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Teeteto - Wikipedia

Teeteto
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Il Teeteto (in greco [1]) un dialogo di Platone riconducibile alla fase della maturit, collocabile tra il 386-367 a.C. In esso il filosofo afferma che impossibile considerare vera la scienza se non in riferimento all'essere, cio l'idea. Questo discorso finalizzato a smentire la soggettivit gnoseologica dei sofisti, i quali ritenevano che fossero i sensi a determinare la conoscenza, cosa che invece Platone nega fermamente: per il filosofo si perviene alla conoscenza tramite la dianoia (), la ragione matematica e discorsiva.[2] Non sarebbe nemmeno possibile trasmettere il sapere se non vi fossero verit certe, cos come ad esempio viene affermato nell'Eutidemo, dove si giunge alla conclusione che anche l'eristica diventerebbe inutile se fosse vero ci che i sofisti stessi affermano.[3] Le opinioni di un individuo non fanno una scienza. Alla domanda di Socrate: che cos' la conoscenza?, Teeteto cita Protagora e risponde che sensazione. Bisogna per comprendere quale sia l'interesse reale di Platone per il sofista di Abdera: lo scopo del filosofo dimostrare che la conoscenza si d solamente se ci sono le idee. Va sottolineato per che nel Teeteto le idee non vengono mai menzionate: si parte dalla tesi opposta a quella platonica, si passa a dimostrare che essa insostenibile, e infine si mette in luce che l'unica soluzione possibile proprio quella che accetta l'esistenza di enti eterni e trascendenti. Platone affronta cos il suo pi grande oppositore (e quindi anche del razionalismo): l'empirismo/sensismo. Sulla questione delle idee, al Teeteto sono complementari il Parmenide e il Sofista.
Indice 1 Trama 2 La maieutica socratica 3 La critica dell'eraclitismo segreto 4 La critica del relativismo protagoreo 5 La conoscenza opinione vera secondo ragione 6 Note 7 Bibliografia 8 Voci correlate 9 Altri progetti 10 Collegamenti esterni

Teeteto
Titolo originale Altri titoli Sulla scienza

Ritratto di Platone

Autore 1 ed. originale Genere Sottogenere Lingua originale Personaggi

Platone IV secolo a.C. dialogo filosofico greco antico Socrate, Teodoro, Teeteto, Euclide, Terpsione Serie Dialoghi platonici, II tetralogia Seguito da Sofista, Politico

Trama
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Il Teeteto, insieme ai dialoghi Sofista e Politico, costituisce una trilogia, l'unica riconoscibile nel corpus platonico. Al termine del Teeteto (210d), Socrate rimanda la continuazione della discussione alla mattina successiva, dandosi appuntamento con Teodoro nello stesso posto; il rinvio al Sofista, che infatti vede gli stessi personaggi, a cui si aggiunge lo Straniero di Elea, discutere sugli argomenti concordati; a questi due si aggiunge infine il Politico, in cui si continua la stessa discussione, e che vede lo Straniero discutere con Socrate e gli altri di argomenti politici (257a). Ad essi funge idealmente da preambolo il Parmenide: sia nel Teeteto (183e-184a) che nel Sofista (217c) viene ricordato l'incontro avvenuto parecchi anni prima tra Socrate e l'ormai anziano filosofo eleate. Per quanto riguarda il Teeteto, questo si sviluppa in una forma particolare di dialogo riportato. A Megara, Euclide incontra Terspione,[4] dopo aver incrociato la lettiga che riporta a casa Teeteto, giovane matematico ateniese ammalatosi durante la battaglia di Corinto e ora in fin di vita. Questo incontro riporta alla memoria di Euclide un dialogo avvenuto qualche anno addietro tra il giovanissimo Teeteto, allora promettente allievo del matematico Teodoro, e Socrate, che di l a poco sarebbe morto.[5] Euclide non in grado di ricordare con precisione l'intera discussione; tuttavia ne ha provvidenzialmente steso per iscritto una relazione, a suo tempo risistemata e corretta con l'aiuto di Socrate. Nel dialogo riportato (che risulta essere un dialogo diretto), Teodoro di Cirene, famoso matematico, presenta a Socrate uno dei suoi allievi pi brillanti, un ragazzo diciassettenne di nome Teeteto.[6] Il filosofo decide di mettere subito alla prova il giovane, proponendogli di cercare con lui una risposta alla domanda: che cos' la conoscenza?. Teeteto avanza una prima definizione, secondo cui la conoscenza sensazione; Socrate la giudica inadeguata, ma allo stesso tempo comprende che il giovane gravido, e che quindi possibile tirar fuori da lui una definizione soddisfacente con l'esercizio della maieutica. Questa prima definizione porta Socrate ad analizzare - e criticare - il relativismo di ispirazione protagorea e l'eraclitismo; quindi, sempre sotto la guida di Socrate, Teeteto propone una seconda (la conoscenza opinione vera) e infine una terza definizione (la conoscenza opinione vera di cui si sa rendere ragione). L'esito del dialogo per aporetico.

La maieutica socratica
Per approfondire, vedi Metodo socratico.

Il Teeteto, come si detto, dedicato al tema della conoscenza; ci che per lo rende famoso ai pi la teorizzazione che viene fatta della maieutica socratica. In (149a) Socrate, discutendo con Teeteto, afferma di esercitare la stessa arte della madre Fenarete, quella della levatrice (in greco: , tchne maieutik). Come una levatrice in grado di riconoscere lo stadio di una gravidanza, valutare se il feto sano e aiutare una donna a partorire, cos il filosofo in grado di capire, discutendo con qualcuno, se costui gravido, ovvero se nella sua anima sono presenti pensieri validi e reali oppure meri fantasmi, e nel primo caso in grado di portare alla luce il ragionamento nascosto, ponendo domande ed esigendo risposte (150c-151d). Si tratta di un'arte che gli stata donata dal dio, ed egli pu esercitarla perch sterile, cio non sa nulla, ma si limita a porre domande (150c). Allo stesso modo, infatti, le levatrici sono donne ormai avanti con gli anni, che hanno gi affrontato il travaglio del parto ma a cui l'et non permette pi di avere figli.

Ritratto di Socrate

Nel corso del dialogo Socrate torner varie volte sulla sua arte e la sua sterilit, mostrando come ne faccia via via uso durante la discussione.[7]
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La critica dell'eraclitismo segreto


La discussione del Teeteto inizia con la richiesta da parte di Socrate di una definizione per la "scienza" (episteme), nella tipica forma della domanda socratica: che cos' la scienza (146c). Teeteto inizia a rispondere, dicendo che "scienza" sono le nozioni di geometria insegnate da Teodoro, come la sapienza dell'artigiano e altri tipi ancora di sapienza ma in questo modo, osserva Socrate, si fanno solo esempi di conoscenze specifiche, che non rispondono alla domanda sulla natura della scienza in s. Dopo un breve excursus nel campo della geometria, Teeteto prova allora a definire la conoscenza come sensazione, riprendendo la celebre definizione di Protagora (151e). Ci offre a Socrate la possibilit di fare una lunga analisi della dottrina protagorea. Se la conoscenza sensazione, significa che apparenza e che quindi soggettiva (lo stesso vento freddo o caldo non in s, ma in base a come ciascuno lo percepisce); inoltre, la sensazione sempre vera (per esempio, nessuno pu negare che il vento sembri freddo a una persona). Tuttavia, Socrate afferma che Protagora ha parlato per enigmi alla gente normale, e ha rivelato la verit solo ai propri allievi. Si tratta di una dottrina a suo dire antichissima che risale agli allievi di Eraclito, i quali a loro volta la ripresero da una tradizione ancora pi antica facente capo a Omero, generalmente definita dell'eraclitismo segreto.
Nessuna cosa in s una sola, n correttamente si potrebbe definire alcuna cosa, n si pu definire la qualit di qualcosa, ma, se tu la proclami grande, appare anche piccola, e se tu dici che pesante, pu sembrare anche leggera, e cos per tutte le altre, perch niente uno, n determinato, n di una data qualit. Dallo spostarsi, dal muoversi, dal congiungersi delle cose fra di loro, deriva tutto ci che noi chiamiamo esistente, esprimendoci in maniera non corretta. Infatti nulla mai, ma sempre diviene. (Teeteto 152d-e; trad.: G. Giardini)

Eraclito nella Scuola di Atene di Raffaello Sanzio

Tutto ci che ci sta intorno in movimento (kinesis), soggetto a continui cambiamenti, e l'unico modo che abbiamo per conoscerlo sono le sensazioni, le quali altro non sono che il risultato del contatto tra gli organi di senso e l'oggetto di conoscenza. Gli studiosi al giorno d'oggi sono dell'idea che questa dottrina non sia mai stata realmente insegnata, ma sia piuttosto un'invenzione di Platone, che ha portato alle estreme conseguenze la dottrina protagorea dell'uomo-misura.[8] Questo permette a Platone di affermare che, per avere una dottrina della conoscenza accettabile, non ci si pu fermare alla sensazione, ma bisogna ammettere che, oltre agli organi di senso, interviene anche l'anima, la quale da s riesce a osservare quello che comune a tutte le cose, cio l'essere (186a). L'anima percepir dunque la durezza o il colore attraverso il tatto o la vista (che fungeranno solo da tramite), e cercher l'essere in particolar modo nei rapporti delle une con le altre, confrontando in se stessa qual stato, il presente e quel che sar (186a-b). A ci, l'anima aggiunge poi un giudizio sulla loro essenza e utilit, frutto di riflessione sulle varie esperienze avute nel corso del tempo.

La critica del relativismo protagoreo


Nel dialogo Platone affronta anche la dottrina protagorea dell'uomo-misura ( ), basata sull'assunto secondo cui:
L'uomo misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, di quelle che non sono in quanto
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non sono. (Teeteto 152a)

Con la dottrina eraclitea Platone pone l'attenzione sulla condizione transitoria in cui si trovano gli oggetti sensibili, i quali, cambiando, si danno ogni volta agli organi di senso in modi sempre diversi. Questo, si detto, una derivazione logica che Platone trae dal relativismo proprio della dottrina protagorea, la quale viene approfondita in quella che solitamente definita apologia di Protagora: al tempo in cui ambientato il dialogo il sofista gi morto da qualche anno, e per questo motivo Socrate immagina con quali parole egli, se fosse stato presente, si sarebbe difeso dalle critiche mossegli (165c-168c).
Io sostengo che la verit proprio come io ho scritto: ciascuno di noi infatti misura delle cose che sono e di quelle che non sono. Ma esiste una differenza incolmabile tra l'uno e l'altro proprio su questo punto, perch le cose appaiono in modo diverso all'uno e in modo diverso ancora all'altro. E io sono tanto lontano dal sostenere che non esiste sapienza e uomo sapiente, che anzi chiamo uomo sapiente quello che a uno di noi, al quale le cose appaiono e sono cattive, far cambiare opinione, in modo che le cose gli appaiano e siano buone. (Teeteto 166d )

Salvator Rosa, Protagora e Democrito

Ma mai nessuno fece in modo che chi avesse opinioni false poi venisse a concepire opinioni vere. Non possibile infatti che si abbiano opinioni su cose che non esistono, n altre opinioni sulle sensazioni: soltanto queste sono sempre vere. Cos, chi per una condizione infelice dell'anima ha opinioni con essa concordanti, si pu fare in modo, penso, che concepisca altrettante opinioni migliori che alcuni, per ignoranza, chiamano fantasie vere, e io invece migliori, le une delle altre, ma niente affatto pi vere. (Teeteto 167a-b )

Protagora afferma che non esistono opinioni vere o opinioni false, bens solo opinioni che possono essere migliori di altre, perch pi utili alla vita dell'individuo e della societ. La ricerca dell'utile si allarga cos all'intera citt: coloro che governano e dettano legge nella polis agiranno in modo tale da perseguire l'utile della comunit, cosicch essa possa progredire. Qui si inserisce l'attivit paideutica del sofista, il quale, attraverso la sua educazione alla virt (aret) intesa come rispetto delle norme vigenti nella citt in cui si opera, induce i propri allievi a migliorare se stessi in ottemperanza alle leggi, portando cos a un miglioramento collettivo della stessa citt. Come il medico muta la condizione del paziente facendolo diventare sano da malato - quindi migliorandolo - cos il sofista migliora la societ migliorando le opinioni dei cittadini, educandoli ad avere le opinioni che risultano pi utili alla societ stessa (167c-e).[9] Tuttavia, come fa notare Socrate, Protagora con il suo relativismo non pu negare che esistano persone pi sapienti di altre: un esempio clamoroso di questa aporia dato dal riferimento alla citt, poich chiaro che chi detta legge e prende provvedimenti per il futuro non pu essere una persona qualunque, ma un esperto. Come per conoscere in anticipo il sapore di un vino bisogna chiedere il giudizio di un vignaiolo e non di un musico, cos per prendere decisioni in vista del futuro della polis necessario rivolgersi a persone esperte (178a-179d). Inoltre se le opinioni fossero realmente tutte valide, accadrebbe che la stessa tesi di Protagora, l'uomo misura di tutte le cose, avrebbe lo stesso valore delle tesi dei suoi oppositori, con il risultato che tutte sarebbero vere (171b-e).

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Le opinioni non possono dunque essere tutte uguali, ma esistono opinioni vere e opinioni false; e Protagora, dal canto suo, non pu evitare di porre il problema circa il valore di verit delle affermazioni, senza con ci generare delle aporie interne alla sua stessa dottrina.[10] Affermare che la scienza sensazione, significa fare i conti con il fatto che non sarebbe possibile esprimere giudizi sulle cose, n sulle passate o presenti, n sulle future: se soggetto senziente e oggetto sensibile si identificano, l'intero campo dell'esperienza si riduce a un mero flusso di sensazioni, nel quale tutto e non nello scorrere del tempo - il flusso cio di cui parla l'eraclitismo segreto. Pertanto, poich le sensazioni alla fin fine si riducono a se stesse (il tatto al tatto, la vista alla vista), necessario affermare che esiste un principio insito nell'anima di ciascuno, grazie al quale possibile giudicare le cose (184de), per il quale i sensi diventano mezzi (per esempio, vediamo mediante la vista).[11]

La conoscenza opinione vera secondo ragione


La discussione sul relativismo di Protagora porta Socrate e i suoi interlocutori a porsi il problema del valore di verit delle affermazioni, essenziale affinch una scienza sia possibile. Per poter affermare l'essere o il non essere di una cosa necessario un atto di pensiero che esprima un giudizio sull'oggetto di conoscenza: l'essere sar dunque ci verso cui l'anima si protende da s, e la scienza allora sar opinione - e, ben inteso, opinione vera (187b). Tuttavia, anche questa seconda definizione genera problemi. Parlare di opinione vera implica che esista anche un'opinione falsa, la quale per difficile da comprendere se si considera che una cosa pu essere conosciuta L'Accademia di Platone. o non conosciuta: se possono esserci solo conoscenza o insipienza, cio Mosaico di Pompei verit o ignoranza, l'errore (ovvero la conoscenza di un oggetto in modo errato) come si spiega? Dall'indagine risulta chiaro che l'errore non si genera mai dal contatto di sensazioni con sensazioni e di pensiero con pensiero, ma solo quando la sensazione entra in contatto con il pensiero (192d-195b). L'opinione sempre opinione di qualcosa che esiste, e mai opinione di ci che non esiste: detto ci, sembrerebbe di poter affermare che esistono solo opinioni vere, ma, in questo modo, dire che la scienza opinione vera equivale a dire che la scienza opinione e basta. Bisogna dunque chiamare in causa la ragione, e affermare che la scienza opinione vera sostenuta da ragione (201c-d).[12] Opinare infatti sempre ragionare, ma anche con questa terza definizione permangono dei problemi, legati alla plurivocit del termine ragione (logos). Esso pu infatti essere inteso come: 1. discorso, cio immagine del pensiero nella voce. In questo caso, poich il discorso riproduce l'opinare dell'animo, opinione vera secondo ragione equivale a opinione vera (206b-e); 2. analisi, cio enumerazione degli elementi primi per giungere alla conoscenza dell'intero. Ma gli elementi primi sono inconoscibili, e ci rende impossibile la conoscenza stessa degli oggetti (206e-208b); 3. opinione senza ragione, e quindi non ancora conoscenza (209c). Ma in questo modo si torna al punto di partenza: dov' la conoscenza? Con quest'ultima affermazione si mostra l'aporeticit del dialogo. Il problema sta infatti nella definizione della conoscenza come opinione (doxa), la quale genera un circolo che porta dal senso alla sensazione, e da qui all'opinione: ma in questo circolo non c' posto per la scienza (episteme). Se si rimane sul piano dei singoli saperi, non c' modo di uscire dall'orbita della opinioni, e cos, in qualsiasi campo, ci si ritrova invischiati in scontri e dispute che hanno per oggetto le diverse opinioni.[13] Allo stesso modo, tuttavia, il risultato della maieutica socratica non inficiato dall'esito aporetico dell'indagine: come Socrate e Teeteto convengono al termine del dialogo, nel corso della discussione si sono fatti molti passi avanti rispetto alla situazione iniziale e si sono dette molte cose interessanti (210a-b).
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Il dialogo viene cos interrotto da Socrate, che deve recarsi al portico del Re per rispondere delle accuse di empiet mossegli da Meleto (210d). La discussione viene cos rimandata alla mattina successiva, ovvero a quanto viene narrato nel Sofista e successivamente nel Politico.

Note
1. 2. 3. 4. 5. ^ Platone, Teeteto, o Sulla Scienza, Milano, Feltrinelli, 2005, 144d, p. 36. ^ Si veda la metafora della linea nel Libro VI della Repubblica. ^ Eutidemo 286c-288d. ^ Euclide fu uno dei principali allievi di Socrate e fondatore della scuola di Megara. Terspione, personaggio pressoch ignoto, viene ricordato nel Fedone tra gli amici di Socrate. ^ Stando ai calcoli, ipotizzabile che Teeteto sia morto durante la seconda battaglia di Corinto (369 a.C.), e che il dialogo tra lui e Socrate sia avvenuto pochi mesi prima della morte del filosofo (499 a.C.). Cfr. Platone, Teeteto, trad. di M. Valgimigli, a cura di A.M. Ioppolo, Laterza, Roma-Bari 1999, p. 222, nota 7. ^ Teeteto (Atene, 415 o 413 a.C. 369 a.C.) fu matematico e filosofo. Allievo di Teodoro a Cirene, fu per qualche tempo membro dell'Accademia platonica. Cfr. la pagina: [1] (http://www.riflessioni.it/enciclopedia/teeteto.htm). ^ Si vedano i passi: 157c, 160e-161a, 184a, 210c. ^ C. Kahn, Platone e il dialogo socratico, trad. it., Vita e Pensiero, Milano 2008, p. 88. In particolare, Kahn, come altri studiosi, rifiuta la possibilit che la teoria esposta sia riconducibile all'eracliteo Cratilo, secondo la tradizione maestro di Platone. ^ A questo proposito, si veda anche il mito di Prometeo nel Protagora. ^ Anche Aristotele critica il relativismo di Protagora perch contrario al principio di non contraddizione. Cfr. Metafisica IV, 5, 1009 a6-15. ^ F. Adorno, Introduzione a Platone, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 160-161. ^ F. Adorno, Introduzione a Platone, Laterza, Roma-Bari 1995, p. 162. ^ F. Adorno, Introduzione a Platone, Laterza, Roma-Bari 1995, p. 163.

6.

7. 8.

9. 10. 11. 12. 13.

Bibliografia
Edizioni italiane Teeteto, a cura di G. Cambiano, in Platone, Dialoghi filosofici, Utet, Torino 1981, vol. II Teeteto, a cura di M. Valgimigli, in Platone, Opere complete, a cura di G. Giannantoni, Laterza, RomaBari 1982 Teeteto, a cura di L. Antonelli, Feltrinelli, Milano 2005 ISBN 9788807820960 Teeteto, a cura di G. Reale, in Platone, Tutti gli scritti, a cura di G. Reale, Bompiani, Milano 2000 Teeteto, a cura di L. Fulci, Armando, Roma 2012 Teeteto, a cura di F. Ferrari, Bur, Milano 2011 Teeteto, a cura di G. Giardini, in Platone, Tutte le opere, a cura di E.V. Maltese, Newton Compton, Roma 2009 ISBN 9788854116368 Saggi e bibliografia critica F. Adorno, Introduzione a Platone, Laterza, Roma-Bari 1995 ISBN 8842014273 R. Desjardins, The rational enterprise : logos in Plato's Theaetetus, State university of New York press, Albany 1990 C. Kahn, Platone e il dialogo socratico. L'uso filosofico di una forma letteraria, trad. it., Vita e Pensiero, Milano 2008 M. Heidegger, L'essenza della verit: sul mito della caverna e sul Teeteto di Platone, a cura di H. Mrchen, trad. it. di F. Volpi, Adelphi, Milano 1997
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E. Heitsch, Uberlegungen Platons im Theaetet, Akademie der Wissenschaften und der Literatur, Wiesbaden - Stuttgart 1988 R.M. Polansky, Philosophy and knowledge: a commentary on Platos Theaetetus, Bucknell university press, London - Toronto 1992 D. Sedley, The midwife of platonism: text and subtext in Plato's Theaetetus, Clarendon press, Oxford 2004

Voci correlate
Dialoghi di Platone: Parmenide Sofista Politico Protagora Filebo Socrate Metodo socratico Protagora Eraclito Relativismo gnoseologico Relativismo etico sofistico Teeteto

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Testo del Teeteto (http://www.miti3000.it/mito/biblio/platone/teeteto.htm) (Miti 3000) (EN) Theaetetus (ftp://sailor.gutenberg.org/pub/gutenberg/etext99/thtus10.txt) (Gutenberg Project) Introduzione al Teeteto (http://www.filosofico.net/teeteto.html) su Filosofico.net Portale Filosofia Portale Letteratura

Categorie: Opere letterarie in greco antico Dialoghi platonici Opere letterarie del IV secolo a.C. Questa pagina stata modificata per l'ultima volta il 28 set 2013 alle 08:23. Il testo disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le Condizioni d'uso per i dettagli. Wikipedia un marchio registrato della Wikimedia Foundation, Inc.

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