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Universit Politecnica delle Marche

Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura

Tecnica delle Costruzioni


Azione sismica

Docente: Prof. Ing. Luigino Dezi

Revisori: Ing. Michele Morici


Ing. Luca Tassotti

a.a. 2013-2014

Sistemi lineari 1-GDL


Definizioni

Sistemi cinematici 1-GDL


I sistemi cinematici con un solo grado di libert (1-GDL)
sono quelli descrivibili con un unico parametro (di
traslazione o di rotazione). Sono costituiti da una massa
m vincolata a terra la cui posizione unicamente definita
da una funzione di spostamento u(t)
m

u(t)

u(t)
fS

u(t)
m
x

Lo schema meccanico di un oscillatore semplice costituito da una massa collegata alla


terra da un vincolo capace di esplicare una forza di richiamo fs

Sistemi elastici lineari


I sistemi elastici lineari sono caratterizzati da leggi reversibili
lineari.

fS = ku

Tutte le strutture tendono ad esibire, per piccoli spostamenti, un comportamento che pu


essere considerato elastico lineare.

Sistemi lineari 1-GDL


Definizioni

Sistema cinematico 1-GDL: telaio elastico

Se il cinematismo descrivibile con un solo grado di libert, la struttura pu essere assimilata


ad una molla con opportuna costante di rigidezza.

12 EI c
h

K = 2 3 1
Ib
4L
h
+
2

3h
Ic

12 EI 24 EI c
K = 2 3 c =
h3
h

3EI 6 EI
K = 2 3 c = 3 c
h
h

K = k1 + k 2 + k3
k1

k2

k3

k 2 > k1 = k3

k1 / k 2 0.5
3

Sistemi lineari 1-GDL


Definizioni

Sistemi elastici smorzati

Le vibrazioni indotte in qualunque sistema tendono ad arrestarsi dopo un periodo pi o meno


lungo. Ci dipende dal fatto che lenergia posseduta dal sistema tende ad essere dissipata In
realt.
Nelle strutture la dissipazione di energia avviene tramite diversi meccanismi; Nelle strutture in
cemento armato: lenergia viene dissipata per lapertura e la richiusura delle microfessure
contenute nella masse del calcestruzzo, per lo scorrimento tra le barre ed il calcestruzzo e per
lattrito con le componenti non strutturali.
La schematizzazione pi semplice dei meccanismi di dissipazione quella viscosa lineare con
la quale si assume la proporzionalit tra la reazione e la velocit dello spostamento. Per tener
conto della dissipazione si inserisce un elemento di dissipazione viscosa (stantuffo). Oltre alla
forza di richiamo elastica (funzione lineare dello spostamento) agisce una forza dissipativa di
natura viscosa (funzione lineare della velocit, proporzionale al coefficiente di smorzamento
viscoso o costante di smorzamento c); la quantit di energia dissipata dipende da c

fD = cu&

fD = cu&
k
c

Energia
dissipata

u&
m

u
x
4

Sistemi lineari 1-GDL


Definizioni

Sistemi inelastici smorzati

Occorre notare che con lo smorzamento viscoso si intende descrivere i soli meccanismi di
dissipazione che avvengono quando la struttura rimane in campo elastico (sistemi elastici).
Sotto forti eccitazioni sismiche, i sistemi strutturali subiscono forti danneggiamenti strutturali e
quindi escono dal campo elastico lineare (sistemi inelastici).
Grazie alle plasticizzazioni della struttura una notevole quantit di energia viene dissipata
accanto a quella dissipata per viscosit. In genere, non corretto modellare i meccanismi
dissipativi inelastici con smorzatori viscosi equivalenti. In questi casi occorrono modelli isteretici
non lineari pi sofisticati in grado di descrivere i meccanismi dissipativi legati al
danneggiamento strutturale.
Nel caso di sistemi inelastici la forza di richiamo non elastica (il legame forza-spostamento
diventa pi complesso e funzione dello spostamento e della sua derivata rispetto ad un
parametro ordinativo che generalmente il tempo) le curve di carico e scarico sono diverse
(non coincidono)
fs (u, u& )

Energia dissipata

x
5

Sistemi lineari 1-GDL


Vibrazioni libere smorzate

u(t)

Si considera il sistema 1-GDL in figura, costituito da


una massa e da un sistema strutturale elastico lineare
e da uno smorzatore. Non si considerano forze
esterne applicate (forzanti) ma si suppone che il
sistema sia caratterizzato da uno stato iniziale in cui si
impongono spostamento e velocit.
Lequazione del moto del sistema
imponendo lequilibrio dinamico:

cu& (t )

ku (t )

reazione viscosa

ottiene

mu&&(t ) + cu& (t ) + ku (t ) = 0
u& (0 ) = u& 0 ; u (0 ) = u0

reazione elastica

(condizioni iniziali)

u&&(t ) +

u&&(t ) + 2u& (t ) + 2u (t ) = 0

mu&&(t ) + cu& (t ) + ku (t ) = 0

Pulsazione naturale

fI + fD + fS = 0

si

k
m

c
k
u& (t ) + u (t ) = 0
m
m

Fattore di smorzamento viscoso =

c
c
=
2m 2 km
6

Sistemi lineari 1-GDL


Vibrazioni libere smorzate
Lequazione del moto unequazione differenziale lineare omogenea del secondo ordine a
coefficienti costanti con assegnate condizioni iniziali.

u&&(t ) + 2u& (t ) + 2u (t ) = 0
u& (0 ) = u& 0 ; u (0 ) = u0
Le soluzioni sono del tipo et , con soluzione del polinomio caratteristico

2 + 2 + 2 = 0

1,2 = 2 1

=0

Il sistema NON SMORZATO

Il sistema ammette soluzioni reali o complesse rispettivamente nel caso di maggiore o


minore di 1:
Moto ipercritico (aperiodico), nel caso di > 1 (sistemi sovrasmorzati)
Moto critico (aperiodico), nel caso di = 1 (sistemi con smorzamento critico)
Moto oscillatorio (periodico), nel caso di < 1 (sistemi sottosmorzati)
7

Sistemi lineari 1-GDL


Vibrazioni libere smorzate
Moto oscillatorio (periodico), nel caso di < 1 (sistemi sottosmorzati)

u (t ) = e t (A sin D t + B cos D t ) = De t cos(D t )

u& 0 + u0
A=
D

u& 0 + u0
tan =
Du0

B = u0

u& + u0
2

D = u0 + 0
D

dove

D = 1 2

T=

pulsazione ridotta o pulsazione del sistema smorzato


periodo del sistema smorzato.

Nel caso di = 0 SISTEMI NON SMORZATI

T=

Nel caso di << 1 SISTEMI DEBOLMENTE SMORZATI

Sistemi lineari 1-GDL


Vibrazioni libere smorzate
Il moto tende ad esaurirsi con legge esponenziale e le oscillazioni avvengono con periodo pi
lungo rispetto al sistema non smorzato anche se le differenze sono apprezzabili per valori del
fattore di smorzamento maggiori di 0.20.

u& 0
u

De t

u0
t

De t

u (t ) = De t cos(D t )

Derivando un volta rispetto al tempo si ottiene la velocit

u& (t ) = D De t
cos(D t ) + sin(D t )
D

Sistemi lineari 1-GDL


Vibrazioni libere smorzate
u

u0

u& 0 = 0; u0 0
t

u (t ) = u0e t cos D t +
sin D t
D

u&0
u& (0 ) 0; u (0 ) = 0
t

u (t ) =

u& 0 t
e
sin D t
D

10

Sistemi lineari 1-GDL


Vibrazioni libere non smorzate

u& 0
u

u0

u (t ) = D cos(t )
t

T
u&

u& (t ) = D sin(t )
t

Periodo di
vibrazione

m
2
T =
= 2

Frequenza di
vibrazione

f =

1
1 k
=
T 2 m

11

Sistemi lineari 1-GDL


Sistemi smorzati (e non smorzati) con oscillazioni forzate
u(t)

F(t)

F (t )
cu& (t )

ku (t )

Si considera il sistema 1-GDL costituito da una massa,


da un sistema strutturale elastico lineare ed,
eventualmente, da uno smorzatore. Si suppone che il
sistema, inizialmente in quiete, venga eccitato
dallazione di una forza esterna. Lequazione del moto
del sistema :

mu&&(t ) + cu& (t ) + ku (t ) = F (t )
u& (0 ) = 0; u (0 ) = 0

mu&&(t ) + cu& (t ) + ku (t ) = F (t )

(condizioni iniziali)

La soluzione del problema data dalla sovrapposizione della soluzione dellequazione


omogenea precedentemente vista e di una soluzione particolare
- Nel caso di forzante armonica o periodica possibile determinare la soluzione in forma chiusa;
- Nel caso di forzanti generiche, in generale, non possibile trovare la soluzione in forma
chiusa; il moto del sistema pu essere determinato con:
a) integrale di Duhamel basato sul principio di sovrapposizione effetti (oscillatori lineari);
b) metodi numerici basati sulla discretizzazione temporale del problema.
12

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica
u(t)

u&&g (t )
u g (t )

Il caso di forzante sismica pu essere ricondotto a quanto visto per la forzante generica
osservando che laccelerazione della massa deve essere determinata rispetto al sistema di
riferimento inerziale, calcolando la derivata seconda dello spostamento assoluto

x (t ) = ug (t ) + u (t )
Lequazione del moto del sistema pu essere scritta sfruttando ancora la seconda legge di
Newton (equilibrio dinamico). Le condizioni iniziali sono omogenee.

m[u&&g (t ) + u&&(t )] + cu& (t ) + ku (t ) = 0

u& (0 ) = 0; u (0 ) = 0
13

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica
u&&g (t )

Lequazione del moto pu quindi riscriversi


come

mu&&(t ) + cu& (t ) + ku (t ) = mu&&g (t )

che, dividendo ambo i membri per la massa


pone

u&&(t ) + 2u& (t ) + 2u (t ) = u&&g (t )

u (t )

La soluzione pu infine scriversi nella forma


dellintegrale di sovrapposizione di Duhamel
t

Spostamento (relativo)

Velocit (relativa)

Accelerazione assoluta

1 &&
(t )
(
)
u (t ) =
u

e
sin[D (t )]d
g

D 0
t

(t )
u& (t ) = u&&g e
sin[D (t )] cos[D (t )]d

2
1

0
k
c
x&&(t ) = u&&(t ) + u&&g (t ) = u u& = 2u 2u&
m
m

La risposta dipende dallaccelerogramma e dalle caratteristiche delloscillatore ( e ).


14

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica
Spettri di risposta elastici
Si definisce spettro di risposta elastico in spostamenti o in velocit o in accelerazioni (relativo
ad un accelerogramma) il diagramma degli spostamenti o velocit o accelerazioni massimi
sperimentati da oscillatori semplici caratterizzati da un fissato fattore di smorzamento e
diverse frequenze (o periodi T)

umax = max u (t )

Spettro degli spostamenti

u&max = max u& (t )

Spettro delle velocit

x&&max = max 2u (t ) 2u& (t )

Spettro delle accelerazioni assolute

0 t t g

0 t t g

0 t t g

SDe (T , ) = u max (T , )

Su&e (T , ) =u& max (T , )

Sx&&e (T , ) = x&& max (T , )


15

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica
umax = max{u (t )}
0 t t g

SDe (T , ) = umax (T , )

16

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica
Pseudo spettri
Dal punto di vista ingegneristico sono di maggior utilizzo gli spettri delle pseudo-velocit e delle
pseudo-accelerazioni

umax = max u (t )

Spettro degli spostamenti

Vmax = umax

Spettro delle pseudo-velocit

Amax = 2umax

Spettro delle pseudo-accelerazioni

0 t t f

SDe (T , ) = u max (T , )

SVe (T , ) = SDe (T , ) =

2
SVe (T , )
T

2
SAe (T , ) = SDe (T , ) = SAe (T , )
T
2

17

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica
In generale la pseudo-accelerazione e la pseudo velocit non coincidono con laccelerazione
assoluta e la velocit relativa.
La pseudo-accelerazione coincide con laccelerazione assoluta solo per sistemi non smorzati:
t

1
&&g ( ) sin (t )d
Spostamento (relativo) u (t ) = u
0
t

Velocit (relativa)

u& (t ) = u&&g ( )cos (t )d

umax = max{u (t )} = u (t = t1 )
0 t t g

u&max = max{u& (t )} = u& (t = t 2 )

&&(t ) = u&&(t ) + u&&g (t ) =


accelerazione assoluta x

k
u = 2u = A(t )
m

0 t t g

x&&max = Amax

La pseudo-velocit coincide con la velocit relativa solo per sistemi non smorzati in
vibrazione libera:

u&&(t ) + 2u (t ) = 0
u& (0 ) = 0; u (0 ) = u0

u (t ) = uo cos t

u& (t ) = uo sin t

u&&(t ) = uo 2 cos t

umax = uo
u&max = umax
u&&max = 2umax
18

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica
Spettri in pseudo-accelerazione per diversi valori di smorzamento
S Ae / g

( )

S Ae T ,

( )

S Ae (T = 0.5, = 0.05 ) / g

fs max = mS Ae T ,

fs max = mg

( )

T (s )
u(t)

( )

S Ae T ,
S T ,
= W Ae
g
g
peso

u(t)

fs,max

x g (t )

fs,max/2

fs,max/2

Analisi statica equivalente

19

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica

Esempi
Terremoto del Friuli registrato a Gemona (15-9-1976)

spostamento

pseudovelocit

pseudoaccelerazione

componente est-ovest: accelerazione (agmax = 0.6351g), velocit (vgmax = 0.6478 m/s) e spostamento (xgmax = 0.1198 m)

20

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica
Terremoto Campano Lucano registrato a Sturno (23-11-1980)

spostamento

pseudovelocit

pseudoaccelerazione

componente est-ovest: acc. (agmax = 0.3328g), velocit (vgmax = 0.3135 m/s) e spostamento (xgmax = 0.0864 m)

21

Sistemi lineari 1-GDL


Forzante sismica
Terremoto Campano Lucano registrato a Sturno (23-11-1980)

spostamento

pseudovelocit

pseudoaccelerazione

componente verticale: (a) acc. (agmax = 0.2247g), velocit (vgmax = 0.1566 m/s) e spostamento (xgmax = 0.0454 m)

22

Azione sismica
Stati limite

23

Azione sismica
Stati limite

24

Azione sismica
Stati limite
Nei confronti delle azioni sismiche gli stati limite, sia di esercizio che ultimi, sono individuati
riferendosi alle prestazioni della costruzione nel suo complesso, includendo gli elementi
strutturali, quelli non strutturali e gli impianti.
SLE - Stato Limite di Operativit (SLO)
a seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso, includendo gli elementi strutturali,
quelli non strutturali, le apparecchiature rilevanti alla sua funzione, non deve subire danni ed
interruzioni d'uso significativi.

25

Azione sismica
Stati limite
SLE - Stato Limite di Danno (SLD)
a seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso, includendo gli elementi strutturali,
quelli non strutturali, le apparecchiature rilevanti alla sua funzione, subisce danni tali da non
mettere a rischio gli utenti e da non compromettere significativamente la capacit di resistenza
e di rigidezza nei confronti delle azioni verticali ed orizzontali, mantenendosi immediatamente
utilizzabile pur nellinterruzione duso di parte delle apparecchiature.

26

Azione sismica
Stati limite
SLU - Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV)
a seguito del terremoto la costruzione subisce rotture e crolli dei componenti non strutturali ed
impiantistici e significativi danni dei componenti strutturali cui si associa una perdita significativa
di rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali; la costruzione conserva invece una parte della
resistenza e rigidezza per azioni verticali e un margine di sicurezza nei confronti del collasso
per azioni sismiche orizzontali

27

Azione sismica
Stati limite
SLU - Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC)
a seguito del terremoto la costruzione subisce gravi rotture e crolli dei componenti non
strutturali ed impiantistici e danni molto gravi dei componenti strutturali; la costruzione conserva
ancora un margine di sicurezza per azioni verticali ed un esiguo margine di sicurezza nei
confronti del collasso per azioni orizzontali.

28

Azione sismica

La pericolosit sismica definita


anche in termini di ordinate dello
spettro di risposta elastico in
pseudoaccelerazione
ad
essa
corrispondente Se(T), con riferimento
a prefissate probabilit di eccedenza
PVR, nel periodo di riferimento VR.
La pericolosit sismica definita con
riferimento al suolo di categoria A e
categoria topografica T1.
29

Azione sismica
Valutazione dellazione sismica
Spettri elastici secondo normativa (NTC2008)
Lo spettro di risposta elastico in pseudo-accelerazione espresso da una forma spettrale
(spettro normalizzato) riferita ad uno smorzamento convenzionale = 5%, moltiplicata per il
valore della accelerazione orizzontale massima ag su sito di riferimento rigido orizzontale. Sia
la forma spettrale che il valore di ag variano al variare della probabilit di superamento nel
periodo di riferimento (PVR).

ag = accelerazione massima al sito


Fo = fattore di amplificazione dello spettro
in pseudo-accelerazione orizzontale
TC* = periodo di inizio del tratto a velocit
costante

ag Fo
Se

Gli spettri vengono definiti in funzione di tre


parametri (ag,Tc*, Fo).

ag

0
TC*/3 TC*

0.4 ag/g+1.6

- ag desunto direttamente dalla pericolosit di riferimento, attualmente fornita dallo INGV;


- Fo e TC* sono calcolati in modo che gli spettri di risposta elastici in accelerazione, velocit e
spostamento forniti dalle NTC approssimino al meglio i corrispondenti spettri di risposta
elastici in accelerazione, velocit e spostamento derivanti dalla pericolosit di riferimento.
30

Azione sismica
Valutazione dellazione sismica
spettro in pseudo-accelerazione
10

spettro in pseudo-velocit

spettro in spostamento
0

9
0

6
5

Sd (m)

Sv (m/s)

Sa (m/s2)

0
0
0
0

4
0

3
2

0
0

TC*

1
0

TC*

0.4 ag/g+1.6

TC*/3

2
T (sec)

Se (T ) = Sea (T )

Osservazioni:

T (sec)

S (T )
T
Sev (T ) = ea
= Sea (T )

0.4 ag/g+1.6

0
4

T (sec)

S (T )
T
Sed (T ) = ea 2 = Sea (T )

1)

la probabilit di superamento e il periodo di riferimento sono fissati dalla Normativa in base ai diversi
stati limite

2)

poich la pericolosit sismica del sito definita con riferimento al suolo di categoria A e categoria
topografica T1, necessario valutare leffetto della risposta sismica locale legata alla tipologia di
sottosuolo e alle condizioni topografiche

3)

gli spettri cos definiti possono essere utilizzati per strutture con periodo fondamentale minore o uguale
a 4,0 s. Per strutture con periodi fondamentali superiori ed anche nel caso di sottosuoli di categoria S1 o
S2, lo spettro deve essere definito da apposite analisi ovvero lazione sismica deve essere descritta
mediante accelerogrammi.
31

Azione sismica
Vita nominale
La vita nominale VN di unopera strutturale intesa come il numero di anni nel quale la struttura,
purch soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale
destinata.
La vita nominale una scelta progettuale del committente; la Normativa fissa solo un limite
inferiore (approccio prestazionale).

32

Azione sismica
Classi duso

33

Azione sismica
Periodo di riferimento
Le azioni sismiche su ciascuna costruzione vengono valutate in relazione ad un periodo di
riferimento VR che si ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicandone la vita nominale VN
per il coefficiente duso CU.

VR = VNCU 35 anni

Valori di VN intermedi sono consentiti ed i corrispondenti valori dei parametri ag, Fo e TC*
necessari a definire lazione sismica sono ricavati utilizzando le formule di interpolazione fornite
nellallegato A alle NTC.
34

Azione sismica
Probabilit di superamento
Le probabilit di superamento nel periodo di riferimento PVR, cui riferirsi per individuare lazione
sismica agente in ciascuno degli stati limite considerati, sono

Qualora la protezione nei confronti degli stati limite di esercizio sia di prioritaria importanza, i
valori di PVR forniti in tabella devono essere ridotti in funzione del grado di protezione che si
vuole raggiungere.

Le probabilit di superamento sono pertanto fissate dalla Normativa e indipendenti dal periodo
di riferimento PVR.

35

Azione sismica
Periodo di ritorno
Il periodo di ritorno del sisma si pu ottenere dalla relazione

- sito di riferimento
- periodo di riferimento (VR)
- lo stato limite (SLO, SLD, SLV, SLC)

TR =

CUVN
VR
=
ln 1 PVR
ln 1 PVR

Allegato B alle NTC


ag , Fo e TC*

36

Azione sismica
Valutazione dellazione sismica
L'azione sismica caratterizzata da tre componenti traslazionali, due orizzontali (X ed Y) ed
una verticale (Z), da considerare tra di loro indipendenti; le componenti possono essere
descritte mediante una delle seguenti rappresentazioni:
1) accelerazione massima attesa in superficie;
2) accelerazione massima e relativo spettro di risposta attesi in superficie;
3) accelerogramma (in numero adeguato e commisurati alla pericolosit sismica del sito)
- le due componenti ortogonali indipendenti che descrivono il moto orizzontale sono
caratterizzate dallo stesso spettro di risposta o dalle due componenti accelerometriche
orizzontali del moto sismico;
- la componente che descrive il moto verticale caratterizzata dal suo spettro di risposta o
dalla componente accelerometrica verticale; in mancanza di documentata informazione
specifica, in via semplificata laccelerazione massima e lo spettro di risposta della
componente verticale attesa in superficie possono essere determinati sulla base
dellaccelerazione massima e dello spettro di risposta delle due componenti orizzontali. La
componente accelerometrica verticale pu essere correlata alle componenti
accelerometriche orizzontali del moto sismico.

37

Azione sismica
Spettro di risposta elastico in pseudo-accelerazione
Componente orizzontale

T
1 T
1
T < TB
Se (T ) = ag S Fo +

T
F
T
o
B
B
Se (T ) = ag S Fo
TB T < TC

S Fo

Se/ag

T
Se (T ) = ag S Fo C
T
T T
Se (T ) = ag S Fo C 2D
T

TC T < TD

TD T

TB

TC

TD

Periodo T [sec]

Gli spettri cos definiti possono essere utilizzati per strutture con periodo fondamentale minore
o uguale a 4,0 s. Per strutture con periodi fondamentali superiori ed anche nel caso di
sottosuoli di categoria S1 o S2, lo spettro deve essere definito da apposite analisi ovvero
lazione sismica deve essere descritta mediante accelerogrammi.
38

Azione sismica
Spettro di risposta elastico in pseudo-accelerazione
Fo 2.2

quantifica lamplificazione spettrale massima, su sito di riferimento


rigido orizzontale

S = S S ST

tiene conto della categoria di sottosuolo e delle condizioni topografiche

TC = CCTC *

periodo corrispondente allinizio del tratto a velocit costante dello


spettro, dove TC* lanalogo per terreno di categoria A e CC un
coefficiente funzione della categoria di sottosuolo

TB = TC / 3

periodo corrispondente
accelerazione costante

TD = 4
=

ag
g

+ 1.6

10
0.55
(5 + )

allinizio

del

tratto

dello

spettro

ad

periodo corrispondente allinizio del tratto a spostamento costante


dello spettro
tiene conto delle capacit dissipative alterando lo spettro di risposta
assunto a riferimento, per il quale = 1, definito come lo spettro
elastico con smorzamento viscoso convenzionale = 5%. (espresso
in percentuale) valutato sulla base di materiali, tipologia strutturale e
terreno di fondazione. Tale relazione pu essere utilizzata per
costruzioni che non subiscono gravi danneggiamenti e nel campo di
smorzamenti convenzionali compresi tra 5% e 28%.
39

Azione sismica
Spettro di risposta elastico in pseudo-accelerazione
Amplificazione stratigrafica

40

Azione sismica
Spettro di risposta elastico in pseudo-accelerazione
Amplificazione topografica
Per tener conto delle condizioni topografiche e in assenza di specifiche analisi di risposta
sismica locale, si utilizzano i seguenti valori del coefficiente topografico ST:

ST decresce linearmente con laltezza del pendio o rilievo, dalla sommit alla base dove ST
assume valore unitario

41

Azione sismica
Categorie sottosuolo
Fatta salva la necessit della caratterizzazione geotecnica dei terreni nel volume significativo, ai
fini della identificazione della categoria di sottosuolo, la classificazione si effettua in base ai
valori della velocit equivalente Vs,30 di propagazione delle onde di taglio entro i primi 30 m di
profondit.

42

Azione sismica
Categorie sottosuolo
In assenza di analisi di sito, per la definizione dellazione sismica si pu fare riferimento a un
approccio semplificato che si basa sullindividuazione di categorie di sottosuolo di riferimento.

43

Azione sismica
Condizioni topografiche
Per condizioni topografiche complesse necessario predisporre specifiche analisi di risposta
sismica locale. Per configurazioni superficiali semplici si pu adottare la classificazione in
tabella

Le su esposte categorie topografiche si riferiscono a configurazioni geometriche


prevalentemente bidimensionali (creste o dorsali allungate) e devono essere considerate nella
definizione dellazione sismica se di altezza maggiore di 30 m.

44

Azione sismica
Esempio costruzione di una scuola a Fano
Individuazione della coordinate del sito
Sistema di riferimento
Google Maps
WGS84

Long. 130057
Lat. 435040

ED50

Sistema di riferimento
Reticolo NTC 2008
45

Azione sismica
Esempio costruzione di una scuola a Fano

46

Azione sismica
Esempio costruzione di una scuola a Fano

47

Azione sismica
Esempio costruzione di una scuola a Fano

48

Azione sismica
Esempio costruzione di una scuola a Fano

49

Azione sismica
Esempio costruzione di una scuola a Fano

50

Azione sismica
Esempio costruzione di una scuola a Fano

51

Azione sismica
Esempio costruzione di una scuola a Fano

52

Azione sismica
Esempio costruzione di una scuola a Fano

53

Tipologie strutturali e fattori di struttura


NTC

54

Tipologie strutturali e fattori di struttura


NTC
Gli spettri di progetto allo stato limite ultimo forniscono le pseudo-accelerazioni della struttura
tenuto conto del livello di duttilit atteso e si ottengono dividendo gli spettri di risposta elastici
per il fattore di struttura q che dipende dalla capacit dissipativa della struttura. Esso definito
diversamente in funzione della tipologia strutturale.
Si osserva che il primo ramo dello spettro non viene semplicemente diviso per q ma viene
modificato per cogliere il comportamento delle strutture caratterizzate da bassi periodi di
vibrazione (per T=0 la pseudo-accelerazione uguale allaccelerazione del terreno per qualsiasi
valore di q)
0.600

1 T
q
Fo +
q TB Fo
1
Se (T ) = ag S Fo
q
1
T
Se (T ) = ag S Fo C
q
T

Se (T ) = ag S

Risp. El.
q=1.5
q=2.0
q=2.5
q=3.0
q=5.0

Sa/g

Sa/g

0.400

0.200

Se (T ) = ag S
0.000
0.000

1.000

2.000

3.000

1
T T
Fo C 2D
q
T

T
1

TB

T < TB
TB T < TC

TC T < TD
TD T

4.000

Periodo T[s]
55

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Fattore di riduzione delle forze
SLO/SLD no danneggiamento strutturale

comportamento elastico lineare della struttura

SLV/SLC danneggiamento strutturale

comportamento non lineare della struttura

F3
m3

Vb

F2
m2
F1
m1

dy
Vb

SLO - SLD

comportamento lineare
analisi lineare (dinamica o statica)
e modello lineare della struttura

du

dc

SLV- SLC

comportamento non lineare


analisi non lineare (dinamica statica)
e modello non lineare della struttura
56

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Fattore di riduzione delle forze
Per sistemi pi complessi (N-gdl), per i quali
comunque noto il comportamento postelastico, si pu generalizzare tramite la
risposta non lineare di sintesi in termini di
taglio alla base e spostamento del punto di
controllo (Vb-dc). NTC 2008 (EC8) definisce:

Vb
Vb,el

R fattore di riduzione delle forze

R = R
R dipende dalla duttilit della struttura
(materiale, dalla tipologia strutturale es.
telaio c.a., pareti muratura, controventi
acciaio e dalla regolarit in altezza);
dipende dal grado di iperstaticit e quindi
dalla morfologia della struttura (es. numero
di piani e di campate);

Vb,y

Vb,1
uc,1

uc,y

uc,max

uc

Gli spostamenti sono forniti in funzione di R.

57

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Fattore di riduzione delle forze
Oscillatore elasto-plastico
In realt, come si pu constatare osservando il comportamento di un oscillatore semplice
elasto-plastico, nel caso di sistemi con periodo lungo (T>TC) vale quanto osservato (ipotesi di
uguali spostamenti) mentre per sistemi con periodi corti (T<TC) vale la regola di uguaglianza
delle energie. Il fattore di riduzione della forza R pertanto definito diversamente nei due
casi:

T TC

Ipotesi di uguaglianza
degli spostamenti

fs

T < TC

Ipotesi di uguaglianza
delle energie

fs
umax,el =

fs,el

fs,el

umax,el pl

fs,y

fs,y
uy

umax

fsmax
R = ,e =
fs,y

u y umax,el umax,el pl

fsmax
T
R = ,e = 1 + ( 1)
fs,y
TC
58

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Fattore di riduzione delle forze
In termini di spostamento massimo le risposte del sistema elastico e del corrispondente
sistema elasto-plastico sono simili, mentre sono fortemente diverse le risposta in termini di
forza massima. In particolare, per periodi T>TC:

fsmax
u max
,e
=
=
fs,y
uy
Ne deriva che lo spettro delle pseudo-accelerazioni del sistema anelastico si pu ottenere,
approssimativamente, dividendo lo spettro di risposta elastico per il rapporto di duttilit. A
riprova di ci si riportano gli spettri di risposta di un sistema 1-GDL anelastico ottenuti con
prefissati livelli di duttilit.

fs
f smax
,e

f s ,y

59

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Sono previste le seguenti tipologie di strutture sismo-resistenti in c.a.:

Strutture a telaio: la resistenza alle azioni sia verticali che orizzontali affidata
principalmente (resistenza a taglio alla base > 65% della resistenza a taglio totale)
a telai spaziali.

Strutture a pareti: la resistenza alle azioni sia verticali che orizzontali affidata
principalmente a pareti, singole o accoppiate (resistenza a taglio alla base > 65% della
resistenza a taglio totale).
Pareti: rapporto tra i lati > 4
Pareti composte (di forma composta): pareti semplici connesse per formare
sezioni a L,U,H
Pareti accoppiate: pareti connesse con travi duttili distribuite in modo regolare
lungo laltezza

Strutture miste telaio-pareti: la resistenza alle azioni verticali affidata prevalentemente


ai telai, mentre quella alle azioni orizzontali affidata prevalentemente a telai ed alle
pareti.
Strutture miste equivalenti a telai: taglio alla base sui telai > 50%
Strutture miste equivalenti a pareti: taglio alla base sulle pareti > 50%

60

Tipologie strutturali e fattori di struttura

Strutture torsionalmente deformabili, composte da telai e/o pareti, la cui rigidezza


torsionale non soddisfa ad ogni piano la condizione
r/ls > 0,8
r2 = (rigidezza torsionale / rigidezza flessionale di piano)
l2s = (L2 + B2)/12 (L e B = dimensioni in pianta delledificio)

Strutture a pendolo inverso: strutture nelle quali il 50% della massa nel terzo
superiore dellaltezza o nelle quali la dissipazione avviene alla base di un singolo
elemento strutturale (esclusi telai ad un piano e con pilastri collegati in entrambe le
direzioni in cui N < 30% NRd)

Strutture a pareti estese debolmente armate: esistono almeno 2 pareti in ogni direzione
con dimensione superiore a 4 m ed a 2/3 dellaltezza che sostengono almeno i 20% del
carico gravitazionale in condizione sismica

Le strutture delle costruzioni in calcestruzzo possono essere classificate come


appartenenti ad una tipologia in una direzione orizzontale ed ad unaltra tipologia nella
direzione orizzontale ortogonale alla precedente

61

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Si distinguono due livelli di Capacit Dissipativa o Classi di Duttilit (in accordo con EC8), in
funzione delle quali sono definiti i fattori di struttura

Alta duttilit CDA (DCH): sotto lazione sismica di progetto la struttura si trasforma in
meccanismo dissipativo con elevate capacit di deformazione plastica.

Bassa duttilit CDB (DCM): sotto lazione sismica di progetto la struttura si trasforma
in meccanismo dissipativo con moderate capacit di deformazione plastica.

La differenza tra le due classi risiede nella entit delle plasticizzazioni.


La gerarchia delle resistenze sempre richiesta (con prescrizioni diverse), per assicurare alla
struttura un comportamento dissipativo e duttile evitando rotture fragili e la formazione di
meccanismi instabili imprevisti.
Le strutture con travi a spessore, anche solo in una direzione, sono da considerare di CD B
(escluso il caso in cui tali elementi possono considerarsi elementi strutturali secondari).
Le strutture con pareti estese debolmente armate sono da considerarsi di CD B.

62

Tipologie strutturali e fattori di struttura


q = K R q0
q0

il valore massimo del fattore di struttura che dipende dal livello di duttilit atteso,
dalla tipologia strutturale e dal rapporto di sovraresistenza strutturale u/1.

KR

un fattore riduttivo che dipende dalle caratteristiche di regolarit in altezza della


costruzione
edifici regolari in altezza

KR = 1

edifici non regolari in altezza K R = 0.8


Valori di q0
Tipologia
Strutture a telaio, a pareti accoppiate, miste
Strutture a pareti non accoppiate
Strutture deformabili torsionalmente
Strutture a pendolo inverso

u
1

CDB

CDA

3,0 u/1
3,0 u/1
2,0
1,5

4,5 u/1
4,0 u/1
3,0
2,0

valore dellazione sismica per il quale si verifica la formazione di un numero di


cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile.
valore dellazione sismica per il quale per il quale il primo elemento strutturale
raggiunge la plasticizzazione a flessione.
63

Tipologie strutturali e fattori di struttura


I valori di u/1 (rapporto di sovraresistenza strutturale) cresce con laumentare del grado
di iperstaticit della struttura. Salvo pi precise valutazioni (analisi sismiche non lineari),
per strutture regolari in pianta, si possono assumere i seguenti valori di u/1
Valori di u/1
Strutture a telaio o miste equivalenti a telai
Telaio ad un piano
Telaio a pi piani ed una campata
Telaio a pi piani e pi campate

u/1
1,1
1,2
1,3

Valori di u/1
Strutture a pareti o miste equivalenti a pareti
Strutture con solo 2 pareti non accoppiate per direzione
Altre strutture a pareti non accoppiate
Strutture a pareti accoppiate o miste equivalenti a pareti

u/1
1,0
1,1
1,2

Per strutture non regolari in pianta i valori di u/1 si ottengono come media dei precedenti col
valore unitario.

64

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Struttura a telaio con pi piani e pi campate
Progetto in CDA

Telaio regolare in altezza


q = 4.5 u / 1 = 4.5 1.3 = 5.85

Telaio irregolare in altezza


q = K R 4.5 u / 1 = 0.8 4.5 1.3 = 4.68

Telaio irregolare in altezza e in pianta


q = K R 4.5

Progetto in CDB

u / 1 + 1
= 0.8 4.5 1.15 = 4.14
2

Telaio regolare in altezza


q = 3.0 u / 1 = 3.0 1.3 = 3.90

Telaio irregolare in altezza


q = K R 3.0 u / 1 = 0.8 3.0 1.3 = 3.12

Telaio irregolare in altezza e in pianta


q = K R 3.0

u / 1 + 1
= 0.8 3.0 1.15 = 2.76
2
65

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Per prevenire il collasso delle strutture a seguito della rottura delle pareti, per strutture a
pareti, miste equivalenti a pareti (anche torsionalmente deformabili) i valor di q0 vanno ridotti
mediante il coefficiente

K w = 0.5 (1 + 0 ) / 3 1

q = K R K w q0

dove 0 il rapporto tra laltezza e la larghezza prevalente delle pareti. Nel caso
in cui gli 0 delle pareti non differiscano significativamente tra di loro, il valore di 0 per
linsieme delle pareti pu essere calcolato assumendo come altezza la somma delle altezze
delle singole pareti e come larghezza la somma delle larghezze.

h wi

0 =
l wi
dove h wi

l wi

sono penalizzate le pareti tozze

= altezza della parete i-esima


= larghezza della parete i-esima

Per tipologie strutturali diverse da quelle definite in precedenza, il valore adottato per il
coefficiente di struttura deve essere adeguatamente giustificato dal progettista, se
maggiore di 1.5
66

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Regolarit in pianta

67

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Regolarit in altezza

68

Tipologie strutturali e fattori di struttura


Regolarit in altezza
Verifica della regolarit in altezza:
e) ed h) richiedono il controllo della geometria della
struttura;
f) richiede il calcolo di massa e rigidezza per ogni piano;
g) (solo per CD B) pu essere verificato solo dopo la
fase di progettazione, in quanto la resistenza effettiva
pu essere determinata solo conoscendo le armature di
ogni elemento.

69

Metodi di analisi
Analisi statica lineare
Generalmente le strutture sono caratterizzate da avere molti gradi di libert, e quindi valutare
la loro massima risposta risulta essere molto complessa.
Nel caso di strutture caratterizzate da geometrie semplici e regolari in pianta ed
elevazione, possibile ricondurre il loro comportamento a quello di un oscillatore semplice
avente periodo di vibrare coincidente con il periodo T del primo modo.

GdL

In questi casi la normativa ci permette di poter analizzare gli effetti dellazione sismica per
mezzo di una analisi statica equivalente, applicando alla struttura una distribuzione statica di
forze lungo laltezza
70

Metodi di analisi
Analisi statica lineare

Il periodo pu essere determinato con unanalisi modale (ma occorre conoscere o aver
ipotizzato le dimensioni degli elementi strutturali) o, in una fase di preliminare di progetto, pu
essere stimato con la relazione 7.3.5
Facendo riferimento allo spettro di progetto, si determina il taglio massimo di base
moltiplicando la pseudo-accelerazione per il peso totale delledificio (determinato come visto
per le masse sismiche). Il taglio di base viene quindi applicato alla struttura ipotizzando una
distribuzione di forze lineari in altezza. Ci deriva dallaver ipotizzato la forma del primo
autovettore lineare.

71

Azione sismica
Masse Associate Allazione Sismica
Nel caso delle costruzioni civili e industriali le verifiche agli stati limite ultimi o di esercizio devono
essere effettuate per la combinazione dellazione sismica con le altre azioni che qui si riporta:

Gli effetti dell'azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti
carichi gravitazionali:

72

Metodi di analisi
Analisi statica lineare

73

Metodi di analisi
Analisi statica lineare

Carichi e masse di progetto

Lx

Ey+

CMi- CMi CMi+


-eix
Exeix = 0,05 Lix
eiy = 0,05 Liy

CMi+
CMi

eix

Ey-

CMi-

eiy
-eiy

Ly

Ex+

nella stessa direzione su tutti i piani

74

Metodi di analisi
Analisi statica lineare

CM=G
5% b

5% a

75

Metodi di analisi
Analisi statica lineare
Mi,x

Fix = Fhx

Fi,y

ziWi
j z jW j

M ix = Fix eiy = Fhx

Mi,y

Fi,y

Fiy = Fhy
ziWi
eiy
z
W
j j j

M iy = Fiy eix = Fhy

ziWi
j z jW j

ziWi
eix
z
W
j j j
76

Criteri di modellazione
Modello elastico

77

Criteri di modellazione
Analisi lineare

78

Criteri di modellazione
Analisi lineare
Le componenti orizzontali e verticali dellazione sismica saranno in generale considerate come
agenti simultaneamente.
Nel caso di analisi lineari (statica e modale) i valori massimi della risposta ottenuti da ciascuna
delle due azioni orizzontali applicate separatamente potranno essere combinati sommando, ai
massimi ottenuti per lazione applicata in una direzione, il 30% dei massimi ottenuti per lazione
applicata nellaltra direzione.
Nel caso di analisi non lineare statica non si applica la combinazione delle due componenti
orizzontali dellazione sismica: lanalisi della risposta strutturale svolta considerando lazione
sismica applicata separatamente secondo ciascuna delle due direzioni orizzontali
COMBINAZIONI AZIONE SISMICA:

1,00Ex+0,30Ey+0,30Ez

sisma direzione X

0,30Ex+1,00Ey+0,30Ez

sisma direzione Y

0,30Ex+0,30Ey+1,00Ez

sisma direzione Z

La componente verticale
verr tenuta in conto ove
necessario

Criteri di modellazione
Modello elastico

80

Criteri di modellazione
Modello elastico

Fessurazione materiali fragili

Approcci semplificati:
1) Per tutti gli elementi
Ec,fess = 0.5 Ec
2) Se si vuol tener conto
dellinfluenza dello sforzo assiale:
Ec,fess = 0.5 Ec per le TRAVI
Ec,fess = 0.7 Ec per i PILASTRI

81

Criteri di modellazione
Modello elastico Assegnazione dei carichi
La trasmissione dei carichi dalle strutture secondarie alla struttura principale avviene in funzione
dello schema statico e delle superfici di influenza, con carichi uniformemente distribuiti, variabili
ed anche concentrati.

Criteri di modellazione
Modello elastico Assegnazione dei carichi
Per quanto riguarda la ridistribuzione delle azioni orizzontali, il solaio si comporta come una
lastra nervata e modellabile attraverso una piastra ortotropa con diversa rigidezza nelle 2
direzioni, e quindi con distribuzione diversa alle travi principali del carico.

La lastra vera e propria costituita dalla soletta, che deve quindi avere uno spessore adeguato
(almeno 4 cm) e deve essere dotato di una buona armatura (come minimo, una rete
6/2020).

Le nervature del solaio possono contribuire ad assorbire sollecitazioni di compressione e ad


evitare problemi di instabilit locale della soletta stessa, ma il loro ruolo meno importante. Non
quindi necessario aumentare lo spessore del solaio o disporne in modo particolare lorditura.

Un incremento dello spessore del solaio pu invece essere necessario se vi sono travi a
spessore contemporaneamente molto lunghe e soggette a rilevanti carichi verticali, oppure
quando tutte le travi dellimpalcato sono a spessore.

Per tener conto della presenza delle aperture (finestre, etc..) il carico valutato vuoto per pieno,
viene mediamente ridotto di un 20%.

Criteri di modellazione
Modello elastico Assegnazione dei carichi
Nei solai, la presenza del cordolo rompitratta, conferisce allo stesso un comportamento
bidirezionale, con trasmissione di una percentuale di carico anche nelle strutture parallele
allorditura, dove il solaio non direttamente vincolato.
In generale il solaio si comporta sempre come un elemento bidirezionale (piastra ortotropa),
quindi anche le travi ortogonali allorditura del solaio prendono parte del carico del solaio.

Possibile Ripartizione

0.80*qs

0.20*qs

Criteri di modellazione
Modello elastico Assegnazione dei carichi

Cordoli rompitratta su di un
solaio in laterocemento di
copertura a falde inclinate

Cordolo rompitratta su solaio in


laterocemento piano

Criteri di modellazione
Modello elastico Assegnazione dei carichi

carichi distribuiti, variabili e non uniformi

Criteri di modellazione
CARICO SBALZO DANGOLO:

Modello elastico Assegnazione dei carichi

1. Il carico viene assegnato nel modello sul nodo


come carico concentrato
OPPURE
2. Il carico pu essere ridistribuito lungo tutto il tratto
di trave dove insiste il balcone

Criteri di modellazione
Modello elastico Assegnazione dei carichi

Balconi con zona dangolo


interno in comune

Balcone con luce sbalzo variabile


(luce massima grande; si vincola
su entrambe le travi ortogonali)

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