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Se di mezzo non ci fossero ventanni segnati da morti grigie e malati di tumore, sarebbe soltanto
(si fa per dire) lennesimo scandalo siciliano. Ma c ben altro, dietro alla mancata bonifica delle
aree industriali di Siracusa, Gela e Valle del Mela, un buco nero che negli anni ha fagocitato oltre
70 milioni di euro.
Fra pesanti responsabilit politiche, ma anche una collezione di ipotesi di reati, dei QUALI
almeno tre Procure siciliane si occupano da qualche anno.
NellIsola che rincorre i disordinati brandelli del sogno incartapecorito dellepopea industriale, pur
di piazzare qualche flebo globalizzata al capezzale dellemorragia di posti di lavoro, la notizia che
ancora ci sono centinaia di persone comitati, associazioni, movimenti politici, ma anche singoli
cittadini che non si rassegnano al fatto che gli scempi sul territorio e sulla salute nellIsola restino
un ammasso di scartoffie.
Sepolte da una polvere che uccide la speranza di conoscere la verit. Ovvero:che fine hanno fatto
i SOLDI delle bonifiche industriali in Sicilia? Visto che la storia comincia nel 1995 si parla di 140
miliardi di lire, che in un ventennio sono stati convertiti (ma non spesi) in euro. La denuncia di un
nutrito gruppo di associazioni destinata a prefetti, assessori regionali, sindaci, commissioni
parlamentari, Asp, ma soprattutto a Procure, compresa lAntimafia, oltre che a Corte dei Conti e Ue.
Poco meno di 20 anni fa, infatti, arriv il primo stanziamento di fondi per le cosiddette Aree ad
Elevato Rischio di crisi Ambientale: 100 miliardi di lire per Siracusa, Priolo, Melilli, Augusta,
Floridia e Solarino; 40 miliardi per Gela, Butera e Niscemi. I fondi per la Valle del Mela (Condr,
Gualtieri Sicamin, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, San Pier
Niceto) saranno assegnati in seguito, dopo il riconoscimento regionale di area a rischio nel 2002,
ma con la medesima sorte: 7,5 milioni di euro ma nulla dato sapere in merito a
utilizzo, DISPONIBILIT residue, interventi effettuati e risultati.
Il cartello di movimenti, dove lunica presenza politica quella del Movimento 5 Stelle, ripercorre
CARTE alla mano la tracciabilit di fondi e omissioni. Dei 140 miliardi di lire fino al 1999
venivano sostenute soltanto spese per il funzionamento dei comitati di coordinamento e delle
relative segreterie. Finch, il 21 luglio del 2000, il ministero dellInterno tolse ogni potere alla
Regione e nomin i prefetti di Siracusa e Caltanissetta commissari delegati, ai quali vennero
trasferite le somme in apposite contabilit speciali. Al 31 dicembre 2004, scaduti i termini
ministeriali, queste le somme erogate dallassessorato regionale al Territorio e AMBIENTE
:30.829.827,35 euro al commissario delegato di Siracusa; 8.263.310,38 al commissario delegato di
Caltanissetta; circa 875mila e 140mila euro ai Comitati di coordinamente rispettivamente di
Siracusa e di Caltanissetta; 68.238,87 euro al Comune di Siracusa.
In tutto poco pi di 40 milioni, con una disponibilit residua di 19,8 milioni per larea aretusea e di
11,8 milioni per quella gelese. A queste somme, ricordano i comitati, si aggiungono due
finanziamenti dei Por di 35,3 e 35 milioni di euro allArpa.
La palla pass di nuovo allassessorato regionale: nel 2005 venne istituito lUfficio speciale Aree
ad elevato rischio ambientale che centralizza poteri e strumenti di commissari, comitati ed enti
locali. Una STRUTTURA soppressa nel 2009 con una resa istituzionale, a causa della vastit e
complessit delle problematiche ambientali dei territori ricadenti nelle Aree. Nel 2011 si resuscit,
col nome di Sportello unico per il risanamento, il vecchio ufficio speciale, sempre sotto la
direzione dello stesso dirigente, fino alla definitiva rottamazione, il 31 dicembre 2012, a cui
seguirono notizie su unindagine della Procura di Catania. Che non lunica a essersi occupata di
questa storia. I colleghi magistrati di Palermo, ad esempio, scoprirono che il Piano regionale di
coordinamento per la tutela della qualit dellaria e dellambiente, redatto dallassessorato
siciliano, era un selvaggio copia&incolla del medesimo strumento della Regione Veneto. Le
associazioni ricordano la condanna del Tribunale di Palermo a un anno e 8 mesi nei confronti del
dirigente responsabile della sua redazione, ma segnalano anche, incredibile ma vero, che il
Piano figura ancora nel sitoweb dellArta come documento/strumento di programmazione
istituzionale. Poca roba, se paragonata ai due governatori (Cuffaro e Lombardo) e ai quattro
assessori al Territorio (Cascio, Interlandi, Sorbello e Di Mauro) sotto processo per omessi
interventi antismog.
Ma linput pi forte dei comitati indirizzato ai magistrati di Siracusa, dove a fine ottobre il
procuratore capo, Francesco Paolo Giordano, ha ufficializzato una serie di inchieste sul filone
ambientale. Che, oltre al legame fra inquinamento e morti, potranno pure raccontare cosa s fatto
con i soldi dei Piani ufficialmente spesi e che n stato dei fondi rimasti nelle tre aree industriali.
Una specie di cold case, perch in ventanni fra carte insabbiate e rimpallo di responsabilit
tutto cambiato. Ma, talvolta, basta un dettaglio per risolvere i casi impossibili.
http://www.lasicilia.it/articolo/il-dossier-sulle-bonifiche-industriali-dove-sono-finiti-775-milioni-dieuro
Un anno dopo, nel 2005, lassessorato al Territorio e Ambiente emana una nuova dichiarazione per
le Aree a rischio di Siracusa e Caltanissetta. Lo stesso anno la giunta regionale istituisce lUfficio
Speciale Aree ad elevato rischio di crisi ambientale che assorbe tutte le competenze dei PrefettiCommissari, dei Comitati di Coordinamento e della Commissione Stato-Regione, delle Province e
dei Comuni. Dopo quattro anni 2009 la giunta la sopprime. Nel 2011 la Regione ricostituisce
lUfficio Speciale cambiandogli il nome: Sportello unico per il risanamento delle aree ad elevato
rischio di crisi ambientale nel territorio regionale-Agenda 21-Amianto. Un anno dopo, nel 2012, la
Regione ci ripensa di nuovo e chiude lufficio.
Di questa strana storia di milioni di euro e di uffici che nascono e spariscono, comincia a
interessarsi la magistratura. Anche perch nel 2007, intanto, esploso il caso del Piano regionale
di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente che, alla verifica dei fatti, risulta
frutto di un collage di copia e incolla del Piano della Regione Veneto del 2000 (per la cronaca,
questo Piano copiato risulta ancora oggi inserito nel sito web dellassessorato al Territorio e
Ambiente).
Cos, siamo arrivati ai giorni nostri. Da 14 anni a questa parte si assistito ad una girandola di
ben undici assessori regionali al Territorio e Ambiente e ad altrettanti dirigenti generali del
dipartimento Ambiente. Tutti distintisi si legge nel documento per annunci e dichiarazioni di
intenti rimasti puntualmente disattesi.
In questa storia si contano anche due ex presidenti della Regione (Salvatore Cuffaro e Raffaele
Lombardo) e quattro ex assessori al Territorio e Ambiente (Francesco Cascio, Rossana Interlandi,
Pippo Sorbello e Roberto Di Mauro) sotto processo per omessi interventi antismog.
Nel 2002 lassessorato al Territorio e Ambiente ha dichiarato Area ad elevato rischio di crisi
ambientale i territori dei comuni del comprensorio della Valle del Mela (Condr, Gualtieri
Sicamin, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, San Pier Niceto).
Obiettivo, la definizione del piano di risanamento ambientale e di rilancio economico di questa
zona. Stanziamento: sette milioni e mezzo di euro. Del piano e dei soldi non si hanno notizie. Si
hanno invece notizia dei malati e dei morti di questa zona a causa dei vecchi impianti per la
produzione di energia. E di un incredibile elettrodotto in costruzione.
http://www.loraquotidiano.it/2014/12/24/fondi-spariti-per-le-aree-industriali-il-risanamento-restasolo-un-miraggio_18557/
RISANAMENTO AREE INDUSTRIALI: IL DOCUMENTO DI DENUNCIA DEI COMITATI
di Redazione
A Sua Eccellenza il Prefetto di Siracusa
AllAssessore regionale allAmbiente Maria Rita Sgarlata
AllAssessore regionale alla Sanit Rita Borsellino
Al Presidente IV Commissione Ambiente ARS Giampiero Trizzino
Al portavoce M5s Commissione Antimafia ARS Stefano Zito
Al portavoce M5s Commissione Ambiente della Camera dei Deputati on. Claudia Mannino
Al portavoce M5s Commissione Affari Sociali e Sanit della Camera dei Deputati on. Giulia Grillo
Al Direttore Generale dellASP di Siracusa dott. Salvatore Brugaretta
Al Direttore dellArpa Sicilia dott. Licata di Baucina
Ai Sindaci del quadrilatero industriale: Rizza, Palmeri, commissari di Augusta
Alla Procura di Siracusa, dott. Francesco Paolo Giordano
Alle Procure Antimafia Palermo
Alla Corte dei Conti
Alla Comunit Europea
Premesso che:
con D.P.C.M. del 30/11/1990, cio quasi 25 anni fa, i territori dei comuni di Siracusa, Priolo,
Melilli, Augusta, Floridia e Solarino e quelli dei comuni di Gela, Butera e Niscemi venivano
dichiarati Aree ad Elevato Rischio di crisi Ambientale;
con due D.P.R. del 17/01/1995, cio pi di 19 anni fa, venivano approvati i rispettivi Piani di
Disinquinamento, destinando loro, nellordine, le somme di 100 e di 40 miliardi di lire;
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a gennaio del 1996 venivano istituiti i Comitati di Coordinamento per le due Aree per lattuazione
dei Piani;
a novembre del 1996 il Ministero dellAmbiente trasferiva alla Regione Siciliana le somme
complessive di 100 e 40 miliardi, di cui lARTA, a fine dicembre, impegnava 300 milioni in favore
del Comitato di Coordinamento di Siracusa e 28 milioni per quello di Caltanissetta;
nel corso degli anni 1997-1999 venivano sostenute soltanto spese per il funzionamento dei
Comitati di Coordinamento e delle relative Segreterie;
stante linerzia della Regione Siciliana, in data 21/07/2000 il Ministero dellInterno emanava
lOrdinanza n. 3072 ex art.12, con la quale toglieva ogni potere alla Regione, nominava
Commissari, per la realizzazione degli interventi delle due Aree, i Prefetti di Siracusa e
Caltanissetta e disponeva che le somme relative fossero trasferite sulle contabilit speciali intestate
ai Commissari;
con D.A. n. 50/GAB del 04/09/2002 lARTA dichiarava area ad elevato rischio di crisi ambientale
i territori dei comuni del comprensorio del Mela (Condr, Gualtieri Sicamin, Milazzo, Pace del
Mela, S. Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, San Pier Niceto), istituiva la Commissione StatoRegione, Provincia, Enti locali, per la definizione del piano di risanamento ambientale e rilancio
economico del Comprensorio del Mela e stanziava 7.500.000 per la redazione del Piano e per gli
interventi da adottare;
al 31/12/2004 scadevano i termini delle dichiarazioni ministeriali per le aree di Siracusa e Gela ed
i compiti dei Prefetti-Commissari; le somme erogate dallARTA ammontavano
Commissario Delegato per Siracusa 30.829.827,35;
Comune di Siracusa 68.238,87;
Comitato di Coordinamento di Siracusa circa 875.000;
Commissario Delegato per Caltanissetta 8.263.310,38;
Comitato di Coordinamento di Caltanissetta circa 140.000;
restavano disponibili le somme: per lArea di Siracusa, circa 19.878.623,79; per lArea di
Caltanissetta, circa 11.894.965,58.
con i DD.AA. 189/GAB e 190/GAB del 11/07/2005 lARTA emanava una nuova dichiarazione di
aree a rischio per le aree di Siracusa e Caltanissetta;
Con Delibera di Giunta n. 306 del 29/06/2005 veniva istituito lUfficio Speciale Aree ad elevato
rischio di crisi ambientale che assorbiva tutte le competenze dei Prefetti-Commissari, dei Comitati
di Coordinamento e della Commissione Stato- Regione, Province ed Enti Locali;
Con Delibera di Giunta n. 257 del 14/07/2009 lUfficio veniva soppresso in ragione della vastit
e complessit delle problematiche ambientali che informano i territori ricadenti nelle Aree;
Con D.P.Reg. n. 5/Area 1/S.G. del 17/01/2011 veniva ricostituito lUfficio Speciale, questa volta
denominato Sportello unico per il risanamento delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale nel
territorio regionale Agenda 21 Amianto, sempre sotto la direzione dello stesso dirigente;
Al 31/12/2012 lUfficio Speciale veniva definitivamente chiuso ed articoli di stampa riportavano
notizie in merito ad indagini in corso da parte della Procura della Repubblica di Catania;
Con D.A. n. 176/GAB del 09/08/2007 lARTA approvava il c.d. Piano Regionale di
Coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente, che alla verifica dei fatti risultava
frutto di un collage di copia ed incolla di ampie parti del Piano di Risanamento della qualit
dellaria della Regione Veneto dellanno 2000, peraltro gi bocciato dalla Commissione Europea, e
di numerosi documenti gi editi da altri Enti;
In particolare, dalla semplice analisi comparativa della documentazione e dal conteggio delle
righe copiate il c.d. Piano Siciliano risulta composto per l85-91% da righe interamente copiate dal
Piano del Veneto e da altre fonti;
Incredibile ma vero, a distanza di 7 anni il c.d. Piano figura ancora inserito nel sito web
dellARTA come documento/strumento di programmazione istituzionale in tema di qualit
dellaria, nonostante che le ripetute denunce delle Associazioni ambientaliste ne abbiano da tempo
richiesto il ritiro e che, da ultimo, sia intervenuta la sentenza di condanna del Tribunale di Palermo
ad 1 anno ed 8 mesi nei confronti del dirigente responsabile della sua redazione, sentenza che fa
riferimento alle numerose e vistose copiature ivi presenti;e considerato che
sulle Aree di Siracusa e Caltanisetta, a fronte degli ingenti finanziamenti erogati dal
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Ministero dellAmbiente, nulla dato a sapere in merito a: se i Piani originari (del 1995) sono stati
attuati ed in che parte, se essi sono stati aggiornati ed attuati ed in che parte, quale utilizzo hanno
avuto i finanziamenti erogati e qual la consistenza delle somme se ed ancora disponibili, se e quali
interventi strutturali di ordine impiantistico in situ, oltre che normativi ed amministrativi, sono stati
adottati nel tempo e da quando le competenze sono ritornate allARTA (gli ultimi 2 anni) per
contrastare e ridurre linquinamento atmosferico e delle altre matrici ambientali;
sullArea del Comprensorio del Mela, a fronte del finanziamento stanziato dallARTA nel 2002,
nulla dato a sapere in merito a: se stato redatto il Piano di Risanamento, quale utilizzo ha avuto
il finanziamento originario e qual leventuale consistenza delle somme se ed ancora disponibili, se
e quali interventi strutturali di ordine impiantistico in situ, oltre che normativi ed amministrativi
sono stati adottati nel tempo e da quando le competenze sono ritornate allARTA (gli ultimi 2 anni)
per contrastare e ridurre linquinamento atmosferico e delle altre matrici ambientali;
da 14 anni a questa parte, solo a voler focalizzare il periodo dai commissariamenti ministeriali in
poi, senza per questo dimenticare lassismi, inerzie ed inadempienze precedenti, si assistito ad una
girandola di ben 11 assessori allARTA e di un numero quasi analogo di dirigenti generali al
dipartimento ambiente, tutti distintisi per annunci e dichiarazioni di intenti rimasti puntualmente
disattesi;
i risultati riguardo alle Aree a rischio, alla tutela della qualit dellaria ed alla salvaguardia della
salute delle popolazioni esposte sono al cospetto di tutti e si sintetizzano oggi in 2 ex Presidenti
della Regione (Cuffaro e Lombardo) e 4 ex assessori dellARTA (Cascio, Interlandi, Sorbello e Di
Mauro) sotto processo per omessi interventi antismog, nel Piano della qualit dellaria copiato,
inattuabile e pur tuttavia non revocato, nel sistema dei controlli e, in generale del sistema ARPA,
ultra deficitario (a fronte di finanziamenti POR 2000-2006 di 36.307.052 e POR FERS 2007-2013
di 35.000.000), il tutto nellincredibile scenario che la tutela dallinquinamento atmosferico non
ha mai figurato n continua a figurare tra gli obiettivi strategici dellARTA (!!!). le Organizzazioni
ed i Comitati scriventi, per i motivi su esposti e con lurgente priorit che la situazione necessita,
chiedono al Sig. Assessore di fissare un incontro nei prossimi giorni (prima della met di agosto),
riservandosi fin dora di intraprendere ogni ulteriore passo presso le Autorit competenti perch si
accertino una buona volta responsabilit e responsabili riguardo a mancati interventi, inerzie,
lassismi, spreco di risorse economiche e quantaltro ai danni dellambiente e della salute della
gente, con particolare riferimento ai Piani di risanamento fasulli ed alle Aree dichiarate ad elevato
rischio ambientale.
http://italcementiisoladellefemmine.blogspot.it/2014/12/il-caso-il-dossier-sulle-bonifiche.html
DECRETI ASSESSORIALI
ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL'AMBIENTE
DECRETO 12 novembre 2008.
Bando per il cofinanziamento di progetti di certificazione ambientale ai sensi del
regolamento n. 761/2001/CE (EMASII), modificato ed integrato con il regolamento n.
196/2006/CE, e/o della norma internazionale UNI EN ISO 14001/2004.
IL DIRETTORE DELL'UFFICIO SPECIALE AREE AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE
Visto lo Statuto della Regione;
Visto il decreto legislativo n. 29/93 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale n. 10/2000 e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale n. 1/2008;
Vista la legge regionale n. 2/2008;
Visti i D.P.R. del 17 gennaio 1995, con i quali sono stati approvati i piani di disinquinamento per il
risanamento dei territori della provincia di Caltanissetta e Siracusa;
Visto il decreto dell'Assessore per il territorio e l'ambiente n. 50/Gab., con il quale l'area del
comprensorio del Mela stata dichiarata "Area ad elevato rischio di crisi ambientale";
Visto il decreto n. 269 del 26 marzo 2008 del dipartimento regionale bilancio e tesoro;
Vista la delibera di Giunta regionale n. 306 del 29 giugno 2005, con la quale stato istituito, ai
sensi del comma 7 dell'art. 4 della legge regionale n. 10/2000, l'Ufficio speciale per le aree ad
elevato rischio di crisi ambientale;
Visto il decreto n. 203 del 2 agosto 2005, con il quale il dott. Antonino Cuspilici stato preposto
alla direzione dell'Ufficio speciale;
Vista la delibera di Giunta regionale n. 167 del 16 luglio 2008, con la quale stata rinnovata la
durata dell'Ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale di ulteriori anni due;
Visto il decreto n. 104/Gab. del 6 agosto 2008, con il quale stata rinnovata la nomina del dott.
Antonino Cuspilici quale preposto alla direzione dell'Ufficio speciale per ulteriori anni due;
Preso atto della volont espressa dalla Regione siciliana di favorire azioni e strategie volte al
raggiungimento di una serie di obiettivi economici, sociali, culturali e di protezione ambientale in
linea con i contenuti della Carta di Aalboorg, giusta delibera n. 7 del 15 gennaio 2004 di adesione
alla stessa Carta europea, affidando all'Assessore regionale per il territorio e l'ambiente la relativa
sottoscrizione;
Considerato che con la sottoscrizione della Carta di Aalboorg da parte di questo Assessorato ed in
ossequio a specifica delega ricevuta dalla Giunta regionale, la Regione si assunta l'impegno di
avviare e/o favorire l'avvio di strategie volte al perseguimento di uno sviluppo sostenibile del
territorio, informate su "una sostenibilit durevole", al fine di assicurare il raggiungimento di
migliori qualit di vita e della salute delle comunit residenti;
Visto il programma di Agenda 21, sancito alla Conferenza ONU su ambiente e sviluppo nel 1992 a
Rio de Janeiro e sottoscritto da governi, organizzazioni non governative e settori del mondo
industriale;
Preso atto del grande movimento di adesione delle autorit locali e regionali di Paesi europei
impegnati a favore della sostenibilit;
Visto il decreto n. 18/2006;
Visto il decreto n. 34/2007 ed, in particolare, le schede H1-2/C, H1-1/C ed H1-1/C, relative
rispettivamente alle aree a rischio di Gela (provincia di Caltanissetta), Augusta-Priolo (provincia di
Siracusa) e del Comprensorio del Mela (provincia di Messina), inerenti la promozione di sistemi di
gestione ambientale riconducibili a processi di certificazione secondo la norma ISO 14001 e/o a
processi di registrazione in base al regolamento EMAS, che prevedono complessivamente lo
stanziamento della somma di E 400.000,00;
Considerato che tra i compiti assegnati all'Ufficio speciale assume particolare valenza
l'aggiornamento ed anche l'attuazione dei piani di risanamento ambientale delle aree a rischio di
Gela (provincia di Caltanissetta) e di Augusta-Priolo (provincia di Siracusa) nonch la
predisposizione del Piano di risanamento ambientale del Comprensorio del Mela;
Ritenuto, nelle more della completa definizione del Piano del Mela, di dover procedere ad attivare
iniziative urgenti e propedeutiche volte a garantire indirizzi di sostenibilit ambientale;
Visti la direttiva generale per l'azione amministrativa e la gestione per l'anno 2007 ed, in
particolare, gli obiettivi strategici nn. 42 e 99;
Ritenuto necessario incentivare, quale azione di risanamento, la promozione di strumenti di politica
ambientale e industriale a carattere volontario, finalizzati a determinare costanti miglioramenti
dell'efficienza ambientale delle attivit industriali, attraverso la definizione e pubblicazione di bando
pubblico volto al cofinanziamento di progetti relativi all'adozione da parte delle imprese operanti
nelle aree a rischio di sistemi di gestione ambientali ISO 14001 ed EMAS;
Considerato che nel bando sono state fissate le tipologie di intervento ed i criteri per la
concessione del contributo regionale alle imprese;
Considerato che le risorse economiche necessarie per l'attuazione del presente bando in ciascuna
area a rischio, sulla base delle disponibilit economiche individuate per ciascun piano di
risanamento approvato ed in funzione dei progetti relativi all'adozione di SGA cofinanziabili con
riferimento ai criteri per l'accesso a detti cofinanziamenti, possono cos stabilirsi:
- E 150.000,00 per l'area del Comprensorio del Mela (ME);
- E 150.000,00 per l'area di Augusta - Priolo (SR);
- E 100.000,00 per l'area di Gela (CL);
Tutto quanto sopra premesso;
Decreta:
Art.1
Le premesse formano parte integrante e sostanziale del presente decreto.
Art. 2
pervengano all'ottenimento dell'adozione definitiva dei sistemi di gestione ambientale; far fede la
data di avvio della procedura di registrazione e/o certificazione cos come evincibile da apposita
attestazione rilasciata dall'ente competente.
Art. 4
Spese ammissibili
Condizione necessaria che le spese e le prestazioni risultino da specifici contratti sottoscritti tra le
parti. Nel caso si ricorra a prestazioni di servizi, condizione necessaria che le stesse risultino da
specifici contratti sottoscritti tra le parti. I criteri di erogazione saranno coerenti con quanto
disposto dal regolamento n. 1685/2000/CE.
Sono ammissibili al contributo le spese di seguito elencate:
a) per consulenza qualificata finalizzata alla definizione/progettazione del sistema di gestione
ambientale;
b) per l'ente di verifica e/o di certificazione;
c) per la realizzazione delle indagini finalizzate all'analisi ambientale iniziale (a titolo di esempio:
analisi delle emissioni, analisi degli scarichi, carotaggi, analisi fonometriche).
Sono escluse:
- le spese relative a misurazioni, misure, analisi, interventi, provvedimenti correttivi e/o
autorizzatori che servano a dimostrare o conseguire il rispetto degli obblighi di legge;
- le spese per l'acquisto e/o l'ammodernamento di macchinari per il monitoraggio ambientale;
d) per la formazione specifica, sia per gli addetti dell'impresa sia per il responsabile del sistema di
gestione ambientale della stessa;
e) per la comunicazione ambientale: diffusione della politica/dichiarazione ambientale (in caso di
EMAS), comunicazioni con le Istituzioni, la comunit locale e le realt produttive relativamente
esclusivamente al riconoscimento ottenuto, realizzazione di un'area ambientale del sito internet;
f) spese inerenti al mantenimento del sistema di gestione ambientale relativamente al primo anno
successivo al conseguimento della certificazione o della registrazione.
Sono ammissibili a contributo esclusivamente le spese sostenute a decorrere dalla data di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana del presente decreto. Per la
rendicontazione si far riferimento ai documenti contabili presentati.
Ai fini di cui sopra la data di effettuazione della spesa quella del relativo titolo. I pagamenti dei
titoli di spesa non possono essere regolati per contanti, pena l'esclusione del relativo importo dalle
agevolazioni.
Art. 5
Spese non ammissibili
Sono escluse dai contributi le spese non connesse alle attivit indicate nell'art. 4.
Sono altres escluse:
a) le spese per beni o per consulenze che rientrino nella normale gestione dell'impresa;
b) le spese per prestazioni effettuate con personale impiegato dall'impresa richiedente o con
coloro che collaborino continuativamente o ricoprano cariche sociali nell'impresa stessa;
c) le spese per le attivit inerenti l'attivazione di un sistema di gestione ambientale normato, gi
finanziate o in corso di finanziamento da altre amministrazioni o enti;
d) le spese per le attivit inerenti l'attivazione di un sistema di gestione ambientale normato
qualora tali attivit abbiano permesso di ottenere priorit di accesso a finanziamenti pubblici in
virt dell'impegno di aderire a un sistema di gestione ambientale normato entro la fine
dell'investimento;
e) spese di trasferta dei consulenti aziendali.
Art. 6
Risorse e contributi
Le risorse disponibili per ciascuna area a rischio, per l'attuazione del presente provvedimento sono
cos ripartite:
- in quanto ad E 150.000,00 per l'area del Comprensorio del Mela (ME);
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- per la tipologia di intervento 1): contributo pari al 60% della spesa ritenuta ammissibile. Il
contributo non potr, in ogni caso, superare la soglia di E 5.000,00;
- per la tipologia di intervento 2): contributo pari al 60% della spesa ritenuta ammissibile. Il
contributo non potr, in ogni caso, superare la soglia di E 4.500,00;
- per la tipologia di intervento 3): contributo pari al 60% della spesa ritenuta ammissibile per
l'ottenimento della registrazione EMAS. Il contributo non potr, in ogni caso, superare la soglia di E
1.500,00;
- per la tipologia di intervento 1): contributo pari al 60% della spesa ritenuta ammissibile. Il
contributo non potr, in ogni caso, superare la soglia di E 3.500,00;
- per la tipologia di intervento 2): contributo pari al 60% della spesa ritenuta ammissibile. Il
contributo non potr, in ogni caso, superare la soglia di E 3.000,00;
- per la tipologia di intervento 3): contributo pari al 60% della spesa ritenuta ammissibile per
l'ottenimento della registrazione EMAS. Il contributo non potr, in ogni caso, superare la soglia di E
1.200,00.
Art. 7
Presentazione delle domande
La domanda e l'allegato tecnico, nonch tutta la relativa documentazione, su supporto cartaceo e
su supporto informatizzato (dischetto o CD Rom), dovr essere spedita, dal rappresentante legale
del soggetto proponente, esclusivamente a mezzo raccomandata postale A/R con ricevuta di
ritorno, a partire dalle ore 8,00 del trentesimo giorno successivo alla pubblicazione del presente
bando nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana e dovranno pervenire entro il 90 giorno dalla
data di pubblicazione del presente bando nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana. Le
domande pervenute con modalit diverse da quanto sopra specificato e/o spedite prima del
termine prescritto dal presente bando saranno considerate "irricevibili" ed automaticamente
escluse.
Le raccomandate A/R dovranno pervenire, esclusivamente, tramite le Poste Italiane S.p.A., quelle
pervenute tramite qualsiasi altro servizio gestito da soggetti diversi saranno considerate
"irricevibili" ed automaticamente escluse.
La domanda dovr pervenire in busta chiusa recante l'indicazione "Bando per la promozione dei
sistemi di gestione ambientale", al seguente indirizzo:
- Regione siciliana, Ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale, c/o
Assessorato del territorio e dell'ambiente, via Ugo La Malfa n. 169 - 90146 Palermo.
Le dichiarazioni contenute nella domanda e nell'allegato tecnico devono essere autocertificate con
le modalit e per gli effetti delle vigenti norme in materia.
E' richiesta nella domanda di ammissione, pena l'esclusione dall'intervento:
- la dichiarazione relativa al codice primario di classificazione economica dell'attivit esercitata
ISTAT 2007 (riferimento codici ATECO 2007);
- la dichiarazione che l'impresa, alla data di presentazione della domanda, non sia soggetta ad
amministrazione controllata, a liquidazione coatta amministrativa o volontaria, a concordato
preventivo o a fallimento;
- la dichiarazione che l'azienda rientra a pieno titolo nei criteri (fatturato annuo, numero di
dipendenti e requisito di indipendenza) definiti dal D.M. 18 aprile 2005 (Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 238 del 12 ottobre 2005) per essere classificata piccola o micro impresa;
- la dichiarazione che l'azienda non ha beneficiato di eventuali altri aiuti "de minimis" per un
importo complessivo eccedente E 200.000,00 nei tre anni precedenti;
- la dichiarazione che al momento di presentazione della domanda l'azienda adempiente rispetto
agli obblighi previsti dalla legislazione ambientale;
- la dichiarazione che in virt dell'attivazione del sistema di gestione ambientale normato, per il
quale viene avanzata richiesta di contributo, l'azienda non ha ottenuto priorit di accesso a
11
finanziamenti pubblici;
- la dichiarazione che l'azienda non ha beneficiato di contributi di altre amministrazioni o enti per
l'attivazione del sistema di gestione ambientale normato per il quale viene avanzata richiesta di
contributo.
Contestualmente alla domanda e all'allegato tecnico, le imprese dovranno inviare i seguenti
documenti:
a) certificato di iscrizione al registro delle imprese presso la competente Camera di commercio,
industria, artigianato ed agricoltura corredato della dicitura antimafia;
b) coordinate bancarie;
c) certificazione comprovante la regolarit contributiva dell'impresa, rilasciata dall'INPS e
dall'INAIL, di data non anteriore a mesi quattro dalla presentazione dell'istanza. La regolarit
contributiva certificabile e/o attestabile anche attraverso la produzione del DURC (documento
unico di regolarit contributiva). In luogo della certificazione richiesta, ammessa la presentazione
di apposita dichiarazione sostitutiva, ai sensi del D.P.R. 445/2000, che dovr contenere, a pena di
esclusione, le seguenti indicazioni e dichiarazioni:
a) numeri di matricola o iscrizione INPS e INAIL;
b) che esiste la correttezza degli adempimenti periodici relativi ai versamenti contributivi;
c) che non esistono inadempienze in atto e rettifiche notificate, non contestate e non pagate;
d) ovvero, che stata conseguita procedura di sanatoria, positivamente definita con atto dell'ente
interessato del quale devono fornirsi gli estremi;
d) certificazione sulla regolarit fiscale rilasciata dall'Agenzia delle entrate. In luogo della
certificazione richiesta ammessa la presentazione di apposita dichiarazione sostitutiva, ai sensi
del D.P.R. n. 445/2000.
La mancata presentazione delle superiori documentazioni motivo di esclusione dal contributo.
Le domande recapitate oltre il termine sopra indicato non saranno prese in considerazione.
L'Ufficio speciale declina sin d'ora ogni responsabilit per dispersione delle domande dovuta ad
eventuali disguidi postali.
Art. 8
Procedura per l'ammissione al contributo
Gli interventi sono co-finanziati con procedimento automatico giusti artt. 3 e 4 del decreto
legislativo n. 123/98, con le integrazioni e le modifiche sotto riportate.
L'Ufficio speciale assegna ad ogni domanda un numero di protocollo di ricezione che ne stabilisce
l'ordine d'arrivo ma non l'ordine cronologico, che rimane legato alla data e all'ora del timbro
postale. Entro i successivi 60 giorni dalla data di scadenza della presentazione delle domande,
un'apposita commissione tecnica, insediata presso l'Ufficio speciale, esamina la domanda e la
relativa documentazione e, sulla base dell'esistenza delle condizioni richieste, ne determina
l'ammissibilit.
Le domande pervenute sono esaminate nel rigoroso rispetto dell'ordine cronologico d'invio della
raccomandata, tenuto conto della data e dell'orario di spedizione risultanti dal timbro postale.
Eventuali integrazioni della documentazione prodotta dovranno essere fornite entro 7 giorni
naturali consecutivi dalla data di ricevimento della comunicazione di richieste integrazioni avanzata
da questa Amministrazione, pena lo scivolamento nell'ordine cronologico nella posizione risultante
dalla data di presentazione degli elementi integrativi. La mancata presentazione degli elementi
richiesti comporta l'esclusione dal contributo.
L'ufficio alla chiusura delle istruttorie comunica ai soggetti proponenti l'esito della domanda
presentata, unitamente alla pubblicazione degli elenchi degli ammessi ai benefici fino ad
esaurimento delle risorse disponibili, degli ammessi ma esclusi dai benefici per mancanza di risorse
e dei non ammessi con relative motivazioni nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Art. 9
Modalit di erogazione del contributo e rendicontazione
L'iniziativa relativa all'ottenimento della certificazione o della registrazione dovr essere realizzata
entro il termine di anni "due" decorrenti dalla data di comunicazione della concessione del
contributo, a pena di decadenza della concessione dello stesso contributo.
L'impresa beneficiaria, entro 30 giorni dalla data di acquisizione delle registrazioni, fornisce i
12
documenti giustificativi delle spese sostenute, nonch una perizia giurata a firma di un
professionista competente nella materia, iscritto al relativo albo professionale, attestante l'inerenza
dei costi sostenuti alle tipologie delle spese ammissibili e la loro congruit.
L'erogazione del contributo, previo accertamento della completezza e della regolarit della
documentazione prodotta, sar erogato in due soluzioni e precisamente:
- per una quota pari all'80% del contributo concesso, entro 60 giorni naturali consecutivi
decorrenti dalla comunicazione della documentazione di cui al secondo comma del presente
articolo;
- per una quota pari al 20%, del contributo concesso, entro 60 giorni naturali consecutivi
decorrenti dalla comunicazione della documentazione attestante le spese inerenti la lett. d) dell'art.
4;
fatti salvi i maggiori termini eventualmente previsti dalla normativa antimafia, nel rispetto delle
prescrizioni previste dalle norme di contabilit generale della Regione e dello Stato.
Alla richiesta di liquidazione del finanziamento concesso dovranno essere allegati i seguenti atti:
a) copia della politica ambientale dell'impresa;
b) copia dei controlli e delle azioni correttive;
c) per le registrazioni EMAS dichiarazione ambientale e relativa convalida;
d) fotocopia autenticata del certificato e/o della registrazione rilasciato dall'organismo accreditato;
e) relazione sui risultati raggiunti contenente il prospetto riepilogativo dei costi, con il dettaglio
degli stessi;
f) fotocopie autenticate dei documenti contabili quietanzati.
Art. 10
Controlli e sanzioni
Il soggetto beneficiario, a pena di decadenza della concessione del contributo concesso, durante il
periodo di realizzazione delle procedure di certificazione, onerato trimestralmente di voler fornire
una relazione dettagliata sulle attivit realizzate, unitamente alle documentazioni attestanti l'esito
favorevole delle verifiche effettuate dall'ente certificatore.
Il contributo revocato nel caso la concessione sia avvenuta sulla base di dati, notizie o
dichiarazioni inesatte, false o reticenti. In caso di revoca si applica anche una sanzione secondo
quanto previsto dal decreto legislativo n. 123/98, art. 9.
L'Ufficio speciale si riserva il diritto di effettuare controlli finalizzati a verificare la sussistenza delle
condizioni di revoca di cui al precedente comma presso le imprese beneficiarie del contributo, ai
sensi dell'art. 8 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123, entro cinque anni dall'erogazione
dello stesso.
Ogni controversia in ordine all'attuazione del presente decreto di competenza del Foro di
Palermo.
Art. 11
Norme di salvaguardia
Le somme derivanti da rinunce o da esclusioni dovute alla mancata presentazione entro i termini
fissati delle documentazioni amministrativo-contabili ovvero dovute a revoche secondo quanto
disposto nell'art. 9, verranno utilizzate fino ad esaurimento per il finanziamento delle richieste
ammissibili, secondo l'ordine cronologico di presentazione, e con riferimento a ciascun ambito
territoriale.
Le somme non utilizzate per mancata presentazione dei progetti, o per esaurimento delle richieste
ammesse, derivanti anche da rinunce ed esclusioni, verranno riutilizzate per supportare i piani di
recupero dell'area a rischio.
In caso di mancato avvio o di mancata concreta attuazione del progetto, ammesso al
cofinanziamento secondo i termini stabiliti, l'Ufficio speciale si riserva di revocare le somme
assegnate e di procedere al recupero dei fondi non utilizzati per gli scopi del presente bando.
Art. 12
Informazioni sul bando
Copia integrale del bando, nonch i modelli di domanda e di allegato tecnico, saranno reperibili nel
sito dell'Ufficio speciale A.E.R.C.A. www.ufficiospeciale.it.
Informazioni possono inoltre essere richieste a:
13
http://www.gurs.regione.sicilia.it/Gazzette/g08-56/g08-56-p20.html
14
nel corso degli anni 1997-1999 venivano sostenute soltanto spese per il
funzionamento dei Comitati di Coordinamento e delle relative Segreterie;
stante linerzia della Regione Siciliana, in data 21/07/2000 il Ministero dellInterno
emanava lOrdinanza n. 3072 ex art.12, con la quale toglieva ogni potere alla
Regione, nominava Commissari, per la realizzazione degli interventi delle due Aree, i
Prefetti di Siracusa e Caltanissetta e disponeva che le somme relative fossero
trasferite sulle contabilit speciali intestate ai Commissari;
con D.A. n. 50/GAB del 04/09/2002 lARTA dichiarava area ad elevato rischio di crisi
ambientale i territori dei comuni del comprensorio del Mela (Condr, Gualtieri
Sicamin, Milazzo, Pace del Mela, S. Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, San Pier
Niceto), istituiva la Commissione Stato-Regione, Provincia, Enti locali, per la
definizione del piano di risanamento ambientale e rilancio economico del
Comprensorio del Mela e stanziava 7.500.000 per la redazione del Piano e per gli
interventi da adottare;
al 31/12/2004 scadevano i termini delle dichiarazioni ministeriali per le aree di
Siracusa e Gela ed i compiti dei Prefetti-Commissari; le somme erogate dallARTA
ammontavano
Commissario Delegato per Siracusa 30.829.827,35;
Comune di Siracusa 68.238,87;
Comitato di Coordinamento di Siracusa circa 875.000;
Commissario Delegato per Caltanissetta 8.263.310,38;
Comitato di Coordinamento di Caltanissetta circa 140.000;
restavano disponibili le somme:
per lArea di Siracusa, circa 19.878.623,79;
per lArea di Caltanissetta, circa 11.894.965,58.
con i DD.AA. 189/GAB e 190/GAB del 11/07/2005 lARTA emanava una nuova
dichiarazione di aree a rischio per le aree di Siracusa e Caltanissetta;
Con Delibera di Giunta n. 306 del 29/06/2005 veniva istituito lUfficio Speciale Aree
ad elevato rischio di crisi ambientale che assorbiva tutte le competenze dei
Prefetti-Commissari, dei Comitati di Coordinamento e della Commissione StatoRegione, Province ed Enti Locali;
Con Delibera di Giunta n. 257 del 14/07/2009 lUfficio veniva soppresso in ragione
della vastit e complessit delle problematiche ambientali che informano i territori
ricadenti nelle Aree;
Con D.P.Reg. n. 5/Area 1/S.G. del 17/01/2011 veniva ricostituito lUfficio Speciale,
questa volta denominato Sportello unico per il risanamento delle aree ad elevato
rischio di crisi ambientale nel territorio regionale Agenda 21 Amianto, sempre
sotto la direzione dello stesso dirigente;
Al 31/12/2012 lUfficio Speciale veniva definitivamente chiuso ed articoli di stampa
riportavano notizie in merito ad indagini in corso da parte della Procura della
Repubblica di Catania;
Con D.A. n. 176/GAB del 09/08/2007 lARTA approvava il c.d. Piano Regionale di
Coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente, che alla verifica dei
fatti risultava frutto di un collage di copia ed incolla di ampie parti del Piano di
Risanamento della qualit dellaria della Regione Veneto dellanno 2000, peraltro
gi bocciato dalla Commissione Europea, e di numerosi documenti gi editi da altri
Enti;
In particolare, dalla semplice analisi comparativa della documentazione e dal
conteggio delle righe copiate il c.d. Piano Siciliano risulta composto per l85-91% da
righe interamente copiate dal Piano del Veneto e da altre fonti;
Incredibile ma vero, a distanza di 7 anni il c.d. Piano figura ancora inserito nel sito
web dellARTA come documento/strumento di programmazione istituzionale in
tema di qualit dellaria, nonostante che le ripetute denunce delle Associazioni
ambientaliste ne abbiano da tempo richiesto il ritiro e che, da ultimo, sia
intervenuta la sentenza di condanna del Tribunale di Palermo ad 1 anno ed 8 mesi
nei confronti del dirigente responsabile della sua redazione, sentenza che fa
riferimento alle numerose e vistose copiature ivi presenti;
15
e considerato che
sulle Aree di Siracusa e Caltanisetta, a fronte degli ingenti finanziamenti erogati dal
Ministero dellAmbiente, nulla dato a sapere in merito a: se i Piani originari (del
1995) sono stati attuati ed in che parte, se essi sono stati aggiornati ed attuati ed in
che parte, quale utilizzo hanno avuto i finanziamenti erogati e qual la consistenza
delle somme se ed ancora disponibili, se e quali interventi strutturali di ordine
impiantistico in situ, oltre che normativi ed amministrativi, sono stati adottati nel
tempo e da quando le competenze sono ritornate allARTA (gli ultimi 2 anni) per
contrastare e ridurre linquinamento atmosferico e delle altre matrici ambientali;
sullArea del Comprensorio del Mela, a fronte del finanziamento stanziato dallARTA
nel 2002, nulla dato a sapere in merito a: se stato redatto il Piano di
Risanamento, quale utilizzo ha avuto il finanziamento originario e qual leventuale
consistenza delle somme se ed ancora disponibili, se e quali interventi strutturali di
ordine impiantistico in situ, oltre che normativi ed amministrativi sono stati adottati
nel tempo e da quando le competenze sono ritornate allARTA (gli ultimi 2 anni) per
contrastare e ridurre linquinamento atmosferico e delle altre matrici ambientali;
da 14 anni a questa parte, solo a voler focalizzare il periodo dai commissariamenti
ministeriali in poi, senza per questo dimenticare lassismi, inerzie ed inadempienze
precedenti, si assistito ad una girandola di ben 11 assessori allARTA e di un
numero quasi analogo di dirigenti generali al dipartimento ambiente, tutti distintisi
per annunci e dichiarazioni di intenti rimasti puntualmente disattesi;
i risultati riguardo alle Aree a rischio, alla tutela della qualit dellaria ed alla
salvaguardia della salute delle popolazioni esposte sono al cospetto di tutti e si
sintetizzano oggi in 2 ex Presidenti della Regione (Cuffaro e Lombardo) e 4 ex
assessori dellARTA (Cascio, Interlandi, Sorbello e Di Mauro) sotto processo per
omessi interventi antismog, nel Piano della qualit dellaria copiato, inattuabile e
pur tuttavia non revocato, nel sistema dei controlli e, in generale del sistema ARPA,
ultradeficitario (a fronte di finanziamenti POR 2000-2006 di 36.307.052 e POR
FERS 2007-2013 di 35.000.000), il tutto nellincredibile scenario che la tutela
dallinquinamento atmosferico non ha mai figurato n continua a figurare tra gli
obiettivi strategici dellARTA (!!!).
le Organizzazioni ed i Comitati scriventi, per i motivi su esposti e con
lurgente priorit che la situazione necessita, chiedono al Sig. Assessore di
fissare un incontro nei prossimi giorni (prima della met di agosto),
riservandosi fin dora di intraprendere ogni ulteriore passo presso le Autorit
competenti perch si accertino una buona volta responsabilit e responsabili
riguardo a mancati interventi, inerzie, lassismi, spreco di risorse economiche
e quantaltro ai danni dellambiente e della salute della gente, con
particolare riferimento ai Piani di risanamento fasulli ed alle Aree dichiarate
ad elevato rischio ambientale.
IL POPOLO INQUINATO NON PIANGE, MA LOTTA
WE SHALL OVERCOME
LE FIRME:
Popolo inquinato del quadrilatero siracusano
Popolo inquinato di Gela
Popolo inquinato di Milazzo
Meetup Costruiamo insieme M5S Siracusa
IV Commissione Ambiente meetup Costruiamo insieme M5s Siracusa
Comitato Ambiente Belvedere
Movimento 5 stelle Priolo
Priolo Verde
Movimento 5 stelle Melilli- Villasmundo- Citt Giardino
16
http://www.artasicilia.eu/old_site/web/newsite/verticale/serv_3/site/rischio.htm
Bonifica aerea industriale di Milazzo. Interrogazione del deputato
Roberto Corona
Il deputato regionale Roberto Corona ha presentato una interrogazione al presidente della
Regione Siciliana chiedendo una commissione di inchiesta per una indagine conoscitiva
sulla grave situazione dellarea fortemente inquinata.
Con D.A. n. 50/GAB del 04/09/2002, il territorio dei Comuni di Condr, Gualtieri Sicamin,
Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, San Pier Niceto e Santa Lucia del Mela stato
dichiarato Area ad elevato rischio di crisi ambientale in relazione allimpatto conseguente
alla presenza di insediamenti industriali di notevoli dimensioni (centrale termoelettrica,
raffineria di petrolio, ecc.). Con lo stesso provvedimento stata, inoltre, istituita la
18
allaccertamento delle modalit di gestione delle procedure fin qui adottate e per
conoscere come sia stato possibile avallare da parte della pubblica amministrazione una
tale somma di incompetenze che rischia concretamente di provocare un gravissimo e
persino irreparabile danno economico ad aziende estranee alla formazione
dellinquinamento.
Ci anche, perch anche alla luce del fatto che in mancanza di responsabili la Regione
Siciliana sar costretta a rimborsare le somme sborsate dai singoli privati, con la magra
consolazione di potersi rivalere sul proprietario precedente dei terreni, ovverosia lA.S.I.
http://www.osservatorio-sicilia.it/2010/03/16/bonifica-aerea-industriale-di-milazzo-interrogazionedel-deputato-roberto-corona/
un bando di gara che poi viene revocato, 273 mila euro sono
impegnati per la gestione 2003-2004 della rete di monitoraggio degli
inquinanti atmosferici dell'area a rischio e 3 milioni e seicentomila
euro per un appalto a base d'asta per l'affidamento
dell'incarico per la creazione di un sistema informativo
territoriale.
Vent'anni dopo, le dichiarazioni di aree a rischio a Siracusa e Gela,
reiterate per 15 anni, il massimo previsto dalla legge, sono decadute,
nessuno sa come sono stati spesi quei soldi e dove sono finiti e
soprattutto in nessuna dei territori a forte rischio ambientale
stata realizzata neanche una rete di monitoraggio che
permetta ai cittadini di quei territori di sapere se e quanto
veleno respirano ogni giorno.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/11/03/news/qua
ranta_milioni_spesi_dalla_regione_per_le_bonifiche_industria
li_mai_fatte-45847365/
DOCUMENTO APPROVATO DALLA 13 COMMISSIONE PERMANENTE
SENATO DELLA REPUBBLICA nella seduta del 23 luglio 2002
Relatore BERGAMO
A CONCLUSIONE DELLINDAGINE CONOSCITIVA
Bonifica dellarea industriale di Priolo-Augusta
Nella disanima dei siti inquinati nazionali assume rilievo di partico-lare criticit la situazione
dellarea industriale di Priolo-Augusta, in provincia di Siracusa, che presenta delle
peculiarit e delle emergenze speci-fiche e differenziate rispetto ad altri siti inquinati
nazionali.
Larea industriale di Priolo-Augusta pu, senza dubbio, essere consi-derata larea con il
numero pi rilevante di impianti di raffinazione, esten-dendosi per una superficie di circa
570 km quadrati, pari a circa un quarto della provincia di Siracusa, con una escursione
altimetrica che va dal li-vello del mare fino ad unaltitudine massima di 500 metri.
Le attivit industriali della zona hanno progressivamente soppiantato uneconomia povera,
prevalentemente
agricola,
dando
vita
ad
un
processo
di nuova
occupazione, diretta ed indotta, che nel tempo ha raggiunto il culmine di 25 mila unit,
contribuendo indubbiamente ad un elevamento delle condizioni di vita economico-sociali
della zona.
Lindustrializzazione si sviluppata in 4 fasi:
la prima nel periodo 1949-1955 in cui prende avvio la trasformazione economica
dellarea con la localizzazione di una prima grande raffineria di petrolio (la Rasiom)
lungo la costa ad ovest della citt isola di Augusta , vista la collocazione
strategica nel Mediterraneo per laccosto delle grandi navi petroliere, e con la
nascita di una serie di impianti per la produzione e la lavorazione del cemento e di
altri materiali per ledilizia;
22
la seconda nel periodo tra il 1956 e il 1965 che realizza il salto di qualit con la
scelta preferenziale per lindustria di base, in particolare la raffinazione del petrolio
e la chimica pesante, determinando la radicale trasformazione di centinaia di ettari
a nord e a sud dellabitato di Priolo destinati ad accogliere un complesso industriale
integrato,
con
forte
crescita
occupazionale, nellordine di migliaia di addetti e impiegati
prima
della costruzione e, poi, nellattivazione degli impianti, con la realizzazione
della
centrale termoelettrica e con il proliferare di un insieme di imprese medio-piccole e
piccolissime che danno vita al settore dellindotto legato alla dinamica della grande
industria;
la terza nel periodo dal 1966-1975 nel quale le attivit industriali
raggiungono la piena maturazione, con destinazioni duso
molto ampie,dalla manutenzione degli impianti alla fornitura di materiale di costruzi
one, dalle imprese di trasporto a quelle di pulizia; nella prima met degli
anni 70 lagglomerato di Augusta si arricchisce di una nuova installazione petrolchi
mica-liquichimica, mentre nei pressi di Marina di Melilli sorge la terza grande
raffineria Isab il cui impatto economico territoriale portatore di conseguenze,
quali la trasformazione del polo petrol-chimico siracusano in uno dei pi importanti
dEuropa
e
la
creazione
di
un nuovo nucleo industriale che si consolida con la costruzione di un
nuovo
terminal marittimo.
Queste trasformazioni territoriali introducono, come conseguenza, lo sviluppo
di un degrado ambientale che raggiunge gi allora livelli incontrollabili, il cui
risultato pi emblematico
levacuazione forzata del villaggio di Marina di Melilli nel 1976, costantemente
minacciato dallinquinamento dellarea e delle acque e dal rischio di esplosioni;
la quarta dal 1975, data di entrata in esercizio dellIsab, ad oggi caratterizzata da
uninversione della crescita dovuta alla crisi nazionale e internazionale del comparto
chimico.
Ci ha
comportato
un
ridimensionamento dellapparato produttivo e la ristrutturazione
delle grandi aziende con conseguenti forti tagli occupazionali, ampi ricorsi alla cassa
integrazione e dirompenti effetti sullassetto sociale ed economico dellintera
provincia. Questo riflusso non impedisce che vengano portati a termine al-cuni
nuovi investimenti in campi ad alto livello tecnologico e con buone
prospettive di mercato, ma con una crescita occupazionale marginale ri-spetto alle
consistenti perdite subite in seguito alla crisi degli anni prece-denti e che vede
consolidata,
oggi,
una
presenza
occupazionale
di
circa
10mila addetti che costituisce, pur sempre, la principale ed insostituibile
fonte
produttiva per larea che richiede rigorose azioni di salvaguardia e tenuta nella
conferma
della
presenza
delle
attivit petrolifere
e
di
raffinazione nel paese e dellattivit chimica nazionale
e della
collocazione diparti
importanti di queste nellarea di Priolo-Augusta.
La diversa sensibilit ambientale delle prime fasi di industrializzazione rispetto ad oggi,
la mancanza di sviluppate tecnologie di salvaguardia del territorio e di tutela
dallinquinamento, la carenza di una cultura di rigoroso rispetto dellambiente hanno
creato situazioni di alto degrado ambientale con preoccupanti fenomeni di
inquinamento di aree pubbliche e private a causa, anche, dello smaltimento
23
incontrollato
e
dissennato
di
materiali di risulta spesso
nocivi, dellinquinamento atmosferico con conseguente rischio per la salute delle
popolazioni e del possibile inquinamento delle acque superficiali e sotterranee e della
zona costiera. In questo quadro, grazie ad una diversa sensibilit ambientale matu-rata
nel mondo e nel Paese negli anni pi recenti, si giunti a considerare larea di PrioloAugusta area a rischio di crisi ambientale e ad approvare,con il decreto del Presidente
della Repubblica 17 gennaio 1995, il piano di disinquinamento per il risanamento del
territorio della provincia di Siracusa che ha dato vita nel gennaio 96 ad un accordo di
programma corre-dato da circa 80 schede relative ad interventi ritenuti utili ed
indispensa-bili, pur se con diversa priorit, per eliminare le cause
dellinquinamento,riqualificare le aree, monitorare i fenomeni di emissioni e rischio indu
striale;
tali interventi sono stati suddivisi in opere di competenza di parte pubblica e di parte
privata e quantificati in circa 1000 miliardi di lire. Contestualmente a tale
provvedimento veniva stanziato dallo Stato a favore della regione Sicilia un
primo importo di lire 100 miliardi per i comuni interessati.
Mentre i privati hanno eseguito gli interventi di loro competenza sia di ristrutturazione
che di riduzione dellinquinamento atmosferico e acustico e di monitoraggio in rete,
nessun intervento di quelli di competenza pubblica stato realizzato, n di
monitoraggio ambientale n di in fra strutturazione n di riconversione di aree
pubbliche n di tutela della qualit dellarea e delle acque, compromettendo con
ci lefficacia stessa del piano. Non risultando utilizzate le risorse trasferite dallo Stato
alla regione Sicilia, dopo quasi 5 anni, nel luglio 2000 veniva nominato Commissario
per lattuazione del piano di risanamento ambientale per le opere di competenza
pubblica il prefetto di Siracusa che, ad oggi, non ha potuto attivare alcuno degli
interventi
previsti
nel
Piano
di
risanamento
stesso
non
avendo ottenuto ancora il trasferimento delle risorse attribuite nel 1995 alla regione
Sicilia e avendo ricevuto, soltanto agli inizi del 2002, comunicazione dellimpegno di
trasferire una prima tranche di 10 miliardi di lire (50.950.221,63 euro) nel corso del
corrente anno.
Successivamente, in ottemperanza allarticolo 17 del decreto legislativo n. 22 del 1997, che
prevede la bonifica ed il ripristino dei siti inquinati, ed allarticolo 1 della legge n. 426 del
1998 che considera, tra laltro, primi interventi di bonifica dinteresse nazionale quelli
dellarea industriale di Priolo, con il decreto del Ministro dellambiente del 10 gennaio 2000
(perimetrazione del sito dinteresse nazionale di Gela e Priolo) sono state individuate le
aree da sottoporre ad interventi di caratterizzazione e,in caso di inquinamento, ad
attivit di messa in sicurezza, bonifica, ripristino ambientale e monitoraggio dei siti.
Le attivit di caratterizzazione sono in fase di svolgimento in tutti i siti inquinati e potranno
essere ultimate entro il corrente anno.
Si intrecciano con tutte le attivit, competenze e responsabilit sopraindicate, le
competenze, le attivit e le responsabilit del Commissario delegato per lordinanza rifiuti,
della provincia regionale di Siracusa,
dellAgenzia regionale per la protezione dellambiente (ARPA), la cui recente costituzione e
il cui imminente potenziamento con circa 30 unit, in continuit con il pregiato lavoro
svolto dall ex laboratorio di igiene e profilassi di Siracusa, permetteranno
lo svolgimento del compito fondamentale di monitoraggio, programmazione e verifica degli
interventi, ritenuti necessari, di disinquinamento e bonifica.
24
Purtroppo, fenomeni recenti quali quelli avvenuti allinterno degli impianti che sono costati
la vita ad alcuni lavoratori e hanno dato vita anche
a commissioni dindagine del Ministero dellambiente (la commissione
guidata dal professor Clini ha ritenuto necessario predisporre un esame epidemiologico
sulla popolazione, nonch piani di sicurezza e di prevenzione dellinquinamento diffuso e
delle falde idriche) e, soprattutto, la recente individuazione in un pozzo di irrigazione della
presenza di idrocar-buri, dimostra come i siti di Priolo e Augusta non siano pi unarea a
rischio di crisi ambientale, ma unarea in crisi ambientale per cui si rendono indispensabili
interventi legislativi e finanziari che consentano di affrontare con tempestivit la
drammatica emergenza.
Non ammissibile che una ex fabbrica di eternit che utilizzava amianto e che ha
provocato un pesante inquinamento dellintero territorio in cui era insediata e delle aree
limitrofe,
ivi
compresa
la
costa,
non
solo
non sia radicalmente bonificata ma non sia neppure posta in sicurezza,come pure non
ammissibile che a pochi metri dallabitato di Priolo sia mantenuto in attivit un impianto di
stoccaggio di ammoniaca di evidente pericolosit,non funzionale ad attivit produttive
della zona e che comunque richiede di essere ulteriormente stoccato anche nel sito di Gela
ove utilizzato per attivit produttive.
Appare inoltre inaccettabile che non sia stato approntato un piano di utilizzo delle acque
ad uso industriale, che privilegi lapprovvigionamento di acqua non potabile, laddove con
un semplice allacciamento di poche centinaia di metri, potrebbe essere recuperata per fini
industriali una quantit di circa 10 milioni di metri cubi
di acqua depurata, oggi versata in mare, con conseguente riduzione del fabbisogno idrico
in una zona dove lemergenza idrica ormai endemica;
altrettanto inopportuno ritardare il trasferimento di fondi gi stanziati ed il loro
incremento per realizzare i piani di risanamento ambientale;
mentre si dovrebbe prevedere la costituzione di ununica autorit per la gestione dellintero
processo di risanamento, bonifica e riqualificazione ambientale che pur si avvalga di tutte
le strutture pubbliche disponibili.
Del resto bisognerebbe prevedere anche laggiornamento costante dei piani
di intervento, attraverso un rinnovato accordo di programma tra tutti i soggetti pubblici e
privati chiamati alla sua realizzazione, e linsediamento di un tavolo di coordinamento
permanente con laffidamento di una funzione di sorveglianza sulla sua esecuzione.
Inoltre non ammissibile che le imprese non conseguano le pi avanzate certificazioni
internazionali di funzionalita` degli impianti, mentre inaccettabile che, a fronte di un
rischio di inquinamento delle falde acquifere ed alla evidente traccia di diffusione di
idrocarburi nel sottosuolo circostante i depositi, si discuta sulle responsabilit temporali
delle singole aziende e non si concordi un piano dintervento di risanamento radicale del
territorio;
alla realizzazione di tale piano anche i soggetti privati dovrebbero da subito dichiararsi
disponibili, al di l delle responsabilit che richiederanno molti anni per essere
definitivamente accertate. In questo modo, si potr dare certezza immediata di
mantenimento di livelli di qualit delle acque potabili, imponendo, anche
legislativamente, lobbligo di verifica periodica con adeguata certificazione della
funzionalit di tutti i depositi petroliferi insistenti sul territorio nazionale.
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http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2012/01/piano-del-bacino-aerologico-padano.html
QUARANTA MILIONI SPESI DALLA REGIONE PER LE BONIFICHE INDUSTRIALI MAI
FATTE
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2013/01/blog-post.html
CUSPILICI FONDAZIONE CUTGANA INCHIESTA PROCURA CATANIA 1 2
PUNTATA
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a cura del Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine
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