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Maurizio Vincenzini Storia della moneta Premessa La moneta presso i popoli primitivi La

moneta nel Medioevo La moneta alla caduta dell'lmpero romano d'occidente Il periodo
barbarico I Comuni e le repubbliche marinare Il bimetallismo La spinta all'oro del xv e XVI
secolo Le nuove scoperte di oro: chiarimenti L'organizzazione portoghese e spagnola per il
traffico dell'oro Colombo e l'oro L'egemonia dei finanzieri internazionali Le mutazioni
monetarie Indebolimenti e rafforzamenti La moneta nell'et capitalistica L'ascesa dell'Olanda e
la nascita della Banca di Amsterdam La Banca d'lnghilterra Tentativi di stabilizzazione
monetaria Il ruolo della circolazione cartacea nel 1700 L situazione monetaria nella Rivoluzione
francese Riflessioni sul corso forzoso inglese Cicli monetari del XX secolo legati alle nuove
scoperte di giacimenti auriferi L'Unione monetaria latina Storia monetaria dal dopoguerra a
oggi Il gold exchange standard Lo SME Alcuni aspetti storico-giuridici dei segni monetari Le
origini del biglietto di banca La cambiale e l'assegno Le rnonete delle principali nazioni Cenni di
storia del diritto monetario Appendice Principali valutc in circoklzione Altre valute in
circolazione Elenco delle monete d'oro Principali monete coniate dal vll secolo a.C. al 1396
Glossario dei termini relativi alla rnoneta Cronologia Premessa Uno degli strumenti che
quotidianamente utilizziamo o a cui e per cui quotidianamente pensiamo o lavoriamo
certamente la moneta, nella sua funzione di intermediaria degli scambi. Ed proprio a questa
generica finalit della moneta che gi in passato numerosi economisti hanno dedicato i loro
studi al fine di analizzarne l'evoluzione storica. - Ci che qui, con il presente scritto, si vuol
fornire - sia pure in modo sintetico - appunto la storia delle sue origini e delle sue linee di
sviluppo. La rilevanza della moneta nei sistemi economici essenzialmente dovuta al fatto che
essa costituisce lo strumento e la misura degli scambi: non possiamo trascurare che la vita
economica essenzialmente fondata su tali rapporti. Inoltre, i fenomeni monetari, nel
dominare la vita economica, sono allo stesso tempo causa ed effetto del suo andamento.

La tipica funzione di intermediazione svolta dalla moneta afferisce principalmente al contratto
di compravendita dove si distingue, solitamente, tra baratto e compravendita vera e propria.
Per baratto si intende genericamente lo scambio di un bene con un altro, atto, a giudizio dei
contraenti, a fungere da equivalente del primo in un dato momento, mentre, per
compravendita si intende sempre lo scambio di un bene con un altro bene avente quest'ultimo
peculiarit ben distinte e determioate, nonch scarsa variabilit nel tempo e nello spazio;
propriet essenziali per la definizione della moneta. L'elemento fondamentale di
caratterizzazione economica della moneta il fatto che essa accettata in pagamento da tutti
prescindendo dall'esistenza di uno Stato e quindi dalI'esistenza di imposizioni di carattere
giuridico. Pertanto, per lo svolgimento della funzione monetaria, si 10 STORIA DELLA MONETA
preferisce utilizzare per gli scambi una merce che risulta essere la pi vendibile, e il fatto che
questa merce (la moneta) sia stata prescelta da unnumero rilevante - se non dalla totalit
della gente - la rende pi vendibile. Inoltre, tale carattere viene ad ampliarsi con l'evolversi dei
sistemi capitalistici, nel senso che tanto pi i sistemi economici tendono ad avere un carattere
capitalistico, tanto pi necessario l'impiego dello strumento moneta. Ci principalmente
perch nel passare da una economia naturale - con lo scambio fondato sul baratto - a una
economia capitalistica - con lo scambio fondato sull'utilizzo della moneta -, si assiste a un
processo di spersonalizzazione dei rapporti economici che tendono a riguardare sempre pi
scambi di beni per produzioni differenti. Ed pertanto la moneta, una volta introdotta nel
sistema degli scambi, ad agevolarli permettendo quelli che altrimenti sarebbero di difficile
attuazione e facilitandone altri che awerrebbero imperfettamente. Infatti, se non vi fosse la
presenza di un bene con le suddette caratteristiche tipiche della moneta, ognuno, al fine di
effettuare i propri acquisti, dovrebbe continuamente ricercare altre persone - nel caso in
esame i venditori - disposte ad accettare i loro beni in cambio di ci che gli occorre. Come
facilmente intuibile, un siffatto modo di effettuare gli scambi creerebbe non poche difficolt a
trovare il punto di incontro delle necessit dei due contraenti. A soluzione del complesso
problema che abbiamo descritto, potrebbe inserirsi il cosiddetto baratto indiretto, vale a dire
quella sorta di scambi attuata mediante l'utilizzo di intermediari: ma anche in tale ipotesi i
problemi non sarebbero totalmente eliminati in quanto anche considerando una civilt poco
differenziata, i gusti risulterebbero facilmente differenti da individuo a individuo, nei diversi
periodi e nei diversi luoghi. Inoltre i beni oggetto di scambio presenterebbero una notevole
limitazione data dalla pressoch generale indivisibilit degli stessi - si pensi ad esempio a uno
scambio tra una pecora e un mobile. La moneta, grazie alle sue propriet specifiche, riesce a
risolvere i limiti gi ricordati avendo, inoltre, la fondamentale caratteristica economica di
essere accettata da tutti, nonch, quella di avere un elevato grado di divisibilit. PREMESSA 1 1

Possiamo, quindi, riassumere nella moneta una duplice e fondamentale funzione: -
contropartita della prestazione e mezzo di pagamento - misura della prestazione o dei valori.
Prima di procedere oltre, opportuno sottolineare una distinzione. Abbiamo accennato
poc'anzi alla differenza tra baratto e vendita con corrispettivo in moneta e abbiamo definito il
baratto come una cessione di beni in contropartita di altri beni; non sempre per possiamo
restringere il significato di questo concetto dato che nell'antichit vi erano beni che fungevano
egregiamente da moneta. Ci porta inevitabilmente alla distinzione della moneta in metallica e
non metallica. Possiamo, infatti, immaginare l'esistenza concreta di una merce che al tempo
stesso funga da misura dei valori di scambio e mezzo di pagamento avendo tutte le
caratteristiche proprie della rnoneta accennate in precedenza. Ci per, a condizione che
abbia la possibilit di avere una standardizzazione. Questa moneta che abbiamo immaginato
effettivamente esistita in tempi remoti. Infatti, fino al periodo delle invasioni, i germani non
battevano moneta: ci non implicava necessariamente che essi si limitassero a semplici e
ristrette forrne di baratto. Sembra addirittura che essi abbiano, nei loro scambi, impiegato
differenti tipi di moneta non metallica in particolare nella fissazione delle composizioni e del
prezzo. Tra le varie monete non metalliche, pi curioso il caso dell'utilizzo del pepe. Nel
periodo che va dalla fine del x secolo fino a tutto il XIV secolo, in Europa, il pepe svolse appieno
le funzioni di moneta; addirittura venivano concessi crediti e prestiti in pepe. Fatto significativo
che testimonia la piena funzionalit di questo tipo di moneta la consegna di nove carichi di
pepe al vescovo di Tolone da parte del conte di Provenza e del vescovo di Marsiglia al fine di
prowedere alla difesa del comitato di Provenza e del vescovato e delle chiese di Marsiglia.
Anche nell'ipotesi dell'impiego della moneta metallica, spesso awengono pagamenti in
natura, ma i casi in cui essi si svolgano senza menzione del loro valore in moneta sono
relativamente rari. Infatti, la moneta compare anche se soltanto nella sua caratteristica di
misura dei valori. A riprova di ci si rinvengono lontani atti, quale ad esempio un atto italiano
del 760, che tratta di una terra venduta per un soldo. Il testo riporta che il venditore riceve a
soddisfazione del suo avere un pezzo di lardo per mezzo soldo e sei moggia di miglio per
l'altro mezzo soldo. Inoltre, nelle Formule di Tours, relative ad atti di compravendita,
troviamo una formula per la vendita dei terreni ove il venditore ha ricevuto per la terra ceduta
un compenso pari al valore di un certo ammontare di soldi. Dai rinvenimenti di questi atti,
notiamo che gran parte dei pagamenti veniva onorato mediante la moneta - anche se non ci
troviamo di fronte a una pura economia monetaria -, infatti, nell'atto viene stipulato un prezzo
in moneta, anche se il suo saldo viene effettuato con altri beni valorizzati in moneta. Prima di
continuare con ulteriori esempi storici, bene pre-

mettere qualche nota di carattere generale sugli sfaccettati e molteplici elementi dell'analisi
economica della moneta. Infatti, la moderna scienza economica parte, nella sua analisi,
esplicitamente e implicitamente non dal concetto di prezzo, in cui insita la moneta, bens, dal
concetto di utilit. L'analisi si fonda sul principio dell'utilit marginale decrescente, concetto
questo che esprime l'utilit rinveniente, per il detentore di una massa di un determinato bene,
nell'immissione di una ulter~iore quantit dello stesso bene nella massa gi in possesso. E
pleonastico precisare che maggiore sar l'ammontare di quel bene posseduto, minore, se non
nulla, sar l'utilit che se ne trae dall'unit aggiuntiva. Nel caso particolare della moneta,
I'utilit definita strumentale in quanto essa non funge direttamente al soddisfacimento dei
propri bisogni; ci perch il soddisfacimento dei bisogni, personali, familiari o sociali awiene
indirettamente mediante l'utilizzo della moneta al fine di procurarsi i beni di cui si necessita.
Pertanto, anche se l'utilit della moneta decresce, analogamente agli altri beni e a seconda
della quantit di essa o di altri beni posseduti, decrescer in misura minore e mai sar pari a
zero, essendo tramutabile facilmente in altri beni posseduti in misura minore o per niente e
quindi con utilit rilevante. Ci che si diceva poc'anzi in merito all'utilit indiretta della moneta
falso nelle sole ipotesi del caso del collezionista e dell'avaro, o di situazioni similari, in cui
l'utilit della moneta di ordine diretto, scaturente, in particolar modo per l'avaro, da
motivazioni di tipo psicologico. Possiamo per, in un'analisi appena pi approfondita,
affermare che la moneta ha per ognuno una utilit diretta latente o potenziale. Infatti, la
materia di cui si compone la moneta (ad es. oro) pu essere utilizzata per altri fini, previa
trasformazione tecnica. Nel senso che pu avere un uso, definito dagli economisti industriale o
anche non monetario, diverso dall'uso tipicamente di mezzo di scambio o di valore dei beni. Ad
esempio una moneta composta da metalli preziosi pu avere una funzione ornamentale o di
distinzione socio-economica. Certamente l'utilizzo della moneta nella sua funzione monetaria
di gran lunga maggiore del suo uso industriale o non monetario e certamente la qualificazione
in un caso o nell'altro un processo reversibile in funzione della convenienza del momento. Ed
proprio in virt di questa utilit diretta potenziale o latente che si forma per la moneta un
proprio valore di scambio e che il suo valore che tende di norma a fissarsi a un certo livello, le
conferisce la possibilit-capacit di essere strumento di accumulazione, nel breve e nel lungo
periodo, in attesa di essere trasformata da strumento di utilit diretta in quello di utilit
indiretta. L'enucleazione teorica fondamentale dei classici considera la moneta nelle sue
funzioni e caratteristiche di merce, ed per questo che la moneta, intesa come merce, ha un
valore dipendente dalla materia che la compone. Alla moneta sono cos applicabili tutti i
princpi di base che valgono per le altre merci. Ai fini di una pi completa indagine, utile
ricordare che i teorici classici svilupparono un altro differente aspetto considerando il valore
della moneta in funzione dei suoi fini pratici e quindi prescindendo dalla materia di cui si
componeva. Fu proprio grazie a questa visione che, senza temere possibili

squilibri, stata possibile ipotizzare una moneta di tipo cartaSTORIA DELLA MONETA ceo, che
evitasse alternanze di processi di monetazione e smonetazione. Inoltre, finch l'emissione
adeguata, in quantit, alle necessit degli scambi non sar neanche temibile un processo
svalutativo del valore della moneta (Ricardo). Tornando alla diversa oggettistica utilizzata per
la funzione monetaria possiamo dire che inizialmente gli oggetti furono utilizzati pi come
misura dei valori che come elementi della controprestazione. Si part da materie delle pi
svariate forme e nature (pelli, animali, conchiglie ecc.) per passare successivamente ai metalli.
Questo passaggio awenne, come abbiamo avuto modo di accennare, in virt del fatto che i
metalli avevano, e in misura rilevante, il pregio tecnico-economico delle caratteristiche
fondamentali, per i fini dell'utilizzo, della inalterabilit, dell'omogeneit, della divisibilit e della
durevolezza, oltre che della facile trasportabilit (si pensi ad esempio alla differenza, in uno
scambio commerciale, tra la contropartita della cessione mediante carni o mediante oro). I
primi metalli utilizzati per la coniazione della moneta furono il bronzo e l'oro e,
immediatamente dopo, l'argento (che insieme all'oro fu il metallo presente in maggior
quantit). Ci permise, data l'elevata quantit di oro e argento, un ampio mercato e prezzi
pressoch stabili rispetto ad altri metalli. E utile precisare che in tempi passati si era dubitato
sui quantitativi dei suddetti metalli e pertanto alcuni studiosi delle problematiche relative alla
moneta ritenevano possibile il sorgere di squilibri nei mercati, dovuti appunto alla riduzione
dell'oro e dell'argento. Paura che in tempi relativamente recenti andata via via affievolendosi
grazie agli sviluppi degli strumenti creditizi. In epoche ancor pi recenti, sono stati usati, per la
funzione monetaria, il rame e il ferro che sono tuttora adoperati per la coniazione degli
spiccioli. La coniazione venne istituita, oltre che per motivi di prestigio politico, per garantire il
valore intrinseco della moneta perfezionando cos sempre pi lo strumento. Inoltre, al fine di
darle uniformit, l'ente coniante (la zecca) deve avere necessariamente il monopolio (anche se
ognuno dovrebbe avere il diritto di coniare moneta, purch abbia valore intrinseco, (dato
appunto dal tipo di metallo utilizzato, adeguato). In sostanza, e in linea teorica, la zecca
dovrebbe consentire di effettuare coniazione dei metalli portati dai privati dietro
corriPREMESSA I 5

spettivo degli oneri attinenti alla coniazione stessa. E infine da aggiungere che alla coniazione
si deve necessariamente correlare il concetto di corso legale inteso nel senso che la moneta
creata dalla coniazione della zecca deve essere da tutti accettata quale mezzo di pagamento e
che quindi non ipotizzabile un suo rifiuto al pari di come potrebbe accadere per l'assegno o la
cambiale. L'insieme delle monete o, meglio, la massa monetaria non omogenea sia per
caratteristiche che per velocit di circolazione. La disomogeneit per presente sia nei paesi
a sistema monetario evoluto che in quelli con sistema monetario arretrato, e ci scaturisce
dalle diverse abitudini e dai diversi bisogni, non solo nello spazio geografico ma anche
nell'aspetto temporale. Pertanto, la moneta ha rivestito differenti ruoli e

posizioni nelle diverse collocazioni geografiche e nei diversi periodi storici. In tema di
distinzione della moneta, vi ritroviamo la moneta per i grandi pagamenti e la moneta per i
piccoli pagamenti: quest'ultima di norma composta di metallo pi vile (nichel, rame,
alluminio ecc.) con una circolazione a un valore superiore del metallo in essa contenuto
(tecnicamente, un valore superiore al contenuto di fino). Si distingue, inoltre, tra sistema
monetario mono e bimetallico. Nei sistemi monometallici poteva essere coniato liberamente e
illimitatamente un solo metallo (gli altri metalli erano considerati al pari di una merce qualsiasi
e come tale utilizzati per la cosiddetta moneta divisionaria). Nei sistemi bimetallici, invece,
sono due i metalli capaci di circolare contemporaneamente nella funzione di moneta tipo e
quindi con coniazione illimitata e libera. A seguito di rilevanti evoluzioni nella storia della
moneta, dopo l'introduzione in Inghilterra (1816) del monometallismo aureo, questo sistema
monetario divenuto oggi prevalente, anche se in taluni paesi poveri dell'Oriente stato
adottato il monometallismo argenteo (pressoch in via di definitiva estinzione). Un tempo, il
bimetallismo ebbe fortuna e, tuttora, qualche autore contemporaneo, preoccupato dalle
possibili conseguenze di una futura scarsit di oro, ipotizza un necessario ritorno a questo
sistema, che stato via via abbandonato pi per la forza delle cose che per volont degli
uomini. La legge, infatti, pu stabilire un rapporto di scambio tra oro e argento che valga per
sempre o che, pur avendo la possibilit di essere modificato, non pu esserlo a ogni istante,
laddove i prezzi dei metalli tipo mutano di continuo, anche se in misura minore rispetto ad altri
beni. Qualora il divario tra rapporto legale e rapporto di mercato non sia eccessivo, I ente di
emissione puo, con azioni sul mercato della moneta, instaurare meccanismi monetari di
equilibrio. E da precisare per che, qualora questo divario in termini di oscillazioni superi
determinate soglie, il sistema non pi in grado di reggere e quindi di funzionare. Un esempio
si verificato in epoca relativamente recente: la Francia nel 1803 instaur la moneta
bimetallica con un rapporto pari a 1/15,5 ma successivamente nel 1874 si vide costretta, dopo
tentativi di riequilibrio del mercato, a interrompere la coniazione dell'argento creando il
cosiddetto bimetallismo zoppo. Lo stesso accadde per tutti i paesi che ne avevano seguito
l'esempio quali l'Italia, il Belgio e la Svizzera. Dapprima l'Italia (1927) e successivamente la
Francia (1928) instaurarono il regime del monometallismo aureo. Attualmente lo strumento
pi diffuso di circolazione monetaria certamente il biglietto di banca, messo in circolazione
dalla banca di emissione. Il biglietto bancario si distingue dalla carta moneta a corso forzoso, in
quanto quest'ultima ha la caratteristica dell'inconvertibilit, o inconvertibilit a rapporto fisso
prestabilito, in metallo o in moneta, in un paese con divisa ancorata al metallo. Il biglietto
bancario, nello svolgimento del suo processo di circolazione, destinato a tornare, alla
scadenza delle operazioni sue tipiche, nelle casse della banca di emissione (di norma nel breve
periodo) salvo il caso in cui la banca di emissione, riavutone il possesso, reinserisca in
circolazione i biglietti

in questione. Gli utenti (il pubblico) sono abituati a considerare tali biglietti come vera e
propria moneta, cos come accade in taluni paesi per gli assegni e per altre variabili
particolarmente sicure. In particolare, il pubblico non awerte l'origine bancaria di tale moneta
e pertanto non individua n la natura delle condizioni che hanno dato vita a tali biglietti, n le
sue sorti, n tantomeno, il complesso carattere in essa insito di titolo di credito. Tutto questo
pi awertibile in epoche di crisi quando la moneta destinata a subire notevoli cambiamenti
nelle sue ragioni economiche. E qui utile accennare, anche se di poca rilevanza storica, che
un'eccessiva immissione di moneta cartacea, secondo la legge del noto economista Gresham,
implica direttamente e indirettamente la scomparsa del metallo dalla circolazione. Comunque,
fino a quando la moneta sar in grado di assolvere alla sua tipica funzione di strumento di
circolazione, si pu, in un certo senso, affermare che la carta moneta la tipica moneta
effettiva, anche se per certi versi non ottempera ad alcune funzioni proprie della moneta vera.
Allo stato attuale dell'economia moderna e delle considerazioni economiche relative alla
moneta, ogni Stato, ogni nazione, nei limiti del possibile, aspira a mantenere il proprio sistema
monetario ancorato al metallo (in particolare, come poi vedremo verso la fine dell'epoca
medievale, ancorato all'oro). Ci in virt del fatto che l'ancorare il sistema monetario al
metallo, indirettarnente e direttamente, assicura al sistema stesso una maggiore garanzia di
stabilit nei rapporti interni e internazionali. Bisogna comunque porre in evidenza che il
sistema monetario ancorato al metallo ha subito, nel corso del tempo, una notevole e
complessa metamorfosi evolutiva. Infatti, mentre non decade del tutto il riferimento alla
moneta-merce (intesa in metallo), questo per risulter via via sempre pi in linea indiretta:
pertanto, sar possibile considerare moneta un qualsiasi strumento atto a svolgere la
funzione di esecutore degli scambi. In virt di quanto abbiamo accennato sin qui, da un punto
di vista dell'analisi storica, si comprende la tesi di coloro che, per la definizione della moneta,
ritengono sostanziale ed essenziale il concetto, proprio della moneta stessa, di un suo potere
liberatorio prescindendo, in tale visione, dalle sue caratteristiche tecnico-economiche. A
conclusione di questa breve analisi storico-teorica degli aspetti generali della moneta
resterebbe da considerare il STORIA DELLA MONETA concetto di valore della moneta che
possiamo brevemente e sinteticamente riassumere: tale valore , in realt, il frutto del gioco
economico della domanda e dell'offerta. Le varie teorie - quella quantitativa, dell'utilit
marginale, dei rapporti del valore nel tempo ecc. - non sono altro che teorie che considerano
aspetti particolari della moneta e quindi facilmente riconducibili all'analisi della domanda e
dell'offerta di moneta rinveniente dai beni in movimento e dai mezzi necessari alla loro
circolazione. Sar necessario ora procedere organicamente a un dettagliato esame storico dei
singoli periodi partendo dalla moneta dell'epoca preistorica fino a giungere a quella dei giorni
nostri.

I. La moneta presso i popoli primitivi

Dopo aver offerto una visione d'insieme del concetto di moneta, ci soffermeremo sulla sua
formazione sin dai popoli primitivi per poi analizzare progressivamente le tappe della sua
evoluzione successiva. Premessa essenziale che una comparazione generalizzata tra i
prodotti ha conferito loro un ~alore di scambio accettato da tutti o quasi tutti. In altre parole
necessaria l'esistenza di un mercato. Tuttavia comunque possibile presumere un'economia
senza mercato, intesa nel senso di una economia di libera e costante comparazione tra i
prodotti. Possiamo affermare che non necessariamente la presenza dei metalli implica,
automaticamente, quella della moneta. Ad esempio, la societ degli Inca non disponeva di una
moneta propriamente configurata n, tantomeno, possedeva un mercato propriamente detto
e le enormi masse di metallo presenti erano utilizzate per altri scopi. La societ dei
conquistatori spagnoli al contrario attribuiva all'oro monetabile il simbolo della ricchezza.
Anche se noto e lavorato sin dalla preistoria, l'oro non stato il primo elemento metallico al
quale stata attribuita funzione monetaria; alle origini esso era utilizzato per le sue
caratteristiche ornamentali di bellezza, lucentezza e, soprattutto, di malleabilit. Inizialmente
altri metalli furono impiegati con funzione di moneta, quali ad esempio l'argento e il rame,
anche se praticamente pi difficili da ottenere e lavorare; proprio per questo veniva loro
attribuito un valore maggiore rispetto all'oro, diversamente da quanto awiene oggi. Ad
esempio, in Mesopotamia, l'orzo aveva funzione di elemento base del valore, al pari dell'oro e
dell'argento, nei palazzi esistevano pesi e misure standardizzate e legali tali da costituire una
base per il confronto dei valori. Si sono riscontrate, nell'analisi storica, fluttuazioni del valore
relativo tra basi diverse, con la conseguenza che, in caso di cattivo raccolto, si determinava una
diminuzione della quantit d'orzo corrispondente a un dato peso in metallo: questo
comportava che il prezzo dell'orzo espresso nel metallo di riferimento subisse un conseguente
aumento. In effetti, non possiamo certo affermare che nell'epoca preistorica vi fosse una vera
e propria circolazione di moneta. All'epoca dell'impero babilonese di Hammurabi (1792-1750
a.C.), ad esempio, l'oro era riservato, per piccole quantit, ai pagamenti risultanti dai rapporti
commerciali internazionali e l'argento serviva forse per i pagamenti interni. Pertanto la
tesaurizzazione dei lingotti d'oro nel palazzo imperiale costituiva il preannunciarsi dell'attuale
Banca di Stato. Una successiva evoluzione della moneta si riscontra, verso il xv secolo a.C., a
Troia e a Creta ove al posto dei lingotti si sono rinvenuti dischi di metallo con stampigliatura
figurativa in cui possibile intravedere le prime forme di quella che diverr la moneta
moderna. Il momento decisivo, o meglio, l'epoca in cui la moneta di-

viene tale, nelle sue caratteristiche fondamentali, certamente il periodo compreso tra la fine
del Vll e l'inizio del Vl secolo a.C. Infatti, in questo periodo si rinvengono nelle citt greche
dell'Asia Minore e successivamente in Grecia monete coniate con un'effigie tale da essere
rappresentativa e conferitrice della garanzia di un dato valore senza la necessit di doverne
stimare il titolo, vale a dire senza il bisogno di dover valutare il peso di metallo fino rispetto alla
lega. Gi questa breve analisi dell'evoluzione della moneta nell'epoca primit*a ci fa
comprendere che l'instaurazione di una moneta propriamente detta awiene tardivamente
rispetto alla nascita degli scambi e del commercio primordiale. Inoltre ci accade nei paesi
situati ai margini del commercio antico e quindi, non essendosi verificato all'interno degli
imperi dell'epoca, possiamo anche affermare, con tranquilla certezza, che non stata la
moneta a creare gli scambi commerciali, bens il contrario: il commercio e la sua espansione
hanno creato la necessit dello strumento di scambio e quindi della moneta. Non possiamo
per negare che dalle forme primitive di scambi sia nato il mercato e che la nascita dei mercati
locali abbia reso necessaria la moneta per l'affermazione dei rapporti di scambio. A seconda
dei casi, possiamo operare la seguente distinzione: 1. aree di assoluta mancanza di strumenti
configuranti la moneta; 2. aree di cultura inferiore ove ogni genere e tipo di prodotto svolge la
funzione di moneta e, dunque, presenza di una moneta naturale, in particolare: a. una moneta
naturale utilitaria, alla quale viene conservata la funzione primitiva del prodotto utilizzato; b.
una moneta simbolica, nei casi in cui si sia persa la funzione primitiva del prodotto per lasciar
subentrare una funzione di rappresentativit; 3. aree di cultura superiore ove la moneta svolge
una funzione pi rappresentativa e vicina alle epoche modernc. Abbiamo, poc'anzi,
esaminato la nascita e l'evoluzione, nell'ep(rca primitiva, della moneta e abbiamo anche
evidenziato le tre suddette configurazioni dello strumento in questione. A tale proposito, se
prescindiamo dalle date intese in senso di epoche possiamo - rifacendoci alla precedente
tripartizione della tipologia della moneta - soffermarci pi approfonditamente sulle civilt con
una configurazione primitiva dei rapporti commerciali nell'ambito della trib e tra le trib.
Analizzeremo pertanto, prescindendn dalla data e dal periodo, la moneta utilizzata da quelle
popolazioni che, forse ancora oggi, vivono il mercato in forma primitiva. In primo luogo
notiamo che questo genere di popolazioni non dispone di una moneta tipo e in questo senso
possiamo raggrupparle in quattro grandi vettori: l'America meridionale, ove la mancanza di
una moneta tipo nasce da assenza di un mercato, la Polinesia, l'Austraia e la regione artica.
Quest'ultima per, in tempi remoti, grazie ai commerci con gli europei ha utilizzato le
pellicce prodotte non pi come semplici oggetti di scambio ma come vera e propria moneta
con un valore intrinseco determinato. 22 STORIA DELLA MONETA LA MONETA PRESSO I
POPOLI P

RIMITIVI

23 ~ 20 OGr 20 '.0 60 ~0 100 120 1~O

/je~ P-E L L ~

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~eta

\~ ., 1 PIETR~TAGLIATE (~DUIID~ \~e~ 4 TAMBURI Dl METALLO 111 5 BOCCHE r ~ I nomi scritti
in carattere minuscolo indicanc Principali monete usate pre.sso i popoli a cultura intennedia.
Se consideriamo il fenomeno afferente la moneta dal punto di vista della cultura dei popoli,
cos come evidenziato da taluni autori, notiamo che le culture primitive, come quella del
boomerang e del totem, sono prive di moneta. Essa pare aver origine nella cultura delle due
classi e si presenta sotto forma di corone di dischi tagliati nelle conchiglie. L'area di diffusione
di queste collane corrisponde all'incirca, ma non esattamente, al dominio tipico della cultura
delle due classi nella Melanesia. 111.~ 150 ~ 0 100 tO 110 ~0 ~0

~El)l RAME~

, E Dl CANE ~ 3 DENTI Dl ELEFANTE NONE -- 6 PIATTI Dl PORCELLANA ~lmente le monete
divisionarie A.D.

~CE 01~ ~~ (~ ~ ,A;7 JJ~

Le monete-conchiglie devono naturalmente essere poste in relazione con le conchiglie-
ornamento, siano le prime derivate dalle seconde o viceversa. La cultura quinta, o ciclo
dell'arco, sembra possedere, come monete caratteristiche, denti di cinghiale e denti di cane.
Per quanto riguarda la cultura polinesiana, va notato come essa abbia abbandonato l'uso
specifico della moneta, cos come ha perduto numerosi altri elementi della civilt maleo-
polinesiana. La variet delle monete straordinariamente numerosa. La 24 STORIA DELLA
MONETA cartina riprodotta non indica che le pi importanti e ~e pi caratteristiche fra quelle
che hanno una certa diffusione. Quasi un terzo dell'Africa dominio di una moneta derivante
dalla civilt europea, e che oggi usata soltanto dalle popolazioni africane: il tallero di Maria
Teresa. Antecedentemente alla prima guerra mondiale esso veniva coniato a Trieste per
l'Etiopia e sempre col millesimo 1780, poich le popolazioni dell'area in questione rifiutavano,
o ammettevano con grande difficolt, i talleri abissini di Menelik e altri coni d'argento. I prismi
di dale, usati come moneta divisionaria del tallero di Maria Teresa, sono in uso anche fuori di
questa area. Nel territorio desertico dancalo-somalo sono in circolazione palle di tabacco; nella
regione del Nilo, come pure presso numerose altre popolazioni africane, perle di vetro, diverse
a seconda delle trib. Nella parte meridionale del dominio del tallero di Maria Teresa si usano
anche sbarre di ferro che ritroviamo in molte altre parti dell'Africa nera: sono ferri di qualsiasi
forma, ferri di lancia, zappe ecc., che talvolta possono essere ancora usati come tali, ma che
hanno, nella maggior parte dei casi, soltanto un valore monetario. Nel Katanga, ricco di rame,
le sbarre di ferro sono sostituite da quelle di rame. Ma la moneta pi diffusa dell'Africa la
conchiglia detta cauri, la Cypraea, moneta, che viene pescata nelle isole Maldive e portata in
Africa o direttamente dai commercianti ind e arabi, oppure passando per Londra, da dove i
commercianti inglesi la fanno pervenire nell'Africa occidentale. Dalle Maldive i cauri si sono
diffusi nell'Asia meridionale fino al Siam e alle Filippine. Nell'epoca preistorica essi si sono
spinti anche nell'interno e lungo le coste delle contrade occidentali, fino all'Inghilterra e alle
rive del Baltico. Il cauri certamente la moneta che ha avuto la pi vasta diffusione. Fra le
popolazioni pastorali dai Balcani alle Indie il capo di bestiame serviva da base monetaria ( dal
latino pecus, bestiame, che deriva pecunia, I'argento monetato). I mongoli e i loro vicini
dell'interno usano ancora le mattonelle di t compresso, che si possono spezzare per l'uso
divisionario. Nella Cina, in tempi anteriori alla nostra era, si usavano le placche di bronzo: asce,
coltelli, campanelle, perfettamente riconoscibili per la forma, ma praticamente inutilizzabili,
servivano da

LA MONETA PRESSO I POPOLI PRIMITIVI denaro contante. La principale moneta dell'Indocina e
dell'Insulindia il gong di metallo che ricorda da vicino le antiche placche cinesi: molti
proprietari di questa regione investono di frequente tutta la loro ricchezza in gong. Anche
presso i Karen, il gong di metallo, divenuto un tamburo metallico, usato come moneta. Ma
l'Insulindia presenta numerose altre monete: per i daiaki di Borneo sono le bocche da cannone
di bronzo, di peso enorme; a Mindanao e a Ceram sono piatti e vassoi di porcellana cinese; da
Flores a Tenimber e alle isole Kei e Aru sono denti di elefante. Le isole Palau, le pi occidentali
della Micronesia, hanno, come divisa monetaria, pietre levigate non originarie del paese, le
quali, insieme con altre usanze, quali il prestito con interesse praticato fino nella penisola della
Gazzella (Nuova Britannia) fanno pensare a un'influenza araba nel Medioevo. Infine, in una
delle isole meridionali delle Palau, si fabbrica la moneta pi curiosa del mondo: sono masse
discoidali di pietra (aragonite), forate al centro, che misurano da due a quattro e pi metri di
diametro. Queste monete non sono usate sul posto, ma sono trasportate su zattere all'isola di
Yap (fra le Palau e le Caroline) dove hanno l'ufficio di moneta. Nelle Marianne viene fatto uso
di scaglie di tartaruga, probabile imitazione dei dischi di conchiglia, alcuni esemplari dei quali
sono stati ritrovati nella Micronesia orientale, dove rappresentano una propaggine
settentrionale dell'area principale di diffusione propria della Melanesia. L'argento fu coniato di
ottima lega, successivamente, gradatamente si avuta una notevole e progressiva alterazione
con il biglione formato, mediante lega, da argento, stagno e piombo con valore intrinseco
bassissirno e con la conseguenza di intaccare l'economia dei citati paesi sino a giungere alla
nota crisi finanziaria del III secolo dell'impero. L'alterazione test citata era involontaria, nel
senso che, in genere, nella moneta antica essa era solo raramente effettuata con l'intento della
falsificazione. Non mancano tuttavia casi di vera e propria frode monetaria, tra l'altro di ampio
spettro geografico. E il caso delle monete suberate. La frode consisteva nel creare le monete
utilizzando un'anima metallica di infirr~o valore (ferro, stagno, 26 STORIA DELLA MONETA ecc.)
e ricoprendole di metallo prezioso (oro o argento), cos da apparire uguali alle monete coniate
in oro o argento. Il fenomeno della suberazione delle monete potrebbe apparire, in prima
riflessione, l'azione fraudolenta di persone tipicamente dedite alla falsificazione, ma in realt la
maggior quantit di moneta suberata fu volont, e quindi opera, dei governi per far fronte ai
periodi di bisogno e difficolt finanziarie. Contemporaneamente la moneta suberata divent
ufficiale: la legge di Livio Druso, del 91, nel periodo repubblicano a Roma impose che in sede di
coniazione dell'argento, un ottavo dovesse essere di monete suberate. Ci si pu ritenere
l'inizio della teoria della moneta con valore nominale. I greci furono il primo popolo a dare alla
moneta il carattere di materia di scambio e di rappresentazione del valore dei

beni-oggetto di transazione. La moneta greca sempre stata di ottima qualit, in metallo puro
e di conseguenza sempre con corrispondenza tra il valore nominale e quello reale. L'istinto
commerciale dei greci faceva intuire loro i rischi di una pratica volta a screditare il valore della
moneta e il pericolo della coesistenza di varie citt-Stato accentuava il carattere di elevata
qualit: infatti una qualsiasi alterazione comportava danni al commercio della citt di
riferimento. Esempi di alterazioni delle emissioni sono riscontrabili nell'impero persiano che,
per impedire la fuoruscita di metallo prezioso, modific la lega. Ne deriv un ritorno all'usanza
dello scambio e del peso dei metalli. Anche nell'Egitto tolemaico i monarchi attinsero alle
risorse finanziarie alterando le monete. L'ordine ritorn con Roma che segu la tradizione greca
della coniazione in metallo puro. Con legge Silla, che prescinde dal valore intrinseco di essa, la
moneta diventa segno del valore. Circolavano monete di tre tipi di metallo: in oro, in argento e
in bronzo. I rapporti che scaturivano tra le monete d'argento e di bronzo erano poco
significativi, visto che quest'ultimo era utilizzato per piccole transazioni. Al contrario, i rapporti
tra oro e argento furono la principale preoccupazione delle autorit, sia dal punto di vista del
valore intrinseco della moneta che di quello nominale. LA MONETA PRESSO I POPOLI PRIMITIVI
27

I sistemi escogitati furono due. Il primo si fondava sulle abitudini commerciali prevalenti
dell'Asia Minore, dove partendo dal valore dei due metalli, si tagliava prima l'unit in oro e
successivamente il corrispondente in moneta d'argento. Tale rapporto era di 1 a 20 e si diffuse
nella Lidia, nelle citt dell'Asia Minore e nell'impero degli Achemenidi. Il sistema funzionava
abbastanza agevolmente per le piccole transazioni, ma dava inconvenienti in caso di mutazioni
dei valori dei metalli sul mercato. La seconda soluzione, pi efficace, fu adottata dagli ateniesi.
Alla base di tutta la monetazione era il metallo argenteo; l'oro non veniva coniato ed era
utilizzato in sbarre. Abbondava ovunque sul mercato, e ne era consentita la libera
contrattazione. Il pochissimo oro monetato veniva accettato in qualsiasi momento per il suo
valore intrinseco e lo Stato ne garantiva il peso e la lega. Cos fece Alessandro Magno, tanto
che le sue monete ebbero il pi vasto corso nello spazio e nel tempo. I romani coniarono l'oro
in occasione di eventi eccezionali bench tutti i grandi affari fossero regolati in lingotti. Con
l'imperatore Augusto venne inaugurato un sistema bimetallico (1 aureo = 25 denari d'argento)
con un rapporto fisso tra oro e argento, accettato e continuato da Nerone. Solo con
l'alterazione della moneta argentea, che perder fiducia e valore, si finir per favorire
l'affermazione della coniazione aurea. II. La moneta nel Medioevo

La storia della moneta dal Medioevo all'et moderna pu essere divisa in grandi periodi che
finiscono per coincidere

con gli eventi maggiori. Essi sono caratterizzati dall'apparire di nuove specie monetarie di cui
non possibile definire limiti di tempo univoci, in quanto legati a eventi di lungo periodo e non
contemporanei in tutti i luoghi. La moneta alla caduta dell'Impero romano d'occidente Il
sistema monetario dell'impero era a base aurea (monometallico). L'unit era il soldo d'oro,
tagliato a 72 pezzi per libbra, con frazioni di l/2 (semissis) e di 1/3 (tremissis). Le monete
d'argento e di bronzo servivano solo per le piccole transazioni. Il soldo d'oro aveva valore
internazionale, vista l'estensione dell'impero ed era la sola unit monetaria accettata dai
barbari confinanti, i quali continuarono a servirsene anche dopo la caduta dell'impero stesso.
Nel Iv secolo la situazione monetaria dell'impero romano poteva definirsi moderna e simile,
per molti aspetti, ai migliori sistemi del XIX secolo. Il soldo era in oro massiccio del peso di 4,48
grammi d'oro e le monete d'argento e di bronzo o di rame erano legate da un rapporto legale.
Tuttavia l'oro occidentale, anche al suo apogeo, veniva trasferito in Oriente, per lo scambio di
merci preziose. I tesori razziati dai romani venivano quindi ritrasferiti per via commerciale nei
paesi di provenienza. llperiodo barbarico Abbiamo gi detto che i barbari continuarono a
servirsi delle monete romane, imitate o addirittura contraffatte. I vandali dalla Spagna
coniarono a Cartagine, a loro volta, monete d'argento e di bronzo, e gli svevi e i visigoti
deformarono le monete di Giustiniano e posero i nomi dei loro reggenti sui tremissis (monete
d'oro bizantine). Altrettanto fecero i goti, le cui monete non si scostarono molto dal tipo e
dalla misura di quelle romane. Un soldo corrispondeva a 40 denari, una tremissis a 13 denari e
1/3, corrispondenti all'incirca a l/2 siliqua bizantina. Questo periodo dunque, che abbiamo
definito barbarico, si mantiene aderente al sistema monetario romano, anche se subisce
trasformazioni per opera di artefici inesperti. Una nota di rilievo spetta agli arabi che crearono
monete di forma comoda ed elegante, ben presto imitate e molto diffuse. L'oro tuttavia
tendeva a emigrare verso Oriente e con il suo rarefarsi fece s che a poco a poco l'argento
prendesse il soprawento, fino a quando Pipino il Breve (752-768) re dei franchi ne proib la
coniazione. Carlo Magno (768-814) nei primi anni del suo regno conserv i sistemi dei vari
luoghi sottomessi dall'impero, finch decise di unificarlo in monometallico a base argentea. Da
una libbra d'argento si tagliavano 240 denari, 12 denari corrispondevano a un soldo e 20 soldi
a una lira (lira e soldo erano nominali e di conto). Vennero abolite le numerose officine che
coniavano per proprio conto: il diritto di battere monete apparteneva solo al sovrano. In
questo modo si segna l'origine della moneta moderna, abolendo quasi totalmente l'imitazione
di quelle romane La divisione di lira, soldo e denaro giunge fino ai nostri giorm. Il denaro
divenne cos la moneta internazionale dell'Europa

occidentale. A cosa era dovuta la scarsezza dell'oro in Europa? Le ragioni sono molteplici.
Anzitutto si esportava oro in cambio di merci dall'Oriente (trasferimenti). In epoca medievale
erano numerosi i saccheggi, soprattutto a opera dei normanni e una grande quantit d'oro
veniva poi tesaurizzata dalla Chiesa. Infine in Europa il prezioso metallo quasi non veniva pi
prodotto. Tuttavia la causa principale di tutto ci era probabilmente la bilancia commerciale
sfavorevole dell'Occidente costituendo l'oro lo strumento di pagamento per eccellenza. La
spiegazione va quindi ricercata nella situazione economica generale e sociale dell'Europa
occidentale. 30 STORIA DELLA MONETA Nell'impero d'Oriente invece la circolazione dell'oro
vigeva ancora e cos pure nei regni arabi. Ma il fenomeno del trasferimento dell'oro, che dal
640 d. C. toccava la Persia, la Siria, l'Egitto, la Mesopotamia, il Maghreb, la Spagna e infine
l'Italia meridionale, non risparmi nemmeno Bisanzio al momento dell'invasione musulmana. E
emblematico che nel 694 d. C. il califfo Adb-el-Malik fece coniare monete d'oro con iscrizioni
tratte dal Corano, il dirham, destinate a fare concorrenza al bisante (il soldo bizantino). Ben
presto il denaro musulmano si afferm in tutti i mercati e il suo prestigio aument per la
bellezza dei caratteri. L'oro musulmano proveniva dal saccheggio dei tesori persiani (le
popolazioni orientali erano tesaurizzatrici dell'oro e lo sostituivano nella circolazione con
l'argento), delle chiese siriane e delle tombe egizie. Buona era anche la produzione indigena
delle miniere della Nubia, e l'oro delle carovane del Sudan e del Ghana. Tutta questa
abbondanza d'oro nel mondo arabo permise a lungo la circolazione di questo metallo in tutto il
Mediterraneo e cos continu l'antico scambio tra Oriente e Occidente attraverso due
principali vie: quella italiana attraverso Venezia e Amalfi e quella delle steppe, che andava dalla
Scandinavia al Mar Nero. Consideriamo l'esempio della Francia. L'ordinanza di San Luigi del
1262 stabiliva che la moneta reale avesse corso in tutto il regno, e quella dei signori solo nelle
rispettive terre. I successori di San Luigi non accordarono pi alcun diritto di coniazione
(I'ordinanza di Luigi x del 1315 contiene una lista di 30 fra chiese e baroni autorizzati a battere
monete); vietarono l'imitazione di monete regie e l'emissione di monete di qualit peggiore. Il
risultato fu un fenomeno di concentrazione e nel XVI secolo si pu affermare che in Francia
ogni moneta regia. Cos accade ben presto anche in Inghilterra, dove la moneta della Chiesa
resisteva dal secolo Xll e, se pur con meno vigore, in Italia e in Germania: la moneta ridivenne
cos una funzione dello Stato, rendendo possibili grandissime trasformazioni del regime
economico delle coniazioni. Il papato segn una prima deroga al diritto assoluto di coniazione
e i nomi dei pontefici romani apparvero a Roma insieme a quello di Carlo Magno e dei suoi
successori. Due secoli dopo la riforma introdotta da Carlo Magno, il siLA MONETA NEL
MEDIOEVO stema feudale, mantenuto e accresciuto con l'estendersi dell'impero, diede origine
a una serie di concessioni a enti ecclesiastici, feudatari, vescovati e abbazie realizzando una
schiera cos numerosa di emittenti da creare una babelica molteplici-

t di monete a cui va aggiunta la diversit di misure (imposte il pi delle volte dalla stessa
concessione) e di pesi a seconda dei luoghi. Un altro fenomeno costante segna questo periodo:
I'aumento del potere d'acquisto del ~etallo argenteo che ebbe come conseguenza la sua
diminuzione di contenuto nel denaro (tre secoli dopo la sua introduzione il denaro conservava
appena 1/3 del peso originario in argento, ridotto a una sottile lamina) ed ebbe cos origine la
bistura, con largo utilizzo di altre leghe che furono causa di vaste speculazioni a opera di
reggenti e zecchieri senza scrupoli. I Comuni e le repubbliche marinare Di fronte all'aumento
del valore commerciale dell'argento, la moneta si ridusse progressivamente di spessore, con
impronte ripetute su entrambi i lati (batteate). Non rispondeva pi al valore delle transazioni
se confrontato al crescere dei traffici commerciali e al risvegliarsi dell'Europa occidentale. Si
diede allora origine alla creazione di una specie superiore, il denarogrosso, del valore di 12
denari (rappresentando il soldo della lira, fino ad allora moneta di conto). Il primo comparve a
Venezia tra il 1194 e il 1200 e prese nome di metapane di Venezia. Fu creato per rispondere
alle esigenze dei traffici con l'Oriente: di aspetto bizantino, con titolo 965 e avente valore di
corso di 26piccoli veneziani, corrispondenti a 13 denari piccoli imperiali. Contemporaneamente
seguirono le altre zecche in Italia, in Francia (nel 1266 a opera di Luigi IX al ritorno dalla
Terrasanta) e poi in Inghilterra, Germania, Spagna, Polonia e Scandinavia. La nascita del grosso
fu indizio della decadenza del sistema monetario vigente in Europa basato sull'argento. Esso
non rispondeva pi ai bisogni della circolazione, cresciuta con l'avvento dei Comuni e delle
repubbliche marinare. Queste ultime, in contatto con sistemi monetari ancora vigenti sull'oro,
gettavano il seme per un ritorno all'impiego del metallo pi nobile. Cerchiamo di stabilire un
ordine cronologico. E stato rilevato che il primo esempio di coniazione delle grosse monete
d'argento dato da Venezia intorno al 1200 cui fecero seguito: nel 1237: soldi fiorentini nel
1266: grossi tornesi di San Luigi met~i del secolo: aquilini grossi del Tirolo nel 1273: soldi di
Montpellier nel 1 275: grossi di Fiandra nel 1279: groats inglesi nel 1296: groshen di Boemia.

Se confrontiamo le monete basandoci sul loro contenuto in argento, evidente la tendenza a
lasciarle sempre pi scivolare su un valore intrinseco assai debole. Questa la prova che si
trattava solo di una moneta divisionale, senza alcuna relazione con il valore realmente
posseduto, in modo da rispondere alla necessit di pagamenti a traffici sempre maggiori. Nel
dicembre del 1473 il denaro tornese conteneva ormai solo 8 centigrammi d'argento contro i 4
grammi della sua comparsa. Sempre nel 1473 veniva emesso un nuovo pezzo il

grande grosso d'argento del valore di 26 tornesi. Genova, tra la fine del Xll e l'inizio del XIII
secolo coni la sua prima moneta d'oro equivalente a 12 denari d'argento, denominata mezza
quartarola, a cui segu l'intero o genovino. Nel 1252 Firenze coni la sua moneta d'oro, ilfiorino
(San Giovanni Battista sul recto e sul verso il Giglio). Fece seguito il ducato di Venezia (recante
sul recto il doge di Venezia e sul verso il Cristo con il motto famoso: Sit tibi, Christe datus,
quem tu regis, iste ducatus). E necessaria a questo punto una precisazione: sul finire del Xll
secolo esistevano gi coniazioni in oro come quelle dell'Italia normanna, derivanti per dal
dominio arabo che non aveva mai abbandonato il sistema aureo. A queste seguirono
l'Inghilterra nel 1257, la Francia nel 1285, l'Ungheria nel 1308, la Boemia nel 1325 e cos via. Le
denominazioni difiorino, genovino e ducato divennero sinonimi in quanto le loro
caratteristiche di bont e di peso erano identiche. Il ducato divenne moneta internazionale al
pari dei traffici e dell'influenza di Venezia. La diffusione della nuova specie aurea non cancell
tuttavia definitivamente la moneta argentea dando in tal modo origine al nuovo corso storico
definito bimetallismo. n bimetallismo Tl bimetallismo comport la nascita di una serie di
problemi, primo fra tutti l'equivalenza tra i due metalli. Si cerc di stabilire un ragguaglio: a
Firenze ilfiorino equivaleva alla lira d'argento (divenuta quindi moneta reale). A Venezia il
ducato valeva due lire e otto soldi veneziani. Ma questi rapporti non potevano essere garantiti
costantemente nel corso del tempo. I due metalli nobili non erano utilizzati al solo fine della
coniazione e il loro valore come merce era soggetto a fluttuazioni continue determinate
dall'andamento della domanda e dell'offerta: un aumento dell'offerta dell'oro nel XIV secolo
determin ad esempio la sua svalutazione e in altri momenti un afflusso d'argento rendeva
continuamente instabile il rapporto. La vita economica era cos caratterizzata dal problema del
cambio, creando enormi difficolt per l'errata supposizione della costanza del rapporto dei due
metalli fissato per legge. I mercanti crearono da soli i corsi delle monete sfuggendo alla politica
dello Stato e al corso ufficiale. Tali difficolt determinarono nuove emissioni e nuovi corsi nei
piccoli staterelli nell'intento di trovare una soluzione sia pure transitoria. I sovrani cercarono di
porre soluzione a tale crescente confusione a tutela prevalentemente di quanti svolgevano i
commerci, stabilendo periodicamente dei saggi delle monete in circolazione con un prezzo di
ragguaglio alla moneta allora corrente nello Stato. Questi saggi venivano puWlicati per mezzo
di bandi a cui seguirono addirittura guide o manuali numerosi in Italia e fuoril. I Questi manuali
o guide costituiscono oggi la fonte pi autorevole per la numismatica, per le informazioni certe
sulla bont e il peso delle monete, nonch per il loro aspetto esterno spesso deformato
dall'incompetenza degli zecchieri e dall'a ttivit della tosatura. Alcune monete catalogate
rimangono a noi sconosciute.

34

STORIA DEI,LA MONETA

Tali prowedimenti potevano in qualche modo tutelare il cittadino ma non arrestare del tutto
l'attivit della falsificazione (la pena pi grave era quella capitale, ma quasi mai applicata
perch i colpevoli erano gli stessi signori). Si giunse anche a proibire la circolazione di monete
straniere e addirittura a stipulare convenzioni per la reciproca circolazione di monete a
determinati corsi. La fabbricazione di monete della stessa bont un altro segno evidente
delle difficolt dell'epoca. Gli esempi non mancano, come la convenzione tra Ravenna e
Ancona del 1249 e quella di Cremona del 1254 (tra i Comuni di Bergamo, Brescia, Parma, Pavia,
Piacenza e Tortona). Si hanno notizie di casi analoghi anche in Germania e nei Paesi Bassi. III.
La spinta all'oro del XV e XVI secolo

A questo punto del nostro libro necessario conoscere il quadro economico e politico che si va
delineando nel sud Europa a cavallo tra il xv e XVI secolo, contraddistinto nella storia come
l'epoca delle grandi scoperte geografiche di cui la ricerca dell'oro senza dubbio il fattore
determinante. Esistono testimonianze risalenti addirittura al 1300 in cui capitani di fortuna
genovesi, nel tentativo di sopperire alla carenza dell'oro (per Genova il metallo aveva un valore
esclusivamente commerciale in quanto materia prima per la sua industria: fili d'oro, tessuti
preziosi, gioielli per l'aristocrazia), si awenturarono sulle coste africane alla ricerca di contatti
diretti con i mercanti di quel continente (la scoperta di Lanzarote, isola delle Canarie, da un
genovese, ne la prova). Dopo il 1450 questi tentativi acquisirono le forme di sopravvivenza
commerciale vera e propria. I traffici si spostarono a ovest, da dove proveniva l'oro, segnando
il declino di Venezia prima e di Genova poi, a vantaggio delle nuove nazioni emergenti, la
Spagna e il Portogallo, collocate in maniera strategica migliore per il controllo dei traffici.
L'assoluta necessit di procurarsi oro per l'ir-ldustria spinse i genovesi prima a Tunisi, poi a
Tripoli, e ancora fino a Orano e Honein nel Marocco. Il genovese Malfante esplor per la prima
volta il Sahara. Antonio Nol giunse in Gambia: per reperire polvere, lingotti e monete sudanesi
a buon mercato. Ben presto Lisbona cominci ad affermarsi nei territori dell'Africa occidentale
suscitando forte rivalit con i genovesi, che raggiunsero il culmine quando questi ultimi
sancirono un'alleanza con i musulmani. La presa di Ceuta (Marocco) da parte dei portoghesi
turb gravemente il precario equilibrio del commercio mediterraneo classico segnando il
tramonto dell'epopea delle repubbliche marinare. 5 La conquista delle terre nuove dell'Africa e
delle Americhe fu senza dubbio determinata anche dalla crescente febbre dell'oro. Molto
probabilmente anche Colombo cercava l'oro nelle sue Indie. Il mito dell'El Dorado mise in moto
una gigantesca macchina di conquiste a opera della Spagna e del Portogallo.

Sul finire del xv secolo l'oro raggiungeva Lisbona e Siviglia al ritmo di circa 1000 kg annui. Tale
afflusso senza precedenti di metallo prezioso determin uno sconvolgimento dei prezzi con
tendenza al rialzo. Parallelamente ebbe inizio un processo di diminuzione del valore dell'oro
rispetto a quello delle merci, vale a dire un cospicuo aumento dei prezzi generali. Tale
fenomeno sar oggetto di studio da parte di tutti i teorici monetari: Hamilton verific nella sua
teoria quantitativa della moneta, che pi metallo c' in circolazione pi i prezzi salgono,
tracciando un grafico con la sovrapposizione della curva dei prezzi alla quantit di metallo
estratto. La connessione evidentissima, quasi un nesso meccanico. E vero che la rivoluzione
dei prezzi tocc l'intera Europa, ma fuori di dubbio che i porti portoghesi e soprattutto
spagnoli (in particolare Siviglia) erano divenuti il motore trainante del commercio mondiale e
quindi una variazione incrementativa del valore di una merce che dalla piazza di Siviglia ben
presto si sarebbe riflesso in altre piazze internazionali. Le nuove scoperte di oro: chiarimenti
Prima di procedere ad approfondimenti sull'importanza che l'oro assume in questi secoli (e
non solo) occorre prendere coscienza di alcuni aspetti. Non bisogna fare confusione tra oro e
moneta. L'oro e rimarr una materia prima ed esiste un'economia dell'oro non monetaria. Si
pensi che tutto l'oro estratto nel nostro pianeta fino al 1905, secondo Foville, ammonta
all'incirca al peso di un cubo di oro della dimensione di 10 metri di lato (tutto l'oro disponibile
nel XVI secolo nel vecchio continente non avrebbe raggiunto gli 8 metri cubi) e dimostra come
anche ritrovamenti di piccola entit possano LA SPINTA ALL'ORO DEL XV E XVI SECOLO 37

aver determinato sconvolgimenti nel mercato, ma soprattutto che l'oro non ha mai potuto
coprire il fabbisogno monetario necessario alla circolazione. Per moneta (che non quindi
sinonimo di oro, ma che in determinate situazioni pu essere ragionevolmente confuso con
esso) si possono intendere tre cose ben diverse, che abbiamo accennato in parte nei primi
capitoli: a. moneta merce: oggetto che possiede un valore mercantile e rappresentato per
eccellenza dall'oro; b. moneta segno: un numero, priva quindi di un valore intrinseco e
accettata secondo il suo valore nominale. La carta moneta ne un esempio attuale; c. moneta
nome: in termine di valore e di conto. Rappresenta il mezzo di pagamento corrente. L'oro ha
rappresentato a lungo la moneta-merce pi maneggevole e lo strumento pi consueto di
pagamento. Come oggi awiene per il dollaro o il marco, cos ieri era l'oro a essere accettato
ovunque: da Venezia ad Amalfi, da Siviglia ad Alessandria, dall'Inghilterra alla Scandinavia, da
Terranova alla Cina, dall'India al Giappone, dal Gabon alla Francia. Storia dell'oro e storia della
moneta sono sempre stati connessi. L 'organizzazione portoghese e spagnola per il traffico
dell'oro

Abbiamo in parte esaminato le prime tappe della caccia all'oro e i primi insediamenti
portoghesi e spagnoli. Nel 1471 venne concesso a Franco Gomes l'appalto della Sierra Leone
(la Costa d'oro), con il compito di esplorare i nuovi territori africani e i risultati non si fecero
attendere. Qualche anno pi tardi lo stesso Gomes entr nel consiglio reale del Portogallo. Nel
1486 venne fondata la citt di San Giorgio da Mina, e furono aperte le agenzie di Axemi e
Redes. Al loro interno si svolgeva un particolare tipo di scambio: si offrivano agli indigeni
vestiti, drappi, oggetti lavorati in metallo e vino in cambio di oro. L'oro portoghese non
proveniva quindi da miniere, ma dallo scambio con mercanti di territori interni (Alto Volta), che
trasportando via fiume i carichi giungevano sulla costa. La merce veniva controllata all'arrivo
della caravella a destinazione e l'oro, cos importato, prendeva la via della zecca. Fiorenti erano
anche le frodi e i traffici paralleli: tra il 1504 e il 1545 la media degli arrivi di oro da Mina
ammontava a poco pi di 400 kg annui che, sommati a quelli provenienti dalla Sierra Leone,
Gambia, Senegal, Mauritania, Marocco, costituivano un ammontare complessivo di 700 kg. Le
antiche potenze commerciali del Mediterraneo dovevano piegarsi davanti alla moneta forte e
stabile del Portogallo (il cruzado mantenne la stessa quantit d'oro per quasi un secolo), tanto
che il suo re verr definito re dell'oro. Per ironia della sorte qualche decennio dopo sar
definito re del pepe. I portoghesi infatti raggiunsero le Indie circumnavigando l'Africa e vi
stabilirono alcune agenzie iniziando a monopolizzare i traffici delle spezie, che risultavano
molto pi a buon mercato, senza l'intermediazione degli arabi e degli ebrei.
Contemporaneamente la Spagna, superata la crisi della pestilenza e riunificata la corona,
cominci a vantare diritti di conquista a partire dalla presa di Granada, profittando della crisi
del regno islamico. Le scorrerie dei conquistatori spagnoli non si fecero attendere, invadendo
tutto il Maghreb. L'avanzata spagnola si caratterizz per i suoi aspetti feudali che saranno
esportati anche nelle Americhe. In caso di conquista la sovranit spettava al re, le signorie al
duca, ma quel che pi conta, il beneficio ai soldati. In questo modo caddero in mano spagnola
Alcazarquivir, Melilla e tutte le localit del Marocco. Questo fenomeno ci porta ad affermare
che la scoperta di Colombo non fu un caso (Granada cade nel 1492), bens un evento
eccezionale, frutto dei tempi, degli studi e delle energie umane. La Spagna cercava cos di
raggiungere il Portogallo sia da ovest che da est e la sete dell'oro, del profitto, delle spezie
costituiva il movente principale. In fondo storia della moneta e storia della civilt non sono cos
distanti. Colombo e l'oro Il progetto di Colombo fu respinto dai portoghesi, che erano convinti
di possedere gi, oltre la via dell'oro anche quella delle spezie. Se il pensiero del genovese era
molto autorevole, data l'esperienza che aveva acquisito sui mari, esso era poco inteso da
Lisbona (in anticipo su di lui) e incompreso dagli inglesi e dai francesi (in ritardo). Restava la
Spagna, ben disposta a viaggi rischiosi, che pro-

mettevano eccellenti ricompense in oro. Questo conferma le conclusioni appena esposte: la
scoperta di Colombo fu un fatto sicuramente di natura economica. Anche se la Corona
spagnola era sensibile a impulsi di natura spirituale, l'idea di realizzare una grande missione via
mare nasceva soprattutto dalla volont di colonizzare e sfruttare. Gli indiani usavano l'oro per
farne monili. Pierre Chaunu stima che nel giro di due anni i colonizzatori assorbirono tutto l'oro
accumulato in millenni dagli indigeni e iniziarono lo sfruttamento dei ricchi giacimenti. Questa
azione di sfruttamento fu denominata il ciclo dell'oro delle isole. Le popolazioni del luogo,
gi distrutte dalle epidemie, venivano schiavizzate per lavorare senza sosta nelle miniere e nei
giacimenti. Dopo il 1500 il totale di oro estratto dalle miniere delle Americhe ammontava a pi
di 500 kg l'anno. Successivamente dal 1530 fino al 1560 raggiunse 4000 kg l'anno.
Contemporaneamente l'argento diventava sempre pi importante. Si stima che dopo il 1560
l'oro ammontasse soltanto al 15 per cento degli arrivi in argento. Il luogo principale di
destinazione dei metalli preziosi americani era Siviglia, dove il carico d'oro veniva scambiato
con prodotti manifatturieri. La contrattazione era organizzata dalla Casa de la contractation
(una specie di Borsa dei nostri giorni) dove l'area delle grida dei mercanti era rappresentata dai
gradini della cattedrale. Ma chi finanziava le spedizioni? Riportiamo un sonetto dell'epoca,
opera di Quevedo, che ci da un'idea originale dei flussi monetari e reali del XVI secolo.
Poderoso caballero es Don Dinero: nace en las Indias honrado, donde el mundo le acompana
viene a morir en Espatia yest en Gnova enterrado.l l Possente signore Don Denaro: / nasce
onorato nelle Indie, / dove il mondo l'a ccompagna, / viene a morire in Spagna / ed sepolto a
Genova. 40 STORIA DELLA MONETA Le spedizioni venivano finanziate da abili commercianti di
Genova (i Centurione, i Doria, gli Spinola) che praticavano il prestito marittimo, ma non
mancavano banchieri fiorentini e veneziani. Continuando il nostro corso storico delle
conquiste, assistiamo sul finire del xvl secolo alla diminuzione dell'importanza dell'oro
proveniente dalle colonie portoghesi di Mina a vantaggio della Monomotapa, vale a dire le
attuali zone aurifere pi ricche del mondo, quelle della Rhodesia e del Transvaal. Anche gli
arabi nel frattempo avevano raggiunto le coste orientali dell'Africa, trasportando oro in
carovane fino al Mediterraneo. Questa volta per l'oro portoghese raggiungeva l'India, dove
veniva trasformato in moneta presso Goa e gli utili che raggiungevano Lisbona ammontavano
solo a una piccola parte rispetto a quelli realizzati dai signori che legavano rapporti di scambio
con l'India, l'Indostan e il Dekkan. Nelle Americhe iniziavano gli sfruttamenti dei giacimenti del
Per, del Messico e del Venezuela. Una citazione a parte meriterebbe Potos, localit del Per,

vero specchio del capitalismo moderno. Nel XVII secolo la Spagna perse posizioni strategiche
importanti sui territori americani a tutto vantaggio degli inglesi, olandesi e francesi.
Frequentissimi erano i saccheggi a opera di inglesi e francesi che prendevano di mira le navi
cariche di tesori provenienti dalle Americhe. Tali scorrerie, inizialmente finanziate dai privati,
ricevettero ben presto una copertura politica dalla Corona inglese rappresentata dalla regina
Elisabetta I. L 'egemonia dei finanzieri intemazionali La quantit di metallo che raggiungeva
Siviglia veniva proporzionalmente divisa per 3/4 ai privati e 1/4 al re. Quest'ultima parte era
riversata immediatamente negli altri paesi europei a copertura dei cospicui debiti contratti
dalla Corona (il tesoro pubblico assumeva debiti di ogni sorta considerando che Carlo v era
sovrano anche dei Paesi Bassi, Austria, Italia e Germania). Come abbiamo in parte accennato
nei paragrafi precedenti i traffici erano finanziati da banchieri tedeschi e genovesi che LA
SPINTA ALL'ORO DEL XV E XVI SECOLO 41

esercitavano il loro controllo sia sui privati, sia sulla Corona. I prestiti contratti dalla Spagna
assumevano la forma di titoli di emissione (gli antenati dei nostri BOT) a interesse fisso,
chiamati juros. I banchieri in grado di fornire questi prestiti entravano in stretto rapporto con i
sovrani, a volte stabilendo degli asientos (trattati) che fissavano reciprocamente diritti e
doveri. Le compagnie finanziarie fiorivano, riuscendo a controllare lo sfruttamento di territori,
miniere, forniture militari, equipaggiamenti di flotte con il sistema degli asientos che di fatto
divennero operazioni di credit. Il tesoro americano costituiva la garanzia reale e ben presto si
rivel insufficiente dinanzi ai tassi di interesse richiesti, anche perch buona parte del minerale
estratto era oggetto di contrabbando che riusciva a sfuggire ai controlli. Alcuni dati in nostro
possesso ci segnalano che i tassi variarono dal 17,6% del 1520 al 48,8% annuo nel 1556. Il
debito estero contratto divenne incontrollabile a vantaggio degli stranieri. Ci giustifica anche
alcuni sequestri di metallo destinato ai privati e le fortissime imposte praticate in Spagna. Il
debito si traduceva in esportazione massiccia di moneta attraverso concessioni di licenze di
espropriazione. L'argento in questo periodo era relativamente abbondante in Spagna e
attraverso il porto di Siviglia veniva tradotto a Genova, per poi essere redistribuito sulle altre
piazze internazionali dell'Europa. I genovesi avevano ben compreso i vantaggi che si potevano
acquisire tramite il commercio con la Spagna. Si esportavano prodotti manifatturieri italiani
(relativamente a buon mercato rispetto a quelli spagnoli vista l'elevata inflazione) che
avrebbero preso la via delle Indie in cambio di metalli preziosi. La merce veniva pagata in
monete d'argento, molto sottovalutate in Spagna per via della sua abbondanza (giacimenti
americani). La bancarotta del 1557 dei creditori di Carlo v consolid le posizioni dei genovesi
che finanziavano la Corona spagnola

con gli asientos, poi rivenduti immediatamente ai risparmiatori spagnoli. Lo stesso Filippo II si
rese conto della potenza finanziaria che Genova stava assumendo e oper tentativi di revisione
degli asientos. Ma sotto la minaccia di finanziamenti alla rivolta fiamminga cedette alle
pressioni. Cos il flusso di argento e di oro finiva per trasferirsi realmente nel porto di Genova.
Quali furono gli effetti di un afflusso cos massiccio verso l'Italia di valuta in metallo? Parte di
questo denaro, controllato da poche potentissime famiglie, era destinato ai mercenari della
guerra delle Fiandre. I profitti erano elevatissimi (come abbiamo visto destarono le
preoccupazioni della Corona di Spagna per le dimensioni eccezionali che andavano
assumendo), derivanti dalle rendite degli asienios, dalla speculazione sull'argento e dalle
esportazioni dei preziosi manufatti genovesi: grano, cuoio, lana, in cambio di drappi d'oro,
velluti, seta, carta e armi. La Spagna era per l'Italia quello che l'America era per la Spagna. Un
territorio di conquista insomma, e gli effetti furono disastrosi per l'economia sul finire del XVI
secolo. Le mutazioni monetarie Abbiamo gi visto alcune problematiche del bimetallismo, e le
difficolt di mantenere stabile il corso in un sistema monetario fondato su due metalli. Il
rapporto veniva stabilito con atto del sovrano in funzione della moneta di conto. In realt il
rapporto legale non coincideva con quello che veniva a stabilirsi nel mercato dei due metalli.
L'oro e l'argento non servivano soltanto per la coniazione, ma erano utilizzati come materia
prima per oggetti di oreficeria il cui impiego era sicuramente pi elevato rispetto ai precedenti
periodi (facendo eccezione per gli impieghi industriali), perch considerati mezzi di
conservazione di valori. Va anche messo in rilievo che il corso dei metalli sub le leggi dei
mercati internazionali. Si aggiunga infine che l'oro e in parte l'argento venivano prodotti da
paesi al di fuori dell'Europa; e quindi, il mercante di Siviglia o di Norimberga aveva la facolt di
rivolgersi a pi zecche e ottenere condizioni pi favorevoli. Se ne deduce che il corso
commerciale dei metalli era estremamente variabile e si operava su uno stock assai meno
abbondante di oggi. La scoperta di una nuova miniera, olo scarico d'oro di una caravella
proveniente dall'Oriente era sufficiente a far variare il corso in maniera sensibile. Le relazioni
economiche si determinavano quindi con la non coincidenza fra il valore commerciale e quello
legale dei due metalli e poteva accadere che il corso fosse volutamente differente per via delle
diverse politiche monetarie dei rispettivi sovrani, spesso alla merc dei mercanti (citiamo ad
esempio, il tentativo dei mercanti lombardi, importatori d'oro, di rialzare il suo corso legale
dell'oro con l'aiuto di Filippo il Bello). La moneta coniata nel metallo sottostimato aveva
tendenza a fuggire verso altre piazze straniere e il mercante accorto poteva lucrare sul cambio
favorevole a danno della politica monetaria di quel paese. Tale fenomeno fu generale. Gli
uomini del XVI secolo ritenevano che il rapporto tra oro e argento dovesse essere costante. Di
fatto esso si aggirava intorno a 12 creando un senso comune di rapporto ideale. La variabilit
del rapporto nel breve termine era in funzione dell'abbon-

danza o della scarsit dei due metalli, nel lungo termine in funzione del costo di produzione.
Ne abbiamo gi accennato ampiamente nelle pagine precedenti. A seconda delle condizioni
del mercato cresceva l'interesse ad accumulare l'una o l'altra moneta in relazione alle
quotazioni ufficiali, a seconda che queste soprawalutassero o sottovalutassero i rapporti. In
fondo, quello che accade oggi, negli scambi delle valute internazionali, molto vicino a quello
che succedeva qualche secolo fa Se all'inizio del XVI secolo l'oro era pi abbondante in Spagna
che in Francia e viceversa l'argento, lo speculatore trasferiva l'oro in Spagna e l'argento in
Francia. Cos l'operatore francese, che aveva gi la tendenza a esportare il suo oro, cominci a
farlo in misura ancora maggiore in cambio di argento. L'unica soluzione alla fuga dell'argento o
dell'oro in un paese, per effetto delle diverse valutazioni, era un decr, cio un editto con il
quale veniva imposto al pubblico di riportare alla zecca le vecchie monete scambiandole con
quelle del nuovo corso. Non vogliamo entrare in dettagli tecnici riguardo alle speculazioni che
cos venivano a crearsi, ma certamente esse caratterizzarono un'epoca, dove l'instabilit, oggi
tanto temuta nei mercati finanziari internazionali, era all'ordine del giorno. Nel tentativo di
assicurare una stabilit dei prezzi, il deputa44 STORIA DELLA MONETA to Jean Bodin sostenne
che era necessario coniare tutte le monete in una zecca unica, valida per tutta la Francia,
cercando di far corrispondere il contenuto intrinseco al valore nominale. Dal 1577 al 1602 il
valore dello scudo-sole era fissato a 65 soldi anzich 60, vale a dire una svalutazione dell'8%:
una stabilir straordinaria, considerando l'epoca. Lo stesso Bodin capiva che la causa
principale, se non l'unica, delle variazioni dei prezzi in aumento era l'abbondanza di oro e di
argento. Qualche anno pi tardi autori come Sully in Francia e Serra in Italia sostennero che
l'oro e l'argento non costituivano di per s ricchezza. Era necessario produrre per attrarre il
metallo: agricoltura, industria e allevamento - sostenevano erano la vera ricchezza di una
nazione, come pi tardi confermer anche Smith. Indebolimenti e rafforzamenti Spiegheremo
ora come e perch le monete potevano indebolirsi e rafforzarsi cos rapidamente. Partiremo
dal principio che la moneta cattiva scaccia quella buona. Il lavoro dei cosiddetti tosatori,
cio coloro che tosavano (limavano) le monete al fine di privarle del contenuto originario del
metallo, aveva origini antiche. Le tecniche di coniazione non erano ancora state perfezionate e
tale attivit poteva essere facilmente svolta, contribuendo costantemente a far retrocedere il
valore intrinseco. Solo dopo il 1551, con la moneta perfettamente tonda, e dal 1685, con la
scanalatura e la scrittura protettrice sul bordo venne debellata la tosatura2. Ci informa
Gresham che, ai tempi del Colbert, tanto per fare un esempio, il pezzo d'argento di quattro
soldi veniva, per cos dire, scacciato, dalle monete straniere in circolazione di te-

2 La riduzione delle contraffazioni sul finire del xvlll secolo e il perfeziona mento delle tecniche
di coniazione dei metalli per opera di zecche centrali, con impia nti costosi e all'avanguardia,
ebbero il merito di debellare la falsificazione: le m onete quasl perfette assumevano oltre che
un valore intrinseco e legale, anche uno art istico. Le zecche della Francia, della Toscana, del
Vaticano e di altri Stati ebbero alle loro dipendenze artisti veramente di alto livello fino al XVI
secolo. Nel XVIII secolo per la rotondit perfetta, una certa anonimit artistica e le semplici
figurazioni di verranno le caratteristiche principali della moneta. LA SPINTA ALL'ORO DEL XV E
XVI SECOLO 45

nore pi basso o da quelle dei feudatari che continuavano a mantenere il diritto di coniazione.
- Alle frontiere accadeva quindi che la buona moneta francese venisse scambiata con monete
straniere pi deboli, lasciando queste ultime in circolazione, visto il pari corso legale. La fuga
della moneta forte rispetto a quella debole fu una delle cause del fallimento della riforma
monetaria di Carlo v, che si fondava sulla moneta buona. La riforma fall anche per opera dei
falsari. Sul principio di Gresham una conclusione d'obbligo: l'esistenza di un focolaio di
moneta debole rischia di tirare verso il basso tutte le altre monete. Tra le cause degli
indebolimenti vi anche l'aumento dei mezzi di pagamento in circolazione. Per effetto diretto i
prezzi tendono ad aumentare. L'indebolimento giocava invece a favore dei debitori e di
conseguenza del re. E chiaro che quest'ultimo procedeva quindi a una mutazione del corso e,
dal momento che gli indebolimenti avevano il soprawento, i debitori di rendite ne ricavavano il
profitto principale. Il rafforzamento consisteva in un aumento del valore metallico dell'unit di
conto e spesso si rendeva necessario per trovare soluzione a tempeste valutarie: si tramutava
allora in una diminuzione dei mezzi di pagamento, vale a dire in una deflazione. Al contrario
degli indebolimenti, i rafforzamenti favorivano senza dubbio i creditori, i grandi mercanti e
anche il re quando poteva permettersi di non indebitarsi: e questo nella maniera pi normale e
cio attraverso la riscossione delle imposte. Anche i salari erano pagati in moneta fissa, ma
all'atto del rafforzamento interveniva, se necessario, una loro diminuzione. Con il passare dei
secoli l'alternanza dei rafforzamenti e degli indebolimenti sono andati sempre a vantaggio di
questi ultimi per alcune ragioni fondamentali che possiamo cos riassumere: adeguamento del
rapporto legale a quello commerciale; necessit di aumentare i mezzi di pagamento; necessit
del re quando questo aveva contratto grossi debiti; deprezzamento spontaneo.

Il tutto pu essere ricondotto a una conclusione: l'economia crescente ai ritrni esponenziali fa
in modo che i mezzi monetari metallici si rivelino alla lunga insufficienti alle esigenze dei
mercati. Ogni quantit aggiuntiva d'oro veniva subito contesa dal mercato e a eccezione
dell'importazione di oro americano, il vuoto si rivelava incolmabile. Lo stock di risorse auree e
argentee diventava fisso e il contenuto intrinseco doveva necessariamente diminuire. Soltanto
sul finire del XVIII secolo con lo sviluppo del credito (grazie al nuovo ingresso nel mercato dei
metalli delle miniere del Brasile e poi del Sud Africa) Sl riusc ad arrivare a un'abbondanza di
mezzi monetari e quindi a una stabilit. Un merito particolare in tal senso va ascritto alla
diffusione dello strumento della cambiale. IV. La moneta nell'et capitalistica

L'ascesa dell'Olanda e la nascita della Banca diAmsterdam Abbiamo analizzato i motivi del
tramonto dell'economia spagnola che ha ceduto il passo alla potenza olandese. E dimostrato
che il capitale accumulato in Olanda intorno alla met del XVII secolo abbia raggiunto tutto
quello del resto dell'Europa messo insieme. Al contrario di quello spagnolo, il capitalista
olandese investiva in attivit produttive: i metodi agricoli applicati erano i pi avanzati del
mondo (come tutt'oggi) e tra il 1670 e il 1680 l'industria tessile raggiungeva il suo apogeo.
Nello stesso secolo le Province Unite disponevano della pi grande compagnia specializzata nel
commercio a lunga distanza (l'Oost Indische Kompagnie) e grazie alla pi grande flotta allora
esistente solcavano gli oceani di tutti i continenti. Si pensi che soltanto con i noli marittimi gli
olandesi potevano assicurare l'attivo della loro bilancia commerciale. In questo quadro storico
si inserisce la nascita della prima banca nazionale. In virt della loro potenza commerciale le
Province Unite importavano metalli preziosi di ogni tipo, trasformandoli in moneta
internazionale (negotie penningen). Fatto notevolmente importante che il paese adottava
due sistemi monetari: il primo basato sulla moneta internazionale per gli scambi con l'estero; il
secondo, per uso interno, basato su una moneta a basso contenuto intrinseco che incoraggiava
le esportazioni. Nessuna disposizione di legge limitava l'uscita di monete o di metalli preziosi
(per i mercanti olandesi l'oro era comunque una merce) e lo spirito di libert che si respirava
costituiva il cardine della superiorit olandese. La nascita della Ban48 STORIA DELLA MONETA
ca di Amsterdam datata 1609. Alle sue origini, essa ebbe la funzione di una banca di depositi
e non di credito. Accettava qualsiasi somma rilasciando una lettera di cambio garantita contro
ogni tipo di sequestro. I suoi profitti erano basati sulle speculazioni prodotte dal cambio. Solo
sul finire del secolo comparvero le prime operazioni di credito: si concedevano interessi sui
depositi facendo affluire

ogni sorta di capitali internazionali e le transazioni commerciali non dovevano pi
necessariamente essere prodotte in metallo, ma mediante lettere di credito. Nonostante la
sanguinosa guerra condotta dai francesi contro le Province Unite, la Banca di Amsterdam
continuava a fare fede ai suoi impegni, garantendo il pagamento di qualsiasi transazione.
Divent cos la banca pi sicura del mondo. Solo con l'ascesa di Guglielmo d'Orange al trono
d'Inghilterra si assistette alla caduta del ruolo internazionale che aveva fatto dell'Olanda quello
che Venezia era stata nel Medioevo. I metalli preziosi arrivavano ad Amsterdam con un flusso
pi o meno costante, soprattutto alla fine di una guerra o di una sommossa che tratteneva
nelle colonie i proventi dello sfruttamento delle popolazioni e delle miniere. Il ruolo
fondamentale che assumeva la banca era quello di stabilizzatrice dei mercati internazionali. Un
imponente afflusso d'oro o d'argento, infatti, se immesso direttamente nella circolazione,
avrebbe causato gli effetti di un forte sconvolgimento dei prezzi (come abbiamo visto nel xvl
secolo). Per evitarlo, i metalli venivano depositati in cambio di interessi molto modesti e in
attesa che le condizioni di mercato divenissero pi favorevoli per la vendita, incoraggiando cos
gli speculatori. La Banca d'Inghilterra Sul piano marittimO e internazionale, l'Inghilterra si
afferm come potenza sul finire del xvll secolo. Fu allora che essa pose i fondamenti del
sistema monetario mondiale: da nazione corsara divent mercantile e tra il 1610 e il 1640 il
suo commercio si era gi decuplicato. Il XVII secolo rappresent, secondo alcuni, la prima
rivoluzione industriale in quanto in Inghilterra la produzione di carbone non aveva
un'importanza soltanto locale, ma cominciaLA MONETA NELL'ETA CAPITALISTICA 49

va ad alimentare officine di primo stampo industriale. I capitali richiesti per tali investimenti
cominciavano a essere ingenti. Per esempio, una birreria londinese del XVII secolo doveva
richiedere un capitale di 25.~00 sterline contro le 10.000 del xv secolo. Senza soffermarsi sui
segnali premonitori della rivoluzione industriale e del moderno capitalismo, interessante
notare che il potere dei mon~yed-men1 prende il soprawento sui conded-men2. La
costituzione della Banca d'Inghilterra risale al 1694. All'inizio il problema che essa era chiamata
a risolvere era lo stesso postosi alla Banca di Amsterdam: contrastare i disordini monetari tipici
del secolo. I mercanti depositavano i loro tesori (monete) in metallo prezioso presso gli orefici
in cambio di ricevute di deposito: queste si affermarono ben presto come mezzo di pagamento
risolvendo l'annoso problema di trasportare l'oro. Ci aweniva, come abbiamo visto, anche
presso la Banca di Amsterdam. Da un punto di vista monetario il ruolo delle banche era quello
di cambia-valute ma, per il principio di Graham, esse utilizzavano per il commercio
internazionale le monete migliori, reimmettendo quelle peggiori sul mercato interno
(deliberatamente tosate). Speculavano cos sul valore relativo

dell'oro e dell'argento e non esitavano a fonderli per lucrare sull'argento soprawalutato in altre
piazze, essendosi accorti che non tutti i depositi venivano ritirati contemporaneamente:
potevano cos permettersi di concedere larghi crediti. Il sistema affermatosi, nel corso della
guerra contro la Francia, non riusciva per a essere del tutto soddisfacente per i mercanti e per
la Corona. I primi venivano accusati di essere usurai, tosatori e insolventi, la seconda
richiedeva prestiti troppo elevati. I mercanti costituirono cos una moderna societ per azioni
per prestare denaro al re e finanziare la guerra. Per i propri creditori la banca emetteva
biglietti utilizzabili come mezzi di pagamento. I Uomini per i quali il denaro la preoccupazione
principale. 2 Uomini il cui interesse principale la terra. 50 STORIA DELLA MONETA Se si vuole
fare la comparazione con la banca gemella olandese necessario sottolineare che la Banca
d'Inghilterra fu sin dall'inizio pi moderna intermini attuali. La prima fungeva prevalentemente
da cassa depositi. Contemporaneamente all'emissione del primo prestito alla Corona, segu
una svalutazione consistente dello scellino che pass, nel corso di un anno, da 20 scellini per
ghinea d'oro a 30 scellini, determinando una conseguente sfiducia nel mercato, in buona parte
dovuta alla presenza massiccia di cattiva moneta. Era indispensabile un atto della Corona che
modificasse il corso legale della moneta. Fu necessario ricorrere al rimedio classico: ritirare
tutte le monete per poi rifonderle in moneta nuova, vale a dire far corrispondere il valore
estrinseco a quello intrinseco. In questo caso per lo Stato si sarebbe assunto l'intero onere
della differenza svalutata. La controversia fu resa celebre perch a essa segu la secolare
stabilit della sterlina e del suo collegamento alla base aurea. John Locke, affermato filosofo e
attivo politico, argoment la svalutazione nel fatto che 77 scellini (corrispondenti al valore di
mercato di un'oncia d'argento) non pesavano pi di 62 scellini normali (o meglio nuovi di
zecca). Lo Stato inglese ritir tutta la cattiva moneta e la perdita fu di 2.700.000 sterline, in
parte riassorbite con la riscossione di imposte in buona moneta. A ben guardare la tosatura
della moneta non avrebbe potuto provocare una svalutazione del 50~o (era necessario ridurre
per limatura met della moneta stessa) e la ragione andava piuttosto addebitata alla diffusione
dei mezzi di pagamento cartacei. Per effetto delle nuove monete il contenuto di argento
risultava aumentato e l'oro, fino ad allora sottovalutato, divenne pi quotato che nel resto
d'Europa. Il risultato che ne consegu, per altro senza volerlo, fu un afflusso massiccio di oro
dal continente. In questo modo l'Inghilterra trasform il suo sistema in un sistema monetario a
base aurea. Intanto prendevano larga diffusione le Bank bills, attestazioni di debito della banca
a fronte di un deposito fruttifero di interesse; le running-cash-notes, banconote al portatore
garantite da un deposito metallico e rimborsabile immediatamente, e infine effetti a corso
forzoso come gli attuali biglietti di banLA MONETA NELL'ETA CAPITALISTICA 51

ca. In questo modo il credito fu favorito cDn ogni mezzo, costituendo il volano dell'economia
inglese. Occorre sottolineare che nei primi anni del XVIII secolo il Portogallo era sotto
l'influenza dominante dell'Inghilterra e che questo periodo coincise con la scoperta di nuove
risorse aurifere nel Brasile dalle quali gli inglesi trassero i maggiori benefici. E opportuna in
questa sede una descrizione sommaria della condizione del Brasile agli inizi del 1700.
L'economia brasiliana era costantemente in crescita e il principale prodotto di esportazione
eralo zucchero. Ma dopo la sconfitta degli olandesi nel 1657, questi (soprattutto i conversos,
cio gli ebrei emigranti) diffusero piantagioni di canna da zucchero in concorrenza. Il Portogallo
assumeva una veste di intermediario nei traffici che di fatto si svolgevano tra questo paese e
l'Inghilterra, anche in virt di trattati economici. L'aumento relativo dell'oro in quell'epoca
(come abbiamo visto, soprawalutato in Inghilterra) determin un intensificarsi delle ricerche
nei territori inesplorati (la costa aveva fruttato poco o nulla). I nuovi esploratori furono
denominati Paulistas e nel 1673 Fernaos Dias Pais organizz la pi grande spedizione alla
ricerca di oro e di diamanti che dur sette anni. Egli mor quando arriv alle porte dei
giacimenti della regione di Minas Gerais dove comunque awi lo sfruttamento dell'oro
brasiliano dando vita a una nuova corrente migratoria dall'Europa verso il Brasile, per altro
contrastata in tutti i modi dagli stessi Paulistas. L'Inghilterra, in virt del suo surplus
commerciale, era la piazza di destinazione di tutto questo oro (un po' come accadeva per
Genova con i suoi traffici con la Spagna). Tutto questo comport nuovi sconvolgimenti valutari:
tra il 1694 e il 1727 si riusc a coniare 14.000.000 di sterline d'oro, l'equivalente dei precedenti
140 anni. Tentativi di stabilizzazione monetaria Le catastrofi monetarie, come pi volte
sottolineato, erano l'incubo degli operatori economici. La Spagna ne fu un caso eclatante. 52
STORIA DELLA MONETA Si assistette per tutto il xvlI secolo alla diffusione del biglione, meglio
conosciuto come moneta nera, in puro rame importato dalla Scandinavia: tra il 1660 e il
1680 il 95~o della moneta circolante era in questo metallo. La svalutazione fu cos consistente
che furono necessarie enormi quantit di moneta per pagare le merci. A nulla valsero alcuni
tentativi di restaurazione e di ritiro del biglione per assicurare una relativa stabilit. Dopo il
ritiro massiccio del biglione e la coniazione di piccole monete d'argento con valore nominale
uguale a quello di mercato si assistette a una relativa stabilit fino al 1690. Sul finire del secolo
anche la Spagna, sull'esempio dell'Olanda, cominci a coniare due tipi di moneta, una a
valenza internazionale e una per gli scambi interni. n ruolo della circolazione cartacea nel 1700
In Francia furono create delle banche a carattere nazionale

che a poco a poco assunsero il compito di controllare la politica monetaria. Nel 1776 fu creata
la prima Banca di Sconto a sostegno del commercio. Essa poteva praticare, oltre lo sconto sugli
effetti commerciali, il commercio di metalli preziosi e delle monete estere ed emettere biglietti
pagabili a vista: fu l'inizio della diffusione della circolazione cartacea. Di fatto questo tipo di
banca, che fu antecedente alla vera Banca di Francia, praticava credito a buon mercato, ma il
suo controllo era strettamente privato (arricchiva finanzieri svizzeri per i debiti assunti dallo
Stato francese nelle guerre nel continente americano). Dal canto suo, la Banca d'Inghilterra
aumentava il suo privilegio di solvibilit, continuando a detenere il monopolio di emissione di
biglietti pagabili a vista, ormai considerati dai mercanti come mezzi di pagamento equivalenti
alla moneta. Il 1745 rappresent una data storica per il biglietto di banca e la sua definitiva
affermazione: una crisi dinastica, su minaccia degli Stuart, provoc il panico nella piazza di
Londra e solo con l'intervento dei mercanti della citt si evit la bancarotta. Perfettamente
consapevoli della necessit del credito dalla banca e dell'impossibilit di convertire in moneta
tutti i biglietti di banca emessi, i mercanti si impegnarono a non rifiutare il pagamento delle
merci in biglietti. LA MONETA NELL'ETA CAPITALISTICA Un'ulteriore affermazione fu la
disposizione del 1773 che prevedeva la pena di morte per i falsificatori dei biglietti. La
rivoluzione finanziaria londinese ben presto tocc il Galles e la Scozia con un proliferarsi
incontrollato di piccoli operatori del credito. Nel 1776 Smith pubblicava la sua opera Ricerche
sopra la natura e le cause della riccheza delle nazioni, dove affermava che l'errore
fondamentale dei mercati consisteva nella confusione tra ricchezza e monete, questo
determinava la naturale tendenza a confondere anche la moneta cartacea. Ecco dunque una
chiara enunciazione del fatto che la moneta uno strumento di pagamento piuttosto che una
ricchezza. E semplice intuire che la totalit dei biglietti emessi non corrispondeva a una reale
copertura in oro, il che determinava una trasformazione del sistema economico reale in
sistema del credito, trasformazione che fu alla base della rivoluzione economica inglese. E
tuttavia necessario sottolineare che nel 1780 la circolazione cartacea rappresentava ancora il
10% della moneta. Ci nonostante lo stesso Smith defin la relazione causa-effetto tra lo
sviluppo del sistema bancario (e la diffusione dei crediti circolanti) e la crescita economica. Lo
sviluppo vertiginoso della crescita economica spingeva un numero sempre maggiore di
imprese a contrarre prestiti, ci si traduceva in una concorrenza sempre pi agguerrita che
comportava un livellamento sostanziale dei profitti. Sul finire del 1700 la crisi commerciale e i
continui fallimenti determinarono l'adozione da parte della Banca d'Inghilterra del primo
strumento di politica monetaria: quando l'oro iniziava a scarseggiare sulla piazza (preannuncio
di crisi) la reazione che ne derivava consisteva in un'immediata restrizione del credito. Al
contrario, non appena si constatava un aumento di circolazione dell'oro riprendevano le
emissioni di biglietti e di prestiti.

La situazione monetaria nella Rivoluzione francese Sul finire del XVIII secolo l'Europa fu invasa
da un nuovo afflusso di metalli preziosi (argento), provenienti in particolare dal Messico, che
determin violente distorsioni monetarie accentuate da continue guerre per il controllo dei
traffici. La Spagna aveva in qualche modo risolto il problema delle inflazioni prodotte dalle
guerre con emissioni di vales, vale a dire biglietti garantiti con arrivi successivi di metallo in
epoca di pace. In Francia, invece, la Rivoluzione sar conseguenza della congiuntura economica
verificatasi e degli squilibri sociali che questa aveva determinato. Il cattivo raccolto del grano
del 1788 fece giungere, l'anno dopo, il prezzo dello stesso a valori eccezionali. Nel 1789,11
milioni di francesi si trovavano al limite della povert: era la Rivoluzione. Si cerc di trovare
una rapida soluzione politica e sociale attraverso la confisca dei beni del clero. Questa misura
pose un problema di ordine economico: al momento nessuno poteva permettersi di acquistare
tali beni, neanche lo Stato che era gi indebitato; vennero allora emessi degli assegnati, vale
a dire dei titoli fruttiferi che rappresentavano quota parte delle future vendite. Alla sua prima
emissione originaria l'assegnato era un titolo fruttifero (5% di interesse fisso annuale) di grosso
taglio. In seguito con la soppressione dell'interesse annuo e l'emissione di tagli pi piccoli, si
tent di consentire anche ai meno abbienti di acquistarne, trasformandolo in moneta cartacea.
Fu in pratica il primo esempio di banconota moderna. In meno di tre anni (1791), tutti
possedevano gli assegnati, arrivati al taglio di 10 soldi (i primi erano di 1000 lire), in quanto i
beni messi all'incanto potevano essere pagati esclusivamente con questo strumento. Ma le
emissioni erano continue e diventavano ben superiori ai valori garantiti (la teoria quantitativa
non era considerata dai responsabili della politica monetaria) determinandone un'automatica
svalutazione. Nel 1793 il valore di un assegnato era pari al 22% del suo valore nominale e nel
1796 era sceso addirittura al 4%: le spese di stampa si awicinavano al valore corrente del
biglietto! Fu una catastrofe monetaria, quasi paragonabile a quella tedesca del dopoguerra
successiva alla prima guerra mondiale. La stagnazione del commercio e i fallimenti delle
imprese commerciali furono in parte evitati solo con i successi militari della Repubblica, che
ebbero come naturale conseguenza l'invasione commerciale dei prodotti francesi in tutta
l'Europa. Nel tentativo di risanare le sorti della politica finanziaria francese fu fondata la Banca
di Francia che qualche anno pi tardi sar la concessionaria esclusiva della emissione del
fianco, la prima moneta che adottava il sistema metrico decimale. L'unit monetaria divenne
quindi il 1~anco d 'a~ento del peso di 5 grammi (titolo 900), contenente di conseguenza lo
stesso valore della lira (4,5 grammi di argento puro). Le monete d'oro erano di 20 e 40 franchi
con due equivalenze legali: 4,5 grammi d'argento e 0,290 grammi d'oro (l'oro quindi equivale a
15,5 volte l'argento) determinando un ritorno al sistema bimetallico. La Banca di Francia aveva
le funzioni di cassa di ammortamento, cassa privata di sconto e cassa di sconto del commercio
e, solo dopo la grave crisi degli affari del 1806, comincer a svolgere un ruolo determinante
nella politica monetaria della neo Repubblica di Francia, attraverso la nomina di un

governatore designato dallo Stato. A Parigi comunque la funzione bancaria era gi abbastanza
sviluppata e si contavano 21 banchieri nel 1703, 51 nel 1721 e 66 nel 1776, con funzioni di
intermediazione dei biglietti di commercio privati, delle azioni della Compagnia delle Indie, dei
biglietti della lotteria reale e dei biglietti di deposito aureo. Da qui si affermarono antiche e
nobili casate che riuscirono a controllare i pi importanti istituti di credito francesi e svizzeri:
Thellusson, Necker, Lecouteulx, Paris-Duverney, de Laborde. Nel 1776 Isaac Panchaud cre la
Banca di Sconto, convinto della necessit di dar vita a una banca pubblica del tipo inglese. La
Banca di Sconto ebbe uno sviluppo considerevole quando pass di mano a Jacques Necker che
la trasform in banca delle banche: capace cio di concedere credito a tasso inferiore alle altre
banche e a grandi uomini di affari. Contemporaneamente in Inghilterra si assisteva a una
profonda svalutazione della sterlina cronologicamente opposta alla situazione monetaria
francese. All'emissione degli assegnati3 in Francia, corrispondeva in Inghilterra una solidit
monetaria, awantaggiata dal fatto che l'oro e l'argento francese affluivano senza precedenti a
causa dell'instabilit politica e sociale che si era creata nel paese di provenienza. La fine 3
Biglietti emessi in Francia dal 1789 al 1796, non convertibili in moneta ma p agabili con i
proventi della vendita dei beni del clero. degli assegnati in Francia corrispose a un riflusso
dell'oro e contemporaneamente a una crisi del cambio inglese accentuata da cattivi risultati
nei raccolti di grano. Per cercare di arginare le uscite di oro (le riserve erano giunte allo
stremo) la Banca d'Inghilterra decise di restringere il credito. L'aumento generale dei prezzi
determin il panico fra i portatori di biglietti che si precipitarono agli sportelli. Il 3 maggio del
1797 venne promulgato il Bank Restriction Act, un prowedimento che autorizzava il corso
forzoso, cio la non convertibilit dei biglietti in oro. Rester in vigore fino al 1811. Nel 1812 si
stabil l'obbligo di accettare qualsiasi pagamento in biglietti. I segni della svalutazione erano: - il
prezzo dell'oro e dell'argento. Risulter praticamente assente nelle quotazioni; - il cambio cade
al 12~o sulla piazza di Amburgo; - i prezzi aumentarono tra il 1807 e il 1809 del 25%. I fattori
della svalutazione in parte accennati erano di diverso ordine: la riserva aurea della Banca
d'Inghilterra era diminuita considerevolmente e contemporaneamente si assisteva a un
aumento dei biglietti di banca in circolazione. I prestiti concessi dalla banca, in particolare ai
privati, passarono da 12,7 a 19,5 milioni di sterline. Da tutto ci si pu dedurre che si trattava
di un'inflazione creditizia, piuttosto che monetaria. Occorre aggiungere poi che, per via degli
alti prezzi, erano incoraggiate le importazioni, con un conseguente deficit commerciale. Nel
1814 si pens che alla pace sarebbe seguita la convertibilit dei biglietti e questa attesa
rallent la circolazione della moneta con una relativa deflazione. Alti e bassi determinarono il
periodo pi instabile della storia monetaria

di questo paese. Solo nel 1816 si giunse a un'attesa disposizione reale; si stabiliva che l'oro
standard measure of value and legal tender for payments without any limitation of
amount4. In pratica era stata istituita la base-oro. 4 Misura standard del valore e valuta legale
per i pagamenti senza alcuna limit azione di somma. LA MONETA NELL'ETA CAPITALISTICA
Riflessioni sul corso forzoso inglese Nonostante l'esempio fornito contemporaneamente dai
vicini francesi (l'emissione degli assegnati), il Bank Restriction Act fu mantenuto in
Inghilterra per molti anni. La differenza con la carta moneta francese era dovuta al fatto che la
banca emetteva biglietti per i privati. L'emissione di biglietti per lo Stato non era continua. Il
problema che ci si poneva era: il valore dell'oro che aumenta o il valore della carta moneta
che diminuisce? In realt il problema derivava dalla confusione tra moneta di credito e
semplice carta moneta. La controversia spinse alla riflessione il parlamentare Thornton nella
sua opera Ricerche sulla natura e gli effetti della carta di credito in Gran Bretagna. Thornton
non aveva ben presente la teoria quantitativa e giustificava il successo del corso forzoso
inglese con la superiorit del commercio e l'alta produttivit della nazione. E da rilevare che la
Banca di Londra era indipendente e poteva resistere a qualsiasi tentazione di emissioni
esagerate da parte del governo. Qualche anno pi tardi David Ricardo pubblicava Princ~pi
deU'economia politica e dell'imposta, una delle tappe fondamentali della teoria monetaria.
Famosissimo il suo Currency Pr~:nciple: la relazione che esiste tra la moneta e i prezzi
quantitativa, il livello e le variazioni dei prezzi dipendono quindi esclusivamente dalla quantit
di moneta in circolazione e le variazioni tra le diverse valute sono dovute esclusivamente a
questo principio. Il disordine monetario intervenuto sul finire del XVIII secolo dovuto
principalmente alla diffusione della moneta cartacea. Se-la circolazione fosse stata
esclusivamente aurea, il metallo si sarebbe trasferito spontaneamente in altre piazze alla
ricerca di un prezzo di equilibrio. Purtroppo con la circolazione cartacea lo Stato pu trovare
vantaggiosa una sua emissione eccessiva, rompendo la relazione di convertibilit con le riserve
di metallo prezioso depositato: ci spiega l'aumento del prezzo dell'oro sulla banconota
cartacea. Ricardo era un convinto sostenitore dell'eguaglianza che dovrebbe esistere tra le
monete in circolazione e oro e di come le prime avrebbero dovuto essere calcolate in rapporto
ai bisogni economici effettivi. Tali princpi, che rappresentanO il cardine della teoria
quantitativa, hanno caratterizzato la politica monetaria inglese e sono alla base dello statuto
della Banca d'Inghilterra del 1844. 57

Cicli monetari del xlxsecolo legati alle nuove scoperte di giacimenti auriferi Il ciclo monetario
corrisponde a una fase temporale in cui i prezzi, prima caratterizzati da un aumento (boom),
cadono in una fase depressiva, per poi continuare in una successiva ripresa e poi ancora in una
depressine. Il ciclo caratteristico del funzionamento del capitalismo Due grandi cicli, 1817-
1850-1873,1873-1895-1920, sono stati chiamati di Kondrat'ev, dal nome dello scienziato che li
aveva studiati. Un aspetto da tenere presente nei cicli scoperti da Kondrat'ev la
concomitanza non casuale della produzione dei metalli rispetto al succedersi degli awenimenti
Infatti abbiamo: 1810-1821. Le miniere americane sono sempre meno sfruttate per i
movimenti indipendentistici; 1848-1851. Scoperta di giacimenti in California e in Australia;
1890-1896. Scoperta dei giacimenti d'oro del Grande Nord e del Sud Africa. Si pu affermare,
tuttavia, che l intero xlx secolo a partire dalla fine delle guerre napoleoniche~ fino ad arrivare
agli inizi della prima guerra mondiale, stato un periodo di relativa stabilit. Esso stato
caratterizZat dalla definitiva affermazione dell'oro in tutti i mercati, mentre l argento era
destinato a perdere progressivamente il suo ruolo monetariO Analizziamo i vari periodi
singlarmente nell'arco del secolo. 1817-1848. Abbiamo gi accennato che esso ha avuto come
caratteristica prevalente una diminuzione generale dei prezzi, con un nesso quasi logico con il
crollo produttivo delle miniere del continente americano (Messico e Per in particolare). Tale
tendenza continu anche dopo la ripresa della produzione americana e il maggiore
sfruttamento delle miniere del vecchio continente. 1848-1850. In questo periodo si verific
uno dei pi importanti awenimenti della storia americana: la scoperta dell'oro nella nuova
provincia della California, acquistata dagli Stati Uniti nel trattato con il Messico, che insieme
cedeva lo Utah, il Nuovo Messico, l'Arizona e il Nevada. La California nel 1848 aveva meno di
15.000 abitanti. James W. Marshall nell'installazione di una segheria, casualmente scopr
dell'oro nelle sabbie del letto del fiume. Segu una delle pi grandi febbri migratorie guidate
dall'oro: La propriet fu invasa e i proprietari espropriati. Ben presto i lavori dei campi furono
interrotti e i villaggi abbandonati. La febbre del guadagno, diffondendosi da una localit
all'altra, s'impadron degli abitanti di San Francisco e di Monterey, che partirono quasi tutti per
le miniere. Non si potevano tenere n operai n domestici, qualunque fosse il salario
promesso. I padroni, abbandonati dai loro servitori, si decidevano ben presto a fare come loro
e andavano anch'essi a cercare fortuna. Gli impiegati abbandonavano i loro posti; i soldati
disertavano. Le case restavano vuote. Nel mese

di agosto, in tutta la citt di Monterey c'erano solo il governatore e qualche ufficiale. Appena
approdava una nave, mozzi e marinai sparivano immediatamente per non pi tornare: alla fine
di autunno c'erano pi di dieci navi trattenute a riva per mancanza di marinai. Il governo
francese ritenne prudente fare awertire le sue baleniere in tutti i porti dell'Oceania e chiedere
loro di evitare quelle coste se non volevano perdere l'equipaggio.S Nel 1850, vale a dire due
anni dopo il trattato con il Messico, la California contava 92.000 abitanti. Nel 1856 ne registr
ben 500.000. Nelle variazioni dei prezzi, si verific la stessa rivoluzione che caratterizz le
scoperte del Per e del Messico. L'oro aliment una corrente di merci tra San Francisco e
Monterey, i due principali porti californiani e le piazze di New Orleans, New York e Londra. 5 E.
Lavasseur, La ques~ion de l'or Paris 1958. 60 STORIA DELLA MONETA I prezzi salivano e
scendevano vorticosamente, a seconda dell'intensit degli approwigionamenti o
dell'abbondanza di oro. Successivamente l'oro cominci a distribuirsi nel vecchio continente
insieme a quello proveniente dalle nuove scoperte dell'Australia e della Russia. Ci determin
un incremento generale dei prezzi a livello mondiale. 1890. Le ricerche geologiche si
susseguivano su scala planetaria e alle miniere gi scoperte si aggiunsero quelle del Klondyke,
dell'Alaska e del Colorado. Il Canada divent il terzo produttore di oro del mondo. Quasi
contemporaneamente si scoprivano i nuovi giacimenti del Sud Africa, le cui ricchezze saranno
stimate qualche anno pi tardi. Ancora, McArthur & Forrest scoprirono il procedimento che
permetteva di estrarre l'oro per il suo massimo con la cianurazione. L'Unione monetaria latina
Sul finire del XVIII secolo, alla nascita degli Stati Uniti d'America, segu la prima coniazione del
dollaro americano d'argento destinato ad avere un'enorme influenza nell'economia monetaria
mondiale. L'esempio dell'Inghilterra, che aveva adottato un regime monometallico di tipo
aureo, fu ben presto imitato da altri paesi (a esclusione della Francia che continuer a seguire il
sistema bimetallico con computo decimale), primo fra tutti dagli Stati Uniti con il dollaro
americano. Le economie influenzate dal sistema francese rimasero fedelmente ancorate al
bimetallismo: il Belgio nel 1831, la Svizzera nel 1848 e successivamente il Regno di Sardegna
trasmesso al nuovo Regno d'Italia. Gli inconvenienti che ne derivarono agli Stati, ai quali pare
che l'esperienza storica non avesse giovato, indussero i Paesi interessati all'adozione del
sistema inglese. Ma solo per l'insistenza del governo imperiale francese si giunse alla
stipulazione di una convenzione tra Francia, Belgio, Svizzera e Italia, che diede origine alla
Unione monetaria latina. Le stesse nazioni si impegnarono a non emettere monete

LA MONETA NELL'ETA CAPITALISTICA

61

non conformi per titolo, peso, valore e forma a quelle determinate nel trattato, adottando in
pratica la legge italiana del 1862 che ancora oggi rappresenta la base della nostra
monetazione. A questa convenzione, che port a una rivalutazione del sistema bimetallico,
aderirono successivamente l'Austria, la Spagna e la Grecia. L'Unione monetaria latina continu
a caratterizzare la circolazione delle monete vigenti nei paesi aderenti, fino ai primi anni del xx
secolo (all'origine doveva durare, in via sperimentale, solo 15 anni), costituendo il fatto pi
importante della storia monetaria di quel periodo. Da un punto di vista tecnico le monete
erano praticamente perfette e raggiunsero l'optimum nei primi anni del xx secolo, quando per
motivi ornamentali, l'esecuzione veniva affidata ad artisti veramente preparati. Con l'awento
della guerra, accompagnata da cataclismi monetari senza precedenti, anche nei confronti di
monete ritenute inattaccabili, quali il dollaro e la sterlina, fu abbandonato definitivamente il
bimetallismo. L'argento rimase utilizzato solo per monete minori senza assumere importanza
nelle contrattazioni internazionali. Siamo arrivati pratiGamente alle soglie dei nostri giomi, con
l'awento del Sistema monetario europeo; non pi storia quindi, ma cronaca attuale. E certo
che le crisi delle valute che hanno sempre caratterizzato la storia della civilt non si sono
ancora concluse. Il volume dei traffici dell'intero pianeta troppo grande rispetto alla moneta
effettiva, che ne rappresenta solo una minima frazione. Spesso ci dimentichiamo che alla
moneta non si pu chiedere di pi di quello che pu effettivamente dare: la quantificazione del
valore. L'elemento pi importante, vale a dire la fiducia, un fattore esterno, e non intrinseco
a essa. V. Storia monetaria dal dopoguerra a oggi

n gold exchangestandard Il sistema monetario mondiale monometallico, basato sull'oro, ebbe
il suo apogeo sul finire del XIX secolo. Il suo funzionamento sul piano internazionale era
abbastanza semplice: l'unit monetaria di ogni paese veniva quotata in termini di metallo
prezioso equivalente. L'oro stesso era oggetto di libera contrattazione e di scambio
internazionale, nonch convertibile in qualsiasi momento presso la banca centrale. I pagamenti
avrebbero potuto quindi essere effettuati direttamente in oro, ma con la conseguenza di dover
sostenere le spese di spedizione e di assicurazione, nonch perdita di interessi durante il
viaggio. L'intermediazione bancaria diventava quindi necessaria, determinando a sua volta un
mercato di valute la cui quotazione non poteva scostarsi da quella dell'oro: altrimenti sarebbe
risultato conveniente pagare tramite questo. Ci significa che il sistema aureo comportava
intrinsecamente un regime di cambi fissi, da effettuare nel rispetto di alcune importanti re-

gole. L'alternativa a questo tipo di sistema era il cambio flessibile, libero cio di fluttuare
secondo le condizioni e gli andamenti del mercato. La regola principale alla base del sistema a
cambi fissi il meccanismo automatico di aggiustamento della bilancia dei pagamenti. Senza
entrare in questa sede nel merito, sufficiente dire che nell'arco di un ciclo economico si
ritorner sempre a un punto di equilibrio nella bilancia dei pagamenti. In un sistema di scambi
internazionali, le singole economie STORIA MONETARIA DAL DOPOGUERRA A OGGI 63

dovevano adattarsi a uno standard che assicurasse la stabilit del cambio, ma non quella dei
prezzi interni, che dovevano fluttuare liberamente. Questo accordo internazionale govern il
sistema dei cambi sino all'alba del primo conflitto mondiale che in termini inflazionistici
determin effetti catastrofici. La conseguenza di questi eventi fu l'abbandono della
convertibilit in oro e la circolazione della banconota in regime di corso forzoso. Alla
conclusione del conflitto si cerc sul piano internazionale il ritorno a un sistema di cambi fissi,
ostacolato principalmente dall'insufficienza della produzione aurifera mondiale. Dopo le
conferenze internazionali di Bruxelles (1920) e di Genova (1922), il gold exchange standard
ritrov il favore di tutti i paesi che affiancarono alle riserve aurifere delle banche centrali
riserve in valuta dei due paesi dominanti la sfera economica mondiale (il dollaro americano e la
sterlina inglese). Tale soluzione comportava secondo alcuni, come prima conseguenza, un
dominio irreversibile di queste due potenze economiche che potevano permettersi di pagare
in valuta conservando intatte le proprie riserve aurifere. Ma molto pi certa e obiettiva fu la
seconda conseguenza: il fatto di detenere riserve in valuta di un determinato paese finiva
incontestabilmente per sancire legami con le sue sorti economiche e finanziarie. Il sistema
entr in una nuova crisi di fronte alle conseguenze della grande depressione del 1929: ciascun
paese reag cercando di proteggere le proprie economie interne, con la conseguenza di un
insterilimento degli scambi internazionali. Il Fondo monetario intemazionale nasce nel 1944
con gli accordi di Bretton Woods e il contributo dei maggiori economisti dell'epoca, tra cui J.M.
Keynes. Gli stessi accordi diedero vita alla Banca mondiale, con il compito della ricostruzione e
dello sviluppo dei paesi aderenti (oggi oltre 150). Il Fondo monetario internazionale ha avuto
come primo obiettivo di concedere crediti in valuta per sanare gli squilibri temporanei delle
bilance dei pagamenti. La Banca mon64 STORIA DELLA MONETA diale aveva invece il compito
di concedere finanziamenti a lungo termine per progetti specifici di sviluppo. Nel 1956 fu
creata una sua affiliata, l 'Ente finanziario internazionale, poi nel 1960, una seconda,
l'Associazione internazionale per lo

sviluppo. Il fondo operava con un sistema di quote che riflettevano l'importanza dei diversi
paesi nel commercio internazionale. All'inizio degli anni Sessanta i principali problemi di
politica monetaria internazionale che si sono evidenziati erano: - inadeguatezza della liquidit
internazionale al volume degli scambi; - la posizione del dollaro quale elemento regolatore
dell'economia mondiale. Le componenti principali della liquidit internazionale erano l'oro, le
valute di riserva e le posizioni creditizie presso il Fondo monetario internazionale. Ma in
quest'ultimo mezzo secolo l'oro ha assunto un'importanza senza precedenti per il suo utilizzo
industriale con un continuo apprezzamento del suo valore. Di conseguenza affluito in misura
sempre minore nelle riserve ufficiali ed stato sostituito dal ruolo sempre pi importante del
dollaro. E il caso di rammentare che nel 1971 gli Stati Uniti, che avevano assunto ormai una
posizione guida nella politica monetaria internazionale, sospesero la convertibilit in oro del
dollaro gettando cos il seme della crisi degli accordi di Bretton Woods. Alla tempesta valutaria
che ne deriv, fece seguito un nuovo accordo internazionale di allineamento di tutte le valute
(dicembre 1971); fu in questa circostanza che prese origine l'ipotesi di un'unificazione
monetaria nell'ambito della CEE. Lo SME L'occasione della nascita dello SME fu generata dalla
determinazione di una banda di oscillazione alla quale le valute dovevano attenersi: da qui il
termine di serpente monetario. Tuttavia gi nel 1972, la sterlina fu costretta ad adottare la
libera fluttuazione del cambio: questo per non precluse il suo STORIA MONETARIA DAL
DOPOGUERRA A OGGI 65

ingresso nella CEE nel 1973. La situazione valutaria risultava ingovernabile per via delle
condizioni economiche negative che caratterizzavano lo stato dei principali paesi, molti dei
quali dovettero abbandonare il regime dei cambi fissi adottati con gli accordi di Bretton
Woods. Solo al termine di questa ennesima tempesta valutaria alcuni paesi membri della
Comunit decisero di mantenere una fluttuazione dei rispettivi cambi entro un margine del
2,25% e di abbandonare il limite nei confronti del dollaro. Quello che si prospettava in sostanza
era un nuovo regime alternativo di cambi flessibili (sensibili cio alla domanda e all'offerta di
moneta del mercato). L'alternativa all'adozione di cambi flessibili (dopo gli accordi di Bretton
Woods in sostanza ci si era adagiati su un sistema di cambi fissi) era stata prospettata dallo
stesso Keynes come risposta alle condizioni economiche mondiali, gi durante gli anni Venti.
Fu in seguito abbandonata per le politiche adottate dai governi, che spingevano alle
esportazioni per danneggiare le nazioni concorrenti. Si accese quindi un dibattito sull'adozione
di un sistema mo-

netario internazionale basato sui cambi flessibili o fissi (probabilmente della stessa importanza
di quello che aveva caratterizzato i precedenti secoli, sul sistema bimetallico o monometallico).
Il sistema monetario europeo diventato operante tra il 1977-1978 per impulso dell'accordo
franco-tedesco e ha trovato, con la risoluzione del Consiglio europeo del 5 dicembre 1978, la
sua istituzione ufficiale. Alla base del sistema l'ECU (European Currency Unit), composto da
un paniere di valute in percentuale a seconda del peso economico della nazione di riferimento.
Ciascun paese si impegna a mantenere la propria valuta entro precisi limiti (bande di
oscillazione) con l'obbligo delle autorit centrali di intervenire all'awicinarsi dei livelli di
guardia. Dal 1979 a oggi sono stati operati vari riallineamenti, per la tendenza di alcune valute
piuttosto deboli ad awicinarsi verso i limiti bilaterali (soglie d'intervento). Questi mutamenti e
riawicinamenti a situazioni di equilibrio sono in particolar modo influenzati dai rapporti tra le
valute comunitarie e quelle PUNTI Dl INTERVENTO OBBLIGATORI (IN UNITA MONETARIE
NAZIONALI) ALL'ATTO DELL`ENTRATA IN VIGORE DELLO SMEl Monete I Marco Marco Franco
Fiorino Franco francese belga 2,2581 2,3621 10 Franchi 4,23350 francesl 4,42850 1 Fiorino
0,90225 2,0838 0.94375 2,1796 100 Franchi belgi 6,221 6,508 10110 Lire 2,059 2,322 10
Corone danesi 3,4645 3,6235 1 Sterlina 3,705 irlandese 3,875 14,368 15,029 4,756 5,362 8,001
8,369 8,5555 8,9495 6,742 7,052 2,23175 32,365 2,516 36,49 1526,050 1720,450 Lira Corona
danese 2,75960 2,88660 Sterlina irlandese 0,258060 0,269937

1,05960 15,3665 430,698 1,10835 16,0740 485,756

4,58800 66,5375 1864,900 11,94900 1,117390

4,79900 69,6000 2102,520 12,49850 1,168810 14,1800 397,434 14,8325 448,074 2740,44
2,54645 2,66365 17,5585 0,238130 0,249089 1,64198 1,717550 0,543545 0,612801 0,914343
0,956424

3089,610 18,3665 5,813 6,553

3,75425 54,445 3,927 4,0145 4,1995 56,95

58,2225 1631,850 10,4555 60,9020 1839,7~ 10,9365

dei paesi al di fuori della comunit, in particolare il dollaro. Da evidenziare che i rapporti
marco-dollaro operano un'influenza sull'intero sistema. Il sistema monetario subir senza
dubbio una svolta per effetto della ratifica dei trattati di Maastricht che prevedono la
creazione di una moneta unica alla data del 1.1.1999.

I Federico Caff, Lezioni di politica economica Torino 1984. VI. Alcuni aspetti storico-giuridici
dei segni monetari

Le origini del biglietto di banca Il biglietto di banca svolge una duplice funzione. La prima,
quella classica, costituisce la promessa da parte della banca di pagare (in moneta metallica) a
vista la somma iscritta al portatore; la seconda, quella legale: lo Stato attribuisce ai biglietti di
banca lo stesso valore della moneta propriamente detta e costringe il pubblico ad accettarlo.
L'aumento dei mezzi di pagamento si ottiene attraverso un sistema precario, fondato su un
calcolo di probabilit e soprattutto sulla fiducia del pubblico (da qui moneta fiduciaria). La
nascita del primo biglietto di banca sicuramente riconducibile al primo certificato di
deposito. Nei secoli passati i mercanti che scambiavano i loro prodotti con il metallo pregiato,
depositavano quest'ultimo presso gli orefici che svolgevano funzioni di custodia e rilasciavano
in cambio un certificato di awenuto deposito. Lo svilupparsi dei traffici, sia per entit, che per
distanze sempre pi remote, rese per molto pi rischioso il trasporto dei metalli preziosi per
effettuare pagamenti. Il certificato di deposito si sostitu cos alla moneta metallica come
mezzo di pagamento. Non vi nessun dubbio che proprio in Svezia, alle origini del biglietto di
banca, c'era il carattere ingombrante della moneta metallica (in rame). Lo Stato in quanto
difensore dell'ordine economico si faceva garante dei rimborsi dei biglietti di banca. In queste
circostanze, quando cio lo Stato diventava garante dell'emissione, il biglietto di banca
assumeva il suo pieno ruolo monetario; venivano intanto istituiti i primi grandi organismi
centrali (vedi la nascita della Banca d'Inghilterra). 68 STONA DELLA MONETA Gi nel XVII secolo
il biglietto di banca determin la moltiplicazione dello strumento monetario. Gli orefici
londinesi (e non solo) infatti, facevano fruttare i loro depositi perch erano consapevoli che
questi non sarebbero stati convertiti tutti contemporaneamente. La funzione di emissione
delle banconote, per effetto del moltiplicatore della moneta, divenne

funzione di Stato. Ma fu in Francia che il biglietto di banca trov la sua definitiva
consacrazione. Ci riferiamo all'emissione degli assegnati che - come abbiamo detto - vennero
garantiti con i beni confiscati dalla Rivoluzione. L'awentura, se cos si pu definire del governo
rivoluzionario francese sugli assegnati, evidenzi i limiti e i rischi di emissioni incontrollate di
carta-moneta, fino a registrare la definitiva bancarotta nel 21 maggio del 1797. Nell'anno 1800,
sulle ceneri di quel disastro finanziario nacque la Banca di Francia accompagnata dalla prima
emissione di biglietti di banca. Questa volta il nuovo modello bancario prevedeva limiti nella
emissione: gli sportelli dovevano essere sempre in grado di convertire in moneta i biglietti
dietro richiesta dei portatori. Tale convertibilit fu mantenuta fino al 1848 e ripresa ancora nel
1850. Nel 1870 veniva definito il limite massimo di emissioni e nel 1928 Si adottava il principio
inglese di proporzione con le riserve. Nel 1897 la moneta presente in circolazione ammontava
all'incirca a 6 miliardi di franchi, di cui 3 miliardi in moneta metallica e 3 miliardi in biglietti di
banca. L'affermazione del biglietto di banca in realt stata lenta, soprattutto in provincia, per
le difficolt di conversione: veniva accettata con uno sconto. Esso rimasto soprattutto in uso
per le grandi transazioni commerciali. Tuttavia la sua inarrestabile diffusione ha segnato
l'affermazione dello spirito capitalistico e il tramonto dell'oro come strumento monetario. La
cambiale e l'assegno La cambiale e l'assegno sono definiti monete scritturali. La cambiale
apparve nel XII secolo per facilitare i pagamenti dei commercianti su diverse piazze.
Generalmente i rapporti ALCUNI ASPETTI STORICO-GIURIDICI DEI SEGNI MONETARI 69

di credito e debito venivano compensati nelle fiere che periodicamente si tenevano. La
cambiale rappresenta un ordine o una promessa di pagamento a una scadenza e un luogo
determinati e ha svolto un ruolo fondamentale in Francia dopo il XVII secolo. L'assegno invece
stato introdotto in epoca molto pi recente. Per assegno si intende l'ordine scritto di una
persona titolare di un conto corrente in una determinata banca di pagare una somma di
denaro a un'altra persona. Il diritto di pagare con assegno (all'origine sach-note) si diffuse in
Inghilterra nel 1828 dopo il suo riconoscimento, da parte delle banche ordinarie. Esso implica
la fiducia nel credito che alla base di tutto il capitalismo moderno. Le monete delle principali
nazioni ITALIA. Il primo periodo che possiamo definire barbarico fu caratterizzato da soldi e
tremiss d'oro, silique d'argento,follari e frazioni di bronzo. Questo periodo si protrasse
maggiormente in Italia meridionale, sia da parte dei longobardi fedeli alle monete bizantine,
che da parte dei normanni. Con l'awento della dinastia carolingia furono introdotti i denari e gli
oboli imperiali e si assistette alla nascita di zecche ve-

scovili e comunali con una consistente serie di monetazioni tra cui la pi durevole fu quella di
Casa Savoia. Successivamente appare il grosso, che segna il ritorno dell'oro nella circolazione
(in Italia meridionale circola il dinar arabo e tutta una serie di sue imitazioni). Questo periodo si
chiuse con l'ingresso della lira intorno alla met del xv secolo, che si trasform in moneta
effettiva assumendo il nome di testone (cos chiamato perch recava la testa del sovrano
regnante). Le monete di questo periodo avevano un notevole valore artistico, con il
moltiplicarsi di quelle auree e argentee di grosso taglio. Brevissima a questo punto la visione di
una moneta che resta in circolazione per periodi limitati, fino ad arrivare ai pezzi di lire cento
che evidenziano lavariazione della moneta di conto dopo la svalutazione del periodo post
bellico. PENISOLA IBERICA. Alle monete dei visigoti di tipo bizantino, 70 STORIA DELLA
MONETA succedono quelle arabe con il dinar. Successivamente, con la conversione al
cristianesimo, il sistema monetario adott il denaro e il grosso argenteo carolingio. La massima
prosperit venne raggiunta all'epoca dell'unione del regno di Ferdinando d'Aragona e Isabella
di Castiglia, con la bellissima moneta d'oro excelente de la Granada, corrispondente a due
ducati. Numerosissime sono le variazioni delle monete nei possedimenti d'oltremare che
hanno reso la Spagna per secoli direttrice dei mercati europei. FRANCIA. Ai Merovingi, che
coniavano monete d oro in puro stile bizantino, sono succeduti i Carolingi con il sistema a base
argentea. Questo sistema nel tempo venne sopraffatto dalle numerose zecche del clero e dei
grandi signori, che continuarono la loro attivit di coniazione sotto la dinastia dei Capetingi.
Troviamo due tipi di denari, i parisis e il tomese. Luigi IX introdusse il grosso tomese con vasta
diffusione, anche per merito delle Crociate. A esso segu il denaro d'oro, in concorrenza con il
ducato e ilfiorino, e infine il testone di Luigi XII. Molta fortuna ebbe anche il luigi d'oro. Il
moderno sistema metrico decimale fu introdotto dopo la Rivoluzione e diffuso da Napoleone.
INGHILTERRA. Nel primo periodo, dopo la dominazione normanna, gli anglosassoni usarono il
dena~o d'argento, derivante dal denarius dei romani (sceatta). Successivamente il diritto di
coniazione fu esercitato dalla Chiesa in maniera non molto dissimile dai predecessori, su base
argentea. Con l'aumentare dei traffici, per necessit si pass al sistema bimetallico. Sotto
Edoardo III furono coniati ilgrosso e ilfiorino d'oro, per arrivare in forma moderna alla sterlina
o sovrano di Giorgio v. PAESI BASSI. Le caratteristiche monete delle Province Unite sono il
tallero d'Olanda e l'ongaro (da orange) detto anchefiorino o ducato olandese. GERMANIA,
AUSTRIA, BOEMIA E UNGHERIA. Presentano anche loro una vastissima produzione monetaria. I
primi popoli germanici (residenti in un'area pi vasta dell'attuale Germania) adottarono un
sistema a base argen-

tea derivante dal denaro romano detto saiga. ALCUNI ASPETrl STORICO-GIURIDICI DEI SEGNI
MONETARI 71

Il sistema fu trasmesso anche agli altri popoli di origine germanica (franchi e anglosassoni).
Anche qui, l'innumerevole numero di feudatari contribu alla crisi del sistema. Il grosso fu
coniato sotto Enrico VII e la coniazione aurea ricomparve con Ludovico il Bavaro. Frequenti
variazioni dei corsi determinarono tempeste valutarie. Solo dopo l'invasione napoleonica si
cerc un'uniformit monetaria tra i vari Stati di popolazione germanica, arrivando a un sistema
a base aurea. SCANDINAVIA. Le prime monete conosciute comparvero contemporaneamente
alla diffusione del Cristianesimo. Anche qui l'esercizio di battere moneta spett, oltre che al
sovrano, ai vescovi e alle abbazie. L'oro fu introdotto da Cristiano I d'Oldenburgo, re di
Danimarca e Norvegia, con il noble. Vastissima stata la produzione di monete di rame per via
dei ricchi giacimenti che la penisola deteneva: chiamateplatmint vanno da un peso di 160
grammi a 20 chilogrammi. Solo nel 1872, dopo i disastrosi effetti della monetazione in rame, fu
adottato il sistema monometallico a base aurea con misura decimale. POLONIA E RUSSIA. Le
prime monete apparse in Polonia furono quelle di Mieceslao I (960 ca. - 992) che si rifacevano
ai denari carolingi. Nel 1333 Casimiro III il Grande emise il primo grosso d'argento. In Russia
invece, le prime coniazioni furono effettuate dal principato di Kiev in oro e argento, di spiccata
imitazione bizantina. Successivamente troviamo coniazioni in altre importanti citt come
Novgorod, Tver ecc. Solo con Pietro il Grande si mise termine ai disordini monetari, con
l'emissione del rublo. Cenni di storia del diritto monetario Nella storia della civilt, dalle origini
ai giorni nostri, il diritto di batter moneta stato sempre appannaggio esclusivo della
sovranit. Nell'antica Grecia tale diritto apparteneva a tutte le citt-Stato che coniavano
monete con il proprio nome. E da sttolineare che in quest'epoca l'impronta dello Stato non
era a garanzia del peso della moneta che veniva quindi 72 STORIA DELLA MONETA ogni volta
saggiata e pesata. Nemmeno l'egemonia di Atene riusc a stabilire e realizzare un'unificazione
della moneta in tutta la Grecia. In Macedonia e nel grande impero persiano, il principio di
un'unica moneta sub alcune eccezioni. Durante il regno di Alessandro Magno, nelle citt
soggette al suo impero, le autorit municipali imprimevano il loro simbolo offrendo una
particolare garanzia locale e stipulando anche convenzioni con i confinanti. Diversa fu la
situazione di Roma. Agli inizi della sua affermazione, dovette awalersi della zecca di Capua per
coniare le monete d'argento che dovevano circolare nel Mezzogiorno d'Italia e
contemporaneamente toller l'esistenza anche di al-

tre zecche autonome. Nel III secolo a.C. tutte le zecche meridionali vennero chiuse
determinando un monopolio di fatto (non esistono fonti attendibili di un prowedimento
legislativo). Ne deriv una rendita per la citt di Roma a danno delle citt soggette all'unica
moneta, quando il valore intrinseco di quest'ultima fu deliberatamente diminuito. Alle citt via
via sottomesse non rimaneva che la coniazione delle monete in rame, utilizzate per le piccole
contrattazioni. Le uniche eccezioni furono le citt di Atene, Tiro e Sidone per l'importanza
economica che rivestivano. Nel Medioevo il monopolio della monetazione entr in crisi.
Nell'Impero romano d'Oriente continu a battersi un'unica moneta: a un primo momento in
cui si continu a utilizzare la stessa moneta romana, fece seguito una serie di concessioni che
consentirono ai feudatari di battere moneta. Solo con Carlo Magno tutte le monete coniate
nelle varie zecche dai feudatari dovettero riportare lo stemma imperiale. Ma pochi decenni
dopo la sua morte si afferm quel movimento di disgregazione cui avevamo accennato. Le
varie concessioni, all'inizio molto limitate, si diffusero in maniera incontrollabile dopo l'anno
Mille. Unico limite era che la moneta del feudatario doveva circolare esclusivamente nella
circoscrizione territoriale di appartenenza. Tuttavia con l'affermarsi delle autonomie locali
questi diritti non furono pi oggetto di concessione, ma vennero assunti autonomamente. A
questo punto si afferm e si diffuse il mestiere del saggiatore. ALCUNI ASPETTI STORICO-
GIURIDICI DEI SEGNI MONETARI 73

L'affermarsi del commercio internazionale spingeva all'accettazione di monete sicure che
avevano valore anche molto al di fuori dei confini dei piccoli Staterelli. Fu il caso appunto del
fiorino o del ducato, che acquistarono il carattere di monete universalmente accettate.
Lentamente, ma gradatamente, si ritorn a un sistema unitario intorno al XVII secolo, prima
adottato dall'Inghilterra e successivamente dalla Spagna, dal Portogallo, dai paesi scandinavi,
dalla Francia e cos via. La piena sovranit dello Stato si afferm come inseparabile dal diritto
esclusivo di battere moneta. Appendice

PRINCIPALI VALUTE IN CIRCOLAZIONE Australia Austna Belgio Canada Danimarca Finlandia
Francia Germania Giappone Grecla

dollaro australiano scellino austriaco franco belga dollaro canadese corona danese marco
finlandese franco francese marco tedesco yen dracma ALTRE VALUTE IN CIRCOLAZIONE
Afghanistan Albania Algeria Angola Arabia S. Argentina Bahrain Bangladesh Barbados Belize
Bermuda Birmania Bolivia Botswana Brasile Brunei Bulgaria Irlanda Italia Norvegia Olanda
Portogallo Regno Unito Spagna Stati Uniti Svezia Svizera afghni ick dinaro new kwanza rial peso
dinaro taka $ $ $ kyat boliviano pula real cruz $ lev

Burundi Butan C. Avorio Cambogia Capo Verde Cayman Ceca Rep. Cile Cina Cipro Colombia
Comoro Corea Sud Costanica

Croazia Cuba Dominica lira irlandese lira corona norvegese fiorino olandese escudo portoghese
lira sterlina peseta dollaro ($) col ona svedese franco svizzero

franc. ngultrum fran. cfa riel esc. $ corona peso renmimbi sterlina peso franc. won colon kuna
peso peso I$ sta a indicare il termine dollaro riferito allo Stato che lo emette (es. Giama ica $
= dollaro giamaicano) APPENDICE Egitto sterl. com El Salvador colon Equador sucre m. 1.
Estonia corona Etiopia bir Falkland pound Fiji $ Filippine peso Gambia dalasi Ghana cedi
Giamaica $ Gibilterra pound Gibuti franc. Giordania dinaro Guatemala quetzal Guinea Bissau
peso Guyana $ Haiti gourde

Honduras lempira Hong Kong $

India Indonesia Irak Iran Islanda Israele Kenya Kuwait Laos Lesotho Libano Liberia Libia Macao
Malawi Malaysia Maldive Malta Marocco Mauritania Maurihus Messico Mongolia Mozambico
Namibua

rupia rupia dinaro rial corona shekel scellino dinaro kip loti sterlina $ dinaro pataca kwacha
ringgit rufiyaa sterlina dirham ougulya rupia peso tugrik metical $

Nepal rupia Ni~ri~7 n~ira Nuova Zelan~la Nicaragua Omar Pakistan Panama Paraguay Per
Polonia Qatar Romania Russia Samoa San Tome Seychelles Sierra Leone Singapore Siria
Slovacchia Slovenia Solomon Somalia Sri Lanka Sudafrica

Sudan Suriname Swaziland Taiwan Tanzania Thailandua Trinidad Tunisia Turchia UAE Ucraina
Uganda Ungheria Uruguay Venezuela Vietnam Yemen Zambua Zimbabwe kwacha $ 76

amaro lira ~lirh~m

ELENCO DELLE MONETE D'ORO Sterlina (v.c.) Sterlina (n.c.) Sterlina (post. 74) 20 franchi fr. 20
franchi sv. 20 franchi bl. 20 lire it. 10 $ lire (liberty) 20 $ (liberty) v.c. = vecchio conio n.c. =
nuovo conio (SA) = Sud Africa 10 $ indiano 10 $ St. Gaudens 20 marchi 4 ducati Austria 100
corone Austria 100 pesos Cile Krugerrand (SA) 50 pesos Messico STORIA DELLA MONETA Prin~
li m nn~t~ r~ni~t~t~l VTT ~r~l~ ~ ('. al 1896 Fonte: Marc Bloch, Lineamen di una storia
monetaria d'Europa, Torino, Einaudi, 1981

In ako: Statere di Elettro risalente alla met del sec. Vll a.C. In basso: Tetradr amma di Atene,
nuovo stile (229-127 a.C.).

In ako a sinistra: Tetradramma di Cimone, Siracusa. In alto a destra: Triobolo d i argento di Ege
di Acaia, sec. V. In basso: Cistoforo d'argento di Q. Metellus Scip io (Pergamo 4948 a.C.). n aao:
~ollaro. I_onial~ d ~m~ ~ra n ~ e ll ~ d.('. Sul dntto: busto galeato di Roma (leggasi INVICT A
ROMA). Sul rovescio: aquila con ali spiegate. Al centro: vittoria in piedi sopra una prua di nave.
Con la destra una corona e con la sinistra una lunga palma. In basso: la lupa con Romolo e
Remo. (2ueste monete municipali hanno la numerazione delle emissioni espressa da I a 8 con
numeri greci e latini probabilmente aneriori al governo di Atalarico.

In alto: Soldi coniati a Roma e Ravenna tra il 493 ed il 518 d.C. Sul dritto: b usto di Anastasio
con elmo e corazza, armato di scudo e lancia sulla spalla (leggasi DN. ANASTA SIVS.P.F.AVG).
SUI roYescio vittoria gradiente con lunga croce (leggasi VICT ORI AAVGGG). In questo penodo
alcuni studiosi collocano la nascita di alcune importanti zecche italiane, tra cui Milano e
Bologna. In basso: Medaglione d'oro da tre soldi coniato a Roma tra il 493 ed il 526 d.C . Sul
dritto: busto di Teodorico con lunga capigliatura ricciuta. La mano destra prote sa in atto di
benedire il globo niceforo (leggasi REX THEODERICV S.PIVS PRICIS). SU I rovescio: Vittoria con
corona e palma gradiente. Questo medaglione deve essere sta to coniato sotto il consolato di
Ispazio e Patricio. Misura 38 millimetri. PRINCIPALI MONETE CONIATE DAL Vll SECOLO A.C. AL
896

-\'~7 In alto a s~nistra: Tessera emessa da Gregorio m a Roma tra il 731 e il 741 d.C. A destra:
Tessera emessa da Zaccaria nel 741. In basso: Denaro emesso da Adnano n Tutte monete
papaln

Dall'alto in basso: Denari emessi rispettivamente da Valentino con Ludovico 1 (8 25840),
Gregorio Iv con Ludovico 1 (825-840), Scrgio n con Lotario 1. Dall'ako in basso, da sinistra a
destra: Tremisses emesse tra il 774 e il 781 ri spettivamente a Milano, Pavia, Castel Serpio e
Bergamo. Nel centro: croce entro un circo lo

~11~111 ~m~ssi a Lucca e a Mantova tra il 774 e il 781.1 denari con CAROLUS scri tto in due
linee furono comati, probabllmente fino al 781, con l'editto di Mantova i nfattl, vengono aboliti
i denari primitivi. Fanno seguito quelli con CAROLU REX F R che durarono smo all'800 quando
Carlo Magno prese il titolo imperiale. PRINCIPALI MONETE CONIATE DAL Vll SECOLO A.C. AL
1896

Denari emessi a Parma tra il 774 e il 781. La offre in Italia quattro tipi ben distinti. Il n due linee.
ll secondo ha il monogramma di Carlo nel ome del sovrano in leggenda circolare, il quarto, o al
dritto.

monetazione argentea di Carlomagno primo ha il nome Carolus scritto i campo del dritto. Il
terzo ha il n posteriore all'800, mostra il bust

Denari emessi a T~eviso e Pavia tra il 774 e il 781. Variet con Tarvisus e croce dritta con
gruppi di perline.

Carlo Magno si rec a Firenze nel 774 mentre si dirigeva a Roma e in tale occasione ricevette
dai cittadini una petizione per la ricostruzione delle mura. In una seconda visita nel 786, vi
tenne corte e vi pass il Natale. Nell'una o nell'altra o ccasione avrebe potuto essere coniato
questo denaro che l'unica moneta che si conosca prima della istituzione della Repubblica
Fiorentina. In alto Scudo d'oro del sole di Andrea Gritti, doge di Venezia (1523-1529) In ba s-

so Dopplo ducato d'oro di Gianfrancesco Pico, signore della Mirandola (1515I Ul ~l~ovanm I a
Aragona re di Sardegna (1397-1395). n basso Bagattino o Denaro di rame di Pasquale
Malipiero, Doge di Venezia. In alto Testone di Galeazzo Sforza e Ludovico il Moro duchi di
Milano (14811494~ In hn~n- Scudo o oiastra d'ar ento di Innocenzo xl papa (1676-1689).

Oncia d'argento di Ferdmando Iv di Borbone re delle Due Sicilie, Palermo 1759-1 825. In alto:
Quattrino in rame di Guidobaldo I di Montefeltro duca di Urbino (14821508). Al centro: Tallero
per il levante in argento di Francesco Loredan doge di Venezia. In basso: Centesimo di Carlo
Alberto re di Sardegna, Torino 183i-1849. PRINCIPALI MONETE CONIATE DAL Vll SECOLO A.C.
AL 1896 85

Moneta da 2000 Reis (5 fr. Unione Latina), Pietro n imperatore del Brasile.

/n alto: Moneta da 5 Cents in nichel degli Stati Uniti, 1884. In basso: Moneta d a 20 Cantavos in
nichel della Repubblica Argentina, 1896. Glossario dei termini relativi alla moneta

Aggio. Differenza tra il tasso di cambio relativo a due monete e il loro rapporto teorico di
scambio basato sulla parit aurea. Apertura di credito Contratto stipulato tra la banca e il
cliente, con il quale la prima si Obbliga a tenere a disposizione del secondo una somma di
denaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato Apprezzamento. Riferito a una
moneta in un regime di cambi fluttuanti indlca l~aumentO del tasso di cambio della moneta
che si apprezza in termml della moneta che si deprezza (per es., il dollaro si apprezza rispetto
alla hra se aumenta il suo prezzo in lire). In regirne di cambi fissi, il miglioramento del tasso
di cambio di una moneta comporta una rivalutazione. Area monetaria. Ambito geografico-
politico in cui in uso una stessa moneta. Argento. ~Ietallo prezioso usato, come l'oro, fin
dall'antichit per la coniazione di monete. Assegno. ~itolo di credito, all'ordine o al portatore,
usato come mezzo di pagamento. Viene anche denominato moneta scritturale. A vista.
Clausola posta sui titoli di credito nei quali la data di scadenza coinclde con quella della
presentazione. Tali titoli sono anche denominati quasi moneta. Back to back loan. Prestito in
una moneta contro indebitamento in un'altra

Banca. Impresa la cui attivit principale consiste nel raccogliere fondi prevalenternente in
forma di depositi, e nell'erogarli, soprattutto mediante prestiti. La banca si distingue dagli altri
intermediari finanziari in quanto e creatrice dl moneta, per il fatto che i debiti bancari (in
particolare i deposlti in c/c) sono accettati come mezzi di pagamento Banca Centrale.
Istituzione prowista della tipica attribuzione di emettere moneta a corso legale. Banca d'ltalia.
E la Banca Centrale Italiana. La crisi bancaria del 1890 e il crollo della Banca Romana imposero
un risanamento del sistema creditiZlO che culmino con la fondazlone della Banca d'ltalia. Ad
essa fu concesso 1I pnvilegl dl emettere biglietti a corso forzoso. Nel 1926 fu attribuita alla
Banca d'ltalia il monopolio dell'emissione. Bancaria (scuola). Corrente di idee a favore di una
maggiore elasticit delle proporzioni determinate dalla Banca Centrale tra circolazione di
moneta cartacea e circolazione di moneta aurea allo scopo di non ostacolare I eSpans~one
commerciale. GLOSSARIo DEI TERMINI RELATIVI ALLA MONETA 87

Banconota (o biglietto di banca). Carta moneta emessa dalla Banca Centrale. Banda
difluttuazione. Campo di variazione consentito ai cambi di mercato bilaterali delle valute che
partecipano agli accordi di cambio del Sistema Monetario Europeo (SME). Baratto. Scambio
diretto di beni o di servizi senza l'intermediazione della moneta. Base aurea. Nel sistema
monetario aureo (Gold Standard), oro, in monete o in lingotti, detenuto dalla Banca Centrale in
quantit proporzionale ai biglietti in circolazione ai fini di garantirne la convertibilit. Base
monetaria. Complesso di biglietti e monete in circolazione e dei depositi presso la Banca
Centrale. Biglietti di Stato. Carta moneta emessa direttamente dallo Stato invece che dalla
Banca Centrale. Bimetallismo. Sistema monetario in cui l'unit monetaria espressa in termini
sia di oro che di argento. Bretton Woods (accordi di). Accordi stipulati in seguito alla
conferenza monetaria e finanziaria tenuta a Bretton Woods (USA) nel 1944 per i quali si
stabilivano le modalit da adottare negli scambi internazionali e nei relativi trasferimenti
valutari all'indomani della cessazione della seconda guerra mondiale. Bullionismo. Scuola di
pensiero che attribuiva la responsabilit dell'inflazione inglese alla inconvertibilit della sterlina
e alla conseguente eccessiva emissione di banconote da parte della Banca d'lnghilterra.
Cambio. Prezzo di una moneta espresso in termini di un'altra moneta. Cash flow (~lusso di
cassa). Ammontare di disponibilit finanziaria che si genera nell'impresa in un determinato
periodo di tempo. Cassa. Nella contabilit d'impresa, voce che indica la moneta e le attivit
prontamente convertibili in moneta (per es., depositi bancari, vaglia, ecc.). Cassa continua.
Impianto che consente di svolgere alcune operazioni elementari (inizialmente versamenti)
senza la presenza del cassiere, e quindi 24 ore su 24. Circolante. Insieme delle banconote e
delle monete metalliche in circolazione come mezzo legale di pagamento. Circolazione
monetaria. Passaggio della moneta di mano in mano che accompagna lo svolgersi degli scambi.
Conuazione. Fabbricazione di monete metalliche da parte di zecche di Stato o, comunque,
secondo procedimenti fissati per legge al fine di evitare alterazioni fraudolente o falsificazioni.
Contante. Disponibilit immediata di denaro liquido.

Convertibilit. Possibilit legale di convertire una disponibilit monetaria a vista denominata in
una determinata valuta (per es., lire) in oro o in un'altra valuta. Corso legale. Regime di
circolazione monetaria in cui la moneta deve essere accettata per legge come mezzo di
pagamento. Cross rate. Tasso di cambio incrociato o indiretto, owero tasso di cambio tra due
monete calcolato attraverso una terza moneta (per es., il tasso di 88 STORIA DELLA MONETA
cambio lira/dollaro ottenuto dividendo il tasso di cambio lira/marco con il tass di cambio
dollaro/marco) Deprezzamento. In campo monetario il peggioramento graduale del tasso dl
cambio di una moneta nspetto a una o pi monete estere Diritto speciale d' prelievo. Diritto di
trasferire o ricevere unit di conto fidUciane~ costituite da un pamere delle principali monete,
creato nel 1970 dal Fondo Monetario Internazionale a favore dei paesi membri Disinflazlone.
Riduzione del processo inflazionistico senza compromettere la cresclta economica. Si
contrappone a deflazione Divjsa Insieme di mezzi di pagamento con i quali si possono saldare
debiti Dollaro. Unit monetaria degli Stati Uniti e di numerosi altri paesi (ad es Canada,
Australia). , jgla di European Currency Unit (Unit Monetaria Europea). Unit mOnetana
convenzionale istltulta nel 1979 con l'entrata in vigore dello SME. L'ECU e una valuta paniere
composta da quantit fisse delle valute dei paesi della CEE. Eurolira Termine usato per indicare
attivit finanziarie in lire emesse sul mercato delle eurovalute. Ellromercdato Mercato
findnziario dei prestiti in valuta effettuati (in Europa) al i fuori dei paesi in cui le singole valute
costituiscono la moneta naz~onale. Eurovalute~ Depositi in valuta detenuti presso banche
situate in Europa ma in paesi diversi da quelli di emissione. Fabbisogno di cassa. Disponibilit
di mezzi liquidi per far fronte a richieste di pagamento entro brevissimo termine. Federal
Reserve System. Sistema della riserva federale complesso delle isti tuzioni che negli Stati Uniti
svolgono le funzioni di Banca Centrale Fiat money. Moneta che ha valore in quanto l'autorit
pubblica l'ha decretata mezzo legale dl pagamento mdipendentemente dal suo valore
intrinSeco~ Fionno Moneta aurea introdotta a Firenze verso la met del secolo Xnl Si phiamB
fsorinl,oU unhltimonetaria di diversi Stati moderni tra i quaii i FondO ~onetario Internazionale
(F~l). Organizzazione internazionale sorta con lo scopo di asslcurare il rispetto delle norme
degli accordi di Bretton Woods e 11 perseguimento delle sue finalit Fr~ncO~ Unit monetaria
del Belgio, della Francia, della Svizzera e di numcrosi altn paesi. Gold bullion standard. Sistema
monetario basato su una limitata convertibilit dei biglietti in oro, proposto dall'economista
inglese D. Ricardo nel 1811. La moneta nazionale convertibile in barre d'oro di peso non
inferiore ad un minimo stabilito. I biglietti convertibili in barre sostituiscon0 la moneta aurea
nella circolazione intema Gold exchange standard. Sistema monetario in cui la moneta
nazionale convertlbile in una moneta estera a sua volta convertibile in oro. Gold sta~dard.
Sistema monetario basato sulla piena convertibilit dei biglietti in oro. GLOSSARIO DEI
TERMINI RELATIVI ALLA MONErA 89

Gresham Thomas. Finanziere inglese (Londra 1519-1579). La sua notoriet legata alla sua
argomentazione a favore del ritorno alla moneta di valore intrinseco pari a quello nominale.
Infatti, se sono in circolazione due monete metalliche aventi lo stesso valore nominale ma
diverso contenuto di fino (oro o argento), la moneta che ha maggiore valore intrinseco
scomparir per essere fusa e tesaurizzata, lasciando in circolazione la moneta che ha un minor
contenuto di metallo (la moneta cattiva caccia quella buona). Hot money. Espressione in uso
per indicare i capitali monetari a breve termine (depositi in conto corrente) che si spostano da
un paese all'altro, inseguendo le aspettative di maggior guadagno sia in connessione ai diversi
saggi d'interesse, sia in relazione alla prospettiva di svalutazione della moneta. Illusione
monetaria. Errore di valutazione dell'agente economico che ragiona in termini di valore
nominale della moneta, tenendo conto in modo inadeguato della variazione del suo valore
reale (espresso nel potere d'acquisto). Inflazione. Aumento generalizzato dei prezzi delle
merci owero diminuzione prolungata del potere d'acquisto dell'unit monetaria. Interesse.
Compenso che spetta a chi d in uso il proprio capitale. Liquidit. Attitudine di una attivit
patrimoniale a trasformarsi in potere d'acquisto senza perdita di tempo e di valore. Lira. Unit
monetaria dell'ltalia e di altri numerosi paesi (ad es., Egitto, Turchia) . Lira interbancaria.
Termine con cui si indicano i fondi domandati e offerti sul mercato interbancario, nel quale
sono protagonisti le aziende di credito. Lira verde. Cambio fittizio mediante il quale si
convertono in lire i prezzi dei prodotti agricoli CEE espressi in ECU per la gestione della politica
agraria comunitaria. Marco. Unit monetaria della Repubblica Federale Tedesca e della
Finlandia. Moneta. Bene destinato a costituire mezzo di scambio per l'acquisto di beni e servizi
di ogni tipo. Gli strumenti monetari sono cose mobili (banconote, divise metalliche) su cui
impresso un numero di unit monetarie che esprime il valore nominale della moneta.
Monetica. Moneta elettronica. Tecnica che consente il trasferimento di potere d'acquisto
mediante la registrazione elettronica di istruzioni nella memoria di un calcolatore. Numerario.
Bene assunto come unit di misura del valore di tutti gli altri beni. Quella di numerario una
tipica funzione della moneta, nella quale sono espressi i prezzi di tutte le merci. Oro. Riserva di
valore non basata, a differenza delle monete cartacee, su un rapporto credito-debito. Parit
monetaria. Numero di unit di una moneta nazionale convenzionalmente corrispondente a
una unit di moneta estera presa come riferimento. Peseta. Unit monetaria della Spagna.
Potere d'acquisto. Quantit di beni e servizi che si pu acquistare con una 90 STORIA DELLA
MONETA unit monetaria. Il potere d'acquisto della moneta diminuisce con l'aumentare del
livello generale dei prezzi. Prezzo. Quantit di moneta che viene scambiata con una unit di un
bene. Quasi-moneta. Attivit diversa dalla moneta, ma dotata di un grado di liquidit prossimo
a quello della moneta (linee di credito bancarie, buoni del Tesoro a breve ecc.). Renmimbi.
Denominazione ufficiale dell'unit monetaria cinese, generalmente pi nota come Yuan.
Riciclaggio di denaro sporco. Espressione con cui si indica ogni attivit diretta alla sostituzione
dei beni (denaro, preziosi, titoli o altro) di prove-

nienza delittuosa con altri beni puliti. Riserve valutarie. Quantit di oro, valute estere, diritti
speciali di prelievo crediti internazionali in valuta a disposizione delle Banche Centrali dei vari
paesi per garantire ai proprl operatori i pagamenti all'estero (per importazioni, investimenti
all'estero, acquisto di titoli esteri) o per finanziare eventuali disavanzi della bilancia dei
pagamenti. Rivalutazione. Aumento di valore dell'unit monetaria nazionale rispetto ad
un'unit monetaria presa come riferimento (pu trattarsi di oro, di un'unit monetaria
convenzionale come i diritti speciali di prelievo, o di altra moneta nazionale). Scambio.
Trasferimento di beni e servizi da un individuo o soggetto sociale all'altro in cambio di altre
merci o servizi o di moneta. Sistema dei pagamenti. L'insieme delle procedure e degli
strumenti volti ad assicurare la circolazione della moneta. Sistema monetario internazionale.
Insieme degli strumenti, dei mercati, delle istituzioni e degli accordi attraverso i quali vengono
gestiti i sistemi di pagamento e di cambio valutario che regolano a saldo gli scambi
internazionali, reali e finanziari. SME (Sistema monetario europeo). Accordo internazionale che
regola i rapporti di cambio tra le monete dei paesi membri della CEE. Stag~azione. Termine
economico di origine anglosassone indicante la consistenza di situazioni di stagnazione e di
inflazione. Stagnazione. Situazione in cui la produzione e il reddito nazionale non crescono n
calano. Sterilizzazione della moneta. Complesso di operazioni mediante le quali la Banca
Centrale impedisce che si riversino sulla quantit di moneta in circolazione effetti di
espansione o di contrazione della base monetaria da essa non desiderati. Sterlina. Unit
monetaria della Gran Bretagna e di altri paesi di lingua inglese. Stock. Accumulo di merci,
moneta ecc. Svalutazione. Riduzione del valore di una moneta nei confronti di una
predeterminata parit, espressa in termini di oro o di valuta estera. Tesoreria. Organo
amministrativo che prowede alla gestione di cassa (incassi e pagamenti) dello Stato e degli enti
che a questo fanno capo. Ufficio italiano cambi. Ente pubblico che gestisce le riserve ufficiali
italiane sull'estero. Unione economica e monetaria. Area caratterizzata dalla libera
circolazioGLOSSARIo DEI TERM~n R~LATIVI ALLA MONETA 91

ne di beni, semzi persone, capitali, da un sistema di cambi fissi, da una politica monetaria onica
e da una disciplina comune delle politiche di blValuta Moneta circolante o l'insieme delle
banconote di altri paesi e dei titoli di credito a vista. in moneta estera. Valutarie, norme.
Insieme delle disposizioni di carattere legislativo (leggi e decreti) e di carattere amministrativo
(circolari ministeriali e dell U icio italiano dei cambi) che disciplinano i pagamenti tra l'lta!ia e i
Paesi esteri a fronte di scambi commerclali e movimenti di capltah. Velocit di circolazior~e
deaa moneta. Numero medio di volte in cui l'unita monetaria viene usata nell'unit di tempo.
Volatilit. Caratteristica di determinati tipi di prezzo e pi in generale di variabili economiche di
difficile previsione. Xenomercato. Mercato finanziario dei prestiti in valuta effettuati al di fuori
dei paesi in cui le singole valute costituiscono la moneta nazionale. Xenovalute. Depositi in
valuta detenuti presso banche situate in paesi diversi da quello di emissione. Zecca
Stabilimento in cui si fabbricano per fusione o per coniatura le monete e in epoca moderna
anche le medaglie, i sigilli dello Stato, i tlmbn.

IV sec. a.C. Vn sec. d.C. Vm sec. d.C. Xll sec. d.C. 1237 1252 1266 1275 1279 XIV sec. xv sec.
1609 Europa

Europa occidentale Spagna Province Unite EPOCA ante xv sec. a.C. Moneta merce (orzo, pepe,
animali, conchiglie, pellicce, perle, t, tabacco, ecc.) Dischi di metallo AREA D'INTERESSE
EVENTO

xv sec. a.C. Vll sec. a.C.

Creta, Egitto, Troia Asia Minore, Grecia

Monete in leghe di metallo. Coniazione dell'oro argento e bronzo Impero romano Sistema
aureo. Soldo d'oro Persia, Siria, Maghreb, Dirham d'oro Spagna e Italia meridionale Europa
occidentale Repubbliche marinare Sistema argenteo Denaro Grosso, Metapane Bistura Soldo
fiorentino Fiorino, Ducato e

Genovino Grosso Tomese di San Luigi Grosso di Fiandra Groats inglese Bimetallismo Juros e
Vales Banca di Amsterdam CRONOLOGIA C 1 rono o~1a EPOCA 1694 1745 1776 1776 AREA
D'INTERESSE Inghilterra Inghilterra Francia Inghilterra Fine 1700 Inghilterra 1789 1796 1816
1862 1920 1944 1978 1999 Francia Francia Inghilterra Europa meridionale Bruxelles Bretton
Woods Europa Maastricht

EVENTO Banca d'lnghilterra Corso forzoso Banca di Sconto. Biglietti a vista Smith. Teoria
monetaria Politica monetaria Assegnati. Titoli fruttiferi Franco. Sistema metrico decimale
Ricardo. Teoria quantitativa Unione monetaria latina The Gold Exchange Standard Fondo
monetario intemazionale SME-ECU Moneta unica europea Bibliografia

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