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COMPRENSIONE DEL TESTO

1) Il componimento rappresenta uno dei 41 sonetti in volgare composti


dall'Ariosto tra il 1493 e il 1527. Il tema fondamentale della maggior parte
delle rime in volgare, nonch di questo sonetto, la descrizione del
sentimento amoroso. Il poeta sembra essersi rassicurato, poich appunto due
stelle ( fuor di metafora, gli occhi dell'amata) lo hanno guidato dal mare in
tempesta, al porto, e lo hanno quindi salvato. Ora non hanno pi importanza
le sofferenze che questo sentimento ha causato, le tempeste che Ariosto ha
dovuto superare navigando nel mare dell'amore, anzi, vengono viste come
necessarie: l'averle patite ha portato ad una ricompensa, ossia il
soddisfacimento del desiderio fisico. La cameretta, che porto, e quindi
rifugio, far da sfondo, e custodir il ricordo della notte d'amore, descritta
come " pi chiara d'ogni sol". Il sentimento di fondo quindi la serenit di chi
vede, almeno per un determinato momento, la fine delle proprie sofferenze; a
questa serenit si accompagna la soddisfazione e la gioia d non aver sofferto
invano, ma di aver ottenuto la ricompensa desiderata. I sentimenti da cui
nascono questi versi sono quelli gioiosi, ed estremamente sensuali, di un
giovane innamorato.

2) Nella prima quartina, l'Ariosto ci introduce perfettamente nel tema del


sonetto: chi ama senza essere ricambiato si sente salvato, quando finalmente
la persona amata si concede. Ci si sente rinascere, come se l'amato ci avesse
letteralmente portati fuori dalla vita precedente, fatta di sofferenze, per
condurci ad una nuova vita, gioiosa. Non solo: questo sentimento di gioia si
accompagna all'illlusoria sensazione di aver avuto una parte in questo
viaggio, di aver permesso che accadesse non lasciando mai andare il
sentimento d'amore, sopportandone le sofferenze. Il porto, che impersonifica
la serenit, il riposo, la fine delle sofferenze; il " gran pelago", il mare, ossia il
sentimento d'amore ( che si dir pi tardi essere in tempesta, quindi
travagliato); le stelle, " le pi chiare del cielo e le pi belle", metafora degli
occhi degli amata ( il rifarsi agli occhi, il paragonarli a stelle, non pu che
ricordare la poesia cortese e stilnovista): queste le bellissime immagini
utilizzate dal poeta per esprimere i sentimenti sopra esposti.

3) In campo semantico, le quartine forniscono il ritratto del porto, e del mare


in tempesta: tempesta che stata necessaria affinch il poeta approdasse al
porto. Se nelle quartine quindi, l'idea cardine del sonetto del riposo dalle
sofferenze d'amore descritta solo per immagini, nelle terzine viene
esplicitata ed approfondita; questa tranquillit ora la cameretta ( la

cameretta che fu un porto, per il Petrarca), che in senso letterale il nido di


una notte d'amore. Sono inoltre legate le immagini del vento e della procella
delle quartine, e "dei torti e i sdegni acri e protervi".

ANALISI DEL TESTO

1) Dal punto di vista metrico, il componimento un sonetto in endecasillabi.


Su modello petrarchesco, le quartine e le terzine sono a rima incrociata ( in
Petrarca 303 sonetti su 317 presentano rime incrociate nelle quartine).
L'estrema musicalit del sonetto data dalle scelte fonetiche: le liquide sono
scelte laddove si vogliono esprimere immagini gioiose ( il bellissimo suono,
nel complesso, del vv. 3), mentre si preferiscono suoni pi duri
( prevalentemente erre) laddove si ricordano le sofferenze, i turbamenti.
Quest'alternanza fonetica, assieme all'utilizzo delle vocali aperte, crea un
ritmo lineare, ma nel complesso perfetto ( sempre su modello petrarchesco).
2) La figura retorica presente nei primi 8 versi una grande metafora, che ha
inizio con il paragonare la situazione tranquilla in cui il poeta si trova adesso,
ad un porto; l'ambientazione per cos dire" marina" viene mantenuta nella
seconda parte della metafora, dove la situazione sentimentale in cui il poeta
si trovava precedentemente viene paragonata ad un mare in tempesta,
tempesta causata dal vento e dal mare stesso ( dalle sofferenze d'amore); gli
occhi della donna ( quindi la donna stessa) paragonata, sempre all'interno
di questa grande metafora, alle stelle del cielo. Al lettore quindi trasmessa,
mediante queste immagini suggestive, la teatralit dell'intera sensazione. La
figura presente al verso 9 un chiasmo, il cui scopo descrivere, facendo
risaltare l'aggettivo " caro\a", un'ambiente, quello della
cameretta,conosciuto, tranquillo, sicuro. Al verso 11 presente un'altra
metafora " a goder d'ogni sol notte pi chiara", che a mio parere rappresenta
meglio di ogni altro verso il senso ultimo del sonetto: lo scopo del poeta sin
dal principio proprio il momento d'amore che potr adesso finalmente
vivere, in questa notte tanto attesa, talmente meravigliosa da essere
descritta come " pi chiara di ogni sole"

3) Dal punto di vista lessicale, sono presenti continui richiami alla poesia
cortese; la presenza di questi termini senz'altro giustificata dal genere di
cui Ariosto si sta occupando: si tratta di un sonetto d'amore, di stampo
prettamente petrarchesco. Significativi dal punto di vista lessicale sono infatti
i termini "canonici" della poesia cortese: gli occhi della donna sono " stelle, le
pi chiare del cielo e le pi belle" " la merc" , ossia la ricompensa, che

spetta all'autore dopo le sofferenze provate. Sono inoltre significativi i


latinismi "procelle" e " pelago".

APPROFONDIMENTI
1) Ariosto si ispira senza dubbio al Petrarca. Il modello petrarchesco agisce
infatti sia a livello metrico, come si visto in precedenze, sia a livello
tematico. Il sonetto di Ariosto infatti un calco del sonetto di Petrarca " O
cameretta che gi fosti un porto". A livello tematico, per, i due sonetti sono
opposti. La cameretta, in Petrarca vista come un porto, dove sfogare le
dolorose lacrime tenute nascoste durante il giorno, si trasforma in Ariosto in
un luogo gioioso, che ospiter il tanto attesso atto d'amore. L'immagine del
porto non la sola immagine comune ai due sonetti: le "gravissime procelle"
di Ariosto richiamano le " gravi tempeste" petrarchesche; le conseguenze che
causano sono ancora una volta opposte, poich in Ariosto sono state
necessarie, e sembrano, anche se per breve tempo, passate, mentre nel
Petrarca il conflitto interiore, il turbamento d'amore che queste tempeste
rappresentano sembra non passare mai, non trovare una risoluzione. Canto
quindi assolutamente gioioso quello dell'Ariosto, su modello di un canto
estremanente doloroso, quello petrarchesco.
2) La concezione dell'amore che emerge da questi versi assolutamente
rinascimentale. Il tipo di amore al quale fa riferimento l'Ariosto un
sentimento naturale, che come tale deve essere semplicemente sfogato
nell'atto fisico, nel quale trova la sua massima realizzazione: per questo
motivo " la notte pi chiara d'ogni sol" sembra essere il punto d'arrivo per
l'Ariosto, il massimo al quale si possa aspirare. D'altro canto i sentimenti
causati da un sentimento d'amore non ricambiato sembravano pi dei topoi
ai quali fare riferimento, che non delle emozioni e delle sofferenze realmente
provate, che non sarebbero stati cos facili da dimenticare qualora veri.
Appurato quindi che il riferimento alle sofferenze subite sia un topos di
modello petrarchesco e cortese ( gi nel Petrarca avevamo l'impressione che
non fossero sentimenti realmente provati, ma utili a forgiare la perfetta figura
del poeta), nelle rime in volgare ( alle quali questo sonetto appartiene),
l'Ariosto presenta la concezione dell'amore che sar poi ampliamente trattata
nel Furioso, nel quale esso rappresenta una delle tre tematiche
fondamentali: il sentimento dellamore un qualcosa di molto forte ma
soprattutto imprevedibile, dalle mille sfumature, ma non gestibile dall'uomo,
una forza al di sopra dell'uomo e cos potente da poter portare, nel caso di
Orlando, alla pazzia.
3) Paragonando la concezione della donna che emerge da questi versi, a
quella dell'Orlando Furioso, possibile cogliere analogie e differenze.

Innanzitutto, opportuno sottolineare la costante misogenia caratteristica


dell'Ariosto ( pi che dell'Ariosto, del suo tempo e della sua cultura); questo
aspetto sembra essere pi evidente nel Furioso ( celebre il commento del
narratore sulle sorti di Angelica alla fine del poema, con le conseguenti scuse
alle donne), che non nel sonetto, dove a causare il dolore, " i torti e i sdegni
acri e protervi" sembra essere pi il sentimento d'amore rispetto alla donna,
che infatti non viene nemmeno citata. Nel Furioso, Ariosto fa di Angelica,
calcolatrice, scaltra, definita " dura e proterva", il simbolo per eccellenza
della donna, giudicata priva di un'anima, criticando quindi tra le righe la
stessa cultura cortese alla quale sembra ispirarsi, seppure in modo poco
sentito, nel sonetto analizzato. La donna per sua natura sfuggente
( Angelica fugge nella quasi totalit del Furioso), e bisogna approfittare del
momento giusto, che potrebbe essere l'unico, per godere del suo amore: da
qui la sensazione di fragilit, di felicit breve, debole, che il lettore percepisce
nel sonetto analizzato. Come gi notato in precedenza, l' amore per
l'Ariosto, figlio del suo tempo, un sentimento naturale, fisico, ma molto
potente, che provoca grandi sofferenze come quelle descritte nel sonetto, ma
soprattutto devia gli uomini, li rende calcolatori ( lo stesso Sacripante, nel
primo Canto del Furioso, pur innamorato, compie i suoi calcoli per ottenere
ci che vuole), toglie il senno, porta perfino alla pazzia.

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