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peratura
Ji C
ercizio
max
200
(250 punte)
150
90
70
150
(300 punte)
150
70
150
Jovuto alla saldatura; esistono
quindi problemi di precipitazione di
carburi di cromo (con tutti i lati ne-
gativi dal punto di vista corrosioni-
stico) conseguenza caratteristica
delle zone adiacenti al cordone di
saldatura per gli acciai inossidabili
non a basso contenuto di carbonio e
per i non stabilizzati.
D'altra parte, tuttavia la tecnica
dell'incollaggio presenta inconve-
nienti caraneristici, quali ad esem-
pio l'impossibilit di effettuare
giunzioni sottoposte a carichi termi-
ci troppo elevati (di solito, con de-
terminati tipi di aderivi, si pu rag-
giungere al massimo il valore di 80
^ 120 C). Inoltre necessario pre-
vedere sia adeguate preparazioni su-
perficiali sia tempi di presa, che va-
riano da tipo a tipo di adesivo, ed
infine necessario costituire giun-
zioni di disegno adeguato al tipo di
sollecitazione previsto in esercizio.
Per ci che concerne la preparazio-
ne superficiale, si devono creare le
condizioni ottimali affinch l'adesi-
vo bagni convenientemente le su-
perfici di acciaio inossidabile; ne-
Ut;. ') - Copertura della Banca Popolare di No>ara a Milano.
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TECNICHE DI FISSA GGIO
I- in. IO - l lili/ va/ ione di lamiere di acciaio inossidabile AISI 316 incollale, nella costruzione di
una piscina.
cessario pertanto attivare le su-
perfici stesse, sfogliandole dello
strato passivo che, nelle normali
condizioni di impiego, riveste e pro-
tegge gli acciai inox. Tale strato co-
me ormai noto, costituito da una
pellicola di ossigeno adsorbito a li-
vello molecolare che in stato di
equilibrio dinamico.
L'attivazione pu essere effettuata
in due modi tecnicamente diversi: il
primo, in meccanico, a mezzo sab-
biatura con abrasivo necessaria-
mente inerte (per non creare conta-
minazione sull'elemento di acciaio
inossidabile), quale, ad esempio al-
lumina, corindone, ecc, avente una
granulometria compresa tra !50 -^
250 meshes; oppure con tele o altri
mezzi abrasivi, per lo pi utilizzati
su lamiere di modesto spessore.
11 secondo modo prevede invece
un'attivazione chimica con partico-
lari tipi di soluzioni; si comunque
verificato che tale attivazione non
porta a risultati costanti e, in alcuni
casi, si pu pregiudicare la resisten-
za alla corrosione dell'acciaio inos-
sidabile (soprattutto per soluzioni a
base di acido cloridrico). L'attiva-
zione, inoltre, deve interessare sola-
mente la zona di unione, pertanto,
in certe situazioni con il procedi-
mento chimico necessario scher-
mare le zone circostanti per non
comprometterle nel caso si adottino
soluzioni particolarmente aggressi-
ve.
A volte, si pu-far precedere e se-
guire al trattamento di attivazione
sia esso meccanico o chimico, uno
sgrassaggio con lavaggi, nella zona
da incollare, mediante solventi ap-
propriati o con loro vapori e succes-
siva asciugatura in aria. necessa-
rio, comunque che non trascorra
troppo tempo tra l'attivazione
dell'acciaio inox e l'applicazione
dell'adesivo, altrimenti la superficie
si ripassiva automaticamente in pre-
senza del l ' ossi geno cont enut o
nell'aria con conseguenze negative
ai fini della presa dell'adesivo sugli
aderendi.
Qui di seguito riportata la compo-
sizione di una soluzione consigliabi-
le per l'attivazione chimica di pezzi
di acciaio inossidabile, nel caso di
giunti destinati- a resistenze molto
elevate e con temperature di eserci-
zio relativamente alte:
acido ossalico: 14 kg.
acido solforico concentrato
(1,82 g/cm
1
): 12,2 kg.
acqua: 70 litri.
Gli elementi da attivare vanno im-
mersi per circa IO minuti in una va-
sca ad una temperatura di 85 -H 90
C; si spazzola poi lo strato nero
che si forma in superficie con spaz-
zole dure (di materiale inerte o di
acciaio inossidabile per evitare con-
taminazioni superficiali) ed infine si
provvede ad una abbondante sciac-
quatura con acqua fredda.
Anche in questo caso necessario
applicare l'adesivo subito dopo per
evitare che l'acciaio inox si ripassi-
vi.
Per le sollecitazioni meccaniche,
valgono le considerazioni di caratte-
re generale relative alla teoria
dell'incollaggio; vale a dire neces-
sario, in primo luogo, che una giun-
zione venga sollecitata essenzial-
mente a trazione o a taglio, evitan-
do carichi o sollecitazioni concen-
trate che agiscano nel senso di favo-
rire spaccature o spellature. In base
a tali considerazioni opportuno
scegliere, anche per gli acciai inossi-
dabili, il disegno ottimale del giun-
to.
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TECNICHE DI FISSA GGIO
Veniamo ora a prendere in conside-
razione i tipi di adesivi strutturali
maggiormente utilizzati per gli ac-
ciai inossidabili. Tali adesivi, per lo
pi a base di resine sintetiche si pos-
sono raggruppare nel seguente mo-
do (v. tab. 11).
Come si pu notare, essi possono
essere mono o bicomponenti e pre-
sentarsi sotto diversi stati di aggre-
gazione: liquido, solido, pastoso,
ecc.
Tali adesivi inoltre possono essere
costituiti da una resina termoplasti-
ca o termoindurente; se termopla-
stica perde consistenza con la tem-
peratura, se termoindurente si in-
durisce con la temperatura.
Periamo se in servizio occorrer
una resistenza ai carichi termici si
adotteranno resine termoindurenti,
mentre in assenza di temperature
elevate si utilizzeranno le tcnnopla-
stiche.
In ogni caso anche le termoinduren-
ti hanno l i mi ti di temperatura, al di
sopra dei quali rammolliscono e
bruciano.
Nella tabella II riportato anche il
meccanismo di incollaggio e la pre-
senza eventuale di solventi che per-
mettono di ottenere gli adesivi sotto
forma di liquidi e quindi pi facil-
mente applicabili.
C' da sottolineare che mentre per
gli epossidici, epossifenolici. epossi-
poltsolturici, fenol-nitrilici, il pro-
cesso di formazione del legame
(cio il meccanismo di incollaggio)
avviene o per reazione chimica do-
vuta all'aggiunta di un indurente o
per l'evaporazione della fase disper-
dente (solvente), per gli adesivi
anaerobici si ottiene l'incollaggio
per polimerizzazione in assenza di
aria, cio le molecole di un liquido
(monomero) si combinano tra loro
formando un solido (polimero).
Nel caso degli adesivi anaerobici
da precisare anche che la superficie
dell'acciaio inossidabile va partico-
larmente pulita ed attivata, altri-
menti la polimerizzazione risulta
molto rallentata. 11 processo di poli-
merizzazione pu comunque essere
accelerato con l'apporto di calore o
con l'aggiunta di agenti ecceleranti.
Gli adesivi possono essere applicati
con diversi metodi, a seconda delle
dimensioni e della forma delle parti
da congiungere: a pennello, a spruz-
Ki)>. 11 - Part e i nf eri ore della piscina (\. Kit;. ' " ) : parti col are della struttura portante di t ravi .
zo, ad estrusione (applicazione con-
tinua di sottili cordoni di adesivo), a
rullo o a spatola.
Nelle fotografie delle figure seguen-
ti sono rappresentati alcuni esempi
di impiego di adesivi strutturali con
lamiere di acciaio inossidabile.
In fig. 9 illustrata la copertura del-
la Banca Popolare di Novara a
Milano, realizzata con lamiere di
acciaio inossidabile ferritico AIS1
430 di spessore 0,6 mm. Le giunzio-
ni delle converse alle falde sono in-
collate.
In fig. 10 rappresentata un'altra
applicazione per la costruzione di
piscine realizzate a Genova: lamiere
di acciaio inossidabile austenitico
AISI 316, di 1,2 mm di spessore so-
no state incollate su pannelli di la-
miera di acciaio al carbonio, questi,
a loro volta, risultano ancorati mec-
canicamente (con bulloni) ad una
struttura portante costituita di travi
d'acciaio. Nella fig. 11 si nota un
particolare della struttura portante
di travi.
In fig. 12 si nota un'altra copertura,
realizzata con pannelli inox incolla-
ti alla struttura sottostante, del pa-
diglione delle Comunit Europee
all' EXPO di Montreal nel 1966.
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TECNICHE DI FISSA GGIO
I l i ; . 1 2- ( o p i r l u r j d r l p a d i g l i o n e d i l l i ' ( o n i u i i j l u l . u r o p i T a l l ' I . \ l * ( ) d i M m i l r i a l
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1
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Ciiuuno-I.uulio.
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