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a
= arctan(f
a
)
ATTRITO RADENTE: CASO STATICO
Quando due solidi sono in contatto ma non vi
moto relativo, fra di essi agisce una forza di
reazione R che pu assumere tutte le direzioni
possibili interne al cosiddetto cono di attrito.
a
detto angolo di aderenza mentre f
a
detto fattore di attrito
statico oppure fattore di aderenza. In prima approssimazione:
dipende dalla natura dei materiali
dipende dallo stato delle superfici (rugosit, pulizia..)
non dipende dalle forze normali
Cono di attrito
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 4
ATTRITO RADENTE: CASO DINAMICO
Se due solidi in contatto di strisciamento sono in moto relativo luno
rispetto allaltro, la forza di attrito R
t
che si sviluppa ha direzione tale
da opporsi al moto e modulo pari a:
R
t
= f R
n
Langolo = arctan(f) detto angolo di attrito dinamico mentre f
detto fattore di attrito (dinamico): i suoi valori sono inferiori a quelli
(corrispondenti) del caso statico.
Valgono anche in questo caso le stesse dipendenze ed invarianze
illustrate per lattrito statico e si assume anche indipendenza dalla
velocit relativa di strisciamento; in realt il fattore di attrito non passa
con discontinuit dal caso statico a quello dinamico (vedi figura).
Dipendenza del fattore di attrito dalla rugosit delle superfici a contatto e dalla velocit relativa
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 5
Lattrito volvente, causato dalla deformabilit
della coppia e da fenomeni dissipativi che si
verificano nel moto di rotolamento, si
manifesta come un momento reattivo M
r
, con
asse nel piano tangente di contatto, che si
oppone al moto di rotolamento.
Pu essere interpretato come uno
spostamento in avanti del punto di
applicazione della reazione R di una quantit u
detta coefficiente di attrito volvente; pertanto,
in condizioni dinamiche:
M
r
= u R
n
Analogamente al caso dellattrito radente, si
definisce il fattore di attrito volvente come:
dove r il raggio del corpo rotolante.
ATTRITO VOLVENTE
f
v
=
M
r
R
n
r
=
u
r
Cause concomitanti delle resistenze al
rotolamento: deformazione del corpo
rotolante (sopra) e del piano di rotolamento
(sotto)
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 6
3.2 - PROPRIETA DI MASSA
Per un sistema di n punti materiali P
1
, P
2
,...P
n
, di masse m
1
,
m
2
,...m
n
si definisce baricentro o centro di gravit G il centro
dei vettori peso paralleli ed equiversi m
i
g:
G O ( )=
m
i
g P
i
O
( )
i =1
n
m
i
g
i=1
n
=
m
i
P
i
O
( )
i =1
n
m
essendo m = m
i
i =1
n
m
y
G
=
m
i
y
i
i =1
n
m
z
G
=
m
i
z
i
i=1
n
m
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 7
Per un sistema continuo di densit ed estensione v (lunghezza,
area o volume), essendo
il baricentro G definito da:
Se il sistema omogeneo su v e quindi costante, si ha:
G-O ( ) =
P O
( )
dv
v
dv
v
m = dv
v
G-O ( ) =
P O
( )
dv
v
v
x
G
=
xdv
v
v
y
G
=
ydv
v
v
z
G
=
zdv
v
v
Baricentro di un sistema a massa distribuita
G
xdv
x
m
v
G
ydv
y
m
v
G
zdv
z
m
v
=
= = =
=
=
in particolare per un semicerchio
di materiale omogeneo:
Settore circolare
Nota: qui indica la coordinata
radiale e non la densit
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 11
Il baricentro G delleccentrico situato sullasse x a cui
appartengono i centri G e G, in quanto si tratta di un asse di
simmetria; inoltre, utilizzando la propriet distributiva per
differenza, si considera il sistema G di massa m (disco di
raggio R) composto dai sottosistemi G (disco di raggio r) e G
(eccentrico forato) di masse m ed m rispettivamente.
Esempio: baricentro di un eccentrico omogeneo
2
"
2 2
' ' " " ' '
G G"
"
G
m G m G mG m G
m m
r
x d
R r
+
= =
=
Disco eccentrico
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 12
Per un punto materiale P di massa m e distanza r
dallasse a (di versore u), si definisce momento di
inerzia assiale:
I
a
= mr
2
Per un sistema discreto formato da n punti materiali
P
i
di masse m
i
e posti a distanze r
i
dallasse a, si
definisce momento di inerzia assiale:
I
a
= m PO ( )u
| |
2
I
a
= m
i
r
i
2
i =1
n
I
a
= m
i
P
i
O
( )
u
| |
2
i =1
n
2
a
I r d
In generale:
( )
2
a
I P-O d
= (
u
Momento di inerzia assiale di sistemi a massa distribuita
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 14
Raggio giratore (o raggio di inerzia)
la distanza D alla quale occorre concentrare una massa
puntiforme pari a quella del sistema affinch il suo momento
di inerzia rispetto allasse eguagli il momento dinerzia del
sistema:
2
I
I=mD D =
m
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 15
Esempio: momento di inerzia di unasta monodimensionale
omogenea rispetto ad un asse mediano
3 2
l 2
2
y
-l 2
kl l
I = k x dx = = m
12 12
m = kl
l
D =
2 3
essendo
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 16
Esempio: momento di inerzia di un anello circolare
omogeneo rispetto al proprio asse
2 2 2 2
dm kRd
d Rd
m kd 2kR
I k R d R kd 2kR R mR
D = R
=
=
= =
= = = =
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 17
Esempio: momento di inerzia di un disco circolare
omogeneo rispetto al proprio asse
I = k r
2
d = k r
2
rdrd ( ) = k d
0
2
r
3
dr
0
R
I = kR
2
( )
R
2
2
= m
R
2
2
D =
R
2
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 18
Esempio: momento dinerzia di un cilindro circolare
retto intorno al proprio asse
in coordinate cilindriche r, , z { }, essendo
d = r dr d dz
I = k r
2
d = k r
2
r dr d dz
I = k dz d r
3
dr
0
R
0
2
0
h
I = kR
2
h
R
2
2
=
mR
2
2
D =
R
2
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 19
Oltre al momento dinerzia assiale si pu definire il momento di
inerzia rispetto ad un punto (polare).
Sistemi a masse concentrate
per un sistema discreto formato da n punti materiali P
i
di masse m
i
e posti a
distanze r
i
dal polo O si definisce momento dinerzia polare:
Sistemi a masse distribuite
per un sistema continuo S che occupi una regione dello spazio (ad 1, 2 o 3
dimensioni), di massa:
Momento dinerzia polare
I
0
= m
i
r
i
2
i = 1
n
= m
i
P
i
O ( )
2
i = 1
n
m = d
I
0
= P - O ( )
2
d
si definisce momento di inerzia polare:
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 20
per sistemi piani il momento dinerzia polare si identifica con il momento
assiale rispetto allasse passante per il polo e perpendicolare al piano
teorema di Lagrange
Il baricentro G di un sistema materiale qualsiasi quel punto rispetto al quale
risulta minimo il momento dinerzia polare del sistema. Dimostrazione:
Propriet del momento dinerzia polare
( ) ( )
( ) ( ) ( ) ( )
( )
2
O
2 2
2
G
I P-G G O d
P-G d G-O d 2 P-G G-O d
I m G-O
= + (
= + +
= +
( ) ( ) ( )
P-G G-O d Pd G d G O
Pd G d 0
(
=
(
=
infatti il terzo
termine si annulla
per la definizione di
baricentro
da cui il momento polare minimo per O = G
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 21
Momento di inerzia per assi paralleli (1)
Per un sistema materiale S siano I ed I i momenti dinerzia relativi agli assi
paralleli a ed a posti a distanza d e passanti per O ed O.
Nel caso di a baricentrico
(Teorema di Huygens): O = G I = I
G
2
G
I [(P-O) ] d {[(P-G)+(G-O)] } d
I [(P-G) ] d [(G-O) ] d
+2 [(P-G) ] [(G O) ]d
I md 2{ Pd -G d } [(G O) ]
= =
= + +
=
= + +
2 2
2 2
u u
u u
u u
u u
I = I
G
+md
2
Il momento di inerzia di un sistema S rispetto ad un asse
baricentrico a il pi piccolo fra i momenti di inerzia di S
rispetto a qualsiasi asse parallelo ad a.
Corollario:
D
2
=D
G
2
+ d
2
d
a a
P
u u
O O=G
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 22
Momento di inerzia per assi paralleli (2)
Sia a non baricentrico; la formula di Huygens applicata ad a e a, distanti
d e d da G, :
I = I
G
+md
2
I = I
G
+md
2
da cui, sottraendo membro a membro:
I = I + m(d
2
- d
2
)
D
2
- D
2
=(d
2
- d
2
)
ESEMPIO: calcolo del momento dinerzia di unasta omogenea rispetto
ad un asse a perpendicolare allasta in uno dei suoi estremi, essendo
noto I
G
= ml
2
/12
I =
ml
2
12
+ m
l
2
|
\
|
.
2
=
ml
2
3
(si pu facilmente verificare
calcolando I mediante lintegrale)
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 23
Le forze sono vettori applicati caratterizzati da modulo,
direzione, verso e punto di applicazione.
Per il principio di trasmissibilit, una forza esterna pu essere
applicata in qualsiasi punto della sua retta dazione senza
alterare la risultante di tutte le forze esterne applicate al corpo
rigido su cui essa agisce (nota: per un corpo non rigido
invece influente lo spostamento lungo la retta dazione).
Le forze possono essere composte per trovare la loro
risultante o scomposte secondo assegnate direzioni.
3.3 - FORZE E MOMENTI
Forze come vettori
applicati
Composizione delle forze
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 24
Il momento di una forza F rispetto al punto O un vettore libero
definito come:
che tende a far ruotare il corpo al quale applicato intorno ad O.
Il teorema di Varignon assicura che il momento di una forza
attorno ad un punto qualsiasi uguale alla somma dei momenti
delle componenti di quella forza attorno allo stesso punto.
Teorema di Varignon
Momento di una forza
M
0
= r F
M
0
= rF sin = bF = r F
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 25
Il momento risultante di un sistema di
forze varia al variare della posizione del
polo secondo la legge:
per cui in generale dipende dalla scelta
del polo, a meno che la risultante non sia
nulla (coppia di forze).
Una forza applicata in A pu essere trasportata in B
aggiungendo il relativo momento di trasposizione.
Quando su un corpo agisce un sistema di forze, se ne pu
calcolare la risultante R, che una forza tale da produrre
sul corpo lo stesso effetto del sistema di forze originario.
M
0
= M
0
+ R O O ( )
Risultante di un sistema di forze
Trasposizione di una forza
Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 26
Lespressione F=ma stabilisce la relazione istantanea tra la forza
agente su una particella e laccelerazione (istantanea) che ne
risulta. Quando si considerano intervalli di tempo finiti e sono
richiesti i corrispondenti cambiamenti di velocit e posizione,
necessario integrare tale relazione.
Esistono due classi generali di problemi che considerano gli effetti
cumulativi di forze non equilibrate; essi prevedono:
3.4 - EQUAZIONI CARDINALI DELLA
DINAMICA
lintegrazione delle forze rispetto al tempo in cui esse sono
applicate: ci porta alle equazioni cardinali della dinamica;
lintegrazione delle forze rispetto allo spostamento della
particella su cui esse agiscono: ci conduce allequazione del
lavoro e dellenergia.
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 27
QUANTIT DI MOTO E
MOMENTO DELLA QUANTIT DI MOTO
i O i
i=1 i=1
( )
N N
i i i
m P O m = =
Q v K v
Q = vdm =
vd K
O
=
(P -O) vd
m = d
2
T =
1
2
mv
G
2
T =
1
2
mv
G
2
+
1
2
I
G
2
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 31
Il lavoro pu anche essere definito come
integrale della potenza sul tempo tramite le
seguenti espressioni:
Il lavoro eseguito da una forza F che sposta il suo
punto di applicazione O da P
1
a P
2
la quantit
scalare definita da:
Per svolgere questi integrali necessario conoscere
la relazione tra F
t
ed s.
Per quanto riguarda il lavoro di una coppia M si ha:
LAVORO
Lavoro come integrale
curvilineo
Lavoro come integrale della forza
sullo spazio
L = F ds =
P
1
P
2
F
t
s ( ) ds
s
1
s
2
L = M d
L = F v dt
t
1
t
2
L = M dt
t
1
t
2
=
L
r
L
m
=
L
r
L
m
=
L
r
L
r
1-
1-
=
L
m
L
r
L
m
L
m
L
m
L
r
=
L
m
L
r
L
m
L
r
L
r
L
m
=
L
p
L
p
=
1
C
C =
L'
p
L
p
avendo posto:
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Meccanica Applicata alle Macchine 1 - A.A. 2004/2005 Cap. 3 - pag. 41
I meccanismi per cui si ha 0 sono meccanismi irreversibili;
ci si verifica se, per effetto dellattrito, movente e cedente non
possono scambiarsi le funzioni.
Per essi si ha:
detta condizione di arresto spontaneo.
Se C 1 la condizione di arresto spontaneo si verifica per:
0.5
I meccanismi irreversibili hanno modesti rendimenti nel moto
diretto. Ci non significa che non sia possibile invertire il verso
degli spostamenti, ma solo che non possibile farlo agendo solo
sul membro che nel moto diretto il cedente: invece possibile
farlo agendo sullo stesso movente del moto diretto.
IRREVERSIBILITA
1+ C ( )
C
0
C
1+ C