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NOVITA

Mons. ANTONIO PIOLANTI


LA COMUNIONE DEI SANTI
ElLA VITA ETERNA
2
a
edizione riveduta e aggiornata
1992, pp. 694, 1. 50.000
Vopera, che ebbe larga dillusione anni fa, dietro ripe-
tute richieste, giul1te da vare part, viene di nuovo edita, aggior-
nata sia nelle bibliografie, sia nei contenuti, tenendo conto delle
, nuove corren ti teologiche e dei vari interventi del Magstero della
Chiesa.
LIBRERIA EDITRICE VATICANA
00120 CITTA' DEL VATICANO
DOCTOR COMMUNIS
Rivista Quadrimestrale della Pontificia Accademia di S. Tommaso
ANNO XLVII N. 2 MAGGIO-AGOSTO 1994
SOMMARIO
STUDI E RICERCHE
RAIMONDO SPIAZZI, II Catechismo delta Chiesa Cattolica e San T ommaso
d'Aquino pago 107
LEO J. ELDERS, Veritatis Splendor et la doctrine de Saint Thomas d'Aquin 121
ENRICO ZOFFOLI, La mistica 1tel pensiero di S. T ommaso 147
STORIA DEL TOMISMO
EUDALDO FORMENT, El magistero tomista del P. Orlandis, apostol del Co-
razn de I ess 155
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
DOMINIQUE VIBRAC, Osservazioni sull'opera Dio nel mondo e nell'uomo
di Antonio Piolan ti 175
SOLENNE INAUGURAZIONE DELLE PONTIFICIE ACCADEMIE
DI S. TOMMASO E DI TEOLOGIA 194
RECENSIONI 202
IMPRIMATUR
Ad Urbe Vaticana die 21 martii 1994
Cardo VIRGILIUS No
Archipresbyter Basilicae Sancti Petri
Vicarius Generalis Summi Pontificis pro Civitate Vaticana
E RICERCHE
P. SPIAZZI, O.P.
Socio della Pontifiqia Aeqademia di S. Tommaso
e della Pontificia Al eeademia T eologiea Romana
Professore nella Pontifici'{l Universita di S. Tommaso) Roma
CHIESA CATTOLICA
D'AQUINO (*)
Nella Costituzione apostolfca Depositum Fidei (ll ottobre 1992),
con la quale Giovanni Paolo II ordina la pubblicazione del Cateehismo
della Chiesa Cattoliea in virtlil dell'autorita, apostolica , si leggono delle
parole impegnative e solenni, tutti i figli della Chiesa non possono
non prendere come base nel 10 o lavara pastorale, scientifico, accademico
e di qualsiasi altro livello, nel campo catechistico. Secando il Papa, il
nuovo Catechismo
e un'esposizione della fe de della Chiesa e della dottrina catto-
lica, attestate o illumirlate dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione
apostolica e da1 Magistho della Chiesa. 10 10 riconosco ["in virtli
dell'autorita apostolical si puo dire anche quiJ come uno stru-
mento valido e legittirlfo al servizio della comunione ecclesiale e
come una norma sieura per l'insegnamento della fede. Possa ser-
vire al rnnovamento *1 quale lo Spirito Santo incessantemente
chiama la Chiesa di IDio, Carpo di Cristo, pellegrina verso la
luce senza ombre del IRee:no! .
E ancora:
L'approvazione e la promulgazione del Cateehismo della
Chiesa Cattoliea un servizio che il sueeessore di
Pietro vuo1e rendere alla Santa Chiesa Cattolica, a tutte le Chiese
partico1ari in pace e colmunidne con la Sede apostolica di Roma:
il servizio cioe di sostelnere e. eonfermare la fede di tutti i disee-
poli del Signore Gesu (cfr. Le. 22, 32), come pure di rafforzare
i legami dell'unita nell:; medesima fede apostolica .
(*) Prolusione letta nella del 25 novembre 1993, nell'Aula
dei Cento Giorni al Palazzo della
.
108 RAIMOND SPIAZZ
Dunque, possiamo osservare, si tratta di un eserc1Z10 consapevole e
dichiarato del ministero petrino in materia di fede, che si colloca al ver-
tice supremo del magistero ordinario includente l'autorita che al Sommo
Pontefice proviene da Cristo come successore di Pietro.
E' chiaro che tutti i veri figli della Chiesa non possono mettersi
dib.anzi aquesto Catechismo se non con le ginocchia della mente chine
(per usare una bella e famosa espressione del Petrarca); e, aggiungo su-
bito, non possono non godere nel constatare che ancora una volta il ma-
gistero ecclesiastico, nella sua mas sima espressione geratchica, si e set-
vito di San Tommaso d'Aquino come di un suo ausiliate e fiduciario, al
quale continua ad attribuire l'autorid di Dottore e Testimone della fede
in modo eminente. Basta uno sguardo anche superficiale al testo, o al-
l'indiee per Autori, per essere colpiti da un fatto: il nome pili citato e
quello di Sant'Agostino (85 volte) , come era giusto per la rappresentanza
dei Padri della Chiesa che il santo vescovo di Ippona merita di rivestire
e per la grandezza del suo magistero nella fase costitutiva della Tradi-
zione cristiana; dopo di lui viene San Tommaso d'Aquino (58 citazioni
esplicite), seguito a dilstanza da no mi anche di illustri Padri, come quelli
di Sant'Ireneo (29 volte) , Sant'Ambrogio (21. volte) e San Giovanni Cri-
sostomo (17 volte). Non e una questione puramente statistiea, perch ve-
dremo subito il valore qualitativo delle citazioni, sia della Somma, sia
di altre opere, compreso il quaresimale tenuto a Napoli nel 1273, che e
una vera e propria catechesi. Qui voglio ancora far notare che, oltre il
numero della citazioni, come osserva il mio confratello P. Roberto Coggi
nell'artieolo su San Tommaso nel nuovo Catechismo pubblicato su Sa-
cra Doctrina d ~ l marzo-aprile 1993, colpisce l'intelligenza con cui tali
dtazioni sono state fatte: chi le ha selezionate conosceva bene gli scritti
di San Tommaso, e ha saputo scegliere oculatamente i testi pili rappre-
sentativi e pili adatti (1). (Sia lecito esprimere anche di qui rieono-
scenza e plauso a quena ignota mano cOSl esperta e benefiea).
Forse non e il caso di sciogHere ora le vele a un inno ... sul ritorno
di San Tommaso, anche perch il magistero papale e conciliare non 10
ha mai esiliato; basta forse segnalare l'esempio del Catechismo a coloro
che negli anni scorsi han no creduto di relegarlo nella galleria dei grandi
trapassati, da commemorare senza bisogno di riconoscerli maestri, e au-
spieare - questo SI -- un ritorno a San T ommaso: ma questo ricorso
storico non manchera, con comune vantaggio.
(1) In Sacra Doctrina. Rivista di teologa , nuova serie, 1993 (XXXVIII),
n. 2, p. 300.
~ ~ ~ f _
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA 109
1. San Tommaso maestro di catechesi
Ora permettetemi prima di tutto un richiamo al fatto che San Tom-
maso puo essere considerato un maestro anche di catechismo.
1) Anzittutto per l'intenzione con cui si accinse a comporre la
Somma Teologica, quale si rileva dal Prologo o avvertenza iniziale:
Il dottore della verita cattolica deve istruirenon solo gli
iniziati, ma anche i ptincipianti (non solum provectos sed etiam
incipientes), secondo il detto dell'Apostolo: "quasi a bambini in
Cristo vi ho dato da bere del latte, non del cibo solido" (1 Coro
3, 1 s.); percio l'intento che ci proponiamo in quest'opera e di
esporre tutto cio che concerne la religione cristiana nel modo pili
adatto alla formazione dei principianti... Tenteremo, confidando
nel divino aiuto, di esporre la dottrina sacra con la maggiore bre-
vita e chiarezza consentita da tale materia ... .
Era un programma teologico e metodologico, che solo dopo tre se-
coli avrebbe avuto successo, quando la Somma venne adottata come ma-
nuale, e qunidi base di leZoni e commentari, prima in Germania e poi
soprattutto in Spagna con Francesco di Vittoria e il movimento da lui
creato. Ma il manuale uscito dalla penna, o forse meglio dalla dettatura
di San T ommaso, era ed e 11 con il suo valore non solo dottrinale ma
anche didattico, con quel suo discreto latino , come 10 diceva Dante..
e come si compiaceva di additarlo il compianto Cardo Bacci, il quale disse
tante volte (forse anche in questa sala) che la lingua per la seu ola e 10
studio. della teologia, che non poteva essere quella dei classici romani,
l'aveva creata il Dottore Angelico.
Di lui si potra sempre giustamente ripetere cio che leggiamo nel re-
sponsorio dopo la seconda lettura nell'Ufficio della sua festa: Stile
conciso, esposizione misurata, pensiero sublime, chiaro, sieuro ; o me-
glio ancora in latino, come facevamo nel responsorio dopo la quarta le-
zione (II Notturno): Stilus brevis, grata facundia: celsa, clara, firma
sententia .
I1 che vale per i manuali teologid, ma anche per i catechismi!
2) Altro richiamo storico: anche San Tommaso ha composto un
catechismo. Forsepuo considerarsi tale gia la predieazione che, secondo
Guglielmo da Tocco e), Tommaso tenne nella baslica di San Pietro, pro-
babilmente nell'Avvento del 1265, mentre era maestro reggente dello
Studio di Santa Sabina. 1 sermoni dovevano essere destinati al Capitolo
(2) Vita, c. 53.
110 RAIMONDO SPIAZZI
di San Pietro. Si ricordano anche le prediche tenute a Viterbo, a Bologna
e a Milano, e quelle agli studenti dell'Universita di Parigi. In quel tempo
i docenti degli Studia erano quasi ovviamente anche i predicatori per
gli studenti e i lettori. Per 10 Studium Curiae, poi, istituito da Innocenzo
IV nel 1245, risulta da documenti che era frequentato anche da illet-
terati e da sempJici pellegrini che si aggregavano alla Sede aposto-
lica. A costoro la scuola della curia romana forniva lezioni di gramma-
tica e). E' ovvio che chi predicava doveva tener conto di questa loro
condizione ... Ma e particolarmente importante segnalare qui la predica-
zione autenticamente popolare tenuta a Napoli nella Quaresima del 1273,
quando spiego (quasi certamente parlando ne1 vo1gare napo1etano) il
Credo, il Pater Noster, i due precetti della carita e i dieci comandamenti,
e l' A ve Maria: un gioiello di catechesi essenziale (4)!
E bisogna dire che il Catechismo adotta questo ordinamento, con
lievi spostamenti, dovuti alle esigenze della impostazione piu opportuna
oggi, specialmente per do che riguarda i Sacramenti, dei quali San Tom-
maso tratta all'interno del commento al Simbolo, e quin di piu breve-
mente: ma, come osserva Padre Coggi, e significativo che, sette secoli
dopo, la Chiesa scelga di seguire sostanzialmente l'impostazione dell'Aqui-
nate per presentare l'insieme della fede cattolica (5).
3) Infine occorre un cenno alla concezione che San Tommaso aveva
del catechismo. Si puo riassumerla brevemente con le sue stesse parole.
n catechismo - diceva - e l'istruzione sulle verita che si devono credere
in modo esplicito, precedentemente al battesimo, impostata secondo il co-
mando di Gesu a'gli Apostoli, che impone prima la predicazione e poi il
battesimo (cfr. Mt. 28, 19) (III, q. 71, a. 1). Anche se in questa dot-
trina di San Tommaso si vede il riflesso dell'antca prassi del catecume-
nato precedente il battesimo degli adulti, essa e valida anche per il cate-
chismo di coloro che venivano battezzati da bambini, secondo la disci-
plina che nelle comunita cristiane era ormai in vigore nel XIII secolo.
Percio egli dice che i fanciulli devono essere catechizzati (ib. ad 2).
E' un compito che spetta, con mansioni diverse, ai presbiteri, ai dia-
coni, ai lettori e ai padrini (III, q. 67, a. 3 ad 2; q. 71, a. 4; Contra
(3) Cfr. ]. D. WEISHEIPE, Tommaso d'Aquino. Vital pensiero) opere, ed. it., Mi-
lano 1988, pp. 162 S., 243; D. WALZ, San Tommaso d)Aquino, Roma 1945, pp. 106 ss.
.(4) Ebbi la gioia di curarne l'edizione latina nella Editio Taurinensis delle Opera
di San Tommaso (cfr. Opuscola theologica, vol. n, 1954, pp. 191-271), e poi la tra-
duzione italiana nell'appendice a un'opera di spiegazione de Il Simbolo della fede)
Alba 1959, vol. n, pp. 593-648. Cfr. pure l'edizione di R. SORGIA O.P., Opuscoli
teologico-spirituali, ed. Paoline, 1976, pp. 298.
(5) L. cit., p. 300.
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA 111
Gentes, IV, c. 74). Esso comporta una certa sacralita, che nel rito del
battesimo diventa una delle solennita del sacramento, riservate al sacer-
dote: catechizzare, esorcizzare e benedire l'acqua battesimale (III, q.
67, a. 3 ad 2).
Di questa dottrina, il punto piu importante e il legame tra il ca-
techismo e il battesimo, che, essendo il sacramento della fede (lII,
q. 70, a. 1 j q. 71, a. 1), comporta l'istruzione. Infatti la vita della
grazia, allaquale uno viene rigenerato mediante il battesimo, presuppone
la vita della natura razionale, per la quale l'uomo e capace di ricevere
l'insegnamento (ib. q. 71, a. 1 ad 1). E' vero che i bambini non hanno
questa capacita, ma la Madre Chiesa non solo presta ai bambini da
battezzare i piedi degli altri per venire, il cuore degli altri per credere,
la lingua degli altri per professare la fede, come dice Sant' Agostino
(Sel'm. 176, c. 2), ma presta loro anche gli orecchi degli altri per ascol-
tare e l'intelletto altrui per apprendere. Percio essi vengono catechiz-
zati per la stessa ragione per cui vengono battezzati (lII, q. 71, a. 1 ad
2; cfr. q. 69 a. 6 ad 3). Come si vede, in questo testo e sfiorato il mi-
stero della grazia efficace ex opere operato nell'essere umano che, secondo
le condizioni in cuiesso si trova, riceve almeno virtualmente la forza
della vita nuova. Tale forza tocca anche l'intelligenza: e un lampo di
luce che San Tornmaso fa brillare in questo punto della sua dottrina. An-
che il catechismo post-battesimale ne viene illuminato.
Ir. 1 testi tomasiani ripol'tati dal Catechismo
Sarebbe ora opportuno - e forse anche piacevole per i discepoli
di San Tommaso - fare un esame analitico dei testi citati, e servird di
essi per una ricostruzione della dottrina del Catechismo in armonia, se
non in dipendenza, col pensiero del Doctor Communis. Non e possibile
fare tale operazione nd limiti di tempo che abbiamo a disposizione, e
forse e bene evitare di date anche solo l'impressione di voler tomistizzare
o tomificare (due espressioni tra le quali e difficile scegliere quella meno
sgradevole!) i documenti del Magistero. Diciamo piuttosto che l'influsso
del pensiero di San Tommaso non solo sulle scuole, ma anche sugli uo-
mini che attraverso le scuole venivano preparati alla loro futura missione
di pastori e di maestri della Chiesa, e stato notevole e durevole, almeno
sui punti talmente connessi col dogma e con la morale cristiana, che non
possono essere rifiutati senza manomettere il depositum fidei: cosa che,
se pUl' e avvenuta con qualche studioso, non e nemmeno concepibile nel
Magistero ecclesiastico preso nella sua globalita - e anzi nella sua un-
versalita - e soprattutto nel suo vertice, il Romano Pontefice. Oserei
dire che, qualunque sia la dotrina privata dell'uno o dell'altro pastore e
112 RAIMONDO SPIAZZI
maestro, in chi viene eletto alla missione di guida e garante della catto-
licita scatta un certo meccanismo - anche psicologico, ma mosso ex
alto - per cui sente il bisogno della fedelta non solo nella testimonianza
alla fede, ma anche nell'impiego dd mezzi piu sicuri per far si che sia
una testimonianza buona, proficua, certifkante. Questo fatto, abbastanza
constatabile a livello storico e biografico, spiega perch tra la dottrina del
Magistero e il pensiero di San Tommaso vie stata una specie di osmosi
intellettuale che e altrettanto constatabile nei documenti della Chiesa.
Cio appare abbastanza chiaramente dalla breve rassegna delle cita-
zioni tomasiane nel Catechismo.
1) Ragione e fede. - Voglio segnalare prima di tutto il riconosci.
mento della possibilita di una conoscenza naturale di Dio quale ri-
suIta dal Catechismo, che usa il termine ve ' per indicare l'accesso della
ragione a Dio (n. 31). E' un 'eco della Somma Teologica, che si fa voce
esplicita e documentata nella citazione dell'articolo 3 della questione II
della Parte 1, dove si dice che tutti chiamano Dio questa realta che e
causa prima e fine. ultimo di tutto .
Aquesta affermazione del valore della ragione, San Tommaso as-
socia quella sua necessita della rivelazione anche per quelle verita reli-
giose e morali che, di per s, non sono inaccessibili alla ragione, affinch
nella presente condizione del genere umano possano essere conosciute da
tutti senza difficolta, con ferma certezza e senza mescolanza di errore
(Catechismo, n. 38). Si sa che il testo era stato ripreso dal Concilio Va-
ticano 1, dalla enciclica Humani generis di Pio XII e dal Vaticano II.
Il Catechismo vi aggiunge un testo della Somma contro i Gentili (1, 30):
Noi non possiamo di Dio cio che Egli e, ma solamente cio
che Egli non e, e come gli aItri esseri si pongano in raporto a Lui
(Catechismo, n. 43).
La rivelazione e contenuta nella Sacra Scrittura, circa la quale il
Catechismo riporta un bellissimo passo del Commento ai Salmi (21, 11)
che, come fa notare il Catechismo, presenta Cristo come centro del libro
divino (n. 112): Il cuore di Cristo designa la Sacra Scrittura, che ap-
punto rivela il cuore di Cristo. Questo cuore era chiuso prima della Pas-
sione, perch la Scrittura era oscura. Ma la Scrittura e stata aperta dopo
la Passione, affinch coloro che ormai ne hanno l'intelligenza considerino
e comprendano come le profezie debbano ess'ere interpretate (cfr. Sal.
22, 15). Poco dopo (n. 116), il Catechismo cita un altro testo di San
Tommaso che e la base di una buona esegesi biblica: Tutti i sensi della
Sacra Scrittura si basano su quello letterale (1, q. 1, a. 10 ad 1).
P.er spiegare che cos'e la fede, il ricorso a San Tommaso permette
di darne la migliore definizione (n. 155): Credere e un atto dell'in-
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLlCA 113
telletto che, sotto la spinta della volonta mossa da Dio per mezzo della
grazia, da il proprio assenso alla parola divina (II-H, q. 2, a. 9). Sem-
pre con l'Aquinate (n. 157) il Catechismo aHerma che la certezza data
dalla luce divina e piu grande di quella offerta dalla luce della ragione
naturale (II-II, q. 4, a. 8). E se San Tommaso concepisce la fede come
anticipo della vita eterna, il Catechismo (n. 163) riporta le sue parole:
Fin d'ora contempliamo come in uno specchio, quasi fossero gia pre-
senti, le realta meravigliose che ci riservano le promesse e che, per la
f.ede, attendiamo di godere (II-H, q. 4, a. 1). E poi le altre (n. 184):
La fede e una pregustazione della conoscenza che ci rendera beati nella
vita futura :. questa volta la citazione e dal Compendium theologiae (1, 2).
E infine, sulla fede, il Catechismo riporta (n. 170) quella celebre
sentenza dell'Angelico, secondo il quale l'atto (di fede) del credente
non si ferma all'enunciato, ma raggiunge la realta (enunciata)>> (II-Il,
q. 1, a. 2 ad 2): cioe il Dio rivelante, il Dio vivente.
2) Il dogma cattolico. - Sul contenuto del Credo il Catechismo
cita San Tommaso in punti fondamentali. Alcuni testi, riportati in extenso,
sono di grande spicco. Per es. queIlo della Summa theologae (1, q. 25, a.
5 ad 1), citato al n. 271, che aHerma l'identita di Dio come trascendente
unita di esseree di potenza, di sapienza e di amore: In Dio la potenza
e l'essere, la volonta e l'intelligenza, la sapienza e la giustizia sono una
sola e identica cosa, di modo che nulla puo esserci nella potenza divina
che non possa esserci neIla giusta volonta di Dio o neIla sua sapiente
intelligenza . Siamo oltre ogni aHermazione di volontarismo dell'onni-
potenza divina, che include essenzialmente l'eterna luce della verira sus-
sistente. A proposito della creazione, il Catechismo (n. 293) riporta un
testo anche letterariamente bellissimo (come non pochi altri dell'Aqui-
nate): Aperta la mano dalla chiave dell'amore, le creature vennero aIla
luce (Sent. II, ProL). Nota il Padre Coggi (6) che il passo sembra an-
ticipare il mirabile verso di Dante: "Si aperse in nuovi amor l'eterno
amore" (Par. 29, 18) .
Nel paragrafo che porta il tito lo La provvidenza e lo scandalo del
male, vengono citad (n. 310) due testi (1, q. 25, a. 6 e c.G. IH, 71),
nei quali San Tommaso spiega che Dio avrebbe potuto creare un universo
migliore di questo, ma ha preferito creare un mondo in stato di via
verso la perfezione ultima, in cui la comparsa di certi esseri comporta la
scomparsi di altri (corruptio unius est generatio alterius), un mondo,
quindi, che e teatro sia del bene che del male (fsico), finch la crea-
(6) L. cit., p. 303.
114 RAIMONDO SPIAZZI
zione non abbia raggiunto il suo compimento. In nessun modo comun-
que Dio e causa del male morale (n. 311), come il Catechismo desume
da II-II, q. 79, a. l.
Riguardo agli angeli, ecco un'altra bella affermazione di San Tom-
maso, trasmessad dal Catechismo (n. 350): Gli angeli cooperano a ogni
nostro bene (1, q. 114, a. 3 ad 3). Riguardo agli uomini, sempre con
San Tommaso, questa volta nella Questione Disputata De Malo (4, 1), il
Catechismo dice (n. 404) che essi erano precontenuti in Adamo come
un unico corpo di un unico uomo , sicch il peccato del progenitore di-
venne il peccato di tutti. E, se d si chiede perch Dio non abbia impedito
il peccato originale, il Catechismo risponde (n. 412) dtando la Somma:
Nulla si oppone al fatto che la natura umana sia stata destinata a un
fine piu alto dopo il peccato. Dio permette, infatti, che d siano i mali
per trarre da es si un bene piu grande. Di qui il detto di San Paolo:
"Dove e abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" (Rm. 5, 20),
e il canto pasquale dell'Exultet: "O felice colpa, che ha meritato un tale
e cosi grande Redentore!" (III, q. 1, a. 3 ad 3). E' la prospettiva prov-
videnziale nel mistero della storia, senza la quale non e possibile afferrare
qualche luce sull'origine del peccato e su tanti altri punti dell' enorme
mister dell'universo (come lo chiama il Pascoli, nell'indimenticabile
poesia sulla N o tt e di San Lorenzo).
Sul motivo dell'Incarnazione, il Catechismo riporta (n. 460) un testo
dell'Aquinate, riassuntivo del pensiero dei Padri: L'unigenito Figlio di
Dio, volendo che noi fossimo partedpi della sua divinita, assunse la nostra
natura affinch, fatto uomo, facesse gli uomini dei (opuscolo sulla festa
del Corpus Sulla parte della Beata Vergine Maria, cita (n. 551)
do che scrive l'Angelico Dottore circa il Fiat che essa pronuncio a nome
di tutta la natura umana (III, q. 30, a. 1). Nell'esporre la vita teolo-
gica di Cristo, ossia i suoi misteri , San Tommaso e chiamato a spie-
gare il senso della Trasfigurazione (n. 555), nella quale - egli dice -
appare tutta la Trinita: il Padre nella voce, il Figlio nell'uomo, lo Spi-
rito nella nube luminosa (III, q. 45, a. 4 ad 2); per cui la Trasfigu-
razione puo essere considerata il sacramento della seconda rigenerazione,
cioe della nostra risurrezione (ib.). E' un breve tratto con cui San Tom-
maso riassume la tradizione dei Padri.
A proposito del mistero del seppellimento di Gesu, il Catechismo
fa notare (n. 627) con l'Aquinate che la virtu divina preservo il corpo
di Cristo dalla corruzione (III, q. 51, a. 3).
Nelle pagine sulla Chiesa - che, com'e naturale, riportano abbon-
dantemente e quasi esdusivamente la dottrina del Concilio Vaticano II,
qua1e risulta in particolare dalla Costituzione Lumen gentium - San
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA 115
Tommaso viene menzionato, una volta (n. 795), con un suo testo fon-
damentale, citato a suo tempo anche da Pio XU nell'encidica Mystici
Corporis, nel quale l'Angelico afferma che Cristo e le membra sono,
per cosi dire, una sola persona mstica (UI, q. 48,. a. 2 ad 1); un'altra
volta (n. 904), col testo importante per l'apostolato dei laid: Istruire
qualcuno per condurlo alla fede e i1 compito di ogni predicatore e anche
di ogni ere dente (III, q. 71, a. 4 ad 3); un 'ultima volta, infine (n. 947),
con un passo del Commento al Simbolo (n. 10), sulla comunione dd Santi:
Poich tutti i credenti formano un solo corpo, il bene degli uni e co-
municato agli altri... Allo stesso modo bisogna credere che esista una
comunione di beni nella Chiesa. Ma i1 membro piu importante e Cristo,
poich e il Capo ... Pertanto il bene di Cristo e comunicato a tutte le
membra: cio avviene mediante i sacramenti della Chiesa .
3) 1 Sacramenti. - Ed eccoci ai sacramenti, che - secondo la rac-
comandazione del Sinodo dei Vescovi del 1985 - il Catechismo tratta
principalmente sotto l'aspetto biblico e liturgico, sicch si spiega che non
si soffermi su11e questioni scolastiche in materia. E tuttavia non manca
il ricorso a San Tommaso, fn dalla prima sezione.
La dottrina sull'efficacia ex opere operato e illustrata (n. 1128) con
una citazione della Somma: 11 sacramento non e realizzato dalla giustizia
dell'uomo che lo conferisce o lo riceve, ma dalla potenza di Dio (IU, q.
68, a. 8). 11 1 capitolo, poi, si condude (n. 1130) con un altro testo,
sempre della Somma, messo in forte evidenza: 11 sacramento e segno
commemorativo del passato, ossia della Passione del Signore; e segno di-
mostrativo del frutto prodotto in noidalla sua Passione, cioe della grazia;
e segno profetico, che preannunzia la gloria futura (III, q. 60, a. 3).
Una sintesi stupenda, che San Tommaso applica all'Eucaristia nell'Ufficio
del Corpus Domini, da do ve da secoli si trae l'antifona di saluto al Santis-
simo: O Sacrum Convivium ...
La seconda sezione, dedicata ai singoli sacramenti, si apre (n. 1210)
con un'affermazione di esplicita derivazione tomasiana: 1 sette sacra-
menti toccano tute le tappe e tutti i momenti importanti della vita del
cristiano: grazie ad essi, la vita di fe de dei cristiani nasce e cresce, riceve
la guarigione e il dono della missione. In do si da una certa somiglianza
tra le tappe della vita naturale e quelle della vita spirituale (lII, q. 65,
a. 1).
Ritroviamo due citazioni della Somma nelle pagine dedicate alla
Confermazione: una (n. 1304) riguardo al carattere, grazie al quale il
cresimato riceve il potere di professare pubblicamente la fede cristiana,
quasi per incarico ufficiale (quasi ex officio) (III, q. 72, a. 5 ad 2); l'al-
tra (n. 1308), piu ampia e molto bella, suona cosi: L'eta fsica non
116 RAIMONDO SPIAZZI
condiziona l'anima. Quindi anche nell'eta della fanciullezza l'uomo puo
ottenere la perfezione dell'eta spirituale, di cui la Sapienza (4, 8) dice:
"Vecchiaia veneranda non e la longevita, n si calcola dal numero degli
anni". E' per questo che molti, nell'eta della fanciullezza, avendo ricevuto
la forza dello Spirito Santo, hanno combattuto generosamente per Cristo
fino al sangue (In, q. 72, a. 8 ad 2).
Ma, com'era da aspettarsi, la presenza di San Tommaso, il cantore
per eccellenza dell'Eucaristia, doveva manifestarsi soprattutto nella trat-
tazione di questo sacramento. Troviamo infatti riportato il suo pensiero
sull'Eucaristia nell'economia della vita cristiana (n. 1374): L'Eucaristia
e quasi il coronamento della vita spiritualee i1 fine al quale tendono tutti
i sacramenti (In, q. 73, a. 3). Pili ampia la citazione riguardo alla pre-
senza reale di Cristo (n. 1381): Che in questo sacramento sia presente
il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo non lo si puo apprendere con
i sensi, ma solo con la fede, la quale si appoggia sull'autorita di Dio. Per
questo, commentando il passo di San Luca: "Questo e il mio Corpo che
viene dato per voi", San Cirillo dice: "Non mettere in dubbio se cio
sia vero, ma piuttosto accetta con fe de le parole del Salvatore, perch,
essendo Egli la Verita, non mentisce" (nI, q. 75, a. 1).
Il Catechismo cita qui anche l'Adoro te devote, a proposito del quale
il compianto Dom Anselmo Lentini O.S.B., mi scriveva in una lettera del
18 marzo 1981: Mi sto di nuovo interessando degli inn. E mi servi-
rebbe sapere presto a che punto si ano gli studi sull'autenticita di quelli
eucaristici, compresi il Lauda Sion e l'Adoro te devote, che cosi volen-
tieri vorrei assegnare a San Tommaso. La Bibliotheca Sanctorum (articolo
troppo scarso per l'Aquinate!) li eolIo ca tra i contestati. Fosse ora ces-
sata la contestazione? Sono tutte composizioni degne del suo genio, e mi
piacerebbe molto parlarne e scriverne come di creazioni sue. Potrebbe Lei
darmi qualche informazione? Le ripeto che mi serve presto; percio La
prego di cortese sollecitudine. Almeno qualche confratello specialista Le
potra dare notizie sicure ... . Purtroppo non potei far altro che mandargli
le citazioni di due studi del 1965 e del 1980 C), che non davano adito a
nuove speranze. Immagino la deluzione del caro amico, che sara stata
grande quanto la mia tristezza. Ma ricordo che gia a scuola di dogma-
tica, giunti al testo ora riportato dal Catechismo, il professore d diceva:
Questa e la teologia dell'Adoro te devote, chiunque sia l'autore dell'innol .
(1) P.-M. Gy, L'office du Corpus Christi et St.-Thomas d'Aquin. Etat d'une
l't'chel'che, in Revue des Sciences philosoph. et thol. , 1980, pp. 491-501; E.
FRANCESCHINI, Origine e stile dalla Bolla Transiturus , in Aevum , 1965, n. 39,
pp. 218-243.
tt CATECHISMO DELLA CHIESA CATtOLICA 117
Infine, nella trattazione del sacramento dell'Ordineil Catechismo
cita (n. 1545) e riporta da San Tommaso: Solo Cristo e il vero sacer-
dote, mentre gli altri sono i suoi ministri (Ad Hebr. 7, 4); e ancora
(n. 1548): Egli e la fonte di ogni sacerdozio: infatti il sacerdote della
Legge [antica] era figura di lui, mentre il sacerdote della nuova Legge
agisce in persona di lui (In, q. 22, a. 4). In persona Christi: un'altra
pietra miliare nella teologia del sacerdozio cattolico, e anche sulla via della
spirtualita sacerdotale!
4) La morale. - Quanto alla teologia morale, credo sia giusto r-
conoscere che, come osserva il Padre Coggi (8), tutta la trattazione del
Catechismo sulla morale generale e ispirata da San Tommaso, che stori-
camente e stato il genale sstematore della Tradizione dei Padri, in base
alla concezione bblica dell'uomo come immagine di Dio, ma anche un
pensatore originale e innovatore. In questa parte del Catechismo ci sono
non poche citazioni dei suoi testi, a cominciare dalla questione sulla be a-
titudine, circa la quale troviamo (n. 1718) una brevissima e scultorea
citazione di stile agostiniano-teresiano, dice il Padre Coggi (9), ma let-
teralmente tomasiana: Dio solo sazia (Comm. al Simbolo, 1).
Sulla fonti della moralita (oggetto, circostanze e fine), punto sul
quale si e tanto discusso negli ultimi anni, arrivando addirittura a soste-
nere che non esistono azioni intrnsecamente cattive e che alla morale
dell'oggetto bisogna sostituire la morale dell'intenzione e del fine, o della
responsabilita, il Catechismo riafferma la morale tradizionale (n. 1759)
con quella nequivocabile sentenza di San Tommaso: Non puo essere
giustificata un'azione cattiva compiuta con una buona intenzione (Comm.
ai dieci precetti, 6). L'enciclica Veritatis splendor gustifica a lungo questa
posizione della Chiesa, che tuttavia ha ben presente il problema della sog-
gettivita e della storicita, tutt'altro che ignorato da San Tommaso.
Nel breve articolo sulle passioni, troviamo (nn. 1766 e 1767) due
citazioni della Somma: una e la classica definizione che San Tommaso da
dell'amore: Amare e volere del bene a qualcuno (I-U, q. 2, a. 6 ad
4); nell'altra dice che le passioni sono dette volontatie, o perch sono
comandate dalla volonta, oppure perch la volonta non vi resiste (I-U,
q. 24, a. 1).
L'Aquinate riappare poi quando viene data la definizione della virtli
cardinale della prudenza (n. 1806): essa e la retta norma dell'azione
(II-U, q. 47, a. 2), come gia diceva Aristotele (anche lu ricordato dal
(8) L. cit., p. 307.
(9) L. cit., p. 308.
118 RAIMNDO SPIAZZ!
Catechismo, per merito di San Tommaso. Diciamo la verita: era giusto
menzionarlo, per una ragione ben diversa da quella che fece entrare
Pila to nel Credo!).
Anche per la distinzione fra peccato mortale e peccato veniale, che
il Catechismo riafferma con chiarezza (n. 1856), troviamo riportato un
ampio brano della Somma: Quando la volonta si orienta verso una cosa
di per s contraria alla carita, dalla quale siamo ordinati al fine ultimo,
il peccato - per il suo stesso oggetto - ha di che essere mortale ... tanto
se e contro l'amore di Dio, come la bestemmia, lo, spergiuro ecc., quanto
se e contro l'amore del prossimo, come l'omicdio, l'adulterio ecc .... In-
vece, quando la volonta del peccatore si volge a una cosa che ha in s
un disordine, ma tuttavia non va contro l'amore di Dio e del prossimo
(e il caso di parole oziose, di riso inopportuno ecc.), tali peccati sono ve-
niali (I-H, q. 88, a. 2).
Un altro importante testo della S omma e citato a proposito dell' au-
torita umana (n. 1902): La legislazione umana non riveste il carattere
di legge se non nella misura in cui si conforma alla retta ragione: da
co e evidente che essa trae la sua forza dalla legge eterna. Nella misura
in cui si allontanasse dalla ragione, la si dovrebbe diehiarare 'ingiusta,
perch non realizzerebbe il concetto di legge: sarebbe piuttosto una forma
di violenza (I-H, q. 93, a. 3 ad 2).
Proprio su questo tema della legge, nel Catechismo e giustamente
assegnato a San Tommaso un ruolo da protagonista: cinque ctazioni in
otto pagine. Innanzitutto e sua la definizione della legge in genere, ripresa
a suo tempo da L,eone XIH (n. 1951): L'ordinamento della ragione,
ecco co che viene chiamato legge (I-H, q. 90, a. 1).
Vi e poi la definizione di legge naturale (n. 1955): La legge natu-
rale non e altro che la luce dell'intelligenza infusa in noi da Dio. Grazie
ad essa conosdamo do che si deve compiere e do che si deve evitare.
Questa luce o questa legge Dio l'ha donata all'atto della creazione
(Comm. ai dieci precetti, 1).
Alla Legge antica e riservata (n. 1964) la piu lunga ctazione to-
masiana di tutto il Catechismo: Ci furono ... - nel regime dell'Antco
Testamento - anime ripiene di carita e della grazia dello Spirito Santo,
le quali aspettavano soprattutto il compimento delle promesse spirituali
ed eterne. Sotto tale aspetto,costoro appartenevano alla nuova Legge. Al
contrario, anche nel Nuovo Testamento, c sono uomini carnali, che an-
cora non hanno raggiunto la perfezione della nuova Legge, e che bisogna
indurre alle azioni virtuose con la paura del castigo o con la promessa
dei beni temporali. Pero la Legge antiea, anche se dava i precetti della
carita, non era in grado di offrire la grazia dello Spirito Santo, in virtu
1t CATECHISMO DELtA CHiESA CATTOLICA 119
del quale "l'amore di Dio e stato riversato nei nostri cuori" (Rm. 5,5)>>
(I-H, q. 107, a. 1 ad 2).
Anche la definizione della Legge nuova (n. 1966) come grazia dello
Spirito Santo, data ai fedeli in virtu della fede in Cristo e presa da San
Tommaso, ma i1 suo nome in questo punto non compare accanto aquello
di Sant'Agostino, l'autore prediletto dell'Aquinate, anche su questa que-
stione. Compare invece (n. 1973) dove si parla dei consigli evangelici e
della loro distinZone dai precetti (cfr. H-H, q. 184, a. 3).
Le pagine dedcate alla legge si concludono - come di norma nel
Catechismo ..:.- .con una serie di formule brevi, tra le quali si ritrova
(n. 1976) la definizione tomasiana di legge: La legge e un comando
della ragione ordinato al bene comune, promulgato da chi e incarcato di
una comunit?t (I-H, q. 90, a. 3). Si puo scoprire, nella letteratura uni-
versale, una definizione migliore?
5) 1 Dieci Comandamenti. - Il Catechismo passa poi allo studio
dei diec comandamenit. Una citazione della Somma conclude il ragiona-
mento che vuole dimostrare che il culto delle immagini non si oppone al
primo comandamento (n. 2132): Gli atti di culto non sono rivolti alle
immagini considera te in se stesse, ma in quanto servono a raffigurare Dio
incarnato. Ora, il moto che si volge aIl'immagine in quanto immagine
non si ferma su di essa, ma tende alla realta che essa rappresenta (H-U,
q. 81, a. 3 ad 3).
Nell'analisi del terzo comandamento, San Tommaso e rieordato (n.
2176) per affermare che la celebrazione della domeniea attua la prescri-
zione morale naturalmente iscritta nel cuore dell'uomo: rendere a Dio
un culto esteriore visibile, pubblico e regolato, nel rcordo della sua be-
nevolenza universale verso gli uomini (U-U, q. 122, a. 4).
Per quantb riguarda il quinto comandamento, sul punto oggi molto
discusso della difesa personale, si invoca l'autorita dell'Aquinate con due
citazioni (nn. 2263 e 2264): Dalla difesa personale possono seguire
due effetti, il primo dei quali e la conservazione del a propria vita, men-
tre l'altro e l'uccisione dell'attentatore ... Soltanto il primo e intenzionale,
l'altro e involontario (U-H, q. 64, a. 7). Se uno nel difendere la pro-
pria vita usa una violenza maggiore del necessario, il SUD atto e illecito.
Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa e lecita... E non e
necessario per l ~ salvezza dell'anima che uno rinunzi aIla legittima difesa
per evitare l'uccisione di altri: poieh un uomo e tenuto a provvedere
piu alla propria vita che aquella altrui (ib.). Sul punto della vendetta,
poi, leggiamo (n. 2302): Desiderare la vendetta per il male di chi va
punito e illecito ; ma e lodevole imporre una riparazione, al fine di
1.20 RAIMONDO SPIAZzi
correggere i vizi e di conservare il bene della giustizia (U-U, q. 158,
a. 1 ad 3).
San Tommaso ricompare (n. 2469) quando si tratta della veridicita
(ottavo eomandamento): Sarebbe mpossibile la convivenza umana se gli
uomini non avessero la confidenza reciproca, cioe se non dicessero la ve-
rita (Il-Il, q. 109, a. 3 ad 1). Un'altra breve sentenza: ma in essa e
scolpita la base di ogni convivenza, di ogni vita sociale, in tutti i campi,
a tutti i livelli: la verita!
IIl. Il Pater noster secondo San Tommaso
L'ultima parte del Catechismo universale della Chiesa e dedicata
aUa preghiera. Sono capitoli che costituiscono la risposta della Chiesa a
una domanda perenne deU'uomo, anche non cristiano e non credente:
come stabilire un rapporto con l'eterno Cercato, col Silenzioso (cfr. Sal.
27,1; 34,22; 38,13; 82,2; 108,1; Giob. 42,3-6), con l'Invisibile e
l'Ineffabile,. sentito e scoperto pero come l'assolutamente Necessario:
eome pregare? Lo chiedevano i discepoli a Gesu: Insegnaci a pregare
(Le. 11, 1). E Gesu rispose col Pater Noster. San Tommaso lo commenta
nel suo aureo trattatello suU'orazione. Il Catechismo cita due volte que-
sto commento (nn. 2763 e 2764), per dire, col Dottore Angelico, che
la preghiera del Pater Noster e perfettissima ... Nella preghiera del Si-
gnore non solo vengono domandate tutte le cose che possiamo
mente desiderare, ma anche nell'ordine in cui devono essere desiderate:
cosicch questa preghiera non solo insegna a chiedere, ma plasma anche
tutti i nostri affetti (II-U, q. 83, a. 9). Ed e proprio con queste pa-
role - scrive i1 Padre Coggi eO) - che San Tommaso si congeda dal Ca-
techismo (n. 2774): La preghiera del Signore e la preghiera perfet-
tissima (Il-II, q. 83, a. 9). Un po' - aggiunge Padre Coggi -, come
la Beata Vergine si congeda dal Vangelo con la sua ultima raccomanda-
zione: "Fate tutto co che Egli vi dira" (Gv. 2,5) .
E' ora che anch'io mi congedi da voi, che rngrazio per la pazienza
con cu mi avete seguho. Forse e il caso di dire che l'esortazione finale
che ci laseano i tes ti tomasiani del Catechismo e quella stessa di Gesu:
i1 Pater Noster, la vera sommita a cui si puo arrivare anche camminando
sulla via del silenzio (apofatiea) percorsa da San Tommaso e ricordata
dello stesso Catechismo. E' il privilegio dei seguaci di Colui che Sant'
Ignazio d'Antiochia presentava come il Verbo uscto dal silenzio
(Lettera ai Magnesii, 8,2).
(10) L. cit., p. 312.
P. Dr. LEO J. ELDERS, S.V.D.
Membre de l' Acadmie Pontificale de Sto Thomas
Professeur au Grand Sminaire de Roldue
VERIT ATIS SPLENDOR
ET LA DOCTRINE DE SAINT TROMAS D'AQUIN
Lors de la prsentation de Veritatis splendor par le Cardinal Ratzinger,
le 5 octobre 1993 a Rome, un journaliste posa la question de savoir pour-
quoi cette encyalique est si profondment thomiste. Elle comporte, en
effet, surtout au chapitre n, qui contient des dveloppements de thologie
morale fondamentale, un nombre impressionnant de ctations de saint
Thomas dans les passages-clef de l'expos. Il nous asembl pourtant que
l'accord avec la 'pense de saint Thomas dpasse de beaucoup ces citations.
Il vaut la peine. de le signaler, meme si notre tude ne peut etre autre
qu'une premiere tentative dan s ce sens.
L'encyclique est prfixe par les mots la splendeur de la vrit se
reflete dans. les oeuvres du Crateur . L'univers est, en effet, plein de
la gloire divine et montre la sagesse de Dieu. Comme le note saint Thomas,
la splendeur est .mise par une source lumineuse et rsulte de la rflexion
de ses rayons sur une surface (In JI Sent. 13,1,3): le Verbe est la splen-
deur du Pete (1 39, 8). Ainsi la splendeur se rattache a l'intelligence
CG 4, 14). Toute fotme cre, a son tour, reflete la sagesse divine; elle
participe a la clart de Dieu (In de divo nom., C. 4, 1.5, n. 349), car elle
a une certane ressemblance avec l'etre divin (In 1 Phys., 1.15, n. 135;
Q. d. de ver. 3, 2). Les choses communiquent leur vrit ontologique a
l'intelligence hum.aine (Q. d. de ver., 1, 2). La clart et la splendeur des
cratures sont leur cognoscibilit. La chose ralise est une certaine
lumiere d'elle (Expos. in libro de causis. 1.6, n. 168: Ipsa actualitas
rei est quoddamlumen ipsius ).
La vrit claire l'intelligence et donne sa forme a la libert . Cest
dans ces termes que l'encyclique formule sa doctrine fondamentale: la
vrit n'est pas construite par l'homme mais celui-ci l'apprend. des choses
et de la structure fondamentale de sa propre nature. Cest une these fon-
damentale du Docteur anglique que la 10 naturelle exprime cette struc-

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