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VALERIO C APPOZZO
IL DECAMERON
E IL LIBRO DEI SOGNI DI DANIELE
NEL COD. VATICANO ROSSIANO 947
Volume quarantaduesimo
INDICE
GIOVANNA FROSINI, Una imaginetta di Nostra Donna.
Parole e cose nel testamento volgare di Giovanni
Boccaccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 001
LAURA REGNICOLI, La cura sepulcri di Giovanni Boccaccio . . 025
AURELIO MALANDRINO, Frustoli boccacciani in tre codici
della Biblioteca Marciana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 081
ANGELO PIACENTINI, La novella bresciana del Decameron . . . . 093
JOHNNY L. BERTOLIO, Il vin vermiglio di Filippo Argenti
(Decameron IX 8) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143
VALERIO CAPPOZZO, Il Decameron e il Libro dei sogni di
Daniele nel cod. Vaticano Rossiano 947 . . . . . . . . . . . . . . . 163
MICHELANGELO ZACCARELLO, Del corvo, animale solitario.
Ancora unipotesi per il titolo del Corbaccio . . . . . . . . . . . . 179
ELSA FILOSA, Lamicizia ai tempi della congiura (Firenze 1360-61):
a confortatore non duole capo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 195
RINO MODONUTTI, Giovanni Boccaccio editore di Tito Livio? . 221
FERNANDO RIGON, Ipsicrate trdita e tradta. Il De claris
mulieribus come fonte iconografica nella pittura veneta
tra 500 e 700 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245
LI JINGJING, Boccaccio in Cina: strategie di traduzioni del
Proemio del Decameron . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 257
JADWIGA MISZALSKA, La fortuna spicciolata del Decameron
in Polonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 269
GIULIANA CARLESSO, Note su alcune versioni della Historia
destructionis Troiae di Guido delle Colonne in Italia
nei secoli XIV e XV (II) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 291
430
indice
397
NOTIZIARIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 405
INDICE DEI MANOSCRITTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 413
INDICE DEI NOMI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 415
Nella letteratura greca e latina il sogno occupa un posto di rilievo per lambiguit e il complesso simbolismo che richiede uno sforzo interpretativo, sia da parte del personaggio come del lettore. Lonirologia ha da sempre rivolto lanalisi dei sogni alla valutazione del
loro potenziale divinatorio, mentre loniromanzia, pratica popolare di
divinazione per mezzo dei sogni, aiuta la comprensione individuale
con manuali di interpretazione che in ogni epoca, fin dai tempi degli
antichi egizi, sono stati compilati per rispondere allinteresse e alla necessit di ogni classe sociale di spiegare il fenomeno onirico1.
Lassociazione tra linterpretazione dei sogni e testi letterari trova riscontro a livello materiale in alcuni manoscritti tre-quattrocenteschi: nellimportante cod. Laurenziano Martelli 12, la Vita nova
1 Per un excursus generale sulla storia del sogno dallantichit al medioevo si veda:
S.F. KRUGER, Dreaming in the Middle Ages, Cambridge, Cambridge University Press,
1992, (traduzione italiana: Il sogno nel Medioevo, Milano, Vita e Pensiero, 1996); I linguaggi del sogno, a cura di V. Branca, C. Ossola e S. Resnik, Firenze, Sansoni, 1985; I sogni nel
Medioevo, Atti del Seminario Internazionale di Roma (2-4 ottobre 1983), a cura di T. Gregory, Roma, Edizioni dellAteneo, 1985; Sogni e visioni nel mondo Indo-Mediterraneo,
Quaderni di studi indo-mediterranei, II, a cura di D. Boccassini, Alessandria, Edizioni dellOrso, 2009. Per la connessione dei libri dei sogni con la letteratura medievale cfr.
S.R. FISCHER, Dreambook and the Interpretation of Medieval Literary Dreams, in Archiv
fr Kulturgeschichte, CXV, 1983, pp. 1-20. Per unanalisi complessiva dei sogni e sognanti nel Decameron si veda: C. DELCORNO, Exemplum e letteratura. Tra Medioevo e Rinascimento, Bologna, Il Mulino, 1989, 103 ss., 276 ss.; F. CARDINI, Sognare a Firenze tra
Trecento e Quattrocento, in Quaderni medievali, IX, 1980, pp. 86-120; E. MENETTI, Il
Decameron fantastico, Bologna, CLUEB, 1994, pp. 97-129; F. CANOVAS, Forme et fonction de lnonc onirique dans le texte mdival: lexemple du Dcamron, in Neophilologus, a. LXXX, vol. IV, 1996, pp. 555-568; M. BALESTRERO, Limmaginario del sogno
nel Decameron, Roma, Aracne, 2009; M. MONTESANO, I sogni del Decameron, in Sulle ali del sogno, a cura di P.A. Rossi, I. Vigni e E. Miconi, Milano, Mimesis, 2009, pp. 131139; C.F. BLANCO VALDES, Il microtesto del sogno in Giovanni Boccaccio, in Il sogno italiano a cura di D. Capasso e R. Russi, Raleigh, Aonia edizioni, 2013, pp. 100-107.
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preceduta da due libri dei sogni rispettivamente in latino e in volgare. Antonio Pucci nel cod. Laurenziano Tempi 2 inserisce lo stesso
manuale tra varie citazioni tratte dal De amore di Andrea Cappellano,
Dante Alighieri, Brunetto Latini, Cecco dAscoli e i calendari egizi. Il
cod. Riccardiano 1258 lo fa seguire, in una versione in volgare molto
accurata, al Trattato della pazienza di Domenico Cavalca e a orazioni,
profezie e rime varie di autori minori; mentre il copista del cod. Laurenziano Ashburnham 1724 copia un libro dei sogni in latino dopo la
trascrizione dellAcerba, opera che prende in esame astrologia e onirologia2.
Anche nel caso che qui si esamina, il manuale dei sogni viene associato a un testo letterario come il Decameron nel cod. Vaticano
Rossiano 947, copiato da Domenico Caronelli, figlio del notaio ser
Franceschino da Caronelli, proveniente da una famiglia di mercanti
resasi nota tra Padova, Treviso, Udine e Conegliano per limpegno
culturale e gli interessi letterari3.
2 Nel cod. Martelli 12, della fine del XIII e prima met del XIV, la versione in latino composta da 355 voci e quella in volgare da 272, rispettivamente alle cc. 22r-25r e
32v-34r; nel cod. Tempi 2, datato 1362, in volgare alle cc. 145r-149r ed composta di
226 voci; nel cod. Riccardiano 1258, met del XV sec., sempre in volgare, si trova alle cc.
82v-88r e consta di 460 voci; il cod. Ashburnham 1724, datato 1455, contiene 495 voci in
latino, cc. 110r-118r. Per una descrizione dei singoli codici si veda: sul cod. Martelli 12,
H.W. STOREY, Early Editorial Forms of Dantes Lyrics, in Dante for the New Millennium,
a cura di T. Barolini e H.W. Storey, New York, Fordham University Press, 2003, pp. 2734 e la scheda in I manoscritti della letteratura italiana delle Origini. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, a cura di S. Bertelli, Firenze, Sismel, 2011, pp. 120-122 nr. 92, tavv. CXLII-CXLV; sul cod. Tempi 2, A. PUCCI, Il libro di varie storie, a cura di A. Varvaro, Palermo, Atti della Accademia di Scienze Lettere e Arti di Palermo, 1957; sul cod. Riccardiano 1258, I manoscritti della R. Biblioteca Riccardiana di Firenze, a cura di S. Morpurgo,
Roma, Tipografia Giachetti, Figlio e C., vol. I, 1900, pp. 320-324; sul cod. Ashburnham
1724, C. DASCOLI, LAcerba [Acerba etas], a cura di M. Albertazzi, Trento, La Finestra,
2002, pp. XXII ss.; per unanalisi dellopera si veda: Cecco dAscoli. Cultura, scienza e politica nellItalia del Trecento. Atti del Convegno di Ascoli Piceno, (2-3 dicembre 2005), Roma, ISIME, 2007. Trattandosi di un argomento ancora in fase di studio, per una visione
dinsieme di questi codici in relazione al Libro dei sogni di Daniele in essi contenuto, rimando al mio: Libri dei sogni e letteratura: lespediente narrativo di Dante Alighieri, in Studi in memoria di Achille Tartaro, a cura di G. Natali e P. Stoppelli, Roma, Bulzoni, 2009,
pp. 99-119.
3 Ringrazio Maddalena Signorini per avermi segnalato questo codice durante le tante discussioni sui sogni nel medioevo. Per la descrizione del manoscritto e per le notizie
sul suo copista si veda: V. BRANCA, Tradizione delle Opere di Giovanni Boccaccio, Roma,
Edizioni di Storia e Letteratura, vol. II, 1991, pp. 129-132; ID., Domenico Caronelli mercante coneglianese, boccaccista appassionato fra lenguazo veneto e ipercorrettismo toscano,
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Il cod. Vaticano Rossiano 947 un testimone precoce del Decameron. Finito di essere copiato nel 1395, ad 24 de aprile4, il manoscritto, cartaceo, acefalo, composto di 137 carte ed scritto su due
colonne in semigotica con influenze cancelleresche. Contiene alle cc.
13r-146v5 il Decameron a partire dalla quarta novella della seconda
giornata sino alla fine che reca lexplicit: Qui finisce el de Cameron,
cognominato principe Galleoto, compilato per messere Giovanni Bochassio da Firene. Le cc. 147r-148v contengono una Epistola de
una egregia, nobelle e famoxa dona, mandada ad un so dolze amante D. di Karonelli6, seguita dal frammento della Significacione dei
sompnij dalla lettera A alla C; la c. 149, infine, aggiunta successivamente, riporta un frammento dellindice delle novelle.
Laccostamento al testo di Boccaccio di un esercizio stilistico di
propria creazione, come lepistola, e del prontuario dei sogni, eleva
Caronelli da amanuense a coautore del Decameron7. Non un caso che anche nel cod. Vaticano Rossiano 936, sempre di sua mano, il
copista si comporti allo stesso modo: dopo le Questioni dAmore, testi estratti dal Filocolo, fa seguire lepistola presente nel cod. Rossiano 947, quindi la Pietosa fonte di Zenone Zenoni, poemetto in morin La sapienza civile. Studi sullUmanesimo a Venezia, Firenze, Leo S. Olschki, 1998, pp.
35-43; M. CURSI, Produzione, tipologia, diffusione del Decameron fra Tre e Quattrocento. Note paleografiche e codicologiche, in Nuova rivista di letteratura italiana, I, 1998, pp.
463-551; ID., Un copista-letterato, decameroniano di fine Trecento: Domenego Caronelli, in
Studj Romanzi, n.s. II, 2006, pp. 77-125, qui alle pp. 120-123 edita la tavola dei sogni; ID., Il Decameron: scritture, scriventi, lettori: storia di un testo, Roma, Viella, 2007,
pp. 53-56.
4 La data e la sottoscrizione del copista si trovano a c. 146v: scrito et complito per
mi, Domenego de Caronello, in Coneglano, 1395, ad 24 de aprile. Deo gracias. Amen.
Amen. Amen.
5 Le cc. 1r-12v sono bianche e sostituiscono le originali cadute.
6 Un altro codice contenente questa lettera insieme a un frammento del Decameron
: Udine, Biblioteca Comunale Vincenzo Joppi, cod. 30 (I. 2. 1 cart. 1B), sec. XV-XVI,
alle cc. 13r-15v, per il quale si veda M. CURSI, Un copista-letterato, cit., pp. 109-117; ID.,
Il Decameron: scritture, scriventi, lettori, pp. 54-56. Lepistola di Caronelli edita in:
Novella: Madonna Dianora udinese di Giovanni Boccaccio, ed epistola: di una egregia nobile e famosa donna mandata al suo dolce amante Domenico di Caronelli, tratte da un codice del secolo xiv, a cura di Quirico Viviani, Udine, fratelli Mattiuzzi, 1829, pp. XXXIXXXIX; poi in V. BRANCA, Domenico Caronelli, cit., pp. 44-46.
7 A questo riguardo sono essenziali gli studi di Branca e Cursi che sottolineano laspetto creativo del copista durante la prima fase della circolazione del Decameron: V.
BRANCA, Domenico Caronelli mercante coneglianese, cit.; M. CURSI, Un copista-letterato, cit.
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di. Nelle Genealogie deorum gentilium Boccaccio commenta a sua volta le cinque categorie macrobiane secondo le diverse specie di sogno,
poste in ordine verticale che vanno dai sogni insignificanti, causati
cio da alterazioni fisiche, a quelli premonitori e divini. Seguendo le
parole di Boccaccio a loro volta ispirate da Macrobio, abbiamo il
fantasma, un sogno in dormiveglia nel quale appaiono figure terrificanti e forze della natura come, per esempio, venti e mareggiate. Di
questa categoria fanno parte anche gli incubi, mentre linsomnium
provocato da una premonizione affettiva, rivela le aspettative del sognante ma attraverso visioni fatue, ingannevoli proprio perch provengono da desideri interni al soggetto e non hanno una qualit premonitrice. Il somnium la categoria pi usata in letteratura, come da
Boccaccio, nella quale si vedono cose vere, ma sotto una parvenza
simbolica che richiede uninterpretazione per essere compresa. Laquarta categoria la visio che si manifesta chiaramente senza lasciare dubbi sul messaggio profetico in essa contenuto. Infine, al grado
pi alto, si trova loraculum, una visione che ha luogo in uno stato ambiguo tra sonno e veglia in cui un personaggio importante rivela il futuro sul modello dello stesso Somnium Scipionis.
Harum prima vocatur phantasma, [] dum se incipit somnus immictere, existimantibus nobis adhuc vigilare, affertque hec horribiles visu formas []. Secunda insomnium nuncupatur a premeditatione causatum []. Verum quoniam ex affectione
procedunt, una cum somno in auras evanescunt []. Somnium species tercia appellatur, per quod placet Macrobio certa somniari, sed sub velamine []. Quarta vero
species visio nominatur, nullas pre se ferens ambages, quin imo quod futurum est liquida patefactione demonstrat []. Quinta et ultima somniorum species oraculum
veteres vocavere, quod Macrobius esse vult, dum sopiti parentes maioresque nostros,
gravem hominem aut pontificem, seu ipsum deum [] cernimus15.
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terpretare parti enigmatiche del testo, esercitandone labilit interpretativa che propedeutica alla comprensione dellintera narrazione. Ci
serviremo allora del Libro dei sogni di Daniele presente nel cod. Rossiano 947 e nelle altre miscellanee trecentesche citate, per analizzare
brevemente i sogni appartenenti alla categoria del somnium e della visio presenti nel Decameron.
In realt in questopera sono presenti anche due oracola e un insomnium: la visione in stato di veglia di Nastagio degli Onesti (quinta giornata, ottava novella), lapparizione di Tingoccio allamico
Meuccio (settima giornata, decima novella), e linsomnium di Pinuccio (nona giornata, sesta novella) dove il sogno viene inventato per
giustificare la sua cattiva condotta provocata dal bere eccessivo, quindi sogno falso anche perch generato da alterazioni fisiche. I quattro
sogni veri e propri corrispondono invece il primo alla categoria della visio: sogno premonitore e manifesto attraverso un intermediario,
lamante defunto di Lisabetta, e gli altri tre alla categoria del somnium, sogni veri ma espressi attraverso dei simboli velati che richiedono uninterpretazione per essere compresi.
Nella quarta giornata si ragiona di coloro li cui amori ebbero infelice fine e le ragioni sono diverse. Nella novella di Lisabetta la causa dellinfelicit data dal contrasto con i fratelli che tengono alla reputazione della famiglia tanto da reprimere il suo amore per Lorenzo, un loro aiutante. Il sogno della donna, nel quale appare lamante
defunto, ne anticipa la trama e la conclusione negativa per il fatto che
chol morto favellare lite significa, secondo il Libro dei sogni di Daniele, lite col significato di controversia, quella che caratterizza la disputa di Lisabetta con i fratelli18.
Nella novella successiva ci sono i due sogni di Andreuola e di Gabriotto, entrambi anticipatori della morte di lui19. La visione di An18 Anche per il cod. Martelli 12: Mortuum qualecumque videre litem significat;
in volgare: Morto chomanche se vedere lite significa. Sempre a proposito della variabilit dei simboli contenuti nei diversi testimoni, il cod. Ashburnham 1724, pi tardo rispetto al Rossiano 947 e ancor di pi al Martelli 12, riporta uninterpretazione completamente differente e opposta: Mortuum videre certum gaudium significat.
19 Su questo sogno si veda: B. JONES, Dreams and Ideology: Dec. IV, 6, in Studi
sul Boccaccio, X, 1977, pp. 149-161; S. CARRAI, Il sogno di Gabriotto (Decameron IV
6), in Studi vari di lingua e letteratura italiana in onore di Giuseppe Velli, Milano, Cisalpino, vol. I, 2000, pp. 179-185; G. CINGOLANI, Una cosa oscura e terribile: Boccaccio, Decameron, IV, 6, in Sogno e racconto: archetipi e funzioni, Atti del convegno di Macerata (7-
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dreuola oscura e assai vaga, ma serve per preparare quella di Gabriotto che invece si presenta in forma enigmatica ma chiara nel suo
significato. La donna vede unentit mostruosa uscire dal corpo dellamato che lo porta con s negli inferi, mentre a lui appare una cavriuola alla quale si affeziona e una veltra che si getta su di lui per
mangiargli il cuore. Appena finiscono luno di raccontare il proprio
sogno allaltro, Gabriotto muore come effettivamente i due sogni
avevano preannunciato. Difatti capra vedere significa spaamento,
con il significato etimologico di essere tolti di mezzo, e chane vedere di nimici morte significa20. Anche in questa novella il tema della
morte sulla quale incentrata, annunciato in sogno e reso comprensibile una volta che si ha la chiave per interpretarne i simboli.
Lo stesso accade nel quarto sogno, quello di Talano dImola che
vede un lupo aggredire la moglie21. Il tema la miscredenza che inganna Margherita la quale, non credendo alle parole del marito e al
racconto del suo sogno, esce di casa noncurante venendo effettivamente attaccata come un piccolo agnelletto da un lupo che la sfigura. Daltronde avederssi prender da lupo significa tratamento
dinganno, e quello in cui lei cade causato dalla sua incredulit per
9 maggio 2002), a cura di G. Cingolani e M. Riccini, Firenze, Le Monnier, 2003, pp. 7083; S. MARCHESI, Stratigrafie decameroniane, Firenze, Leo S. Olschki, 2004, pp. 97-104.
20 La cavriuola propriamente la capriola, usata in altri luoghi del Decameron
con questo significato (nella seconda Giornata, sesta Novella in cui Madonna Beritola
adottando e allattando due cavriuoli diventa essa stessa cavriuola). Il termine capra ricorre solamente due volte nel testo (nella seconda Giornata, decima Novella e nellottava Giornata, nona Novella con il significato di cavalcare la capra, cio ingannarsi;
mentre il plurale capre usato anchesso in due ricorrenze ma in momenti puramente descrittivi, nellIntroduzione alla prima Giornata). In nessun Somniale volgare o latino compare il capriolo o la capriola come non compare nei bestiari medievali, mentre
compare spesso la capra e il caprone. Derivando il termine capriolo da capreolus, proveniente a sua volta da caper, capra, capro e capra, con derivazione da caprea, capro selvatico, probabile che a tale animale si faccia un riferimento generico nel Libro dei sogni, significato del quale spiega comunque bene il sogno di Gabriotto. In varie opere del
ciclo arturiano alla capriola si associa anche il cervo bianco, a tale proposito si veda S.
CIGADA, La leggenda del Cervo Bianco e le origini della matire de Bretagne, Atti dellAccademia Nazionale dei Lincei: Memorie, Classe di scienze morali, storiche e filologiche, s.VIII, fasc. I, Roma, Accademia nazionale dei Lincei, vol. XII, 1965. Si consultino le pp. 65-67 per il mito in una visione dinsieme; e le pp. 90-92 per una lettura del simbolo sognato da Gabriotto.
21 Su questo sogno si veda: F.P. BOTTI, A proposito del sogno di Talano (Decameron,
IX 7), in Intersezioni, a. XXXII, vol. II, 2012, pp. 173-187.
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il fatto di non aver voluto dar fede al sogno premonitore del marito22.
In ultima analisi, il Libro dei sogni di Daniele che conclude il cod.
Rossiano 947, ha unutilit per il lettore che se ne pu servire per capire gli episodi onirici, ma ha anche e soprattutto una funzione rivolta a un pi generale esercizio interpretativo dei simboli e delle immagini quotidiane o leggendarie presenti nel testo. Nel momento in cui
la letteratura laica ha raggiunto il proposito di essere comprensibile
ai pi attraverso luso del volgare e di tematiche comuni, la scelta editoriale di Domenico Caronelli di annettere il libro dei sogni a conclusione del codice, risponde allesigenza sentita dal copista e dal suo ambiente culturale di fornire al lettore uno strumento utile che serva da
stimolo allinterpretazione personale dellintero Decameron.
22 La versione latina del cod. Martelli 12 riporta: A lupo se appr(e)hender(e) vel tenere ab inimico apponi significat, mentre la versione in volgare: Dal lupo e(ss)e(re) preso dal nimico e(ss)e(re) t(r)ovato S[ignifica]. Il cod. Tempi 2 presenta due interpretazioni contrastanti: Volpe o lupo vedere buone novelle (et) buon messo sig(nifica) e Vedersi pigl[i]are a lupo trattato di tuoi nemici sig(nifica).
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APPENDICE
Trascrizione della c. 148v del cod. Vaticano Rossiano 947, gi XI 97.
Il testo del Libro dei sogni mutilo ed composto di 87 voci che vanno dalla lettera
A a met della lettera C. Considerando che per sole tre lettere si hanno 87 sogni, possiamo congetturare che lintero Somniale doveva contenerne allincirca 300, costituendo insieme al cod. Laurenziano Martelli 12, che ne contiene 272, il pi articolato manuale dinterpretazione in volgare italiano del Trecento fin ora conosciuto.
La c. 148v riporta sul margine superiore il titolo rubricato preceduto dallinvocazione Ye(s)us, e dai numeri 16126 20, a sinistra e 2 195 a destra, probabilmente due
antiche segnature.
Lapparato critico presente nelle note a pi di pagina costituito dalle varianti contenute negli altri due mss. trecenteschi che contengono il Libro dei sogni di Daniele
in volgare, il cod. Martelli 12 (M12) e il cod. Tempi 2 (T2).
Ledizione che segue diplomatico-interpretativa per cui gli interventi sono stati limitati al minimo: ho introdotto la separazione delle parole, sciolto le abbreviazioni
anche senza indicazioni visibili (tranne in casi dubbi), inserito le lacune tra parentesi quadre, aggiunto gli accenti e gli apostrofi, e disciplinato luso delle maiuscole e
delle minuscole.
Ye(s)us
Significacione dei sompnij
(col. A)
Arbori salire significa honore
Arbori sechi vedere s(ignifica) i(n)gano23
Anello tuor significa segurt24
Auro veder s(ignifica) guadagno25
Ave veder s(ignifica) guadagno
Aceto bevere s(ignifica) infirmit26
Arostire o ma(n)ar carne s(ignifica) dampno
Agnello veder passere27 s(ignifica) guagagno28
Altare vedere o sacrificare s(ignifica) dampno29
Archo tirare s(ignifica) honore30
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46 M12: Barba farsi vedere morte s(ignifica); T2: Vedersi divellere la barba molte cose co(n)trarie sig(nifica).
47 M12: Bagnio fabbrichare o i(n) esso la[va]rsi a[n]ghoscia s(ignifica).
48 T2: Bordone vedere inghannamento sig(nifica).
49 T2: Battalgl[i]a o gente fuggire lite sig(nifica).
50 Tra le due parole c una lettera depennata.
51 T2: Buoi aranti vedere guadangno sig(nifica).
52 M12: Bestie domar vedere pace s(ignifica); T2: Bestia domare pace sig(nifica).
53 M12: Buoi grassi pascere vedere ghuadagnio s(ignifica); T2: Buoi grassi veder
pascere buonte(m)po spera e Buoi mangiare o bere: male sig(nifica) e Buoi veder pascere bene sig(nifica).
54 T2: Buoi veder correre allegrezza sig(nifica).
55 M12: Bui (com)bater vedere anghoscia s(ignifica); T2: Buoi co(m)battere allegrezza sig(nifica).
56 M12: Bestia p(ar)lante vedere molestia s(ignifica); T2: Bestia parlare molestia
sig(nifica) e Bestia quattro pi parlare fuga di nemici sig(nifica).
57 T2: Becchi (et) montoni vedere abbondanzia sig(nifica).
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58 Della u rimane solo il primo tratto verticale a causa di un piccolo buco nella carta che interessa solo questa lettera.
59 M12: Cavaliere vedersi allegrea s(ignifica).
60 M12: Corere s vedere veloce lite s(ignifica) e Corere s vedere i(m)pacciamento s(ignifica).
61 M12: Correre vedersi no(n) potere infirmit s(ignifica); T2: Volere correre (et)
no(n) potere inpedimento sig(nifica).
62 M12: Il capo p(er)dere morte della amico s(ignifica).
63 M12: Chon putana iacere secu(r)it s(ignifica).
64 M12: Cholla moglie sua iacere danno s(ignifica); T2: Cholla molgle giacere
dan(n)o sig(nifica).
65 M12: Cho maschio iacere maraviglia s(ignifica); T2: Co maschio giacere traschorrimento sig(nifica).
66 M12: Chon alchuna bestia iace(re) morte s(ignifica).
67 T2: Con grande (et) potente parlare sicurt sig(nifica).
68 M12: Carte leggere messo t(ri)sto s(ignifica).
69 M12: Chon philosafo p(ar)lare mo(r)te s(ignifica).
70 M12: Cielo fochoso vedere alchuna cosa rea s(ignifica).
71 M12: Cholla serochia sua iacere danno s(ignifica).
72 M12: Cholla moglie altrui iacere danno s(ignifica); T2: Con femina altrui giacere guadangno sig(nifica).
73 M12: Corona fare vedere lite s(ignifica).
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TAVOLE
VALERIO CAPPOZZO
TAV. I - Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, cod. Rossiano 947, c. 148v.
FINITO DI STAMPARE
NEL MESE DI DICEMBRE 2014
PER CONTO DELLA
CASA EDITRICE LE LETTERE
DALLA TIPOGRAFIA ABC
SESTO F.NO - FIRENZE