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LO SVILUPPO PSICO-AFFETTIVO nellorganizzazione mentale e del comportamento.

Romeo Lucioni Sin dai primordi di una ricerca sullo sviluppo delle capacit superiori riconosciute nellessere uomo, i pensatori, filosofi, speculatori, astrologi, alchimisti e scienziati hanno cercato di trovare e dare un nome a momenti successivi che guadagnano in importanza, pregnanza e complessit. Sicuramente al primo posto, in questa ricerca, stato, anche agli albori della ricerca scientifica, laspetto cognitivo della mente umana, quelle capacit che permettono di elaborare il pensiero, lastrazione o, come massima espressione, il pensare il proprio pensiero. Sostenuto dalla filosofia greca, che arrivata a fare della ragione il fulcro di ogni espressione (il bello; il buono; il giusto; il santo; lutile; il vero) lapproccio allo sviluppo psico-mentale approdato a Cartesio con il suo cogito, ergo sum, ma anche lespressione: percepisco, quindi esisto. Si arriva poi a Freud che ha ridato valore, traducendolo come fondamentale, al sistema complesso delle emozioni e degli affetti. Il padre della psicoanalisi mette al centro di tutto il sistema psico-mentale lIo che viene letto come una funzione psichica che si va sviluppando sulla base delle percezioni, delle rappresentazioni e dei vissuti coscienti, intimi ed anche inconsci. La psicologia dellIo porta ad un modello organizzativo veramente importante, che permette di sviluppare uno studio profondo e variegato che tiene conto delle funzioni psichiche, ma anche di quelle neuro-biologiche che fungono da sostegno per lintero sistema psico-neuro-mentale. In questo ordine di idee, la timologia, negli ultimi dieci anni di studio e di applicazioni clinico-terapeutiche, ha portato a sviluppare la concettualizzazione della mente tetradica, fondata cio sulle funzionalit emotive, affettive, intuitive e cognitive. Pi recentemente, stata anche puntualizzata la concezione della chiralit della mente affettiva che ha permesso di evidenziare limportanza di un sistema affettivo strutturato su sentimenti positivi e sentimenti negativi. Gli studi timologici hanno permesso di evidenziare limportanza dei sentimenti (sistema affettivo) ed anche la loro imprescindibilit nel permettere e governare lo sviluppo psico-mentale che stato differenziato in: - sviluppo psico-cognitivo sotteso allintelligenza razionale; - sviluppo psico-affettivo significativo per lorganizzazione timologica. Le neuroscienze hanno portato a differenziare le elaborazioni affettive dalle le risposte emotive tra le quali annoveriamo: sorpresa allerta e tensione inquietudine ansia e angoscia soddisfazione afflizione amarezza frustrazione tristezza esaltazione

allegria e gioia felicit e contentezza disagio preoccupazione imbarazzo insicurezza mestizia

impazienza irritazione contrariet animosit collera rabbia furore

Lo studio clinico-psicoterapeutico ha evidenziato la presenza funzionale delle espressioni timologico-affettive che intervengono influenzando e coordinando le esperienze relazionali e, soprattutto, quelle intime che definiamo come vissuti. Sempre attraverso lesperienza psicoterapeutica, stato anche confermato come i vissuti, nellordine affettivo, sono per lo pi inconsci e, proprio per questo, difficilmente influenzabili dal momento che sono soggetti a meccanismi di difesa primitivi come la negazione, lo spostamento, ecc. Se consideriamo gli affetti, sia quelli positivi che quelli negativi, possiamo verificare come entrambi siano attivi nel determinare il tono affettivo che si esprime anche attraverso atteggiamenti timici che, comunque, possono essere raccolti da un lato come utili e, per altro lato, anche negativi per lequilibrio psicorelazionale del soggetto nei confronti dei rapporti interpersonali e con il mondo esterno. Queste precisazioni tanto importanti, per non dire addirittura fondamentali per la comprensione del funzionamento e levoluzione dellorganizzazione psico-mentale (nei suoi aspetti psico-affettivi e psico-cognitivi), hanno trovato una struttura completa con gli studi della timologia. Lapproccio timologico ha permesso di evidenziare come lassetto psico-affettivo della mente tetradica ha il suo nucleo centrale strutturato in forma diadica tra: gli affetti positivi e gli affetti negativi. Parliamo ormai di chiralit della mente affettiva e lo schema riporta le conclusioni clinico-psicoterapeutiche che hanno evidenziato come gli affetti debbano essere divisi in: AFFETTI POSITIVI Riferiti a s imbarazzo perdono pudore rimorso rimpianto soddisfazione Riferiti agli altri Amore bonariet affabilit altruismo amicizia attaccamento compassione comprensione AFFETTI NEGATIVI Riferiti a s orgoglio sfrenato avversione bramosia egoismo paura e terrore preoccupazione vergogna egocentrismo malizia Riferiti agli altri odio cattiveria collera disprezzo gelosia

fedelt e devozione fiducia generosit gratitudine reciprocit riconoscenza solidariet sussidiariet riverenza

invidia malanimo risentimento colpevolezza opposizione ostilit rancore rivalit ripugnanza

Parliamo di temperamento per riferirci ad un certo stile emotivo-affettivo e se i sentimenti diventano persistenti il mondo degli affetti si esplicita con atteggiamenti che possono anche organizzarsi come tratti caratteriali. In questo caso possiamo riferirci a: - autocontrollo - irrequietezza - sicurezza - dubbiosit - compagnerismo - isolamento - equilibrio - eccentricit - socievolezza - spavalderia - piet - indifferenza - fiducia - sfiducia - accettazione - protesta-rifiuto - collaborazione - riservatezza - tranquillit - altezzosit - riservatezza - sfrontatezza - partecipazione - distacco - altruismo - egoismo - serenit - inquietudine - tenerezza - freddezza - arrendevolezza - caparbiet - pazienza - rigorosit - comprensivit - inflessibilit - reattivit - aggressivit - perseveranza - volubilit - tenerezza - freddezza - spontaneit - reticenza - accondiscendenza - opposizione - umanit - arroganza Queste considerazioni fanno riferimento ad una struttura complessa delle funzioni affettive che si organizzano in un intreccio che stato letto come cultura della mente ed anche fenomenologia dello spirito. Soprattutto Hegel, nella sua filosofia pragmatico-esistenziale, ha affrontato il problema che lega luomo alle sue tendenze e che ne influenzano i rapporti tra il proprio mondo di desiderio ed il mondo dei legami sentimentali, politici, sociali, integrativi. La timologia (scienza dei valori e degli affetti) ha affrontato questa stessa problematica considerando la chiralit affettiva nellordine che supporta: - da un lato, la libert individuale e la ricerca del bene personale ( bene soggettivo);

per altro, la necessit di dover essere che implica quello che Heidegger ha chiamato, nella sua visione ontologica, essere-in o essere-con e che psicologicamente viene definito come valore anaclitico. Dover scegliere tra bene soggettivo (egocentrico-libertario) e bene comune (anaclitico-responsabile) , per il soggetto, un vero e proprio enigma esistenziale che supporta conflitti profondi che sottendono alsenso di s, lautostima e lautosoddisfazione. Anche da un punto di vista socio-politico-economico la questione della chiralit affettiva si traduce come il pi arduo problema esistenziale del soggetto che chiamato, fin dalla pi tenera et, a dover assolvere la questione tra: - desideri libidici e necessit adattivo-relazionali; - spinte di auto-differenziazione e di auto-valorizzazione oltre che di bisogno di adeguamento alle regole, agli ese mpi, alle richieste identificative; - senso di frustrazione per non riuscire a imporre la propria volont; - sensi di colpa per tutte le dinamiche di auto-accusa, fobiche e controfobiche, che si strutturano nel rapporto con i genitori, con i docenti, con i coetanei, con il mondo circostante; - problematiche culturali che impongono scelte razionali (adeguate ed adattive), scelte morali di rispetto indiscusso dellaltro, scelte etiche di adeguamento alle imposizioni di regole istituzionalizzate. Da un altro punto di vista, la chiralit affettiva si presenta come un intreccio fondamentale per lorganizzazione psico-mentale volto a sviluppare un equilibrio in costante evoluzione proprio perch risponde: - da un lato alle regole ed alle imposizioni culturali e sociali; - per altro, alla necessit di organizzare una soggettivit che comunque chiamata a sviluppare potenzialit individuali di potere, di capacit, intellettive,di volont, di perseverazione, di decisione, di sicurezza nelle scelte e nelle determinazioni. Queste qualit richiedono: - forte senso di s, fondato non solo su intenzioni auto-riferite, ma soprattutto su una analisi di realt e su un valido senso comune; - senso di verit supportato da una percezione intuitiva di s, acquisita nel rapporto con una figura materna accogliente e gratificante; e portano alla organizzazione affettiva di s fondata su: - la costituzione di un indomito coraggio di fronte alle avversit, ai bisogni ed alle difficolt; - la coscienza del bisogno di non abbassare mai la guardia di fronte alle problematiche della vita; - cercare sempre di avere alternative utili per superare le frustrazioni ed i contraccolpi negativi; - ricordare che le situazioni anche pi favorevoli possono terminare, creando difficolt ; - tenere sempre presente che il potere a sostenere la persona nel suo ruolo, non il riconoscimento delle sue qualit che spesso possono generare negli altri reazioni di gelosia, di risentimento, di accusa. Sotto questo profilo, diventa chiaro come un certo grado di: - orgoglio; - egoismo; - preoccupazione; - gelosia; -

- invidia; - risentimento; - rivalit; anche se annoverati tra i sentimenti negativi possono risultare utili in determinate e specifiche circostanze e in certi tipi di relazione interpersonale che richiedono una speciale forza di volont e predisposizione a lottare per il proprio destino ed il proprio successo. Anche un troppo accentuato grado di sentimenti positivi come: - pudore; - bonariet; - altruismo; - devozione; possono generare situazioni comportamentali difficili per il soggetto. Si evidenzia, dunque, come sia necessario che il soggetto acquisti lesperienza sufficiente e verificata per saper modulare i propri comportamenti, atteggiamenti e reazioni sulla base di un equilibrato intreccio di sentimenti positivi e negativi. Questa integrazione rappresenta il vero e significativo senso comune, la capacit di integrare il S in un ambito culturale, economico, relazionale e sociale, la disposizione personale a prendere in considerazione il valore dellaltro, limportanza dellintegrazione e della sussidiariet, il valore veramente umano della gratitudine, della riconoscenza, della fedelt, del rispetto e della necessit di crescere e di far evolvere la propria personalit rispettando: - giustizia e clemenza; - chiarezza sul diritto e sulla necessit del castigo; - evitamento delle infedelt generate dalla bramosia, la cattiveria, lopposizione, la rivalit, il disprezzo, ecc. La concezione timologico-affettiva della mente presuppone una continua ed in frenabile trasformazione sostenuta dalla chiralit, ma, soprattutto, dalle esperienze relazionali ed interpersonali capaci di creare . Situazioni diverse e variabili che dipendono sia dal S che dallAltro. Rinnovamento ed evoluzione non sono una eredit trasmessa da un passato storico, ma, al contrario, frutto di una creativit intrinseca nella cultura, nella elaborazione immaginaria, nella dinamicit dellincontro e del trascorso con le figure significative della storia di ognuno. Parliamo di cultura creativa che sempre influenzata da: - senso di S, di capacit e di potere; - capacit di viversi come atti a condizionare le scelte e le aspettative degli altri; - potenzialit necessaria a rompere quella dinamica ripetitiva che ha un carattere adattivo, che genera per un senso di inadeguatezza proprio perch labitudine d sicurezza, ma induce un senso di incapacit a creare e a cambiare gli schemi esistenziali. Da tutto questo, possiamo condizionare la disorganizzazione psichica alla incapacit creativa o perdita dellimmaginario che, caratteristiche di un Io-debole, portano a indurre limpossibilit di quello che conosciamo come S (Kohut) e che Lacan ha chiamato Io-ideale. Il S e lIo-ideale non vanno intesi come strutture ( alla stregua cio di organi o elementi neuro-anatomici) proprio perch rappresentano delle

funzioni psichiche che rispecchiano momenti evolutivi e creativi legati alle esperienze, ai vissuti ed alle elaborazioni consce ed inconsce. Se consideriamo il modello tracciato per levoluzione psico-mentale (affettiva e cognitiva) troviamo che il S sotteso anche: - allo sviluppo del senso di realt, - alla organizzazione della funzione Nome del Padre. Questa funzioni psichiche hanno in s un valore cognitivo-razionale, ma, come ha dimostrato la timologia, sono soprattutto una evoluzione sul piano virtuale (Yago Franco). Lesperienza quotidiana sottesa ad una elaborazione soggettiva che di tipo affettivo, proprio perch sostenuto dal senso di s e dal senso di potere. Per questo, la realt sempre una realt virtuale. La creazione di un senso impregnata di virtuale, sotteso al senso soggettivo (elaborazione intima e personale) ed al senso istituito nel sociale della relazione. Ogni esperienza diventa, quindi, creazione di virtuale, di una realt virtuale sottesa alla creazione di senso che, in ultima analisi, anche creazione di consapevolezza. Da tutto questo si desume che la consapevolezza espressione di una modulazione affettiva che implica senso di s, senso di potere, senso di partecipazione sociale. Lelaborazione filosofica di Ernst Jnger ci aiuta a comprendere come il senso di s sia lespressione di una consapevolezza di s che dona al soggetto: - festoso senso dellessere; - allegria selvaggia del potere, sentimenti che creano il coraggio di vivere che senso di dominio di s, che animosit, senso di un valore spirituale che pone il s al di sopra della mediocrit degli altri . Il coraggio di vivere come dominio si s rappresenta per il soggetto un valore spirituale, un esaltante senso di potenza, di resilienza, di capacit creativa. Questa creativit spirituale genera il senso dellessere che conduce alla consapevolezza di S e ad acquisire un senso di responsabilit che responsabilit verso se stessi, verso il proprio volere-coraggio, verso il proprio destino. Da tutto questo si pu comprendere come il processo di evoluzione psico-mentale, affettiva e cognitiva, sia il fondamento per la costituzione della persona (soggettivazione). Per altro lato, si pu anche desumere come situazioni di stress, di difficolt, di abbandono, di conflitto possano portare ad una disorganizzazione psichica che genera una profonda disorganizzazione affettiva, responsabile della formazione di un Io-debole, un ritorno a modelli regressivi dellessere (libidici ed onnipotenti), una fissazione su comportamenti ossessivi e ripetitivi, una inibizione dellimmaginario, ecc. ecc.

SINTOMI E COMPORTAMENTI OSSERVATI CONSEGUENZE DI UNA DISORGANIZZAZIONE PSICHICA


SITUAZIONI COMPULSIVE crisi angoscia (attacco di panico) crisi di terrore difficolt nel contatto corporeo difficolt nellattaccamento MODELLO CONTROFOBICO atteggiamenti controfobici timidezza esagerata rigidit espressiva difficolt nella verbalizzazione MODELLO INIBITORIO inibizione delliniziativa anedonia e apatia disattenzione perdita della memoria

forte egocentrismo atteggiamenti onnipotenti scarsa compartecipazione irritabilit opposizione aggressivit e violenza scarsa collaborazione creazione di un Super-Io castrante e distruttivo bisogni di forte dipendenza che si esprimono con attacchi narcisistico masochisti rifiuto a crescere che come non voler tornare a casa

coartazione psicomotoria impaccio grafico emotivit libera crisi di ansia iper-attivit inibizione di fronte agli adulti flessione dellautostima tendenza a rinunciare difficolt a cominciare rigidit mimica sfregamenti delle mani inibizione affettiva scarsa iniziativa ricerca della ripetitivit

ritiro vergognoso passivit scarsa concentrazione mutacismo e mutismo facile stancabilit disorientamento impaccio motorio scoordinazione motoria disturbi del sonno incoerenza eidetica scarsa efficienza distacco depressione blocco psico-mentale

Il quadro riassuntivo dimostra la complessit delle difficolt integrative e relazionali, legate a quello che possiamo chiamare scompenso psico-affettivo. Disturbi comportamentali, attacchi di violenza, espressioni narcisisticomasochiste, ecc. sono i segni di una alterazione dello sviluppo armonico del sistema affettivo . Queste difficolt alterano lorganizzazione della personalit sia nel rapporto con il S (svalorizzazione o espressioni megalomaniche), sia nel rapporto con gli altri. Un alterato sviluppo affettivo si evidenzia gi a partire dallet giovanile e, proprio in questo periodo della vita, vanno ricercate le cause che, per lo pi, sono annoverate nellordine dei traumi psichici primitivi. I disturbi di personalit che conseguono possono essere annoverati nellordine di: - disorganizzazione dellIo e difficolt a sviluppare le dinamiche creativoimmaginarie del S; - difficolt nelle relazioni interpersonali e nello sviluppo delle valenz e analitiche; - prevalenza delle dinamiche fobiche e contro-fobiche nelle espressioni caratteriali. Queste difficolt nellordine personale portano a vivere situazioni di forte frustrazione che si evidenzia nellordine: - economico-lavorativo = difficolt a raggiungere una indipendenza economica; poca disponibilit ad assumere un senso di responsabilit; difficolt nel mantenere perseveranza sul compito giustificata dal sentirsi sminuiti; - relazionale = grosse problematiche derivate dal sentirsi defraudati nel contraccambiare gli affetti; tendenza a svalorizzare laltro che viene investito di responsabilit, colpe e atteggiamenti persecutori ( che hanno origine proiettiva); - sessuale = difficolt nellaspetto erotico oltre che sentimentale e prestazionale; - familiare = gravi difficolt nelle relazioni con i genitori che vengono sempre accusati di poca sensibilit e scarsa disponibilit ad aiutare a superare le crisi e le debolezze personali. Queste osservazioni fanno riferimento alla concezione psicoanalitica del trauma e, proprio da questo, possiamo comprendere limportanza della concezione chiralica della mente affettiva.

La chiralit rappresenta una forma di integrazione tra opposti e da qui la possibilit di superare le situazioni di conflitto La chiralit affettiva la vera possibilit di uscire da una stasi, dalla monotonia della ripetitivit adattiva, da quella palude delluniforme che blocca e anulla le possibilit creative, innovative, evolutive. In un ambito applicativo pi generale, la chiralit affettiva si prospetta come il vero e unico meccanismo che, per lUomo, significa sperimentazione, tentazione di scoprire nuove vie, dinamiche utili per imporre la propria volont, apertura allimmaginario, alla coscienza onirica che apre nuove strade allinnovazione e alla capacit di non essere oppressi dallinnovazione stessa. Il valore della coscienza onirica ( fondata sui sogni veri che si sviluppano durante le fasi di sonno REM e sulle insognazioni caratteristiche delle fasi di sonno che antecedono al risveglio) sta proprio nel offrire al soggetto una ricchezza immaginativa ed intuitiva che apre a nuove conquiste, a nuove realizzazioni della mente. Se lUomo non possedesse per la funzione chiralica della mente affettiva, perderebbe la possibilit di fare propria la potenza intuitiva, immaginativa, creativa ed evolutiva del suo straordinariamente umano funzionamento psicomentale. Nelle fasi precoci del suo sviluppo mentale, il bambino utilizza le funzioni adattive dellIo che sono per lo pi di tipo ripetitivo e solo i processi di identificazione multipla lo porteranno a sviluppare quella soggettivazione che si basa su attivit creative ed innovative proprio del S. Se nella pratica psicoanalitica si pu mettere in evidenza la ... tendenza a ripetere pi che a ricordare (Laplanche, 1995), anche nelle esperienze di arteterapia-psicodinamica i pazienti tendono a ripetere le modalit espressive (cos succede anche durante le sessioni di dialogo-danza con .. il corpo che parla). La ripetizione di un disegno (per es. la riproduzione di un albero) toglie il bambino dal pericolo di scariche tensive ed ansiose. Sembra quasi che ripetere lo stesso disegno rappresenti una modalit utile per non affrontare la creazione che, comunque, pone il problema di pensare. La negazione del pensiero, sostituito dal fare, dallagire, dal movimento ripetitivo del tratto, ha il significato di: - smentire quello che si vorrebbe dire; - organizzare il discorso come lapsus, come gesto fallito, come omissione di risposte segni che portano ad evidenziare la presenza di: - un Io-piacere che si trincera dietro il semplice, il piccolo, la soppressione di contenuto, il superficiale accennare a ; - una pulsione anale che genera una macchia, un oggetto informale privato di pensiero, di parola; - una difesa racchiusa in una semplice forma priva di contenuto; - una smentita che conciliare lIo-piacere con lIo-reale, producendo una negazione che trasgressione logica in quanto non so fare altro; - senso di godere per chi utilizza la smentita come forma di difesa. Risulta interessante osservare come sia forte la tendenza anale a nascondere il proprio pensiero che come negare la mente. Come dice Lacan dove c corpo non c mente quasi a sottolineare la rinuncia al proprio pensiero-mente, creando un blocco mentale come atto di difesa controfobica nel quale la fobia , la paura rivolta al proprio crescere, al

divenire che metterebbe in relazione lo sviluppo con il desiderio di annichilire, distruggere e annullare laltro e la sua potenza. Sono interessanti queste osservazioni proprio perch dimostrano come i meccanismi di difesa espressi come blocco mentale non derivano da un semplice trauma esperienziale , ma sono il frutto di una elaborazione inconscia o che si sviluppa nellambito intra-psichico, negato allevidenza, allespressione fenomenica. Il blocco psichico diventa cos un agire in modo controfobico esattamente come per il bambino autistico che pu baciare la propria madre, ma non per dimostrarle il suo affetto, ma piuttosto per farle sapere che non vuole crescere, che rester sempre il suo bambino che aspetta il latte buono, il buon nutrimento che lo .. libera dalla morte dalla paura di dissolversi nel nulla. Questo anche sottolineato dal rifiuto ad eseguire attivit di lavoro in modalit diverse da quelle apprese dal maestro (che diventa il sostituto del padre-arcaico) proprio perch lui non deve andare contro la potenza oppressiva dellAltro (Padre-arcaico) che lo ucciderebbe. Si ripete per non ricordare, ma allora proprio il ricordo che suscita le immagini, le emozioni negative, le ansie generate in un precedente vissuto. Il fatto traumatico diventa dunque una esperienza intima (intra-psichica), virtuale e non fenomenologica, legata ad una elaborazione ad una rappresentazione personale che lAltro del dialogo non pu neppure immaginare. Da queste considerazioni possiamo trarre la conclusione che: - la ripetizione diventa un puro atto simbolico, privato di ogni valore creativo; - la creazione vita, cambiamento, soggettivit, imposizione di un S che pu e che vuole crescere; - il simbolo diventa una morte nella rappresentazione; - la chiusura verso la molteplicit dellessere, sottomissione alla legge che uccide perch crescere pensare e pensare entrare nella propria legge che uccidere laltro (mors tua vita mea). Questa lettura porta a considerare il blocco mentale come espressione di voler mantenere il proprio Io in un mondo adattivo, impedendogli di crescere verso la strutturazione che un S o quel Io-ideale che Lacan vede come passaggio dalladattivo al creativo, movimento psichico sostenuto dalla funzione Nome del Padre che riconoscere al figlio il valore delle proprie spinte creative che presuppongono un divenire, un crescere ed un trasformarsi nella dimensione oppositiva di essere se-stesso. In tutto questo si rispecchia il modello creativo della maschera che permette di moltiplicare le esperienze identificatorie nella logica di sviluppare una sintesi che sar la soggettivazione, la creazione del senso di s, ma anche dellessere se stessi nella dinamica dellauto-realizzazione, dellauto-valorizzazione, dellautosoddisfazione. Nella pratica pedagogica e/o terapeutica, portare, il bambino a uscire dalla ripetitivit espressiva diventa dunque il senso pratico dello sviluppo della creativit, dellimmaginario e del crescere in s e per s. La pedagogia, la terapia, la riabilitazione e il recupero implicano sempre e prima di tutto, una liberazione che abbandonare lobbligatoriet comportamentale e valutativa, mettersi in gioco in un tentativo di raffronto e di ricerca del valore dello stare insieme, del valore imprescindibile della relazione, della

comunicazione, del dare e del ricevere nel rispetto della riconoscenza e della gratitudine.

CONCLUSIONI
La pedagogia della liberazione, utilizzando le valenze della coscienza vigile guadagna uno statuto di utilit pubblica e sociale. Il soggetto, attraverso la grammatica del crescere e del divenire, organizza o recupera il valore del S e limmagine significante dellimmaginario e della sua creativit, ponendosi nella legge dellessere che, come dice Heidegger, essere-in ed essere-con. Attraverso lo statuto della chiralit affettiva il soggetto scopre, accetta e sviluppa le sue potenzialit che, nella relazione, si accomodano nellambito del 2senso comune e della saggezza che risultano i fondamenti per una vita serena, comunitaria, sussidiaria e integrata. In questo modo si difende e si libera dal narcisismo primario infantile e da quei falsi idoli che prendono il nome di potere, arroganza, orgoglio, superbia, ossessione che fanno delluomo un primitivo, un incapace di prevedere per s e per la sua discendenza un mondo migliore, solidale, giusto, rispettoso della vita e delle pari opportunit per s e per gli altri.

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