You are on page 1of 10

Alain Berthoz

La semplessit
Traduzione di Federica Niola

EDIZIONI

Alain Berthoz La semplessit Progetto grafico: studiofluo srl Impaginazione: Maria Beatrice Zampieri Redazione: Elisabetta Versace Coordinamento produttivo: Enrico Casadei Alain Berthoz La simplexit Odile Jacob, 2009 2011 Codice edizioni, Torino Tutti i diritti sono riservati ISBN 978-88-7578-187-3

Indice

vii

Introduzione Parte i. Non dimenticare di osare


Capitolo 1

5 La semplessit: una propriet fondamentale degli organismi viventi


Capitolo 2

13

Abbozzo di una teoria della semplessit


Capitolo 3


23

Sguardo ed empatia
Capitolo 4


37

Lattenzione: Scelgo, dunque sono


Capitolo 5


53

Il cervello emulatore di mondi


Capitolo 6


65

A che cosa servono i nostri sensi? Parte ii. Camminare sulla Luna
Capitolo 7

83

Le leggi del movimento naturale


Capitolo 8


93

Il gesto semplesso

Capitolo 9

103 Camminare,

una sfida alla complessit

Parte

iii.

Gli spazi del pensiero

Capitolo 10

123 Lo

spazio semplesso percepito, vissuto e concepito

Capitolo 11

143 Spazio

Capitolo 12

151 I

fondamenti spaziali del pensiero razionale

167 Epilogo 177 Ringraziamenti 179 Note 191 Bibliografia

Introduzione

Per quale motivo un affermato studioso di scienze naturali si interessa allepistemologia? venuta a mancare la possibilit di svolgere un lavoro valido nel suo ambito? Ho sentito molti miei colleghi esprimere questo punto di vista e immagino che sia cos anche per molti altri. Non condivido questo modo di pensare []. Concetti che si sono dimostrati utili per ordinare le cose acquistano una tale autorit su di noi da farci dimenticare la loro origine terrena e portarci ad accettarli come dati inalterabili. Cos questi concetti diventano necessit del pensiero, dati a priori e cos via. Spesso sono proprio questi errori che rendono impossibile per molto tempo il cammino del progresso scientifico. Perci tuttaltro che irrilevante cercare di diventare abili nellanalizzare i concetti che sono stati a lungo un luogo comune e mettere in evidenza le circostanze dalle quali dipendono la loro giustificazione e la loro utilit, mostrando come siano emersi individualmente, a partire dai dati dellesperienza. In questo modo la loro soverchiante autorit sar rovesciata.
Albert Einstein

Questo volume propone una riflessione su un concetto nuovo: la semplessit. Tale neologismo designa una delle invenzioni pi stupefacenti degli organismi viventi, applicabile a diversi livelli dellattivit umana, dalla molecola al pensiero, dallindividuo allintersoggettivit, fino ad arrivare alla coscienza e allamore. Oggi, allinizio del xxi secolo il principio guida la complessit. Leconomia complessa, la vita nelle megalopoli complessa, i meccanismi del morbo di Alzheimer sono complessi. Trovare un biocarburante efficace per sostituire il petrolio complesso, gestire le famiglie separate e permettere contemporaneamente uno sviluppo armonioso dei bambini e la libert sessuale dei genitori complesso. Siamo schiacciati dalla complessit. Inoltre, apparteniamo a diversi corpi sociali, religiosi e politici, e viviamo divisi tra numerose identit: siamo cittadini del nostro Paese, ma anche dellEuropa, abitanti di un quartiere, medici o muratori, turisti, pazienti, clienti

viii

La semplessit

ed elettori. Ciascuna di queste identit ci inquadra, ci impone una serie di comportamenti, norme, abitudini e habitus che ci collocano allinterno di un intreccio di ragnatele sociali e psicologiche in costante mutamento, caratterizzate da una complessit che non ha eguali nella storia delluomo. Anche le teorie scientifiche che riguardano la materia e gli organismi viventi devono confrontarsi con la complessit dei processi naturali. La complessit investe dunque ogni ambito, senza eccezioni. La fisica cerca da tempo una soluzione a questa complessit e, pur avendo raggiunto in generale un livello di maturit notevole, nel confrontarsi con la complessit deve rassegnarsi a rapporti di incertezza che definiscono i limiti stessi della conoscenza e ammettere, per esempio, che non si possono conoscere contemporaneamente la posizione e la velocit di una particella. Nel tentativo di formalizzare la complessit, scienziati di tutte le discipline hanno creato un istituto di ricerca, il Santa Fe Institute, negli Stati Uniti, fondato, tra gli altri, dal Premio Nobel per la Fisica Murray Gell-Mann, lo scopritore dei quark. Il suo libro Il quark e il giaguaro1 riassume il processo necessario per costruire una teoria dei sistemi complessi adattativi. La metafora celebre: il battito dala di una farfalla nellAmerica del Sud pu provocare una catastrofe in Europa. In altre parole, una legge molto semplice di organizzazione della materia vivente pu generare strutture complesse2. Meraviglie e imposture della semplicit Di fronte alle sfide della complessit assistiamo a una proliferazione di metodi per semplificare. Tali metodi, destinati a evitare la follia collettiva e individuale dovuta allimpossibilit, per il nostro cervello, di elaborare limmensa quantit di informazioni necessarie per vivere, agire e comprendere, sbandierano unapparente semplicit, espressa attraverso teorie matematiche astruse, che mascherano lincapacit dei loro autori di cogliere il reale. Questi modelli matematici, legati agli interessi privati che nascondono, provocano regolarmente drammi, come dimostrano la recente crisi finanziaria e il fallimento dei sistemi bancari. Possiamo fare un altro esempio: per facilitare la decisione, si tende a ridurre luomo a una serie di processi logici e a modellizzarlo mediante una serie di teorie logicomatematiche che semplificano la realt del vissuto. Ma, nonostante

Introduzione

ix

gli sforzi volti a trovare soluzioni efficaci, le semplici euristiche per farci furbi3, dobbiamo per forza prendere atto che oggi luomo un Teseo perso nel labirinto, senza un filo di Arianna in grado di fargli ritrovare la via. Gli si fa credere che luscita sia alla fine della strada, ma questa non porta da nessuna parte. Pu quindi capitare che luomo, perso nella complessit reale del mondo e consapevole dellinconsistenza di tali modelli formali, si riavvicini a credenze antiche e si volga alloscurantismo. Oggigiorno il bisogno di semplificare riguarda tutte le attivit. In ogni ambito della vita sociale e politica, della medicina, della scienza, della tecnologia, della vita quotidiana, si alla ricerca di metodi o di principi di semplificazione. Si fabbricano apparecchi elettronici o digitali la cui complessit dissimulata dalla semplicit duso. Si riempiono i computer di software pesantissimi trovando metodi perch lutente li possa adoperare in modo semplice. Si semplificano i moduli per la dichiarazione dei redditi, le ricette mediche. Si semplificano i documenti amministrativi, si semplificano le procedure penali per velocizzarle. Si istituisce il voto elettronico e si fornisce agli elettori la scelta semplice tra due candidati che si contrappongono su un palcoscenico televisivo. Si semplifica la vita delle persone creando supermercati dove possano trovare tutti i prodotti di cui hanno bisogno. Gli ingegneri trovano soluzioni per semplificare il calcolo delle misure delle fibre ottiche (light pipes4, i chimici scoprono principi semplificativi per quanto riguarda le reazioni enzimatiche o cinetiche5. Il risultato di questa frenesia della semplificazione di produrre un aumento della complessit. Quanto pi lutilizzo dei computer semplice, tanto pi i software saranno pesanti. Semplificare ha un prezzo. Al giorno doggi si ha la tendenza a confondere la modernit con la semplicit. Di fronte alla proliferazione e allesuberanza dellarte barocca, alle fantasie dellarchitettura classica, alla frivola raffinatezza dei costumi e degli abiti, il xx secolo ha conosciuto un movimento di riduzione a una semplicit maggiore nelle forme e nei materiali. Questo movimento, illustrato dallinfluenza del Bauhaus, ha invaso lindustria e il design. Per fortuna comincia a essere contestato e gli stilisti, per esempio, sembra stiano ritrovando il piacere di giocare con le forme e i colori, le consistenze e i ritmi, la trama e le pieghe dei tessuti.

La semplessit

Loriginalit degli organismi viventi arrivato il momento di definire pi precisamente il senso che do al concetto di semplessit6. Non ho inventato niente, visto che la parola semplessit, nella sua traduzione inglese, simplexity, viene usata abbastanza comunemente fin dagli anni Cinquanta in diversi ambiti, dalla geologia alleconomia al design. Tuttavia questo tipo di utilizzo non particolarmente interessante, perch spesso riduce il termine a un sinonimo di semplicit. Per me la semplessit tuttaltra cosa. , prima di tutto ed essenzialmente, una propriet degli organismi viventi. In questo libro tento unanalisi approfondita del concetto di semplessit e della sua importanza per comprendere loriginalit della materia vivente. La semplessit non la semplicit, legata in modo sostanziale alla complessit, con cui condivide una medesima radice. Come ricorda giustamente Gell-Mann, la parola semplicit si riferisce allassenza, totale o quasi, di complessit. Mentre la parola semplice deriva da unespressione che significa piegato una sola volta, complesso deriva da una parola che significa intrecciato7. Secondo alcuni, i teorici della complessit hanno identificato bene ci che distingue gli organismi viventi dalla materia inerte. Nel suo libro sulla modellizzazione dei sistemi viventi complessi, Bellomo, teorico della complessit, scrive: Sebbene gli organismi viventi ubbidiscano alle leggi della fisica e della chimica, la nozione di funzione o di intenzione (purpose) distingue la biologia dalle altre scienze naturali. I sistemi biologici e quelli fisici differiscono in realt per quanto riguarda la sopravvivenza e la riproduzione, e gli aspetti concomitanti di tale funzione8. Dopodich propone una teoria matematica delle interazioni tra un gran numero di entit che interagiscono, che verranno chiamate particelle attive o, occasionalmente, agenti, e che sono organizzate in popolazioni diverse che interagiscono. Per quanto interessante, una simile concezione dellazione presenta alcuni limiti. Infatti non affronta ci che costituisce loriginalit dellatto negli organismi viventi. Non viene menzionata in alcun modo lidea che la vita ha trovato una serie di soluzioni per semplificare la complessit. Non si fa accenno alcuno al fenomeno assolutamente straordinario che si prodotto nei viventi: la creazione di confini che delimitano spazi chiusi come la cellula o lo stesso corpo. Tali soluzioni rappresentano principi semplificativi che riducono il numero o la complessit dei processi e permettono di elaborare molto rapidamente informazioni e situazioni, tenendo

Introduzione

xi

conto dellesperienza passata e anticipando il futuro, facilitando la comprensione delle intenzioni senza snaturare la complessit del reale. Dal mio punto di vista la semplessit consiste in questo insieme di soluzioni trovate dagli organismi viventi affinch, nonostante la complessit dei processi naturali, il cervello possa preparare latto e anticiparne le conseguenze. Queste soluzioni non sono n caricature n scorciatoie n riassunti. Nel porre il problema in un altro modo, consentono di arrivare ad azioni pi eleganti, pi rapide, pi efficaci. Permettono anche di mantenere o di privilegiare il senso, anche a costo di fare una deviazione. La semplessit complessit decifrabile, perch fondata su una ricca combinazione di regole semplici9. Per riprendere una formula di Leibniz a proposito del migliore dei mondi possibili, che combina la variet maggiore di fenomeni con la semplicit maggiore delle leggi, una semplicit complicata10. La musica di Boulez o di Dusapin moderna; pu anche non piacere, ma semplessa. Cos come lo una fuga di Bach, che comincia con qualche nota ed evolve lentamente verso meravigliose volute di suoni combinati che danno limpressione della complessit, mentre in realt seguono una logica rigorosa. Lo stesso vale per le grandi liturgie russe o per le polifonie che danno lillusione di una grande semplicit attraverso una sapiente distribuzione di ritmi e spazi sonori interconnessi, intrecciati in un balletto che sembra un assolo, perch segue una via che, nel nostro cervello, armonizza attivit molteplici. Semplificare in un mondo complesso non mai semplice. Richiede in particolare la capacit di inibire, selezionare, collegare, immaginare. Altrove ho detto che il fondamento dei nostri pensieri, dello sviluppo delle nostre funzioni cognitive pi elevate e anche pi astratte consiste nellatto, e che il cervello si sviluppato in modo da poter anticipare le conseguenze di unazione, proiettando sul mondo le proprie percezioni, le proprie ipotesi e i propri schemi interpretativi. Loriginalit degli organismi viventi precisamente quella di avere trovato soluzioni che risolvono il problema della complessit con meccanismi che non sono semplici, ma semplessi. Si pu far credere che la complessit sia riconducibile a un clic del mouse, che il mondo sia davvero a portata di una pagina di Google, che la soluzione alle grandi malattie psichiatriche sar fornita dalla semplice scoperta dei geni ad esse relativi. Pu essere vero quando si tratta di far funzionare una lavatrice, un computer, la biglietteria di una stazione, ma non quando si devono integrare le molteplici com-

xii

La semplessit

plessit proprie del nostro ambiente sociale, materiale e naturale. A complemento delle teorie della complessit bisogna gettare le basi di una teoria della semplessit che, in qualche modo, contenga una parte di complessit. ci che tento di fare in questo saggio.

You might also like