Il primo grosso contratto concluso con lestero da una societ americana con la Gran Bretagna, dove il fracking non lo vogliono. Tutte le previsioni dicono che grazie alla diffusione del fracking, la tecnica che permette di recuperare dalle rocce di scisto il gas naturale e il petrolio, gli Stati uniti saranno nel giro di pochi anni i primi produttori di gas al mondo e dopo pochi anni anche i primi produttori di petrolio. Lestrazione del gas in particolare (shale gas) ormai in pieno boom, al punto di aver fatto precipitare i prezzi sul mercato interno e di aver gi innescato un processo per il quale molte aziende stanno riportando le produzioni negli Stati Uniti perch grazie allabbondanza di gas i prezzi dellenergia precipitano rendendo vantaggioso spostare negli Stati Uniti le produzioni ad alta intensit energetica, uno stravolgimento che avr un sicuro impatto anche nella competizione tra leconomia americana e quella di Pechino, che ora spinge per colmare il ritardo con gli americani per sfruttare le sue riserve scistose, che secondo gli esperti sono addirittura la maggiori tra quelle note al modo, pi di quelle di Canada e Stati Uniti insieme, anche se ci sono comunque esperti che sostengono che lincredibile abbondanza potrebbe rivelarsi sensibilmente sovrastimata alla prova del tempo, com gi successo per le stime di alcune delle nuove riserve che alla prova dei fatti si sono rivelate molto pi avare di quanto previsto. Purtroppo accertato che limpatto ambientale della nuova tecnica destrazione molto pi elevato di quello delle trivellazioni tradizionali, al punto che lenorme uso di acque chiare e il rischio dinquinare le falde o di provocare esalazioni di metano dal terreno in vaste regioni e il parallelo consumo di territorio, la pratica ha finito per spaventare le popolazioni di mezzo mondo, soprattutto quelle europee, che per ora sembrano essere riuscite a limitare al massimo la pratica nel continente. La particolare situazione di avanguardia degli Stati Uniti, dove stata sviluppata la nuova tecnica e dove piantare una trivella e cominciare ad operare cosa estremamente veloce, fa si che ci siano gi migliaia di pozzi esauriti, perch la pratica impone il consumo di moltissimo territorio, visto che dalla verticale della trivella non si pu procedere allinfinito in orizzontale. Migliaia di trivellazioni che si moltiplicano a un ritmo elevatissimo nonostante monti la resistenza delle popolazioni coinvolte, che oggi vedono diventare realt i peggiori timori espressi dagli ambientalisti e dagli scienziati, perch la nuova corsa alloro quello che ci vuole per rilanciare leconomia degli Stati Uniti distrutti dallimplosione di Wall Street e perch anche il prezzo della benzina ha finalmente cominciato a scendere. Cos questa settimana arrivata la notizia del primo grosso contratto per lexport, concluso tra la multinazionale britannica Centrica, che distribuisce gas ed energia in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e Cheniere, tra le prime societ americane ad ottenere la licenza per lexport. A partire dal 2018 da Londra pagheranno 10 miliardi di sterline in 20 anni e riceveranno in cambio gas sufficiente a riscaldare un milione e ottocentomila abitazioni. Il gas arriver sotto forma di gas liquefatto (LGN) via mare e aiuter la Gran Bretagna a diversificare le sue fonti, che proprio negli ultimi tempi si sono rivelate poco affidabili. I giacimenti nel Mare del Nord cominciano a dare segni di stanchezza e anche limport ha faticato a tenere il passo dellaumento della richiesta determinato dallinverno particolarmente freddo. Lafflusso di gas dagli Stati Uniti dovrebbe al contempo abbassare la bolletta energetica dei britannici ed aumentare la loro indipendenza energetica, mentre agli americani offre lopportunit di cominciare a portare il loro prodotto su mercati che oggi pagano 10 dollari in Europa e 12 in Giappone quella stessa unit di prodotto che negli Stati Uniti si vende a 2 (due). Il tempo da qui al 2018 dovrebbe essere utilmente speso per la costruzione delle infrastrutture necessarie, perch il gas che dalla Russia arriva fino a Londra viaggia nei gasdotti, mentre quello americano ha bisogno dimpianti per essere liquefatto e poi rigassificato e del naviglio dedicato in numero sufficiente. Tutte cose che saranno costruite il prima possibile perch prima Washington aprir la strada allexport, prima lindustria estrattiva potr massimizzare i profitti, anche se questo provocher la rottura dellattuale isolamento degli Stati Uniti e il progressivo livellamento dei prezzi sul mercato interno con quelli internazionali, erodendo cos quel delta nei costi energetici che ora tornato ad attirare investimenti e produzioni negli Stati Uniti.
Secondo le associazioni ambientaliste laccordo sottolinea la follia del modello energetico britannico, che rende il paese dipendente dallimportazione di combustibili fossili dallestero. Un problema pi globale che britannico, perch questa improvvisa abbondanza di energia a basso costo, per quel che durer sar un ingombrante ostacolo alla necessaria rivoluzione energetica e rischier di peggiorare pesantemente le previsioni relative al global warming, anche perch nelle prospettive attuali la maggiore disponibilit di energia si tradurr in un parallelo aumento dello sfruttamento e inquinamento di altre risorse naturali. Non succeder quindi che il gas sostituisca il terribile carbone, ma semmai che si finir per bruciare luno e laltro e anche il petrolio per quanto ne arrivi sui mercati. Quello che cambier davvero sar un mondo nel quale gli Stati Uniti avranno raggiunto lindipendenza energetica, pur percorrendo lantico modello energivoro e accollandosi costi ambientali ancora tutti da valutare, ma che potrebbero inclinare al catastrofico, tanto pi che la nuova prospettiva si concretizzer sicuramente in un freno potente allo sviluppo dello sfruttamento delle energie rinnovabili. Ma sono considerazioni che potranno essere affrontate globalmente solo tra qualche anno, adesso la nuova corsa alloro appena esplosa e ancora sfugge alla percezione dei media come delle opinioni pubbliche. Per questo difficile immaginare che negli Stati Uniti si possa affermare nel breve e medio periodo una resistenza significativa a una convergenza dinteressi economici e politici tanto consistenti e non resta che attendere e osservare come a Washington si giocheranno la carta del fracking.