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Quale Europa?

quaderni di bondeno.com
novembre 2015

Quale Europa?
By afenice

di Luciano Del Vecchio


Per lEuropa dei prossimi decenni rimane dunque lipotesi dello stato minimo, o pi precisamente,
del niente stato tutto mercato: la giostra libera della moneta unica a cambio fisso, della banca
centrale indipendente, del capitale liberamente circolante, del flusso ininterrotto di merci servizi e
carne umana, della maniacale lotta allinflazione, della cancellazione dei diritti sociali, della
riduzione del lavoro a merce, della decomposizione del popolo e della democrazia, dellirrilevanza
del territorio e dei confini: tutti obiettivi della dottrina economica liberista sanciti nei trattati,
realizzabili e realizzati sotto i nostri occhi. Gli eurocrati non progettano nessuno stato; non c
nessuna unificazione politica nella loro agenda; sanno di averla assunta a pura finzione da
propagandare e lasciarla credere a milioni di cittadini. Il vero obiettivo mira a espropriare e
dissipare sistematicamente la sovranit degli stati storici esistenti, democratico-costituzionali, senza
condensarla e innestarla in un nuovo e pi esteso organismo politico, ma semplicemente svuotarla
diluendola in una pletora di comitati, commissioni, governanze ed enti vari transregionali. Non
hanno bisogno di uno Stato, ma di un continentale caravanserraglio aperto al Mercato, un unico
indistinto spazio stallatico, produttivo, consumatore e finanziario, dove impera la competizione
violenta di tutti contro tutti, di cittadini contro cittadini, di autoctoni contro stranieri, di gruppi
contro gruppi, di istituzioni contro istituzioni, terra di tutti e di nessuno, campo fertile su cui far
attecchire il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), studiato apposta per
territori de-istituzionalizzati, sviluppo logico e sbocco giuridico naturale del trattato di Lisbona.
estratto da http://www.appelloalpopolo.it/?p=11975
Tags: Europa, liberismo, trattati

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4 Responses to Quale Europa?


1.

afenice
2 settembre 2014 alle 09:05
http://www.lintellettualedissidente.it/la-strategia-di-putin-per-destabilizzare-legemoniastatunitense/
il titolo fazioso, il contenuto meno, consigliabile
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#976

2.

afenice
3 settembre 2014 alle 18:43
Questa degenerazione della sfera politica e della figura del politico legata evidentemente a
due fenomeni della modernit, tra loro interdipendenti. In primo luogo, vi una crisi legata
alla sempre minor partecipazione delle persone alla vita pubblica, il che significa poca

informazione e mancanza di proposte, oltre che ad un ormai inesistente legame comunitario,


capace di unire i vari io in vista di un bene comune. In secondo luogo, il dominio della
tecnica e delleconomia hanno fatto dello Stato, sempre per usare le parole di Bauman,
solamente unenorme questura, incaricata di vigliare sullordine interno per conto di
agenti transnazionali sempre pi potenti e globali. A questo quadro sistemico gi inquietante
di suo, si deve aggiungere lincredibile qualit del nostro paese nellavere politici
completamente inadatti a gestire le rovine di uno Stato, dominato dai poteri forti e sempre
pi asfissiato dalle politiche euro-atlantiste. La congrua figura del politico odierno, ci
fornita dallilluminante espressione di Ezra Pound: i politici non sono altro che i camerieri
dei banchieri. Dei camerieri. O, per meglio dire, dei camerieri in cerca di successo, tra un
salone televisivo, dichiarazioni scioccanti ed un bagno gelato.
Lorenzo Pennacchi in
http://www.lintellettualedissidente.it/quando-la-politica-diventa-uno-show/
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#984
3.

afenice
22 settembre 2014 alle 17:30
LEuropa di Bruxelles e di Strasburgo, lEuropa che stravolgendosi in Eurolandia ci ha
consegnato legati mani e piedi alla lobby di finanzieri che gestiscono secondo i loro privati
interessi la moneta comune mentre anche ammesso che sia un gigante economico, come
molti ancora affermano comunque un nanerottolo politico, un criceto diplomatico e un
verme militare (poich gli eserciti europei, coordinati dalla e nella NATO, sono in realt
controllati dallex-superpotenza statunitense e ne eseguono la volont o la non-volont
politica) stata, nella pi benevola delle ipotesi, una falsa partenza per i nostri orizzonti
unitari europeistici. E difatti, in oltre mezzo secolo, non si creato alcuno spirito identitario
europeo, alcuna cultura comunitaria, alcuna coscienza civica nella quale i ventisette paesi
dellUnione possano riconoscersi.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=49424
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#1006

4.

afenice
24 settembre 2014 alle 11:48
La Germania ovviamente non immune dalle sciagurate politiche che vogliono cancellare lo
Stato:
Lazienda vuole espandere limpianto di Mulfingen e costruire un nuovo centro logistico.
Questo creerebbe centinaia di posti di lavoro, ma ci che manca uninfrastruttura stradale
decente per rendere proficuo il nostro investimento, dice Hundsdrfer. I suoi camion sono
costretti a usare la Hollenbacher Steige, una strada che si sta sbriciolando e che ha urgente
necessit di essere riasfaltata. Spesso i camion che arrivano dalla direzione opposta non
riescono a passare trovandosi uno di fronte allaltro su una strada cos stretta.
Il progetto di costruzione stradale costerebbe 3,48 milioni di euro, ma lo Stato e il governo
locale esitano da anni a mandare avanti la cosa, per via dei costi. Secondo Hundsdrfer i
conti semplicemente non tornano. Paghiamo pi tasse noi in un solo anno di quello che
costerebbe rifare la strada. Ora Hundsdrfer sta prendendo in considerazione limpensabile:
perch non costruire il centro logistico allestero. Hundsdrfer non si troverebbe da solo, nel
fare questa scelta.
http://vocidallestero.blogspot.it/2014/09/der-spiegel-la-germania-un-paese-in.html

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#1007
5.

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In questo discorso, nella scelta di Junker come figura di mediazione, appare dunque chiara una cosa
che diciamo da tempo: in Europa i due orientamenti della crescita e dellausterity sono solo
apparentemente contrapposti! E questo innanzitutto perch i due termini, presi cos, non hanno
alcun senso: in regime di capitale, quello che crescita per uno austerity per laltro. Il
rapporto fra i due poli dialettico. La crisi dellEurozona stato uno scontro determinato da
precisi interessi correlati alla diversa strutturazione produttiva e finanziaria degli Stati membri.
Lausterity imposta in questi anni allItalia (o meglio, al proletariato e alla piccola borghesia
italiana), cos come agli altri PIGS, stata crescita di profitti per la borghesia tedesca, cos come la
crescita che oggi chiede la borghesia italiana non sarebbe altro che ridimensionamento dei profitti
della borghesia tedesca, che si scaricherebbero indirettamente sui proletari di altri paesi
Non solo quindi, non esiste unastratta austerit (il modo di produzione capitalistico si basa
appunto sul fatto di fare profitti, e gli alfieri dellausterity hanno ben riempito le casse negli ultimi
anni), ma non esiste nemmeno unastratta crescita, se la intendiamo, riprendendo la propaganda
di Junker, come benessere collettivo. La crescita del PIL e dunque dei profitti, che lunica
crescita che il capitale conosce, la si produce, gira e rigira, solo spremendo i lavoratori!
Si capisce dunque perch oggi erano tutti daccordo. Tutti i padroni dEuropa vogliono le riforme
strutturali, che siano tedeschi, olandesi, italiani o persino greci: perch questo aumenta i loro
margini di profitto Ma se questo vero, allora vuol dire che lalternativa che dobbiamo seguire,
sia nellanalisi, che nel pensare alle nostre pratiche, non quella fra UE vs Italia, fra popolari vs
socialisti, fra crescita vs austerity, ma fra borghesia vs proletariato.
estratto da http://www.lolandesevolante.net/blog/2014/07/chi-e-juncker-il-nuovo-presidente-dellacommissione-europea/
Riassumendo, evidente che la crescita (se ci sar), sar solo quella dei profitti degli industriali
rimasti (grandi opere) e lausterit riguarder tutti gli altri (noi).
Tags: austerit, crescita

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E questa lEuropa che vogliamo?


By afenice

ERF. Dietro questa apparentemente innocua sigla si cela larma definitiva che lUnione Europea
sta preparando per il colpo finale, il furto di tutte le nostre ricchezze e la chiave a doppia mandata
per impedire la fuga dellItalia dalla tonnara dellEurozona.
Ogni volta che gli eurocrati immaginano qualche colpo grosso lo nascondono sotto un nome oscuro.
Il MES e il Fiscal Compact vennero votati alla chetichella da un parlamento totalmente ignorante di
quel che stava approvando, pungolato dallurgenza messa da un consapevolissimo Monti.
Adesso che i buoi sono scappati i partiti fanno a gara a dissociarsi da assurdi obblighi e
onerosissimi impegni gi versati, tuttavia il danno fatto e difficilmente rivedremo qualcosa degli
oltre 50 miliardi impegnati a vario titolo nei fondi salva-stati.
Questa cifra iperbolica una bazzecola a confronto di quanto rischiamo di giocarci con lERF o
European Redemption Fund dato che si parla, per la sola Italia, di oltre mille miliardi. Vediamo di
che si tratta. Per essere sicuri che la riduzione forzata del debito prevista del Fiscal Compact
avvenga davvero si inventato un meccanismo diabolico. Lidea sembra orientata alla solidariet:
consentire ai paesi europei con un debito pubblico pi alto del limite del 60% del rapporto debito/pil
di scaricare tutto il debito in eccesso ad un fondo comune dove possa essere mutualizzato come un
super eurobond. Fin qui tutto bene, ma esiste forse ancora qualche anima candida che creda ai
favori e alla solidariet dellattuale Unione Europea? Se esiste bene che si svegli perch la
commissione di studio presieduta da un ex banchiere centrale austriaco, una signora dal rassicurante
nome di Gertrude Trumpel-Guggerell, e che casualmente non annoverava alcun italiano tra i propri
membri, ha deciso che a fronte di questo debito debbano essere poste delle garanzie reali.
Traduciamo: lItalia scaricherebbe oltre mille miliardi di debito ma a fronte dello scarico
occorrer mettere a garanzia beni e oggetti di valore. LERF si mangerebbe quindi per esempio
tutte le nostre riserve auree, beni immobili di pregio, le migliori partecipazioni societarie inclusi i
gioielli strategici quali Eni e Finmeccanica e addirittura verrebbe alimentato con una sorta di
ipoteca sui futuri introiti fiscali. A quel punto sarebbe un gioco da ragazzi portarci via tutto,
basterebbe girare la manopola dello spread, per esempio facendo dichiarare alla BCE la propria
intenzione di non garantire direttamente il debito monetizzandolo, per precipitarci nel default. A
quel punto per lERF si incamererebbe tutte le garanzie e noi ci ritroveremmo in ginocchio:
svuotati di tutti i nostri beni di valore e con ipotecate per il futuro persino le nostre tasse e le nostre
pensioni.
Claudio Borghi Aquilini
Leggi il seguito: http://www.lolandesevolante.net/blog/2014/05/cosi-lue-ci-ruba-le-ricchezze/
Tags: elezioni 2014, ERF, Europa, trattati

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This entry was posted on marted, maggio 13th, 2014 at 10:02 and is filed under economia, politica. You can follow any
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7 Responses to E questa lEuropa che vogliamo?


1.

afenice

13 maggio 2014 alle 10:11


http://www.dirittiglobali.it/2014/05/11/danno-denaro-creato-dalle-banche/
Un articolo di Luciano Gallino sul danno del denaro creato dalle banche
#865
2.

afenice
13 maggio 2014 alle 11:15
Mi scrive Andrea Malaguti: Cos conclude il mio studente su Gomorra: Gomorrah seeks to
bring a message to all those who watch it, whether or not we are ready to receive it. The
world is a pretty fucked up place, and institutions put in place by fellow humans make it so
much harder to enjoy the small joys that are still left.
Cio: in questo fotti fotti generale limportante sopravvivere. Gli hanno fritto e impanato il
cervellino. A diciotto anni.
P.G. Succede anche qua, basta guardare lEurovision contest!
#866

3.

afenice
14 maggio 2014 alle 09:36
http://vocidallestero.blogspot.it/2014/05/il-ministero-della-propaganda-allopera.html
leuro migliora la tua pelle
9) lEuropa ti rende pi figa
10) diventi una tigre fra le lenzuola coi consigli di Olly Rehn
Valerio Santoro
#868

4.

afenice
14 maggio 2014 alle 09:41
Francia: Ma non lultima chicca del mese, la settimana scorsa, il ministero dellinterno,
causa i tagli dovuti ai 50 miliardi chiesti da Bruxelles, annuncia che far venire dei
poliziotti, niente meno che dalla Cina. Dei poliziotti della Repubblica Popolare Cinese
avranno dritto di operare sul suolo della capitale. In realt tale scelta pi che dettata dai tagli
budgetari, stata imposta da Pechino, che da mesi fa pressioni, tramite il suo ambasciatore,
sul ministero dellinterno affinch venga garantita la sicurezza dei Cinesi, a suo dire vittime
preferite delle bande nordafricane, perch spesso si muovono con tanti contanti e senza
documenti, quindi senza possibilit di denuncia. In realt lambasciatore chiede misure
speciali di protezione per dei suoi concittadini che sul suolo francese sono clandestini e
evasori fiscali. Ma tant, dora in poi i cinesi a Parigi avranno una loro polizia .
estratto da http://www.appelloalpopolo.it/?p=11336
#869

5.

PP
14 maggio 2014 alle 14:15
Sono stanca di sentirmi dire: ce lo chiede lEuropa, ce lo chiedono i mercati. I governi
vengono in tal modo esautorati o quanto meno condizionati per cui evidente che la
democrazia ha perso uno dei suoi pilastri fondamentali: la vera partecipazione del popolo
alle decisioni che lo riguardano. I nostri ultimi governi ( tra laltro nominati e non eletti) si

vantano di governare per il bene del loro popolo e molti applaudono a questi pseudobenefattori, dimenticando che democrazia significa governo DEL popolo e non PER il
popolo. C bisogno quindi di maggiore informazione e maggiore partecipazione dei
cittadini, affinch accresca la consapevolezza e la fiducia nella politica.
#870

afenice
23 maggio 2014 alle 18:09
http://leg16.camera.it/465?
area=8&tema=496&Il+pareggio+di+bilancio+in+Costituzione
chiaro esempio di ce lo chiede lEuropa, la modifica dellart.81 della Costituzione
#890

6.

afenice
17 maggio 2014 alle 09:55
I Trattati europei saranno modificati soltanto quando la Francia, lItalia, lInghilterra, la
Germania o forse la Spagna recederanno e recedendo costringeranno le controparti ad
addivenire a modifiche sostanziali dei Trattati, sempre che lo Stato recedente desideri la
modifica dei trattati e non la liberazione dai vincoli europei (si, ho scritto controparti: gli
Stati partecipanti sono controparti dei Trattati; la cooperazione lideologia per ingannare
gli ingenui; gli Stati che stipulano un trattato in materia economica cooperano come
cooperano lavoratore subordinato e datore di lavoro, locatore e conduttore, venditore e
acquirente, appaltatore e committente).
http://www.appelloalpopolo.it/?p=10562

7.
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LE MILLE VITE DI EUROPA


Scritto da Gianluca Freda
Marted 01 Novembre 2011 14:13
Dolce il bacio di Europa,
anche se tocca appena le labbra,
dolce anche se sfiora appena la bocca;
non alle labbra che saccosta,
ma preme la bocca,
e dal profondo rapisce lanima intera.
(Rufino, poeta greco del II sec. d.C., Antologia Palatina)

Dotti, medici e sapienti saffollano torvi e neri al capezzale dellEuropa. La


colossale paziente giace immobile e cerea sul suo giaciglio tettonico, col
termometro infilato nello Stretto di Gibilterra e la borsa dellacqua calda
deposta sulla Lapponia. Un drappello di ghignanti becchini attende, appena
fuori dalluscio, la notizia del decesso, pronto a spartirsi le spoglie della
millenaria carogna con i monatti arrivati in tutta fretta da Wall Street. Fioccano
le diagnosi, le prognosi, le anamnesi, tutte morbosamente incentrate
sullanalisi della pandemia economico-finanziaria che ha condotto la paziente
al suo settimo giorno in un decorso cronico progressivo, ormai virtualmente
irrecuperabile, salvo interventi miracolosi dallEmpireo. Si ipotizzano scenari
patologici di peste ateniese, influenza spagnola, febbre asiatica e parvovirosi
africana. Si maledice e si benedice lEuro, impalpabile anticorpo che,
secondo il diverso punto di vista dei luminari, sarebbe da reputarsi cagione
dellaffezione mortifera oppure, secondo altri, unestrema ratio immunitaria, in
grado di offrire lultima flebile speranza di recupero ad uninferma ormai
rantolante.
Eppure a me la paziente sembra gi cadavere, stecchita come un baccal
norvegese. E sebbene io non abbia alcuna intenzione di sottovalutare la

pandemia finanziaria che attanaglia tutti noi, le cause del decesso mi sembra
siano da ricercare nella sfera politica e culturale, pi che in quella puramente
economica. LEuropa morta di Unione Politica Europea, ancor pi che di
bolle speculative e di credit-crunch. Per quanto angosciosa sia la crisi
odierna, il nostro continente, nei suoi millenni di storia, ne aveva viste e
superate di altrettanto gravi e perfino peggiori, riuscendo sempre a ristabilirsi
in tempi (storicamente) non eccessivi. Senza dover sempre citare il solito
1929, si potrebbero ricordare: la grande crisi economica trecentesca, che
port alla bancarotta i colossi bancari europei dei Peruzzi e dei Bardi,
anchessi too big to fail, come gli istituti creditizi contemporanei; la
spaventosa crisi economica di met 500, che ridusse in cenci limpero di
Filippo II; o la crisi industriale e agraria, con annessa spirale deflazionistica,
che impazz per lEuropa tra il 1873 e il 1895. In tutti questi casi, lEuropa
non mor e si rimise in piedi in breve tempo. Perch oggi, dunque,
lencefalogramma del vecchio continente si mostra piatto, apparentemente al
di l di qualunque speranza di resurrezione?
Per rispondere a questa domanda, vale la pena riprendere in mano il
bellissimo saggio di Federico Chabod Storia dellidea dEuropa (Edizioni
Feltrinelli), che racchiude gli appunti per un corso universitario tenuto a
Milano nellanno accademico 1943-44. Proprio mentre lEuropa si preparava
a perdere la propria millenaria centralit nella storia del mondo, Chabod
rifletteva sul significato che la coscienza di essere europei aveva assunto
per i popoli del nostro conteninente dallet ellenistica fino alla modernit.
Coscienza europea, scrive Chabod, significa infatti differenziazione
dellEuropa, come entit politica e morale, da altre entit, cio, nel caso
nostro, da altri continenti o gruppi di nazioni; il concetto di Europa deve
formarsi per contrapposizione, in quanto c qualcosa che non Europa, ed
acquista le sue caratteristiche e si precisa nei suoi elementi, almeno
inizialmente, proprio attraverso un confronto con questa non-Europa. La
non-Europa in contrapposizione alla quale viene formandosi lidentit
europea naturalmente lAsia, rispetto alla quale gli occidentali provano e
teorizzano un crescente senso di estraneit, che raggiunge il suo culmine
dopo la conquista turca di Costantinopoli nel 1453.
E comunque solo a partire dagli albori dellUmanesimo che la formulazione
dellidea di Europa come di una collettivit che possieda connotazioni
specifiche sul piano morale e politico acquisisce una sua rilevanza. Fino al
XIV secolo, il termine Europa viene utilizzato in senso puramente
geografico. Ci che definisce e unifica i popoli che abitano il continente non
la condivisione di una prospettiva laica sul mondo o di un impianto politico
comune, ma lappartenenza alla christianitas, cio alla collettivit dei fedeli
che professano una stessa religione, quella della Chiesa. In questo senso,

tale collettivit religiosa continentale esclude, ad esempio, la penisola iberica,


sottoposta al dominio dellIslam; mentre tende ad includere, sia pure nella
tempesta di scismi e controversie cristologiche che opponevano Oriente e
Occidente, lAsia Minore e perfino alcune zone dellAfrica orientale (come il
Regno Cristiano di Etiopia, il cui sovrano si proclamava discendente di re
Salomone e la cui figura aveva dato vita alla leggenda del prete Gianni,
mitologico imperatore i cui domni, nellimmaginario popolare, si sarebbero
estesi fino al cuore dellAsia).
Ancora nel 1122, scrivendo allimperatore Enrico V dopo la firma del
Concordato di Worms, papa Callisto II mostra di intendere il termine Europa
come mera espressione geografica, quando afferma: ...quantum diutina
ecclesiae imperiique discordia Europae fidelibus intulerit detrimentum. Ci
che in questa proposizione connota la collettivit continentale naturalmente
il termine fidelibus, mentre il termine Europae utilizzato soltanto per
fornire una generica localizzazione territoriale, dai contorni poco definiti, a
tale comunit religiosa.
Il cambiamento di prospettiva inizia ad affermarsi col Rinascimento. E
Niccol Machiavelli il primo a concepire lEuropa come unentit non solo
geografica, ma dotata di specifiche peculiarit a carattere laico, soprattutto
come non difficile immaginare, visto lambito speculativo prediletto
dallautore sul piano della politica. E nel capitolo IV del Principe che
Machiavelli presenta le sue considerazioni sulle differenze specifiche che
contrappongono la vita politica europea a quella delle entit non-europee:
...e principati, de quali si ha memoria, si truovano governati in dua modi
diversi: o per uno principe e tutti li altri servi, e quali, come ministri per grazia
e concessione sua, aiutono governare quello regno; o per uno principe e per
baroni, li quali, non per grazia del signore, ma per antiquit di sangue,
tengano quel grado... Li esempli di queste dua diversit di governi sono, ne
nostri tempi, el Turco et il re di Francia. Tutta la monarchia del Turco
governata da uno signore; gli altri sono sua servi;... Ma el re di Francia
posto in mezzo di una moltitudine antiquata di signori, in quello stato
riconosciuti da loro sudditi e amati da quelli: hanno le loro preeminenzie; non
le pu il re torre loro sanza suo periculo.
Ci che secondo Machiavelli distingue politicamente lEuropa dalle altre
realt continentali dunque la dinamicit interna ai singoli stati. La necessit
dei sovrani europei di confrontarsi con gli interessi molteplici della nobilt,

spesso in conflitto con le direttive di gestione del potere che i sovrani stessi
intendono perseguire, crea allinterno delle realt statali europee, secondo
Machiavelli, una dialettica incessante, la necessit di comporre le
conflittualit attraverso la ricerca di denominatori politici comuni. Ci che
rende grande la realt europea di fronte al dispotismo asiatico sono quindi le
molte limitazioni che il sovrano europeo incontra nellesercizio del proprio
potere e che lo costringono a lasciare spazio a leggi, usi e consuetudini che
un potere senza vincoli non esiterebbe a disconoscere. Machiavelli ribadisce
questa sua visione della lotta tra partiti come cifra distintiva della vitalit di
una nazione, applicandola alla Roma repubblicana, anche nel IV capitolo del
libro I dei Discorsi, intitolato appunto Che la disunione della Plebe e del
Senato romano fece libera e potente quella republica:
...e' sono in ogni republica due umori diversi, quello del popolo, e quello de'
grandi; e come tutte le leggi che si fanno in favore della libert, nascano dalla
disunione loro, come facilmente si pu vedere essere seguito in Roma;
perch da' Tarquinii ai Gracchi, che furano pi di trecento anni, i tumulti di
Roma rade volte partorivano esilio e radissime sangue. [...] Debbesi,
adunque, pi parcamente biasimare il governo romano; e considerare che
tanti buoni effetti, quanti uscivano di quella republica, non erano causati se
non da ottime cagioni. E se i tumulti furano cagione della creazione de'
Tribuni, meritano somma laude, perch, oltre al dare la parte sua
all'amministrazione popolare, furano constituiti per guardia della libert
romana [...] .
Se davvero la linfa vitale europea stata rappresentata per secoli da questa
conflittualit virtuosa tra opposti interessi, possiamo dire che la Seconda
Guerra Mondiale e lavvento del dominio statunitense avevano gi
seriamente compromesso senza per ancora spegnerlo questo
dinamismo, imponendo poco alla volta ai paesi sconfitti il modello
democratico americano; nel quale le rivalit permanevano, ma solo nello
scontro tra lite che operano dietro le quinte. Alla guida diretta degli stati
sconfitti venivano insediate, in qualit di subdominanti, entit partitiche, le cui
divergenze erano incentrate sulla spartizione degli ambiti di potere superstiti,
ma solo entro i limiti consentiti dai conquistatori. La permanenza di un forte
secondo polo dattrazione politica (lURSS) consent comunque, ancora per
oltre un quarantennio, una certa percentuale di agibilit di movimento a questi
residui di dinamismo statale europeo. La caduta dellURSS e il
perfezionamento delle strutture dellUE, ha spento completamente e
nonostante le apparenze del contrario - la conflittualit interna tra i diversi
attori delle politiche nazionali. Il controllo dei dominanti sui singoli stati si
potenziato e irrigidito, con listituzione di una gerarchia politico-economica

centralizzata. I subdominanti nazionali di un tempo sono divenuti meri


esecutori di una strategia politica imposta dallesterno. Non pi duellanti per
la conquista di poteri settoriali nellambito di nazioni con una loro (sia pur
limitata) autonomia, ma sguatteri in lotta fra loro per ostentare ai padroni il
maggior livello possibile di piaggeria. Non pi dinamismo conflittuale, ma
mero volo di avvoltoi addestrati che si accaniscono sul corpo di nazioni
agonizzanti, i cui destini sono totalmente nelle mani di entit sovranazionali
esterne. Esattamente come limpero del Turco, di cui parlava Machiavelli,
oggi lEuropa governata da uno signore; gli altri sono sua servi.
Ancor pi letale dellestinzione delle dinamiche interne agli stati, stata per
lEuropa la soppressione della variet di forme, di poteri, di sistemi di
organizzazione sociale che contrapponevano e differenziavano stato e stato.
Nella prima met dellOttocento, in pieno Romanticismo, lo storico francese
Franois-Pierre-Guillaume Guizot, nel suo Cours de lhistoire moderne (che
riuniva le sue due opere Histoire gnrale de la civilisation en Europe e
Histoire de la civilisation en France) identificava la cifra distintiva della civilt
europea nella diversit delle civilt nazionali, che si limitavano e arricchivano
lun laltra in un continuo interscambio culturale e in unincessante opera di
contenimento reciproco che non aveva eguali in nessunaltra realt
continentale. In Europa, scrive Guizot:
...coesistono tutte le forme, tutti i princpi di organizzazione sociale; i poteri
spirituale e temporale, gli elementi teocratico, monarchico, aristocratico,
democratico, tutte le classi, tutte le situazioni sociali si frammischiano e
premono luna sullaltra; vi sono infiniti gradi nella libert, nella ricchezza,
nella influenza. E queste forze diverse sono fra loro in uno stato di lotta
continua, senza che nessuna riesca a soffocare le altre ed a prendere da sola
possesso della societ. [...] LEuropa moderna offre esempi di tutti i sistemi, di
tutti gli esperimenti di organizzazione sociale; le monarchie pure o miste, le
teocrazie, le repubbliche pi o meno aristocratiche vi hanno vissuto
simultaneamente, fianco a fianco le une alle altre; e malgrado la loro
diversit, esse hanno tutte una certa somiglianza, una certa aria di famiglia
che impossibile disconoscere. [...] Perci, anche, mentre le altre civilt
hanno conosciuto soltanto la tirannia, che si esercitata nelle forme pi varie
ed in nome dei princpi pi diversi, anche nellapparente democrazia delle
citt greche, perch ogni tendenza diversa da quella dominante era
proscritta, lEuropa moderna la madre delle libert: che significa
impossibilit per una sola forza di soffocare le altre: non potendo
determinarsi, i princpi diversi hanno dovuto vivere assieme, venire a
transazione, accontentarsi ciascuno solo di una parte di dominio: la libert
stata cos il risultato della variet degli elementi della civilt europea.

Questa molteplicit di forme stata annichilita dalla sottomissione


dellEuropa ad ununificazione artificiale ed eterodiretta che lha immobilizzata
in una gabbia politica ed ideologica comune. Lorganizzazione sociale
accuratamente definita e pianificata, per tutti gli stati membri, da direttive
centralizzate, le quali, oltretutto, muovono da considerazioni puramente
economiche, tralasciando qualsiasi altra problematica; tutte le forme di
governo si sono cristallizzate intorno ad unasfittico modello democratico, i
cui connotati sono peraltro modellati su quelli della fasulla democrazia
alternata americana, senza alcuna possibilit di deviare dallo standard;
lomologazione culturale anchessa imposta attraverso normative centrali, le
quali pretendono di legiferare su ogni minimo ambito dellesistenza,
imponendo per legge dimensioni delle zucchine e dei cetrioli, criteri per
lallestimento di stalle per bovini, et minima necessaria per far scoppiare un
palloncino; si sono omologati i sistemi legislativi, la moneta, i parametri di
valutazione con cui si definiscono la ricchezza e la stabilit delle nazioni, le
norme sul commercio internazionale, la politica estera, le strutture militari...
non c ambito n angolo del vecchio continente che sia sfuggito
allappiattimento terminale di quella che era un tempo la sua vivifica
poliedricit.
Prima ancora di rappresentare lesautorazione dei governi e limmiserimento
dei popoli, lUnione Europea lannichilimento di ci che rendeva il nostro
continente unentit culturalmente riconoscibile. La lotta tra poteri, interessi e
classi diverse era ci che rendeva mobile e operosa lEuropa; ed era questa
mobilit che il Guizot contrapponeva allimmobilismo dellAsia, nella quale
ununica classe dominante aveva trionfato.
Per Guizot la tirannia si configura non tanto come dominio violento e
dispotico di un unico centro decisionale, ma piuttosto come rarefazione del
movimento, omologazione delle diversit, dominio esclusivo di un unico
gruppo o tendenza. Non importa che esso si attribuisca il nome di
democrazia o che si abbellisca di proclami morali: il prevalere assoluto e
totale di un solo principio per Guizot la quintessenza della tirannide, il
dispotismo di ununica visione del mondo che si erge a casta, cristallizzando
in una sola prospettiva la vita politica e sociale. Rileggendo le pagine della
Histoire gnrale che Guizot dedica alla descrizione dellAsia, sembra di
sentir descrivere lEuropa odierna, con la sua politica centralizzata, le sue
istituzioni imperiali, la sua intoccabile ideologia democratica, mutata oggi in
un dogma orwelliano ossimorico che consente a Sarkozy e alla Merkel di
definire sconvolgente la banale istituzione di un referendum che consenta ai

greci di esprimersi sul proprio destino.


Questa morte culturale dellEuropa rende il suo cadavere preda di usi,
tradizioni e religioni aliene, provenienti soprattutto dalla cultura dei dominanti,
che sciamano per il territorio senza che le culture locali possiedano pi forza
per arginare la deriva. Qualcuno si ricorda, fino a una decina di anni fa, che
esistessero i festeggiamenti di Halloween dalle nostre parti? Halloween, per
quelli della mia generazione, era una strana festivit esotica, di cui si leggeva
sui fumetti o si sentiva parlare al cinema in qualche film dellorrore. Eppure da
quattro o cinque anni mi ritrovo, ogni sera del 31 ottobre, a distribuire
caramelle e dolciumi a frotte di bambini mascherati che vengono a bussare
educatamente al mio campanello, accompagnati da genitori senza pi radici,
che sembrano non porsi il minimo interrogativo sul condizionamento culturale
che li spinge ad arrancare tra scheletri di cartone e zucche intagliate, nel bel
mezzo della pianura padana.
In modo assai simile, la cristallizzazione imperiale voluta da Augusto aveva
reso inutilizzabile nonostante gli sforzi propagandistici per tenerlo in vita
artificialmente lantico patrimonio della cultura e delle tradizioni romane,
rendendolo preda dei culti orientali pi disparati, da quello di Mitra, a quello di
Iside e Osiride, fino al trionfo del cristianesimo. Naturalmente questa
contaminazione dallesterno, che inevitabile conseguenza di ogni tentativo
dingessamento culturale, rappresentava gi un preludio alla rinascita. Ma
perch lEuropa potesse rimettersi in moto e riconquistare lidentit perduta,
limpero centrale dovette dissolversi, pezzo dopo pezzo, in unagonia politica
e culturale protrattasi per secoli. Solo col feudalesimo e con la riconquista del
localismo amministrativo sar nuovamente possibile parlare di un abbozzo di
cultura europea autoctona, che inizia a rinascere dalle ceneri.
LEuropa sembra essere, per sua natura storica, culturalmente refrattaria ad
ogni omologazione, ad ogni minaccia alla complessit e variet delle sue
forme politiche e sociali. Ogni tentativo di appiattirla su uno standard
continentale accentrato non che un attentato alla sua peculiarit genetica,
destinato a produrne la morte e col tempo la successiva resurrezione
nellidentica molteplicit. Come la Biancaneve della favola, Europa non pu
morire, pu al massimo essere rinchiusa, nei momenti pi bui della sua
storia, in una gelida teca di cristallo. Prediletta dagli dei, il suo bacio una
cosmogonia che rigenera le civilt cancellate dalla conquista. Nel mito, dalla
sua unione con Zeus-Toro rinacquero, dopo linvasione degli Elleni, lintera
stirpe dei fenici, Minosse, re di Creta, Sarpedonte, re della Licia, Radamanto,
giudice degli inferi. Il suo grembo fertile una fucina di civilt, che nessuna

violenza degli dei, nessun rapimento, nessun matrimonio forzato pu


contenere a lungo.

Il ratto di Europa di Tiziano


A (parziale) conclusione, vi invitiamo caldamente a scaricare il Manifesto
della nuova Europa, redatto nell'agosto del 2013; anche se ovviamente, nel
frattempo, si proceduto in direzione ostinata e contraria:
http://www.manifestonuovaeuropa.it/wpcontent/uploads/2013/11/manifestonuovaeuropa_italiano.pdf

Ritorna la Mitteleuropa
La Germania al contrario, giorno dopo giorno, costruisce in seno alleurozona unarea economica,
linguistica e culturale plasmata a sua immagine e somiglianza, forte dellattrazione esercitata dal
suo magnete economico: sulle posizioni di Berlino ed in favore alla Grexit durante i negoziati sono
infatti Slovacchia, Slovenia, Finlandia, Lituania, Olanda, Estonia ed Austria.

Linsieme di questi Paesi deve essere considerato il prodromo di ununione monetaria


alternativa alleuro che, date le affinit culturali e linguistiche, si presta anche pi facilmente ad
unintegrazione politica e fiscale attorno al perno tedesco: sarebbe la riproposizione a distanza di un
secolo della Mitteleuropa, obbiettivo delle lite tedesche allo scoppio della Prima guerra mondiale.
Lalleanza di ferro con i paesi germanici (la Finlandia, ancora pi intransigente, minaccia di
bocciare in Parlamento gli aiuti alla Grecia) cementata da unintegrazione finanziaria che pone le
basi per una futura unione politica: la cancellazione del debito negata a Atene, infatti prontamente
concessa dai tedeschi ai vicini austriaci, cui sono condonati 1,45 mld frutto della nazionalizzazione
della banca Hypo Alpe Adria da parte del governo federale della Carinzia.
estratto da http://federicodezzani.altervista.org/grexit4-nella-mischia/

Moriremo europei
By afenice

In Spagna:
Le sanzioni che si applicano sono amministrative e vengono applicate dal Ministero
dellinterno senza lintervento del magistrato. Le multe possono arrivare a 600.000 euro, e per la
maggioranza delle fattispecie arrivano a diverse migliaia di euro. Per esempio, filmare lintervento
della polizia in uno spazio pubblico viene multato con 30.000 euro. Si tratta di una forma di
terrorismo di Stato particolarmente perversa, arbitraria, ingiusta. Una forma di repressione propria
delle tirannie: non c reato, le pene non sono comminate in base a un giudizio della magistratura;
non si pu ricorrere a unistituzione che non sia quella che ha imposto la sanzione; coloro che
esercitano la repressione sono gli stessi che condannano, prescindendo da testimonianze neutrali;
vengono sanzionati non i comportamenti concreti, ma la mera presenza o lappoggio a una
manifestazione.
il ritorno alla Stato assolutista anteriore alle rivoluzioni democratiche dei secoli XVIII e XIX.
quanto sta accadendo con lo Stato spagnolo e il governo del Partido Popular. La barbarie oggi
deriva dallo Stato. La cittadinanza si conquista e si esercita nello spazio pubblico in difesa delle
libert e della democrazia contro i Governi che pervertiscono il diritto. (1)
In Portogallo:
Il Portogallo si addentrato in acque politiche pericolose. Per la prima volta dalla creazione
dellunione monetaria europea, uno Stato membro ha compiuto il passo esplicito di vietare ai partiti
euroscettici di assumere lincarico di governo per motivi di interesse nazionale.
Anibal Cavaco Silva, Presidente del Portogallo, si rifiutato di nominare un governo di coalizione
di sinistra anche se gode della maggioranza assoluta nel parlamento portoghese e ha ottenuto il
mandato popolare per abbattere il regime di austerit lasciato in eredit dalla troika Ue-Fmi.
Egli ha ritenuto troppo rischioso lasciare che il Blocco di sinistra e i Comunisti arrivino al potere,
insistendo sul fatto che la minoranza dei conservatori dovrebbe procedere compatta per adempiere
ai dettati di Bruxelles e placare i mercati finanziari esteri.(2)
Della Grecia sappiamo gi tutto e, con lItalia, chiudiamo il cerchio dei PIGS.
1) Mauro Poggi in http://www.appelloalpopolo.it/?p=14562
2) http://vocidallestero.it/2015/10/25/telegraph-leurozona-attraversa-il-rubicone-la-sinistraportoghese-anti-euro-bandita-dal-potere/
Tags: Grecia, Italia, Portogallo, Spagna

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This entry was posted on luned, ottobre 26th, 2015 at 10:00 and is filed under politica. You can follow any responses to
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10 Responses to Moriremo europei

1.

afenice
26 ottobre 2015 alle 10:15
Se vogliamo trovare un punto dinizio della nostra disgrazia impossibile, si dovrebbe
tornare a Cavour ed al Risorgimentoma il 2011 un anno importante, credetemi, almeno
nella nostra Storia recentissima. E rilevante perch la rovinafamiglie Fornero decise
lavorando in conto terzi, ovvio, ossia per Monti e per lUE di distruggere non solo
lequilibrio previdenziale italiano, bens la socialit interna alle famiglie, le loro (modeste)
certezze, qualche sogno, le sicurezze alle quali tutti abbiamo diritto dopo una vita di lavoro.
Con i danni economici conseguenti nelleconomia reale: da quel momento, molto
cambiato.
Carlo Bertani in http://carlobertani.blogspot.com/2015/10/alea-iacta-fuit.html
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#1376

2.

afenice
27 ottobre 2015 alle 12:48
Certo sarebbe stata tuttaltra storia se la socialdemocrazia europea non si fosse fatta
coinvolgere in modo cos completo e servile ai disegni di Bruxelles e se la sinistra non
avesse barattato gli interessi concreti delle persone, le visioni alternative con le lenticchie
europee in nome di un internazionalismo astratto e di dubbia anzi, contestabile origine, che
separato da ci che stato via via abbandonato per strada, fa tanto Adam Smith.
Cos adesso quel po di stato e di senso della cittadinanza che resiste viene gestito dalla
destra tradizionale in opposizione a quella di osservanza economico finanziaria, mentre le
sinistre balbettano e non sanno che pesci pigliare. Si arrivati, tanto per fare un esempio
italiano, alla nuova grande e rivoluzionaria proposta che viene da ci che resta della Lista
Tsipras: una riedizione dellUlivo di Prodi. Un ritorno al passato che fra laltro si appoggia
idealmente alluomo che ha le maggiori responsabilit nellaver trascinato il Paese nella
logica infernale delleuro e di conseguenza nella mutazione drammatica che ha subito
lEuropa. Dentro unesperienza che si ben presto risolta, coperta dal sipario
dellantiberlusconismo, a manipolare i diritti del lavoro, a ridurre il welfare, a por mano alle
pensioni in nome dei precetti liberisti. Non si tratta dunque di nuove prospettive, ma solo
di tentativi di suicidio per limpossibilit di concretizzare un altrove ormai puramente
narrativo e smentito ogni giorno dalla pratica.
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/10/27/dalla-polonia-allulivo-sconfitta-su-tuttii-fronti/
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#1378

3.

afenice
28 ottobre 2015 alle 11:00
Ma viviamo da Italiani:
Credo che siamo davvero messi abbastanza male. Ma ho anche qualcosa pi di un sospetto
in merito alla scarsa vocazione pedagogica dei quotidiani nel nostro paese. Che sono
nettamente schierati con specifiche parti politiche o che anche se indipendenti indulgono
alla notizia sensazionale, allo scandalo, al pettegolezzo. Si cercano forsennatamente lettori (e
clic sul Web per placare la fame degli sponsor) e quindi eccovi serviti:

La fame ci fa sentire irritati: una ricerca spiega perch quando siamo affamati non
siamo in noi (LHuffington Post);
Natalie Portman e Joaquin Phoenix i vegetariani pi sexy del mondo (La Repubblica);
Beyonc fulmina la sua assistente: Smettila di sistemarmi il vestito (Il Corriere della
Sera);
Si sbottona: assunta. Limbarazzante provino della conduttrice di Tg: Mondo competitivo
(Il Fatto quotidiano);
Dayane Mello, foto hot nuda davanti alla finestra (Libero).
Mi fermo, ma questi splendidi esempi di giornalismo parlano da soli.
http://ilsaltodirodi.com/2015/10/28/hellzapoppin-e-qui-ma-non-fa-ridere/
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#1379
4.

afenice
28 ottobre 2015 alle 19:04
Real-World Economics Review Blog ci aggiorna sullIslanda, il paese in cui qualcosa di
diverso successo. Anche se i contribuenti islandesi hanno pagato il buco lasciato dalle
banche fallite, per le banche sono state nazionalizzate, i mercati sottoposti a stretta
vigilanza da parte di unautorit pubblica e i banchieri responsabili della bancarotta sono
stati incarcerati. E a quanto pare il paese in ripresa.
http://vocidallestero.it/2015/10/28/in-islanda-i-banchieri-non-sono-intoccabili-e-questo-eun-bene-per-il-paese/
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#1380

5.

afenice
29 ottobre 2015 alle 09:55
Riguardo il secondo punto, il progetto europeo chiaramente sullorlo del tracollo, con
lausterit, i salvataggi e la crisi dei rifugiati che stanno solo portando alla luce un difetto
intrinseco fondamentale vale a dire, che non si pu avere un unico stato politico senza una
lingua e una cultura comune. La conseguente ascesa del Front National anti-UE in Francia
potrebbe rompere definitivamente lalleanza Parigi-Berlino.
http://vocidallestero.it/2015/10/28/la-germania-e-il-nuovo-malato-deuropa/
Sulla questione tedesca vedi anche gli articoli su http://www.terzapagina.info
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#1381

6.

afenice
29 ottobre 2015 alle 17:47
In attesa che master chef planetari aggiungano ai loro piatti un po di croccantezza con le
locuste, quel tanto di necessaria acidit con le radici e la dolce sapidezza dellirrinunciabile
lombrico, per riportarci alla condizione animale, quella a quattro zampe, in modo da favorire
insieme ubbidienza e ferocia.
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/10/29/carne-rossa-la-trionfera/
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#1382

7.

afenice
31 ottobre 2015 alle 18:21
E noto che in Turchia sono stati creati anche dei campi di addestramento per i mercenari
arruolati dai servizi di intelligence turchi e sauditi, per inviarli a combattere in Siria, sotto il
controllo dellEsercito turco e dei servizi di USA e Turchia. I salari vengono pagati dai
sauditi, le armi fornite dalla NATO attraverso le basi presenti nel paese ottomanno, il tutto
sotto il coordinamento del Dipartimento di Stato USA.
http://www.controinformazione.info/il-turco-erdogan-ricatta-bruxelles-e-berlino-se-nonaccettate-le-mie-richieste-vi-sospingo-in-europa-altri-due-milioni-di-profughi/?lang=it
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#1383

8.

afenice
1 novembre 2015 alle 11:10
A chi risponde in Europa lOligarchia della Commissione Europea ed a quali interessi fa
riferimento? Le decisioni prese dalla Commissione (costituita dai 28 membri) sono
unilaterali e non prevedono alcuna consultazione con il Parlamento Europeo n tanto meno
con i governi dei vari paesi europei, da cui i commissari sono autonomi. Tutto si svolge
riservatamente negli uffici della Commissione e le decisioni della stessa Commissione
muovono interessi miliardari nei settori finanziari, delle Banche, dellEnergia, delle imprese
farmaceutiche, dellalimentazione, ecc..
Sar un caso ma i commissari, quando terminano il loro mandato, ottengono prestigiosi
incarichi da grosse multinazionali e da grandi banche o da organismi finanziari e questo fa
capire come sia importante per i commissari prendere le decisioni giuste.
http://www.controinformazione.info/le-porte-girevoli-la-sfilata-degli-ex-commissarieuropei-verso-le-lobbies-delle-multinazionali/?lang=it
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#1384

9.

afenice
2 novembre 2015 alle 08:54
In questo vecchio articolo del 2000 del Telegraph, a firma di un giovane Ambrose Evans
Pritchard, veniva portato in superficie quanto sempre pi evidente nella crisi europea:
lUnione Europea fin dallorigine, nellimmediato dopoguerra, un progetto pensato,
finanziato e diretto dagli USA per creare unEuropa politicamente ed economicamente
vassalla. Allepoca questo progetto serviva a cementare lEuropa occidentale nella sfera
dinfluenza americana minacciata dal comunismo sovietico; oggi usato come grimaldello
per esportare le politiche economiche e sociali USA in Europa in modo da accelerarne la
statiunitizzazione in attesa della ratifica del TTIP.
http://vocidallestero.it/2015/11/01/telegraph-i-federalisti-europei-finanziati-dallaspionaggio-usa/
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#1385

10.
afenice
8 novembre 2015 alle 17:12
Perci, gli attivisti che hanno funestato Bologna, oggi, domenica 8 novembre, non sono

lespressione di forze che rappresentano la marginalit sociale e lopposizione alle politiche


neoliberiste imposte dallesterno, ma semplicemente le piccole orde mercenarie della troika
e del pentagono, che favoriscono, una volta di pi, il pidd di Matteo Renzi.
http://pauperclass.myblog.it/2015/11/08/bologna-gli-attivisti-della-troika-del-pentagonoeugenio-orso/
Fare il login per replicare
11.
- See more at: http://www.bondeno.com/2015/10/26/moriremo-europei/#sthash.xTDpjyB2.dpuf
Privatizzare

le dighe, ossia venderle a privati (nella neolingua, si


dice privatizzazione delle concessioni idroelettriche) non solo
lapplicazione stupidamente dogmatica del dogma liberista.
Siccome le dighe sono gi state costruite (con denaro pubblico da
decenni), significa consegnare ai privati che non rischiano e non
investono niente, una succosa rendita. Il mercato come lo
intende leurocrazia questo: trasferire le rendite pubbliche ai
privati.

Vendesi

Le dighe sono ovviamente lultima goccia. Ultima di un enorme


processo di privatizzazione di beni e servizi pubblici, spesso
monopoli naturali: ferrovie e autostrade, acquedotti, telefonia,
energia. Una imposizione cui hanno dovuto assoggettarsi tutti gli
Stati, su ordine delle organizzazioni sovranazionali. La scusa era
la ripetizione a giaculatoria del noto dogma liberista: i privati sono
pi efficienti, introducendo la concorrenza i prezzi caleranno per i
consumatori; non solo, i privati, capitani coraggiosi, investiranno
per migliorare il servizio, faranno innovazione..
I risultati sono sotto i nostri occhi. Una volta privatizzate, le
autostrade sono rincarate e la sola innovazione portata dai
capitani coraggiosi stata far sparire gli addetti ai caselli,

sostituendoli con una mangiasoldi che non richiedono stipendi.


Esito uguale per tutto il resto:bollette della luce rincarate, ferrovie
eccetera. La sola eccezione (la telefonia) dovuta a innovazioni
grandiose telefonia mobile in cui i privati non hanno alcun
merito, essendo nate da mega-investimenti pubblici (americani,
nel settore difesa). I privati aumentano le tariffe e lucrano rendite
in misura spesso indecente : non si dica che il mercato, le
Autostrade sono un monopolio di fatto. In Usa, dove gli studi
universitari e la sanit sono (largamente) privati, sono allo stesso
tempo costosissimi ed inefficienti come ha riconosciuto lo stesso
Economist, bibbia del liberismo.
http://www.economist.com/node/21559936
Ovviamente ci avviene per la natura dei privati da cui gli
oligarchi tecnocrati europoidi si fanno suggerire le norme di
pretesa liberalizzazione: non sono gli audaci imprenditori di
rischio dellimmaginario capitalista, ma i finanzieri, le banche, le
banche daffari. Ora, le banche esistono proprio per estrarre
rendite dalle attivit produttive altrui, dalle altrui coraggiose idee
innovatrici, a cui partecipano solo come prestatrici (usurarie). E
nemmeno questo unattivit in cui sono bravissime, come
dimostrano i crediti inesigibili di cui, ormai da anni, sono
strapiene: hanno prestato male a investimenti sbagliati. Grazie al
loro potere totale, esse hanno indotto alla privatizzazione di beni
pubblici creati da capitale pubblico, da gran tempo ammortizzati;
comprandolo con denaro a tasso zero fornito dal Banchiere-capo
di Francoforte. Se sono arrivate a ingolosirsi delle dighe
idroelettriche, che hanno raschiato il fondo del barile.
Il vero problema sono gli eurocrati e i politici che impongono e
accettano questo genere di privatizzazioni come qualcosa che
abbia a che fare col capitalismo liberista e il mercato, mentre
applicano un dirigismo sovrastatalista agli interessi dei rentiers del
mondo contemporaneo qualcosa di molto simile ad una
contraffazione dellAncien Rgime, dove i finanzieri hanno

occupato il posto dei nobili fannulloni di Versailles. Come


volevano ardentemente: e chi gli d torto? Tutti vorremmo vivere
ricavando una rendita da qualche opera pubblica. In Italia,
abbiamo milioni di pubblici dipendenti che non fanno altro
almeno per non ce la gabellano come efficienza capitalistica.
Naturalmente Bruxelles permeata dalle lobbies. Anzi,
permeata non dice abbastanza: la Commissione tuttuno con le
lobbies. Come ha sospirato Martin Pigeon, del Corporate Europe
Observatory, per i commissari, il solo popolo sono i lobbisti
con cui sono in contatto quotidiano. E gli uni e gli altri hanno ben
presente qual il Nemico: Salvate lEuropa dalla tirannia dei
referendum, ha implorato la socialista Elisabeth Guigou ( gi
ministra della giustizia) nel 2008 davanti alla Trilaterale, la
superlobby Usa.
http://www.maurizioblondet.it/ue-privatizzate-tutto-anche-ledighe-e-presto-il-respiro/

I vestiti nuovi dellimperatore


By afenice

E una fiaba danese scritta da Hans Christian Andersen e pubblicata per la prima volta nel 1837 nel
volume Eventyr, Fortalte for Brn (Fiabe, raccontate per i bambini). Il titolo originale Keiserens
Nye Klder.
La fonte da cui ha tratto ispirazione Andersen una storia spagnola riportata da Don Juan Manuel
(1282-1348), la XXXII dellopera El Conde Lucanor.
Il racconto appartiene al bagaglio culturale condiviso di tutto lOccidente e i riferimenti a questa
fiaba nella nostra cultura sono onnipresenti.
La potete leggere su wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/I_vestiti_nuovi_dell%27imperatore
Quello che a noi interessa in questa sede far notare che, dalla vicenda greca, emerge il volto di una
Europa tuttaltro che benevola nei confronti del benessere delle popolazioni, ma attenta solo a
tutelare le banche nellesclusivo interesse delloligarchia finanziaria che privatizza i profitti e
socializza le perdite.
A titolo di esempio (ma potete leggere utilmente il quaderno di Bondeno.com qui allegato) citiamo
un recente articolo http://vocidallestero.it/2015/07/09/conseguenze-della-grecia-italia-e-spagnahanno-finanziato-sotto-banco-il-salvataggio-delle-banche-francesi/
Quale Europa? by araba fenice
Tags: Europa, Grecia, Italia, PIIGS

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This entry was posted on gioved, luglio 9th, 2015 at 11:35 and is filed under geopolitica, politica. You can follow any
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9 Responses to I vestiti nuovi dellimperatore


1.

afenice
10 luglio 2015 alle 10:20
Una volta le favole si raccontavano per educare il popolo, adesso si raccontano per
ingannarlo.
#1280

2.

afenice
10 luglio 2015 alle 11:23
Il potere non perde tempo in baruffe; gli bastano alcune paginette dintenti, e uno scopo: a
esso tutto subordina, a qualsiasi prezzo, di popoli, paesi e vite.

The post Il fallimento della controinformazione [Alceste] appeared first on PAUPER


CLASS.
#1281
3.

afenice
14 luglio 2015 alle 09:17
Dallintervista a Varoufakis:Non che non sia andata bene, che proprio vi stato un netto
rifiuto di entrare negli argomenti economici. Di netto. Poni in luce un argomento su cui hai
veramente studiato, per far si che sia logicamente coerente, e ti guardano con degli sguardi
vuoti. E come se tu non avessi parlato, quello che rispondono indipendente da quello
che tu hai detto. Potresti anche aver cantato linno svedese,ed avresti la stessa risposta. E
questo incredibile per chi abituato ad un dibattito accademico. La controparte non
risponde mai. Non c mai stata una discussione. Non stato neppure un problema,
semplicemente era come se una parte non avesse mai risposto.
http://scenarieconomici.it/estratto-dellintervista-a-varoufakis/
Ha detto di aver trascorso il mese scorso ad avvertire il gabinetto greco che la BCE avrebbe
chiuso le banche della Grecia per imporre un accordo. Quando lo avessero fatto, egli era
pronto a fare tre cose: emettere pagher denominati in euro; applicare un haircut sui bond
greci emessi nel 2012, con una riduzione del debito della Grecia; e prendere il controllo
della Banca di Grecia sottraendolo alla BCE.
#1282

4.

afenice
14 luglio 2015 alle 10:04
Come 74 anni fa, la risposta tedesca stata un arrendetevi senza condizioni: allepoca, i
panzer scesero rapidamente a Marburg, Lubjana, Zagabria, Sarajevo, Belgrado, Sofia,
Salonicco ed issarono la bandiera nazista sul Partenone. Poi, arrivarono gli italiani, che
erano ancora fermi a Gianina, sui monti dellEpiro. Oggi metaforicamente Schauble (il
vero Mefistofele della vicenda) ha dato nuovamente lordine a Guderian di fare piazza pulita
con ogni mezzo della resistenza greca. Il generale Tsipras stato obbligato a chiedere un
armistizio: tre giorni di tempo per consegnare 50 denari, 50 denari che equivalgono
approssimativamente al valore delle Cicladi, o delle antichit greche. Il resto lo pagher il
popolo greco, in comode rate da fame.
http://carlobertani.blogspot.com/2015/07/blitzkrieg.html
#1283

5.

afenice
16 luglio 2015 alle 11:02
Qualcosa davvero cambiato, ma non la sostanza: semplicemente loligarchia europea ha
dato retta a Machiavelli e ha pensato che non pi tempo di provare ad essere amata dopo
limpoverimento generale che ha provocato, ma venuto il momento in cui pi opportuno
essere temuta. Una bella lezione ad Atene eviter per il futuro ribellioni in altri e pi
importanti Paesi, far abbassare la cresta ai tentativi di restaurazione democratica.
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/07/15/leuropa-e-il-tiranno-finanziario-siaffidano-a-machiavelli/
#1284

6.

afenice

16 luglio 2015 alle 11:22


lEuropa di cui oggi si parla non altro che un sistema normativo e un apparato tecnocratico
finalizzati a promuovere il completo dominio sulla societ delleconomia dei mercati
finanziari globalizzati: il loro carattere sovranazionale serve appunto ad aggirare gli ostacoli
nazionali alla circuitazione senza limiti, ed esclusivamente secondo i determinismi di
uneconomia completamente autoreferenziale, di capitali e merci.
Ma leconomia globalizzata dei mercati finanziari a dominanza americana. Ne consegue,
sillogisticamente, che lEuropa a favore della quale gli Stati nazionali si stanno privando di
molte loro prerogative non serve affatto a inserirli in una nuova potenza continentale
indipendente, ma svolge un ruolo esattamente contrario.
Massimo Bontempelli, Diciamoci la verit sullEuropa, edizioni CRT, Pistoia 2001
http://www.appelloalpopolo.it/?p=13950
#1285
7.

afenice
18 luglio 2015 alle 17:00
il golpe condotto contro il governo greco la dimostrazione empirica, concreta, di quella
che fino a due settimane fa sembrava solo il frutto di unanalisi complessa. Ovvero che
lUnione Europea non affatto uno spazio politico entro cui far giocare interessi e
programmi socio-politici di ogni tipo, ma una macchina da guerra costruita contro il
movimento operaio, i diritti del lavoro, la possibilit stessa di tradurre il conflitto sociale in
atti legislativi positivi, in riforme sociali di segno progressivo.
Quindi non possono avere pi alcuna possibilit di incidere tutte quelle visioni riformiste
che non prendono atto di questa realt istituzionale, transnazionale e tendenzialmente
apolide, che per sforna decisioni vincolanti per 500 milioni di persone senza che queste
possano mai pronunciarsi nel merito di quelle disposizioni.
La Grecia stata per sua sfortuna il laboratorio in cui questa realt si manifestata con
particolare chiarezza e durezza.
http://contropiano.org/politica/item/31904-eurostop-ue-irriformabile-serve-un-movimentoche-punti-alla-sua-rottura?acm=4968_1087
hbris riflette unazione delittuosa oppure unoffesa personale compiuta allo scopo di
umiliare, il cui movente dato non da un utile ma dal piacere, dallorgoglio di s che
lautore dellatto traeva dalla malvagit dellatto stesso, mostrando la sua superiore forza
sulla vittima.
#1288

8.

afenice
28 luglio 2015 alle 13:06
Quindi, essendo ormai affondati nel nuovo Vecchio Regime euro, non sapendo noi fare la
Rivoluzione, rivolgiamo una Supplica a Lorsignori:
Umilmente ci rivolgiamo alle Signorie Vostre, pregiatissimi Farabutti e Milionari pubblici,
esimi Ladri e Dilapidatori di denaro dei bisognosi, per supplicarvi di emanare un necessario
provvedimento:
Ordinate, vi preghiamo, ai Vostri Sbirri, Bargelli e Uffiziali che trovassero un Precario o un
Disoccupato in violazione di qualcuna delle vostre leggi (la cui durezza voi non sapete
neanche cosa sia) di calcolare lammontare della sanzione pecuniaria in percentuale al

reddito reale del malcapitato. O se come accade sempre pi spesso il reddito dei
malcapitati da molto tempo pari a zero, vorreste gentilmente sostituire la multa con una
semplice bastonatura? Il precedente Ancien Rgime faceva cos, con reciproca soddisfazione
del bastonatore e del bastonato; ch almeno, era gratis.
Maurizio Blondet
#1289
9.

afenice
2 agosto 2015 alle 11:31
Un sondaggio commissionato dalla CGIL delinea il porto delle nebbie ove si incagliata la
democrazia italiana. Una maggioranza schiacciante della popolazione esprime un giudizio
senza appello sulla Unione Europea e sullEuro. Essi ci hanno danneggiato economicamente
e ci impongono regole che distruggono le nostre libert. L80% degli intervistati la pensa in
questo modo e la vicenda greca ne ha rafforzato le convinzioni. Nello stesso tempo per si
anche rafforzata la maggioranza di chi non vuole cambiare nulla e teme il salto nel buio di
ogni rottura con le istituzioni europee e con la moneta unica. Stiamo perdendo e
continueremo a perdere sia sul piano delle condizioni di vita che della stessa democrazia, ma
non abbiamo alternative alla resa. La rassegnazione alla inevitabilit del peggioramento
delle proprie condizioni di vita e di libert, assieme al timore a reagire, sono il brodo di
coltura di ogni operazione autoritaria. Operazione a cui il sistema economico politico che
chiamiamo Europa perfettamente funzionale.
http://contropiano.org/interventi/item/32136-eurodittatura-e-nuova-resistenza
In realt Varoufakis laveva trovata lalternativa (bocciatagli da Tsipras, ovviamente) ; il
passo successivo era passare dalla parte dei BRICS

10.
- See more at: http://www.bondeno.com/2015/07/09/i-vestiti-nuovidellimperatore/#sthash.tj9qPCHA.dpuf

Brutta senzanima
di Salvo Ardizzone Dopo una maratona negoziale di 40 ore, a Bruxelles il vertice dei Capi di
Stato e di Governo si risolve in quella che la presidente lituana Dalia Grybauskaite definisce
una sceneggiata. UnEuropa senzanima, priva di un progetto comune condiviso, s mostrata
per quella che : unaccozzaglia di Paesi che nel pi assoluto egoismo inseguono il proprio
immediato tornaconto. I dossier che scottavano sul tavolo erano tanti e tali da poter travolgere
quello che resta dellipocrita finzione che la Ue: migranti, il nodo delle banche e soprattutto le
condizioni speciali che Londra pretendeva per rimanere nellUnione. Ognuno ha remato per conto
proprio e con la solita ipocrisia il nodo (enorme) dei migranti stato rinviato a un summit
straordinario convocato per il 6 marzo, quando potr essere presente Erdogan, il sultano che
tiene sotto ricatto lEuropa con i profughi che lui stesso prima crea e poi le getta in grembo. Il nodo
delle banche stato solo sfiorato fra mille polemiche, con una Germania che, come al solito, non
vuole sentir parlare di garanzie condivise fra gli Stati (se non alle condizioni che le convengono) e
chiede un meccanismo che distruggerebbe quelle italiane. Come sempre se ne riparler pi avanti.
Lunico dossier che non poteva essere rinviato era il pacchetto che Cameron chiedeva per
scongiurare luscita dellInghilterra dalla Ue, la Brexit. Per vincere le elezioni del maggio scorso,
il leader britannico aveva promesso un referendum sulla permanenza di Londra nellUnione, ed ora
ha un disperato bisogno di un risultato da sbandierare come un successo dinanzi ad elettori sempre
pi euroscettici, per scongiurare una Brexit che sa una iattura per grandi aziende e finanza inglesi.
Al di l dei contorti tecnicismi, ci che chiedeva era un trattamento di favore per la City, una
marcata autonomia da Bruxelles (leggi: la possibilit di stare alla finestra accettando solo ci che
fa comodo) sia in campo politico che commerciale, una drastica limitazione dellaccesso al welfare
inglese dei lavoratori europei che vi si recano (creando lavoratori di serie B, in pratica senza tutele).
Richieste che hanno sollevato le furiose opposizioni di chi si sentiva danneggiato: Francia e Italia
per i privilegi pretesi dalle banche della City, Paesi dellEst in difesa dei propri lavoratori e cos
via. finita come doveva finire, appunto con una grande sceneggiata con poca sostanza: a parte
parole, su nessuna delle richieste Londra porta a casa quanto voluto, ma getta le basi di un infinito
contenzioso per il futuro grazie alla voluta ambiguit di molti passaggi. Sia come sia, adesso tutti
gridano al successo: Cameron che sostiene dinanzi ai suoi elettori dessersi battuto per lInghilterra,
salvo essere gi sbugiardato dai tanti euroscettici di casa sua; Merkel che tira un sospiro per aver
tamponato il crollo del sistema che fa tanto comodo alla Germania; gli altri Paesi che hanno fatto la
loro passerella. Resta il fatto che il problema (se tale ) stato solo rinviato, e al referendum
Cameron avr armi spuntate contro i suoi avversari. La verit che una Ue, dilatatasi
allinverosimile senza alcun progetto politico, dinanzi alle crisi sempre pi frequenti si mostra per
quella che : un ectoplasma paralizzato dai singoli egoismi e privo di qualsiasi coesione. La verit
che un Continente intero, sempre pi debole, litigioso ed autoreferenziale, non volendo scegliere
alcuna politica propria, s condannato alla sudditanza di chi gliela impone dallesterno (leggi
Washington). La verit che lintero sistema, esclusivamente ritagliato su misura sui miopi interessi
economici del Paese egemone (la Germania), cade a pezzi, e presto verr travolto dagli strumenti di
chi lo vuole colonizzare (Ttip e cos via). Fonte: Il Faro sul Mondo

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La pi grande truffa della storia umanaIn "economia"
Il danno del denaro creato dalle bancheIn "Societ"
Pubblicato su 20 febbraio 2016 da apoforeti. Questa voce stata pubblicata in cronaca, politica e

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7 thoughts on Brutta senzanima


1.

apoforeti
20 febbraio 2016 alle 17:29 Modifica
Leffetto sortito dallondata migratoria quindi lesatto opposto di quello auspicato dalle
oligarchie massonico-finanziarie che tirano i fili dellUnione Europea: lo spaesamento, la
frustrazione e limpotenza di questi ambienti palpabile nellarticolo Putin is a bigger
threat to Europes existence than Isis9 apparso sul The Guardian l11 febbraio, a firma
nientemeno che dallo speculatore George Soros. Il finanziere (in affari con la famiglia
Rothschild dai tempi degli assalti speculatici col Quantun Fund) si cimenta in un discorso
cos paradossale, forzato ed allo stesso tempo bambinesco, da far sorridere: la UE rischia di
disgregarsi per colpa della crisi migratoria che deliberatamente alimentata da Vladimir
Putin, deciso a trarre il massimo profitto dal collasso dellUnione!
http://federicodezzani.altervista.org/verso-la-battaglia-di-berlino-angela-merkel-nel-bunker/
Rispondi

2.

apoforeti
22 febbraio 2016 alle 12:21 Modifica
In secondo luogo, proprio perch allUk stato concesso tutto, poi non si pu dare niente
allItalia, pena un assalto alla diligenza di tutti gli altri. LItalia non la Grecia, uno dei 4
principali contraenti il patto e, dal punto di vista di Strasburgo ed Amburgo, sta dando un
pessimo esempio agli altri. Se non si d una lezione allItalia, poi verranno la Spagna, il
Portogallo, lEstonia, Cipro, magari di nuovo la Grecia. In breve la Ue sarebbe solo una
marmellata, mentre qui gli alleati intendono ribadire che nella Ue c chi comanda (la
Germania), chi capo in seconda (la Francia), chi ha diritto a privilegi (lInghilterra) e tutti
gli altri che devono obbedire.
Questo ordine interno non deve essere turbato per nessuna ragione e Renzi deve piantarla.
Questo il modo di vedere dei nostri ineffabili alleati.
Beninteso: lItalia se lo merita. Non si pu mandare in giro per il mondo rappresentanti
impresentabili come Berlusconi e Renzi, proni come Monti o Letta o deboli come Prodi e
pretendere che gli altri ti prendano sul serio. O vigliamo parlare dei ministri degli esteri che
abbiamo espresso? Lo scontro fra Renzi e la Commissione europea uno scontro fra un
branco di squali feroci ed uno squalo scemo, impossibile fare il tifo per nessuno dei due.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=53308
Rispondi

3.

apoforeti
25 febbraio 2016 alle 11:49 Modifica
C stata nei fatti una sorta di spartizione di ruoli; alla Germania, conseguita la
riunificazione e col tempo priva di personalit politiche di rilievo, importava solo della
propria economia, importava usare quelle Istituzioni per il proprio tornaconto: ha usato la Ue
scaricandole addosso i colossali squilibri di un sistema sbilanciato sulle esportazioni, ed ha
lasciato la politica ad altri. Cio a Washington. E in questa deriva mercantile, lInghilterra ha
strappato il privilegio (che ora intende incrementare a dismisura) di stare alla finestra,

mettendo la finanza della City allinterno di un mercato enorme ma senza averne le


limitazioni. Gli Usa, dal canto loro, hanno mantenuto la Nato, unalleanza difensiva verso un
nemico che non esisteva pi, accettata senza fiatare come lorganismo di difesa
dellEuropa; nei fatti lo strumento operativo dellassoggettamento di un Continente che per
miopia e grettezza aveva rifiutato la propria sovranit. Questa mancanza di politica ha
determinato un vuoto che ha fatto sorgere una casta di superburocrati, perfettamente
funzionali sia ai disegni tedeschi, che attraverso essi controllavano le istituzioni, che a quelli
di Washington, che hanno visto in quei tecnocrati pedine ideali da manovrare a piacimento
per i propri fini. In questo quadro, che prescinde da motivazioni politiche proprie, ma se le
fa imporre dallesterno; che ignora assonanze culturali o storiche in nome delle esclusive
ragioni delleconomia; con la piena comunanza dinteressi fra Washington e Berlino che cos
ampliavano le proprie sfere dinfluenza, la Ue s lanciata in una corsa verso Est, fino a
giungere ai confini stessi della Russia, e la Nato con essa. Unespansione dissennata, che ha
affastellato Paesi diversissimi ed ha reso impossibile qualunque aggregazione politica.
http://www.controinformazione.info/europa-il-trionfo-del-liberismo-ha-distrutto-quantoresta-di-popoli-e-nazioni/
Rispondi
4.

apoforeti
27 febbraio 2016 alle 10:28 Modifica
Di conseguenza le banche che fanno soprattutto attivit bancarie tradizionali, cio prestiti
alle imprese per investimenti, sono finite sotto forti pressioni, mentre questo tipo di QE ha
prodotto profitti per quei grandi istituti finanziari impegnati principalmente nella
speculazione finanziaria e nel suo finanziamento.
La politica dei tassi dinteresse negativi pertanto coerente con lobiettivo di buttare le
piccole banche fuori dal mercato e consolidare i settori bancari nei paesi industrializzati,
aumentando la concentrazione e il controllo nel settore bancario.
http://vocidallestero.it/2016/02/26/tassi-di-interesse-negativi-e-guerra-al-contante/
Rispondi

5.

apoforeti
27 febbraio 2016 alle 11:38 Modifica
Loligarchia sente che la costruzione europea sta crollando, che i paesi chiudono i confini
agli immigrati sospendendo Schengen, che leuro in pericolo,che si sta sviluppando una
qualche reazione, un risveglio popolare di fronte alla UE divenuta prigione dei popoli, e
devono trovare un colpevole esterno del loro fallimento epocale, della loro incapacit di
governar i fenomeni che essa stessa ha innescato. E in questione lavvenire stesso delle
oligarchie, e questo ovviamente le getta nel panico e nella rabbia: Rimettere Putin al suo
posto!. La certezza di avere dalla propria larmamento americano, la forza della
superpotenza, la loro garanzia. .
http://www.maurizioblondet.it/usa-ha-spedito-5-mila-tonnellate-di-munizioni-in-germaniaue-approva/
Rispondi

6.

apoforeti
10 marzo 2016 alle 17:44 Modifica
E veramente un grande successo, il decennio dellegemonia tedesca sulla UE: ha dato la

voglia di uscirne alla Regina e a Belgrado, gli svizzeri hanno cancellato la loro candidatura,
gli stati che hanno chiuso le frontiere abolendo Schengen, in modo unilaterale, sono ormai 7;
la Svezia (che ha chiuso i suoi confini) propone di sbattere fuori da Schengen gli stati che
non accettano di accollarsi le loro quote, che la Merkel continua a imporre; la Polonia in
rivolta; persino lo storico condominio la storica combutta tedesca con Parigi viene meno,
se Hollande ha provato a mettersi daccordo con Renzi per formare (tardivamente) un
gruppo dei meridionali con egemonia francese. Non abbiamo pi politica, ci dirigiamo
verso lanarchia, esala il ministro degli esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, satellite di
Berlino che pi satellite non si pu.
http://www.maurizioblondet.it/via-questa-ue-the-queen-la-pensa-belgrado/
Rispondi
7.

apoforeti
15 marzo 2016 alle 12:33 Modifica
Pi i partiti tradizionali convergono al centro e si adagiano sulla direttive euro-atlantiche
(difesa ad oltranza delleuro, sanzioni alla Russia, porte spalancate allimmigrazione,
sostegno alla destabilizzazione del Medio Oriente, etc. etc.), pi rapido il loro
deperimento: i programmi elettorali si standardizzano, la base elettorale si assottiglia,
lapatia monta e crescono, a destra come a sinistra, nuove ed aggressive formazioni, decise a
colmare le praterie elettorali lasciate incustodite dai consunti partiti tradizionali.
Come reagisce la politica tedesca a questo sconquasso?
http://federicodezzani.altervista.org/merkel-dimezzata-lunione-europea-e-acefala/

IL DECLIN O (IN EV ITA BILE?) DELLA COLON IA ITA LIA | eu r...

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Europa

IL DECLINO (INEVITABILE?) DELLA COLONIA ITALIA


Italia :::: Fabio Falchi :::: 31 dicembre, 2014 ::::

Non fu certo nellincontro tra membri della classe dirigente italiana ed esponenti della finanza anglosassone a
bordo del panfilo Britannia, il 2 giugno 1992, che si decisero le sorti del nostro Paese, bench non si debba
sottovalutare il significato politico di quel gentlemens agreement, che diventato simbolo della politica
antinazionale che da allora avrebbe caratterizzato la storia del nostro Paese. Peraltro, fu proprio nel 1992 che si
sarebbero create le condizioni per dare lItalia in pasto ai pescecani della finanza internazionale, sacrificando,
per cos dire, linteresse nazionale sullaltare della geopolitica occidentale. Nonostante ci, la gioiosa macchina
da guerra che avrebbe fatto a pezzi lItalia si era gi messa in moto perlomeno dal 1981, ossia allorquando cera
stato il divorzio tra il Tesoro e Bankitalia. Un divorzio che costrinse lo Stato italiano a finanziarsi sul mercato a
tassi dinteresse salatissimi, tanto che il debito pubblico, che nel 1982 era il 64% del Pil, nel 1992 era diventato
il 105,2% del Pil (1). Scrive Domenico Moro: Nel 1984 lItalia spendeva al netto degli interessi sul debito il
42,1% del Pil, che nel 1994 era aumentato appena al 42,9%. Nello stesso periodo la media Ue (esclusa lItalia)
pass dal 45,5% al 46,6% e quella delleurozona pass dal 46,7% al 47,7%. Da dove derivava allora la
maggiore crescita del debito italiano? Dalla spesa per interessi sul debito pubblico, che fu sempre molto pi alta di quella degli altri Paesi. La spesa per
interessi crebbe in Italia dall8% del Pil nel 1984 all11,4%, livello di gran lunga maggiore del resto dEuropa. Sempre nello stesso periodo la media Ue
pass dal 4,1% al 4,4% e quella delleurozona dal 3,5% al 4,4% (2).
Ma gli anni Ottanta del secolo scorso furono pure gli anni che videro i vertici del Pci condurre il popolo comunista verso laltra sponda dellAtlantico. Una
traversata lunga e difficile, anche perch vi era il rischio per i vertici rossi di arrivare con un numero esiguo di passeggeri, anzich con un esercito pronto a
combattere al soldo della Casa Bianca. A tale proposito, interessante ricordare quanto ebbe a dichiarare nel 2008 al Corsera il generale Jean riguardo
alla presa di posizione del Pci contro linstallazione dei missili Cruise a Comiso, avvenuta nel 1985, anche se i lavori nella base siciliana erano cominciati
due anni prima (lavori di cui il generale Jean era ben informato dato che allepoca dirigeva il reparto del ministero della Difesa che controllava le
infrastrutture della Nato in Italia). Jean ricord ai lettori del Corsera che il Pci sui missili Cruise non aveva fatto marcia indietro rispetto alla celebre
affermazione di Enrico Berlinguer, secondo cui si era pi sicuri sotto lombrello della Nato anzich sotto quello del Patto di Varsavia, dato che, come precis
Jean, il Pci fu sostanzialmente daccordo, non poteva dichiararlo apertamente, la sua base non avrebbe capito, ma non cre problemi eccessivi (3).
Nondimeno, non si deve neppure trascurare che il Psi di Craxi intralci non poco i piani del Pci, di modo che, quando cadde il Muro di Berlino, i vertici
rossi erano ancora alla prese con la questione del nome da dare alla nuova cosa che avevano in mente da parecchi anni. Un ritardo che avrebbe potuto
costare assai caro ai dirigenti di quello che si definiva ancora il pi forte partito comunista occidentale.
Una volta crollato il Muro, il 9 novembre del 1989, per di tempo il Pci non ne perse pi e solo tre giorni dopo ci fu la famosa svolta della Bolognina, che
nel febbraio del 1991 port allo scioglimento del vecchio e glorioso partito comunista italiano e alla nascita del Partito democratico della sinistra. Qualche
pezzo gli ex compagni lo persero, ma fu roba di poco conto. Sotto questo aspetto, fu davvero decisivo il lavoro di MicroMega, LEspresso e la
Repubblica, di fatto i principali strumenti della rieducazione liberalprogressista e antinazionalpopolare del popolo comunista (4). Daltra parte, il Pci
gi negli anni Ottanta, pi che il partito delle tute blu, era diventato il partito del ceto medio semicolto, formato in buona misura da colletti bianchi
nullafacenti, da insegnanti senza nulla da insegnare e da parassiti vari, decisi a risolvere una volta per tutte la questione morale che affligge lItalia da
tempo immemorabile, bench in verit anchessi nati e cresciuti nel ventre marcio della partitocrazia e indubbiamente non meno abili nellappropriarsi del
denaro pubblico dei tanto da loro detestati ladri socialisti e democristiani.
Non fu per ovviamente la svolta della Bolognina ad inaugurare il nuovo corso storico dellItalia, bens lintreccio fra le vicende nazionali e i mutamenti
degli equilibri internazionali successivi al crollo dellUnione Sovietica. Gli eventi del 1992 non lasciano molti dubbi al riguardo. Nel mese di febbraio si
firmarono gli accordi di Maastricht (entrati in vigore lanno successivo). Dei tre negoziatori italiani (Giulio Andreotti, presidente del Consiglio, Gianni De
Michelis, ministro degli Esteri, e Guido Carli, ministro del Tesoro) forse solo Carli si rese conto appieno delle conseguenze di questo trattato per la nostra
economia, cogliendo pure i potenziali aspetti antiamericani della moneta unica europea, che allora sembrava destinata a porsi come alternativa al dollaro.
Non a caso, Carli scrisse: Gli Stati Uniti hanno esercitato lungamente un diritto di signoraggio monetario sul resto del mondo [ragion per cui] negli Stati
Uniti [] gli economisti sono scesi in campo per difendere gli interesse della comunit finanziaria americana nel tentativo di delegittimare il progetto di
Unione Europea dal punto di vista teorico. La realizzazione del trattato di Maastricht significherebbe la sottrazione agli Stati Uniti di quasi met del potere
di signoraggio di cui dispongono (5).
Lo stesso Mario Monti allora mise in evidenza che gli accordi di Maastricht comportavano non solo il risanamento della finanza pubblica, ma pure che
rivoltavano come un guanto il modello di governo delleconomia italiana (6). Comunque, le conseguenze del trattato di Maastricht si capirono soltanto
negli anni seguenti, quando sarebbe stato troppo tardi per porvi rimedio e non furono certo quelle previste da Carli. Infatti, non furono solo gli economisti
americani a scendere in campo per difendere gli interessi degli Usa. E i circoli atlantisti seppero lavorare cos bene che leuro si sarebbe rivelato ben altro
che una moneta in grado di competere con il dollaro (7). Ma, se i politici italiani non afferrarono immediatamente le possibili implicazioni del trattato di
Maastricht n capirono quali contromisure i circoli atlantisti avrebbero preso, lo si deve pure al fatto che proprio nello stesso mese di febbraio di
quellanno ormai lontano veniva arrestato a Milano un mariuolo, ossia Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio ed esponente del Psi milanese.
Era cominciata loperazione Mani Pulite.
Il pool di Mani Pulite, come si sa, concentr tutta la sua potenza di fuoco solo contro una parte della vecchia classe politica, tanto che si sarebbe
sbarazzato di Tiziana Parenti, che voleva invece andare a fondo pure sulla questione delle tangenti rosse al Pci/Pds e alla quale non era nemmeno
sfuggito che linput dellinchiesta su Tangentopoli aveva radici americane (8). Daltronde, i giornali italiani volgari portavoce degli interessi di quella
che Gianfranco La Grassa definisce la Id&Gf (cio Industria decotta e Grande finanza), subalterna agli interessi doltreoceano fin da quando (nel 1942)

25/04/2015 18.03

IL DECLIN O (IN EV ITA BILE?) DELLA COLON IA ITA LIA | eu r...

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Enrico Cuccia si era recato a Lisbona per trattare la resa del grande capitale privato italiano agli angloamericani, e garantire cos alla famiglia Agnelli e ai
suoi compagni di merende un buon posto a tavola una volta finita la guerra facevano credere ai semplici che fosse in corso addirittura una sorta di
moto rivoluzionario. Sicch, quando la politica cerc (con il decreto Conso del marzo 1993) di porre un freno ad una operazione giudiziaria che stava
liquidando le uniche forze politiche che (pur corrotte quanto si vuole) erano contrarie a mettere il nostro Paese nelle mani dei mercati, i gazzettieri
gridarono allo scandalo, il pool di Mani Pulite si ribell e Luigi Scalfaro cestin il decreto Conso ritenendolo incostituzionale. Ma lItalia allora era gi
stata messa in ginocchio dalla finanza internazionale.
Com noto, poco dopo lincontro a bordo del Britannia, ossia nella notte tra il 9 eil 10 luglio del 1992, Giuliano Amato penetr come Diabolik nei forzieri
delle banche italiane e prelev il 6 per 1.000 da ogni deposito. La manovra di luglio e una finanziaria lacrime e sangue di oltre 90.000 miliardi si
giustificarono con la gravissima situazione del Paese, che rischiava di non riuscire a piazzare sul mercato i titoli di Stato, adesso che Bankitalia non era pi
obbligata ad acquistarli. Tanto vero che il breve governo Amato va ricordato anche per le vicende che videro come protagonista la vecchia lira, dacch
la nostra moneta, dallestate allautunno del 1992, fu oggetto di un durissimo attacco da parte di Soros, il famoso filantropo e sostenitore di rivoluzioni
colorate in varie parti del mondo (Ucraina compresa). Azeglio Ciampi, allora governatore di Bankitalia, decise di difendere la lira bruciando circa 48
miliardi di dollari, ovverosia dissipando le nostre riserve valutarie senza ottenere alcun risultato. Tale ostinata e inutile difesa della lira fu motivata
affermando che, se si svalutava, il Paese sarebbe andato in rovina. A settembre per Amato dovette gettare la spugna e annunci la svalutazione della lira.
Un anno dopo avrebbe dichiarato: La svalutazione ci ha fatto bene (9). Le esportazioni tiravano e il peggio pareva passato. Tutto bene allora?
Certamente no.
Invero, la tempesta giudiziaria e quella finanziaria spazzarono via ogni ostacolo alla (s)vendita del nostro patrimonio pubblico (comprare merce italiana,
adesso che le lirette erano svalutate, non era un problema per il grande capitale straniero). In ogni caso, anche Berlusconi, sceso in campo per difendere le
proprie aziende dallattacco da parte del Pds (che volle strafare offrendo la testa del cavaliere nero alla Id&Gf e cos si gioc la vittoria nelle elezioni
politiche del 1994), si guard bene dal cercare di cambiare questo stato delle cose, quando torn al potere nel giugno del 2001, dopo la sua prima non
esaltante esperienza di governo (dal maggio 1994 al gennaio del 1995). Le cifre parlano chiaro: dal 1992 al 1995 le privatizzazioni fruttarono allo Stato
italiano poco meno di 17.000 miliardi di lire; dal 1996 al 2000 si raggiunse la cifra di 79.209,95 miliardi di lire, mentre dal 2000 al 2005 lo Stato incass
dalla vendita delle nostre aziende pubbliche circa 50.000 miliardi di lire (10). Ma gran parte di questo tesoretto and ad arricchire quella rendita
finanziaria per la quale da diversi lustri non pochi italiani lavorano, senza che ancora se ne siano pienamente resi conto. Daltra parte, lo spettacolo offerto
dal teatrino della politica non poteva non distrarre il Paese, al punto che tutto il resto pareva non contasse pi nulla.
Non solo passarono cos in secondo piano il gigantesco terremoto geopolitico causato dalla scomparsa dellUnione Sovietica e le conseguenze del
cosiddetto Anschluss, ossia lannessione della Germania Est da parte della Germania federale (annessione che avrebbe portato alla quasi completa
deindustrializzazione dellex Germania Est e alla perdita di milioni di posti lavoro non certo un buon segno per la futura unione europea) (11), ma non
venne preso nemmeno in considerazione il fatto che si stava mettendo in liquidazione quel modello di economia mista che dopo la Seconda guerra
mondiale aveva consentito ad un Paese a sovranit limitata come lItalia di diventare un Paese industriale avanzato, garantendo bene o male benessere e
sviluppo ad alcune generazioni di italiani. In pratica, ci si limit a privatizzare, senza varare alcun piano industriale, senza preoccuparsi di ridefinire gli
obiettivi strategici della nazione, stravolgendo addirittura il sistema educativo per adeguarlo ai modelli internazionali (una scelta i cui effetti nefasti, in
verit non solo per lItalia, si cominciano a vedere solo adesso). In questo contesto, venne pure internazionalizzato il debito pubblico. E ci, si badi, proprio
quando gli Usa, ormai unica superpotenza, si lanciavano alla conquista dellintero pianeta, rimuovendo ogni ostacolo al libero movimento dei capitali,
lasciandosi definitivamente alle spalle gli accordi di Bretton Woods e autorizzando qualunque crimine finanziario, purch funzionale al successo della
nuova strategia statunitense.
Inutile dire che anche lintroduzione delleuro non venne affrontata con la necessaria maturit politica e il senso di responsabilit che un tale passo
richiedeva. Sotto questo profilo, si distinsero in particolare gli intellettuali per i quali contava solo entrare in Europa, quasi che lItalia fosse un Paese
africano. Non si tenne nemmeno conto che il Paese si teneva il proprio debito ma al tempo stesso cedeva la propria sovranit monetaria, non allEuropa,
che politicamente non esisteva, ma ai tecnocrati di Bruxelles e agli gnomi della Bce. Eppure quando i francesi e gli olandesi, nel 2005, bocciarono la
costituzione europea, vi sarebbe stata la possibilit di rimettere in discussione lintero progetto europeo, avendo presenti i gravi rischi che derivavano dalla
inconsistenza geopolitica dellUnione Europea e dalla dipendenza del vecchio continente da pericolose e perfino anacronistiche logiche atlantiste. Ma
anche allora in Italia si prest poca attenzione ai reali problemi posti da Eurolandia e dalla nuova architettura politica della Ue, anche perch i liberalprogressisti, secondo il solito schema concettuale assai caro alla nostra intellighenzia anglofila, addebitavano tutti i guai del nostro Paese al fatto che gli
italiani anzich anglosassoni fossero latini (ossia fossero brutti, sporchi e cattivi), nonch al fatto che adesso in Italia oltre al papa ci fosse pure Sua
Emittenza.
Ci malgrado, anche per i liberal-progressisti era fuori discussione che la societ italiana dovesse diventare una societ di mercato sotto ogni punto di vista,
ma a guidare questo processo di trasformazione avrebbero dovuto essere loro stessi (cio i ceti medi riflessivi, come loro medesimi si autodefinivano),
anzich i cafoni della destra, il cui americanismo era superficiale e non serio, ponderato e maturo come il loro. I destri, autoproclamatisi difensori del
popolo delle partite Iva (perlopi commercianti, liberi professionisti e piccoli imprenditori) replicavano accusando i sinistri di essere ancora comunisti (una
accusa che ancora spesso fanno, dimostrando di avere una capacit di comprendere la politica minore di quella degli avventori del leggendario bar dello
sport). Entrambi gli schieramenti quindi si accusavano reciprocamente di non avere le competenze necessarie per modernizzare (leggi: americanizzare) il
Paese: se per i sinistri i berlusconiani non erano altro che una massa di corrotti ed evasori fiscali, per i destri gli antiberlusconiani erano solo una massa di
ipergarantiti e mangiapane a tradimento. Inoltre, gli italiani si dividevano anche sulla questione del conflitto di interessi, che per i sinistri, finch non
fosse stata risolta, non avrebbe dovuto consentire al cavaliere nero (accusato perfino di essere colluso con la mafia) di governare lItalia (una questione che
stranamente i governi di sinistra, che pure ci sono stati nellera del berlusconismo, non hanno mai risolto). Berlusconismo e antiberlusconismo diventavano
cos la foglia di fico dietro la quale maturavano le condizioni perch lItalia si facesse trovare nella peggiore situazione possibile allorch, nel 2007/8, si
verific la crisi finanziaria. Ma anche di questo ben pochi politici e analisti se ne accorsero in tempo, tanto che nel 2009 secondo lOcse la ripresa
delleconomia italiana era gi in atto e lo stesso Berlusconi ebbe a dichiarare al Corsera che lItalia andava a gonfie vele (12).
In effetti, nonostante lintroduzione delleuro (che di punto in bianco priv lItalia della leva fiscale, della leva monetaria e della leva valutaria) leconomia
italiana nei primi anni del terzo millennio pareva cavarsela, se perfino la quota italiana della manifattura mondiale dal 4,2% nel 2000 era passata al 4,5%
nel 2007 (13). Daltronde, pure noto che la Germania nel 2003, muovendo da livelli di Welfare e di reddito molto alti, decise di comprimere i salari e di
sfruttare leuro-marco per diventare una grande potenza commerciale (14), infischiandosene degli squilibri che tale scelta avrebbe inevitabilmente
generato, dacch la maggior parte degli altri Paesi di Eurolandia (Italia compresa) non potevano seguire i tedeschi su questa strada, sempre che non
volessero far morire di fame un terzo della popolazione. Ma con la crisi finanziaria, peraltro costata allItalia ben 5 punti del Pil nel 2009, si avviava pure un
processo di deindustrializzazione del Paese, che nel 2013 vedeva quasi dimezzata la propria quota della manifattura mondiale (2,6%), mentre i mercati
potevano usare il debito pubblico italiano, ora pressoch totalmente fuori controllo, per imporre la politica pi favorevole per i loro interessi. Naturalmente, i
gazzettieri sostenevano che ai mercati interessava solo la testa del clown tricolore. Una sciocchezza colossale, come questi ultimi drammatici anni hanno
dimostrato, al di l delle colpe della destra italiana, certo gravi e numerose ma non pi gravi e numerose di quelle della sinistra.
Comunque sia, la situazione del Paese non la si pu spiegare solo elencando i noti difetti del sistema Italia, quali la corruzione, linefficienza della
pubblica amministrazione, la spesa pubblica improduttiva e levasione fiscale. (Non si dovrebbe per nemmeno generalizzare, dato che se da un lato vi

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IL DECLIN O (IN EV ITA BILE?) DELLA COLON IA ITA LIA | eu r...

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sono non pochi impiegati pubblici onesti e capaci, dallaltro si sa che il nero, per una serie di ragioni dipendenti da logiche partitocratiche della
cosiddetta prima repubblica, ancora incorporato nel ciclo economico, ragion per cui logico che con i metodi di Equitalia la gallina dalle uova doro
non la si cura ma la si uccide). Ma, proprio come negli anni Novanta non si trattava di mettere in questione la lotta contro la corruzione e le logiche
partitocratiche (che indubbiamente erano un problema da risolvere), bens la terapia adottata (giacch avrebbe ancor pi indebolito un organismo che
aveva bisogno di ben altre cure), cos oggi laccento deve essere messo sul fatto che dei centri egemonici stranieri, contando sulla presenza di numerose
quinte colonne, possono sfruttare la debolezza del nostro Paese, non solo per evidenti scopi economici ma anche per scopi geopolitici (forse meno
evidenti, ma non meno importanti). Al riguardo, la subalternit alla politica di potenza statunitense da parte del ceto politico italiano non una novit e
non ha bisogno di spiegazioni. Ma oggi una tale condizione di vassallaggio rischia di essere disastrosa per un Paese la cui base produttiva ormai
lesionata, e che, oltre ad essere privo di materie prime, si trova a dipendere da altri Stati per il suo fabbisogno energetico e dai mercati per quanto
concerne il finanziamento del debito (si tratta di un passivo di circa 150 miliardi di euro allanno se ai 90 miliardi di euro per il servizio del debito si
aggiunge il passivo della bilancia energetica una emorragia che sottrae non poche risorse estremamente preziose per la ripresa e lo sviluppo della nostra
economia). Tutto ci difatti rafforza ancora di pi il controllo del nostro Paese da parte dei centri egemonici atlantisti, le cui strategie non possono certo
avere come scopo la difesa del nostro interesse nazionale. Non meraviglia allora che il Belpaese rischi di tornare ad essere un vaso di coccio tra vasi di
ferro, grazie ad una classe dirigente che in gran parte al servizio di potentati stranieri.
Di fatto, la stessa politica suicida dellItalia prima nei confronti della Libia e ora verso la Russia non ha alcuna spiegazione valida se non quella secondo
cui Roma in realt lavora per tutelare gli interessi di Washington o, se si preferisce, quelli dellOccidente, anche se ci comporta un danno gravissimo per
lItalia. Il sostegno di Roma alle guerre daggressione degli Usa e alle varie rivoluzioni colorate (dalla Siria allUcraina) sponsorizzate dai centri di potere
atlantisti trova una sua logica spiegazione nella tradizionale politica della classe dirigente italiana, che consiste nellanteporre il proprio particulare
allinteresse generale, esercitando, al riparo da brutte sorprese, il piccolo potere che la potenza occidentale predominante concede ad un gruppo politico
subdominante in una determinata area geopolitica. LItalia, che unottima base per la proiezione della potenza statunitense nel Mediterraneo e nel
continente africano, ha appunto il compito di seguire ciecamente le direttive della Nato. Anche la politica italiana nei confronti della Germania deve
essere interpretata alla luce di questa sostanziale subordinazione del ceto politico italiano alle direttive strategiche dei centri di potere atlantisti. Non un
mistero che un euro politicamente debole, favorendo la speculazione internazionale e frenando leconomia europea nel suo complesso, non pu che
avvantaggiare lAmerica, per la quale la disintegrazione di Eurolandia sarebbe un incubo (15). Non afferrare questo aspetto della pur complessa
situazione europea, significa inibirsi del tutto la possibilit di comprendere i veri motivi che hanno spinto anche i politici italiani meno sprovveduti ad
accettare una serie di misure che sapevano essere sicuramente nocive per il nostro Paese.
Si venuta quindi a creare una situazione che potrebbe cambiare solo se vi fossero una visione geopolitica del mondo e una cultura politica del tutto
diverse, ma di cui purtroppo al momento non si vede traccia. N a tale mancanza si pu rimediare con il qualunquismo e il pressappochismo, dato che con
lantipolitica (anche ammesso che si sia in buonafede) non si va da nessuna parte, ma si pu solo sprecare un notevole patrimonio di consensi, lasciandosi
sfuggire lopportunit di far voltare pagina al Paese (come prova la storia del M5S). Invero, si dovrebbe tener presente che i guai dellItalia sono sempre
derivati, in primo luogo, dalla mancanza di uno Stato forte ed efficiente, in grado di imporre linteresse della collettivit a scapito di interessi settoriali e
pronto a premiare i meritevoli anzich i furbi, nonch dalla mancanza di una classe dirigente disposta a pagare in prima persona. Sicch, come
comprese Gramsci, i ripetuti fallimenti dello Stato italiano derivano proprio dallincapacit della sua classe dirigente di inserire il popolo italiano nel quadro
statale, facendo valere una autentica cultura nazional-popolare (16). La stessa crisi di Eurolandia, che secondo non pochi analisti destinata ad aggravarsi
con il passare del tempo, dovrebbe essere perci unoccasione per creare una coscienza nazionale allaltezza delle sfide del mondo contemporaneo. Che
lItalia nei mesi che verranno possa far fronte con successo a tali sfide lecito dubitarne, bench ci non costituisca un valido motivo per rassegnarsi al
peggio. Del resto, gli italiani non sono gli unici europei che cercano di uscire dal vicolo cieco in cui li ha condotti una classe dirigente inetta e corrotta.
Certo, anche questo potrebbe apparire un tentativo donchisciottesco, considerando la frammentazione sociale e il degrado culturale che caratterizzano da
tempo non solo lItalia ma lintero continente europeo. Tuttavia, pur vero che finch tutto non perduto, nulla perduto. In questottica, pertanto,
dovrebbe avere ancora senso battersi contro lEuropa dei tecnocrati e dei mercati, al fine di costruire un polo geopolitico europeo, composto da nazioni
libere e sovrane.
NOTE
1) Lautunno nero del 92 tra tasse e svalutazioni, Il Sole 24 Ore, 23/4/2010. Vedi anche
2) Vedi http://keynesblog.com/2012/08/31/le-vere-cause-del-debito-pubblico-italiano/.
3) M. Nese, Quando la crisi dei missili coinvolse l Italia. Cos il Pci decise di non creare problemi, Corsera, 18/8/2008.
4) V. Ilari, Guerra civile, Ideazione Editrice, Roma, 2001, p. 77.
5) G. Carli, Cinquantanni di vita politica italiana, Laterza, Roma-Bari, 1993, pp. 412-413.
6) M. Monti, Il governo delleconomia e della moneta, Longanesi, Milano, 1992.
7) Su questo tema mi permetto di rimandare ad un mio recente articolo: LEuropa nella morsa delleuro (http://www.cese-m.eu/cesem/2014/12/leuropa-nella-morsa-delleuro/).
8) G. Marrazzo, Tiziana Parenti (ex Pm di Mani Pulite): Di Pietro riferiva dellinchiesta allAmerica, Avanti!, 30/8/2012.
9) E. Polidori, La svalutazione ci ha fatto bene, Repubblica, 23/9/1993.
10) Obiettivi e risultati delle operazioni di privatizzazione di partecipazioni pubbliche, Corte dei Conti.
11) Vedi V. Giacch, Anschluss, Imprimatur, Milano, 2013.
12) Ocse c ripresa, Italia al top. Noi il sesto Paese pi ricco, Corsera, 6/11/2009.
13) Vedi Scenari Industriali, Confindustria centro studi, giugno 2014, n. 5, p. 15.
14) Nondimeno, buona parte dei lavoratori tedeschi non se la passano affatto bene. Vedi, ad esempio, L. Gallino, I debiti della Germania e lausterit della Merkel, Repubblica, 26/8/2013, e Idem, Il Jobs Act? Una
pericolosa riforma di destra, Micromega (http:// temi. repubblica.it/micromega-online/gallino-%E2%80%9Cil-jobs-act-una-pericolosa riforma -di-destra%E2%80%9D/).
15) Su tale importante questione vedi J. Sapir, Bisogna uscire dalleuro?, Ombre Corte, Verona, 2012.
16) A. Gramsci , Quaderni dal carcere, Einaudi, Torino, 1975, p. 2054.

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