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UNIVERSITA
Facolt`a di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Corso di Laurea Triennale in Matematica
Tesi di Laurea
Relatore:
Prof. MARIO MAINARDIS
Laureando:
GIOVANNI STELLA
A tutti coloro
che mi hanno sopportato
Indice
Introduzione
vii
xi
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1
1
3
8
9
12
13
13
14
14
18
2 Il teorema di Brauer-Suzuki
2.1 TI-sottoinsiemi e caratteri generalizzati
2.2 Gruppi diedrali . . . . . . . . . . . . .
2.3 Dimostrazione del teorema . . . . . . .
2.3.1 Caso ciclico . . . . . . . . . . .
2.3.2 Caso quaternione generalizzato
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21
21
23
24
25
26
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3 Il teorema Z
33
Bibliografia
39
Indice analitico
41
vi
INDICE
Introduzione
In un lavoro del 1955, [BF], R. Brauer e K. A. Fowler dimostrarono che
dato un gruppo finito C, c`e un numero finito (possibilmente zero) di classi di
isomorfismo di gruppi semplici finiti G aventi uninvoluzione t, cio`e un elemento
di ordine 2, il cui centralizzante CG (t) sia isomorfo al gruppo C (ricordiamo che
CG (t) `e linsieme {g G | tg = gt}). Questo lavoro ebbe una grande influenza
sulla ricerca per la classificazione dei gruppi semplici finiti perche metteva in
luce due importanti aspetti dei gruppi contenenti uninvoluzione: i sottogruppi
importanti in un gruppo semplice finito sono i centralizzanti delle involuzioni,
e ce un metodo per determinare la struttura di un gruppo semplice finito una
volta nota la struttura dei centralizzanti delle sue involuzioni.
Pochi anni dopo, W. Feit e J. Thompson, nellOdd Order Paper pubblicato
in [FT], eliminarono il caso in cui un gruppo semplice finito non contenesse
uninvoluzione, dimostrando che questo gruppo doveva essere abeliano.
Fissato ora un gruppo C candidato ad essere isomorfo a, oppure esso stesso,
il centralizzante di uninvoluzione di un gruppo semplice finito G, `e di fondamentale importanza la conoscenza della fusione delle involuzioni nel gruppo C,
cio`e quali coppie di involuzioni in C possono essere coniugate da un elemento
di G. Nel 1966, G. Glauberman dimostr`o in [G] un risultato centrale noto come il Teorema Z per lo studio della fusione delle involuzioni. Il Teorema Z
infatti, garantisce in un gruppo semplice finito lassenza di involuzioni isolate,
cio`e involuzioni t che non sono coniugate ad alcuna altra involuzione in un 2sottogruppo di Sylow che le contiene. Come esempio dellutilizzo del Teorema
Z , consideriamo la seguente tipica situazione: (osserviamo che, benche Sn+2
non sia semplice, `e molto vicino allesserlo, infatti il suo derivato An+2 lo `e
ed ha indice 2 in Sn+2 , e le argomentazioni funzionano ugualmente e sono pi`
u
evidenti in questo caso)
Teorema ([GLS, pp. 68-70]). Sia G un gruppo generato da due sottogruppi
M1 , M2 tali che:
1. per i {1, 2}, Mi `e isomorfo al prodotto diretto di un gruppo hti i, di
ordine 2, con un gruppo Ki isomorfo al gruppo simmetrico Sn ;
vii
viii
Introduzione
ix
In questa tesi daremo una dimostrazione del Teorema di Brauer-Suzuki e
del Teorema Z . La dimostrazione del Teorema di Brauer Suzuki fa uso della
teoria dei caratteri, introdotta da F. G. Frobenius in [F], ed in particolare
della teoria dei caratteri sui TI-sottoinsiemi. La dimostrazione del Teorema
Z invece, utilizza anche la teoria dei caratteri modulari e dei tre Teoremi
Principali di Brauer, sviluppati da R. Brauer stesso in [B].
Nel primo capitolo daremo le definizioni essenziali ed i risultati necessari
sulla teoria delle rappresentazioni. Per contenere questa tesi entro una lunghezza ragionevole, daremo solo una traccia di alcune dimostrazioni, rimandando
a testi specifici. Nel caso della teoria dei caratteri modulari, ci limiteremo solo
alle definizioni che servono per enunciare i tre Teoremi Principali di Brauer, le
cui dimostrazioni esulano dalle possibilit`a di una tesi triennale e sono omesse
in molti testi specializzati (ad esempio si confronti [I]).
Nel secondo capitolo, cominceremo dando un breve approfondimento sui
caratteri generalizzati e TI-sottoinsiemi; in particolare vedremo che linduzione
di caratteri `e unisometria tra particolari insiemi di caratteri generalizzati,
rispetto al prodotto interno di funzioni di classe definito nel primo capitolo.
Introdotti poi brevemente i gruppi diedrali, dimostreremo il teorema di BrauerSuzuki di cui distingueremo due casi: il caso in cui il 2-Sylow sia ciclico o il caso
in cui sia un quaternione generalizzato. Il caso ciclico non fa uso dei caratteri,
ed il passo fondamentale sar`a, come gi`a detto, provare che un gruppo che
soddisfa le ipotesi del teorema ammette un 2-complemento normale. Nel caso
quaternione generalizzato invece, cominceremo utilizzando qualche nozione di
teoria dellAnalisi Locale, per poi dare spazio completamente alla teoria dei
caratteri; osserveremo che un particolare sottoinsieme del centralizzante del
2-Sylow preso in considerazione `e un TI-sottoinsieme, e applicheremo quindi i
risultati visti allinizio del capitolo. La dimostrazione si svilupper`a nel caso in
cui il quaternione abbia ordine maggiore o uguale a 16, e in una seconda parte
nel caso sia proprio Q8 .
Infine, lultimo capitolo sar`a dedicato alla dimostrazione del teorema Z di
Glauberman. Osserveremo che questo `e una generalizzazione del teorema di
Brauer-Suzuki, ed escluderemo un caso della dimostrazione proprio utilizzando
il teorema gi`a dimostrato nel capitolo precedente. Procederemo supponendo G
un controesempio di ordine minimo, in seguito dimostreremo alcune propriet`a
soddisfatte dalle involuzioni del gruppo e infine utilizzeremo la teoria dei pblocchi, vista nel primo capitolo, per arrivare ad una contraddizione.
Utilizzeremo le notazioni di [I] per il primo capitolo e di [S2] per i capitoli
rimanenti.
Introduzione
Descrizione
Aut(G)
GL(V )
F [G]
End(V )
char(F )
|G|
Z(A)
Cl(G, F )
h, iG
tr g
1G
Car(G)
Irr(G)
z
reg
I
ker
ker
N G
|X|
G/N
H
G
(m, n)
R/M
K
Gal(K/F )
F ()
Br(G)
IBr(G)
xii
Simbolo
Descrizione
hgi
sottogruppo generato da g
RL
anello degli interi locali, p. 16
ML
unico ideale massimale in RL
O(G)
massimo sottogruppo normale di ordine dispari di G, p. 21
Sylp (G)
insieme dei p-sottogruppi di Sylow, o p-Sylow, di G
g
x
coniugato di x tramite g, cio`e lelemento g 1 xg
Kg
insieme dei k g al variare di k K
NG (H)
normalizzante di H in G
gc(G)
caratteri generalizzati del gruppo G, p. 22
gc(H; K)
caratteri generalizzati di H rispetto a K, p. 22
o(g)
ordine dellelemento g
H6G
H `e un sottogruppo di G
CG (g)
centralizzante di g in G
[g, h]
commutatore degli elementi g, h
x y mod n congruenza modulo n
Z (G)
sottogruppo di G con Z (G)/O(G) = Z(G/O(G)), p. 33
Capitolo 1
Teoria delle rappresentazioni
In questo capitolo richiameremo le principali definizioni ed i risultati sulle
rappresentazioni di gruppi, F -algebre e caratteri necessari per dimostrare il
Teorema di Brauer-Suzuki ed il Teorema Z di Glauberman. Per le definizioni e
i teoremi di algebra di base e in particolare della teoria dei gruppi, rimandiamo
a [DL]. Per i risultati pi`
u specifici sui p-gruppi, rimandiamo invece a [S1,
Chapter 2, 1] e [S2, Chapter 5, 4].
Notazione 1.1. Per indicare limmagine di un elemento tramite un omomorfismo, useremo la notazione esponenziale. Ad esempio, se abbiamo : G
1.1
Rappresentazioni di gruppi
In questa sezione G `e un gruppo finito, F un campo e V uno spazio vettoriale di dimensione finita su F . Indichiamo con GL(V ) il Gruppo Generale
Lineare, cio`e il gruppo delle applicazioni lineari biiettive di V in se stesso.
Una rappresentazione lineare di G su V `e un omomorfismo di gruppi
: G GL(V ).
La dimensione di V `e il grado della rappresentazione.
Notazione 1.2. Dora in avanti, con rappresentazione intenderemo sempre
rappresentazione lineare.
Esempio 1.3. Sia B una base di V , e sia SB il gruppo delle permutazioni di B.
Poich`e ogni permutazione di B si estende in modo unico ad un automorfismo di
V , ogni omomorfismo : G SB induce ununica rappresentazione lineare
(ug ) = (u )g .
Sia V un F G-modulo e U e W due F G-sottomoduli di V . Si vede immediatamente che i sottospazi U + W e U W sono ancora F G-sottomoduli.
Siano (U, ) e (W, ) due F G-moduli, allora si pu`o definire in modo naturale
una rappresentazione di G sulla somma diretta esterna U W degli spazi
U e W ponendo, per ogni u U , w W e g G,
(u, v)g
:= (ug , wg ).
1.2
Rappresentazioni di F -algebre
hG
g,hG
Si verifica facilmente che la coppia (V, ) `e una F -algebra che si indica con F [G]
e si chiama F -algebra gruppale (o semplicemente algebra gruppale, quando non
`e necessario specificare il campo F ) associata a G.
Sia A una F -algebra e B, C due F -sottoalgebre di A tali che B C = {0}.
Definisco la somma diretta interna di B e C linsieme B C = {b + c | b
B, c C}.
Siano A e B due F -algebre. Definisco somma diretta esterna di A e B
linsieme A B = {(a, b) | a A, b B}
Sia A una F -algebra e V uno spazio vettoriale di dimensione finita sul
campo F . Un omomorfismo di F -algebre
: A End(V )
si dice rappresentazione di A. La dimensione di V `e il grado della rappresentazione.
Sia : A End(V ) una rappresentazione di A. Allora la coppia (V, ) si
dice A-modulo e la rappresentazione si dice associata allA-modulo (V, ).
Se V `e un A-modulo, un sottospazio vettoriale W di V si dice A-sottomodulo
di V se, per ogni w in W e a A, risulta W a W . Chiaramente, se U `e un
sottomodulo di (V, ), allora, per ogni a A, la restrizione di a a U induce
per restrizione su U unapplicazione lineare |U : A End(U ) e la mappa che
a ciascun a A associa la restrizione a|U di a a U , `e una rappresentazione
di A su U .
Se (U, ) e (W, ) sono due A-moduli, unapplicazione lineare : U W
si dice omomorfismo di A-moduli se, per ogni a A ed ogni u U ,
(ua ) = (u )a .
gG
k
M
End(Vi )
i=1
come F -algebra.
Con le notazioni del Teorema 1.11, per ogni i {1, ..., k}, indichiamo con
ei lelemento di A corrispondente allapplicazione identica di End(Vi ), con Ai
lideale Aei , con Wi un ideale destro minimale di A contenuto in Ai , con ni
la dimensione di Wi su F e con i la rappresentazione indotta da A su Wi per
moltiplicazione a destra.
Corollario 1.12. Con le notazioni precedenti valgono le seguenti affermazioni:
1. ei ej = ij ei ;
k
X
dim(Vi )2
i=1
1.3
Funzioni di classe
1 X
(g)(g).
|G| gG
(1.1)
1.4 Caratteri
1.4
Caratteri
10
1.4 Caratteri
11
P
Dimostrazione. Essendo ei C[G], possiamo scriverlo come ei = gG ag g,
con ag C. Per il Lemma 1.23, abbiamo reg (ei g 1 ) = ag |G|. Sempre per lo
stesso lemma, otteniamo:
X
ag |G| =
j (1)j (ei g 1 ).
j
(ei g 1 )j = ei j (g 1 )j = ij I(g 1 )j .
Quindi, j (ei g 1 ) = i (g 1 )ij . Abbiamo quindi:
ag |G| = i (1)i (g 1 ),
e sostituendo in ei =
gG
ag g, abbiamo la tesi.
ij
i (1)i (h1 ),
|G|
mentre dallaltro
ei ej =
i (1)j (1) X
i (gh1 )j (g 1 ).
2
|G|
gG
12
1.4.1
T
{ker | ker N }.
1.4.2
13
1 1 XX o
1 X
(y)(y) =
(y)(y) = h, H iH .
|G| |H| yG xG
|H| yH
1.5
Interi algebrici
14
Osservazione 1.41. Dal teorema precedente, segue che gli interi algebrici formano un sottoanello di C.
Teorema 1.42. Sia un carattere di G. Allora, per ogni g G, (g) `e un
intero algebrico.
Dimostrazione. Dalla Proposizione 1.24, segue che (g) `e somma di radici nesime dellunit`a, dove n `e lordine di g. Ma quindi `e somma di radici del
polinomio f = xn 1 che `e monico a coefficienti in Z. Pertanto (g) `e somma
di interi algebrici ed `e quindi un intero algebrico.
1.6
Dato un gruppo finito G, nelle sezioni precedenti abbiamo visto come definire rappresentazioni e caratteri di G su un campo di caratteristica 0, o di
caratteristica coprima con |G|. Con la teoria dei caratteri modulari invece,
estendiamo le definizioni su campi di caratteristica p, dove p `e un numero
primo. In questa sezione ne daremo una breve introduzione.
1.6.1
15
n1
n
Y
= (x 1)/(x 1) =
(x i ).
n
i=1
di
P G. Siano 1 , . . . , l K gli autovalori della matrice x . Osserviamo che
e il carattere (x) su K associato a . Per quanto visto, `e
i i = tr x cio`
una corrispondenza biunivoca tra U e K , quindi esistono 1 , . . . , l U tale
che i = i per ogni i {1, . . . , l}. Definisco:
(x) :=
i ,
che risulta essere un elemento di C. La funzione appena definita, che associa ad un elemento p-regolare di G un numero complesso, `e detta carattere
di Brauer associato alla rappresentazione . Indichiamo linsieme di tutti i
caratteri di Brauer di G, con Br(G).
16
Lemma 1.45 ([I, Lemma 15.2]). Con le notazioni appena introdotte, per ogni
g G, sia x G p-regolare tale che esista y G p-irregolare, x, y hgi e
g = xy (cio`e x sia la parte p-regolare di g). Allora, (x) = (g).
Ci`o giustifica il fatto di aver definito i caratteri di Brauer solamente sugli
elementi p-regolari: `e infatti sufficiente per ricostruire lintero carattere su K
di G. Osserviamo inoltre che a rappresentazioni simili su K `e associato lo
stesso carattere di Brauer.
Sia 1 , . . . , r un insieme di rappresentanti per le classi di equivalenza di
rappresentazioni irriducibili di G su K e siano 1 , . . . , r i caratteri associati
a tali rappresentazioni. Allora i i si dicono caratteri di Brauer irriducibili e
il loro insieme verr`a indicato con IBr(G).
Sia, dora in poi, Irr(G) su C. Vogliamo mostrare come sia possibile
esprimere il valore di sugli elementi p-regolari, come somma di caratteri
di Brauer. Denotiamo con la restrizione di agli elementi p-regolari di
G. Avremo bisogno di costruire un anello che contenga R. Come sopra, sia
M pR un ideale massimale di R. Definiamo:
RL := {/ | , R,
/ M} .
Osserviamo che RL `e un anello che contiene R e RL C. Sia inoltre:
ML := {/ | M, R \ M } .
Allora ML `e un ideale di RL e ogni elemento di RL \ ML ha un inverso in
RL . Segue che ML `e lunico ideale massimale di RL . Diremo che RL `e lanello
degli interi locali per il primo p. Estendiamo lomomorfismo : R K a RL ,
ponendo (/) = / . Osserviamo che ML `e il nucleo di questa estensione
e M = ML R.
Supponiamo ora che sia una rappresentazione di G su C con carattere
associato , tale che ogni elemento x G `e rappresentato da una matrice x
i cui coefficienti appartengono a RL C. Sostituendo ogni coefficiente di x
con la sua immagine tramite , otteniamo una matrice x a coefficienti in K,
e
: x 7 x
`e una rappresentazione di G su K.
17
=
d()(x).
Br(G)
18
1.6.2
p -blocchi
19
Un p-blocco B di G `e detto p-blocco principale di G se B contiene il carattere principale. Generalmente, la corrispondenza di Brauer non `e biunivoca.
Tuttavia, vale il seguento risultato.
Teorema 1.50 (Terzo di Brauer). Nelle notazione del Teorema 1.48, se B0 `e
il p-blocco principale di G, allora esiste un unico p-blocco b di CG (y), tale che
bG = B0 . In questo caso, b risulta essere il p-blocco principale di CG (y).
20
Capitolo 2
Il teorema di Brauer-Suzuki
In questo capitolo, se non diversamente specificato, G indicher`a sempre un
gruppo finito. Osserviamo, che se N ed M sono sottogruppi normali di G di
ordine dispari, allora anche M N `e un sottogruppo normale di ordine dispari.
Esiste quindi un massimo sottogruppo normale di G di ordine dispari: il sottogruppo generato da tutti i sottogruppi normali di ordine dispari. Indichiamo
tale sottogruppo con O(G).
Teorema 2.1 (Brauer-Suzuki). Sia G un gruppo finito e S Syl2 (G). Se S
contiene una sola involuzione, allora Z(G/O(G)) ha ordine pari e quindi G
non `e semplice.
La versione originale del teorema trattava solo il caso in cui S fosse un
quaternione generalizzato, mentre questa versione ci permetter`a di trattare
anche altri tipi di gruppi che saranno utili nella dimostrazione del teorema
finale di questa tesi.
2.1
22
Il teorema di Brauer-Suzuki
3. per ogni x K \ {1}, CG (x) H.
23
1
1 X
|H|(x) = (x)
(h1 xh) =
|H| hH
|H|
2.2
Gruppi diedrali
24
Il teorema di Brauer-Suzuki
2.3
2.3.1
25
Caso ciclico
2 )
{g, g x , g (x
, . . . , g (x
2n 1 )
}.
26
2.3.2
Il teorema di Brauer-Suzuki
Q = hx, y | x2
= y 4 = 1, y 2 hxi, y 1 xy = x1 i.
Q
X
TN
T
{1}
27
28
Il teorema di Brauer-Suzuki
2.15. Con le stesse notazioni dei passi precedenti, se |Q| > 16, allora, per ogni
i, t ker i .
29
30
Il teorema di Brauer-Suzuki
4 X
(i (xu) + i (x1 u)).
|H| uN
(2.2)
uN \1
1 X 2
(xu).
|N | uN i
Sempre per i (xu) = i (xu1 ), abbiamo che h2i , iG `e un intero dispari positivo. Ora, abbiamo 2i (xu) > i i (xu) per ogni u N , e 2i (x) = i i (x), solo
se i (x) = i . Otteniamo quindi:
h2i , iG >
1 X
i i (xu).
|N | uN
31
S :=
2i (v) e S 0 :=
vG
2i (v).
2i (v).
vG\K G
vK G
2i (v) >
vG\K G
(i i (v)).
vG\K G
(i i (v)) =
vG\K G
X
vK G
i i (v) =
vG
|G|
|G|
hi i , iG =
.
4
4
3 1
+
4 4
= |G|.
32
Il teorema di Brauer-Suzuki
ei = i (t) = a + b 2c,
i (v) = |Q|hi , 1Q iQ 0
e fi = di ei = 4c.
mod 8.
0 1 d2 d3 w12 2 d1 d3 + 3 d1 d2 2 3 d1 (2 d2 + 3 d3 )
mod 4.
mod 4.
Quindi, di i mod 4.
Gli ultimi due passi sono in contraddizione, per cui il Teorema 2.1 `e dimostrato anche nel caso quaternione generalizzato.
Capitolo 3
Il teorema Z
Teorema 3.1 (Z di Glauberman). Sia G un gruppo di ordine pari, t uninvoluzione di G e S Syl2 (G) che contiene t. Allora sono equivalenti:
1. t non `e fuso con nessun elemento di S \ {t}.
2. Per ogni g G, il commutatore [g, t] ha ordine dispari.
3. tO(G) Z(G/O(G)).
Sia Z (G) il sottogruppo di G tale che: Z (G)/O(G) = Z(G/O(G)).
Allora, la terza condizione del teorema pu`o essere riscritta come:
3. t Z (G),
da cui il nome del teorema. Osserviamo che Z (G)/O(G) `e un 2-gruppo. Inoltre, se vale il teorema, G non `e semplice.
Cominciamo con qualche considerazione. Il teorema si pu`o dividere in due
casi, a seconda che S contenga pi`
u involuzioni o una sola, e la dimostrazione
di questultimo si riconduce al teorema di Brauer-Suzuki, provato nel capitolo precedente. Quindi considereremo solo il caso in cui S abbia pi`
u di una
involuzione.
Anche la dimostrazione di questo risultato sar`a svolta in passi.
3.2. La terza condizione implica la seconda.
Dimostrazione. Sia t un involuzione che soddisfa 3. Allora per ogni g G, t
e g 1 tg sono contenuti nella stessa classe laterale di O(G). Pertanto abbiamo:
[g, t] = (g 1 t1 g)t che appartiene a O(G). Quindi [g, t] ha ordine dispari.
33
Il teorema Z
34
3.3. La prima e la seconda condizione sono equivalenti.
(st)m = z.
Dato che [g, t] = st, lelemento z `e uninvoluzione che commuta con t. Mostreremo che lelemento zt `e coniugato a t. Se m = 2k `e pari, zt = (st)m t =
(st)k t(st)k . Quindi, zt `e coniugato a t. Daltra parte, se m = 2k + 1,
zt = (st)2k s = (st)k s(st)k e dato che s = g 1 tg, zt `e ancora coniugato a
t. Consideriamo ora il gruppo hz, ti che `e un sottogruppo di G di ordine 4.
Per i teoremi di Sylow (cfr. [DL]), esiste un g G tale che:
hz, tix 6 S.
Pertanto S contiene almeno due coniugati di t: t e zt. Essendo zt 6= t, la 1
non `e verificata.
Siano ora G e S come nel teorema e assumiamo che S contenga uninvoluzione isolata t e unaltra involuzione diversa da t. Per il passo precedente,
G soddisfa le condizioni 1, 2 del teorema. Supponiamo per assurdo che la
tesi sia falsa e sia G un controesempio di ordine minimo. Quindi, supporremo
vero il teorema per tutti i gruppi di ordine minore di G, insieme allassunzione che t non appartenga a Z (G). Con queste ipotesi, arriveremo ad una
contraddizione.
3.4. Abbiamo O(G)={1}. Se inoltre N `e un sottogruppo normale di G, allora
O(N ) = {1}.
:= G/O(G). Allora, O(G)
= {1} e Z (G)
=
Dimostrazione. Poniamo G
Z(G) = Z (G)/O(G). Se fosse O(G) 6= {1}, allora potremmo applicare li e concludere che t Z (G).
Ma questo implicherebbe
potesi induttiva a G
35
3.5. Per ogni s involuzione di G, CG (s) `e un sottogruppo proprio di G.
Dimostrazione. Supponiamo che esista s involuzione di G tale che CG (s) = G,
= G/hsi. Per ipotesi induttiva, abbiamo t Z (G).
In generale,
e poniamo G
se G `e un gruppo con O(G) = {1}, allora per ogni H sottogruppo di Z(G),
= {1}. Pertanto, t Z(G).
Questo
abbiamo O(G/H) = {1}. Segue che O(G)
implica che per ogni g G,
[g, t] hsi.
Daltra parte, G soddisfa la condizione 2 del teorema, ovvero che [g, t] ha ordine
dispari. Per cui, [g, t] = 1 e quindi t Z(G), contrariamente allipotesi.
3.6. Lunico sottogruppo normale che contiene t `e G stesso.
Dimostrazione. Supponiamo che t sia contenuta in un sottogruppo normale
proprio N . Allora, t `e isolato anche in N . Per ipotesi induttiva, t Z (N ).
Essendo O(N ) = {1} per 3.3, t Z(N ). Quindi per ogni g G, tg Z(N ) e
abbiamo:
[g, t]2 = (tg t)2 = 1.
Come in 3.5, si arriva a contraddire lipotesi.
3.7. Se due elementi x e y di CG (t) sono coniugati in G, allora sono coniugati
in CG (t).
Dimostrazione. Sia g G tale che y = xg . Allora, y commuta sia con t,
sia con tg . Per la condizione 2, [g, t] = tg t `e di ordine dispari, quindi, per
la Proposizione 2.5, t e tg sono coniugate nel sottogruppo ht, tg i. Dato che
ht, tg i 6 CG (y), esiste h CG (y) tale che:
t = tgh
e y = y h = xgh .
Il teorema Z
36
dove la somma `e sulle classi di coniugio che contengono elementi della forma
xi = t0 s0 con t0 C1 e s0 C2 , e i coefficienti
ai sono interi non negativi che
P
soddisfano la relazione: |C1 ||C2 | = i ai |Ci |. Da 3.8, abbiamo (xi ) = (ts)
per ogni i. Pertanto, lequazione sopra implica che (t)(s) = (ts)(1).
Essendo s CG (t), ts `e uninvoluzione, in modo analogo otteniamo anche
(t)(ts) = (s)(1). Segue che
(s)(t)(t) = (ts)(1)(t) = (s)(1)(1) = (s)(1)2 ,
e quindi (s)((t)2 (1)2 ) = 0. Se 6= 1G , allora per 3.6, t
/ ker . Pertanto,
(t) 6= (1), e quindi, dividendo per ((t) (1)), otteniamo:
((t) + (1))(s) = 0.
37
Per la relazione di ortogonalit`a 1.49 applicata al 2-blocco principale B0 ,
otteniamo:
X
1G (1)1G (s) +
(1)(s) = 0,
B0 \{1G }
1G (t)1G (s) +
(t)(s) = 0.
B0 \{1G }
38
Il teorema Z
Bibliografia
[B]
[BF]
[BS]
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[FT]
[F]
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[GLS] D. Gorenstein, R. Lyons, R. Solomon: The classification of the Finite Simple Groups, Amer. Math. Soc. Surveys and monographs 40 #1
(1995).
[I]
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[S2]
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BIBLIOGRAFIA
R. Waldecker: Isolated Involutions in Finite Groups, in corso di pubblicazione su Memoirs Amer. Math. Soc. e reperibile online allindirizzo
http://coxeter1.mathematik.uni-halle.de/waldecker/forschung.html.
Indice analitico
A-modulo, 4
completamente riducibile, 5
indecomponibile, 5
irriducibile, 5
A-sottomodulo, 4
Algebra gruppale, 4
Anello degli interi locali, 16
completamente riducibile, 2
indecomponibile, 2
irriducibile, 2
F G-sottomodulo, 2
Frobenius
Teorema di Reciprocit`a di, 13
Funzione di classe, 8
indotta, 13
Prodotto interno di, 8
Brauer
Teoremi di, 18
Brauer-Suzuki
Teorema di, 21
Carattere, 9
generalizzato, 22
rispetto ad un TI-sottoinsieme,
22
Grado del, 9
indotto, 13
irriducibile, 9
lineare, 9
Nucleo del, 12
principale, 9
Restrizione del, 13
sullalgebra gruppale, 9
Carattere di Brauer, 15
irriducibile, 16
Corrispondenza di Brauer, 18
F -algebra, 3
semisemplice, 6
F -sottoalgebra, 3
F G-modulo, 2
Glauberman
Teorema Z di, 33
Gruppo diedrale, 23
Intero algebrico, 13
Maschke
Teorema di, 7
Numeri di decomposizione generalizzati, 17
Omomorfismo
di A-moduli, 4
di F -algebre, 3
di F G-moduli, 2
p-blocco, 18, 19
p-irregolare
Elemento, 15
p-regolare
Elemento, 15
Quaternione generalizzato, 26
41
42
Rappresentazione (lineare)
di F -algebre, 4
di gruppi, 1
simile, 10
Relazione di ortogonalit`a, 11
per i p-blocchi, 18
Somma diretta
esterna
di F -algebre, 4
di F G-moduli, 2
interna
di F -algebre, 4
di F G-moduli, 2
TI-sottoinsieme, 21
Wedderburn-Artin
Teorema di, 6
INDICE ANALITICO