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La cittavecchia: un caso studio e un progetto di condivisione SERENA FORASTIERE In occasione del Primo Congresso Internazionale Retevitruvio, tenutosi presso

la facolt di Architettura del politecnico di Bari, tra il 2 e il 6 maggio 2011, sono stati presentati gli esiti di un progetto di ricerca portato avanti come argomento di tesi di laurea all interno della facolt di Architettura Roma Tre. Il lavoro, svoltosi tra il 2009 e il 2010 con la condivisione e il supporto di associazioni locali, di abitanti e di esperti, e arricchitosi di esperienze conoscitive e di attivit sul campo si eposto come obbiettivo quello di affrontare il degrado urbano e sociale nel contesto della Citt Vecchia di Taranto, mettendo in campo lapproccio analitico, strategico, partecipativo e progettuale. Il resoconto di questo studio-azione non intende essere una risposta ai problemi della citt vecchia: un bilancio propositivo per un intervento integrato . Non una soluzione ma un progetto di condivisione. Lanalisi del contesto: La necessit di una analisi accurata nasce dalla volont di comprendere il luogo, nella sua dimensione fisica e sociale, in rapporto con la sua storia urbanistica e in relazione alle esperienze dei piani di recupero degli ultimi decenni. Lesperienza dei laboratori urbani portati avanti dall associazione Labuat hanno ccompagnano le diverse fasi di ricerca sul campo forneniscono dati diretti per l analisi urbana e sociale, permettendo inoltre di elaborare e testare socialmente una strategia forniscono feedback in tempo reale. Dallanalisi urbana alle ipotesi progettuali: il processo della ricerca. La strategia propone un ribaltamento della visione, individuando proprio in quelli che sembrano essere gli aspetti deboli e pi critici del contesto urbano, risorse potenziali per la citt. Tali parti vengono messe a sistema in una rete di nuove relazioni spaziali. Il progetto, attraverso considerazioni sui vuoti urbani, sui limiti e le connessioni tra edificato e spazio pubblico, mira a ridefinire il ruolo della dimensione collettiva e della presenza della citt pubblica in un contesto di degrado e marginalit, per suggerire nuovi processi sostenibili di trasformazione.

4 tinuit con Cantiere Maggese, vengono realizzate una serie di iniziative e workshops con lintento di: - stimolare la partecipazione dei residenti alla progettazione e gestione degli spazi comuni; - favorire linterazione tra residenti ed esterni; - accrescere il senso di identit e il valore della comunit; - proporre la collaborazione alle attivit in cantiere per stimolare nuove professionalit; - portare avanti unidea di recupero estesa dagli oggetti alla citt

- individuare spazi e contesti da destinare a strutture e servizi; - ricucire relazioni con lamministrazione e senso di legalit; - diffondere le esperienze al di l del contesto locale, coinvolgendo professionisti, artigiani, artisti e volontari esterni. La risistemazione a parco giochi temporaneo di uno slargo anonimo prima destinato a luogo di spaccio e consumo di stupefacenti (Parkurka); lintroduzione delluso edilizio e artistico della terra cruda per attrezzare vuoti urbani e renderli utilizzabili per attivit ricreative e di ristoro (Terrarret); lorganizzazione di momenti comunitari (concerti, banchetti, attivit creative per bambini, recupero di materiali, ecc.): sono tutti momenti di un percorso continuo che ha portato in breve alla rivitalizzazione di unarea, al coinvolgimento degli abitanti e allapertura verso lesterno. Contemporaneamente, si sono testati: i meccanismi di predominanza nei gruppi sociali; le dinamiche di aggressione delle strutture non gradite; la fattibilit dellautogestione di alcune realizzazioni, sia in aree pubbliche che private; il coordinamento tra stakeholders e attori. La conoscenza del contesto urbano Questa parte di ricerca, nel suo complesso, si presenta come un processo aperto, strutturato in tre fasi connesse tra loro da riflessioni critiche (Forastiere 2010). Esse si basano sui dati raccolti attraverso la realizzazione di esperienze informali e partecipative sommati a considerazioni di carattere architettonico, morfologico, urbanistico e sociale. Il loro intento definire nuove potenzialit duso per questa parte di citt (figg. 3-4). Nella prima fase stata affrontata lanalisi approfondita delle caratteristiche legate alle condizioni duso attuali dellisola, che comprende la lettura dellevoluzione morfologica del tessuto; lo studio degli interventi recenti; lanalisi degli usi attuali, distinguendo ledificato in abbandono; le propriet; lentit del degrado; la gerarchia dei percorsi; la presenza di spazi inaccessibili; i nuclei familiari; la dotazione di servizi. Per comparare e mettere a sistema i dati proveniente dai diversi livelli di analisi, stato elaborato un impianto grafico in grado 5 rappresentare sinotticamente tutte le criticit che caratterizzano la Citt Vecchia. Il metodo comporta la sovrapposizione dei dati multidisciplinari raccolti, tradotti in una scala cromatica concepita per mettere in evidenza linteresse di pubblica utilit. Con questo si inteso attribuire valore prioritario ai requisiti e alle condizioni che pi facilmente sono in grado di recepire e facilitare interventi a favore della collettivit (p.es. propriet pubblica, stato attuale di abbandono, ecc.). Dalla loro mappatura sintetica sulla pianta dellisola, emergono in modo preponderante quattro categorie ad alto livello di criticit, che si distinguono per quantit e per impatto sul tessuto: 1. Edifici di propriet pubblica in stato di abbandono (fig. 5a): immobili di propriet comunale, in stato di degrado o restaurati senza destinazione duso, a volte abusivamente occupati.

2. Vuoti urbani (fig. 5b): vuoti residuali nel tessuto derivanti da diradamenti o demolizioni attuati negli ultimi decenni e caratterizzati da assenza di identit e diffusa illegalit. 3. Connessioni precluse (fig.5c): spazi inaccessibili, percorsi interrotti e vicoli ciechi sul salto di quota che percorre lisola longitudinalmente. Ambiti di cucitura/frattura del tessuto. 4. Comparti critici (fig. 5d): sacche di degrado generalizzato, caratterizzate dalla prevalenza di edifici pubblici in abbandono e spazi pubblici inaccessibili o percettivamente insicuri. La citt pubblica diffusa: la rete di servizi e spazi pubblici Una volta individuati gli elementi di criticit, ed esaminata la loro valenza e versatilit, questi sono stati strategicamente considerati potenziali risorse per creare nuovi usi e relazioni spaziali. Nella rappresentazione grafica della strategia, interpretando la complessit urbana in chiave costruttiva ed operando un ri-baltamento di segno della visione, sono stati evidenziati: 1. Contenitori potenziali. Edifici pubblici abbandonati, distribuiti uniformemente sul territorio, come risorsa da impiegare per progetti di pubblica utilit. 2. Spazi di prossimit. Nuovo significato da dare ai vuoti urbani, ripensando questi luoghi in base alle esigenze della comunit e ai loro ambiti di pertinenza mettendoli in relazione con gli edifici pubblici e i nuovi contenitori potenziali pi prossimi.

3. Nuovi percorsi di connessione. Ripristino dei collegamenti sul salto di quota e dei vicoli attualmente inaccessibili, per un uso pi capillare del tessuto. Considerando da queste risorse nata la proposta di definire una rete urbana di servizi e spazi municipali per una citt pubblica diffusa, al fine di riattivare strutture e percorsi preclusi, aumentando la permeabilit e la fruizione del tessuto. Lisola, 6 7 dunque, verrebbe arricchita di spazi per la collettivit e di servizi al quartiere attraverso luso critico condiviso degli edifici e di parti del tessuto pi minuto, di propriet comunale. La strategia delle suture urbane: oltre la frammentariet di un intervento per parti. Unaltra linea strategica prevede la creazione di nuove suture urbane, superando la logica obsoleta e disgregante dei comparti. necessario intervenire sui bordi e sugli assi, per riconnettere il tessuto interno della Citt Vecchia con i suoi margini e aumentare le connessioni fisiche e visive tra la parte alta e la parte bassa. Questa ricucitura pu essere sostenuta attraverso linserimento di funzioni pubbliche allinterno di contenitori potenziali lungo percorsi strategici di connessione tra aree residenziali, percorsi principali e spazi degradati (fig. 6). Inoltre, ragionando in termini di recupero sociale, vengono proposti interventi integrati basati sul principio dellinserimento di funzioni che rispondano in prima istanza alle necessit primarie della comunit, privilegiando quelle con maggiore domanda ed intensit duso, in modo da promuovere il valore della dimensione collettiva

della citt. La strategia punta, perci, ad un rapido recupero degli spazi pubblici, intesi come bene comune necessario alla comunit (Cellamare 2010, pp. 65-82), anche al fine di incentivare successivi interventi sul resto del tessuto, per migliorare la qualit e la vivibilit della citt nel suo complesso. La sperimentazione architettonico-progettuale Completata la visione strategica, importante identificare nel dettaglio quali spazi o edifici occupano posizioni in grado di assolvere alle previste funzioni catalizzatrici per il recupero. La terza fase del lavoro di ricerca , quindi, stata concepita con lo scopo di sperimentare il ragionamento strategico, attraverso una proposta di intervento architettonico su unarea determinante del tessuto. Ledificio scelto si colloca in un sito complesso, a cavallo del salto di quota, tra un ampio comparto residenziale di alloggi popolari e un comparto degradato. La proposta prevede la realizzazione di un centro civico culturale che punta a coinvolgere la popolazione locale in una nuova dimensione di appropriazione degli spazi pubblici per la costruzione di un identit locale. Il progetto si presenta come un sistema di spazi in connessione, in cui possibile leggere la storia del luogo in unintegrazione tra le necessit duso della citt contemporanea e la stratificazioni storiche del spazio che si percorre. Un Fig 5a. Edifici di propriet pubblica in stato di abbandono Fig 5b. Vuoti urbani Fig 5c. Connessioni precluse: Fig 5d. Comparti critici. La divisione dellisola in comparti non una carattereristica intrinseca fondante del luogo, ma una conseguenza delle politiche di intervento. Se per necessit operativa relativamente allattuazione dei Piani si ritenuto giusto delimitare su carta le aree su cui intervenire, la frammentariet di questa operazione ha portato negli anni grossi squilibri interni al tessuto, con la conseguenza di cancellare la percezione vitale e la continuit di intere macroaree. In 40 anni di interventi solamente alcuni di queste aree sono state risanate, mentre per le restanti il degrado cresciuto e con esso anche la percezione di insicurezza e marginalit. Fig 6. Terrarret, comuni cantieri di terra per lisola di Taranto (gruppo LABuat e Geologika), laboratorio di recupero e autocostruzione in terra cruda, largo Petino. Fig 7. Strategia: nuove relazioni possibili tra contenitori potenziali diffusi sul territorio, spazi pubblici di pertinenza e la nuova rete dei percorsi di connessiione (i cerchi di colore chiaro rappresentano i servizi esistenti). Partendo da considerazioni strategiche generali, importante individuare quali aree possano trovarsi in posizioni e condizioni strategicamente determinanti in grado di assolvere funzioni catalizzatrici sul recupero. volume intimo, sospeso, diventa lampliamento di un piccolo edificio pubblico abbandonato, accogliendo gli ambienti della biblioteca del centro civico. Gli ambienti residuali sottostanti, a cavallo del dislivello, ospitano spazi di percorrenza e unedicola-bookshop, esercizio da anni mancante nella Citt Vecchia. In connessione, alcuni spazi voltati preesistenti, accolgono funzioni laboratoriali polivalenti. La scelte formali puntano a connettere ed integrare lo spazio pubblico esterno ed interno

alledificio, di favorire la permeabilit visiva delle connessioni sul salto di quota, e di recuperare la vista al mare (figg. 8-9). Conclusioni e prospettive I contesti urbani sono un campo di lavoro caratterizzato da notevole complessit e da equilibri molto articolati. Con questo intervento si voluto partire da una serie di interrogativi che ci pongono di fronte alle nostre basi culturali, mettendole in discussione, per aprirsi allascolto e alla comprensione della popolazione e del tessuto. Il risultato stato un processo che abbiamo definito di studioazione, in cui la sperimentazione di nuovi dispositivi partecipativi e la ricognizione della reattivit locale, con interventi condivisi e temporanei parte sostanziale e complementare dellanalisi necessaria per formulare una visione della citt. La strategia e la progettualit che da essa discende, sono continuamente testate mediante azioni condivise tra progettisti, mediatori e popolazione interessata. Dal contatto con il quartiere, ed in continuit con quanto svolto finora, sono emerse proposte di intervento motivate, sottoposte alle amministrazioni. In campo progettuale si introducono nuovi linguaggi e tecniche per rispondere ad esigenze di servizi e spazi. In campo sociale stato presentato un progetto per avviare giovani disagiati alla produzione artigianale ed alledilizia, con attivit teoriche e pratiche da svolgersi che interesseranno edifici e spazi pubblici inutilizzati dellisola6. Questultima proposta, se accolta e finanziata, comporter la sistemazione definitiva insieme ai residenti, di un vuoto urbano non pi anonimo, perch gi oggetto di sperimentazione di progettazione e costruzione collettiva: la Chiazze du vurpe gigand (fig. 11).

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