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DECRETO 27 dicembre 2012.

Revoca del decreto 16 maggio 2012, concernente misure e raccomandazioni per il contenimento
dellinquinamento atmosferico.
IL DIRIGENTE DELLUFFICIO SPECIALE SPORTELLO UNICO PER LE AREE AD
ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE - AGENDA 21 - AMIANTO Visto lo Statuto
della Regione;
Visto il D.P.Reg. 28 febbraio 1979, n. 70, che approva il testo unico delle leggi sullordinamento
del Governo e dellAmministrazione della Regione siciliana;
Viste le delibere del Consiglio dei Ministri del 30 novembre 1990, con le quali sono stati dichiarati
Area ad elevato rischio di crisi ambientale i territori dei comuni di Priolo, Augusta, Melilli, Floridia,
Solarino e Siracusa in provincia di Siracusa; Gela, Niscemi e Butera in provincia di Caltanissetta;
Visti i decreti del Presidente della Repubblica del 17 gennaio 1995, pubblicati nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana del 2 maggio 1995, n. 100 S.O., con i quali vengono approvati i
piani di disinquinamento per il risanamento del territorio delle aree di Siracusa e Caltanissetta;
Visto il decreto n. 50/GAB del 4 settembre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Regione
siciliana n. 48 del 18 ottobre 2002, con il quale Dichiarazione del comprensorio del Mela quale
area ad elevato rischio di crisi ambientale;
Visto lart. 7 della legge regionale 15 maggio 2000 n.10 e successive modifiche ed integrazioni,
recante listituzione degli uffici speciali;
Vista la delibera di Giunta regionale n. 489 del 30 dicembre 2010 con la quale stato istituito ai
sensi della legge regionale 15 maggio 2000, n. 10, art. 4, comma 7 - lUfficio speciale Sportello
unico per il risanamento delle Aree ad elevato rischio di crisi ambientale nel territorio regionale Agenda 21 - Amianto - Nuova istituzione e revoca della deliberazione della Giunta regionale n. 388
del 15 ottobre 2010;
Visto il D.P.Reg. n. 5/Area1/SG del 17 gennaio 2011 di costituzione dellUfficio speciale Sportello
unico per il risanamento delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale nel territorio regionale Agenda 21 - Amianto e di predisposizione al predetto ufficio del dott. Antonino Cuspilici;
Ritenuto che lobiettivo dellUfficio speciale quello di promuovere attivit di riqualificazione e di
risanamento ambientale, con particolare riferimento alle componenti ambientali pi classiche, quali
aria, acqua e suolo, che hanno prescritto la dichiarazione di area ad elevato rischio ambientale;
Visto lart. 2 della legge regionale 15 maggio 2000, n. 10, e successive modifiche ed integrazioni;
Visto lart. 21 quinquies della legge n. 241/90 e successive modifiche ed integrazioni, recepita dalla
legge regionale 30 aprile 1991, n. 10, recante Disposizioni per i provvedimenti amministrativi, il
diritto di accesso ai documenti amministrativi e la migliore funzionalit dellattivi-t
amministrativa e successive modifiche ed integrazioni;
Visto il proprio D.D.U.S. n. 19 del 16 maggio 2012 recante le Misure e raccomandazioni per il
contenimento dellinquinamento atmosferico pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione
siciliana 13 luglio 2012, n. 28, parte I;
Rilevato che, avverso il suddetto decreto D.D.U.S. n. 19 del 16 maggio 2012, sono pervenuti
diversi ricorsi giurisdizionali innanzi al T.A.R. Sicilia, Palermo, proposti dalle aziende operanti
allinterno del territorio regionale ed interessate alle misure disposte con il citato decreto;
Rilevato, altres, che i suddetti ricorsi contengono sostanzialmente le medesime censure, per quanto
diversamente articolate, volte a contestare principalmente, da una parte, la forma con cui si
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provveduto alladozione di dette linee guida (decreto dirigenziale piuttosto che regolamento ovvero
decreto assessoriale), e dallaltra parte, i contenuti sostanziali delle ridette linee guida con specifico
riferimento alla mancata valutazione delle misure introdotte con le autorizzazioni integrate
ambientali gi rilasciate nonch, infine, con riferimento alla diretta incidenza di dette misure sulle
prescrizioni imposte con le segnalate autorizzazioni integrate ambientali;
Considerato che, al fine di garantire linteresse pubblico sotteso alla necessit di provvedere con
strumenti idonei ed efficaci al raggiungimento degli importanti obiettivi tesi a tutelare latmosfera
nellambito di zone particolarmente esposte al rischio inquinamento quali sono le aree di
competenza di questo Ufficio, occorre procedere ad una ponderata valutazione delle censure
introdotte con i ricorsi sopra citati e ci anche nellottica della massima tutela dellUfficio
nellambito dei suddetti contenziosi;
Considerato, quindi, che le censure proposte con i suddetti ricorsi meritano adeguati
approfondimenti e che, considerata lelevata incidenza delle misure disposte con il sopra citato
decreto D.D.U.S. n. 19 del 16 maggio 2012 con riferimento alle attivit industriali svolte nelle aree
interessate, occorre procedere ad una revoca del ridetto decreto n. 19 del 16 maggio 2012 al fine di
consentire, da una parte, di adottare i nuovi criteri secondo le forme ritenute pi idonee e legittime
in esito ai suddetti approfondimenti nonch, dallaltra parte, al fine di consentire alle imprese
interessate, anche per il tramite delle organizza zioni datoriali di rappresentanza, di verificare
laggiornamento delle risultanze e dei criteri previsti alla luce delle autorizzazioni integrate
ambientali gi rilasciate;
Ritenuto, pertanto, di dover attivare, in esito alla revoca del decreto D.D.U.S. n. 19 del 16 maggio
2012 sopra citato, ogni opportuna valutazione sia in ordine alle forme del successivo atto
amministrativo di approvazione delle linee guida, nonch in ordine ai contenuti delle stesse linee
guida in relazione alle autorizzazioni integrate ambientali gi rilasciate facendo salve le prescrizioni
ivi contenute;
Considerato che gli studi, le risultanze e le prescrizioni contenute nel citato decreto D.D.U.S. n. 19
del 16 maggio 2012 risultano essere di fondamentale importanza per lavvio delle suddette
valutazioni, costituendo quindi lapprodo fondamentale per lemanando provvedimento secondo le
forme ritenute idonee;
Ritenuto, altres, che alla luce delle censure di cui ai citati ricorsi, occorre inoltrare gli atti al
competente Assessore per il territorio e lambiente, anche al fine delleventuale coinvolgimento
della Giunta di Governo;
Ritenuto di dover conseguentemente procedere alla revoca del decreto D.D.U.S. n. 19 del 16
maggio 2012;
Decreta:
Art. 1
Per le motivazioni in premessa indicate, revocato il decreto D.D.U.S. n. 19 del 16 maggio 2012,
recante le Misure e raccomandazioni per il contenimento dellinquinamento atmosferico
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana 13 luglio 2012, n. 28, parte I.
Art. 2
Per le motivazioni specificate in premessa, le linee guida, allegate al suddetto decreto, nonch tutti
gli studi e relazioni propedeutiche, vengono trasmesse allAssessore regionale per il territorio e
lambiente, per ladozione degli atti conseguenziali.
Art. 3
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Si assegna il termine di centottanta giorni alle aziende interessate, anche per il tramite delle relative
organizzazioni, per la presentazione di appositi studi e/o valutazioni alla luce delle linee guida
summenzionate, che saranno valutate dallAmministrazione regionale per ladozione
successivamente dellatto finale.
Art. 4
Il presente decreto sar pubblicato, ad ogni effetto, nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 27 dicembre 2012.
CUSPILICI
(2013.6.372)119
http://www.francocrisafi.it/web_secondario/leggi%20regionali%202013/decreto%20asse%20territo
rio%2027%2012%202012.pdf
QUARANTA MILIONI SPESI DALLA REGIONE PER LE BONIFICHE INDUSTRIALI
MAI FATTE
Soldi stanziati per le aree a rischio, da Milazzo a Priolo Gargallo, ma
senza obbligo di rendicontazione: e gli appalti sono finiti nel nulla
di ALESSANDRA ZINITI
Almeno un terzo dei fondi, gi stanziati, impegnati ed erogati, se ne sono
andati per il mantenimento delle strutture commissariali, per pagare gli
straordinari del personale, i compensi dei tanti esperti scomodati, gli studi
commissionati, i progetti, persino la pubblicazione di bandi di gara poi mai
espletati. Quel che certo che con gli oltre 40 milioni di euro erogati
dalla Regione negli ultimi vent'anni per la bonifica delle aree industriali a
rischio, da quella di Augusta-Priolo-Melilli a quella di Gela e, per ultimo, al
comprensorio di Milazzo-San Filippo del Mela, tutto stato fatto tranne quello
che doveva essere fatto: nessun intervento sostanziale, niente di quello che
dal 1990 esperti e commissioni di Unione europea, ministero per l'Ambiente,
Regione pur hanno individuato e messo per iscritto in decine di relazioni. Non
un sistema di monitoraggio permanente degli indicatori di rischio nelle aree
industriali, non la messa in sicurezza di impianti che - come in tanti
denunciano da anni - lavorano inquinando l'ambiente in zone della Sicilia
dove l'incidenza delle patologie tumorali vertiginosamente in aumento.
LEGGI / Gela, inchiesta sui bimbi malformati
Il giallo dei 40 milioni di euro erogati senza alcun obbligo di
rendicontazione, mai spesi per le finalit per le quali erano stati impegnati e
finiti chiss dove tutto nelle carte agli atti dell'Ufficio speciale per le aree ad
elevato rischio di crisi ambientale diretto da Antonino Cuspilici. Ufficio
speciale istituito alla scadenza delle strutture commissariali che per 15
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anni avrebbero dovuto gestire la bonifica delle aree industriali di


Siracusa e Caltanissetta dichiarate aree a rischio nel 1990.
E' una storia lunga pi di vent'anni quella del mancato risanamento delle
zone che gravitano attorno a petrolchimici, raffinerie e centrali elettriche che
ancora oggi lavorano con le torce che sfiatano 24 ore su 24 inondando i
territori di fumi e residui di lavorazione, con le cosiddette bolle di raffineria e
soprattutto senza centraline che rilevino sistematicamente i livelli di
inquinamento cos come disposto dalla rigida disciplina europea che in Sicilia
viene sistematicamente violata senza alcun intervento della magistratura.
Nel 1990, dunque, lo stanziamento per gli interventi di bonifica su Siracusa e
Gela, dopo la dichiarazione di aree a rischio, di 100 miliardi di vecchie lire.
Nel 1995 viene redatto il piano di risanamento con il trasferimento dei fondi
dal ministero dell'Ambiente alla Regione ma nulla si muove. Il governo decide
dunque di creare delle strutture commissariali affidandone la guida ai prefetti
di Siracusa e Caltanissetta.
Le strutture non producono nulla, in termini di interventi, ma costano: ben 40
milioni di euro vengono erogati, poco pi di 30 milioni a Siracusa, il resto
a Gela. Ma mentre del previsto "potenziamento delle strutture di controllo
ambientale" e di interventi nelle zone a rischio non c' traccia, cifre a sei e
nove zero vengono impegnate alle voci "straordinario personale" e "compenso
esperti": pi di due milioni e mezzo di euro in un anno, tra il 2000 e il
2001 solo nel Siracusano. Un altro milione di euro viene "girato" ai
comuni interessati, Priolo, Augusta, Melilli, pi di venti milioni di euro sono
impegnati per generiche "esigenze finanziarie per intervento nella provincia di
Siracusa". Non va meglio alla struttura commissariale di Caltanissetta che
impegna pi di 8 milioni di euro per l'appalto di opere (mai
realizzate) per le quali sono gi state definite progettazioni esecutive, per
anticipazioni di somme per indagini, studi e progettazioni. Un milione e 220
mila euro se ne vanno per la pubblicazione e l'aggiornamento del piano
di risanamento, per gli oneri previsti per il funzionamento della struttura
commissariale, oltre 430 mila euro in spese di pubblicit di bandi di gara e
progettazione.
Nell'ottobre 2002 viene dichiarata area a rischio anche il comprensorio
del Mela e la Regione stanzia sette milioni di euro. Venticinquemila euro
se ne vanno subito per la pubblicazione di un bando di gara che poi viene
revocato, 273 mila euro sono impegnati per la gestione 2003-2004 della rete di
monitoraggio degli inquinanti atmosferici dell'area a rischio e 3 milioni e
seicentomila euro per un appalto a base d'asta per l'affidamento
dell'incarico per la creazione di un sistema informativo territoriale.
Vent'anni dopo, le dichiarazioni di aree a rischio a Siracusa e Gela, reiterate
per 15 anni, il massimo previsto dalla legge, sono decadute, nessuno sa come
sono stati spesi quei soldi e dove sono finiti e soprattutto in nessuna dei
territori a forte rischio ambientale stata realizzata neanche una rete
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di monitoraggio che permetta ai cittadini di quei territori di sapere se e


quanto veleno respirano ogni giorno.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/11/03/news/quaranta_
milioni_spesi_dalla_regione_per_le_bonifiche_industriali_mai_fatte45847365/
DOCUMENTO APPROVATO DALLA 13 COMMISSIONE PERMANENTE
SENATO DELLA REPUBBLICA nella seduta del 23 luglio 2002
Relatore BERGAMO
A CONCLUSIONE DELLINDAGINE CONOSCITIVA
Bonifica dellarea industriale di Priolo-Augusta
Nella disanima dei siti inquinati nazionali assume rilievo di partico-lare criticit la situazione
dellarea industriale di Priolo-Augusta, in provincia di Siracusa, che presenta delle
peculiarit e delle emergenze speci-fiche e differenziate rispetto ad altri siti inquinati
nazionali.
Larea industriale di Priolo-Augusta pu, senza dubbio, essere consi-derata larea con il
numero pi rilevante di impianti di raffinazione, esten-dendosi per una superficie di circa
570 km quadrati, pari a circa un quarto della provincia di Siracusa, con una escursione
altimetrica che va dal li-vello del mare fino ad unaltitudine massima di 500 metri.
Le attivit industriali della zona hanno progressivamente soppiantato uneconomia povera,
prevalentemente
agricola,
dando
vita
ad
un
processo
di nuova
occupazione, diretta ed indotta, che nel tempo ha raggiunto il culmine di 25 mila unit,
contribuendo indubbiamente ad un elevamento delle condizioni di vita economico-sociali
della zona.
Lindustrializzazione si sviluppata in 4 fasi:
la prima nel periodo 1949-1955 in cui prende avvio la trasformazione economica
dellarea con la localizzazione di una prima grande raffineria di petrolio (la Rasiom)
lungo la costa ad ovest della citt isola di Augusta , vista la collocazione
strategica nel Mediterraneo per laccosto delle grandi navi petroliere, e con la
nascita di una serie di impianti per la produzione e la lavorazione del cemento e di
altri materiali per ledilizia;
la seconda nel periodo tra il 1956 e il 1965 che realizza il salto di qualit con la
scelta preferenziale per lindustria di base, in particolare la raffinazione del petrolio
e la chimica pesante, determinando la radicale trasformazione di centinaia di ettari
a nord e a sud dellabitato di Priolo destinati ad accogliere un complesso industriale
integrato,
con
forte
crescita
occupazionale, nellordine di migliaia di addetti e impiegati
prima
della costruzione e, poi, nellattivazione degli impianti, con la realizzazione
della
centrale termoelettrica e con il proliferare di un insieme di imprese medio-piccole e
piccolissime che danno vita al settore dellindotto legato alla dinamica della grande
industria;

la terza nel periodo dal 1966-1975 nel quale le attivit industriali


raggiungono la piena maturazione, con destinazioni duso
molto ampie,dalla manutenzione degli impianti alla fornitura di materiale di costruzi
one, dalle imprese di trasporto a quelle di pulizia; nella prima met degli
anni 70 lagglomerato di Augusta si arricchisce di una nuova installazione petrolchi
mica-liquichimica, mentre nei pressi di Marina di Melilli sorge la terza grande
raffineria Isab il cui impatto economico territoriale portatore di conseguenze,
quali la trasformazione del polo petrol-chimico siracusano in uno dei pi importanti
dEuropa
e
la
creazione
di
un nuovo nucleo industriale che si consolida con la costruzione di un
nuovo
terminal marittimo.
Queste trasformazioni territoriali introducono, come conseguenza, lo sviluppo
di un degrado ambientale che raggiunge gi allora livelli incontrollabili, il cui
risultato pi emblematico
levacuazione forzata del villaggio di Marina di Melilli nel 1976, costantemente
minacciato dallinquinamento dellarea e delle acque e dal rischio di esplosioni;
la quarta dal 1975, data di entrata in esercizio dellIsab, ad oggi caratterizzata da
uninversione della crescita dovuta alla crisi nazionale e internazionale del comparto
chimico.
Ci ha
comportato
un
ridimensionamento dellapparato produttivo e la ristrutturazione
delle grandi aziende con conseguenti forti tagli occupazionali, ampi ricorsi alla cassa
integrazione e dirompenti effetti sullassetto sociale ed economico dellintera
provincia. Questo riflusso non impedisce che vengano portati a termine al-cuni
nuovi investimenti in campi ad alto livello tecnologico e con buone
prospettive di mercato, ma con una crescita occupazionale marginale ri-spetto alle
consistenti perdite subite in seguito alla crisi degli anni prece-denti e che vede
consolidata,
oggi,
una
presenza
occupazionale
di
circa
10mila addetti che costituisce, pur sempre, la principale ed insostituibile
fonte
produttiva per larea che richiede rigorose azioni di salvaguardia e tenuta nella
conferma
della
presenza
delle
attivit petrolifere
e
di
raffinazione nel paese e dellattivit chimica nazionale
e della
collocazione diparti
importanti di queste nellarea di Priolo-Augusta.
La diversa sensibilit ambientale delle prime fasi di industrializzazione rispetto ad oggi,
la mancanza di sviluppate tecnologie di salvaguardia del territorio e di tutela
dallinquinamento, la carenza di una cultura di rigoroso rispetto dellambiente hanno
creato situazioni di alto degrado ambientale con preoccupanti fenomeni di
inquinamento di aree pubbliche e private a causa, anche, dello smaltimento
incontrollato
e
dissennato
di
materiali di risulta spesso
nocivi, dellinquinamento atmosferico con conseguente rischio per la salute delle
popolazioni e del possibile inquinamento delle acque superficiali e sotterranee e della
zona costiera. In questo quadro, grazie ad una diversa sensibilit ambientale matu-rata
nel mondo e nel Paese negli anni pi recenti, si giunti a considerare larea di PrioloAugusta area a rischio di crisi ambientale e ad approvare,con il decreto del Presidente
della Repubblica 17 gennaio 1995, il piano di disinquinamento per il risanamento del
territorio della provincia di Siracusa che ha dato vita nel gennaio 96 ad un accordo di
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programma corre-dato da circa 80 schede relative ad interventi ritenuti utili ed


indispensa-bili, pur se con diversa priorit, per eliminare le cause
dellinquinamento,riqualificare le aree, monitorare i fenomeni di emissioni e rischio indu
striale;
tali interventi sono stati suddivisi in opere di competenza di parte pubblica e di parte
privata e quantificati in circa 1000 miliardi di lire. Contestualmente a tale
provvedimento veniva stanziato dallo Stato a favore della regione Sicilia un
primo importo di lire 100 miliardi per i comuni interessati.
Mentre i privati hanno eseguito gli interventi di loro competenza sia di ristrutturazione
che di riduzione dellinquinamento atmosferico e acustico e di monitoraggio in rete,
nessun intervento di quelli di competenza pubblica stato realizzato, n di
monitoraggio ambientale n di in fra strutturazione n di riconversione di aree
pubbliche n di tutela della qualit dellarea e delle acque, compromettendo con
ci lefficacia stessa del piano. Non risultando utilizzate le risorse trasferite dallo Stato
alla regione Sicilia, dopo quasi 5 anni, nel luglio 2000 veniva nominato Commissario
per lattuazione del piano di risanamento ambientale per le opere di competenza
pubblica il prefetto di Siracusa che, ad oggi, non ha potuto attivare alcuno degli
interventi
previsti
nel
Piano
di
risanamento
stesso
non
avendo ottenuto ancora il trasferimento delle risorse attribuite nel 1995 alla regione
Sicilia e avendo ricevuto, soltanto agli inizi del 2002, comunicazione dellimpegno di
trasferire una prima tranche di 10 miliardi di lire (50.950.221,63 euro) nel corso del
corrente anno.
Successivamente, in ottemperanza allarticolo 17 del decreto legislativo n. 22 del 1997, che
prevede la bonifica ed il ripristino dei siti inquinati, ed allarticolo 1 della legge n. 426 del
1998 che considera, tra laltro, primi interventi di bonifica dinteresse nazionale quelli
dellarea industriale di Priolo, con il decreto del Ministro dellambiente del 10 gennaio 2000
(perimetrazione del sito dinteresse nazionale di Gela e Priolo) sono state individuate le
aree da sottoporre ad interventi di caratterizzazione e,in caso di inquinamento, ad
attivit di messa in sicurezza, bonifica, ripristino ambientale e monitoraggio dei siti.
Le attivit di caratterizzazione sono in fase di svolgimento in tutti i siti inquinati e potranno
essere ultimate entro il corrente anno.
Si intrecciano con tutte le attivit, competenze e responsabilit sopraindicate, le
competenze, le attivit e le responsabilit del Commissario delegato per lordinanza rifiuti,
della provincia regionale di Siracusa,
dellAgenzia regionale per la protezione dellambiente (ARPA), la cui recente costituzione e
il cui imminente potenziamento con circa 30 unit, in continuit con il pregiato lavoro
svolto dall ex laboratorio di igiene e profilassi di Siracusa, permetteranno
lo svolgimento del compito fondamentale di monitoraggio, programmazione e verifica degli
interventi, ritenuti necessari, di disinquinamento e bonifica.
Purtroppo, fenomeni recenti quali quelli avvenuti allinterno degli impianti che sono costati
la vita ad alcuni lavoratori e hanno dato vita anche
a commissioni dindagine del Ministero dellambiente (la commissione
guidata dal professor Clini ha ritenuto necessario predisporre un esame epidemiologico
sulla popolazione, nonch piani di sicurezza e di prevenzione dellinquinamento diffuso e
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delle falde idriche) e, soprattutto, la recente individuazione in un pozzo di irrigazione della


presenza di idrocar-buri, dimostra come i siti di Priolo e Augusta non siano pi unarea a
rischio di crisi ambientale, ma unarea in crisi ambientale per cui si rendono indispensabili
interventi legislativi e finanziari che consentano di affrontare con tempestivit la
drammatica emergenza.
Non ammissibile che una ex fabbrica di eternit che utilizzava amianto e che ha
provocato un pesante inquinamento dellintero territorio in cui era insediata e delle aree
limitrofe,
ivi
compresa
la
costa,
non
solo
non sia radicalmente bonificata ma non sia neppure posta in sicurezza,come pure non
ammissibile che a pochi metri dallabitato di Priolo sia mantenuto in attivit un impianto di
stoccaggio di ammoniaca di evidente pericolosit,non funzionale ad attivit produttive
della zona e che comunque richiede di essere ulteriormente stoccato anche nel sito di Gela
ove utilizzato per attivit produttive.
Appare inoltre inaccettabile che non sia stato approntato un piano di utilizzo delle acque
ad uso industriale, che privilegi lapprovvigionamento di acqua non potabile, laddove con
un semplice allacciamento di poche centinaia di metri, potrebbe essere recuperata per fini
industriali una quantit di circa 10 milioni di metri cubi
di acqua depurata, oggi versata in mare, con conseguente riduzione del fabbisogno idrico
in una zona dove lemergenza idrica ormai endemica;
altrettanto inopportuno ritardare il trasferimento di fondi gi stanziati ed il loro
incremento per realizzare i piani di risanamento ambientale;
mentre si dovrebbe prevedere la costituzione di ununica autorit per la gestione dellintero
processo di risanamento, bonifica e riqualificazione ambientale che pur si avvalga di tutte
le strutture pubbliche disponibili.
Del resto bisognerebbe prevedere anche laggiornamento costante dei piani
di intervento, attraverso un rinnovato accordo di programma tra tutti i soggetti pubblici e
privati chiamati alla sua realizzazione, e linsediamento di un tavolo di coordinamento
permanente con laffidamento di una funzione di sorveglianza sulla sua esecuzione.
Inoltre non ammissibile che le imprese non conseguano le pi avanzate certificazioni
internazionali di funzionalita` degli impianti, mentre inaccettabile che, a fronte di un
rischio di inquinamento delle falde acquifere ed alla evidente traccia di diffusione di
idrocarburi nel sottosuolo circostante i depositi, si discuta sulle responsabilit temporali
delle singole aziende e non si concordi un piano dintervento di risanamento radicale del
territorio;
alla realizzazione di tale piano anche i soggetti privati dovrebbero da subito dichiararsi
disponibili, al di l delle responsabilit che richiederanno molti anni per essere
definitivamente accertate. In questo modo, si potr dare certezza immediata di
mantenimento di livelli di qualit delle acque potabili, imponendo, anche
legislativamente, lobbligo di verifica periodica con adeguata certificazione della
funzionalit di tutti i depositi petroliferi insistenti sul territorio nazionale.

Si rende, quindi, indispensabile che le autorit preposte attuino immediatamente gli


interventi di loro competenza laddove sussistono delle responsabilit per la salute pubblica
e che, sotto il profilo legislativo, si attuino i correttivi per rendere pi efficace e tempestiva
lazione di risanamento, ricorrendo anche a procedure e allindividuazione dei regimi commissariali e garantendo un adeguato supporto finanziario, sia per le azioni di monitoraggio
ambientale che di risanamento di siti inquinati.
Nel confermare che la chimica rimane strategica per il Paese, cos come linsediamento
delle attivit di stoccaggio e di raffinazione del pe-trolio, in particolare nellarea qui
considerata, onde dare certezza agli operatori del settore cui si chiede un costante
intervento finanziario di ammo-dernamento tecnologico, non si possono sottovalutare gli
improcrastinabili interventi per raggiungere lequilibrio di uno sviluppo ecocompatibile.
https://www.scribd.com/doc/243182471/Genchi-2002-Aree-Rischio-Ambientale-CuspiliciAree-Ad-Elevato-Rischio-Ambientale-Pag-7-84250
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/05/gela-arsenico-inorganico-nel-sangue-e.html
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/12/blog-post_12.html

http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2012/01/piano-del-bacino-aerologico-padano.html
QUARANTA MILIONI SPESI DALLA REGIONE PER LE BONIFICHE INDUSTRIALI MAI
FATTE
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2013/01/blog-post.html
CUSPILICI FONDAZIONE CUTGANA INCHIESTA PROCURA CATANIA 1 2
PUNTATA

http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/04/cuspilici-fondazione-cutgana-inchiesta_1046.html
a cura del Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine

http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/05/gela-arsenico-inorganico-nel-sangue-e.html

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