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RobertoCiccarelli

Benjaminflneur*.
Perunagenealogiadelquintostato

daIlcultodelcapitale.WalterBenjamin:capitalismoereligione,
acuradiDarioGentili,MarioPonzieElettraStimilli,
Quodlibet

IlQuintoStato

Nella citt assediata dall'austerit e dalla speculazione finanziaria nato unostranoproletariato.


La maggior parte del suo lavoro sempre stato temporaneo, insicuro, itinerante e precario
scrive David Harvey Molto spessosfondailconfinetralaproduzioneelariproduzione.Nuove
forme di organizzazione sono assolutamente necessarie per questa forzalavoro che produce e,
cosaancorapiimportante,riproducelacitt[1].

Questo proletariato lo definiscoQuintoStato[2].Essocomprendelavoratoriautonomi,dell'artee


della cultura. Gli addetti alla logistica e quelli ai servizi, i venditori di strada immigrati, gli
artigiani, i lavoranti di giornata. Il precariato giovanile e non solo, unica forma di vita nella
metropoli. Questa moltitudine non riconducibile alla sfera ufficiale della politica, non rientra
nei canoni del movimento operaio e difficilmente pu essere ridotto a quello neoliberista della
plebe dei consumatori. Il Quinto Stato l'universale condizione di apolidia in patria in cui
vivono milioni di donne euominiaiqualinonvengonoriconosciutiidirittisocialifondamentali.
Il Quinto Stato la condizione di milioni di stranieri che subiscono l'esclusione dai diritti di
cittadinanzaacausadellaloroextraterritorialitinunoStato[3].

Questo strano proletariato, di cui faccio parte, il risultato della negazione della cittadinanzadi
chi desidera abitare in una citt ed la premessa per individuare una forma di vita differente
nella citt. Oggi migliaia di sfrattati, precari e poveri urbani, artisti o lavoratori indipendenti si
fanno largo nei centri storici straziati dalla rendita fondiaria o nei deserti periferici delle terre
perdute e occupano, autogestiscono strutture, relazioni e economie[4]. Non hanno uno Stato,
hanno perso un territorio, ma forti della loro apolidiavoglionoricostruirelacittofondarneuna
nuova.Prontiariprenderelalorostrada.

Genealogia

Il Quinto Stato era in fasce quando il suo antenato, il QuartoStato,ilproletariatomoderno,fece


il suo esordio sulla ribalta politica di Parigi, capitale del XIX secolo. I Quintari erano sia gli
artisti, poeti o pittori apolidi alla ricercadiuningaggio,unacommissione,uncommittente,siail

popolo dei lavoratori autonomi di prima generazione, contadini, sarti, coltellinai e artigiani che
costituironolabaseditutteleinsurrezionifrancesi,enonsoloparigine,dal1830inpoi[5].Prima
condizione per parlare di Quinto Stato dunque non ridurne l'appartenenza al solo ceto degli
intellettuali perch all'origine del movimento operaio come ha dimostrato Edward Thompson,
esistonodiverseclassioperaie[6].

Dunque non parliamo solo di quella specializzata o di mestiere nell'industria manifatturiera,per


pi di un secolo considerato l' unico soggetto della rappresentanza del mondo del lavoro, ma
del lavoro indipendente, autonomo, precario o intermittente. Una condizione dalla quale si
sollev il soggetto dell'operaio di mestiere e poi quello professionale, ma chetuttavianon mai
scomparso e, anzi, si riafferma oggi nel campo che gli sempre stato proprio: l'essere tra il
lavoroel'impresa,tral'iniziativaautonoma,ilservaggioeillavorosubordinato.

All'origine c' una pluralit di lavoratori, non una classeomogenea.Questarealteraconosciuta


dai giuristi che per primi regolarono il lavoro moderno. Nel Codice Napoleonico il lavoro
autonomo stato codificato a partire da quello dei domestici, degli operai e dei lavoratori
manuali (gens de travail), coloro che mettonoliberamentelapropriaoperaalserviziodeglialtri.
Si trattava di ricondurre gli indipendenti ad un lavoro subordinato. In seguito, con l'affermarsi
del lavoro salariato, si affermato un altro tipo di contrattazione che hariconosciutoidirittidel
lavoro dipendente prima di quello indipendente, assimilato sempre pi alla libera iniziativa, al
lavoro professionale o all'impresa. Il movimento operaio nasce prima che il lavoro fosse
perimetrato nella cittadella del lavoro salariato, regolato dal contratto di lavoro a tempo
indeterminato dove il datore di lavoro viene distinto nettamente dal lavoratore, mentre a
questultimovieneattribuitalidentitdichisubordinalapropriaoperaallavolontaltrui.

Oggicheillavorosalariatostato gravementecompromessodaformerisorgentidischiavitedi
proletarizzazione, e il patto sociale che l'ha elevato a regola non garantisce la tutela dei diritti
fondamentali n per i dipendenti n gliindipendenti,siamotornatiall'iniziodelXIXsecolo.Ela
moltitudine di soggetti operosi del Quarto Stato che a quel tempo diedero vita alle prime forme
dell'autoorganizzazione operaia, e alla loro insurrezione, oggi si ripresentainformeelinguaggi
molto diversi nella condizione delQuintoStato.Inquestaarcheologianonesisteunsoggettoche
trapassa le epoche e si ripresenta sulla scena della storia sempre uguale a se stesso. Esistono
invece dispositivi e rapporti di forza che cercano di regolare una condizione che, in virt della
crisi economica attuale e della trasformazione della produzione in senso postfordista e
dell'accumulazionecapitalisticainsensofinanziario,ritornadiattualit.

In realt non mai scomparsa, come dimostreremo anche in questo saggio, perch il Quinto
Stato vive in una zona grigia sospesa tra lavoro autonomo e lavoro subordinato, dove la
distinzione tra attivit e risultato ambigua per costituzione. Non si distingue cio lattivit del

lavoro dal risultato del lavoro come oggetto della locazione di opere[7]. In altre parole, non
viene mai tutelata la persona che lavoro, ma solo il contenuto di un'opera qualsiasi. Questa
persona dunquecostrettaaidentificarsinelsuolavoro,vistochelaleggenonvuolericonoscere
la sua autonomia dalla merce prodotta. La sua intenzione, e la sua soggettivit, vengono
annientate rispetto ad un libero legame obbligatorio, regolato da una legislazione o da codici
deontologici. Un lavoro indipendente solo se rispetta un vincolo professionale, sociale o
giuridico. Alla liberaforzalavoro,cioalleserciziodellautonomiaprofessionale,intellettualeo
sociale sul lavoro, e nella societ,viene negato ogni riconoscimento. Un lavoratore pu essere
indipendente solo a condizione di rientrare in un rapporto di lavoro salariato. Questo vale per
tutte le attivit condotte al di fuoridelvincolodellavorosubordinato:daquellaartisticaa quella
dellamerasopravvivenza.

Nella storia dellalottacontroil lavorosalariato,econtroilcapitalismo,sisonoaffermatediverse


tipologie di figure che hanno predicato il rifiuto o la resistenza, mostrando soluzioni alternative
per realizzare una forma di vita pi vicina ad un'idea di vitaindipendente.Proponendoquelladi
flneur Walter Benjamin ha cercato di affrontare questo problema. User questa figura come
prototipo archeologico utile per descrivere l'attuale condizione del Quinto Stato, alla luce di un
problema politico. La pauperizzazione del ceto medio e lo sfruttamento delle classi subalterne
non avranno limite, finch non sar chiara lesigenza di garantire lindipendenza come
prerogativa sia del ceto medio in crisi, che del precariato, del lavoro autonomo e di quello
dipendente.

Inoperosit

La tesi sembra essere davvero sacrilega. In tempi di disoccupazione di massa, e a seguito della
trasformazione strutturale del lavoro a cui ho accennato, l'operosit che caratterizza le attivit
umane ha assunto uno statuto inedito. Il flneur, e non il salariato, la condizione del nostro
presente, se per lavoro intendiamo quello indipendente. Nel capitalismo tale origine non deriva
da una posizione del soggetto rispetto ad un contratto di lavoro, oppure ad un rapporto di
produzione definito per l'eternit. Il capitale una macchina ideata per acquisire il valore
potenziale di una prestazione lavorativa, ci che produttivo in un atto meccanico, ci che
virtuoso in un atto intellettuale.Lamacchinasifondasullasoggettivit,valeadiresull'attitudine
delsingoloadesserecosenonaltrimenti.

Il lavoro ingabbia tale potenzialit in un'identit di ruolo o mansione, negando la possibilit di


essere altrimenti. Per l'individuo questa un'incrinatura profonda della suaautopercezione,una
violenza rispetto al desiderio di non essere cos come appare. Questa individuazione non
definitiva. Il lavoro capitalistico permette una progressiva assimilazione, e dunque distruzione,
dei caratteri, degli affetti e dei percetti nella sua macchinazione fino all'irreversibilit. Il punto

limite dell'individuazione della soggettivit nellamacchinalaperdita dellavoro,l'oggettodella


sua razionalit di scopo. La disoccupazione, l'inoccupazione e la precariet sono dispositivi che
mantengono allavoro lasoggettivitcercandodiestrarreilvalorestessodiuna vita:ilsuocorpo,
la sua mente,iltempovuotodiunavitaapparentementesenzascopo.Ildisoccupatolavoraperla
macchinacheloesclude.

Se questa la realt della soggettivit messa al lavoro ogginelcapitalismoin crisi,allora sipu


dire che stata sovvertita l'equazione capitale=progresso. un'affermazione insospettabile del
pensiero di Benjamin, potente confutazione del determinismo nell'idea di progresso. Visto che
allora il vettore storicodelcapitalismostatosovvertito,elacapacitdiaccumulazioneriguarda
solo ormai il capitale finanziario, a quale soggetto si rivolge la macchina? Al flneur, al
giocatore, allo studente, all'ozioso, al detective, al dandy e all'apache, insomma a tutte le figure
delrifiutodellavorosalariatoidentificatedaBenjamin.

Lanecessitdisanzionare,epunire,tuttelefiguredell'inoperositsocialeepoliticaperchtutti
devono essere messi al lavoro, cio alla ricerca di un lavoro salariato che non esiste dimostra
l'insospettabile attualit del Baudelaire di Benjamin. Questa dunque la nuova situazione:
L'onnipotenza del flneur approfitta di tutte le occasioni.L'onnipotenzadelgiocatorelomostra
superiore non solo al suo partner, ma anche a chiunque lavori. L'onniscienza [dello studente
l'attestato di nobilt di ogni ozio, e quella] del detective una copia dell'onniscienza che un
giornogiudicherilcolpevole[8].

Si dir che oggi la posizione del flneur occupata da Walter Buffet o da George Soros.
Speculatori incalliti, ragionevolmente interessati alla portata devastante del capitale finanziario
sulla realt, persino sensibili al pericolo di una lotta di classe condotta dal Capitale contro il
lavoro. In questi casi il non operare, il solo respirare, produce un movimento di migliaia di
miliardi in borsa e la distruzione di milioni di vite nel mondo. Qui l'operosit ha ancora uno
scopo, forse l'unico superstite in unasocietormairesainoperosadallacrisie dallaspeculazione
finanziariaselvaggia:laredditivitelamorte.

La figura abissale del flneur,almenoquellacheemergeinBenjamin, radicalmentedistanteda


questi semidei contemporanei. Oggi rappresenta la maggioranza nella societ del non lavoro.
Poteva essere un'eccezione in quella borghese, un soggetto superstite in un mondo che
desiderava essere messo la lavoro in una gerarchia dischiavisalariati.Incambio,essiavrebbero
ottenuto il reclutamento nel ceto medio, per almenounsecolozonadicompensazionenellalotta
di classe. L'inattivit oggi invece imposta a interi strati sociali che pure aspirerebbero a
produrre valori d'uso, almeno per sopravvivere. L'inoperosit la cifra del presente. Ma
l'inoperosit,inquantoassenzadilavorosalariato,nontuttaviaassenzad'opera.

Resistenza

Il flneur vive una contraddizione. In quanto poeta o artista inoperoso, quindi potenzialmente
pericoloso e sanzionabile. In quanto singolarit unaforzalavoropotenziale,prontaadiventare
merce da scambiare sul mercato con un'etichetta che indica il suo prezzo. Questa singolarit
tuttavia mantiene un'originalit che nutre una potenza che larendeunica,dunquericonoscibilee
commerciabile. Il flneur una forza del passato. Si sottrae alla corrente moderna di un mondo
messo al lavoro per il profitto di pochi. un aristocratico, residuo di un'esistenza basata su
privilegiereditarichenellasocietfeudaleassicuraval'inattivitadeterminatistratisociali.

La sua esistenza anche una merce moderna e un prodotto personale. Resta prigioniero in un
mondo di merci. Vive sempre al di ldiquestomondo.Vorrebbeviverealtrimentida quello che
: merceintegrale.Vuolesottrarsi,malesueazionihannounsoloscopo:ildiventaremercedella
forzalavoro, quella specialissima merce che costituisce il soggetto in quanto tale: il lavoro. La
flneurie l'ebbrezza prodotta dalla struttura del mercato, scrive Benjamin a Max
Horkheimer[9], ma anche lospettrodellapovert.Questa lastoriadellasoggettivitmoderna
fondatasullariproduzionedellapropriaalienazione.

il dilemma in cui si ritrovato l'intellettuale, e l'artista, ottonovecentesco: la sensazione di


essere un demiurgo, l'angoscia di essere ridotto a una merce. Nella stessa situazione si trovano
oggi i lavoratori autonomi, a partita Iva, che svolgono attivit di intermediazione o consulenza,
che conducono attivit creative e intellettuali. Baudelaire ne il prototipo archeologico e
incarna,nell'opera enellasuapersona,lastessacontraddizione.Costruisceunateologiadell'ozio,
alla base del suo satanismo, come della poetica dello spleen. Ci che la terra, nel suo
ordinamento economico e giuridico, toglie all'artista e al poeta, il flneur, nella figura
dell'ozioso,lostrappaalcielopers[10].

Il flneur l'eroe di questa modernit, scrive Benjamin. A differenza di quello classico, questo
eroe recita una parte, non si identifica con il ruolo. Lo cambia come un vestito. Egli tutti e
nessuno. Questa la sua tragedia: solitario come pochi, il flneur vuole popolarelaseparazione
con il mondo. Alla fine resta sospeso traunanuditeuntravestimentoincuinonsiriconosce.Il
suo desiderio destinato ad essere sconfitto, in una costante oscillazione tra libert e coazione.
L'impotenza nel tracciare in una folla metropolitana il principio dell'individualit accresce
l'isolamento e aumenta la sua inaccessibilit. Benjamin nedesumeunaleggeforgiatanelmondo
dellemercietragicamenteseparatadall'auspiciodigodernefinoinfondo.

Il soggetto vuole partecipare allo spettacolo della metropoli, merce umana tra merci qualunque.
E tuttavia questa soggettivit resta indecisa, frantumata, pura e temibile potenzialit in un

universo oggettivato. Non tutto pu avere un prezzo. Per questa ragione il flneur una figura
dellaresistenza.

Sandwitch

Nel flneur il piacere accompagnato dalla paura. il suo naturale risvolto. Il mondo quello
dellaprostituzionegeneralizzata.L'acquistodiunaprestazionesessualecommisurabileaquello
di unapoesia.Ecosperunservizioqualsiasi.Baudelairenonhamancatodidescrivereilpiacere
torbido nascosto in ogni scambio monetario. La volutt di sapersi acquistabile mantiene inoltre
un nesso con la paura di imbattersi in un acquirente. Nell'esposizione universale delle merci,
degli scritti e dei corpi non c' nemmeno bisogno di cercare un mercato, poich a malapena
possibile sottrarsi a esso. Al punto che basta esistere, mostrarsi, senza impegnarsi in alcuna
attivit. In questo orizzonte il gesto della flneurie diventainsensato.Nonsipuperderetempo,
bisogna stare sul mercato. Produrre ed esseri prodotti. Cos finisce la parabola del flneur:
l'altissimo poeta che era in lui alla fine si rimpicciolisce e, per trovare una paga da pochi
centesimi,sitravestedauomosandwitch.

Il poetasimangia,fapubblicit,nondiversamentedachioggiinunafieradiprodottitecnologici
o in un'Expo erede dell'esposizione universale a Parigi del 1867 fa pubblicitaduna compagnia
telefonica. O lavora gratis come i 18 mila ragazzi apprendisti che lavoreranno sei mesi a
Milano nel 2015[11], forse nella speranza di mettere un'esperienza nel curriculum e aspirare ad
un posto precario. Il flneur, ieri come oggi, davvero entrato nei panni della merce. Va a
passeggio a pagamento, crea relazioni, cattura l'attenzione. La sua ispezione del mercato
diventata un lavoro, anche quando gratuito[12]. Si aggira in una citt, coscomeviaggiainun
universopopolatodamerci.

Al tempo di Baudelaire, questa esperienza era il risultato di una discontinuit epocale. Oggi
rappresenta invece la transizione che ciascuno compie in una sola vita, da bambino verso l'et
adulta, e poi quando entra, esce e ritorna nel mercato. L'immedesimazione con la merce, e il
riconoscimento di essere una merce acquistabile come tante altre, il sintomo traumatico di un
passaggio di fase nella vita professionale di un individuo. Cos come resta l'auspicio di chi
disoccupato. Tornare a lavorare, quindi ad essere merce remunerata secondo un prezzo
prestabilito.

Tale acquirente (il committente delle partite Iva, oggi) Baudelaire non l'ha mai trovato,
diversamente da molti suoi colleghi. O almeno non l'ha trovato stabilmente, come accade in
molti casi. Per idiosincrasia, decisione politica, intimo convincimento nel resistere alla
mercificazione universale. Questo rapporto con il proprio doppio mercificato, il ruolo standard
che si traduce nella capacit di erogare prestazioni regolari e contingentate, produce angoscia.

Ma anche la fonte di una speranza: restare entro certi termini, quelli stabiliti dal soggetto,
dentro e contro il mercato. Il flneur vive per vendere. Ma non tutto pu essere venduto. Si
spiega cos la pauraditrovare,effettivamente,unacquirente dispostoapagarelesueprestazioni.
L'impossibilit di questa impresa traduce una situazione sull'orlo dell'implosione. Ma questa
l'ultimasperanza,lapifolleelapirealistica,disalvarsidall'esseresolounsandwitch.

Vitaoperosa

Nella flneurie emerge l'idea che il profitto dell'ozio abbia pi valore di quello del lavoro. Una
provocazione rispetto al carattere produttivistico del marxismo e alla morale calvinista del
capitalismo. Entrambihannostrettounpattodiabolicochenegailvaloredellavitacontemplativa
come della vita activa. Perricevereilpremiofinale,iltempovienevincolatoallaproduzione.La
vita attiva degli uomini non pu defluire impunemente verso l'ozio e per questo viene ridotta al
rispetto di una fitta serie di compiti sovraordinata. In questa gerarchia totalitaria emergono
tuttavia clamorose contraddizioni. Chiproduceechiconsumanonsonouguali.Ilprimoannienta
la propria esistenza mettendo a disposizione la propria vita sull'altare di un dovere disumano. Il
secondo gode di un potere che va al di l del semplice sfruttamento del lavoro altrui. L'uno
schiavo,l'altropadrone.

L'astinenza alla quale la classe produttiva condanna se stessa obbliga ilcapitalistiadedicarsial


consumo eccessivo dei prodotti creati faticosamentedailavoratori hascrittoPaulLafargue[13].
La flneurie una condotta di vita in aperta polemica con la classe di iperconsumatori non
produttori e con la classechesiautoimponeunadisciplinabasatasullavoroel'astinenza.Cila
porta la martirio, alla miseria, al gigantesco spreco di una forza produttiva donata ad unaclasse
ditiranniperpochicentesimiecondodiciquattordicioredilavoroalgiorno.

L'elogio della flneurie, la teologia dell'ozio, un appello agli spossessati per riconoscere la
propria singolarit, il diritto ad un'esistenza degna. Per contestare il conformismo di chi, per
guadagnare, scrive la verit di Stato. L'ozio, precisa Benjamin, non assenza d'azione. Al
contrario, un'attivit operosa,unlavorosudisedunquesultempodellavita,lacostruzionedi
un attitudine, la definizione diuna condottaautogovernata.Ilpoeta,lostudentechenonsmette
mai di studiare, il collezionista, lozioso che non mai stanco delle cose nuove da vedere e il
grand seigneur dedito all'inoperosit, il giocatore e lo schermitore non rifiutano soloillavoro
salariato, ma prendevano ledistanzedallamercificazione dellavitacontemplativa.Nonvogliono
solo slegare lacontemplazionedaunavitalegataalconsumoeallasovrapproduzione,manegare
ogniutiliteconomicaereligiosaallozio.

La flneurie una sfida alla regola di vita del capitalismo. Per questo contesta la divisione tra
vita activa e vita contemplativa,traillavorodellaconoscenzaeillavorosalariato,traautonomia

e subordinazione e tra governanti e governati. E, infine, riconoscerecheinquestavitarisuona


una potenza indipendente dalle offerte del mercato, come dalla spada dello Stato, alla quale gli
uomininonpossonorinunciare:unavitaindipendente[14].
L'operosit di forme di vita non riducibili ad una razionalit economica,cheannientaivaloriei
fini estranei ai rapporti di lavoro e con ildenaro,traduceilprogettopoliticointuitodaBenjamin
nella sua reinvenzione della flneurie di Baudelaire. Questa intuizione ha percorso sotto traccia
la storia del movimento operaio e si afferma nel marxismoaldildelleletturepositivistichedel
XIX o del XX secolo. Per comprenderne l'attualit bisogna allargare il campo dal lavoro
intellettuale che resta la prospettiva di Benjamin a tutte le forme dell'operosit umana. La
percezione di un altro modo di vivere, un'illuminazione poetica o intuizione di un'immaginedel
futuro, nasce lavorando sui telai, sui torni, nelle botteghe, nei forni, cos come accadevergando
poesie o dipingendo quadri. lapercezionediunmondoaltrocheprospettaamilionidipersone
chelaricercadellaveritunadellepossibilitadisposizionedellavitadiciascuno.

In questa cornice riconsideriamo l'obiettivo della flneurie: Mutare lintera Parigi in un


intrieur, in unabitazione lecuistanze,nondivisedasogliecomelecamere vereeproprie,sono
i quartieri, cos, daltro canto, la citt pu schiudersi al passante da ogni parte come una
paesaggio senza soglie[15]. Con la fine della teologia hegeliana e la scoperta dellimmanenza,
nasce il desiderio di realizzare un altro mondo dentro questo mondo. La citt linterno della
mia vita, questo telaio o questo computer sono il cervello con cuilavoro.Questomondo,questa
mano,questocervello,sononostri.

Cospirazione

Dietro le maschere di cui si serviva, il poeta in Baudelaire si garantiva l'incognito. () Lasua


versificazione paragonabile alla pianta di una metropoli, in cui si ci pu muovere inosservati,
nascosti dagli edifici, dai passi carrai o dai cortili[16]. L'anonimato la premessa percostruire
l'identit di un soggetto calcolante. Diversamente dall'imprenditore, per il quale il calcolo
l'attitudine per accumulare risorse e valori monetari, questo soggetto affila una competenza
strategica basata sulla produzione di un effetto, sul calcolo di una sorpresa. In quanto poeta, il
sapere che nutre la competenza una lotta con il lettore oilcommittente:uneditore,ildirettore
di un giornale. Calcola i suoi effetti passo dopo passo, scrive Benjamin. E mantiene un
vantaggio rispetto a chi lo aspetta, presumibilmente alla luce, inplatea, o inuncaff.Luiinvece
simuovenell'ombraeaffilal'ingegnoperstupireilpubblico.

Il lavoro viene descritto come un teatro. C' un testo, l'intreccio, la sorpresa, l'agnizione,
l'applauso e la contestazione. Il protagonista uno degli eroi della modernit politica e
capitalistica: il cospiratore. Baudelaire cospira con la lingua stessa, scrive Benjamin, perch
ogni poeta lavora con la lingua. Ma se spostiamoilragionamentosulgiornalistaosullavoratore

della conoscenza, sul lavoratore autonomo o indipendente, figure che hanno un rapporto
altrettanto intenso con i linguaggi anche se, diversamente dal poeta, fanno un usoinformativoo
strumentale della parolaquestaideadellavorocomecospirazione, eazionenell'anonimato,di
uninteressestraordinario.

Queste figure si muovono nella citt e svolgono attivit operose. Non possono fare altrimenti:
lavorano a contatto con la folla fonte di notizie si rivolgono ad un pubblico, soddisfano
clienti, erogano servizi, si adeguano al gusto di un lettore, oppure lo provocano. La loro vita
individuale e professionale esposta agli occhi degli altri. la coazione del lavoro
indipendente: la ricerca di un committente, in una citt ricca di stimoli da trasformare in
committenze. Questa la realt di un lavoro che, per sua natura, non pu essere salariato, ma
indipendente:dalatoc'unfornitorediservizi,dall'altrolatouncommittente.

I confini tra questi ruoli mobile, produce angoscia, rivela un mercato stratificato. In questo
teatro, che si allarga alla citt intera, esplode il conflitto. La cospirazione necessaria per
proteggersi dalle angherie dei committenti, da un mercato che segue gli interessi dei capitalisti.
Oppure dal capriccio delle mode. Benjamin invita a seguire questo intrigo permanente sulla
mappa di una citt. Quella dei lavoratori indipendenti, siano essi poeti o fornitori di servizi,
una deriva urbana. Muovendosi, le loro parole ricevono il loro posto preciso, come accade ai
congiurati prima della rivolta, aggiunge Benjamin. Il cospiratore vuole restare solo. una sua
prerogativa: cambiare ruolo e assomigliare a nessuno.Sedevecospirarehabisognotuttaviadi
altre persone. Per muoversi nella citt, costruire una mappa, istituire una topografia cospirativa,
un'immaginazione antagonista alla dura realt della vita urbana. Deve farlo per creare un
effetto, un urto colossale, un colpo di scena. Le masse insorte, oppure quelle che fluiscono
nell'esposizione delle merci pi scintillanti, ridisegnano il panorama, rifondano il senso delle
cose,illorostessoapparire.

Ad esempio, il feuilletton. Granderivoluzionedellastampa,hacambiatoigiornali,introducendo


la pubblicit, elevando i cachet dei grandi scrittori, da Dumas in poi. Ma non il reddito dei
giornalisti o dei poeti. Benjamin raccoglie la leggendadiinteribattaglionidischiavidellapenna
messi al lavoro dalle star del feuilletton negli scantinati. Sono le stesse voci che si rincorrono
oggi in Italia a proposito di alcune star delgiornalismo.Verosimiliomeno,questevocirivelano
l'utilit della cospirazione: resistere, inventare altri percorsi, adeguarsi alla miseria di un lavoro
senza accontentarsi.Laregolageneralerestasemprelastessa:siagiscedaanonimi,sirespiraesi
agisce insieme (cospiraazione). L'anonimato un'attivazione permanente. Perch anonimo il
lavoro, impersonale il suo contenuto, nascosto il volto. In questo anonimato si rivela la
qualitgenericadelleattivitoperosecondotteinogniangolodellacitt.

Attodicreazione


Il cospiratorepoeta e il cospiratorerivoluzionario vivono la bohme. Sono ha scritto
Marx[17] gli alchimisti della rivoluzione, e con gli antichi alchimisti hanno in comune il
dissesto mentale e l'ottusit delle idee fisse. Era cos Baudelaire, cos come Blanqui, il capo
politico della rivoluzione prima di Lenin. Per Marx, Blanqui, vero capo del partito
proletario[18], rappresenta un politico che anticipa lo sviluppo del processo rivoluzionario, lo
porta artificiosamente a una crisi,improvvisaunariduzionesenzacheneesistanolecondizioni.
Giudiziosprezzanteperunasconfitta.

Il capo politico si ritrovato con il poetainun'osteriadovefusiglatal'alleanzatrailproletariato


parigino e i contadini contro una tassa sul vino. Blanqui il frutto di questa protesta, mentre
Baudelaire scrive la poesia Le vin des chiffonniers contenuta neLesfleursdumal.Eternitdella
taverna nelle rivoluzioni. sempre nell'osteria The Bell che i giacobini inglesi iniziarono ad
usare le parole del Rights of Man di Thomas Paine. Parole che erano bestemmie contro Dio:
Quando il ricco saccheggia dei suoi diritti il povero, il povero ne prende esempio per
saccheggiaredellesueproprietilricco[19].

Si ritiene che la bohme sia stato uno stile di vita che non riguardava le classi operose, ma gli
irregolari, gli apolidi o i declassati, i lavoratori indipendenti o i viandanti. La produttivit un
valore coltivato nei luoghi separati e dedicati, come la catena di montaggio. L'atto esecutivo,
determinato da una coazione, la concentrazione necessaria, sono dinamiche azionabili solo in
luoghi separati e controllabili dalla vita civile. La caserma, l'officina, la scuola, ad esempio.
Invece si d il caso che anche in una taverna si sia arrivati alla definizione di un discorso
politico. Senza contare che davanti ad un vino non tassato possibile reclutare lavoranti di
giornata, costruire un'impresa comune. L'intrattenimento diventa l'occasione per
l'intermediazione della forza lavoro, per la creazione di un'alleanza politica o la nascita del
consenso.

L'associazione tra la taverna e lo stile di vita bohmien ha assecondato un'esagerata fiducia nel
principio della creativitcheduratafinoadoggiealimentaleillusionidimigliaiadi creativi:
designer, grafici o pubblicitari. tanto pi pericoloso in quantoscriveBenjaminblandendo
l'amor proprio di colui che sta producendo, tutela con grande efficacia gli interessi di un ordine
sociale che ostile tanto al lavoro intellettuale quanto al lavoro esecutivo[20].Nellacriticadel
Programma di GothaMarxhavistoinquestaconcezioneun'ideaborghese:quelladiattribuireal
lavoro, la fonte diogniricchezzaediognicivilt,unaforzacreatricesoprannaturale.Questa
concezione sembra adattarsi perfettamente all'idea dell'artista professionista, celebrato dal
mercato,creativoperdefinizione.

Per Marx, invece, questa forza soprannaturale invece una concezione ideologica che
nasconde la realt del soggetto che lavora come artista, o come operaio: L'uomo non ha altra
propriet all'infuori della sua forzalavoro: cio le braccia, la penna o l'occhio deipittori.Tutte
queste figure sono a disposizione di un datore di lavoro, di un committente, di un'impresa odel
mercato. dunque nel conflitto con l'altro che si creativi o produttivi. in base a tale
conflitto che il lavoro viene pagato, non il contrario. Non si creatori inbaseadunprincipio,
bensinragionediunapratica.

Ci non toglie che per Marx il lavoro creativo fosse estraneo ad una disciplina operaia, e pi
vicina alla sregolatezza attribuita dalla civilt borghese alla figura mitologica dell'artista. C' il
tempo del lavoro, e quello della rivoluzione. Entrambe condividono una razionalit produttiva
che porta il soggetto all'accumulazione: nel primo caso di merci prodotte e di plusvalore per il
capitalista. Nel secondo caso, un'organizzazione capace di contrastare il regime dello
sfruttamentoeabbattereilpoteredelloStato.

C' dunque una differenza tra la creativit in quanto forza creatrice soprannaturale di cui si
ammantavano scrittori e ideologi borghesi per legittimare le loro pose da Prometeo della
letteratura o dell'arte e la creativit in quanto atto di resistenza e comeappelloadunpopoloche
viene ma purtroppo, al momento, assente. C' un aspetto creativo nell'esodo terribile del
bohmien da se stesso e dalla sua comunit di provenienza. L'invocazione dell'assolutamente
altro sulla terra. Il desiderio di vedere incarnati in corpi e parole gli ideali eleessenzesollevate
dallapolveredellesueparole.

L'operazione di trasformazione di un'idea in un concetto e di un concetto in una forza


riconosciuta dagli uomini un lavoro che strazia il corpo dell'artista, contorce la sua
intelligenza, annienta la sua tenuta fisica. La vicinanza di Baudelaire, o di Rimbaud, con le
pulsioni di morte, l'avere coltivato con la droga e le allucinazioni il desiderio del suicidio il
sintomo di questa fatica sovrumana. Questa la differenza tra la creativit che produce
informazione o comunicazione come ad esempio nel flneurgiornalista e la creativit del
flneurcheproduceunattodiresistenzacollettiva[21].

Soglia

Nulla di tutto questo avrebbe dovuto accadere in una taverna. Se l'operaio aspira a possedere i
mezzi di produzione, nel caso dei diseredati come Baudelaire questo non lontanamente
immaginabile. Il poetanonpossedevaunabiblioteca,enemmenoun'abitazionedovescrivere.Le
sue scarpe erano suole di paglia e indossava sempre l'intero gaurdaroba composto da due
camicie. Impossibile considerare soggetti di questa risma come rivoluzionari e tanto meno
razionali.Questicospiratori,controilpotereoperlasopravvivenza,vivonoinunvuotosociale.

A differenza di Hugo, Baudelaire non si pone nella folla come citoyen, ma come diseredato. Il
poeta non si separa dalla moltitudine, scrive Benjamin, alla ricerca di una folla di clienti a
cui vendere la propria letteratura in nome della democrazia o del progresso. Egli sceglie di
camminare in mezzo alla folla, perch sente di essere composto dalla stessamateria.Baudelaire
non l'ha compresa e fuggdalcontattoconlafolla,opponendogliilsuoidealeacriticodiflneur.
Tanto era vuota la folla, quanto resta vuoto il suo egoismo poetantealladeriva.Questa reazione
siscorgeinun'altraincarnazione,quelladell'apache.

Nella folla il poeta si arrocca nella sua individualit, rescinde una volta per tutte il contratto
sociale, difende la sua diversit. L'apache sceglie di non muoversi dal suo quartiere per tutta la
vita. Ecospira,nell'anonimato,trases.Ilpipossibilelontanodalborghese.Comeavvicinare
questa disperata solitudine, questa folle alienazione premessa della decadenza che si nutre
narcisisticamente della povert materiale e del vittimismo dell'incompreso, lontano dal reale
tessuto sociale dove cresce la rivolta?Baudelairesegueletraiettoriedeglistraccivendoli. Ipoeti
trovanosullalorostradairifiutidellasocietelielevanoatemaeroico.

Lo straccivendolo un collezionista di repertidellavitaquotidianainunametropoli.Compulsa


gli archivi del vizio, il cafarnaodegliscarti.Faunacernita,unasceltaintelligenteraccattacome
un avaro un tesoro, le immondizie che rimasticate dalla divinit dell'Industria, diventeranno
oggettiutiliopiacevoli[22].

Tutto questo diventa oggetto di poesia e rappresenta ancora oggi, meraviglia dell'anacronismo
storico, la realt in cui vivono i lavoratori indipendenti. Non si rifiuta mai nulla, tutto pu
diventare occasione per guadagnare. la vita che milioni di lavoratori viandanti, operai a
cottimo, tra le citt e le campagne hanno condotto per tutta la modernit, e non solo. Il poeta
solo l'ultima esperienza che si accoda ad una forma divita che,neimargini,tralepieghe,diuna
civilt rivendica la propria indipendenza, supplica la sopravvivenza, costruisce vie di fuga
dall'insediamentoedallapovert,quindidallaschiavitatempoindeterminato.

La soglia sulla quale Baudelaire si collocato statariconosciutadaBenjamin.Nelsuoappello


si respira l'aria di ribellione diffusa nelle classi povere. Quella raccolta da Hugo ne I Miserabili
dove evoc i magici cubetti di porfido che si innalzavano a fortezze. Sono loro, i poeti e i
cospiratori di professione, gli scioperati e i lavoratori intermittenti, i vagabondi dei mestieri e
coloro che non vogliono sottomettersi ad un padrone e scelgono di lavorareacottimoalmiglior
offerente a innalzare le prime barricate per prenderne il comando. Baudelaire registra lo
sbandamento doloroso, la via di fuga nella creazione di una potente allegoria. Cresce in questo
clima, e nella zona grigia tra lavoro e non lavoro, la soglia che separa il singolo dalla massa
anonima.

Il popolo delle barricate non era tuttavia una massa anonima. Lo diventata dopo la
mercificazione dell'esperienza. Qui si pasce il flneur. Settant'anni dopo, annota Benjamin,
questa massa venne forgiata in una comunit di popolo nella quale i conflittidiclasse, comesi
suol dire, sono superati. Baudelaire avvert il processo () quando egli afferma che persino le
donne perdute, le reiette, saranno favorevoli a una condotta regolare, condanneranno il
libertinaggio e non ammetteranno altro al di fuori del denaro, come se volesse definire una
voltapertuttel'interainfamiadiquestafolla[23].

La differenza tra il soggetto riottoso alla mercificazione, o al potere politico autoritario e allo
sfruttamento, e la trasformazione della folla in popolo fascista (la comunit di destino nazista
di cui parla anche Heidegger) aggiunge un particolare alla nostra archeologia del Quinto Stato.
L'anonimato, l'isolamento, e in fondo il mancato riconoscimento e il sentimento di non
appartenenza ad un'epoca, e alla direzione intrapresa dal vettore storico una volta che la lottadi
classe ha perso, sono prese di posizione etiche e politiche. Non cedere al ricatto della folla
fascista, non accettare che il mondo sia in questo modo e non altrimenti. In queste condizioni
preferibile non aderire, separarsi, autoesiliarsi, rifiutare qualcosa che ben peggiore del
semplice vizio, di una vita perduta in un vicolo, in un baccanale, nella ripetizione di un
commerciosessuale.Restaresullasoglia.

PassaggioBlanqui

Nell'amicizia stellare tra Baudelaire e Blanqui, Benjamin vede l'ostinazione e l'impazienza, la


forza della ribellione e quella dell'odio, ma anche l'impotenza che colpiva entrambi. Blanqui
pass 33 anni in galera. Baudelaire si separa senza indugi dal mondo terribile, l dove l'azione
non sorella del sogno. Il suo sogno scrive Benjamin non era solitario come credeva.
L'azione di Blanqui statala sorelladelsognodiBaudelaire.L'una intrecciataall'altro.Sonole
mani intrecciate su una pietra tombale, sotto la quale Napoleone III ha seppellito le speranze
degli insorti di giugno[24]. L'abiezione, la povert, la sconfitta e la frustrazione cheregnavano
nellaFranciadelSecondoImperosonolestesseincuiviviamoogginell'Europadell'austerit.

Nei Passages questo rapporto con Blanqui ossessivo al punto che, dopo la lettura di un
rarissimo manoscritto del celebre rivoluzionario, L'eternit attraverso gli astri[25], Benjamin
modific la struttura del suo progetto[26]. Questo libro scrittodaBlanquinelsuoultimocarcere
ambivalente: c' il riconoscimento di una sconfitta epocale c' il rilancio della rivoluzione ad
ogni livello, a partire da una visione filosofica improntata all'immanenza. Da un lato, ci sono le
sconfittedellarivoluzionedel1848,l'insurrezionedellaComune,delcomunismoedell'anarchia
regolata secondo lapersonalevisionedell'indomabilecapobarricataparigino.Dall'altrolato,c'
il ripensamento di un materialismo integrale (e non messianico come quello di Benjamin), nel
nomediEraclito,diLucrezioediNietzsche.


Nell'ambivalenza tra la potenza irreversibile del fatto compiuto, cio la Medusa dei fatalisti
della storia e quindi dei dominanti o dei positivisti alla Comte, e l'immaginazione di
conflagrazioni cosmiche primordiali che corrispondono alla produzione di urti colossali tra le
forze sociali e politiche nella storia a venire, vive il cospiratorerivoluzionario. la stessa vita
del poeta. la tonalit filosofica fondamentale del flneur oggi. Questa figura, opportunamente
ricontestualizzata in una societ dove si afferma il lavoro indipendente, intermittenteeprecario,
mostra tutta la sua tragicit ma anche sospesa alfilodiunarivoluzione.QuellacheBlanquiha
definitoglichocdellaresurrezione[chocrsurrecteurs].

Siamo al cuore dellapoeticacompositivadiBaudelaire,dellafilosofiadelBenjaminchestudiail


montaggio delle attrazioni di Ejzenstein e dello stesso progetto dei Passages. il centro della
vita della metropoli, un sistema nervoso sensibilissimo che scuote la folla che passeggia nelle
strade e il reticolo dei vicoli o dei viali haussmaniani di Parigi. In questo teatro si producono
urti, il cuore della visione ontologica opposta alla metafisica del progresso. Urtandosi, gli
atomi che compongono la folla producono direzioni nuove, si ricompongono in grappoli e
strutture imprevedibili, si moltiplicano formando nuova vita. Blanqui parla dell'universo degli
astri e in realt parla della metropoli, teatro della rivoluzione, mondo infinito di composizioni
molteplici. esploso il mondo dell'Uno, si afferma il molteplice. Siamo al cuore della politica
considerata come composizione delle molteplicit,divenireepluralismodelleforme.Laforzadi
questa allegoria[27] non coglie solo la realt della metropoli tra il XIX e il XXI secolo, ma il
fondodelmutiversumdiunavitachehapersoilsuolegameconillavorosalariato.

Non poteva essere altrimenti. Questa l'esperienzadichipensalarivoluzione,etalvoltariescea


farla, vittorie e sconfitte comprese. Il punto di vista quello di un pragmatismo ontologico e di
un pensiero politico strategico. Per spiegare il primo, Blanqui ricorre a Lucrezio e alla fisica
dellefluttuazioni.

*versionelunga

[1]D.Harvey,Rebelcities.Fromtherighttothecitiestotheurbanrevolution,Verso,
LondraNewYork2012,p.112.

[2] Cfr. R. CiccarelliG.Allegri, La furia dei cervelli, Manifestolibri, Roma 2011 Cfr. G.
AllegriR. Ciccarelli, Il Quinto Stato. Perch il lavoroindipendenteilnostrofuturo,Pontealle
Grazie,Milano2013.
[3]Cfr.G.AllegriR.Ciccarelli,IlQuintoStato,cit.,p.21.
[4] Cfr. J. Holston, CitiesandCitizenship,DukeUniversityPress,Durham1999Id.,Insurgent
Citizenship, Princeton University Press, Princeton 2008 Cfr. C. ColliotThlne, Ladmocratie
sans demos, Puf, Paris 2011. Cfr. A. Appadurai, The future as Cultural Fact: Essays on the
GlobalCondition,Verso,Londra2013.
[5]J.Rancire,Lanuitdesproltaires,Fayard,Parigi1981.
[6]Cfr.E.P.Thompson,RivoluzioneindustrialeeclasseoperaiainInghilterra,IlSaggiatore,
Milano,1968.
[7]
E.GHERA,DirittodelLavoro.Ilrapportodilavoro,Cacucci,Bari2011,pp.43
ess.Supiotecccastelecc
[8]P.905.
[9]Cfr.p.744.
[10]p.905.
[11]
[12]Baudelairep.903.
[13]P.Lafargue,Elogiodell'ozio,capitoloIII,leconseguenzedellasovraproduzione
[14]Cfr.R.CiccarelliG.Allegri,Lafuriadeicervelli,cit.,p.71.
[15]W.Benjamin,Operecomplete,IX,IpassagesdiParigi,Einaudi,Torino2000,p.472.
[16]Cfr.W.Banjamin,Baudelaire,p.711.
[17]K.Marx,RecensioneadA.Chenu,LesConspiratuerseaL.delaHodde,Lanaissance
delaRpubliqueenfvrier1848.
[18]Id.,Il18BrumaiodiLuigiBonaparte,p.114.
[19] Cfr. E.P. Thompson, Rivoluzione industriale e classe operaiainInghilterra,cit.,p.19e
ss.
[20]Cfr.Benjamin,baudelaire,p.687.
[21]Cfr.G.Deleuze,Checos'unattodicreazione?,Cronopio,Napoli2010.
[22]Baudelaire
[23]W.Benjamin,Baudelaire,p.850.
[24]Ibid.,p.714.
[25]L.A.Blanqui,L'eternitattraversogliastri,SE,Milano2005.
[26] Per F. Desideri, curatore dell'edizione italiana de L'eternit attraverso gli astri, questa la
differenza tra i due Expos del 1935 e del 1939, noti anche con il titolo di Parigi, capitale del
XIX secolo (p.83). Cfr. F. Rella, Benjamin e Blanqui, in AA.VV., Critica e storia, Cluva,
Venezia 1980, pp.181200. Cfr. M Abensour, W. Benjamin entre mlancolie et rvolution.
Passages Blanqui, in H. Wismann (a cura di), W. Benjamin et Paris, Cerf, Parigi, pp.219247.
Cfr.lasignificativaintroduzioneadunariedizionefrancesedellibroscrittadaJ.RancireXXX

[27]Cfr.F.Desideri,Postfazione,cit.p.88

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