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Assessorato Regionale Territorio e Ambiente


Dipartimento Territorio e Ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico

Quadro sintetico di riferimento sullo stato normativo e sugli interventi
di risanamento nellArea ad elevato rischio di crisi ambientale del
Comprensorio del Mela (ME)


Aspetti normativi Aspetti normativi Aspetti normativi Aspetti normativi

Con D.A. n. 50/GAB del 04/09/2002, il territorio dei Comuni di Condr, Gualtieri
Sicamin, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, San Pier Niceto e Santa
Lucia del Mela stato dichiarato Area ad elevato rischio di crisi ambientale in
relazione allimpatto ambientale conseguente alla presenza di insediamenti
industriali di notevoli dimensioni (centrale termoelettrica, raffineria di petrolio,
ecc.). Con lo stesso provvedimento stata, inoltre, istituita la Commissione Stato-
Regione-Provincia-Enti locali con il compito di predisporre il Piano di risanamento
ambientale e rilancio economico del Comprensorio del Mela, che stata integrata
nella composizione con il successivo D.A. n. 883 del 16/07/2003.

Tali atti, curati dal competente Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico,
elettromagnetico, acustico e rischio ambientale del Dipartimento Territorio e
Ambiente dellAssessorato Regionale Territorio e Ambiente, prevedevano la
possibilit di affidare in tempi rapidi ad un Ente pubblico di ricerca di provata
capacit scientifica (lUniversit di Messina, anche se non espressamente citata) la
predisposizione delle linee guida per la redazione del Piano di risanamento
dellArea con un termine per la presentazione dei risultati di nove mesi.

Tuttavia, dopo qualche mese, il nuovo Assessore pro tempore, nel frattempo
insediatosi, decideva autonomamente dalla Commissione di modificare gli
indirizzi del suo predecessore e di procedere allaffidamento attraverso un bando
pubblico europeo, con i tempi di gran lunga superiori che tale iter avrebbe
comportato (D.A. n. 252 del 10/03/2004 e D.D.G. del 20/05/2004).

Ma dopo appena qualche altro mese, subentrato un altro Assessore, il citato D.A.
n. 252 veniva revocato con il D.A. n. 239/GAB del 09/12/2004 a causa delle
proteste e dei ricorsi da parte dei Sindaci del Comprensorio. Il bando, la cui
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pubblicazione era costata quasi 25.000 euro, veniva di conseguenza revocato in
autotutela con il D.D.G. n. 1 del 04/01/2005.

Con D.A. n. 48/GAB del 23/02/2005, questultimo Assessore decideva, anche lui
autonomamente dalla Commissione Stato-Regione-Provincia ed Enti locali, di
affidare i compiti predetti (ed altri ancora inusuali) alla Commissione Provinciale
per la Tutela dellAmbiente e la lotta allinquinamento di Messina, pur non
rientrando gli stessi tra le competenze precipue della Commissione n potendo
configurarsi tale organismo con quellEnte pubblico di ricerca di comprovata
capacit scientifica indicato nelloriginario D.A. n. 883 del 16/07/2003.

N.B. [Nella Regione Siciliana sono ancora presenti in ogni provincia, in virt della
l.r. n. 39/77, le C.P.T.A., organismi simili nelle funzioni a quei CRIA soppressi gi
da molti anni nelle altre regioni a seguito delle innovazioni normative intervenute
nel tempo]

La C.P.T.A. di Messina presentava i propri risultati nel giugno del 2005. La
documentazione, pur voluminosa, si limitava ad una enunciazione di linee ed
indicazioni di carattere del tutto generale ma privi di indirizzi concreti,
rimandando alla stesura del Piano da attuarsi entro il 31/01/2006.

Limpostazione ed i contenuti della relazione erano successivamente oggetto di
forte critica e contestazione, in particolare da parte del Comune di San Filippo del
Mela.

Intanto, a seguito della scadenza della dichiarazione ministeriale di Aree ad
elevato rischio di crisi ambientale dei territori di alcuni Comuni della Provincia di
Siracusa (Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa, Sortino e Solarino) e della Provincia di
Caltanissetta (Gela, Butera e Niscemi) che metteva fine al regime commissariale in
atto dal 1999 e che consentiva il rientro nella disponibilit dellAssessorato
Territorio e Ambiente delle somme originariamente stanziate (140 miliardi di lire,
in gran parte non utilizzati) per gli interventi di risanamento, il Servizio 3 aveva
predisposto il provvedimento di nuova dichiarazione ora di competenza
regionale di Aree a rischio, che veniva formalizzato con il D.A.

Nel luglio del 2005 veniva istituito, con delibera della Giunta Regionale, lUfficio
Speciale per le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, con il compito di
predisporre e gestire i Piani di Risanamento locali e le risorse economiche
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disponibili, ovvero con competenze che istituzionalmente sono da considerarsi
intestate al Dipartimento Territorio e Ambiente.

Fermo restando che al 31/01/2006 non risulta essere stato presentato o
predisposto, come previsto da ultimo nel giugno del 2005, il Piano di
Risanamento del Comprensorio del Mela, n ad oggi la situazione risulta mutata,
si deve constatare che in tale area si trovano a coesistere una serie di organismi
(Commissione Stato-Regione-Provincia-Enti Locali, C.P.T.A. di Messina, Ufficio
Speciale), frutto di decisioni variegate nel tempo e con compiti e competenze di
non agevole distinzione.

Come si vedr nel seguito, in un siffatto contesto di criticit, si anche dovuto
verificare che alcune delle iniziative pi recenti della C.P.T.A. di Messina e
dellUfficio Speciale (vedasi codice di autocomportamento della CTE EDIPOWER e
rete di monitoraggio della qualit dellaria), peraltro autonomamente intraprese,
erano affette, in un caso, da rilevanti errori di informazione di base
(configurazione dellassetto impiantistico) e, nellaltro, da scarsa coerenza con le
attivit in corso da parte del Dipartimento Territorio e Ambiente e dellARPA
sullintero territorio regionale al fine della razionalizzazione e delladeguamento
delle reti di monitoraggio alle linee guida ministeriali del tavolo tecnico
interregionale.

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Iniziative del Dipartimento Territorio e Ambiente Iniziative del Dipartimento Territorio e Ambiente Iniziative del Dipartimento Territorio e Ambiente Iniziative del Dipartimento Territorio e Ambiente di risanamento ambientale di risanamento ambientale di risanamento ambientale di risanamento ambientale

Si premette che dal mese di Giugno di questanno il Dipartimento Territorio e
Ambiente ha avviato, tramite una Societ specializzata nel settore, le attivit per la
redazione del Piano di risanamento della qualit dellaria e per la gestione
dellinventario delle emissioni. Esse prevedono, tra laltro, lutilizzo dei pacchetti
sw applicativi APEX 4.1, comprensivi del modello PREM proiezione delle
emissioni, dei modelli SETS stima emissioni da traffico stradale, AIR FOREST
stima emissioni da vegetazione, AIR AIR stima emissioni da aeroporti, AIR FIRE
stima emissioni da incendi, AIR SHIPS stima emissioni da navigazione, del
sistema AIR DIFFUSION con i modelli ISC, OCD e SETS CALINE, e del sistema AIR
GRID.

Con tali strumenti il Dipartimento sar nelle condizioni di poter intervenire nei
prossimi mesi in maniera pi incisiva e puntuale sulle condizioni generali del
territorio regionale e, in particolare, sulle aree che presentano le maggiori criticit
relativamente alla qualit dellaria ambiente.

Per quanto riguarda specificatamente lArea del Comprensorio del Mela ed i
superamenti dei valori limite per il biossido di zolfo nei periodi segnalati dellanno
2005, che sono oggetto della richiesta di informazioni sulle iniziative in atto per il
loro controllo ed il relativo contenimento, si precisa che il Dipartimento ha, in
parte, completato e, in parte, avviato o programmato una serie di iniziative mirate
ad affrontare e risolvere le problematicit ambientali e di tutela della salute delle
popolazioni esposte ai fenomeni di inquinamento atmosferico.

Si ricorda, al proposito, che nellArea insistono, oltre ad un certo numero aziende
di varia tipologia industriale, due insediamenti produttivi di notevoli dimensioni e
di rilevante impatto ambientale : la centrale termoelettrica EDIPOWER, con gruppi
energetici di complessivi 1280 MWe (alcuni ambientalizzati, altri in corso di
ambientalizzazione) e la raffineria di Milazzo.

In particolare,

Indagini scientifiche effettuate

E stata completata nel mese di Giugno del 2006 ed i risultati sono
attualmente in corso di valutazione lindagine commissionata allUniversit
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di Palermo sulla diffusione e sulla distribuzione di inquinanti atmosferici
(metalli pesanti) con tecniche di biomonitoraggio utilizzando organismi
bioaccumulatori (licheni). I dati appaiono focalizzare bene lo stato di
generale compromissione ambientale del territorio, soprattutto in relazione
alla presenza ed alla distribuzione spaziale nella matrice biologica dei
metalli pesanti traccianti dei processi di combustione e delle attivit
antropiche. Questa base di informazioni va gi a costituire un importante
supporto conoscitivo propedeutico agli interventi di risanamento da andare
a realizzare.

Nello stesso arco di tempo stata completata ed i risultati sono anchessi in
corso di valutazione lindagine commissionata allUniversit di Palermo,
Dipartimento di Ricerche Energetiche ed Ambientali della Facolt di
Ingegneria, per la messa a punto di un sistema integrato per la valutazione
e la gestione della qualit dellaria nelle aree metropolitane della Regione
Siciliana: caso studio, analisi dei fenomeni di impatto atmosferico sugli
agglomerati ricadenti nel Comprensorio territoriale del Mela. Oltre alluso di
simulazioni con software previsionale riguardo allimpatto degli inquinanti
atmosferici di diversa origine, la costruzione e lapplicazione di indicatori
compositi (per esempio AQSI Air Qualit Stress Index e AQI Air Qualit
Index-) per poter arrivare a definire gli effetti combinati e di
sovrapposizione delle attivit industriali e di quelle derivanti dal traffico
autoveicolare rivestono un ruolo chiave per iniziare a tracciare e delineare
mappe di rischio per la popolazione esposta.


Indagini scientifiche programmate

Il Dipartimento gi in possesso di alcuni progetti esecutivi di imminente
avvio, redatti da Istituti e Dipartimenti universitari siciliani, per attivit di
ricerca e supporto tecnico-scientifico per la redazione del Piano di
Risanamento e Tutela della Qualit dellAria, e per i quali esiste gi la
necessaria copertura finanziaria. A titolo di esempio si riportano solo gli
obiettivi prefissi nel Progetto elaborato dallUniversit di Messina, Facolt di
Chimica Industriale ed Ingegneria dei Materiali, rivolto agli interventi da
realizzare su Centrali Termoelettriche e Raffinerie di petrolio:
- Individuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni
- Individuazione delle possibili misure da attuare e costi di abbattimento
delle emissioni
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- Selezione dell'insieme di misure pi efficaci per realizzare gli obiettivi di
riduzione delle emissioni


Interventi strutturali ed amministrativi sulla CTE EDIPOWER

In relazione alla potenzialit degli impianti ed alla ancora non completata
ambientalizzazione di tutto il sistema, la CTE rimane la principale fonte
emissiva del biossido di zolfo e, quindi, la maggiore indiziata nei casi di
superamento dei limiti di qualit dellaria per questo parametro. Nei periodi
segnalati del 2005, peraltro, lanalisi dei dati dello SME ha rivelato
superamenti anche di una certa consistenza e per pi ore consecutive, che
non sono stati peraltro segnalati tempestivamente dallEDIPOWER. Al
riguardo, suscita particolare apprensione e perplessit il fatto che ad andare
fuori limite sono stati i gruppi da 320 MW, ovvero quelli dotati del sistema
DESOX di abbattimento spinto del biossido di zolfo con produzione finale di
solfato di calcio. Gli interventi che si prevede di attivare nei confronti
dellazienda, con la priorit e la celerit che la situazione, di per s grave,
comporta, consisteranno: a) Accelerazione del completamento dei lavori di
ambientalizzazione dei gruppi da 160 MW; b) Verifica dellapplicazione
delle BAT nei sistemi di trattamento degli inquinanti; c) Eventuale revisione
dei provvedimenti di autorizzazione alle emissioni, con conseguente
abbassamento dei limiti autorizzati, il tutto in virt delle prerogative
cautelari dellArea a rischio, del comprovato stato di deterioramento
ambientale e delle gravi patologie rilevate a carico della popolazione locale.


Interventi strutturali ed amministrativi sulla Raffineria di Milazzo

La Raffineria di Milazzo stata spesso tirata in ballo in occasione di allarmi
dellopinione pubblica conseguenti al verificarsi di fenomeni di intossicazione o
malesseri generali, collegati alla presenza di sostanze organiche volatili
odorigene, a carico di strati della popolazione residente nelle localit prossime
agli impianti.
Lanalisi di talune delle criticit ambientali, connesse con le emissioni in
atmosfera caratteristiche di questa tipologia industriale, ha portato ad individuare,
nellambito dellapplicazione delle migliori tecnologie disponibili, una prima
strategia di interventi indirizzata principalmente:
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Sullinstallazione di sistemi di recupero vapori (URV) per aspirare il gas di
polmonazione emesso dalle cisterne delle navi durante il caricamento di
prodotti leggeri, al fine di consentire di ottenere una drastica riduzione
delle emissioni diffuse in atmosfera provenienti dalle tanche delle navi
cisterna.
Alla corretta gestione del sistema blow down, per cui le torce di raffineria
svolgano unicamente il ruolo di dispositivo di sicurezza grazie al quale i gas
in eccesso, prodotti in occasione di avvii e fermate dimpianti, o in altre
situazioni non programmabili, sono bruciati in condizioni controllate, e non
vengano, invece, utilizzate come sistema routinario di combustione e di
rilascio incontrollato di grandi quantit di sostanze inquinanti.
Alla revisione della cosiddetta bolla di raffineria, ovverosia di
quellartificioso sistema di calcolo delle emissioni che consente di
considerare tutti i punti di emissione dei vari impianti come un unico punto
emissivo. Questo fa s che le concentrazioni dei singoli inquinanti, alcuni
eccedenti anche di molto i valori limite di legge, vengano livellate entro i
limiti, tramite un mero calcolo matematico, dalla sommatoria della portata
volumetrica complessiva. Lintervento che si andr ad adottare ha lo scopo
di riportare a norma le emissioni di ogni singolo camino, non consentendo
pi la possibilit, se solo ci si riferisce al biossido di zolfo, di concentrazioni
emissive di gran lunga superiori a quelle massime consentite, cio
dellordine di 8000-10000 mg/Nm
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rispetto al valore limite di 1700
mg/Nm
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di impianti di pari potenza.


La rete di monitoraggio della qualit dellaria

E in corso di definizione, in collaborazione con lARPA e con il gestore della rete
pubblica (Provincia di Messina) ladeguamento della rete di monitoraggio della
qualit dellaria alle linee guida dellAPAT ed agli indirizzi dettati dallapposito
tavolo tecnico interregionale.
La revisione sta comportando sia il riposizionamento delle centraline al fine di
migliorare la rappresentativit spaziale, sia lammodernamento ed il
potenziamento della strumentazione analitica al fine di ottenere la pi ampia
copertura dei parametri ambientali.
Va ricordato che la rete, sia quella pubblica che quella privata (EDIPOWER), di
antica concezione ed ha operato fino a di recente riguardo al monitoraggio del
biossido di zolfo.

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In tale contesto, tuttavia, giusto al fine di ottimizzare gli interventi e le risorse
disponibili, appare indispensabile che si operi con strumenti di concretezza e di
razionalit, ragione per cui talune recenti proposizioni di un sistema di
monitoraggio riguardante larea in oggetto, basato su di una rilevante
moltiplicazione di postazioni di misura e dei relativi sensori di rilevamento, n
appaiono coerenti con gli indirizzi tecnico-scientifici nazionali (APAT e CNEIA) e
regionali, n oltretutto risultano compatibili sotto laspetto della effettiva
realizzazione e della relativa gestione economica.

Da ultimo, si fa presente che il Dipartimento ha in fase di prossimo avvio, in
collaborazione con lARPA, un monitoraggio sulla presenza e sulla
caratterizzazione chimica delle frazioni pi fini del particellato atmosferico, nello
specifico i PM2.5 e PM1.

Conclusioni Conclusioni Conclusioni Conclusioni

Nonostante le oggettive difficolt operative cui si accennato nella parte
introduttiva, derivate da scelte ed indirizzi di vertice spesso contrastanti tra loro e
che hanno, peraltro, comportato moltiplicazione di uffici e duplicazione di
competenze per lo stesso settore dintervento, con relativo transito delle risorse
economiche destinate alle attivit di risanamento, si ritiene che con le iniziative
sopra riportate, in parte gi realizzate, in parte avviate ed altre di imminente
avvio, questo Dipartimento pu affrontare ed assolvere in maniera pi organica ed
efficace i propri compiti istituzionali di protezione dellambiente e di tutela della
salute delle popolazioni in un ottica di progressivo recupero e di risanamento
della qualit ambientale dellintero Comprensorio.

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