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MISURE DI SALVAGUARDIA
“ASSETTO IDROGEOLOGICO”
del bacino del Fiume Magra
e del Torrente Parmignola
Allegato 3
ELEMENTI DI
PROGETTAZIONE
AMBIENTALE DEI
LAVORI FLUVIALI
Autorità di bacino interregionale del fiume Magra
INDICE
Premessa 3
1 Principi ispiratori 4
1.1 Eterogeneità del substrato 4
1.2 Raschi, pozze, meandri 6
1.3 Massi, tronchi e altri ostacoli in alveo 9
1.4 Alveo di magra inciso 11
1.5 Fasce di vegetazione riparia 11
1.6 Periodo d’esecuzione dei lavori 12
PREMESSA
L’esigenza di redigere indicazioni vin- che considera i fiumi solo come fonte di perico-
colanti alle quali dovranno attenersi i progettisti lo o come risorsa da sfruttare, senza attribuire
d’interventi fluviali nasce dalla necessità di dare loro valori intrinseci.
risposte concrete alla diffusa consapevolezza, ac- Le indicazioni contenute in queste pagi-
quisita a livello culturale e recepita a livello ne non hanno alcuna pretesa di supplire a tale
normativo, che la tutela degli ambienti fluviali mancanza di professionalità, ma solo fornire al-
non è riducibile alla sola tutela delle acque, ma cuni principi ispiratori e alcuni loro spunti ap-
richiede misure di protezione e promozione del- plicativi. Non si tratta cioè né di un manuale tec-
la naturalità dell’intero alveo bagnato e delle fa- nico, né di un elenco di prescrizioni. L’unico
sce terrestri adiacenti. vincolo posto ai progettisti è di misurarsi con
Oggetto della tutela è cioè l’intero questi principi ispiratori: a loro è lasciata la pie-
ecosistema fluviale: non solo il contenuto (l’ac- na libertà di tradurli negli accorgimenti tecnici
qua), ma anche il contenitore fisico (l’alveo ba- ritenuti più opportuni. Più che un vincolo si trat-
gnato), i popolamenti animali e vegetali ta quindi di uno stimolo ad accettare la sfida del-
(acquatici e terrestri) e i processi fisici e biolo- l’innovazione e della crescita professionale, al-
gici lungo il gradiente longitudinale (dalla sor- largando la progettazione ad aspetti fino ad ieri
gente alla foce), laterale (dall’ambiente acquatico trascurati.
a quello terrestre), verticale (interscambi idrici e La libertà richiede tuttavia un’assunzio-
biologici tra acque superficiali e sotterranee) e ne di responsabilità da parte del progettista. Egli
temporale (che mantengono nel tempo la carat- è perciò tenuto a descrivere le soluzioni di mi-
teristica mutevolezza degli ambienti fluviali). glioramento ecologico prese in considerazione
Gli obiettivi sono il mantenimento d’ele- e a motivare adeguatamente la loro eventuale
vati livelli di qualità delle acque, biodiversità, mancata adozione. Le autorità competenti al ri-
qualità paesaggistica, potenzialità di usi e lascio delle autorizzazioni sono tenute a respin-
fruizioni. A tal fine è indispensabile che gli in- gere progetti privi di adeguate motivazioni.
terventi fluviali, compresi quelli dettati da moti- Le presenti indicazioni non hanno alcu-
vazioni preminenti o esclusive di sicurezza idrau- na pretesa di completezza: intendono solo forni-
lica, incorporino a pieno titolo fin dalle fasi del- re spunti metodologici e principi ispiratori, nel-
la progettazione, anche tutti gli accorgimenti tec- la convinzione che, una volta compresa e fatta
nici necessari non solo a mitigare l’impatto am- propria la filosofia ispiratrice, la creatività dei
bientale, ma a migliorare la funzionalità ecolo- progettisti saprà individuare gli accorgimenti più
gica. adeguati ai singoli casi specifici. Esse sono strut-
È ovvio che tale progettazione richiede- turate in un capitolo introduttivo contenente al-
rà il concorso di professionalità di tipo biologi- cuni principi ispiratori di caratteristiche genera-
co-naturalistico, per lo più assenti negli enti com- le e in due capitoli applicativi, dedicati rispetti-
petenti alla manutenzione dei corsi d’acqua, per vamente ai fiumi e torrenti e al reticolo
il retaggio storico di un atteggiamento mentale idrografico minore, soprattutto di pianura.
CAP. 1
PRINCIPI ISPIRATORI
In questo capitolo vengono esposti alcuni ciente depuratore naturale e, nel contempo, rap-
principi elementari sul funzionamento degli eco- presenta un’importante fonte alimentare per in-
sistemi d’acque correnti, sfrondati di ogni aspet- vertebrati acquatici di maggiori dimensioni, detti
to teorico e mirati, invece, alla comprensione del- perciò macroinvertebrati.
l’importanza rivestita da alcuni elementi morfo- Questi ultimi, lunghi da pochi mm a po-
logici fluviali (raschi, pozze, meandri, barre, mas- chi cm e quindi visibili ad occhio nudo, com-
si, fasce di vegetazione riparia, ecc.) per la fun- prendono molluschi, vermi, crostacei e numero-
zionalità dell’ecosistema, elementi da introdurre si ordini di larve d’insetti (Fig. 2). Anche i ma-
perciò nella progettazione degli interventi. croinvertebrati, grazie alla loro abbondanza (mi-
gliaia d’individui per m2 d’alveo bagnato) e alle
complesse reti alimentari, costituiscono un se-
1.1 Eterogeneità del substrato condo sistema depurante che rimuove dalle ac-
que le sostanze organiche d’origine naturale (es.
foglie) o antropica (es. scarichi fognari), utiliz-
Massi, ciottoli, ghiaie, sabbie, limi non zandole come cibo.
sono un rivestimento inerte dell’alveo, ma un Poiché gran parte delle larve d’insetti
substrato che ospita ricchi popolamenti viventi. acquatici, raggiunta la maturità, sfarfalla, l’inte-
Il perifiton (la pellicola biologica verdastra, sci- ra comunità dei macroinvertebrati può essere
volosa al tatto, che riveste i substrati sommersi) interpretata come un dispositivo che depura le
è paragonabile ad una prateria in miniatura co- acque dalla materia organica morta d’origine ter-
stituita da organismi microscopici (Fig. 1): pro- restre (escrementi, frammenti vegetali) e la re-
duttori fotosintetici (diatomee ed altre microal- stituisce all’ambiente terrestre sotto forma di que-
ghe), consumatori erbivori e carnivori (ciliati, gli organismi alati (effimere, plecotteri, tricotteri,
suctori, rotiferi, tardigradi, ecc.) e i(funghi e bat- ditteri, libellule, ecc.) che contribuiscono a ren-
teri). Grazie all’elevata superficie ricoperta e al- dere più affascinanti gli ambienti fluviali (Fig. 3).
l’elevato metabolismo, questo biofilm perifitico È importante notare che le numerose spe-
funziona come un silenzioso, gratuito ed effi- cie di macroinvertebrati presentano sofisticati
B
F
Fig. 3. L'essenza del processo autode-
C purante. I rifiuti organici provenienti
dal territorio (A: foglie e frammenti ve-
getali, B: escrementi e spoglie animali,
C: scarichi antropici), raggiunto il fiu-
me vengono "trasformati" in organismi
viventi acquatici (D: macroinvertebra-
G ti, E: pesci, ecc.) e in parte restituiti al
D
territorio sotto forma di libellule (F),
E effimere, perle, uccelli (G) e di altri or-
ganismi che contribuiscono a rendere
così affascinanti gli ambienti fluviali.
foglie e fram-
massi e menti vegetali
cascatella ai margini
sabbie e limi
sui ciottoli
barra
obliqua
muschi sul
masso
briglia di ghiaino
tronchi e detriti
Fig. 4. Sistemi gerarchici di habitat fluviali. La scala del tratto fluviale è caratterizzata dalla successione buche/
raschi, di fondamentale importanza per l’ittiofauna; la scala inferiore da un sistema di microambienti differenziati,
determinante per le comunità di macroinvertebrati.
DIVERSITÀ AMBIENTALE
Nei corsi d'acqua naturali la corrente è continuamente variabile sia nel tempo
che nello spazio, anche a distanze molto brevi; non vi sono filetti fluidi paralleli
tra loro o alle rive. Si formano così irregolarità morfologiche che restano
stabili per un ampio intervallo di portate e si automantengono:
~ Buche (pool): approfondimenti allungati, generalmente sul lato esterno
delle anse; flusso convergente alle alte portate; bassa velocità alle basse
portate; sedimenti fini; mantenendo acqua, consentono agli organismi
acquatici di superare periodi di magra;
~ Barre di meandro (o barre a punta, point bar): zone di sedimentazione
adiacenti alle buche, sul lato interno delle anse; sezione trasversale
asimmetrica;
~ Raschi (riffle): aree rilevate, generalmente nei tratti rettilinei, paragonabili
a brevi rapide; flusso divergente alle alte portate; elevata velocità e
turbolenza, anche alle basse portate; substrato grossolano; sezione
trasversale simmetrica; rischio di prosciugamento alle basse portate;
~ Vegetazione riparia: stabilizza l'alveo, fornisce detrito organico (cibo per
gli organismi acquatici), limita l'eccessivo sviluppo della vegetazione
acquatica, protegge dall'eccessiva illuminazione e riscaldamento, inter-
cetta, filtra e depura le acque di dilavamento del suolo.
A PIANTA
B
A
P Pb
B
P Rf
Rf Rf
P B Pb B'
Pb Pb P
Pb
Pb Flusso Flusso
A' P
P diverg. converg.
Rf
A
Rf
A'
D
C Flusso divergente
5m
Rf Superficie dell'acqua
PROFILO Rf
LONGITUDINALE P
P Pool (buche)
Pb Point bar (barre)
Rf Riffle (raschi)
Fig. 5.Elementi morfologici di rilevanza ecologica in un alveo naturale, alla scala del tratto fluviale.
e si spostano, sia pure lentamente, verso valle. ghezza costante, interrompe questi processi, de-
Le buche, infine, mantenendo acqua anche in teriorando le condizioni di vita per gli organi-
condizioni di magra, sono aree rifugio che con- smi acquatici, in particolare per i pesci.
sentono ai pesci e agli altri organismi acquatici Qualora la difesa delle sponde sia impo-
di superare periodi siccitosi. sta da esigenze di sicurezza, è perciò preferibile
L’indicazione pratica da trarne nella pro- mirare a conseguirla con pennelli deflettori che,
gettazione degli interventi fluviali è quella di sia pure in maniera artificiale, inducono un flus-
evitare ogni andamento rettilineo delle sponde so convergente della corrente (verso la sponda
ed ogni regolarizzazione dell’alveo (Fig. 7). La opposta) riproducendo in parte i processi natu-
costruzione di difese spondali, ad esempio, so- rali di mantenimento/rinnovamento di habitat
prattutto se miranti a conferire all’alveo una lar- diversificati (Fig. 14).
R
B
R
B lt
di cibo è molto discontinua –con un massimo e le aree a bassa profondità presso le rive.
corrispondente alla caduta autunnale delle foglie Può essere utile, per concludere, rammen-
e altri apporti minori in occasione di forti preci- tare le funzioni ecologiche svolte dall’eteroge-
pitazioni– appare chiara l’importanza di dispo- neità dell’alveo e, in particolare, dai massi sta-
sitivi capaci di trattenere in alveo questi mate- bili: habitat diversificati, induzione di processi
riali fino all’autunno successivo. Dispositivi di d’ulteriore diversificazione, supporto per il bio-
ritenzione con diverso grado d’efficacia sono i film depurante, ritenzione degli apporti alimen-
massi (tra i cui interstizi s’incastrano durevol- tari terrestri, ripari dalla corrente e rifugi dai pre-
mente le foglie), le pozze (per sedimentazione) datori (per i pesci).
maggiore superficie
minor % di minor superficie esposta maggior % di
esposta all'irraggiamento
ombreggiamento all'irraggiamento solare ombreggiamento
solare
Fig. 10. A sinistra: l’appiattimento dell’alveo, oltre a ridurre la diversità ambientale, determina il riscaldamento delle
acque e la riduzione dell’ossigeno disciolto proprio quando gli organismi acquatici ne hanno un maggior fabbisogno:
ne risultano morie ittiche. A destra: la presenza di un alveo di magra inciso mantiene le acque più fresche ed ossige-
nate, favorendo la vita degli organismi acquatici.
vamento dei versanti, favoriscono la sedimenta- getati fluviali assumono un’importanza determi-
zione dei solidi sospesi, contribuendo alla lim- nante per la funzionalità non solo degli ecosi-
pidezza delle acque fluviali, alla protezione dal stemi fluviali, ma anche dell’ecomosaico terri-
seppellimento delle ovature di pesci e macroin- toriale ad essi interconnesso che compone l’in-
vertebrati e alla rimozione dei fosfati (legati alle tero bacino.
particelle argillose); fornendo sostanze carbonio- La consapevolezza delle funzioni svolte
se solubili ai batteri associati agli apparati radi- dalla vegetazione riparia deve indurre a favorir-
cali, consentono la denitrificazione, proteggen- ne lo sviluppo. Solo nei casi d’effettiva perico-
do le acque fluviali dall’eutrofizzazione. losità è giustificato il taglio selettivo dei grandi
Grazie a queste ultime due funzioni, le esemplari pericolanti, mirante a mantenere la
fasce di vegetazione riparia vanno considerate a vegetazione allo stato arbustivo.
pieno titolo un terzo sistema depurante. Esse,
inoltre, consolidano le sponde, rallentano la ve-
locità delle acque di piena attenuandone la vio- 1.6 Periodo d’esecuzione
lenza, forniscono habitat ad una ricca fauna (in- dei lavori
vertebrati e vertebrati), costituiscono corridoi
ecologici di collegamento che consentono i mo-
vimenti e le migrazioni animali e il superamen- La consapevolezza che si sta operando
to delle frequenti barriere antropiche altrove pre- in un ecosistema vivente deve indurre a sceglie-
senti (infrastrutture viarie, aree urbanizzate). re il periodo più opportuno d’esecuzione di cia-
Per quest’ultima funzione, i corridoi ve- scun intervento, al fine d’arrecare il minor dan-
Mesi Î G F M A M G L A S O N D
Cicli Invertebrati/Insetti
riproduttivi: Salmonidi Ciprinidi e altri Salmonidi
fauna acquatica Pesca
Cicli biologici: idrofite Sviluppo
Manutenzioni Diserbo
Zone a salmonidi
Lavori
in alveo Zone Zone a Ciprinidi
Cipr.
Fusti, rizomi, talee Fusti, rizomi, talee
Sistemazioni e
manutenzioni Cure alle talee
(elofite)
+ + + + - - Sfalcio - - + + +
Sistemazioni e Semine
manutenzioni
(sp. erbacee) Sfalcio, diserbo
Talee/margotte Talee/margotte
Sistemazioni e
manutenzioni Piantagione Piantagione
(sp. legnose)
+ + + - - - Potature - - + + +
Cicli biologici: Nidificazione, riproduzione vertebrati
fauna terrestre
Vegetazione esistente + + + + - - Manutenzione - + + +
no possibile alla fauna terrestre ed acquatica. Una ed ottobre, evitando assolutamente il periodo ri-
guida alla scelta è riportata nella figura 12. produttivo (novembre-febbraio). Se, invece, sia-
Particolarmente importante è il rispetto mo in una zona a ciprinidi (tratto basso dell’asta
dei periodi riproduttivi, per evitare che il danno, principale del Magra e del Vara) il periodo d’in-
oltre a colpire le comunità animali, compromet- tervento va da settembre a gennaio, mentre van-
ta il loro successo riproduttivo, ripercuotendosi no evitati i mesi da marzo a luglio.
sulle generazioni successive. Ad esempio, per i Analogamente, per gli interventi sulle
lavori in alveo occorrerà tener conto se siamo in sponde o in golena occorrerà evitare il periodo
un tratto a salmonidi (tratto alto del Magra e del primavera-inizio estate per evitare di compro-
Vara e loro affluenti), nel qual caso l’intervento mettere la riproduzione degli uccelli.
deve essere effettuato preferibilmente tra agosto
CAP. 2
CRITERI PER INTERVENTI
SU FIUMI E TORRENTI
antierosiva, inducono la formazione di barre fal- gimento, generando complesse turbolenze loca-
ciformi sulle sponde e di buche e barre in alveo li, migliora la diversità ambientale sia sulle spon-
(Fig. 14 e 15). de che in pieno alveo (Fig. 16).
Una protezione efficace che fornisce ha- Analoghi risultati possono ottenersi rive-
bitat particolarmente idonei all’ittiofauna è il ri- stendo la sponda con tronchi muniti dell’appa-
vestimento con alberi saldamente ancorati alle rato radicale, consolidati al piede con massi e
sponde con cavi d’acciaio; anche questo accor- profondamente immorsati nelle sponde (Fig. 17).
pennello
buca
barra
barra
barra
Fig. 14. A differenza delle tradizionali
difese spondali longitudinali, i pennel-
raschio li deflettori inducono la formazione di
habitat differenziati nelle sponde e in
pieno alveo.
tamente molto antropizzato. stici (Fig. 21B). Il nuovo argine finito, invece,
Anche nei casi in cui risultino indispen- dovrà avere una forma irregolare: sarà planime-
sabili, tuttavia, non vi è alcuna necessità, a meno tricamente non rettilineo (Fig. 21A e 21D), di
che non ci si trovi in pieno centro cittadino con larghezza maggiore rispetto alla larghezza mi-
assoluta mancanza di spazio, che gli argini ven- nima (Fig. 21B) e con scarpate di forma irrego-
gano realizzati rettilinei, a sezione trapezoidale lare con pendenze inferiori a quelle relative al
uniforme. dimensionamento statico-idraulico. Anche il pro-
Sia nella progettazione di nuovi argini filo longitudinale sommitale dovrà essere leg-
che nell’adeguamento di quelli preesistenti si do- germente ondulato (Fig. 21C).
vrà optare per la realizzazione di corpi arginali
ben più larghi di quanto necessario ai soli fini 2.2.3 Briglie
idraulici. Lo scheletro portante di ogni opera do- Le principali componenti dell’impatto
vrà essere dimensionato, staticamente e idrauli- ambientale delle briglie sono:
camente, nelle sue dimensioni minime per as- • ostacolo alla risalita dell’ittiofauna, che vie-
solvere alle funzioni di contenimento delle ac- ne frammentata in tanti popolamenti
que di piena secondo i classici criteri ingegneri- riproduttivamente isolati (la maggior parte
Rinterro
Talee di salice
e/o piantine
Riempimento
Pietrame di cava
2/3
con terreno
Riempimento
18-25
1/3
con materiale
grossolano
Scavo in contro-
pendenza 10%
Pali in legname o metallo Fig. 19. Palificata doppia viva, arma-
ta al piede.
Fiume Stella
A
B
SEZ. TRASV.
PROFILO
PIANTA
Fig. 21. Rilevati arginali a nastro nel Parco Naturale del fiume Stella, in Friuli. [CAVAZZA, 1990]
della fauna ittica non riesce a superare osta- ze del ripascimento solido degli alvei e del lito-
coli più alti di 30-40 cm); rale. Nei casi puntuali in cui le briglie risultino
• a monte delle briglie, per l’accumulo di se- veramente necessarie, occorre adottare gli accor-
dimenti e la ridotta pendenza, l’alveo divie- gimenti opportuni a contenere almeno il loro
ne un materasso ciottoloso piatto e unifor- impatto biologico. Al fine di garantire la loro
me; vengono così ridotte la diversità ambien- funzione idraulica e geomorfologica, infatti, non
tale, la diversità biologica e la capacità vi è alcuna necessità di costruirle nel modo tra-
autodepurante; dizionale, a scalino in calcestruzzo: in particola-
• l’accumulo di sedimenti a monte delle bri- re, il dislivello tra la sommità e il piede della
glie si riflette in un’erosione accentuata a briglia può essere realizzato gradualmente, su
valle di esse. una distanza maggiore, anziché con un unico
La costruzione di nuove briglie deve dun- salto verticale.
que essere preceduta da una rigorosa valutazio- La progettazione dovrà quindi ispirasi a
ne della loro effettiva necessità, tenuto conto due principi fondamentali: ridurre l’altezza del
anche della loro contraddittorietà con le esigen- salto (ad esempio costruendo più briglie basse
rampa:
A A' altezza= 1,5 m
lunghezza= 30 m
Pietrame larghezza= 30 m
Fila di pali pendenza= 1:15 - 1:20
lunghezza: 4,5 m
distanza: 60 cm
PIANTA
∇
˜˜ SEZIONE A - A'
∇
˜˜ Fig. 23. Rampa in pietrame a struttura
reticolare: i piccoli bacini consentono
h= 3-3,5 m
ai pesci di riposarsi e recuperare ener-
d= 1-2 m Pietrame a
Pali funzione antierosiva gie tra un salto e il successivo.
anziché una sola alta) e sostituire il salto verti- anzi, l’adozione di accorgimenti volti a minimiz-
cale con una rampa inclinata (Fig. 22). Questo zare il danno ecologico.
accorgimento, oltre a ridurre le difficoltà di ri- Devono quindi essere individuate le sin-
salita per l’ittiofauna, protegge la briglia dallo gole piante che, rappresentando un pericolo, van-
scalzamento al piede. In ogni caso, l’altezza della no potate o abbattute; gli alberi tagliati, inoltre
briglia e la pendenza e lunghezza della rampa (o almeno una loro consistente frazione), non
inclinata devono essere superabili dai pesci. La vanno allontanati, ma depezzati in modo da non
soluzione più semplice ed affidabile per conse- rappresentare più un pericolo idraulico. I tron-
guire tale risultato è la realizzazione di una ram- chetti e la ramaglia vanno in parte abbandonati
pa in pietrame, una sorta di rapida artificiale mu- in piccoli cumuli nei terreni ripari (forniscono
nita di vasche di riposo, che consenta ai pesci di habitat e rifugio e sostengono nuove reti alimen-
suddividere lo sforzo di risalita in una serie di tari) e in parte disseminati in pieno alveo, prefe-
brevi salti, intervallati da soste (Fig. 23). ribilmente incassati nel substrato ciottoloso.
Nel caso di briglie particolarmente lar-
ghe, i costi possono essere contenuti limitando 2.2.5 Risagomature dell’alveo
la larghezza della rampa a pochi metri, avendo Nel caso di dragaggi, risagomature, ri-
cura che essa sia sempre alimentata, anche in calibrature ed altri interventi in alveo, la con-
condizioni di magra. Nelle rampe con pendenza sapevolezza dell’importanza ecologica della di-
elevata occorrerà impermeabilizzare il fondo per versità ambientale dovrà far rifuggire da ogni
evitare che l’acqua si infiltri, lasciando all’asciut- forma geometrica e, in particolare, dallo spia-
to la rampa. namento dell’alveo. Questo, infatti, costringen-
do le acque a disperdersi su una superficie molto
2.2.4 Taglio della vegetazione ampia, può determinare una profondità ed una
Se la vegetazione forestale che ricopre i velocità talmente ridotte da non soddisfare i re-
versanti svolge un insostituibile ruolo nella re- quisisti minimi per le attività vitali dei pesci:
golazione delle piene, quella fluviale consolida frega, incubazione, sosta, migrazione, alimen-
le sponde e, proprio offrendo resistenza alla cor- tazione. Ancora più dannosa per i popolamenti
rente, ritarda la corrivazione delle acque, atte- ittici può essere la riduzione della rugosità del-
nuando così i picchi di piena. l’alveo che comporta la scomparsa di habitat
Se è vero dunque che localmente un grup- vitali: aree di sosta, ripari dalla corrente, rifugi
po di piante può indurre un’elevazione del livel- dai predatori. Naturalmente le condizioni più
lo idrico e favorire l’esondazione, è altrettanto critiche si verificheranno nei periodi di basse
vero che la loro azione cumulativa, estesa a tut- portate; anche durante le piene, tuttavia, la
to il reticolo idrografico, attenua il rischio idrau- mancanza di ripari dalla corrente potrebbe ri-
lico e che quest’ultimo è in massima parte la di- sultare letale per i pesci.
retta conseguenza dell’imprevidenza umana: co- Per altri aspetti si rivedano i paragrafi 1.1,
strizione dei fiumi in alvei ristretti per “guada- 1.2 e 1.3 e le relative figure.
gnare” terreno, ponti con luci inadeguate, loca- Dovendo aumentare la sezione, è quindi
lizzazione imprudente degli insediamenti, imper- preferibile lasciare indisturbati l’alveo di magra
meabilizzazione del territorio, ecc. e quello di morbida, effettuando gli scavi nel-
Nonostante la sua doverosa riabilitazio- l’alveo di piena. Si realizza così un alveo a due
ne, occorre prendere atto che in molte situazioni stadi nel quale le portate ordinarie restano con-
la vegetazione arborea –sia pure a causa degli finate nell’alveo originario mentre quelle di pie-
errori umani– rappresenta un effettivo pericolo; na vengono accolte nell’alveo più ampio e con
vi sono dunque situazioni locali in cui occorre letto più elevato, ricavato dallo scavo del piano
procedere al taglio della vegetazione. Ciò non di campagna. In questo modo l’alveo normale,
giustifica, tuttavia, tagli indiscriminati; impone, più ristretto, previene l’eccessivo deposito di se-
dimenti, conserva l’eterogeneità del substrato, i ogni nuovo ponte dovrà perciò essere presa nel-
ripari per pesci e la sequenza buche-raschi, e for- la massima considerazione la soluzione proget-
nisce habitat idonei ai pesci ed ai macroinverte- tuale della campata unica o, comunque, un di-
brati (Fig. 24). Nell’alveo ampliato può essere mensionamento “a misura d’albero”, cioè tale
reimpiantata la tipica vegetazione riparia. da non comportare pericoli d’ostruzione dovuti
Nei casi estremi, in cui cause di forza ad alberi trascinati dalle piene.
maggiore impongono lo scavo dell’alveo origi- Per opere temporanee (guadi, rampe, pi-
nario, è necessario adottare a fine lavori accor- ste di cantiere, ecc.) dovrà essere predisposto
gimenti di miglioramento dell’habitat, come l’in- ogni accorgimento atto a ridurre gli effetti sulla
troduzione in alveo di massi, singoli o in gruppi dinamica del corso d’acqua, valutando inoltre gli
(si vedano il paragrafo 1.3 e le Fig. 8-10). effetti del rigurgito in riferimento ad eventuali
incrementi del rischio e/o riduzioni del franco di
2.2.6 Ponti sicurezza nei tratti a valle e/o a monte dell’area
I manufatti da realizzarsi nelle pertinen- di intervento. Al termine dei lavori dovranno es-
ze di un corso d’acqua, quali ponti, attraversa- sere ripristinati i luoghi con interventi di rinatu-
menti e altre opere, non devono interferire con il ralizzazione e di ripristino degli habitat naturali
deflusso delle acque, con riferimento agli eventi mediante impianto di piante autoctone.
di piena con tempo di ritorno di 200 anni. Per
livello
ordinario
▼
A
situazione iniziale
Cap. 3
Com’è facilmente intuibile, gli interven- solidamento delle sponde è rappresentato dalla
ti d’impatto biologico più drammatico sono il vegetazione, soprattutto dalla bordura al piede
diserbo e il dragaggio (soprattutto se estesi per spondale: spesso è proprio la rimozione di que-
lunghi tratti o per l’intero corso) e, in misura sta bordura che favorisce l’erosione al piede,
ancora maggiore, la tombatura. Ad essi sono innescando il collasso delle sponde (Fig. 26).
perciò dedicati i paragrafi che seguono. La strategia più efficace per prevenire gli
smottamenti spondali e rendere perciò superflui
i dragaggi è una gestione accorta dello sfalcio
3.2 Indicazioni progettuali della vegetazione, mirato al mantenimento della
specifiche bordura vegetale e alla creazione di un canale di
corrente, come indicato nel prossimo paragra-
3.2.1 Dragaggi fo.
Nel periodo di transizione a tale gestio-
L’accumulo di sedimenti in alveo è un ne sono d’estrema utilità le trappole per fango,
indice dell’instabilità delle sponde. Il loro dra- scavate nell’alveo stesso e dragate quando ne-
gaggio può risolvere temporaneamente il pro- cessario (Fig. 27). Di norma è richiesto all’ini-
blema, ma non è un intervento risolutivo; spes- zio uno svuotamento più volte all’anno mentre
so, anzi, accentua l’instabilità delle sponde, cre- in seguito, man mano che aumenta l’effetto pro-
ando un circolo vizioso che accresce i costi eco- tettivo delle sponde esplicato dalla vegetazione,
nomici e perpetua quelli ambientali. la necessità di svuotamento si dirada fino a che
Va ricordato che il più economico con- esso può essere abbandonato.
collasso
delle sponde
Ó Ô
Fig. 26. La corrente può ero-
la corrente sponde scalzate accumulo
dere il piede delle sponde pro-
erode qui al piede di fanghi
vocandone il collasso.
PRIMA
riporto
scavo
canale principale
piante acquatiche
alberi
50 m
A B C
Effetto dell'ombreggiamento sulle piante acquatiche man mano che si riduce l'ampiezza del
fosso: in A (ombreggiamento dei soli bordi) il centro alveo è colonizzato da piante acquatiche;
in C il fosso è totalmente ombreggiato, anche quando è orientato in direzione nord-sud.
betulla
pubescente frassino
quercia
salice
sesto d'impianto irregola-
re, non rettilineo; impie-
gare specie autoctone
bianco-
spino
quercia
betulla pubescente quercia
quercia
frassino
biancospino
prato salice o ontano
prugnolo lasciare aree aperte per
accrescere la diversità
vegetale e animale
tife (Typha spp.). Nella scelta del materiale (ta- Il metodo più economico per restituire
lee, piantine, rizomi, semi) va posta la massima ad un fosso rettilineo condizioni ecologiche ac-
attenzione ad impiegare ecotipi locali. cettabili senza comprometterne la funzionalità
Il sistema manutentorio della vegetazio- idraulica è dunque quello di effettuare uno sfal-
ne acquatica e spondale da applicare nella gene- cio mirato, di intensità ineguale ed alternata sul-
ralità dei casi è la realizzazione di un canale di le due sponde, che crei all’interno dell’alveo ret-
corrente. L’esperienza, infatti, ha dimostrato che tilineo un canale di corrente sinuoso, più stretto
per il ripristino della funzionalità idraulica non e, perciò, con maggior profondità e velocità di
è necessario uno sfalcio radicale, ma è sufficiente corrente (Fig. 32).
uno sfalcio parziale, pari a circa un terzo della Di anno in anno si interverrà con sfalci
larghezza dell’alveo. Con questi accorgimenti si mirati, in modo da accentuare tale sinuosità, fino
ottiene un netto miglioramento del deflusso e ad ottenere l’aspetto “trasandato” tipico dei cor-
abbassamento del livello idrico, con un minimo si d’acqua naturali (Fig. 25).
danno alla funzionalità ecologica. Qualora la funzionalità idraulica sia tal-
Sfalci più spinti apportano un contributo mente critica da non consentire uno sfalcio par-
marginale alla funzionalità idraulica, con un du- ziale, si dovrà procedere ad un ampliamento del-
plice inconveniente: il danno biologico conse- l’alveo (Fig. 28) finalizzato alla realizzazione
guente alla rimozione degli habitat-rifugio per progressiva di un canale di corrente.
la fauna acquatica e una più rapida ricrescita della Accorgimenti accessori, ma di grande
vegetazione acquatica (per la rimozione dell’om- importanza ecologica, sono la realizzazione di
breggiamento fornito dalle bordure vegetali la- buche (rifugio per la fauna acquatica nei periodi
terali). siccitosi) e di raschi (mediante introduzione in
Le regole di manutenzione integrata, alveo di letti ghiaioso-ciottolosi, a formare bar-
idraulica e naturalistica, dei fossi richiedono che re trasversali).
il canale di corrente creato dallo sfalcio non sia Per contenere la vegetazione arbustiva o
parallelo alle sponde, ma segua un andamento arborea riparia inclinata e instabile, che rischiasse
sinuoso. Se il fondo non è piatto, il canale di di cadere in alveo, sono da adottare potature di
corrente deve seguire l’alveo naturale, cioè la riequilibrio dei rami sporgenti, evitando per
parte più profonda (Fig. 31). quanto possibile il taglio alla base.
PRIMA DOPO ➨
➨
singolo frammentatore
frammentatore
pelo libero acqua
Sezione longitudinale
B
Fig. 35. Inserimento di frammentatori di corrente (foto a sinistra) entro un tratto intubato di attraversamento stradale
ecologicamente scorretto (foto a destra). I frammentatori di corrente sono setti semilunari in legno, dotati di foro
centrale per il passaggio dei pesci (A), fissati su archi metallici inseriti in serie a distanza di circa 2 metri su una base
comune ed inclinati controcorrente (B).