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L’utilizzo della LIM a favore di tutta la classe coinvolge gli studenti in presenza
sollecitando la motivazione ad apprendere, li rende protagonisti dei processi formativi,
valorizzando la dimensione relazionale delle tecnologie.
In questa prospettiva una didattica che fa uso di strumenti tecnologici come la LIM è
sicuramente una didattica laboratoriale, che privilegia l’apprendimento di processi e
l’acquisizione di competenze all’assimilazione o produzione di contenuti.
La classe diventa “laboratorio” centrato sul fare, dove l’attività didattica si fonda sul
learning by-doing, e “comunità di apprendimento”, al cui interno primeggiano strategie
e pratiche come la lezione dialogata, la scrittura creativa, la scrittura collaborativa
(blog e wiki), il file-sharing, il video making, il podcasting.
Last but not least, la semplicità di impiego, soprattutto da parte degli studenti, fa
della LIM uno dei tanti mezzi tecnologici d’uso abituale, “sentita naturalmente” vicina
al loro modo di comunicare e di accedere alle informazioni, tanto da determinare,
almeno in questa giovane generazione, il superamento del digital divide.
La LIM può essere impiegata nella didattica con modalità e strategie diverse.
La LIM come LAVAGNA, secondo un approccio che si potrebbe definire ancora piuttosto
“tradizionale”, può essere utilizzata nelle lezioni frontali come supporto su cui scrivere
digitalmente e a mano (anche se con la possibilità di riconoscimento dei segni grafici
in caratteri digitali), cancellare, modificare e personalizzare il font, analogamente alle
modalità proprie degli editor di testo, e disegnare sia a mano libera sia con modelli di
forme disponibili.
La LIM come strumento INTERATTIVO, oltre a favorire una visualizzazione in grande degli
oggetti da condividere con la classe, ne consente la manipolazione a schermo, lo
spostamento con la tecnica del drag and drop. Nel caso di testi, interessante risulta la
possibilità di evidenziarne o sottolinearne porzioni e aggiungere annotazioni: risulta
quindi efficace l’uso della LIM anche come facilitatore nelle spiegazioni e a supporto
delle correzioni collettive di compiti ed esercizi. La creazione, gestione, modifica di file
La “LIM 2.0”, dunque, è un tool che consente una maggiore partecipazione degli
utenti, che si possono organizzare in una community per collaborare e condividere
pensieri e informazioni, dando vita a vere e proprie forme di intelligenza collettiva. Si
tratta di aspetti emergenti del nuovo modo di concepire e fare il web, che promuovono
modalità più autodirette di apprendimento, basate su processi bottom-up.
Ecco allora che a scuola i docenti, nel ruolo di facilitatori del processo di
apprendimento, e gli alunni progettano, ricostruiscono e documentano percorsi con
l’ausilio di mappe mentali e concettuali, creano contenuti digitali, digital storytelling,
tutorial e video-tutorial, audio e video lezioni, podcast, esercitazioni interattive, etc.
Entrano facilmente in contatto con altre classi, dando vita a uno spazio sociale di
comunicazione e confronto, di produzione e organizzazione condivisa della
conoscenza, secondo modalità spontanee generate dal basso, dinamiche e in continua
evoluzione, che segnano un passaggio dalla tassonomia alla folksonomia.
- Calvani Antonio (2007), Tecnologia, scuola, processi cognitivi. Per una ecologia
dell'apprendere, Franco Angeli Edizioni
- Calvani Antonio, Costruttivismo, progettazione didattica e tecnologie, (da:
http://www.scform.unifi.it)
- Gardner Howard (2005), Educazione e sviluppo della mente, Centro studi Erickson
- Gardner Howard (1987), Formae mentis. Saggio sulla pluralità della intelligenza,
Feltrinelli Editore - Milano
- Gardner Howard (1993a), Educare al comprendere, Stereotipi infantili ed
apprendimento scolastico, Feltrinelli Editore – Milano
- Jonassen David H. (1992), Constructivism and the Technology of Instruction, a
Conversation, L.E.A.
http://www.innovascuola.gov.it/
http://www.slimteam.it/j/images/pdf/Apprendere_con_tatto.pdf (di Piergiuseppe
Ellerani)
http://www.indire.it/scuola-digitale/lavagna/index.php
http://www.marcprensky.com/writing (di Marc Prensky)
http://www.indire.it/scuola-digitale/lavagna/index.php
http://www.indire.it/ (documentazione)
http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/g/gardner.htm (intervista a
Howard Gardner)
Note
[1] Gardner (1993) definisce “autentici” i compiti che hanno una applicazione nel mondo reale. La conoscenza ha un
“carattere situato”, ancorato nel contesto concreto.
Si tratta pertanto di contestualizzare piuttosto che astrarre (A. Calvani).
[2] Secondo Gardner, ogni persona è dotata di almeno otto intelligenze, che può sviluppare mediante l'esercizio e se
messa nelle condizioni appropriate di incoraggiamento, arricchimento e istruzione: linguistico-verbale, logico-
matematica, musicale, spaziale, cinestetica-corporea, interpersonale-sociale, intrapersonale, naturalistica.