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DALLE FONTI PRIMARIE


AL MERCATO
1.1.1 Scenari e decisioni
strategiche
Per poter affrontare con successo le sfide tecnologiche
future necessario cogliere i cambiamenti, anche mini-
mi, che avvengono nei differenti contesti sociali e inve-
stire in sistemi di conoscenza/esperienza della realt per
essere in grado di elaborare scenari globali e particola-
ri ricavati da generalizzazioni ben fondate. Con il ter-
mine scenario pu essere definita alternativamente sia
una storia del futuro, sia una traiettoria nello spazio degli
eventi possibili. Il tratto comune di queste definizioni
consiste nel fatto che in ogni caso viene adoperata unu-
nica metodologia. Esse, in effetti, poggiano sugli stessi
tre criteri: la plausibilit delle ipotesi, la coerenza inter-
na (ossia i valori assunti dalle diverse variabili devono
essere coerenti fra loro), la razionalit logica (ovvero
ogni scenario deve essere riproducibile). In definitiva,
uno scenario non una previsione certa di ci che acca-
dr, ma una rappresentazione completa e coerente di un
futuro possibile, date certe ipotesi e stabiliti i meccani-
smi evolutivi di queste. La funzione primaria di uno sce-
nario, ovviamente, quella di consentire di prendere
decisioni informate, in special modo sulle loro conse-
guenze di lungo periodo. Lelaborazione di scenari tec-
nologici richiede preventivamente la presa datto della
natura complessa del sistema di riferimento nel nostro
caso il sistema energetico che caratterizzato da aspet-
ti molteplici legati da nessi di azione e retroazione. La
capacit di intravedere e interpretare la direzione delle
innovazioni rappresenta una delle pi importanti fonti di
vantaggio competitivo, non solo per le imprese o per i
sistemi di imprese, ma anche per ogni soggetto operan-
te a qualche titolo nellattuale sistema economico glo-
bale: Stati, imprese multinazionali, macro-aggregati
sovranazionali, e cos via.
Talvolta linnovazione tecnologica pu apparire come
un processo imprevedibile e poco controllabile, poich
pu avere origine in luoghi e in ambiti che inizialmente
possono essere giudicati marginali o non rilevanti. Deci-
siva, quindi, la capacit di individuare e di costruire
molteplici alternative di sviluppo. Tale capacit, infatti,
fondamentale per la sopravvivenza dellinnovazione
nel lungo termine, poich delineare scenari alternativi,
simulare mix di strategie di adattamento e sviluppare
competenze attive e reattive ai diversi scenari alla base
di ogni tipo di progresso.
1.1.2 Scenari e mercati
di riferimento
Per elaborare uno scenario tecnologico, in primo luogo
bisogna identificare i mercati dinteresse e le caratteri-
stiche del contesto competitivo. Nel caso degli idrocar-
buri, i mercati pi rilevanti sono quelli dellolio e del
gas naturale, resi disponibili alle trasformazioni inter-
medie dalle attivit di esplorazione e produzione e dalle
tecnologie che in questo settore chiave competono fra
loro per poi evolvere. Lolio e il gas naturale sono il
punto di partenza di quelle attivit che conducono ai
mercati finali dellenergia elettrica e del calore, della
mobilit, dei materiali e dei prodotti chimici pi impor-
tanti (fig. 1).
Tali attivit possono essere raggruppate nel modo
seguente:
lupstream olio e gas, che include tutte le attivit, le
tecnologie e le problematiche minerarie tipiche del-
lindustria degli idrocarburi, sia convenzionali, sia
non convenzionali, ossia esplorazione, perforazione,
produzione, stimolazione, separazione, abbandono e
ripristino territoriale;
il midstreamolio e gas, che comprende le attivit, le
tecnologie e le problematiche di trasformazione, con-
versione e valorizzazione degli idrocarburi a bocca
di pozzo;
3 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
1.1
Tecnologie in evoluzione
e scenari possibili
il downstream olio, che include le attivit, le tecno-
logie e le problematiche di trasporto e di movimen-
tazione degli idrocarburi, liquidi e gassosi, verso i
mercati di utilizzazione (condotte, petroliere, navi
metaniere, stoccaggi). Include, inoltre, la loro con-
versione nella prospettiva di una utilizzazione sotto
forma di distillati nella motoristica per la mobilit o
nellindustria petrolchimica;
il downstreamgas, che riguarda le applicazioni dome-
stiche o industriali di questa fonte di energia che,
essendo naturalmente pulita e/o purificata allorigi-
ne, non necessita di ulteriori fasi di raffinazione per
essere usata come combustibile, in particolare per la
generazione di calore o di elettricit.
I mercati finali, inoltre, possono essere suddivisi nel
modo seguente:
il settore della generazione di energia elettrica e calo-
re, in cui competono anche altre fonti primarie quali
il carbone, il nucleare, lidroelettrico e le fonti rin-
novabili, in assetti industriali concentrati o distribui-
ti sul territorio;
il comparto della mobilit, in cui sostanzialmente i
prodotti petroliferi non conoscono competitori in
quanto luso dei combustibili gassosi o alternativi
tuttora stagnante, anche se in prospettiva dovreb-
be crescere (soprattutto grazie ai biocombustibili,
o biofuel);
lindustria di produzione di prodotti e manufatti basa-
ta sulla petrolchimica, cui diretto circa il 10% del-
lolio prodotto;
linsieme delle tecnologie per la tutela ambientale,
la sostenibilit e il carbon management, che risulta
trasversale a tutte le attivit e a tutti i prodotti/pro-
cessi della filiera degli idrocarburi.
1.1.3 Fattori di cambiamento
e innovazione tecnologica
Dallanalisi dei fattori-chiave per levoluzione dei mer-
cati di riferimento nel lungo termine emergono gli ele-
menti da cui muovere per costruire gli scenari tecnolo-
gici: tendenze evolutive (trend), fattori di rottura (trend-
breaker), fattori di cambiamento (driver), oltre alle ipotesi
relative ai potenziali esiti della loro interazione.
Il primo elemento da considerare sono i trend di
macrovariabili come levoluzione demografica e lo svi-
luppo economico. I driver possono invece contenere
anche i trend-breaker, cio i fattori di rottura potenziale
rispetto alla prevedibile evoluzione lineare generata dalle
tendenze demografiche e da quelle macroeconomiche.
I principali driver che, in questa fase, agiscono nel set-
tore energetico sono la competizione economica e la pres-
sione ambientale. Gli indicatori della competizione eco-
nomica sono identificabili nel grado di apertura e di libe-
ralizzazione dei mercati, nel livello di globalizzazione
degli scambi e nellintensificarsi dei fenomeni compe-
titivi. A ci si aggiungano la molteplicit degli attori
coinvolti, lindipendenza dai flussi fisici e le modalit
istantanee di scambio favorite dalle ICT (Information
and Communication Technologies). La spinta dellevo-
luzione delle reti informatiche, infatti, genera profondi
cambiamenti nel mercato, nelle relazioni commerciali e
nei modelli di business. La competizione economica d
luogo a effetti significativi nella riduzione dei costi, nel
miglioramento dellefficienza e nella forte innovazione
di processo e di prodotto.
Dalla notevole incidenza della questione ecologica
derivano in modo evidente sia la copiosa normativa sul-
lambiente, sia la crescente importanza attribuita agli
4 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
DALLE FONTI PRIMARIE AL MERCATO
tecnologie
di generazione
elettricit e calore
tecnologie
motoristiche
downstream gas
tecnologie chimiche
e manifatturiere
petrolchimica
mercato energia
elettrica e calore
mercato
olio e gas
mercato mobilit
e trasporti
mercato materiali e
prodotti chimici
downstream olio
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midstream
upstream olio e gas
fig. 1. Mercati
di riferimento.
accordi volontari, settoriali e generali, nonch ai trat-
tati internazionali. Questi ultimi sono diverse centinaia
e il 75% circa di essi stato stipulato dopo la prima
conferenza delle Nazioni Unite sullambiente umano
tenutasi a Stoccolma nel 1972. Essi riguardano diver-
se questioni: ozono atmosferico, inquinamento atmo-
sferico, rifiuti pericolosi, gas serra e cos via. Negli
ultimi anni, inoltre, si assistito a una forte crescita del
numero delle ONG (Organizzazioni Non Governative)
che si interessano allambiente, nonch allestensione
della loro influenza. Tutto ci ha una notevole ricadu-
ta nella tendenza sempre pi accentuata alle innova-
zioni di processo e a quelle di prodotto e di sistema.
Linnovazione, quindi, ricopre un ruolo importante nel
bilanciamento del sistema, in quanto fattore risolutivo
di contraddizioni esistenti o emergenti: in altre parole
rappresenta il punto centrale di snodo tra tendenze linea-
ri spontanee e forze di cambiamento incerte o eccen-
triche (fig. 2).
1.1.4 Scenario macroeconomico
molto probabile che nel prossimo ventennio la dinami-
ca demografica sar pi lenta rispetto a quella degli ulti-
mi venti anni del 20 secolo. Secondo alcune stime, infat-
ti, su scala mondiale tale dinamica non sar superiore
all1% medio annuo e ci, nel lungo termine, comporter
una stabilizzazione tendenziale della popolazione.
Per quanto riguarda lo sviluppo economico futuro si
prevede che, analogamente a quanto avvenuto negli ulti-
mi anni, saranno ancora gli Stati Uniti e alcuni paesi
asiatici a fare da volano alla crescita delleconomia mon-
diale. Leconomia europea, invece, inseritasi in ritardo
nella fase ascendente del ciclo economico, in prospet-
tiva sembra essere meno dinamica. Fino al 2030 la cre-
scita del prodotto mondiale dovrebbe risultare pari al
3,2% medio annuo (IEA, 2004), trainata da vecchi e
nuovi protagonisti (fig. 3). Tra questi ultimi la Cina ha
gi assunto un ruolo di locomotiva delleconomia mon-
diale, grazie alla crescita degli investimenti pubbli-
ci e privati stranieri e allaumento della produzione
industriale sostenuta dallespansione delle esportazio-
ni. I paesi asiatici pi sviluppati sembrano trarre un van-
taggio duraturo dalla dinamica economica cinese, che
anche nel medio-lungo termine potrebbe procedere a
ritmi sostenuti. Il Giappone pare confermare una sua
ripresa dopo una lunga recessione, grazie anche allin-
cremento delle esportazioni verso le aree economiche
contigue, dunque con una sostanziale dipendenza dal-
landamento del commercio estero e quindi con un mino-
re potenziale intrinseco per il futuro. Per larea europea,
infine, sono previsti tassi di crescita limitati e notevoli
difficolt a partecipare alla fase di ripresa che interes-
sa altre aree mondiali.
1.1.5 Scenario energetico
Sempre secondo il documento sopra citato, si presume
che entro il 2030 la domanda di energia primaria potreb-
be aumentare di circa il 60% rispetto ai livelli di inizio
del 21 secolo. Da un punto di vista geopolitico, gli odier-
ni paesi in via di sviluppo contribuirebbero per i 2/3
allaumento di questa domanda e nel 2030 rappresente-
rebbero quasi la met dei consumi globali. Il tasso annua-
le medio di crescita si attesterebbe all1,7%, mentre lin-
tensit energetica definita come la quantit di energia
necessaria a produrre 1 dollaro di PIL (Prodotto Interno
Lordo) continuerebbe a diminuire lentamente per effet-
to del miglioramento dellefficienza energetica e della
minore incidenza dellindustria pesante sulleconomia
mondiale. Lolio continuerebbe a essere la fonte princi-
pale dellenergia primaria, sospinto soprattutto dalla do-
manda di carburanti, mentre la domanda di gas natura-
le registrerebbe una crescita rapida a causa delle richieste
5 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
TECNOLOGIE IN EVOLUZIONE E SCENARI POSSIBILI
pressione
ambientale
stimola influenza
stimola bilancia
influenza le regole della competizione
innovazione
tecnologica
competizione
economica
fig. 2. Ruolo dellinnovazione tecnologica.
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2
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5
6
%
2002-2010 2010-2020 2020-2030
paesi OCSE
economie in
transizione
paesi in via
di sviluppo
mondo
fig. 3. Tassi di sviluppo economico mondiale
per aree (IEA, 2004).
del settore elettrico; il carbone rimarrebbe il principale
combustibile per la produzione di energia elettrica, in
netta competizione con il gas naturale; il nucleare, infi-
ne, tenderebbe a diminuire come quota di partecipazio-
ne al fabbisogno globale di energia (fig. 4).
Le risorse energetiche del pianeta sembrano pi che
sufficienti a soddisfare la domanda fino al 2030 e anche
oltre, ma sono incerte le previsioni circa i costi della loro
estrazione e del loro sfruttamento. Le risorse di combu-
stibili fossili sono limitate, ma il mondo lungi dalle-
saurirle, come risulta anche dai dati riportati di seguito
(Eni, 2004). Tra le fonti idrocarburiche, le riserve accer-
tate di olio, ovvero quelle che possono essere recupe-
rate dai giacimenti esistenti con lattuale tecnologia,
alle attuali condizioni economiche, ammontano a circa
1.000 Gbbl; per quanto riguarda il gas naturale le riser-
ve accertate ammontano a 178 Gm
3
(dati 2004). Quin-
di, in complesso, agli attuali livelli produttivi, si pre-
vede che le riserve di greggio convenzionale dureran-
no per circa 37 anni e quelle di gas naturale per circa
68 anni. Vi sono poi le riserve non convenzionali di olio
e di gas, come le sabbie bituminose del Canada e il greg-
gio extrapesante del Venezuela, che danno un tipo di
greggio pi simile al bitume. A queste vanno aggiunte
le riserve di gas non convenzionale, per esempio il gas
catturabile dai giacimenti di carbone (coal bed methane
o coal mine methane) e gli idrati di gas: entrambi pos-
sono costituire a lungo termine una risorsa abbondan-
te e duratura. La relativa scarsit di riserve accessibili
a bassi costi di scoperta e di estrazione potr costituire
il fattore critico dello scenario e anche il motivo per
innovare: molto probabile, infatti, che la necessit di
ricostituire le riserve prodotte e il progressivo declino
delle aree di produzione pi stabili dal punto di vista
politico e normativo (Stati Uniti, Mare del Nord) spin-
gano lindustria petrolifera a collocarsi su aree di fron-
tiera, affrontando costi crescenti, pi elevati profili di
rischio e ritorni economici differiti nel tempo. Le aree
non-OPEC (Organization of Petroleum Exporting Coun-
tries) pi promettenti sono il Mar Caspio, la Russia,
nonch lAfrica settentrionale e occidentale. Secondo
i pi accreditati scenari energetici, per la domanda di
olio previsto un incremento medio annuo dell1,6%,
soprattutto nelle aree emergenti: infatti, larea asiatica
da sola potrebbe assorbire circa 1/3 dellincremento del
consumo mondiale di prodotti petroliferi. Si prevede,
inoltre, che nel 2015 la domanda mondiale di olio possa
superare i 100 Mbbl/d, sostenuta dallaumento della
domanda di mobilit nelle aree in via di sviluppo. Il
tasso di crescita della domanda di gas naturale potreb-
be essere superiore a quello dellolio (3% annuo circa
fino al 2015) per laffermazione nel settore termoelet-
trico, soprattutto in Europa. NellAmerica Settentrio-
nale, le tensioni sui prezzi derivanti dal declino della
base produttiva potrebbero frenare lespansione della
domanda, ma nel contempo promuovere sviluppi di
nuove opzioni di offerta. La spinta allaumento mon-
diale dei consumi di gas naturale sostenuta dalla cre-
scita economica e dalla preferenza accordata a questo
combustibile in virt delle sue migliori qualit ambien-
tali rispetto alle altre fonti fossili.
Il settore del gas naturale continuerebbe a mantene-
re una connotazione regionale, malgrado la spinta allin-
ternazionalizzazione impressa dalla liberalizzazione dei
mercati e dallampliamento del mercato del GNL (Gas
Naturale Liquefatto). Gli sviluppi in questo campo non
potranno prescindere dalla creazione di vantaggi di costo
per consentire la competizione anche in mercati che
appaiono relativamente saturi di offerta.
Il downstream olio caratterizzato da un eccesso di
capacit soprattutto nellarea mediterranea, in Europa
orientale, in Medio Oriente e in America Latina, nonch
da uninadeguatezza regionale degli impianti rispetto
allevoluzione della domanda, quanto a specifiche di
qualit e distribuzione di prodotti leggeri-medi-pesanti.
Nei paesi OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e
lo Sviluppo Economico) continua ad aumentare lina-
sprimento normativo sulle emissioni dei veicoli che, in
prospettiva, potrebbe portare a un armonizzazione con-
vergente verso il limite chiamato emissioni zero.
1.1.6 Scenario tecnologico
Settore upstream: tecnologie in evoluzione
Gli obiettivi fondamentali di questo settore riman-
gono la riduzione dei costi, laumento della produzione
e laddizione di nuove e rilevanti riserve di idrocarburi.
Anche se permane una relativa abbondanza di riserve
recuperabili per effetto dellevoluzione tecnologica, vi
sono problemi geopolitici di accesso e di economicit di
sfruttamento delle riserve accessibili. Per lolio, si con-
tinua a registrare una divergenza tra le aree in cui sono
6 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
DALLE FONTI PRIMARIE AL MERCATO
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risorse rinnovabili
2002 2010 2020 2030
nucleare
gas naturale
carbone
petrolio
fig. 4. Domanda di energia per fonti primarie
(IEA, 2004).
localizzate le riserve e quelle in cui risiedono i consu-
mi: oltre il 90% delle riserve si trova in paesi in via di
sviluppo e OPEC, mentre nei paesi OCSE concentra-
to circa il 60% della domanda. Per il gas naturale tale
divergenza appare meno accentuata, poich gran parte
della produzione viene consumata generalmente nella
macroarea in cui viene prodotta. Negli ultimi anni, tut-
tavia, diverse compagnie petrolifere hanno potuto effet-
tuare campagne esplorative anche in aree OPEC. Paesi
come la Libia, lIran e lArabia Saudita che dal perio-
do delle nazionalizzazioni non avevano pi concesso
licenze per esplorazione nel loro territorio hanno aper-
to alle compagnie straniere, ma solo per il gas naturale.
Lofferta di questa materia prima non sembra caratteriz-
zata da limitazioni, se non in America Settentrionale:
infatti il mercato europeo e quello asiatico sono in una
condizione di abbondanza destinata a durare ancora alcu-
ni anni. La produzione da nuove aree di frontiera pro-
mettente, ma richiede notevoli investimenti in infra-
strutture: le zone a pi alto potenziale si trovano nel-
lArtico (Prudhoe Bay in Alaska, il delta del Mackenzie
in Canada), ma sar determinante anche la possibilit di
accesso ad aree finora gravate da moratorie e vincoli
ambientali.
La storia dellindustria petrolifera ha dimostrato come
lutilizzazione delle nuove tecnologie possa incidere
positivamente su tutta la catena esplorazione, perfo-
razione, produzione, coltivazione dei giacimenti con-
tribuendo cos ad aumentare la percentuale di successo
nelle esplorazioni, a incrementare il fattore di recupero
dei campi e, nel frattempo, migliorare le condizioni di
sicurezza delle operazioni, riducendone limpatto ambien-
tale. Contemporaneamente le nuove tecnologie hanno
ridotto, a seconda delle aree geografiche, i costi di ritro-
vamento e di sviluppo del 50-80%. Un risultato impor-
tante dellapplicazione di nuove tecnologie stato otte-
nuto nel Mare del Nord dove, tra il 1990 e il 1997, si
avuto un aumento delle riserve di oltre il 30%. Il con-
tributo pi rilevante stato fornito dalle tecnologie di
esplorazione sismiche e di perforazione, con i sistemi di
produzione subacquei e sommersi. Altri risultati di rilie-
vo sono stati ottenuti e documentati nelle pi importan-
ti aree petrolifere del mondo (fig. 5).
quindi ragionevole ritenere come emerge chia-
ramente dai documenti della SPE (Society of Petrol-
eum Engineers) e dalle pubblicazioni delle principa-
li compagnie di servizio che il ruolo della tecnolo-
gia sar ancora pi importante in futuro. La percentuale
di scoperte degli ultimi trentanni appare in crescita
costante e si presume che si arriver a superare il 30%
(media mondiale) nel 2010, e ci malgrado continui-
no a diminuire sia la frequenza di ritrovamento dei
giant fields (giacimenti giganti), sia la dimensione
media dei giacimenti scoperti, e nonostante la ricerca
esplorativa sia sempre pi ardua dal punto di vista geo-
logico e ambientale.
Non sar tuttavia infrequente toccare valori superio-
ri all80% in nuove aree nelle quali sar possibile appli-
care con successo alcune tecnologie innovative di esplo-
razione. Le tecnologie emergenti per lesplorazione ten-
dono a migliorare la costruzione dellimmagine del
sottosuolo utilizzando prospezioni sismiche ad alta riso-
luzione, quali la sismica multicomponente (che utilizza
le onde sismiche di taglio) e lo studio delle variazioni di
ampiezza del segnale sismico (AVO, Amplitude Vari-
ation with Offset). Entrambi, una volta sviluppati appie-
no (la loro attendibilit ancora limitata e legata alle
geologie in esame), consentiranno di discriminare sia i
corpi litologici sia i contenuti in fluidi (olio, gas, acqua).
In rapido sviluppo sono anche le tecnologie per vede-
re in dettaglio i corpi geologici in profondit, con misu-
re dal fondo pozzo in fase di perforazione. Le difficolt
attuali potranno essere presto superate, cogliendo insie-
me tre obiettivi: incrementare la percentuale di scoper-
ta, caratterizzare meglio i giacimenti con conseguente
aumento dei recuperi e facilitare il raggiungimento del
target esplorativo con minori costi di perforazione.
Si ritiene che un impulso allindividuazione dei giaci-
menti verr dalla modellizzazione quantitativa probabili-
stica dei bacini sedimentari, con possibilit di identificare
7 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
TECNOLOGIE IN EVOLUZIONE E SCENARI POSSIBILI
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(
%
) dati sismica 3D
boe/pozzo
successo perforazione
fig. 5. Ruolo della
tecnologia nelle attivit
upstream. Boe, barile
di olio equivalente
(Boutte, 2004).
fluidi e litologie, e dalle tecniche di cattura e analisi delle
piccolissime tracce di idrocarburi in superficie che diffon-
dono dagli accumuli sottostanti, grazie soprattutto alla
geochimica e alla spettrofotometria aerea, ambiti che
hanno visto applicazioni industriali combinate molto pro-
mettenti alla fine degli anni Novanta.
Tra i principali obiettivi tecnologici nellambito dello
sviluppo e della produzione vi laumento del fattore di
recupero dei giacimenti a olio che, al momento, in media
pari al 35%, ma che per molti importanti giacimenti
fratturati e/o di olio pesante vale meno del 20% ( quasi
ottimale invece per i giacimenti a gas con valori supe-
riori al 70%). Questo significa che in media il 70-80%
dellolio scoperto non viene estratto. Alcune esperienze
hanno dimostrato che lapplicazione integrata di nuove
tecnologie emergenti pu portare a fattori di recupero
superiori al 70%. Sembra quindi possibile prevedere che
entro il 2015 siano possibili fattori di recupero medi di
circa il 50%.
Nellambito dello sviluppo e della produzione, lal-
tro obiettivo tecnologico principale costituito dalla ridu-
zione dei costi di sviluppo e di quelli operativi, sia per
aumentare la redditivit dei campi nuovi e di quelli matu-
ri, sia per rendere sfruttabili i campi a scarsa economi-
cit, che sono gi numerosi e destinati ad aumentare nei
prossimi anni. Per quanto riguarda il fattore di recupe-
ro, sembrano promettenti alcune tecnologie di tipo esplo-
rativo come la sismica 4D (sismica tridimensionale ripe-
tuta nel tempo) e la tomografia inter-pozzo, che per-
metteranno di monitorare in tempo reale i giacimenti e
consentiranno, tra laltro, di elaborare una mappa della
pressione e del movimento dei fluidi. Tutto fa ritenere
che, entro 10 anni, la maggior parte dei campi sar dota-
ta di sensori in superficie, grazie anche alla miniaturiz-
zazione degli strumenti e allimpiego di fibre ottiche. Si
potranno cos massimizzare la produttivit di pozzo e il
drenaggio di ogni parte del giacimento e quindi otti-
mizzare i processi di recupero assistito (EOR, Enhanced
Oil Recovery). Questi ultimi saranno applicati nella vita
produttiva dei giacimenti, sia per aumentare la produtti-
vit, sia per il corretto smaltimento dei fluidi (gas acidi)
nel sottosuolo per ragioni di tutela ambientale.
Tra le tecnologie in rapida evoluzione vi sono: a) i
pozzi lanciati (oggi il record di circa 11 km ed ipo-
tizzabile raggiungere 15 km in un decennio); b) i pozzi
multilaterali, con possibilit futura di avere fino a 10
dreni orizzontali controllabili per pozzo; c) i completa-
menti intelligenti; d) le separazioni in pozzo dellacqua
prodotta con reiniezione in altro livello dello stesso pozzo.
Il problema della gestione dei gas acidi e dello zolfo
legato da un lato alla salvaguardia ambientale che
impone controlli sempre pi stretti sulle emissioni di
composti solforati e sulla logistica dello zolfo e dal-
laltro alla qualit degli idrocarburi prodotti. Secondo
alcuni esperti questa criticit interessa oggi il 25-30%
della produzione mondiale di gas naturale, ma tale quota
sembra destinata ad aumentare nel tempo fino al 40%,
se aree come la Russia e il Medio Oriente diverranno
attori importanti nellofferta mondiale di gas naturale.
Questo equivale a prevedere nellarco di 15 anni un
aumento sensibile della produzione annua di zolfo lega-
ta allestrazione di gas naturale.
La produzione di zolfo ammonta a 60 Mt/a, con un
forte apporto della raffinazione dellolio (17 Mt/a), e il
mercato risente di un notevole surplus rispetto ai fabbi-
sogni, legati tuttora per il 95% allindustria dei fertiliz-
zanti fosfatici. Lindustria petrolifera ha gi sperimenta-
to forti limitazioni agli stoccaggi di zolfo in varie aree
del mondo con lattuale surplus di produzione. Le diffi-
colt di gestione di tale problema impongono progressi
tecnologici sia per evitare la produzione (con reiniezio-
ne di gas acidi in giacimento), sia per favorire le nuove
applicazioni (cementi, bitumi, altro). La tecnologia emer-
gente di reiniezione dei gas acidi in giacimento rite-
nuta unopzione interessante per la riduzione delle emis-
sioni di composti dello zolfo e di gas serra, per il con-
trollo dei surplus di zolfo e per aumentare la produttivit
del giacimento petrolifero fin dagli stadi iniziali.
Risorse non convenzionali
In un quadro di preoccupazione crescente circa la
stabilit delle aree in cui sono localizzate le riserve di
idrocarburi, acquistano sempre pi importanza le risor-
se non convenzionali, la cui dimensione stimata illu-
strata nella fig. 6, che contiene elaborazioni su dati di
fonti diverse. A fronte di circa 1.000 Gbbl di olio con-
venzionale e di 1.000 Gbbl equivalenti di gas naturale,
il totale delle risorse stimate di greggi non convenzio-
nali (tar sand, o sabbie bituminose, oil shale, o scisti
bituminosi, bitume, extra heavy oil, o olio ultrapesante)
ammonta a circa 2.000 Gbbl equivalenti. Invece le riser-
ve di gas non convenzionale, secondo stime, sarebbero
pari ad almeno 7 volte le riserve accertate di gas natu-
rale. Le tre principali aree geografiche in cui sono loca-
lizzate le risorse non convenzionali sono il Canada (con
il 36% del totale), gli Stati Uniti (con il 32% del totale)
e il Venezuela (con il 19% del totale). Si prevede che nel
2030 la produzione equivalente di olio non convenzio-
nale sar di circa 10 Mbbl/d (pari all8% dellofferta
mondiale di greggio), proveniente in gran parte dalle sab-
bie bituminose canadesi e dal greggio ultrapesante vene-
zuelano.
Le tecnologie di produzione di alcune fonti non con-
venzionali come heavy oil e tar sand si stanno consoli-
dando grazie a importanti progetti industriali. Tecnolo-
gie in sito, che in genere comprendono iniezione di vapo-
re o combustione sotterranea, vengono applicate per
ridurre la viscosit del bitume e favorire la pompabilit
in superficie, e il greggio pesante dellarea dellOrino-
co (Venezuela) viene diluito con greggio pi leggero
8 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
DALLE FONTI PRIMARIE AL MERCATO
prima di essere inviato ai centri di trattamento. Infine,
le tecnologie dei pozzi orizzontali e di recupero termi-
co hanno migliorato le economie di produzione di tali
risorse in Canada.
Scenario midstream: la valorizzazione
del gas naturale
Il gas naturale una risorsa abbondante e versatile
negli impieghi e consente utilizzazioni a ridotto impat-
to ambientale locale e con minori emissioni di gas serra.
La rilevanza strategica del gas naturale in crescita, infat-
ti negli ultimi 25 anni le riserve accertate sono aumen-
tate molto pi delle corrispondenti riserve di olio e in
termini di contenuto energetico le due fonti sono sostan-
zialmente allineate. La distribuzione del gas naturale
connotata da una logistica regionale oppure macrore-
gionale: in media circa l80% della produzione immes-
sa al consumo resta nella regione di produzione, mentre
il restante 20% viene avviato al trasporto internaziona-
le. Questultimo comporta la realizzazione di infrastrut-
ture il cui elevato investimento limita lulteriore espan-
sione a condizioni economiche interessanti. Sempre pi
lindustria petrolifera dedica una particolare attenzione
alle tecnologie del gas naturale, soprattutto per quanto
concerne i problemi di trattamento di gas acidi, di uti-
lizzazione del gas associato, di trasporto su lunghe distan-
ze e di conversione in prodotti liquidi.
Per soddisfare la crescente domanda di gas prove-
niente da diverse localizzazioni sono necessarie tecno-
logie: a) per il trasporto via terra su lunga distanza;
b) per la posa di gasdotti in acque profonde; c) per la
progettazione, la costruzione e la manutenzione di gasdot-
ti in ambienti ostili; d) per i sistemi tecnologici per il tra-
sporto di GNL. Infatti, circa 1/5 delle riserve accertate
di gas non viene immesso al consumo e viene definito
remoto, a causa dellelevato costo delle infrastrutture
necessarie per trasportarlo dalle aree di produzione a
quelle di utilizzazione.
Rientrano in questultima tipologia:
il gas non estratto da giacimenti accertati, non avvia-
bile agli usi finali in quanto i giacimenti sono in aree
decentrate rispetto a quelle di consumo e ai poli di
distribuzione internazionale;
il gas associato alla produzione di olio, economica-
mente non utilizzabile per le ragioni sopra indicate
(questo gas, una volta estratto, viene reiniettato nel
giacimento oppure bruciato o, ancora, liberato nel-
latmosfera).
La possibile valorizzazione di riserve/giacimenti di
gas remoto, associato o non allolio, unopzione stra-
tegica per motivi economici e ambientali. Laddove le
distanze (rispetto ai mercati di destinazione) e le quan-
tit in gioco lo consentano, il trasporto del gas naturale
avviene normalmente mediante condotte (pipeline) con-
venzionali oppure condotte avanzate ad alta pressione
(long distance, high capacity, high pressure pipelines).
Tuttavia, in un contesto di crescente domanda di fonti
energetiche a livello globale, anche a fronte di rilevanti
progetti di trasporto gas via pipeline, il GNL mantiene
una buona posizione in relazione agli scambi inter-
nazionali di metano: nel 2003 circa 600 Gm
3
di meta-
no sono stati oggetto di import/export via metanodotti,
mentre 170 Gm
3
sono stati commercializzati sotto for-
ma di GNL.
I fattori che governano lo sviluppo del GNL sono: la
crescente domanda di gas, che favorisce gli investimen-
ti nel settore; la possibile diversificazione degli approv-
vigionamenti; le limitazioni ambientali relative al no gas
flaring/venting (nessun gas bruciato nella torcia o immes-
so nellatmosfera).
Le linee di innovazione puntano alla riduzione dei
costi lungo tutta la catena (liquefazione, stoccaggio,
9 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
TECNOLOGIE IN EVOLUZIONE E SCENARI POSSIBILI
1.028 Gboe
olio convenzionale
270 Gboe
olio ultrapesante
Venezuela
1.165 Gboe
520 Gboe
300 Gboe
Canada
500 Gboe
USA
994 Gboe
gas convenzionale
1.000 Gboe
metano associato
al carbone
6.100 Gboe
gas idrati
156 Gboe
gas remoto
260 Gboe
Arabia Saudita
sabbie bituminose
convenzionali non convenzionali
g
a
s
p
e
t
r
o
l
i
o
scisti bituminosi
78 Gboe
olio pesante
Venezuela
fig. 6. Riserve e risorse
idrocarburiche,
convenzionali e non
convenzionali
(Eni, 2004; IEA, 2004;
WEC, 2004).
trasporto, rigassificazione) al fine di rendere il GNL
competitivo con le sue alternative. In caso di disponi-
bilit di riserve di gas prossime ai mercati con volumi
limitati di domanda potenziale, pu trovare applicazio-
ne una recente innovazione tecnologica che riguarda
il trasporto di gas naturale compresso (CNG, Com-
pressed Natural Gas). Si tratta di una serie di conteni-
tori in materiale composito al cui interno sono colloca-
ti tubi a serpentina di piccolo diametro realizzati in
acciaio ad alta resistenza che fanno da serbatoio (siste-
ma denominato coselle); i materiali impiegati aumen-
tano il rapporto in massa gas/container.
La soluzione CNG potrebbe rappresentare una vali-
da alternativa alla reiniezione del gas, particolarmente
nel caso di gas associato in ambiente offshore. Invece,
in caso di conveniente fattibilit di sistemi di genera-
zione elettrica a bocca di pozzo e di possibilit di sod-
disfare una richiesta locale, la soluzione ottimale sareb-
be il gas via cavo (gas-to-wire). Tale opzione potrebbe
essere estesa a maggiori distanze, adottando opportune
tecnologie di trasmissione di energia elettrica ad alta ten-
sione in corrente continua; questa soluzione pi pre-
cisamente definita come gas-by-wire ed allo studio
come alternativa alla liquefazione del gas. Gli sviluppi,
in termini di capacit e di riduzione di costi, sono lega-
ti in questo caso allevoluzione tecnologica dei sistemi
di conversione da corrente continua a corrente alterna-
ta, CA/CC e CC/CA.
Unaltra opzione tecnologica che coniuga le oppor-
tunit derivanti dalla elevata disponibilit di gas in aree
remote con la domanda crescente di combustibili liqui-
di per la mobilit rappresentata dalla conversione chi-
mica del gas naturale. La filiera da gas a liquido (GtL,
Gas-to-Liquid) permette infatti di monetizzare le riser-
ve, ridurre il gas flaring/venting, ottenere combustibili
di sintesi a elevata qualit ambientale (ossia privi di zolfo
e di aromatici) e gasoli diesel ad alto numero di cetano.
La tecnologia GtL pu costituire unopzione strategica
alternativa al trasporto via pipeline o alla liquefazione.
La capacit prevista dagli impianti GtL pari a 30.000-
40.000 bbl/d di prodotti e sono stati annunciati alcuni
progetti industriali che entro il 2010 dovrebbero immet-
tere sul mercato 150.000-200.000 bbl/d di prodotti; men-
tre entro il 2030 la produzione dovrebbe aggirarsi attor-
no ai 2,3 Mbbl/d.
Unulteriore valorizzazione del gas naturale pu deri-
vare dalla sua conversione in metanolo: tale vettore ener-
getico, sottoposto a reforming in impianti di grande capa-
cit, potrebbe essere utilizzato per produrre idrogeno o,
attraverso cracking catalitico, olefine o benzine per suc-
cessivi impieghi petrolchimici e/o energetici.
Scenario elettrico e tecnologie in evoluzione
Il rapporto IEA 2004 prevede che la domanda mondia-
le di elettricit raddoppier entro il 2030; nei prossimi
decenni, quindi, la crescita complessiva potrebbe esse-
re superiore al 3% annuo, come risulta dalla fig. 7. Le
previsioni sullespansione della domanda elettrica nei
paesi in via di sviluppo sono legate alla crescita demo-
grafica e alle prospettive di aumento del reddito pro
capite. Invece, per quanto riguarda le aree industrializ-
zate, stabili dal punto di vista demografico e avanzate
negli stili di vita, laumento della domanda elettrica sar
legato alla crescente preferenza accordata a tale vetto-
re energetico. Lenergia elettrica svolge un ruolo molto
importante per il progresso economico e civile, in quan-
to in grado di creare un circolo virtuoso tra crescita
economica, infrastrutture energetiche e sviluppo indu-
striale. A livello mondiale, i tassi di elettrificazione
aumenteranno nei prossimi anni, ma il numero totale di
persone prive di elettricit non diminuir sostanzial-
mente e la maggior parte di questa diminuzione avverr
solo dopo il 2015. Nel medio termine, tuttavia, le aree
in via di sviluppo potranno beneficiare di un migliore
accesso ai moderni servizi energetici, inclusa lelettri-
cit, la crescita della cui domanda rende necessari inve-
stimenti in infrastrutture, sistemi e tecnologie di gene-
razione e trasmissione, sia per il sistema elettrico in
senso stretto, sia per i sistemi di approvvigionamento
dei combustibili.
A seguito della liberalizzazione dei mercati si assi-
ste allemergere di nuovi modelli di business con con-
vergenza di prodotti e servizi. I mercati elettrici, infat-
ti, sono in fase di radicale trasformazione: in numero-
si paesi da una situazione di monopolio pubblico si
passati a una fase di deregolamentazione che tende a
cambiare la struttura dellofferta, i processi di forma-
zione dei prezzi, le dinamiche del mercato e le strate-
gie degli operatori. Lobiettivo di creare mercati con-
correnziali per lenergia elettrica non ancora stato
raggiunto ovunque; tuttavia si ritiene ragionevole che
10 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
DALLE FONTI PRIMARIE AL MERCATO
g
e
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a
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(
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W
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)
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
risorse rinnovabili
2002 2010 2020 2030
petrolio
idroelettrico
nucleare
gas naturale
carbone
fig. 7. Generazione elettrica mondiale per fonte primaria
(IEA, 2004).
questo impegno proseguir anche in futuro, con oppor-
tuni aggiustamenti, per tutelare i consumatori e svi-
luppare la concorrenza, nonch per attrarre investimenti
privati dallestero.
probabile che lindustria elettrica proseguir nella
direzione delle ristrutturazioni e delle riforme della rego-
lamentazione. Nei paesi OCSE tali riforme hanno dato
esiti positivi, ma molti aspetti devono essere ancora per-
fezionati. In Europa il processo di liberalizzazione si pre-
senta in maniera non omogenea: la piena apertura dal
lato della domanda era prevista per il 2007, ma la tran-
sizione verso un mercato unico e realmente competitivo
sembra destinata a durare pi a lungo. Gli aspetti critici
per lo sviluppo degli investimenti nel settore elettrico
europeo riguardano da un lato leffettiva applicazione
delle direttive sulla regolamentazione del mercato, dal-
laltro le previsioni sui prezzi di lungo termine delle-
nergia elettrica. Da questo punto di vista si prevede una
tendenza alla convergenza dei prezzi dellenergia elet-
trica e del gas naturale, che sembra essere sempre pi il
combustibile di elezione per i nuovi impianti di genera-
zione. I black out che sono seguiti alla prima fase di aper-
tura del mercato hanno messo in luce limportanza di
adeguati margini di riserva di capacit e di potenza, di
unavanzata flessibilit delle reti e di una regolamenta-
zione che incentivi gli investitori.
A livello mondiale, entro il 2030 si prevede che il
settore elettrico richieder uno sviluppo dellofferta in
termini di capacit pari a circa 4.800 GW, sia per sod-
disfare lincremento di domanda, sia per sostituire gli
impianti obsoleti. La penetrazione di nuove tecnologie
continuer a essere guidata dallazione del driver eco-
nomico e di quello ambientale: la coerenza con cui
saranno applicati i principi del libero mercato deter-
miner la presenza degli operatori, mentre le decisioni
riguardanti limpatto locale e quello globale della gene-
razione elettrica potranno favorire alcune fonti a sca-
pito di altre.
Si suppone che entro il 2030 quasi la met del con-
sumo mondiale di gas naturale sar destinata alla pro-
duzione di energia elettrica. Le tecnologie avanzate, come
i cicli combinati e cogenerativi, consentono di ottenere,
a qualunque scala, rendimenti molto superiori rispetto a
quelli degli impianti convenzionali a carbone e a olio
combustibile. Il ringiovanimento del parco di genera-
zione elettrica e quindi la possibilit di miglioramen-
ti di efficienza dipende dal tasso dinvestimento in
sostituzioni. Dal punto di vista normativo, in previsione
dellallargamento dellUE a 25 paesi membri, sono state
promulgate numerose direttive:
la 2003/54/CE, che stabilisce norme comuni relati-
ve alla produzione, al trasporto e alla distribuzione
dellenergia elettrica. Essa definisce le modalit per
lorganizzazione e il funzionamento del settore elet-
trico, laccesso al mercato, i criteri e le procedure
applicabili per quanto riguarda i bandi di gara e le
autorizzazioni, nonch lesercizio delle reti;
la 2003/55/CE, che definisce norme comuni relati-
ve allo stoccaggio, al trasporto, alla fornitura e alla
distribuzione di gas naturale;
la 2003/96/CE, sullarmonizzazione fiscale dei pro-
dotti energetici;
la 2003/1229/CE, sugli scambi transfrontalieri di
energia elettrica;
la 2003/87/CE, sul sistema di trading dei diritti di
emissione di gas serra.
Questi provvedimenti costituiscono la struttura di
base per la realizzazione di un mercato energetico euro-
peo integrato, che dovr basarsi anche sulla piena ope-
rativit della direttiva riguardante lemission trading di
biossido di carbonio e sulla implementazione della diret-
tiva riguardante le fonti rinnovabili (2001/77/CE). La
normativa europea direttiva 2001/80/CE sui gran-
di impianti di combustione (oltre 50 MW
t
) impone una
riduzione generale dei limiti di emissione e, se coe-
rentemente applicata, comporter la messa a riposo
degli impianti inefficienti e la loro chiusura definiti-
va in quanto non gestibili con pi stretti vincoli sulle
emissioni. Altre direttive comunitarie, quale quella sulla
prevenzione integrata dellinquinamento (IPPC, Inte-
grated Pollution Prevention and Control, 61/96/CE)
prevedono autorizzazioni periodiche degli impianti e
limiti alle emissioni legati allevoluzione tecnologica
(best available technology). In tal modo vengono sti-
molati ladeguamento degli impianti e il rinnovo del parco
di generazione.
Lentrata in vigore del Protocollo di Kyoto, nel feb-
braio 2005, ha sollecitato nel settore elettrico la pro-
mozione dellefficienza e della cogenerazione, gi pre-
vista a livello europeo per una quota pari al 18% entro
il 2012. Lenergia nucleare, il cui prodotto tipicamen-
te lelettricit, si trova ad affrontare, nelle aree pi avan-
zate del globo, severe opposizioni sul piano delle impli-
cazioni ambientali: la capacit globale prevista in lieve
aumento, ma la quota del nucleare impiegato nella gene-
razione elettrica tende a diminuire. Laumento della
potenza installata verr in parte bilanciato dalla dismis-
sione di reattori nucleari esistenti. La maggioranza (75%)
delle centrali in esercizio nellarea OCSE europea sar
dismessa entro il 2030, per lobsolescenza dei reattori
oppure per politiche di abbandono deliberate. assai
probabile, invece, che la produzione di energia nuclea-
re aumenti in numerosi paesi asiatici, in particolare in
Cina, Corea del Sud, Giappone e India. Alla fine del
2002, secondo lIAEA (International Atomic Energy
Agency), nel mondo erano operativi 441 reattori nuclea-
ri e allinizio del 2003 altri 33 erano in costruzione, di
cui 8 in India e 4 in Cina.
Il carbone, che per decenni stato il combustibi-
le di elezione per la produzione di elettricit a livello
11 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
TECNOLOGIE IN EVOLUZIONE E SCENARI POSSIBILI
mondiale e che ora vive un momento di stasi nel
lungo termine pu riprendere quota grazie alla diffusio-
ne di tecnologie pi avanzate, come la gassificazione inte-
grata a ciclo combinato (IGCC, Integrated Gasification
Combined Cycle) oppure come gli impianti supercritici
e di gassificazione. Nelle aree in via di sviluppo, dove
sono presenti cospicue riserve, gli impianti convenzio-
nali giocheranno un ruolo nel breve termine. Lo scena-
rio tecnologico evolutivo prevede quindi: a) la diffusio-
ne di impianti a cicli combinati e cogenerativi chiamati
turbine a gas a ciclo combinato (CCGT, Combined Cycle
Gas Turbine); b) levoluzione delle tecnologie tradizio-
nali (ciclo Rankine a vapore) limitatamente alla sezione
ad alta pressione (cicli di tipo supercritico) e ai sistemi
di combustione (per labbattimento delle emissioni);
c) lo sviluppo di tecnologie modulari destinate alla coge-
nerazione e alla generazione distribuita (microturbine e
celle a combustibile); d) lincremento delle fonti resi-
duali e rinnovabili (waste to energy, eolico, mini-idrau-
lico, biomasse).
I cicli supercritici e quelli basati su letti fluidi pres-
surizzati in quanto tecnologie della catena del carbo-
ne potranno essere impiegati nei paesi in via di svi-
luppo, nei quali questa sar la fonte principale nel medio-
lungo termine. Nuovi schemi di generazione, di tipo
distribuito, potranno soddisfare le esigenze di flessibi-
lit nel mercato e nel territorio, oltre a ovviare a even-
tuali limiti fisici dei sistemi di trasmissione.
ipotizzabile una crescente integrazione (fig. 8) pi
che una competizione tra lo schema centralizzato e quel-
lo distribuito, legata ai vantaggi conseguibili in termini
di efficienza energetica. Tra i fattori principali vi sono:
la produzione in loco sulla base delle effettive esigenze
dellutilizzatore finale; la possibilit di sfruttare la coge-
nerazione (CHP, Combined Heat and Power) per ottene-
re la produzione combinata di energia termica ed elet-
trica; lopportunit di evitare o di differire costi di inve-
stimento in sistemi di distribuzione con lannullamento
delle perdite di trasmissione.
Le diverse filiere tecnologiche della generazione
distribuita, incluse quelle rinnovabili, mostrano traietto-
rie indipendenti e competono con le tecnologie pi matu-
re (motori alternativi): le microturbine sono state speri-
mentate a livello applicativo e sembrano pi avanzate
dal punto di vista della fattibilit, mentre le celle a com-
bustibile ( fuel cells) sono in una fase pi arretrata, so-
prattutto nelle filiere pi adatte per le loro caratteristi-
che (alta temperatura) alla generazione elettrica, quali le
celle a combustibile a ossidi solidi (SOFC, Solid Oxide
Fuel Cell).
Per quanto riguarda le tecnologie di generazione elet-
trica basate sulle fonti rinnovabili (idroelettrico, geoter-
mico, fotovoltaico, eolico, biomasse) esistono obiettivi
precisi di diffusione in Europa (22% della generazione
elettrica entro il 2010), negli Stati Uniti e in Giappone,
oltre a una serie di realizzazioni previste nei paesi in via
di sviluppo. La quota relativa allidroelettrico prevista
in diminuzione, ma si suppone che quella delle altre fonti
rinnovabili triplicher, passando dal 2% nel 2002 al 6%
nel 2030; a questa data lenergia eolica sar la seconda
fonte di energia rinnovabile pi importante, dopo li-
droelettrica.
La promozione delle fonti e delle tecnologie rinno-
vabili, attuata a livello di singolo paese con strumenti
diversi, risponde allesigenza di ridurre limpatto ambien-
tale locale e globale della generazione elettrica. Poich,
nelle attuali condizioni di mercato, queste fonti di ener-
gia non sono in grado di competere con quelle conven-
zionali, sono stati ideati e applicati diversi sistemi incen-
tivanti per conseguire gli obiettivi previsti: dalla fissa-
zione di quote abbinata allemissione di certificati verdi,
al green pricing, a meccanismi tariffari particolari, che
stanno dando risultati positivi soprattutto in Germania,
Giappone e California.
Lenergia da biomasse ha assunto un ruolo crescen-
te non solo nelle aree in via di sviluppo, ma anche nei
paesi avanzati, dove si registrata una costante crescita
della capacit installata negli ultimi 10 anni. A livello
mondiale, la capacit di generazione si stima in 40 GW
(dati 2002). Le tecnologie sviluppate finora sono basa-
te: a) sulla semplice combustione, che presenta per ef-
ficienze dellordine del 20%; b) sul cofiring con com-
bustibili solidi in percentuali variabili tra il 5 e il 15%;
c) sulla pirolisi, che offre il vantaggio di coprodurre, ol-
tre allenergia, anche una variante del biodiesel con ele-
vata densit di energia; d) sulla gassificazione con pro-
duzione di gas di sintesi; e) sulla digestione anaerobica
con produzione di biogas. Il principale limite tecnico-
economico il fattore logistico per la natura dispersa
della fonte.
Le tecnologie di conversione potranno beneficiare in
futuro di progressi sul fronte dellefficienza e di una
migliore comprensione degli economics di tutta la filie-
ra. Le pi promettenti opzioni tecniche sono la combu-
stione avanzata, la gassificazione e la pirolisi, ma le pro-
spettive di sviluppo dipendono anche da aspetti relativi
alle politiche agricole e alla minimizzazione dellimpatto
ambientale di tutte le fasi operative.
Un discorso a parte merita lenergia fotovoltaica,
che registra una forte crescita di interesse a livello mon-
diale: in questo settore levoluzione dei processi indu-
striali verso lautomazione nella produzione di modu-
li e le economie di scala legate allo sviluppo del mer-
cato hanno determinato forti riduzioni dei costi. Ci
sono voluti 30 anni perch, nel 1999, si producesse il
primo gigawatt solare fotovoltaico, ma si ritiene che
questa capacit sia stata raddoppiata gi nel 2003. Nel-
lultimo decennio il prezzo dei moduli fotovoltaici
diminuito con un tasso pari al 20% per ogni raddoppio
della produzione. In futuro sono prevedibili ulteriori
12 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
DALLE FONTI PRIMARIE AL MERCATO
significative riduzioni: in particolare si cercher di rag-
giungere un costo di investimento pari a 3 dollari/W
p
nel 2010, e a 1,8 dollari/W
p
nel 2020. Se, come auspi-
cato, lefficienza media di conversione salir oltre il
14% e verranno introdotte nuove tecnologie di produ-
zione, il costo di generazione sar pari a circa 6 cente-
simi di dollaro/kW
h
entro il 2020 e a 5 centesimi di dol-
laro/kW
h
entro il 2030 (a prezzi costanti 1999). Latti-
vit innovativa nel settore fotovoltaico punta innanzi
tutto allottimizzazione della filiera del silicio, fondata
sugli scarti dellindustria elettronica. Un nuovo tipo di
silicio di grado solare (ossia con impurezze inferiori a
1/10.000), con opportune modifiche per ottenere rispar-
mi nella produzione, pu svincolare il manufatto foto-
voltaico dallindustria elettronica, ottenendo maggiore
efficienza e costi inferiori. Poich lelevato costo del
silicio e la sua prevedibile scarsit futura minano le pos-
sibilit di sviluppo dellindustria fotovoltaica, auspi-
cabile, comunque, una riduzione dei consumi specifici
di silicio. Questultimo un obiettivo conseguibile con
laumento delle rese e la riduzione degli scarti in fase
di produzione e taglio dei lingotti, con la realizzazione
di wafer pi sottili, con una maggiore offerta di silicio
di grado solare a minore purezza e a minor costo rispet-
to al silicio utilizzato nellindustria elettronica. Nel
medio termine, il silicio monocristallino e policristalli-
no rester il materiale pi importante nella produzione
di celle solari, dal momento che presenta molti vantag-
gi e beneficia di un elevato livello tecnologico derivan-
te dalla microelettronica. Nuove tecnologie a film sot-
tile con semiconduttori speciali (CuInSe, CdTe, CdS,
ecc.) stanno per essere immesse sul mercato, ma sussi-
stono molte perplessit (materiali tossici, scarsa omo-
geneit dei film su larga scala, ecc.). I film sottili di sili-
cio amorfo sono gi sul mercato, ma presentano scarsa
efficienza (6-7%) e bassa stabilit provocata dalla luce
solare; una crescente attenzione viene rivolta ai nuovi
film sottili di silicio microcristallino.
Un nodo critico nel sistema elettrico riguarda la dispo-
nibilit di tecnologie avanzate di trasmissione elettrica,
indispensabili per soddisfare la crescita della domanda
nei mercati aperti. La creazione di un mercato elettrico
su scala continentale, infatti, richiede tecnologie avan-
zate di trasmissione (linee aeree e interrate), nuovi sche-
mi di controllo delle reti e sistemi tecnologici avanzati
di telecomunicazione atti a supportare le attivit di com-
mercializzazione. La gestione delle reti deve favorire la
piena connessione dei sistemi dei diversi paesi tra loro
collegati, ottimizzare il traffico di rete e contenere i costi
di trasmissione e distribuzione, favorendo il passaggio
da un sistema di reti passive a sistemi di reti attive ope-
ranti su base territoriale. Una risposta tecnologica avan-
zata, ma ancora poco praticabile, risiede nella super-
conduttivit ad alta temperatura, con la ricerca continua
di nuovi materiali e con lo studio teorico per la com-
prensione dei fenomeni coinvolti. Gli impieghi ipotiz-
zati per i materiali superconduttori sono diversi: dalle
macchine per generazione elettrica ai cavi, ai sistemi di
accumulo. Il settore cavi in effetti il pi interessante,
in particolare per la trasmissione elettrica nelle aree urba-
ne, dove sono attualmente concentrati i nuovi progetti.
In questo caso, i superconduttori ad alta temperatura
13 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
TECNOLOGIE IN EVOLUZIONE E SCENARI POSSIBILI
impianto centralizzato
generazione centralizzata attuale futura generazione distribuita
alloggio
stabilimento
uffici
accumulatori
accumulatori
generazione e stoccaggio modulare gestione della qualit affidabilit rete locale
impianto
eolico
edifici intelligenti con auto
a celle a combustibile (50-100 kW)
che forniscono elettricit alla casa
e anche alla rete
sistemi
di gestione
della domanda
sistemi di
ricarica
per veicoli
elettrici
impianto solare
fotovoltaico
teleriscaldamento,
cogenerazione
accumulatori
fig. 8. Generazione centralizzata e distribuita.
sono costituiti da cavi realizzati con materiali a base di
ittrio, bismuto e tallio; tali sistemi necessitano di un
circuito refrigerante ad azoto liquido e di isolamento
termico per garantire il mantenimento della tempera-
tura di esercizio. Nello stoccaggio energetico, lac-
coppiamento tra le propriet magnetiche e supercon-
duttive di alcuni materiali (a base di niobio e titanio)
ha permesso la realizzazione di sistemi altamente effi-
cienti (90%) di accumulo diretto dellenergia elettri-
ca. Tali sistemi possono essere utilizzati al fine di assi-
curare agli utenti la qualit necessaria di energia elet-
trica ed evitare dannose e costose cadute di tensione. I
dispositivi del sistema SMES (Superconducting Mag-
netic Energy Storage) sono gi commerciali e i loro
costi si giustificano solo con applicazioni di particola-
re pregio e di dimensione limitata, ma non sembra siano
applicati su larga scala.
Scenario evolutivo della mobilit
Qualsiasi attivit economica richiede mobilit per
superare la distanza tra i luoghi in cui si trovano le mate-
rie prime e quelli in cui esse sono trasformate in pro-
dotti da collocare sui mercati. Il grado di interdipen-
denza tra le aree geografiche anche frutto della ten-
denza al decentramento della produzione, che ha favorito
la nascita di insediamenti produttivi distanti dalle case-
madri e dai siti in cui vengono reperite le materie prime.
Oltre il 50% della produzione mondiale di greggio tende
a soddisfare la domanda di mobilit e tale quota anco-
ra destinata ad aumentare: infatti, si pensa che pos-
sa raggiungere il 54% entro il 2010. Come risulta dalla
fig. 9, la IEA (International Energy Agency) prevede che
nel lungo periodo la domanda energetica per il settore
trasporti/mobilit (strada, acqua, aria) crescer del 2,1%
medio annuo a livello mondiale. Il quadro attuale e
futuro dei volumi di traffico conferma lassoluta pre-
valenza del trasporto su strada, che rimane preponde-
rante rispetto ad altre modalit, sia nel traffico delle
merci sia in quello dei passeggeri. La prevalenza del tra-
sporto stradale accentuata nelle aree metropolitane,
dove levoluzione dei sistemi sociali stimola una doman-
da di prodotti con consegna in tempi rapidi; ci richie-
de una mobilit flessibile che finora stata garantita
solo dal trasporto su gomma. Le merci pesanti e a basso
valore aggiunto, destinate a lunghi tragitti internazio-
nali, viaggiano per lo pi su mezzo navale o ferrovia-
rio. In Europa, negli ultimi 20 anni, il trasporto passeg-
geri aumentato del 55% circa; di rilievo laumento di
auto private, per corrispondere alla domanda di mobi-
lit in zone in cui si assistito a una disordinata espan-
sione urbana, in contrasto con la tendenza allaumento
dei prezzi dei trasporti pubblici ritenuti a scarsa effi-
cienza. Nello stesso periodo, anche il trasporto merci
aumentato del 55% circa, con una marcata crescita della
modalit su strada. La crescita economica, lapertura
dei mercati e la specializzazione dei siti di produzione
hanno rappresentato dei fattori determinanti. Lincidenza
della pressione ambientale sul settore trasporti eleva-
ta, vi quindi la necessit di identificare strategie e
misure tendenti a conciliare la crescita della domanda
di mobilit con gli obiettivi di riduzione delle emissio-
ni. Per questi motivi, le autorit nazionali e sovranazio-
nali, le compagnie petrolifere, le case automobilistiche
premono per rendere la mobilit per mezzo degli auto-
veicoli sempre pi ecocompatibile. Veicoli e carburan-
ti, infatti, possono essere progettati e impiegati in modo
tale da mitigare il possibile impatto sullambiente loca-
le e globale e sulla sicurezza. Il trend evolutivo della
normativa ambientale sui limiti alle emissioni degli auto-
veicoli e sulle specifiche dei carburanti influenza non
solo la tipologia dei veicoli (con tutto il ventaglio delle
opzioni tecnologiche che vanno dai nuovi propulsori,
alla vettura elettrica, allauto a pile a combustibile, ecc.),
ma anche gli assetti produttivi della raffinazione. In
Europa si conferma una crescente penetrazione della
motorizzazione diesel, favorita dai bassi consumi e dalle
elevate prestazioni dei motori di nuova generazione.
Nelle maggiori aree mondiali, le normative impongono
specifiche stringenti sul contenuto di zolfo, di aromati-
ci e di altre specie, che implicano ladozione di tecno-
logie adeguate per ottenere le qualit richieste. LEuro-
pa occidentale, gli Stati Uniti e il Giappone dispongo-
no di raffinerie ad alta capacit di desolforazione, mentre
i sistemi di raffinazione di altre aree segnano il passo.
Il mercato delle benzine oggi composto per il 65% da
qualit a basso contenuto di zolfo; per quanto riguarda
i gasoli, si pensa che dal 2007 la domanda mondiale sar
per il 60% composta da low sulphur diesel. Gran par-
te di questi volumi sar caratterizzata da tenori di zol-
fo prossimi allo zero sia per le benzine sia per i gasoli
14 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
DALLE FONTI PRIMARIE AL MERCATO
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mondo
paesi industrializzati
paesi emergenti
Unione Europea
2002 2010 2020 2030
fig. 9. Domanda di mobilit in termini energetici
(IEA, 2004).
(10 ppm al massimo). La penetrazione di combustibili
diversi da quelli petroliferi dipende in prospettiva dalla
normativa messa a punto per favorire luso di carburanti
gassosi meno inquinanti e/o di combustibili di origine
biologica. LEuropa il maggiore produttore mondiale
di biodiesel, con 40 impianti e oltre 1 milione di ton-
nellate prodotte e distribuite nel 2002, con una previ-
sione di crescita del 200% a breve termine. La diretti-
va 2003/30/CE prevede gi limpiego di biocombusti-
bili nel 2% dei carburanti per trasporti e linnalzamento
di tale percentuale al 5,75% entro il 2010. NellUE, la
direttiva 2003/17/EC ha definito le nuove specifiche per
i combustibili per autotrazione: dal 2005 il contenuto
massimo di zolfo 50 ppm, per passare a 10 ppm dal
2009. Negli Stati Uniti, le corrispondenti specifiche pre-
vedono benzine con tenore di zolfo pari a 30 ppm per
il 2005 (con 80 ppm come limite superiore e limiti meno
stringenti per particolari raffinerie), mentre per il die-
sel, entro il 2006, il massimo contenuto di zolfo fis-
sato a 15 ppm. Per risolvere il problema dello zolfo nei
gasoli diesel e diminuire le emissioni dai propulsori die-
sel, in alcuni mercati chiave (Stati Uniti, Francia, Ger-
mania e Italia) si punta anche alla formulazione di misce-
le acqua-gasolio, di biodiesel e di miscele acqua-bio-
diesel. La miscela acqua-gasolio, detta anche diesel
bianco, una emulsione di gasolio (85%) e acqua (circa
14%), arricchita con un additivo (circa 1%) in grado di
conferire al prodotto omogeneit, stabilit, caratteristi-
che lubrificanti e anticongelanti. La percentuale dac-
qua pu essere compresa tra 10 e 17. Limpiego di tale
miscela consente di ridurre le emissioni di particolato
e di ossidi di azoto dai motori diesel. Sul fronte dei com-
bustibili alternativi, limpiego del metano in autotra-
zione attende lestensione delle infrastrutture di vendi-
ta (a livello europeo, finora il CNG limitato allItalia,
anche se tutta lEuropa attraversata da importanti meta-
nodotti) e adeguate innovazioni (breakthrough) sul fron-
te dello stoccaggio a bordo dei veicoli. Lidrogeno per
auto rappresenta in prospettiva un carburante di nicchia,
vincolato alla diffusione di veicoli a emissioni zero che
impiegano pile a combustibile o motori a combustione
interna. Le tecnologie innovative per la mobilit inclu-
dono anche i motori elettrici alimentati con energia elet-
trica resa disponibile mediante filiere diverse: batterie,
sistemi ibridi o pile a combustibile. Gli svantaggi che
finora hanno limitato lo sviluppo commerciale dei vei-
coli elettrici sono: il costo elevato degli accumulatori, i
lunghi tempi di ricarica (nellordine delle ore rispetto
ai pochi minuti necessari per un pieno di carburante
liquido o gassoso), la limitata capacit di accumulo e la
ridotta autonomia.
I veicoli ibridi, che utilizzano un motore elettrico
accoppiato a uno termico secondo diverse configurazio-
ni, garantiscono unautonomia energetica soddisfacente
e livelli di emissione contenuti. Nonostante le numerose
realizzazioni di prototipi perfettamente funzionanti di
veicoli a celle a combustibile (HFCV, Hydrogen Fuel
Cell Vehicle), la diffusione sul mercato proiettata avan-
ti nel tempo per le difficolt a creare sistemi idonei di
distribuzione su larga scala e per linadeguatezza degli
attuali sistemi di stoccaggio dellidrogeno a bordo (bom-
bole per idrogeno gassoso, sistemi criogenici per idro-
geno liquido, idruri oppure altri sistemi innovativi) con
pesanti limitazioni allautonomia dei veicoli. Si ipo-
tizzano soluzioni atte a privilegiare lattuale infrastrut-
tura, con la distribuzione di un combustibile di natura
simile allattuale, cio benzina senza richiesta ottanica
o naphtha, da sottoporre a reforming a bordo dei veico-
li. Ma tale processo presenta svantaggi sul versante del
tempo di avviamento, della durata del propulsore e dei
costi relativi. Dato il prevedibile impatto sulla sua raf-
finazione e sulla sua distribuzione, la definizione del
carburante ottimale per queste categorie di veicoli richie-
der soluzioni e decisioni a livello politico pi che tec-
nico. La penetrazione estesa di nuovi sistemi di propul-
sione basati su celle a combustibile non prevista prima
del 2020, in relazione allaffermarsi di infrastrutture di
trasporto e stoccaggio per il vettore idrogeno. Molte aspet-
tative sono rivolte allassorbimento dellidrogeno o del
metano su materiali e sistemi di stoccaggio innovativi,
destinati a tecnologie per una mobilit a minimo impat-
to ambientale. Tali sistemi, rispetto ai dispositivi con-
venzionali di pari ingombro, offrirebbero maggiori capa-
cit, minori problemi di sicurezza rispetto allidrogeno
in forma liquida o al gas naturale compresso, pi possi-
bilit di modellare il serbatoio in modo da ottimizzare
gli spazi, nonch di effettuare il rifornimento a bassa
pressione e temperatura.
Per completare il quadro delle tecnologie per il set-
tore autotrazione vengono riportate nella fig. 10 le linee
di evoluzione dei propulsori. Per quanto riguarda le
corrispondenti quote relative ai carburanti: lidrogeno,
anche nel lungo termine, avr una quota inferiore al
3%, corrispondente a uno sviluppo limitato delle celle
a combustibile in questo settore; i combustibili gasso-
si manterranno una quota inferiore al 5%, mentre i bio-
carburanti potranno raggiungere il 10%. Questo signi-
fica che tutto il restante fabbisogno, maggiore dell80%,
anche nei prossimi 20 anni potrebbe essere verosimil-
mente appannaggio dei carburanti di origine petroli-
fera, sia pure migliorati sotto il profilo della qualit
(Kohler, 2003).
1.1.7 Scenario evolutivo
della problematica
ambiente e sostenibilit
Lentrata in vigore del Protocollo di Kyoto, grazie alla
ratifica da parte della Russia, impone ai paesi che lo
15 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
TECNOLOGIE IN EVOLUZIONE E SCENARI POSSIBILI
hanno approvato e appartengono allAnnexe I di questo
trattato internazionale (sottoscritto nel dicembre 1997
appunto a Kyoto) di attuare le necessarie politiche di
mitigazione e riduzione delle emissioni, per consegui-
re entro il 2012 lobiettivo di diminuire le stesse nella
misura di almeno il 5% rispetto al livello del 1990. Nel
maggio 2002, lUE ha ratificato tale Protocollo, impe-
gnandosi a ridurre dell8% le proprie emissioni di gas
a effetto serra. Ladesione dellUE, inoltre, ha signifi-
cato ladozione di una direttiva (la 2003/87/CE) che isti-
tuisce un mercato europeo delle emissioni di gas a effet-
to serra (GHG, GreenHouse Gas). Tale direttiva preve-
de due periodi di adempimento: il primo dal 2005 al
2007, il secondo dal 2008 al 2012. Secondo i pi recen-
ti scenari elaborati dalla IEA, riportati nella fig. 11, nel
2000 le emissioni globali di CO
2
da combustione di fonti
fossili hanno raggiunto il livello di 23.400 Mt, con un
aumento complessivo del 13% rispetto allanno base
1990. Lintensit di utilizzazione del carbonio rispetto
al PIL a livello mondiale ha mostrato, nel tempo, una
tendenza discendente: infatti passata da 0,98 kg
CO
2
/dollari nel 1971 a 0,69 kg CO
2
/dollari nel 2000;
per i paesi avanzati dellOCSE tale intensit passata
da 0,78 kg CO
2
/dollari nel 1971 a 0,45 kg CO
2
/dolla-
ri nel 2000. Lo scenario futuro non tuttavia altrettan-
to confortante: con le attuali politiche governative le
emissioni di CO
2
legate alle attivit energetiche cre-
sceranno un po pi rapidamente del consumo energe-
tico. Se non intervengono misure correttive, si preve-
de che intorno al 2030 le emissioni di CO
2
supereran-
no di oltre il 60% il loro livello attuale e la carbon
intensity dellenergia, ridottasi negli ultimi 30 anni,
rimarr praticamente invariata. Oltre 2/3 dellaumen-
to previsto delle emissioni avverranno nei paesi in via
di sviluppo, che resteranno grandi utilizzatori di car-
bone. I settori che a livello mondiale e anche a livello
dei paesi dellOCSE incidono di pi sulle emissioni
globali di CO
2
sono la generazione di energia elettrica
e di calore da impianti a carbone e lutilizzazione dei
prodotti petroliferi nei trasporti. Tutto il settore ener-
getico fortemente implicato nelle problematiche rela-
tive alle emissioni di CO
2
e quindi nelle iniziative volte
a mitigarne lentit al fine di prevenire i fenomeni di
cambiamento climatico. Le opzioni di mitigazione fino-
ra disponibili vengono perseguite in funzione degli
assetti dei relativi mercati energetici, in termini di con-
sumi e di impianti di generazione elettrica, e degli obiet-
tivi di lungo termine di politica energetica. Tuttavia, le
iniziative non potranno essere basate solo sul conteni-
mento dei consumi, in quanto non favorirebbero il ricam-
bio tecnologico e limpiego di combustibili a minore
carbon intensity. Appare invece pi realistico asse-
condare la domanda, promuovendo linnovazione verso
lo sviluppo di nuovi sistemi basati su combustibili a
16 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
DALLE FONTI PRIMARIE AL MERCATO
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)
benzina
MPI
CAI
VD
DI
HCCI
DI
IDI
diesel
ibridi
celle a
combustibile
fig. 10. Trend delle
tecnologie di
propulsione. MPI, motori
convenzionali a benzina;
CAI, auto-accensione
controllata; VD, valvole
a fasatura variabile;
DI, iniezione diretta;
HCCI, accensione
per compressione
di carica omogenea;
IDI, motori diesel
convenzionali
(Kohler, 2003).
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C
O
2

(
G
t
/
a
)
paesi non OCSE
paesi OCSE
fig. 11. Scenario mondiale delle emissioni
di CO
2
(IEA, 2002).
minore contenuto di carbonio, eventualmente affian-
cati da sistemi di sequestrazione di CO
2
e da fonti rin-
novabili. Lo scenario tecnologico riportato nella fig. 12,
riguardante i sistemi finalizzati alla riduzione delle emis-
sioni di gas serra, non pu prescindere dalla dimensio-
ne della riduzione auspicata e dalla curva di costo delle
diverse tecnologie finora note: le prime azioni a minor
costo consistono nel migliorare lefficienza duso del-
lenergia per evitare dispersioni e sprechi e anche lef-
ficienza dal lato dellofferta dellenergia. Iniziative quali
la sostituzione di altri combustibili con il gas naturale,
lincremento del rendimento degli impianti energetici,
la riforestazione e la cattura di CO
2
, anche mediante
progetti di recupero assistito dellolio, nonch alcune
tecnologie rinnovabili, costituiscono le opzioni pi con-
venienti a breve termine. Il quadro della competizione
tecnologica per soddisfare le esigenze della mitigazio-
ne, tuttavia, non statico, in quanto sia linnovazione
tecnologica, sia nuove misure di politica energetica tese
a promuovere per motivi ambientali e produttivi alcune
fonti, potrebbero modificare sostanzialmente il posi-
zionamento relativo delle diverse opzioni. Gli impieghi
industriali di CO
2
sono attualmente inferiori di due ordi-
ni di grandezza alle emissioni delle attivit energetiche
e riguardano usi upstream per oil recovery (recupero
dellolio), industria alimentare e chimica. Negli Stati
Uniti circa 28 Mt/a di CO
2
vengono sequestrate con
progetti di oil recovery e si stimato che la capacit di
immagazzinamento globale, relativa a giacimenti di idro-
carburi esauriti, rappresenti lequivalente di 125 anni di
emissioni mondiali da impianti alimentati a fonti fossi-
li. Un notevole impulso di domanda previsto per i pro-
getti di EOR e IOR (Improved Oil Recovery), sistemi
che di fatto rappresentano una modalit di immagazzi-
namento di CO
2
in grado di offrire un potenziale ritor-
no economico in termini di incremento di produttivit
degli idrocarburi. Alcune tecnologie sono disponibili,
ma risultano onerose per unapplicazione su larga scala
dei processi di cattura e immagazzinamento di tipo end
of pipe, in particolare quelle di separazione e di com-
pressione/liquefazione. La reiniezione dei gas acidi (H
2
S
e CO
2
) estratti con gli idrocarburi pu inoltre migliora-
re la situazione nelle aree pi direttamente interessate
(come il Canada e la zona del Mar Caspio). Nel lungo
termine, lo sviluppo di efficienti e convenienti proces-
si di cattura e confinamento di CO
2
consentir di con-
tinuare a soddisfare la crescente domanda mondiale di
energia con le fonti fossili e di ampliare il margine di
tempo disponibile per adattare lattuale sistema ener-
getico alle esigenze di salvaguardia del clima.
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17 VOLUME III / NUOVI SVILUPPI: ENERGIA, TRASPORTI, SOSTENIBILIT
TECNOLOGIE IN EVOLUZIONE E SCENARI POSSIBILI
alto
medio
aumento
efficienza
energetica
passaggio
a fonti
a minore
contenuto
di carbonio
decarbonizzazione
fonti fossili
mitigazione emissioni
nucleare
e risorse
rinnovabili
separazione
e cattura
di CO
2
smaltimento
e/o impiego
di CO
2
basso
2000 2020
integrazione
fonti
fossili e
rinnovabili
maggiore
ricorso
a fonti
rinnovabili
membrane
sistemi
criogenici
assorbimento
chimico
o fisico
adsorbimento
fisico
intombamento
in oceano,
acquiferi,
giacimenti
esauriti
biofissazione
uso chimico/
industriale
tecnologie
gas di
sintesi:
- reforming
con vapore
- ossidazione
parziale
- altro
fig. 12. Scenario
di riduzione delle
emissioni di CO
2
.
IEA (International Energy Agency) (2003) Power generation
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Dante Casati
Raffaella Turatto
EniTecnologie
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18 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
DALLE FONTI PRIMARIE AL MERCATO

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