INDICE: R. MEIER, Paole d vert, pag. 225; R. STI, Morte e immortalit (conferenza), pag. 226; I. BUI, La l (poesia), pag. 253; A. STEFEN, Dtae displ, pag. 25. ANNO XI. N. 8 AGOSTO 1959 L'EDl11RICE SCIENTIFICA MILANO AVV ERTENZA L scopo di questa rivista di fa conoscere i Itaa c che la scienza dello spirito, il cui centro di stdi la libera Universit di Dorach (Basilea), ha da dire intoro all'uomo e ala sua evoluzione nel cosmo. Come qualsiasi altra scienza, l'antoposofa usa u ln gaggio tecnico, la cui chiave si trova nele due opere fon damentli di R. Steiner : Teosofa (L' Editrice Scientifca) e L saenza occulta (Laterza). NORME PER L'ASSOCIAZIONE ALLA RIVISTA L'abbonamento a 12 fascicoli mensili di 32 pagne cia scuno costa, per l'interno, L. 2000 (per l'estero L 2500). O gni fascicolo separato posto in vendita a L. 200. Le annate precedenti, che ofrono alo studioso di a tro p osofa un complesso di oltre tremila pagine di repertorio sempre valido, fra cu pi di un centinaio di conferenze inedite di Rudolf Sner, molti dei suoi saggi critici, tute le sue M me, ga parte delle Paole di ver ed il. Ca lendaro dell'anima, si possono acquistare a L. 3000 ciscuna. L'annata 1946 esaurita. I versamenti si eseguono presso L'Editrce Scientfca, Via Ariberto 20, Milano, tel. 850.274. Chi non abbia ancora provveduto al nnnovaento dell'assocazione, pegato di farlo pe assicurasi il regolae invt della rvsta. ANTROPOSOFIA RVISTA MENSILE DI SCIENZA DELO SPIITO ANNO XI N. 8 AGOSTO 1959 Rudolf Stene PAOL DI VERIT L'anima umana orig da Dio; pu sprofondar morendo i grembo all'essere, da morte un gorno scioglier lo spirito. (esone c SIV ScHAZ CoLORNI) Rudolf Stener MORTE E IMORTALIT Conferenza tenuta a Vienna l' 8 ae 1914 (*) (. rs.) Se gi diffcile per un certo riguardo parlare delle basi della nostra scienza dello spirito come lo abbiamo fatto nella conferenza precedente (**), dobbiamo proprio convenire che esporre i risultati dell'indagine spirituale come lo fa remo nela conferenza di oggi davvero un'impresa assai rischiosa nei confronti delle idee odierne e delle abitudini di pensiero vigenti oggi. Se infatti, rispetto a tali idee e abitudini di pensiero, molte cose ddl 'ultima conferenza sa ranno apparse davvero paradossali, certo non sar facile, par tendo da quello stesso punto di vista, ammettere che quanto andremo esponendo oggi sia il risultato di un'indagine condotta con la massima seriet. Si sar anzi inclini, i molti ambienti, a credere che tutte queste siano solo delle strane fantasie di gente fanatica. Parlando di queste cose, per, bisogna essere ben consapevoli che ttto quanto i n u secondo tempo fnisce per formare i contenuto della coscienza generale, e perfo molto di ci che in un secondo tempo appare assolutamente cosa ovvia, risulta .invece para dossale e fantastico nell'epoca in cui ci si presenta per la pri ma volta. Vorrei dunque premettere questo, a fe di sotto lineare che chi investiga lo spirito ben conscio dei senti menti. per altro giustifcati, che egli stesso suscita nel pub blico quando si accinge a comuicare i risultati della sua indagine; ed be conscio che all'epoca attuale tali risultati appaiono. ancora del ttto paradossali Prima di parlare di tali risultati, vorrei illustrarvi con poche parole l'atteggiamento fondamentale di chi investiga lo spiito. Questo atteggiamento assolutamente diverso da () Da uno steno g ramma non riveduto dl conf ercnziere. (") Confrnta: Antro p osofa, lu g lio 1959. Morte e immortalit 227 quello che accompagna ogni altra forma di ricerca scien tifca. Rspetto alla vita esteriore e alle sue nozioni, e rispetto anche alla scienza ordinaria, ogg l'uomo ha i senso, del re sto legittimo, di portare le forze di conoscenza dentro di s, e di aver solo da metterle per cos dire in pratica, quando vuol formarsi dei giudizi su tutto quanto la natura gli pre senta e su tutto .quanto lo scieniato ricava dala natura. Men tre nella scienza ordinaria ogni sfrzo rivolto a far ricer che esatte, a osservare con precisione le cose e a riconoscerne con l'intelletto le leggi, l'atteggiamento di chi investiga lo spirito , nei confronti della verit, nei confront di ogni ane lito alla conoscenza, del tutto diverso. Quando ci si immer ge attivamente nell'indagine spirituae, sempre pi si sente innanzitutto il bisogno di dedicare alla preparazione stessa dell'indagine ogni attivit, ogni aspirazione dell'anima; e sempre pi si ha i senso che,_ se ci si vuole accostare ad una qualsiasi verit in un campo o nell'altro, si deve prima at tendere e poi sempre attendere, e contnuare sempre a pre pararvisi. E si ben consci che quanta pi pena e fatica ci si d per prepararsi all'indagine, tanto pi si diventa maturi a ricevere la verit. Perch nella vera scienza delo spirito si tratta proprio di rcevere la vert. E talmente intenso questo stato d'animo, da suscitare in noi, all'avvicinarsi della verit, un sacro timore; cosicch sempre di nuovo si pref e risce ttendere, nei confront degli importanti ed essenziali risultati della scienza dello spirito, piuttosto che le cose pe netrino nella nostra coscienza troppo presto. Ci determina nell'investigatore stesso un ben preciso stato d'animo, uno stato d'animo che pervade via via tutto i lavoro d cui ab biamo parlato nella precednte conferenza, tutta la disci plina interior dell'anima. lo stato d'animo del sacro ti more al cospetto della verit. Premesso ci, cercher ora di svolgere liberamente tutto quanto avr da dire sul tema importante e sigifcativo d stasera, sul tema che tanto vicino all'anima. di ogni uomo. Non sono certo i peggiori individui quelli che oggi si attengono pur sempre all'opinione che le verit della fede siano distinte da quelle della conosceza, e che credono che 228 Antroposofa tutte le idee che l'uomo pu farsi su nascita e morte, siano solo oggetto di fede e non oggetto d una rigorosa indagine scientfca. Merc la scienza dello spirito, questa rigida sepa razione fra fede e conoscenza viene annullata. E quando si espongono le vert sull'al di l come lo faremo noi ora, si sente di essere in pieno accordo con quello che da lungo tem p l'anelito verso lo spirito. E ci si sente in pieno accordo con l'aspirazione ddl'epoca attuale, se sempre di nuovo ci si attiene alla posizione presa per esempio da Lessing, rispetto ad una delle verit fondamentali dell'indagine spirituale, ne saggo che egli scrsse come suo testamento spirituale poco prima di morire, nel saggio che ci appare come un ma turo futo del suo profondo pensiero: L'educazone del ge nere umno. I questo scritto Lessing non si prita afatto di dire che l'idea delle ripetute vite terrene non deve essere considerata erronea per essersi presentata al genere umano prima che i pregudizi flosofci e scolastici avessero per cos dire steso un oscuro velo sulle conoscenze che l'uma nit aveva dell'al di l, all'inizio dell'evoluzione della civit. Cs chi sta sul terreno della scienza dello spirito pu sentirsi proprio in pieno accordo coi migliori spiriti (e potremmo citarne molti altri) che hanno inserito i loro anelito nell'evo luzione dela nostra civilt. Abbiamo gi detto che le cose ed i processi della vita spirituale possono venire investigati nel modo descritto, solo se l'uomo giunge veramente a sviluppare nell'nima le sue facolt sopite. Allora, merc la disciplna spirituale, diventa possibile per l'anima d trarsi fuori dal fsico-corporeo e di sperimentar se stessa separatamente da questo. E allora an che l'uomo riconosce un senso nelle parole : io mi sperimen to come essere animico-spirituale fuori del mio coro; e i mio corpo, con tutto quanto nel mondo dei sensi gli ap partene, mi sta davanti come nel mondo dei sensi mi sta davanti un oggetto esterno. Gi quando ebbi occasione di tenere qui acune confe renze pubbliche, ho cercato d metere in evidenza quell'im portantissimo momento della vita dell'investgatore delo spirito, in cui, merc gli esercizi g menzionati (che trave- Mote e immotit 229 rete de.scritti con maggori particolari nella mia Inine e nella mia Scnza occuta) un tale ivestigatore dello spi rito diventa veramente maturo. Qi non entreremo nei par tcolari, ma accenneremo solo ad un tal momento. Un gior no, dunque, ma si potrebbe anche dire una note, u te evento ha luogo. P presentarsi i mezzo a fatti ordinari del giorno, oppure in mezzo alla notte; e, se sar stato pre parato nel modo gusto, non distrber n l'uno n l'alta. Potr manifestarsi i cento modi diversi, ed io cercher qui solo di rendere i carattere tipico, che sar sempre simile a quanto descriver ora. Avviene dunque che l'uomo, destan dosi dal sonno, sappia che sta avvenendo qualcosa che non u sogno; sappia di essere separato da tutto quanto di gioro lo circonda. Oppure viee u momento, i mezzo agli avvenimenti del giorno, i cui la rappresentazione e la coscienza dell'uomo si riempiono di qualcosa di totalmente nuovo. 'In questo momento, i questo evento, che sar sem pre simile a come io cerco ora quanto pi concretament possibile di descriverlo, potr darsi che l'uomo abbia il sen so : ora tu sei come i una casa che sia stata colpita dalla folgore. Il tuo ambiente si dissolve come una casa che sia stata colpita dalla flgore, e la folgore passa ataverso te. Tutto ci con cui normalmente siamo co?giuti, lo sentiamo ora come svincolato da noi per opera degli element. g l'impressione pi profondamente squassante che si possa im maginare. Da quel momento, o da un momento simie, noi sappiamo che cosa signifchi sperimentare se stessi entro l'anima, fuori del proprio corpo. In tutt i tempi gli investigatori dello spirito hanno usa to per questa esperienza un'espressione che appare veramen te calzante a chi ne ha cognizione. I tutt i tempi infatti, in modo conforme alle diverse .civilt, sempre esistita una specie. di indagne spirirale. L'indagie attuale adeguata ai progressi della' scienza modera; ma quanto con essa si consegue, veniva conseguito i passato anche con altri me . todi che si adeguavano alle diverse civilt. Cs gli investi gatori dello spirito delle diverse epoche hanno coniato la pa rola: giungere, i quanto uomini, alla [ rta dela mrte. Si 230 Antro p osofa presenta a loro efettivamente tutto ci che si puo imma ginare sperimentabile nel\a morte. Non si presenta, vero, come una realt, perch l'investigatore dello spirito torna poi di nuovo nel suo corpo; tuttavia ci che egli sperimenta un'immagine di quanto ha luogo veramente quando l'uo mo varca la porta della morte, .quando la vita esteriore ter mina e s'inizia la vita dopo la morte. Se si vuol compren dere come l'investigatore dello spirito giunga alle cose d cui stiamo parlando, bisoga tener presente che, mediante un'accurata preparazione dell'anima, egli riesce ad avere per cezioni del tutto diverse da quelle dei sensi esteriori, e che egli realmente in grado di guardare i quelle sfere del- 1' esistenza di cui ora parleremo. La prima cosa a cui l'investigatore dello spirito perviene dopo aver superato i momento in cui gli sta davanti la por ta della morte, potremmo chiamarla un gungere al di 'l della memoria umana. La memoria dell'uomo, la frza mne monica, . qualcosa che vive nella nostra anima per cos dire come un inizio di qualcosa di spirituale. Anche i flosof e gli scienziati oggi lo vedono gi. Il flosofo francese Berg son che ha avuto davvero ur gande successo, vede gi nella memoria umana, nel conservarsi dei ricordi, un alcunch di puramente spirituale. E solo quando i pregiudizi scientifci da cui oggi quasi nessuno esente, saranno stati rimossi, solo allora si potr scorgere che col tesoro dei nostri ricordi si presenta gi al- 1' anima qualcosa che i principio di un passaggo al puro animico-spirituale. Quando sospingamo le nostre rappre sentazioni nella memoria, noi le conserviamo per tramite della sola anima, e non per tramite di immagini estere. La dimostrazione scientifca di ci porterebbe per via troppo tempo. Come dunque nella vita ordinaria noi percepiamo delle immagni mnemoniche che emergono dal tesoro della no stra anima e che, cos come si presentano, non hanno nulla che potrebbe indurci a crederle allucinazioni, cos davanti all'anima dell'investigatore .spirituale si presentano processi e fati spirituali, non pi per ora emersi dai tesori dell'ani- Morte e immotalit 231 ma, bens da mondi spiritual. E si pu osservare ce dieto a quello che noi chiamiamo il tesoro dei ricordi, l'anima umana pu sperimentare anche dell'altro. L'investigatore dello spirito si vede per cos dire tatto fuori dal coro con l'anima. E a maggor ragione egli sa allora di poter con templare per cos dire dall'alto quello che ha conseguito merc i mondo dei sensi, quel tesoro di ricordi che ricopre di u velo ci che esiste bens sempre neJl'anima, ma che dalla memoria viene appunto nascosto. S, nelle profondit dell'anima vive .qualcosa che esiste sempre; ma u tal elemento spirituale-animico subcoscient resta nascosto a causa del difondersi nell'anima dei ricordi. E in quanto l'investigatore dello spirito s'innalza all'ani mico-spirituae, si pu dire che i suoi ricordi gli stanno at taccati come se fssero una coda di cometa del suo essere animico-spirituale. Attraverso di essi egli pu gardare a quelle forze che possiamo chiamare di genere superiore r spetto alle forze che conservano i nostri ricordi. Se l' e spressione non fsse veramente un po' screditata (ma dif fcile trovare le espressioni giuste), si potrebbe dire: dalla memoria si ascende ad una supermeora. Si giunge a poco a poco a quello che la volta scorsa abbiamo chiamato u rap presentare immagnativo. Nella memoria abbiamo i senti mento che le immagini ci aforano e ci si presentano men tre noi stessi restiamo passivi; nel'immaginazione ci dob biamo invece immergere nelle cose attivamente. E dobbia mo inoltre produrre attivamente u alcunch che tende ad afiorare come contenuto di una supermemora. Sappiamo per anche che quanto allora ci si svela, quanto ci si mani festa come un alcunch che risiede dietro alla memoria, esistito sem pre, e solo era coperto dal velo della memoria. E sappiamo che questo aniico spirituale che sta insinuato l sotto, esso stesso a lavorare sul nostro orgnismo fsico, a essere attivo in- esso.
E si pu fare anche un'altra scoperta, straordinariamente importante per i rapporto che esiste fra l'indagine spiri tale e l'indagine scientifca. Secondo la scienza, tutto quan to gli uomini dicono, pensano, vogliono, collegato coi pro- 22 Antopsofa cessi del sistema .nervoso. In questo la scieza ha ragone; tuttavia essa non riesce coi suoi mezzi a scoprire in che modo la vit dell'ama sia collegata col sistema nervoso. Con l'indagine spirituale, ivece, si pu gungere a strat assai pi profondi della vita dell'aima. E allora si pu osservare che, secondo l'ordinaro modo di rappresentarsi le cose, assolutamente gusto dire per esempio che tutti i pensieri che noi ci formiamo sono vicolati al . cervello. Ma in che modo lo sono? In realt l'elemento animico pi profndo, di cui la coscienza ordinaria nulla davero sa, ad daborare, prima, una determinat parte dd cervello; esso, prima, a esplicare la sua forza, la sua attivit entro i sensi ed etro il cervello. E avendo questo elemento animico subcosciente elaborato prima i sistema nervoso, questo poi diventa uno specchio; e tutto ci ce ci si presenta nella vita abituale l'immage rifes dell'animico-spiritale. Quando vi av viciate ad uno specchio, non potete vedere o sentire voi stessi, a solo la vostra immagine riflessa; similmente av viene quando di solito esplcate i vosto pensare, sentre e volere. Prima l'anima pi profonda ad elaborare i cor po; e quanto essa i tal modo ha elaborato f sl poi che si possa percepire qualcosa. dunque l'animico-spiritale a elaborare l'occhio e a produrre nell'occhio determinati processi; l'occhio poi rispecchia alla nostra coscienza quelli che per esempio noi chiamiamo i colori. l'animico spiri< tuale pi profndo a lavorare sul corporeo. E l'indage spi rituale porter a riconoscere che siamo noi stessi a vivere nell'intimo dei nostri pensieri, e a preparare prima col no stro essere pi profondo il corpo afnch esso divenga uno schermo riettente. Nell'istante in cui le nostre rappresentazioni diventano immagii' mnemoniche, deve per avvenire anchei qual . cos'altro. A nch le immagi non ci guizzio via come sogni, ma divetino ricordi, noi dobbiamo attivare la no stra attenzione. Su tuto ci che ha da diventar ricordo, che ha da permanere nel'anima, noi dobbiamo concentar ci pi a lungo di quato avveng nelle semplici immag percettive, Un'impressione di col or e non perarrebbe nella Mote e im'talit 233 memoria se noi la vedessimo solo brevemente. Se la guar diamo invece un po' pi a lungo, noi ci appelliamo a quella frza che conserva nella nostra anima i ricordi. Noi sospingiamo cos la nostra attvit animica i u pi pro fndo elemento ddl'aima. Questo pi profndo element dell'anima si presenta all'inagne spirituale come un cor po pi sottile che possiamo chiamare con un'espressione ve ramente un po' inconsueta corpo eteco (sebbene questo ter mine non abbia i signifcato che si usa atribuirgli nella chimica); si presenta dunque come un coro eterico che gi d natura spirituale. Ma la nostra anima non opera solo in quanto crea le immagini mnemoniche; nella vita fra nascita e morte crea molte altre cose i se stessa. E qui l'indagine spirituale sco pre i fatto singolare che i nostri ricordi permangono rap presentabii, solo in quanto vengono conservat dal corpo eterico e non vengono fatt penetrare ento il coro fsico. Se vi fssero fatti penetare e vi esplicassero un'ativit, si trasfrmerebbero in forze vitali del corpo .sico e lo or ganizzerebbero. Noi conserviamo le nostre rappresentazioni nel loro carattere rappresentativo, i quanto lasciamo che esse restino rappresentazioni; esse possono restare alo stato di ricordo. Ma durante la vita l'anima esplica anche forze assai p intense di quanto non lo siano le frze della me moria; e anche queste altre frze vengono a tutt prima conservate nel'anima. Esse stanno per nascoste dietro al tesoro abituale de ricordi, come una supermemoria. Esse vivono in noi. Guardando, attraverso la memoria, al tesoro della supermemoria, l'investigatore dello spirito sperimenta quanto segue: nella ta anma vive qualcosa che non pu' age entro il corpo fsico, qualcosa che, fra nascita e morte, non giunge a diventare attivo nel to corpo fsico. Si tratta di qualcosa che non resta rappresentazione, ma ce n pure diventa frza organica attiva. L'investigatore delo spi rto la sperimenta quando fuori del suo corpo. Ma speri menta al tempo stesso anche qualcos'altro che pu espri- mere cosl: io sperimento ora qualcosa che esiste bensl nel- 1' anima, ma che in certo modo non trova esplicazione, in 24 Antroposofa quanto non pu entrare nel corpo che stato formato alla nascita (o, diciamo, alla contezione ). : E immergendosi l'investgatore dello spirito in questo qud a cui or.a ho accennato, egli lo sperimenta i modo da. riconoscero come u seme rposto in una pianta. In quanto tale, i seme non ha signifcato alcuno per la pianta, non pu immergere in essa le sue forze. Tuttavia vive in essa ed il geme dela pianta che si s:iupper l'anno pros simo. Immegendosi duque nello spirifo, l'investigatore sperimenta un qud che in lui un seme animico, un seme che si forma bensi g fa nascita e morte, ma che non sviuppa le sue forze i questa vita. Esso si sommege entro l'anima ed a disposizione di una vita successiva, come nel frutto di una pianta il seme a disposizione per la pianta successiva che, senza la precedente, nor si potrebbe sviuppare. Se si in grado d immergersi in tal modo nelPani mico-spirituale, si giunge alla prospettiva delle ripetute vite terrene. importante per che l'investigatore dello spirito non perda di vista quanto segue : quello che t hai dovuto sperimentare pu essere solo qualcosa in cui tu sia sempre di nuovo conscio della tua propria attvit. Se questa consa . pevolezza manca, allora tutt diventa una mera allucina zione o una vuota fantasia. un errore obiettare : come pu l'investigatore dello spirito sapere che non si tratta d un'al lucinazione, di un'illusione, di una fantasia? Se l'investigatore dello spirito avesse con questa sua esperienza lo stesso rapporto che l'anima malata ha con le sue allucinazioni, una tale obiezione sarebbe pienamente giustifcata. Ma ad un'allucinazione non si partedpa con piena consapevolezza; non si pu guardare ad un'alucina zione con la consapevolezza che si tatta appunto di un'al lucinazione. L'investigatore dello spirito invece, merc la. sua preparazione, impara veramente a distnguere quello che soltanto reminiscenza del mondo esterno rispetto a cui deve comportarsi passivamente, da quanto gli si pre"_ senta come una letter.a o una paola di cui si sa che, stando sulla carta, non signifca soltanto se stessa, ma anche qual- Morte e imortlit 25 cos'altro. L'investgatore dello spirito non si serve infatt d c che contempla nella sua indagine spirituale come ci si serve di un'allucinazione, ma se ne serve in .quanto in grado di paragonarlo alla lettura spirituale di una scrittura fata di immagii. Solo se nella .nostra interiorit noi im pariamo ad usare ci che in piena attvit presentiamo a noi stessi come i caratteri di una scrittura che non signifcano se stessi, ma qualcos'altro, solo se ci innalziamo liberamente a quanto cos ci s presenta all'anima, potremo giungere realmente a contemplare queli che sono i processi e gli es seri del mondo spirituale. Ma alora, in quanto ci immer gamo in u elemento dell'anima che non uno col corpo, noi perveniamo ad un'entt alla quale possiamo attribuire i carattere dell'immortalit. L scienza dello spirito non ua fantasia nella quale si facciano .speculazioni sui motivi dell'immortit; essa mo sta come pervenire all'anima stessa, e mostra che cosa que sta vera anima sia. Essa mette per cos dire a nudo l'anima. E allora risulta che quanto vien messo a nudo come anima, non un prodotto della corporeit esteriore, ma che piut tosto la corporeit esterore stessa un prodotto dell'anima. Ch se da un lato si scopre in se stesi il germe animico di cui si sperimenta e sente che esso i germe per una prossima vita terrena, d'altro lato in un tal contenuto della coscienza si sperimenta anche quanto penetrat nel f sico-corporeo prima che, in quanto essere fsico, l'uomo avesse dato inizio, con la nascita o con la concezione, alla propria esistenza. A ora si sperimenta che, come l'anima stesa a preparare spazialmente i suo cervello (e lo pos siamo osservare), cos l'animico-spirituale a cui si perviene eisteva anche prima della nascita o della concezione in un mondo spirituale, e in qud mondo ha conseguito le forze atte a collegarsi con quella materialit fsica che gli data da padre e madre, a compenetrarla e ad organizzar visi. Si sperimenta che l'uomo, cos come f i suo ingesso nel mondo, non il prodotto di padre e madre, ma the lo spirituale a congiungersi con la materialit, lo spi rituale disceso. . dai mondi spirituali i cui viveva nel 26 Antroposofa periodo fra l'ultima morte e la rinascita. E l'investigatore delo spirito, se impara in tal modo a conoscere quanto vive al di l della memoria, pu alora anche imparae a riconoscere come si comporta l'anima quando la corpo ret non trattiene pi l'attivit dell'anmico-spirtuale, ossia quando sopraggunge la morte. *** Quando nell'uomo sopraggiunge la morte, alora (come 1 risulta all'investigatore dello spirito) l'anima vive dapprima ento ci che, durante la vita, non diventato fsico-cororeo : , nel tesoro della memoria. I . Subito dopo la morte si presenta all'anima un ampio quadro mnemonico di tutto quato l'uomo ha sperimentato 1 fa nascita e morte. E afforano anche quegli avvenimenti \. che nella vita sono stati dimenticat. Questa esperienza dura' solo pochi gorni. E all'ivestigatore dello spirito dato di contemplare questa che in tal modo si presenta come la prima esperienza dopo la morte, solo in quanto egli conosce la natura della memoria. Aora l'investigatore dello spirito 1 ha nella sua coscienza un contenuto simile a quello del defunto che ha varcato la porta. della morte. lnche da vanti al'investigatore dello spirito, quando fuori del corpo, si presenta un tal contenuto di pensieri; ma gli si presenta come n mondo di cui egl pu dire : come di solito abbiamo intorno a noi il sole, la luna e le stelle, come abbiamo intorno a noi i monti e le foreste, cosl ora abbiamo davanti a noi u quadro; possiamo contemplarlo, possiamo comprenderne l'azione. E se ci abituiamo a con templar realmente queste cose stando fuori del corpo, al lora giungiamo anche a poco a poco a dirigere lo sguardo su ci che l'anima atraversa dopo la morte. Si tratta a tutta prima di un panorama di ricordi: tutti i pensieri che stavano adunati nella memoria, ora per cos dire si distendono; ma dietro di essi si presenta una forza animica ben diversa da prima, in quanto non le viene pi opposto l'ostacolo del corpo. Mote e imortalit 27 Dopo akuni giori, poi, il paorama dei ricordi scompare qall'ambiente che circonda l'uomo . . Come ho gi detto prima, chi vuol fare una conferenza sul tema di oggi gunge a cose un poco arrischiate; ma se si vuole parlare i modo concreto, non si pu fare a meno d toccare questo genere di cose. Ho cercato. di descrivere quello che in primo luogo si sperimenta dopo la morte. E ne risultato che lo sguardo retrospettivo sulle jmmagini mnemoniche ha una durata che varia in modo assai indi viduale a seconda dei diversi uomini. Possiamo dire per che esso dura tanto quanto pu durare durante la vita la forza che permette all'uomo di mantenersi desto quando per qualche ragione gli viene impedito di addormentarsi. Questa forza varia .a seconda degli uomini. Questa intma forza che l'uomo ha di combattere il sonno, determina il numero dei giori dela memoria retrospettiva. Poi subentra qualcos'altro. E i quello che ora subentra ci si pu immer gere soltanto se gi lo si conosce merc le esperienze extra corporee. Ma diffcile trovare le parole atte a descrivere esprienze animiche tanto diverse da quelle dei sensi. I nostro linguaggio infatti coniato per i mondo sensibile; e quanto sta fori del mondo sensibile, l'anima lo speri menta in modo ben diverso. Ch si accinge a descrivere con le parole usuali del linguaggo cose per cui il linguaggio non coniato, non riuscir, fondandosi direttamente sulle esperienze dell'anima, a descrivere quanto vien sperimen tato successivament allo sguardo retrospettivo, a descri vere quanto l'investigatore dello spirito sperimenta fuori del corpo. E questo appunto io vorrei descrivere sia pure con espressioni inadeguate : ossia un quid che non n un sentire n un volere, ma qualcosa che sta fa il sentire e il volere; potrei chiamarlo un volee ch: e sente, un sen're che vuok. Nella vita ordinara una tal forza animica noi noni l'ab biamo. Impariamo a conoscerla solo in quanto investgatori dello spirito. come se insieme a noi si allontanasse nel mon do la nostra volont; e portasse sulle sue ali o sule sue onde i nostro sentmento, che cos ci viene inconto quasi come se 238 Antroposofa vivesse fuor d noi, quasi come se futtuando d si avvi cinasse sulle onde dela volont. Mente normalmente noi siamo abituat ad accogliere nell'anima i nostri sentimenti come . se fossero concresciuti con noi, ora sentiamo il nostro setmento quasi come se ondeggasse e futtuasse sulle onde della volont; sappiamo tuttavia che i tal modo noi c efndiamo nel mondo, e che ci che l fori u set tre che vuole, ci che come una percezione sonora del mondo sensibile esterore, ora tuto compenetrato da nosto essere. Nel primo periodo dopo lo sguardo retrospettvo, per, l'uomo sperimenta ttto ci in modo che l'unico mondo eh' egli ora perceisce in sostanza ancora quel mondo da ci con la morte egli uscito. Dopoch il panorama dei ricordi si oscurato, queto sentre che vuole si raforza nel'anima. Ma esso esprime soltanto cose che sono ancora connesse con l'utma vita terrena; e queste cose potremmo caratterizzarle cos. La vita terrena non ofre mai all'uomo, nelle sue esperienze, tutto ci che gli potrebbe ofire. Noi non abbiamo esplicato tutto quanto avrebbe potuto essere esplicato fra nascita e morte. Fra le righe della vita, per cos dire, sono rmaste indietro ancora delle brame, dei desi deri, dell' amore per gli altri uomini. Quanto dell'ultima vita rimasto inappagato, ora noi lo guardiamo spirital mente con bramosia; e questo processo dura anni. In questi anni come se il nostro mondo consistesse principalmente di ci che noi stessi siamo stati. Noi guardiamo alla nostra ultima vita terrena. Noi contempliamo i essa ci che rimasto icompiuto. E solo in quanto per anni viviamo i una sfera i cui nulla pu venire appagato di quanto sulla terra viene appagato, solo in quanto non possediamo organi per un tale appagamento, noi riusciamo a liberarci dalla connessione con l'ultma vita terrena. Della lunghezza di questo periodo possiamo dire : il tempo che va dalla na . scita dell'uomo fno a quel momento della sua infanzia di cui egli i gado poi di ricordarsi, quel tempo non ha nes sun ifusso sulla durata ddle esperienze che ora stiamo de scrivendo. Cos pure non vi ha pi nessun influsso il tempo M<te e imm<talit 29 vissuto dopo i ventcinque o ventisei an. I periodo che va dai quattro-cinque an fno ai vent-tent, segna la durata del tempo i cui si deve uscire dalla connes$ione con l'ultima vita. Quanto tempo occorso a 'uomo per edifcare i certo modo il suo corpo con le forze ascendent dela vita, quanto tempo cio gli occorso per compenetrare la sua vita con le forze corporee organicamete feconde, altrettanto tempo cir ca gli occorre per potersi liberare dall'ultma vita terrena. Cos per esempio, se uno muore a dodici anni, g occorrono circa sette anni per poter uscire dall'ultma vita terrena. Ma se muore a cinquant'anni, gli ai successivi a venticinque non contribuiscono pi a prolungare i periodo di cui stiamo parlando. Di questo periodo possiamo dire che per in certo modo avviene g che l'uomo percepisca nel suo ambiente processi ed entit spirituali. Quando l'investgatore dello spirito si sperimenta nel suo aniico-spiritale, egli si trova realmente immerso i u mondo spiritae. il mondo in cui entra i defunto; ma il defunto talmente indafarato con le cose di cui ho parlato pa, che pu stabilire u rapporto col suo ambiente spirtale solo se prima attraversa la sua ultima vita. Crcher di darvene un esempio. Qalcuno passa per la soglia dela morte, e vive nel periodo i cui deve liberarsi dal'ultira sua vta terrena. U altro uomo che egli ha amato ancora vivo nel corpo fsico. Ora colui che dopo la morte si trova ancora nello stadio d'esperieza di cui abbiao par lato, non pu bens guardare direttamente all'aima che vive nel corpo fsico; ha per a sua disposizione, per cos dire, una via d'uscita: se nell'ultima vita terrena noi abbiamo ama to un uomo, ora possiamo guardare a questo nostro amore; per tramite del nostro amore noi possiamo trovare la via verso un'anima che sta ancora sulla terra. E simimente dob biamo anche trovare la via verso un'anima che viva g in sieme a noi nel mondo spirituale. Cosicch possiamo dire: in quanto anima, dopo la mor te l'uomo vive con le altre anime umane, ma a tutta prima per tramite della sua propria vita. Nel'uomo per va svi luppandosi sempre pi
ma nuova forza animica che, co-
240 Antroposoa . me gi l'atra, l'ivestigatore dello spirito pu conoscee solo se sperimeta i suo aimico-spirituae. E anche per. que st'altra forza animica non esiste un'espressione adatta. Per la forza di cui abbiamo parlato prima si pu per lo meno dire che u senti che vuole: questa frza h ancora Wa certa somiglianza con le cose che volteggano flutuando fuori di noi nelle volizioni e nei sentimenti. Ma quelo che l'aima sperimeta ora, quella frza che si desta in lei man mano che essa si allontana, come abbiamo descrtto, dall'ul tma vita terrena, io posso solo designala con una parola che ach'essa assolutamente inadeguata: forza ana ceativa, forza ceatva. L'anima ora sperimenta diettamen te d dover entrare i un'attvit. Dopo la morte questo l'anima lo sperimenta a pieno; ma sperimenta al tempo stesso ache che la sua forza creativa s'irraggia realmente nell'ambiente. E .questa forza creativa qualcosa che (l'e spressione inadeguata, ma devo pur usarla) che s'irragga nell'ambiente come una luce spiritale, qualcosa che i lumina i processi e gli esseri spirituali cosicch si possano vedere. Come, quando la mattia sorge il sole, noi vediamo gli oggetti per suo tramite, cos ora, per tramite di questa interiore forza lumiosa, noi vediamo i processi e gli esseri spirituali. Ha inizio ora i tempo in cui l'anima pu stare realmente in un ambiente spirituale, nella stessa misura in cui si desta in lei l forza creativa atta ad illuminare un tale ambiente. E qui le religioni hanno coniato un'espressione signifcativa: questo sentirsi entro la forza creativa, questo vivere immersi i un mondo che diventa visibile in quanto noi stessi vi irraggamo la nostra propria luce, questo un sentimento di beatitudine. In questo mondo, anche i do lori vengono sperimentati come beatitudini. In tal modo l'anima sperimenta ora la sua vita. . L'anima per pu attraversare questa esperienza i con dizioni alterne. E qui giungamo ad un capitolo che per un pensare ordinario sembra nuotare veramente nel fata stico. Ma posso proprio parlare di questa cosa, perch nelle seguenti descrizioni tutto diventer chiaro. L'anima speri menta condizioni che si alterano. Essa non si trova sempre Morte e immralit 241 nella condizione di poter per cos dire irraggare arm1ca- mente sull'ambiete circostante la sua forza d luminosit spirituale, la sua forza creativa, cosicch le entit spirituali che le stanno intorno vengano da lei sperimentae, ed essa viva ento il mondo spirituale esteriore. Questa condizione deve alterarsi con un'altra: ossia con la condizione i cui l'ani ma sente per cos dire smorzarsi questo irraggiare della sua forza luminosa. L'anima diventa interiormente ottsa, non pu pi irraggiare la sua luce, e deve raccogliere in se stessa l'intera sua esistenza. Si avvicina cos i momento in cui fra la morte ed una nuova nascita l'ania vive una vita del tutto solitaria. Se si vuol paragonara alla vita ordinaria, si
pu dire : come nella vita ordinaria si alterano i sonno e la veglia, cos dopo la morte devono alterarsi una vita che si efonde nel mondo esteriore, ed una vita di iteriore solitdine in cui si raccoglie tutto quanto stato sperimen tato durante la condizione dell'espansione, ma i cui l'ani ma sa che ora essa sola. L'anima non perde la coscienza; anzi essa sperimenta: l fuori c' il mondo spirituale, ma tu sei sola; tutto .quanto tu sperimenti, lo sperimenti in te, ed soltanto un'eco di quanto si sperimenta fuori. Solo i tal modo la forza luminosa interiore pu d nuovo intensifcarst Poi l'anima per cos dire si risveglia e sperimenta di nuovo l'atra condizione. Partecipa a un'esperienza veramente singolare chi impara a comprendere il senso di questo alternarsi della vita del l'anima fra l'esperienza sociale e la solitudin, alternarsi che per l'anima signifca quello che sonno e veglia signifcano per il mondo fsico. Ma proseguendo oltre nela vita fra la morte e una nuova nascita, l'anima sperimenta a poco a poco un oscurarsi, uo spegnersi lentamente della sua forza d luminosit. Si potrebbe dire: le esperienze della solitudine interiore diventano sempre pi itense; diventano tali, che l'uomo sperimenta interiormente utto u cosmo. Ed so praftto quasi da un sentmento di paura quando scopr tutto quanto contenuto nell'anima sua, tutto quanto ora si manifesta nel periodo fra la morte e una nuova nascita. Viene poi il tempo in cui l'uomo pu avere ormai solo espe- 242 Amroposofa rienze interiori, in cui le notti della sua solitudine diven tano sempre pi lunghe, e non gli pi dato di destarsi alla condizione in cui la sua forza di luminosit irrag giante. Ho chiamato questo periodo la mezzanotte della vita spirituale fra la morte e una nuova nascita (*). il pe riodo in cui l'uomo sperimenta come mondo suo tutto ci che sta nele profondit dell'anima, in cui 'egli sa: al di l della sponda della tua anima ci sono i mondi spirituali in cui vivono tutti gli esseri spirituali, in cui vivono tutte le anime disincarnate e incarnate. Ma questo lo si sa soltanto se appunto se ne ha in se stessi un'eco. Ed ora avviene qualcosa che anche non possibile espri mere con parole usali. I linguaggio ordinario usa, per indi care quello che nell'anima uno stato piuttosto passivo, la parola nostga. Noi desideriamo qualcosa, bramiamo qual cosa che non possediamo, ma la nostra nostalgia non pu produrlo, e possiamo avere a riguardo _solo un atteggiamento passivo. Questa f o rza delPanima per acquista ora un nuovo carattere. Ora sorge la nostlga di vivere di nuovo in quel mondo da cui si stati strappati al fne di entrare nella solitudine. E questa nostalga che ora sorge attiva, ed ha forze organizzatrici .. Essa diventa una nuova f o rza di per cezione dell'anima, diventa qualcosa di reale. Essa genera a sua volta una nuova forza, una forza animica che in grado di percepire un mondo estero, un mondo che al tempo stesso estero ed intero. Noi lo percepiamo fuori del nostro essere e al tempo stesso lo percepiamo come il mondo della nostra incarnazione terrena passata. Questo ora il nostro mondo esterno. Contempliamo cos tutto ci che in noi rimasto inesplicato, e si desta in noi la nostalgia di creare un pareggo nella prossima vita terrena per tutto ci che di malvagio abbiamo compiuto nella vita passata, d ripararlo in una nuova vita. Questo il periodo in cui ogni uomo pu guardare indietro alle vite terrene passate. Questo i pe: riodo in cui davanti all'occhio spirituale dell'uomo stanno ttte le azioni ddle sue vite passate. E si desta i lui la () Confronta il quaro mistero di Rudolf Steiner: I rsveglid delle aime. Mote e imrtalit 243 tedena a creare in una nuova vita terrena un pareggo, per cui le esperienze della nuova vita compensino e riparino le macanze delle vite passate. Ho conosciuto persone che non hanno segito la scienza dello spirito perch, dicevano, ne avevano abbastanza gi di una sola vita trrena. Ma c' anche c trova ragionevole di non voler saper nulla dlla prossima stazione tramviarial Quello che conta per non che l'anima guardi indietro alle vite passate, ma piuttosto che ogni anima, guardando idietro, susciti in s anche la tendenza a vivere una nuova Vita terrena, come pareggio. Si sperimenta cos che ci sono degli uomini verso i quali noi siamo debitori, o che i qualche cosa sono debitori. verso di noi : ci si presenta al !' anima come un completamento, e suscita la tndenza a vivere di nuovo nella vit terrena con determinate persone. In tal modo si generano frze che tendono verso la terra. Ma forze simili si destano anche in alti uomini, e ci deter mina il riincontrarsi degli uomini al fne di riparare ai re ciproci debiti delle vite passate. Poi si progredisce sempre pi nella esperienza della vita . spirituale fra la morte e una nuova nascita. Sempre piu va afermandosi la tendenza verso una nuova vita rrena. Le tedenze diventano vive, l'uomo, merc quanto ha cos sperimentat, si crea l'archetpo, l'achetpo spirtule della nuOa v tena. E ora, col progredire del tempo, egli stesso a creare ci che si congiunger con la sostanza ma teriale del padre e della madre, al fne di penetrare in una nuova vita terrena; e si viene attatti verso i genitori, a seconda delle possibilit riposte in queste sostanze. Cosicch si pu dire: l'affnit elettiva per le qualit eredirarie, un'affnit elettiva dell'archetipo, quella che decide verso quale coppia di genitori ci si debba sentire attatti, e in qual vita ci si venga a trovare. Cos l'uomo torna di nuovo in terra e si congiunge di nuovo con una vita fsica, con una vita terestre. E l'indagne spiritale pu scorgere ci che in tal modo si sviluppa nel bambino tanto misteriosamente, quando a poco a poco si f strada in lui da dentro la sua fsionomia 244 Anroposofa espressiva, quando i suoi movimenti disordiat si trasfr mano in movimenti ordiati e i corpo prende forma. L'in vesrigatore dello spirito scorge ci che h attraversato la vita fra la morte ed una nuova nascita, scorge come ora ci vada sempre pi collegandosi col corpo. L'investigatore dello spi rito scorge questo. Ed ora egli comprende anche perch a tutta prima non possa esistere nessun ricordo di queste espe rienze. L frze che potebbeo diventae frze memoni che vengono invece adoperate per organizzare i corpo. Il bmbino cio avrebbe bens la frza di rcordasi tutti gli eventi passati, ma questa forza viene trasfqrmata. Ome la pressione che noi esercitiamo col dito sulla tavola si trasfor ma in calore, cos la frza della memoria si trasfrma i for za organica. Qela che modella il cervello forza memo nica trasformata; questa forza cessa di presentarsi nella forma in cui le dato di esplicare uno sguardo retrospettivo, e si present invece come una forza che organizza il corpo. u elemento animico trasformato; un elemento animico che penetra nel corpo; ed ora esso opera dentro i coro. Cos noi comprendiamo questa nostra vita solo se com prendiamo quell'altra vita che precedente all'ultma na scit. La nostra vita attuale consegue le sue frze nel pe riodo fra l'ultima morte e la nasita. Le forze che compaio no ora spiritualmente sono forze mnemoniche trasformate, le quali hanno organizzato il corpo. Certi animali inferiori muoiono quando son divenut maturi a generare la nascita di un'altra vita. La ricerca scien tifca riuscir un gorno a mostrare che le forze insite nel- 1' ereditariet giungono i certo modo ad esaurirsi. Su questo punto scienza naturale e scienza dello spirito isieme po tranno fornirci importati spiegazioni. Ma entro le frze ereditarie operano forze spirituai, e sono queste forze spiritali ad efetuare la compenetrazio ne del corpo fsico. Il corpo fsico per cos dire uno spec chio dello spirituale; e sono in sostanza dei veri processi di struttivi quelli che producono il rispecchiamento. Quando noi ci formiamo delle rappresentazioni mnemoniche, qua do con l'occhio noi vediamo i colori, questi sono dei pro- Mote e immortalit 245 cessi di distruzione; e solo duran il sonno quanto stato demolito viene riedifcato. Cos noi viviamo in quanto compenetriamo e rafor ziamo il nostro corpo con le forze che riceviamo da fuori. E la vita pu essere compresa soltanto se si tien conto di un tale elemento animico-spirituale attivo in essa. Nella scien za dello spirito per le cose non sono poi tanto semplici, e non si pu parlare della morte dele piante e degli animali come della morte dell'uomo; e quanto ho detto, vale solo per gli uomin. * * * L'indagine spirituale pu dunque rivolgere il suo sguar do oltre la vita fa nascita e morte. E merc l'indagine spirituale si pu gettar luce anche su cert singoli partico lari. Penso che alcun ascoltatori abbiano ancora molti prblemi insoluti nel campo dell'indagine spirituale, e che ascolteranno volentieri qualche altro particolare. Posso pe r citare soltanto degli esempi singoli. Prendiamo un esem pio che ci appare veramente misterioso nella vita : la na tura della delinquenza. L'investigatore dello spirito non vuol certo porsi dal punto d vista utopistico secondo il quale i delinquenti non devono veni puniti, o altre cose si mili. L'investigatore delo spirito cerca per di compren dere ci che ci si presenta nella vita umana. Possiamo chie derci : che cosa avviene quando ci si presenta una vita di delinquente ? Queste cose sono facili a chiedersi, ma le risposte a tali domande l'investigatore dello spirito deve prima lottare per ottenerle. E deve anche lottare per poter parlare di queste cose, perch quello che ha da dire pu perfo sembrare paradossale. A chi guarda chiaroveggentemente un delinquente ri sulta che le nature di delinquenti sono una specie di parti spiritualmente prematuri. Ogi anima ha una possibilit, in certo modo normale, di scendere nel mondo fsico. Ma la tendenza che porta l'anima a discendere s'incrocia con altre tendenze, cosicch la maggor pare degli uomin - e i de . 246 Antroposofa linquenti in modo particolarmente accentuato - discendo no nella vita terrena assai pi presto di quanto non do vrebbero discendere normalmente. E ci ha per conseguenza qualcos'altro. Si pu compenetare giustamente l'intera cor- poreit umana, in modo d poter diventar uomini intera mente, solo se ci si reincarna in un momento che si ap prossima a momento normale. Ma se, per determinate c costanze dele vite terrene precedent, esistono cause per cui l'uomo deve discendere nella vita prematuramente, 1- lor.a l'uomo accoglie nel proprio subcosciente qualcosa d tui non sa nulla, qucosa che gli vive nele profndit' dell'anima, qualcosa che come un prendere alla leggera la vita terrena. Ci avviene perch l'uomo non discende nel momento in cui avrebbe potuto collegarsi interamente con la vita terrena. Cosl pu darsi che u uomo abbia nella sua co scienza ordinaria un forte istito di autoconservazione, pu darsi che egli esplichi nella delinquenza i pi forte egoismo, e che porti tuttavia nella sua natura interiore, di cui nulla .sa, una certa superfcialit, u certo prendere la vita alla leggera, e che non voglia attribuire nessun valore alla vita i cui egli entrato attraverso un parto spirituale prematuro. Se le cose stanno cosl, allora questa vita si . presenta al l'uomo i modo che egli possa accendere il suo istinto di autoconservazione che sta afermandosi, con qualcosa di cui non sa nulla, con un prendere la vita alla leggera. Csl avviene per le anime dei delinqent. E quando io ebbi ap preso ci, mi . divent chiara ache un'altra cosa :
nel lin guaggio dei delinquenti esiste un certo gergo. E si compren de la natura particolare di qesto gergo (ossia u certo prendere alla leggera la vita nelle parole) solo se si conosce ci a cui ora ho accennato. Ma tutto si compensa poi nel l'insieme delle vite terrene umane, cosicch i deliuente pu riparare i una futura vita terrena a ci che ha com piuto come conseguenza di ua nascita spirituale prema tura. Ma anche altre cose diventano comprensibili con l'inda gine spirituale. Ci sono per esepio degli uomini che ven gono strappati . alla vita a caus di un infortunio, che a More e immortalit 247 causa d un infortunio lasciano la terra in un momento i cui non dovrebbero ancora lasciarla. Se per esempio a trenta cinque ai un uomo viene investto da una locomotiva, nel suo corpo sono insite allora delle forze che potrebbero agire ancora per lungo tempo. E quando egli abbandona il mondo fsico, non che queste forze trapassino nel nula. Le forze intelletui per esempio si rinvigoriscono singolarmente pr prio i conseguenza di un tal fatto; e un uomo che perisce in un incidente pu rinascere dotato di un itelletto vigo roso. Essendo i grado di contemplare la vita da un pi ampio orizzonte, l'indagine spirituale deve parlare d certe cose i modo diverso da come se n parla di solito. Chi muore di malattia, chi a causa di una malattia deve atra versare molte prove, quegli sviluppa la sua anima in modo che vengano rinvigorite le forze della volont. Una morte prematura dovuta a malattia rinvigorisce le forze della vo lont. Talue di queste cose potranno magari apparire pura mente fantastche; ma parlandone sono ben conscio di ave re una certa responsabilit; e non ne parlerei se non sapessi che tali fatti devono essere conosciuti altrettanto esata mente quanto i fatti della scienza esteriore. E considererei ben frivolo parlare di queste cose, se non fosse viva nel- 1' anima ua conoscenza tutta pervasa dall'ateggiamento a cui appunto ho accennato. L vita dell'uomo diventa dunque comprensibile solo se si ten conto di quanto esiste al di fuori della vita fsica. Lo sviluppo di questa nostra vita fra nascita e morte i risultato della vita che sta a di l di nascita e morte. A ta luni c potr apparire come una svalutazione della vita. B affinch ci non avvenga, cercher ora di ripetere breve mente le cose gi dete. Se qualcuno dicesse che in tal mo do vien messo in rilievo il fatto che noi stessi abbiamo pre parato quello che sperimentiamo nella vita terrena, quegli avrebbe ragione. Se veniamo colpiti da un infrtunio ap punto perch prima di nascere noi abbiamo inculcato al- 1' anima nostra la tendenza ad andare a fnire in questo in fortunio. Come una certa pianta non pu vivere che in alta 248 Antroposofa montagna, cos l' anima umana si cerca i suo abiente e va a sfciare ne suo stesso destino. Cme per quella pianta i destino naturale d vivere nelle Api, cos per l'anima umana naturale precipitarsi in un infortnio, se in tal mo do essa pu compensare qualcosa d imperetto che resi duato da una vita terrena precedente. E e qualcuno dicesse che non pu in nesun modo esserci d consolazione il fat to che noi stessi siamo stati gli artefci della nostra sventura, per cui oltre a sopporara con pazienza dovremmo anche sapere che da un punto d vista superiore la meritiamo, se qualcuo dicesse questo, allora io vorrei rispondergli con un raffronto che pu gettar luce sulla cosa. Supponiamo che un govane di diciotto anni abbia un padre ricco, per cui possa vivere nell'abbondanza anche senza imparare nessun mestiere; ma ecco che suo padre f bancarotta. Che la vita gli gochi questo brutto tiro pu signicare per lui una ben grave disgrazia, ed egli ha ben ragione di sentirsi infelice. Ma raggiunti che egli abbia i cinquant'anni, egli guarder da ben altro punto di vista alla sventura che lo ha colpito a diciotto. Egli si dir : se allora non m1 fosse capitata quel la disgrazia, forse ogg sarei gi andato a fnir male da mol to tempo, perch senza quella non sarei mai diventato u uomo abile alla vita; quella disgrazia ha costituito un f er mento nello sviluppo della mia vita. Similmente, nel momento in cui ci capita qualcosa, non siamo sempre i condizione di metterci dal giusto punto di vista rispetto a quanto dobbiamo sopportare. Nel mondo spirituale invece il punto di vista un altro. L noi sap piamo che nella prossima vita dovremo subire qualcosa che possa creare un compenso per la vita precedente. L siamo noi stessi a prepararci la vita di cui poi, con una certa ra gone, ci lamentiamo, dovendo considerarla solo dal punto di vista fsico. Ma vorrei dire ancora qualcosa sul periodo che corre ta la morte ed una nuova nascita. L'investigatore dello spi rito a tutta prima deve dirsi : che cosa dunque vive nella t anima che, quando t t sperimenti nell'animico-spiri tale al di fori del corpo, t appare come se t possedessi Morte e imm<talit 249 qualcosa che p essere trasportato dall'anima olte la morte? Sperimentiamo allora cle dal corpo noi portiamo con noi nel post-mortem le nostre vittorie. Portiamo con noi ci che possiamo acquisire solo dopo i vent'a i. I giovani che non hanno ancora vent'anni, questo non lo ascolteranno volentieri, perch pretendono gi di essere considerat maturi. Possia mo vederlo d giornali : spesso fra i redattori dei giorni troviamo dei govani che non hanno ancora vent'anni. I ve. rit per le cose stanno cos : quello che noi sperimentiamo nell'aima proprio per attivit nostra, quelo che accumu landosi divent in noi vera saggezza di vita, questo noi lo sperimentamo in modo da dover g suscitare i noi stessi una certa energia interiore che ci sprona al'ascesa. Questa nostra ascesa interiore costtuisce gi nela vita terrena un germe per quello che l'anima sperimenter poi nella vita fra la morte e u nuova nascita. L'anima dunque deve vivere in un continuo superamento d se stessa, in una con tinua metamorfosi delle sue forze. E normalmente l'ania permane nella vita fra la morte e una nuova nascita finch ha qualcosa da trasformare. Cnsiderando poi le cose da un alto lato, ci sarebbe da dire quanto sege : attraverso la morte, noi portiamo con noi i tesoro aniico che ci siamo formati. Ma la terra si trasforma. Pensate quanto si tasformata la regone in cui oggi sorge Vienna. L civilt dela terra muta il suo vol to, e il contenuto spirituale dell'ambiente da cui ricaviamo i nosti ricordi, i tesoro dei nostri ricordi, si trasforma. Normalmente l'anima non ritorna in terr finch non le possibile tovare un ambiente del tutto nuovo. Non sen za ragone che l'anima rinasce quando pu sperimentare qualcosa di nuovo in una nuova vita terrena. Ma per questo essa deve tasfrmare tutto ci che ha riportato da ia vita terrena precedente. Deve per esempio imparare una nuova lingua, e cos via. Ci implica una durata di secoli, d mille o millecinquecento anni. Possono per avvenire, come ab . biamo deto, delle nascite spirituali premature. Non posso dilungarmi ulteriormente, causa la scarsit di tempo, nla 250 Antroposofa _ descrizione delle condizioni connesse col nostro tema; posso ancora dir questo per : a chi non volesse credere a tutto ci, a chi obiettasse che tutto questo l'uomo on pu sa perlo, io vorrei far notare che efettivamente certe cose che pi tardi sono apparse del tutto naturali,, certe cognizioni che pi tardi sono penetrate i tutte le anime umane, a tutta prima apparvero paradossali .quando furono comunicate per la prma volta. E colui che oggi voglia coltvare la scienza dello spirito, deve pur rendersi conto che ben compren sibile che quanto egli ha da dire sia spesso ancor oggi preso come una fantasticheria. Ma come la concezione coperni cana, dopo essere stata considerata dapprima nociva\ ha f nito poi per essere accettata, cos anche quello che la scien za dello spirito a da dare al mondo fnir per essere ac cettato. Desidero ancora una volta richiamare l'attenzione su panorama che si presenta all'investigatore dello spirito e che gli d una profonda consapevolezza della verit che a poco a poco si fr strada, sia pure attraverso strette fssure, nella civilt attuale. Questa verit fnir per farsi strada. E potre mo itensifcare al riguardo la nostra consapevolezza, se considereremo un'individualt come quella di Giordano Bruno. Giordano Bruno si present agli uomini e distrusse i loro pregiudizi vecchi ormai di secoli, dicendo : se guar date allo spazio del cieo, vi sembra che sia il sole e che siano i pianeti a girare intoro alla terra; e vi sembra che l'azzurra volta del cielo sia una parete, una parete azzurra. Giordano Bruno si present agli uomini e disse : a voi sem bra che questa sia una parete azzurra perch la vostra fa colt di conoscenza e la vostra capacit di percezione giun gono solo fin l. Ma l dove i
vostri sensi limitati vedono una parete. l si estende l'infnit dello spazio, e questa infnit ricolma ai infniti mondi. L'investigatore dello spiito oggi deve riconnettersi a ci, deve ricordare che lo sguardo umano riuscito ad am pliarsi fno alle infnit dello spazio. e che Giordano Bruno mise in evidenza il fatto che il confine stesso del firmamen to dovuto soltanto alla limitatezza della facolt umana di Morte e imotalit 251 percezione. L'investigatore dello spirito deve mostrare che oggi ci vale anche per il tempo della vita umana compreso fra nascita e morte. In quanto si guarda a questo tempo con gli organi della percezione fsica, vi si scorgono i due confi di nascita e morte. Ma come i passato nella volta azzurra del cielo si scor g evano dei confni, i confi dello spazio, cos anche nel tempo si vedono oggi dei confni. Al di l di questi confni per si estende l'infit del tem p o; e in questa ift del tempo stanno adagiate le vite terrene, quelle in direzione del passato e quelle i direzione del l'avvenire. Non posso certo qui dilungarmi nei particolari, ma posso ancora dire che . tutte le ripetizioni hanno avuto inizio una volta, quando ebbe origine la terra stessa. E un giorno l'uomo entrer i una nuova, in una pi spiritua lizzata vita terrena. Quando si esaminano oggi in tal modo queste verit, biso ga riconoscere che esse un tempo vissero in forma di presagi nelle guide dell'umanit. Nei presagi delle guide dell'umanit spesso noi ritroviamo quello che vediamo risorgere oggi nella scienza dello spirito. La scienza dello spirito come la intendia mo noi og. gli uomini non l'avevano ancora fnora@ perch essa fglia del nostro tempo e nascer dalla cultura della nostra epoca. Ma coloro che anche in passato sono stati con sapevoli di essere congiunti con lo spirito dell'universo, co storo hanno impresso alle loro parole qualcosa che la scien za dello spirito oggi pu annunziare con pieno intendimen to. L scienza dello spirito ci mostra che possiamo compren dere la vita fra nascita e morte solo se siamo in grado di scorgere, in questo nostro corpo fsico e i tutta la vita fsicag la presenza e l'attivit di un'entit immortale che pu vivere in u n mondo spirituale. La scienza dello s p irito ci mostra che la vita entro il corpo ci data dalla vita fuor del corpo; cosicch nessuno pu comprendere la vita entro i corpo se non comprende la vita che sta fuori del corpo, nel frmamento spirituale. Questa verit Gethe la espresse con parole. quasi presagendo le future conoscenze della scienza dello spirito; la espresse con parole le quali non rappresentano soltanto la sua fede in una vita immortaleg 252 Antroposofa ma rivelano anche che egli sapeva che una vera conoscenza della vita terrena, una vera esperienza dell'esistenza, dipe dono dal riconoscere che questa nosta vita terrena tutta iluminata da un alcunch di ultraterreno, da u alcunch d immortale. Possiamo perci riassumere brevemente, con le parole che esprimono l'idea d Goethe, questa conoscenza della scienza dello spirito, la conoscenza che la vera e i- tita natura del mortale ha radici nell'immortle : e< A co loro che, fondandosi sulla saggezza di questa vita terrea; non vogliono assolutamente saperne di un'altra vita, a co storo io vorrei rispondere (dice Goethe) con le parole di Lo renzo dei Medici : quelli che non possono cedere un' a ta vita, sono g morti anche per questa vt . Ivan Bunin LA LUA Verr la Notte mia, lunga, silente. Per mano del Signore onnipotente d'un astro nuovo apparir il prodigio. Ardi, ardi, o Lunai Innaza sempre pi il volto a te dato dal Sol... Qaggi, della Giornata mia, serba i vestigio! (Versione dal russo di R. KOFPERLEl DIVENTAE DISCEPOLI (*) L'uomo vecchio che le forze fsiche abbandonano, si avvede che deve in qualche modo sosttuirle per poter con tinuare a sopportae la vita e a con.gurarla degnamente. Sente d non aver pi alcun sostegno nel suo corpo e di perdere perci il terreno sotto i piedi. Ache il pensiero, in quanto solo connesso coi processi del corpo, ora non lo sostiene pi. E ha pure motivo di diffdare delle sensazioni trasmessegli dai sensi. D'altra parte per sperimenta l'esi stenza di sensazioni che non si riconnettono a oggetti o fatti esteriori. Queste provengono dall'uomo superiore o dae entit che stanno sopra di lui ed operano i lui. Ora egli deve imparare a scoprire e a sentire l'angelo in s. E altrettanto pericolante in lui il sentimento. Se vuol conservarlo nela sua normale pienezza stimolata da fuori, egli osserva che tende ad irrozzirglisi ; e deve allora rav vi vado valendosi di istinti e brame : per esempio mangiando e bevendo di pi, o appigliandosi pi che prima all'istinto di autoconservazione. Ora gli capita pi facimente di la sciarsi prendere dall'invidia, dalla critica, dalla smania di sminuire gli altri e dal cruccio egoistico per il propro raf freddamento e smorzamento interiore. Sempre pi sente il bisogo di star solo, per non venir ofeso e non ofender se stesso. Evita i rapporto col mondo che ormai non com prende pi e che procede su stade diverse dalle sue. Pu coglerlo un grade dolore per essere diventato cos estre mamente impotente. E allora pu venigli in aiuto soltanto una guida spirituale che ascenda ancor pi i alto e discenda pi profondo di quella guida che gli garante del pen siero. L passioni ch'egli cova in s devono rcevere ali dal l'alto, come le insege dei Vangeli, l'aquila, il leone, il toro () Das Goetheanum, 15 febbraio 1959. Dventare dicepoli 255 e la creatura umana in qua1to tale; egli stesso deve sen tire come sente l'arcan g elo. Per guta la sua volont, diretta fnora solo al mondo estero, man mano ch'egli invecchia ripudia tutta l 'epoca che deve condurre all'abisso. Perci, se non vuole essa stessa portarlo alla rovina, questa volont deve aferar se stessa cos come dopo la morte e come opera fra i defuti, purifcando e sempre pi tendendo alla riparazione. In tal modo l'uomo si fa discepolo dei fndpad. Solo cos, in quanto discepolo, t dato conservarti vero, bello e buono entro il tuo corpo che. invecchia. Ti accorgi bene di non poterti pi rinnovare fsicamente. Non rinascerai pi corporalmente, fch sarai vivo. In luogo dell'orgnismo materno che t ha condotto alla luce del mondo, ora sono le potenze cosmiche a lavorare su di te. E proprio prch non possono pi modellarti il corpo fsico come t facevao ancora da bambino, t dato ora contemplare da fori la potenza creatrice. Dappertutto puoi riconoscere l'attivit ordinatrice degli di. Dall'al di l i trapassati vedono pulsare sulla terra la vita. Essi sono grati alla morte che in ogni luogo prepara la nascita. Ci gi manifesto nel respiro. La vita viene inspirata, la morte espirata. Ora che io rinasco fuori del mio corpo, nelo spirito, il mio respiro non pi terrestre ma celeste. Ora non pi solo con l'aria io m ravvivo, ma anche con lo spirito, col fato divino che mi risveglia a vita celeste. Ch'esso m'illumini l'animar )> Cos. dice il risve gliato dal . sonno spirituale. Ma che cosa avviene quando l'io espira ? In quanto entelechia eterna esso si efonde nell'universo. E quando di nuovo viene inspirato, esso dilata la sua esistenza terrena. Ache nel corpo fsico il mio respiro diventa spirituale. Ora esso in gado di purifcarmi l 'anima. Mi libera da peccato originale. Trasporta su nello spazio celeste una vita ch' su periore a qella ereditata sulla terra. E lo spazio celeste, quando io inspiro, ritora di nuovo nei miei sensi. Ora an che nei miei sensi io sperimento l'origie stellare. Nel'oc chio vive la luce che l'ha frmato; essa vi pur sempre 256 Antroposofa attiva. L'occho permane sempre di natura solae. E ataverso la pupilla gli spiriti dell'universo ritornano nello sguardo del veggente. L le anime dei trapassat entrano come attraverso una porta. Tu scorg le loro schiere ne lue della lua. Nell'ambito dell'aria l'uomo, in quanto respira, speri mena i propri conni : paura e impotenza. Ma .quando impara a respirare nela luce, quado i colori gli ifondono calore e frescura, allora l'incubo sva nisce . Qu sta la soglia che dallo spazio conduce nel tempo. Ora I 'uomo inspira le azioni della luce : dal rosso acquista entusiasmo, coraggio e forza. Da blu riceve devozione, consolazione e grazia. Gli vengono incontro tutt le gerarchie. Ma come pot conservarsene degno? Guardando idie tro alla sua vita terrena e squadernando i suoi ricordi cos che agli angeli, agli arcangeli e a principati essi appaiono degni. Questo lo pu fare in quanto si attiene all'essenziale affnch le gerarchie lo mettano in moviento e lo portino ad uno sviluppo superiore. Essenziale per quanto tu hai adunato nel tuo io in libert ed amore. con questo che devi tarre le somme della tua vita. A tal fe tu devi comparire davanti a frmamento del cielo, e quanto esso ha perduto di umano tu devi rim piazzaro con un divino. Ci deve venir suggellato, come scrittra del tuo destino, in presenza della Parola che divenuta uomo. Ora ha inizio il colloquio fra lo spirito umano e lo spirito dell'universo. SILVIA ScHWAR CoLORI, D. resp. Direione e amministraz. : press L'Editrice Scientifca, Via Aribro 2. Milano Te. 85.02.74 L propriet letteraria rservata agl autori Traduzni autoizzae Arti Grhe Fratelli Memo - Via Rinucini. 5 - Milano Autorizazione Reg. Cane. Tribunale Milano n. 07 - 27 dicembr 1955 BOLLETTINO BIBLIOGRAICO Antro p osofa lieta d comunicare a tutti i suoi lettori che presso la biblioteca del Gruppo Antroposo.co Leonardo da Vinc di Milano sono reperibili i segent volumi : RuooLP STE.NER : La scenza occulta Teosofa L'iniziaione I vangelo di Giovarmi Il vangelo di Luca I vangelo di Matteo ll tangelo di Marco L flosofa di Tommaso d' Aqui'o I gradi della conoscenza superiore I mitic Cronaca dell' A'a.ha I punti essenziali della questione sociale L'evoluzione della flosofa Le opee scientifd1e di Goethe La porta dell'iniziazone La prova ell' anima I guardiano della soglia ll risveglio delle anime Calendaro del'anima ALBERT STEFEN : Hiam e Salomone Manes e la more La tragedia della pae Problemi della drammaturgia RINALDO KuPPEJLE : Poesie scelte L festa della dea Nerto Vesioni goethiane Ifgenia in Tauride (versione potc da Goethe) L'uomo (verione ptica da V. lvanov) ENS UEHI : La nacita dell'individualit dal mito EMIL Boc: Cesari e apostoli Emico ZoWJN: L' evoluzone sprituale dela musica hENE CATANO : li Barocco O. A. INGLZ DE SousA : L'uomo quale pu essere conosciuto Gli interessati potranno rivolgersi alla bibliotecaria : Cala Bossi Rganti - Viale Regna Gi"ovanna 35 Milano. N O TA I letori che desiderino notizie bibliografche particlar sugli articoli pubbli cati da Antroposofa sono prcgti di rivolgrsi alla direzione della rivista. .. , Olivetti Studio 44 Per chi scrive per se, da solo e molto, pratica come una portatile, completa come una macchina da ufcio. Prea. lir 72.0+ LG. Prezzo netto L. 200 SPE. ABB. POST. 2. [Il