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il Ducato

P e r i o d i c o d e l l I s t i t u t o p e r l a f o r m a z i o n e a l g i o r n a l i s m o d i U r b i n o
Quindicinale - 24 marzo 2006 - Anno 16 - Numero 6
Internet: Ducato on line - www.uniurb.it/giornalismo
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Allarme per ligiene, quartiere a rischio
Gli immigrati vivono in condizioni difficili da sostenere. Preoccupati gli amministratori
I dati sul movimento turistico
dal 1998 al 2005 forniti dall'Os-
servatorio regionale mostrano
una crescita delle presenze e de-
gli arrivi a Urbino fino al 2001.
Dal 2002 si registra un calo co-
stante. A penalizzare la citt la
crisi della costa romagnola e pe-
sarese.
a pagina 7
Vacanze corte
pochi stranieri
Turismo
Locchio indiscreto contro i vandali
Cause civili e burocrazia rallen-
tano lo sviluppo dei poli com-
merciali in periferia. Il centro di
Trasanni stato sospeso per un
contenzioso tra privati. A Cana-
vaccio inaugurano due locali su
44. Intanto il sindaco parla dei
progetti futuri.
a pagina 4
A Trasanni
lavori sospesi
Centri commerciali
La sede amministrativa dellEr-
su apre le porte ai visitatori il 25
e il 26 marzo. E uniniziativa del
Fai ( il Fondo per lambiente ita-
liano) giunta alla quattordicesi-
ma edizione. Da visitare anche
edifici e monumenti a Pesaro,
Fano e Cagli.
a pagina 8
Palazzo Corboli
e i suoi tesori
Giornata del Fai
N
elle vie del centro storico ci sono sei telecamere, attive 24 ore su 24. Il controllo
affidato alla polizia municipale. Da quando sono state installate, gli atti di teppismo
si sono quasi azzerati. Ora c il problema di tutelare i monumenti della citt
a pagina 5
Un degrado
anche nostro
LEDITORIALE
A Ponte Armellina la situazio-
ne ormai arrivata al limite. Il
quartiere abitato da centi-
naia di extracomunitari, alcu-
ni irregolari. Le condizioni
igienico-sanitarie sono dis-
astrose: case invivibili e nei
giardini fogne a cielo aperto.
Polizia e carabinieri control-
lano la zona, perch conside-
rata a rischio. Ora il Prefetto
affronter il problema in una
riunione sulla sicurezza. Il
Comune vicino, Petriano,
chiede a Urbino un aiuto per
risolvere la situazione.
I proprietari delle case non ci
mettono pi piede. Gli inqui-
lini si alternano senza comu-
nicarlo. Nessuno ci vuole pi
vivere, rimasto solo il bari-
sta: "Qui il far west. Non pos-
so pi vendere birra perch
ogni sera sarebbe una lite".
alle pagine 2 e 3
Ponte Armellina: immondizia per le strade, fogne a cielo aperto e case in rovina
Al via la nuova campa-
gna della Carlo Bo per
convincere i cittadini
contribuenti a versare
il cinque per mille della
dichiarazione dei reddi-
ti in favore della propria
ricerca.
Ma a beneficiare dei
fondi non saranno sol-
tanto gli istituti scienti-
fici. Potranno approfit-
tarne anche organizza-
zioni di volontariato e
societ sportive.
a pagina 13
Bogliolo: date
allateneo
il 5 per mille
L
a cattiva coscienza
quella cosa dentro di noi
che cerchiamo di non
vedere finch non ci sia-
mo costretti. La cattiva
coscienza di Urbino si
chiama Ponte Armellina. Ce ne sia-
mo occupati tante volte, in questi
anni, che ormai era diventato qua-
si un luogo comune, uno stereoti-
po. Cos, quando ci siamo tornati -
sollecitati dalla gente di Petriano
che vive l, a due passi - lo abbiamo
fatto con un po' di scetticismo,
pensando: che ci sar di nuovo?
E di nuovo c' molto; troppo, or-
mai. Era un quartiere disagiato,
con pochi servizi, diciamo pure de-
gradato, abitato dagli ultimi arriva-
ti, ma era pur sempre un quartiere.
Ormai un ghetto miserabile: le ca-
se sono devastate, gli impianti non
esistono pi, qualche cosa di mai
visto nella nostra civilissima terra.
Due domande: come potuto ac-
cadere? E che cosa si pu fare?
La prima non serve per cercare col-
pevoli, ma per stamparci nella
mente che la malattia pi grave di
una collettivit la disattenzione
ai beni collettivi: la convivenza, la
decenza, la sicurezza, la solidarie-
t. In democrazia nessuno pu ti-
rarsi indietro, perch retorico e
banale - ma vero - che lo stato, la so-
ciet, siamo noi e quello che acca-
de intorno a noi parla di noi.
La seconda domanda pu avere
due risposte; una semplice: occor-
re intervenire subito a tutti i livelli.
Comune, Provincia, Prefettura. E'
una situazione che va rovesciata
come un guanto, perch uno stato
di degrado totale come quello, si-
gnifica che si perso il controllo so-
ciale del territorio, mentre in que-
sta nostra regione ci siamo sempre
vantati della tranquillit e della
scarsa presenza criminale proprio
grazie al controllo sociale di cui tut-
ti e ciascuno ci facciamo carico.
L'altra risposta pi complessa,
perch va oltre le apparenze.
Ponte Armellina solo un segnale.
Gli strati sociali meno abbienti si
stanno impoverendo (mentre chi
ha soldi sta bene, anzi si arricchi-
sce). Che sia colpa della Cina o del
Governo importa poco; anche se la
maggioranza cambiasse, per un
bel po' non possiamo aspettarci
grandi novit. Ma se le cose stanno
cos, l'attenzione ai beni collettivi
di cui si parlava sopra la sola arma
che ci resta. Se non sapremo custo-
dire la rete sociale che tutti ci lega,
se non capiremo che ogni degrado
anche il nostro degrado, allora di
situazioni come Ponte Armellina
ce ne saranno sempre di pi e le
stesse regole democratiche diven-
teranno un ricordo del passato.
il Ducato
2
Sporcizia e abbandono
ma al portone la Bmw
Viaggio a Ponte Armellina, dove gli extracomunitari vivono in condizioni igieniche
Nessuno ci vuole pi vivere e il prezzo di un monolocale crollato fino a 5.000 euro
L
odore quello dei
vicoli di
Marrakech. Un
misto di fumi che
si espande per
tutte le strade di
Ponte Armellina.
Il gas finito da tempo, il bom-
bolone non viene pi riempito
di Gpl e per scaldarsi si brucia-
no gli scarti dei legni delle fab-
briche. Truciolari e compensati
dallodore fortissimo che esce
da canne fumarie improvvisate
e si mescola a quello che sale
dalle fogne a cielo
aperto. Per scaricare
le acque reflue ci si
arrangia nei giardi-
ni, con tubi che
escono dalle pareti
delle case. Tutti
monolocali e biloca-
li, 25, massimo 50
metri quadri. Ben
120 appartamenti
che avrebbero
dovuto far nascere
una cittadella uni-
versitaria. Ma ora gli
inquilini sono tutti
extracomunitari: slavi, mace-
doni, marocchini e algerini. La
struttura ha ceduto allusura
del tempo e alla mancata
manutenzione. In mezzo a
muri scrostati, giardini dove
lerba cresce a dismisura,
immondizia sparsa ovunque,
vivono loro.
Difficile dire quanti sono. Per i
carabinieri 150, ma c chi
azzarda anche 600. I proprieta-
ri non hanno pi il controllo
della situazione, qui gli inquili-
ni si alternano ripetutamente
ed facile trovare appartamen-
ti aperti.
Si pu entrare. Lodore di muffa
stucchevole, i muri sono verdi
dumidit. A terra lattine, botti-
glie e sporcizia vicino a un
divano sfondato. I servizi igie-
nici sono fuori uso. Sui terrazzi
una rete del letto stata utiliz-
zata come tirante per stendere i
panni. Nei giardini, vestiti ad
asciugare e materassi inutiliz-
zabili. Qualcuno ha anche pro-
vato a costruirsi un attico
abusivo, riciclando finestre e
materiali da altri appartamenti.
Si passano la corrente elettrica
con cavi che escono dalle fine-
stre.
Di giorno le vie sono deserte:
alcuni uomini sono al lavoro in
fabbrica, altri
stanno chiusi
in casa e c
chi si affaccia
insospettito.
Q u a l c h e
b a m b i n o
schi amazza
vicino alle
auto par-
c h e g g i a t e ,
Bmw, Golf e
Audi, che sto-
nano con
tutto quello
che c intor-
no.
Viene chiamata Urbino 2, ma
anche citt ghetto. In pochi
hanno il coraggio di viverci,
ormai. Chi ha comprato un
appartamento nel 96, quando
nata Ponte Armellina, ora
cerca di liberarsene o lha gi
venduto. Anche a pochi soldi.
Un marocchino riuscito a
comprarselo per soli 5.500
euro. Tanta la svalutazione. Le
agenzie immobiliari non tratta-
no pi questa zona, perch
nessuno andrebbe a viverci.
Eppure qualcuno prova ancora
a vendere: Lo comprai nel 95
a 115 milioni di vecchie lire -
spiega un proprietario - uno
squallore infinito e non riesco a
rivenderlo.
rimasto un barista con la
madre. Mauro Marangoni
gestisce il bar e ristorantino
Raffaello. Al bancone si pu
chiedere tutto tranne birra.
Non la vende pi perch cera
un gruppo che si ubriacava
tutte le sere e rompeva le botti-
glie.
Mauro prova a tenere puliti i
giardini, ma intorno c il far
west. Pi volte si lamentato
con il Comune di Urbino. Da
settembre prova a chiedere di
ripristinare lilluminazione
pubblica, ben 22
lampioni non funzio-
nano, qui di notte
tutto buio. Ma anco-
ra non ha avuto
risposte.
Una cosa per stata
fatta: il Comune ha
mandato alcuni
addetti a raccogliere
limmondizia. In
una settimana hanno
riempito interi car-
relli di materassi,
pneumatici e altri
oggetti abbandonati
spiega sconsolato
Mauro, che aggiunge:
La situazione sfug-
gita di mano, non si
pu lasciare un quar-
tiere in queste condi-
zioni.
In qualche modo
Comune e autorit
dovranno interveni-
re, perch un singolo
proprietario non pu
fare tutto da solo.
Ruggero Marchionni
ha 33 appartamenti e
da anni non ci mette
pi piede, ma vuole
cambiare una condizione arri-
vata a un punto di non ritorno:
Io qui ci rimetto soldi tutti i
giorni, non pagano niente. Ho
cercato anche di sfrattarli, ma
sono tornati. Ho intenzione di
ripulire entro la primavera, poi
far seguire la zona da una per-
sona che vada a controllare, per-
ch non si pu continuare cos.
Lamministratore del condomi-
nio se n andato ormai da anni,
stanco della situazione. Da quel
momento non c nessuno che
gestisce gli edifici. Ci ha rinun-
ciato anche laddetto alla pulizia
dei giardini. Dal 1999 lerba cre-
sce incolta e in estate si vedono
pure le bisce.
Ormai
la situazione
sfuggita
di mano
non si pu
lasciare cos
un quartiere
LUIGI BENELLI
LEILA BEN SALAH
3
LINCHIESTA
La responsabilit
di sanare un ghetto
A
Petriano c' un'o-
pinione diffusa
che denuncia un
livello di stanchez-
za diffuso. Si rias-
sume cos:
"Guarda che bel regalo ci
hanno fatto quelli di Urbino".
Gi, perch Ponte Armellina
sotto il Comune ducale, ma
solo una strada separa la "citt
ghetto" da Gallo. Proprio per
questo il sindaco Giovanni
Angelini ci tiene a dire: " chia-
ro che a livello sociale ricade
tutto su di noi. I lavoratori ven-
gono da noi, tutta la loro vita
gravita qua e ne subiamo le
conseguenze".
Una situazione che il
sindaco Angelini
non pu fare a
meno di monito-
rare e seguire
attentamente.
"Non certo
questo il siste-
ma di integra-
zione da perse-
guire, questo
colpa anche
della politica di
tempi passati.
Quella che doveva
essere una cittadella uni-
versitaria diventata uno degli
esempi peggiori delle Marche.
Noi facciamo grandi sforzi
anche per dare un sostegno lin-
guistico ai bambini dato che
vengono a scuola da noi e non
a Urbino".
Quello che pi sconcerta, come
fa notare il primo cittadino,
che "da lontano sembra una
zona residenziale gradevole,
ma solo andandoci dentro
che si scopre quello che vera-
mente".
Il degrado diventato un po'
alla volta intollerabile. Ora
Angelini far la sua parte, ma
chieder aiuto anche al comu-
ne di Urbino. "C' chi ci abita e
lavora, ma gli appartamenti
diventano anche nascondigli.
Di notte si vede un gran viavai
di macchine di grossa cilindra-
ta. venuto il momento che i
due comuni si occupino del
problema per risolverlo una
volta per tutte. Io presente-
r tra due settimane
un progetto al
comune di Urbino
per riqualificare
tutta la zona e
riportarla a
livelli di decen-
za".
E finalmente
anche a Urbino
qualcosa si
muove. Gli
appelli degli abi-
tanti della zona
sono spesso caduti nel
vuoto. Ormai i lampioni
non funzionano da mesi e le
strade sono dissestate. "Entro
un mese faremo un intervento
da 85 mila euro per sistemare
l'illuminazione e asfaltare le
strade" spiega l'assessore ai
lavori pubblici Lino Mechelli.
Ma evidente che non basta.
Gli appartamenti sono aperti e
continuer il viavai.
Per quanto riguarda l'aspetto
igienico sanitario il problema
rester: "le condizioni lasciano
a desiderare, ma intervenire
nelle aree private difficile.
Per la questione igienico sani-
taria ci vorrebbe una denun-
cia". Serve il tracollo per un
intervento deciso? Risponde
Mechelli: "il servizio igiene
urbano non sufficiente e la
Megas solo a volte pu orga-
nizzare interventi straordina-
ri".
Sul piano dei servizi sociali il
caso macroscopico. La per-
centuale di immigrati residenti
sul territorio del 7,7% ben tre
punti in pi della media nazio-
nale. L'assessore alle politiche
sociali Maria Clara Muci affer-
ma che "la maggior parte vive
l". Per questo nato uno spor-
tello composto da due assi-
stenti sociali e una sociologa
che "cercano di seguire da vici-
no le persone e i loro proble-
mi".
Ma anche qui il confine fra
pubblico e privato ben deli-
neato e l'assessore frena:
"Difficilmente possiamo inter-
venire sul privato perci ci
siamo adoperati con la costru-
zione di una ludoteca e un
centro di aggregazione .
Facciamo in estate corsi di ita-
liano per i bambini prima della
scuola". Ma il limite ben
noto: "L'impegno ce lo mettia-
mo, ma non possiamo metterci
nel giardino di un altro e puli-
re. chiaro che non basta mai,
ma facciamo tanto. (l.b.)
Una fogna
a cielo
aperto
a Ponte
Armellina
Nei dettagli,
il degrado
delle case
In basso,
la carcassa
di unauto
A destra,
lassessore
Mechelli
E adesso si muove anche il Prefetto
L
a situazione di Ponte Armellina ben conosciuta alle
forze dellordine. Il quartiere considerato a rischio,
per lalta concentrazione di extracomunitari. Come
spiegano i carabinieri di Urbino potrebbe essere un
luogo dove si rifugia chi ha problemi con la giustizia, per
droga o spaccio magari. Quindi la zona va monitorata
attentamente, ma non basta. Lautorit per eccellenza che
dovrebbe intervenire, in casi come questi, la prefettura
di Pesaro e Urbino. Il prefetto sa bene com la situazione
e, mentre andiamo in stam-
pa, si tiene a Urbino una
riunione per esaminare la
sicurezza nella zona. Punto
allordine del giorno non
pu che essere Ponte
Armellina. I provvedimenti
si vedranno.
Intanto si discute sulle com-
petenze. Sono urbinati, su
questo non c dubbio. Ma
le lamentale arrivano nei
commissariati limitrofi.
Ponte Armellina, infatti,
ricade nel territorio ducale,
ma dista pochi chilometri
da Petriano e Gallo. Per i
carabinieri di Urbino gli
extracomunitari residenti
nella zona sono 120, massi-
mo 150, ma nessuno clan-
destino, semmai si tratta di persone che si appoggiano
presso parenti e poi lavorano fuori. Certo il monitoraggio
va fatto, spiegano i carabinieri. Le pattuglie passano di fre-
quente, assicurano. Ma gli agenti non possono entrare
nelle case private. I carabinieri hanno recuperato qualche
carcassa di automobile abbandonata in mezzo alla strada,
ma ce ne sono ancora. Per i vigili urbani di Petriano, inve-
ce, gli extracomunitari che vivono a Ponte Armellina sono
600, forse anche 700.
Non possiamo andare a fare controlli dicono - perch
non di nostra competenza. una situazione sui generis,
abbiamo avuto diverse lamentele dalla cittadinanza loca-
le. Il punto che il quartiere molto vicino a Petriano,
tanto che il problema grava su di noi, pi che su Urbino.
Nei giorni scorsi, i carabinieri di Montecchio hanno fer-
mato tre persone irregolari
provenienti da Ponte
Armellina, perch erano
usciti allo scoperto, per pre-
sentare le domande agli
uffici postali della zona per
chiedere il rilascio del nul-
laosta al lavoro.
Numeri a parte, chiaro
che qualcosa bisogna fare.
E su questo sono tutti dac-
cordo. Dal commissariato
di polizia di Urbino assicu-
rano che il pattugliamento
c, anche in borghese. Le
attivit di controllo non
mancano e ci va pure la
polizia giudiziaria.
In passato, i poliziotti sono
intervenuti per sedare le
risse, ma anche perch
hanno scoperto che in alcuni appartamenti non ci viveva
pi il vecchio inquilino, ma altra gente. La polizia lo
ammette per: i clandestini ci sono. Per le condizioni igie-
niche, invece, non si pu far nulla. Le forze dellordine
dicono che non possono intromettersi, come minimo ci
vorrebbe una denuncia. (l.b.s.)
disastrose, tra fogne a cielo aperto e immondizia Un problema tra due Comuni
il Ducato
4
Commercio tra liti e burocrazia
Il centro di Trasanni sospeso per un contenzioso. Canavaccio: aperti 2 locali su 44
Il sindaco: La vera concorrenza si avr con lapertura dei poli di Santa Lucia, lex consorzio e la Fornace
I
l modellino si trova all'a-
genzia immobiliare
Agor. Sta sotto vetro e i
titolari ci tengono a dire
che risale a molti anni fa.
Che adesso tutto cam-
biato. "Molto pi bello". Lo stu-
dio tecnico lo mostra addirittu-
ra in forma tridimensionale.
Ma per ora di costruito non c'
niente. Il centro commerciale
di Trasanni, a Ca' Mazzante,
rimane un progetto di 7.000
metri quadri e tre piani di
altezza disegnato al computer.
Destinazione provvisoria: il tri-
bunale.
C' infatti una causa civile tra
l ' a z i e n d a
Bartolomei, la
ditta di costru-
zioni del centro,
e alcuni proprie-
tari della collina
sovrastante. Un
contenzioso che
blocca i lavori
iniziati nel 2004
con lo sbanca-
mento del terre-
no e la demoli-
zione di un vec-
chio edificio. Il
problema sta
nella costruzione di un muro di
protezione sostenuto da alcuni
tiranti che affondano sul terre-
no di propriet di due aziende
private.
Nessun accordo stato firmato
tra Bartolomei e le due impre-
se, che oggi rivendicano la pos-
sibilit di costruire sulla colli-
na. In realt lo studio tecnico
Ferri-Feligiotti, che ha curato il
progetto del centro commer-
ciale, sostiene che esisteva un
accordo verbale tra i due con-
tendenti: il muro poteva essere
costruito in cambio di una stra-
da che avrebbe collegato le
case in collina al centro com-
merciale.
Poi, tutto va in fumo. "I tecnici
chiamati da Gambedotti, una
delle aziende coinvolte nel
contenzioso - dicono dallo stu-
dio legale dell'agenzia immobi-
liare - hanno verificato che i
pali e i tiranti del centro com-
merciale rendono difficilmente
edificabile il terreno". Si cerca
un accordo
finanziario, una
compravendi t a
di terreni, ma i
due privati sten-
tano a venirsi
incontro e il cen-
tro commerciale
di Trasanni fini-
sce in tribunale.
Il giudice in que-
sti giorni ha
nominato un
perito super par-
tes che dovr
valutare se il pro-
getto conforme agli strumen-
ti urbanistici e se i due privati
siano stati danneggiati. "Noi
abbiamo tutte le autorizzazioni
necessarie - dice Bartolomei - e
avremmo dovuto riprendere i
lavori adesso, tra aprile e mag-
gio. Siamo fermi gi da troppo
tempo, per questo abbiamo
chiesto al tribunale un provve-
dimento d'urgenza". Che entro
l'estate, dovrebbe decidere
delle sorti di un centro com-
merciale che per ora non ha
neanche pi un cartello a
segnalarlo, ma solo tubi e pie-
tre.
Per una cittadella del commer-
cio che si ferma, un'altra apre.
Ma solo per un quarto. A
Canavaccio, il centro Raffaello,
piano attuativo del 2000, una
parte ancora in costruzione, ha
inaugurato l'11 febbraio con il
ristorante e un negozio di arti-
coli da regalo. Su tutti gli altri
locali, 44 in tutto tra negozi e
uffici, regna la scritta "Affittasi"
o "Vendesi". "Sono sei anni che
stiamo dietro a questo progetto
e se tornassi indietro forse non
lo rifarei . A dirlo il titolare
dell'agenzia immobiliare
Toccacieli di Fermignano, che
si occupa di vendere i locali del
centro commerciale di
Canavaccio. Gli iter burocrati-
ci sono troppo lunghi - conti-
nua - e solo per prendere un
appuntamento con un tecnico
si impiega mesi. Magari le carte
arrivano, ma poi finiscono in
qualche cassetto. Questo avvili-
sce gli investitori e crea ritardi
nell'apertura dei negozi".
E su alcune difficolt concor-
dano anche dall'agenzia Agor,
l'immobiliare che avrebbe
dovuto vendere i locali del cen-
tro commerciale di Trasanni.
Nel 2001 avrebbero potuto ven-
dere tutto: oltre 50 compratori
si erano interessati ai locali
attraverso un contratto - opzio-
ne. Cio: si "pre-
nota" il posto e
non appena si
ha la certezza
che sar costrui-
to, si compra.
Aziende impor-
tanti come
Chicco e Sma,
che per si
rischia di perde-
re nel corso del
tempo. Sia per la
causa civile che
ha bloccato i
lavori, ma anche
per la tempistica necessaria a
ottenere il permesso dell'Anas,
la concessione e la valutazione
d'impatto ambientale. E acca-
de che gli investitori vanno
dove conviene: se un locale
pronto prima, si compra l e si
Lazienda di
costruzione
Bartolomei:
Abbiamo
tutte le
autorizzazioni
necessarie
abbandona la prenotazione
dall'altra parte. Cos, se svilup-
pare il commercio alla periferia
di Urbino importante per
Amministrazione e privati, si
deve per fare i conti con il
tempo: almeno sei anni tra
piano attuativo e inizio dei
lavori.
Intanto, sono stati presentati
nel consiglio comunale del 9
marzo, i due bandi per le opere
che Urbino
aspetta da 15
anni: l'ex consor-
zio e la zona di
Santa Lucia.
" Co s t r ui r e mo
due grossi poli
commerciali -
dice il sindaco
Franco Corbucci
- che saranno
veramente in
grado di fare
concorrenza a
Pesaro. Perch la
concorrenza non
possono farla piccoli centri
come Trasanni o Canavaccio,
per quanto importanti".
Sui tempi che ci vorranno e tra
quanti anni Urbino vedr le cit-
tadelle del commercio davvero
competitive, non dato sapere.
Nel 2001
quasi tutti i
locali del
centro di
Trasanni
erano stati
prenotati
Nella foto
grande, i lavori
bloccati
della citt
del commercio
di Trasanni
In basso,
il centro
dello shopping
di Canavaccio,
nella parte
ancora
in costruzione
ALESSANDRA BRAVI
5
CITT
Locchio indiscreto
per sorvegliare
i vandali del gioved
Sei telecamere in funzione in centro
Le spie elettroniche attive ventiquattro
ore su ventiquattro. Azzerati gli atti
di teppismo. Il problema dei monumenti
L
ass qualcuno ci
guarda. Non tra le
nuvole, ma qualche
metro pi in alto
delle nostre teste.
locchio indiscreto
delle telecamere, che controlla-
no quel che succede nelle vie
principali della citt. Installate
un anno fa per contrastare il
vandalismo, hanno davvero
messo paura ai teppisti che si
divertivano a sfasciare vetrine e
lampioni. E mentre sullesem-
pio di Urbino si installano
nuove telecamere in vari paesi
della provincia, nella nostra
citt resta il problema di con-
trollare i punti ancora vulnera-
bili. Perch oltre alle vetrine,
necessario proteggere i gioiel-
li della citt ducale.
Gli occhi elettronici nelle vie
cittadine sono sei.
Linstallazione stata decisa
dal Comune nella primavera
2004, ma sono attivi solo da un
anno. Sono distribuiti tra piaz-
za della Repubblica e la zona
vicina: da via Veneto a piazza
delle Erbe, da via Mazzini al
porticato di corso Garibaldi. Il
sistema di vigilanza affidato
alla polizia municipale: il
comandante e i quattro tenenti
di Urbino possono controllare
la situazione in tempo reale sui
computer in ufficio. Le teleca-
mere restano sempre in funzio-
ne e le immagini filmate sono
conservate in una memoria
digitale per 48 ore. Poi si can-
cellano automaticamente, per
tutelare la privacy.
Lobiettivo della giunta era
creare un deterrente contro gli
atti vandalici, sempre pi fre-
quenti contro negozi e arredo
urbano del centro storico. Cos
agli ingressi della citt sono
stati messi dei cartelli che
informano sulla presenza di
"spie" elettroniche. Dopo un
anno - dice Lino Mechelli,
assessore ai Lavori pubblici -
possiamo essere soddisfatti. Le
telecamere sono state ottimi
dissuasori e i casi di teppismo
in centro si sono quasi azzerati.
Solo due volte i magistrati
hanno chiesto le immagini
riprese, ma i filmati non sono
stati utili alle indagini.
Se il cuore della citt sembra
protetto, gli ultimi episodi
dimostrano che il problema
della sicurezza non affatto
risolto. Non solo nei quartieri
esterni alle mura, ma anche in
molte zone del centro storico.
Nelle ultime settimane, soprat-
tutto durante le notti etiliche
del gioved, sono state danneg-
giate auto ai collegi universita-
ri, a porta S. Lucia, in via
Pellipario. Pochi giorni fa, poi,
stata presa di mira la sede dei
Ds. Luoghi poco controllati,
come via Matteotti, dove a
dicembre stata distrutta la
nuova illuminazione pubblica
e danneggiato il cantiere della
Data. In quelloccasione i tep-
pisti sono arrivati fino alle vie
del centro, sfiorando Palazzo
ducale. Per proteggere il sim-
bolo della citt, per, non ci
sono telecamere.
Si potrebbe ampliare il siste-
ma di controllo elettronico
anche ai monumenti - spiega
Mechelli - ma sono contrario a
riempire la citt di occhi che
sorvegliano i cittadini. E c
anche un problema di costi.
Per le otto telecamere installate
un anno fa (sei nelle strade e
due in municipio) linvesti-
mento stato di 50mila euro,
spalmati in pi di cinque anni.
Una cifra importante, se si con-
sidera che il bilancio comunale
di circa 18mila euro.
La sicurezza, il gioved notte,
garantita da una pattuglia di
vigili, che controlla il centro
storico dalle 22 alle quattro.
Appena fuori le mura poi, ci
sono tre auto di polizia, carabi-
nieri e stradale. I problemi -
spiegano Giorgio Focarini e
Davide Branchesi, tenenti della
Municipale - spesso nascono
dopo la chiusura dei pub in
centro, alle due. I ragazzi si
spostano verso i locali intorno
alla citt e, se non sono molto
lucidi, possono combinare
guai. Noi cerchiamo di dialoga-
re e prevenire azioni irrespon-
sabili, ma non facile. E le
telecamere? Sono utili, ma
importante anche andare in
giro, farsi vedere nei locali.
Intanto in altri paesi della pro-
vincia il problema sicurezza
allordine del giorno. Alcuni
hanno gi installato telecamere
(Cantiano, San Costanzo) e a
marzo sono stati messi i primi
occhi elettronici a Fano. A
Fossombrone e Pergola, invece,
se ne discute da tempo, soprat-
tutto su pressione dei commer-
cianti. Nonostante i dubbi sulla
tutela della privacy, molti pen-
sano che solo una spia elet-
tronica possa prevenire le azio-
ni dei nuovi unni. Senza offesa
per gli unni, naturalmente.
A sinistra,
un tenente
della polizia
Municipale
controlla
la citt
dal suo
computer
In basso,
il centro
giochi
di via Oddi
Centro giochi, i bambini scappano
P
er ora le aule del centro giochi in
Via Oddi si sono svuotate: nell'ulti-
mo mese i bambini iscritti alle atti-
vit della struttura sono circa duecento
in meno. Erano 266 a febbraio, ora sono
41. Da marzo, infatti, bisogna pagare una
quota: fino a maggio si tratta di 12 euro
per lo spazio 0-3 e 20 euro per il Centro
gioco. Prima il servizio
era gratuito.
I genitori hanno sapu-
to delle nuove tariffe
soltanto la scorsa set-
timana: ad avvisarli
stata una circolare del
Comune affissa nel
centro giochi, che sta-
biliva come termine
del pagamento il
diciotto marzo.
Dallo stesso docu-
mento risulta che per
l'iscrizione alle attivit
dell'anno prossimo i
genitori dovranno pagare 30 euro per lo
"Spazio 0-3", destinato ai pi piccoli, e
50 euro per il centro "Trentagiochi", cui
si pu partecipare fino a dodici anni. Le
proteste di molti genitori sono state
immediate.
Osserva Francesco Zanarelli, padre di tre
bambini che frequentano la struttura di
via Oddi: "Oltre alla quota del centro
giochi, devo pagare 35-40 euro in pi a
causa degli aumenti per le tariffe scola-
stiche di quest'anno: ho un figlio al nido,
uno alla materna, uno alle elementari.
Cos si colpiscono le famiglie pi nume-
rose". Altri genitori pensano di iscrivere i
bambini alle attivit di via Oddi soltanto
l'anno prossimo: nei mesi invernali,
infatti, che la struttura si riempie.
Si difende l'assessore al bilancio Alceo
Serafini: "Il centro giochi era gratuito e
nelle scuole non c'erano aumenti da cin-
que anni. Con l'aumento delle quote,
copriamo appena il trenta per cento dei
costi di gestione: purtroppo abbiamo
subito anche il taglio dei fondi sociali da
parte della Regione".
Aggiunge Serafini: "Poco tempo fa
abbiamo incontrato anche i rappresen-
tanti dei genitori per discutere della que-
stione". Quest'anno il Comune prevede
di ricavare almeno 60mila euro dalle
nuove tariffe per le scuole.
Gli animatori del centro giochi continua-
no la loro attivit con lo spirito di prima.
"Qui non abbiamo videogiochi: i bambi-
ni imparano a scatenare la fantasia con
tanti materiali: per
esempio, nell'ambito
del laboratorio pas-
quale, stiamo realiz-
zando biglietti a forma
di uovo e ovetti di
gesso", dice Andrea
Signoretti, da poco
laureato in Scienze
d e l l ' e d u c a z i o n e .
L'anno prossimo ver-
rano festeggiati anche
i dieci anni dalla nasci-
ta della struttura per i
pi piccoli.
Le aule di via Oddi
sono un punto di riferimento per molti
genitori, soprattutto per le madri.
"Lavoro dal mattino fino alle sei del
pomeriggio: se non avessi avuto la cer-
tezza di poter contare su asilo e centro
giochi non avrei neanche pensato di
avere dei figli", dice Roberta V., madre di
due bambini.
LUCA DELLO IACOVO
GIANVITO LO VECCHIO
La struttura di via Oddi, prima gratuita, ora a pagamento
S
eduti sui gradini di
Piazza della Repubblica
sono un po' stanchi e
forse spaesati tra i matto-
ni antichi dei palazzi di
Urbino. Da via Raffaello
arriva un gruppetto di ciclisti.
Vedere qualche bicicletta, anche
qui tra i vicoli in sali-
ta, a loro basta per
sentirsi a casa. Sono
un gruppo di 47
ragazzi olandesi, in
scambio culturale
con due classi del
liceo "Raffaelo" di
Urbino e sono appe-
na stati ricevuti in
municipio, in
maniera ufficiale. Li
aspetta un tranquil-
lo pomeriggio da
passare insieme alle
famiglie degli alunni
urbinati che li ospi-
tano. Stasera olandesi e italiani
insieme andranno a ballare in
discoteca.
Da dieci anni il liceo linguistico
"Raffaello" porta avanti scambi
culturali con il "Merewade
College" di Gorinchen in Olanda.
Nel giro di un anno due classi si
ospitano a vicenda per una decina
di giorni: quest'anno la classe
urbinate andata a Gorinchen
prima di Natale e ora sta ricam-
biando l'ospitalit. Non vedranno
solo Urbino, ma gireranno l'Italia
in lungo e in largo. Innanzitutto
Firenze, poi Perugia e Assisi, le
grotte di Frasassi e i mosaici di
Ravenna. Hanno gi respirato l'a-
ria di Urbino, il modello di citt
ideale. Sabato mattina, sono stati
ricevuti dall'assessore comunale
il Ducato
6
Noi urbinati pi svegli
ma in Olanda
sono pi emancipati
Tra il liceo Raffaello e il Merewade College dieci anni di gemellaggi
Questanno 47 studenti ospiti a casa dei loro colleghi italiani
alla Pubblica istruzione Massimo
Spallacci. "Urbino - dichiara sod-
disfatto l'assessore - stata chia-
mata la citt del palazzo: nei nostri
vicoli si respira ancora l'atmosfera
del viaggio nella storia" Loro, gli
olandesi di Gorinchen ascoltano
dal traduttore il discorso di
Spallacci. A guardarli danno l'im-
pressione di essere pi grandi dei
loro 17 anni, e non solo nel fisico.
Marjolen, una ragazza del gruppo,
ammette che in
Italia i suoi coetanei
hanno uno stile di
vita differente: "Io il
venerd sera vado a
fare la cameriera in
un pub per avere
qualche soldo mio,
ma qui in Italia non
una cosa molto
comune". Le diffe-
renze per le vedo-
no anche gli studen-
ti italiani del III C e
del IV A: "Sono pi
lenti di noi quasi in
tutto, anche nel pre-
pararsi la mattina: si svegliano alle
sei - dice un gruppetto di loro - per
uscire alle nove!". Ma gli Olandesi
dicono la stessa cosa dei ragazzi di
qui: "Sono lenti, soprattutto nel
camminare, ma adesso abbiamo
capito perch - dice Mandy, un'al-
tra ragazza di Gorinchen - qui
tutto in salita".
Proprio superare le piccole diffe-
renze uno degli obiettivi di scam-
bi culturali come questi, sovven-
zionati in parte dall'Unione
Europea. Le prime a crederci sono
le stesse professoresse che orga-
nizzano il tutto: Ida Zeedijk e
Hannie De Raad del "Marewade
College" di Gorinchen; e le profes-
soresse Maria Elena Betti,
Gabriella Cimarelli e Serenella
Zanarelli, del liceo urbinate
"Raffaello". Stilano insieme un
progetto di massima che poi deve
essere valutato dall' Unione
Europea ; se passa il vaglio, riceve
una sovvenzione che copre una
parte dei costi del viaggio. Prima
gli studenti delle rispettive scuole
si contattano a distanza e solo
dopo si incontrano ospitandosi a
vicenda. Il tutto culmina in un
lavoro finale: questanno gli stu-
denti del Raffaello hanno scritto
un piccolo libro, in inglese, sul loro
viaggio in Olanda.
Oltre per alla didattica e allo stu-
dio delle lingue straniere lo scopo
principale sembra anche essere
un altro, come si legge nel pro-
gramma generale del gemellaggio:
"Migliorare e rafforzare la consa-
pevolezza interculturale della
dimensione europea".
Oltre
le diversit
per scoprire
insieme
la comune
identit
europea
I ragazzi
del Raffaello
di Urbino
al Merewade
College
di Gorinchen
in Olanda.
Sopra:
un tipico
mulino
a vento
FRANCESCO
BARDARO GRELLA
CITT
7
ECONOMIA
In cerca del turista straniero
La crisi della costa pesarese e romagnola influenza gli arrivi nelle citt darte
I dati dellOsservatorio regionale indicano una contrazione delle presenze negli alberghi e negli agriturismo
C
ercasi turisti stra-
nieri disperata-
mente? Dalla costa
alle colline lo slo-
gan degli operatori
e degli addetti del
settore lo stesso, tuttavia a
reggere meglio la crisi proprio
l'entroterra. Il calo di turisti
della riviera marchigiana e
romagnola si ripercuote anche
nelle citt d'arte come Urbino e
San Leo, ma a fare da salvagen-
te il turismo verde
Per verificare la tendenza il
Ducato ha richiesto
all'Osservatorio regionale del
turismo i dati sul movimento
turistico, registrato dal 1998 al
2005, nel Sistema turistico
locale Urbino e il Montefeltro,
con particolare riferimento a
Urbino, Urbania e San Leo. La
statistica prende in considera-
zione gli arrivi e le presenze (i
giorni di permanenza) dei turi-
sti italiani e stranieri registrati
dalle strutture ricettive.
Nei 32 Comuni del Stl - spiega
il presidente Guerrino
Buonalana - si verificata una
contrazione delle presenze in
linea con la propensione al
risparmio degli ultimi anni, ma
anche un aumento degli arrivi,
che si aggira intorno al 2%.
Urbino in 8 anni registra una
crescita nelle presenze e negli
arrivi fino al 2001 e un calo
moderato ma costante fino al
2005. Dal 2004 al 2005 gli arrivi
diminuiscono dell'1,9% e le
presenze perdono solo qualche
unit. Il boom di stranieri c'
stato nel 2002 con 20.845 arrivi;
nel 2005, anche se diminuisco-
no gli arrivi del 19,61%, c' un
aumento incoraggiante delle
presenze del 3,35%. In pratica
sono di meno, ma si fermano
pi a lungo.
Urbino penalizzata dalla
mancanza di stranieri e del
turismo mordi e fuggi - afferma
Buonalana - ma regger sem-
pre. La situazione migliorer
quando la costa riacquister
turisti.
Non possiamo appoggiarci
sempre sul Palazzo Ducale e sui
pullman dalle citt costiere -
sottolinea Lella Mazzoli, asses-
sore al Turismo -, per promuo-
vere Urbino dobbiamo studiare
un nuovo modello di comuni-
cazione e un modo di narrare la
citt attraverso le emozioni. Il
primo passo stato commis-
sionare uno studio alla societ
Codice di Vittorio Bo sul posi-
zionamento nella citt in ter-
mini di qualit degli eventi e
delle manifestazioni. Da que-
sti dati si costruir una campa-
gna promozionale con un tar-
get di riferimento - annuncia
l'assessore - mentre, per la
prossima estate punteremo
sulla musica, da quella antica
al rock, e in autunno su un
evento dedicato al libro, come
opera d'arte, e alla parola come
gioco, dall'enigmistica allo svi-
luppo della lingua.
Anche San Leo sceglie linte-
grazione tra mare e collina. Il
confronto dei dati sul turismo,
per, possibile solo per il
2004 e il 2005, visto che i pre-
cedenti non sono stati regi-
strati. Sulla base delle statisti-
che San Leo navigherebbe in
acque oscure con una perdita
del 20,6% negli arrivi e del
63,2% delle presenze. Il calo
pi sensibile negli arrivi e
nelle presenze degli stranieri,
che diminuiscono rispettiva-
mente del 36,7% e del 64,9%.
Sono dati incompleti - com-
menta Carla Bonvicini, asses-
sore al Turismo - anche se
vero che abbiamo risentito
della crisi della costa. Rimini
ha registrato un calo del 2% e
noi di conseguenza, i biglietti
di ingresso alla Rocca sono
stati 95.487 nel 2004 e 94.401
nel 2005. L'anno scorso la con-
venzione con i parchi tematici
e la rocca di Verucchio parti-
ta a estate inoltrata, quest'an-
no ci sar un miglioramento.
A Urbania, invece, l'affluenza
non manca. I corsi di ceramica
e la scuola di lingua italiana
attirano tanti stranieri, olande-
si in particolare. Gli arrivi e le
presenze registrano numeri pi
piccoli di Urbino, ma il trend
in crescita. Negli ultimi 2 anni
c' stato un aumento degli arri-
vi del 3,3% e un calo dell'11,9%
nelle presenze. Per rilanciare
l'ospitalit, stata presentata
una guida delle strutture ricet-
tive a cura del responsabile del-
l'ufficio turistico Tarcisio Cleri.
Urbania ha fatto passi in avan-
ti - commenta Cleri - nella sta-
tistica dell'Osservatorio regio-
nale sfuggono 12 mila presenze
di stranieri che affittano appar-
tamenti ai privati.
Paolo e Francesca battono Federico
La rocca di Gradara il monumento pi visitato delle Marche
Q
ual il monumento pi visitato delle
Marche? Chi risponde "il palazzo duca-
le di Urbino" sbaglia. E' la rocca di
Gradara che negli ultimi anni detiene costan-
temente il record di presenze. Paolo e
Francesca, quindi, battono Federico da
Montefeltro.
Per i non addetti ai lavori questa davvero
una sorpresa. I numeri parlano da soli: l'an-
no scorso il botteghino di Urbino ha staccato
192.751 biglietti, quello di Gradara 200.226.
Oltre 7 mila ingressi in pi. E l'anno prece-
dente le cose non erano state diverse, con
uno scarto che si era aggirato intorno alle sei
mila unit. La verit che gi da tempo la
rocca malatestiana la meta marchigiana
preferita dai turisti, e il primato urbinate
solo una leggenda. L'anno del sorpasso il
2000. Da quel momento la rocca, teatro del
tragico amore dei dannati Paolo e Francesca,
ha sempre viaggiato sopra le 200 mila pre-
senze annuali. Un successo costruito in tutta
fretta - solo dagli anni '90 la rocca comple-
tamente visitabile - e fondato sulla promo-
zione di una leggenda. S, perch il legame
tra la storia dei due amanti, protagonisti del V
canto dell'Inferno dantesco, e Gradara un
mito, anche se "con la sua dignit storica,
visto che nato nell'800", come puntualizza
Maria Rosaria Valazzi, direttrice della rocca.
E allora perch il palazzo creato da Luciano
Laurana e Francesco di Giorgio Martini, che
ospita la galleria nazionale delle Marche, con
capolavori che ci invidia tutto il mondo, non
riesce a suscitare un interesse maggiore? Per
Vittorio Sgarbi la questione strettamente
turistica: "A Gradara c' tutto un borgo da
visitare oltre alla rocca. E' un luogo pittoresco
buono per escursioni. A Urbino, il palazzo
ducale sta in mezzo a una citt". Per la vice-
direttrice della galleria nazionale delle
Marche, Agnese Vastano, il problema invece
nella diversa collocazione geografica delle
due citt: "Gradara vicina a Riccione e
Rimini. Arrivare a Urbino invece scomodo.
Se c' un evento che li attira, per, i turisti
vengono. Per esempio la mostra su Fra'
Carnevale ha fatto schizzare gli ingressi.
Promuovere iniziative continuamente, que-
sta la nostra politica". Dello stesso avviso
Guerrino Buonalana, presidente del siste-
ma turistico locale urbinate. "A palazzo
ducale bisogna allestire mostre importanti
che durino 4 mesi. Vi immaginate che
richiamo avrebbe riunire qui le uniche tre
citt ideali esistenti al mondo?". La parola
d'ordine a Urbino, quindi, "puntare sulla
qualit dell'offerta". A Gradara insegnano
che su tutto vince la promozione del pro-
dotto sul territorio. D'estate la rocca resta
aperta anche di sera, ospita concerti, rap-
presentazioni teatrali. Bisogna dire per
che questo spesso non basta. Lo insegna il
caso della Rocca di San Leo, che con i suoi
quasi 100 mila visitatori l'anno al terzo
posto nella classifica regionale. "Nel 2005 -
spiega Davide Barbadoro, presidente della
societ che gestisce la biglietteria - abbia-
mo contenuto al 2% il calo dei visitatori che
negli anni precedenti era stato dell8%.
Merito non delle molte iniziative che pro-
muoviamo, ma di un'estate piovosa che ha
portato i turisti nell'entroterra". Certo,
imbastire politiche turistiche sulla meteo-
rologia davvero difficile.
LEONARDO ZELLINO
DESY DADDARIO
Nella tabella
landamento
dei flussi
turistici
di Urbino
negli ultimi
otto anni.
(Fonte
Osservatorio
regionale
del turismo)
il Ducato
8
Il Fai a palazzo Corboli
Il 24 e il 25 marzo la sede dellErsu sar aperta al pubblico
ANNALISA SERPILLI
I
l Fondo per l'ambiente
italiano apre le porte del
prezioso palazzo Corboli,
per la prima volta visibile
a tutti gli urbinati.
Nella quattordicesima
giornata dedicata all'arte e ai
beni ambientali il Fai sceglie
l'attuale sede dell'Ersu, un edi-
ficio costruito nel 1500 e
restaurato nella facciata intor-
no al 1700.
Il palazzo in mattoni, realiz-
zato come residenza della
famiglia Corboli, una delle pi
prestigiose della citt. Il pro-
prietario, Francesco Corboli il
primo Priore del Collegio dei
dottori, istituito nel 1506 da
Guidobaldo I.
"Quest'anno - spiega Eugenia
Rigi Luperti del Fai di Urbino -
abbiamo deciso di organizzare
tre incontri con altrettanti
importanti storici dell'arte pro-
prio all'interno del palazzo".
La prima lezione prevista nel
pomeriggio di sabato 25 quan-
do Mario Luni, professore di
archeologia dell'Universit
Carlo B, descriver la storia e
la struttura dell'edificio.
Domenica 26 si prestano al
ruolo di ciceroni anche
Giuseppe Cucco, coordinatore
del corso di restauro
dell'Universit e Agnese
Vastano della Soprintendenza
per il Patrimonio storico, arti-
stico ed etnoantropologico
delle Marche, una specialista
laureata con una tesi discussa
proprio su Palazzo Corboli.
La giornata del Fai un'inizia-
tiva che ogni anno accoglie e
stupisce visitatori in ogni parte
d'Italia. Nel 2005 hanno parte-
cipato pi di 3 mila persone
nella sola provincia di Pesaro-
Urbino.
All'interno ambienti vasti e
finemente decorati. Alle pareti
gli affreschi di Antonio Romiti e
di Francesco Rondelli, opere
commissionate nel 1788. Nel
soffitto del salone al piano
nobile, rappresentata una
cupola aperta verso il cielo in
cui compaiono le figure mito-
logiche di Giove e Giunone.
Nella sala accanto, al centro del
soffitto, sono dipinte otto sto-
rie su San Crescentino, il patro-
no di Urbino. Di gran pregio
anche i grotteschi ornati neo-
pompeiani, tipici del gusto
ottocentesco.
Oltre a palazzo Corboli a
Urbino possibile visitare la
biblioteca del Convento dei
Frati Minori di S. Giovanni
Battista a Pesaro, palazzo
Palazzi a Fano, riaperto dopo i
lavori di restauro proprio in
occasione della giornata del Fai
e la Pieve di San Severo di
Pigno a Cagli.
"Lo scopo del Fondo - spiega
Anna Siccoli delegata del Fai
della provincia di Pesaro
Urbino - far visitare monu-
menti e percorsi culturali che
normalmente non possono
essere fruiti per varie ragioni.
Cos ci impegniamo nel restau-
ro e grazie all'aiuto di ciceroni
creiamo momenti in cui i visi-
tatori imparano a conoscere
anche le opere nascoste nelle
loro citt".
Il Fondo per l'ambiente ogni
anno si impegna ad aprire
nuovi monumenti e a creare
nuove occasioni per discutere
di cultura.
"Negli scorsi anni - spiega
Eugenia Rigi Luperti - abbiamo
aperto il Palazzo Albani qui a
Urbino, ora utilizzato come
sede dell'Istituto di Storia del-
l'arte. E' stato bello rendere
accessibile un edificio che di
solito fruito solo dai docenti e
dagli studenti dell'Universit.
Poi stata la volta della Corte
Rossa a Fossombrone.
Infine lo scorso anno abbiamo
creato un percorso d'arte intor-
no all'acqua nel paese di
Fermignano. Per l'occasione
stato restaurato l'ex mattatoio
e la torre romanica. Liniziativa
ha riscosso un enorme succes-
so. Hanno partecipato al per-
corso quasi 2 mila persone".
Pane allorzo contro il diabete
Cereale macinato con mulino a pietra, ma per ora si usa quello di altre regioni
In tutta la provincia si potranno
visitare monumenti ed edifici.
Attesi almeno 3mila visitatori
Io, un alieno che dipinge sui muri
S
ulle tavole degli urbinati arrivato
un nuovo tipo di pane speciale: il
pane all'orzo. Dopo quello al mais,
alle patate, al farro e ai cereali, il biolo-
gico "Panda" che finanzia il Wwf, da
poco pi di una settimana la "Casa del
pane" sta producendo questa novit. La
ricetta: un mix di farina d'orzo e di fru-
mento, acqua, lievito naturale e poco
sale. Gianni e Graziella, gestori della
panetteria vicino all'ospeda-
le, mostrano orgogliosi lo
scaffale vuoto perch "il pane
all'orzo sta andando molto
forte", dicono.
Protagonista della nuova
ricetta l'orzo nudo, noto
nelle Marche anche come
"mondo". Questa variet del
pi antico cereale esistente
viene trasformata in farina
dal mulino Prometeo di
Canavaccio. "La molitura del-
l'orzo - spiega Gianni Oliva -
avviene con il mulino a pie-
tra, che permette di mantene-
re intatte le sue caratteristi-
che". Altro segreto, che
riprende la tradizione artigia-
na della produzione del pane,
la lievitazione naturale: "Per
il pane speciale noi usiamo
un lievito creato e coltivato in
panificio, non il lievito di
birra industriale. Questo metodo rende
il pane pi gustoso e pi sano", afferma
Mario Pierleoni, proprietario dell'a-
zienda "Casa del pane", un panificio
storico di Fossombrone fondato nel
1896, da cui si riforniscono la panette-
ria Raffaello e quella di fronte all'ospe-
dale.
L'iniziativa part qualche anno fa,
quando la facolt di agraria
dell'Universit politecnica delle
Marche inizi una ricerca sulle proprie-
t dell'orzo mondo marchigiano, grazie
a un finanziamento stanziato dalla
Regione. Il panificio di Fossombrone,
assieme ad altri partner, fu chiamato a
sperimentare la produzione di pane
con farina d'orzo.
La ricerca mostr che alcune variet di
orzo mondo hanno un alto contenuto
di fibre solubili che possono servire a
contrastare il colesterolo e a ridurre il
livello di glucosio nel sangue, fattore
molto importante per i diabetici. La
quantit di questa fibra, in base ai risulta-
ti della ricerca, molto pi elevata nella
variet coltivata nelle Marche. "Certo, i
beta-glucani, la fibra solubile dell'orzo,
non curano le malattie - puntualizza
Roberto Papa, professore della Facolt di
agraria di Ancona - ma possono essere
molto utili per le diete".
La ricerca mirava anche a risco-
prire e salvaguardare la biodi-
versit delle variet d'orzo
mondo marchigiano. Peccato
che sia molto difficile trovarlo
sul mercato. Il mulino
Prometeo per adesso sta acqui-
stando l'orzo coltivato nelle
province di Piacenza e Parma.
Per poter trasformare quello
locale dovr aspettare "il prossi-
mo raccolto a luglio, perch
abbiamo un contratto con
un'azienda di Cagli", spiega
Roberto Oliva.
"Sono meno di cinquecento gli
ettari coltivati - dice Oriana
Porfiri, agronomo e coordinato-
re del gruppo di lavoro regiona-
le 'L'orzo nudo, il Mondo delle
Marche' - e si tratta di un mer-
cato di nicchia. Per far s che
resti e che rimanga la biodiver-
sit e l'interesse, indispensabile che la
vendita avvenga attraverso organizzazioni
di filiera". Insomma, coltivatori, mulini,
panifici, unitevi per non far dimenticare
l'orzo mondo marchigiano.
CONCITA MINUTOLA
La produzione del pane allorzo
Al centro i disegni murali.
A destra unopera di Luigi Carboni
Fanno da cicerone gli storici dellarte Mario Luni, Giuseppe Cucco e Agnese Vastano
9
CULTURA
Un viaggio darte
fra stelle e mappe
Lesposizione di Luigi Carboni
ALESSIO SGHERZA
C
ielo e terra si
incontreranno a
Palazzo Ducale
nelle opere di Luigi
Carboni: l'esposi-
zione dedicata
all'artista pesarese, professore
di pittura all'accademia delle
Belle Arti, sar ospitata nella
sala del Castellare, dal 7 aprile
al 1 maggio.
Tre i temi affrontati dalla
mostra, in altrettanti cicli di
lavoro: Giardini, Mappe e
Costellazioni. "Le
prime opere del
ciclo dei giardini
- spiega Luigi
Carboni -
risalgono al
1996, quindi
coprono la
mia espe-
rienza degli
ultimi 10
anni. Perch
i giardini?
Perch sono
qualcosa di rac-
colto, di circo-
scritto da un recin-
to, di limitato. Il giar-
dino, in contrapposizione al
bosco 'naturale', qualcosa di
artificiale, di coltivato da una
figura umana che per non
presente". Le opere pi recenti,
tutte dipinte tra il 2005 e il
2006, sono invece quelle delle
Mappe e delle Costellazioni.
Due facce della stessa meda-
glia? "Esatto. Il cielo guardato
dalla terra e la terra guardata
dal cielo. Ma c' anche, soprat-
tutto nelle Mappe, un tema
legato alla globalizzazione:
sono opere che rappresentano
un mondo che registra e sposta
i propri confini continuamen-
te, per motivi legati all'econo-
mia o alle guerre".
E Carboni, di confini, se ne
intende. Ha iniziato a viaggiare
da giovanissimo: dalla vicina
Francia, fino all'India e
all'Indonesia, passando per
New York, la Turchia e l'Egitto.
"I viaggi in Oriente - spiega
Carboni - sono stati fondamen-
tali, fatti sempre con l'occhio
dell'occidente. Questo anche
perch il mio approccio pone
molta attenzione al ruolo della
decorazione, che in questi
paesi molto importante".
Tanti viaggi gi fatti, uno in
Cina in programma ("Ma per il
momento - aggiunge Carboni -
solo un progetto, nulla di
deciso"), ma la decisione di
rimanere a vivere a Pesaro, sua
citt natale. "La provincia -
spiega ancora - permette dei
tempi di ricerca artistici pi
rilassati rispetto alla citt".
L'esposizione, la cui organizza-
zione sar curata dall'accade-
mia delle Belle Arti, stata
voluta dal Comune. Per l'asses-
sore alla Cultura, Lella Mazzoli,
" un appuntamento molto
importante, sia per il nome che
ospitiamo che per la qualit
delle opere. Per questo abbia-
mo voluto organizzare un'i-
naugurazione musicale al
Teatro Sanzio, con la partecipa-
zione di Lucio Dalla e di un'or-
chestra di 23 elementi". Il con-
certo sar a ingresso libero, con
la possibilit di fare un'offerta:
"Il ricavato - continua la
Mazzoli - sar completamente
devoluto in beneficenza all'as-
sociazione 'Amici del cuore' di
Urbino".
Ancora non sicuro quante
saranno le opere presentante
nella mostra. Dovrebbero esse-
re tra le 12 e le 15 opere, spiega
Carboni: "Tutto dipende dal-
l'allestimento. Una delle opere
un lavoro tridimensionale,
dipinto su un grande
pannello circolare, a
forma di parente-
si per capirci.
Dipende da
come dialo-
gher con le
altre opere,
poi decider
q u a n t e
saranno e
come saran-
no disposte".
Quello che
certo che
saranno tutte
opere molto gran-
di, di circa 3 metri
ciascuna. Il tutto nel rina-
scimentale Palazzo Ducale.
Una cornice adatta? Per
Carboni non ci sono dubbi: "La
misura e l'eleganza sono sem-
pre stati una caratteristica della
mia ricerca. Una cornice come
Palazzo Ducale non pu che
essere il contesto storico pi
adatto, proprio perch i valori
della mia ricerca e quelli rina-
scimentali coincidono".
alieno che dipinge sui muri
"Pierino e il lupo"
incontra "Attenti al
lupo". Per l'inaugu-
razione della
mostra dedicata a
Luigi Carboni, il 7
aprile il Sanzio
ospiter uno spe-
ciale concerto di
Lucio Dalla.
Il cantante bolo-
gnese, accompa-
gnato da un'or-
chestra di 23 ele-
menti, rilegger il
suo repertorio,
dando vita a espe-
rimenti musicali
sulle note di
Mozart e del
capolavoro di
Sergej Prokofiev.
LUCIO DALLA
M
i firmo dottor Spock come il vulcaniano
di Star Treck. Sono un alieno che comuni-
ca per strada". A parlare uno studente
ventiquattrenne di Urbino che durante le serate di
nebbia, bomboletta spray alla mano, ricama la citt
con volti di miti scomparsi. I suoi disegni sono
ovunque: in piazza della Libert, nel giro dei
Debitori e in via della Stazione. Il Ducato lo ha cer-
cato e ha sparso la voce per la citt. Dopo cinque
giorni il dottor Spock ha telefonato in redazione ma
non ha voluto rivelare il suo vero nome n altre
generalit perch c' sempre il rischio che qualcuno
si rivolga alla Polizia per denunciarlo.
"Non sono un artista. La mia una passione nata in
Spagna a Madrid. Quando ho visto questi disegni in
giro per la citt mi sono appassionato e ho iniziato a
farli anch'io. La tecnica simile alla serigrafia.
Prendo un'immagine, la modifico al computer e poi
ne ritaglio alcune parti. Gli spazi vuoti vengono
riempiti con il colore. Cos si ottiene quello che in
gergo chiamato stencil.
Quando hai iniziato a dipingere volti a Urbino?
Circa due anni fa. Ho scelto la serie dei miti famosi e
scomparsi. Ho dipinto Marilyn Monroe, Humphrey
Bogart, Bruce Lee e Maradona. Voglio cogliere la
decadenza del mito e l'interesse della gente verso
questi personaggi. Credo che sia un modo pi
comunicativo per parlare con le persone. Meglio di
murales e graffiti. Oltre ai miti scomparsi ho creato
anche altri disegni come gli occhi sui cassonetti. E
un modo per dire che siamo continuamente sorve-
gliati..
Continuerai a dipingere stencil per i muri della
citt?
S certamente. Questa solo una fase di un progetto
pi ampio. Ora disegno anche su tela utilizzando la
stessa tecnica ma in modo pi elaborato. Tra poco
mi trasferir in un'altra citt e allora creer una
nuova serie, come ho gi fatto in Abruzzo e in Emilia
Romagna. (a.ser)
il Ducato
10
car
te
llo
ne
TEATRO
TILT
Urbino, Teatro Sanzio
27 marzo, ore 21.30
Tilt racconta l'alienazione
dell'uomo
nella vita quo-
tidiana attra-
verso la storia
degli inventori
di un biliardo
elettrico, prigionieri del mec-
canismo da loro stessi
inventati. Uno spettacolo di
Teatro Aenigma.
LA LOCANDIERA
Urbino, Teatro Sanzio
5-6 aprile, ore 21.00
Mirandolina, corteggiata da
due ospiti della sua locan-
da, decide di fare innamora-
re il cavaliere di Ripafratta,
uomo burbero che ha in
odio le donne. Di Luca
Goldoni. Prevendita: dal 3
aprile, ore 17. Prezzi: da
8,50 a 19,50 euro.
PENTESILEA
Urbino, accademia di
Belle Arti, 6 aprile
Un rito tra teatro e danza,
intriso di silenzi e inquietu-
dini, sulla figura di
Pentesilea, regina delle
amazzoni e assassina per
amore. Una
rappresenta-
zione della
scuola darte
drammatica
Paolo Grassi di Milano.
Ingresso gratuito, prenota-
zione consigliata.
MOSTRE
PASQUALE MARTINI
Fermignano, galleria
Bramante
dal 18 marzo al 22 aprile
La mostra antologica del-
lautore presenta opere
scolpite negli ultimi ventan-
ni, dal 1978 al 2006.
LUIGI CARBONI
Urbino, Palazzo Ducale
dal 7 aprile al 1 maggio
Inaugurazione in musica al
Sanzio, con Lucio Dalla.
INCONTRI
LE MODELLE. ANTICHE
DONNE & MODERNE
Urbino, Teatro Sanzio
25 marzo, ore 17.30
Lettura di testi di Hannah
Arendt e Ida Dominijanni.
IMMAGINI DI UN
FOTOGIORNALISTA
Urbino, Sala Castellani
25 marzo, ore 21.00
Unesco: il 27 marzo tutto il
Per la giornata mondiale del teatro la compagnia Aenigma ripropone la pice Tilt.
PAOLA CAVADI
F
orse in pochi lo
sanno, ma anche il
teatro ha la sua gior-
nata mondiale. Si
celebra da ben 45
anni ogni 27 di marzo
per decisione dellIti,
International Theatre Institute,
creato dallUnesco nel 1948.
Anche Urbino si prepara alle-
vento con una serie di inziative
organizzate dallassociazione
Teatro Aenigma, proprio come
faranno compagnie, esperti e
amatori nei 5 continenti.
Il messaggio di una personalit
di spicco del mondo del teatro
verr letto, tradotto in venti
lingue, allinizio di ogni perfor-
mance e trasmesso in pi di
100 stazioni radiofoniche e
televisive. Nel 1962 fu Jean
Cocteau a inviare il primo mes-
saggio sul teatro al mondo,
oggi la volta di Victor Hugo
Rascn Banda, regista messica-
no che di s dice: Con il nome
che mi ha messo, mia madre
mi ha condannato a un destino
da scrittore e con linfanzia che
ho avuto non potevo che
diventare drammaturgo.
Al Sanzio di Urbino la compa-
gnia del teatro Aenigma ripro-
porr il suo ultimo lavoro
Tilt, pice ispirata allopera il
Ping Pong di Arthur Adamov,
autore drammatico francese di
origine armena, creatore del
teatro dellassurdo insieme a
Beckett e Ionesco.
La regia di Tilt affidata a
Lech Raczak, regista polacco
che ha fondato nel 1964, allu-
niversit di Potsdam, il teatro
dellOttavo Giorno (Teatr
Osmego Dnia), teatro universi-
tario diventato, negli anni 80,
simbolo della contestazione al
regime filosovietico di
Jaruzelki. Nel corso di una ses-
sione di studio dedicata alla
storia del teatro universitario
polacco, Raczak proietter
Svendita per tutti, lavoro del
1976 considerato emblematico
dei fermenti e delle trasforma-
zioni in atto allora nel paese.
Ma in cosa laggettivo univer-
sitario rende diverso questo
tipo di teatro da quello che
comunemente crediamo di
conoscere? Per Vito Minoia,
presidente dellassociazione
Teatro Aenigma, Il teatro uni-
versitario non n amatoriale
n professionale, ma si distin-
gue soprattutto per limpor-
tanza data alla ricerca da parte
di chi lo fa o lo studia. In que-
sto modo finisce per andare al
di l di condizionamenti, come
quello economico, che pesano,
invece, sul teatro professioni-
stico. Attraverso la pratica sce-
nica, dagli anni 60 in poi, il
teatro diventato strumento
vivo di ricerca. Questo ha per-
messo di lasciare da parte lap-
proccio solo letterario.
E proprio a Urbino, dal 21 al 26
luglio, lassociazione interna-
zionale del Teatro
Universitario, la Iuta, celebrer
il suo sesto congresso mondia-
le. Nata a Liegi nel 1994, las-
sociazione pi rappresentativa
in questo campo con membri e
sedi in tutti e 5 i continenti. E
nata con lo scopo di far incon-
trare professionisti, amatori,
studenti e studiosi di teatro,
permettere loro di scambiarsi
opinioni, conoscenze, espe-
rienze pratiche. Un metodo
interessante viste le attivit di
alcuni teatri universitari, sorti
in contesti tra di loro antitetici.
Se il Camerun ha scoperto le-
sistenza di una forma di tradi-
zione orale in via di estinzione,
luniversit americana lavora
ai confini tra teatro e nuovi
mass media: sulla scena anche
un computer collegato, via
internet, con gli Stati Uniti.
Sono 70, fino ad oggi, gli stu-
diosi che hanno chiesto di
intervenire durante le sessioni
di studio. Ventiquattro le com-
pagnie teatrali disposte a esi-
birsi nello scenario suggestivo
della citt ducale, anche se
solo 8 andranno in scena a
causa dei pochi spazi disponi-
bili. Oltre al teatro Sanzio si
sta pensando di allestire spazi
allaperto - continua Minoia
e uno di questi potrebbe esse-
re il cortile del collegio
Raffaello.
La seduzione di Mirandolina
e i cambiamenti della societ
La regia di Giancarlo Cobelli pone laccento sulle trasformazioni
della fine del Settecento nel capolavoro di Carlo Goldoni
Una locandiera aperta al cambiamento, una manager che rifiuta pizzi e nobilt
settecentesche. Cos la Mirandolina del regista Carlo Cobelli.
"Come la Rivoluzione francese ha traghettato il vecchio mondo verso un rinnova-
mento - spiega Cobelli - cos Mirandolina, incarnazione di una intraprendente
donna d'affari, spalanca la finestra al nuovo secolo e ne scaraventa fuori mer-
letti, parrucche, jabeaux e tricorni, reperti di un Settecento in agonia".
La locandiera il ritratto sociale di un mondo in cui il 'dio denaro' comincia a
imporre le proprie regole e a creare nuove classi sociali. La lettura di Cobelli dif-
fida dei toni leggeri della commedia per indagare sui cambiamenti sociali, in un
passaggio di secolo segnato dalla rivoluzione Francese e dai primi scontri di
classe e di sesso.
RAPPRESENTAZIONI
Ospite il regista polacco Raczak
che fond nel 1964
il teatro universitario di Potsdam
11
SPETTACOLI
Mauro Vallinotto, fotografo per
numerosi settimanali, presen-
ta una serie di fotografie.
CINEMA
IL CAIMANO
Urbino, Ducale
dal 24/03, orari: feriali
20/22; festivi 16/18/20/22
Trama segreta per lultimo
film di Nanni Moretti.
Polemiche per la decisione
di fare uscire il film, con
protagonista
un personag-
gio che ricorda
Silvio
Berlusconi,
poco prima delle elezioni.
IL MIO MIGLIOR NEMICO
Urbino, Ducale, sala 2
Il 25/03 e il 27/03 ore 20;
il 26/03, ore 16/18/20
Di Carlo Verdone, con Silvio
Muccino (Comm, 2006).
V COME VENDETTA
Urbino, Ducale, sala 2
25-27 marzo, ore 22.30
CRASH
Urbino, Ducale
28-30 marzo (ora e sala
da stabilire)
Premio Oscar come miglior
Film (Dramm., 2006).
LA GUERRA DI MARIO
Urbino, Nuova Luce
dal 24/03, orari: feriali 21;
festivi 18/21
Per difenderlo da abusi, il
Tribunale sottrae Mario, un
bambino di 9 anni, alla fami-
glia. Di Antonio Capuano
(dramm, 2006).
LA CURA DEL GORILLA
Urbino, Ducale
30 marzo, ore 20.30/22.30
Sandrone, detto
Gorilla, soffre di
doppia personali-
t. Investigatore
senza licenza, si
ritrova ad investigare sulla
misteriosa morte di un alba-
nese. Di Carlo A. Sigon (thril-
ler, 2006).
LADY HENDERSON
PRESENTA
Urbino, Nuova Luce
30 marzo, ore 21
Una ricca e annoiata signo-
ra acquista un teatro, senza
avere idea di come si gesti-
sca. Di Stephen Frears
(comm./dramm., 2005).
LARMATA BRANCALEONE
Urbino, Ducale
6 Aprile, ore 20.30/22.30
In un'Italia medievale e
famelica, Brancaleone, sol-
dato di ventura, vaga al
comando di un'armata di
straccioni. Di Mario
Monicelli (comm., 1965)
ME AND YOU AND
EVERYONE WE KNOW
Urbino, Nuova Luce
6 aprile, ore 21
Di Miranda July (dramm.,
2005).
DUCATO TV
Il settimanale televisivo
dellI.F.G. In onda su TVRS
da gioved 23/03 alle 20.05
(in replica il sabato alle
22.45) ogni due settimane.
mondo teatro
A luglio, in citt, un congresso internazionale
Il delirio damore
di Pentesilea
Laccademia Grassi in scena al Sanzio
PIER LUIGI CARA
U
na scatola bian-
ca di plexiglas
dove si muovono
Pentesilea, regi-
na delle
Amazzoni, e
Achille, il suo
amato. Uno spa-
zio irreale, che
rappresenta la
mente, nella
quale si accen-
dono le visioni
dei due perso-
naggi mitologici
e della loro pas-
sione. la
"Pentesilea" di
Heinrich von
Kleist, rivisitata
dai ragazzi della
scuola di Arte
drammatica "Aldo Grassi" di
Milano, in scena al teatro
Sanzio di Urbino il 6 aprile.
L'opera rappresenta la regina
delle "Amazzoni" secondo una
personale rielaborazione del
mito. Non pi l'eroina ferita da
Achille che, nel vederla morire,
si innamora di lei, bens la
guerriera che, pur amando l'e-
roe greco, lo divora in preda
all'esaltazione. "Abbiamo
strutturato la rappresentazione
in quadri e ci siamo concentra-
ti sulla scena in cui Pentesilea
sbrana Achille", spiega il regi-
sta Fabio Cherstich. Ed pro-
prio il desiderio famelico della
regina delle Amazzoni al cen-
tro della tragedia.
"In realt i protagonisti sono
solo due icone, il loro nome li
schiaccia. Tra i due non pu
nascere un amore normale, ma
una passione lacerante,
distruttiva".
Pentesilea diventa umana solo
dopo un eccesso di furore eroti-
co, divora il suo amato, e si
lascia morire
sotto il suo cada-
vere. Secondo il
regista, l'uccisio-
ne di Achille per-
mette a
Pentesilea di
"svincolare il
proprio corpo da
qualsiasi sovra-
struttura per rag-
giungere la con-
sapevolezza del
suo essere prima
di tutto donna".
Non mancano i
riferimenti ad altre donne del
teatro classico, prima fra tutte
lady Macbeth: "Come l'eroina
di Shakespeare, anche
Pentesilea ha un forte bisogno
di lavarsi per cancellare la mac-
chia del proprio delitto".
Il corpo lo strumento attra-
verso il quale le visioni di
Pentesilea prendono forma.
La coreografia di Lara Guidetti
indaga nello sviluppo dei per-
sonaggi dalla condizione di
icone a quella di corpi in movi-
mento in relazione tra loro e lo
spazio. Il conflitto tra le due
figure filtrato attraverso la
danza moderna per dare una
dimensione contemporanea
alla vicenda. La stessa Guidetti
interpreta la protagonista,
mentre il ruolo di Achille del
ballerino Matteo Graziano.
La regina
delle
Amazzoni
vive
una passione
distruttiva
per Achille
Nella foto
centrale, di
Franco
Deriu,
una scena
di Tilt.
La foto
a destra
ritrae,
sul palco,
gli attori
della
Pentesilea
il Ducato
12
Carissimo libro
Comprare testi originali costa in media 400 euro
Molti docenti pretendono che gli studenti adottino i loro lavori

una guerra fredda


quella che si combatte
ogni giorno fra libro e
fotocopia, librerie e
copisterie, studenti e
Siae. "I testi si compra-
no, non si fotocopiano", tuona-
no la legge, i librai e molti pro-
fessori". "A questi prezzi, o com-
pro i libri o pago le tasse",
rispondono molti ragazzi. Poi
ognuno fa quello che vuole. Ogni
tanto, per, l'ambiente si riscal-
da, sul modello della guerra dei
missili di Cuba fra Urss e Stati
Uniti.
L'ultima volte successo a
dicembre quando una retata
della guardia di finanza ha por-
tato alla denuncia dei titolari di
sei copisterie. "Da allora c' stata
una flessione del 40% - spiega
Stefano Volponi dell'Asterisco,
una degli esercizi commerciali
coinvolti - ma molti ragazzi sono
venuti a esprimermi la loro soli-
dariet". E, passata la paura,
"fotocopia selvaggia" continua.
Il Ducato ha provato a fare i
conti in tasca agli studenti.
Quanto spenderebbero per
comprare tutti i libri previsti dal
vademecum? L'indagine (vedi
tabella a lato) riguarda il primo
anno di 11 corsi di laurea trien-
nale, uno per ogni facolt, scelti
fra quelli pi rappresentativi. I
risultati mostrano come si vada
dai 229 euro di Giurisprudenza
fino ai 671 di Lingue e letteratu-
re moderne. La media di poco
inferiore ai 400 euro, vale a dire
circa 55 euro ad esame. La sor-
presa che costa molto di pi
studiare in facolt umanistiche o
considerate tali (Scienze della
comunicazione, 456 euro;
Psicologia, 467 euro; Filosofia,
402 euro) che non in quelle
scientifiche. Infatti, se vero che
un manuale di biologia a Scienze
ambientali pu costare oltre i 60
euro, spesso si tratta dell'unico
libro da portare all'esame, men-
tre chi studia Filosofia deve pre-
parare quattro o cinque libri da
15-20 euro ciascuno.
Il risparmio con una fotocopia
presto detto. Un libro di 200
pagine equivale a cento fotoco-
pie; al costo di 4 centesimi fa
quattro euro. "Se comprassi tutti
i libri - spiega Antonella, studen-
tessa di scienze della comunica-
zione - spenderei
sui 400 euro l'an-
no, con le fotoco-
pie non arrivo
alla met; dicia-
mo 100-150
euro". Lorenzo,
Scienze della
comunicazione,
pragmatico:
"Quando ho i
soldi compro i
testi, quando
invece sono al
verde li fotoco-
pio".
Le ragioni economiche, per,
non spiegano da sole il successo
delle fotocopie. Agli studenti
abbiamo posto una domanda
che ad alcuni professori appar-
sa tendenziosa: "Quali sono i
libri che vi d pi fastidio com-
prare?". La risposta stata uni-
voca: "I testi del professore che
tiene il corso e ti obbliga a por-
tarli all'esame". Dall'indagine
effettuata, quelli che se la passa-
no peggio sono gli studenti di
Psicologia clinica: solo nel primo
anno devono studiare 12 libri
scritti dai loro docenti, pi di un
libro ad esame; seguono Scienze
della comunica-
zione con sei e
Filosofia e
Farmacia con
cinque. "Sembra
che scrivano libri
solo per guada-
gnarci, per arro-
tondare alle
nostre spalle",
sostiene Lorenzo.
Ma si sbaglia, il
problema un
altro: i libri danno
punti per i con-
corsi universitari.
Ai professori non interessano
tanto i 500-1000 euro che posso-
no ricevere come diritti d'autore
per un libro di media tiratura,
ma la possibilit di un avanza-
mento di carriera. Per salire i
gradini della gerarchia accade-
mica bisogna dimostrare la pro-
pria capacit di fare ricerca
scientifica e questa si misura
anche sui libri scritti. Questo
comporta degenerazioni. Alcuni
Basta passare dalle facolt uma-
nistiche alle facolt scientifiche
che l'aria cambia. Nel primo
anno del corso di laurea di
Scienze ambientali non c' nem-
meno un libro scritto dai loro
docenti. Il professor Giovanni
Boccia Artieri, presidente del
Corso di laurea in scienze della
comunicazione, spiega che nelle
facolt umanistiche necessario
dare fin dall'inizio "un imprin-
ting di orientamento culturale" e
la rivoluzione dei crediti impone
"manuali pi agili, tagliati sulle
necessit del corso, che spesso
non si trovano sul mercato". Il
preside della facolt di Scienze
matematiche fisiche e naturali,
Stefano Papa, sottolinea il bara-
tro fra i due mondi. "Da noi la
ricerca si misura sugli articoli
pubblicati da riviste internazio-
nali, per gli umanisti sui libri". E
a proposito dei libri scritti dai
docenti, Papa ricorda un profes-
sore che in altri tempi era riusci-
to a guadagnare 30 milioni di
vecchie lire, "ma legarsi a questo
come a un secondo reddito
sbagliato, anche se, ovviamente,
il professore ha piena autono-
mia didattica".
esempi di cui siamo venuti a
conoscenza parlano di un pro-
fessore di scienze della comuni-
cazione che obbligava i propri
studenti a comprare il libro e che
all'esame lo autografava per evi-
tare che potesse essere prestato
ad altri ragazzi. Un altro docen-
te, nella stessa facolt, ha invita-
to una ragazza con le fotocopie a
presentarsi all'appello successi-
vo perch, si difeso, "siccome
era un esame scritto con formu-
le di logica e le fotocopie erano
consumate, la ragazza non
avrebbe potuto sostenere l'esa-
me nel migliore dei modi".
Inoltre, ha aggiunto, "sono un
autore e non vedo perch non
dovrei difendere il mio diritto
d'autore visto che il libro era
interamente fotocopiato". A psi-
cologia, poi, c' un libro (oltre i
50 euro di prezzo) scritto dal
docente che contiene alcune
parti scritte in un colore che non
viene riconosciuto dalle fotoco-
piatrici. Il professore sostiene
che " una cosa decisa dalla casa
editrice e peraltro il mio libro
non obbligatorio, sono solo
lucidi che possono aiutare gli
studenti".
Guerra aperta
fra studenti
al verde
e professori
che chiedono
il rispetto
della Siae
GUIDO MAURINO
Lindagine si basa
su unelaborazione
tratta dai programmi
del primo anno presi
dai vademecum
delle facolt
13
UNIVERSIT
LUniversit chiede
il cinque per mille
Il fisco in aiuto alla ricerca
famiglie dei nostri studenti fuori
sede". Per compilare i riquadri
nel 730, nel modello Unico e nel
Cud si dovr tenere a mente un
numero a 11 cifre. questa la
vera differenza tra gli istituti reli-
giosi e quelli di ricerca. Per
finanziare i primi basta una
firma, per i secondi oltre a nome
e cognome biso-
gna ricopiare il
codice fiscale
dell'ente che si
vuole beneficia-
re. Senza sba-
gliare. Perch
altrimenti, vai a
sapere a chi fini-
ranno quei soldi.
Infatti, a dispet-
to della sua ori-
ginaria vocazio-
ne, il 5 per mille
potr essere
devoluto anche
a associazioni di
volontariato e a
enti assistenziali
e socio-ricreativi. Nei giorni pas-
sati alcuni quotidiani nazionali
avevano gi denunciato l'abuso,
consultando gli elenchi dell'a-
genzia per le entrate. Risultato:
810 pagine di lista, oltre 16mila
enti in tutta Italia che chiedono
soldi.
Nella sola Urbino l'ateneo si
ritrover come diretti concor-
renti anche la bocciofila
l'Urbino Calcio, la religiosa
Fondazione del Sacro Cuore e,
contro ogni principio logico, il
centro sportivo universitario.
"L'idea originaria era buona -
ricorda Bogliolo - visto che il
fondo doveva essere istituito
solo per finanziare la ricerca. In
questo modo le risorse si disper-
deranno in milioni di rivoli".
Nessuno in universit vuole
scommettere su quanti fondi
arriveranno. Ma che ne sar di
questi soldi?
Saranno investiti nella ricerca,
con speciale riguardo ai giovani
ricercatori. "Pi che sapere
quanti soldi arriveranno - dice
una ricercatrice dell'universit
di Urbino, a cui accordiamo l'a-
nonimato - sono curiosa di
vedere come verranno distribui-
ti. Purtroppo nelle universit ita-
liane un giovane ricercatore che
ha una buona idea ma non ha un
nome, rimane nell'angolo".
Stefano Azzar, ricercatore di
Scienze della Formazione, punta
il dito contro il governo. "Per
anni hanno ridotto i finanzia-
menti alla ricerca e ora scari-
cano il barile sui contribuenti.
L'unica speranza per il futuro
dei ricercatori precari a Urbino
pu essere la statalizzazione".
Del resto i fondi raccolti dal 5
per mille non serviranno per
risollevare le sorti finanziarie
dell'universit. Entro il 30
aprile l'ateneo invier a Roma
quel piano di rientro che il
ministro Moratti chiese lo
scorso anno, congelando il
voto parlamentare a favore
della statalizzazione.
Qualche giorno fa anche il
segretario del Prc Fausto
Bertinotti ha confermato al
rettore la volont di dare corso
a quel voto.
N
on pi solo alle
chiese. Da que-
st'anno, con la
dichiarazione dei
redditi, si potr
finanziare anche
la ricerca scientifica. Accanto
all'ormai canonico otto per mille
per gli istituti religiosi, la legge di
bilancio per il
2006 d infatti la
possibilit al
contribuente di
destinare il cin-
que per mille
d e l l i mp o s t a
Irpef a enti che
sviluppano la
r i c e r c a .
Universit inclu-
se.
E quella di
Urbino non si
lasciata sfuggire
l'occasione; ha
gi iniziato una
campagna, anco-
ra in sordina per
la verit, per invitare i cittadini a
finanziare i suoi progetti di ricer-
ca e i suoi giovani ricercatori. Del
resto la scelta non costa nulla
alle tasche del contribuente: se
quei soldi non fossero devoluti
alla ricerca, sarebbero comun-
que incamerati nelle casse del-
l'erario.
"Se c' un'universit che pu
essere sostenuta dalla popola-
zione del proprio territorio -
osserva il rettore Giovanni
Bogliolo - questo proprio il
caso dell'ateneo di Urbino". In
tutte le case arriveranno presto
dei pieghevoli rossi con l'invito
alla donazione. "Vogliamo far
conoscere questa novit - spiega
ancora Bogliolo - non soltanto a
tutte le famiglie di Urbino, ma
anche a tutti i nostri docenti e
stiamo pensando di contattare
con una lettera anche tutte le
Sogesta allaria
Presto partiranno i lavori di rinnovamento
Vetrate sigillate e impianti di condizionamento inadeguati
E
ra la casa dellener-
gia, l dove doveva-
no essere formate le
menti e i manager
dellEni. Oggi l si
combatte ogni gior-
no con il caldo e il freddo, con
la luce e lombra e con il rischio
continuo di sprechi energetici.
E pensare che proprio l studia,
lavora e spesso vive lanima
scientifica e ambientalista
dellUniversit.
Siamo alla Sogesta, il campus
scientifico di Urbino a pochi
chilometri dal centro della
citt: enormi vetrate, una vista
stupenda sulla valle del
Metauro, 200 ettari di verde
attorno, ma dentro il clima fa
perdere la pazienza.
O muori di caldo e crepi di
freddo dice ridendo Sara, una
studentessa al terzo anno di
Valutazione e controllo
ambientale, uno dei corsi della
facolt di Scienze Ambientali.
In tutto il campus per non c
nemmeno una finestra. Le
grandi vetrate sono sigillate, e
dentro c solo aria condizio-
nata. Anche nelle stanze delle
residenze universitarie lunico
modo per fare circolare laria
aprire la porta che d allester-
no spiega Mattia, uno studen-
te che vive alla Sogesta.
Alla base del problemi energe-
tici della struttura di
Crocicchia ununica causa.
Ledificio, per quanto futuristi-
co, risale agli anni 70: Molte
parti degli impianti non sono
mai stati cambiati e messi a
norma, spiega Oliviero
Rusciadelli, il tecnico che fin
da quando cera lEni, si occu-
pato della manutenzione del
sistema di condizionamento e
della rete elettrica. Qualcosa si
gi fatto, ma i soldi per luni-
versit servono un po ovunque
ammette Rusciadelli e la
situazione delle finanze
dellAteneo la conoscono tutti.
Ora stato commissionato un
progetto definitivo per la
riqualificazione tecnologica
della Sogesta. Dopo i lavori
spiega lingegner Rolando
Girelli, dello studio di Pesaro
che ha curato il progetto il
risparmio sullenergia sar
superiore al 20 per cento. S
perch oggi scaldare tutto il
complesso in gran parte fatto
di vetro costa parecchio, circa
100 mila euro allanno.
Negli anni 70 le tecniche di
costruzione non consentivano
un gran risparmio energetico e
questo tema non rappresenta-
va nemmeno una priorit per i
progettisti, specie con un
gigante petrolifero come com-
mittente. Oggi invece, con i
picchi dei prezzi del petrolio e
del metano, viene da sorridere
a pensare che per poter seguire
corsi di scienze naturali al
caldo si debba usare tanta
energia. Nel 2006 sono previsti
lavori di manutenzione straor-
dinaria ha spiegato il rettore
Bogliolo al Ducato. Quindi
impianti nuovi s, per la gioia di
alunni e professori, ma ci vorr
molto: tre anni se si potesse
fare tutto in una sola volta.
Intanto c chi studia come
sfruttare al meglio le forme di
energia alternative.
A l e s s a n d r o
G a mb a r a r a ,
ricercatore del
Centro sistemi
a u d i o v i s i v i ,
acustici ed elet-
tromagnetici, si
occupa da
quattro anni di
un impianto
fotovoltaico che
stato installa-
to su una parte
del tetto della
Sogesta. Tra
pochi giorni
uscir una pubblicazione sulla
rivista specializzata
Fotovoltaici in cui verranno
illustrati i risultati dei nove
diversi tipi di pannello instal-
lati. Oggi infatti sta diventan-
do sempre pi conveniente
tentare la via del solare.
Dallinstallazione
nel 2002, sono
stati recuperati
gi 14 mila euro.
Certo spiega
Gambarara non
si pu pensare di
alimentare tutto
il complesso cos.
Ci vorrebbe un
ettaro intero di
terreno tappezza-
to di pannelli. ma
di posto ce n
davvero tanto sui
tetti di questo
campus e, vista la situazione,
un tentativo forse varrebbe la
pena farlo.
Y: lincognita della riforma
A
ncora un anno e anche la "Carlo Bo"
imboccher il bivio della nuova riforma
universitaria. Quella che metter in soffit-
ta il 3+2 per adottare il percorso a Y: anno
comune per tutti gli
iscritti alla stessa classe di
laurea, poi la biforcazio-
ne. Chi sceglier una stra-
da pi breve e professio-
nalizzante, chi una pi
lunga verso il titolo magi-
strale.
C' voluta la ribellione di
presidi e rettori per spo-
stare di un anno il varo
dell'ultima rivoluzione
accademica. Eppure il
ministro Moratti ha
lasciato la porta aperta a
quanti atenei vorranno
adottare la "Y" in via sperimentale gi a partire
dal prossimo anno accademico.
Il rettore Giovanni Bogliolo esclude che la sua
universit possa far partire la riforma il prossi-
mo ottobre ma lamenta il fatto che agli atenei
sia concesso di partire in ordine sparso. Il
ministero d un termine ultimo entro il quale
adeguarsi - osserva - ma non stabilisce un ter-
mine certo di partenza. In questo modo si crea
una forma di concorrenza sleale tra universit,
perch sembra che la
prima che si adegua sia
la migliore".
Le universit italiane
sono state costrette a
pubblicare l'offerta for-
mativa per il prossimo
anno lo scorso gennaio.
Senza che si tenesse
conto della nuova rifor-
ma, che d alle singole
facolt ancor pi libert
nella definizione dei cre-
diti per ogni materia. I
vincoli dettati dal mini-
stero si ridurranno infatti
al 50% per il triennio. "Non sono stati ancora
assorbiti i cambiamenti del 3+2 e gi si fanno
nuove riforme. Mutamenti a ripetizione - sostie-
ne Bernardo Valli, preside di Sociologia - posso-
no solo creare confusione."
(f.m.)
FRANCESCO MAGNANI
LORENZO LUZI
Slittato al 2007 il pensionamento del 3+2
La struttura
risale agli
anni Settanta
e i sistemi
di aerazione
consumano
molta energia
A sinistra,
laboratorio
della
Sogesta
con le sue
tipiche
vetrate
senza
finestre
A destra
il rettore
Giovanni
Bogliolo
il Ducato
14
Domenica
in gara
alle Cesane
Mountain bike
D
omenica per gli
appassionati di
mountain bike
non resta che sali-
re in bici e sperare
che ci sia bel
tempo. Il 26 marzo si prospetta
infatti una giornata all'insegna
del divertimento e della sana
competizione. Una gara valida
per il campionato provinciale e
contemporaneamente prova
unica per vincere il titolo di cam-
pione d'inverno metter alla
prova i partecipanti con un per-
corso sterrato di 25 chilometri
lungo i sentieri delle Cesane.
"E' uno dei pi belli per una gara
di mountain bike" assicura
Giacomo Garbugli, proprietario
dello Sugar caf e vice presidente
dell'associazione Brombo Bikers
che organizza l'evento. "Ci sono
salite molto ripide - continua -
che costringono quasi a scendere
dalla bici e andare a piedi, e una
grande variet di discese. Alcune
facili, altre tecniche".
La partenza prevista per le 9.30
da Canavaccio. Alla gara possono
iscriversi tutti gli affiliati all'Udace
Unione animatori ciclismo euro-
peo e tutti quelli che domenica
presenteranno un certificato
medico. Gli iscritti verranno divisi
in categorie in base all'et e il per-
corso sar ridotto per i parteci-
panti delle categorie Primavera,
Supergentlemen e Donne. Gli
Escursionisti invece potranno
scegliere il tragitto. Per i vincitori,
oltre alle maglie con il titolo di
campione d'inverno, ci saranno
anche premi molto appetitosi: un
prosciutto andr sia alla societ
con pi iscritti alla manifestazio-
ne sia ai primi classificati delle
categorie pi numerose. Una
giacca in pelle su misura sar la
ricompensa per quelli che si
aggiudicheranno il titolo di primi
assoluti, sia tra gli uomini che tra
le donne. Accanto a questi tanti
premi a estrazione, tra cui un
week end per due persone. A fine
giornata i partecipanti potranno
ristorarsi al Pasta party presso La
casa dei cuochi a Canavaccio.
"L'anno scorso - spiega Garbugli
- gli iscritti erano novanta.
Quest'anno speriamo di superare
i cento".
Calci e pugni da titolo
Al palazzetto dello sport il campionato nazionale di kick boxing
Oltre 300 atleti parteciperanno alla manifestazione. Domenica 26 marzo le finali
PAOLO RUSSO
S
abato 25 e domenica
26 sar meglio pensar-
ci due volte prima di
protestare a voce alta
per un parcheggio
rubato a Borgo
Mercatale. Pi pericoloso anco-
ra sar provarci con una ragaz-
za che in piazza della
Repubblica non si era mai vista.
Si potrebbe correre il rischio di
ritrovarsi al tappeto in men che
non si dica. In quei giorni pi di
trecento specialisti in arti mar-
ziali, infatti, si sono dati appun-
tamento a Urbino. Il palazzetto
dello sport di via Santissima
Annunziata ospiter i
Campionati italiani di Kick
Boxing organizzati dalla Womaa
(Organizzazione mondiale degli
atleti di arti marziali) in colla-
borazione con la Federazione
Nazionale Kickboxing, la Fnk.
Ottantasette i titoli italiani in
palio nella due giorni di Urbino,
che gli specialisti delle tecniche
dell'autodifesa si contenderan-
no. Ma la posta in gioco ben
pi importante e travalica i
confini nazionali.
Dal tappeto del Palazzetto dello
sport usciranno soprattutto i
nomi di 65 atleti che rappresen-
teranno l'Italia ai prossimi cam-
pionati del Mondo che si ter-
ranno ad agosto in Costa Rica.
A inaugurare i campionati ita-
liani sabato mattina arriveran-
no nel Montefeltro i pi titolati
Kickboxer italiani. Ben 11 cam-
pioni del mondo si esibiranno
per il pubblico del palazzetto
dello sport. Tra di loro anche la
pesarese Daniela Stefanelli,
specialista di Full contact. Ma
dopo i vecchi campioni del
mondo, toccher agli oltre 300
atleti iscritti alla competizione
sgomitare per conquistare i
titoli in palio. Gli incontri elimi-
natori si terranno tutti entro
sabato sera. Domenica sar gi
tempo di verdetti, con le finali e
l'assegnazione delle 87 meda-
glie d'oro. La due giorni di sport
e agonismo si potr gustare a
Urbino senza pagare nessun
biglietto.
Questi campionati mondiali
potrebbero, cos, rivelarsi
anche un'importante risorsa
economica per la citt. "Per
organizzare i campionati italia-
ni - spiega il maestro Gino
Vitrano, presidente del Womaa-
abbiamo sempre scelto citt
belle da visitare, in modo da
trasformare queste gare anche
in un piacevole fine settimana
da trascorrere tutti insieme.
Urbino - aggiunge Vitrano - ci
sembrata la location ideale.
Stiamo pensando di fare di que-
sta citt la sede fissa di tutti i
nostri futuri appuntamenti .
Larte marziale agonistica
Il Kick Boxing una moderna disciplina sportiva nata negli USA nel 1974 per esaltare
il lato agonistico delle arti marziali. Fu introdotta in Italia da Giandomenico Bellettini,
, nel 1977 con il nome di "full contact karate", per distinguerlo dal karate tradiziona-
le dove, teoricamente, non dovrebbe avvenire alcun contatto. In tutta Europa la fede-
razioni ufficiali di Karate insorsero contro la neo disciplina. Fu adottato cos agli inizi
degli anni '80 il termine inglese Kick boxing che letteralmente significa "calciare
boxando". Oggi una delle arti marziali pi praticate in Italia.
COS IL KICK BOXING
FRANCESCA PIATANESI
Caschetto
dentiera
e guantoni,
ma anche
paratibia
e calzari:
per chi vuole
partecipare
alle gare
di kick boxing
le protezioni
sono
obbligatorie
15
SPORT
Niente docce rosa
Per le piccole calciatrici mancano gli spogliatoi
Al vaglio del Comune il progetto di rifare i manti sintetici
A
lessia tifa Roma,
Simona tifa Milan.
Classe 1996 la
prima, 1992 la
seconda. In comune
non hanno niente,
ma entrambe hanno giocato nelle
giovanili di calcio della US fermi-
gnanese per una intera stagione.
Alessia Coletta e Simona
Matteucci sono due tra le poche
ragazzine di Fermignano ad aver
deciso che il calcio poteva essere
uno sport anche "da femmine". Se
non fosse stato per gli spogliatoi.
"Non erano separati da quelli dei
maschi - ha detto Antonio, il pap
di Alessia, allenatore e responsa-
bile tecnico dell'Associazione
sportiva dilettantistica di
Fermignano - e le bambine erano
costrette a tornare a casa per farsi
la doccia. Per questo a settembre
abbiamo deciso di sospendere il
tesseramento per le ragazzine, ma
vorremmo ricominciare al pi
presto e dare anche a loro la possi-
bilit di giocare".
Gi, perch Simona e Alessia,
anche se in queste condizioni,
hanno continuato per un'intera
stagione calcistica ad andare agli
allenamenti, ma qualche altra si
stancata prima.
L'assessore allo sport di
Fermigano Daniele Arduini ha
confermato che i lavori per creare
due nuovi spogliatoi stanno per
iniziare: "C' gi una ditta che ha
vinto l'appalto e dovrebbe comin-
ciare a lavorare ad aprile". I nuovi
spogliatoi saranno costruiti sotto
alla tribuna dello stadio e saranno
ad uso sia dei giocatori delle
prime squadre sia dei pi piccoli,
che si allenano nell'area dell'anti
stadio. Al campetto di Calpino
invece, anche questo spesso usato
per gli allenamenti, i vecchi spo-
gliatoi esistenti sono gi stati
rimessi a posto.
Ancora al vaglio del comune di
Fermignano la decisione di
ristrutturare o meno i manti dei
due campi, quello di Calpino e
quello supplementare dell'anti
stadio. "Per ora sono di terra - ha
spiegato Arduini - ma il comune
decider entro fine mese se dare il
via o meno ai lavori per creare un
fondo in erba sintetica".
Intanto Simona e Alessia, ex attac-
cante della categoria Piccoli amici
della fermignanese la prima e ex
difensore dei Giovanissimi la
seconda, hanno scelto la pallavo-
lo. Non sanno se giocheranno di
nuovo a calcio, ma ammettono di
essersi divertite pur
essendo le uniche
femmine in squa-
dra. "Mi piaceva fare
goal - ha detto
Alessia - e spesso mi
riusciva meglio dei
maschi". Fino a giu-
gno scorso Simona
andava ad allenarsi
tre volte alla setti-
mana. "Anche se era
da sola tra venti
ragazzi - ha detto la
mamma - si trovava
bene, ha un caratte-
re forte".
La Fgc Federazione gioco calcio
permette ai bambini e alle bambi-
ne di tesserarsi a partire dai sei
anni e di giocare insieme fino ai
dodici, ovvero fino alla categoria
esordienti. Poi le squadre miste
sono proibite. Al massimo, come
ha spiegato Coletta, maschi e fem-
mine possono giocare insieme
fino al primo
anno dei
Giovanissimi,
ma in questo
caso le ragazze
devono avere
un anno in pi
rispetto ai
maschi. "Se i
progetti col
Comune andas-
sero in porto e le
iscrizioni fosse-
ro molte, dalla
prossima sta-
gione - ha
a g g i u n t o
Coletta - ci piacerebbe creare
una vera e propria squadra di
calcio femminile. (f.p.)
Lassessore
Arduini:
Entro aprile
al via i lavori
per costruire
due nuovi
locali
Luca Braccioni, in Nazionale a 18 anni
I
l sogno di Luca si avverato all'inizio del
secondo tempo, quando il commissario tecni-
co Roberto Polverelli gli ha fatto cenno che
poteva entrare in campo. Luca Braccioni ha solo
18 anni ma gi tante partite alle spalle. Questa
contro la primavera della Cisco Roma per ha per
lui un sapore speciale. E' la prima in cui scende
in campo con la mitica maglia azzurra, quella
della nazionale dilettanti under 18. Luca
Braccioni, da Urbania, classe 1987, tornante
naturale stato l'unico pesarese convocato tra le
file della selezione dei giovani talenti che milita-
no nei campionati minori.
Lui, a detta di molti esperti, uno dei giovani pi
interessanti del campionato di Eccellenza. Dalla
scorsa estate un giocatore del Fermignano.
Doveva andare al Riccione ma il provino era
andato cos e cos e il presidente della
Fermignanese Cerioni non se l' fatto scappare.
La Lega nazionale dilettanti impone ai club di
utilizzare almeno due calciatori con meno di 19
anni a partita, cos, mister Bruscolini ha fatto di
questa giovane ala un titolare fisso della sua for-
mazione.
Luca ha ripagato in pieno la fiducia del presiden-
te e del suo allenatore: quest'anno, pur non
essendo un'attaccante di ruolo, ha gi messo a
segno 10 reti in campionato. Uno score davvero
invidiabile, una lunga serie di prestazioni positi-
ve che non sfuggita all'occhio degli osservatori
federali che hanno segnalato il talentuoso
Braccioni al CT dell'Under 18, Polverini.
Lo scorso mercoled 22 marzo tra i convocati per
l'amichevole contro la Primavera della Cisco
Roma, c'era anche lui. Luca ha iniziato in pan-
china, sotto la tuta nascondeva la maglia azzurra
numero 17. La maglia del suo esordio nella
Nazionale dilettanti.
Per lui solo 45 minuti per mettersi in mostra: "Ho
giocato bene - racconta Braccioni a fine partita -
anche se il mister mi ha messo sulla fascia destra,
mentre io, a Fermignano, gioco dall'altra parte
del campo." Quando Luca entrato in campo le
due squadre erano ancora sullo 0-0. Quasi a fine
partite arrivato il gol vittoria della nazionale.
Non lo ha segnato Braccioni, sarebbe stato dav-
vero l'esordio perfetto. E' andata bene lo stesso e
se in campionato riuscir a giocare con la stessa
costanza dimostrata fino ad oggi forse arriveran-
no per lui altre convocazioni. Quello che certo
che quella maglia azzurra numero 17 Luca la
conserver per sempre. (p.r.)
Luca Braccioni
Alessia Coletta
il Ducato
16
MASS MEDIA

oggi ancora possibile


scattare foto come
quelle di Doisnau o
Robert Capa oppure
bisogna prima chie-
dere alle persone di
compilare una bella liberato-
ria? La domanda pu sembrare
scherzosa ma, secondo alcuni
fotogiornalisti italiani, questa
diventata la realt. Colpa del-
l'applicazione della legge sulla
privacy, introdotta in Italia
dalla legge 675 del 1996 .
"La Carta di Treviso, il docu-
mento che impegna i giornali-
sti italiani alla tutela del mino-
re, - spiega Mauro Vallinotto,
photo editor del settimanale
Specchio della Stampa - e la
legge sulla privacy impedisco-
no davvero di fare foto come
quelle dei celebri fotografi e
rischiano di portare alla morte
il reportage fotogiornalistico".
Ma le norme italiane in materia
sono davvero cos rigide? In
realt, l'articolo 137 della
196/2003, le legge che ha reso
obbligatorio il codice sui dati
personali, prevede che proprio
nell'esercizio della professione
giornalistica, per i personaggi
non noti, non sia necessario
l'assenso dell'interessato per il
trattamento dei dati personali
,'fermi restando i limiti del
diritto di cronaca'. Ed proprio
questa espressione a scatenare
le ansie dei fotoreporter:
"Nella nostra legge - dice
Vallinotto - la linea di confine
tra diritto del giornalista alla
cronaca e diritto del comune
cittadino all'immagine trop-
po grigia. Come conseguenza,
vediamo ormai sempre pi
spesso foto pixelate, per evitare
richieste di risarcimento e con-
tenziosi legali". Vallinotto
anche preoccupato da una
possibile deriva di tipo france-
se anche nel nostro paese:
"In Francia ormai non si fanno
pi fotografie della gente che
cammina per strada. Alcune
persone che erano state foto-
grafate durante i festeggiamen-
ti di piazza per la vittoria ai
mondiali del 1998 hanno otte-
nuto il risarcimento ". Anche
Amedeo Vergani, fotogiornali-
sta e presidente di informazio-
ne visiva, condivide queste
preoccupazioni. "Alcuni recen-
ti pronunciamenti del nuovo
garante, Francesco Pizzetti,
fanno temere che sempre di pi
si debba chiedere l'autorizza-
zione ai soggetti ritratti, e que-
sto porterebbe davvero alla
morte del fotogiornalismo".
Vergani critico anche con la
Carta di Treviso per i minori:
" E' condivisibile che ci sia una
legge che tuteli lo sviluppo dei
minori, ma in alcuni casi siamo
alla follia. Mettiamo un caso di
cronaca in cui tragicamente un
minore perde la vita. Perch in
questo caso non posso pubbli-
care la sua foto, dal momento
che ormai non posso pi arre-
care danno?".
Il tema minorenni rimane dei
pi caldi, anche perch se
ormai sempre pi difficile tro-
vare nella carta stampata
immagini non ritoccate di
minori italiani (nonostante il
Garante abbia precisato che le
foto dei bambini non si pubbli-
cano solo quando 'si pu far
loro danno'), abbondano inve-
ce fotografie anche piuttosto
crude che riguardano bambini
di altre nazionalit.
"Ho personalmente chiesto al
garante - spiega Vergani - per-
ch sui nostri giornali si possa-
no trovare foto come quelle dei
bimbi iracheni feriti negli ospe-
dali. Il portavoce mi ha risposto
che questi non erano italiani e
che quindi non ci riguardava".
Ma anche tra i fotogiornalisti
c' chi non d tutte le colpe alla
legge sulla privacy, come Marco
Vacca, presidente dell'associa-
zione Fotoinfo.net: Quando c'
rilevanza della notizia non c'
alcun problema nello scattare e
pubblicare foto. I problemi
nascono nei casi in cui si fanno
foto d'illustrazione: fare oggi un
reportage fotografico in una
citt italiana diventerebbe dav-
vero complicato".
Nel mare delle leggi e delle
interpretazioni, quel che certo
che anche i fotogiornalisti di
serie b, i cosiddetti paparazzi, si
sono adeguati alla privacy,
come spiega il celebre Rino
Barillari: "L'incidente di Lady
Diana e la legge sulla privacy
hanno portato a grossi cambia-
menti anche per noi paparazzi.
Se ci sono minorenni, facciamo
firmare un sacco di liberatorie e
molte foto si pubblicano pixela-
te. E' un problema per gli
scoop? Secondo me la cosa
importante comunque fare le
foto, se ce le hai sei gi 1 a 0 sui
concorrenti".
Privacy, addio scatti in libert
Ma secondo la legge si pu sempre pubblicare se c la rilevanza della notizia
I fotogiornalisti si lamentano: con queste normative il reportage fotografico destinato a scomparire
Vallinotto: Rischiamo di finire
come in Francia, dove nessuno
osa pi fotografare per strada
GIANLUIGI TORCHIANI
Non violare la dignit personale
Le immagini che ritraggono persone in luoghi pubblici possono essere pubblicate,
anche senza il consenso dellinteressato, purch non siano lesive della dignit e del
decoro della persona. Come il garante ha precisato nelle sue precedenti pronunce, il
fotografo comunque tenuto a rendere palese la propria identit e attivit di foto-
grafo e ad astenersi dal ricorrere ad artifici e pressioni indebite per perseguire i pro-
pri scopi.
Inoltre, nel documentare con fotografie fatti di cronaca che avvengono in luohi pub-
blici, il giornalista e/o il fotografo sono chiamati a valutare anche quale tipo di
inquadratura scegliere, astenendosi dal focalizzare limmagine su singole persone o
dettagli personali se la diffusione di questi dati risulta non pertinente e eccedente
rispetto alle finalit dellarticolo.
LA SENTENZA DEL GARANTE DEL GIUGNO 2004
Come conseguenza della privacy
si pubblicano sempre pi
fotografie sfuocate e di spalle,
per evitare contese legali
ed esose richeste di risarcimento


ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: GIOVANNI BOGLIOLO, Rettore dell'Universit di Urbino "Carlo Bo".
Vice: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l'Universit: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU-
SEPPE PAIONI; per l'Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: PAOLA DE CRESCENTINI, SAURO BRANDONI; per
la Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICO
MASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore: GIOVANNI MANTOVANI Coordinatori: VITTORIO ROIDI, GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI
IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 www.uniurb.it/giornalismo; e-mail: reda-
zione.ilducato@uniurb.it Direttore responsabile: GIOVANNI MANTOVANI Stampa: Arti Grafiche STIBU - Urbania (PU) - 0722319431 Registrazione
Tribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991

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