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Templar a Caralis et iter luminis
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Templar a Caralis et iter luminis

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About this ebook

Anno Domini 1307
A Caralis, come in tutta l’Europa Cristiana, inizia la persecuzione e l’arresto dei Cavalieri Templari.
Robur, giovane e nobile rampollo di una famiglia pisana, viene coinvolto, suo malgrado, in un disperato tentativo volto a salvare antichi documenti dell’Ordine.  In queste sue gesta, che lo porteranno lontano dall’isola, incontrerà l’amore, e si imbatterà nel più difficile dei contenuti esoterici del tempo: i segreti dell’Alchimia.
LanguageItaliano
Publisherlfapublisher
Release dateNov 19, 2020
ISBN9791220224345
Templar a Caralis et iter luminis

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    5/5
    È un interessante viaggio nella Cagliari e Sardegna medievale.
    Il Saggio è puntuale e ricco di notizie; la storia si dipana in modo particolarmente
    Avventuroso. È un libro da leggere con lentezza. Ogni capitolo ha una introduzione, ma anche all' interno
    Della storia si nota la stessa qualità, vengono suggeriti e proposti contenuti in chiave esoterica: alchimia,
    Gnosticismo, Cabala. Non manca un pizzico di leggera ironia. Lo consiglio agli amanti del Romanzo storico. Pitty72

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Templar a Caralis et iter luminis - Roberto Pinna

Roberto Pinna

Templar a Caralis

et iter luminis

Roberto Pinna

Templar a Caralis

et iter luminis

Prima edizione novembre 2020
Isbn 978-88-3343-280-9
Ogni riferimento a persone, cose o fatti accaduti
è da considerarsi puramente casuale
LFA Publisher
Lello Lucignano Editore
Via A. Diaz, 17 -80023-
Caivano - Napoli, Italy
Partita Iva 06298711216
www.lfaeditorenapoli.it
info@lfaeditorenapoli.it
Distribuzione cartacea Libro Co. Italia -Firenze-

AI MIEI MAESTRI DI VITA

"Una vita senza ricerca non è degna

di essere vissuta dall’uomo"

(da Platone, apologia di Socrate)

Pensa di essere dappertutto nello stesso tempo,

nel mare e in terra e in cielo; pensa che

non sei mai nato, che ancora sei embrione,

giovane e vecchio, morto e oltre la morte.

Comprendi tutto nello stesso tempo, i tempi,

i luoghi, le cose, le qualità, le quantità.

(E. Trismegisto, Corpus Hermeticus)

Breve introduzione al romanzo

È certamente difficile affrontare l’argomento da me scelto.

Questo lavoro, con grande e sincera umiltà, credo comunque sia utile in primo luogo per la mia personale crescita, fornendo ai cultori di templarismo spunti d’interessanti riflessioni. Il romanzo, rimaneggiamento moderno di un manoscritto a me pervenuto per vie misteriose, è il diario di un giovane che pur non essendo templare, si è molto avvicinato alle antiche conoscenze che i monaci-cavalieri custodivano. È il percorso iniziatico di chi, come un po’ tutti noi, è alla ricerca della verità. L’autore del manoscritto, sottoponendosi ad autoipnosi, è, forse, riuscito a recuperare preziosi momenti di una vita precedente, o saccheggiare quella formidabile memoria universale che è l’Akasha, dove sono registrate tutte le esistenze del mondo, dalla sua nascita fino a quello che chiamiamo tempo presente.

Per avere una cognizione dei contenuti iniziatici del manoscritto ho dovuto consultare 27 opere, scritte da autori che, come molti di noi, avevano ed hanno forte interesse per l’esoterismo. Molti autorevoli studiosi, nel tempo, hanno scritto sui collegamenti fra organizzazioni esoteriche e i Templari.

Comuni sono spesso le conoscenze esoteriche, misteriche, i riti; spesso comuni i valori: basti pensare all’importanza che ha in molte organizzazioni il Sacro Tempio. Alcuni autori, spesso profani, hanno, con competenza, affrontato i temi storici, paleografici, archeologici connessi alla presenza dell’Ordo Templi in Sardegna.

Io penso che quest’approccio, in particolare per gli iniziati e per chi è interessato a una vera gnosi, non sia sufficiente.

Per me non può bastare, se pure è indispensabile, lo studio paleografico, storiografico, architettonico, per inquadrare il periodo storico che va dal 1150, quando i Templari iniziarono a stabilirsi in Sardegna, e il 1312 quando il papa clemente V, nel concilio di Vienne, sciolse l’Ordine passando tutti i beni del Tempio agli Ospitalieri di S. Giovanni.

Le ricerche, sempre molto difficili, sui Templari, cosa che non è stata capita da molti studiosi, non possono assolutamente fermarsi al mero compulsare e tradurre carte e condaghi.

Non ha molto senso, secondo me, anche con ricerche sul campo in luoghi dove presumibilmente vi erano insediamenti del Tempio, cercare croci o simulacri ricchi di simbolismo, anche se il simbolismo può aprire i cuori alla conoscenza di chi si accosta a questa materia.

La vera ricerca è quella dell’Iniziato, di chi è animato dalla genuina sete di sapere esoterico, di chi, con serietà e apertura mentale, cerca di avvicinarsi ai contenuti gnostici dell’ordine dei poveri cavalieri di Cristo.

Nell’eterno presente, concetto caro a chi custodisce i contenuti misterici ed esoterici dell’ordine istituito nel 1118 da Hugues de Payns, è indispensabile cercare, con la reminiscenza propugnata da Platone (per gli iniziati) di vivere e rivivere quel tempo.

Per fare questo, e dico sin da ora di non esserci completamente riuscito, bisogna capire che i Templari, giacché iniziati, avevano tutte le caratteristiche degli iniziati: fortezza d’animo, controllo del pensiero e dell’azione, fede, tolleranza per tutte le ideologie e religioni, equilibrio.

La vera ricerca è quella che conduce, nell’avvicinarsi al loro stile di vita, alla conoscenza, se pure parziale, dell’essenza del cristianesimo originale, quello di matrice Giovannita.

È molto utile, evitando di muoversi a caso o sullo stimolo degli scarsi documenti storici, ricercare i siti facendosi guidare dalla considerazione che gli insediamenti dell’Ordine erano sempre legati a validi motivi strategici, a un’utilità pratica; ma anche a una più difficile e indecifrabile motivazione d’ordine simbolico e mistico.

Consci che i Templari, arrivati in Sardegna con i Pisani, forse difesi durante la dominazione Aragonese iniziata nel 1322/24 con la spedizione del Re Giacomo d’Aragona, molto avevano fatto per cristianizzare i riti pagani più antichi, può essere utile cercare di capire l’origine di tradizioni ancora vive fra la gente.

Nei documenti storici, a noi giunti, spesso compaiono i Templari: in un atto di vendita del priore di Trullas appare Iohanne dessu Templu; un tale donnu Furatu Solina, presbiteru dessu templu è citato tra i testimoni, in un atto del 1153-1190, registrato, durante il regno del Giudice Barisone. Molti erano i possedimenti templari nei quattro Giudicati. Da molti documenti storici, ma anche da riscontri archeologici, appare chiaro che i Templari si stabilirono in Sardegna al seguito dei Pisani. Nel giudicato di Arborea, con la casata dei Bass e con l’entrata di questo Regno nella sfera di influenza di Barcellona, aumentava la presenza Templare, forza incontrastata nel principato di Catalogna.

Dopo la bolla Pastoralis Prominentie con la quale il Papa Clemente V faceva entrare in campo la Santa inquisizione per far interrogare i templari fatti arrestare nel 1307 da Filippo il Bello, poiché accusati di eresia, nel 1308, in Sardegna, lo stesso affidava all’arcivescovo di Arborea, all’arciprete Petro Petrella di Nepi, e a fra Beltrando de Roccavilla il mandato di inquisire i templari sardi. A Nicolò, vescovo di Bosa, fu affidato l’incarico di gestire, in attesa del successivo trasferimento al patrimonio agli ospitalieri, i beni confiscati ai templari.

Sarebbe troppo lungo soffermarci a considerare tutti i documenti di pietra e le vestigia riconducibili ai templari. In un mio studio più approfondito ho esaminato la documentata presenza Templare nel Giudicato di Cagliari, con particolare riferimento al Quartiere medievale di Stampace. Essi erano sicuramente presenti nella oramai scomparsa chiesa di S. Nicola di Capusolio, sui cui ruderi, molto probabilmente, si costruì il S. Francesco di Stampace, dei quali rimangono pochi sassi.

Camminando nel vecchio borgo di Stampace, vera e propria città, staccata dal Castrum Kalaris, dal quartiere di Liapola e dalle zone dei porti di Liapola e Bagnaria, dalle ville di S. Vetrano, Villanova, molto vicina a su Brugu, mi accorgo che sono rimaste poche tracce del passaggio dei Templari.

Molte antiche chiese sono state ricostruite in tempi più recenti, come la chiesa di S. Anna, altre sono sparite come la già citata chiesa di S. Francesco di Stampace e quella di S. Paolo, vicina allo stagno e alle sepolte vestigia di S. Igia.

In altre chiese il potere della chiesa cattolica, mano armata della cupidigia del re di Francia Filippo il Bello, ha fatto sparire ogni segno riconducibile all’ordine dei Poveri cavalieri di Cristo.

I Poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone erano un ordine militare cavalleresco. L’ordine iniziò ad essere attivo a Gerusalemme, subito dopo la prima crociata, verso gli anni 1118-1119 ad opera di un gruppo di soldati arrivati nella città santa. Il loro scopo, ufficialmente, era quello di proteggere i pellegrini che attraversano la strada Jaffa-Gerusalemme. Sino al 1128 i nove cavalieri fondatori, capitanati da Hugues de Payns e da Geoffrey de Saint Omer e da suo cugino Hugues de Champagne, avuto dal Re Baldovino come sede il monte Moriah, proprio dove si trova il tempio, si occuparono di meticolosi scavi forse alla ricerca di qualche importante reliquia; contemporaneamente entrarono in contatto con le culture giudaica e musulmana. Ma, probabilmente, il loro vero compito era quello di trovare gli scritti che potessero alimentare le loro tradizioni esoteriche che avevano radici molto profonde. Nel 1126 Hugues di Payns arrivò a Parigi dove entro in contatto con S. Bernardo di Chiaravalle che appoggiò l’ordine, fissandone le regole.

Nel 1128,

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