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In quanto oggetto di revisione critica e correzione il presente documento ha carattere provvisorio , non si
esclude quindi la presenza di refusi . Esso riguarda la parte di calcolo vettoriale e geometria svolta nel corso di
Analisi Matematica 1 e Geometria. Alcuni problemi proposti hanno carattere complementare e non rientrano nel
programma ufficiale .
Un vettore applicato (o geometrico) un qualunque segmento orientato. caratterizzato da: una direzione
(data dalla retta che lo contiene), una lunghezza (misurata rispetto a una prefissata unit di misura), un verso
(evidenziato dal grafema ) e un punto di applicazione .
H
D
regola del parallelogramma illustrata nella figura 2: OB := OA + AB .
b
A
a+b
(a + b) + c
Si verifica banalmente che la equipollenza una relazione di equivalenza nellinsieme V3 di tutti i vettori applicati.
Ogni vettore a compendia l'idea di spostamento rettilineo in in s e di per s, prescindendo dal punto di partenza .1
Sebbene privo di direzione e verso, chiameremo vettore nullo in simboli 0 la classe di equivalenza di un
qualunque segmento di lunghezza 0 (in pratica un punto). Fisicamente esso pu essere interpretato come una
forza di intensit zero e dunque priva di effetti, ovvero (in senso cinematico) come spostamento nullo.
Se a = OA e b = OB definiamo somma a + b il vettore OA +OB . Tale legge di composizione
interna ben definita , non dipende cio dai particolari vettori applicati che denotano le due classi di equivalenza
(la dimostrazione lasciata al lettore).
1
Si rammenti che dato un insieme , una qualunque relazione binaria tra suoi elementi detta di equivalenza se sono
x [x ] = inoltre: [x ] = [z ] ovvero [x ] [z ] = .
L'addizione vettoriale una legge di composizione interna nell'insieme dei vettori; essa configura la struttura algebrica
di gruppo abeliano come facilmente si verifica sulla base di noti teoremi di geometria euclidea.
Pi specificatamente:
(i)
a + (b + c) = (a + b) + c a, b, c (propriet associativa)
(ii)
a + 0 = a = 0 + a a ( 0 detto elemento neutro)
(iv)
a + b = b + a a, b (propriet commutativa).
OSSERVAZIONE 1
Sommando due o pi vettori torna utile la cosiddetta regola della poligonale illustrata
nella sottostante figura, nella quale viene tracciato un solo lato dei due dogni parallelogramma s da ottenere
a1
a6
a3
a5
a4
a2
Una seconda operazione che concorre a caratterizzare i vettori quella di prodotto di un vettore per
un numero reale o, come si dice in fisica, per uno scalare. Se R porremo
(v)
(a + b) = a + b a, b e R
(vii)
addizione)
()a = ( a) a e , R
(viii) 1 a = a a
Le propriet (i) (viii) caratterizzano quelli che in seguito definiremo spazi vettoriali astratti in questo caso
reali indipendentemente dal sostrato geometrico degli enti qui considerati.
Dati i vettori a e b esiste un unico vettore x detto sottrazione di a da b tale che a + x = b . La sua
costruzione geometrica quella indicata in figura.
Scriveremo x = b a . Applicando le propriet algebriche fondamentali sopra elencate avremo che a + x = b
b a = b + (a) .
ESEMPIO APPLICATIVO 1
Supponiamo che p a
p b = m n con m,n N (vedi figura). Avremo p =
1 (
n a + m b)
m+n
Dimostrazione
n p a = m b p n (p a) = m (b p) (n + m ) p = n a + m b
Da qui la tesi. Se n = m P il punto medio del segmento AB e
A
p = 1 (a + b )
ESEMPIO APPLICATIVO 2
B
L
Dimostrazione
= 1 (b + c )
Per il teorema che precedede n = 12 (b + a)
1(
m = 2 a+c
6
O
Se X che divide AL nel rapporto 2 1 allora x = 1 a + 2 1 (b + c ) = 1 a + b + c .
3
2
3
Con passaggi analoghi otteniamo che i punti X e X che dividono MB e NC nel rapporto 2 1 sono dati da
1
a + b + c . Da qui la tesi.
Fissata ununit di misura delle lunghezze consideriamo una terna XYZ di assi orientati tra loro perpendicolari e
indichiamo con e1 , e2 , e3 il sistema di versori ortogonali associato (vedi figura).
Z
A
In virt delle definizioni di somma, di prodotto per uno scalare e delle
a 3 e3
a
3
unuguaglianza del tipo a = i =1 ai ei , dove (a1,a 2,a 3 ) R 3 la terna
3
medesimo. Cos pure per un secondo vettore b otterremo b = k =1 bi ek .
e3
a e
e2 2 2
e1
a1e1
X
4
punti dello spazio, i vettori e le terne ordinate di R , le quali possono essere pensate ed eventualmente scritte in
3
modellizzazione matematica di fenomeni fisici, in primo luogo meccanici. Val la pena di spendere due parole al
riguardo.
NOTA EURISTICA Supponiamo di dover spostare di s metri un corpo di massa M vincolato a scorrere
lungo una rotaia R , compiendo in tal modo un certo lavoro.
FT
|| s ||
FN
FN
R
Possiamo rappresentare la forza all'uopo necessaria con un vettore F non necessariamente parallelo ad R .
Ammettiamo che F abbia intensit verso e direzione costanti (ossia che il vettore forza permanga equipollente
nel corso della traslazione).
FN comporta una spinta perpendicolare alla rotaia la quale, per il principio di azione e reazione, reagir con
una forza FN uguale e contraria, salvo che FN non sia tanto intensa da svellere la rotaia dal terreno, cosa che
escluderemo. L'unica forza efficace agli effetti della traslazione del corpo lungo il vincolo FT .
La domanda a questo punto : come valutare numericamente (quantitativamente) il lavoro compiuto?
Intuitivamente e stando all'accezione comune del termine, esso sar tanto pi grande quanto maggiore la
lunghezza del vettore spostamento s ma, al tempo stesso, dipender anche dall'intensit della componente FT
necessaria a vincere le eventuali forze resistenti come l'attrito o eventuali altre: un grande lavoro comporter
un grande spostamento ovvero uno spostamento magari modesto ma che richieda al lavoratore un grande
sforzo.
Questa duplice proporzionalit o bilinearit il termine sar meglio precisato in seguito ci induce a definire
il lavoro come il prodotto della lunghezza di s (vettore spostamento) per l'intensit di FT ; simbolicamente:
L = || s || || FT || . Possiamo notare, a questo punto, che || FT || = || F || cos ove l'angolo formato dai vettori F
Estendendo tale definizione a due vettori qualsiasi a e b dello spazio tridimensionale euclideo
(indipendentemente dal significato fisico che possiamo attribuire ad essi) abbiamo:
a b := || a|| || b|| cos
Si osservi che a b viene a coincidere col prodotto della norma di un vettore per la lunghezza della proiezione
dell'altro su di esso (NB: col segno + se / 2 / 2 , in caso contrario col segno ).
Supponendo a 0 b avremo a b = 0 se e solo se a b (il simbolo indica la relazione di ortogonalit).
b
9
a (x + y) = a x + a y
(1)
( a, x, y )
x+y
y
10
a
Y
X
Z
a (x + y) = || a||OZ =|| a||(OX + XZ ) = || a||(OX + OY ) = a x + a y (NB: i triangoli evidenziati sono congruenti)
Valgono altres le propriet associativa e commutativa (banalmente dimostrabili)
(2)
a (b) = a b
( a, b, )
(3)
a b = ba
( a, b )
(x + y) a = x a + y a
( a) b = a b
( a, x, y )
( a, b, )
Viceversa, le propriet (1) e (2) seguono da (3) una volta che siano state provate le (1-bis) e (2-bis) come
facilmente si evince dallanalisi delle figure.
6
Torniamo alla rappresentazione vettoriale dei punti dello spazio in un prefissato sistema di riferimento
3
cartesiano. Sappiamo che A a = i =1 ai ei , dove (a1,a 2,a 3 ) R 3 la terna ordinata delle ordinarie coordinate
3
del punto individuato da a medesimo. Analogamente avremo b = k =1 bi ek per un secondo punto B b .
Applicando reiteratamente le propriet del prodotto interno sopra citate e tenuto conto
PROBLEMA 1
Dimostrare che se a =
j =1 a j k j
con k1 , k 2 , k 3 versori ortogonali tra loro allora ai = a ki per i = 1, 2, 3 .
Soluzione
sufficiente applicare la propriet distributiva (1) e (2) osservando che ki k j = ij .
PROBLEMA 2
Dimostrare le disuguaglinze seguenti:
(i)
| a b | || a || || b ||
(ii) || a + b || || a ||+|| b ||
(iii) | || a |||| b || | || a b ||
Soluzione
|| a+ b ||2 = (a + b) (a + b) = || a ||2 +|| b ||2 + 2 a b || a ||2 +|| b ||2 + 2 | a b | || a ||2 +|| b ||2 + 2 || a || || b || = (|| a || + || b ||)2
da qui la (ii) .
Per la (ii) , || a || = || (a b) + b || || a b ||+|| b || || a || || b || || a b || .
Analogamente || b || || a || || b a || = || a b || . Da qui la (iii) .
PROBLEMA 3
Provare che in un qualsiasi parallelogramma la somma dei quadrati delle diagonali pari al doppio della somma
dei quadrati dei lati.
Soluzione
LEMMA
Se a x = b x x allora a = b
Dimostrazione
3
i =1
ai x i = i =1 bi x i (x1 ,x 2 ,x 3 ) R 3 .
3
Per (x1 ,x 2 ,x 3 ) = (1, 0, 0) ; (x1 ,x 2 ,x 3 ) = (0,1, 0) ; (x1 ,x 2 ,x 3 ) = (0, 0,1) otteniamo nellordine: a1 = b1 ; a 2 = b2 ;
a 3 = b3 . Da qui la tesi.
ab
prodotto vettoriale a b il vettore perpendicolare ad a e a
11
a b = b a e a (b) = (a b) = (a) b
a, b,
Si osservi che il prodotto vettoriale a tutti gli effetti una legge di composizione interna. Il suo significato fisico
concerne il cosiddetto momento di una forza rispetto a un polo.
FT
FT
FN
12
Consideriamo una trave rigida incernierata in un punto C e supponiamo dapplicare a un suo capo una forza F .
Essa pu essere scomposta in base alla regola del parallelogramma nelle componenti FN ed FT . Questultima
tender a far traslare la tavola stessa in senso orizzontale il che susciter la reazione del vincolo a cui
incernierata. Leffetto rotatorio prodotto da F dipender dunque solo a FN . Diremo intensit del momento
Il verso di s F (in questo caso entrante nel piano del foglio) indica che la rotazione oraria. Se F fosse stata
applicata allaltro capo della tavola sarebbe stato il contrario.
Unaltra importante operazione tra vettori, in questo caso non pi binaria ma ternaria, il prodotto
misto di tre vettori a , b e c cos definito: (a b) c
La soprastante figura 11 mostra chiaramente che il prodotto misto (a b) c altro non se non il volume
orientato del parallelepipedo individuato dai vettori a , b e c (positivo o negativo a seconda dei valori di e
) di guisa che (a b) c il volume comunemente inteso.
Da questa propriet geometrica seguono a cascata importanti proposizioni, alle quali conviene premettere alcune
semplici considerazioni miranti a gettare un ponte tra calcolo vettoriale e algebra lineare.
4
Le corrispondenze biunivoche A a (a1,a 2,a 3 ) di cui sopra tra punti dello spazio, vettori e terne
ordinate di R 3 induce quella tra una terna ordinata (a, b, c) di vettori geometrici e la matrice delle coordinate
a
b
1
1
a = a 2 , b = b2 , c =
a
b
3
3
a b
1 1
a b
3 3
c1
c2
c3
c3
c3
c3
Per economia di spazio, rappresenteremo spesso questultima con la notazione pi sintetica (a b c) , nella quale le
barre enfatizzano la disposizione test precisata. Da qui la possibilit di ottenere una funzione
La proposizione che segue riguarda linfluenza dellordine dei vettori a, b, c nel prodotto misto.
Uno qualsiasi dei due scambi possibili tra gli elementi contigui della terna (a, b, c) determina
un cambiamento di segno del valore di det (a b c) = (a b) c . Pi specificatamente:
det (b a c) = det (a b c) e det (a c b) = det (a b c) ossia (b a) c = (a b) c e (a c) b = (a b) c . Se
ne trae che (c b) a = (a b) c ossia det (c b a) = det (a b c) .
ab
Dimostrazione
L'enunciato si ricava facilmente dalla
TEOREMA 1
13
Lutima uguaglianza consegue dalle precedenti essendo lallineamento c, b, a ottenibile da a, b, c mediante 3
scambi contigui.
TEOREMA 2
Vale la propriet distributiva del prodotto vettoriale rispetto alla somma, ossia:
a (x + y) = a x + a y
Dimostrazione
ESEMPIO APPLICATIVO 1
14
9
ESEMPIO APPLICATIVO 2
Con specifico riferimento al precedente triangolo possiamo anche scrivere b c = b (b a) = b a = a b
quindi c b sin = a b sin vale a dire c sin = a sin .
Per ulteriori sviluppi opportuno anticipare un paio di definizioni che formano loggetto principale della
algebra lineare, nella quale verranno ampiamente generalizzate.
Una funzione f : R 3 R si dice funzione lineare se ha le seguenti 2 propriet per a, b R 3 e
R :
(i)
f (a + b) = f (a) + f (b)
(ii)
f ( a) = f (a)
Diremo che i vettori a1, a 2,, an generano lordinario spazio euclideo E 3 se x esiste una n-upla di
scalari 1, 2,, n per cui x = 1a1 + 2a 2 + + n an ossia se ogni x (come si usa dire) combinazione
lineare di a1, a 2,, an . Cos, ad esempio, i versori e1, e2, e3 sopra considerati generano E 3 .
Il problema che subito si pone se meno di tre vettori diciamo a1 e a 2 possano generare E 3 .
La risposta negativa. Possono infatti darsi due casi:
a1 e a 2 giaciono sulla stessa retta r cos che uno qualsiasi dei due (per esempio a 2 ) sia esprimibile come
1
moltiplicazione dellaltro per unopportuno scalare R ;
Nella prima eventualit avremo 1a1 + 2a 2 = 1a1 + (2a1 ) = (1 + 2 ) a1 cos che 1a1 + 2a 2 x se x non
giace in r . Nella seconda invece potremo ottenere, per un opportuna scelta di 1 e 2 (applicando la regola del
parallelogramma) 1a1 + 2a 2 = x , ma solo a condizione che questultimo giaccia nel piano che contiene a1 e
a 2 , dunque non per ogni possibile x . Altrettanto pu dirsi se tre vettori a1, a 2, a 3 (o pi) appartengono tutti a un
unico piano ch, se cos fosse, avremmo con facili passaggi giustificati dalle propriet (i) (viii) unuguaglianza
Concludendo, lunica possibilit perch qualsiasi x possa esprimersi come combinazione lineare di a1, a 2, a 3 con
una congrua scelta di 1, 2, 3 che tali vettori non siano allineati e non giacciano tutti sullo stesso piano.
Se cos diciamo che a1, a 2, a 3 formano una base dello spazio tridimensionale euclideo.
10
Di nuovo la risposta no! Se cos fosse otterremmo
infatti (1 1) a1 + (2 2 ) a 2 + (3 3 ) a 3 = 0 e la
a3
ci possibile solo se
(1 1) a1 = (2 2 ) a 2 = (3 3 ) a 3 = 0
il che comporta 1 1 = 2 2 = 3 3 = 0 dunque
1 = 1 , 2 = 2 e 3 = 3 , contrariamente allipotesi.
a2
a1
Torniamo al determinante.
TEOREMA 3
(i)
(ii)
(iii)
(iv)
det (e1 e2 e3 ) = 1 , posto che e1, e2, e3 indichino i versori canonici del sistema di riferimento ortogonale.
det (x y z) = 0 se e solo se uno dei vettori x , y o z combinazione lineare degli altri due.
Dimostrazione
La (i) segue facilmente dalle propriet de prodotti scalare e vettoriale (vedi sopra):
(x + a)
y) z = (x y + a y) z = (x y) z + (a y) z e ( x) y z = (x y) z = (x y) z .
z = (y + a) x z = y x z a x z = x y z + x a z ;
x ( y)
z = ( y) x) z = (y x) z = (x y) z .
Analogamente si procede con la terza variabile. La terza propriet si sostanzia nel fatto che un cubo di lato 1
ha volume unitario. Infine: se z = x + y allora (x y) z = (x y) x + (x y) y = 0 (vedi figura 13).
OSSERVAZIONE
La figura a fianco rende perspicuo in termini di volume il
z+a
11
5
COMPLEMENTI
Proponiamo alcuni problemi di interesse non solo geometrico puro e in prospettiva algebrico-lineare ma
anche applicativo. Questi ultimi sono specialmente legati allindagine fisicomatematica in ambiti quali la
meccanica razionale, la fluidodinamica, la teoria matematica dellelasticit, la stessa scienza delle
costruzioni e, non ultimo, la teoria dellelettromagnetismo, ove la modellizzaione vettoriale svolge un ruolo
chiarificatore imprescindibile. La raccomandazione di non seguire le tracce risolutive proposte se non dopo
reiterati tentativi fallimentari.
PROBLEMA 4
Traccia
f (a b c ) =
i, j,k
aibjck f (ei e j ek ) =
i, j,k
i, j,k
ijk aibjck .
Alla
stessa
identica
abbiamo
formula
perveniamo sempre applicando le propriet (i) , (ii) e (iii) del prodotto misto con det anzich f .
NB: possiamo limitare gli addendi della sommatoria a quelli (in tutto 6) per i quali i valori i, j,k sono tutti
diversi tra loro ossia costituiscono disposizioni senza ripetizione dei numeri 1, 2, 3 .
PROBLEMA 5
e3 e2 = e1 . Un metodo alternativo consiste nel far vedere che per x sia ha (utilizzando la formula del
problema 4) (a b) x = i, j,k ijk aibj x k = (a 2b3 a 3b2 ) e1 + (a 3b1 a1b3 ) e2 + (a1b2 a 2b3 ) e3 x . La tesi segue a
questo punto dal precedente lemma.
PROBLEMA 6
Traccia
Dimostrare che (a b) c = (a 2b3 a 3b2 )c1 + (a 3b1 a1b3 )c2 + (a1b2 a 2b3 )c3
PROBLEMA 7
lungo le diagonali inclinate a sinistra e nel sottrarre i prodotti lungo le diagonali inclinate a destra
a1 b1 c1 a1 b1
(a b) c = a 2 b2 c2 a 2 b2
a 3 b3 c3 a 3 b3
Traccia
+ + +
PROBLEMA 8
Dimostrare la seguente identit di Lagrange || a b ||2 = || a ||2|| b ||2 (a b) 2
Traccia
|| a b ||2 = || a ||2|| b ||2 sin 2 = || a ||2|| b ||2 (1 cos2 ) = || a ||2|| b ||2 || a ||2|| b ||2 cos2
PROBLEMA 9
12
Dimostrare lidentit a (b c) = (a c) b (a b) c
Indichiamo con e1 , e2 , e3 dei versori ortogonali dellordinario spazio euclideo. Per le propriet (5)
3
3
3
e distributiva del prodotto vettoriale (vedi teorema 2), posto a = i =1 ai ei , b = j =1 bj e j , c = k =1 ck ek
abbiamo a (b c) = aibjck [ ei (e j ek )] .
Traccia
i, j,k
Essendo (a c) b (a b) c =
i, j,k
aibjck [(ei ek ) e j (ei e j ) ek ] , come subito si evince dalle note propriet del pro-
dotto interno e della moltiplicazione per scalari, lonere della prova si riduce alla dimostrazione delle uguaglianze
ei (e j ek ) = (ei ek ) e j (ei e j ) ek per i, j,k {1, 2, 3}
Procediamo in tal senso analizzando i seguenti casi alternativi
(i)
Abbiamo ei (e j ek ) = 0 = (ei ek ) e j (ei e j ) ek .
(ii)
j =k.
(iii)
ek
Abbiamo ei (e j e j ) = 0 = (ei e j ) e j (ei e j ) e j .
ej
j k
Sono possibili due sottocasi (escludendo il primo gi trattato).
e j (e j ek ) = ek = (e j ek ) e j (e j e j ) ek
(iii -i)
(iii -ii) ek (e j ek ) = e j = (ek ek ) e j (ek e j ) ek
ei
Non altre possibilit esistono se non riconducibili a quelle sopra elencate; possiamo pertanto concludere che le
uguaglianze ei (e j ek ) = (ei ek ) e j (ei e j ) ek valgono i, j,k {1, 2, 3} .
PROBLEMA 10
Traccia
a (b c) = (a c) b (a b) c e (a b) c = c (a b) = (c b) a + (c a) b .
In generale (a b) c (c b) a gi per il fatto che a e b possono avere direzioni diverse.
Segue la tesi.
PROBLEMA 11
Traccia
Si consideri la terna e1 , e2 e e3
PROBLEMA 12
Dimostrare lidentit (a b) (c d) = [ a (c d)] b[ b (c d)] a
tal caso (a b) (c d) = 0 = [ a (c d)] b[ b (c d)] a , come subito si verifica con conti banali.
13
I vettori a , b e a b sono linearmente indipendenti, essendo il terzo ortogonale ai primi due; formano pertanto
una base di R 3 .
Ci implica lesistenza di tre scalari , , R per cui
(*)
(a b) (c d) = a + b + (a b)
Orbene: a a b , b a b e (a b) (c d) a b quindi, moltiplicando scalarmente per a b ambo i
membri dellequazione (*) otteniamo = 0 . Come dire:
(a b) (c d) = a + b
A questo punto, utilizzando convenientemente la formula del problema 9 otteniamo
(a b) (c d) = (c d) (a b) = [(c d) b] a +[(c d) a] b
Considerata la propriet commutativa del prodotto scalare questo quanto dovevasi dimostrare.
PROBLEMA 13
Dimostrare che [ d (a b)](a c) = [ a (b c)](a d)
ab a e ac a.
d a = || a ||2 = d a || a ||2 .
Traccia
Conclusione: [ d (a b)](a c) = (d a)[a (b c)]
Supponiamo a , b e c linearmente dipendenti (per esempio c combinazione lineare di a , b ).
Si vede subito che abbiamo [ d (a b)](a c) = 0 = a (b c)(a d) .
PROBLEMA 14
Traccia
Provare che a (b c) + b (c a) + c (a b) = 0
Provare (a b) (c d) = a [ b (c d)] = a [(b d) c (b c) d] = (b d)(a c) (b c)(a d)
La prima uguaglianza consegue dalle propriet del prodotto misto, la seconda dallidentit del
Consideriamo un triangolo sferico ABC con sfera di raggio unitario ed archi di raggio
massimo. Dimostrare che sin sin cos = cos cos cos . Tale relazione utile in Astronomia.
14
Langolo tra i piani contenenti OAC e OAB (vedi figura seguente) identico a quello tra i
vettori ad essi perpendicolari b a e a c .
Per lidentit del problema 15 (b a) (a c) = (a c)(b a) (a a)(b c) .
Traccia
PROBLEMA 17
Traccia
Determinare la formula del volume di un tetraedro note le coordinate dei suoi vertici.
Sappiamo dalla geometria sintetica che vedi figura tale volume un terzo di quello del
parallelepipedo a base triangolare HAB , a sua volta pari allarea di HADB divisa per due. Il volume del
tetraedro sar dunque V = 1 (a b) c .
6
Tenuto conto del significato geometrico di prodotto misto e della definizione di determinante otteniamo
15
a h b h c h
1
1
1
1
1
1
1
V = det a 2 h2 b2 h2 c2 h2
6
a h b h c h
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
dove h = k =1 hk ek ; a = k =1 ak ek ; b = k =1 bk ek ; c = k =1 ck ek .
PROBLEMA 18
2
2
2
ove h = k =1 hk ek , a = k =1 ak ek , b = k =1 bk ek
Traccia
Si consideri il parallelogramma individuato da a , b ed e3 . Esso ortogonale al piano XY e di
a h b h 0
1
1
1
1
0
0
1
eguaglia larea di base.
e3
e3
e2
e1
Non resta che applicare la formula del problema 12 o, indifferentemente, quella di Sarrus.
PROBLEMA 19 (UNAPPLICAZIONE ALLA FISICA SPERIMENTALE )
producono campi magnetici in tutto e per tutto simili a quelli delle calamite e che detti campi interagiscono con le
cariche in moto. Via le ricerche di Ampere su tali fenomeni 3 Lorentz giunse a dedurre che la forza agente su una
carica q dotata di velocit v data da F = q v B ove r = r(t) indica il vettore posizione della particella
nellistante t e B = B( r) il campo vettoriale magnetico.4 Orbene, potendo essere q e v variate a piacere dallo
sperimentatore ed F di volta in volta misurata mediante un congruo banco di prova, il problema che si pone
quello di ricavare B . Matematicamente esso si sostanzia nella determinazione delle soluzioni x di unequazione
vettoriale del tipo a x = b noti a e b .
Chiaramente x b e a b cos che a e b sono linearmente indipendenti; consideriamo a b .
Abbiamo (vedi figura appresso) x quindi x = a + a b con e incognite.
Esisteranno infinite soluzioni x , date dai vettori associati a tutti i punti di una retta r .
Ma b = a ( a + a b) = a (a b) = (a b) a (a a) b = || a ||2 b = 1 || a ||2
Traccia