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Rivivere e
comunicare
il passato
Il contributo della
rievocazione dellevo
antico al marketing
museale e territoriale
Progetto grafico
Monica Chili
Stampato nel mese di Febbraio 2014
dal Centro Stampa Regione Emilia-Romagna
(Bologna)
In copertina
Foto di Camillo Balossini, Chiara Cali
Partners
Regione del Veneto - Unit complessa Progetti Strategici
e Politiche Comunitarie, Lead partner
IBC - Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali
della Regione EmiliaRomagna
Comune di Bagnara di Romagna (RA)
Comune di Russi (RA)
Comune di Voghiera (FE)
Regione Friuli Venezia Giulia - Centro Regionale di Catalogazione
e Restauro dei Beni Culturali
Narodni Muzej Slovenije- Ljubljana (Museo Nazionale Sloveno)
Univerza na Primorskem, Znanstveno-raziskovalno sredie
(Universit del Litorale, Centro di Ricerche Scientifiche)
Zavod za varstvo kulturne dediine Slovenije- Ljubljana
(Istituto per la tutela del patrimonioculturale della Slovenia)
Logotipo di PArSJAd
IBC
Via Galliera, 21 40121 Bologna
Tel. 0039 051 527 6600
Fax 0039 051 23259
www.ibc.regione.emilia-romagna.it
ISBN 9788897281207
http://parsjad.regione.veneto.it
Logotipo di PArSJAd
Rivivere e
comunicare
il passato
Michela Scibilia dicembre 2012 www.teodolinda.it
Indice
Presentazione 3
Fiamma Lenzi
Lara Comis
Roman reenacting: esperienze italiane nella rievocazione della Romanit
17
Erika Berto
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25
41
65
71
81
93
Corrado Re
Silvia Cipriano
Enrico Maragno
105
118
127
Annachiara Penzo
167
170
175
Brixellum Romanorum.
Attivit del Gruppo Archeologico Brescellese Marco Salvio Othone
183
186
Gianluca Baronchelli
Angelica Giabardo
LAssociazione Culturale Terra Taurina e il gruppo di rievocazione storica Touta Taurini 190
Riccardo Graziano
Presentazione
Fiamma Lenzi IBC - Servizio Musei e Beni Culturali
vello organizzativo-contenutistico molto alto e scientificamente sorvegliato, rappresenta per tutti noi non
solo unopportunit di trasferimento esperienziale e di
stimolo a costruire una cultura della qualit in un settore emergente della comunicazione culturale, ma anche questo il nostro auspicio uno dei modi utili
a portare a sistema un grande patrimonio di cono-
Il re-enactment e la living history sono attivit piuttosto ben avviate nel panorama europeo. Ne beneficiano
soprattutto i siti archeologici, i musei archeologici ma
in particolar modo i musei archeologici allaperto. I rapporti tra queste forme di divulgazione e larcheologia
sperimentale sono stati oggetto di dibattito in ambito
accademico sin dalla presa di posizione di Reynolds
(1999). Anche nellarcheologia sperimentale si spesso
verificata una pesante sovrapposizione di finalit nellutilizzo del termine, che si tentato negli ultimi anni di
chiarire per una delimitazione della disciplina nellambito
della ricerca e soprattutto in relazione alla divulgazione
del patrimonio (Comis 2010). doveroso pertanto chiarire lassioma principale di questo articolo che identifica
la rievocazione storica come risorsa per la divulgazione
del patrimonio archeologico, e per questo ad esso indissolubilmente connessa. Di questa connessione
con il patrimonio verranno poste in luce le prospettive
nellambito della ricerca.
Si tratter pertanto dellarcheologia sperimentale dal
punto di vista delle definizioni e delle applicazioni del
termine, si affronter la tematica dei Musei Archeologici
allAperto come serbatoi privilegiati di divulgazione e ricerca attiva e si passer infine a definire lutilizzo della
rievocazione in senso lato allinterno dei contesti tracciati.
*
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3
Popper, 1959.
the elimination of non-knowledge (Ingersoll and Macdonald
1977, p. xvi).
panna realizzata su uninterpretazione del dato archeologico una ipotesi tangibile, e come tale, pu cadere
oppure no5. Ma questa coscienza sembra sia rimasta
unicamente a livello di ricerca specializzata e non viene
mai esplicitato durante la divulgazione. Dal punto di vista scientifico, quindi, un simbolo di qualit di una ricostruzione, potrebbe identificarsi nellapporre un punto
interrogativo ben visibile al pubblico6.
Tutte le considerazioni sopra riportate, e gli ambiti
spesso molto agguerriti di discussione, hanno portato
ad una frattura tangibile tra lambito della ricerca da un
lato e quello della divulgazione e del turismo dallaltro,
con grave detrimento per tutti i soggetti coinvolti.
a questo proposito che i Musei Archeologici allAperto
costituiscono un luogo cruciale per la risoluzione della
frattura. Infatti la maggior parte delle attivit che in essi
hanno luogo ricadono negli ambiti della divulgazione
e del turismo, bench si continui ad utilizzare in modo
improprio il termine archeologia sperimentale. La frattura rischia di creare uno iato tra la divulgazione e turismo da una parte e la ricerca dallaltra, anche perch
questultima reclama, a ragione, lesclusivit dellutilizzo
del termine per salvaguardare il metodo e il conseguente contributo scientifico.
Ma non scoraggiamoci: i termini della frattura non sono
cos netti, e gli ambiti in realt sono sovrapposti e coesistenti, presentando la potenzialit di una risoluzione
positiva (Comis 2010).
Fig. 1
Le Muse des Temps Barbares, Marles (FR). Museo Archeologico allAperto con esposizione di reperti archeologici originali
(foto: cortesia di R. P. Pardekooper).
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Per descrivere in pratica cosa sono i Musei Archeologici allAperto si riporta parte di un testo dedicato allargomento:
I contesti di vita esplorati tramite scavo archeologico
molto spesso restituiscono dati e non monumenti: lo
scavo archeologico, per sua definizione, una distruzione ordinata del sito (Harris 1983, p. 108). In molti
casi, inoltre, le aree soggette ad indagine archeologica
non consentono di poter conservare in situ i reperti a
causa delle finalit oggettive degli interventi di scavo
nel contesto architettonico, urbanistico ed edilizio. Esistono molte opere nelle quali le strutture archeologiche
rinvenute in occasione di interventi edilizi hanno trovato
spazio grazie a modifiche progettuali. Ma sia le strutture
che gli eventuali reperti vengono comunque ancora inquadrati nel contatto diretto con i fruitori delledificio o
dello spazio pubblico. Mancano alla visibilit ed alla vivibilit dellantico proprio tutte quelle informazioni che
provengono dai dati di scavo. Sono infatti i dati di scavo
a costituire il vero contributo allarcheologia ed alla storia di un luogo, bench si tratti di un patrimonio intangibile. La volont di renderlo fruibile non solo agli studiosi
del settore, ma anche ad un pubblico pi ampio, ha trovato una soluzione nella ricerca applicata alla ricostruzione tridimensionale dei siti sottoposti ad analisi stratigrafica e spesso non musealizzabili in senso stretto.
In altri termini, mentre lesposizione museale classica
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Come sopra riportato, si volutamente utilizzato il termine live interpretation per connotare le attivit comprese allinterno del Museo Archeologico allAperto. La
scelta stata determinata in base al fatto che la forma
di divulgazione chiamata live interpretation, utilizzata
anche in altri ambiti prettamente storici o museali con
grande efficacia, ha la sua caratteristica principale
nellutilizzo di tecniche specifiche, tra le quali primeggiano le tecniche teatrali12. Il primo impulso per creare
una professionalit adeguata nel contesto dei Musei Archeologici allAperto per il rievocatore data dalla consapevolezza, e dalla conseguente responsabilit, del
contatto con il pubblico. Unadeguata formazione sulle
tecniche di comunicazione quindi fondamentale13.
inoltre necessario per un operatore di live interpretation conoscere il modo con il quale vengono acquisite le informazioni che si divulgano e che ci che si
sta divulgando non VERO, ma solo VALIDO14, soprattutto per quanto concerne la divulgazione in ambito
archeologico.
Al di l della comunicazione con il pubblico, esiste un
ulteriore e notevole potenziale per il rievocatore. Infatti,
se affiancato ad un ricercatore, il rievocatore pu partecipare attivamente nella sperimentazione archeologica
in quelli che vengono chiamati esperimenti di prima
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Fig. 2
Le Muse des Temps Barbares, Marles (FR). Luso degli oggetti esposti in vetrina viene dimostrato da un rievocatore
(foto: cortesia di R. P. Pardekooper).
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allAperto una notevole risorsa dinamica di rinnovamento continuo tramite la prosecuzione della ricerca
scientifica.
Come potrebbe attuarsi il circolo virtuoso sopra delineato? Sarebbe necessario integrare la rievocazione con
le risorse di cultura immateriale (o intangibile) che caratterizza i Musei Archeologici allAperto, fornire gli strumenti per una collaborazione fruttuosa tra ricercatori e
rievocatori e creare un network di buone pratiche che
possano consolidarsi tra i soggetti e gli enti preposti alla
tutela ed alla valorizzazione del patrimonio archeologico. Il progetto Antiqva Italia il primo passo in questa direzione. Si cercato di creare una piattaforma di
comunicazione e scambio tra enti e associazioni per la
condivisione di buone pratiche e di fornire una struttura
alla grande risorsa rappresentata dalla Rievocazione
dellEvo Antico in Italia. Il secondo passo mosso in
questa direzione (che per essere considerata dinamica
potrebbe essere assimilata ad una danza) il progetto
di scena la storia, organizzato in collaborazione con
diversi enti sotto la direzione dellIBC dove stato possibile effettuare un vero e proprio corso di formazione
destinato a operatori museali, rievocatori e personale di
enti territoriali o di tutela del patrimonio, portandoli ad
interagire direttamente sui temi trattati.
Ci si augura che anche laspetto della ricerca, per molti
versi il pi tralasciato dagli enti di competenza, venga
presto preso in considerazione perch possa dare il
ritmo ad una danza che ne ha necessit per mantenersi
in vita.
Conclusioni e prospettive
LArcheologia Sperimentale, al di l degli usi impropri
del termine, un metodo di ricerca che ha come finalit il miglioramento delle interpretazioni archeologiche e
lacquisizione di conoscenza in ambito archeologico.
un metodo dinamico di interrogazione del passato, che
parte dallArcheologia e torna allArcheologia. Questo
metodo ha ricadute divulgative di grande impatto che
spesso danno luogo a ricostruzioni tridimensionali, ma
che tuttavia non ne costituiscono le finalit.
I Musei Archeologici allaperto, come luoghi privilegiati
ove esistono ricostruzioni ipotetiche tridimensionali e
che quindi sono strettamente connessi allArcheologia
Sperimentale, sono dei veri e propri serbatoi fisici di
cultura dellantico dal vivo. nei Musei Archeologici
allAperto che la living history e il re-enactment possono
trovare casa come strumento di mediazione culturale
a livello professionale sotto forma di live interpretation,
presupponendo cio unadeguata formazione sulle
tecniche di comunicazione. A livello potenziale, inoltre,
lArcheologia Sperimentale in collaborazione con la rievocazione potrebbe costituire nei Musei Archeologici
17
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Bibliografia
K. Biddulph 2006, What is re-enactment for?, in EuroREA, 6/2003, pp.
23-24.
L. Comis 2003, Experimental Archaeology in Northern Italy: a survey of
methodologies, tesi finale del Master of Arts in Experimental Archaeology,
University of Exeter, UK, Inedita.
L. Comis 2009, I musei archeologici allaperto in Europa e in Italia, in
Pittini S. (a cura di), Museografia per larcheologia. Progetti per il sito di
Domagnano, Forl, pp. 16-21.
L. Comis 2010, Experimental archaeology. Methodology and new
perspectives in Archaeological Open Air Museums, in EuroREA, 6/2010,
pp. 9-12.
E.C. Harris 1983, Principi di stratigrafia archeologica, Roma, La Nuova Italia
Scientifica.
D. Ingersoll, W. Macdonald 1977, Introduction, in D. Ingersoll, J.E. Yellen,
W.Macdonald (eds.), Experimental Archaeology, New York, Columbia
University Press, pp. XI-XVII.
A.K. Outram 2008, Introduction to Experimental Archaeology, in World
Archaeology, 40/1 (2008), pp. 1-6.
K. Popper 1959, The Logic of Scientific Discovery, London, Hutchinson.
P.J. Reynolds 1999, The Nature of Experiment in Archaeology, in A.F.
Harding (ed.), Experiment and Design. Archaeological Studies in Honour of
John Coles, Oxford, Oxbow, pp.156-162.
16
siti archeologici romani, gruppi archeologici locali e regionali costituiti da tempo, presenza di gruppi avversari
barbari, conformazioni geomorfologica del territorio che
permette re-enactments e sperimentazioni belliche.
La storia romana comprende un arco temporale molto
esteso, complesso e di difficile gestione ed interpretazione ricostruttiva; gran parte delle rievocazioni italiane
assume come riferimento il periodo imperiale, dei primi
due secoli: ci rappresenta un errore nella rievocazione
militare, retaggio del riflesso dei Paesi precursori della
rievocazione. Sono comunque presenti gruppi di rievocazione repubblicana, monarchica, tardo imperiale
nonch ricostruzione di pretoriani. Si privilegia soprattutto la vita militare a causa del prestigio che hanno assunto le legioni nellimmaginario collettivo, quale potentissimo strumento di conquista, di presidio territoriale,
di integrazione con i popoli sottomessi e di mantenimento della pace armata.
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documentaristiche e cinematografiche. Alcune possiedono anche unelevata capacit di dialogo con le istituzioni di tutela, valorizzazione e di ricerca.
Con una tale dotazione di prerogative, non mancano
loro i requisiti per realizzare eventi di portata sia nazionale che internazionale. Naturalmente, talune possibilit
risultano ancora inespresse, cos pure la distribuzione
geografica delle attivit e delle forme di associazionismo non appare omogenea, con margini di miglioramento per il Centro e soprattutto il Sud dItalia.
Lattivazione di tutte le energie e le potenzialit racchiuse nella risorsa costituita dagli operatori di rievocazione storica il fine principale del progetto qui presentato, tra le cui ricadute pi immediate vanno senzaltro
annoverate lattuabilit di eventi di portata nazionale ed
europea, la creazione di condizioni per uninterazione
costante e consolidata con i processi di promozione
del territorio, lassunzione di un ruolo attivo nelle nuove
forme di turismo, lenfatizzazione dellapporto culturale
e della capacit di mediazione tra pubblico e patrimonio.
Lespressione e lincremento delle potenzialit descritte
possono essere sostenuti da una serie di azioni interconnesse, a cominciare dalla creazione di un network
di comunicazione permanente, per rendere efficaci,
ad uno stesso tempo, il dialogo con linterno ovvero
tra i diversi gruppi o singoli operatori, con lo scopo di
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Iniziative correlate
Sono previste anche iniziative di promozione culturale, destinate al pubblico, allo scopo di promuovere
la conoscenza del tema trattato, il patrimonio storicoarcheologico e il territorio:
Spazi per larcheologia sperimentale non militare del
periodo con attivit didattiche
Ricostruzioni di scene di vita civile del periodo (attivit artigianali, domestiche, rituali ecc.)
Rassegna cortometraggi: presentazione dei materiali documentari realizzati dai gruppi o realizzati con
la collaborazione e la partecipazione dei gruppi sperimentali presenti
Rassegna cinematografica a tema
Visite guidate per studenti
La formazione
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Nel settembre 2011 si svolta la prima edizione di Archeopolis, festa dellArcheologia, una manifestazione
che ha come obiettivo la divulgazione di temi legati alla
storia antica e alla ricerca archeologica, con particolare
riferimento al patrimonio del Museo Civico Archeologico di Bologna e al territorio.
Loccasione nata dalla volont di celebrare i 2200
anni dalla fondazione della colonia romana di Bononia
e contemporaneamente i 130 anni dallapertura del Museo Civico Archeologico il 25 settembre 1881. Liniziativa ha visto inoltre la compartecipazione di ArteLibro,
festival del Libro dArte, alla sua ottava edizione, dedicata al tema Archeologia/archeologie.
Per tre giorni, dal 23 al 25 settembre, Bologna dunque
diventata la citt dellarcheologia: 18 mostre, 3 spettacoli, 3 convegni, 13 conferenze, 16 laboratori didattici,
7 visite guidate e un grande accampamento romano in
Piazza Maggiore hanno visto protagonisti la storia antica della citt e migliaia di persone.
I numeri della manifestazione sono stati alti e incoraggianti per la pianificazione di eventi futuri: quasi 8000
persone hanno visitato il Museo Archeologico tra il venerd mattina e la domenica pomeriggio e oltre 35.000
le persone che si sono recate nellarco di due giorni (sabato e domenica) al campo romano allestito in Piazza
Maggiore, realizzato in collaborazione con i rievocatori
del gruppo I legio Italica di Villadose.
Il Museo Archeologico non era nuovo n alla collabora25
infatti importante che gli istituti culturali per primi riconoscano ai rievocatori e alle associazioni culturali
di archeologia sperimentale una dignit che va ben
oltre quella di semplici figuranti. Occorre, insomma,
Fig. 1
Assaggiare lAntico al Museo Civico Archeologico, 2008.
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Fig. 3
A colloquio con un legionario, durante lInaugurazione della Collezione
Romana, 2010.
Fig. 2
Inaugurazione della Collezione Romana, 2010.
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loricata rinvenuta nel 1513 nellarea dellantico teatro cittadino e oggi conservata al Museo Archeologico che,
proprio nel 2011, stata sottoposta ad un intervento
di restauro in occasione del prestito concesso per la
mostra Nerone, tenutasi a Roma dal 12 aprile 2011 al
15 gennaio 2012.
Il caso ha voluto che il gruppo di rievocazione cui ci
siamo rivolti si ispirasse proprio nel nome, I Legio Italica,
ad una legione nata per volont dellimperatore Nerone,
con lintento di farne una specie di corpo scelto.
Nella realt odierna tale Associazione di rievocazione
ha grande esperienza a livello nazionale e internazionale, con collaborazioni in paesi europei, come ad
esempio la Germania, dove la rievocazione storica
sperimentata da molto tempo.
Fin da subito lAssociazione si dimostrata felice di
aderire alla nostra idea di ricreare in Piazza Maggiore un
accampamento romano e per molti mesi abbiamo lavorato insieme, dando vita ad un progetto comune che
ha potuto avvalersi da un lato delle necessarie competenze storico scientifiche del Museo e dallaltro dellesperienza e del grande entusiasmo dei rievocatori.
Quello di Archeopolis sicuramente un esempio virtuoso non certo isolato, ma ancora abbastanza raro
in Italia di collaborazione tra una realt museale di
consolidata tradizione e un gruppo di rievocazione e
ricostruzione storica, sulla scia di quanto accade da
anni in molti musei di Europa: basti ricordare le colossali
manifestazioni organizzate dal Museo e Parco archeologico di Kalkriese in Germania per celebrare il bimillenario della battaglia di Teutoburgo.
Un Museo di tradizione ottocentesca, ma con una
grande sensibilit e vocazione verso il presente e il futuro, quale il nostro si quindi inserito in uno spazio
che allo stato attuale delle cose vede ancora troppo ra28
ramente i grandi musei agire in prima persona nellorga- legionario, per fotografare la legione anche nel suo
nizzazione di queste manifestazioni.
aspetto in tempo di pace. (fig. 4)
Lesempio di Archeopolis si pu quindi configurare Laccampamento, che ospitava 30-35 legionari, era
come un valido banco di prova per la costruzione di una composto da una tenda praetoria, da una tenda dei
stretta e prolungata collaborazione tra un grande mu- principia e da otto tende destinate alle attivit didattiseo archeologico (che non dimentichiamolo fa parte che e dimostrative: il ruolo degli ufficiali; le insegne della
di una assai pi complessa macchina comunale) e le legione; la medicina; la topografia, lorientamento e laassociazioni di reenacting e archeologia sperimentale. stronomia; armi, armature e tecniche di combattimento;
forse scontato dirlo, ma pi grande il museo e pi il bagaglio del legionario; la musica; la lavorazione del
inserito allinterno di una struttura organizzativa com- ferro, del legno, del cuoio, la creazione dellequipaggiaplessa e articolata, maggiori sono i problemi da affron- mento; la cucina; le macchine da guerra e da assedio
tare, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle (figg. 5-9).
risorse economiche nellambito del sistema dei Musei
Civici di Bologna, oltre che in merito alla complessa organizzazione
e programmazione di una grande
citt quale Bologna. A ci si aggiunga che Piazza Maggiore non
si presentava certamente come
una piazza facile.
Stabilito il rapporto e le reciproche
competenze dei rievocatori e dello
staff del museo, si delineata insieme, punto per punto, lorganizzazione dellaccampamento, che
per i motivi sopra citati doveva
configurarsi come un grande laboratorio didattico a cielo aperto:
ogni tenda doveva avere una sua
attivit specifica, per illustrare al
pubblico non solo le attivit belliFig. 4
che ma anche la vita quotidiana del Lallestimento del campo legionario in Piazza Maggiore.
29
Fig. 5
Laccampamento dallalto.
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Fig. 6
La tenda dei principia.
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Fig. 7
Musica e strumenti musicali.
32
Fig. 8
Lopera del sutor.
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Fig. 9
Dipingere lo scudo.
34
Fig. 10
Laddestramento.
Lattivit didattica davanti alle tende stata a disposizione del pubblico per due giorni interi e ci ha indubbiamente comportato un notevole impegno per tutti i
rievocatori, che hanno generosamente soddisfatto per
ore ed ore le domande del foltissimo pubblico presente
nel campo.
Oltre allattivit didattica, per fornire un momento di
grande spettacolarit, abbiamo ideato due momenti
Fig. 11
Vista dallalto della legione in assalto.
Fig. 12
Il pubblico dei pi giovani durante
laddestramento.
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Fig. 13
Il logo di Archeopolis.
Fig. 14
Guerrilla marketing per le vie
di Bologna.
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Fig. 15
Un esempio di annuncio: AFFITTASI INSULA.
Fig. 16
Un esempio di annuncio: ZTL - Zona a Traffico Legionario.
Fig. 17
I pannelli del campo.
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Altro elemento di innovazione stata la scelta di realizzare un sito web appositamente dedicato ad Archeo
polis, collegato anche ai social network, consentendoci cos di avere un feedback immediato con il nostro
pubblico, in particolar modo con i pi giovani.
Fig. 18
Le Frequenter Petitae Quaestiones sul pieghevole dellaccampamento.
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Fig. 19
Alcuni esempi del merchandising prodotto in occasione di Archeopolis, nella vetrina di Bologna Welcome in piazza Maggiore.
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avvicinarsi in modo volontario e consapevole, a corollario e supporto di una cultura gi ben formata.
Lapproccio emotivo cerca invece di utilizzare emozioni,
ricordi personali, sensi, intuito, associazioni di idee, per
tentare di superare di un balzo gli anni luce di dati, informazioni, riflessioni e processi culturali che separano
la massa dei visitatori dalla comprensione di significati e
interazioni proposte dal sistema degli oggetti. Lemozione certo un valore ma non di per s un codice
che ci permetta di riflettere e non si pu sperare di trovare in essa la panacea di ogni lacuna ma solo lattivatore privilegiato di un processo critico, senza il quale
lapprendimento e lintrospezione non hanno la possibilit di procedere. faticoso, talvolta disperante, tentare
di colmare questo divario, ma mettere in atto ogni strategia per riuscirvi appare imperativo categorico del vivere civile, per trascinare un pubblico sempre maggiore
al museo, approfittando delloccasione per catturarlo,
affascinarlo e sedurlo, proponendo valori quali identit
storica, ermeneutica delle immagini, narrazione di una
storia condivisa.
Il motore di questa complessa operazione la consapevolezza di come il patrimonio culturale fornisca al cittadino identit culturale e senso della storia, che sono alla
base dellirrinunciabile senso di appartenenza. In questa ottica il museo ha dunque ricevuto dalla comunit il
mandato di rendere accessibili, fisicamente e culturalmente, le sue opere (che a tale scopo ha conservato,
documentato e studiato). Il sistema degli oggetti che
informa di s un allestimento museale non pu da solo
spiegare s stesso, proprio perch la massima parte
di tali oggetti non sono certo nati in funzione della loro
esposizione. la necessaria deportazione di queste
cose in un museo che ne provoca la decontestualizzazione e la conseguente cosiddetta sottrazione di fatti42
essere fuorviante lillusione di ricreare una reale continuit ideologica fra questi e quegli antichi spettacoli
cui sottendevano, perfino nei casi di commedie e farse,
aspetti religiosi e cultuali tanto lontani dallapproccio
allo spettacolo che caratterizza il mondo moderno.
Fatta salva questa riserva, nonch le esigenze conservative del monumento, tale tendenza sembra comunque da incoraggiare, sia perch crea loccasione per
catturare lattenzione del grosso pubblico sulle tematiche dellantico e sulla sua possibile interazione con le
esigenze moderne, sia perch rende possibile un approccio autentico e funzionale in scala reale al monumento, non pi visto dallesterno ma vissuto dallinterno.
Paola Desantis
Fig. 1
La citt etrusca di Marzabotto: veduta aerea da
nord.
45
Si gi avuto modo di accennare allunicit del sito archeologico di Marzabotto che, caso fino ad oggi unico
in ambito etrusco, consente di avere per intero la percezione dellestensione di una citt etrusca e della dislocazione delle sue diverse aree funzionali. La vicenda
del sito, che dallepoca dellabbandono della citt (IV
secolo a.C.) non ebbe pi fasi di urbanizzazione, con
il solo episodio di una piccola fattoria romana, lo preserv dalla parcellizzazione e sebbene la coltivazione
del pianoro rimosse i resti emergenti al di sotto dellara-
Fig. 2
La necropoli
settentrionale
ai margini
del laghetto
artificiale di
Villa Aria.
46
49
Fig. 4
Gli dei etruschi sullaltare D
dellacropoli.
Fig. 5
Copertine dei CD curati dal Gruppo
Archeologico Bolognese con i video delle
diverse rappresentazioni realizzate dai ragazzi
nellambito del progetto didattico.
50
Dal 2006 i temi scelti per la rappresentazione rievocativa si sono ispirati al tema delle Archeologite bolognesi e dunque sono state interpretate dai ragazzi
sullantico pianoro vicende legate agli dei (Appuntamento con gli dei. Gli Inferi) (fig. 4), allo sport (Colpiti
da un insolito futuro nellassolata piana di Kainua), alla
vita quotidiana (In cucina con gli Etruschi: pane, amore
e archeologia), ma anche alle problematiche degli
antichi commerci.
Consuetudine e ormai consolidata tradizione che ogni
anno la rappresentazione si concluda, con la merenda
alletrusca realizzata dalle cuoche del comune di Marzabotto, che aiuta a costruire un momento di incontro
della comunit che si riappropria cos del proprio passato e del proprio museo. Va infatti sottolineato come
al seguito dei ragazzi siano entrati al museo, spesso
per la prima volta, i genitori che, a loro volta, coinvolti in
unesperienza emotiva di tipo personale, come creatori
dei costumi etruschi destinati ai loro ragazzi (chitoni, tebenne, calcei repandi) non ci hanno pi lasciato.
Oggi possiamo dire che ogni ragazzo di Marzabotto fra
i dieci e i ventanni, ha avuto unesperienza diretta e creativa del suo passato etrusco e non gli mancheranno
neppure gli strumenti per riviverla in quanto, fin dai primi
anni, si aggiunto alla drammatizzazione lesperimento
di una documentazione maggiormente sistematica di
quanto realizzato (fig. 5), grazie alla collaborazione del
Gruppo Archeologico Bolognese, che da anni segue
da vicino le vicende della realt archeologica di Marzabotto ed coinvolto, sulla base di una specifica convenzione con la Soprintendenza, in tutte le attivit di
valorizzazione del museo.
Il prodotto di questo coinvolgimento rappresentato da
filmati con audio che, in alcuni casi, contemplano anche
le fasi di laboratorio e di presentazione dellevento che
bene evidenziano nella pratica tutte le tappe dellavvicinamento didattico ad un problema, rendendo bene
evidente come didattica non sia e non debba essere
banalizzazione dei concetti. Al contrario la didattica, e
forse quella dellarcheologia anche pi di quella di altre discipline, va affrontata circoscrivendo al massimo
il tema di indagine per poter poi, nellapprofondimento,
indurre alla riflessione critica e allapproccio cosiddetto
generativo nei confronti di quanto proposto allattenzione.
Detto questo va da s che anche nella didattica non ci
sono e non ci possono essere schemi precostituiti e
ogni esperienza serve per quanto di metodo e tipo di
approccio possibile sintetizzarne. In ci sta la parte
migliore, quella creativa della didattica che, come per
ogni altra cosa che voglia essere unica e irripetibile, risponde alla regola di associare le cose in modo non
precostituito.
E in questo impegno di rompere gli schemi usuali per
creare senso di sorpresa e indurre quindi ad approcci
alla materia pi coinvolgenti ed interattivi, la materia del
parco archeologico si presta in modo straordinario proprio per leccezionale gamma di temi e interazione fra
gli stessi che pu suggerire. La proficua osmosi fra i
monumenti dellarea archeologica e gli oggetti mobili
conservati nel museo pu essere aiutata dalla stessa
architettura delledificio museale (fig. 6) che si dotato in
questi anni, grazie ad un finanziamento dellUnione Europea e soprattutto della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, di una nuova ala, costruita proprio per
enfatizzare questo rapporto interno-esterno. Il corpo
aggiunto infatti presenta ampie vetrate che sfondano
le pareti e utilizza lalzato per sorreggere unampia terrazza panoramica sullarea archeologica, vero e proprio
balcone sulla storia, che facilita rimandi e suggestioni
51
Fig. 6a-b-c-d
La nuova ala del Museo realizzata con fondi dellUnione Europea
(Progetto Museums) e della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
52
archeologica di Marzabotto, e in particolare la sua necropoli orientale ospita, sulla base di una specifica convenzione fra Museo, Comune di Marzabotto e Provincia
di Bologna rappresentazioni teatrali incentrate sul teatro classico che, con ogni evidenza, traggono ulteriore
suggestione dalla loro particolare ambientazione e, nel
contempo, contribuiscono a vivificare con voci, personaggi e temi trattati i monumenti in pietra della necropoli
certo la cornice pi prestigiosa e carica di suggestioni
dellintero territorio.
Tutte le sperimentazioni portate avanti per evocare la
presenza degli antenati etruschi sullantico pianoro e
quindi corredare di figure animate i resti lapidei della
citt, prima proposte a livello grafico (fig. 7), anche solo
con lambientazione dei personaggi pi significativi fra
quelli rappresentati nei reperti del museo, sullo sfondo
Fig. 7
I desultores di Marzabotto
ambientati nella necropoli
orientale (foto Robert Marnika).
53
Fig. 8
La signora di Marzabotto
ambientata nella necropoli
orientale (foto Roberto Macr
- SBAER).
Fig. 9
Una scena da i Cavalieri di Aristofane,
rappresentata dalla compagnia
Teatro Perch con la regia di Marco
Marchesini, rappresentata nella
necropoli orientale di Marzabotto nel
2009 (foto Maurizio Molinari).
tutela e corretta comunicazione dei parchi archeologici e, pi in generale, del paesaggio storicizzato dalle
opere delluomo.
Questo lo stato delle cose e certo molto rimane ancora da fare. Appare comunque ben chiaro che se conservare la materialit delle cose certo imprescindibile
almeno altrettanto prioritaria la necessit di comunicarne i significati, vale a dire lavorare nellottica di conservare la capacit di comprendere il significato delle
cose contenute nei musei, disciplina che va coltivata
come bene prezioso per non rischiare di perdere per
strada i valori che hanno dato senso alla nostra civilt
e in questa impresa le attivit di rievocazione possono
risultare particolarmente preziose.
Paola Desantis
56
Figg. 10-13
Istituto Comprensivo di Marzabotto. Laboratorio delle Meraviglie.
Fasi di realizzazione di un kantharos.
57
Fig. 14
Maschera di Tuchulca.
guida della dott.ssa Desantis, quindi vengono organizzate alcune visite agli scavi e al Museo da parte degli
alunni.
A seguito di queste attivit propedeutiche, ha inizio il
lavoro in classe di approfondimento su argomenti di
storia e cultura etrusca.
Infine si lavora alla preparazione dellevento conclusivo: una recita a tema da tenersi nellarea archeologica verso il termine dellanno scolastico, nellambito di
una manifestazione a cui partecipa anche il Comune di
Marzabotto.
Questultima una fase importantissima del progetto,
quella in cui i genitori, gli amici e i parenti, nelle vesti di
spettatori, vengono condotti dai ragazzi a ripercorrere il
loro stesso cammino e a familiarizzare con il patrimonio
culturale del luogo in cui vivono.
Si realizza cos un altro obiettivo primario, cio attrarre
la comunit verso il Museo, investendo i ragazzi della
58
Fig. 15
Scena dalla rappresentazione Vestivamo allEtrusca.
59
funzione di trait dunion e di portavoce tanto nelle famiglie, quanto nellintero paese, di ci che hanno conosciuto attraverso la scuola.
Naturalmente, radicandosi nella scuola dellobbligo,
il progetto stato esteso alla totalit degli alunni delle
classi coinvolte, comportando un lavoro complesso,
tanto complesso, quanto gratificante per i risultati raggiunti.
Ma molto di ci che stato fatto sarebbe rimasto solo
sulla carta senza il lavoro del cuore pulsante della
Scuola Media di Marzabotto: il Laboratorio delle meraviglie, organizzato da un gruppo di educatori e dagli
insegnanti di sostegno.
Qui vengono accolti tutti quei ragazzi che hanno bisogno di fare per imparare, quelli che scontano situazioni
difficili e non riescono proprio a reggere il peso di tante
ore seduti in un banco, o, semplicemente, quelli che
hanno talenti non sempre spendibili nelle ore di lezione
tradizionale.
Alloccorrenza, il laboratorio si apre a tutte le classi che
preparano attivit significative, e le sue porte si sono
spalancate, appunto, per i Giovani Etruschi.
Da questa fucina di idee e creativit, attraverso il riciclaggio di ogni sorta di materiale, e rigorosamente a
costo zero, hanno preso corpo gli oggetti di scena pi
svariati: un kantharos, una vera da pozzo, lelmo della
dea Menerva, le maschere degli dei infernali, per citare
solo qualche elemento di una lunga lista che continuamente si arricchisce.
Quanto ai contenuti specifici che sono stati affrontati, la
selezione avvenuta con lo scopo che i ragazzi imparassero a riflettere sul loro presente, attraverso il dialogo
con il passato, e dunque attraverso la scelta di opportuni temi di approfondimento.
Festival storico.
Kainua - Gli Etruschi rivivono a Marzabotto
questo legame indispensabile per la definizione dellidentit dellevento, offre la possibilit di elevare il livello
qualitativo, ne fornisce lo spessore culturale.
Viceversa levento si riferirebbe ad un generico tempo
passato che non trova collocazione geografica, e, talvolta, anche cronologicamente impreciso.
I fattori identitari dellevento sono determinanti per garantire il successo dellevento stesso, ma soprattutto
per la durabilit dellevento, cio permettono una progettazione su medio/lungo termine, per mirare ad effetti
a lungo termine e sopratutto lunga durata sul territorio.
Per quanto riguarda lapporto che il Festival pu dare
alla valorizzazione del patrimonio, ricordiamo semplicemente che lambito dei rievocatori, appassionati o
studiosi di storia, rappresentano uno dei pi importanti
bacini di fruitori.
Ricordiamo anche che tra pubblico della rievocazione e
fruitori del museo, ci sono altri importanti punti di contatto: lattivit rievocativa contempla sempre un aspetto
didattico, rivolto proprio ai pi giovani. In questo aspetto
si pu constatare una precisa convergenza di interessi
che non risulta per di certo in una sovrapposizione o,
peggio, competizione: i ruoli sono assolutamente complementari ed anzi devono essere in sinergia, potenziandosi a vicenda.
Infine senzaltro utile tenere presente che la comunit
locale dovrebbe costituire la principale risorsa per il museo/patrimonio: ne dovrebbe costituire il primo fruitore,
almeno per importanza, ma anche il primo sostenitore.
Il legame tra comunit e territorio passa senzaltro attraverso la consapevolizzazione di una precisa identit, in
cui la storia, anche antica, un tassello fondante. Sia
lente museale che levento storico divulgativo, la rievocazione, sono operatori attivi e determinati in questo
percorso. Uno dei ruoli che la rievocazione pu, e deve,
Il festival storico Kainua - Gli Etruschi rivivono a Marzabotto un evento fortemente caratterizzato dalle
attivit di rievocazione e ricostruzione storica, ma con
valenze culturali e divulgative non secondarie.
Si tratta di una manifestazione che pu essere utilizzata come esempio per analizzare i rapporti tra rievocazione/promozione del territorio e rievocazione/valorizzazione del patrimonio.
La manifestazione nasce da un progetto di promozione
turistica locale, quindi non nasce con lobiettivo primario di comunicare e valorizzare il patrimonio.
Tuttavia la promozione del territorio non pu essere slegata dal patrimonio, in quanto parte del territorio stesso.
Uno dei temi fondamentali della promozione (anche
economica) del territorio senzaltro la creazione di
unimmagine del territorio, unimmagine che ha inevitabilmente anche una componente storica.
La promozione territoriale richiede la definizione di
unimmagine precisa e riconoscibile del territorio
stesso, sulla quale basare la comunicazione. Tale immagine deve essere basata su temi forti, chiaramente
individuabili ed il pi possibile esclusivi, almeno entro
certi limiti, del territorio stesso. La creazione dellimmagine del territorio finalizzata a renderlo un prodotto
identificabile e promuovibile.
Levento in questione ha avuto, nelle sue edizioni, la
possibilit, ed anche il compito, di concorrere a costruire questa immagine. Il riferimento al contesto storico
archeologico stato quindi fondamentale.
Tuttavia il rapporto col patrimonio anche importante
per un reciproco feedback: levento rievocativo stesso
ha una forte necessit del legame col contesto. Infatti
61
Fig. 16
La rappresentazione di un rito aruspicino allinterno del festival rievocativo.
Lente organizzatore, individuando un tema forte per lidentit del territorio nel patrimonio unico della citt etrusca, ha iniziato il percorso di progettazione del festival
con una collaborazione qualificata nellambito storico
archeologico, ricercando una consulenza professionale che potesse fare da ponte tra lambito divulgativoricreativo, il festival, e lambito culturale, il patrimonio
archeologico.
Gi la scelta del nome e del marchio del festival ha co62
stituito una forte dichiarazione didentit e dintenti, evidenziando il rapporto con la citt e la civilt etrusca,
stabilendo un legame con la comunit attuale: la citazione di Marzabotto, volutamente accostata a Kainua,
cio la citt antica e la citt attuale che si ricongiungono.
Non dimenticando nemmeno di citare la storia di questo legame tra le due anime gemelle della comunit:
la cimasa degli sposi da considerare a buon diritto un
simbolo iconico per Marzabotto, essendone uno dei reperti archeologici pi noti, tanto da essere adottato nel
simbolo della Pro Loco, simbolo al tempo stesso anche
del ruolo che la famiglia Aria (tuttora proprietaria legittima della cimasa originale) ha svolto nella ricostruzione
dellidentit della comunit locale. La stessa immagine
quindi entrata anche nel marchio del festival, con il
preciso obiettivo di rimarcare il legami della comunit
col proprio passato.
Il festival ha avuto fin dallinizio lobiettivo di caratterizzarsi il pi specificamente possibile sulla storia del ter-
Fig. 18
Anche il percorso parallelo, di supporto allassociazionismo locale,
ha mirato a sottolineare sempre il legame con il patrimonio storicoarcheologico e lidentit della comunit: nellimmagine linsegna militare
adottata, in cui viene richiamato lantico nome della citt associato
allaquila, probabilmente lanimale simbolo di Tinia, divinit protettrice della
citt stessa.
Fig. 17
Il marchio del festival. Sottolinea i legami tra la comunit e la propria
storia.
63
64
lassistenza di archeotecnici esperti in archeologia sperimentale sono state affrontate diverse tematiche: dalla
cottura dei cibi allaccensione del fuoco, dalla manipolazione dellargilla alla fusione del bronzo.
Fin dai primi anni di operativit del museo sono state
inoltre organizzate attivit ludico-divulgative, come la
Caccia al tesoro sulla centuriazione in cui le classi di
quinta elementare si sfidavano in un percorso a tempo
che includeva una competizione di orientering sul tratto
di centuriazione romana interno al parco di Villa Sorra,
combinata a domande tematiche sulla rete viaria di
epoca romana.
Allinterno del panorama di attivit si possono enumerare anche diverse pubblicazioni illustrate dedicate
allinfanzia che, prendendo spunto dalle avventure del
personaggio dellArcheotalpa, rendono comprensibili la
pratica dello scavo archeologico e di attivit del passato, come i riti funebri di diverse antiche civilt o la produzione e lo scambio di vasellame in epoca etrusca.
Questo ventaglio di soluzioni, adottate gi da tempo
nel Nord Europa, in particolare nei paesi scandinavi e
nel mondo anglosassone, era ed tuttora ancora poco
messo in pratica nei musei italiani, soprattutto allinterno
delle grandi istituzioni che, a causa dellampiezza del
loro patrimonio archeologico, rivolgono massimamente
il loro impegno pi verso la conservazione e le pubbli-
65
Il cinerario biconico
Il contenitore che accomuna tutte le
sepolture villanoviane il cinerario
biconico (cos chiamato dalla sua forma
che ricorda due coni sovrapposti). La
particolarit di questo contenitore
di avere una sola ansa (ovvero la
maniglia che serve a trasportarlo).
In qualche caso si utilizzava un
normale vaso a due anse, una delle
quali veniva spezzata, ma molto pi
spesso il biconico era prodotto dal
vasaio gi con un solo manico. Questa
caratteristica sottolinea il suo utilizzo a
scopo funebre, infatti alcuni oggetti,
prima di essere deposti nelle tombe erano
defunzionalizzati, ovvero modificati per
Ansa spezzata
impedirne il normale utilizzo. Ad esempio, le armi
deposte nelle tombe etrusche e celtiche spesso venivano
piegate o spezzate per simboleggiare un loro cambio di stato da oggetti per i
vivi a oggetti dedicati ai morti.
Dopo lo spegnimento del rogo, le ossa del defunto erano raccolte in una pratica
chiamata ossilegio e poste allinterno dellurna, a volte insieme ad alcuni
oggetti personali, come le fibule o gli spilloni che erano serviti per fissare i capi
di abbigliamento o il sudario sul corpo. Oltre al fatto di essere deposti
allinterno e non allesterno del cinerario, questi reperti si riconoscono perch
hanno subito lazione diretta del fuoco che li ha deformati.
Il biconico veniva in seguito chiuso con una scodella (chiamata scodella
coperchio per la sua funzione, anchessa con unansa sola) e rivestito da
tessuto, come se fosse il nuovo corpo del defunto.
La deposizione allinterno del pozzetto poteva
essere accompagnata da altri oggetti di
corredo e offerte varie e, una volta richiuso
il tumulo e ricoperto di terra, la posizione
della tomba poteva essere indicata da un
segnacolo: di solito un sasso di fiume di
forma allungata infisso nel terreno.
Molti dei cinerari che si vedono nei musei
sono rotti o incompleti, perch nel corso
dei millenni luomo ha continuato a
vivere negli stessi luoghi, dimenticando
completamente dove fossero collocati
questi antichi cimiteri. I lavori agricoli,
la costruzione di strade e case hanno
inciso
profondamente
il
terreno
distruggendo in parte le tombe che gli
archeologi hanno in segito recuperato,
Pozzetto con rivestimento in
restaurato e studiato.
Cinerario biconico
ciottoli e segnacolo
Fig. 1
tizzazione da parte di operatori professionisti, che includesse abiti, utensili e attivit tipiche dellarcheologia
sperimentale e potesse svolgere una funzione attrattiva
e spettacolare nei confronti della materia trattata.
Fig. 2
67
Alcune di queste tecniche hanno un approccio prevalentemente percettivo, altre prevalentemente emozionale, ma tutte fondamentalmente lasciano la razionalizzazione alla fase successiva, dando modo di realizzare
uno sviluppo personale e consapevolizzato dellapprendimento.
La realizzazione dellevento ha visto quindi la creazione
di un tableau vivant, (dedicato alla ricostruzione di un
ipotetico interno di una dimora principesca del periodo
villanoviano-orientalizzante padano), nel cui ambito si
svolgevano anche attivit di archeologia esperienziale o
ricostruttiva, usualmente utilizzate nella didattica (fig. 3).
Fig. 3
68
Per un reale coinvolgimento emotivo del pubblico attraverso la narrazione di una storia, si ricorsi a brevi
interventi teatrali, attingendo a varie forme teatrali quali
il teatro di narrazione, il teatro dimprovvisazione ed il
teatro tradizionale.
Normalmente nel teatro di narrazione non si interpreta
un personaggio, tuttavia nel contesto specifico stata
ravvisata la necessit di evidenziare il ruolo del narratore/
mediatore comunicativo, presentando un personaggio
che dichiarasse la propria estraneit sia al contesto del
tableau vivant sia al pubblico. La narratrice dellevento
Fig. 4
69
Fig. 5
Infatti Lalba degli Etruschi un evento realizzato grazie ad un lavoro interdisciplinare basato su competenze
complementari: un gruppo di lavoro composto da storici ed archeologi professionisti, rievocatori e attori, ha
permesso di superare fin dallinizio il dilemma del museum theatre: attori formati dagli operatori museali sui
contenuti, o operatori formati nelle tecniche teatrali? Entrambe le opzioni hanno infatti i loro punti deboli.
Le tecniche teatrali applicate alla comunicazione museale sono ancora di limitata diffusione in Italia, soprattutto in relazione al patrimonio archeologico, mentre le
esperienze europee e internazionali vantano ormai una
lunga tradizione.
I risultati di questa esperienza sono tali da auspicare
Premessa
Il territorio che si trova a nord-est di Padova caratterizzato dalle suddivisione agraria operata in et romana,
tuttora chiaramente riconoscibile nel disegno ortogonale di vie e fossati attuali (fig. 1). Questopera di centuriazione3, realizzata nel I sec. a.C. con moduli regolari di
20 x 20 actus, comprende unarea di 190 km quadrati
circa, che attualmente afferisce a 13 diversi comuni, 10
nella provincia di Padova e 3 in quella di Venezia.
Allinterno di questa realt territoriale si trova il Museo
della Centuriazione Romana4, nato nel 1979 come piccolo antiquarium per esporre i reperti raccolti nei campi
dagli appassionati locali, e reso fruibile al pubblico solo
nel 1999 con una modesta esposizione ospitata in
due salette della sede municipale di Borgoricco (fig.2).
71
Fig. 1
Ortofoto dellagro centuriato a nord-est di
Padova.
Fig. 2
Borgoricco (PD). Lesposizione
museale allestita nelle salette
del Municipio (1999-2008).
72
Fig. 3
Borgoricco (PD). Il Centro Civico di Aldo Rossi che ospita la nuova esposizione del Museo della Centuriazione Romana.
73
Fig. 4
Borgoricco (PD).
La ricostruzione della
cucina.
74
Fig. 5
Borgoricco (PD). La sperimentazione della groma.
Fig. 6
Borgoricco (PD).
Cittadini animano
la manifestazione
Terradi Storia.
75
nella manifestazione le figure dei rievocatori8, riproponendo il corteo storico (fig. 7) con famiglia imperiale,
pretoriani, legionari, centurioni, vestali, ancelle (fig. 8),
lo spettacolo dei gladiatori, con giochi e combattimenti
(fig. 9), tornei equestri e corse con le bighe (fig. 10), oltre
allaccampamento romano (fig. 11), al villaggio celtico e
al villaggio dei Veneti antichi. Sulla base di un evento gi
esistente stata dunque realizzata una manifestazione
pi complessa e articolata, grazie alla disponibilit di
spazi e risorse umane ed economiche del Comune,
con lobiettivo di far conoscere al vasto pubblico la realt di Borgoricco, obiettivo pienamente raggiunto. Per
il pubblico si prospettavano diverse possibilit di partecipazione allinterno della festa: dallassistere alle rievocazioni, allapplicarsi allarcheologia sperimentale (metalli, ceramica, pane), al provare nuove acconciature alla
maniera romana, cos come gli accessori e labbigliamento, alla degustazione di cibo preparato secondo le
ricette della cucina romana, alle visite guidate al Museo.
6
7
8
76
Fig. 7
Borgoricco (PD). I legionari.
Fig. 8
Borgoricco (PD). Le ancelle.
Fig. 9
Borgoricco (PD). Un combattimento.
77
Fig. 10
Borgoricco (PD).
Lacorsa delle bighe.
Fig. 11
Borgoricco (PD).
Laccampamento romano.
78
accezioni non pi stata riproposta e questo ha ovviamente stravolto gli intenti che stavano alla base dellevento. La partecipazione del pubblico andata via via
diminuendo, fino ad indurre Museo e Servizio Cultura,
in accordo con lAssessorato alla Cultura del Comune
di Borgoricco, a non riproporre pi Terra di storia nel
2013, ma piuttosto a organizzare un calendario di appuntamenti distribuiti nellarco di tutto lanno e non pi
concentrati in un unico fine settimana, con attivit di diverso tipo per vivere il museo.
Fig. 12
Borgoricco (PD).
Laboratorio didattico
con le scolaresche.
79
Fig. 13
Borgoricco (PD). Spettacolo nelle sale del Museo.
80
La fortunata rassegna Antico/Presente, ideata e curata da Marcello Di Bella, direttore della Biblioteca Civica Gambalunga, stata avviata nel 1999 come ciclo
di incontri che animavano le serate estive nella suggestiva cornice dellanfiteatro romano. Dal 2005 ha assunto le forme e il titolo di Festival del Mondo Antico,
una kermesse di 4 giorni consecutivi che veniva a segnare linizio dellestate. Il palinsesto della nuova rassegna accoglieva lezioni magistrali, convegni, presentazioni di libri. insieme a iniziative mirate ad avvicinare
il grande pubblico alla dialettica tra passato e presente
attraverso strategie comunicative coinvolgenti.
Il programma si arricchiva dellapporto dei Musei Comunali di Rimini con la loro lunga esperienza di mediatori culturali in particolare nel campo della didattica e
della divulgazione scientifica, aprendo ad attivit laboratoriali, quadri rievocativi del passato, visite guidate.
Proposte volte a favorire un approccio interattivo, in
linea con le attese del pubblico contemporaneo che
preferisce formare il proprio bagaglio culturale con la
partecipazione diretta.
Le attivit laboratoriali, indirizzate prevalentemente a
bambini e ragazzi, hanno assunto negli anni una dimensione sempre pi ampia fino a caratterizzare una sorta
di Festival nel Festival, il Piccolo Mondo Antico Festival, per arrivare, nel 2011, a occupare lintera edizione
dedicata, nella formula de I laboratori, prioritariamente
ai ragazzi, custodi del patrimonio culturale. Con un tuffo
81
Fig. 1
Festival del Mondo Antico 2007. Il torneo del gioco dei latrunculi.
flauti riconoscibili nei particolari di alcuni mosaici di Ariminum). Con un salto in unepoca a noi pi vicina come
quella delle signorie rinascimentali, siamo entrati nellambientazione particolarmente suggestiva della Cappella
degli angeli musicanti allinterno del Tempio Malatestiano, unillustrazione deccezione ove riconoscere
gli strumenti pi in voga alla corte per poi ascoltarne
il suono attraverso le riproduzioni ispirate agli originali.
Un momento prossimo alla rievocazione storica il
banchetto ove i ragazzi sono protagonisti dellevento
proposto in un ambiente arredato con i tipici triclini, la
Fig.2
Festival del Mondo Antico 2011. La simulazione
di un banchetto romano.
Fig. 3
Festival del Mondo Antico 2009. Un attore,
nei panni di Augusto, declama brani antichi,
durante una visita alla citt romana.
84
Fig. 4
Festival del Mondo Antico
2007. Grande partecipazione di
pubblico al processo Il sasso
in bocca.
dellAnfiteatro romano di Rimini, grazie alla partecipazione di Ars Dimicandi di Curno (Bergamo), si realizz
un incontro sulla gladiatura rivolto agli studenti riminesi,
ambientato nella palestra della scuola media Alfredo
Panzini che, in due appuntamenti, accolse circa 800
spettatori.
Lobiettivo era quello di avvicinare i ragazzi al mondo
dei gladiatori attraverso la visione dal vivo di armi ricostruite filologicamente e il loro utilizzo in simulazioni di
combattimenti corpo a corpo. Brevi, ma concitate e
realistiche esercitazioni, si alternavano a momenti esplicativi fra osservazioni e curiosit sulluso e sul rapporto
forma-efficacia dellarma, nonch sulla gestualit e sui
movimenti dei combattenti.
Unoccasione per illustrare quello che un fenomeno
cos importante per la Romanit e al tempo stesso cos
85
Fig. 5
Festival del Mondo Antico
2008. In scena il processo
Lodore della morte.
Fig. 6
Festival del Mondo Antico 2007. Legionari della Legio XXX Ulpia Traiana Victrix.
87
Fig. 7
Festival del Mondo Antico 2008.
Giovanni Brizzi illustra loplita.
88
A ospitare i soldati greci, impegnati in esercitazioni e simulazioni di combattimento, stata larena dellAnfiteatro. Con la consueta disponibilit a raccontare i risultati
raggiunti nel loro sperimentare modelli militari antichi,
gli opliti del 2000 non semplici figuranti ma cultori
appassionati, competenti soprattutto nel campo tecnico e funzionale di armi e armature si sono offerti al
pubblico che incessantemente, dallalba al tramonto, li
ha avvicinati per carpire segreti e soddisfare curiosit.
Anche in questa edizione la ricostruzione si messa
al servizio dellanalisi storica nellincontro Lesercito
greco: mentalit ed evoluzione condotto da Giovanni
Brizzi. Sul palco del Teatro degli Atti si muovevano in
perfetto ordine, nel segno dellantica disciplina, i nuovi
opliti, armati di schinieri, elmo, corazza e della caratteristica lancia, mentre dalle parole di Brizzi si delineavano
le caratteristiche delloplita, che, secondo Erodoto, rivelava le sue migliori qualit nel restare entro le fila dello
schieramento.
Nella storia del Festival diverse sono state le occasioni
in cui la ricostruzione storica e larcheologia sperimentale hanno contribuito a ricreare spicchi di vita e a riproporre antiche tradizioni. Ad iniziare da quella della
marineria antica proposta nel 2009 nella rassegna De
rebus nauticis. Gli antichi e la navigazione, che comprendeva iniziative tra archeologia, storia ed etnografia
realizzate in collaborazione con lIstituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale e con il Museo della Marineria di Cesenatico.
Anche in questo caso allincontro con lo studioso, Stefano Medas, doveva seguire lesperienza delluscita in
mare su imbarcazioni storiche. Purtroppo le contrarie
condizioni atmosferiche hanno impedito la navigazione
e fatto optare per una lezione sullarte marinaresca, a
bordo della barche ormeggiate in porto. Unesperienza
Fig. 8
Festival del Mondo Antico 2011. Lesibizione di gladiatori
dellArs Dimicandi.
aveva assunto la forma di tegola per consentire di affrontare, uniti, la battaglia, secondo schemi e geometrie
segnalati dal suono dei corni e dagli stendardi.
Per due giorni Rimini ha seguito con appassionato interesse i ritmi della vita nellaccampamento, ove riecheggiavano le grida, i suoni e i passi dei legionari, seguiti
con ammirato stupore da piccoli e grandi. Una sorta di
teatro vivente che ha contribuito a far emergere il Festival fuori dai luoghi tradizionali della cultura rendendo
partecipi dellevento oltre 1000 persone.
Lesperienza, dallesito indubbiamente positivo, stata
riproposta nel 2008 quando, sempre con la Legio XXX
Ulpia Traiana Victrix insieme allAssociazione di ricostruzione storica e archeologia sperimentale Nike e Thanatos, stato possibile conoscere da vicino la figura
delloplita ed entrare in contatto con le forme pi tipiche
dellartigianato romano.
89
Fig. 9
La Legio Trigesima GeminaGruppo riminese di rievocazione
storica romana in un
addestramento nellAnfiteatro
romano di Rimini (2012).
nuova per il Festival, nella scia di una tradizione di ricerca sulla marineria e la navigazione antica lungo la
costa romagnola che fa capo ai Musei della Marineria di
Cattolica e Cesenatico.
La ricostruzione storica si legava alla vita quotidiana
degli antichi nelledizione 2010 con un breve, interessante ciclo di incontri curati da Maria Grazia Maioli e
realizzati grazie alla collaborazione del CERCAL (Centro Ricerca e Scuola internazionale Calzaturiera di San
Mauro Pascoli). Fra lezioni e attivit laboratoriali si curiosava sullabbigliamento in et classica e tardo antica. Insieme alle vesti erano protagoniste le calzature
la cui realizzazione, fedele alle indicazioni attinte dalla
studiosa dalliconografia dellepoca, ha coinvolto una
realt artigianale del settore. In questo modo una vocazione florida nel territorio si incontrata con la moda dei
tempi pi lontani attraverso la maestria di un artigiano
che traduce la sua esperienza in una scuola di formazione professionale.
Ledizione 2011 del Festival, nel gi citato format de
Ilaboratori per i pi giovani, tornata a guardare allevento realizzato nel 1999 per proporre un nuovo appuntamento con la gladiatura.
Due le iniziative condotte dallAssociazione Ars Dimicandi che, riferendosi alle fonti storiche e iconografiche, nonch allarcheologia sperimentale, ha illustrato
la storia della gladiatura, le categorie che distinguevano
gli eroi dellarena, le armi e gli armamenti. Ma anche il
90
significato dei gesti e i rituali degli spettacoli. Ad aggiungere fascino e interesse al racconto erano gladiatori
che offrivano al pubblico i risultati di lunghi anni di ricerca e di sperimentazione su quello che fu lo spettacolo pi caro al mondo romano.
La presentazione di armature caratteristiche di alcune
categorie, quali i sanniti e i galli, che riproponevano
nomi di etnie sconfitte da Roma, evidenziava come gi
nellarena si attuasse una forma di rievocazione storica
ove i gladiatori simulavano lo scontro fra i romani e i
nemici vinti.
Tante le curiosit come quella dellelmo del contra retiarius, liscio e privo di sporgenze, per evitare limpigliarsi
della rete e per attenuare limpatto del tridente sul capo.
O ancora, nel caso dellarmamento del mirmillone, il
rapporto fra la forma della spada, lunga e spuntata, e la
forma dello scudo, alto e stretto per consentire ampie
traiettorie nel brandire larma. Particolari da cui si deduce una tecnica di combattimento che evitava il corpo
a corpo ravvicinato.
Se le Associazioni coinvolte nel Festival vantano un
lungo e accreditato curriculum, si deve anche constatare la nuova formazione di gruppi entusiasti
nellintraprendere, seppur a piccoli passi, la via della
rievocazione. Ne un esempio la Legio Trigesima Gemina-Gruppo riminese di rievocazione storica romana
che, proprio in occasione dellultima edizione del Festival, ha ambientato nellAnfiteatro romano una Schola
militaris per introdurre alle tecniche di addestramento
e combattimento, invitando chi volesse a vestire per
unora i panni del legionario. Una collaborazione che
ha aperto la strada per nuove e pi articolate proposte,
oltre il Festival. Come quelle che hanno attraversato lestate 2012 nello scenario dellAnfiteatro romano, dove il
gruppo illustra, in incontri serali settimanali, luso delle-
Fig. 10
Rimini, Museo della Citt. Ricostruzione della taberna medica (il cubiculum per il ricovero dei pazienti).
stati infatti oggetto di una ricostruzione, in scala prossima alloriginale, allinterno della Sezione archeologica
del Museo della Citt.
Chi si appresta a visitare le sale dove esposto il corredo di 150 strumenti e una selezione dei pi significativi materiali rinvenuti nello scavo, respira latmosfera
della Domus del chirurgo entrando nello spazio decorato e arredato sulla base della documentazione ar92
93
Fig 1
Ricercatori del GAV ripresi durante la Ricerca Archeologica di superficie nella centuriazione.
95
La divulgazione
Ora il problema era di rendere consapevole la popolazione dei resti che emergevano nei dintorni di Villadose
con lo scopo di favorirne la tutela e per questo sono
state proposte delle manifestazioni di divulgazione e di
ricostruzione storica, sempre con una notevole connotazione didattica.
Nel 1993 il Gruppo Archeologico di Villadose organizz
la rievocazione di un convivium con i cibi della Roma
antica presso la cinquecentesca corte Casalini di Cambio di Villadose. La manifestazione ebbe un grande
successo di pubblico e avvicin per la prima volta i soci
del GAV al problema di studiare e riproporre forme di
vita dellantichit classica.
Da allora nel Gruppo si sviluppata una sezione interessata a tali tematiche ed quindi nata lidea di organizzare a partire dal 1996 la Rievocazione del mercato della centuriazione romana. Lobiettivo iniziale era
di creare una manifestazione per divulgare alla popolazione i sorprendenti risultati ottenuti dal GAV con la
ricerca di superficie. Si era allora appena concluso un
survey durato sette anni, su unarea di 9400 ettari di
centuriazione nei comuni compresi tra Adria e Rovigo
con lindividuazione di 350 siti archeologici. Si volevano
proporre al pubblico alcuni aspetti della vita degli antichi coloni della centuriazione per portare la gente alla
consapevolezza del patrimonio archeologico emerso
dal territorio, processo fondamentale per arrivare ad
una sua tutela. La consapevolezza delle proprie radici
romane, ha avvicinato molta gente allo spirito della manifestazione che si cos consolidata anno dopo anno.
Allinterno del Gruppo Archeologico si sono formati tre
gruppi che hanno approfondito temi diversi della vita
degli antichi:
Fig. 2
Copertina del libro La centuriazione dellagro di Adria, edito nel 1993,
attualmente esaurito.
Ai riti prende parte una ventina di persone che realizzano i costumi e gli arredi necessari a presentarli al
pubblico (fig. 3).
Fig. 3
Il Gruppo di Antropologia
sociale dellantichit
durante il rito di
fondazione della citt.
97
Fig. 4
Menade danzante su
laminetta di rame,
rinvenuta nella
centuriazione a Beverare,
conservata al Museo dei
Grandi Fiumi di Rovigo.
Fig. 5
Danzatrici del gruppo danze antiche di Villadose.
98
Fig. 6
Legionari della Legio I Italica di Villadose in addestramento.
zione storica di et romana nata in Italia abbiamo offerto un modello per altre realt che volevano partire:
abbiamo infatti ospitato ripetutamente il direttore del
Museo Storico di Tarragona in procinto di partire con
Tarraco Viva, la direttrice del Museo di Umago che ha
poi organizzato Sepomaia Viva in Croazia, il direttore
del Museo della Centuriazione di Borgoricco che ha poi
dato vita a Terra di Storia nel reticolo romano a nord
di Padova.
Siamo stati inoltre coinvolti in numerose manifestazioni
per linaugurazione di Musei e valorizzazione di siti archeologici tra cui ricordo Brixia romana nel 2003 in
occasione della apertura del Museo di Santa Giulia,
dove abbiamo partecipato con pi di cento reenactors.
(fig.7).
Fig. 7
Ricostruzione del matrimonio secondo la descrizione di Catullo, con il
gruppo di antropologia sociale e il gruppo danze antiche presso il chiostro
del Museo di Santa Giulia a Brescia in occasione della manifestazione
Brixia Romana (giugno 2003).
100
Fig. 8
Copertina del giornale ACTA, utilizzato per pubblicizzare i contenuti della
rievocazione romana di Villadose.
101
della vita degli antichi romani e in esperienze di didattica e di divulgazione ed hanno permesso di gettare le
basi teoriche per migliorare la qualit delle ricostruzioni
storiche presentate a Villadose anno dopo anno.
Visite del Museo della Centuriazione
Il grande afflusso di pubblico permetteva di avere molti
visitatori presso il Museo, dove i soci del GAV organizzavano visite guidate.
Teatro antico
Ci siamo affidati al laboratorio teatrale di un liceo di
Adria che ogni anno ha riproposto rappresentazioni
di celebri autori greci. Gli autori pi rappresentati sono
stati Aristofane ed Euripide seguiti da Sofocle. Ha partecipato inoltre a numerose edizioni il gruppo teatrale di
Ostiglia Hic sunt histriones che fra laltro ha presentato un emozionante brano tratto dallOdissea (il ritorno
di Ulisse ad Itaca), oltre che una ricostruzione del teatro
di strada romano e delle farse atellane.
Fig. 9
Pagina di ACTA con gli eventi pi importanti della rievocazione del mercato
della Centuriazione di Villadose (settembre 2010).
Battaglia e accampamenti
Veniva allestito un accampamento con numerose
tende, aperto al pubblico in certi orari. I legionari fornivano notizie sulla vita quotidiana dei soldati e sullequipaggiamento. Venivano poi organizzate dimostrazioni di combattimento e vere e proprie battaglie come
quella di Tape e dei Campi Raudii.
I punti critici
103
turiazione Romana e i convegni di Archeologia Sperimentale, costruire una sezione museale multimediale
allinterno della Villa Municipale di C Patella e un museo diffuso allaperto.
Il Museo diffuso prevede allestimenti nella piazza antistante la Villa Municipale dedicati ad agricoltura, edilizia
e misurazioni del tempo e dello spazio, un percorso ciclabile nelle campagne centuriate, arricchito da opportuna segnaletica e ricostruzioni (fig. 10).
La giunta comunale nel 2012 ha approvato il progetto
del museo diffuso, ma non ha stanziato fondi per la sua
realizzazione.
Bibliografia
A. Grigato, E. Maragno, Ricerca archeologica di superficie su unarea
campione di 90 kmq dellagro centuriato di Adria, in La ricerca archeologica
di superficie in area padana, Stanghella 1996.
E. Maragno (a cura di), La centurazione dellagro di Adria, Stanghella, 1993.
E. Maragno (a cura di), Atti del I Convegno di archeologia sperimentale
(Villadose 28 agosto 1999), in Quaderni di Archeologia del Polesine, I,
Stanghella, 2000, pag. 307-387.
E. Maragno (a cura di), Atti del III Convegno di archeologia sperimentale
(Villadose 1 settembre 2001), in Quaderni di Archeologia del Polesine, II,
Stanghella, 2002, pag. 149-214.
E. Maragno, Progetto per un museo diffuso della centuriazione a Villadose,
in Quaderni di Archeologia del Polesine on line, Villadose, 2011,
www.centuriazione.it/quaderni.
E. Maragno, G. Zanin, Villadose romana, Stanghella, 2005.
Fig. 11
Pagina di presentazione dei Quaderni di Archeologia del Polesine on line
disponibili gratuitamente allindirizzo http://www.centuriazione.it/quaderni.
asp.
104
La Storia
VIsiTA al MUSEO il risultato di unidea maturata nel
corso del tempo, nellambito dellormai decennale appuntamento con la Festa Romana, che si svolge a Sarsina ogni anno il secondo sabato del mese di Luglio,
Promosso da Soprintendenza per i Beni Archeologici dellEmiliaRomagna, Museo Archeologico Nazionale Sarsinate in collaborazione
con il gruppo teatraleMary Poppins, con i ragazzi di Outsider
Group di Sarsina, con lAssociazione culturale Di Arte in Arte e con
lassociazione PRO-LOCO di Sarsina.
105
La Festa, nata su iniziativa della Pro Loco di Sarsina per offrire prima
di tutto alla cittadinanza, oltre che ai turisti, la possibilit di una
giornata allinsegna della rievocazione, attraverso il coinvolgimento
della popolazione, invitata ad indossare in quel giorno costumi alla
romana, ha sostanzialmente uno sfondo folcloristico. Attualmente
in fieri il progetto di unelaborazione pi consona al potenziale
di rievocazione storica che levento pu assumere in una cittadina
come Sarsina, centro collinare della vallata del Savio, intriso di
romanit (Storia di Sarsina I Let antica a cura di Angela Donati.
4
5
106
Plauto fu infatti istituito nel 1890, dallarcheologo forlivese Antonio Santarelli, che ordin allinterno delle
attuali prime due sale una ricca collezione di iscrizioni
romane raccolte, a partire dal Seicento, dagli studiosi
e cultori di storia locale, primo fra questi lerudito canonico sarsinate Filippo Antonini. In seguito confluirono regolarmente nel Museo tutti i resti archeologici rinvenuti
in citt ed i numerosi materiali scoperti nella necropoli
romana di Pian di Bezzo, indagata regolarmente negli
anni 30 ed 80 del secolo scorso. Considerata leccezionalit e lo stato di conservazione dei suoi imponenti
monumenti funerari, fu necessario, per collocarli in Museo, aumentare gli spazi espositivi, occupando progressivamente tutti gli ambienti del pianterreno.
Acquisito dallo Stato nel 1957 e assunto il nome di Museo Archeologico Sarsinate, fu ulteriormente ampliato
con loccupazione progressiva anche del piano superiore. Lultimo ampliamento degli anni 90 ha consentito di ricomporre integralmente i principali monumenti
funerari, in precedenza smembrati, e di proporre un
nuovo allestimento delle collezioni.
Attualmente il percorso espositivo al pianterreno offre
uno spaccato sociale dellantica Sassina, attraverso i
nomi di uomini e donne liberi o schiavi affrancati di
sacerdozi e corporazioni, che compaiono nelle iscrizioni
di are, stele e mausolei, fra i quali spiccano quelli ricomposti di Publius Verginius Paetus e quello di Rufus.
Seguono i materiali rinvenuti in area urbana legati ai
culti, alla vita civile e allarchitettura pubblica; di eccezionale interesse il grande mosaico pavimentale policromo detto del Trionfo di Dioniso proveniente da
una domus romana ed il gruppo statuario raffigurante
divinit frigie ed egizie, tra le quali emerge per bellezza
la statua di Attis.
Ai piani superiori sono esposti, in un rinnovato allesti-
mento, i reperti attribuibili alle fasi preromane ed al popolamento della vallata, alcuni corredi tombali, tipologie
di pavimenti musivi e di materiali edilizi vari. Infine nella
sala E, ricca di suppellettili di uso comune, stata recentemente riproposta la ricostruzione di una sala triclinare, attraverso i resti di un pregevole pavimento musivo (cosiddetto di Ercole ebbro) porzioni di intonaco,
numeroso vasellame ed un servizio da gioco appartenute a una delle domus rinvenute in via Finamore, nel
cuore dellantica Sassina romana.
Il testo narrativo
quindi su questo palcoscenico che ha preso vita la
rappresentazione VIsiTa in Museo 6 e per meglio fare
intendere lesperienza a quanti si occupano di rievocazione, se ne ripropone il canovaccio:
La Guida raccoglie i visitatori allinterno della prima sala
come si fa di solito durante una normale visita guidata.
Mentre sta per iniziare la spiegazione esce dalla seconda sala, non visibile prima dal gruppo, la Storia (ragazza vestita di bianco col volto coperto e con in mano
un gomitolo di lana rossa)
108
Fig. 1
La Storia.
SANTARELLI (invisibile): Oggi 2 agosto 1890 a imperitura memoria del glorioso passato della vetustissima
citt di Sarsina, si inaugura questo piccolo ma importante Museo Civico; esso rende onore alla memoria e
allimpegno del vostro grande concittadino, Mons. Filippo Antonini, che con pazienza e costanza raccolse fin
dal 1600 tutto il materiale qui esposto.
GUIDA: Certo che con questi personaggi fare la guida
oggi diventa unimpresa! Senza questi personaggi
per e senza la loro passione, senza la loro attenzione
alle pietre che vedete forse gli antichi Sassinates si
sarebbero dispersi, disseminando le tracce di questa
antica popolazione umbra, che alle soglie del III secolo
a.C. venuta in contatto coi Romani, si federata con
loro e poi gi nel primo secolo a.C. si pienamente ro109
Fig. 2
Cetrania Severina.
per
Fig. 3
Marcana Vera e il marito Lisimaco.
110
agosto 1990. Mentre festeggiamo i cento anni di questo Museo possiamo sentirci veramente onorati perch
portiamo a compimento il nostro progetto. Grazie allimpegno profuso ancora una volta dallAmministrazione
Comunale e dal nostro Ministero per i Beni Culturali, il
nostro Museo, nonostante sia frutto di successivi accorpamenti, pu ritenersi oggi pienamente compiuto e
con i suoi imponenti e singolari monumenti ricomposti.
Storia (rivolta alla Guida) Non esitare Racconta! I vari
Direttori sono usciti ed hanno concluso il loro lavoro. Io
invece rimango qui accanto, sempre presente, nel passato e nel futuroe ti ascolto. Narra per tu di Verginio
Peto
Guida: parlare di Peto dici? (Virginio Peto, ragazzo vestito da soldato romano esce da dietro il suo monumento e si posiziona davanti) Verginio Peto fu milite
prima e poi magistrato locale; le sue cariche sono visibili sul suo monumento come ci indica lo scudo ed
il fascio littorio e che probabilmente fece erigere per
s e per i suoi famigliari. Fu cremato e le sue ceneri
furono raccolte in unurna e questa a sua volta fu sigillata dentro a quei grossi blocchi darenaria che vedete
qui accanto. Il monumento doveva essere la sua dimora
eterna e doveva rimanere lungo la strada. Oggi qui
invece, preservato dal degrado. (rivolta alla Storia) E la
Storia lo ha reso immortale (fig. 4).
Storia: son sempre chiamata in causa, sempre il mio filo
attraversa il tempo, tutto il tempo e tutti i tempi. Venite
allora, seguitemi (e si dirige verso la sala V) ma quando
entrate nella nuova sala guardate avanti e tralasciate
di soffermare lo sguardo sulla parete: il grande mosaico appartiene alla citt, ne parleremo dopo; per ora
stiamo ancora percorrendo la strada della necropoli.
(il gruppo entra nella sala V e vede sullo sfondo il grande
STORIA (passa nella sala IV dove, prima del monumento di Peto, c limmagine di J. Ortalli coperta come
le precedenti. Mentre la scopre): Dopo gli scavi degli
anni 30 Jacopo Ortalli ha condotto negli anni 80 altre
esplorazioni e dopo la costruzione della nuova ala del
museo ha curato questo nuovo percorso museale.
ORTALLI (stessa voce maschile fuori campo) Oggi il 2
111
Fig. 4
Virginio Peto.
Fig. 5
Il monumento di Rufo con i figuranti.
recuperate occasionalmente nei secoli scorsi, decontestualizzate e prive delle statue bronzee di cui per sono
rimaste le impronte.
La Guida intanto offre spiegazioni sulle divinit e poi
introduce lamicizia di Cesio Sabino e Marziale, rappresentati anche in questo caso da due giovani seduti
davanti alle basi (fig. 6).
Seguono alcune battute e la recita del carme di Marziale.
Sulle basi quindi sono salite le figure delle divinit
(Giove, Minerva, Speranza, Salute, Dei Pubblici) (fig. 7):
STORIA: ed ora il sacro si mescola al profano! ...divinit olimpiche e maestose divinit orientali ci rendono
partecipi del mistero e della tolleranza che forse poi
venuta meno sino a frantumarne il ricordo. La terra copre, nasconde... ma poi
svela... (la Storia si allontana e va nella sala VII).
Fig. 6
Cesio Sabino e il poeta Marziale.
113
Fig. 7
Le divinit olimpiche.
Fig. 8
Le divinit orientali.
114
Fig. 9
Plauto.
Dopo aver attraversato le sale C e D il gruppo raggiunge la sala E, dove allinterno del vano ricostruito per
rendere lidea della sala triclinare, sul triclinio siedono
due convitati, serviti da due donne (fig. 11).
Dopo la spiegazione della Guida che illustra il contesto di rinvenimento del mosaico attorno al quale si
ricostruito lambiente, giovani ragazze al suono di musiche di festa danzando concludono la rappresentazione
(fig.12).
Maria Teresa Pellicioni
Fig. 10
Matrona ed ancella.
115
Fig. 11
La sala tricliniare.
Vivificare il museo:
la rappresentazione
Non credo ci sia un modo migliore
per presentare liniziativa realizzata a
Sarsina nel Museo Archeologico Nazionale che raccontarne lesordio.
Se gli effetti sono stati sotto gli occhi
di tutti, lidea cresciuta quasi in sordina, senza grandi pretese, ma con
seriet e soprattutto, per quanto rea
lizzata da non addetti ai lavori, nel
rispetto della ricostruzione storica.
Gli attori, in questa esperienza, sono
sostanzialmente tre: da una parte il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina, e quindi la Soprintendenza
per i Beni Archeologici dellEmilia-Romagna, nella persona di Maria Teresa Pellicioni; dallaltra i cittadini sarsinati, rappresentati dal laboratorio teatrale Gruppo
Mary Poppins, con i ragazzi dellOUTSIDER GROUP
di Sarsina, coordinati dalla scrivente; e poi le guide Tamara Bosi e Stefania Perini, dellAssociazione Culturale
Sarsinate Di Arte in Arte, che hanno generosamente
prestato il loro ruolo alla rappresentazione della VIsiTA
al MUSEO.
La proposta venuta da Maria Teresa Pellicioni che,
da tempo, nutriva il desiderio di vivificare il Museo
della sua citt natale: lungi dallessere visto come luogo
di morti, desiderava esprimere il fatto che un museo
possa parlare e raccontare tanto della vita dei sarsinati
di allora quanto sulla storia dei sarsinati di oggi.
Il canovaccio da Lei curato si prefiggeva di far toccare
Fig. 12
Le danzatrici.
116
117
Il Parco di Montale si inserisce in quel filone di proposte museali cosiddette open-air, nelle quali si utilizzano
ricostruzioni di ambienti e attivit del passato per trasmettere con un approccio fortemente evocativo aspetti
della storia di un territorio. Questa modalit di presentazione si presta particolarmente a valorizzare e promuovere la conoscenza di quei siti che, essendo stati
costruiti con materiali deperibili, non hanno lasciato sul
terreno resti di tipo monumentale in grado di veicolare
un forte messaggio culturale presso il grande pubblico.
Nel museo open-air di Montale viene proposta la ricostruzione di un settore di una terramara, nome con cui
sono noti i villaggi circondati da argine e fossato che
durante let del Bronzo, fra il XVII e la met del XII secolo a.C., occupavano capillarmente la Pianura padana
centrale. Costruiti interamente con unarchitettura che
utilizzava terra, legno e fibre vegetali, questi antichi abitati hanno lasciato sul terreno tracce scarsamente visibili che solo locchio esperto dellarcheologo in grado
di leggere e interpretare.
La ricostruzione proposta a Montale si basa su un solido presupposto scientifico: lesistenza di una terramara
ancora parzialmente conservata, dove gli scavi condotti
dal Museo Archeologico Etnologico di Modena hanno
portato in luce tracce della fortificazione del villaggio,
resti di abitazioni e di oggetti della vita quotidiana di una
comunit dellet del Bronzo.
Lanalisi e linterpretazione dei dati archeologici hanno
118
Fig. 1
Parco archeologico e Museo allaperto della Terramara di Montale: le due case ricostruite.
dunque che laspetto educativo, inteso come educazione al bene culturale, ha affiancato, per non dire sopravanzato, la dimensione emotivo-evocativa.
Daltra parte la stessa scelta di realizzare il museo allaperto accanto allarea archeologica, se vincente dal
punto di vista della comunicazione, sconta una potenzialit evocativa in parte compromessa dalla sua collocazione in un contesto urbano privo di appeal turistico
ambientale.
Questo uno degli aspetti che ci ha tenuti a lungo in
119
stand-by rispetto ad una modalit di dialogo con il pubblico connaturata agli open air museums: il reenactement o rievocazione in costume. Questi musei, forti
in Nord Europa di una tradizione che si consolidata
nel tempo, a partire dalle prime esperienze maturate
in Germania e nel mondo scandinavo e anglosassone,
rappresentano il setting ideale per la cosiddetta living
history, una modalit che mette in scena il passato
coinvolgendo direttamente il visitatore.
In Italia tuttavia gi sul tema delle ricostruzioni di ambienti una decina di anni fa si avvertiva ancora una certa
diffidenza sia da parte del mondo accademico che da
parte del pubblico, diffidenza che, nel caso di Montale,
fu ben presto superata a fronte del valore della ricerca
scientifica e dellofferta culturale.
La scarsa consuetudine italiana a questa modalit
dovuta sicuramente alla minor necessit di ricreare
ambientazioni laddove interi
contesti sono perfettamente
fruibili. Nel nostro Paese i
concetti di patrimonio e di
autenticit sono storicamente ancorati alle testimonianze tangibili (siti archeologici, monumenti, reperti,
opere) e fino a poco tempo
fa risultava arduo far passare lidea che ricostruzioni,
ambientazioni e messe in
Fig. 2
Parco archeologico e Museo allaperto
della Terramara di Montale: linterno di
unabitazione.
120
Abbiamo accolto questo suggerimento e da quel momento abbiamo osservato con particolare attenzione
le modalit di interazione con il pubblico che venivano
attuate nei musei dei nostri partner individuandone di
volta in volta punti di forza e di debolezza e chiedendoci
come declinarle nel Parco di Montale.
Unulteriore sollecitazione nella direzione della rievocazione in costume scaturita dallinteresse di un personaggio che ha fatto della valorizzazione delle eccellenze
turistiche la propria carta di identit: si tratta di Siusy
Blady, che intendeva realizzare nel territorio modenese
un progetto di valorizzazione di percorsi slow da effettuare a piedi o in bicicletta. In questa occasione la
difficolt di coniugare metodo filologico e spettacolarit
risultata in tutta la sua evidenza: da una parte una
troupe consolidata che voleva sfruttare appieno lopportunit di disporre di un set preistorico e di attori
capaci di accendere il fuoco, modellare la ceramica e
fondere il bronzo, dallaltra lintero staff proteso a difendere limmagine rigorosa che il Parco si era creato in
anni di attivit.
Il compromesso raggiunto ha consentito alla nota Turista per caso di realizzare un prodotto spendibile
e divertente, ricco di simpatici back stage e duetti fra
operatori e conduttrice, a noi di salvaguardare la nostra
integrit scientifica dichiarando apertamente, nel filmato girato, che ci prestavamo, per loccasione, ad una
sorta di gioco che per non faceva parte della nostra
modalit di comunicazione con il pubblico.
Superata, anche se in modo un po forzato, la nostra
diffidenza sulla rievocazione in costume, maturata ormai unampia esperienza sul panorama europeo, abbiamo avviato una ricerca mirata sullabbigliamento
dellet del Bronzo, avvalendoci anche di confronti con
siti archeologici coevi che grazie a particolari circo-
Fig. 3
Pfahlbaumuseum Unteruhldingen (Germania). Fondato nel 1922 si
caratterizza subito per la dimensione rievocativa.
121
Fig. 4
Pfahlbaumuseum
Unteruhldingen
(Germania). Unintera
famiglia ha vissuto in una
delle case ricostruite.
122
Fig. 5
Matrica Muzeum di
Szazhalombatta (Ungheria).
Dimostrazione di duello in
costume magiaro.
Fig. 6
Lofotr Viking Museum (Norvegia). Arrivo della nave vichinga sulle coste delle Isole Lofoten.
124
Bibliografia
Figg. 7-8
Syusy Blady al Parco di Montale.
125
Figg. 9-11
Reenactment al Parco di Montale.
126
127
Archeologia sperimentale
Nel 2005 la ricerca scientifica portata avanti dallUniversit a Monterenzio ha compiuto i primi passi verso
larcheologia sperimentale, tramite la realizzazione di
una fornace per la cottura delle ceramiche (fig. 1). Lesito positivo delle tecniche di costruzione nella realizzazione della struttura verticale, a piano forato per la
separazione della camera di cottura dalla camera di
combustione, ha portato ad un utilizzo immediato della
fornace, posta nellarea esterna adiacente al Museo,
per finalit didattiche. Purtroppo ad atti vandalici e
alla mancanza di risorse per la messa in sicurezza e
la manutenzione dellopera, unitamente alla mancanza
di personale strutturato adeguatamente formato al suo
funzionamento, conseguita la sua semi
distruzione e la completa demolizione nel
2013. Questo primo esperimento, seppure di breve durata, stato comunque
apprezzato sia dagli addetti ai lavori sia
dallutenza, ed ha portato ad affrontare i
successivi progetti di archeologia sperimentale con maggiore consapevolezza e
capacit di pianificazione degli interventi.
Nel 2006 si pensato di realizzare una
nuova struttura, prevedendone anche gli
interventi manutentivi, le modalit di uti-
Fig. 1
La fornace sperimentale in fase di costruzione
(realizzazione di R. Deriu, Gesti Ritrovati).
128
Fig. 2
La casa etrusco-celtica costruita nel 2006
accanto al Museo (direzione dei lavori del Prof.
A. Gottarelli, Te.m.p.l.a - UNIBO).
129
Fig. 4
Aperitivo celtico. Un'esperienza plurisensoriale: la macinazione del
grano, le produzioni casearie, la salagione della carne, prodotti locali e di
importazione.
oltre a repliche di antichi strumenti per cimentarsi in attivit quali, ad esempio, la macinazione del grano. Un
percorso tra gusto, tatto, udito, olfatto e vista: lutilizzo
di tavoli lignei fatti a mano, di recipienti in vimini o terracotta che richiamassero fogge vascolari antiche, e
linserimento di mense da banchetto tra le vetrine espositive hanno costituito un impatto visivo tale da dare vita
ai reperti esposti nelle vetrine adiacenti.
Lesperienza stata tanto positiva da essere replicata
in pi occasioni. Di conseguenza, non solo incrementato lafflusso dei visitatori al Museo in queste speciali
ricorrenze, ma si anche riscontrato un ampliamento
notevole del target di utenza, che stata fortemente
eterogenea per et, sesso, formazione e provenienza.
Un vero e proprio coinvolgimento a 360 gradi, legato ad
131
Fig. 5
Trucchi e magia: l'arte
di dipingere il corpo, 15
aprile 2012. Riproduzione
e reinterpretazione di un
antico kit per la cosmesi
(a cura di R. Vargiu, Galli
Boii).
Fig. 6
Trucchi e magia: l'arte di dipingere il
corpo. Cosmesi e ornamenti femminili
in contesto celto-italico e dimostrazione
di detersione della pelle per mezzo di
uno strigile (a cura di R. Vargiu, F. Nipoti,
M.Garuti e M. Taruffi, Galli Boii).
132
ciate e truccate rimirandosi in repliche moderne di antichi specchi di produzione tirrenica. In questo caso i
visitatori sono stati in parte spettatori passivi di scene
dimostrative, e in parte attivi protagonisti di simulazioni
di detersione e trucchi anche sui propri corpi. Il coinvolgimento di un Istituto Superiore, e la tematica trattata,
hanno portato alla partecipazione alla giornata anche
di quella fascia di utenza di ragazzi tra i 14 e i 18 anni,
piuttosto desueta al Museo di Monterenzio, cos come
nella maggior parte dei musei archeologici della provincia di Bologna.
Eventi similari sono stati realizzati in collaborazione con
il gruppo di rievocazione dei Galli Boii anche in occasione delle ArcheoloGite bolognesi, promosse dal
Settore Cultura della Provincia di Bologna, tra il 2010
e il 2013. In questo
caso, lhistorical reenactement divenuto il tramite con cui
dare vita alle realizzazioni di archeologia sperimentale. La
casa etrusco-celtica
costruita accanto al
Museo stata abitata
per unintera giornata
dai Galli Boii, che si
sono dedicati alle pi
Fig. 7
Case di donne e guerrieri:
trecce, intrecci e graticci,
ArcheoloGite bolognesi,
17 giugno 2012. La casa
etrusco-celtica arredata e
abitata dai Galli Boii.
133
Fig. 8
VIII Festival della cultura celtica. I fuochi di
Taranis, giugno-luglio 2012: il Direttore artistico
della Festa (A. Moretti, moroeventi.com) prepara
gli spettacoli insieme ai gruppi di rievocazione.
Fig. 9
VIII Festival della cultura celtica. I fuochi di Taranis: uno
degli spettacoli dei gruppi di rievocazione.
134
Fig. 10
VIII Festival della cultura
celtica. Ifuochi di
Taranis: accampamenti
storici, riproduzioni di
sepolture a cremazione,
combattimenti.
135
Fig. 11
VIII Festival della cultura celtica. I fuochi di Taranis: conferenza animata
(a cura della Dott.ssa A. Bondini, Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell'Emilia Romagna).
Fig. 12
Toccare per vedere. Toccare per conoscere, 25 aprile 2010:
inaugurazione del percorso tattile per non vedenti e ipovedenti.
Fig. 13
Toccare per vedere. Toccare per conoscere:
repliche di armi celtiche di ferro (realizzazione
a cura di V. Pastorelli, Hephestus).
Fig. 14
Toccare per vedere. Toccare per conoscere: repliche di oggetti da
toilette, uno specchio e uno strigile di bronzo (realizzazione a cura di V.
Pastorelli, Hephestus).
137
Conclusioni
138
Nellambito del progetto transfrontaliero PArSJAd Parco Archeologico dellAlto Adriatico, durante la primavera 2011, sono state affrontate e sistematizzate
le peculiarit della rievocazione dellevo antico in un
progetto formativo, denominato di scena la storia.
Ricostruzione storica dellantichit, rievocazione e patrimonio culturale, avente come obiettivo unintroduzione generale alla rievocazione storica e leffettuazione
di una formazione teorico-pratica sul tema, in rapporto
con il patrimonio storico-archeologico, il territorio e la
societ.
Il progetto si indirizzava a tutte le parti potenzialmente
coinvolte: coloro che materialmente realizzano o partecipano alle attivit di rievocazione, ma anche chi si
rapporta ad essa utilizzandola come strumento di comunicazione o promozione. Si rivolgeva, quindi, tanto
alle associazioni attive nel campo della rievocazione
storica o a singoli rievocatori, quanto e soprattutto ai
soggetti che ne sono co-interpreti e, in qualche modo,
committenti o beneficiari: gli organismi di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale, le comunit locali,
gli enti di promozione del territorio. Lattivit formativa
si accorda, infatti, pienamente con lobiettivo di implementare un percorso di comunicazione tra le diverse
parti, allo stato attuale generalmente non abbastanza
efficace ed efficiente in Italia.
139
discussione, di carattere introduttivo e teorico per fornire gli strumenti utili a un approccio individuale e personalizzato; da due laboratori di approfondimento su
temi specifici; da un project work, orientato a testare
leffettiva acquisizione delle nozioni, e da un convegno
che, sotto letichetta Antiqva Italia II, si riallacciava a
un precedente appuntamento organizzato nel 2010 intendendo passare in rassegna lo stato dellarte in fatto
di rievocazione dellantichit in Italia. Uno stage pratico
inserito nella realizzazione di un evento rievocativo ha
completato il percorso.
Laffinamento ulteriore del programma stato affidato a
un questionario motivazionale/informativo, approntato
allo scopo di indirizzare i partecipanti sulle linee-guida
progettate; grazie a questo supporto stato possibile
analizzare e corrispondere in modo pi aderente alle
motivazioni e aspettative dei partecipanti, definire con
migliore precisione il percorso di apprendimento e tagliarlo sui bisogni formativi espressi. In Appendice 1 il
report sui dati del questionario.
La conduzione del corso si avvalsa principalmente
delle professionalit dagli ideatori e coordinatori del
progetto: Corrado Re, impegnato nella divulgazione archeologica e storica tramite attivit di rievocazione storica e storia vivente dal 2001, e Lara Comis, archeologa
specializzata in Archeologia Sperimentale e divulgazione attiva del patrimonio storico-archeologico, a loro
volta supportati da specialisti di comprovata competenza ed esperienza su aspetti specifici dei temi trattati:
Dario Pedrazzini per le ricostruzioni di dialoghi in lingue
antiche impiegati in recitazioni a tema, Ally McClelland,
per la ricostruzione di cavalleria militare in spettacoli
storici, Roberto Rocchi, per lutilizzo di tecniche teatrali.
La fase teorica del percorso formativo ha dovuto in
primo luogo affrontare la definizione del campo dappli-
delle attivit dietro le quinte in affiancamento allorganizzazione/regia o, infine, lanalisi, dal vivo della manifestazione, monitorata in base ai parametri individuati
durante il corso.
Questultima azione, svolta in modo completamente
autonomo anche se supportata dallo staff, consisteva
nella predisposizione da parte dello stagista di una
scheda di valutazione dellevento, in cui descrivere i
parametri presi in esame e la relativa metodologia valutativa, la sua implementazione nel corso dellevento
stesso, la successiva elaborazione dei dati per lottenimento di una sintesi significativa circa le peculiarit,
i punti di forza, le criticit, le potenzialit di sviluppo.
Nelle Appendici 2 e 3 vengono illustrati il progetto di
stage e il relativo report finale.
A disposizione dei corsisti cera inoltre una piattaforma
di comunicazione comune, tramite un Forum sul sito
www.antiqva-italia.eu, dedicata alla discussione sui
temi inerenti alla rievocazione dellevo antico, nonch
alle attivit del progetto e altro, in condivisione con gli
aderenti al percorso Antiqva Italia svoltosi nei gi citati
convegni del 2010 e 2011 a San Lazzaro di Savena.
In conclusione, riteniamo che per trasformare la rievocazione dellevo antico in un effettivo strumento di comunicazione e divulgazione, unattivit culturale a pieno
titolo e perfettamente formata, non negando n nulla
togliendo agli aspetti di intrattenimento, ludici o sociali
che le sono altrettanto propri, sia indispensabile unefficace professionalizzazione, nel senso di acquisizione
di metodologie e standard professionali, non necessariamente professionistici, al di fuori quindi di ogni
prevalenza del professionismo sul volontariato. Per gli
stessi scopi e per far emergere le cospicue potenzialit
della rievocazione, altrettanto necessario che la comunicazione e la collaborazione interdisciplinare tra le
diverse figure ed enti coinvolti nelle attivit, vengano ulteriormente perseguite e incrementate anche attraverso
una maggiore consapevolezza della convergenza di
obiettivi e interessi.
Corrado Re
Analisi qualitativa dei risultati del questionario
motivazionale (14 aprile 2011)
Introduzione
Il presente report stato redatto con la finalit di implementare in modo dinamico il corso di formazione
tramite lacquisizione di informazioni riguardo diversi
aspetti della rievocazione storica e delle aspettative sul
corso. Le informazioni raccolte sono state visualizzate
graficamente tramite indagine orizzontale: di ogni area
di scelta si sono osservate preferenze espresse con
maggior frequenza. Dei risultati emersi, che a questo
stadio di analisi non si collocano nellindagine statistica
quantitativa, ma in quella qualitativa, sono state analizzate le ricadute strategiche sul programma del corso di
formazione. In dettaglio, si sono messe in evidenza in
special modo le aree potenziali di implementazione e
le sovrapposizioni positive con la struttura e i contenuti
del corso.
Una tale metodologia, utilizzata a livello sociologico, si
pone come utile strumento per determinare un approccio dinamico nella prospettiva di fornire un servizio ad
hoc per laudience del corso, senza per questo modificare alcuna parte della struttura gi progettata.
Modalit di redazione del questionario
Il questionario stato ideato con la finalit di sottoporre ai corsisti una serie di categorie e spunti di riflessione. Questi sono costituiti dal core del corso di
142
eventi che ancora non la utilizzano. Lelemento si dimostra interessante per il fatto che il corso potr di conseguenza tentare di impostare un protocollo di buona
pratica per il coinvolgimento della rievocazione in una
pianificazione culturale di nuova ideazione. La stessa
osservazione si pu effettuare per il legame esistente
tra rievocazione e attivit didattiche di nuova ideazione.
Ancora una volta sar anche in questo caso opportuno sviluppare una progettazione adeguata sul tema.
Le motivazioni (fig. 1)
Le motivazioni selezionate si presentano piuttosto
equilibrate. Una lieve preponderanza stata tuttavia
assegnata allapprofondimento delle tematiche e allacquisizione di strumenti pratici. Questa prevalenza trova
giustificazione nella rarit di iniziative istituzionali di formazione riguardo alla rievocazione come strumento di
valorizzazione del patrimonio. Piuttosto significativa la
presenza di interesse personale come motivo di frequenza.
FIG. 1
FIG. 2
143
La percentuale pi cospicua di scelte si quindi posta sugli eventi culturali gi avviati, di cui si avr quindi
cura di fornire strumenti di potenziamento. piuttosto
interessante che la percentuale espressa nel rapporto
tra rievocazione e ricerca archeologica e storica sia
maggiore rispetto al rapporto con attivit didattiche gi
avviate: evidentemente questo aspetto considerato
importante. Infine, appare peculiare che una discreta
porzione di scelte si sia indirizzata verso il ruolo stesso
di rievocatore. In conclusione, laudience incontra perfettamente le finalit del corso e indica in modo piuttosto chiaro le finalit che intuisce nella rievocazione.
FIG. 3
FIG. 4
144
aspetto che richiede forse una trattazione pi approfondita, nonostante alcune difficolt di gestione delle
problematiche che esulano dalle finalit del corso. Le
difficolt logistiche costituiscono la scelta successiva.
interessante infine che la frammentazione delle forme
giuridiche delle associazioni di volontariato non sia stata
riconosciuta come connotazione negativa della rievocazione. Laspetto della professionalit, dunque, non
viene ancora identificato con una struttura di interfaccia
con gli enti. Rimane da indicare unultima osservazione
compilata nel campo libero: la scarsit di disponibilit
economiche.
FIG. 5
Introduzione
Il presente progetto contiene la metodologia proposta
durante la redazione di una proposta di studio per il
Lejre research grant 2010 dal titolo: What did the romans cook for us? A double experiment. Il documento
stato redatto applicando il metodo di indagine ad una
conferenza-laboratorio tenuta dal gruppo di rievocazione AES CRANNA mantenendo il target di indagine.
Segue la traduzione del documento, originariamente in
inglese, con le modifiche effettuate per lapplicazione al
caso specifico.
Contesto di applicazione
Lobiettivo principale la comunicazione in archeologia
e il genere di feedback che il pubblico riceve sotto due
diverse condizioni di comunicazione.
In Italia le istituzioni pubbliche che si occupano di tutela
e fruizione del patrimonio tendono a considerare la rievocazione e la living history come uno strumento poco
affidabile per coinvolgere il pubblico. In alcuni Musei
145
Archeologici allAperto, per esempio, non viene praticata la rievocazione nella divulgazione del patrimonio.
Da un lato questo dovuto al fatto che la qualit della
rievocazione non sufficiente per gli scopi del Museo
Archeologico allAperto, dallaltra le cause risiedono
nella carenza di ricerca sui dati primari e soprattutto
dalla scarsa informazione sullarcheologia sperimentale
come strumento di ricerca e sulle importanti ricadute di
essa per la ricostruzione di un passato vivente.
La situazione in Italia piuttosto complessa anche perch non esistono linee guida comuni tra i gruppi che
praticano re-enactment o living history. Linteresse accademico negli aspetti sociali della rievocazione virtualmente assente, e questo determina un contesto
instabile di applicazione. Alcuni tab in questa prospettiva sono di certo causati dalla strumentalizzazione del
contesto storico e archeologico durante il Regime nei
primi decenni del XIX secolo, esperienza purtroppo non
solo italiana. Pertanto la confusione risiede sia nella
parte alta del problema, ovvero dal punto di vista accademico ed istituzionale, sia nella parte bassa, ovvero nelle persone praticamente coinvolte nelle attivit.
Comunque, il pubblico (il terzo polo del problema) richiede fortemente un coinvolgimento pi forte e pi
emotivo con il passato, senza porsi troppi problemi
riguardo a quanto di esso sia certo o quanto sia ipotetico. Questo atteggiamento dei fruitori delle istituzioni
che lavorano principalmente con leducazione e la valorizzazione del patrimonio culturale le ha portate ad
approcciare il problema non dal punto di vista accademico, ma da quello spettacolare, causando un grave ritardo nella ricerca e un peggioramento generale dellofferta culturale.
Questo progetto ha preso vita per cercare di tracciare
una possibile soluzione tra i tre poli coinvolti nel pro-
Informazioni verbali: una storia raccontata che potr vertere su fonti scritte e materiali e sulle attivit
che si svolgevano nel passato (ascolto).
Informazioni visive: in assenza della comunicazione
verbale, le informazioni potranno essere poste al
pubblico e verificate tramite losservazione (vedere
qualcuno fare qualcosa).
Esperienza diretta: in assenza di informazione verbale, attivit manipolative dirette possono comunicare informazioni relative ai reperti archeologici
(cultura materiale) e su aspetti intangibili del passato
(per esempio i sensi: fare qualcosa).
147
Modalit di svolgimento
Lo stage si svolto durante lattivit programmata dal
gruppo AES CRANNA nellambito dellevento Kainua
- Gli Etruschi rivivono a Marzabotto (Marzabotto - BO,
25 giugno 2011). Lattivit di divulgazione attiva si tenuta nel pomeriggio del 25 giugno con un lieve ritardo
FIG. 6
di scena la Storia: stage a Marzabotto con il gruppo AES CRANNA.
148
zioni di tintura con pigmenti naturali della lana e tessitura al telaio verticale. I gruppi si dimostravano molto
motivati a partecipare allattivit: alcuni dei componenti,
in et scolare, avevano trattato dellargomento durante
lanno scolastico e intendevano il laboratorio-conferenza come completamento del programma.
Nonostante quindi il campione di fruitori sia stato effettivamente molto limitato e non consenta di effettuare
osservazioni di carattere esemplificativo, sono emerse
alcune tematiche piuttosto interessanti che verranno
qui riassunte in base agli ambiti di indagine progettati,
bench in realt tutte le risposte si intercorrelassero in
maniera organica.
Acquisizione di nozioni: nomi, date, luoghi
I fruitori non hanno ricordato alcuna nozione acquisita
durante il laboratorio-conferenza, ma hanno sottolineato come sorprendente il fatto che i Celti non fossero
cos primitivi come vengono configurati nellimmaginario collettivo. Il fatto che avessero inventato il sapone,
che usassero profumi e cosmetici li connotava come
denotati da un loro specifico stile.
Sensazioni: olfatto, tatto, vista
Preponderante limportanza dellinterazione sensoriale
nelle risposte alle domande: lintensit dei profumi si
avvertiva a distanza, la consistenza degli unguenti e
i colori dei minerali utilizzati hanno colpito profondamente il pubblico.
Ricordi e/o autorappresentazione: associazioni
di pensiero e di ricordo: Cosa ti ha evocato?
Alcune osservazioni riferite a questo aspetto meritano
di essere riportate integralmente. Un fruitore ha ricordato come la propria nonna (due generazioni) utiliz-
Risultati
Hanno partecipato allattivit due gruppi rispettivamente di tre e due persone, tutte di sesso femminile
che avevano precedentemente assistito alle dimostra149
FIGg. 7-10
di scena la Storia: stage a Marzabotto con il gruppo AES CRANNA.
150
Conclusione
Il feedback ottenuto dai partecipanti allo stage e dal
pubblico stato integralmente positivo. Tuttavia, limpossibilit di portare a compimento il progetto iniziale
ha ovviamente compromesso lottenimento dei dati necessari per trasformare levento in un set di dati analizzabili e condivisibili con la comunit scientifica per
una valutazione pi approfondita del ruolo della rievocazione storica nella trasmissione delle conoscenze e
nel coinvolgimento del pubblico. Per questo ci si augura
che lesperienza di stage tenuto a Marzabotto si possa
ripetere in condizioni pi strutturate.
Lara Comis
151
FIGG. 11-12
di scena la Storia: stage a
Marzabotto con il gruppo AES CRANNA.
152
153
Toutai Argantia dalla provincia di Chieti e Teuta Nertobacos dalla provincia di Bologna, si tratta di noti gruppi
operanti da tempo nellet del Ferro, non esistono infatti
in Italia gruppi che affrontino periodi preistorici.
La novit di questo periodo storico rappresenta una
grossa difficolt che insieme ai tempi strettissimi e alla
distanza che separa tutte le realt coinvolte rende indispensabile mettere in atto espedienti organizzativi
adatti.
Applicando i concetti illustrati durante il corso presso
lIBC il primo passo fondamentale quello di palesare e
dichiarare gli obiettivi dei soggetti coinvolti, viene quindi
schematizzato il gruppo di lavoro (fig. 1) e redatto un
documento che sintetizza gli obiettivi di tutti.
Progettazione
Raccolgono questa sfida anche
i gruppi di Rievocazione storica
invitati da moroeventi.com, Teuta
Lingones Trib del Cinghiale
Bianco dalla provincia di Ferrara,
Fig.1
Schematizzazione del gruppo di lavoro di Fuochi Preistorici.
154
Operativit
Levento
Il primo step stato quello di raccogliere pi dati scientifici possibili, indispensabile lavoro svolto dal personale
del Parco Archeologico di Travo, che ha raccolto articoli, fotografie, disegni, tavole cronologiche, tutti documenti che sono stati condivisi nello spazio online, affinch i rievocatori potessero documentarsi e realizzare
indumenti ed ornamenti. Questi sono stati fotografati e
a loro volta pubblicati online, per condividerne problematiche di sviluppo e per sottoporli alla supervisione
delle archeologhe.
Le problematiche sorte in merito alla resa filologica
degli indumenti e di tutti gli ornamenti sono state non
poche. La carenza di dati per quanto riguarda le comunit del Neolitico recente emiliano, stata sublimata
dalla scelta consapevole di utilizzare dati provenienti da
contesti associabili, tenendo ben presente linevitabile
compromesso di un possibile divario cronologico e geografico.
Il secondo step ha interessato invece lambito emotivo:
rendere spettacolare il dato scientifico per farlo arrivare
al pubblico senza travisarlo o banalizzarlo, questo ha
comportato un intenso lavoro di scambio e di mediazione che ha coinvolto archeologhe e regista, concluso
Tra gli obiettivi ci siamo posti quello di coinvolgere, appassionare e, perch no, stupire il pubblico di qualsiasi
et.
Per ottenere questo risultato alla tradizionale visita guidata allarea archeologica e al villaggio condotta dagli
operatori del parco nella consueta modalit, la giornata
prevedeva due distinti momenti: Il primo dedicato alla
living history ed il secondo ad un vero e proprio spettacolo teatrale allaperto.
Nella living history i rievocatori hanno popolato ed animato, larea del Parco in cui sono state ricostruite le
capanne neolitiche e gli orti. Una trentina circa di rievocatori, ognuno con una precisa mansione presentata
durante i briefing operativi della mattinata, occupava
aree del parco e interpretava scene di vita quotidiana. I
rievocatori interagivano tra di loro ma non con i visitatori
che dopo la visita allarea archeologica erano direttamente guidati dagli archeologi nei vari punti del villaggio
in cui erano approntati questi quadri di vita quotidiana.
Tra le scene proposte vi erano: la concia delle pelli, la
tessitura, la costruzione di monili e piccoli strumenti
musicali, il lavoro nei campi, la lavorazione dellargilla e
dei cereali con macine a sella, la manutenzione di armi
e attrezzi, ed anche la costruzione di una sezione di parete della capanna con la tecnica dellintreccio intonacato con argilla cruda.
La seconda parte dellevento invece stato puro spettacolo: al numeroso pubblico stato offerto un rac-
Feed-back
Fin dalla fase di progettazione abbiamo cercato di porre
in atto azioni e comportamenti che ci permettessero di
capire come questo nuovo modo di operare venisse
percepito dai visitatori.
Allosservazione diretta dei comportamenti stato affiancato un questionario, somministrato ai visitatori al
termine della giornata, per profilarli, rilevare la loro percezione dellesperienza, raccogliere commenti, critiche
e suggerimenti (figg. 2a-2b).
Oltre alle localit di provenienza e le fasce det, abbiamo rilevato come sono venuti a conoscenza delliniziativa, per valutare quali canali e quali media sono
risultati pi efficaci nella diffusione della comunicazione,
il loro livello di conoscenza e frequentazione del Parco
Archeologico, in che modalit si sono recati in visita (in
gruppo, in coppia, single, ecc.) e se fossero presenti
bambini.
Una parte molto importante del questionario ci ha aiutato a capire come le azioni svolte nel corso dellevento
sono state percepite (fig. 3), indagando aspetti come
lorganizzazione, la location, le informazioni ricevute,
4
Fig.2a-b
Fronte e retro del questionario.
157
Fig. 3
Il grafico riporta come i visitatori
hanno espresso il loro gradimento sui
punti indagati nel questionario dove la
valutazione massima esprimibile era 6.
Ricadute
Molti interessanti spunti di riflessione sono arrivati anche nella sezione libera del questionario riservata ai
commenti, alle critiche e ai suggerimenti, mettendo in
evidenza spirito critico, la disponibilt e lintenzione di
dare un contributo costruttivo anche sotto forma di critiche pungenti, ma sopprattutto che i questionari erano
compilati con attenzione senza sottovalutare limportanza dello strumento.
Effettuato linserimento dei dati, nei giorni che hanno
seguito levento stato prodotto un report con grafici
e commenti condiviso anche nel gruppo di lavoro online e che ora a disposizione del Parco Archeologico.
Anche dalle riflessioni che sono scaturite dallinterpretazione di questi dati sar valutato quali nuove azioni
intraprendere negli eventi futuri.
158
catori neolitici al Parco Archeologico di Travo ambientato nelle capanne e nella golena del fiume Trebbia, realizzando centinaia di fotografie di qualit professionale
che ora sono a disposizione del parco e dei rievocatori
per la promozione delle loro attivit.
Parte di queste fotografie sono state scelte da Civilt,
periodico a tiratura nazionale che esce ogni mese in
edicola con oltre 6.000 di copie 6, che in aprile del 2012
pubblica uno speciale sulla vita nel Neolitico di ben 12
pagine con richiamo sulla copertina.
Affiancano queste bellissime foto i testi scritti in stretta
collaborazione con lo staff di Archeotravo, che danno
ampia visibilit al Parco Archeologico di Travo.
deciso di allestire unarea con spazi dedicati ad archeologi sperimentatori ed artigiani, nonch una zona organizzata appositamente per i bambini e ragazzi dedicata
a laboratori didattici e manuali.
Per il confort dei visitatori si optato per la predisposizione di zone dombra, di posti a sedere in prossimit
di alcuni punti di particolare interesse, ed anche di un
punto di ristoro con in vendita bevande e prodotti alimentari biologici.
Altre importanti novit sono costituite da una pi ampia
gamma di ricostruzioni di scene di vita quotidiana proposte sia con la living history che con larcheologia ricostruttiva ed un nuovo spettacolo, basato su una nuova
storia7, con la partecipazione di un maggior numero di
rievocatori e con il ricorso ad una colonna sonora integrata da brani composti8 per loccasione.
Per offrire delle ricostruzioni di scene di vita quotidiana
pi realistiche e consentire ai rievocatori di interfacciarsi
direttamente con il pubblico senza lintermediazione
dellarcheologo9, abbiamo organizzato due giornate di
formazione destinate principalmente ai rievocatori coinvolti nel gruppo di lavoro, ma che abbiamo aperto anche a soggetti esterni interessati a questi temi.
Sviluppi
Sulle ali dellentusiasmo e convinti dal successo della
prima edizione si deciso di replicare lesperienza della
rievocazione storica neolitica anche nel 2012, apportando modifiche scaturite dallosservazione diretta e
dallanalisi dei dati ottenuti con il questionario.
Si deciso di eliminare la figura dellarcheologo-guida
durante la fase di living history in modo da consentire al
pubblico di avere libero accesso alle varie scene di vita
quotidiana e di interfacciarsi direttamente con i rievocatori, muovendosi autonomamente nel parco.
Per aumentare lofferta di contenuti e consentire un allungamento della permanenza allinterno del parco si
6
7
8
9
159
Fig. 4
Fac-simile dellattestato.
10
11
12
160
Per innovare senza improvvisare necessario pianificare, sperimentare nuovi linguaggi, progettualizzare
losservazione di quanto si compie, individuare eccellenze su cui puntare o criticit da correggere, e mettere
nuovamente tutto alla prova del fare, innescando cos
un circolo virtuoso che porti ad innovare per crescere
(fig. 5).
Gian Battista Fiorani, Claudia Minuta, Andrea Moretti
Fig. 5
Il modello operativo.
161
al momento il primo esempio in Europa di conservazione a vista di strutture cos antiche, una grande sfida
anche per le problematiche di restauro connesse. Per
aumentare la visibilit e fruibilit del sito archeologico vi
sono state affiancate le ricostruzioni di tre delle grandi
case ritrovate a S. Andrea. I dati emersi dallo scavo permettono di ipotizzare che le case avessero un tetto a
doppio spiovente, pareti in legni intrecciati e intonacate
con un impasto di argilla cruda e paglia. Lallestimento
interno alla casa di spazi domestici, con materiali in legno, pelle, pietra e argilla consente di immedesimarsi
maggiormente nella vita neolitica. Sono ben delimitati gli
spazi adibiti alle attivit produttive come la filatura e tessitura del lino e della canapa, la macinatura dei cereali
come farro, frumento e lorzo e la preparazione ad uso
culinario di alcuni legumi di cui si conosce lutilizzo nel
sito grazie alle analisi carpologiche e polliniche. I contenitori di ceramica per cibi e bevande esposti allinterno
delle capanne sono anchessi il frutto di una ricerca effettuata a partire dai ritrovamenti archeologici: ricerca
sugli impasti, sulle argille e sulle modalit di cottura dei
vasi in forni a fossa. Le fogge realizzate a colombino
quindi senza lutilizzo del tornio ripropongono le tipologie pi diffuse nellabitato di Travo e caratteristiche della
tradizione francese chasseana: scodelle, orci, tazze e
olle decorate con prese forate probabilmente utili per
appendere i vasi allinterno della casa. Il progetto di realizzazione del parco si inserisce in uno pi ampio legato
alla valorizzazione del patrimonio archeologico della
Valle del Trebbia, particolarmente ricca di rinvenimenti
13
14
162
di freccia, come si foggiano i vasi in ceramica di impasto senza luso del tornio e come si cuociono in forni a
catasta, come si producono i tessuti su un telaio verticale con ordito teso da pesi, come si fa funzionare
un focolare a ciottoli arroventati e come poteva avvenire la cottura degli alimenti etc. Il Villaggio di Travo ha
accolto fino in fondo la sfida e la proposta che viene
dallesperienza dei parchi archeologici europei, legata
alle modalit divulgative del partecipare direttamente
a momenti di vita del passato attraverso il ricorso alla
living history, come modalit estremamente efficace per
comprendere la vita degli antichi. Il parco di Travo infatti stato il primo e per ora unico parco in Italia ad
aver realizzato una rievocazione ambientata in epoca
preistorica. La peculiarit di Travo stata di aver per la
prima volta portato in scena la giornata tipo di una comunit neolitica di 6000 anni fa unendo ricerca archeologica, indispensabile per ricreare costumi, scenografie
e azioni, e spettacolo.
Maria Maffi
Approfondimenti
- Archeotravo: www.archeotravo.it
- moroeventi.com: www.moroeventi.com
- Teuta Lingones - Trib del Cinghiale Bianco: www.lingones.com
- Toutai Argantia: www.argantia.it
- Teuta Nertobacos: www.teuta-nertobacos.org
- Camillo Balossini Fotografo: www.milloreenact.com
- Museo Archeologico di Stellata: www.comune.bondeno.fe.it/museoarcheologico
- Blackcirclestudio: soundcloud.com/blackcirclestudio
163
Fig. 6
Il pubblico si avvicina al fuoco per lofferta
durante il momento del rituale finale.
Fig. 7
Un momento durante le prove.
164
Fig. 8
Un momento durante
le prove.
165
FigG. 9-10
Alcuni momenti durante la living history.
166
invece una rassegna internazionale di cinematografia archeologica, nella quale si presentano docu-film di
produzione internazionale e conversazioni con noti personaggi del mondo della cultura.
Aquileia Lab, invece, offre ai bambini dai 4 ai 10 anni
laboratori ludico-didattici sul mondo degli antichi romani per far loro rivisitare la quotidianit del passato
attraverso giochi, ricette, laboratori di pittura e mosaico.
Infine, Tempora in Aquileia, grande rievocazione storica interamente dedicata alla fondazione di Aquileia,
una kermesse estiva di tre giornate realizzata per permettere ai visitatori di rivivere lo spirito delle origini della
citt: un viaggio nel tempo alla scoperta della storia,
della tradizione e della leggenda dellAquileia antica.
Immersi nel centro storico e nelle aree archeologiche
ci si pu imbattere nella quotidianit di un legionario
romano o in quella di un guerriero celta, nei saperi e
nei sapori dellantico mercato, nel giubilo dellarena gladiatoria, fino a giungere alla piacevole distrazione delle
danze e dei suoni che celebrano riti e libagioni. Larea
168
grande spettacolo: sinizia dallallestimento degli accampamenti storici e dalla cerimonia dapertura animata dallaccessione di un fal, feste, balli e canti, per
poi proseguire con ludi gladiatori, riti propiziatori, banchetti romani allietati da danzatrici, scontri e battaglie, e
il rito del Sulcus Primigenius in cui si definisce il perimetro della futura citt.
169
Caio Voltejo Capitone, centurione romano nato ad Opitergium e deceduto al largo della costa dalmata proprio
nel 49 a.C. durante la guerra civile tra Giulio Cesare e
Pompeo, combattendo per le truppe fedeli al primo.
Accerchiato dai Pompeiani, al comando di mille Opitergini, non cedette al nemico che prometteva la salvezza
della vita in cambio della resa e, emulato poi dai suoi
uomini, si procur la morte piuttosto che cedere le armi.
Lepisodio di eroismo venne ricompensato da Cesare
aumentando di trecento centurie il territorio di Opitergium, elevando gli abitanti allo status di cittadini romani
ed esonerandoli dal servizio militare per ventanni.
Opitergium Rievocazione storica rappresenta, oltre
che una straordinaria occasione di promozione in
chiave turistica della citt, anche una opportunit di approfondimento scientifico per studiosi e studenti. Grazie
infatti, in questo senso, al fondamentale apporto di
Fondazione Oderzo Cultura Onlus, che in Oderzo gestisce le principali strutture museali del polo culturale opitergino, ogni edizione propone la fruizione di specifici
laboratori didattici e di conferenze tenute da archeologi
professionisti e docenti universitari.
Oltre al coinvolgimento di Fondazione Oderzo Cultura
Onlus liniziativa viene realizzata annualmente con la
piena collaborazione dei principali attori della vita culturale, economica e sociale del territorio:
Istituti scolastici, coinvolti nella realizzazione dei la-
Istituita nel 2007 per volont dellAmministrazione comunale di Oderzo con il sostegno e patrocinio della
Regione del Veneto, della Provincia di Treviso, di Fondazione Cassamarca Onlus, di Fondazione Oderzo
Cultura Onlus, oltre che di un nutrito gruppo di prestigiosi partner privati, la manifestazione Opitergivm
Rievocazione storica, che si tiene ogni anno nella
prima settimana di giugno, costituisce una concreta occasione di promozione turistica della citt attraverso la
valorizzazione degli aspetti storico-archeologici del suo
patrimonio culturale oltre che del suo passato glorioso.
Il Comune di Oderzo, infatti, deve alla propria millenaria
storia di centro urbano la fortuna di rappresentare un
ricchissimo serbatoio di testimonianze archeologiche di
epoca romana, in parte visibili nel centro cittadino, in
altra parte confluite nella collezione permanente ospitata presso il Museo Civico Archeologico Eno Bellis.
Oderzo ha cos il privilegio, e la responsabilit, di garantire la valorizzazione e la promozione di un capitale culturale che per pregio e interesse scientifico non ha
nulla da invidiare anche alle pi importanti citt darte
del Veneto.
Dal punto di vista storico, Oderzo si alle pacificamente
a Roma sviluppandosi fino a diventare, nel 49 a.C., municipium con circa 50.000 abitanti e raggiungendo il
suo massimo splendore tra il I e II sec. d.C. Alla nascita
del municipium strettamente legata la mitica figura di
170
boratori didattici, delle visite guidate alle aree archeologiche della citt e nella progettazione degli eventi
della sezione Theatrvm, a completamento e supporto delle rappresentazioni realizzate dalla Compagnia teatrale (composta da attori professionisti) di
caratura nazionale;
Associazioni culturali e ricreative del territorio, coinvolte nel coordinamento dei figuranti, nel supporto
operativo generale della manifestazione e, in particolare, nella gestione dei punti di ristoro, con cibi
e bevande a tema, dislocati in citt (Cavpona e
Thermopolivm)
Associazioni di categoria, esercenti e negozianti,
coinvolti nellallestimento scenografico della manifestazione attraverso lallestimento a tema dei propri
locali e vetrine attraverso il percorso della Ambvlatio
ad Opitergii tabernas spectandas;
Cittadini, coinvolti in qualit di figuranti nelle parate
storiche che generalmente aprono e chiudono la
settimana rievocativa e, in veste di comparse, nelle
serate dedicate alle rappresentazioni teatrali classiche, a supporto degli attori professionisti cui affidata la realizzazione del Theatrum;
Aziende e Imprenditori del territorio, coinvolti in qualit di partner, sostenitori e patrocinatori della manifestazione.
Conferenze archeologiche
Ivdicivm
Il piano nobile di Palazzo Foscolo, edificio tardo cinquecentesco affacciato sulla principale via Garibaldi, ospita
di norma, nellarco dellintensa settimana rievocativa, gli
incontri di approfondimento scientifico con archeologi
e studiosi che, in modo divulgativo, affrontano di volta
in volta specifici aspetti della vita nel II sec. d.C. (alimentazione, moneta, giochi, abbigliamento, ecc.), con
particolare riguardo alla storia di Opitergium.
Theatrvm
Punto di forza della manifestazione, che ne caratterizza
anche lo spessore culturale, il Theatrum propone le
serate dedicate alle rappresentazioni del teatro con la
messa in scena di opere dei pi famosi autori classici:
da Plauto, con Aulularia, a Sofocle con Antigone ed
Edipo Re; da Aristofane, con Lisistrata, a Plauto con
Casina.
Perfettamente ambientate e rappresentate, grazie al
lavoro di riduzione delle compagnie teatrali coinvolte,
le serate teatrali sono state inserite nel circuito teatrale
realizzato della Provincia di Treviso con il patrocinio del
Ministero dei Beni e delle Attivit Culturali e del Turismo
(RetEventi sezione Marcastorica).
Con il Theatrum, le serate dedicate alla rappresentazione del Iudicium costituiscono una ulteriore declinazione dellapprofondimento della letteratura classica attraverso un approccio divulgativo, ma al tempo
stesso fedele alle fonti: grazie a un notevole lavoro di
rielaborazione, fino ad oggi affidato alla compagnia La
171
Castra
Un accampamento di legionari, con armamenti e attrezzature, sapientemente ricostruito in uno spazio aperto
al centro di Oderzo e visitabile in ogni momento della
giornata, anche da parte delle scolaresche. Qui, un nutrito gruppo di figuranti (circa 80 persone) ripercorrono
la vita quotidiana e le gesta degli antichi guerrieri romani, i loro combattimenti contro le popolazioni barbariche (vi pure un accampamento di Celti), simulando
assalti e operazioni belliche oltre che scene di vita militare (saluto allaquila, rito mitrahico, rito commemorativo
di un ufficiale caduto in battaglia, ecc.).
Convivivm
Macellvm
Collocato nella scenografica Piazza Grande, sotto la
suggestiva sagoma del Torresin, si apre il mercato
depoca con la presenza di decine di espositori che, in
costume antico, offrono tipici prodotti artigianali del II
172
Parata storica
sec. d.C.: dai gioielli alle armi, dal vasellame al miele, dai
tessuti alle spezie.
Particolarmente affascinante, nelloccasione, il servorum mercatus proposto dagli attori della locale compagnia teatrale.
Cavpona e Thermopolivm
Con lapporto delle Associazioni culturali e ricreative
del territorio, due punti-ristoro per il pubblico (rispettivamente, Caupona e Thermopolium) funzionano tutte
le sere della settimana con la somministrazione di cibi
e bevande ispirati alla cucina popolare e alle osterie del
II sec. d.C.
Dal personale di servizio (rigorosamente vestito e acconciato con abiti in tema con il periodo storico), allambientazione scenografica (tavoli, insegne, luci, arredi), al
men, tutto riporta lavventore allatmosfera dellantica
Opitergium.
Spettacoli gladiatorii
Accanto alle gesta dei soldati professionisti (legionari),
sono proposti al pubblico i duelli tra gladiatori con lesibizione delle diverse armi utilizzate e delle fondamentali
tecniche di allenamento e combattimento dei protagonisti degli antichi giochi.
In occasione degli spettacolari combattimenti, ospitati
in Piazza Grande, sono illustrate al pubblico sempre
numeroso le principali tipologie di gladiatori (retiarii,
mirmilloni, rudiarii, ecc.).
Presenze e promozione
Sin dal suo esordio Opitergium Rievocazione storica
ha riscosso un notevole successo di pubblico con un
numero di presenze stimate, nellarco dellintera settimana, in circa 10.000 persone.
Particolare attenzione sempre stata riservata allaspetto promozionale e pubblicitario della manifestazione per la quale stata pianificata una campagna di
comunicazione articolata nelle tre Province di Treviso,
Pordenone e Venezia oltre che, attraverso i canali in173
La redazione del programma degli eventi e la programmazione delle attivit operative di Opitergium Rievocazione storica sono di anno in anno seguite da un
Comitato organizzatore composto da amministratori
comunali, studiosi del periodo storico e professionisti
del settore.
Lo sforzo dellAmministrazione comunale notevole,
stante la complessit della manifestazione e lampio
ventaglio di iniziative proposte: proprio per questo si
rende indispensabile lapporto dei partner pubblici e
privati, il cui sostegno permette di offrire al pubblico un
programma, nutrito e di altissima qualit, ad ingresso
completamente gratuito (circostanza, questultima, non
usuale nelle manifestazioni culturali del medesimo livello).
174
offre evidentemente un potenziale notevole per la creazione di un moderno parco archeologico. LIstituto per
il Patrimonio del Mediterraneo del Centro di Ricerche
Scientifiche dellUniversit del Litorale si dunque impegnato gi da alcuni anni per la progressiva istituzione
del parco, al fine di presentare finalmente la villa al pubblico. Con il primo progetto Interreg Slovenia-Croazia
che coinvolgeva il sito, HEART of Istria: Heritage and
art. Development of cross-border tourist itineraries in
urban and rural areas (2005-2007), stata eliminata
la vegetazione ed dunque stato riscoperto il sito.
Nellambito di questo progetto stata realizzata anche
la copia di un mosaico e sono stati predisposti pannelli
informativi (fig. 1).
Nella fase seguente lUniversit del Litorale ha preso in
gestione il parco e il sito archeologico ha accolto i primi
visitatori nellestate del 2009. Nel 2010 stato firmato
un accordo tripartito preparatorio per la costituzione
del parco archeologico di San Simone tra il Comune
di Isola, lIstituto per la Protezione dei Beni Culturali e il
Centro di Ricerche Scientifiche dellUniversit del Litorale. Il parco archeologico presenterebbe, sulla base di
questo accordo, un bene di notevole interesse pubblico
per il comune e i suoi abitanti, arricchendone limportanza economica e culturale e soprattutto turisticoculturale. I firmatari dellaccordo si sono impegnati ad
adempiere a diversi obblighi. Il comune, che il pro-
Fig. 1
I pannelli informativi nel parco.
176
Eventi
Nel parco si svolgono tre eventi tradizionali. Il primo
viene organizzato nellambito della giornata internazionale dei musei ovvero ogni 18 maggio. Il nome di
questevento Porta aperta simbolico e introduce lapertura ufficiale della stagione. Segue la Notte estiva
dei musei che si svolge in tutta la Slovenia il terzo sabato del mese di giugno. In occasione della giornata
internazionale del turismo, il 27 settembre, viene organizzato lultimo evento Porta patens, che ha anche la
funzione di chiudere la stagione (figg. 2-3).
Fig. 2
La scena dellevento.
Fig. 3
Presentazione del cibo romano.
177
Fig. 4
I piccoli Romani.
Fig. 5
Laboratorio del mosaico per gli alunni della scuola media.
178
I laboratori didattici per adulti si svolgono nel parco archeologico o, nella bassa stagione, nella biblioteca civica di Isola. Il numero dei partecipanti limitato a 1015 persone e la prenotazione obbligatoria. Abbiamo
Fig. 6
Laboratorio didattico per adulti sul mosaico.
179
Mostre
Alla fine dellanno si organizza una mostra, che presenta
il lavoro svolto nei laboratori. La mostra a disposizione
per la popolazione locale e i turisti per due settimane.
Presenta unoccasione dincontro per tutti i partecipanti
e i conduttori dei laboratori e la comunit locale (fig. 7).
Fig. 7
Lapertura della mostra.
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Partecipazioni a eventi
Fig. 8
Visita dei bambini nel parco.
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Fig. 9
Il nostro stand a Sepomaia Viva.
Fig. 10
Sul set del film.
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Per incentivare la conoscenza del patrimonio del rinnovato museo, che aveva da poco aperto i battenti, e
canalizzare linteresse della popolazione verso la storia
del proprio paese, nel 2006 il gruppo ha impostato e
proposto uniniziativa di rievocazione storica ambientata
in epoca imperiale, corredata da un convivio archeogastronomico basato su una accurata rivisitazione di
ricette di Apicio su rielaborazione della studiosa Salza
Prina Ricotti.
Lepoca prescelta per levento rievocativo offriva ai cittadini lopportunit di rivivere la diretta partecipazione
di Brescello nel conflitto, ricordato da Tacito, scoppiato
nel 69 d.C. tra Vitellio e Ottone e conclusosi con la battaglia di Bedriacum e il successivo suicidio di Ottone
nel castrum brescellese.
Durante i tre giorni della rievocazione, divenuta nel
frattempo un appuntamento biennale a causa della
complessit delliniziativa, viene sviluppato un percorso didattico che coinvolge sia la cittadinanza che
le scuole primarie e secondarie. Nei laboratori proposti
si alternano dimostrazioni pratiche a brevi introduzioni
teoriche sui vari tipi di pani, sementi e macinatura,conferenze sul campo con il gruppo Fisici Polesani per
lutilizzo della groma, mostre sullabbigliamento maschile e femminile in auge nel I secolo, innalzamento
di un accampamento militare con visite guidate destinate a scolaresche e appassionati. Sinora sono state
Annualmente il gruppo partecipa inoltre ad altre rievocazioni, in particolare a quella che si tiene in occasione
del Natale di Roma.
Fig. 1
184
Fig. 2
185
LAssociazione ha come obiettivo la ricostruzione precisa e fedele della vita quotidiana di una legione romana
del primo secolo dopo Cristo, identificandosi con la tredicesima legione Gemina, costituita da Giulio Cesare.
Ci che il gruppo storico propone sono eventi culturali, rievocazioni storiche, uso dellequipaggiamento
del legionario, studio della disciplina formativa romana
classica, tecniche e movimenti di schiera, uso del latino
classico, attivit inerenti la vita quotidiana dellaccampamento, cucina del periodo.
Oltre a partecipare a manifestazioni del periodo romano, lassociazione, basandosi sulle fonti documentali
e iconografiche, nonch sui reperti archeologici, tiene
corsi serali di addestramento sulle tecniche di combattimento dellesercito romano, con lo scopo di ricreare
fedelmente, anche con luso del latino negli ordini di
truppa, le eccellenze operative e tattiche dellepoca.
Gli oggetti, le armi, il vestiario e tutto quello che compone lequipaggiamento sono il pi possibile fedeli alloriginale, e il lavoro di ricerca e miglioramento continuo.
186
Fig. 1
Effettuazione del murum, classica formazione di difesa dell'esercito romano.
187
Figg. 2-3
Sogliano sul Rubicone: inquadramento per una
marcia di addestramento con equipaggiamenti.
Verifica delle difficolt e delle problematiche
collegate al trasporto di materiali pesanti (viveri,
acqua, tende) e allimpiego di animali (muli).
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Fig. 4
Rimini, iniziative serali estive di rievocazione: la riscoperta e la rivalutazione dellanfiteatro romano attraverso addestramenti e approfondimenti sullesercito
romano e altri aspetti della vita civile e religiosa.
189
Nel 2008 infine, grazie a un buon lavoro di quipe, supervisionato sempre da F. M. Gambari, stato pubblicato il volume Taurini sul confine, un saggio che
analizza le affinit fra le popolazioni dei Taurisci e dei
Taurini, fornendo un preciso riscontro storico e archeologico e suggerendo idee e spunti per ulteriori ricerche future. La pubblicazione ha ospitato i contributi di
studiosi di fama europea quali M. Szab dallUngheria,
M. Gutin dalla Slovenia, Daniele Vitali dellUniversit di
Ravenna e Bologna, lo stesso F. M. Gambari e Stefania
Padovan collaboratrice della Soprintendenza del Piemonte, stimata archeologa in Terra Taurina e profonda
conoscitrice del sito protostorico dei Taurini del Bric
S.Vito, sulla collina torinese. Il testo stato adottato dal
corso di preistoria dalla Facolt di Lettere dellUniversit
di Torino.
LAssociazione nutre il massimo interesse verso confronto schietto con altre realt associative, nella logica
di fornire un utile contributo alla causa della rievocazione storica italica dellEvo antico. I tempi sono ormai
maturi, gli addetti/appassionati assommano a diverse
migliaia, ma ancora da ricercare una visione comune
di intenti che permetta a tutti, di divenire una voce attendibile, ancorch autorevole, nel contesto nazionale
ed europeo.
In questultimo, in particolar modo, negli ultimi cinquantanni anni, sono stati fatti enormi progressi nel
LAssociazione Terra Taurina, e il gruppo di rievocazione storica Touta Taurini vantano una presenza nel
panorama storico rievocativo, ultra decennale. Agli inizi,
come per tutti, non stato facile: la confusione era
molta, mitigata dallentusiasmo, la conoscenza dei contesti storici e dei relativi equipaggiamenti incompleta,
per cui venne presa la decisione di partire subito col
piede giusto ricercando la collaborazione con le istituzioni preposte e in particolare con la locale Soprintendenza Archeologica. La scelta si dimostrata opportuna poich ha consentito di sviluppare un serio lavoro
di approfondimento sul contesto storico, una scelta mirata del periodo da rievocare e molta attivit sul campo,
finalizzata alla ricostruzione di attrezzature, armamenti,
utensili, vestiario.
Massima attenzione stata dedicata alla divulgazione,
con oltre cinquanta conferenze tematiche, sviluppate e
coordinate dal Filippo M. Gambari, durante il suo servizio presso la Soprintendenza Archeologica del Piemonte. Lattivit didattica si orientata verso la realizzazione in favore delle istituzioni scolastiche (elementari
e medie), di sessioni di living history in aula, a cura di
archeologi militanti nellAssociazione.
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La creazione di un soggetto univoco, idoneo a dialogare con le Istituzioni, di competenza rigorosa e preparazione ineccepibile, potrebbe consentire a tutti di
mettersi al passo con le altre nazioni europee.
Molte sono nel Paese le eccellenze da spendere e gli
assi da giocare. Se organizzato, il panorama italiano
pu fornire chances ineguagliabili ed inesauribili: lauspicio che la mole di lavoro sin qui sviluppata da tutti,
non vada perduta o sprecata e che si possa giungere
alla piena condivisione di esperienze, energie e potenzialit.
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ISBN 9788897281207