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TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA
a.a. 2010-2011
1. Definizioni
Camillo Berti
camillo.berti@gmail.com
Argomenti
1. 2. 3. 4. 5. Definizione di carta geografica Caratteristiche principali delle carte Il concetto di scala Applicazioni della cartografia Tipi di carte
Una carta geografica un disegno in piano, che rappresenta la superficie terrestre o una parte di essa.
Cos la cartografia
La cartografia linsieme delle operazioni tecniche, scientifiche e dimostrative atte ad elaborare carte e a permetterne la lettura e luso. o pi compiutamente: La cartografia linsieme degli studi e delle operazioni scientifiche, artistiche e tecniche che si svolgono a partire dai risultati delle osservazioni dirette o dalla utilizzazione di una documentazione, al fine di elaborare ed allestire carte, piante e altri modi despressione, nonch al fine del loro uso. (Associazione Internazionale di Cartografia, 1966)
Geodesia
Studio della forma e delle dimensioni della Terra Scelta di modelli semplificati della Terra Valutazione degli scarti esistenti tra la forma approssimata e quella reale della Terra
Topografia
Localizzazione esatta di entit sulla superficie terrestre Misurazione delle posizioni relative di entit sulla superficie terrestre
Fotogrammetria
Localizzazione di entit sulla superficie terrestre, facendo riferimento alla loro posizione rilevabile su immagini aerofotografiche
Cartografia
Proiezioni cartografiche
Definizione di regole matematiche per la proiezione della superficie terrestre (curva) su di un piano cartesiano Studio e valutazione delle deformazioni introdotte dalla proiezione cartografica adottata
La parola carta
Nelle lingue europee la carta geografica prende nome da due diversi vocaboli latini: Charta (cio foglio o lamina sottile, nonch quanto di scritto sopra, quindi per estensione scritto in genere): carta (italiano), carte (francese), Karte (tedesco), kart (russo), chart (inglese, nel senso di carta nautica). Mappa (cio tovaglia, salvietta): map (inglese), mapa (spagnolo e portoghese), mappa (italiano, nel senso di carta catastale). Nel periodo romano veniva utilizzato il termine tabula e forma, nel Medioevo Mappa mundi, tavola, pittura o figura.
Il grado di semplificazione dipende dalla scala della carta o da una selezione tematica degli elementi rappresentati.
Scala numerica
E rappresentata da una frazione che indica il rapporto di riduzione. La scala numerica di una carta (S) il rapporto tra le distanze grafiche sulla carta (d) e le corrispondenti distanze naturali (D) espressa in forma di frazione con numeratore sempre pari allunit (il numeratore indica le distanze sulla carta, il denominatore le distanze reali). S = d/ D oppure in forma di proporzione d : D = 1 : n
Esempi: d = 4 cm, D = 1 km, S= 1 : 25.000 scala 1:10.000, cio 1 unit di distanza sulla carta corrisponde a 10000 unit di distanza sulla superficie terrestre (1 cm corrisponde a 100 m)
Scala numerica
Per calcolare una distanza reale (naturale) necessario moltiplicare la distanza misurata sulla carta per il denominatore della scala. d : X = 1 : n cio x = d x N Ad esempio, la distanza in linea daria tra Piazza della Signoria e Piazza San Marco di circa 4 cm misurata su una carta in scala 1:25.000. Dopo aver fatto i calcoli e le opportune equivalenze le due piazze distano tra loro circa 1 kilometro. 4 cm x 25.000 = 100.000 cm = 1 km
4 cm scala 1:25.000
Scala numerica
Per calcolare la scala di una carta necessario fare il rapporto tra una distanza misurata sulla carta e la corrispondente distanza reale. d:D=1:X
5 cm 500 m
Ad esempio, la distanza in linea daria tra Palazzo Fenzi e Piazza Brunelleschi di circa 500 metri, mentre la misura sulla carta di 5 cm. Dopo aver fatto le opportune equivalenze si ottiene che la scala della carta 1:10.000. 5 cm/500 m 5 cm/50000 cm 1/10000 cio 1:10.000
Scala grafica
E detto scala grafica il segmento graduato con lindicazione del valore delle distanze reali in corrispondenza dei segni di divisione.
Scala 1:250.000 1 km = 4 mm 2 km = 8 mm 10 km = 4 cm
Scala grafica
Oltre a consentire un apprezzamento visivo delle distanze reali, la scala grafica facilita la lettura di carte riprodotte fotograficamente o in modo digitale, dato che il segmento della scala viene ridotto o ingrandito con la stessa proporzione della carta.
Pianta 1:500
Carta corografica
Carta geografica
Planisfero
Grado di risoluzione
Il grado di risoluzione, cio la dimensione lineare del particolare pi piccolo rappresentabile, dato dal minimo spessore del tratto grafico con cui la carta viene disegnata, e viene assunto, per convenzione, uguale a 0,2 mm sulla carta (errore di graficismo). Al di sotto di questi valori si ricorrer a simboli convenzionali.
Es: 2 metri per una carta in scala 1:10.000.
Riduzione (fotocopia o GIS) da 1:5000 a 1:10000 Errore di posizionamento 2.5 m terreno (errore del 5000) Ingrandimento (fotocopia o GIS) da 1:10000 a 1:5000 Errore di posizionamento 5 m terreno (errore del 10000) incompatibile con quello massimo ammesso per il 5000 (2.5 m terreno) e forse non tollerabile per gli usi che si vogliono fare della carta. Risoluzione 2 m terreno (risoluzione del 10000) si ha una perdita di informazione rispetto a quella rappresentabile tipicamente su di una carta in scala 1:5000, dove sarebbero cartografati elementi di dimensione minima di 1 m terreno.
Bibliografia
A. Sestini, Cartografia generale, Bologna, Patron, 1981, pp. 67-87, 186-190, 205-209. S. Perego, Appunti di cartografia ad uso degli Studenti di Scienze Geologiche e Scienze Naturali, Parma, Santa Croce, 1999, pp. 1117. E. Lavagna, G. Lucarno, Geocartografia. Guida alla lettura delle carte geotopografiche, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 3-4, 41-45.
TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA
a.a. 2010-2011
2. Cenni di geodesia
Camillo Berti
camillo.berti@gmail.com
Argomenti
1. 2. 3. 4. Forma e dimensioni della Terra Geoide ed ellissoide Sistemi di riferimento Sistemi di riferimento usati in Italia
Geodesia
La parola geodesia deriva dal greco ("terra") e (dividere"). La geodesia la scienza che studia: la forma e la dimensione della Terra, la definizione di modelli semplificati della Terra (geodesia teorica) la determinazione della posizione esatta di punti sulla superficie della terra (geodesia pratica).
In realt, la Terra non un sfera perfetta, ma leggermente schiacciata in corrispondenza dei poli e rigonfia allEquatore, a causa delleffetto centrifugo indotto sulla sua massa dalla forza di rotazione. Il solido geometrico che meglio approssima la forma della Terra quindi un ellissoide con il diametro equatoriale maggiore del diametro polare. Il rapporto tra la differenza tra i due diametri e il diametro equatoriale detto indice di eccentricit o schiacciamento (flattening).
Landamento della superficie geoidica risente della distribuzione delle masse, e reagisce alla presenza/mancanza di massa (montagne attraggono verso lalto la superficie, fosse producono avvallamenti nella superficie). Misure geofisiche e gravimetriche consentono di rilevare variazioni dellattrazione gravitazionale e di definire la forma della superficie geoidica.
Ellissoide I
Lellissoide di rotazione il solido descrivibile in termini geometrici e matematici che meglio approssima la forma reale della Terra e per questo viene a costituire la superficie di base per le rappresentazioni cartografiche (superficie di riferimento). Lellissoide di riferimento un ellissoide di rotazione con semiasse polare minore di quello equatoriale (schiacciamento polare).
Ellissoide II
L'ellissoide definito nella forma e nelle dimensioni quando si conoscano la lunghezza del semiasse maggiore (a) e lo schiacciamento (flattening), cio il rapporto tra la differenza tra i due semiassi e il semiasse maggiore.
a -b = a
a b semiasse maggiore = raggio equatoriale semiasse minore = raggio polare
Ellissoide III
x +y z + 2 = 2 a b
2 2 2
r=
a cos 1 e 2 sen 2
a - b Schiacciamento = a
=
N b H O r C Q N P E S
e=
a2 b2 a2
2
Raggio di curvatura del meridiano, a(1 e ) o raggio di curvatura minore (intersezione dellellissoide con il ( 1 e 2 sen 2 ) 3 piano contenente il meridiano).
Gran Normale, o raggio di curvatura maggiore (intersezione dellellissoide con il piano contenente la verticale al punto P e ortogonale al piano contenente il meridiano)
N=
a 1 e 2 sen 2
Ellissoidi principali
Storicamente, con il progredire delle scienze e della tecnica, sono stati definiti diversi tipi di ellissoide, poco differenziati gli uni dagli altri.
Ellissoide Semiasse maggiore a Schiacciamento a
EVEREST (1830) BESSEL (1841) CLARKE (1866) CLARKE (1880) HELMERT (1906) HAYFORD (1909) KRASSOVSKY (1942) FISCHER (1960) WGS84 (1987)
m m m m m m m m m
Lellissoide di Hayford fu adottato nel 1924 dallUnione Geodetica e Geofisica Internazionale con la denominazione di ellissoide internazionale.
Posizionamento
Per localizzare in modo esatto un punto sulla superficie terrestre o meglio la sua proiezione sullellissoide di riferimento necessario utilizzare un sistema di coordinate. In base ai sistemi di coordinate pu essere stabilita una corrispondenza biunivoca tra i punti della superficie terrestre e i punti rappresentati sulla carta. Il pi semplice (e intuitivo) sistema basato sulle coordinate angolari riferite alla Terra nel suo complesso e si basa sulle propriet geometriche della sfera. Considerando la Terra come una sfera perfetta, ogni piano passante per il suo centro individua una superficie detta circolo massimo. I circoli massimi: sono le pi grandi circonferenze tracciabili sulla sfera terrestre; sono in numero infinito. Gli archi di circolo massimo passante per due punti della superficie terrestre individua la distanza pi breve tra i due punti.
Posizionamento: latitudine
La latitudine il valore angolare dellarco di meridiano compreso tra un punto e lequatore o, meglio, il valore dellangolo che la normale allellissoide in punto forma con il piano equatoriale. Si indica convenzionalmente con la lettera greca (phi) e varia da 0 (equatore) a 90 (polo) nord o sud a seconda che il punto sia rispettivamente nellemisfero boreale o australe.
Posizionamento: longitudine
La longitudine il valore angolare dellarco di parallelo compreso tra un punto e il meridiano di riferimento. Si indica convenzionalmente con la lettera greca (lambda) e varia da 0 a 180 est o ovest rispetto al meridiano di riferimento passante per Greenwich (Londra).
Sistema di riferimento I
I valori delle coordinate che individuano la posizione di un punto sulla superficie terrestre non sono universalmente validi, ma dipendono da determinati parametri (tipo di ellissoide scelto come superficie di riferimento, posizionamento dellellissoide rispetto alla superficie geoidica). E pertanto necessario definire un sistema di riferimento planimetrico o datum, cio un insieme di misure e regole che consentono di determinare in maniera univoca la posizione di un punto sulla superficie terrestre. Un datum, un modello semplificato e noto della Terra, adeguato per le esigenze di produzione cartografica.
Sistema di riferimento II
Un Datum definito da: ellissoide, definito univocamente dai suoi semiassi maggiore e minore, o da uno di essi e dallo schiacciamento, definizione del posizionamento e dellorientamento dellellissoide rispetto al geoide, rete compensata di punti, estesa sullarea di interesse (rete geodetica).
In azzurro superficie geoidica. In rosso ellissoide orientato localmente. In verde ellissoide geocentrico.
Sistema di riferimento IV
Nelle immagini illustrata la differenza tra ellissoide locale ed ellissoide geocentrico (a sinistra) e tra due ellissoidi locali (a destra).
La differenza tra il valore h riferito allellissoide (altezza ellissoidica) e il valore H relativo al geoide (altezza geoidica) descrive le ondulazioni geoidiche.
Sistema di riferimento V
La verticale al geoide, coincidente con la direzione del filo a piombo, non necessariamente coincide con la verticale geometrica allellissoide. Langolo tra le due verticali si chiama deflessione (o deviazione) della verticale. Tali deviazioni sono prodotte dalle ondulazioni geoidiche e hanno valori compresi tra 10" (aree pianeggianti) or 20-50" (aree montane).
La cartografia prodotta proiettando sul piano tale superficie ellissoidica risulta particolarmente affidabile per tutto il territorio circostante il punto di tangenza, ma per contro ha validit solo per porzioni limitate della superficie terrestre.
Ellissoide geocentrico
Lellissoide pu essere orientato rispetto al geoide in modo che vi sia coincidenza tra il centro dellellissoide ed il centro di massa del geoide, e quindi non sia garantita la tangenza tra le due superfici e non si abbia alcun punto in cui sia imposta la coincidenza tra la verticale geoidica e la verticale ellissoidica. Lellissoide geocentrico risulta il miglior sistema di riferimento per lintero pianeta (orientamento geocentrico o globale). La cartografia prodotta proiettando sul piano tale superficie ellissoidica, a causa dei maggiori scarti esistenti tra la superficie ellissoidica e quella geoidica, risulta relativamente meno precisa, ma basata su un unico sistema di riferimento per lintero pianeta. Per la determinazione delle quote indispensabile studiare gli scarti tra ellissoide e geoide (ondulazioni).
Rete di triangolazione compensata 19081919 Proiezione associata: Sanson-Flamsteed policentrica Da questo datum utilizzato in Italia tra la fine dell800 e gli anni Quaranta del 900, deriva anche il sistema di riferimento catastale (orientamento a Genova, Istituto idrografico della Marina, def. 1902).
ellissoide tangente al geoide in corrispondenza dellosservatorio, ed attribuzione a tale punto delle coordinate geografiche ricavate da misure astronomiche; coincidenza nel punto di tangenza, o punto di emanazione, tra la verticale geoidica e la verticale ellissoidica, e conseguente minimizzazione tra le deviazioni della verticale e gli scarti tra superficie geoidica ed ellissoidica su tutto il territorio interessato.
Sistema di riferimento
European Terrestrial Reference System (ETRS)
Per il continente europeo, in modo analogo al ITRS che ha validit quasi esclusivamente scientifica, stato definito il sistema European Terrestrial Reference System (ETRS). Si tratta di un datum dinamico, riferito alla realizzazione ITRF89 dellITRS, ed solidale alla piattaforma continentale europea (della quale segue il movimento di deriva). Le coordinate delle stazioni ETRS sono pertanto molto pi stabili nel tempo in quanto sono considerati soltanto i movimenti relativi tra un punto e laltro allinterno del continente europeo Ogni realizzazione (frame), denominata ETRFanno (es. ETRF89), costituisce una soluzione del sistema riferita ad un epoca determinata; le pi importanti sono ETRF89 e ETRF2000. La realizzazione italiana dellETRS costituita dalla rete IGM95, che basata sullETRF89.
Distanza apparente tra Roma M.M.(WGS84) e Roma M.M.(Roma40): 6.20 m Distanza apparente tra Roma M.M.(ED50) e Roma M.M.(Roma40): 0.99 m Distanza apparente tra Roma M.M.(ED50) e Roma M.M.(WGS84): 5.32 m
Rete geodetica
Per le esigenze cartografiche necessario definire sulla superficie terrestre la posizione spaziale di un notevole numero di punti facilmente individuabili (punti geodetici). Linsieme dei punti geodetici, individuati attraverso il metodo della triangolazione, costituisce la rete geodetica su cui si basa il disegno topografico.
Rete geodetica II
Per triangolazione si intende la procedura geometrica che consiste nella determinazione della posizione di punti prescelti attraverso la misurazione degli angoli formati dalle linee che collegano ciascun punto a quelli circostanti e di alcuni dei lati della serie di triangoli che si viene cos a costituire (basi geodetiche). La determinazione della lunghezza delle basi deve essere estremamente precisa perch da esse, per via trigonometrica, vengono calcolate tutte le altre distanze.
Rete geodetica IV
A partire dai punti della rete geodetica di primo ordine vengono rilevati con precisioni via via minori altri punti che compongono le reti di II, III e IV ordine.
III ordine e = 2,0 In Italia i punti geodetici misurati dallIstituto Geografico Militare e dagli altri enti che occupano di cartografia (regioni, Istituto Idrografico della Marina) sono oggi circa 20.000 (catalogo http://www.igmi.org/geodetica/). Con lintroduzione del sistema di riferimento WGS84, lIGM ha costituito una nuova rete geodetica di punti le cui coordinate sono calcolate con il sistema GPS (IGM95).
Punti geodetici
I punti geodetici, le cui coordinate sono note con estrema precisione, costituiscono la base dei rilievi topografici attraverso i quali viene costruita la cartografia. Per ciascun punto appartenente alle reti trigonometriche disponibile una monografia che contiene, oltre alle sue coordinate e alla sua quota, tutti i riferimenti per una chiara individuazione del punto.
Punti geodetici II
I punti geodetici sono individuati sul terreno mediante centrini metallici e spesso protetti mediante appositi manufatti (pilastrini). I punti geodetici sono ubicati sul terreno, quando possibile, in corrispondenza di punti evidenti (visibilit reciproca) e che diano garanzia di stabilit e durata nel tempo (cime di rilievi, campanili, torri, edifici elevati). Oltre allIGM, anche il Catasto e le Regioni gestiscono e effettuano la manutenzione delle reti di vertici geodetici necessari per le proprie esigenze di produzione cartografica.
E' possibile passare dalle quote ellissoidiche a quelle ortometriche (geoidiche) misurando, tramite complesse misure gravimetriche, gli scarti esistenti tra la superficie dellellissoide rispetto al geoide.
Bibliografia
J. Campbell, Introduzione alla cartografia, Bologna, Zanichelli, 1989 (trad. it. di Introductory Cartography, Englewood Cliffs (N.J.), Prentice Hall, 1984), pp. 1-15, 61-77. S. Perego, Appunti di cartografia ad uso degli Studenti di Scienze Geologiche e Scienze Naturali, Parma, Santa Croce, 1999, pp. 6-10, 34-37, 45-46. L. Surace, La georeferenziazione delle informazioni territoriali, in Levoluzione della geografia dalla carta geografica al digitale in nove passi descritti dai maggiori esperti del settore, Roma, MondoGIS, 2004, pp. 15-46. M. Trevisani, Appunti per il corso di Cartografia e Cartografia Numerica, 2005, <http://sira.arpat.toscana.it/sira/documenti/Dispensa_Cartografia.pdf> (23/03/2011), pp. 13-34. P. Zatelli, Cartografia numerica e GIS, lucidi delle lezioni, Universit di Trento, 2009, <http://www.ing.unitn.it/~zatelli/cartografia_numerica.html> (23/03/2011). F. Zaffagnini (a cura), Modulo di geologia. Dispensa del laboratorio di archeologia dellarchitettura, Universit di Bologna, <http://www3.unibo.it/archeologia/ArcMed/ /Forum_testi/Geologia.pdf> (23/03/2011).
TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA
a.a. 2010-2011
3. Proiezioni geografiche
Camillo Berti
camillo.berti@gmail.com
Argomenti
1. 2. 3. 4. 5.
Definizioni Caratteristiche delle proiezioni cartografiche Valutazione della deformazione e scelta della proiezione Classificazione delle proiezioni Le principali proiezioni
Proiezioni azimutali Proiezioni cilindriche Proiezioni coniche Proiezioni convenzionali per planisferi Sistemi cartografici
6.
7.
Trasformazione di coordinate
Cartografia
Proiezioni cartografiche
Definizione di regole matematiche per la proiezione della superficie terrestre (curva) su di un piano cartesiano Studio e valutazione delle deformazioni introdotte dalla proiezione cartografica adottata
Proiezioni cartografiche I
Il problema fondamentale della cartografia la trasposizione sul piano di una superficie curva, quella terrestre. Una proiezione geografica il procedimento geometrico e matematico adottato per riportare sul piano la superficie terrestre, o, in altre parole, una norma di corrispondenza biunivoca tra punti della superficie ellissoidica di riferimento e punti del piano cartesiano.
Una proiezione definita da una coppia di equazioni: x = f(, ) y = g(, ) dove e sono le coordinate
geografiche di un punto sulla superficie terrestre, x e y le corrispondenti coordinate sul piano cartesiano.
Proiezioni cartografiche II
La rappresentazione della superficie terrestre sul piano genera sempre delle deformazioni. Diverse proiezioni producono differenti rappresentazioni della medesima porzione della superficie terrestre. Compiti della cartografia sono: - valutare le deformazioni indotte da ciascuna proiezione - scegliere la proiezione pi adatta a rappresentare tutta o parte della superficie terrestre in modo da minimizzare le deformazioni e rispondere a determinati scopi
Cambiando proiezione utilizzata risultano evidenti i diversi rapporti dimensionali risultanti per territori diversi a seconda della loro posizione nella carta.
Proiezioni cartografiche IV
In carte costruite a con diverse proiezioni risulta evidente la diversa rappresentazione di una stessa porzione della superficie terrestre.
Mercatore
Hammer-Aitoff
Azimutale equidistante
http://hcgl.eng.ohio-state.edu/~yi/
Tipi di proiezioni
Nonostante le inevitabili deformazioni, le proiezioni possono mantenere inalterate determinate caratteristiche geometriche della superficie terrestre (angoli, aree, lunghezze). Si parla pertanto di: proiezioni isogone (o autogonali), quando sono mantenuti inalterati gli angoli nel passaggio dalla superficie terrestre al piano. Tali proiezioni hanno nella maggior parte dei casi la caratteristica di preservare le forme (che conseguenza della conservazione degli angoli). Sono dette pertanto anche conformi (o ortomorfe). proiezioni equivalenti (o equiareali o autaliche), quando sono mantenute inalterate le aree. La condizione di equivalenza non pu coesistere con quella di conformit. proiezioni equidistanti (o lineari), quando vengono mantenuti i rapporti tra lunghezze omologhe (rapporto tra le lunghezze sul piano e sull'ellissoide costante lungo particolari direzioni). In nessuna proiezione possono realizzarsi contemporaneamente queste tre condizioni. Si dicono afilattiche le proiezioni che realizzano un compresso accettabile minimizzando i vari tipi di deformazione. Per contro in queste proiezioni sono presenti in misura limitata tutte le diverse possibili deformazioni.
Superficie di proiezione
proiezioni piane: sono realizzate proiettando il reticolato geografico su un piano. proiezioni per sviluppo: sono realizzate proiettando il reticolato cartografico su una superficie tangente o secante il globo terrestre sviluppabile su un piano. Si distinguono in cilindriche coniche
proiezioni oblique
in tutti i casi quando la superficie ausiliaria non parallela n allEquatore n allasse terrestre.
normali
trasverse
oblique
Ortografica polare
Stereografica polare
Gnomonica polare
Ortografica equatoriale
Stereografica equatoriale
Gnomonica equatoriale
Ortografica obliqua
Stereografica obliqua
Gnomonica obliqua
Ortografica Polare
Stereografica
Centrografica
Obliqua
Equatoriale
Proiezioni gnomoniche
La proiezione gnomonica caratterizzata dallaumentare delle lunghezze e delle aree allontanandosi dal centro della proiezione con forti deformazioni. Caratteristica di questa proiezione inoltre il fatto che gli archi di circonferenza massima sono rappresentati come rette, che su una superficie sferica sono le linee pi brevi congiungenti due punti (ortodromiche). Si comprende lutilit dellimpiego di tale proiezione nella navigazione ma soprattutto nellaeronautica.
Proiezioni ortografiche
La proiezione ortografica caratterizzata dal diminuire delle lunghezze e delle aree allontanandosi dal centro della proiezione e da una compressione nelle parti pi lontane dal centro della proiezione (nella ortografica polare evidente laddensarsi dei paralleli in prossimit dellequatore). Le forti deformazioni di scala e forme verso la periferia la rendono poco utile per la maggior parte degli usi.
Proiezioni stereografiche
La proiezione stereografica caratterizzata da distanze costanti allontanandosi dal centro della proiezione. Caratteristica unica di questa proiezione che ogni cerchio sul globo rappresentato da un cerchio anche nella proiezione: tutti i meridiani e i paralleli sono rappresentati da archi di cerchio (tranne che nella stereografica polare dove i meridiani sono rette uscenti dal polo). Nella proiezione stereografica meridiani e paralleli si intersecano ad angolo retto: la proiezione pertanto conforme. La scala aumenta allontanandosi dal centro della proiezione, con esagerazione delle aree nelle zone periferiche. La proiezione stereografica polare utilizzata per la rappresentazione delle zone polari (U.P.S. Universal Polar Stereographic).
La proiezione azimutale equivalente di Lambert (non prospettica) conserva le aree, ma le distorsioni aumentano allontanandosi dal centro della carta. E indicata per carte di continenti o regioni estese in modo omogeneo rispetto al centro della proiezione.
Proiezioni coniche
Le proiezioni coniche si ottengono dallo sviluppo in piano della superficie laterale di un cono retto tangente o secante la sfera lungo un parallelo di riferimento. In generale, le deformazioni tendono ad aumentare allontanandosi dalla linea di tangenza o dalla zona compresa tra le due linee di secanza. Sono usate quasi esclusivamente nella versione diretta o polare, cio con lasse del cono coincidente con lasse terrestre. Per le considerazioni esposte, si adattano particolarmente alla rappresentazione di zone poste alle medie latitudini. Nelle proiezioni coniche polari, i meridiani sono rappresentati da linee rette uscenti dal polo, i paralleli sono cerchi concentrici intorno al polo. Le variazioni riguardano la scelta dei paralleli di tangenza o secanza e la spaziatura fra i paralleli.
Proiezioni coniche
La proiezione conica semplice ottenuta dallo sviluppo di un cono secante la sfera lungo un parallelo. E equidistante lungo i meridiani, ma anche forme e aree sono ragionevolmente conservate.
La proiezione conica equivalente di Albers ottenuta dallo sviluppo di un cono secante la sfera lungo due paralleli. Rappresenta le aree in modo corretto e presenta modeste deformazioni nellarea compresa tra i due paralleli.
E costruita in modo che paralleli e meridiani si intersechino ad angolo retto e che in ogni punto la scala sia uguale in ogni direzione (conformit). E molto utilizzata negli Stati Uniti e in Francia, dove alla base del sistema cartografico nazionale (Lambert).
Proiezioni cilindriche
Le proiezioni cilindriche si ottengono dallo sviluppo in piano della superficie laterale di un cilindro retto tangente o secante la sfera. Le proiezioni cilindriche sono molto utilizzate, sia con cilindro con asse coincidente con lasse terrestre, e quindi tangenza lungo lequatore (cilindriche dirette), sia con cilindro orientato perpendicolarmente allasse terrestre, e quindi tangenza lungo un meridiano (cilindriche trasverse).
Un particolare tipo di proiezione cilindrica modificata fu ideata nel Cinquecento dal cartografo fiammingo Gerhard Kremer, detto Mercatore (1512-1594) e la pubblic nel 1569 nel suo Atlas sive Cosmographicae Meditationes.
Tuttavia le caratteristiche esposte determinano una progressiva esagerazione delle aree nelle zone polari. Ad esempio, la Groenlandia risulta nove volte pi grande di quanto sia in realt con un superficie paragonabile a quella del Sudamerica.
Proiezioni pseudo-cilindriche
In tutte le rappresentazioni convenzionali pseudo-cilindriche i paralleli sono rappresentati come linee rette tra loro parallele. Sono tipicamente usate per i planisferi.
La proiezione di Mollweide ha forma ellittica con Equatore lungo il doppio del meridiano centrale ed detta anche omalografica. Ha la caratteristica di essere equivalente.
Proiezioni pseudo-cilindriche
La proiezione di Robinson non n conforme n equivalente, ma le distorsioni sono molto limitate entro 45 dal meridiano centrale e dallEquatore. E molto usata per le carte tematiche a scala globale.
La proiezione di SansonFlamsteed una rappesentazione equivalente con meridiano centrale rettilineo mentre gli altri meridiani sono sinusoidi. La distorsione nelle regioni polari minore che nella carta di Mollweide.
Proiezioni pseudo-cilindriche
La proiezione IV di Eckert una proeizione sinusoidale equivalente con i paralleli orizzontali, molto usata in Europa. I meridiani sono delle ellissi spaziate in maniera equidistante su ciascun parallelo.
La proiezione di Hammer, come la proiezione di Mollweide presenta contorno ellittico ma differenza di questa i paralleli sono curvilinei. Pure essendo equivalente presenta una forte distorsione poste alle alte latitudini.
Proiezioni interrotte
Nelle proiezioni interrotte, per minimizzare le distorsioni delle aree continentali si scelto di rappresentare ognuno con una rete geografica parzialmente indipendente (a partire da un meridiano di riferimento) separando la Terra in lobi in corrispondenza degli oceani.
La proiezione interrotta di Mollweide derivata dalla proiezione omalografica e come questa equivalente
La proiezione omalosina di Goode equivalente e presenta i meridiani rappresentati come sinusoidi. Deriva dalla proiezione sinuosoidale.
Carta di Peters
La carta di Peters costruita suddividendo la Terra in 10000 parti di uguale superficie e mantenendo sempre il corretto rapporto tra le superfici (equivalente). Pertanto la distanza tra i meridiani non viene mantenuta in scala e le figure risultano molto alterate in senso nord-sud.
Nella carta di Mercatore, l'Europa (10.521.324 kmq), risulta pi grande del Sud America (17.842.000 kmq), che invece quasi il doppio.
Proiezioni geodetiche
Con il termine proiezioni geodetiche si intendono generalmente le proiezioni, che pur non differendo dalle altre nei principi generali, sono state utilizzate prevalentemente per la realizzazione della cartografia topografica a grande scala. Tuttavia, rispetto a quelle utilizzate per la cartografia a piccola scala, queste proiezioni sono sempre utilizzate in riferimento alla superficie ellissoidica anzich sferica. Particolarmente adatte per questi scopi sono le proiezioni cilindriche trasverse (Cassini, Mercatore trasversa o Gauss) e la conica conforme di Lambert. Nella cartografia italiana: - la proiezione trasversa di Mercatore alla base del sistema GaussBoaga e del sistema UTM; - la proiezione di Cassini-Soldner utilizzata per la cartografia catastale
Messa a punto dal matematico tedesco Karl Friederich Gauss (1777-1855); Modificata da Krger nel 1912 (proiezione di Gauss- Krger) Adottata in Italia dal Prof.Giovanni Boaga (proiezione Gauss-Boaga). Adottata come proiezione standard per la cartografia a grande scala: Universal Transverse Mercator (UTM).
Proiezione di Gauss
Fattore di scala e cilindro secante
Limpiego di un cilindro secante lellissoide, cio avente un raggio minore di quello terrestre (pari al 99,96% del semiasse maggiore dellellissoide) consente di ridurre lentit massima (in valore assoluto) della deformazione lineare nellambito del fuso di applicazione della proiezione.
In pratica, a fronte di una lunghezza sulla superficie terrestre di 1 metro, avremo che questa sar rappresentata sulla mappa da un segmento di lunghezza (fermo restando il rapporto di scala) di 0,9996 m lungo ilo meridiano di riferimento e di 1,0004 m se ai margini del fuso. Con il cilindro tangente, non avremmo accusato contrazioni, ed ai margini del fuso avremmo avuto un segmento di 1,0008 m (dilatazione).
Sistema Gauss-Boaga
proiezione di Gauss (traversa di Mercatore) due fusi (Est e Ovest) di ampiezza di circa 6(con 30' di sovrapposizione):
da 6a 12 2708,4 il fuso Ovest da 11 5708,4 a 18 30 il fuso Est
coordinate piane Gauss-Boaga con false origini di 2520 km (fuso E) e di 1500 Km (fuso O).
UTM
Universal Transverse Mercator
Il sistema UTM (Universal Transverse Mercator) un sistema cartografico valido per tutta la superficie terrestre. In questo sistema il globo stato diviso in 60 fusi di 6 gradi di ampiezza ciascuno intorno ad un meridiano di riferimento. I fusi sono sono numerati progressivamente da ovest a est a partire dallantimeridiano di Greenwich (es.: fuso 1, meridiano centrale 177 ovest; fuso 32, meridiano centrale 9 est). LItalia compresa nei fusi 32, 33, 34. Il pianeta stato inoltre suddiviso (per comodit) da 80 nord a 80 sud in 20 fasce di 8 di latitudine, indicate con le lettere dellalfabeto inglese da C a X (es. fascia C, da 80 S a 72 S; fascia T, da 40 N a 48 N). LItalia compresa nelle fasce T ed S. Lintersezione di fusi e fasce determina aree dette zone (individuate da lettera del fuso+lettera della fascia, es. 32S)
UTM
Universal Transverse Mercator
Il sistema UTM abbinato, per la rappresentazione delle zone polari (oltre 80 ), alla proiezione stereografica polare centrata sui due poli (UPS Universal Polar Stereographic).
UTM
Universal Transverse Mercator
Proiezione di Cassini
La proiezione di Cassini una proiezione afilattica ricavata dalla cilindrica inversa.
Fu messa a punto dai Cassini (Cassini I, II, III, IV), una famiglia di cartografi di origini italiane vissuti in Francia tra il 600 e l800 che diressero lOsservatorio astronomico di Parigi, realizzando la prima carta topografica di Francia.
Cassini I
Nella versione modificata dal tedesco Soldner, la proiezione di Cassini utilizzata nel sistema catastale italiano (Cassini-Soldner).
Proiezione di Cassini-Soldner
coordinate riferite al centro di riferimento
per maggior parte del territorio italiano, le coordinate catastali hanno come origine (centro della proiezione) 31 diversi vertici (grandi origini), che danno quindi origine a 31 diversi sistemi di coordinate.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12A 12B 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
P.I. (Vercelli) Pordenone Monte Bronzone Lodi Alessandria Monte Bignone Forte Diamante Portonovo Siena (Torre del Mangia) Urbino Monte Pennino Roma M.te Mario (Genova) Roma M.te Mario (Castanea) Monte Ocre Monte Palombo Monte Terminio Taranto Lecce Monte Brutto Monte Titone Monte Etna (P.Lucia) Monte Castelluccio Mineo P.I. (Sardegna) Nuovo Catasto (Innsbruck) Nuovo Catasto (Krimberg) Monte Cairo Francolise Cancello Miradois (Napoli) Monte Petrella Marigliano
39 34 60 70 102 83 88 120 109 123 149 150 145 152 185 202 204 236 257 262 267 273 160 172 172 171 184
455715.104" 454231.080" 451849.219" 445451.212" 435222.465" 442738.020" 444155.045" 431903.126" 434327.930" 430602.076" 415524.399" 415524.428" 421520.090" 415034.650" 405025.860" 402830.105" 402102.850" 390822.455" 375047.830" 374547.600" 372452.480" 371555.873" 413226.080" 411053.600" 410421.230" 411916.112" 405526.880"
34421.453" 10409.404" 03453.166" -01837.157" -11117.116" 00104.180" 24955.338" 22439.027" 34254.290" 35803.310" 33151.131" -30406.155" 05928.010" -14234.580" -03459.190" 14230.469" 23857.488" 05406.199" 00514.870" -03205.810" -14428.140" -04940.426" -14536.050" -12723.910" -12939.740" 44440.000" -10351.620"
GE GE GE GE GE GE GE GE GE GE GE Castanea Roma M.M. Castanea Castanea Castanea Castanea Castanea Roma M.M. Castanea Castanea Castanea Castanea Castanea Castanea GE Castanea
Per maggior parte del territorio italiano, le coordinate catastali hanno come origine (centro della proiezione) in 31 diversi vertici (grandi origini), che danno quindi origine a 31 diversi sistemi di coordinate. Tuttavia oltre ai 31 sistemi di grande estensione si hanno anche alcune centinaia di sistemi locali, spesso coincidenti con un singolo comune.
La carta catastale adotta la proiezione di Cassini-Soldner, afilattica, che entro un raggio di circa 70 Km presenta una deformazione lineare massima del 0,006% nella direzione del meridiano, e nulla nella direzione del parallelo. Negli ambiti in cui utilizzata praticamente equivalente (caratteristica che la rende interessante per gli usi catastali).
Roma40 / Gauss-Boaga
Sistema di Riferimento Nazionale Roma40
ellissoide di Hayford orientato a Roma Monte Mario compensazione della rete geodetica nazionale
coordinate piane Gauss-Boaga con false origini di 2520 km (fuso E) e di 1500 Km (fuso O). cilindro secante con fattore di contrazione dellellissoide di 0.9996
ED50 / UTM
Sistema di Riferimento ED50
ellissoide di Hayford orientato a Potsdam (Germania). compensazione delle reti geodetiche europee.
WGS84 / UTM
Sistema di riferimento WGS84
ellissoide WGS84 sistema GPS (controllato da terra) rete geodetica IGM95
La Francia produce cartografia su cui sono riportate sia le coordinate UTM-ED50 (il suo territorio ricade nei fusi 30, 31 e 32), sia le coordinate Lambert (il suo territorio diviso nelle zone I, II, III e IV). Per le coordinate UTM-ED50 il modello cui si fa riferimento quello di 3 cilindri trasversi, orientati rispettivamente ai meridiani di -3 , di 3 e di 9 . Per le coordinate Lambert, abbiamo 4 coni orientati rispetto ai paralleli di 55 , 52 , 49 e 46 ,85.
1.
Sistema di riferimento: Ellissoide di Struve, orientamento Osservatorio Astronomico di Madrid; Proiezione: poliedrica di Tissot Sistema di riferimento: European Datum 1950; Proiezione: UTM Sistema di riferimento: WGS84; Proiezione: UTM
2. 3.
Trasformazioni di coordinate I
Coordinate geografiche ( e , angoli misurati su uno specifico datum a partire dallequatore e da un meridiano di riferimento, es. Greenwich, e altezza h rispetto ad un definito sistema di riferimento altimetrico, es. quota slmm di Genova) Coordinate cartesiane (X, Y e Z) geocentriche rispetto ad uno specifico datum Coordinate piane E e N ricavate mediante un processo di proiezione, a partire dalle coordinate geografiche, e quota h rispetto ad un definito sistema di riferimento altimetrico.
Trasformazioni di coordinate II
La trasformazione di coordinate piane nelle coordinate geografiche riferite allo stesso datum (ad esempio coordinate piane Gauss-Boaga in coordinate geografiche ROMA40) una semplice operazione matematica. Si tratta in pratica di compiere loperazione inversa a quella effettuata con la proiezione. Le due famiglie di coordinate sono legate da regole matematiche. La trasformazione di coordinate, piane o geografiche, riferite a due diversi datum richiede complesse operazioni matematiche (traslazione, rotazione, scalatura) e comporta necessariamente lintroduzione di alcuni errori. Esistono specifici software per effettuare trasformazioni di coordinate.
Dovendo trasformare delle coordinate piane in un altro tipo, possibile operare prima una proiezione inversa per ricavare le coordinate geografiche, poi convertire queste in geocentriche. Successivamente si operer poi una trasformazione dal datum di partenza a quello di arrivo (mediante traslazione, rotazione, scalatura). Le nuove coordinate geocentriche ottenute verranno trasformate in geografiche e poi tramite la nuova proiezione nelle coordinate piane desiderate.
Trasformazioni di coordinate IV
E possibile convertire le coordinate da un sistema allaltro (parlando di sistema di coordinate si fa riferimento ad una ben precisa proiezione applicata ad entit appartenenti ad un ben preciso datum) in diversi modi.
Trasformazioni di coordinate V
Le coordinate piane A possono essere convertite direttamente nelle coordinate piane B mediante delle formule approssimate (che avranno una validit locale), ovvero utilizzando delle costanti di trasformazione appositamente tabulate (trasformazioni a 3 parametri).
Trasformazioni di coordinate VI
Le coordinate geografiche A possono essere convertite direttamente nelle coordinate geografiche B mediante le formule di Molodenskii, e sulla base di parametri appositamente calcolati (es.: da NIMA o da IGM) (trasformazioni a 5 parametri).
Le coordinate geocentriche A possono essere convertite direttamente nelle coordinate geocentriche B mediante delle formule approssimate (che avranno una validit locale), ottenute ad esempio mediante il metodo dei minimi quadrati a partire da una semina di punti di coordinate note in entrambi i sistemi (trasformazioni di Helmert a 7 parametri).
Bibliografia
J. Campbell, Introduzione alla cartografia, Bologna, Zanichelli, 1989 (trad. it. di Introductory Cartography, Englewood Cliffs (N.J.), Prentice Hall, 1984), pp. 1-15, 61-77. S. Perego, Appunti di cartografia ad uso degli Studenti di Scienze Geologiche e Scienze Naturali, Parma, Santa Croce, 1999, pp. 6-10, 34-37, 45-46. L. Surace, La georeferenziazione delle informazioni territoriali, in Levoluzione della geografia dalla carta geografica al digitale in nove passi descritti dai maggiori esperti del settore, Roma, MondoGIS, 2004, pp. 15-46. M. Trevisani, Appunti per il corso di Cartografia e Cartografia Numerica, 2005, <http://sira.arpat.toscana.it/sira/documenti/Dispensa_Cartografia.pdf> (23/03/2011), pp. 13-34. P. Zatelli, Cartografia numerica e GIS, lucidi delle lezioni, Universit di Trento, 2009, <http://www.ing.unitn.it/~zatelli/cartografia_numerica.html> (23/03/2011). F. Zaffagnini (a cura), Modulo di geologia. Dispensa del laboratorio di archeologia dellarchitettura, Universit di Bologna, <http://www3.unibo.it/archeologia/ArcMed/ /Forum_testi/Geologia.pdf> (23/03/2011).
Bibliografia
Immagini ITC, Geometric aspects of mapping, 2009, <http://kartoweb.itc.nl//geometrics/index.html> (23/03/2011). Vienna University of Technology, Picture Gallery of Map Projections, <http://www.geometrie.tuwien.ac.at/karto/index.html>, (23/03/2011). The MathWorks, Map Projections Reference, <http://www.mathworks.com/access/helpdesk/help/toolbox/map/f4-4154.html>, (23/03/2011). Center for Spatially Integrated Social Science (CSISS), Map Projections, <http://www.csiss.org/map-projections/index.html>, (23/03/2011). Software NASA, G.Projector Global Map Projector, http://www.giss.nasa.gov/tools/gprojector/ Universidade Federal Fluminense, Instituto de Matematica, Map Projections, The Java Applet, <http://www.uff.br/mapprojections/mp_en.html>, (23/03/2011).
TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA
a.a. 2010-2011
Argomenti
1. Definizione e scopi della topografia 2. Il rilievo topografico 3. Strumenti topografici 4. Il sistema GPS
Cos la topografia
La parola topografia deriva dal greco (luogo) e (scrivere). In senso ampio, la topografia la scienza che si occupa di determinare con precisione la posizione di entit sulla superficie terrestre e successivamente di rappresentare tali entit sulla carta. In senso stretto, il termine topografia indica soltanto la rappresentazione di porzioni limitate della superficie terrestre, per le quali si pu omettere di considerare la curvatura terrestre (distanze inferiori ai 10 km, campo topografico) senza commettere errori in grado di compromettere la precisione finale del rilievo.
Cos la topografia
Storicamente la topografia (per motivi tecnici) si basata soprattutto sulla misurazione degli angoli formati dalle direzioni individuate dai punti di cui si deve determinare la posizione (misurazione di angoli e calcolo delle distanze per via trigonometrica) e sulla misura diretta di alcune distanze. In tempi pi recenti, lintroduzione di nuovi strumenti ottico-elettronici ha conferito maggiore importanza alla misurazione diretta delle distanze. Negli ultimi anni, la diffusione dei sistemi satellitari di posizionamento ha consentito la determinazione diretta della posizione delle entit sulla superficie terrestre.
Cos la topografia
Il principio su cui si basa la topografia di tipo tradizionale consiste nella rilevazione esatta della posizione di una serie di punti sulla superficie terrestre a partire da alcuni punti noti effettuando misure di angoli e di distanze ed eseguendo calcoli basati sulle regole della trigonometria (triangolazione). A seconda dellampiezza dellarea oggetto delle misure, degli scopi delle misure stesse e delle relative precisioni, si distingue tra rilievo topografico
distanze inferiori ai 10 km trigonometria piana misure relativamente meno accurate
rilievo geodetico
distanze superiori ai 10 km trigonometria sferica misure molto accurate
Triangolazione geodetica
Per triangolazione si intende la procedura geometrica che consiste nella determinazione della posizione di punti prescelti attraverso la misurazione degli angoli formati dalle linee che collegano ciascun punto a quelli circostanti e di alcuni dei lati della serie di triangoli che si viene cos a costituire (basi geodetiche).
La determinazione della lunghezza delle basi deve essere estremamente precisa perch da esse, per via trigonometrica, vengono calcolate tutte le altre distanze.
Punti geodetici
I punti di cui viene determinata in modo esatto la posizione sono detti punti geodetici, che costituiscono gli elementi di appoggio per i rilievi topografici attraverso i quali viene costruita la cartografia. Di essi sono note con estrema precisione le coordinate che sono riportate in apposite schede riassuntive dette monografie (che contengono anche gli elementi per una chiara identificazione dei punti sul terreno). I punti geodetici, detti anche vertici trigonometrici, sono scelti sul territorio, in modo da garantire unelevata intervisibilit reciproca (es. cime di rilievi, campanili, torri, edifici elevati). I punti geodetici sono individuati sul terreno mediante segnali permanenti e riconoscibili (centrini metallici) e spesso protetti mediante appositi manufatti (pilastrini).
Rete geodetica
Linsieme dei punti geodetici, individuati attraverso il metodo della triangolazione, forma una rete di triangoli detta rete geodetica. Linsieme di punti geodetici misurati con il pi alto livello di precisione a partire dalle basi geodetiche costituisce la rete geodetica di I ordine o fondamentale.
Topografia
Come si detto, la topografia prevede la rilevazione delle coordinate di punti a partire da altri punti di coordinate note (in generale, vertici geodetici, i cui parametri sono noti dalle monografie) effettuata attraverso diversi metodi di calcolo e con lausilio di appositi strumenti, che consentono la misura di angoli e distanze.
Rilievo topografico
Il rilievo topografico (o di dettaglio) si opera in genere a partire da almeno due punti di coordinate note (il primo sempre un vertice trigonometrico, mentre il secondo pu essere scelto nella rete geodetica o misurato), misurando angoli e distanze allo scopo di calcolare per via trigonometrica la posizione del punto di cui interessano le coordinate e di riportare tali punti sulla carta. Un volta determinata la posizione di un punto, questultimo potr essere utilizzato come appoggio per il calcolo della posizione di un ulteriore punto.
Rilievo topografico
Per il calcolo della posizione dei punti si possono utilizzare differenti metodi di misura che prevedono limpiego di differenti strumenti: Poligonazione Intersezione diretta Intersezione inversa Irraggiamento (celerimetria)
Uno dei metodi pi utilizzati quello poligonazione che prevede la determinazione, a partire da due punti noti, della posizione di una serie di punti che compongono una linea spezzata, una poligonale appunto, che unisce tutti i punti rilevati. La determinazione della posizione dei singoli punti della poligonale avviene misurando le distanze e gli angoli individuati dalle direzioni dei segmenti che compongono la poligonale, spostando progressivamente lo strumento da un punto a quello successivo. I punti in corrispondenza dei quali viene posizionato lo strumento di misura prendono il nome di stazioni.
Rilievo topografico
Se nellambito delle operazioni di rilievo per poligonazione si fa in modo di ritornare a uno dei punti noti di partenza (poligonale chiusa) possibile conoscere lerrore che si commesso durante le operazioni di rilievo, calcolando la differenza tra la posizione calcolata e quella reale. In caso contrario si parla di poligonale aperta. In tal modo, possibile valutare laccuratezza complessiva del rilievo effettuare una compensazione degli errori ripartendo lerrore complessivo tra le diverse misure ed ottenere stime pi affidabili delle singole coordinate.
Rilievo topografico
Il metodo detto intersezione in avanti prevede, note le coordinate di due punti di stazione e la loro distanza, tramite la misura di due angoli la determinazione della posizione di un terzo punto. Intersezione in avanti Con la tecnica dellintersezione indietro o inversa viene determinata la posizione di un punto misurando i due angoli formati dalle congiungenti di tre punti noti con il punto da determinare (che funge da stazione). Il metodo dellirraggiamento la tecnica speditiva (detta per questo celerimensura o celerimetria) comunemente usata nel rilievo di dettaglio. Consiste nella misura di angoli e distanze rispetto ad un punto di coordinate note e ad una direzione. Celerimensura o irraggiamento Intersezione inversa
Rilievo altimetrico
Il rilievo altimetrico (o livellazione) prevede la determinazione delle differenze di quota a partire da un punto di riferimento di quota nota attraverso la misura di angoli verticali (zenitali). Oltre allimpiego di strumenti barometrici di misura delle quote, esistono due tecniche principali per la misura delle differenze di quota (dislivelli): livellazione trigonometrica prevede la misura dellangolo zenitale formato dalla congiungente tra un punto di quota nota e il punto da determinare e della distanza; livellazione geometrica si basa sul calcolo dello scarto di quota rispetto alla direzione orizzontale lungo la congiungente tra il punto di quota nota e il punto da determinare.
I punti di quota nota, equivalenti ai vertici trigonometrici, prendono il nome di capisaldi di livellazione.
Strumenti topografici I
La topografia si basa sullutilizzo di strumenti in grado di misurare angoli (orizzontali e verticali) o distanze e di determinare la posizione in modo assoluto, oltre che di strumenti di ausilio per il disegno della cartografia: misure di angoli teodolite/tacheometro livello stazione totale misure di distanze rotella metrica distanziometro stazione totale teodolite + stadia (misura indiretta) misure assolute di coordinate GPS disegno metrico tavoletta pretoriana
Strumenti topografici II
Misure di angoli
teodolite, dotato di un cannocchiale per la collimazione di oggetti distanti e munito di due cerchi graduati orizzontale e verticale su cui possibile leggere la componente azimutale e zenitale di ogni spostamento del cannocchiale, consente la determinazione degli angoli orizzontali e verticali;
Strumenti topografici IV
Misure di distanze
Distanziometro elettro-ottico, diffuso a partire dagli anni 70, utilizza la radiazione elettromagnetica infrarossa. Ne esistono due tipi:
a misura di fase lo strumento emette un segnale infrarosso e misura lo sfasamento dellonda (sinuosoidale) riflessa da un prisma riflettente a impulsi viene emesso un impulso (segnale di brevissima durata e alta intensit) di luce infrarossa laser. Essendo nota la velocit di propagazione del segnale, la determinazione della distanza si basa sulla misurazione del tempo di ritorno del segnale riflesso (non necessita di prisma).
Strumenti topografici V
Misure indirette di distanze
Utilizzando un teodolite e una stadia (asta graduata) possibile determinare una distanza in modo indiretto, misurando langolo formato dalle direzioni corrispondenti a tacche su di una stadia (la cui distanza l nota).
Strumenti topografici VI
Misure di angoli e distanze
Stazione totale, strumento elettronico che consente la misura elettronica di angoli e distanze, combinando le funzioni di un teodolite con quelle di un distanziometro.
Il sistema GPS
Il sistema GPS, acronimo di Global Positioning System, consente la localizzazione di entit sulla superficie terrestre, facendo riferimento alla posizione di satelliti in orbita intorno alla Terra. Fu introdotto inizialmente soltanto per scopi militari dallesercito americano, che tuttora lo gestisce, ma oggi ampiamente utilizzato anche per scopi civili. Con il termine GPS si indica propriamente si indica soltanto il sistema di posizionamento americano, ma esiste anche un sistema di posizionamento satellitare russo (GLONASS). E in corso di realizzazione anche un sistema europeo, denominato GALILEO, che entrer in funzione dal 2013. Esiste inoltre un sistema cinese, anchesso in corso di sviluppo (COMPASS). Linsieme dei di diversi sistemi di posizionamento satellitare prende il nome di Global Navigation Satellite System (GNSS).
Il sistema GPS
Obiettivo del sistema GPS, e di tutti i sistemi GNSS, quello di determinare in tempo reale, la posizione di un osservatore rispetto a un sistema di riferimento geocentrico (sistema WGS84, quota misurata come altezza sull'ellissoide).
Linformazione sulla posizione ottenibile istante per istante da un sistema di satelliti in orbita attorno alla terra. Appositi strumenti (ricevitori GPS) sono in grado di captare il segnale radio emesso dai satelliti e di determinare la posizione dellosservatore.
Il sistema GPS
Il funzionamento del sistema GPS, lunico che attualmente pienamente in funzione, si basa sullinterazione delle tre parti fondamentali in cui articolato il sistema (segmenti): 1. Segmento spaziale (Space Segment): 24 satelliti (trasmettitori) 2. Segmento di controllo (Control Segment): 5 stazioni di controllo a terra 3. Segmento utente (User Segment): ricevitore GPS
Segmento spaziale
Il segmento Space consiste di almeno 24 satelliti (trasmettitori) in orbita geostazionaria attorno alla Terra, equipaggiati con orologi di elevata precisione e stabilit (orologi atomici) sincronizzati. Attualmente ci sono 31 satelliti attivi. Caratteristiche dei satelliti: Orbite geostazionarie circolari di 20200 km di raggio (disposti su 6 piani orbitali inclinati di
55 , con almeno 4 satelliti ciascuno) con periodi d i rivoluzione di 12 ore; Distribuzione dei satelliti tale da garantire la visibilit di almeno 6 satelliti in qualsiasi momento e da qualsiasi parte del pianeta. Equipaggiamento con orologi atomici al cesio ad elevata precisione (errore di un nanosecondo ogni 3 ore circa) Invio continuo di un segnale radio che contiene dati di tempo e di posizione, su due diverse bande.
Segmento spaziale
Segmento di controllo
Il segmento di controllo (Control Segment) composto da una una stazione principale e 4 stazioni secondarie di controllo a terra, che ha la funzione di verificare continuamente l'affidabilit dei dati trasmessi dai satelliti. Le stazioni ricevono e trasmettono ai satelliti i parametri necessari per la correzione dellorbita di ciascun satellite (effemeridi). Tali parametri sono calcolati a terra dalle stazioni di controllo per poter essere ritrasmessi agli utenti. Il segmento di controllo composto da 5 stazioni ospitate da basi militari USA: centro di controllo che presiede al governo del sistema (Master Control Station) a Colorado Springs (USA); 4 stazioni di monitoraggio (Monitor Stations), disposte in modo da garantire che ogni satellite sia visibile da almeno una stazione in ogni momento :
isole Hawai (Oceano Pacifico), isola di Ascensione (Oceano Atlantico), Diego Garcia (Oceano Indiano), atollo di Kwajalein (Oceano Pacifico).
Segmento utente
Il Segmento Utente (User Segment) consiste nel ricevitore GPS, che in base ai dati ricevuti effettua il calcolo della posizione sul globo terrestre. Ogni ricevitore GPS equipaggiato con:
antenna, in grado di captare il segnale radio trasmesso dai satelliti; processore dei dati ricevuti dai satelliti orologio ad alta precisione.
La determinazione della posizione da parte del ricevitore sul calcolo della distanza dellosservatore da almeno 4 satelliti contemporaneamente basato sulla valutazione del tempo di ricezione del segnale emesso dai satelliti. Esistono diversi tipi di ricevitori, che si distinguono sulla base delle precisioni ottenibili e per le applicazioni.
Posizionamento
Il principio di funzionamento del GPS si basa sulla determinazione della distanza dellosservatore da almeno tre satelliti, la cui posizione nello spazio nota con precisione (trilaterazione). La distanza dal primo satellite individua la posizione del ricevitore sulla superficie di una sfera centrata sul satellite stesso. La determinazione della seconda distanza consente il posizionamento sul cerchio di intersezione tra le due sfere. La terza distanza permette di individuare due punti in corrispondenza delle intersezioni del cerchio con la sfera centrata sul terzo satellite. Delle due soluzioni viene considerata quella vicina alla superficie terrestre.
La posizione cos ottenuta una posizione relativa allo spazio individuato dai tre satelliti e riferita ad un sistema di coordinate denominato ECEF (Earth Centered, Earth Fixed). Per avere un riferimento di posizione pi convenzionale, altitudine sul livello del mare e coordinate geografiche relative all'ellissoide di riferimento ottimale per la zona del globo in cui ci si trova, il ricevitore dovr effettuare opportune conversioni di coordinate.
Posizionamento
Il ricevitore GPS in grado di calcolare, per ciascuno dei satelliti visibili, il tempo intercorso dall'istante di trasmissione del segnale a quello di ricezione (tempo di volo). Dato che la velocit di propagazione del segnale pari a quella della luce (c = 300.000 km/s), il ricevitore in grado di risalire alla sua distanza da ciascun satellite.Ne consegue che necessario sapere con precisione l'istante di tempo in cui il segnale viene trasmesso e misurare l'istante d'arrivo del segnale al ricevitore mediante l'uso di orologi estremamente precisi ed esattamente sincronizzati. Non potendo disporre di orologi ad altissima precisione anche a bordo dei ricevitori, per risolvere lambiguit nella determinazione della posizione ottenuta per trilaterazione (distanze, o meglio pseudo-distanze, da tre satelliti), si utilizza una quarta misura che che indica di quanto lorologio del ricevitore deriva rispetto a quelli di riferimento dei satelliti nello spazio.
Posizionamento
Ricapitolando, la determinazione della posizione di un punto si basa sulla determinazione di 4 valori: terna di coordinate (x, y, z), punto nello spazio che pu essere determinato in maniera univoca come l'intersezione di tre superfici sferiche sulla base delle pseudo-distanze (pseudo-range) da tre satelliti; tempo (t), indicazione dellimprecisione dellorologio del ricevitore e quelli atomici dei satelliti. La determinazione delle pseudo-distanze avviene misurando lo sfasamento tra il segnale emesso da ciascun satellite e ricevuto dallutente e un segnale identico e sincronizzato generato dal ricevitore. Sulla base delle caratteristiche del segnale, possono essere effettuati diversi tipi di misure con precisioni diverse: misure di codice misure di fase.
Segnale GPS
Il segnale GPS ha tre componenti che servono per effettuare diversi tipi di posizionamento. 1. Ciascun satellite tra quelli visibili al ricevitore invia un proprio segnale su due frequenze (componente portante): L1 = 1575.42 MHz L2 = 1227.60 Mhz 2. Attraverso la modulazione di ampiezza, vengono generati anche diversi codici (componente impulsiva): codice C/A (Coarse acquisition), modula la sola portante L1 codice P (Precision), modula entrambe le portanti ed riservato ad usi militari (criptato prende il nome di codice Y). 3. Ogni satellite anche un messaggio D che trasmette importanti informazioni, quali le effemeridi dei satelliti (parametri orbitali), stato di salute, precisione degli orologi (componente messaggio).
Misure GPS
In base alle diverse componenti del segnale, possono essere effettuati diversi tipi di misure con diversa precisione: misure di codice:
Utilizzano la componente impulsiva (codice C/A o codice P se disponibile). Si basano sulla misura del tempo di volo e sulla correlazione tra il segnale emesso dai satelliti e quello generato dal ricevitore.
misure di fase
Utilizzano la componente portante nelle frequenze L1 e L2. Si basano sulla misura delle differenze di fase tra il segnale emesso dai satelliti e quello generato dal ricevitore.
Ricevitori GPS
Le tre tipologie di ricevitori vengono utilizzate in diversi ambiti applicativi: Ricevitori per misure di codice:
Rilevano una sola parte del segnale (modulazione di ampiezza); codice C/A. Applicazioni:escursionismo, orienteering. Precisione tipica: +/- 5 m Costo ridotto
Note la posizione e l'ora nella quale si dovr svolgere il rilievo, possibile prevedere la configurazione dei parametri GDOP, e di conseguenza pianificare un rilievo in modo da minimizzarli nella finestra oraria di acquisizione.
Correzione differenziale
Quasi tutti gli errori (ad eccezione di quelli dovuti a percorsi multipath) possono essere eliminate utilizzando un secondo ricevitore GPS su postazione fissa la cui posizione sia nota. Istante per istante la stazione fissa (detta master) calcola gli errori di codice e fase, confrontando il dato di posizione ricevuto dai satelliti con la propria posizione nota. Gli scarti calcolati per la stazione fissa vengono utilizzati per correggere gli errori di misura del ricevitore mobile (detto rover). La correzione pu avvenire in tempo reale (RTK, cio real time kinematic) o in un secondo momento (post-processing), utilizzando i dati storici delle variazioni di codice e fase (rilievo statico) registrati dal ricevitore master. Il miglioramento della precisione notevole, purch la distanza tra i due ricevitori non sia elevata.
Correzione differenziale
La stazione master che consente il calcolo delle misure di correzione pu essere: temporanea, quando si tratta di un ricevitore mobile analogo a quello utilizzato per le misure, che viene collocato in corrispondenza di un punto di coordinate note (ad es. vertice trigonometrico); permanente, se si tratta di una postazione ricevente fissa (di solito installata presso un ente pubblico o di ricerca) che acquisisce in modo continuo dati di posizione GPS. I dati di correzione acquisiti dalle stazioni master possono essere trasmessi in tempo reale al ricevitore rover tramite radio o GSM (protocollo RTCM) oppure archiviati in appositi formati di scambio (RINEX) e utilizzati successivamente per la correzione. Linsieme di pi stazioni permanenti collegate tra loro prende il nome di rete di posizionamento GPS e consente di potenziare ulteriormente la funzione delle delle stazioni permanenti ai fini della correzione differenziale: i dati di correzione provenienti dalle singole stazioni vengono gestiti in modo unitario per assicurare una copertura completa e omogenea del territorio.
Rete IGM95
LIGM ha costruito una nuova rete geodetica di inquadramento dei lavori topografici e cartografici, nel Datum WGS84, basata su misurazioni GPS di elevata precisione. Tali punti, di cui si possono acquistare le monografie, consentono di effettuare rilievi con DGPS per ottenere localizzazioni con elevata precisione. Inoltre, in corrispondenza di quei punti che gi appartenevano alla rete trigonometrica del Datum Roma40, vengono calcolati i coefficienti per trasformare le coordinate dal Datum Nazionale al Datum WGS84 e viceversa.
Bibliografia
GPS. Il GPS per il mapping GIS, Roma, Crisel, 2007, pp. 11-20, 35-51, volume
disponibile anche in formato digitale allindirizzo http://www.trafficlab.eu/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=523&It emid=26&lang=it
A. Cina, GPS. Principi, modalit e tecniche di posizionamento, Torino, Celid, 2000, pp. 9-23. Wikipedia, Global Positioning System
http://it.wikipedia.org/wiki/Global_Positioning_System (4/04/2011).
Per approfondimenti: L. Biagi, I fondamentali del GPS, Como, Politecnico di Milano. Laboratorio di geomatica, 2009, volume disponibile in formato digitale allindirizzo
http://geomatica.como.polimi.it/workbooks/n8/list.php
Assogeo, Trimble, GPS. Guida all'uso del GPS per il rilevamento del territorio, Rimini, Maggioli, 2005.
TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA
a.a. 2010-2011
4. Cenni di fotogrammetria
Camillo Berti
camillo.berti@gmail.com
Argomenti
Definizioni e scopi della fotogrammetria Camere e pellicole La ripresa aerea: piani di volo e strisciate Caratteristiche delle fotografie aeree La stereoscopia Dalla fotografia aerea alla carta:
Orientamento interno Orientamento esterno Stereorestituzione e fotointerpretazione
Cos la fotogrammetria
La fotogrammetria la tecnica che consente la rilevazione di informazioni metriche (forma e dimensione) di oggetti tridimensionali a partire da immagini fotografiche. Per la produzione cartografica si utilizzano fotografie riprese da camere montate su aerei (fotogrammetria aerea). E evidente come il rilievo aerofotogrammetrico semplifichi notevolmente la produzione di cartografia rispetto allimpiego del solo rilievo topografico.
Cenni storici
La complessit e la molteplicit delle entit presenti sulla superficie terrestre tale da rendere estremamente laboriosa e costosa la produzione di cartografia sulla base dei rilievi topografici diretti, sia pure con luso dei GPS. Si fa quindi ricorso alle tecniche basate ripresa fotografica della superficie terrestre con camere montate su aerei. I primi rilievi aerei risalgono alla seconda met dellOttocento (dapprima in Francia) e vennero effettuati per scopi militari con limpiego di mongolfiere e palloni aerostatici, che venivano inviati oltre le linee nemiche, permettendo di supportare le decisioni dei comandi militari e guidare i lanci dellartiglieria (ad esempio durante la guerra civile americana).
Rilievo aerofotogrammetrico
Linsieme delle operazioni finalizzate a ricavare informazioni metriche a partire da riprese fotografiche effettuate tramite apposite camere montate su aerei e rivolte allo studio e alla rappresentazione sulla carta si chiama rilievo aerofotogrammetrico. Il processo articolato in diverse fasi successive: Pianificazione della ripresa aerea Ripresa (presa) Individuazione di punti di riferimento a terra (appoggio) Ricostruzione della geometria dei fotogrammi (orientamento) e costruzione di un modello del terreno Derivazione di informazioni metriche dal modello Disegno delle entit (restituzione)
Camere aerofotografiche
Le macchine fotografiche per aerofotogrammetria hanno caratteristiche specifiche: robustezza e insensibilit alle vibrazioni, elevata velocit di scatto, con la possibilit di regolare la frequenza con cui i fotogrammi vengono scattati, ottiche di massima precisione, i cui parametri vengono misurati in laboratorio dopo la costruzione e durante interventi di controllo e manutenzione programmati (calibrazione).
Tipicamente le camere aerofotogrammetriche hanno le seguenti caratteristiche: lunghezza focale 88-300 mm dimensione negativo 23x23 cm
Pellicole aerofotografiche
Anche le pellicole hanno caratteristiche assolutamente particolari per garantire la realizzazione di immagini ottimali scattate in condizioni non proprio ottimali. Sono in genere caratterizzate da elevata sensibilit. Possono essere utilizzate pellicole di diversi tipi, a seconda delle diverse applicazioni: pellicole in bianco e nero, maggiormente utilizzate per le riprese aerofotogrammetriche (sensibilit allintero spettro della luce visibile); pellicole a colori, utilizzate soprattutto per fotointerpretazione e produzione di ortofoto pellicole allinfrarosso (in bianco e nero o a in falso colore), sensibili alla radiazione dellinfrarosso vicino, che consente di evidenziare determinati particolari naturali o antropici (es. vegetazione di latifoglie molto riflettente; acqua completo assorbimento).
Aerei
Gli aerei, ed i piloti, devono garantire la possibilit di percorrere le rotte preventivamente stabilite con la massima precisione, ad una quota praticamente costante, evitando il pi possibile tutte le oscillazioni. Tutte le variazioni di assetto dellaereo (quota, rollio, beccheggio, deriva) vengono registrate da appositi strumenti (sensori inerziali) e sono parametri fondamentali per la ricostruzione della geometria dei fotogrammi.
Rollio rotazione intorno allasse x Beccheggio rotazione intorno allasse y Deriva rotazione intorno allasse z
Tipi di riprese
In base allinclinazione della ripresa rispetto allandamento medio del suolo, si distinguono: nadirali, piano della ripresa parallelo al suolo oblique, piano della ripresa inclinato rispetto al suolo molto oblique, fino a comprendere la linea dellorizzonte
Piano di volo
Considerate le caratteristiche indicate in precedenza, la ripresa aerofotogrammetrica avviene secondo rotte prestabilite (piano di volo) e in modo da assicurare la copertura completa del territorio. Le foto vengono scattate in successione e ad intervalli regolari (strisciata) in modo da garantire una sovrapposizione di circa il 60% tra fotogrammi adiacenti (ricoprimento longitudinale). La sovrapposizione necessaria per consentire la visione stereoscopica. Pi strisciate contigue, con sovrapposizione compresa in genere tra il 20% e il 40% (ricoprimento laterale) formano un blocco fotogrammetrico.
Piano di volo
Grafico di volo
Epoca di volo
E importante pianificare anche lepoca delle riprese: opportuno scegliere giornate limpide e senza nubi.
E inoltre fondamentale tenere conto della posizione del sole rispetto al punto di presa e della sua altezza rispetto allorizzonte, che determina la presenza di ombre e di zone sovrailluminate.
1 b f = = s b H
(R. Salvini)
Lutilizzo di immagini che riproducono lo stesso territorio da punti di vista diversi consentono la ricostruzione delle differenze di quota al suolo e quindi la geometria degli oggetti (stereoscopia).
Le immagini nelle quali sono stati corretti gli errori planimetrici dovuti alle differenze di quota si dicono ortofotografie.
Spostamento planimetrico
Dato che una fotografia aerea unimmagine in proiezione prospettica, la presenza di oggetti posti a quote pi elevate determina uno spostamento planimetrico apparente di tali oggetti. Lentit dello spostamento dipende: 1. dallaltezza delloggetto rispetto a quelli circostanti 2. dalla quota della ripresa 3. dalla distanza delloggetto dal punto principale della ripresa In una carta, che una proiezione ortogonale, due oggetti anche se posti a quote diverse coincidono sempre planimetricamente.
Fotogramma
Ciascun fotogramma riporta: codici identificativi del lavoro, della strisciata, del fotogramma; immagine di livella (inclinazione dellaereo), orologio (ora di ripresa) altimetro (quota di volo). Su ciascun fotogramma sono presenti 4 o 8 marche fiduciali (fiducial marks, repes) in corrispondenza degli spigoli e/o dei punti mediani di ogni lato.
Fotogramma
Stereocoppia
Linsieme di due fotogrammi successivi di una stessa strisciata si dice stereocoppia. Larea di sovrapposizione tra un fotogramma ed il successivo generalmente del 60%; larea di sovrapposizione tra una strisciata e quella adiacente generalmente del 30%. Larea adeguata ad ottenere la visione stereoscopica una porzione di quella di sovrapposizione.
Stereoscopia
La visione stereoscopica consente di percepire la profondit e la distanza degli oggetti (tridimensionalit). Si basa sul fatto che uno stesso oggetto ripreso da due diversi punti di vista assume posizioni relative differenti (parallasse). E il principio su cui si basa la percezione della tridimensionalit nella visione umana.
Fotointerpretazione
Si basa sul riconoscimento e lidentificazione delle forme naturali e delle strutture antropiche presenti sulla superficie terrestre finalizzati alle pi disparate applicazioni. Per distinguere le diverse tipologie di oggetti ci si basa sul confronto e la valutazione comparativa di diversi elementi, quali forma, colore, tessitura, tono, etc. Si basa pi sullesperienza che su principi scientifici. In ogni caso, il procedimento richiede un controllo delle verit a terra, da effettuare un campionamento casuale di punti in cui effettuare sopralluoghi. Il confronto di fotografie riferite alla stessa area, riprese in tempi diversi, pu consentire la valutazione dei cambiamenti intercorsi.
Fotogrammetria
Per arrivare alla trasposizione sulla carta topografica dei contenuti informativi delle fotografie aeree e delle loro caratteristiche metriche sono necessarie alcune operazioni preliminari. Orientamento interno: ricostruzione della corretta geometria interna dellimmagine in relazione al sistema ottico che lha generata (correzione delle distorsioni ottiche delle lenti, eventuale deformazione dei supporti). Orientamento esterno: ricostruzione della geometria dellimmagine in relazione alla superficie terrestre, in altre parole necessario determinare la posizione in cui stata ripresa limmagine (posizione della camera) rispetto al terreno (posizione del centro di presa, inclinazioni e rotazioni relative tra camera e oggetto). Obiettivo finale quello di ricostruire il modello stereoscopico, cio la descrizione in termini geometrici della posizione reciproca di due o pi immagini tra di loro e in relazione al terreno.
Modello stereoscopico
Sfruttando la visione stereoscopica possibile riconoscere la posizione relativa ed laltezza di entit sul territorio. Questa possibilit condizionata per al fatto che sia possib ad orientare i due fotogrammi in modo da ricomporne la posizione reciproca al momento dello scatto (in pratica ricostruendo la posizione e lorientamento assunti dallaereo e dalla macchina fotografica nei momenti corrispondenti allo scatto dei due fotogrammi). Tale operazione, finalizzata alla ricostruzione del modello stereoscopico, parte dalla individuazione su ciascun fotogramma di particolari ben riconoscibili (punti di appoggio).
Modello stereoscopico
Sfruttando la visione stereoscopica possibile riconoscere la posizione relativa ed laltezza di entit sul territorio. Questa possibilit condizionata per al fatto che sia possibile orientare i due fotogrammi in modo da ricomporne la posizione reciproca al momento dello scatto (in pratica ricostruendo la posizione e lorientamento assunti dallaereo e dalla macchina fotografica nei momenti corrispondenti allo scatto dei due fotogrammi). Tale operazione, finalizzata alla ricostruzione del modello stereoscopico, parte dalla individuazione su ciascun fotogramma di particolari ben riconoscibili (ppppunti di appoggio ).
Orientamento esterno
Il processo di ricostruzione della geometria delle immagini in relazione alla superficie terrestre prende il nome di orientamento esterno. Scopo di tale procedimento determinare la posizione in cui sono state riprese limmagini (geometria di presa) rispetto al terreno, ricostruendo quindi posizione del centro di presa, inclinazioni e rotazioni relative tra camera e oggetto. Per lorientamento esterno si pu procedere in vari modi. Uno dei procedimenti pi usati prevede due fasi: Orientamento relativo: ricostruzione della posizione reciproca delle due immagini. Orientamento assoluto: ricostruzione della posizione dellinsieme delle due immagini rispetto al terreno. La triangolazione aerea un procedimento che consente la ricostruzione simultanea dellorientamento di un intero blocco fotogrammetrico, a partire dallindividuazione preventiva delle coordinate di una serie di punti di appoggio a terra presenti in pi immagini del blocco.
Orientamento relativo I
Avendo operato lorientamento interno per ciascun fotogramma, possiamo a questo punto individuare punti facilmente riconoscibili sia sul primo che sul secondo fotogramma, derivandone le corrispondenti coordinate immagine nei due sistemi di riferimento (punti di legame). In genere si scelgono sei punti per fotogramma, disposti come nellimmagine a fianco. E possibile, a questo punto, ricavare un sistema di equazioni, basate sulla coincidenza dei punti espressi nei due sistemi di coordinate. In pratica saremo in grado di calcolare le coordinate sulla seconda lastra di un qualsiasi punto di cui si misurino le coordinate nella prima lastra, e viceversa. Nella pratica, ci significa calcolare i 3 angoli e la traslazione che individuano lo spostamento relativo dellaereo rispetto alla posizione avuta in concomitanza del primo scatto. Tali parametri, impostati su di un apposito strumento, consentono di ricostruire il modello stereoscopico.
Orientamento relativo II
Con lorientamento relativo dei due fotogrammi non ancora possibile calcolare le coordinate terreno di un punto di cui misuriamo la posizione nel modello, ma consente comunque di realizzare una visione stereoscopica (ovvero tridimensionale) del territorio fotografato.
Orientamento assoluto
Se di alcuni dei punti (gli stessi, od altri differenti) individuati sulle immagini conosciamo anche le coordinate terreno (ad esempio ottenute mediante rilievi topografici), siamo in grado di ricavare lorientamento assoluto del nostro modello stereoscopico. Lorientamento assoluto consente di calcolare le coordinate terreno di un qualsiasi punto di cui misuriamo le coordinate lastra (nel modello stereoscopico, ovvero su ciascuno dei due fotogrammi, essendo noi in grado di esprimere le coordinate di un punto in uno qualsiasi dei sistemi di riferimento).
Triangolazione aerea I
Su alcuni fotogrammi individuiamo dei punti di cui commissionare al topografo il calcolo delle relative coordinate terreno. A questo punto siamo in grado di dare in pasto al programma di triangolazione aerea tutte le coordinate nei diversi sistemi locali (o lastra) dei punti di aggancio tra un fotogramma e laltro, le coordinate lastra e terreno dei punti richiesti al topografo (in genere, per evitare fraintendimenti, si usa forare i punti sulle foto consegnate al topografo), pi tutti i parametri noti del volo (focale dellobbiettivo, quota media di volo). Lelaboratore ci restituisce tutti i parametri per ricostruire sullo strumento (lo stereorestitutore) le posizioni relative dei due fotogrammi costituenti ciascuna coppia stereoscopica, oltre a quelli per trasformare in coordinate terreno i punti collimati nello strumento.
Triangolazione aerea II
Sul fotogramma accanto vediamo come vengono segnalati i punti di cui si vuole che il topografo procuri le coordinate terreno, per consentire poi lorientamento assoluto del blocco di strisciate mediante il processo di triangolazione aerea.
Per ciascuno dei punti segnalati dallo stereorestitutista il topografo provvede a rendere disponibili le corrispondenti coordinate terreno.
Stereorestitutore
Lo stereorestitutore quello strumento che consente di ricostruire il modello stereoscopico e, a partire da questo, di disegnare (nella corretta posizione planimetrica) le entit che si vedono nelle fotografie.
Stereorestitutore analogico
I primi stereorestitutori, quelli analogici, consentono di riprodurre meccanicamente lorientamento relativo dei fotogrammi della coppia stereoscopica, operando su leveraggi e viti micrometriche per imporre ai carrelli porta-lastra quelle rotazioni e quelle traslazioni indicate dal processo di triangolazione aerea. In pratica, lorientamento dei fotogrammi risulta, fatto salvo il rapporto di scala, analogo a quello che aveva la pellicola nel momento in cui le foto erano state scattate. Questi strumenti posseggono una complessit ottica e meccanica notevole. Tra i progettisti di simili strumenti vi sono tecnici quali Ermenegildo Santoni, che ha dato origine ad una fortunata serie di strumenti prodotti dalle Officine Galileo, e diffusi in tutto il mondo.
Stereorestitutore analitico
Con lavvento dei computer, stato possibile delegare ad un apposito programma il compito di simulare lorientamento relativo dei fotogrammi, e quindi la ricostruzione del modello stereoscopico. In pratica lo strumento ha sempre tutta la parte meccanica ed ottica di interazione con loperatore, ma ci che questi vede nel binoculare il risultato di elaborazioni effettuate al volo su porzioni di fotogrammi riprese da apposite telecamere (una per lastra). In pratica si spostata tutta la complessit di ricostruzione meccanica dellorientamento dei fotogrammi nel software a corredo dello strumento. Tra i vantaggi degli stereorestitutori analitici vi anche quello di ottenere come dati numerici (e non solo come disegno tramite il pantografo), memorizzati sul computer, il contorno e la localizzazione delle entit rilevate dalloperatore. Tali dati potranno poi subire operazioni di editing grafico per le correzioni ed integrazioni a seguito del controllo in campo da parte del topografo, e il successivo ridisegno tramite plotter.
Stereosco
Stereoscopia satellitare
Si applicano ad immagini satellitari ad alta risoluzione le tecniche fotogrammetriche.
Bibliografia
J. Campbell, Introduzione alla cartografia, Bologna, Zanichelli, 1989, pp. 85123. S. Perego, Appunti di cartografia ad uso degli Studenti di Scienze Geologiche e Scienze Naturali, Parma, Santa Croce, 1999, pp. 37-43. P. Malagoli, Fotointerpretazione. Arte divinatoria o attendibile fonte informativa?, in Levoluzione della geografia dalla carta geografica al digitale in nove passi descritti dai maggiori esperti del settore, Roma, MondoGIS, 2004, pp. 59-71. M. Trevisani, Appunti per il corso di Cartografia e Cartografia Numerica, 2005,<http://sira.arpat.toscana.it/sira/documenti/Dispensa_Cartografia.pdf>,1/12/2009.
TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA
a.a. 2010-2011
Argomenti
Produttori di cartografia La cartografia simbolica e la cartografia tecnica La Cartografia in Toscana La Cartografia IGM Esempi di carte
Produttori di cartografia
Gli Enti produttori ufficiali di cartografia sono: I.G.M.I. (scale 1:25000, 1:50000 e 1:100000); Catasto (scale 1:2000, talvolta 1:500 e 1:4000); Istituto Idrografico della Marina (rilevazione coste, profondita' fondali, carte finalizzate alla navigazione); Servizio Geologico. Altri produttori di cartografia: Istituto Geografico De Agostini; Touring Club Italiano; Automobil Club Italiano; Ditte produttrici per conto di: FF.SS.; E.N.E.L.; Regioni, Province, Comuni, Comprensori di Bonifica, ecc.
Produttori di cartografia
Gli enti che producono cartografia ufficiale in Italia sono definiti dalla legge del 2 Febbraio 1960, n.68, "Norme sulla cartografia ufficiale dello Stato e sulla disciplina della produzione e dei rilevamenti terrestri e idrografici"
Articolo 1 Sono organici cartografici dello Stato; l'Istituto geografico militare; l'Istituto idrografico della Marina; la Sezione fotocartografica dello Stato Maggiore dell'Aeronautica; l'Amministrazione del catasto e dei servizi tecnici erariali; il Servizio geologico.
Cartografia regionale
La cartografia a grande scale prodotta delle regioni italiane, inquadrata sulla base della nuova serie della Carta dItalia IGM (UTM-ED50). Gli elementi che la compongono sono suddivisioni del foglio in scala 1.50.000 IGM:
Sezioni, in scala 1:10.000, numerate da 1 a 16 da ovest a est e da nord a sud (con notazione normalizzata da 010 a 160), con ampiezza di 3 in latitudine e 5' in longitudine Elementi, in scala 1:5.000, suddivisioni delle sezioni, numerati progressivamente da 1 a 4 in senso orario a partire da quello in alto a destra (1'30" lat. e 2'30" long.)
NB: Il datum e il sistema di coordinate dellinquadramento non necessariamente coincidono con quelli con cui stata costruita la cartografia (come in Toscana).
Il Catasto si basa sullellissoide di Bessel e utilizza la proiezione Cassini-Soldner (per la maggior parte del territorio italiano). In Toscana le coordinate sono riferite ad un centro di proiezione (grande origine) Siena Torre del Mangia. Ogni mappa identificata dal comune di appartenenza e dal numero del foglio. Il margine del foglio non basato su un reticolato convenzionale.
Catasto
Vi sono rappresentate le particelle catastali (identificate da un numero progressivo allinterno del foglio) e gli altri elementi territoriali (strade e corsi dacqua).
Cartografia geologica
Una carta geologica una carta tematica che riporta, in genere su una base topografica di scala appropriata, tramite unopportuna simbologia la distribuzione delle formazioni rocciose e di altri particolari di interesse geologico, quali faglie, conoidi, doline, terrazzamenti fluviali, etc. La cartografia geologica ufficiale prodotta dal Servizio geologico prende il nome di Carta geologica dItalia. Come la Carta (topografica) dItalia IGM, di cui sfrutta inquadramento e base topografica, la carta geologica stata realizzata in diverse serie ed edizioni. La Carta geologica storica stata redatta a partire dalla fine dellOttocento in diverse edizioni sulla base dei fogli IGM 1:100.000. La nuova carta geologica (basata sul nuovo inquadramento IGM) stata realizzata come generalizzazione delle carte geologiche regionali (progetto CARG) a grande scala (1:10.000, 1:25.000) ed tuttora in corso di realizzazione.
Bibliografia
S. Perego, Appunti di cartografia ad uso degli Studenti di Scienze Geologiche e Scienze Naturali, Parma, Santa Croce, 1999, pp. 43-45, 115-121. Atlante dei tipi geografici, IGM, Firenze, 2004, prima parte Principali strumenti per lanalisi geografica (pp. 20-67) <http://www.igmi.org/pubblicazioni/atlante_tipi_geografici/pdf/strumentigeogra.pdf>. E. Lavagna, G. Locarno, Geocartografia. Guida alla lettura delle carte geotopografiche, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 61-72 78-80. M. Trevisani, Appunti per il corso di Cartografia e Cartografia Numerica, 2005,<http://sira.arpat.toscana.it/sira/documenti/Dispensa_Cartografia.pdf>, 1/12/2009. Istituto Geografico Militare Italiano, La produzione IGM, <http://www.igmi.org/prodotti/>, 1/12/2009. Regione Toscana, Informazione geografica, <http://www.rete.toscana.it/sett/territorio/carto/cartopage/index.htm>,1/12/2009. ISPRA, Carte geologiche, <http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Servizi_per_l'Ambiente/Carte_geologiche/, 1/12/2009.
Cartografia in rete
IGMI, Catalogo interattivo cartografia,
http://www.igmi.org/ware/
IGMI, Prodotti,
http://www.igmi.org/prodotti/
TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA
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Argomenti
Dati identificativi della carta Coordinate e orientamento della carta Rappresentazione del rilievo Simbologia convenzionale
Inquadramento e orientamento
Tutte le informazioni necessarie allinquadramento della carta topografica, allorientamento sul terreno e alla determinazione delle coordinate di un punto, sono contenute nella cornice della carta, insieme ad altre informazioni essenziali: identificazione della carta datum e proiezione coordinate dei vertici della carta descrizione del reticolato chilometrico (UTM e/o Gauss-Boaga) dati per lorientamento della carta (declinazione magnetica e convergenza) indicazione della deformazione lineare datum altimetrico e equidistanza delle curve di livello limiti amministrativi del territorio rappresentato date dei rilievi e della compilazione simbologia convenzionale scala numerica e grafica
Inquadramento e orientamento
Datum e proiezione
In ogni carta topografica sono sempre indicati datum (ellissoide e orientamento) e proiezione (e relativo fuso) in base al quale la carta stata costruita. Nuova serie Datum ED50 Proiezione UTM (+ fuso)
Vecchia serie Datum Roma40 o ED50 Proiezione Gauss-Boaga (+ fuso) o UTM (+fuso)
Reticolati e cooordinate
In ogni carta riportato il reticolato chilometrico e geografico, con lindicazione delle coordinate dei vertici nei diversi sistemi di riferimento.
Vertici della carta espressi in gradi riferiti al datum ED50 Reticolato Reticolato geografico cartografico (intervalli di 1 UTM (fuso 33) grado) Reticolato cartografico Gauss-Boaga (fuso est fuso ovest)
Nella cornice di solito riportata anche una legenda che consente di identificare i diversi reticolati che vi sono riportati.
Reticolati e cooordinate
Reticolato geografico (intervalli di 1 grado) Reticolato cartografico UTM (fuso 32 e 33) Vertici della carta espressi in gradi riferiti al datum ED50 Reticolato cartografico Gauss-Boaga (fuso est fuso ovest)
Orientamento
Per orientare correttamente una carta topografica rispetto al nord geografico utilizzando la bussola, necessario conoscere due parametri, che sono indicati nella cornice:
Declinazione magnetica
Declinazione magnetica
La declinazione magnetica langolo formato dalla direzione del Nord magnetico con la direzione del Nord geografico, dato che i due punti non coincidono. Il polo nord magnetico si trova nel Canada settentrionale a 1600 km dal polo geografico; il polo sud magnetico si trova nella Terra di Adelia, in Antartide. In realt, lago della bussola, lo strumento utilizzato per lorientamento, indica la direzione del nord magnetico secondo le linee di forza del campo magnetico terrestre (che non necessariamente coincidono con il percorso pi breve ma seguono andamenti sinuosi). La posizione dei poli magnetici varia con il tempo, spostandosi di qualche kilometro allanno, determinando la variazione dellintero campo magnetico.
Il nord della proiezione non indica il nord geografico (salvo casi particolari), mentre tutti i meridiani convergono verso il Nord geografico. Tale angolo positivo o negativo a seconda che ci la rappresentazione sia posta a est o a ovest rispetto al meridiano centrale della proiezione. Sempre a causa della convergenza due punti situati alla stessa latitudine non hanno necessariamente la stessa coordinata Nord e due punti aventi la stessa longitudine non presentano necessariamente la stessa coordinata Est.
Altri parametri
Modulo di deformazione lineare, indica lentit dellalterazione delle distanze indotta dalla proiezione ( nullo in corrispondenza dei meridiani di secanza) Datum altimetrico (origine delle quote) ed equidistanza delle curve di livello (distanza verticale)
Limiti amministrativi, relativi alla porzione di territorio cartografato. Fonti di compilazione e date, sono indicate le modalit di rilievo e le relative date. Si tratta di parametri da considerare nel caso di analisi geostoriche: data ripresa aerofotogrammetrica data ricognizione sul terreno
Simbologia convenzionale
Una delle caratteristiche principali delle carte lutilizzo di simboli convenzionali per rappresentare in modo sintetico e chiaro fenomeni o elementi non rappresentabili perch astratti o per la riduzione delle dimensioni. Un simbolo convenzionale un segno grafico con valore semantico prestabilito e indicato nella legenda della carta. A seconda della natura del fenomeno o delloggetto da rappresentare (oltre che della scala) i simboli cartografici possono essere: puntuali lineari areali Nella cartografia topografica la simbologia funzionale alla rappresentazione delle condizioni di fatto della superficie terrestre: dimensioni e forme del terreno oggetti concreti e durevoli (edifici, strade, vegetazione) elementi immateriali (confini amministrativi, toponomastica) Nella cartografia tematica, attraverso lutilizzo della simbologia vengono rappresentati solo determinati aspetti o fenomeni della superficie terrestre, materiali o immateriali, naturali o antropici, attuali o trascorsi.
Altimetria
Per la rappresentazione del rilievo e, pi in generale della morfologia dei luoghi possibile utilizzare, in relazione alla scala o alla tipologia della carta, diversi metodi di rappresentazione: Metodi dimostrativi Mucchi di talpa Tratteggio e tratto forte Tinte altimetriche Lumeggiamento Sfumo Metodi geometrici Punti quotati Curve di livello Diversi metodi di rappresentazione possono essere combinati nella stessa carta.
Immagini tratte da C. Capello, La lettura delle carte topografiche e linterpretazione dei paesaggi, Torino, Giappichelli, 1968
Punti quotati
I punti quotati sono punti di cui sono state misurate con precisione le quote attraverso misure topografiche o aerofotogrammetriche. Una carta in cui sono riportati molti punti, distribuiti in modo omogeneo, prende il nome di piano quotato. Luso del piano quotato, se i punti sono opportunamente scelti in fase di rilievo possono consentire una lettura (anche se in modo non intuitivo) dellaltimetria di un territorio. Nella moderna cartografia topografica vengono spesso utilizzati in combinazione con le curve di livello - per indicare la quota di particolari elementi naturali o antropici - per fornire indicazioni altimetriche di dettaglio.
Curve di livello
Il sistema pi utilizzato per rappresentare le informazioni altimetriche fa uso delle curve di livello. Una curva di livello o isoipse il luogo geometrico (linea che unisce) dei punti aventi al stessa quota. Ogni isoipsa deriva dallintersezione della superficie topografica con un piano orizzontale posto a quota predeterminata. Si tratta pertanto di linee chiuse che non si intersecano tra di loro.
Curve di livello
Si chiama equidistanza la distanza (costante) di quota tra le isoipse. Generalmente il valore dellequidistanza viene determinato in rapporto alla scala della carta: in genere pari ad 1/1000 del denominatore della scala (ad es. in una carta 1:25.000 lequidistanza di 25 metri, cio le quote delle curve di livello saranno dei valori interi e multipli di 25 metri. A determinati intervalli (multipli dellequidistanza) vengono rappresentate delle curve con tratto pi marcato (nella carta 1:25.000 ogni 100 m), che prendono il nome di curve direttrici. In zone dove le curve ordinarie sono troppo distanti tra di loro (perch il territorio pianeggiante) si utilizzano curve ausiliarie (rappresentate con linea tratteggiata).
Curve di livello
La distanza planimetrica tra le curve di livello dipende (e quindi descrive) dalla pendenza del rilievo: ad un infittirsi delle isoipse corrisponde un aumento della pendenza, ad un loro diradarsi una diminuzione. La lettura dellandamento delle curve di livello consente non solo la comprensione dellaltimetria di un punto sulla carta, ma anche per riconoscere la morfologia generale del territorio.
Curve di livello
Morfologia Pendenza
Ripida
Dorsale Convessa
Concava
Curve di livello
Nelle carte topografiche, la tecnica delle curve di livello spesso utilizzata in combinazione con altri sistemi di rappresentazione per rendere pi immediatamente percepibili le forme del rilievo e pi gradevole la carta dal punto di vista estetico (sfumo con lumeggiamento obliquo) per rappresentare particolari che a causa dellelevata pendenza non sarebbero altrimenti descrivibili (tratteggio lumeggiato), come nel caso delle pareti rocciose delle montagne.
Curve di livello
Per la rappresentazione di particolari forme del rilievo si utilizzano simbologie specifiche, che si basano sullimpiego delle barbette, cio una serie di trattini a forma di triangolo isoscele (con la base sempre rivolta verso la parte con quota maggiore) allineati in corrispondenza di un brusco dislivello (di entit inferiore allequidistanza tra le curve di livello): depressioni, come le doline carsiche o alcuni tipi di cave scarpate e terrazzi fluviali incisioni fluviali di modesta entit argini
Simbologia topografica
Per la rappresentazione di tutti gli elementi presenti sulla superficie terrestre nella cartografia topografica si utilizzano simboli convenzionali, la cui conoscenza fondamentale per la corretta lettura della carta. Nelle carte IGM si utilizza una simbologia standard, definita in appositi repertori a stampa. Tale simbologia variabile in relazione alla scala della carta e delle diverse edizioni. La legenda con i principali simboli riportata in basso in tutte le carte. Attraverso la simbologia convenzionale, con segni puntuali, lineari o areali, sono rappresentati tutti gli elementi geografici, materiali o immateriali presenti sulla superficie terrestre: oggetti concreti e durevoli, naturali o antropici
idrografia vegetazione edifici strade
oggetti immateriali
confini amministrativi toponomastica
Idrografia
Manufatti
Vegetazione
Bibliografia
S. Perego, Appunti di cartografia ad uso degli Studenti di Scienze Geologiche e Scienze Naturali, Parma, Santa Croce, 1999, pp. 43-45, 115-121. Atlante dei tipi geografici, IGM, Firenze, 2004, prima parte Principali strumenti per lanalisi geografica (pp. 20-67) <http://www.igmi.org/pubblicazioni/atlante_tipi_geografici/pdf/strumentigeogra.pdf>. E. Lavagna, G. Locarno, Geocartografia. Guida alla lettura delle carte geotopografiche, Bologna, Zanichelli, 2007, pp. 61-72 78-80. C. Capello, La lettura delle carte topografiche e linterpretazione dei paesaggi, Torino, Giappichelli, 1968. M. Trevisani, Appunti per il corso di Cartografia e Cartografia Numerica, 2005,<http://sira.arpat.toscana.it/sira/documenti/Dispensa_Cartografia.pdf>, 1/12/2009. Istituto Geografico Militare Italiano, La produzione IGM, <http://www.igmi.org/prodotti/>, 1/12/2009. Regione Toscana, Informazione geografica, <http://www.rete.toscana.it/sett/territorio/carto/cartopage/index.htm>,1/12/2009. ISPRA, Carte geologiche, <http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Servizi_per_l'Ambiente/Carte_geologiche/, 1/12/2009.
TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA
a.a. 2010-2011
8. Cartografia digitale
Camillo Berti
camillo.berti@gmail.com
Argomenti
Aspetti generali Organizzazione dei dati: strutture, formati, modelli Cartografia numerica Database topografici
Cartografia digitale
Dalla cartografia tradizionale realizzata e pensata su supporto cartaceo, negli ultimi decenni, si passati, attraverso diverse fasi evolutive, alla cartografia digitale, cio basata su supporti informatizzati. Lutilizzo dellinformatica e la parallela diffusione dei Sistemi informativi geografici ha determinato una progressiva evoluzione della cartografia digitale da semplice disegno del territorio a dato numerico utile per il disegno automatico e ad informazione geografica (database geografico) utile per attivit di analisi spaziale.
Cartografia digitale
Levoluzione della cartografia su supporto informatizzato ha attraversato diverse tappe (identificate con denominazioni non sempre univoche): cartografia automatizzata, basata sullutilizzo di strumenti automatici (elaboratori + software CAD + plotter) per la produzione di cartografia di tipo tradizionale; cartografia numerica, cio cartografia gestita attraverso strumenti informatici e basata sulla rappresentazione (strutturata in livelli) degli oggetti del mondo reale corredata dagli attributi che li definiscono; database geografico (topografico), cio un "contenitore" di dati geografici, organizzati secondo uno schema predefinito, adatto ad essere consultato, analizzato, elaborato per ogni possibile applicazione. Con altra terminologia, oggi forse un po meno utilizzata rispetto a qualche anno fa, si pu distinguere tra cartografia Map oriented e cartografia GIS oriented.
nella cartografia numerica, dove lutilizzo di un elaboratore rende inapplicabile la sintesi associativa, il contenuto informativo della cartografia suddiviso in due componenti distinte:
contenuto cartografico, cio la rappresentazione degli elementi del mondo reale contenuto strutturale, cio linformazione geografica veicolata dalla cartografia
Livelli
Nella cartografia digitale, gli oggetti del mondo reale sono classificati e organizzati in numero finito di livelli (o strati informativi o layers) separati, ciascuno relativo ad un determinato tematismo (insieme di oggetti geografici della stessa natura; ad esempio: strade, fiumi, laghi, edifici, alberi, etc.). Ciascun livello identificato attraverso un codice che ne permette individuazione e classificazione ed descritto attraverso una serie di attributi che lo definiscono. I layers, che rappresentano una scomposizione del mondo reale per categorie tematiche, sono tra loro sovrapponibili in quanto georeferenziati; si possono analizzare le relazioni spaziali reciproche.
fiumi
01
strade
02
alberi
03
Primitive geometriche
Nella cartografia digitale, gli oggetti del mondo reale possono essere descritti attraverso le primitive geometriche fondamentali, come punti, linee, poligoni e volumi in relazione alle caratteristiche spaziali degli oggetti reali, ma anche in funzione delle finalit (e della scala) del modello dati.
Punti - 0D privi di dimensioni (ad una data pozzi, impianti industriali, citt, scala) scuole oggetti troppo piccoli per essere rappresentati come aree (o linee) solo lunghezza oggetti troppo stretti per essere rappresentati come aree comprendono unarea che delimitata dai suoi confini oggetti dotati di area descrivono una superficie tridimensionale Oggetti dotati di volume strade, fiumi, linee elettriche
Linee/Archi 1D
Aree/Poligoni 2D
Volumi/superfici tridimensionali 3D
Primitive geometriche
Forme di rappresentazione
La rappresentazione degli oggetti del mondo reale pu essere basata su diverse strutture dati, che si adattano alle caratteristiche dei dati e corrispondono alle modalit con le quali i dati sono archiviati e organizzati. Le due principali forme di rappresentazione sono: vector, basata sulle primitive geometriche (punto, linea, poligono) raster, articolata come griglia di punti. Esistono anche altre strutture specifiche finalizzate alla rappresentazione di determinati tipi di dati (tridimensionali): TIN multipatch (Constructive Solid Geometry) raster 3d (voxel)
Vector
Nella struttura vettoriale (vector) gli oggetti geografici (a seconda della natura dei dati spaziali che rappresentano) sono rappresentati da primitive geometriche, punti, linee o poligoni, le quali contengono in s un riferimento spaziale in base ad un sistema di coordinate; alle geometrie sono in genere associati degli attributi, archiviati in un database relazionale. Gli oggetti vettoriali elementari sono:
x1,y1 x2,y2
Punti, individuati da singole coppie di coordinate x,y Linee, individuate da sequenze ordinate di coppie coordinate x,y
x1,y1
x3,y3
x6,y6
x4,y4 x5,y5
Dalle strutture vettoriali elementari derivano strutture complesse specifiche per la rappresentazione di caratteristiche specifiche: vettoriali con misure, vettoriali multipatch (solidi in 3D), TIN.
Vector
Nella struttura vettoriale agli oggetti geografici sono generalmente associate delle informazioni di tipo non geometrico che ne specificano meglio le caratteristiche (attributi). Possono essere di vari tipi: Testo (es. toponimi, nomi e cognomi dei proprietari di particelle catastali) Numerici (es. superficie, popolazione, portata di un fiume) Boolean (vero/falso)
CODICE a b c
Raster
Nella struttura raster, propria delle immagini digitali, linformazione rappresentata come una griglia (matrice) rettangolare, ciascun elemento della quale detto pixel (Picture Element).
8 pixel
6 pixel
Immagine 8 x 6
A ciascun pixel dell'immagine associato un valore di intensit, che pu rappresentare soltanto un colore nel caso di immagini di cartografie, la risposta degli oggetti alla radiazione solare (fotografia, immagine da satellite) oppure la variazione di una caratteristica fisica (es. altimetria) o di un fenomeno (es. temperatura) Dimensione del pixel e numero di livelli di grigio determinano: Il pi piccolo elemento rappresentabile, cio risoluzione spaziale (in dpi o in unit di misura delle lunghezze) La pi piccola variazione di intensit rappresentabile (bitmap, toni di grigio, true color) o risoluzione radiometrica
Raster
La posizione spaziale di una cella, come in ogni immagine digitale, data dal numero di riga e numero di colonna (in relazione ad una determinata origine), le cosiddette coordinate immagine. La georeferenziazione con il territorio si ottiene attribuendo alle celle il valore di una coppia di coordinate geografiche o piane (di solito ad un particolare pixel dellimmagine, come quello in alto a sinistra).
Esistono tre tipologie di file raster, in base al significato del valore associato alle celle: immagini digitali, immagini come ortofotografie, dati da telerilevamento, in cui linformazione associata al pixel un valore radiometrico; immagini cartografiche, immagini di carte, in cui linformazione veicolata sulla base dei colori associati ai pixel; raster tematici (o matrix), immagini in cui il valore associato al pixel una grandezza che esprime un fenomeno fisico (precipitazioni, temperatura, etc) oppure un codice frutto di un operazione di classificazione (es. uso del suolo)
Raster (DEM)
Particolari tipi di raster sono i DEM (Digital Elevation Model) o DTM (Digital Terrain Model), caratterizzati dal fatto che il valore di intensit associato a ciascuna cella corrisponde alla quota del terreno (o meglio alla quota media della porzione di terreno corrispondente alla cella).
Raster (DEM)
Il DEM, grazie a speciali funzioni di visualizzazione dei software GIS, pu essere visualizzato in 3 dimensioni, rendendo direttamente percepibile landamento della superficie topografica.
Raster (DEM)
Il grigliato regolare del DEM si costruisce per interpolazione da dati altimetrici (es. punti quotati).
x3,y3,z3
x4,y4,z4
x5,y5,z5
x7,y7,z7
x6,y6,z6
TIN
Esempi di TIN per la rappresentazione del rilievo.
Capitolati e specifiche
Per la produzione di cartografia, lintero processo di realizzazione disciplinato attraverso appositi capitolati, dove sono descritti: requisiti tecnici e fasi del processo di acquisizione (rete geodetica, rilievo aerofotogrammetrico, rilievo topografico, restituzione); accuratezza del prodotto finale (geometrica e semantica); struttura dei dati (organizzazione in livelli, attributi); formati di scambio e di output; simbologia e vestizione. E importante che tali capitolati vengano redatti in conformit con specifiche di implementazione dei prodotti cartografici redatti ad un livello pi alto, quali standard o linee guida nazionali o internazionali: Italia: regole tecniche prodotte dal Comitato per i dati territoriali (ex CAD), Intesa GIS, linee guida prodotte dal CISIS (prima centro interregionale); Europa: CEN/TC287, Implementing rules previste dalla Direttiva INSPIRE (EC/2007/44); Mondo: Standard ISO 191xx, Specifiche Open Gis Consortium.
Esempio di capitolato
Capitolato Cartografia Numerica Comune di Bolzano
Esempio di capitolato
Capitolato Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000 livelli
Esempio di capitolato
Capitolato Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
simboli
Esempio di capitolato
Capitolato Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
01 Rete stradale
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
02 Edifici
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
03 Idrografia
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
04 Infrastrutture
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
05 Elementi divisori
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
06 Forme terrestri
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
07 Vegetazione
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
08 Orografia
CTR numerica
Carta Tecnica Regione Toscana 1:10.000
10 Toponomastica
GIS
Semantico (attributi, numerici o testuali, associati ai dati e che descrivono i dati stessi)
diversa geometria, ma stessa topologia AREZZO Seminativo toponimo classe uso del suolo
DB geografici
In particolare, il paradigma attuale basato sulla realizzazione dei cosiddetti DB geo(topo)grafici consente una descrizione molto pi completa della realt, a partire dalla quale si possono realizzare operazioni complesse di gestione e di interpretazione del mondo reale. Il modello pi diffuso attualmente si basa sullapproccio relazionale proprio dei database, integrato con alcuni elementi derivanti dal paradigma a oggetti proprio della programmazione (object-relational database). In particolare, ogni oggetto del mondo reale : rappresentato attraverso classi di entit descritte dalle loro propriet
identificatori attributi (geometrici, alfanumerici) relazioni (concettuali, topologiche), che individuano associazioni tra entit e determinano vincoli
DB geografici
Molteplici sono le implementazioni dei DB geografici, sia a livello di strutture per la gestione dei dati, che dei formati di archiviazione: file system, file spaziale + DB, DB relazionale puro, DB relazionale con campi geometrici. Questa pluralit di soluzioni non ha certo favorito lefficacia complessiva dei sistemi di gestione dellinformazione geografica, limitando linteroperabilit, spesso anche a causa della dipendenza degli utenti da specifici prodotti software. Soprattutto nel corso dellultimo decennio, si cercato di far fronte a questi problemi con unintensa attivit di standardizzazione a diversi livelli istituzionali (ISO e OGC a livello internazionale), che hanno portato alla definizione di: strutture formati schemi linguaggi di modellazione.
Topologia
La topologia riguarda le relazioni spaziali tra gli oggetti geografici e il modo in cui sono archiviati e acquisiti i dati in un GIS. Le relazioni topologiche fondamentali sono: 1. Connettivit connessione di archi tra di loro in corrispondenza di nodi 2. Inclusione inclusione di aree parte di archi tra loro connessi che ne formano il bordo 3. Adiacenza condivisione tra due poligoni di archi comuni (che li separano) d 9 a 5
3 B
C b 8 c 7 6 D
Relazioni topologiche
In alcuni formati vettoriali (es. ArcInfo Coverage) i dati sono archiviati in una serie di tabelle che contengono, oltre alle coordinate, le informazioni sulle relazioni tra gli oggetti geografici (nodi, archi, poligoni). Es.: Archi archi collegati nodo iniziale e finale (F-Node, T-Node) poligono a destra e a sinistra (R-Poly, L-Poly)
9 a 5
3 B
C b 7 8 6 D c
arco # 3 5 7 9 8
l-poly B A D B B
r-poly A C A C D
f-node b a c a x
t-node a c b d b
Bibliografia
M. Fondelli, La cartografia numerica, in in Levoluzione della geografia dalla carta geografica al digitale in nove passi descritti dai maggiori esperti del settore, Roma, MondoGIS, 2004, pp. 47-58. G. Pelagatti, M. Rossi, Modello dei dati di un database geografico ed evoluzione della cartografia numerica, in Levoluzione della geografia dalla carta geografica al digitale in nove passi descritti dai maggiori esperti del settore, Roma, MondoGIS, 2004, pp. 84-96. G. Amadio, Database geografici, in Atlante dei tipi geografici, IGM, Firenze, 2004, pp. <http://www.igmi.org/pubblicazioni/atlante_tipi_geografici/pdf/databasegeo.pdf>, 1/12/2009. M. Trevisani, Appunti per il corso di Cartografia e Cartografia Numerica, 2005,<http://sira.arpat.toscana.it/sira/documenti/Dispensa_Cartografia.pdf>, 1/12/2009. Istituto Geografico Militare Italiano, La produzione IGM, <http://www.igmi.org/prodotti/>, 1/12/2009. Regione Toscana, Informazione geografica,
<http://www.rete.toscana.it/sett/territorio/carto/cartopage/index.htm>,1/12/2009.