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Lo spazio vuoto del nostro essere [...] ama tutto ci che tocca.
questo l'unico modo in cui pu conoscere qualcosa, amandola [...].
Il corpo come un deposito in cui sono immagazzinati tutti i rifiuti, le
ferite, le paure, i fallimenti e le amarezze, che rimangono anche dopo
che il pensiero li ha dimenticati. Si sono stratificati nel corpo
colonizzandolo a tal punto che, per molti di noi, il corpo diventato una
rigida rete di tensioni e contratture. Queste impediscono di vedere la
naturale trasparenza e apertura del corpo, creando l'impressione che in
esso risieda un io separato. []
Ritorniamo alla sensazione e notiamo che, ogni volta che esercitiamo la
pura contemplazione, la sensazione si libera da un altro strato di
credenze che le sono state sovrapposte. La sua densit, compattezza,
la storia e il senso dell'io si dissolvono e iniziamo a sperimentarla nella
sua forma pura, nuda. Diventa vuota, aperta, trasparente e luminosa, e
inizia ad assumere le qualit dello spazio consapevole del nostro
essere in cui la sensazione appare.
Entrate sempre pi a fondo nella reale esperienza del corpo. Non
vogliamo cambiare niente, ma vederla nella sua realt spogliando la
nostra visione dagli strati di credenze. Notiamo che pi che
una sensazione un sentire.