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AZIONE ECONOMICA E AZIONE SOCIALE I parte

Sociologia ed economia a confronto: presenza e assenza di paradigmi M. Salvati (economia e sociologia un rapporto difficile) Leconomia possiede un paradigma centrale Leconomista messo di fronte ad un qualsiasi fenomeno problematico spontaneamente imposta una strategia di spiegazione che si pu descrivere, estremizzandola, in quattro passaggi. Questi quattro passaggi servono soprattutto a confrontare lindividualismo iper-razionale degli economisti con quello <<lasco>> dei sociologi; Questa strategia di spiegazione consiste a) nellimputare ai singoli soggetti le cui azioni producono il fenomeno osservato un sistema di preferenze. b) Nellimputare loro conoscenze certe circa le conoscenze di tutti i corsi dazione rilevanti. c) Nel modellare un contesto interattivo che renda il passaggio (b) non troppo offensivo. d) Nel derivare la risposta al problema dallipotesi che le azioni adottate dai singoli siano quelle che massimizzano la funzione di utilit. I problemi sono quelli di comprendere come mai una strategia di spiegazione cos peculiare abbia potuto trasformarsi per gran parte degli economisti in una vera e propria forma mentis. I passaggi a e d possono essere descritti come iper- razionalismo metodologico. La plausibilit dellindividualismo metodologico di senso comune e la pi antica delle discipline sociali. Nel caso nostro il problema quello dellordine economico, di come possa funzionare uneconomia soddisfacente lequilibrio economico generale. Ed per questa soluzione che una strategia iper-razionalistica sinora indispensabile. Il ruolo dellequilibrio economico generale nel definire una risposta vincente alla grande questione paradigmatica dellordine economico difficile da sopravvalutare. Lhomo oeconomicus teorizzato dalleconomia neo-classica , descrivibile come una monade iper-razionale , sotto-socializzata dotata di un sistema di preferenze. un individuo in possesso di conoscenze certe sulle conseguenze di tutti i possibili corsi dazione. I teorici dellequilibrio generale hanno dovuto appoggiarsi a quella monade iper razionale. Non risulta scontato il passaggio tra predominio del paradigma neo-classico e la costruzione della forma mentis degli economisti, quella che spontaneamente imposta qualsiasi problema di ricerca in termini della strategia iper razionalistica. Il paradigma crea dunque una forma mentis , una strategia preferita di spiegazione per qualsiasi problema. La sociologia oggi si confronta con il paradigma dominante quello neoclassico ( degli economisti). Da una parte esso definisce meglio la nozione di imperialismo economico; dallaltra esso presenta una significativa assonanza con vicende interne alla sociologia. Come abbiamo visto lequilibrio economico generale risponde alla questione di come i mercati riescano a svolgere efficientemente una funzione allocativa. Un non economista osserverebbe subito che anche gli economisti di oggi , anche i neo-classici , si pongono questi problemi, si tratta infatti di problemi tipicamente economici e dei quali devono occuparsi soprattutto gli economisti . il mercato centrale per entrambi. In linea di massima le strategie di spiegazione funzionano meglio per i problemi economici che non per quelli dei sociologi. La sociologia non lo possiede Pi tardi anche la sociologia si distacca dal grembo preparadigmatico della storia e della filosofia politica e morale. E anche la sociologia si pone grandi questioni, questioni paradigmatiche, la prima domanda che la sociologia si pone di come la societ riesca a stare insieme. La societ moderna ha spezzato i legami che tenevano insieme le societ tradizionali, una societ in cui i singoli sono liberi di perseguire la loro sorte individuale e hanno gli strumenti e le risorse per farlo, inoltre il mercato e la divisione del lavoro sconvolgono le gerarchie e le stratificazioni tradizionali. Vi sono due sociologi importanti che si pongono il problema di come la societ riesca e stare insieme. Il primo Durkheim : D. esprime nella sua opera la divisione del lavoro sociale il suo pensiero, ovvero che tra societ pre-moderna e moderna cambia il tipo di solidariet che sottost ai rapporti interpersonali. Nella societ pre-moderna vige la solidariet meccanica( si sta insieme perch si uguali), in quella moderna la solidariet organizza (si sta insieme perche si diversi).

Il secondo Parsons: teorico del funzionalismo utilizza pi dicotomie ovvero pi variabili strutturali, attraverso di esse vuole spiegare il funzionamento del sistema sociale. In ogni situazione sociale possibile stabilire i comportamenti richiesti agli attori sociali attraverso modelli interiorizzati, che si attuano in certe situazioni. Secondo Parsons per capire come una societ sta insieme necessario capire come la miriade di azioni individuali siano in larga maggioranza convogliate in patterns non istruttivi, stabili e ripetuti, prevedibili: il resto devianza che non minaccia la sopravvivenza della societ. Gli individui sono liberi e scelgono, ma scelgono nellambito di alternative e con criteri di valutazione socialmente definiti. Secondo lui la teoria funzionalista lunica in grado di spiegare il perch della crescita della societ. La sociologia moderna rinuncia alla risposta funzionalista. Uno dei sostenitori della strategia funzionalista Robert Merton con le sue teorie di medio raggio, un insieme di assunzioni che organizzano stabilmente settori non piccoli del potenziale campo sostantivo della disciplina sociologica. Si formulano delle risposte in rapporto ad una realt empirica ed elaborano teorie. Quindi possibile anche verificare empiricamente ci che si pensa .

Ci chiederemo ora in cosa differisca lhomo sociologicus dallo homo oeconomicus ; homo sociologicus: anchesso un soggetto ideale , un soggetto sovra socializzato esattamente in contrapposizione allhomo oeconomicus. un soggetto influenzato dai condizionamenti sociali, tanto da essere egli stesso una costruzione sociale ma si sceglie in base in base a canoni, valori sociali indotti e non interiorizzati.

PARTE II Le forme della regolazione sociale della vita economica Leconomia come processo istituzionale (Karl Polanyi)

Lo scopo principale di questo capitolo determinare quale significato nelle scienze sociali si attribuisce al termine <<economico>>. Il termine economico combina due significati: sostanziale e formale. La nozione di economia mette insieme il concetto di <<sussistenza>> e quello di << scarsit>> senza che ci sia sufficiente consapevolezza che tale fusione comporti. Il significato formale e quello sostanziale di economia Il significato formale Qui lazione razionale viene intesa come scelta dei mezzi in vista di un fine. I mezzi sono tutto ci che pu servire per raggiungere un fine, sia mediante le leggi della natura , sia mediante le regole del gioco. La razionalit si riferisce al rapporto mezzi-fini. Qualunque sia il fine razionale scegliere i mezzi. Come abbiamo detto leconomia formale fa riferimento ad una situazione di scelta originata da un insufficienza di mezzi. Si tratta del cosiddetto postulato di scarsit. Essa richiede in primo luogo che i mezzi siano insufficienti, e in secondo luogo che tale insufficienza provochi la scelta. Perch linsufficienza produca una scelta, deve essere possibile destinare i mezzi a pi di un impiego, cos pure deve esserci una gerarchia di fini, o almeno due fini disposti in un ordine di preferenza. Naturalmente la scarsit pu essere o no presente in tutti i campi dellazione razionale. Il significato formale ha una base logica, implica lesistenza di un sistema di regole che si riferiscono alla scelta di usi alternativi a cui destinare mezzi scarsi. I due significati non hanno niente in comune. Il significato formale di economia deriva dal carattere logico dei mezzi-fini, si riferisce alla scelta che avviene su cui destinare i mezzi, scelta resa necessaria dal fatto che questi mezzi sono insufficienti. In questo caso il soggetto sente la necessit di compiere un calcolo economico(economizzare), sforzi, per cui cerca di allocarsi le risorse scarse tra i diversi fini in modo da raggiungere il massimo dei risultati. Il punto di partenza il soggetto. Leconomia umana quindi inserita e coinvolta in istituzioni di natura economica e non economica;

il significato sostanziale

si avvicina pi alla sociologia. Il significato sostanziale di economia deriva dal fatto che luomo dipende per la sua sopravvivenza dalla natura e dai suoi simili. Si riferisce allinterazione che avviene tra luomo e il suo ambiente naturale, questultimo infatti serve per procurargli il soddisfacimento dei suoi bisogni. Esso ha una base fattuale, non implica inoltre n unidea di scelta, n di scarsit. La concezione delle azioni economiche pi dinamica, incentrata sulla riproduzione e sullo sviluppo piuttosto che sullallocazione delle risorse. Il punto di partenza il modo in cui una collettivit si organizza. Reciprocit, ridistribuzione e scambio Secondo Polanyi le forma fondamentali delleconomia sono: RECIPROCITA RIDISTRIBUZIONE E SCAMBIO. La reciprocit sta ad indicare movimenti tra gruppi correlati di gruppi simmetrici, una forma di scambio nella quale non si scambiano necessariamente gli stessi prodotti e non avviene al momento. I comportamenti di reciprocit tra gli individui integrano leconomia solo se esistono strutture organizzate simmetricamente, come i sistemi simmetrici formati da gruppi di parenti. Ma perch si affermi un sistema di parentela non basta che a livello personale gli individui mantengano un comportamento di reciprocit. Il primo autore che parla di reciprocit fu Thurnwald nel 1915 in uno studio sulla Nuova Guinea. Successivamente circa dieci anni dopo Malinowski riferendosi a Thurnwald disse che le forme socialmente rilevanti di reciprocit si sarebbero rilevate invariabilmente legate a forme simmetriche delle fondamentali organizzazioni sociali. La descrizione sullo scambio Kula da lui stesso fornita hanno confermato questa tesi. La reciprocit pu essere di tipo: e) generalizzata: non si sa cosa e quando si avr( es. la famiglia) f) bilanciata: quando c parit negli scambi La reciprocit inoltre come forma di integrazione acquista maggiore efficacia quando riesce a utilizzare, come metodi subordinati sia le ridistribuzioni sia gli scambi. La ridistribuzione indica movimenti appropriativi in direzione di un centro e successivamente provenienti da esso, ovvero tutte le risorse di una certa comunit vengono raccolte in un unico centro di potere che poi le ridistribuisce ( es. societ feudale) Come per la reciprocit anche la ridistribuzione presuppone lesistenza nella comunit di un centro che stanzia le risorse, ma perch tale centro si organizzi e ottenga una convalida, non basta che vi siano frequenti ripartizioni di fondi tra gli individui. La ridistribuzione pu affermarsi in un dato gruppo nella misura in cui lo stanziamento dei beni sia concentrato in una sola mano e avvenga in base a costumi, leggi e decisioni ad hoc prese dal centro. Consiste in una vera e propria raccolta del prodotto e in un immagazzinamento accompagnato da ridistribuzioni. Forme di ridistribuzione si incontrano per diversi motivi in ogni fase delle civilt a partire da quelle dellantico Egitto. Nei paesi molto vasti la diversit dei territori pu rendere necessaria la ridistribuzione. Essa pu anche avvenire in un gruppo pi ristretto della societ, come lunit domestica o la curtis medievale. Nelle societ non mercantili entrambe queste forme di integrazione, la reciprocit e la ridistribuzione tendono a verificarsi congiuntamente. Lo scambio invece per poter produrre integrazione richiede la presenza di mercati regolatori dei prezzi. Si possono distinguere tre tipi di scambio: g) decisionale: movimenti appropriativi dello scambio secondo rapporti fissi h) operativo: movimento fisico del mutare di posto tra due mani i) integrativo: movimenti appropriativi dello scambio secondo rapporti contrattanti il tirare sul prezzo stato riconosciuto come un elemento essenziale del comportamento nella contrattazione. Perch lo scambio sia un comportamento capace di integrare necessario che esso sia orientato a produrre quel prezzo che ciascuna della parti giudica il pi conveniente che sia possibile spuntare. Lo scambio a prezzi fissi non comporta altro guadagno se non quello che discende dalla decisione di effettuare lo scambio; possibile fare ulteriori distinzioni sui tipi di scambio, esistono infatti: a) scambio sostanziale: scambio come metodo pacifico di acquistare beni non immediatamente disponibili. b) Scambio catalattico: scambio come movimento delle merci quando si spostano sul mercato Sono inoltre possibili : scambio di doni (tipico dello scambio kula. Si basa sulla reciprocit); scambio amministrativo(basato su trattati dove le equivalenze sono espresse in coefficienti riferiti a unit di merce) e infine scambio di mercato (lo scambio integra le contrapposizioni. Le equivalenze sono espresse in prezzi).

In ogni caso le forme di integrazione non rappresentano stadi dello sviluppo, esse non implicano nessuna frequenza temporale. Le societ tribali praticano la reciprocit e la ridistribuzione mentre le societ arcaiche sono prevalentemente ridistributive anche se praticano in certa misura anche lo scambio. Con il 19 secolo si passa dalla reciprocit allo scambio di mercato nel quale c lo sradicamento delleconomia dalla societ.

Parte 3
Le tre forme di allocazione Un grande apporto spesso dimenticato Negli ultimi dieci, quindici anni, si manifestato un ritorno allinteresse per i principi e per le forme di allocazione delle risorse, ed anche per le forme e i processi di integrazione fra economia e societ. I rapporti fra economia e societ non si limitano alla indifferenza della prima nei confronti della seconda. Almeno due fenomeni rilevanti fenomeni socio-economici possono essere considerati allorigine di questo ritorno di attenzione, e di ambizione: la espansione del welfare state ne tre decenni successivi alla seconda guerra mondiale. in quest ambito di studi e di riflessioni, e in questo ritorno alla sensibilit della teoria sociale nellet classica che sembra doveroso e necessario ridare il dovuto peso al contributo teorico di ricerca di uno straordinario autore come Polanyi. Un autore da molti ricordato per evocare il particolare tipo di attenzione ai rapporti tra economia e societ, da pochi utilizzato con sistematicit nella riflessione della teoria sociale. Gli studi di Polanyi si basano sulle forme di allocazione. Il suo interesse verso queste diverse forme di integrazione fra economia e societ, nasce soprattutto dalla sua opposizione, da una parte allutopia del mercato, dallaltra allapparato conoscitivo della scienza economica ad esso collegato e da esso alimentato. Ne la grande trasformazione Polanyi si pone la domanda su come viene mantenuto lordine nella produzione e nella distribuzione in societ nelle quali fossero assenti il motivo del guadagno, e tutti i principi economici base. Tale ordine era assicurato da due principi di comportamento non direttamente economici: la reciprocit e la ridistribuzione. Principi di comportamento che per essere efficaci richiedevano dei modelli istituzionali con essi coerenti: la simmetria e la centricit. Il sistema economico in queste societ non era altro che una funzione dellorganizzazione sociale, per il funzionamento delleconomia non erano necessari motivi economici individuali. Sono dunque le istituzioni ad essere le protagoniste della vita economica delle societ primitive, arcaiche, antiche, ma senza assumere pretese di controllo e di dominio sullintera societ. Nelle societ primitive erano favorite le pratiche di reciprocit. Nelle societ arcaiche e antiche invece la ridistribuzione. Entro questa prospettiva quindi le principali forme di allocazione sono tre: RECIPROCITA, RI DISTRIBUZIONE E SCAMBIO( DI MERCATO) . La reciprocit e le forme dello scambio Delle tre forme di integrazione quella che ha colpito maggiormente nella ricerca delle scienze sociali stata la reciprocit. Essa viene considerata una vera e propria forma di allocazione economica. I due autori pi importanti citati da Polanyi che si occupano nelle loro opere di reciprocit sono Marcell Mauss e Malinowski. Nel saggio di Malinowski i protagonisti sono luomo primitivo, la sua assenza di mentalit economica, i suoi viaggi avventurosi nel cerchio dello scambio KULA, i beni regalati, il commercio secondario permesso al circuito dei doni, le istituzioni che rendono possibili gli scambi. Il bersaglio dellanalisi di Malinowski la visione delluomo economico, viene cosi ad essere smantellata la concezione di un e ssere razionale che non desidera altro che soddisfare i suoi bisogni pi elementari e lo fa secondo il principio economico del minimo sforzo. Il teatro della rappresentazione quello Kula: una forma di scambio tribale che viene effettuato da comunit situate in un ampio cerchio di isole che formano un circuito chiuso. Lungo lanello kula viaggiano solo due tipi di beni in direzione opposta tra loro: da una parte collane di conchiglie rosse e dallaltra braccialetti di conchiglia bianca. Associato a questo scambio magico-rituale si attuano ordinarie attivit commerciali, non esiste una netta divisione tra scambio di doni e scambi commerciali. Questa continuit conduce ad identificare un altro carattere fondamentale dello scambio kula, la totalit dellatto, lunitariet del dare e del ricevere. La seconda fonte della forma di reciprocit un contributo altrettanto famoso: Essai sur le don di Marcell Mauss. I protagonisti del saggio di Mauss sono i FENOMENI SOCIALI TOTALI in cui si ritrovano intrecciate istituzioni religiose, giuridiche, morali ed economiche. Il carattere decisivo di queste prestazioni la capacit di tenere assieme, sotto la stessa istituzione, fenomeni o comportamenti sociali che siamo abituati a considerare divisi, distinti. Questo scambio un legame rafforzato dallunione dellobbligo del dare con lobbligo del ricevere, allinterno di sistemi di reciprocit. Secondo M. gli scambi vengono fatti sottoforma di doni , in realt sono obbligatori.

Anche per Mauss come per Malinowski e Polanyi il bersaglio polemico sempre la neutralit delluomo economico, considerato frutto recente delle nostre societ occidentali. La riflessione storico antropologica Il modello delle tre forme , o dei tre principi assume in primo luogo una dimensione storico antropologica. E nelle opere successive alla grande trasformazione , anche gli aspetti teorici saranno approfonditi e raffinati. Il primo percorso di tipo storico antropologico ed caratterizzato da unattenzione continua per le istituzioni dell economia. Il secondo di tipo strettamente teorico e tende alla predisposizione per leconomia di un paradigma di riferimento non vincolato in modo esclusivo alla societ di mercato. Il bersaglio del primo percorso pu essere identificato nella cosiddetta neutralit del mercato. Il bersaglio del secondo percorso sono la teoria economica classica e neo- classica, nella loro pretesa di costituirsi come strumenti teorici validi per lo studio di ogni economia e di ogni transazione economica. Nel percorso antropologico lo scambio dei doni e il mercato potranno svolgere in alcuni aspetti funzioni simili per la vita sociale, ma essi operano con rapporti sociali diversi e allinterno di forme di integrazione differenti. Le tre principali forme di integrazione delleconomia configurano perci diversi rapporti con la societ. La reciprocit e la ridistribuzione configurano i processi di incorporazione della economia nella societ, lopposto vale per la forma dello scambio di mercato. Nelle prime de forme la transazione economica determinata in modo specifico durante lo scambio del contractus. La successione storica fra le tre forme dello scambio non comunque scontata una volta per tutte. Il rifiuto della neutralit del mercato conduce alla contestazione della definizione di uomo economico. Lesistenza del mercato autoregolato implica lannullamento delluomo e del suo ambiente sociale. Semmai questo si dovesse affermare non sarebbe pi leconomia ad inserirsi nei rapporti sociali ( come nel modello di reciprocit) ma avverrebbe lesatto contrario. Ne discenderebbe un economia di mercato che deve comprendere tutti gli elementi, inclusi terra , lavoro e moneta; lavoro e terra non sono altro che gli esseri umani stessi dai quali costituita ogni societ e lambiente naturale nel quale essa esiste, quindi includerli nel meccanismo di mercato significa subordinare la sostanza della societ stessa alle leggi del mercato. La riflessione teorica La visione delleconomia come processo istituzionalizzato di interazione che ha la funzione di provvedere ai mezzi materiali della societ. Il termine processo introduce una visione dinamica di movimento materiale, deleconomia. Movimenti che possono riferirsi sia a spostamenti nella posizione fisica( produzione e trasporto) sia a movimenti di appropriazione(circolazione dei beni). Laggettivo istituzionalizzato identifica il carattere di unit e stabilit del processo economico . listituzionalizzazione permette lesistenza di una struttura con funzioni specifiche allinterno della societ. Nel saggio leconomia come processo istituzionalizzato Polanyi afferma che studiare il mutamento del posto delleconomia nelle societ significa analizzare i modi in cui nelle diverse epoche e nei diversi luoghi si istituzionalizzato il processo economico, basato sulla combinazione delle tre forme di integrazione. Il termine economico afferma Polanyi comprende due significati, quello sostanziale e quello formale. Il significato sostanziale rinvia al fatto che gli esseri umani non possono mantenersi in vita senza un ambiente materiale che li sostenga. Il significato formale deriva dalla natura della relazione mezzi fini come in economizzare o economico, da questo significato discende la definizione di economico basata sulla scarsit. I rapporti tra sociologia ed economia conducono alla necessit di individuare le istituzioni delleconomia e quelle che proteggono le societ delleconomia. Istituzioni e scambio economico. Le istituzioni sono le regole del gioco di una societ o vincoli che gli uomini hanno definito per disciplinare i loro rapporti.Queste danno forma agli incentivi che sono alla base dello scambio politico sociale ed economico. Un istituzione comprende qualsiasi tipo di vincolo che gli esseri umani concepiscono al fine di regolare linterazione sociale. Ci sono vincoli formali : regole fissate espressamente dalluomo, e informali : convenzioni e codici morali. Le istituzioni possono essere progettate intenzionalmente ( costituzione) o evolvere nel tempo. I vincoli istituzionali sia i divieti che attivit consentite, costituiscono la struttura entro la quale si svolgono le relazioni tra gli uomini e possono essere assimilati come le regole di un gioco di uno sport a squadre.

Le istituzioni riducono il tasso di incertezza determinando una struttura stabile di relazioni sociali. Si possono non sviluppare cambiamenti che risulteranno lenti poich i vincoli informali (usi e costumi) sono impenetrabili a politiche predeterminate. Le organizzazioni : sono organizzazioni gli apparati politici, economici, sociali ed educativi -- gruppi di persone uniti al fine di raggiungere un fine comune. Le organizzazioni nascono intenzionalmente sulla base delle opportunit consentite dallinsieme dei vincoli. le istituzioni Definiscono linsieme delle opportunit di una societ le organizzazioni a loro volta sono state create x sfruttare quelle opportunit ma nel corso del loro svilupp possono alterare le istituzioni.Questa relazione simbiotica crea trasformazioni istituzionali. Riassumendo : i vincoli istituzionali, formali e informali, danno luogo a particolari organizzazioni di scambio che sorgono come risposta agli incentivi propri della struttura istituzionale e che perci dipendono da essa per qunato concerne la redditivit delle attivit che intraprendono. North e thomas (1973) : le istituzioni hanno il ruolo di causa determinante dellevoluzione economica e considerano i cambiamenti dei prezzi relativi come fonte delle trasformazioni economiche.Lefficienza delle istituzioni determinata dalle variazioni dei prezzi relativi. Il problema della cooperazione: la teroria neoclassica non allaltezza di spiegare le differenze dei vari sistemi economici perch si fondano sullipotesi della scarsit delle risorse e quindi della concorrenza il modello poggia sullassenza di frizioni nel processo di scambio , di diritti di propriet specificati senza costi e info a costo zero.Gli economisti negli ultimi 30anni hanno elaborato che a questa teoria mancato il modello della cooperazione e del coordinamento. Quando negoziare implica dei costi , le istituzioni acquistano un ruolo essenziale: Wallis e North hanno dimostrato nel loro studio sulla misura dei costi di transazione: negoziare costoso!---> individui orientati alla massimizzazione della ricchezza riterranno utile cooperare con altri giocatori quando : il gioco ripetuto, posseggono un info completa sulle scelte effettuate in passato dagli avversari , quando il loro num piccolo. Quando si verifica lopposto difficile realizzare il potenziale economico dei benefici dello scambio .( qui il dilemma del prigioniero, qndo giocato una sola volta le strategie portano a non coopera re e ci sar un risultato non efficiente x i giocatori, la non cooperazione in casi ripetuti non la strategia dominante e in qst caso non c strategia dominante qndo sn ripetuti- .) Il nodo teorico della cooperazione la conoscenza comune: ogni individuo deve essere informato sulle preferenze dellaltro e a sua volta sa che gli altri cnoscono le sue preferenze e strategie.gli indivudui non sono sempre disponibili a fare previsioni sulle preferenze altrui . Quando negoziare non implica costi si ha la soluzione concorrenziale efficiente predetta dalla teoria neoclassica. La concorrenza elimina linfo incompleta e asimmetrica che nei modelli della teoria dei giochi favorisce chi defeziona.implica che i giocatori non solo abbiano degli obiettivi ma impiegano sempre la maniera giusta per raggiungerli.come fanno? Anche se dallinizio seguono modelli erronei il processo di retroazione delle info potr correggerli punendo il comportamento deviante e conducendo coloro che sono ancora in gara agli schemi di condotta appropriati.le istituzioni aiutano a mantenere i costi di transazione e inducono gli attori ad acquisire linfo corretta x comportamenti corretti.ma non sono sempre efficienti , le istit sono create per servire gli interessi di coloro che hanno il potere contrattuale x imporre nuove regole.In un mondo con costi di transaz nulli la forza contrattuale non influenza lefficienza dei risultati, al cntrario s.Se le economie realizzano i guadagni degli scambi creando istit efficienti xk in certe circostanze gli obiettivi privati di coloro che hanno il potere contrattuale producono soluzioni socialmente efficienti . La logica del comportamento nella teoria delle istituzioni Le persone effettuano scelte sulla base di modelli elaborati in modo sogg e differenziato e linfo in loro possesso cos incompleta che nella maggior parte dei casi tali modelli non mostrano alcuna tendenza a convergere.Ci si pu rendere conto dellesistenza delle istituzioni e spiegare la loro direzione delle loro trasformazioni solo se si comprende come cambia e si modifica il comportamento degli attori. Le ipotesi degli economisti si basano sullidea che le forze della concorrenza faranno sopravvivere chi agisce in modo razionale e fallire chi non si adegua. Per entrare nel merito dei difetti della dottrina della scelta razionale applicata alle istituzioni si devono approfondire 2 aspetti specifici del comportamento individuale : 1) le motivazioni 2) la capacit di rapportarsi allambiente.In molti casi non si tratta di massimizzare la ricchezza ma di altruismo e di vincoli liberamente accettati ;parallelamente si pu notare che gli individui esplorano lambiente processando le info attraverso schemi mentali precostruiti che permette loro di capire e risolvere ni problemi. Nel modello evolutivo lefficienza associata al dominio di un gruppo su di un altro ma si dovrebbe ricordare che anche laltruismopu essere incluso nel modello.Laltruismo, la fiducia possono essere considerati elementi di sopravvivenza migliori .Lutilit aumenta quando il benessere di altri aumenta.

Il secondo elemento ,la capacit di rapportarsi allabiente.Le ipotesi di equilibrio stabile e di alternative note sembrano giuste poich le nostre vite sono immerse nella routine nelle qualiil contenuto delle scelte appare regolare, ma in realt le istituzioni che si ritengono ovvie , riducono lincertezza. Una teoria dello scambio fondata sui costi di transazione: il costo di informazione fattore essenziale dei costi di transazione. I costi di transazione : definire proteggere e applicare i diritti di propriet sui beni : -diritto duso e di trarre beneficio dalluso, diritto di escludere, diritto di scambiare. I costi dello scambio : benefici dello scambio resi possibili dalla specializzazione del lavoro che comporta crescita delleconomia mondiale. I costi di produzione sono la somma dei costi di transazione . i costi dello scambio sono il fattore che distingue la teoria dei costi di transazione da qualla neoclassica. I benefici dello scambio sono resi dallaumento della specializzazione e della divisione del lavoro che hanno determinato una crescita delleconomia ed un aumento di scambi connessi allevoluzione dei sistemi economici. La teoria neoclassica non prese in considerazione i costi di questo scambio invece molto significativi. Il valore di uno scambio corrisponde la valore delle differenti caratteristiche inglobate nel bene o nel servizio e sono NECESSARIE RISORSE per misurare queste caratteristiche e altre risorse per definire e misurare i diritti che vengono trasferiti. I trasferimenti conseguenti ad uno scambio comportano costi legati al tentativo di entrambe le parti di definire quali sono gli attributi di un bene. Questi attributi variano , la misurazione di tali grandezze troppo costosa per essere accurata. I costi di informazione relativi allaccertamento delle dimensioni degli attributi di ogni unit scambiata sono la base del costo di questo aspetto della transazione . Si potrebbe presentare asimmetria: non solo una parte meglio informata dellaltra ma pu cercare di trarne profitto nascondendo linfo. Secondo lipotesi del comportamento massimizzante ogni parte dello scambio imbroglier Siccome costoso misurare esattamente gli attributi rilevanti possibile accrescere le opportunit di guadagno aumentando le risorse destinate ad acquisire piu info.La massimizzazione del valore di un bene o di un attivit implica una struttura della propriet che permetta a coloro che possono influire su sue caratteristiche per diventare gli unici proprietari.se un flusso di reddito Costante facile assicurarne i diritti; se varia in maniera prevedibile ancora possibile; se varia e non prevedibile costoso . I diritti di propriet sono diritti relativi al lavoro e ai beni e servizi che si possiedono. Lappropriazione dipende dalle norme legali, garanzia di applicazione e dalle norme di comportamento cio dalla STRUTTURA ISTITUZIONALE.Le istituzioni forniscono una struttura per lo scambio e determinano i costi di transazione e di trasformazione.Le istituzioni variano per grado di complessit (di uno scambio)determinato dal tipo di contratto necessario che tratta un grado di specializzazione di lavoro differenti. Quando il grado di specializ del lavoro basso ci sono bassi costie maggiore sicurezza della transazione.Quando i costi di transaz sono bassi ma elevati qualli di trasformazione (livello elementare della specializ lavoro) a questo punto si ricorrer allo scambio impersonale: legami di parentela, cauzioni o leggi mercantili.Come terzo modello c lo scambio impersonale con laggiunta di un terzo che garantisce lapplicazione dei contratti. I contratti. Il rispetto dei patti non mai garantito.La garanzia dei contratti pu derivare alla ritorsione dellavversario.Pu anke essere il prodotto di codici morali applicati per autodisciplina o di sanzioni sociali o della coercizione di un terzo. PARTE IV La nuova economia istituzionale mercati e gerarchie Razionalit limitata e incertezza/complessit:williamson il concetto di razionalit limitata fa riferimento al comportamento umano che intenzionalmente razionale , ma tale solo in misura limitata.La razionalit limitata implica da un lato limiti neurofisiologici (capacit ridotta di di immagazzinare info di richiamarle alla memoria e di elaborarle senza commettere errori)e dallaltro limiti espressivi. Le ragioni per cui La mancanza di capacit di elaborazione illimitata ostacola il realizzarsi di una contrattazione esaustiva del tipo richiesto dai teorici classici sullesistenza e lottimalit dellequilibrio competitivo sono analizzati da Rander. La mancanza di cntratti esaustivi permetteva a Rander di spiegare lesistenza di mercati istantanei, a noi interessa poich contratti esaustivi o incompleti o costosi portano allo sviluppo dellorganizzazione interna. Organizzazione interna: vantaggi ; pi probabile che si creino linguaggi efficienti e che questi siano utilizzati dalle parti con fiducia. Promuove aspettative convergenti attenuando le incertezze quando soggetrti interdipendenti

decidono autonomamente quali modifiche devono appropriarie nella situazione di mercato ( per il bene collettivo non x il bene di una parte) , il passaggio dallassetto di mercato a quallo interno permette di conseguire una maggiore efficienza. Lopportunismo differisce dal comportamento sleale (implica la contravvenzione di un preesistente rapporto garantito dalla parola data) e comportamento asettico (non implica che gli interesi di una parte debbano essere perseguiti per forza con stratagemmi. Si ha opportunismo quando c la manipolazione a fini strategici delle info e la falsa dichiarazione di intenti.Il comportamento strategico implica la ricerca del proprio interesse tramite linganno. Dato che non possibile discriminare ex ante le persone sincere dalle latre fare affidamento rende rischiosi fare contartti.Affinch i contratti siano efficienti c bisogno di un controllo diretto sorge lorganizzazione interna! Quando lopportunismo accompagnato da condizione di piccoli numeri la situazione muta : interesse delle parti cercare condizioni a loro pi favorevoli il che incrementa opportunismo. Linteresse del sistema favorito se le parti sono unite in modo tale da evitare sia i costi di negoziazione che i costi indiretti che si generano nel processo.Quando c i sono grandi numeri tendono a divenire illusorie e cessano i rinnovo contratti.Lillusione consiste nel fatto che non sussiste omogeneit, ci da luogo a serie difficolt transazionali.Se la parit tra i fornitori squilibrata a causa dei vantaggi di prima mossa la naegozazione del tipo piccoli numeri. Il vantaggio dellorganizzaz interna quando ci sono sia scambi ricorrenti che mutamenti di mercato, consiste nel fatto che un accordo di fusione garantisce la flessibilit ad escludere futuri mercanteggiamenti: si stabiliscono prima le regole della negoziazione che non possono essere modificate successivamente al contratto. Ex post :si sviluppano mutamenti nel corso dellesecuzione di un contratto. Quando c opportunismo e piccolo numero i vantaggi di un organiz interna sn : c meno probabilit di un comportamento opportunistico tra le parti di una transazione ,quindi meno vantaggi personali a spese dellintera organiz. Le organiz int possono essere controllate pi efficacemente. Un organo di controllo interno agisce nellinteresse dellazienda e non identificato con nessuna parte specifica, considerato un tecnico, mentre lauditor esterno assume il ruolo di controparte ed guardato con sospetto. Lorganiz int meno soggetta a conflitti che risolve con la gerarchia (autorit). Lorganiz int meno vulnerabile di fronte a rischi di opportunismo di fronte ad una situazione di piccolo nume. Il blocco info una condizione derivata dovuta allincertezza e allopportunismmo.il blocc info ex ante esiste gia nel momento della negoziazione, ex post si sviluppa nel corso della negoziazione. Si ricorre ad un arbitro nel caso ex post. La congiunzione di Una condizione di asimmetria informativa con lalto costo da sopportare per ottenere una parit di info e il comportamento opportunistico fa sorgere il problema. In ogni caso il blocco info non pregiudica lo scambio di mercato se 1) le parti non agiscono in modo opportunistico 2) si in presenza di razionalit limitata 3)prevale la condizione competitiva di grande numero. I vantaggi di prima mossa : i vincitori nei primi contratti acquisiscono vantaggi sui non vincitori.quindi anche quando c grande numero la parit non si manifesta pi al rinnovo contratto. Le info acquisite attraverso lesperienza sono bloccate in quanto : i vincitori originari possono rifiutarsi di rivelarle (opportunismo), possono essere incapaci di rilevarle ( ostacoli di diversit di linguaggio) . Lassetto di governo interno supera il blocco info in diversi modi poich offre vantaggi di comunicazione sviluppando un codice interno efficiente, e perch gli assetti interni sono superiori rispetto a quelli di mercato nel legare sistema di premi/ punizioni alla valutazione della professionalit. possibile ottenere unatmosfera transazionale pi soddisfacente . Williamson leconomia dellorganizz : il modello dei costi di transazione. La razionalit limitata devessere distinta sia dalla iper-razionalit che dalla irrazionalit: differentemente dalluomo economico a cui attrib iper-razionalit, luomo organizzativo concepito meno dotato di potere analitico e di capacit di trattamento dei dati.Tali competenze limitate non implicano irrazionalit e gli attori rimangono intenzionalmente razionali.assunta come ipotesi la razionalit limitata il massimo che si pu raggiungere una contrattazione incompleta.Luomo organizzativo meno calcolativo, motivazionalmente pi complesso. Cos pure luomo economico ricerca il proprio interesse in modo diretto , lopportunista lo fa anche con lastuzia.La razionalit limitata dei soggetti economici e lopportunismo di almeno alcuni non vizia lautonomia dello scambio ; al contrario quando pu presumersi un efficace concorrenza sia ex-ante che ex-post le contrattazioni autonome risultano efficaci. Individuazione delle dimensioni critiche: le dimensioni critiche per descrivere le transazioni sono 3: 1- lincertezza, 2- la frequenza con la quale le transazioni si ripetono, 3- il grado con cui gli investimenti x minimizzare i costi di produzione sono specifici per quelle transazioni o specificit delle risorse.La specificit delle risorse importante x descrivere le transazioni, questa pu assumere 3 modalit: specificit di luogo (stazioni di lavoro sono dislocate vicinissime cos si

economizza x il trasporto) specificit dei beni fisici( es. x produrre un componente sono richiesti stampi specializzati) specificit delle risorse umane che deriva dallimparare tramite fare (learning by doing). Governo. Concetti generali: assumeremo che il trasferire merci o servizi non sia problematico: il governo interno riguarda tutta lattivit che si svolge tra una fase e laltra e le transazioni assegnate ad un orga int pongono probl solo in rapporto alla specificit delle risorse umane. Lacquisizione di capacit necessaria. La natura di queste capacit imp : fondamentale la distinzione tra risorse umane e specifiche x una transazione, e risorse umane non specifiche. 1)H1 M1:mansioni svolte da risorse umane non spec la cui efficacia altamente misurabile possono valutarsi continuativamente confrontandole con le condizioni presenti nel mercato : MERCATO ISTANTANEO. 2)H1 M2 : gruppo primitivo risorse umane non spec, lavoro non misurabile facilmente. 3)H2 M1: mercato obbligativo :conta lapprendimento specifico nellimpresa ma i compiti facili da misurare 4)H2 M2 GRUPPO RELAZIONALE: risorse umane specifiche e misurabilit difficile. Condizione molto difficile. I La sociologia economica dal pv della scelta razionale. Coleman Smelser Swedberg Princeton. La teoria della scelta razionale La teoria della scelta razionale pone al centro l idea che le persone per soddisfare le proprie preferenze o massimizzare lutilit agiscono razionalmente. Il concetto delazione ripreso dalleconomia neoclassica (assente organiz sociale e istituz) al loro posto si trova la razionalit individuale ci implica transazioni senza costi in un mercato perfetto. Lorganizzazione sociale e le istituzioni sociali: 1)sono imp perk assunte come date e stabilite una volta per tutte e costituiscono una struttura entro cui vengono compiute le scelte ed attraverso le quali azioni individuali si traducono in risultati per il sistema.2)sn assunte come problematiche e la la questione sociologica importante quella del perch e del come gli individui razionali le perpetuino. Quattro elementi presi dall economia neoclassica. Lindividualismo metodologico: per speigare il funzionamento dei sistemi sociali ed economici.La teoria si pone su due livelli: livello degli attori e livello del sistema di azioni. Ci sono tre tipi di relazioni: 1) leffeto che i fenomeni a livello di ssitema hanno sugli orientamneti delgi attori individuali. 2)le azioni delgi individui considerate come razionali. 3) la combinazione di queste azioni entro una qualche una struttura istituzionale che generano risultati per i sistemi. Principio della massimizzazione dellattore: (motore che fa muovere il sistema) gli individui sono orientati a raggiungere dei fini e le azioni che essi intraprenderanno saranno quelle che considerano piu efficienti per raggiungerle. Gli attori individuali agiscono per massimizzare lutilit. il concetto di ottimo sociale: vi sono dei concetti a livello di sistema quale ottimo sociale: dato da una situazione sociale in cui non possibile accrescere il benessere di un individuo senza che si diminuisca quello di un altro. Nella teoria funzionalista i sistemi sociali agiscono in modo da auto-conservarsi e quindi raggiungere un ottimo sociale. Le istituzioni sociali vengono spiegate secondo un principio omeostatico, ovvero in base alle funzioni che svolgono al fine di conservare il sistema al suo ottimo (spiega il comportamento). Il funzionalismo non in grado di spiegare crolli o cambiamenti di sistema, la scelta razionale si ma no i crolli individuali. Concetto di equilibrio del sistema o Nash : lequilibrio sociale distinto da ottimo sociale. Per il funzionalismo coincidono. (SR) Lequilibrio si ottiene, dato da una situazione in cui nessun attore ha incentivi a cambiare le proprie azioni: lequilibrio nellassenza di incentivi al cambiamento. La differenza tra ottimo sociale e equilibrio sociale che il primi il risultato che verrebbe raggiunto qualora la collettivit fosse guidata da un despota benevolo che cercasse di non peggiorare le condizioni di nessuno e migliorando quelle di qualcun altro, mentre l equilibrio sociale determinato dalle implicazioni delgi attori individuali. Dalla sociologia : - ottenere maggiori benefici rinunciando al controllo: possibile che gli individui ottengano maggiore utilit rinunciando al controllo su una determinata risorsa. ES. si fida del giudizio di un altro pi che del proprio. Non chiesta reciprocit. In condizioni di incertezza pu essere un comportamento razionale. - capitale sociale: dato dall aspetto dell organizzazione sociale che rappresenta una risorsa produttiva. Si crea attraverso le azioni combinate di pi persone le cui decisioni hanno conseguenze per tutti, possibile investire nel capitale sociale attraverso amicizie e conoscenze.Implica fiducia. - lorigine sociale dei diritti: un azione pu considerarsi razionale in un determinato contesto quando dipende dalla distribuzione dei diritti. Essi sono il risultato di determinati processi sociali in cui gli individui agiscono razionalmente per favorire i propri interessi. La sr a diff della neclas presta attenzione allorigine dei diritti. - le istituzioni: per la dottrina neoclassica il mercato perfetto la sola istituzione riconosciuta, nella teoria della scelta razionale le istituzioni svolgono due ruoli: combinare le azioni individuali portandole attraverso la relazione

dal livello degli attori a quello dei risultati per il sistema, influenza la sfera cognitiva degli attori modificando preferenze e condotta. I mezzi di comunicazione rappresentano una delle principali categorie di istituzioni di questo tipo. Applicazioni allattivit economica: Lapproccio della sr alla teoria dellorganizzazione : nella teoria del principale agente , limpresa il principale e lagente il dipendente.questo accetta di essere guidato dal principale, con in cambio compenso, con il fine di perseguire i suoi interessi.il probl del principale ch lagente ha in mano le proprie azioni e che di fronte ad una situazione di conflitto lagente possa perseguire i propri. Il principale razionale far in modo che il suo dipendente abbia degli incentivi al fine di non entrare in conflitto di interessi.Per fare ci dovr attuare un disegno organizzativo: stabilire quale struttura degli incentivi porter a massimizzare gli obiettivi dell organizzazione. Un secondo passo dato dal riconoscimento che nellambito di una struttura formale di relazioni , stabilite in base a regole, tender a svilupparsi un sistema informale. Questo implica che il compito pi difficile di definire il disegno organizzativo quello di ottimizzare sia gli incentivi informali che quelli che informalmente ci si pu aspettare. Es. creare una citt azienda. I diritti nelle organizzazioni: gli obiettivi che un organizzazione formale persegue rappresentano una risultante dell allocazione dei diritti determinate da un attore esterno ( governo). PARTE V IL RADICAMENTO SOCIALE DELLE AZIONI ECONOMICHE (Granovetter)

Introduzione: il problema del radicamento Una della questioni classiche della teoria sociale in che modo il comportamento e le istituzioni siano influenzati dai rapporti sociali. Gran parte della tradizione utilitaristica, compresa l economia classica e neoclassica assume che il comportamento razionale ed egoistico sia influenzato in modo minimo dai rapporti sociali, ricorrendo cos a uno stato idealizzato. Allestremo opposto si trova la tesi del radicamento: il comportamento e le istituzioni sono cos vincolate da rapporti sociali in atto che interpretarli come indipendenti sarebbe una grave incomprensione. Per quanto riguarda il comportamento economico stato a lungo opinione dominante tra sociologi, antropologi etc che tale comportamento nelle societ precedenti il mercato, fosse pesantemente immerso nei rapporti sociali, ma che con la modernizzazione esso sia diventato molto pi autonomo. Questa visione considera leconomia nella societ moderna come una sfera sempre pi separata e differenziata, con transazioni economiche non pi caratterizzate dalle obbligazioni sociali o di parentela ma dal calcolo razionale del vantaggio individuale. A volte si sostiene che la situazione tradizionale si sia rovesciata:non la vita economica ad essere immersa nei rapporti sociali ma viceversa. Tuttavia pochi economisti hanno accettato questa concezione in base alla quale il radicamento si fa strada nel corso della modernizzazione. Dagli anni 20 del XX sec in poi alcuni antropologi hanno assunto una posizione detta formalista: perfino nelle societ tribali, il comportamento economico era sufficientemente indipendente dai rapporti sociali da essere utilizzabile con gli strumenti della analisi neoclassica standard. Questi hanno sostenuto che il comportamento e le istituzioni considerati in precedenza come radicati nelle societ pi antiche possono essere meglio compresi come prodotto del perseguimento del proprio interesse da parte di individui razionali. Ma secondo l autore il livello di radicamento del comportamento economico nelle societ non di mercato pi basso di quanto sia affermato dai teorici sostantivisti e dello sviluppo,e che con la modernizzazione cambiato meno di quanto credono; ma sostiene anche che questo livello sempre stato e continua ad essere pi importante di quanto sia riconosciuto dagli antropologi formalisti e dagli economisti.

Concezione ultra socializzata e sotto socializzata dellazione umana in sociologia e in economia Nella concezione ultra socializzata delluomo nella societ moderna la gente sensibile in modo opprimente alle opinioni degli altri e obbedisce quindi ai dettami dei sistemi di norme e valori sviluppati consensualmente, interiorizzati attraverso la socializzazione in modo che lobbedienza non sia percepita come un peso. Al contrario leconomia classica e neoclassica opera con una concezione atomistica sotto socializzata dellazione umana. Tali argomentazione teoriche non ammettono, alcun incidenza della struttura sociale e dei rapporti sociali sulla produzione, la distribuzione o il consumo. In concorrenza perfetta non c spazio per mercanteggiamenti, per negoziazioni, per reclami non hanno bisogno di entrare in rapporti ricorrenti o continuativi che avrebbero il risultato di farli conoscere bene reciprocamente. Nel economia classica e neo il fatto che gli attori possano intrattenere rapporti sociali trattato pi come un ostacolo frizionale che intralcia i mercati concorrenziali. Vi il riconoscimento che latomizzazione sociale il prerequisito per la concorrenza perfetta. Nonostante lapparente

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contrasto tra concezioni sottosocializzate o ultra socializzate entrambe hanno una concezione dellazione e della decisione messe in atto da attori atomizzati. Nella versione dellattore sotto socializzato latomizzazione deriva dal rigoroso persegiumento utilitaristico dellinteresse egoistico, in quella ultra socializzata dal fatto che i modelli di comportamento sono stati interiorizzati e quindi i rapporti sociali in atto hanno solo effetti marginali sul comportamento. Cos la soluzione ultra socializzata e quella sotto socializzata del problema dellordine si confondono nellassunzione comune di una atomizzazione degli attori dal loro immediato contesto sociale. Cmq gli attori non decidono o agiscono come atomi fuori da un contesto sociale, n sono schiavi di un copione scritto per loro dalla particolare intersezione delle categorie sociali che capita loro occupare. I loro tentativi di agire in vista di uno scopo sono invece radicati in un sistema concreto e dinamico di rapporti sociali.

Il radicamento, la fiducia e la malafede nella vita economica Williamson ha notato che gli attori economici reali si impegnano non soltanto nel perseguimento dellinteresse egoistico ma anche nellopportunismo vale a dire del perseguimento del proprio interesse con astuzia, da parte di attori che nelle transizioni sono esperti nel realizzare vantaggi in modo dissimulato. Luomo economico cos una creatura pi sottile di quanto rilevi lusuale assunto sulla ricerca dellinteresse egoistico. Ci che in anni recenti ha eroso la fiducia stata la crescente attenzione ai dettagli a livello micro dei mercati di concorrenza imperfetta. In tale situazioni la presunta disciplina dei mercati concorrenziali non pu essere invocata per mitigare la frode e cos tornato a galla il problema classico di come sia possibile che la vita economica di tutti i giorni non sia costellata dalla sfiducia de dalla malafede. Vi sono due risposte fondamentali una collegata alla concezione sotto socializzata dellazione umana e laltra a quella ultra socializzata. Lopinione sotto socializzata si trova nella scuola della new institutional economics che ha un punto di vista neoclassico, ed che le istituzioni sociali e gli accordi che prima si pensava fossero il risultato casuale di forze giuridiche, storiche, sociali sono da considerarsi piuttosto come una efficiente soluzione di certi problemi economici. In questo caso si ritiene che la malafede sia scongiurata perch assetti istituzionali appropriati rendono poco costoso impegnarsi in comportamenti disonesti e si pensa che questi assetti si siano sviluppati per scoraggiare la malafede. I pi importanti assetti di questo tipo sono costituiti da complicati accordi, impliciti ed espliciti che comprendono piani aziendali di risparmio e piani di pensionamento obbligatorio che si ritiene riducano gli incentivi a imboscarsi sul lavoro o a scappare con brevetti segreti e strutture di autorit che scoraggiano lopportunismo prendendo decisioni,che sanzionano comportamenti potenzialmente nocivi, per decreto. Queste concezioni sotto socializzate non tengono conto di quanto i rapporti personali e concreti e gli obblighi a essi inerenti scoraggino la malafede ben oltre gli assetti istituzionali. Sostituire questi meccanismi alla fiducia porta a una situazione hobbesiana in cui ogni individuo razionale sarebbe spinto a sviluppare dei modi intelligenti per eluderli. Altri economisti hanno riconosciuto che un certo grado di fiducia deve essere ritenuto operante dal momento che i soli assetti istituzionali non possono contrastare completamente la forza e la frode. Arrow sostiene che le societ hanno sviluppato degli accordi impliciti su certe forme di rispetto verso gli altri, accordi che sono essenziali per la sopravvivenza della societ. La tesi del radicamento invece sottolinea il ruolo dei rapporti personali concreti e delle strutture di rapporti nel generare fiducia e nello scoraggiare la malafede. La preferenza assai diffusa per effettuare transizioni con individui di riconosciuta reputazione implica che pochi si accontentino di fare affidamento sulla moralit generalizzata o sui meccanismi istituzionali per difendersi dai guai. Gli individui sono pi interessati a sapere se possono aspettarsi che una determinata persona tratti con loro onestamente il che dipende principalmente dal fatto che essi o i loro intermediari hanno avuto con lei rapporti in passato soddisfacenti piuttosto che conoscere la reputazione in generale. Finora stato sostenuto quindi che sono i rapporti sociali piuttosto che gli assetti istituzionali o la moralit generalizzata a produrre fiducia nella vita economica. Ma volte i rapporti sociali possono offrire occasioni e mezzi favorevoli alla malafede e al conflitto in scala maggiore che in loro assenza. Per 3 motivi: 1) la fiducia che una persona nutre nei confronti di unaltra porta a una posizione assai pi vulnerabile di quella di unestraneo. 2) la forze e la frode sono utilizzati con pi efficacia da gruppi, e la struttura di questi gruppi richiede un livello di fiducia interna l onore tra ladri. Dai rapporti personali quindi possono derivare o una fiducia smisurata sia unenorme malafede. 3) la misura del disordine prodotto dalla forza e dalla frode dipende molto da come strutturata la rete dei rapporti sociali. Hobbes esager la misura del disordine probabile nel suo stato di natura atomizzato dove in assenza di relazioni sociali prolungate ci si poteva aspettare solo conflitti.

Il problema dei mercati e delle gerarchie

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Williamson si chiesto in quali circostanze le funzioni economiche sono svolte entro i confini di aziende gerarchie piuttosto che mediante processi di mercato che attraversano questi confini. La sua risposta che in qualsiasi situazione la forma organizzativa osservabile quella che affronta in modo pi efficiente il costo delle transazioni economiche. pi probabile che quelle il cui esito incerto che ricorrono frequentemente e che richiedono sostanziosi investimenti specifici per ogni transizione per esempio tempo denaro energia, che non possono essere facilmente trasferiti verso altri impieghi avvengono entro aziende gerarchicamente organizzate. Le transizioni semplici non ripetitive, che non richiedono investimenti specifici come lacquisto di una attrezzatura avranno pi probabilmente luogo tra le aziende cio attraverso la mediazione del mercato. Tutto quello che occorre mostrare che nelle transizioni economiche tra imprese c uno strato di relazioni sociali sufficiente a rendere incerta lasserzione che transizioni di mercato complesse si avvicinano allo stato di natura hobbesiano che pu essere risolto soltanto attraverso linternalizzazione in una struttura gerarchica. Abbiamo molte prove empiriche del grado in cui i rapporti daffari sono intrecciati con i rapporti sociali. Che i rapporti daffari si trasformino in partecipazione alla vita sociale e viceversa, specialmente tra elit daffari uno dei fatti meglio documentati nello studio della sociologia economica. Il sovrapporsi delle relazioni sociali su quella che inzialmente una transizione puramente economica gioca un ruolo cruciale. Un vantaggio che Williamson rivendica per le aziende strutturate gerarchicamente rispetto alle transizioni di mercato la capacit di trasmettere informazioni accurate sui dipendenti. Ma lidea che una buona informazione sulle caratteristiche di un dipendente possa essere trasmessa solo allinterno delle aziende e non tra le aziende pu essere sostenuta solo trascurando la rete sociale di interazione ampiamente variegata che si stende tra le aziende. Le informazioni sui dipendenti viaggiano tra le aziende non solo perch esistono rapporti personali tra colori che in aziende diverse intrattengono rapporti daffari ma anche perch i livelli relativamente alti di mobilit interaziendale assicurano che molti lavoratori siano ragionevolmente conosciuti dai datori di lavoro di numerose altre aziende che potrebbero richiedere o sollecitare la loro collaborazione. La visione ultra socializzata in base alla quale allinterno di una gerarchia gli ordini suscitano facilmente obbedienza e i dipendenti interiorizzano gli interessi dellazienda annullando qualsiasi conflitto con i loro non regge alla prova di studi empirici. Williamson spiega linibizione dellopportunismo e della malafede nella vita economica e la diffusa esistenza della cooperazione e dellordine per mezzo dellinclusione di complesse attivit economiche in aziende gerarchicamente integrate. Le prove empiriche mostrano che anche con transizioni complesse si pu trovare un alto livello di ordine nel mercato cio attraverso i confini aziendali e un livello corrispondente alto di disordine nellazienda. Che ci accada o meno al contrario di quanto prevede Williamson dipende dalla natura dei rapporti personali e delle reti di rapporti tra le aziende e al loro interno. Sia lordine sia il disordine, sia lonest sia la malafede hanno pi a che fare con le strutture di questi rapporti che con le forme organizzative. Per esempio in un mercato in cui le aziende che effettuano transizioni tra loro sono prive di una rete di rapporti personali che le collegano o dove tale rete si risolve in un conflitto disordine opportunismo o malafede ci aspetteremo delle pressioni verso lintegrazione verticale. Daltra parte dove una rete stabile di rapporti media le complesse transazioni e genera gli standard di comportamento tra le aziende queste pressioni dovrebbero essere assenti.

discussione nel dimostrare che tutti i processi di mercato sono assoggettati allanalisi sociologica e che tale analisi rivela caratteristiche centrali e non marginali di tale processo bisogna restringere lattenzione al problema della fiducia e della malafede. Molti economisti separerebbero leconomia della sociologia sulla base del comportamento razionale o irrazionale. Lidea che la scelta razionale sia fuorviata da influenze sociali ha per molto tempo scoraggiato unanalisi sociologica dettagliata della vita economica e ha portato gli economisti revisionisti a riformare la teoria economica concentrando lattenzione sulla sua ingenua psicologia. In condizioni di mercato possono continuare a esistere piccole aziende perch una fitta rete di rapporti sociali si sovrappone ai rapporti economici che collegano queste aziende riducendo la pressione verso lintegrazione.

LA COSTRUZIONE SOCIALE DEL MERCATO(bagnasco) Elementi di uno schema teorico

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Se ci poniamo al confine tra economia e societ possiamo distinguere quattro principali meccanismi di regolazione delle attivit economiche. La pi tipica forma di relazione la reciprocit. Nelle societ contemporanee queste relazioni sono contenute nella famiglia. Quando si passa dalle realt economiche locali a contesti pi ampi lallocazione di risorse regolata dalla domanda e dallofferta appare la pi semplice tecnologia disponibile da sviluppare, il mercato. Il mercato nasce allinterno di rapporti sociali di produzione e al tempo stesso crea nuovi contesti ai rapporti e allazione sociale. Dal punto di vista sociale leffetto di regolazione deriva dal fatto che il libero mercato pu apparire come un meccanismo naturale la mano invisibile. La grande impresa incorpora e regola organizzativamente funzioni prima lasciate allesterno, organizza una nuova sequenza produttore consumatoreproduttore,e stabilisce rapporti organizzati tra le imprese. Nel nuovo mercato industriale la mano invisibile del mercato lascia spazio alla mano invisibile dellorganizzazione. Contemporaneamente aumentano e diventano pi organici gli interventi politici di organizzazione delleconomia, mentre i sistemi di welfare state creano delle compensazioni allinefficienza sociale del mercato. Gli interventi tendono a basarsi su uno scambio politico per il quale da un lato sono tutelati gli interessi di gruppo, mentre dallaltro sono mantenute identit e lealt politiche. Ci che cambia nello spazio e nel tempo sono le combinazioni dei 4 meccanismi di regolazione. Sia il libero mercato che la reciprocit trovano spazio come meccanismi di regolazione nel momento di crisi dei grandi sistemi. Lo sviluppo basato sulla piccola impresa dellitalia centrale e nordorientale una forma di sviluppo in cui il mercato e la reciprocit giocano un ruolo importante di regolazione. La grande industria ha bisogno per esistere di una domanda standardizzata e stabile nel tempo. In considerazione delle fluttuazioni cicliche delleconomia unimpresa tende a crescere al limite della domanda stabile mentre la fascia instabile lasciata alle imprese minori. Mercati particolarmente instabili non sollecitano la comparsa delle grandi imprese, mentre in altri casi unimpresa maggiore pu far ricorso a seconda del ciclo a piccole imprese che forniscono il surplus di prodotti o lavorazioni che essa in grado di commercializzare. Le piccole imprese agiscono in genere sui mercati concorrenziali e la concorrenza basata essenzialmente sul costo del prodotto. Una maggiore protezione sindacale nella grande fabbrica ostacolo infatti le assunzioni e i licenziamenti a secondo del ciclo. La logica di esistenza di queste piccole imprese e il motivo per cui ad esse in certi casi sono decentrate le produzioni di altre pi grandi, sono legati dunque alla compressione dei costi. Il secondo tipo di variabile quello che deriva da una domanda non standardizzata tipico di determinati settori di beni di consumo immediato e durevole. Su questi mercati lofferta molto frammentata, la concorrenza sui costi importante ma ancora pi importante la concorrenza sulla qualit e il tipo di prodotto. La domanda non standardizzata lascia spazio a medie e piccole imprese , la logica di queste la specializzazione produttiva piuttosto che la compressione dei costi. Poi pu essere conveniente per unimpresa pi grande conservare al suo interno le fasi con maggiori investimenti di capitale in tecnologia , a maggiore produttivit e maggiori salari e lasciare allesterno ad imprese minori quelle a intensit di lavoro. Il livello di specializzazione tecnologica e di qualit produttiva in molti settori avanzati spinge la grande industria a cercare allesterno la specializzazione che non riesce a realizzare allinterno. Ci sono variabili esogene ed endogene. Le variabili endogene appaiono subito di tipo sociologico. Sistemi di impresa e effetti di sistema Non si comprendono le capacit strategiche di questa economia se non si considera che ci sono modi per le piccole imprese di essere grandi. Il modo fondamentale consiste nella tendenza alla formazione di sistemi di imprese. Spesso i sistemi si costituiscono con le imprese le une vicino alle altre per questo lunit di riferimento diventa il distretto industriale. I pi semplici di questi distretti sono caratterizzati da una specializzazione tipica che spesso levoluzione di una tradizione artigianale precedente. Ma il sistema locale deve acquistare efficienza economica nel tempo perch il sentiero di crescita stretto dai due lati. Da una parte sfidato dai paesi pi poveri a pi basso costo di lavoro e maggiore flessibilit delloccupazione, che possono erodere le lavorazioni pi semplici, dallaltra parte devono fare i conti con il sistema delle grandi imprese e la sua capacit di condizionare leconomia. Proprio per questo lo sviluppo di piccola impresa tendeva presto ad arrivare ad un tetto con la crescita del costo del lavoro in conseguenza dello stesso sviluppo: in passato la modernizzazione tecnologica era infatti legata al processo di concentrazione. Abbiamo visto un sentiero di crescita che si basa sulle strategie di migliaia di piccole e medie imprese; queste strategie che in genere si coordinano in sistemi regolate prevalentemente da rapporti di libero mercato. Dobbiamo perci rivolgerci ora alle variabili endogene e al processo di costruzione sociale del mercato.

La costruzione sociale del mercato

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Allorigine dellattuale forma sociale c una particolare combinazione di citt e campagna. Il censimento del 1901 considera il centro nord est dellitalia come una grande area omogenea e diversa dal resto del paese in considerazione della dispersione della popolazione nelle campagne in poderi gestiti a base familiare. Allinterno di questa grande area lo sviluppo industriale avviene nel secondo dopoguerra. Invece possibile stabilire a livello di provincia una correlazione statistica molto significativa tra sviluppo di piccola impresa e precedenti rapporti di lavoro autonomo in agricoltura. Una maggiore o minore presenza di questo carattere nella struttura sociale originaria un forte predittore di una successiva maggiore o minore presenza di piccola industria. Ci sono dunque indizi di una continuit storica di struttura sociale attiva nel passaggio da una fase agricola a quella industriale. Studi mostrano che limprenditorialit di maggiori dimensioni ha con pi frequenza origine urbana. Iindustrializzazione attiva forza lavoro proveniente dalle campagne. Ma mentre lo sviluppo di grande industria ha spostato grandi masse verso i poli di crescita, lo sviluppo di piccola impresa un processo diffusivo che si attiva dove esistono determinate pre-condizioni sociali. Lunit di riferimento la famiglia. Si tratta in realt di vere e proprie unit produttive con divisione interna del lavoro e strutture di autorit ben definite. Nel dopo guerra la famiglia contadina si trasforma in diverse direzioni ma si mantiene spesso come centro unitario di funzioni e decisioni economiche e sociali. Ci sono quelle che restano prevalentemente agricole. Altre staccate dalle campagne si sono inurbate nei distretti industriali ma continuano ad essere legate economicamente e sociologicamente allagricoltura per esempio possiedono o coltivano un orto. La famiglia contadina modificata assicura innanzitutto una forza lavoro elastica e poco costosa corrispondente cio alla domanda tipica della piccola impresa. Linfluenza della matrice contadina si esercita anche in unaltra direzione con conseguenze economiche e sociologiche importanti. Le stesse risorse istituzionali che agiscono sul particolare tipo di offerta sul mercato del lavoro sono alla base in certi casi della formazione di iniziative imprenditoriali. Una gestione unitaria delle risorse familiari consente strategie unitarie di investimento e la costituzione di imprese familiari. Ma le imprese fondate da ex agricoltori sono molto importanti nelle fasce di minori dimensioni a carattere artigianale. Tutto ci ha molta importanza non solo per la costruzione di sistemi di imprese ma in termini di struttura di classe. La struttura delle parentele e delle amicizie rivela legami fra le classi. Le relazioni tra le imprese sono regolate dal mercato ma la conoscenza reciproca in certi casi la parentela consentono un buon clima negli affari, fiducia reciproca, rapidi trasferimenti di conoscenze informazioni. Inoltre stabiliscono rapporti pi sistematici e stabili fra imprese che non si riducono del tutto a una semplice somma di compra vendita sul mercato. Un sostegno diretto o indiretto a questa economia pu essere visto in relazione a 4 fattori principali: gli orientamenti generali della politica economica, i trasferimenti dallo stato alle imprese, la legislazione speciale per lartigianato, levasione contributiva e fiscale. Anche a livello regionale e locale lintervento politico sulleconomia di cornice orientato a stabilire un contesto allinterno del quale le imprese possano muoversi liberamente. Le regioni e gli altri enti territoriali forniscono un contributo rilevante alla costruzione sociale del mercato in ambiti istituzionali non economici. Essi intervengono nellorganizzazione dei servizi, della sanit della scuola, della casa etc. Anche in relazione agli aspetti politici esiste una continuit culturale. Nelle pi tipiche aree della piccola impresa troviamo una particolarit di sistema politico rispetto ai modelli diffusi nel resto del paese: tendenzialmente si tratta di aree caratterizzate dalla netta prevalenza di uno dei due grandi partiti nazionali sullaltro cio democristiani o comunisti. Vi sono due ordini di valori: autonomia personale ed efficienza di mercato che deriva dalla tradizione e presenza del lavoro indipendente; di identit collettiva che deriva dalla tradizione cattolica e social comunista. Bench tutto questo comporti un ampio spazio alla regolazione di mercato in economia non coincide tuttavia con il laissez faire. La differenza che un assoluto liberismo di mercato consiste consiste nel gioco di numerose imprese in concorrenza tra loro a fronte delle quali stanno attori sociali isolati in qualit di prestatori di lavoro e consumatori. Nel nostro caso di fronte a numerose imprese in concorrenza tra loro abbiamo una situazione pi strutturata con presenza di organizzazioni e istituzioni che aggregano interessi e identit. La piccola impresa spesso associata alla scarsa presenza del sindacato. Questo tende a essere vero per imprese molto piccole, ma poi si sviluppa col passare degli anni. Possiamo concludere che lo scambio politico interviene nel sistema delle interdipendenze economico-sociali ma in forme specifiche che mutano nel tempo e lasciano ampio spazio alla regolazione di mercato della produzione; si tratta per di qualcosa di diverso dal semplice laissez-faire.

PARTE VI Zelizer. I circuiti nella vita economica. Parte daalla identificazione di un fenomeno che le persone non comprendono bene, successivamente studia quei casi in cui quel fenomeno si concretizza.La domanda che si pone come fanno le persone a coinciliare le une con le altre , malgrado il timore che possano corrompersi a vicenda.Egli si sofferma su due fenomeni economici molto

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diffusi : reti delle rimesse degli emigranti e delle associazioni di risparmio e di credito a rotazione.Le rimesse rappresentano un fluso di danaro e di altre risorse acquisite dagli emigranti nei paesi di destinazione e spediti alle loro comunit di origine al fin di sostenere persone o attivit di vario genere.queste h stanno avendo un impatto macroeconomico di assoluta rilevanza nei paesi a pi basso reddito del mondo. M a quest rimesse non riguardano solo il danaro, ma anche cibo vestiario regali etc. Parrenas ha studiato come le donne emigrate continuano a svolgere attentamente len spese familiari e ci solitamente attraverso accordi con le figlie maggiori.Chi invia le rimesse e chi le ricevesi trovano di fatto cinvolti in stretti meccanismi di controllo e di coordinamento sociale. Il ROSCA un tipo di sistema finanziario , i membri sono tra 10 e 30si incontrano mensilmente o settimanalmente x contribuire ad un fondo comune, che viene dato in prestito a turno a ciascun membro fino a quando tutti i membri non lhanno ricevuto.Questo accordo finanziario funziona benissimo. Ci sono poi i gruppi di piccolo credito : i creditori prestano piccole somme di denaro ad un gruppo di soggetti ke non sono in grado di avere prestiti dalle banche .Se uno non adempie ai proprio obblighi perder di reputazione e verr escluso. Zelizer definisce queste associazioni come circuiti commerciali : commercio sta per conversazione interazione.Gli elementi di un circuito sono: - un insieme peculiare di relazioni sociali tra individui specifici; - la condivisione dia attivit economiche svolte attraverso quelle stesse relazioni sociali; - dei comuni sistemi di contabilit x la valutazione degli scambi economici esempio specifiche somme di denaro; - lattribuzione dei significati condivisi alle attivit economiche svolte ; - dei confini ben definiti ke separano i membri dal circuito dai non membri con una forma di controllo sulle transazioni che hanno luogo attraverso tali confini.

Le organizzazioni economiche popolari e le forme economiche solidali di sussistenza. Nei paesi sottosviluppati nascono alcune forme di economia popolare di sussistenza basate sullimpiego personale , sullaiuto reciproco e sulla solidariet tra i rispettivi partecipanti.Adiff delleconomia contadina , le loro cause ed origini vanno ricercate nei processi di emarginazione socio- economica indotti dal sottosviluppo capitalista.Le organizzazioni economiche popolare sono diverse modalit di associazione di persone con mezzi scarsi , che cercano di far fronte ai problemi socio economici immediati; mediante la condivisione e la gestione collettiva delle proprie risorse ridotte, insieme ad altre che a volte ricevono da istituzioni di sostegno e da servizi promozionali .I partecipanti ottengono un certo reinserimento nel mercato . Alla base della costruzione di queste unit vi il bisogno economico dei loro membri, caratteristica rilevante di qste organizzazioni quella di basarsi sui valori non individualistici , di solidariet e di aiuto reciproco , e di concepire se stesse come unit economiche alternative rispetto alle forme capitalistiche predominanti . Nelle unit economiche a carattere produttivo la forza lavoro la categoria organizzativa, altre pu essere riconosciuta al fattore organizzativo (organizzazioni x il consumo:mense popolari) nelle politiche solidali il fattore tecnologico che assume la funzione di categoria organizzativa ( corsi di formazionecentri educativi). Ottengono risosrse attraverso sovvenzioni politiche distributive delle istituzioni pubbliche . Ricebvono beni economici tramite rapporti di assegnazione gerarchica. Per quanto riguarda le forme di propriet sugli attivi ,Solitamente linsieme dei membri dellassociazione in quanto gruppo o collettivo a mantenere la propriet su beni ottenuti o acquisiti mediante loperazione congiunta .

PARTE VII Come si evolve la regolazione: lespansione della standardizzazione nel mondo contemporaneo (Jacobsson) Organizzazioni potenti come gli stati o le grandi societ per azioni si attengono a delle regole che altri hanno stabilito sul modo in cui organizzarsi, quali politiche da conseguire e come progettare i propri prodotti. Queste regole vengono definite come volontarie, esse vengono presentate come standard. Degli standard possono riguardare il disegno e le caratteristiche dei telefoni, o come le aziende devono dar conto delle loro transazioni finanziare, o come si devono strutturare le organizzazioni.

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Ovunque nel mondo le organizzazioni seguono degli standard. Essi facilitano il coordinamento e la cooperazione su scala mondiale, essi creano omogeneit e distanze tra persone e organizzazioni molto distanti tra loro. Per comprendere meglio il mondo odierno abbiamo bisogno di sapere molto di pi sulla standardizzazione. Gli standardizzatori, gli standard e coloro che li adottano Gli standardizzatori forniscono delle regole per tante persone, ma per molti versi differiscono dagli stati nazione. Gli standardizzatori non possono vantare alcuna gerarchia, n sono in grado di imporre sanzioni. Ci che essi fanno offrire degli standard, che possono essere definiti come dei consigli di carattere generale offerti ad una moltitudine di soggetti che possono potenzialmente adottarli. Dal momento che gli standard sono presentati come volontari, gli standardizzatori devono spesso spendere molte energie per convincere altre che nel loro interesse accettare gli standard che vengono loro offerti. Nella maggior parte dei casi gli standardizzatori sono delle organizzazioni appartenenti al settore privato o singole persone private. Essi sono particolarmente diffusi ed importanti a livello globale; sono tante le organizzazioni che si propongono come soggetti in grado di fissare degli standard; esempio: American National Standards Institute, the British standards Institution. Vi poi un gran numero di organizzazioni internazionali non governative (OING) che forniscono anchesse degli standard. Vi poi un certo numero di soggetti meno bene organizzati che si occupano anchessi di definire degli standard. Ma anche ricercatori accademici e gli scienziati sono spesso attivamente impegnati a stabilire degli standard; ma non tutti gli standardizzatori sono privati. Anche i governi di diversi paesi a volte stabiliscono degli standard.

Gli standard Sono delle regole, ma non vantano nessuna autorit, offrono consigli. possibile distinguere tre tipi di standard: standard sul modo di essere, s. sul modo di fare e s. sul modo di possedere qualcosa. Gli standard sul modo di essere classificano cose o persone in un modo standardizzato. Vi sono degli standard che ci dicono in che cosa consiste un telefono o un fax. Gli standard relativi a ci che facciamo sono tanti. Per secoli si continuato a scrivere libri di galateo , o sulle regole riguardanti i comportamenti da tenere in determinati contesti. Altri standard stabiliscono in che modo un azienda deve progettare determinati prodotti e metterli in commercio: in questo caso gli standard riguardano i materiali da utilizzare per la fabbricazione. Ma gli standard possono applicarsi anche a dei processi, ad esempio ai processi di produzione. Gli standard relativi a ci che abbiamo si riferiscono a ci che dovremmo avere. Ad esempio secondo alcuni standardizzatori ogni azienda o apparato pubblico dovrebbe avere ben chiari gli obbiettivi da perseguire ed avere al proprio interno delle strutture specificamente dedicate alla gestione delle risorse umane. Ma gli standard non si riferiscono solo alle cose che dovremmo avere; si possono riferire anche a persone, alle capacit, conoscenze che queste dovrebbero avere.

I soggetti che adottano gli standard La standardizzazione si basa sul presupposto che vi saranno delle organizzazioni o degli individui che adotteranno determinati standard, o per lo meno prenderanno in considerazione la possibilit di farlo. Altri standardizzatori si propongono di migliorare o riformare ci che essi considerano aspetti importanti nella vita; mirano cio a cambiare gli altri e quindi devono trovare un modo per raggiungerli o comunque stabilire cono loro un contatto. Molti standardizzatori non hanno le risorse, lautorit o il potere necessari per indurre con il solo loro impegno un effettivo cambiamento nei comportamenti degli altri. Essi hanno bisogno di intermediari o di soggetti piu potenti, spesso uno stato o una grande azienda che siano in grado di farlo al loro posto. Le grandi aziende possono essere indotte ad adottare per la propria organizzazione determinati standard o a richiedere ai propri fornitori di adottarli. O ancora gli stadardizzatori possono riuscire a convincere lopinione pubblica di quanto sia importante seguire determinati standard ed in questo modo indurre governi o le grandi aziende ad adottarli. Nel mondo moderno vi sono due tipi di attori: gli individui e le organizzazioni , ed ad essi che gli standard sono diretti. Prospettive della standardizzazione Alla luce della gran quantit di standard esistenti e dellimportanza che essi rivestono, la standardizzazione pu essere considerata un campo di studio delle scienze sociali relativamente poco sviluppato, quali il mercato e lorganizzazione. In economia gli standard sono stati principalmente considerati in relazione ai vantaggi e svantaggi dei mercati e delle organizzazioni formali.

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Sono stati intrapresi, inoltre studi sul modo in cui le organizzazioni subiscono linfluenza di istituzioni , di idee, di regole o di modelli di azione legittimi generalmente dati per scontati. Il concetto di istituzione ampio ed usato per definire sia idee e modelli di azione che regole formali. Vi sono standard che diventano istituzionalizzati, nel senso che in pratica gli attori danno per scontato che essi vi si debbono conformare. Nelle societ moderne tuttavia vi sono anche molte idee, modelli di azione e regole che non necessariamente per scontati ; in altri termini che non sono istituzionalizzati. La maggior parte degli standard appartengono a questa categoria. Linteresse per il modo in cui le organizzazioni recepiscono nuove idee e modelli di azione e successivamente le diffondono nel mondo sempre pi crescendo. Lattenzione si spesso focalizzata sui processi di cambiamento in determinati settori della societ o in determinati campi organizzativi, cio tra quelle organizzazioni che rappresentano un area della vita istituzionale chiaramente individuata da: agenzie di regolazione, ed altre organizzazioni che producono servizi o prodotti simili. Secondo questa definizione gli standardizzatori sono anchessi parte di un qualche campo organizzativo. Gli standardizzatori e gli standard sono anche visti come una questione di strategia. Gli standard possono risultare strategicamente importanti per singoli attori, come ad esempio per aziende manifatturiere per le quali la standardizzazione dei prodotti e dei processi produttivi spesso vitale. Non sorprende dunque che le aziende sono pronte a investire uno sforzo considerevole nei processi di standardizzazione. Le grandi societ per azioni industriali fanno spesso parte di comitati per la produzione di standard. La standardizzazione pu essere un importante mezzo di successo anche per una grande azienda interessata ad introdurre un nuovo prodotto, laddove essa riesca ad usare la sua influenza al fine di far adottare un determinato standard in grado di favorire luso di un proprio prodotto. In questo modo uno standard pu rivelarsi un metodo alquanto efficace per assicurarsi la vendita di un prodotto.

La standardizzazione come regolazione. Regolare significa creare e diffondere delle regole. La regolazione non va vista in senso stretto e sostanzialmente tecnico, al contrario la regolazione dovrebbe essere concepita come il processo di formazione delle regole in senso lato, ovvero anche come una forma di governance organizzata. Limportanza che gli standardizzatori e gli standard rivestono maggiore non solo di quella che gli studiosi della societ ritengono, ma anche di quella riconosciuta da coloro che affermano di essere standardizzatori. Vista come una forma di regolazione, la standardizzazione rappresenta un aspetto centrale della societ. La societ esiste in quanto vi un certo grado di regolarit nelle azioni dei singoli che la compongono. Gli individui si comportano e gli altri si aspettano che si comportino , in determinati modi in determinate situazioni. La regolarit pu essere intrapresa come il risultato del fatto che gli individui conformano il proprio agire a delle regole, regole che possono essere pi o meno esplicite, scritte o non scritte , e pi o meno consapevolmente prese in considerazione prima o dopo azioni importanti. Una regola ci dice cosa fare in determinate situazioni. Agire in conformit delle regole pu essere paragonato ad altre forme di intelligenza come lapprendimento e limitazione. Le regole sono rivolte agli attori sociali, individui o organizzazioni di vario tipo, come associazioni , imprese o stati. Alcune regole vengono facilmente accettate sulla base del fatto che esse comportano un coordinamento dal quale tutti possiamo trarre beneficio. Altre regole invece possono essere apprezzate perch prescrivono un comportamento che riteniamo sia moralmente corretto o che pu favorirci. Altre regole invece possono essere percepite come espressione di diverse posizioni di potere: alcuni hanno il potere di stabilire delle regole e di fare in modo che gli altri le rispettino, senza per che questi ultimi considerino tali regole come morali, giustificate, utili, o nel loro interesse. Norme, direttive e standard Gli standard rappresentano uno specifico tipo di regole, accanto ad altri due tipi: le norme (sociali) e le direttive. La maggior parte delle regole sono norme sociali che raramente troviamo affermate per iscritto, le norme sono dunque regole interiorizzate che seguiamo senza bisogno di rifletterci. Dei tre tipi di regole le norme possono essere considerate come le pi ovvie e meno problematiche. Le norme sociali non hanno una fonte manifesta ma appaiono piuttosto parte di noi stessi . in questo senso sono come degli obblighi, che ci risulta difficile violare, ma esse sono anche volontarie, nel senso che ci sembra di seguire perch lo vogliamo e non perch siamo soggetti ad una qualche pressione esterna che si spinge a farlo. Ci sono per anche delle regole pi esplicite e che vengono solitamente affermate per iscritto. Gran parte di queste regole vengono emanate e i soggetti che stabiliscono queste regole hanno spesso anche un potere di sanzione, ovvero di punire coloro che non le osservano, queste vengono chiamate direttive. Un organizzazione ha sempre al

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suo interno un centro che ha lautorit di emanare direttive, in questo senso chi dirige un organizzazione formale ha un mandato di impartire direttive, anche abbastanza dettagliate, in merito a ci che i membri sono tenuti a fare o non. Con ci i membri di un organizzazione rinunciano in una qualche misura al diritto di decidere per s stessi. Gli standard sono delle regole esplicite, ma senza alcun riferimento al tipo di autorit di cui gode chi dirige unorganizzazione. Singoli individui possono stabilire degli standard per altri individui cos come le organizzazioni possono stabilire standard per soggetti diversi dai loro membri. I soggetti che stabiliscono degli standard non hanno il potere di, o non intendono far si che altri vi si conformino , per lo meno non in forza di una qualsiasi autorit formale che essi possono avere. Gli standard si differenziano dalle direttive in quanto vengono ritenuti volontari, forniscono a molte persone una sorta di ricetta o di consiglio su cosa fare. Standard complessi Col passare del tempo una determinata regola pu diventare via via una direttiva, una norma, uno standard. Delle leggi basate su norme esistenti possono a loro volta influire sulle norme sociali. Standard possono derivare da aspetti specifici di norme sociali. Pu accadere che determinate idee inerenti a direttive abolite dagli stati che hanno intrapreso forme di deregolazione appaiono sottoforma di standard. Anche gli standard possono dare origine e norme o direttive. Le caratteristiche delle direttive , delle norme o degli standard possono variare: le direttive possono variare quanto al loro grado di forza vincolante, le norme rispetto a quanto profondamente sono state interiorizzate, gli standard rispetto a quanto sono volontari, gli standard possono variare in tanti modi. Altri significati di standard I termini standard e standardizzatori hanno anche altri significati. Entrambi i termini evocano unidea di similitudine o di uniformit: ci che standardizzato si suppone che sia simile. Gli standardizzatori possono essere individui( consulenti o scienziati) o organizzazioni (enti pubblici). La connotazione di standardizzazione ha origine nellaspetto regolativo degli standard: osservare una regola implica fare cose simili circostanze analoghe. Quando le regole si applicano ad una moltitudine di attori come nel caso degli standard , questi attori tenderanno a comportarsi simile e con ci a produrre delle uniformit nello spazio. Standard controversi La standardizzazione ha avuto un influenza enorme sul modo in cui funziona la societ moderna. Naturalmente alcuni standard riflettono semplicemente delle norme e delle pratiche diffuse, e che in quanto tali non rivestono una grande importanza. Ma nel caso di molti standard ci , al pi solo in parte vero: essi implicano infatti anche un forte elemento di innovazione. Daltro canto anche il solo fatto che una norma o un determinato modo di fare venga formulato come uno standard ha delle specifiche implicazioni. Per esempio ci si pu aspettare che uno standard si diffonda molto pi facilmente di una norma o di un modo di fare. Agli standard viene attribuito anche leffetto di semplificare le complessit della vita e di fornire se non ottime almeno buone soluzioni o buone politiche o buoni prodotti e cosi via.

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