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Sarzana (SP)

MISURE DI SALVAGUARDIA
“ASSETTO IDROGEOLOGICO”
del bacino del Fiume Magra
e del Torrente Parmignola

Allegato 3

ELEMENTI DI
PROGETTAZIONE
AMBIENTALE DEI
LAVORI FLUVIALI
Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

INDICE
Premessa 3

1 Principi ispiratori 4
1.1 Eterogeneità del substrato 4
1.2 Raschi, pozze, meandri 6
1.3 Massi, tronchi e altri ostacoli in alveo 9
1.4 Alveo di magra inciso 11
1.5 Fasce di vegetazione riparia 11
1.6 Periodo d’esecuzione dei lavori 12

2 Criteri per interventi su fiumi e torrenti 14


2.1 Premessa 14
2.2 Indicazioni progettuali specifiche 15
2.2.1 Difese spondali 15
2.2.2 Arginature 17
2.2.3 Briglie 18
2.2.4 Taglio della vegetazione 21
2.2.5 Risagomature dell’alveo 21
2.2.6 Ponti 22

3 Criteri per interventi su fossi e canali 23


3.1Introduzione 24
3.2Indicazioni progettuali specifiche 24
3.2.1 Dragaggi 24
3.2.2 Controllo della vegetazione 25
3.2.3 Tombamenti 28

2 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

PREMESSA
L’esigenza di redigere indicazioni vin- che considera i fiumi solo come fonte di perico-
colanti alle quali dovranno attenersi i progettisti lo o come risorsa da sfruttare, senza attribuire
d’interventi fluviali nasce dalla necessità di dare loro valori intrinseci.
risposte concrete alla diffusa consapevolezza, ac- Le indicazioni contenute in queste pagi-
quisita a livello culturale e recepita a livello ne non hanno alcuna pretesa di supplire a tale
normativo, che la tutela degli ambienti fluviali mancanza di professionalità, ma solo fornire al-
non è riducibile alla sola tutela delle acque, ma cuni principi ispiratori e alcuni loro spunti ap-
richiede misure di protezione e promozione del- plicativi. Non si tratta cioè né di un manuale tec-
la naturalità dell’intero alveo bagnato e delle fa- nico, né di un elenco di prescrizioni. L’unico
sce terrestri adiacenti. vincolo posto ai progettisti è di misurarsi con
Oggetto della tutela è cioè l’intero questi principi ispiratori: a loro è lasciata la pie-
ecosistema fluviale: non solo il contenuto (l’ac- na libertà di tradurli negli accorgimenti tecnici
qua), ma anche il contenitore fisico (l’alveo ba- ritenuti più opportuni. Più che un vincolo si trat-
gnato), i popolamenti animali e vegetali ta quindi di uno stimolo ad accettare la sfida del-
(acquatici e terrestri) e i processi fisici e biolo- l’innovazione e della crescita professionale, al-
gici lungo il gradiente longitudinale (dalla sor- largando la progettazione ad aspetti fino ad ieri
gente alla foce), laterale (dall’ambiente acquatico trascurati.
a quello terrestre), verticale (interscambi idrici e La libertà richiede tuttavia un’assunzio-
biologici tra acque superficiali e sotterranee) e ne di responsabilità da parte del progettista. Egli
temporale (che mantengono nel tempo la carat- è perciò tenuto a descrivere le soluzioni di mi-
teristica mutevolezza degli ambienti fluviali). glioramento ecologico prese in considerazione
Gli obiettivi sono il mantenimento d’ele- e a motivare adeguatamente la loro eventuale
vati livelli di qualità delle acque, biodiversità, mancata adozione. Le autorità competenti al ri-
qualità paesaggistica, potenzialità di usi e lascio delle autorizzazioni sono tenute a respin-
fruizioni. A tal fine è indispensabile che gli in- gere progetti privi di adeguate motivazioni.
terventi fluviali, compresi quelli dettati da moti- Le presenti indicazioni non hanno alcu-
vazioni preminenti o esclusive di sicurezza idrau- na pretesa di completezza: intendono solo forni-
lica, incorporino a pieno titolo fin dalle fasi del- re spunti metodologici e principi ispiratori, nel-
la progettazione, anche tutti gli accorgimenti tec- la convinzione che, una volta compresa e fatta
nici necessari non solo a mitigare l’impatto am- propria la filosofia ispiratrice, la creatività dei
bientale, ma a migliorare la funzionalità ecolo- progettisti saprà individuare gli accorgimenti più
gica. adeguati ai singoli casi specifici. Esse sono strut-
È ovvio che tale progettazione richiede- turate in un capitolo introduttivo contenente al-
rà il concorso di professionalità di tipo biologi- cuni principi ispiratori di caratteristiche genera-
co-naturalistico, per lo più assenti negli enti com- le e in due capitoli applicativi, dedicati rispetti-
petenti alla manutenzione dei corsi d’acqua, per vamente ai fiumi e torrenti e al reticolo
il retaggio storico di un atteggiamento mentale idrografico minore, soprattutto di pianura.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 3


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

CAP. 1
PRINCIPI ISPIRATORI
In questo capitolo vengono esposti alcuni ciente depuratore naturale e, nel contempo, rap-
principi elementari sul funzionamento degli eco- presenta un’importante fonte alimentare per in-
sistemi d’acque correnti, sfrondati di ogni aspet- vertebrati acquatici di maggiori dimensioni, detti
to teorico e mirati, invece, alla comprensione del- perciò macroinvertebrati.
l’importanza rivestita da alcuni elementi morfo- Questi ultimi, lunghi da pochi mm a po-
logici fluviali (raschi, pozze, meandri, barre, mas- chi cm e quindi visibili ad occhio nudo, com-
si, fasce di vegetazione riparia, ecc.) per la fun- prendono molluschi, vermi, crostacei e numero-
zionalità dell’ecosistema, elementi da introdurre si ordini di larve d’insetti (Fig. 2). Anche i ma-
perciò nella progettazione degli interventi. croinvertebrati, grazie alla loro abbondanza (mi-
gliaia d’individui per m2 d’alveo bagnato) e alle
complesse reti alimentari, costituiscono un se-
1.1 Eterogeneità del substrato condo sistema depurante che rimuove dalle ac-
que le sostanze organiche d’origine naturale (es.
foglie) o antropica (es. scarichi fognari), utiliz-
Massi, ciottoli, ghiaie, sabbie, limi non zandole come cibo.
sono un rivestimento inerte dell’alveo, ma un Poiché gran parte delle larve d’insetti
substrato che ospita ricchi popolamenti viventi. acquatici, raggiunta la maturità, sfarfalla, l’inte-
Il perifiton (la pellicola biologica verdastra, sci- ra comunità dei macroinvertebrati può essere
volosa al tatto, che riveste i substrati sommersi) interpretata come un dispositivo che depura le
è paragonabile ad una prateria in miniatura co- acque dalla materia organica morta d’origine ter-
stituita da organismi microscopici (Fig. 1): pro- restre (escrementi, frammenti vegetali) e la re-
duttori fotosintetici (diatomee ed altre microal- stituisce all’ambiente terrestre sotto forma di que-
ghe), consumatori erbivori e carnivori (ciliati, gli organismi alati (effimere, plecotteri, tricotteri,
suctori, rotiferi, tardigradi, ecc.) e i(funghi e bat- ditteri, libellule, ecc.) che contribuiscono a ren-
teri). Grazie all’elevata superficie ricoperta e al- dere più affascinanti gli ambienti fluviali (Fig. 3).
l’elevato metabolismo, questo biofilm perifitico È importante notare che le numerose spe-
funziona come un silenzioso, gratuito ed effi- cie di macroinvertebrati presentano sofisticati

Fig. 1. Come una prateria in miniatu-


ra, il biofilm che riveste i ciottoli è un
ecosistema dominato da vegetali, come
le microalghe illustrate, e popolato da
animali microscopici, erbivori e carni-
vori.

4 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

adattamenti anatomici, fisiologici e com- Un insegnamento pratico da trarne nel-


portamentali a particolari condizioni micro- l’esecuzione dei lavori fluviali è la cura nell’evi-
ambientali (velocità di corrente, profondità, tem- tare lo spianamento dell’alveo, che lascerebbe
peratura, luminosità, ossigeno disciolto, granu- un materasso ciottoloso con condizioni micro-
lometria del substrato, concentrazione di inqui- ambientali piuttosto uniformi. Al contrario, l’in-
nanti, ecc.), com’è facilmente intuibile osservan- troduzione in alveo di grossi massi in ordine spar-
do il loro aspetto molto diversificato (Fig. 2). so e, più in generale, d’elementi che incremen-
Ne deriva che l’eterogeneità del substrato (mas- tano la diversità ambientale a livello di micro-
si, ciottoli, pietrisco, ecc.) è un requisito indi- scala (dai decimetri a qualche metro) sono ac-
spensabile per ospitare una comunità ben strut- corgimenti di basso costo e d’elevata efficienza
turata e diversificata, capace d’esplicare un’ef- per migliorare il potere autodepurante e l’ido-
ficiente autodepurazione (Fig. 4). neità dell’habitat ai macroinvertebrati.

Fig. 2. Popolamento di macroinverte-


brati di una stazione fluviale (è rappre-
sentato un solo individuo per specie).
La varietà di forme lascia intuire le spe-
cializzazioni e gli adattamenti a parti-
colari microhabitat. Un tratto fluviale
piuttosto uniforme, con pochi microha-
bitat, è in grado di ospitare una comu-
nità ridotta, con conseguente riduzione
del potere autodepurante.

B
F
Fig. 3. L'essenza del processo autode-
C purante. I rifiuti organici provenienti
dal territorio (A: foglie e frammenti ve-
getali, B: escrementi e spoglie animali,
C: scarichi antropici), raggiunto il fiu-
me vengono "trasformati" in organismi
viventi acquatici (D: macroinvertebra-
G ti, E: pesci, ecc.) e in parte restituiti al
D
territorio sotto forma di libellule (F),
E effimere, perle, uccelli (G) e di altri or-
ganismi che contribuiscono a rendere
così affascinanti gli ambienti fluviali.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 5


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

foglie e fram-
massi e menti vegetali
cascatella ai margini

sabbie e limi
sui ciottoli

barra
obliqua

muschi sul
masso

briglia di ghiaino
tronchi e detriti

Segmento fluviale Tratto fluviale Sistema “buche/raschi” Microambienti

Fig. 4. Sistemi gerarchici di habitat fluviali. La scala del tratto fluviale è caratterizzata dalla successione buche/
raschi, di fondamentale importanza per l’ittiofauna; la scala inferiore da un sistema di microambienti differenziati,
determinante per le comunità di macroinvertebrati.

1.2 Raschi, pozze, meandri il moto convergente della corrente determina


un’accentuata azione erosiva, inducendo la for-
mazione di una buca presso il lato esterno della
L’importanza della diversità ambientale curva e di una barra di meandro presso il lato
si ripropone alla scala dimensionale superiore interno. Superata la curva, il rallentamento della
(dalle decine alle centinaia di metri) come re- corrente indotto dal moto divergente su una se-
quisito essenziale per i popolamenti ittici. I pe- zione più ampia favorisce il deposito dei mate-
sci, infatti, nell’arco della loro giornata, si spo- riali erosi dalla buca.
stano da un ambiente all’altro per compiere de- Pertanto, oltre a divagare lateralmente,
terminate attività: alimentazione, esplorazione, la corrente divaga anche verticalmente, scenden-
sosta, rifugio, riproduzione. I salmonidi, ad do nelle buche e risalendo nei raschi (Fig. 6). In
esempio, richiedono ripari dalla corrente, rifugi questi ultimi, per la ridotta profondità, si realiz-
dai predatori, raschi per cibarsi, pozze per la so- zano condizioni d’elevata turbolenza, contrastan-
sta, tratti di transizione tra pozze e raschi per ti con quelle più calme delle buche; ne consegue
l’ovodeposizione. anche una diversificazione granulometrica, con
Le esigenze ambientali per ciascuna at- sedimenti più fini nelle buche e nettamente più
tività variano non solo da una specie all’altra, grossolani nei raschi.
ma anche con l’età di ciascun individuo. Per ospi- La sinuosità del tracciato dei corsi d’ac-
tare un popolamento diversificato è perciò ne- qua, lungi dall’avere un valore meramente este-
cessario che in un tratto fluviale non eccessiva- tico, è importante proprio per l’insieme dei pro-
mente lungo siano presenti tutti gli habitat ne- cessi di diversificazione del substrato da essa
cessari allo svolgimento di tutte le attività per indotti e, quindi, per il mantenimento e rinnova-
tutte le specie ittiche e per tutti i loro stadi vitali. mento di quella pluralità di habitat necessaria a
Queste condizioni si verificano nei corsi garantire l’idoneità ambientale all’ittiofauna.
d’acqua naturali per la presenza di una sinuosità Va inoltre ricordato che i meandri natu-
laterale e di una verticale, indotta dalla prima rali non mantengono una posizione fissa, ma
(Fig. 5). In corrispondenza di una curva, infatti, accentuano progressivamente la loro curvatura

6 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

DIVERSITÀ AMBIENTALE
Nei corsi d'acqua naturali la corrente è continuamente variabile sia nel tempo
che nello spazio, anche a distanze molto brevi; non vi sono filetti fluidi paralleli
tra loro o alle rive. Si formano così irregolarità morfologiche che restano
stabili per un ampio intervallo di portate e si automantengono:
~ Buche (pool): approfondimenti allungati, generalmente sul lato esterno
delle anse; flusso convergente alle alte portate; bassa velocità alle basse
portate; sedimenti fini; mantenendo acqua, consentono agli organismi
acquatici di superare periodi di magra;
~ Barre di meandro (o barre a punta, point bar): zone di sedimentazione
adiacenti alle buche, sul lato interno delle anse; sezione trasversale
asimmetrica;
~ Raschi (riffle): aree rilevate, generalmente nei tratti rettilinei, paragonabili
a brevi rapide; flusso divergente alle alte portate; elevata velocità e
turbolenza, anche alle basse portate; substrato grossolano; sezione
trasversale simmetrica; rischio di prosciugamento alle basse portate;
~ Vegetazione riparia: stabilizza l'alveo, fornisce detrito organico (cibo per
gli organismi acquatici), limita l'eccessivo sviluppo della vegetazione
acquatica, protegge dall'eccessiva illuminazione e riscaldamento, inter-
cetta, filtra e depura le acque di dilavamento del suolo.

A PIANTA
B
A
P Pb
B
P Rf
Rf Rf
P B Pb B'
Pb Pb P
Pb
Pb Flusso Flusso
A' P
P diverg. converg.
Rf

B' SEZIONE B-B’ (in curva)

A
Rf
A'
D
C Flusso divergente
5m
Rf Superficie dell'acqua

SEZIONE A-A’ (di un raschio) P

PROFILO Rf
LONGITUDINALE P

P Pool (buche)
Pb Point bar (barre)
Rf Riffle (raschi)

Fig. 5.Elementi morfologici di rilevanza ecologica in un alveo naturale, alla scala del tratto fluviale.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 7


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

e si spostano, sia pure lentamente, verso valle. ghezza costante, interrompe questi processi, de-
Le buche, infine, mantenendo acqua anche in teriorando le condizioni di vita per gli organi-
condizioni di magra, sono aree rifugio che con- smi acquatici, in particolare per i pesci.
sentono ai pesci e agli altri organismi acquatici Qualora la difesa delle sponde sia impo-
di superare periodi siccitosi. sta da esigenze di sicurezza, è perciò preferibile
L’indicazione pratica da trarne nella pro- mirare a conseguirla con pennelli deflettori che,
gettazione degli interventi fluviali è quella di sia pure in maniera artificiale, inducono un flus-
evitare ogni andamento rettilineo delle sponde so convergente della corrente (verso la sponda
ed ogni regolarizzazione dell’alveo (Fig. 7). La opposta) riproducendo in parte i processi natu-
costruzione di difese spondali, ad esempio, so- rali di mantenimento/rinnovamento di habitat
prattutto se miranti a conferire all’alveo una lar- diversificati (Fig. 14).

R
B

R
B lt

R Fig. 6. A sinistra: alla sinuosità latera-


le dell’alveo si aggiunge quella verti-
ln
B cale, come può intuirsi dalla presenza
di rilievi del fondo –segnalati dalla tur-
bolenza della corrente (R = raschi, B ln
= barra longitudinale)– e di buche e
calme, segnalate dalla superficie priva
d’increspature. Sopra: una buca (B) in-
terposta tra due raschi, e una barra la-
terale (B lt).

Fig. 7. Lo spianamento dell’alveo (so-


pra) che accompagna la devegetazione
(la freccia indica la ruspa) fa sì che, in
condizioni di piena (a sinistra), la cor-
rente sia uniforme ed elevata (come s’in-
tuisce dall’uniformità delle increspatu-
re della superficie). I pesci, privati dei
loro ripari, sono costretti ad un enorme
dispendio di energie per fronteggiare la
corrente e muoiono (talora anche alcu-
ni giorni dopo la piena) per l’accumulo
muscolare di acido lattico.

8 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

1.3 Massi, tronchi e duttori primari fotosintetici (alghe, muschi, ma-


altri ostacoli in alveo crofite acquatiche), hanno un metabolismo pre-
valentemente eterotrofico: in altre parole, la prin-
cipale fonte di cibo per gli organismi acquatici è
L’importanza della diversità ambientale d’origine terrestre ed è rappresentata in massi-
a piccola e media scala e i cenni sui processi che ma parte dalle foglie e dagli altri frammenti ve-
la generano, centrati sull’azione morfogenetica getali provenienti dalle fasce di vegetazione ri-
della corrente, fanno intravedere quanto possa paria e dai versanti boscosi. Poiché questa fonte
essere semplice ed economica l’adozione di ac-
corgimenti di miglioramento dell’habitat. Ad es.
l’introduzione in alveo di grossi massi (Fig. 8) o
di altri ostacoli (molto efficaci i tronchi incassa-
ti o alberi interi, ancorati con cavi d’acciaio: Fig.
9) induce una deviazione della corrente, la cui
forza determina la formazione di una buca e,
poco più a valle, l’accumulo dei sedimenti da
essa asportati.
Dispositivi simili possono essere util-
mente impiegati per riqualificare tratti d’alveo
all’interno di centri abitati o, comunque, rettifi-
cati in passato o costretti tra difese spondali,
nonché come misura di mitigazione o di com-
pensazione di interventi fluviali che comportino
una riduzione della diversità ambientale (es. ri-
sagomature, dragaggi, briglie, difese spondali).
I principi enunciati spiegano altresì l’im-
portanza del mantenimento delle barre e delle
isole fluviali, non solo per il loro valore intrin-
seco di habitat, ma anche per il ruolo morfoge-
netico svolto, mediato dalla corrente.
Merita d’essere ricordata anche un’altra
Fig. 8. L’introduzione di massi in alveo offre ai pesci ri-
importante funzione svolta da alcuni elementi pari dalla corrente e rifugi dai predatori, determina va-
morfologici che contribuiscono alla diversità riazioni locali della corrente e incrementa la diversità
ambientale. I corsi d’acqua, pur ospitando pro- ambientale (buche e barre a diversa granulometria).

Fig. 9. L’introduzione in alveo di albe-


ri (saldamente ancorati con cavi d’ac-
ciaio) induce la creazione di habitat
particolarmente favorevoli per l’ittio-
fauna.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 9


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

di cibo è molto discontinua –con un massimo e le aree a bassa profondità presso le rive.
corrispondente alla caduta autunnale delle foglie Può essere utile, per concludere, rammen-
e altri apporti minori in occasione di forti preci- tare le funzioni ecologiche svolte dall’eteroge-
pitazioni– appare chiara l’importanza di dispo- neità dell’alveo e, in particolare, dai massi sta-
sitivi capaci di trattenere in alveo questi mate- bili: habitat diversificati, induzione di processi
riali fino all’autunno successivo. Dispositivi di d’ulteriore diversificazione, supporto per il bio-
ritenzione con diverso grado d’efficacia sono i film depurante, ritenzione degli apporti alimen-
massi (tra i cui interstizi s’incastrano durevol- tari terrestri, ripari dalla corrente e rifugi dai pre-
mente le foglie), le pozze (per sedimentazione) datori (per i pesci).

alveo piatto e assolato:


l’acqua scorre lentamente raggi solari alveo di magra ombreg-
in strato sottile giato, con maggior pro-
fondità e velocità

maggior tempo minor tempo di


rallentamento maggior velocità
di esposizione esposizione
della corrente della corrente
all'irraggiamento all'irraggiamento

maggiore superficie
minor % di minor superficie esposta maggior % di
esposta all'irraggiamento
ombreggiamento all'irraggiamento solare ombreggiamento
solare

riscaldamento acque più


acque fresche

minor contenuto assenza di maggior


proliferazione
di ossigeno proliferazione contenuto di
algale
disciolto algale ossigeno disciolto
morie pesci e organismi
altri organismi acquatici sani
maggiori esigenze minori esigenze
di ossigeno assenza di crisi di ossigeno
crisi ipossiche
(metabolismo più ipossiche (metabolismo
elevato) rallentato)

Fig. 10. A sinistra: l’appiattimento dell’alveo, oltre a ridurre la diversità ambientale, determina il riscaldamento delle
acque e la riduzione dell’ossigeno disciolto proprio quando gli organismi acquatici ne hanno un maggior fabbisogno:
ne risultano morie ittiche. A destra: la presenza di un alveo di magra inciso mantiene le acque più fresche ed ossige-
nate, favorendo la vita degli organismi acquatici.

10 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

1.4 Alveo di magra inciso possano concentrarsi le portate di magra, le ac-


que si manterranno più fresche e scorreranno con
velocità e profondità sufficienti, assicurando con-
Molto spesso, nei lavori d’adeguamento dizioni idonee alla vita degli organismi acquati-
della sezione al passaggio delle portate di piena, ci (Fig. 10, a destra).
viene realizzato un alveo largo e piatto, con se- Da qui l’assoluta importanza, in tutti i
zione costante. Ciò può forse semplificare i cal- lavori che interessano l’alveo, di realizzare un
coli idraulici ma, purtroppo, può rendere proibi- alveo di magra inciso, serpeggiante all’interno
tive le condizioni di vita degli organismi acqua- di quello di piena (anch’esso, preferibilmente,
tici. non appiattito).
Infatti, essendo adeguato alle portate di
piena, l’alveo sarà nettamente sovradimensionato
rispetto alle portate abituali e, in maniera ancor 1.5 Fasce di vegetazione riparia
più accentuata, rispetto alla portata di magra. In
queste condizioni, la realizzazione di un fondo
piatto comporterà la dispersione delle acque su Le fasce di vegetazione riparia non van-
un’ampia superficie e indurrà una notevole ri- no concepite come un ambiente adiacente al fiu-
duzione della velocità e della profondità, con una me, ma come parte integrante dell’ecosistema
serie di conseguenze ecologiche negative, tra le fluviale, poiché forniscono un importante con-
quali il riscaldamento delle acque, la prolifera- tributo diretto al suo funzionamento (Fig. 11).
zione algale e condizioni predisponenti a dram- Esse, infatti, con la caduta delle foglie,
matiche cadute dell’ossigeno disciolto, con mo- apportano agli organismi acquatici la principale
rie di pesci e di altri organismi acquatici (Fig. risorsa alimentare; con l’ombreggiamento pro-
10, a sinistra). teggono le acque dal riscaldamento e consento-
Se, invece, l’alveo mantiene una sezione no perciò un maggior tenore d’ossigeno disciol-
similnaturale, con un solco più inciso nel quale to; intercettando e rallentando le acque di dila-

Cibo per gli organismi acquatici, consolidamento sponde


Ombreggiamento (acque più fresche e ossigenate) Fig. 11. Funzioni svolte
dalle fasce di vegetazione
Rimozione di nutrienti (controllo dell’eutrofizzazione)
riparia, in relazione alla
Controllo dei sedimenti (acque più limpide) loro ampiezza.
Moderazione delle esondazioni Fonte: U.S. Dept. of Agriculture
and U.S. Environmental Protec-
Habitat per la fauna (corridoio ecologico) tion Agency, 1997. Chesapeake
Bay Riparian Forest Buffer Han-
dbook: A guide for establishing
0 15 30 45 60 75 90 m and maintaining riparian forest
buffers.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 11


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

vamento dei versanti, favoriscono la sedimenta- getati fluviali assumono un’importanza determi-
zione dei solidi sospesi, contribuendo alla lim- nante per la funzionalità non solo degli ecosi-
pidezza delle acque fluviali, alla protezione dal stemi fluviali, ma anche dell’ecomosaico terri-
seppellimento delle ovature di pesci e macroin- toriale ad essi interconnesso che compone l’in-
vertebrati e alla rimozione dei fosfati (legati alle tero bacino.
particelle argillose); fornendo sostanze carbonio- La consapevolezza delle funzioni svolte
se solubili ai batteri associati agli apparati radi- dalla vegetazione riparia deve indurre a favorir-
cali, consentono la denitrificazione, proteggen- ne lo sviluppo. Solo nei casi d’effettiva perico-
do le acque fluviali dall’eutrofizzazione. losità è giustificato il taglio selettivo dei grandi
Grazie a queste ultime due funzioni, le esemplari pericolanti, mirante a mantenere la
fasce di vegetazione riparia vanno considerate a vegetazione allo stato arbustivo.
pieno titolo un terzo sistema depurante. Esse,
inoltre, consolidano le sponde, rallentano la ve-
locità delle acque di piena attenuandone la vio- 1.6 Periodo d’esecuzione
lenza, forniscono habitat ad una ricca fauna (in- dei lavori
vertebrati e vertebrati), costituiscono corridoi
ecologici di collegamento che consentono i mo-
vimenti e le migrazioni animali e il superamen- La consapevolezza che si sta operando
to delle frequenti barriere antropiche altrove pre- in un ecosistema vivente deve indurre a sceglie-
senti (infrastrutture viarie, aree urbanizzate). re il periodo più opportuno d’esecuzione di cia-
Per quest’ultima funzione, i corridoi ve- scun intervento, al fine d’arrecare il minor dan-

Mesi Î G F M A M G L A S O N D
Cicli Invertebrati/Insetti
riproduttivi: Salmonidi Ciprinidi e altri Salmonidi
fauna acquatica Pesca
Cicli biologici: idrofite Sviluppo
Manutenzioni Diserbo
Zone a salmonidi
Lavori
in alveo Zone Zone a Ciprinidi
Cipr.
Fusti, rizomi, talee Fusti, rizomi, talee
Sistemazioni e
manutenzioni Cure alle talee
(elofite)
+ + + + - - Sfalcio - - + + +
Sistemazioni e Semine
manutenzioni
(sp. erbacee) Sfalcio, diserbo
Talee/margotte Talee/margotte
Sistemazioni e
manutenzioni Piantagione Piantagione
(sp. legnose)
+ + + - - - Potature - - + + +
Cicli biologici: Nidificazione, riproduzione vertebrati
fauna terrestre
Vegetazione esistente + + + + - - Manutenzione - + + +

Fig. 12. Calendario dell'ingegneria naturalistica in ambito fluviale


[da LACHAT , 1991 (in R EG. EMILIA-ROMAGNA e VENETO, 1993)]

12 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

no possibile alla fauna terrestre ed acquatica. Una ed ottobre, evitando assolutamente il periodo ri-
guida alla scelta è riportata nella figura 12. produttivo (novembre-febbraio). Se, invece, sia-
Particolarmente importante è il rispetto mo in una zona a ciprinidi (tratto basso dell’asta
dei periodi riproduttivi, per evitare che il danno, principale del Magra e del Vara) il periodo d’in-
oltre a colpire le comunità animali, compromet- tervento va da settembre a gennaio, mentre van-
ta il loro successo riproduttivo, ripercuotendosi no evitati i mesi da marzo a luglio.
sulle generazioni successive. Ad esempio, per i Analogamente, per gli interventi sulle
lavori in alveo occorrerà tener conto se siamo in sponde o in golena occorrerà evitare il periodo
un tratto a salmonidi (tratto alto del Magra e del primavera-inizio estate per evitare di compro-
Vara e loro affluenti), nel qual caso l’intervento mettere la riproduzione degli uccelli.
deve essere effettuato preferibilmente tra agosto

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 13


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

CAP. 2
CRITERI PER INTERVENTI
SU FIUMI E TORRENTI

2.1 Premessa tali e sociali);


3. individuare le cause che generano il rischio
Nell’ambito dei lavori per la riduzione e privilegiare interventi direttamente mirati
del rischio idraulico gli aspetti puramente inge- alla loro eliminazione; solo qualora questa
gneristici delle opere in progetto devono essere fosse impraticabile ed adeguatamente moti-
analizzati e coordinati con gli aspetti ecologici, vata, sono ammissibili interventi volti alla
al fine di conseguire un duplice obiettivo: rea- temporanea rimozione degli effetti;
lizzare opere che abbiano l’efficienza idraulica 4. esporre le alternative progettuali prese in con-
richiesta nel rispetto delle norme di sicurezza e siderazione, con i relativi vantaggi e svan-
favorire la funzionalità ecologica e la formazio- taggi in termini economici, idraulici e
ne o il mantenimento di habitat naturali. naturalistici, e indicare gli accorgimenti di
I corsi d’acqua naturali, per effetto com- miglioramento dell’habitat acquatico, spon-
binato di erosione e deposito in occasione degli dale e terrestre adottati o i motivi che ne im-
eventi di piena, sono soggetti a continua evolu- pediscono l’adozione.
zione plano-altimetrica; nelle vicinanze di aree Nei prossimi paragrafi vengono forniti i
urbanizzate o di infrastrutture si possono così criteri da seguire per le più frequenti tipologie
determinare situazioni di rischio –principalmente d’intervento.
per erosione delle sponde o per riduzione del-
l’officiosità idraulica– che richiedono interventi In linea generale, in fase di pianificazio-
sistematori. ne e progettazione di lavori di sistemazione
Gli interventi di sistemazione idraulica idraulica di corsi d’acqua dovranno essere adot-
possono essere eseguiti unicamente se finaliz- tati i seguenti criteri.
zati alla messa in sicurezza di aree a rischio o al Per il ripristino dell’officiosità delle se-
recupero ambientale e devono essere compati- zioni sarà data priorità ad interventi d’allarga-
bili con la dinamica fluviale, evitando, ove pos- mento o formazione di nuove aree golenali con
sibile, l’irrigidimento dell’alveo e delle sponde, mantenimento di un alveo di magra di dimen-
le rettifiche o altri interventi che ostacolino le sioni limitate ed andamento planimetrico mean-
tendenze evolutive del corso d’acqua. driforme; ogniqualvolta possibile, occorre evi-
tare il rialzamento degli argini, la scolmatura
I progetti d’intervento, con un livello dell’alveo, l’ampliamento dell’alveo di magra.
d’approfondimento commisurato all’entità dei I vantaggi di tale soluzione sono il mi-
lavori, devono: glioramento delle condizioni di deflusso senza
1. valutare l’effettiva necessità della sistema- incremento del rischio connesso alla presenza
zione idraulica, in base agli elementi a ri- di argini di altezza elevata, riduzione dei livelli
schio (beni e persone) nel caso di mancato idrici a beneficio della sicurezza del corso d’ac-
intervento; qua a monte e/o a valle, riduzione delle velocità
2. stimare il rapporto costo dell’intervento/be- di deflusso con conseguente incremento del tem-
neficio atteso (in termini economici, ambien- po di corrivazione a beneficio dei tratti a valle,

14 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

mantenimento delle pendenze di equilibrio e/o 2.2 Indicazioni progettuali


della dinamica naturale del corso d’acqua, man- specifiche
tenimento di condizioni ecologiche ottimali sia
nelle aree golenali, per la presenza di vegetazio-
ne fluviale, sia nell’alveo di magra, per la pre- 2.2.1 Difese spondali
senza di un tirante idrico sufficiente a consenti- La realizzazione di difese spondali come
re lo sviluppo della fauna acquatica. opere pubbliche è giustificata quando sia minac-
L’ampliamento delle aree di pertinenza ciata la stabilità di centri urbani, infrastrutture o
del corso d’acqua prevederà l’acquisizione al importanti manufatti (in presenza pertanto di ri-
demanio fluviale di aree in passato già demania- schio idraulico), mentre è ingiustificata quando
li e successivamente sdemanializzate o di aree si tratti semplicemente di proteggere dall’ero-
comunque utili all’esecuzione di interventi di sione terreni agricoli o incolti.
messa in sicurezza, da asservire alla pertinenza Qualora l’erosione di sponda determini
fluviale. una situazione di rischio deve essere comunque
Nei tratti montani, ove si rendano neces- espressamente valutata la possibilità di deloca-
sari interventi di riduzione della pendenza del- lizzare l’opera da difendere, restituendo contem-
l’alveo con briglie o soglie, è opportuno ridurre poraneamente al fiume la fascia riparia proba-
l’altezza delle opere, incrementandone il nume- bilmente sottratta a suo tempo.
ro, al fine di non creare una barriera insuperabi- In ogni caso, nella scelta delle modalità
le dalla fauna ittica. Tali interventi dovranno costruttive occorre adottare accorgimenti che
comunque avere una funzionalità di riduzione garantiscano la diversità ambientale, evitando
del rischio idraulico; si ricorda che la presenza una pendenza costante delle sponde, il loro alli-
di frane nei versanti è indispensabile per l’ali- neamento a linee geometriche regolari (rette o
mentazione del trasporto solido dei corsi d’ac- curve) ed ogni uniformità (Fig. 13). A tal fine
qua e pertanto indispensabile per il mantenimen- meritano d’essere prese in considerazione varie
to di condizioni d’equilibrio della rete idrografi- soluzioni alternative, tra le quali quelle di segui-
ca e dei litorali connessi. to indicate.
Una difesa spondale, ad esempio, può
essere sostituita da uno o più pennelli obliqui
che, pur svolgendo efficacemente la funzione

Fig. 13. Esempio da evitare: le scar-


pate spondali con superficie tendenzial-
mente piatta, pendenza uniforme e al-
lineamento geometrico riducono la di-
versità ambientale.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 15


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

antierosiva, inducono la formazione di barre fal- gimento, generando complesse turbolenze loca-
ciformi sulle sponde e di buche e barre in alveo li, migliora la diversità ambientale sia sulle spon-
(Fig. 14 e 15). de che in pieno alveo (Fig. 16).
Una protezione efficace che fornisce ha- Analoghi risultati possono ottenersi rive-
bitat particolarmente idonei all’ittiofauna è il ri- stendo la sponda con tronchi muniti dell’appa-
vestimento con alberi saldamente ancorati alle rato radicale, consolidati al piede con massi e
sponde con cavi d’acciaio; anche questo accor- profondamente immorsati nelle sponde (Fig. 17).

pennello
buca
barra
barra

barra
Fig. 14. A differenza delle tradizionali
difese spondali longitudinali, i pennel-
raschio li deflettori inducono la formazione di
habitat differenziati nelle sponde e in
pieno alveo.

Fig. 15. Pennello mobile in massi le-


gati con cavi d’acciaio..

Fig. 16. Una serie di alberi collegati,


ancorati alla sponda o a galleggianti,
riduce la velocità di corrente presso la
sponda e intrappola sedimenti, favo-
rendo l’insediamento di vegetazione
che fornisce un’ulteriore protezione.

16 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

Qualora s’intenda ricorrere al tradizionale 2.2.2 Arginature


rivestimento in massi ciclopici va almeno evita- Gli argini costruiti a diretto contatto del-
to di conferire una superficie regolare, tenden- l’alveo differiscono dalle difese spondali nella
zialmente liscia, alla scarpata spondale. A tal forma (per la sopraelevazione rispetto al piano
fine, oltre a provvedere alla rivegetazione inse- di campagna) e nelle finalità (contenere anche
rendo robuste talee di salice tra i massi (Fig. 18), le acque di piena anziché la sola erosione delle
è opportuno introdurre elementi di scabrezza sponde). A tutti gli inconvenienti ambientali delle
(massi sporgenti, brevi pennelli al piede). difese spondali, amplificati per la sopraelevazio-
Difese spondali resistenti a forti solleci- ne, si aggiungono quelli di natura idraulica. Gli
tazioni meccaniche, quali i rivestimenti con asto- argini, infatti, se localmente impediscono le
ni di salici e le palificate vive, semplici o doppie esondazioni, trasferiscono il rischio idraulico a
(Fig. 19), sono descritte nei manuali d’ingegne- valle, ove risulta così accentuato.
ria naturalistica. La scelta di realizzare argini deve quindi
Non va dimenticato, infine, che una pro- essere preceduta da una seria riflessione critica
tezione sufficiente può spesso essere raggiunta sulla loro reale opportunità. In linea di massi-
semplicemente rivegetando le sponde (Fig. 20). ma, le arginature sono giustificate solo in casi
Un’azione consolidante veramente eccezionale particolari, ad esempio negli attraversamenti di
sembra fornita da varie specie di Vetiveria. abitati a rischio idraulico e nel basso corso, soli-

Fig. 17. Massi e tronchi con l’intero


apparato radicale, ben immorsati nel-
le sponde, resistono a correnti molto
elevate e forniscono habitat per i pe-
sci. Sulla sommità della sponda così
stabilizzata è opportuno l’impianto di
vegetazione, per un ulteriore consoli-
damento. Tronchi di pioppo o salice
spesso germogliano accelerando la
colonizzazione.

Fig. 18. Difesa spondale in massi con


talee che svolgono una funzione con-
solidante, impedendo la perdita dei
materiali fini, ed una naturalistica.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 17


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

tamente molto antropizzato. stici (Fig. 21B). Il nuovo argine finito, invece,
Anche nei casi in cui risultino indispen- dovrà avere una forma irregolare: sarà planime-
sabili, tuttavia, non vi è alcuna necessità, a meno tricamente non rettilineo (Fig. 21A e 21D), di
che non ci si trovi in pieno centro cittadino con larghezza maggiore rispetto alla larghezza mi-
assoluta mancanza di spazio, che gli argini ven- nima (Fig. 21B) e con scarpate di forma irrego-
gano realizzati rettilinei, a sezione trapezoidale lare con pendenze inferiori a quelle relative al
uniforme. dimensionamento statico-idraulico. Anche il pro-
Sia nella progettazione di nuovi argini filo longitudinale sommitale dovrà essere leg-
che nell’adeguamento di quelli preesistenti si do- germente ondulato (Fig. 21C).
vrà optare per la realizzazione di corpi arginali
ben più larghi di quanto necessario ai soli fini 2.2.3 Briglie
idraulici. Lo scheletro portante di ogni opera do- Le principali componenti dell’impatto
vrà essere dimensionato, staticamente e idrauli- ambientale delle briglie sono:
camente, nelle sue dimensioni minime per as- • ostacolo alla risalita dell’ittiofauna, che vie-
solvere alle funzioni di contenimento delle ac- ne frammentata in tanti popolamenti
que di piena secondo i classici criteri ingegneri- riproduttivamente isolati (la maggior parte

Rinterro
Talee di salice
e/o piantine

Riempimento
Pietrame di cava
2/3

con terreno

Riempimento
18-25

1/3

con materiale
grossolano

Scavo in contro-
pendenza 10%
Pali in legname o metallo Fig. 19. Palificata doppia viva, arma-
ta al piede.

Fig. 20. L’impianto di talee di ontano,


pioppo, salice o altre specie accresce
la scabrezza dell’alveo, riduce la velo-
cità della corrente sulla scarpata spo-
nale e favorisce la cattura di sedimen-
ti. È una dei più semplici accorgimenti
di consolidamento delle sponde.

18 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

Fiume Stella
A

B
SEZ. TRASV.

PROFILO

PIANTA

Fig. 21. Rilevati arginali a nastro nel Parco Naturale del fiume Stella, in Friuli. [CAVAZZA, 1990]

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 19


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

della fauna ittica non riesce a superare osta- ze del ripascimento solido degli alvei e del lito-
coli più alti di 30-40 cm); rale. Nei casi puntuali in cui le briglie risultino
• a monte delle briglie, per l’accumulo di se- veramente necessarie, occorre adottare gli accor-
dimenti e la ridotta pendenza, l’alveo divie- gimenti opportuni a contenere almeno il loro
ne un materasso ciottoloso piatto e unifor- impatto biologico. Al fine di garantire la loro
me; vengono così ridotte la diversità ambien- funzione idraulica e geomorfologica, infatti, non
tale, la diversità biologica e la capacità vi è alcuna necessità di costruirle nel modo tra-
autodepurante; dizionale, a scalino in calcestruzzo: in particola-
• l’accumulo di sedimenti a monte delle bri- re, il dislivello tra la sommità e il piede della
glie si riflette in un’erosione accentuata a briglia può essere realizzato gradualmente, su
valle di esse. una distanza maggiore, anziché con un unico
La costruzione di nuove briglie deve dun- salto verticale.
que essere preceduta da una rigorosa valutazio- La progettazione dovrà quindi ispirasi a
ne della loro effettiva necessità, tenuto conto due principi fondamentali: ridurre l’altezza del
anche della loro contraddittorietà con le esigen- salto (ad esempio costruendo più briglie basse

Fig. 22. La briglia con salto verticale


può essere sostituita o convertita in una
scogliera inclinata, facilitando la risa-
SEZIONE LONGITUDINALE lita dei pesci e degli altri organismi
PIANTA
acquatici.

rampa:
A A' altezza= 1,5 m
lunghezza= 30 m
Pietrame larghezza= 30 m
Fila di pali pendenza= 1:15 - 1:20
lunghezza: 4,5 m
distanza: 60 cm

PIANTA


˜˜ SEZIONE A - A'

˜˜ Fig. 23. Rampa in pietrame a struttura
reticolare: i piccoli bacini consentono
h= 3-3,5 m
ai pesci di riposarsi e recuperare ener-
d= 1-2 m Pietrame a
Pali funzione antierosiva gie tra un salto e il successivo.

20 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

anziché una sola alta) e sostituire il salto verti- anzi, l’adozione di accorgimenti volti a minimiz-
cale con una rampa inclinata (Fig. 22). Questo zare il danno ecologico.
accorgimento, oltre a ridurre le difficoltà di ri- Devono quindi essere individuate le sin-
salita per l’ittiofauna, protegge la briglia dallo gole piante che, rappresentando un pericolo, van-
scalzamento al piede. In ogni caso, l’altezza della no potate o abbattute; gli alberi tagliati, inoltre
briglia e la pendenza e lunghezza della rampa (o almeno una loro consistente frazione), non
inclinata devono essere superabili dai pesci. La vanno allontanati, ma depezzati in modo da non
soluzione più semplice ed affidabile per conse- rappresentare più un pericolo idraulico. I tron-
guire tale risultato è la realizzazione di una ram- chetti e la ramaglia vanno in parte abbandonati
pa in pietrame, una sorta di rapida artificiale mu- in piccoli cumuli nei terreni ripari (forniscono
nita di vasche di riposo, che consenta ai pesci di habitat e rifugio e sostengono nuove reti alimen-
suddividere lo sforzo di risalita in una serie di tari) e in parte disseminati in pieno alveo, prefe-
brevi salti, intervallati da soste (Fig. 23). ribilmente incassati nel substrato ciottoloso.
Nel caso di briglie particolarmente lar-
ghe, i costi possono essere contenuti limitando 2.2.5 Risagomature dell’alveo
la larghezza della rampa a pochi metri, avendo Nel caso di dragaggi, risagomature, ri-
cura che essa sia sempre alimentata, anche in calibrature ed altri interventi in alveo, la con-
condizioni di magra. Nelle rampe con pendenza sapevolezza dell’importanza ecologica della di-
elevata occorrerà impermeabilizzare il fondo per versità ambientale dovrà far rifuggire da ogni
evitare che l’acqua si infiltri, lasciando all’asciut- forma geometrica e, in particolare, dallo spia-
to la rampa. namento dell’alveo. Questo, infatti, costringen-
do le acque a disperdersi su una superficie molto
2.2.4 Taglio della vegetazione ampia, può determinare una profondità ed una
Se la vegetazione forestale che ricopre i velocità talmente ridotte da non soddisfare i re-
versanti svolge un insostituibile ruolo nella re- quisisti minimi per le attività vitali dei pesci:
golazione delle piene, quella fluviale consolida frega, incubazione, sosta, migrazione, alimen-
le sponde e, proprio offrendo resistenza alla cor- tazione. Ancora più dannosa per i popolamenti
rente, ritarda la corrivazione delle acque, atte- ittici può essere la riduzione della rugosità del-
nuando così i picchi di piena. l’alveo che comporta la scomparsa di habitat
Se è vero dunque che localmente un grup- vitali: aree di sosta, ripari dalla corrente, rifugi
po di piante può indurre un’elevazione del livel- dai predatori. Naturalmente le condizioni più
lo idrico e favorire l’esondazione, è altrettanto critiche si verificheranno nei periodi di basse
vero che la loro azione cumulativa, estesa a tut- portate; anche durante le piene, tuttavia, la
to il reticolo idrografico, attenua il rischio idrau- mancanza di ripari dalla corrente potrebbe ri-
lico e che quest’ultimo è in massima parte la di- sultare letale per i pesci.
retta conseguenza dell’imprevidenza umana: co- Per altri aspetti si rivedano i paragrafi 1.1,
strizione dei fiumi in alvei ristretti per “guada- 1.2 e 1.3 e le relative figure.
gnare” terreno, ponti con luci inadeguate, loca- Dovendo aumentare la sezione, è quindi
lizzazione imprudente degli insediamenti, imper- preferibile lasciare indisturbati l’alveo di magra
meabilizzazione del territorio, ecc. e quello di morbida, effettuando gli scavi nel-
Nonostante la sua doverosa riabilitazio- l’alveo di piena. Si realizza così un alveo a due
ne, occorre prendere atto che in molte situazioni stadi nel quale le portate ordinarie restano con-
la vegetazione arborea –sia pure a causa degli finate nell’alveo originario mentre quelle di pie-
errori umani– rappresenta un effettivo pericolo; na vengono accolte nell’alveo più ampio e con
vi sono dunque situazioni locali in cui occorre letto più elevato, ricavato dallo scavo del piano
procedere al taglio della vegetazione. Ciò non di campagna. In questo modo l’alveo normale,
giustifica, tuttavia, tagli indiscriminati; impone, più ristretto, previene l’eccessivo deposito di se-

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 21


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

dimenti, conserva l’eterogeneità del substrato, i ogni nuovo ponte dovrà perciò essere presa nel-
ripari per pesci e la sequenza buche-raschi, e for- la massima considerazione la soluzione proget-
nisce habitat idonei ai pesci ed ai macroinverte- tuale della campata unica o, comunque, un di-
brati (Fig. 24). Nell’alveo ampliato può essere mensionamento “a misura d’albero”, cioè tale
reimpiantata la tipica vegetazione riparia. da non comportare pericoli d’ostruzione dovuti
Nei casi estremi, in cui cause di forza ad alberi trascinati dalle piene.
maggiore impongono lo scavo dell’alveo origi- Per opere temporanee (guadi, rampe, pi-
nario, è necessario adottare a fine lavori accor- ste di cantiere, ecc.) dovrà essere predisposto
gimenti di miglioramento dell’habitat, come l’in- ogni accorgimento atto a ridurre gli effetti sulla
troduzione in alveo di massi, singoli o in gruppi dinamica del corso d’acqua, valutando inoltre gli
(si vedano il paragrafo 1.3 e le Fig. 8-10). effetti del rigurgito in riferimento ad eventuali
incrementi del rischio e/o riduzioni del franco di
2.2.6 Ponti sicurezza nei tratti a valle e/o a monte dell’area
I manufatti da realizzarsi nelle pertinen- di intervento. Al termine dei lavori dovranno es-
ze di un corso d’acqua, quali ponti, attraversa- sere ripristinati i luoghi con interventi di rinatu-
menti e altre opere, non devono interferire con il ralizzazione e di ripristino degli habitat naturali
deflusso delle acque, con riferimento agli eventi mediante impianto di piante autoctone.
di piena con tempo di ritorno di 200 anni. Per

livello
ordinario

A
situazione iniziale

Fig. 24. Modalità di amplia-


mento dell'alveo ecologicamen-
te scorrette (B) e corrette (C e
D).
B ▼ A: profilo trasversale originale.
ampliamento con appiattimento dell'alveo B: l'appiattimento dell'alveo in-
duce notevoli riduzioni della
profondità, della velocità della
corrente, della granulometria
del substrato, della diversità
ambientale, della funzionalità
C ▼ ecologica. C: l'ampliamento
(con rivegetazione a fine lavori)
tende ad aumentare la capacità
ampliamento con riproposizione del profilo originale (e rivegetazione finale)
idraulica ed a consentire il rista-
bilirsi di equilibri biologici simili
a quelli della situazione di par-
tenza. D: l'ampliamento (con ri-
vegetazione a fine lavori) viene

D effettuato su una sola sponda al
fine di lasciare indisturbato l'al-
ampliamento su una sola sponda (con rivegetazione); alveo originario indisturbato veo e di minimizzare l'impatto
ambientale.

22 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

Cap. 3

CRITERI PER INTERVENTI


SU FOSSI E CANALI
3.1 Introduzione vegetazione rispettoso, che conservi al contem-
po il potere autodepurante, i rifugi per pesci, gli
I fossi, nonostante l’origine artificiale di habitat per gli insetti; la conservazione delle bor-
molti di essi, ospitano una ricca comunità ani- dure vegetali sulle rive (in quanto proteggono le
male e vegetale, particolarmente preziosa se si sponde dall’erosione senza rappresentare un reale
considera che le nostre pianure costiere sono state ostacolo al drenaggio); il letto non deve essere
drammaticamente impoverite dal punto di vista uniforme e limoso, ma diversificato (con limo,
naturalistico a seguito delle grandi opere di bo- sabbia, ghiaia, ciottoli); il percorso non deve es-
nifica e che buona parte delle specie tipiche del- sere rettilineo, ma sinuoso; la profondità deve
le zone umide è stata costretta a rifugiarsi nei essere discreta e variare lungo il percorso;
pochi habitat relitti e nei fossi. È dunque neces- l’aspetto di un fosso ben tenuto, insomma, non è
sario adottare metodi costruttivi e manutentivi più quello “liscio e ben ordinato”, ma piuttosto
che ne rispettino o ne ripristinino il valore natu- quello “trasandato” dei ruscelli naturali (fig. 25).
ralistico.
Troppo spesso, per la mancata consape-
volezza di questo valore, la manutenzione dei
fossi mira unicamente a garantire un buon dre-
naggio: l’impatto ambientale connesso all’alveo
uniforme e all’uso di mezzi meccanici viene per-
petuato dai lavori di manutenzione; ogni asperi-
tà, ogni piccola curva vengono eliminate; i fossi
vengono “tenuti al loro posto”; si lavora “contro
di essi” anziché “con essi”; le sponde, non con-
solidate dalla vegetazione, diventano facilmen-
te erodibili; la qualità delle acque e la qualità
biologica dei fossi diventano scadenti.
In altri paesi europei sono state elabora-
te direttive e normative specifiche e avviate ini-
ziative per una gestione “rispettosa” dei fossi,
ruscelli, canali e, più in generale, dei piccoli corsi
d’acqua. Per la stesura delle presenti indicazioni
si è largamente attinto da esse, in particolare da
quelle danesi (Ministero dell’Ambiente e del-
l’Energia) e inglesi (Consiglio per la Conserva-
zione della Natura e Associazione dei Consorzi
di bonifica).
In sintesi, i nuovi orientamenti prevedo- Fig. 25. L’obiettivo di una corretta manutenzione dei fos-
no: l’abbandono dei dragaggi; uno sfalcio della si è di conferire loro un aspetto “trasandato”.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 23


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

Com’è facilmente intuibile, gli interven- solidamento delle sponde è rappresentato dalla
ti d’impatto biologico più drammatico sono il vegetazione, soprattutto dalla bordura al piede
diserbo e il dragaggio (soprattutto se estesi per spondale: spesso è proprio la rimozione di que-
lunghi tratti o per l’intero corso) e, in misura sta bordura che favorisce l’erosione al piede,
ancora maggiore, la tombatura. Ad essi sono innescando il collasso delle sponde (Fig. 26).
perciò dedicati i paragrafi che seguono. La strategia più efficace per prevenire gli
smottamenti spondali e rendere perciò superflui
i dragaggi è una gestione accorta dello sfalcio
3.2 Indicazioni progettuali della vegetazione, mirato al mantenimento della
specifiche bordura vegetale e alla creazione di un canale di
corrente, come indicato nel prossimo paragra-
3.2.1 Dragaggi fo.
Nel periodo di transizione a tale gestio-
L’accumulo di sedimenti in alveo è un ne sono d’estrema utilità le trappole per fango,
indice dell’instabilità delle sponde. Il loro dra- scavate nell’alveo stesso e dragate quando ne-
gaggio può risolvere temporaneamente il pro- cessario (Fig. 27). Di norma è richiesto all’ini-
blema, ma non è un intervento risolutivo; spes- zio uno svuotamento più volte all’anno mentre
so, anzi, accentua l’instabilità delle sponde, cre- in seguito, man mano che aumenta l’effetto pro-
ando un circolo vizioso che accresce i costi eco- tettivo delle sponde esplicato dalla vegetazione,
nomici e perpetua quelli ambientali. la necessità di svuotamento si dirada fino a che
Va ricordato che il più economico con- esso può essere abbandonato.

collasso
delle sponde

Ó Ô
Fig. 26. La corrente può ero-
la corrente sponde scalzate accumulo
dere il piede delle sponde pro-
erode qui al piede di fanghi
vocandone il collasso.

Fig. 27. Le trappole per fan-


go evitano la necessità di pe-
riodici dragaggi su lunghi trat-
SEZIONE ti di alveo e i connessi scon-
PROSPETTICA volgimenti ambientali. Posso-
trappola per fango no rivelarsi di importanza de-
terminante laddove vengano
costruite nuove strade che in-
tersecano il reticolo idrogra-
fico; trappole correttamente
SEZIONE progettate intercettano anche
LONGITUDINALE
idrocarburi ed altri inquinan-
ti.

24 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


Autorità di bacino interregionale del fiume Magra

Naturalmente occorre tenere presente le operazioni manutentorie più frequenti e di


che, col tempo, le fasce di vegetazione acquati- maggior impatto, poiché priva bruscamente l’in-
ca tendono ad accumulare sedimenti che si con- tero corso d’acqua di habitat essenziali per la
solidano e si fondono alle sponde; la riduzione fauna. Vengono perciò indicati due metodi d’in-
della sezione determina una riduzione della por- tervento alternativi che possono, in alcuni tratti,
tata veicolabile, sia pure in buona parte compen- essere utilmente combinati: l’ombreggiamento e
sata da un approfondimento del canale di cor- la realizzazione di un canale di corrente sinuoso.
rente. Di ciò occorre tenere conto nella proget- La fig. 29 fornisce alcuni consigli sul con-
tazione e nel dimensionamento; come norma trollo della vegetazione acquatica mediante om-
generale è preferibile un canale di corrente piut- breggiamento. Il controllo della proliferazione
tosto stretto e profondo, che assicuri una buona delle piante acquatiche mediante l’ombreggia-
velocità della corrente; l’altezza della banchina mento con filari di alberi è talmente efficace che,
vegetata dovrebbe corrispondere al livello del per non lasciare i fossi totalmente privi di piante
pelo libero dell’acqua in condizioni di magra acquatiche, riducendone l’interesse naturalisti-
normale. Le proporzioni relative tra canale di co, si consiglia di lasciare alcuni tratti non albe-
corrente e alveo di piena dipendono ovviamente rati sulla sponda posta a sud, in modo da pro-
dall’entità dell’escursione delle portate, il pri- durre un ombreggiamento lasso o a chiazze e da
mo dovendo essere dimensionato alle portate di diversificare l’ambiente acquatico.
magra e il secondo a quelle di piena. Per accrescere la diversità animale e ve-
Uno dei possibili schemi di ampliamen- getale e il valore paesaggistico è preferibile evi-
to, che resta nell’ottica dei canali rettilinei ma tare filari lunghi e monospecifici e piantare, in-
manutenuti con criteri accettabili dal punto di vece, piccole macchie o fasce di essenze arbu-
vista ecologico, è mostrato nella fig. 28. stive e arboree miste (fig. 30).
Tra le specie da impiegare per il rinver-
3.2.2 Controllo della vegetazione dimento delle sponde, le più indicate sono i sali-
ci (soprattutto Salix alba e S. purpurea), gli on-
Lo sfalcio radicale della vegetazione – tani e gli arbusti tipici della stazione, oltre alla
acquatica, spondale e, talora, riparia– è una del- cannuccia di palude (Phragmites australis) e alle

PRIMA

alveo di magra largo (bassa profondità e velocità)

riporto
scavo

DOPO Fig. 28. Esempio di amplia-


mento di un fosso che preve-
de la realizzazione di un ca-
nale di corrente e lo spazio
banchina vegetata canale di corrente (discreta profondità e velocità)
per una banchina vegetata.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 25


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canale principale

piante acquatiche

alberi
50 m

dove gli alberi ombreggia- dove gli alberi fornisco-


no il fosso, lasciare tratti no solo un parziale om-
non alberati di larghezza breggiamento, è accet-
variabile, come sopra tabile un filare continuo

A B C

Effetto dell'ombreggiamento sulle piante acquatiche man mano che si riduce l'ampiezza del
fosso: in A (ombreggiamento dei soli bordi) il centro alveo è colonizzato da piante acquatiche;
in C il fosso è totalmente ombreggiato, anche quando è orientato in direzione nord-sud.

Fig. 29. Controllo delle macrofite acquatiche mediante ombreggiamento

betulla
pubescente frassino
quercia

salice
sesto d'impianto irregola-
re, non rettilineo; impie-
gare specie autoctone
bianco-
spino

quercia
betulla pubescente quercia

quercia

frassino

biancospino
prato salice o ontano
prugnolo lasciare aree aperte per
accrescere la diversità
vegetale e animale

Fig. 30. Diversificazione delle essenze arboree ed arbustive riparie.

26 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


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tife (Typha spp.). Nella scelta del materiale (ta- Il metodo più economico per restituire
lee, piantine, rizomi, semi) va posta la massima ad un fosso rettilineo condizioni ecologiche ac-
attenzione ad impiegare ecotipi locali. cettabili senza comprometterne la funzionalità
Il sistema manutentorio della vegetazio- idraulica è dunque quello di effettuare uno sfal-
ne acquatica e spondale da applicare nella gene- cio mirato, di intensità ineguale ed alternata sul-
ralità dei casi è la realizzazione di un canale di le due sponde, che crei all’interno dell’alveo ret-
corrente. L’esperienza, infatti, ha dimostrato che tilineo un canale di corrente sinuoso, più stretto
per il ripristino della funzionalità idraulica non e, perciò, con maggior profondità e velocità di
è necessario uno sfalcio radicale, ma è sufficiente corrente (Fig. 32).
uno sfalcio parziale, pari a circa un terzo della Di anno in anno si interverrà con sfalci
larghezza dell’alveo. Con questi accorgimenti si mirati, in modo da accentuare tale sinuosità, fino
ottiene un netto miglioramento del deflusso e ad ottenere l’aspetto “trasandato” tipico dei cor-
abbassamento del livello idrico, con un minimo si d’acqua naturali (Fig. 25).
danno alla funzionalità ecologica. Qualora la funzionalità idraulica sia tal-
Sfalci più spinti apportano un contributo mente critica da non consentire uno sfalcio par-
marginale alla funzionalità idraulica, con un du- ziale, si dovrà procedere ad un ampliamento del-
plice inconveniente: il danno biologico conse- l’alveo (Fig. 28) finalizzato alla realizzazione
guente alla rimozione degli habitat-rifugio per progressiva di un canale di corrente.
la fauna acquatica e una più rapida ricrescita della Accorgimenti accessori, ma di grande
vegetazione acquatica (per la rimozione dell’om- importanza ecologica, sono la realizzazione di
breggiamento fornito dalle bordure vegetali la- buche (rifugio per la fauna acquatica nei periodi
terali). siccitosi) e di raschi (mediante introduzione in
Le regole di manutenzione integrata, alveo di letti ghiaioso-ciottolosi, a formare bar-
idraulica e naturalistica, dei fossi richiedono che re trasversali).
il canale di corrente creato dallo sfalcio non sia Per contenere la vegetazione arbustiva o
parallelo alle sponde, ma segua un andamento arborea riparia inclinata e instabile, che rischiasse
sinuoso. Se il fondo non è piatto, il canale di di cadere in alveo, sono da adottare potature di
corrente deve seguire l’alveo naturale, cioè la riequilibrio dei rami sporgenti, evitando per
parte più profonda (Fig. 31). quanto possibile il taglio alla base.

Sfalcio della vegetazione acquatica a centro alveo (SBAGLIATO!)

Fig. 31. Il canale di corrente


deve seguire la parte più profon-
da, che non corrisponde neces-
Sfalcio della vegetazione acquatica nel canale di corrente (GIUSTO!) sariamente (né preferibilmente)
al centro dell'alveo.

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 27


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Fig. 32. Al fosso Skiveren (Thisted, Dani-


marca), tra il 1987 (in alto a sinistra) e il
1990 (in basso a destra), è stata restituita la
sinuosità col semplice metodo dello sfalcio
di un canale di corrente.

3.2.3 Tombamenti zioni e allagamenti.


Per motivi biologici ed idraulici, il Pia-
I tratti intubati, come facilmente imma- no d’Assetto Idrogeologico vieta ogni forma di
ginabile, sono quelli col massimo impatto bio- tombatura di corsi d’acqua, ad eccezione dei bre-
logico: in essi l’assenza di luce impedisce la fo- vi tratti di attraversamento di strade od altre in-
tosintesi e, conseguentemente, l’insediamento frastrutture. Anche in questi brevi tratti è tutta-
dei macroinvertebrati erbivori, mentre i ridotti via necessario adottare gli accorgimenti volti a
scambi con l’atmosfera impoveriscono le acque minimizzare l’impatto ambientale. In particola-
di ossigeno e favoriscono la crescita dei batteri re, per consentire il transito dei pesci, l’estremi-
anaerobi nei sedimenti, con produzione di mel- tà posta a valle deve essere sempre parzialmente
me nerastre. Spesso, inoltre, rappresentano an- immersa e non deve formare una cascata (Fig.
che barriere agli spostamenti dei pesci: alcune 33); nei casi di attraversamenti già esistenti con
specie (ad esempio i coregoni) non attraversano cascata terminale si deve eliminare il salto rea-
i tratti bui. lizzando una rampa di ciottoli che consenta la
Anche dal punto di vista idraulico i tratti risalita dei pesci (Fig. 34).
intubati rappresentano punti critici: per la ridot- Il transito dei pesci nei tratti di attraver-
ta sezione o per la loro occlusione in occasione samento stradale può essere impedito anche da
di intense precipitazioni, si comportano spesso un battente d’acqua troppo basso o da una cor-
da strozzature idrauliche, determinando esonda- rente troppo elevata. Ad entrambi questi incon-

28 Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali


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Fig. 33. Esempi di sbocco di un tratto intubato. A sini-


SI stra: ecologicamente corretto. A destra: scorretto (impe-


NO ➨ disce la risalita dei pesci).

PRIMA DOPO ➨

Fig. 34. Rampa in pietrame (a destra) per mi-


gliorare l’accesso dei pesci allo sbocco di un
tratto intubato mal concepito (a sinistra).

singolo frammentatore

frammentatore
pelo libero acqua

Sezione longitudinale
B

Fig. 35. Inserimento di frammentatori di corrente (foto a sinistra) entro un tratto intubato di attraversamento stradale
ecologicamente scorretto (foto a destra). I frammentatori di corrente sono setti semilunari in legno, dotati di foro
centrale per il passaggio dei pesci (A), fissati su archi metallici inseriti in serie a distanza di circa 2 metri su una base
comune ed inclinati controcorrente (B).

Elementi di progettazione ambientale dei lavori fluviali 29


venienti si può rimediare introducendo entro il Nel caso di tratti intubati più lunghi gli
tubo una serie di setti semilunari (con funzione accorgimenti sopra descritti non sono sufficien-
di frammentatori di corrente e dotati di foro di ti: è quindi opportuna la predisposizione di pro-
passaggio basale) che mantengano un livello getti di ricostruzione di un alveo a cielo aperto
adeguato e suddividano il tubo in una serie di (Fig. 36 e 37).
vasche di riposo (Fig. 35).

Fig. 36. Il canale Enggård Bæk (Danimar-


ca), in passato intubato, viene riportato a
cielo aperto, con un tracciato sinuoso.

Fig. 37. Scavo di un fosso meandriforme lun-


go il tracciato del canale Isholm Landgrøft
(Danimarca), precedentemente tombato.

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