo della Sua spo- anche Sîtâ potesse essere sollevata un po’.
sa, Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna fe- Lak¹ma²a osservò che ciò non era possi-
cero lo stesso con le rispettive spose. bile. Perché? Egli era ¬iµe¹a (il serpen-
Anche le ragazze dovevano, però, te dalle mille teste – N.d.T.), che sorregge
inghirlandare gli sposi. Sîtâ aveva la ghir- la terra sulla testa; se avesse sollevato Sîtâ
landa di fiori in mano e aspettava di poterlo anche tutti gli altri sarebbero stati sollevati.
fare, ma Râma non chinò la testa. “Ho sol- Perciò non era possibile farlo. Allora Râma
levato l’arco di ›iva valorosamente, esclamò: “Trova un altro sistema!” Improv-
guadagnandoMi rispetto e stima; non mi va visamente, Lak¹ma²a corse a gettarsi ai
di abbassare la testa di fronte a una così Piedi di Râma, e non si rialzò. Allora Râma
vasta folla. Devo tenere alto il Mio onore; si curvò in avanti per tirarlo su, e affermò:
perciò non abbasserò il capo”, pensò Râma. “Lak¹ma²a, alzati!” Nell’istante in cui Egli
Così, rimase in piedi eretto. Egli era molto s’abbassò, Sîtâ tempestivamente Gli pose
alto e possente. Sebbene i quattro fratelli la ghirlanda intorno al collo.
fossero ancora in giovane età, i loro corpi Poi anche Ûrmilâ e ›rutakîrti
erano già ben formati. Intanto, tutta la gen- inghirlandarono i loro rispettivi mariti. Essi
te guardava la scena e mormorava: “Per- dimostrarono in tal modo quale contegno e
ché Râma non abbassa la testa?” quanta nobiltà ci fosse nelle loro azioni e
Anche Râma non voleva stare lì in piedi nel loro carattere, e quanta stima si fossero
ancora a lungo, e così diede un’occhiata a guadagnati. La cerimonia nuziale si era così
Lak¹ma²a. Si capiva chiaramente che conclusa, e tutti fecero ritorno ad Ayodhyâ,
Lak¹ma²a aveva un’intelligenza molto acu- dove i festeggiamenti continuarono gran-
ta; anche Bharata e ›atrughna avevano diosi; ma non è questo cui dobbiamo pen-
un intelletto sottile e arguto. sare ora. Quel che conta è approfondire e
I versi di Tyâgarâja1 recitano: illustrare le virtù di Râma, Lak¹ma²a,
Bharata e ›atrughna, e anche le qualità di
“Avrebbe potuto una scimmia Sîtâ, Ûrmilâ, Mândavi e ›rutakîrti. Esse
attraversare il vasto oceano? erano molto virtuose e provenivano da fa-
Avrebbe Egli potuto esser legato mose famiglie reali. Il re Janaka acquisì gran
a una pietra da macina? fama, conseguì il controllo dei sensi, eccel-
Lak¹mî Devî, se nel karma yoga2 e fu un’autorità inesti-
la Dea della ricchezza, mabile nello jñâna yoga3.
Lo avrebbe forse amato? Le figlie di un uomo come Janaka, come
Lak¹ma²a Lo avrebbe servito? pure le figlie di suo fratello, non erano cer-
Bharata, dall’acuto intelletto, tamente persone comuni.
si sarebbe inchinato
davanti a Lui? Il marito è Dio
Che meraviglia sono Solo a Râma fu chiesto di andare in esilio
gli straordinari poteri di Râma!” nella foresta, ma Sîtâ non prestò attenzione
a simile ingiunzione. Râma si recò da Sua
Nel passato Tyâgarâja descrisse quei po- madre, la quale stava pensando: “Ero così
teri, esaltandoli con questi versi. felice all’idea dell’imminente Incoronazio-

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ne; poi, a un tratto, è arrivata la notizia del- era una gran pittrice, ma anche Ûrmilâ lo
l’esilio!” Ella si sentiva molto scoraggiata. era. Quest’ultima pensò: “Domani avrà luo-
“Caro figlio, sei in procinto di andare nella go l’incoronazione di Râma e Sîtâ: devo
foresta, accettando così soltanto la parola quindi dipingere la scena del matrimonio per
di Tuo padre. E la parola della madre? Io inviarla a mio padre.” Con gran gioia si era
sono la sua metà, non è vero? Io sono la seduta in una stanza, e aveva cominciato a
metà del corpo di Tuo padre, non è così? dipingere.
Dunque, che cosa stai facendo per obbedi- Lak¹ma²a si recò da Râma, capì quel che
re a questa metà? Verrò anch’io con Te!” stava succedendo, e s’arrabbiò molto.
Râma allora le diede un consiglio: “Madre, Râma non prestava la minima attenzione
il marito è Dio: nessuno è superiore al ma- alle argomentazioni che tutti sollevavano,
rito. Egli è in età avanzata; non solo, è an- ma prendeva per vere solo le parole di
che disperato a causa di questa dolorosa Kaikâ. Lak¹ma²a, allora, ancora incolleri-
novità. Non devi abbandonarlo per venire to, andò da Ûrmilâ. Quando le fu vicino,
con Me; devi servirlo e consolarlo, e infon- esclamò: “Ûrmilâ!” La moglie si accorse
dergli il coraggio necessario.” Râma diede che era adirato. Egli affermò: “Vado nella
a Sua madre molti altri suggerimenti, men- foresta.” Ûrmilâ, che stava dipingendo, si
tre Sîtâ udì tutto quanto. alzò di scatto, e tutto il colore si rovesciò e
Dopo aver fatto ritorno alla Sua residenza, si sparse sul dipinto: “Stavo dipingendo l’in-
Râma, per assecondare il desiderio di coronazione di Sîtâ e Râma, e ora tutto è
Kaikâ, indossò una veste fatta con le fibre rovinato”, ella esclamò.
di una pianta. Anche Sîtâ indossò una ve- Lak¹ma²a allora osservò: “Ûrmilâ, io ti ho
ste del genere, ed esclamò: “Devo venire rovinato il dipinto, e Kaikâ ha rovinato l’in-
anch’io!” Ma Râma replicò: “Tu non puoi coronazione di Râma. Entrambe le cose
venire!” sono state rovinate; ma ora devo andare.”
A quelle parole, ella osservò: “Râma, c’è Considerate quanta fede, quanto coraggio
forse un tipo di consiglio da dare alla ma- e che cuore sacro aveva Ûrmilâ.
dre, e uno completamente diverso per me? Suo marito aggiunse che anche Sîtâ sareb-
Entrambe siamo donne, non è vero? È pe- be andata in esilio nella foresta. Ûrmila ne
culiarità di una donna conferire gioia al pro- fu felice: non ebbe la caparbietà di dire:
prio marito, e prendersi cura dei suoi biso- “Vengo anch’io.”
gni e comodità: questa regola si applica “Signore! Fa’ ogni possibile sforzo per ser-
anche a me, non è forse vero? Il mio vire Sîtâ e Râma; da quando ti alzerai pre-
Dharma è di dare gioia a mio marito e di sto al mattino sino all’ora di coricarti la sera,
badare al suo benessere, non è così? Per- dovrai essere immerso nel servizio di Sîtâ e
ciò, non accetto che Tu mi dica di rimanere Râma. Non ricordarti neppure del mio
qui.” Quando Sîtâ parlò in quei termini, nome; non pensare che io sono qui ad
Ûrmilâ, Mândavi e ›rutakîrti rimasero in Ayodhyâ. Dimenticati di Ayodhyâ. La fo-
silenzio. Infine, accadde proprio come Sîtâ resta dove c’è Râma è Ayodhyâ, e
aveva affermato. Ayodhyâ senza di te è una foresta. Perciò,
non pensarmi. Io, invece, penserò a te e
Al servizio di Sîtâ e Râma trascorrerò il mio tempo lietamente.” Con
Tutti sapevano che l’Incoronazione sareb- queste parole, Ûrmilâ diede a suo marito
be avvenuta il giorno seguente. Mândavi una gran prova di coraggio.

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Discorso 18-05-2002
Non solo gli infuse coraggio, ma pensò an- male ed era incapace di sopportare tanta
che: “Se pensa a me, ciò sarà un ostacolo sofferenza. In una circostanza del genere,
al suo servizio”, e gli fece quindi fare una quali consigli le diede Sumitrâ? Oh, che
promessa. “Durante questi quattordici anni grandi insegnamenti! Nessuno, però, cerca
non pensare a me neppure per un istante. di approfondire gli insegnamenti dati da
Râma è tuo padre, e Sîtâ è tua madre. Il Sumitrâ nel Râmâya²a.
servizio reso loro deve essere per te la cosa Tutto ciò fa parte soltanto del grande Dise-
più importante; quindi dimenticati di noi.” gno Divino; infatti, tutti sono piani di Dio,
Glielo fece promettere, e poi lo mandò via non progetti fatti da voi o da me. Dio ha
contenta. Kauµalyâ può aver sofferto, ma stabilito ciò per l’elevazione del mondo e il
Ûrmilâ non soffrì affatto. ripristino del Dharma.
LE MOGLI DOVREBBERO ESSERE TUTTE COSÌ; “Non piangere! Se piangi perché i tuoi figli
UNA MOGLIE DOVREBBE INFONDERE CORAG- si recano nella foresta, ciò sarà di malau-
GIO E FERMEZZA AL PROPRIO MARITO. La gurio per loro. Devi sorridere e benedirli.”
moglie è denominata illâlu (padrona della Con queste parole, Sumitrâ infuse molto
casa), dharmapatnî (compagna nel coraggio a Kauµalyâ, che, non avendo al-
Dharma), e g©halak¹mî (Dea della casa). tra scelta, accettò la situazione.
Infatti, Ûrmilâ trasmise il Dharma a suo Daµaratha si riebbe dal malore che gli ave-
marito, Lak¹ma²a. va fatto perdere i sensi, e corse per le stra-
de, chiamando: “Râma, stai andando via?
Sumitrâ aveva un cuore buono Vai via?” Daµaratha gridò a Sumantra,
Bharata, ›atrughna, Mândavi e ›rutakîrti l’auriga del carro: “Sumantra, fermati! Fer-
erano assenti, poiché si trovavano nel re- ma il carro. Devo vedere Râma ancora una
gno di Kaikaya; questo successe quando volta!”
Râma, Lak¹ma²a e Sîtâ furono mandati in Râma, invece, non disse a Sumantra di fer-
esilio. Madre Kauµalyâ soffrì molto. A marlo né di procedere, ma gli disse soltan-
questo punto dobbiamo ricordare, però, le to: “Fai il tuo dovere.” Molti pensano che
qualità di Sumitrâ (su = buono, mitra = Râma abbia detto una falsità, e che abbia
amico). Era, infatti, una buona amica, come suggerito a Sumantra di dire a Daµaratha
indicava il suo nome, e aveva un cuore buo- di non aver udito le sue parole, incitando
no e stabile. Ella non pianse. così l’auriga del carro a dire il falso. In re-
Sumitrâ disse a Kauµalyâ gioiosamente: altà, Râma mantenne il silenzio.
“Sorella maggiore, perché soffri e stai così Râma e Lak¹ma²a erano molto fermi e
male? NESSUN PERICOLO POTRÀ COLPIRE decisi quando si presentavano situazioni si-
COLUI CHE È NATO PER L’ELEVAZIONE DEL mili. Râma era determinato a uscir vittorio-
MONDO. Se invece, adottando una visione so, a mantenere la parola data da Suo pa-
terrena, ritieni che Egli sia un corpo uma- dre, e a dare soddisfazione alla madre.
no, allora considera che mio figlio è qui per
prendersi cura di Lui. Lak¹ma²a è un Lak¹ma²a non guardò mai Sîtâ
sevak (colui che rende servizio disinte- Durante i quattordici anni dell’esilio,
ressato – N.d.T.) di Râma; Lak¹ma²a è Lak¹ma²a, che era sempre stato con Sîtâ
con Râma, e quindi non devi temere nulla. e Râma, non aveva mai alzato gli occhi per
Tuttavia, Kauµalyâ, essendo la madre che guardare Sîtâ.
Lo aveva portato in grembo, stava molto Mentre Sugrîva e gli altri un giorno si tro-

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Discorso 18-05-2002
vavano su una montagna, improvvisamen- guiti i riti funebri, ma chi se ne sarebbe pre-
te dall’alto arrivò giù un involto. Sîtâ aveva so cura? Râma e Lak¹ma²a non c’erano,
legato insieme i gioielli che indossava Bharata e ›atrughna si trovavano nel re-
(quando era stata rapita da Râva²a – gno di Kaikaya e avrebbero impiegato die-
N.d.T.) e li aveva buttati giù. Sugrîva li rac- ci giorni per ritornare. Allora, come fare
colse e li mise al sicuro. per preservare il corpo di Daµaratha così a
Una volta, mentre Râma e Lak¹ma²a era- lungo?
no in cammino, incontrarono Sugrîva e si Viµvâmitra e Vaµi¹ºa dissero di preservar-
misero a conversare con lui. Parlando del lo nell’olio, e così avvenne. Oggi i dottori
rapimento di Sîtâ da parte di Râva²a, egli usano il ghiaccio, ma a quell’epoca tutto ciò
mostrò loro i gioielli. “Sono questi gli orna- non esisteva. Il corpo di Daµaratha rimase
menti di Sîtâ? Oppure è stato un demone a quindi nell’olio per quattordici giorni.
legarli insieme?” Râma guardò i gioielli, ma
non li riconobbe affatto. La grandezza di ›atrughna
Oggi, invece, i mariti fanno una lista dei gio- Bharata e ›atrughna fecero ritorno.
ielli della moglie, e li enumerano uno a uno. ›atrughna era davvero grande: era come
Râma non li conosceva e sembrava che Lak¹ma²a. Bharata era maggiore di
anche Lak¹ma²a non ne sapesse nulla. ›atrughna, e Lak¹ma²a era più giovane
Quando però li guardò ne riconobbe sol- di Râma, ma i più giovani si misero al servi-
tanto uno: “Queste cavigliere appartengo- zio dei due fratelli maggiori. Bharata era
no a mia cognata.” Râma gli chiese: “Come solito seguire i consigli di ›atrughna; que-
fai a riconoscere proprio le cavigliere?” st’ultimo possedeva una forza prodigiosa,
“Dopo le abluzioni del mattino, era mia abi- poiché, come suggerisce il suo nome,
tudine prostrarmi ai piedi di Madre Sîtâ; ›atrughna è colui che uccide gli µatru, i
perciò vedevo sempre queste cavigliere”, nemici. Non c’era nessun altro che avesse
rispose Lak¹ma²a. un potere superiore al suo nell’eliminare i
Sebbene tutti e tre fossero stati insieme per nemici; infatti, grazie alla sua presenza, per-
ben quattordici anni, Lak¹ma²a non aveva sino Râma, Lak¹ma²a e Bharata erano tan-
mai alzato gli occhi per guardare Sîtâ. Aven- to contenti (poiché si sentivano al sicuro
do un carattere così virtuoso, essi merita- – N.d.T.). ›atrughna non parlava spesso,
rono il titolo di “lavanya”. mentre Lak¹ma²a, in qualche occasione e
In sanscrito, l’epiteto lavanya significava circostanza, parlava molto.
possedere un’ottima fama. Oggi la gente
lo usa come un semplice nome, ma non è L’âµram di Manmatha
così. L’epiteto lavanya si riferisce a chi Essi s’addentrarono nella foresta, attraver-
possiede forza, fermezza e santità. Infatti, sarono il fiume Sarayu e si avvicinarono al
il carattere e le qualità di Râma e Gange, dove venne portata una barca per
Lak¹ma²a erano straordinarie. consentire loro di attraversare il fiume e
raggiungere l’altra sponda.
La morte del padre Nella foresta videro un bellissimo âµram.
Essi appresero la notizia della morte del Lak¹ma²a esclamò: “Fratello maggiore, che
padre, Daµaratha. Incapace di sopportare cos’è questo grande âµram? È grande
la separazione da Râma, Daµaratha spirò come una città.” Viµvâmitra osservò: “Non
nel dolore. Dovevano perciò essere ese- abbiate fretta, non abbiate fretta! Questo

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non è un luogo comune; è l’âµram di appartato un po’ più lontano per un bisogno
Manmatha, il Dio dell’amore. Manmatha naturale. Quando fece ritorno, la mente di
(Cupido) era estremamente affascinante, Lak¹ma²a era improvvisamente mutata.
attraeva tutti e possedeva sia i poteri inte- Egli disse: “Fratello maggiore, perché mai
riori sia quelli esteriori; era perciò molto ci troviamo in una condizione così misera-
potente.” bile? Tu, che dovresti avere ogni gioia, sei
Egli volle, tuttavia, esercitare la sua influen- ridotto in questo stato, in una situazione così
za anche su εvara (›iva), il quale lanciò spaventosa. Tutto ciò non va; organizzerò
contro di lui una maledizione; da quel gior- io quanto è necessario per porvi rimedio.
no Manmatha venne privato delle membra Ritorniamo ad Ayodhyâ. Come possiamo
del corpo (a¾ga) e della sua forma. Per- vivere in questa foresta selvaggia? Come
tanto, questa regione, denominata A¾ga faremo a procacciarci il cibo?” Egli parlò
Deµa (“Luogo delle Membra”), è il luogo in tono adirato.
dove εvara s’aggirò, è la Sua zona, ed è Râma mantenne la calma, gli prese la mano
quindi un Suo regalo.” e lo condusse un po’ più lontano. Quell’ira
Per quella notte essi dormirono nell’âµram. rimase in lui finché varcarono il confine di
All’alba del mattino successivo, i residenti quel luogo. Dopo aver camminato per un
dell’âµram si radunarono per salutarli. po’, Râma fece sedere Lak¹ma²a sotto un
“Questi sono i figli di Daµaratha; bisogna albero e lo tranquillizzò.
rendere loro il dovuto rispetto.” Così, gli abi- Râma gli disse: “Questa è la regione di
tanti dell’âµram di Manmatha li congeda- ›ûrpanakhâ (la demone sorella di
rono, e diedero loro una bella barca, con Râva²a – N.d.T.): qui si aggira ed esercita
cui attraversare il fiume. la sua influenza. Pertanto tutte le qualità
negative di ›ûrpanakhâ sono entrate in te.
La spaventosa foresta Allontaniamoci da qui, andiamo in un altro
Entrarono in una foresta che incuteva un posto.” E così fecero.
gran terrore, dove c’erano molti animali Dopo che si furono allontanati, Lak¹ma²a
selvatici. A un certo punto essi udirono un si pentì e osservò: “Come ho potuto pro-
rumore tremendo. Râma chiese: “Riverito nunciare parole così dure? Esse non pro-
Maestro, che rumore è mai questo?” “Caro, venivano da me; erano causate dalla vibra-
esso è causato dal fiume Sarayu che con- zione dei demoni, non certo dal mio senti-
fluisce nel Gange. Il Gange è come l’ocea- mento.” S’inchinò poi davanti a Râma, di-
no e Sarayu è il fiume. Quel suono assor- cendo: “Perdona il mio errore. Come fare-
dante è prodotto quando il fiume si unisce mo a vivere a lungo in questa foresta infe-
all’oceano.” stata dai demoni?”
Era una foresta piena di bestie feroci e di Mentre conversavano, la vibrazione del
demoni crudeli; ovunque andassero, essi siddhâµram li pervase, avvolgendoli in una
udivano suoni terrifici e selvaggi. sacra atmosfera; essi sentirono una fresca
Viµvâmitra diede la sua benedizione: e dolce brezza, il canto degli inni vedici e il
“Râma, possa Tu avere ogni bene e ogni suono dei mantra. Viµvâmitra disse: “Fi-
fortuna.” glio, questo è il nostro siddhâµram.
Cammin facendo, Viµvâmitra a un certo Vâmana (l’Avatâr nano – N.d.T.) nacque
punto rimase solo con Râma, poiché in questo luogo, e qui visse ›iva.” Poi spie-
Lak¹ma²a era rimasto indietro, essendosi gò loro molte cose circa ›iva e Vâmana.

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Discorso 18-05-2002
Il rito sacrificale estro, nostro padre ci ha mandato a proteg-
Il saggio affidò loro un incarico: “Voi siete gere il tuo sacrificio, ma non ci disse di as-
venuti per proteggere il rito sacrificale e sistere a un’altra cerimonia; noi non andre-
dovete, quindi, assumervi tale responsabili- mo contro l’ordine di nostro padre.” Allora
tà; questo è anche l’ordine di vostro padre. il saggio replicò: “Daµaratha disse di obbe-
Sin d’ora dovete rinunciare al cibo e al son- dire agli ordini di Viµvâmitra, non è vero?
no, e già questo di per sé è un grosso sacri- Pertanto, dovete seguire il mio comando.”
ficio!” Râma e Lak¹ma²a erano pronti; essi Essi tennero allora la bocca chiusa, e ini-
non diedero alcun segno di stanchezza o di ziarono il loro viaggio con Viµvâmitra.
debolezza. Cercate di comprendere con quanta sottile
Al mattino presto la cerimonia ebbe inizio; i intelligenza Râma abbia svolto ogni Suo
due giovani perlustravano tutt’intorno fa- compito, e in qual modo abbia annientato le
cendo la guardia, Râma da un lato e attività dei demoni. In verità, tutto ciò fa
Lak¹ma²a dall’altro. parte degli antichi piani divini; infatti, era
Improvvisamente, si udì un rumore spaven- stato predetto anche da Lankinî che Râma,
toso. Il precettore esclamò: “Questa è una Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna sareb-
demone. Arriveranno anche gli altri demo- bero nati e avrebbero distrutto i demoni.
ni, Candra e Amarka. Siate pronti!” Non Quando Brahmâ apparve, disse a Râva²a:
c’era cibo né acqua, e per chi aveva sete “Che cosa vuoi? Non gli Dei né i demoni o
non c’era alcuna possibilità di dissetarsi. i Semidei potranno ucciderti. Tu non sarai
Tuttavia, essi erano pienamente determinati ucciso da nessuno di loro.”
a svolgere il compito loro assegnato; infat- A questo punto, Râma fece un’acuta os-
ti, uccisero i demoni, consentendo così al servazione: “Swami, che cosa promise
saggio di portare a termine il rito sacrifica- Brahmâ? Chi non avrebbe potuto uccidere
le. Râma e Lak¹ma²a erano pienamente Râva²a?” Viµvâmitra replicò: “Né i de-
dediti a rendere questo servizio a moni, né gli Dei, né i Semidei; neppure gli
Viµvâmitra. Dei avrebbero potuto ucciderlo.” Allora
Non appena il rito fu concluso, arrivò un Râma, sorridendo, aggiunse: “Swami,
battaglione di soldati con un messaggio per Brahmâ però tralasciò di affermare che
il saggio: un invito da parte del re Janaka. neanche un uomo avrebbe potuto uccidere
Quest’ultimo aveva fatto pervenire a tutti i Râva²a; di ciò non fece menzione! Perciò,
re l’invito per tentare di sollevare l’arco di solo un essere umano può ucciderlo. Io sono
›iva. Janaka invitava anche il Saggio un essere umano: Râva²a sarà quindi uc-
Viµvâmitra: “Essendo un insigne Maestro, ciso da Me.” Râma invitò Viµvâmitra a
anche tu dovresti partecipare.” diffondere tale notizia: “Râma ucciderà
Viµvâmitra raccontò molte cose a Râma e Râva²a!”
Lak¹ma²a, e trasmise loro un vivo entu- Râma riconobbe gli aspetti sottili di ogni sin-
siasmo. “Miei cari, dovete assolutamente golo mantra e dei riti sacrificali. Egli affer-
vedere l’arco di ›iva. Non esiste nulla di mò:
simile al mondo; in realtà, esso proviene
direttamente dal paradiso, non è un arco “La Sacra Scrittura
ordinario; dovete proprio vederlo!” è sconfinata come l’oceano,
A queste parole, i due giovani si entusia- è dimora di saggezza.
smarono, ma fecero un’osservazione: “Ma- La sua piena conoscenza

18 Mother Sai settembre - ottobre 2006


Discorso 18-05-2002
dona liberazione e prosperità.” Molti cercarono di scoprire difetti e
manchevolezze nella storia di Râma, e per-
Gli aspetti divini sono importanti in tutte le ciò venne trasmessa in modo empio. Tutta-
cose. via, in essa non esiste traccia di discordan-
(Swami elenca svariati nomi usati per i za, non c’è la minima falsità; dall’inizio alla
Semidei – N.d.T.). fine la storia di Râma è Verità, pura ed eter-
na.
Significati profondi del Râmâya²a Per oggi fermiamoci all’episodio del
Il Sole è la nostra Divinità di famiglia. La siddhâµram. Le qualità dei quattro fratelli,
nostra razza discende dal Sole; il mondo Râma, Lak¹ma²a, Bharata e ›atrughna
intero non potrebbe esistere senza il Sole. sono veramente straordinarie. Vaµi¹ºa dis-
In passato, ci vollero alcune decine di mi- se: “È straordinaria! Sacra nei tre mondi è
lioni di anni prima che la luce apparisse. la storia di Vi¹²u! Con ricchi raccolti, ami-
Allora c’era solo oscurità, oscurità, oscuri- ci, abitanti della foresta, gente e cittadini.”
tà, oscurità.
Dopo la nascita di Râma, per 15 giorni, il (Baba conclude il Discorso con il bhajan:
Sole non si levò. Senza il sorgere del Sole, “Râma, Râma, Râma, Sîtâ”).
non c’era neppure il sorgere della Luna, e
quindi sia il Sole sia la Luna si sentivano a Whitefield, 18 maggio 2002,
Corso Estivo 2002
disagio. La Luna rivolse una preghiera al
Sole: “Voglio vedere Râma, ma non c’è la (Tratto da www.sathyasai.it)
possibilità di vederLo; quando potrò vede-
re Râma?” La Luna intraprese, quindi, 1. Tyâgarâja – Un grande santo, famoso com-
molte penitenze e austerità. Allora Râma positore di musica spirituale, nativo di Tanjore
andò dalla Luna e le promise: “Tu non Mi e vissuto fra il 1767 e il 1847. Il suo nome lette-
hai visto in questi 15 giorni; perciò nella Mia ralmente significa “il re della rinuncia e del sa-
prossima incarnazione ti concederò il pri- crificio”.
mo darµan che altri non avranno.” Infatti, 2. Karma yoga – La via dell’azione disinteres-
quando l’Avatâr K©¹²a nacque, Vasudeva sata. Sentiero spirituale dell’agire in questo
mondo senza ricercare o aspettarsi i frutti della
nel cuore della notte si mise l’Infante sulla
propria opera. Compiendo l’azione senza attac-
testa e Lo portò via. Pertanto, la Luna fu la camento, si consegue la Suprema Realtà.
prima a vederLo; nessun altro Lo vide. (Ap- 3. Jñâna yoga – La via della Conoscenza e della
plausi). Come promesso, Egli diede alla Saggezza, i cui presupposti sono discriminazio-
Luna il Suo primo darµan. ne e distacco. È la Conoscenza di Dio che com-
Ci sono perciò molti significati profondi nel prende in sé ogni altra conoscenza; è esperien-
Râmâya²a. LA STORIA DI RÂMA È SEMPRE za della Verità Assoluta di là del tempo e dello
NUOVA E MERAVIGLIOSA. ANCHE SE VIENE spazio.
ASCOLTATA MOLTE VOLTE, C’È SEMPRE IL DE-
SIDERIO DI ASCOLTARLA DI NUOVO. I lîlâ (gio-
chi) di Râma non si scordano, non possono
essere dimenticati. Tutte le Sue opere era-
no perfettamente conformi al Dharma, le
Sue parole corrispondevano al Dharma, le
Sue azioni erano in sintonia con il Dharma.

Mother Sai settembre - ottobre 2006 19


La realtà prima e ultima che tutto pervade
A Lume di Candela

Fate attenzione a questo errore.


Io vi deluderò anche
col Mio cantare assieme a voi,
il Mio conversare con voi
e nel compiere qualche attività con voi.
Ma, ad un certo momento,
la Mia Divinità vi sarà rivelata;
dovete essere pronti,
preparati a quel momento.

SAI BABA

(Tratto dal libro:


Un sacerdote incontra Sai Baba, pag. 141)

20 Mother Sai settembre - ottobre 2006


Un incontro nazionale all’insegna della gioia
Divignano – 28/29 aprile e 1° maggio 2006

Il 29 e 30 aprile e il 1° maggio 2006 si è tenuto a Divignano, presso la “Mother Sai”,


il primo incontro nazionale dei bambini che frequentano gli incontri di Educazione
Spirituale Sai presso i Centri Sathya Sai italiani. Erano presenti circa 40 bambini e 23
famiglie. L’energia che ha permeato queste giornate è stata estremamente vivace,
allegra, gioiosa. Le famiglie, i genitori, i bimbi, i giovani, gli educatori, gli addetti al
servizio si sono, senza fatica, integrati fra loro creando un gruppo unito e armonico,
un’unica grande famiglia. C’era molta spontaneità e armonia. I bambini, grazie alla

Amore in Azione
splendida collaborazione dei giovani, si sono divertiti con giochi di squadra, canti,
recite, attività creative e nuotate in piscina. I genitori si sono riuniti e hanno avuto la
possibilità di confrontarsi grazie a bellissimi circoli di studio e workshop. I temi af-
frontati sono stati:
- l’importanza, nella nostra vita, della fiducia in sé e come svilupparla nel bambino;
- la profondità spirituale insita in ogni coppia e le dinamiche che in essa si possono
sviluppare.
Le tre giornate si sono concluse con una grande festa con danze, giochi, canzoni e
tanta, tanta allegria.
Da un punto di vista educativo, l’incontro è stato indubbiamente positivo, avendo
offerto un’occasione di crescita e di scambio, un utile satsa¾g tra tutti i partecipanti.
È stato bello vedere la volontà dei genitori “Sai” di scoprire e vivere i Valori Umani
e di esprimerli e coltivarli nelle loro famiglie.
Ben vengano, quindi, questi appuntamenti in cui confrontarsi e crescere insieme e
con i quali contribuire a diffondere la pace e la gioia nel mondo.
Al prossimo appuntamento dunque, con l’augurio di ritrovare ancora tanti, tantissimi
bambini!

(Il Coordinamento Nazionale delle Attività Educative)

Mother Sai settembre - ottobre 2006 21


Un’intervista ad Anil Kumar
(terza e ultima parte)

D.- Sempre più stranieri arrivano all’âµram. Ciò è avvenuto specialmente negli ultimi
anni. Guardando i fazzoletti dei devoti nelle file per il darµan, si vedono emblemi di
paesi mai visti prima, anche molto piccoli e remoti. Sai Baba le ha mai detto qualcosa
circa gli stranieri che vengono nell’âµram e circa lo scopo della Sua missione?
R - Bene, devo dire, mio malgrado, che posso invidiare la vostra posizione. Noi Indiani
siamo molto, molto gelosi di questo, ma sarò onesto con lei! Sai Baba dice spesso ai
Suoi studenti e a coloro che sono fisicamente molto vicini a Lui che, se vogliono impa-
rare che cosa sia la devozione, devono osservare gli stranieri. Egli dice che, anche se
Domande & Risposte

non parla con loro, anche se non li guarda direttamente, anche se non li avvicina, essi
traggono un fantastico appagamento solo osservandoLo durante il darµan e aggiunge
che i loro occhi si muovono in estasi, i loro volti si accendono di sorrisi che brillano di
autentica gioia e beatitudine come lampade da 1000 W, mentre molti Indiani rimango-
no seri e le loro facce sembrano quelle di chi ha preso l’olio di ricino. Baba disse anche
che, se dice “Hallo” a uno straniero e gli chiede da dove provenga, quello viene poi
attorniato da tutti i suoi amici che gli dicono: “Swami ti ha parlato; raccontaci che cosa
hai provato”, spargendo gioia all’intorno, mentre molti Indiani sono gelosi e provano
invidia che Swami abbia parlato a qualcun altro. Egli evidenzia anche che, subito dopo
il darµan, molti di noi si alzano e vanno via, mentre gli stranieri rimangono seduti in
silenzio, meditano e pensano a Swami con il risultato di ricevere da Lui l’energia divi-
na; gli Indiani cominciano invece a chiacchierare perdendo così quell’energia. Sai
Baba paragona gli stranieri alle api che volano lontano, si posano sul fiore di loto di
Bhagavân e suggono il nettare del Divino, condividono il Suo Messaggio e la Sua
Missione tornando nei loro paesi pieni di appagamento, gioia e beatitudine, con buoni
pensieri su Swami; molti Indiani si comportano invece come le rane che si nascondo-
no sotto le foglie del loto inconsapevoli del Nettare divino che hanno a disposizione.
Egli dice che essi Gli sono near (vicini), ma non dear (cari). In una occasione, Sai
Baba ha usato l’analogia di un faro per mostrare lo stesso concetto. Egli ha detto che
Swami è come un faro: la Sua Luce arriva a grande distanza, ma, alla sua base, c’è
ombra, c’è una zona di totale oscurità, per cui coloro che sono lontani si scaldano nella
luce, mentre coloro che sono vicini vivono nell’oscurità o non conoscenza della luce.
Baba ha detto anche che molti stranieri hanno una miglior conoscenza degli Insegna-
menti di Sai, leggono più letteratura Sai e danno esempio migliore di molti Indiani.
Infine gli stranieri vengono, per la maggior parte, da uno standard di vita molto elevato
e qui a Puttaparthi sopportano di buon grado molte scomodità. Perché lo fanno? Lo
fanno per Swami. Mi fermo qui perché non voglio criticare me stesso andando oltre
ciò che Swami ha detto sull’argomento!
D. - Si prevede che i prossimi dieci anni siano molto difficili per il pianeta e per l’uma-
nità che vive su di esso (questa intervista è stata fatta nel 1999). Ha sentito niente da
Swami circa ciò che deve accadere in termini di grandi cambiamenti della Terra?
R. - Personalmente io non credo che tali cambiamenti debbano accadere in un periodo

22 Mother Sai settembre - ottobre 2006


di dieci anni; del futuro Sai Baba ha detto, ma solo in termini generali, che sarà pieno di
confusione, di disordini e agitazioni, che non ci sarà pace e armonia nelle case, nessuna
comprensione persino tra i membri della stessa famiglia, e che non ci sarà pace nella
società mondiale in quanto, con il progresso in campo scientifico e tecnologico, l’uomo
sta acquisendo sempre maggiori comodità, sempre maggiori beni materiali, con il risulta-
to di divenire totalmente egoista. Questo fa sì che l’uomo venga privato della felicità e
della realizzazione della sua divinità; egli sta vivendo la vita di un animale. Per questo
Sai Baba è qui. È in tempi di tumulto e agitazione che il Messaggio di Sai è tanto dispe-
ratamente necessario; la Sua missione viene a insegnarci l’ottemperanza, l’impegno e la
dedizione oltre al servizio disinteressato, all’amore e alla tolleranza. Le nostre qualità
divine ci daranno gioia maggiore di qualunque affare o interesse egoistico, elimineranno
qualunque traccia di “io” e “mio” e l’egoismo che ha per base la famiglia.
D. - Anche se un numero sempre crescente di occidentali giunge da Sai Baba, è ovvia-
mente impossibile che tutti ne abbiano la possibilità. Non possono arrivare tutti a
Puttaparthi, sia per ragioni economiche sia per motivi di disponibilità di trasporto aereo.
In che modo Swami raggiungerà quelli che non possono venire, e come toccherà le co-
scienze dell’Occidente secondo lei?
R. - Sai Baba ci ha dato un esempio: in un’armata, un generale controlla una formazione
di 10.000 uomini. È uno, ma controlla migliaia di uomini. In modo simile, ogni straniero
che torna a casa sarà in grado di influenzare migliaia di altre persone. Coloro che vengo-
no a Puttaparthi sono quelli selezionati per influenzare migliaia di devoti, ora e in futuro.
I libri di Howard Murphet, ad esempio, hanno influenzato migliaia e migliaia di persone in
tutto il mondo e continueranno a farlo. Pensiamo all’influenza che hanno avuto gli apostoli
di Gesù Cristo, a come hanno ovunque diffuso il Suo messaggio. In modo simile, oggi i
pochi discepoli di ›rî Râmak©¹²a hanno esteso la Sua missione a tutto il mondo. Il cam-
biamento viene sempre portato da pochi; basta un cucchiaio di zucchero per rendere
dolce una caraffa d’acqua, così come una persona è tutto ciò che serve per apportare in
molti il cambiamento.
D. - Il concetto di tempo è, a mio avviso, uno dei maggiori elementi di incomprensione
tra gli occidentali e Sai Baba. Swami dice: “Ti vedrò domani”, ma “domani” arriva ed
Egli non riceve quella persona, perché il Suo “domani” non è evidentemente il nostro.
Alcuni devoti rimangono sconvolti da questo apparente venir meno a una promessa da
parte di qualcuno che viene descritto come Dio e non si comporta in quanto tale. Qual è
la sua esperienza circa il “tempo” di Sai Baba?
R. - Sì, ci sono due concetti di tempo: quello umano legato all’alba e al tramonto, al
giorno e alla notte, basato sull’ “ora” e quello divino che comprende il passato, il presente
e il futuro. Tutto ciò che Sai Baba afferma si basa sul tempo divino. Per esempio, quando
io dico “domani”, mi riferisco, precisamente, alle ventiquattr’ore del giorno seguente,
mentre, quando Swami dice “domani”, può significare qualunque giorno perché, per
Lui, il passato, il presente e il futuro sono una cosa sola. Allora voi potreste dire: “Bene,
ma perché la cosa va avanti così? Perché Egli ci confonde?” La risposta è che non ha
importanza “quale” giorno vi riceverà, perché il giorno che Egli sceglie servirà perfetta-
mente allo scopo. Baba non pensa solo all’immediato futuro come facciamo noi: Egli

Mother Sai settembre - ottobre 2006 23


pensa al passato, al presente, al futuro e a ciò che, alla lunga, ci aiuterà. Noi tendiamo a
pensare soltanto ai benefìci materiali, mentre Egli pensa ai benefìci spirituali, ai benefìci
eterni.
D. - Anil, che cosa le ha insegnato su Dio la sua relazione con Swami?
R. - Per Dio, lei intende il Dio interiore?
D. - Sì.
R. - Io non preparo mai i discorsi che tengo a Kodaikanal o qui a Praµânti Nilayam;
inoltre Swami può dirmi all’improvviso: “Anil, alzati e di’ qualcosa”, e io posso pensare
di parlare sulla devozione, ma Egli mi dirà di parlare della saggezza o viceversa! Così
tutti i miei discorsi sono improvvisati; è così che Swami mi ha educato sin dal 1978,
anno in cui tenni il primo discorso. Il miracolo dei miracoli è il fatto che ogni cosa si
realizza sempre e sembra essere ciò che la gente vuole. Questo è, naturalmente, tutto
dovuto a Swami perché Egli sceglie l’argomento, i punti da trattare e il modo in cui il
discorso deve svilupparsi. Soprattutto questo mi fa sentire che Egli è Dio. Spesso, quan-
do Baba mi pone certe domande e io rispondo, mi chiedo come io abbia fatto a risponde-
re così perché so benissimo come avrei risposto normalmente. Una cosa che so certa-
mente è che non avrete mai l’ultima parola con Swami: Egli vi metterà sempre nel sacco.
Vi faccio un esempio: una volta un anziano professore, che siede sotto la veranda, disse
a Baba di soffrire di cataratta ed Egli gli consigliò di andare all’ospedale a fare un con-
trollo, dopo di che mi guardò dicendo: “Anche tu hai la cataratta.” “Swami, io ho gli
occhiali, non ho cataratta.” “Vedo che hai gli occhiali , ma hai la cataratta ad ambedue gli
occhi.” “Swami, io?” “Sì, tu”, disse Baba. “Un occhio soffre della cataratta dell’attacca-
mento e l’altro della cataratta dell’ego.” A questo ho risposto: “Bene, se è così, Swami è
giunto il momento di operare e, visto che Tu sei il Medico Divino, perché non mi operi
subito?” Tutti risero e Swami, che è il Maestro Divino e ha sempre l’ultima parola, disse:
“Il problema non è soltanto nei tuoi occhi: tu sei malato di ego e attaccamento da cima a
fondo.” “Allora”, dissi io, “questo richiede un’operazione seria e immediata. Ti prego di
farlo subito.” Sai Baba rispose: “Oh, no; se tu non vieni da Me, che cosa posso fare? Se
vieni da Me, Io ti operò, ma tu non sei ancora venuto e quindi che cosa posso fare?”
“Swami, quand’è che non sono con Te? Non faccio servizio nel Tuo college da nove
anni?” “Ah”, replicò Baba. “Tu sei qui fisicamente, ma mentalmente sei altrove; a meno
che tu non sia fisicamente e mentalmente qui e non ti abbandoni totalmente a Me, come
posso operare?” Gioco, set e partita a Swami!
Una volta, a Kodaikanal, Gli dissi: “Swami, Tu dici che io non sono il corpo e posso
accettarlo; Tu dici che non sono la mente e posso accettare anche questo; Tu dici che non
sono l’intelletto e anche questo appare ragionevole; Tu dici che sono l’Âtma e io spero
che sia vero. Ora mi chiedo che cosa Tu stia esattamente chiedendo quando domandi a
qualcuno durante il darµan: “Quando sei arrivato?” Perché, se noi non siamo il corpo,
questo non è arrivato, se noi non siamo la mente, questa non è arrivata, se noi non siamo
l’intelletto, questo non è arrivato, ragion per cui io posso essere qui solo come Âtma e
quindi perché Ti interessi a parlare con me?”
Swami rispose: “Se tu pensassi veramente di essere l’Âtma, Io non ti farei questa doman-
da, ma, dato che tu pensi di essere il corpo, Io te la pongo. Se tu sentissi davvero di essere

24 Mother Sai settembre - ottobre 2006


lo Spirito, non te lo chiederei di certo.” Gioco, set e partita di nuovo a Swami! Non si può
mai prenderLo in contropiede.
Secondo me ci sono dei momenti di attaccamento personale quando Dio entra nella mia
vita e io divento strettamente unito e collegato a Lui quando sono toccato dal Suo amore
e interessamento per me. L’errore di identificazione avviene solo quando noi poniamo
Dio su un alto piedistallo e diciamo: “Io so che Tu sei Dio e io sono umano; eppure posso
incontrarTi quando vado in chiesa la domenica o al tempio il giovedì perché so che Tu sei
là.” La realtà non è affatto questa. Dio è nel tuo cuore e comprende ogni cosa che pensi,
dici e fai. Egli conosce i segreti più reconditi del tuo cuore.
Permettetemi di darvi un ultimo esempio. Un giorno al darµan stavo leggendo una lettera
di mia figlia che è medico negli Stati Uniti, a Minneapolis. In quel periodo ella stava
lavorando come interna e mi diceva di non stare in pensiero per lei in quanto gli Ameri-
cani sono gente molto gentile, sempre pronta ad aiutarla. Ella non aveva avuto problemi
ad ambientarsi e a essere accettata dalla società americana. La lettera proseguiva con il
racconto di un piccolo miracolo che le era accaduto. Una sera, tornando a casa dall’ospe-
dale, aveva sbagliato strada, si era persa e non riusciva a tornare al pensionato ove abita-
va. Nonostante le venisse da piangere, cominciò a cantare dei bhajan di Swami e Lo
pregò di aiutarla. Immediatamente un signore le si fermò a fianco con l’auto e chiese:
“Posso aiutarla? Dove vuole andare?” e, avuto l’indirizzo, la condusse al pensionato.
“Babbo”, concludeva la lettera, “non stare in pensiero per me.” Io ripiegai il foglio met-
tendolo in tasca mentre piangevo lacrime di gioia quando, improvvisamente, mi accorsi
che Swami era in piedi davanti a me e quindi cominciai a sorridere facendo finta di essere
contento. Egli mi disse: “Dov’è la lettera?” Io risposi: “Lettera, Swami?” non volendo
che Egli sapesse della lettera di mia figlia. “Sì, la lettera”, disse Baba. “Quella che hai in
tasca; dammela.” Io replicai: “Swami, è una lettera personale.” Al che Egli rispose: “Oh,
c’è qualcosa di personale tra te e Me? Devo dirti il contenuto di quella lettera? Se non Me
la dai, ti dirò che cosa c’è scritto.” Io dissi: “Swami, è una lettera di mia figlia.” Baba
allora replicò: “Tua figlia in America pensa sempre a Me, mentre tu, che Mi sei vicino,
pensi solo a tua figlia in America! Questa è la differenza.”
D. - Vorrei farle un’ultima domanda prima di terminare questa intervista. Negli ultimi
tempi, mi sono sentita molto confusa perché ero molto attaccata alla Forma fisica di
Swami, mentre ora sto cominciando a riferirmi di più alla Sua onnipresenza, ma trovo
molto difficile collegare la forma all’onnipresenza. Io so che guardo al Suo Corpo, ma
che Egli non è il corpo e neppure la mente, come lei ha detto. Come si può gestire questo
problema?
R. - Bene, penso che la risposta a questa domanda costituisca il prossimo passo nella sua
sâdhanâ. Nel vedere il volto di Swami in quello della persona che ci siede a fianco
sorgono molti interrogativi; anche se Egli è senza forma, noi vediamo lì il Suo volto.
Similmente, ascoltando qualcuno che ci parla, udiamo improvvisamente la Sua voce e a
volte possiamo persino sentirLo camminare accanto a noi. Questa è onnipresenza. Ricor-
diamo quindi che tutte le forme e tutti i nomi sono Suoi e cerchiamo di spostare la nostra
consapevolezza dal limitato all’illimitato, dal finito all’infinito, dalla forma al senzaforma.
(Tradotto dal testo pubblicato dal gruppo di lavoro “Heart2Heart”
sul sito internet dello ›rî Sathya Sai Central Trust di Praµânti Nilayam))
Mother Sai settembre - ottobre 2006 25
L’importanza di servire con il giusto spirito

I bambini delle elementari parlavano con Swami.


Era una tale dolcezza vederli!
A un certo punto, Swami ha chiesto a uno di loro:
“Bambino, da dove vieni?”
Egli ha immediatamente risposto: “Swami, provengo da
Te!”
Rivolgendosi ai ragazzi delle superiori, Swami ha commen-
tato: “Vedete? Lui ha risposto che proviene da Me, men-
tre voi grandi dite: ‘da Bombay, da Chennai...’ Vedete lui,
invece?”
Baba ha poi chiesto a un altro bambino delle elementari:
“Quanti anni hai?”
Sotto la Veranda

“Otto anni, Swami”, il bimbo ha risposto. “Come fai a saperlo?” “Me lo ha detto
mia madre”, è stata la risposta.
Baba, rivolto di nuovo ai ragazzi delle superiori, ha allora aggiunto: “Avete visto?
Quando invece chiedo a voi l’età, mi rispondete:‘Venti anni.’ Come lo sapete? ‘Dal
certificato di nascita’, è la vostra risposta! (Risate). Guardate invece come questi
bambini sappiano dare le risposte giuste!”
Gli studenti grandi, allora, hanno voluto copiare i più piccoli. Volevano copiare, così
Swami li avrebbe apprezzati. Swami ha chiesto in telugu a uno studente grande, e
per grande intendo postuniversitario: “Da dove vieni?” Ha parlato in telugu, ma il
ragazzo, non essendo di qui, non ha capito.
Baba ha allora riformulato la domanda in inglese: “Da dove vieni?” e il ragazzo,
imitando i più piccoli: “Swami! Provengo da Te!” Baba ha immediatamente detto:
“Oooh, da Me? Ma allora dovresti sapere il telugu! (Risate). Se provieni da Me,
perché non sai il telugu?” Alla domanda posta in telugu, il ragazzo non aveva infatti
saputo rispondere!
Questa è stata una grande burla, ma, allo stesso tempo, un’allusione al fatto che
mai dovremmo imitare qualcuno, mai dovremmo copiare. Tempo fa Bhagavân dis-
se: “Imitare è umano, creare è divino.” Noi siamo divini; non dobbiamo dunque
imitare, perché, se lo facciamo, perdiamo la nostra originalità, la nostra natura, la
nostra identità. Piuttosto usiamo la nostra creatività, siamo creativi e mettiamo in
atto la nostra originalità. Questa è stata una lezione per tutti.
Un ragazzo si è avvicinato a Swami a mani giunte e Gli ha detto: “Swami, Ti prego,
toccami qui. Mettimi una Mano sulla gola.” “Perché?” Swami ha chiesto.
“Swami, mi si sono gonfiate le ghiandole. Mi stanno venendo gli orecchioni. Mi fa
così male!! Per favore, metti qui la Tua Mano!”
“Perché mai dovrei farlo? No, no. Vai all’ospedale.”
“No, no, Swami!” ha insistito il ragazzo. “Se Tu mi tocchi, la malattia se ne va.”
“Hai davvero questa fede?” ha domandato Baba. “Swami, al 100%!!”
Swami lo ha dolcemente toccato sulla parte gonfia e, credetemi, alla fine dei bhajan

26 Mother Sai settembre - ottobre 2006


non c’era più niente! Tutto il gonfiore se ne era totalmente andato. Questo è il miracolo
del tocco di Bhagavân, una garanzia di guarigione, di guarigione completa. E tutti noi, in
quella piacevole serata, ne siamo stati testimoni.
Poi Baba ha chiesto a un ragazzo di parlare. Dovreste aver visto. Egli ha parlato del
servizio: “Ognuno dovrebbe fare servizio di tutto cuore.” Ha poi recitato una poesia di
Swami che dichiara che il servizio è importante più dell’adorazione, più della meditazione,
più dei pellegrinaggi. Ha quindi raccontato alcune sue esperienze.
Tempo addietro Swami era solito servire cibo a tutti i poveri. Questo atto è chiamato
Naraya²a Sevâ.
Un giorno, mentre stava servendo cibo, Baba si fermò in un punto dove aveva notato una
donna con un neonato fra le braccia. Chiamò un volontario e gli disse: “Stiamo servendo
cibo a questa gente. Ma il bambino?”
Il volontario non sapeva che dire: “Swami che cosa vuoi che faccia?”
“Porta del latte al bambino.” E così il volontario andò a prendere del latte. Intanto Swami
continuava a muoversi fra le persone per servirle. A un certo momento, da lontano, gri-
dò: “Avete dato il latte al bambino?” Il volontario rispose: “Sì, Swami.”
Ma Baba rifece tutta la strada per tornare indietro e toccare il bicchiere di latte: “Scotta!
Come potete aspettarvi che il bambino beva questo latte? PortateMi un altro bicchiere!”
Baba cominciò così a raffreddare il latte, versandolo da un bicchiere all’altro. Quando
esso raggiunse la temperatura giusta, lo diede al bambino e se ne andò.
Questo non fa altro che dimostrare come Swami si prenda cura personalmente delle
situazioni, ma anche dello spirito che vuole che manteniamo mentre stiamo servendo.
Servire non deve infatti essere una routine, un atto meccanico, una tabella. No. Deve
essere fatto di tutto cuore.
Sempre nel suo discorso, il ragazzo ha menzionato un fatto accaduto in Bosnia. La Bosnia,
come tutti voi sapete, ha passato dei momenti bruttissimi, di povertà e malattia. Era in
condizioni orribili, terribili, pietose. Tutti voi lo sapete. I volontari dell’Organizzazione
Sathya Sai sono andati in quei luoghi a distribuire cibo, vestiti e anche fotografie di
Baba. Una persona si è avvicinata a un volontario e ha detto: “Fotografie? Chi è que-
st’uomo?” “Quest’uomo si chiama Sathya Sai Baba.”
“Perché ci date la Sua fotografia? Non abbiamo bisogno della Sua foto, perché quest’uo-
mo, fino a ieri, era qui con noi! Era con noi, viveva con noi. E oggi ci date la Sua foto?”
Questo dimostra come Bhagavân Baba sia con voi, in voi, intorno a voi, sopra e sotto di
voi.

(Tratto da “Perle di Saggezza” 1- settembre 2002)

Mother Sai settembre - ottobre 2006 27


Discorso 01-01-2001

Buoni pensieri
per un buon anno
“Nel piacere è compreso di carbonio, tossico per l’uomo, restituendo
anche il dolore; ossigeno indispensabile alla vita. Anche gli
nessuno può separarli. animali assolvono i loro doveri e sono utili
È il dolore che porta con sé il piacere. alla terra in tante maniere. Eppure, c’è da
Di fatto, piacere e dolore chiedersi come mai l’essere umano, nato
sono entrambi dovuti al Kali Yuga.” tale e così definito, non pratichi nella vita i
valori che lo contraddistinguono. Qual è la
Incarnazioni dell’Amore! causa di ciò? Egli non è in grado di prati-
Gli anni passano, ma l’uomo non migliora care e diffondere i Valori Umani perché egli
nelle buone qualità. Vero essere umano è stesso li ha smarriti. Eppure, si aspetta dal-
colui che ha una mente buona. Ecco le qua- l’anno nuovo un periodo di pace, felicità,
lità di una buona mente: è luminosa come benessere e prosperità.
il sole, fresca come la luna, fa dire solo
parole sacre e conferisce pace alla società. Incarnazioni dell’Amore!
Solo chi è compassionevole, amorevole, Il nuovo anno non porta con sé felicità e
paziente, comprensivo e incline al sacrifi- gioia; ieri diventa oggi, oggi diventa do-
cio è un vero essere umano. Purtroppo oggi mani. Quando i giorni si susseguono in
queste sacre qualità sono diventate piutto- modo uguale, qual è l’esperienza che ne
sto rare. Come si fa a considerare un essere risulta? Ci si confronta con le conseguenze
umano chi ne è privo? delle proprie azioni. Una visione positiva
non potrà generare dolore. Azioni negative
La Beatitudine nasce dai sentimenti non si svilupperanno in esperienze di gio-
sacri ia. Perciò, quali che siano le nostre azioni,
L’uomo, forma di vita, nasce dalla Natura: non potremo sfuggire al confronto con i ri-
la terra gli dà sostegno vitale, il sole la luce, sultati. Tuttavia, chi coglierà in sé la Grazia
gli alberi l’ossigeno, filtrando le impurità; Divina accetterà gioie e dolori alla stessa
l’acqua lo disseta e lo nutre e l’aria lo aiuta stregua.
a mantenersi in vita. Com’è possibile che L’essere umano, meritevole della Grazia
un essere come l’uomo, che nasce dai cin- Divina, potrà vivere la santità della pace,
que elementi e da essi è sostenuto, non sia purificarsi e distruggere anche i peccati più
in grado di acquisire la loro natura? Figlio gravi. PURTROPPO A CAUSA DELL’ERA DELLE
dei cinque elementi, l’uomo dovrebbe pra- TENEBRE L’UOMO HA PERSO LA FIDUCIA IN SE
ticare e diffondere le sacre qualità degli STESSO, LA FIDUCIA NEL SUO VERO SÉ. EGLI
stessi e, poiché vive nel grembo della Cre- ASPIRA AL POTERE, INSEGUE LA BRAMA DI
azione, dovrebbe seguirne gli intrinseci DENARO. COME PUÒ LA DIVINITÀ RISVEGLIAR-
princìpi. SI IN UN SIFFATTO UOMO? SOLO LA PRATICA
Gli uccelli, gli animali e le piante rispetta- DEI VALORI UMANI TRASFORMERÀ LA NATU-
no la loro innata natura perseguendo i pro- RA UMANA IN DIVINA. Bisogna pertanto svi-
pri ideali. Gli alberi assorbono il biossido luppare oggi le buone qualità umane.

28 Mother Sai settembre - ottobre 2006


Discorso 01-01-2001
Quali che siano le nostre azioni e i risultati ogni tipo di sofferenza e difficoltà. Ma è, in
di ciò che intraprendiamo, qualunque sia realtà, la Grazia Divina che ci rende idonei
la Divinità che contempliamo, ne vivremo a tutto ciò. Senza la Grazia di Dio non si
le conseguenze. Non saranno gli anni nuo- può ottenere niente, e, per questo motivo,
vi a conferirci l’eterna beatitudine. si dovrebbero compiere solo quelle cose che
Gli anni vanno e vengono, come pure i pia- ci rendono meritevoli di Essa. Con una si-
ceri e i dolori. Solo la gioia dello Spirito può mile Grazia possiamo ottenere qualsiasi ri-
conferire una simile beatitudine. Non basta sultato, realizzare felicità e beatitudine e
svolgere le proprie funzioni, sia pure in approdare ad ogni tipo di pace. Il mondo
maniera positiva, per raggiungere la pace e materiale non sarà mai in grado di conferi-
la felicità. L’essere umano deve intrapren- re niente di tutto ciò.
dere le azioni con sentimenti puri. Molti si
aspettano dal nuovo anno gioia e prosperi- Pace e Beatitudine Eterne
tà, ma l’anno sarà il risultato delle azioni Tutto risiede nel nostro cuore, ed è il cuore
precedenti. SE VOLETE PORRE RIMEDIO E RI- il centro di ogni cosa. Perciò dobbiamo
SOLVERE LE CONSEGUENZE DI AZIONI NEGATI- coltivare sentimenti puri nel nostro cuore.
VE DEL PASSATO, DOVETE COMPENSARLE CON LA GENTE FESTEGGIA CON CANTI E BALLI
UN SURPLUS DI QUALITÀ E AZIONI POSITIVE. L’ARRIVO DEL NUOVO ANNO. MA SONO ENTU-
La beatitudine sacra è dentro di noi; nasce SIASMI E GIOIE CHE HANNO LA DURATA DI UN
dai nostri sentimenti puri. Bisogna MOMENTO. ALL’UOMO SERVE INVECE UNA
esternarli, manifestare quella gioia che nes- PACE DURATURA.
sun altro può darci dall’esterno e della quale Infatti, la vera pace è eterna. La vera felici-
nessuno potrà mai defraudarci. Queste sa- tà è eterna. La vera gioia è eterna. Come si
cre qualità hanno origine solo nel cuore. Il può sperare di realizzare una simile beati-
cuore dell’essere umano è pieno di com- tudine eterna se ci si dedica ad azioni che
passione che è all’origine di ogni sentimento non perdurano, ad attività materiali? Colo-
puro. ro che desiderano realizzare la beatitudine
Bisogna sviluppare la compassione, diffon- eterna devono dedicarsi ad azioni sacre e
dere la luce dell’amore e coltivare azioni permanenti.
positive e divine. Se manca questo atteg-
giamento non potete pretendere che il pas- Sperimentate la felicità
sare degli anni, il tempo, vi dia momenti di che si trova in ogni difficoltà.
felicità. Non lo potrà mai fare. Mai. Il ri-
sultato delle nostre azioni si otterrà in base Il piacere è un intervallo tra due dolori ed è
alla qualità con cui svolgiamo i nostri com- impossibile sperimentare l’uno senza gli
piti e doveri. Per poter sperare in buoni ri- altri. È impossibile raggiungere la felicità
sultati, bisogna nutrire dei buoni intendi- senza passare attraverso alcuna sofferenza;
menti. una simile felicità sarà solo temporanea.

La Grazia Divina I risultati dipendono dalle azioni


Possiamo trasformare qualsiasi cosa se pos- Ciò vale per chiunque, che sia facoltoso,
sediamo una ferma risoluzione, un cuore ricco o aspirante spirituale; ogni nostro ri-
puro e intraprendiamo azioni altruistiche. sultato dipende dal sentiero e dalla disci-
In un batter d’occhio possiamo sradicare plina spirituale che seguiamo. Non potete

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Discorso 01-01-2001
pretendere di raccogliere dei mango se ave- pre e solo dai vostri pensieri. Perciò, fate in
te seminato del nîm, e viceversa. Come il modo che i vostri pensieri siano sacri e di-
seme, così il frutto. Come il proposito, così ventate buoni esseri umani.
il risultato. I nostri sentimenti sono dentro
di noi, non fuori. Ci sembra che tutto pro- Diventate persone buone
venga dall’esterno, ma ciò è solo un’illu- Dovreste essere persone buone. Da che cosa
sione. La gioia e il dolore non possono di- si distingue una persona buona? Dai pen-
pendere da un’illusione. sieri e dai sentimenti buoni. Mâni¹i, uma-
no, significa colui che possiede manassu,
Cambiare il cuore e i sentimenti la mente. QUANDO LA MENTE NON È BUONA,
Perciò è il cuore che dobbiamo trasforma- COME PUÒ ESSERE BUONA LA PERSONA?
re. I nostri pensieri devono diventare buo- Talvolta può succedere che, malgrado le
ni, il nostro atteggiamento deve diventare ottime intenzioni delle nostre azioni, si ab-
buono, le nostre qualità devono diventare biano dei risultati negativi. Sebbene i risul-
buone. OGGI L’UOMO È MOLTO CAMBIATO, tati siano negativi, essi non potranno mai
MA NON LA SUA MENTE. I GIORNI E GLI ANNI alterare una buona mente. Si tratta comun-
PASSANO, IL TEMPO SCORRE, MA I NOSTRI SEN- que di caratteristiche negative riscontrabili
TIMENTI NON FLUISCONO. RAGGIUNGEREMO esteriormente. La dolce bontà interiore vi
LA PACE SOLO QUANDO I NOSTRI SENTIMENTI accompagna sempre: è dentro, intorno, sot-
CAMBIERANNO. to e sopra di voi.
Incarnazioni dell’Amore! Perciò l’essere umano è essenzialmente
In ogni circostanza, fate sempre in modo buono e, di conseguenza, dovrebbe avere
che i vostri sentimenti si trasformino in una mente buona. Ma la sua mente cambia
uttama1, sentimenti puri e nobili, affinché di attimo in attimo a causa dei pensieri in-
possano manifestarsi in ideali sacri. Tutte stabili. Se la propria volontà fosse risoluta
le nostre attività dovrebbero incentrarsi nel non cambierebbe in questo modo. La vo-
servizio al prossimo. È solamente in base a lontà deve essere ferma e stabile. Bisogna
questo che i Veda dichiarano: sviluppare una mente che non vacilli e una
chiara visione. Nessuna difficoltà potrà al-
Paropakâra­ pu²yâya lora toccarci. Se si desidera superare ogni
pâpâya parapî¬ana¼ tipo di dolore, la Grazia Divina è necessa-
Si ottiene merito ria.
con il servizio reso agli altri.
Si commettono peccati Purezza di sentimento e volontà
nel far male agli altri. Si può anche essere miliardari, ma, se i sen-
timenti non sono puri, non c’è ricchezza che
PERCIÒ QUANDO COLTIVIAMO IN NOI SENTI- salvi. Quand’anche un uomo fosse povero
MENTI PURI, OTTERREMO RISULTATI SACRI, in canna, se ha un cuore puro, può raggiun-
ANCHE SENZA RICERCARLI. Purtroppo, a cau- gere perfino le vette più alte.
sa dell’impatto del Kali Yuga, l’uomo pen-
sa una cosa, rincorre l’illusione di un’altra, In tempi negativi anche un bastone
e desidera un’altra cosa ancora. Qualun- da passeggio si trasformerà
que cosa decidiate di dire o di fare, i risul- in serpente.
tati delle vostre azioni dipenderanno sem- In un momento positivo

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Discorso 01-01-2001
la polvere stessa della terra dei risultati negativi per delle buone azioni.
diverrà oro. UN RISULTATO NEGATIVO IMPLICA UN ELEMEN-
TO DI NEGATIVITÀ NELLE VOSTRE INTENZIO-
Se la fortuna non ci arride, se i nostri NI. Se ciò non fosse, non si otterrebbe un
sforzi non vanno a buon fine, anche un risultato negativo. È debolezza umana ve-
bastone da passeggio si muterà in serpen- dere in sé solo il bene senza analizzare il
te. La causa di ciò sta nei nostri pensieri. male. Il bene e il male coesistono; nessuno
può separarli.
Sa¾kalpa mûlam idam jagat
2

I pensieri formano la base del cosmo. Piacere e dolore, bene e male,


coesistono; nessuno può separarli.
IL COSMO INTERO SI BASA SUI PENSIERI. AL- Non è possibile avere l’uno
CUNE PERSONE PENSANO CHE LE LORO ASPET- evitando l’altro: sono inscindibili.
TATIVE NON SI REALIZZINO MALGRADO TUTTI I Maggiore è il piacere
LORO SFORZI. Q UESTO È PRINCIPALMENTE se i problemi danno frutto.
DOVUTO ALLA MANCANZA DI PUREZZA NEI LORO
SENTIMENTI E NELLE LORO INTENZIONI. Le Un frutto matura nel tempo
azioni buone e cattive sono la causa dei ri- Da dove arriva la felicità? Quando i pro-
sultati. Dobbiamo perciò installare sentimen- blemi fruttificano, la felicità arriva. Per
ti sacri nel nostro cuore. avere un buon mango occorre lasciargli il
tempo di maturare sull’albero. Se lo coglia-
La fortuna non cambia con l’anno mo ancora acerbo, ci domanderemo come
La giornata di oggi segna l’inizio del nuo- mai un buon seme abbia prodotto questo
vo anno 2001. Il prossimo sarà il 2002. aspro frutto. Ma in realtà il frutto non ha
Cambiano i numeri, ma non il destino. raggiunto ancora la giusta maturazione. Si
È UN GRAVE ERRORE PENSARE CHE IL DESTI- trova nello stadio di crescita chiamato kayi
NO POSSA CAMBIARE SOLO PERCHÉ CAMBIANO (frutto acerbo) ed è perciò molto aspro. È
GLI ANNI. OLTRE AI NUMERI, DEVONO CAM- un errore pensare che vi sia qualcosa di
BIARE LE NOSTRE AZIONI E DIVENTARE PURE. negativo in un frutto di buona qualità. Non
SOLO COSÌ OTTERRETE LA SANTITÀ CHE VI vi accorgete della sua dolcezza solamente
ASPETTATE. perché non ha ancora raggiunto la
Studenti! maturazione.
Potrete avere buoni risultati agli esami solo Perciò bisogna indagare a fondo e analiz-
impegnandovi al massimo per tutto l’an- zare la situazione, tenendo conto dei mo-
no. Altrimenti non avrete alcuna possibili- menti, delle nostre sacre qualità e dell’uso
tà di ottenere i voti desiderati. del nostro intelletto. Esiste l’intelligenza.
Fin dove può arrivare? Il frutto è di buona
Yad bhavan tad bhavati qualità e ci aspettiamo che sia dolce. È una
Come il sentimento, così il risultato. buona varietà, ma non è ancora maturo.
Come potete allora aspettarvi un succo
Come l’intendimento, così il conseguimen- dolce?
to. Talvolta ci si domanda: “Se mi impe- State usando i vostri pensieri nella maniera
gno in una giusta azione, perché ottengo sbagliata. Se il frutto non fosse buono non
dei risultati negativi?” Non vi saranno mai crescerebbe affatto.

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Discorso 01-01-2001
Se la varietà è buona, senz’altro maturerà nel cuore è vero ed eterno. Il desiderio, l’ira,
in un frutto buono e dolce. l’avidità, l’infatuazione, l’orgoglio e l’invi-
Perciò non perdetevi d’animo se non otte- dia corrispondono al sentiero esteriore
nete subito il risultato sperato. I vostri sfor- (prav©tti). Lo studio, il lavoro, il denaro, i
zi sono destinati al successo, ma a tempo passatempi, le canzoni, tutto ciò appartie-
debito. ne al sentiero esteriore. Sono tutte caratte-
Incarnazioni dell’Amore! ristiche della natura materiale. Queste ten-
Si è atteso con grande trepidazione l’inizio denze materiali hanno origine nella testa e
di questo nuovo anno. Ci si è sforzati di saranno sempre soggette a cambiamento.
accogliere il suo arrivo nel migliore dei Le caratteristiche del sentiero interiore che
modi. Eppure l’uomo deve sforzarsi per hanno origine nel cuore sono permanenti.
realizzare ciò che va fatto e deve usare il Corrispondono alla Verità e sono eterne.
giusto discernimento prima di intraprende- L’essere umano coltiva le tendenze mate-
re qualunque azione. Oggi l’uomo ha perso riali e soffoca le aspirazioni interiori. Per-
il senso del discernimento. Non indaga più seguendo le une non potrà ottenere le altre.
per comprendere il suo destino (gati), non Pensa in un modo e si comporta in un al-
è più in grado di sapere chi bisogna rispet- tro. Vuole percorrere la via interiore, ma si
tare e in che modo, che cosa bisogna acco- perde dietro azioni mondane. Questo non
gliere e come, chi dovremmo amare e in va! Questo non va! Per questo motivo ogni
quale maniera. passo fatto oggi dall’uomo è contrario alla
rettitudine. E così, passo dopo passo, egli
Quattro doni per l’uomo prende la strada della non verità (asatya)
Dio ha dato quattro doni all’essere umano: contraddicendo, con ogni sua parola, la
la mente (mati), il destino (gati), la posi- Verità. Tutto ciò che vede si colora di
zione (sthiti) e la ricchezza (sampatti)3. negatività. Perfino ciò che ascolta è carico
Questi quattro sono senza dubbio doni di di falsità.
grande valore, eppure l’uomo non ne fa La vita dell’essere umano si sta trasforman-
buon uso. Al contrario, vive immerso nel do, orientandosi totalmente verso il percor-
desiderio nutrendo l’ira, l’avidità, l’infatua- so materiale. Dobbiamo trasformare que-
zione, l’orgoglio e l’invidia con cibo e abi- sto cammino esteriore in un cammino inte-
tudini sbagliati. riore. Il cammino interiore vivrà di se stes-
Tutti questi difetti sono generati dal cibo; so in eterno. PERCIÒ PRIMA DI METTERE IN
non sono doni di Dio. Il giusto nutrimento ATTO QUALUNQUE PENSIERO, SAREBBE SEM-
è nelle vostre mani. Come il cibo, così le PRE OPPORTUNO DISCRIMINARE TRA IL BENE E
qualità. Il cibo è negativo. Ma la mente, il IL MALE.
destino, la posizione e la ricchezza sono Dovete analizzare, indagare, chiedervi: “È
doni divini. bene?” “È male?” Bene o male? Bisogna
intraprendere la giusta indagine. Lungo il
Il sentiero interiore ed esteriore cammino interiore non perderete mai il
Studenti! gusto della vostra ricerca quantunque pos-
La mente, il destino, la posizione e la ric- sa passare moltissimo tempo. Non perde-
chezza corrispondono al sentiero interiore rete mai la pace, malgrado i vostri sforzi
(niv©itti). Non nascono nella testa. Hanno ininterrotti.
origine nel cuore. Tutto ciò che ha origine

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Discorso 01-01-2001

Il gusto cambia, ma l’appetito è uno I sentimenti sono importanti,


solo non le parole
Per esempio, voi avete tra i 20 e i 40 anni e Quando un poeta compone versi in lode di
in tutti questi anni avete sempre mangiato Dio, Lo esalta in modo altisonante, spesso
ogni giorno. Potete per questo dire che ne esagerato e poi Gli rivolge un’invocazione
siete disgustati o domandarvi perché con- perché lo protegga. Il sentimento ispirato-
tinuare a mangiare? Anche se mangerete re è importante, ma non sempre lo è lo stile
oggi, vi preparate già al pasto di domani. con cui sono scritti i versi.
Cambiano solo i gusti, ma la fame è identi- Un poeta disse:
ca per tutti. Il cibo può cambiare, ma la fame
è una. Qualunque sia il cibo che si mangia, “›rînivâsa, che giaci sul serpente
lo si fa per saziare la fame. Vâsuki dalle mille teste,
Tu vivi e Ti diverti
I gioielli sono molti, ma l’oro è lo stesso. nella coscienza dell’Assoluto.
Il colore delle mucche può variare, Non conferirai gioia alla mente
ma il latte è lo stesso. distruggendo il legame dei sentimenti?
Le razze sono molte, ma la vita è una. Auspicale Dolcezza! Tu, che risiedi nel
La visione di Dio può variare, corpo, proteggi il Tuo servitore!
ma Dio è Uno. Keµava, Signore del mondo, che
conquisti la vittoria sui sensi,
Perché l’uomo vive in un simile stato di perché non accorri in soccorso?
illusione? Dicono che Tu, che incanti la mente
di Lak¹mî Devî,
“Lottate per guadagnarvi da vivere.” sia ovunque, in ogni angolo
e in ogni vicolo più sperduto.”
Bisogna affrontare molte difficoltà per ti-
rare avanti e per questo motivo si è tratti in Se si osserva questa poesia, ci si trova di
inganno. Ma la vita è transitoria. La vita fronte a una tale grandezza! Eppure la poe-
non dura per sempre. Termina in un atti- sia, che si esprime in parole, non riflette
mo. Perché dovremmo perderci dietro una l’espressione di un cuore pieno di sentimen-
simile illusione? FINCHÉ SIAMO QUI, FACCIA- to. Perciò le nostre menti devono coltivare
MO IN MODO DI ESSERE SEMPRE SUL GIUSTO sentimenti sacri. Non dovrebbero basarsi
SENTIERO. INCAMMINIAMOCI LUNGO IL SEN- sulle parole. Le parole vanno e vengono.
TIERO DELLA VERITÀ PER ESSERE PORTATORI Ogni singolo essere umano potrà lodare il
DI IDEALI CHE SIANO D’ ESEMPIO AGLI ALTRI. Signore e lo potrà fare in base alla sua abi-
SOLO COSÌ LA NOSTRA UMANITÀ POTRÀ SAN- lità. Ma sono i sentimenti che devono esse-
TIFICARSI. re puri, stabili e altruistici.
Se intraprendiamo delle azioni transitorie
durante il corso della vita umana, che è an- L’anno nuovo non porta niente di nuovo
ch’essa transitoria, quando saremo in gra- Il nuovo anno non porterà con sé nulla di
do di vivere l’esperienza dell’eterno? Solo nuovo. Al contrario, saranno i giorni tra-
azioni sostenute dalla Verità potranno con- scorsi, vecchi, a comparire, come anche i
ferire la pace eterna. risultati di vecchi sentimenti. Il giorno in cui

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Discorso 01-01-2001
nei vostri cuori nascerà un genere nuovo di Perciò le nostre porte dovrebbero avere
pensieri, sarà il vero anno nuovo. anche cancelli adeguati.
(Applausi). Eccelse sono la nobiltà, il valore e la divini-
Tutte le preghiere recitate, i bhajan canta- tà della vita umana: non sciupatela con le
ti, il servizio reso, i riti compiuti da anni e cattive qualità. Molte cose vanno e vengo-
anni non serviranno a nulla se, contempo- no, ma non dobbiamo dare spazio a tutto
raneamente, non avverrà alcuna trasforma- ciò che ci viene incontro. Dovremo acco-
zione del cuore. Riscontrate forse in voi un gliere solo ciò che è sacro. Non dovrebbe
cambiamento del cuore e siete più inclini esserci alcun dubbio a tal riguardo.
alla pietà? L’essere umano ha forse mo- Se, ad esempio, qualcuno si presenta alla
strato di avere maggior compassione e gen- vostra porta con il suo bagaglio e voi lo ri-
tilezza? Il cuore privo di compassione non cevete molto festosamente, gli fate molte
è un Tempio di Dio (Daiva Mandir), ma gentilezze e complimenti, questi, immedia-
un covo diabolico (dvaya mandir). Abbia- tamente, entrerà e si sistemerà in casa vo-
mo bisogno di coltivare cuori pieni di com- stra. Se invece lo ignorate completamente,
passione. In ogni istante, dovreste essere sceglierà di andarsene in un albergo o in un
colmi di compassione. residence. Ma, poiché lo avete intrattenuto
Ma, poiché tutti voi considerate questo gior- e gli avete parlato, è entrato. Se evitate di
no come il capodanno e lo festeggiate con parlargli non avrà nessuna possibilità di
entusiasmo, Io vi benedico, affinché pos- entrare.
siate coltivare sentimenti sani, santi e ideali. Allo stesso modo, vi vengono incontro
Desidero che dividiate con altri tutto ciò molti tipi di negatività. Ignorateli. Non strin-
che considerate buono. Voglio che condu- gete amicizia con essi; se non darete loro
ciate una vita pacifica e serena e diventiate retta, se ne andranno per la loro strada, tor-
un modello per il resto del Paese. neranno da dove sono venuti e non vi in-
taccheranno.
Ignorate le qualità indesiderabili EPPURE, COME SI COMPORTA OGGI L’UOMO?
Talvolta, alcune qualità negative come la GLI SI PRESENTANO DEI SENTIMENTI NEGATI-
bramosia, la collera e l’odio possono na- VI ED EGLI LI ACCOGLIE CON TUTTI GLI ONO-
scere in voi, ma non dovreste mai permet- RI. SE CONTINUATE AD ALIMENTARLI, ESSI VI
ter loro di penetrare nella vostra mente. Se INVADERANNO LA MENTE E PRENDERANNO IL
chiuderete loro la porta in faccia, spariran- CONTROLLO DELLA VOSTRA VITA. Non parla-
no in un baleno da sole; ma, se le farete te del male. Non guardate il male. Non
entrare, vi si stabiliranno. ascoltate il male. Questa è vera qualità
Ecco un piccolo esempio. Avete costruito umana. L’essere umano è dotato dei sensi
una casa con porte tutt’attorno. Voi pensa- per sviluppare il potere della discriminazio-
te: “Ho messo delle porte…” Se arriva un ne e saper valutare ciò che è necessario e
amico o dei parenti li farete entrare, ma non ciò che non lo è.
farete entrare chiunque. C’è forse qualcu-
no che fa entrare in casa cani e porci, solo Benedizione finale
perché ci sono delle porte? Il corpo umano In questo modo sarete benedetti. La vostra
ha nove porte, e voi dovete aprirle solo a vita sarà piena di risultati e si santificherà.
ciò che è sacro. Non fate entrare il male. E, allo stesso tempo, questi sentimenti no-
Solo così otterrete la giusta qualità di pace. bili vi renderanno immortali e realizzerete

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Discorso 01-01-2001
l’infinita beatitudine. Questo è un nuovo (Tratto dal sito internet del Consiglio Centrale
anno e perciò bisogna rinnovare la propria Sathya Sai d’Italia)
vita. Abbandonate tutto ciò che è vecchio
e consunto. LIBERATEVI DI TUTTO CIÒ CHE È
1. Il termine “uttama” indica “il più alto”, “il
IMMONDO, ALTRIMENTI I NUOVI SENTIMENTI
migliore”, “l’eccellenza”.
NON POTRANNO ENTRARE. Quando nella men-
2. La parola sanscrita “sa¾kalpa”, oltre che
te ci sono solo sentimenti divini, nient’altro “pensiero”, significa anche: “volontà”, “pro-
potrà entrarvi. Installatevi la Divinità e re- posito”, “risoluzione mentale”, “determina-
alizzerete la vera pace. zione”.
Incarnazioni dell’Amore! 3. La traduzione di “mati” (mente), “gati” (de-
Vi benedico tutti, affinché abbiate una vita stino), “sthiti” (posizione), “sampatti” (ric-
di pace, prosperità e felicità. chezza) non trasmette la vera essenza del si-
gnificato sanscrito e tali termini sono difficili
(Bhagavân ha concluso il Discorso con i da interpretare letteralmente. È molto proba-
bhajan: “Hari Bhajana Binâ....” e “Hare Râma, bile che Swami si riferisca all’intimo signifi-
Hare Râma...”) cato di queste parole, difficile da afferrare.

Praµânti Nilayam,
1 gennaio 2001

Mother Sai settembre - ottobre 2006 35


Continua la “Storia di Sundaram”, la “Praµânti Nilayam” di Chennai. Vi ritrove-
remo ancora avvincenti aneddoti, salti nel passato della vita di Swami, interes-
santi notizie.

“Amore Liquido”
Un superbo servizio 24 ore al giorno
Tra le varie attività di servizio che proseguono continuamente, a Sundaram c’è un
servizio “non-stop” che dura tutto l’anno e che organizza i donatori di sangue e i pazien-
ti che sono in attesa di operazione negli ospedali della città. Denominato “Amore Liqui-
do”, questo servizio è iniziato timidamente nel dicembre del 1998 e ora può vantare una
banca dati, con elaborate informazioni, che viene gestita da tre volontari 24 ore al
giorno per 7 giorni la settimana.
Con un software di base e un database con più di 3000 donatori, che comprende tutti i
tipi di gruppi sanguigni e che viene costantemente aggiornato, il servizio serve una
media di 100 pazienti al mese, pazienti che devono affrontare operazioni chirurgiche e
Zoom

necessitano di almeno due o tre unità di sangue, talvolta anche di rari gruppi sanguigni.
Il modo in cui opera questo servizio è il seguente: nel momento in cui vi è una richiesta
di sangue da parte di qualsiasi ospedale della città, vengono immediatamente contattati
i donatori della lista che vanno immediatamente, e con grande zelo, a donare il sangue
nella rispettiva banca del sangue. Grazie alle frequenti interazioni con gli ospedali, si è
creato un eccellente coordinamento e chi ha bisogno viene servito nel momento stesso
della richiesta. I numerosi trofei, medaglie e riconoscimenti, assegnati dall’Ufficio dei
Donatori di Sangue a Madras, testimoniano il prezioso aiuto reso e istituito a Sundaram.
Uno di questi uffici si trova perfino alla stazione ferroviaria di Chennai. Inaugurato col
nome “Servizio ›rî Sathya Sai di Pubblica Utilità”, esso provvede a garantire aiuto alle
persone che arrivano a Chennai da ogni parte del mondo dando loro un primo soccor-
so, informazioni riguardanti la città ecc. Molte persone, visibilmente commosse per
cotanta assistenza, hanno affermato: “È una sensazione estremamente confortante sa-
pere che ci sono sempre un fratello o una sorella Sai a Madras pronti ad aiutarti nel
momento in cui hai bisogno, provvedendo, se necessario, anche alla richiesta di san-
gue.”

Il meraviglioso Sai Krupa, paradiso dei poveri e degli ammalati


Un altro servizio medico, totalmente gratuito e che viene svolto ogni sabato, ha sede in
un luogo adiacente a Sundaram ed è chiamato “Sai Krupa”. Qui vi sono medici di
tutte le specializzazioni che, ogni settimana, curano centinaia di pazienti. Una manna
per queste persone malate che non hanno alcun privilegio. Questo servizio è iniziato nel
1977, il che significa molto prima che Sundaram sorgesse. Il dottor Prabhu, Direttore
dell’Istituto di Ricerca Medica Nucleare Avanzata di Purasvalkkam, Chennai, che ha
prestato servizio al Sai Krupa per molti anni, ci racconta la sua prima esperienza.

36 Mother Sai settembre - ottobre 2006


“I pazienti vengono qui per Amore”
“La prima esperienza fu molto incoraggiante: tutti i paramedici e i volontari erano molto
gentili con me. Motivato dalla volontà di prestare servizio, e con il supporto del loro affet-
to, decisi di venire ogni settimana. Mi sono perfino trasferito a T. Nagar, che si trova
vicino a Sundaram, per non perdere l’appuntamento domenicale. Ho visitato molti pa-
zienti, circa 300/400, che soffrivano di varie malattie.
Si può avere l’impressione che questi pazienti siano guariti a seguito delle medicine loro
somministrate, ma non è così. I pazienti che arrivano in questo luogo, non vengono per le
medicine, ma per ricevere Amore. È veramente l’Amore del nostro amato Swami che li
guarisce! Poco alla volta abbiamo cominciato ad avere prestazioni specialistiche più im-
pegnative, come operazioni cardiache al torace, plastiche, vascolari, tutte prestazioni che
ora vengono effettuate regolarmente. Ciò ha stimolato in noi ulteriori motivazioni, oltre
che spronarci nella cura di questi malati.”
“Se capita che io sia fuori zona, ritengo mio dovere venire a Chennai la domenica per
non perdere l’appuntamento con il Sai Krupa”, dice un altro medico, la dottoressa Kumari
Menon, pediatra all’Ospedale Vijaya, che ha lavorato per dieci anni al Sai Krupa.
“Ricordo” – dice la dottoressa – “che una volta capitò un bambino con una ostruzione del
liquido spinale nel cervello. Eseguimmo su di lui un intervento di bypass e il bambino
veniva portato regolarmente al Sai Krupa ogni domenica per il controllo.
Per grazia di Sai Baba è stato curato senza alcuna complicanza. Ricordo un’occasione in
cui abbiamo pranzato con Swami; mentre conversavamo con Lui, Egli disse: ‘È meglio
andare a servire di porta in porta piuttosto che attendere che i pazienti vengano qui.’
Abbiamo pertanto dato inizio al “grâma sevâ”, il servizio nei villaggi. Ciò non solamente
per curare le persone ammalate, ma anche per fornire loro ciò di cui avevano estrema-
mente bisogno: un’educazione alla salute.”
L’impegno di questi medici e la loro dedizione a Sai e al servizio è, a dir poco, esemplare.

(continua)

(Tratto dalla ML ufficiale del CCSSI)

Mother Sai settembre - ottobre 2006 37


38 Mother Sai settembre - ottobre 2006
Gurupûr²imâ: 11 luglio 2006
(Cronaca della giornata)
La tradizione indiana assegna la più elevata posizione di rispetto al Guru o Precetto-
re, qualche volta persino superiore a Dio, poiché è il Guru che conduce a Dio. Il
primo bhajan vero e proprio che Bhagavân insegnò dopo aver proclamato la Sua
“avatarità” fu “Mânasa Bhajare Guru Carana¼ Dustara Bhava Sâgara Tara²a¼”
(Meditate sui Piedi del Guru, che vi farà attraversare il burrascoso oceano dell’esi-
stenza terrena). Per i devoti Sai, questa ricorrenza è di immenso valore, poiché
Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba è il nostro Guru e Dio, il Cammino e la Meta del
destino della nostra vita. Nessuna meraviglia, allora, che il Gurupûr²imâ sia una

Report
delle maggiori festività in calendario a Praµânti Nilayam, allorché giungono devoti,
provenienti da ogni parte del mondo, per donare il loro amore, rendere omaggio e
offrire gratitudine al loro amato Maestro.
Le celebrazioni sono cominciate il mattino del 10 luglio con un programma musicale
delle sorelle Bailey che hanno eseguito alcune loro composizioni intitolate “Io non
sono mai solo”, “Celebrate la nascita di Sathya Sai” e “Dio vive in India”, quale
espressione del loro amore, e della loro devozione e gratitudine a Bhagavân.
Il giorno seguente, la mattina dell’11, Baba è arrivato nel Sai Kulwant hall, splendi-
damente decorato, alle 7,15, durante i canti vedici, il Nâdasvaram e il
Pañcavadyam, eseguiti dagli studenti del Suo college. Pochi minuti dopo che Baba
si era accomodato sul palco, gli studenti hanno cantato stotram (inni di lode) e
canzoni in lode al Guru. Alle 8, Baba ha benedetto circa cinquanta persone diversa-
mente abili, appartenenti ai settori più disagiati della società, provenienti da varie
zone del Distretto di Anantapur, donando loro tricicli per disabili, affinché possano
avere una vita più indipendente. Il programma del mattino si è chiuso con i bhajan.
Il programma pomeridiano ha avuto inizio alle 14,30. In occasione del Gurupûr²imâ,
l’Orchestra Sinfonica Sai, costituita da 67 membri provenienti da 22 nazioni, ha
suonato alla Divina Presenza. Iniziando col bhajan “Muralî K©¹²a Mukunda
K©¹²a”, l’orchestra ha calamitato l’attenzione degli astanti, intrattenendoli con melo-
diosi brani, che racchiudevano innumerevoli sfumature emozionali, composti da arti-
sti assai noti come Händel, Rossini e Verdi, che rappresentano secoli di storia euro-
pea.
Alla fine del programma, Sai Baba si è fatto amorevolmente fotografare con i musi-
cisti. È quindi sceso dal palco e, muovendosi fra loro, ha parlato ad essi e li ha
benedetti con la gioia della Sua vicinanza.
Il pomeriggio si è concluso con i bhajan e l’ârati.

(Tratto da: www.sathyasai.org)

Mother Sai settembre - ottobre 2006 39


Congresso dei Giovani del Kerala

(Cronaca dell’evento)
I giovani del Kerala sono stati nuovamente benedetti allorché hanno avuto l’aurea
opportunità di crogiolarsi alla Divina Presenza di Bhagavân ›rî Sathya Sai Baba e
cogliere le gemme di saggezza elargite da esperti oratori e dal Signore Stesso.
Il Congresso si è svolto per tre giorni consecutivi dal 19 al 21 maggio 2006.
Il pomeriggio del 21, per la gioia dei presenti ed esaudendo le preghiere di 3000 giova-
ni keralesi, giunti da diverse parti dello Stato a Whitefield, Brindavan, la Dimora di
Bhagavân a Bangalore, Baba ha tenuto il Suo Discorso.
La mattina del 19 il Sai Ramesh Krishan hall era elegantemente decorato da compo-
sizioni di fiori freschi, lampade e festoni colorati.
Swami è giunto nella sala alle 8,30. Dopo alcuni bhajan, cantati dai giovani, µrî
Mukundan, presidente delle Organizzazioni ›rî Sathya Sai dello Stato del Kerala, ha
ringraziato Baba per avergli consentito, per il quarto anno consecutivo, di tenere il
“Sâdhanâ Camp” alla Divina Presenza.
Per la gioia di tutti gli astanti, ha riferito quanto Bhagavân aveva detto il 31 marzo
2006, allorché egli aveva comunicato a Baba l’ardente desiderio dei giovani del Kerala
di giungere alla Sua Presenza.
Baba, in quell’occasione, disse: “Tutte le loro preghiere Mi hanno già raggiunto.”
Prima di presentare gli oratori per la sessione del mattino, µrî Mukundan ha chiesto a
Baba di poter pubblicare un libro intitolato “Helpline on the ›rî Sathya Sai Path”
“Suggerimenti sul sentiero ›rî Sathya Sai”, contenente le risposte di µrî Narasimha
Murthy, preside dell’Istituto del campus di Brindavan, alle domande spirituali solle-
vate dai giovani del Kerala nei precedenti congressi giovanili. Baba ha benedetto il
libro e lo ha anche firmato.
›rî Madhu Balakrishnan, un famoso cantate del Kerala, si è guadagnato le parole di
apprezzamento e compiacimento da Bhagavân per l’appassionata esecuzione di musi-
ca classica e musica leggera devozionale.
Dopo il programma musicale, è stato offerto l’ârati a Baba, dopodiché Egli si è ritirato
nella Sua Dimora.
Nel pomeriggio, Baba è giunto nella sala alle 3,50. Dopo una breve sessione di bhajan
e di canti vedici, i lavori sono iniziati con quattro oratori dei giovani – due uomini e due
donne – che hanno condiviso le loro esperienze con i presenti.
Gli interventi sono stati brevi, intensi e molto apprezzati.
Successivamente, il quinto oratore, il Coordinatore di Stato per i Programmi Medici
›rî Sathya Sai, è salito sul palco e ha intrattenuto gli astanti per alcuni minuti. A ciò è
seguito un soave concerto musicale di µrî Madhu Balakrishnan. Questa volta il can-
tante è stato benedetto con un anello che Swami gli ha materializzato.

40 Mother Sai settembre - ottobre 2006


La mattina del 20, non appena Baba è entrato nella sala, i giovani del Kerala hanno
cominciato a cantare i bhajan. Dopo un po’, il dottor M.K. Ramachandran Nair,
vicerettore dell’università del Kerala, ha parlato delle sue esperienze e richiamato l’at-
tenzione dei giovani sulla grande opportunità che hanno avuto, a una così giovane età,
di avere darµan (visione), sparµa² (contatto) e sa¼bhâ¹an (conversazione) col Si-
gnore. Dopo tale intervento, µrî Hari Hara Subramanian ha potuto eseguire delle
canzoni alla Divina Presenza. Al termine, Bhagavân ha materializzato, per lui, un bellis-
simo anello.
I lavori si sono conclusi con l’offerta dell’ârati a Swami.
Dopo che Baba era entrato nella hall, µrî Jyoti Lal, direttore esecutivo dell’autorità
governativa del Kerala d’approvvigionamento idrico, si è rivolto al pubblico la mattina
del 21, giorno conclusivo del Congresso. Dopo il suo illuminante intervento, µrî Kavalam
›rîkumar e µrî T.S. Radhakrishnan hanno eseguito una performance vocale, alla fine
della quale è stato offerto l’ârati a Baba.
La sessione pomeridiana è stata, per i giovani, un evento speciale, che resterà impresso
per sempre nei loro cuori. Baba è arrivato sul palco alle 4 del pomeriggio e, mentre i
bhajan erano in corso, con sorpresa di ciascuno, è sceso dal palco e ha raccolto le
lettere dai giovani, parlato a qualcuno di essi e, ad alcuni, ha materializzato la vibhûti.
I giovani era pieni di gioia e si potevano notare i loro volti illuminati per la Divina Pre-
senza. Baba ha anche fatto un giro della sala dando il darµan a tutti i devoti. Quindi è
arrivato un altro momento speciale che tutti aspettavano da due giorni, allorché Baba
ha tenuto il Suo soave Discorso Divino.

Il Congresso è giunto alla sua felice conclusione con l’offerta dell’ârati a Bhagavân.

(Tratto dal sito internet: www. sathyasai.it)

Mother Sai settembre - ottobre 2006 41


Anniversario della fondazione dello
›rî Sathya Sai Dînajanoddhâra²a Patâkamu:
20 giugno 2006

Nel 2002, in occasione della ricorrenza del Gurupûr²imâ, Bhagavân Baba inaugurò
lo ›rî Sathya Sai Dînajanoddhâra²a Patâkamu, un progetto in base al quale sono
stati costruiti dei complessi residenziali per dare alloggio a bambini abbandonati e orfa-
ni, appartenenti alle classi più disagiate della società.
Attualmente, in base a questo progetto, sono ospitati sessanta bambini provenienti da
numerosi villaggi nei dintorni di Puttaparthi. Oltre all’alloggio gratuito, al cibo, al vestia-
rio, all’istruzione e ad altre necessità giornaliere, è stato depositato, a nome di ogni
bambino, un lakh (100.000) di rupie. Gli alloggi sono situati nella colonia denominata
›rî Sathya Sai Nagar, nel villaggio di Kammavaripalli, dietro al perimetro occidentale
dell’âµram. È anche stata costruita una scuola dove i bambini ricevono regolare istru-
zione e anche addestramento professionale.
Nell’Andhra Pradeµ, questo istituto è diventato un modello per molte analoghe istitu-
zioni. Il pomeriggio del 20 giugno 2006, i bambini dell’istituto hanno celebrato il quarto
anniversario della sua fondazione alla Divina Presenza di Bhagavân. In un dipinto, nel
Sai Kulwant hall, erano stati ben illustrati l’amore dei bambini per Baba e l’attenzione e
le premure di Swami verso di loro.
Alle 15,55, Bhagavân ha fatto il Suo ingresso nella sala al canto degli inni vedici. Il
programma ha avuto inizio con un’invocazione da parte degli studenti che hanno canta-
to il “Nârâya²a Sûktam”. All’inizio, un ragazzo dell’istituto ha espresso la sua gratitu-
dine a Bhagavân perché fornisce loro cibo, vestiario e un posto sicuro in cui vivere. Egli
ha detto: “Possiamo solo offrire noi stessi e pregare per ottenere la Sua grazia.” Il
ragazzo ha informato i presenti che nove giovani avevano superato la decima classe e
alcuni altri avevano ottenuto il B.Sc. (titolo informatico di 1° grado accademico) per
poter così proseguire gli studi.
La successiva rappresentazione è stata una commedia a tema sul concetto di antica
saggezza vedica e tecnologia moderna, presentata sotto forma di dialogo fra due narra-
tori. La scena d’apertura dipinge Âdi ›a¾kara, il celeberrimo erudito vedico del pas-
sato, che loda con ardore il Signore ›iva. I narratori deplorano il fatto che, in questo
sacro Paese, che ha dato i natali a uomini tanto saggi come Âdi ›a¾kara, la società
abbia oggi ceduto alle lusinghe del mondo materialistico e abbia ignorato la propria
gloriosa eredità. La scena successiva ritrae alcuni sacerdoti che celebrano uno yajña
(offerta di oblazioni nel fuoco sacrificale), quando il grande imperatore Alessandro
Magno, impegnato nella sua campagna di conquista, appare sulla scena. Egli comincia
a parlare con quei sacerdoti e rimane colpito dalla loro fiducia in se stessi e dalla loro
semplicità. Chiede allora che essi gli rivelino il segreto di tanta serenità e quelli rispon-
dono che la vera felicità può

42 Mother Sai settembre - ottobre 2006


essere ottenuta solo conquistando i propri desideri e non gli imperi.
Poi la scena si sposta su una casa cittadina. Un vecchio, fiero della ricchezza della
cultura indiana, rimane sconvolto vedendo l’atteggiamento irriverente del proprio nipo-
te nei confronti dei valori e delle abitudini di questo grande Paese. Egli decide che è
tempo che il ragazzo impari che i prodigi della moderna tecnologia, che il nipote ap-
prezza tanto, erano già ben noti ai saggi dell’antica India. Cita esempi quali l’antico
trattato indiano (Vaimanika ݉stra) riguardante i viaggi aerei, come pure i missili, le
testate esplosive e le varie procedure chirurgiche dettagliatamente descritte nel Carika
Samhitâ. Spiega al ragazzo che non è la tecnologia a essere malvagia, ma il modo
deleterio in cui essa viene applicata. La commedia ha evidenziato i numerosi sistemi
con cui la tecnologia, specialmente quella informatica, può portare beneficio alla socie-
tà. Il messaggio ai presenti è stato che solo la spiritualità può offrire completezza alla
scienza.
La rappresentazione è terminata con un commovente canto che esprimeva la gratitudi-
ne dei ragazzi verso Swami per il totale cambiamento che ha portato nella loro vita e le
premure che Egli ha elargito loro, come solo una madre amorevole può fare.
Alla fine del programma, Bhagavân si è amorevolmente fatto fotografare con i ragazzi e
dopo la distribuzione del prasâdam e l’offerta dell’ârati, Egli si è ritirato nella Sua
residenza.

(tratto da www.sathyasai.org)

Mother Sai settembre - ottobre 2006 43


L’ascesi di Sabarî

(Animali e Devozione)

Sabarî aveva un cuore veramente mite e misericordioso. La storia che la portò dal
Saggio Mata¾ga e che la fece rimanere al suo eremo è interessantissima.
Il suo matrimonio fu deciso dai genitori e, com’è usanza presso gli Âdivâsi, la sera
precedente alla cerimonia si doveva sacrificare una capra alla Divinità della tribù, per
propiziarsene la grazia. Allorché Sabarî venne a sapere dell’uccisione, pianse e si
gettò ai piedi dei suoi genitori supplicandoli di risparmiare la capra. Chiedeva: “Come
può esser felice il nostro matrimonio se ha inizio con la sofferenza mortale di questa
capra?” Ma il padre, spingendola da parte, proseguì con i preparativi e l’esecuzione
del crudele rito. Quella stessa notte Sabarî fuggì da quel luogo di tortura e andò a
rifugiarsi nel folto della giungla vicina.
All’alba, i genitori e il seguito dello sposo, piombati nel dolore e nella preoccupazione,
rastrellarono la zona, compresa la parte in cui si era nascosta Sabarî tra folti cespugli.
Sulla via del ritorno si dissero: “Non può certo essere andata all’eremo, poiché le
donne non vi hanno accesso.” Sabarî, udendo queste parole, si convinse che l’eremo
Favole & Poesie

sarebbe stato, per lei, il posto più sicuro. Pensò che qualche monaco avrebbe provato
pena per lei e che non l’avrebbe respinta.
Infatti, Mata¾ga ne ebbe pietà e l’accolse nel suo rifugio. Le disse che Dio sotto
forma del Signore Râma un giorno sarebbe arrivato all’eremo, in quanto, essendo
stato esiliato per quattordici anni nella foresta, era ansioso di salvare monaci e ricerca-
tori spirituali, praticanti discipline penitenziali, dagli attacchi dei diabolici nemici della
pace. “Râma” – disse – “sta procedendo di regione in regione con Sua moglie Sîtâ e
Suo fratello Lak¹ma²a.”
Da quel giorno Sabarî non fece altro che pensare a Râma, non ebbe altri desideri che
quello di ricevere un darµan di Râma, avere la possibilità di toccare i Suoi Piedi e
l’opportunità di parlare con Lui. Il suo cuore era pieno della dolcezza dell’essenza di
Râma. Per lei non esisteva altro tipo di preghiera o di japa, nessun altro tipo di medi-
tazione, nessun altro esercizio spirituale. Trascorreva il suo tempo a preparare la visita
di Râma all’eremo; nel mentre che ripuliva i sentieri, ripuliva anche il suo cuore: grazie
ai suoi sforzi, sparivano ciottoli e spine da entrambe le parti. Percorreva il sottobosco
per estirpare rovi e rampicanti che sporgevano, temendo che Râma, la cui chioma
immaginava voluminosa e libera, potesse rimanervi impigliato. Dove c’erano cumuli di
terra, li spianava per timore che Sîtâ vi urtasse i suoi teneri piedi, ferendosi al suo
passaggio. Ogni giorno raccoglieva frutta e tuberi dagli alberi e dalla vegetazione della
giungla; nessuno sapeva quando Râma sarebbe arrivato. Sabarî non permetteva che
vi fosse rischio d’errore: assaggiava ogni singolo frutto – amaro, aspro o dolce che
fosse – perché Râma potesse avere il meglio. Andava a levigare la superficie dei
massi che si trovavano sul sentiero della giungla, in previsione che Râma, Lak¹ma²a

44 Mother Sai settembre - ottobre 2006


o Sîtâ avessero voglia di sedervisi per riprendersi dalla stanchezza. Sperava che almeno
uno di loro si sarebbe riposato su qualche masso da lei lucidato con tanta cura.
Fu così che il cuore di Sabarî divenne il Cuore stesso di Râma, ed ella s’immerse così
profondamente in Râma che gli asceti si dimenticarono del fatto che fosse una donna, e
le permisero di restare all’eremo dopo che Mata¾ga ebbe illustrato loro il suo elevato
livello di spiritualità.
Mata¾ga lasciò il corpo cedendo la direzione dell’eremo a Sabarî, dichiarando che era
l’unica persona degna di rimanere lì per accogliere Râma.
Anche voi potete dedicarvi alla disciplina che Sabarî seguì per guadagnarsi la benedi-
zione di servire Râma, servendo Sai Râma nei poveri. Questo servizio vi farà realizza-
re l’unione fra il vostro Sé e Râma.

(Tratto da Chinna Khata Vol.I)

Mother Sai settembre - ottobre 2006 45


A completamento dei video riguardanti le principali festività negli anni
2002 - 2004 celebrate a Puttaparthi, la Mother Sai Publications ha
reso disponibili i seguenti filmati, relativi alla Festività di Natale, in
formato VCD.

NATALE 2002

N° 1 VCD Costo del VCD Euro 4,00 cad

NATALE 2003

N° 3 VCD Costo dei VCD Euro 10,00 cad

NATALE 2004
Occhio al Libro

N° 4 VCD Costo dei VCD Euro 12,00 cad

Chi fosse interessato a riceverli è pregato di contattare per fax o per e-mail
la “Sathya Sai Books and Publications of Italy” ad uno dei seguenti
indirizzi:

“Sathya Sai Books and Publications of Italy”


“Mother Sai Publications”
Magazzino e sede operativa: Viale Umbria N°19 - 20093
Cologno Monzese (MI) Italy
tel: 0039-02-26708288 - fax: 0039-02-25118399
(Sito Web: www.mothersaipublications.it ; e-mail:
msp@mothersaipublications.it)

Note:

1) Entro il 20 giugno sarà reso disponibile un nuovo bellissimo libro dal titolo
“RICORDANDO SAI” (titolo originale “SAI SMARAN”).
Molti ricorderanno l’autore, il dottor Gadhia, deceduto lo scorso giugno, come
quella persona che donava, a chi ne faceva richiesta, vibhûti da una scatoletta
d’argento donatagli da Swami.
Era solito andare sotto la veranda ed era facilmente riconoscibile perchè a
Puttaparthi indossava sempre camicia e cravatta.
Questo libro, di oltre 430 pagine, è la narrazione di tantissimi aneddoti e fatti
personalmente vissuti dal dottor Gadhia negli anni vissuti accanto a Swami.
Il costo del libro è di Euro 15,00 scontato del 30% (Euro 10,50) più contribu-

46 Mother Sai settembre - ottobre 2006


to alle spese di spedizione.
Chi fosse interessato potrà già da ora prenotarne la propria copia all’indirizzo sopra cita-
to.
2) In merito ad alcune segnalazioni pervenuteci circa il cattivo funzionamento di alcuni
DVD, segnaliamo l’acquisto di nuovi apparecchi per la produzione di DVD che dovrebbero
completamente annullare i problemi riscontrati in passato.
Rimaniamo ovviamente a disposizione nel caso fosse necessaria la sostituzione dei
DVD aventi difficoltà di lettura o che si dimostrassero difettosi nell’immagine, confer-
mando che verranno sostituiti gratuitamente con altrettanti di nuova produzione.
Mother Sai Publications

Mother Sai settembre - ottobre 2006 47


Mother Sai Publications
(EDIZIONI MOTHER SAI)
e-mail:msp@mothersaipublications.it
Sito Web: www.mothersaipublications.it
(Collana Vahini)
Aforismi Vedici (Sûtrâ Vâhinî) [SV]
Dissolvere i Dubbi Spirituali (Sandeha Nivarini) [SN]
Domande e Risposte (Prashnottara Vâhinî) [PUV]
Gli Insegnamenti di Dio (Gîtâ Vâhinî) [GV]
Il Fiume delle Upanishad (Upanishad Vâhinî) [UV]
Il Gioco di Dio (Lîlâ Kaivalya Vâhinî) [LKV]
L’Amore di Dio (Prema Vâhinî) [PV]
La Conoscenza (Jñâna Vâhinî) [JV]
La Legge Morale (Dharma Vâhinî) [DhV]
La Pace Suprema (Prashânti Vâhinî) [PSV]
La Scienza di Dio (Vidyâ Vâhinî) [VV]
La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), I° vol. [RV-I]
La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), II° vol. [RV-II]
La Verità di Sai (Sathya Sai Vâhinî) [SSV]
La Via della Meditazione (Dhyâna Vâhinî) [DV]
Storie Gloriose del Signore (Bhagavatha Vâhinî) [BhV]

(Collana Discorsi) di Sai Baba


Discorsi 1988/89, I° vol. [D89-I]
Discorsi 1988/89, II° vol. [D89-II]
Discorsi 1963-65 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. IV) [D65]
Discorsi 1964-67 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. V) [D66]
Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. VI) [D67]
Discorsi 1967-68 (SATHYA SAI SPEAKS VOL.7&8) [D68]
Discorsi 1983 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVI) [D83]
Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XVII) [D84]
Discorsi 1984 (SATHYA SAI SPEAKS VOL. XIX) [D86]

(Collana Biografie)La
La Vita di Sai Baba (N. Kasturi)
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), I vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), II vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), III vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), IV vol.

(Collana Educazione)Discorsi agli Studenti


Corso Estivo 1972 [CE72]
Corso Estivo 1978 [CE78]
Corso Estivo 1990 [CE90]
Corso Estivo 1993 [CE93]

Periodici
Mother Sai, bimestrale + Crescere Insieme

Altre Pubblicazioni Disponibili:


Colloqui [CQ]
Mother Sai Speciale (6° Conferenza Mondiale)
Diario Spirituale 1 [DS1]
Diario Spirituale 2 [DS2]
Diario Spirituale 3 [DS3]
Dhyâna: la Meditazione secondo gli insegnamenti di Sai Baba
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Testi).
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Accordi).
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Esercizi).
Atti del I° Convegno dei Responsabili dei Centri Sai Mondiali
Sadhana
Guida all’ashram di Prashanti Nilayam
Racconti e Parabole Vol. I (Chinna Katha vol I)
Racconti e Parabole Vol. II (Chinna Katha vol II)
Pensiero del Giorno (365+1 pensieri, per ogni giorno dell’anno)

Altri Autori
Alla scoperta della verità
A spasso con Dio
Grazie Swami
Messaggio d’Amore
Ho visto la luce
Incontrare Dio
L’Eterno Miraggio
Purificare il Cuore (Purifying thr Heart)
Sai Baba Fiamma d’Amore
Sai Baba: la rivelazione continua
Sai Baba, l’Uomo dei miracoli
Satha Sai Baba e l’Educazione dei Figli (Sathya Sai Parenting)
Sathya Sai Baba: Colui che dimora nel Cuore (Hrudaya Nivasini)
Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra
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Shivarathri Sandesh(VHS) Le percussioni, parte II (VHS)
Video Story (VHS) Il Medico Divino (VHS)
Tecnica di canto (Audiocass.) Gâyatrî Mantra (Audiocass.)
Embodiment of Love Vol I(CD musicale) Embodiment of Love Vol II(CD musicale)
Bhajanam (CD musicale) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD musicale)
Scuola bhajan interattiva (N°2CD ROM) Gâyatrî Mantra (CD musicale)
Avo Sai (CD musicale) Le sue Opere nel Sociale (DVD Video)
Alla Scoperta della Verità (DVD Video) La Creazione (DVD Video)
Sai Gange (DVD Video) Compleanno 2005 (DVD Video)
Shivarathri 2002/2003/2004 (CD video) Guru Purnima 2002/2003/2004 (CD video)
Compleanno 2002/2003/2004 (CD video) Brahmanandam (CD video)
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Shivarathri Sandesh (Videocass.)
Dyana, la Meditazione negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba(CD musicale)
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Ricordando Sai (Sai Smaran)
Sri Sathya Sai Gita-Tutto sulla spiritualità
Viaggio con Sai (Sri Sathya Sai Anandadayi)
Vita di Sai Baba vol 5°

NB.– Tuttele pubblicazioni sopraelencate si possono avere telefonando o invian-


do un fax a:
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“Il giusto piano di studio consiste nel leggere, riflettere e applicare


regolarmente alla vita quanto appreso.”
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TORINO B V. Caserta, 23 Tel. (011) 3826788 centro.sai.torino.b@sathyasai.it
TORINO C V. Principessa Clotilde, 44 Tel. (011) 480866 centro.sai.torino.c@sathyasai.it
TORINO D V. Broni, 1 Tel. (011) 390130 centro.sai.torino.d@sathyasai.it
UDINE V. M. Volpe, 456/a Tel. (0432) 480952 centro.sai.udine@sathyasai.it
VENEZIA V. Castello, 3414 Tel. e Fax (041) 5202920 centro.sai.venezia@sathyasai.it
VERONA V.1° maggio, 13 - Mozzecane (VR) Tel. (045) 6340815 centro.sai.verona@sathyasai.it
INDIRIZZI DEI GRUPPI SSSB

BADESI (SS) V. Dante, 20 (339) 1578309 gruppo.sai.badesi@sathyasai.it


BARI V. Amendola, 126 Tel. (080) 5798379 gruppo.sai.bari@sathyasai.it
BARLETTA (BA) V. Imbriani, 88 Tel. (0883) 527358 gruppo.sai.barletta@sathyasai.it
CARRARA (MS) V. Matteoni, 39 Tel. (0585) 253857 gruppo.sai.carrara@sathyasai.it
CONEGLIANO - COLLE UMBERTO (TV) V. Cardenzin, 12 (0438)394065 gruppo.sai.conegliano@sathyasai.it
FERRARA V. Ghiara, 10 - Tel. 0532 761534 gruppo.sai.ferrara@sathyasai.it
FORLÌ V. F.Orsini, 19 gruppo.sai.forlì@sathyasai.it
LIVORNO - LORENZANA (PI) V. Colle Alberti, 23 gruppo.sai.livorno@sathyasai.it
MAROSTICA (VI) Viale Vicenza, 2 Tel. 335 5834701 gruppo.sai.marostica@sathyasai.it
MERONE (CO) V. S.G.. Emiliani, 33/A Tel. (031) 990672 gruppo.sai.merone@sathyasai.it
MONTECATINI TERME P.le Leopoldo, 2 gruppo.sai.montecatini@sathyasai.it
POTENZA V. Boldoni, 8 Tel. (329) 7445775 gruppo.sai.potenza@sathyasai.it
SIENA V. Martini, 110 Tel. (0577)281382 - 356795 gruppo.sai.siena@sathyasai.it

GRUPPI BHAJAN

CASATENOVO (LC) V. san Gaetano,11 Tel. (039) 9297011


Coordinatore: Renato Billo - email: keshava@lombardiacom.it
PIOMBINO (LI) V. Torino, 31 - Tel. (0565) 220328
Coordinatore: Enrico Valdisalici - e-mail: carlovaldi@tiscalinet.it
ROMA E Coordinatore: Paolo Startari - email: swami@tiscalinet.it
TORINO E V. Millio, 53 Tel. (011) 4115083
Coordinatore: Guido Fedele - email: ganapati1@libero.it

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