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Di A. Demontis
Quasi tutti i miti e le culture del pianeta venerano o tramandano un popolo primevo che avrebbe
coabitato con l’ uomo ‘primitivo’, un popolo di origine divina con una particolarità: era un popolo di Giganti.
Se a tutt’ oggi il ‘gigantismo’ è un fenomeno scientifico riconosciuto come patologia dovuta alla
disfunzione di alcune ghiandole, non bisogna confondere questo fenomeno né usarlo come ‘giustificazione’
delle leggende rigardanti i giganti. Nelle leggende si parla di ‘popolo di giganti’ non di casi isolati, sarebbe
quindi come asserire che nell’ antichità intere popolazioni o una moltitudine di persone soffrivano
contemporaneamente della stessa patologia, cosa che evidentemente rimane inaccettabile anche alla luce
del fatto che questi popoli erano descritti come ‘sovrumani’ e non come esseri malati. Molte di queste
leggende dichiarano che questi esseri erano immortali o estremamente longevi, i ‘giganti malati’ invece
raramente superavano i 40 anni di età. Tutti i casi famosi di gigantismo attuale, Robert Waldow (2,73 metri),
Jane Bunford (2,39 metri), Zeng Jinlian (2,48 metri), Suleiman Ali Nashnush (2,49 metri) e Don Koehler (2,39
metri) sono morti per complicazioni dovute alla loro altezza, chi a causa della eccessiva bassa pressione del
sangue (il sangue non veniva pompato abbastanza sufficientemente nel corpo per garantire una corretta
ossigenazione del cervello), chi per multiple deformazioni agli arti e alla spina dorsale. Il più longevo è stato
Koehler che ha vissuto ben 55 anni. La Jinlian fu la meno longeva, morta a soli 18 anni nel 1982.
Esaminiamo le tracce di giganti nelle varie culture, per cercare di farci una idea di chi fossero questi
esseri.
E ancora:
2. I giganti americani
Il manoscritto messicano chiamato di Pedro de los Rios, gintoci grazie ai conquistadores spagnoli,
parla di una razza chiamata Tzocuillixeco composta di esseri giganteschi che abitavano le foreste
messicane. Secondo questo manoscritto questa razza abitava la regione di Anahuac nel periodo successivo
al diluvio, che avvenne 4008 anni dopo la creazione, esattamente alla fine del primo sole e all’ inizio del
secondo.
Ciò ci riporta alla mente la frase del libro della sapienza:
La speranza rifugiatasi in una barca è un riferimento a Noè, e la barca è l’ Arca. In questo passaggio
abbiamo il concetto di giganti che morivano durante il diluvio.
Herman Cortes in uno dei suoi diari racconta di quando gli furono mostrate ossa di esseri altissimi…
egli stesso racconta di aver spedito al re di Spagna un femore umano alto quasi quanto una persona di
normale statura.
Magellano riferisce di una leggenda degli abitanti della zona del lago Titicaca, secondo i quali una
razza di esseri altissimi abbandonò le città costruite per rifugiarsi all’ interno della zona della Patagonia.
Magellano stesso dichiarò di aver incontrato discendenti di questi esseri. Le parole che Magellano usò per
descrivere questi uomini furono: ‘incontrammo uomini tanto alti che le nostre teste arrivavano alla loro
cintura… la loro voce era come il verso di un toro…’.
Pedro Lopez riferisce di aver visto le assi delle barche con le quali giunsero questi esseri giganteschi
che costruirono complessi megalitici. Erano assi enormi di legno di cedro (tipico amlbero associato al
medioriente e in particolare al Libano).
Padre Velasco afferma in una relazione che anche Pizarro poté ammirare le statue scolpite dai giganti
"sterminati da un uomo giovane e splendente come il sole che lanciò contro di loro fiamme di fuoco".
Nello stesso periodo in cui avveniva la prima occupazione spagnola in centroamerica, nel letto del
fiume Columbia sono stati rinvenuti resti di origine caucasica, ritrovamento che conferma la presenza di
uomini dalla pelle bianca in America a quel tempo.
I pellerossa che abitavano la California nel XVIII secolo raccontavano una leggenda che vive ancora
oggi. Essi ricordano tempi dei loro avi in cui un gruppo di esseri giganti si spostava ‘verso sud’.
Descrivevano questi esseri come ‘altissimi e dai capelli rossi’.
Val la pena ricordare che la leggenda di Viracocha e di Quetzalcoatl descrive questi due personaggi
come esseri di altissima statura, dalla pelle bianca e dalla folta capigliatura.
Di Viracocha in particolare sappiamo anche che indossava una lunga tunica e aveva capelli biondo-
rossici. Inoltre, se l’ interpretazione di Sitchin secondo cui Viracocha non sarebbe altro che Ish.Kur, il dio
delle tempeste sumero, si spiega anche il particolare delle fiamme lanciate contro gli indigeni. Ish.kur infatti
in molti sigilli viene rappresentato con in mano un tridente che porta il fulmine.