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Estratto da:

STUDI SUL BOCCACCIO


Volume quarantaduesimo

VALERIO C APPOZZO
IL DECAMERON
E IL LIBRO DEI SOGNI DI DANIELE
NEL COD. VATICANO ROSSIANO 947

LE LETTERE FIRENZE 2014

STUDI SUL BOCCACCIO


FONDATI E GI DIRETTI DA VITTORE BRANCA
DIREZIONE: GINETTA AUZZAS, CARLO DELCORNO,
MANLIO PASTORE STOCCHI

Volume quarantaduesimo

Editi sotto gli auspici


dellEnte Nazionale Giovanni Boccaccio

LE LETTERE - FIRENZE 2014

Si ringrazia per la gentile concessione delle immagini:


Archivio di Stato (Firenze)
Archivio di Stato (Siena)
Biblioteca Apostolica Vaticana (Citt del Vaticano)
Biblioteca Medicea Laurenziana (Firenze)
Biblioteca Nazionale Centrale (Firenze)
Bibliothque Municipale (Lyon)
Dorotheum (Vienna)
Collezione Mikaeloff (Parigi)

Copyright 2014 by Casa Editrice Le Lettere s.r.l. Firenze

INDICE
GIOVANNA FROSINI, Una imaginetta di Nostra Donna.
Parole e cose nel testamento volgare di Giovanni
Boccaccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 001
LAURA REGNICOLI, La cura sepulcri di Giovanni Boccaccio . . 025
AURELIO MALANDRINO, Frustoli boccacciani in tre codici
della Biblioteca Marciana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 081
ANGELO PIACENTINI, La novella bresciana del Decameron . . . . 093
JOHNNY L. BERTOLIO, Il vin vermiglio di Filippo Argenti
(Decameron IX 8) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143
VALERIO CAPPOZZO, Il Decameron e il Libro dei sogni di
Daniele nel cod. Vaticano Rossiano 947 . . . . . . . . . . . . . . . 163
MICHELANGELO ZACCARELLO, Del corvo, animale solitario.
Ancora unipotesi per il titolo del Corbaccio . . . . . . . . . . . . 179
ELSA FILOSA, Lamicizia ai tempi della congiura (Firenze 1360-61):
a confortatore non duole capo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 195
RINO MODONUTTI, Giovanni Boccaccio editore di Tito Livio? . 221
FERNANDO RIGON, Ipsicrate trdita e tradta. Il De claris
mulieribus come fonte iconografica nella pittura veneta
tra 500 e 700 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245
LI JINGJING, Boccaccio in Cina: strategie di traduzioni del
Proemio del Decameron . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 257
JADWIGA MISZALSKA, La fortuna spicciolata del Decameron
in Polonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 269
GIULIANA CARLESSO, Note su alcune versioni della Historia
destructionis Troiae di Guido delle Colonne in Italia
nei secoli XIV e XV (II) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 291

430

indice

DAVIDE CAPPI, Riflessioni su un catalogo: Boccaccio autore e


copista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 311
RECENSIONI
GIOVANNI BOCCACCIO, Decameron, a cura di A. Quondam, M.
Fiorilla e G. Alfano (K. P. Clarke). Postilla (C. Delcorno);
GIOVANNI BOCCACCIO, Rime, edizione critica a cura di R.
Leporatti (S. Cremonini); Libro damore, attribuibile a
GIOVANNI BOCCACCIO, edizione critica a cura di B. Barbiellini
Amidei (M. Zaccarello); Boccaccio. A critical guide to the
complete works, ed. by V. Kirkham et al. (M. Mazzetti);
Boccaccio e i suoi lettori. Una lunga ricezione, a cura di G.M.
Anselmi et al. (C. Di Franza); M. CURSI, La scrittura e i libri
di Giovanni Boccaccio (S. Bertelli); Autografi dei letterati italiani. Tomo I Le Origini e il Trecento, a cura di G. Brunetti
et al. (S. Bertelli); Boccaccio in Romagna. Manoscritti, incunaboli e cinquecentine nelle biblioteche romagnole, a cura di P.
Errani et al. (A. Merci); L. BATTAGLIA RICCI, Scrivere un libro
di novelle. Giovanni Boccaccio autore, lettore, editore (A.
Pegoretti); L. RUBINI MESSERLI, Boccaccio deutsch. Die
Dekameron-Rezeption in der deutschen Literatur (15.-17.
Jahrhundert) (F. Pezzarossa) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 353
ABSTRACT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

397

NOTIZIARIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 405
INDICE DEI MANOSCRITTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 413
INDICE DEI NOMI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 415

IL DECAMERON E IL LIBRO DEI SOGNI DI DANIELE


NEL COD. VATICANO ROSSIANO 947

Nella letteratura greca e latina il sogno occupa un posto di rilievo per lambiguit e il complesso simbolismo che richiede uno sforzo interpretativo, sia da parte del personaggio come del lettore. Lonirologia ha da sempre rivolto lanalisi dei sogni alla valutazione del
loro potenziale divinatorio, mentre loniromanzia, pratica popolare di
divinazione per mezzo dei sogni, aiuta la comprensione individuale
con manuali di interpretazione che in ogni epoca, fin dai tempi degli
antichi egizi, sono stati compilati per rispondere allinteresse e alla necessit di ogni classe sociale di spiegare il fenomeno onirico1.
Lassociazione tra linterpretazione dei sogni e testi letterari trova riscontro a livello materiale in alcuni manoscritti tre-quattrocenteschi: nellimportante cod. Laurenziano Martelli 12, la Vita nova

1 Per un excursus generale sulla storia del sogno dallantichit al medioevo si veda:
S.F. KRUGER, Dreaming in the Middle Ages, Cambridge, Cambridge University Press,
1992, (traduzione italiana: Il sogno nel Medioevo, Milano, Vita e Pensiero, 1996); I linguaggi del sogno, a cura di V. Branca, C. Ossola e S. Resnik, Firenze, Sansoni, 1985; I sogni nel
Medioevo, Atti del Seminario Internazionale di Roma (2-4 ottobre 1983), a cura di T. Gregory, Roma, Edizioni dellAteneo, 1985; Sogni e visioni nel mondo Indo-Mediterraneo,
Quaderni di studi indo-mediterranei, II, a cura di D. Boccassini, Alessandria, Edizioni dellOrso, 2009. Per la connessione dei libri dei sogni con la letteratura medievale cfr.
S.R. FISCHER, Dreambook and the Interpretation of Medieval Literary Dreams, in Archiv
fr Kulturgeschichte, CXV, 1983, pp. 1-20. Per unanalisi complessiva dei sogni e sognanti nel Decameron si veda: C. DELCORNO, Exemplum e letteratura. Tra Medioevo e Rinascimento, Bologna, Il Mulino, 1989, 103 ss., 276 ss.; F. CARDINI, Sognare a Firenze tra
Trecento e Quattrocento, in Quaderni medievali, IX, 1980, pp. 86-120; E. MENETTI, Il
Decameron fantastico, Bologna, CLUEB, 1994, pp. 97-129; F. CANOVAS, Forme et fonction de lnonc onirique dans le texte mdival: lexemple du Dcamron, in Neophilologus, a. LXXX, vol. IV, 1996, pp. 555-568; M. BALESTRERO, Limmaginario del sogno
nel Decameron, Roma, Aracne, 2009; M. MONTESANO, I sogni del Decameron, in Sulle ali del sogno, a cura di P.A. Rossi, I. Vigni e E. Miconi, Milano, Mimesis, 2009, pp. 131139; C.F. BLANCO VALDES, Il microtesto del sogno in Giovanni Boccaccio, in Il sogno italiano a cura di D. Capasso e R. Russi, Raleigh, Aonia edizioni, 2013, pp. 100-107.

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valerio cappozzo

preceduta da due libri dei sogni rispettivamente in latino e in volgare. Antonio Pucci nel cod. Laurenziano Tempi 2 inserisce lo stesso
manuale tra varie citazioni tratte dal De amore di Andrea Cappellano,
Dante Alighieri, Brunetto Latini, Cecco dAscoli e i calendari egizi. Il
cod. Riccardiano 1258 lo fa seguire, in una versione in volgare molto
accurata, al Trattato della pazienza di Domenico Cavalca e a orazioni,
profezie e rime varie di autori minori; mentre il copista del cod. Laurenziano Ashburnham 1724 copia un libro dei sogni in latino dopo la
trascrizione dellAcerba, opera che prende in esame astrologia e onirologia2.
Anche nel caso che qui si esamina, il manuale dei sogni viene associato a un testo letterario come il Decameron nel cod. Vaticano
Rossiano 947, copiato da Domenico Caronelli, figlio del notaio ser
Franceschino da Caronelli, proveniente da una famiglia di mercanti
resasi nota tra Padova, Treviso, Udine e Conegliano per limpegno
culturale e gli interessi letterari3.
2 Nel cod. Martelli 12, della fine del XIII e prima met del XIV, la versione in latino composta da 355 voci e quella in volgare da 272, rispettivamente alle cc. 22r-25r e
32v-34r; nel cod. Tempi 2, datato 1362, in volgare alle cc. 145r-149r ed composta di
226 voci; nel cod. Riccardiano 1258, met del XV sec., sempre in volgare, si trova alle cc.
82v-88r e consta di 460 voci; il cod. Ashburnham 1724, datato 1455, contiene 495 voci in
latino, cc. 110r-118r. Per una descrizione dei singoli codici si veda: sul cod. Martelli 12,
H.W. STOREY, Early Editorial Forms of Dantes Lyrics, in Dante for the New Millennium,
a cura di T. Barolini e H.W. Storey, New York, Fordham University Press, 2003, pp. 2734 e la scheda in I manoscritti della letteratura italiana delle Origini. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, a cura di S. Bertelli, Firenze, Sismel, 2011, pp. 120-122 nr. 92, tavv. CXLII-CXLV; sul cod. Tempi 2, A. PUCCI, Il libro di varie storie, a cura di A. Varvaro, Palermo, Atti della Accademia di Scienze Lettere e Arti di Palermo, 1957; sul cod. Riccardiano 1258, I manoscritti della R. Biblioteca Riccardiana di Firenze, a cura di S. Morpurgo,
Roma, Tipografia Giachetti, Figlio e C., vol. I, 1900, pp. 320-324; sul cod. Ashburnham
1724, C. DASCOLI, LAcerba [Acerba etas], a cura di M. Albertazzi, Trento, La Finestra,
2002, pp. XXII ss.; per unanalisi dellopera si veda: Cecco dAscoli. Cultura, scienza e politica nellItalia del Trecento. Atti del Convegno di Ascoli Piceno, (2-3 dicembre 2005), Roma, ISIME, 2007. Trattandosi di un argomento ancora in fase di studio, per una visione
dinsieme di questi codici in relazione al Libro dei sogni di Daniele in essi contenuto, rimando al mio: Libri dei sogni e letteratura: lespediente narrativo di Dante Alighieri, in Studi in memoria di Achille Tartaro, a cura di G. Natali e P. Stoppelli, Roma, Bulzoni, 2009,
pp. 99-119.
3 Ringrazio Maddalena Signorini per avermi segnalato questo codice durante le tante discussioni sui sogni nel medioevo. Per la descrizione del manoscritto e per le notizie
sul suo copista si veda: V. BRANCA, Tradizione delle Opere di Giovanni Boccaccio, Roma,
Edizioni di Storia e Letteratura, vol. II, 1991, pp. 129-132; ID., Domenico Caronelli mercante coneglianese, boccaccista appassionato fra lenguazo veneto e ipercorrettismo toscano,

il decameron e il libro dei sogni di daniele

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Il cod. Vaticano Rossiano 947 un testimone precoce del Decameron. Finito di essere copiato nel 1395, ad 24 de aprile4, il manoscritto, cartaceo, acefalo, composto di 137 carte ed scritto su due
colonne in semigotica con influenze cancelleresche. Contiene alle cc.
13r-146v5 il Decameron a partire dalla quarta novella della seconda
giornata sino alla fine che reca lexplicit: Qui finisce el de Cameron,
cognominato principe Galleoto, compilato per messere Giovanni Bochassio da Firene. Le cc. 147r-148v contengono una Epistola de
una egregia, nobelle e famoxa dona, mandada ad un so dolze amante D. di Karonelli6, seguita dal frammento della Significacione dei
sompnij dalla lettera A alla C; la c. 149, infine, aggiunta successivamente, riporta un frammento dellindice delle novelle.
Laccostamento al testo di Boccaccio di un esercizio stilistico di
propria creazione, come lepistola, e del prontuario dei sogni, eleva
Caronelli da amanuense a coautore del Decameron7. Non un caso che anche nel cod. Vaticano Rossiano 936, sempre di sua mano, il
copista si comporti allo stesso modo: dopo le Questioni dAmore, testi estratti dal Filocolo, fa seguire lepistola presente nel cod. Rossiano 947, quindi la Pietosa fonte di Zenone Zenoni, poemetto in morin La sapienza civile. Studi sullUmanesimo a Venezia, Firenze, Leo S. Olschki, 1998, pp.
35-43; M. CURSI, Produzione, tipologia, diffusione del Decameron fra Tre e Quattrocento. Note paleografiche e codicologiche, in Nuova rivista di letteratura italiana, I, 1998, pp.
463-551; ID., Un copista-letterato, decameroniano di fine Trecento: Domenego Caronelli, in
Studj Romanzi, n.s. II, 2006, pp. 77-125, qui alle pp. 120-123 edita la tavola dei sogni; ID., Il Decameron: scritture, scriventi, lettori: storia di un testo, Roma, Viella, 2007,
pp. 53-56.
4 La data e la sottoscrizione del copista si trovano a c. 146v: scrito et complito per
mi, Domenego de Caronello, in Coneglano, 1395, ad 24 de aprile. Deo gracias. Amen.
Amen. Amen.
5 Le cc. 1r-12v sono bianche e sostituiscono le originali cadute.
6 Un altro codice contenente questa lettera insieme a un frammento del Decameron
: Udine, Biblioteca Comunale Vincenzo Joppi, cod. 30 (I. 2. 1 cart. 1B), sec. XV-XVI,
alle cc. 13r-15v, per il quale si veda M. CURSI, Un copista-letterato, cit., pp. 109-117; ID.,
Il Decameron: scritture, scriventi, lettori, pp. 54-56. Lepistola di Caronelli edita in:
Novella: Madonna Dianora udinese di Giovanni Boccaccio, ed epistola: di una egregia nobile e famosa donna mandata al suo dolce amante Domenico di Caronelli, tratte da un codice del secolo xiv, a cura di Quirico Viviani, Udine, fratelli Mattiuzzi, 1829, pp. XXXIXXXIX; poi in V. BRANCA, Domenico Caronelli, cit., pp. 44-46.
7 A questo riguardo sono essenziali gli studi di Branca e Cursi che sottolineano laspetto creativo del copista durante la prima fase della circolazione del Decameron: V.
BRANCA, Domenico Caronelli mercante coneglianese, cit.; M. CURSI, Un copista-letterato, cit.

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valerio cappozzo

te di Petrarca basato sul sogno e la visione cos come il prontuario dei


sogni8. Questa inserzione testuale che si ripete coerentemente rende
Domenico Caronelli un buon esempio di copista mercante che dimostra un approccio libero e interpretativo sui testi che sceglie di copiare9. In questo quadro, che sulla stessa linea dei copisti del Martelli
12 e di Antonio Pucci che personalizza il suo Libro di varie storie copiando disparate tipologie di testi, sar interessante ora soffermarsi
sul libro dei sogni che accomuna tutti i mss. menzionati.
Il manuale dinterpretazione dei simboli onirici posto a conclusione del cod. Rossiano ha un titolo generico, Significacione dei sompnij, come la versione in latino presente nel cod. Martelli 12, La expositione de so(n)gni, mentre quella in volgare dello stesso codice
Laurenziano e del Tempi 2, sono prive di titolo. Lopposizione della
Chiesa ai libri di argomento divinatorio la probabile causa per cui
i copisti omettono lattribuzione al profeta Daniele causando problemi di identificazione del testo10. Nei codici anteriori al Trecento o in
quelli Quattrocenteschi, invece, lattribuzione inequivocabile e pressoch costante: Incipit Sompniale Danielis profete q(uod) fecit in Babilonia civitate Nabuchada[no]sore Regi plurib(u)s civibus et o(m)ni
populo tradebat sompnia q(uae) solvere ip(s)e Daniel [] si legge,
per esempio, nella versione contenuta nel cod. Laurenziano Ashburnham 1724, datato 1455, c. 110r. Grazie alla stessa struttura con
lindicizzazione dei simboli in ordine alfabetico seguiti da una conci8 Per la trascrizione di questo poemetto si veda: R. BENEDETTI, Un inedito frammento della Pietosa fonte di Zenone da Pistoia, in La cultura volgare padovana nellet del Petrarca, Atti del Convegno di Monselice-Padova (7-8 maggio 2004), a cura di F. Brugnolo
e Z.L. Verlato, Padova, Il Poligrafo, 2006, pp. 477-485.
9 Sono trascrizioni cio ispirate a una libert e guidate da un intervento di gusto
personali assolutamente ignoto ai copisti di professione o ai letterati di stretta osservanza. V. BRANCA, Tradizione, cit., p. 199. Questo passaggio citato anche in: M. CURSI,
Un copista-letterato, cit. p. 90.
10 Le pratiche divinatorie vengono viste con sospetto dalla Chiesa e loniromanzia
bandita alla fine del XII secolo nel Decretum Gratiani che ritiene il Libro dei sogni di Daniele non attribuibile al profeta perch falso in Danielis nomine intitulata (Parte IV,
Causa XVI). Anche il Concilio di Treviri nel 1310 proibisce ogni forma di divinazione e
nel 1326 il papa Giovanni XXII con la bolla Super illius specula bandisce con scomunica
anche il solo possedere libri di argomento mantico. Alla met del secolo la proibizione di
tutte le pratiche divinatorie viene reiterata da Agostino dAncona con il Tractatus contra
divinatores et sompniatores nel quale, come suggerisce il titolo, c il rifiuto totale di ogni
forma divinatoria. A questo proposito si veda M. SEMERARO, Il Libro dei sogni di Daniele. Storia di un testo proibito nel Medioevo, Roma, Viella, 2002.

il decameron e il libro dei sogni di daniele

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sa spiegazione, non si ha dubbio che il libro dei sogni presente nel


cod. Vaticano Rossiano 947 sia il Somniale Danielis, vale a dire il Libro dei sogni di Daniele11.
Composto in greco intorno al IV-V sec. d.C. e tradotto in latino
nel VII, in arabo nel IX e nelle lingue volgari europee e mediorientali a partire dallXI sec., questo manuale ha avuto una circolazione manoscritta e a stampa imponente, stato utilizzato come base delle interpretazioni nella Smorfia napoletana e rimane il modello per lingente quantit di libri dei sogni che vengono pubblicati ancora oggi12. In
questo manuale i simboli onirici, ai quali segue una breve valutazione del contenuto, sono disposti in ordine alfabetico. Pur seguendo
uno schema fisso in cui si ritrovano spesso delle interpretazioni simili, ogni esemplare varia a seconda del luogo e dellepoca di composizione, costituendo di volta in volta il testimone di una particolare tradizione e superstizione popolare13.
11 Roberto Benedetti ha definito questo testo: una tavola dei sogni, elenco parziale in ordine alfabetico di voci con il relativo significato simbolico, secondo la tipologia del
Libro dei sogni di Daniele,. R. BENEDETTI, Un inedito frammento, cit., p. 484, n. 11; ripreso e confermato poi da M. CURSI, Il Decameron: scritture, scriventi, lettori, cit.,
p. 54.
12 Il Libro dei sogni di Daniele stato tradotto tra il IX e il XV sec. dal greco e dal
latino in: arabo, aramaico, armeno, copto, ebraico, francese, inglese, irlandese, islandese,
italiano, persiano, siriaco, tedesco e turco. da notare che ogni versione del Somniale riporta varianti motivate dalla cultura del luogo di composizione e dallepoca in cui stato compilato. Per fare un esempio della sua continuit nei secoli: fine XIII sec.: Arborem videre: gaudium singnificat; 1850: Albero vedere: significa allegrezza; 2014: Albero = 73, con frutti: fortuna. Per la tradizione manoscritta e a stampa del Somniale Danielis si veda: L.T. MARTIN, Somniale Danielis: An Edition of a Medieval Latin Dream
Interpretation Handbook, Bern-Frankfurt am Main, Lang, 1981; S.R. FISCHER, The Complete Medieval Dreambook: a Multilingual, Alphabetical Somnia Danielis Collation, BernFrankfurt am Main, Lang, 1982; M. SEMERARO, Il Libro dei sogni di Daniele, cit.; L.
DI TOMMASO, The Book of Daniel and the Apocryphal Daniel Literature, Leiden-Boston,
Brill, 2005; L.S. CHARDONNENS, Anglo-Saxon Prognostics, 900-1100. Study and Texts, Leiden-Boston, Brill, 2007; S.M. OBERHELMAN, Dreambooks in Byzantium. Six Oneirocritica
in Translation, with Commentary and Introduction, London, Ashgate, 2008; R.M. LIUZZA,
Anglo-Saxon Prognostics. An Edition and Translation of Texts from London, British Library,
MS Cotton Tiberius A.iii, Cambridge, D.S. Brewer, 2011.
13 interessante la definizione che ne d Fischer: A Monument of Medieval Literature: A Somnia Danielis serves in its own right as a prime example of the tertiary literature
of the Middle Ages; it is not merely a list of topoi, but a creative expression of a people and
an age. [] the dreambook not uncommonly assumes the role of a versified tutor displaying many similarities with the didactic and secular literature from which it has adopted its
rhetoric and meter. S.R. FISCHER, The Complete Medieval Dreambook, cit., p. 9.

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La scelta di un titolo generico come Significacione dei sompnij, in


osservanza alla censura ecclesiastica, non esclude il fatto che Domenico Caronelli fosse a conoscenza delle teorie onirocritiche. Il padre
Francesco fu autore di opere di carattere allegorico basate su sogni e
visioni. Il De curru carrariensi, composto a Padova nel 1376, narra di
un sogno sul modello allegorico dantesco della processione del carro
trionfale della Chiesa allalbero di Adamo, presente nei canti edenici
del Purgatorio. Lo stemma della famiglia dei Da Carrara, un carro appunto, si triplica e ognuno viene guidato da una coppia formata da un
maestro e un discepolo, Elia ed Eliseo, San Francesco e SantAntonio,
o da padre e figlio come nel caso di Francesco da Carrara il Vecchio
e Francesco Novello, sul modello del Somnium Scipionis in cui lavo
si manifesta in visione profetizzando il futuro dellEmiliano e di Roma. Lautore, per comprendere lintricata scena, viene guidato da
San Girolamo che gli spiega come la simbologia cristiana sia racchiusa in ogni elemento della visione14. In unaltra opera di Francesco Caronelli, intitolata Sompnium pauperis in sermone del 1405 e andata
perduta, la visione invece espediente per dare informazioni sulla
predicazione francescana.
Il figlio Domenico, copista del cod. Rossiano 947, si forma in
questo contesto interessato alle teorie onirocritiche, le stesse usate dagli autori delle opere che troviamo accostate al manuale, come succede anche per Boccaccio. Il Corbaccio e lAmorosa visione sono, come
il Roman de la rose e poi la Divina Commedia, opere in visione, mentre altri testi boccacciani come il Trattatello in lode di Dante, lElegia
di madonna Fiammetta, il Filostrato e la Comedia delle ninfe fiorentine, contengono sogni che rispettano le categorie onirocritiche rese celebri durante il Medioevo dal commento al Somnium Scipionis redatto da Macrobio nel quale si discutono le teorie di Artemidoro di Dal14 C. GRIFFANTE, Il trattato De curru carrariensi di Francesco De Caronellis, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1983. Questopera viene anche intitolata
Sopnium morale, e questo linizio: Incipit sopnium seu visio sopnii currus magnifici karariensis in quo traditur modus describendi et figurandi ipsum currum moraliter, p. 64.
Sulle notizie biografiche della famiglia Caronelli si veda la voce Caronelli (Caronello, de
Caronelli, de Caronetis, de Coneclano, de Corneclano, de Corneclario, de Cornedano)
Francesco, a cura di F. TRONCARELLI, Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
dellEnciclopedia Italiana, vol. XX, 1977, pp. 535-536; R. BINOTTO, Personaggi illustri della Marca Trevigiana. Dizionario bio-bibliografico dalle origini al 1996, Treviso, Fondazione Cassamarca, 1996, pp. 148-149.

il decameron e il libro dei sogni di daniele

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di. Nelle Genealogie deorum gentilium Boccaccio commenta a sua volta le cinque categorie macrobiane secondo le diverse specie di sogno,
poste in ordine verticale che vanno dai sogni insignificanti, causati
cio da alterazioni fisiche, a quelli premonitori e divini. Seguendo le
parole di Boccaccio a loro volta ispirate da Macrobio, abbiamo il
fantasma, un sogno in dormiveglia nel quale appaiono figure terrificanti e forze della natura come, per esempio, venti e mareggiate. Di
questa categoria fanno parte anche gli incubi, mentre linsomnium
provocato da una premonizione affettiva, rivela le aspettative del sognante ma attraverso visioni fatue, ingannevoli proprio perch provengono da desideri interni al soggetto e non hanno una qualit premonitrice. Il somnium la categoria pi usata in letteratura, come da
Boccaccio, nella quale si vedono cose vere, ma sotto una parvenza
simbolica che richiede uninterpretazione per essere compresa. Laquarta categoria la visio che si manifesta chiaramente senza lasciare dubbi sul messaggio profetico in essa contenuto. Infine, al grado
pi alto, si trova loraculum, una visione che ha luogo in uno stato ambiguo tra sonno e veglia in cui un personaggio importante rivela il futuro sul modello dello stesso Somnium Scipionis.
Harum prima vocatur phantasma, [] dum se incipit somnus immictere, existimantibus nobis adhuc vigilare, affertque hec horribiles visu formas []. Secunda insomnium nuncupatur a premeditatione causatum []. Verum quoniam ex affectione
procedunt, una cum somno in auras evanescunt []. Somnium species tercia appellatur, per quod placet Macrobio certa somniari, sed sub velamine []. Quarta vero
species visio nominatur, nullas pre se ferens ambages, quin imo quod futurum est liquida patefactione demonstrat []. Quinta et ultima somniorum species oraculum
veteres vocavere, quod Macrobius esse vult, dum sopiti parentes maioresque nostros,
gravem hominem aut pontificem, seu ipsum deum [] cernimus15.

Nel De casibus per rinforzare le previsioni visionarie di Astiage e di


15 G. BOCCACCIO, Genealogie deorum gentilium, a cura di V. Zaccaria, in Tutte le opere, a cura di V. Branca, Milano, Mondadori, 1998, voll. 7-8, t. I, XXXI, 6-14, pp. 164-168.
Questo il passo originale di Macrobio commentato da Boccaccio: Omnium quae uidere sibi dormientes uidentur quinque sunt principales et diuersitates et nomina. Aut enim
est secundum Graecos quod Latini somnium uocant, aut est quod uisio recte appellatur, aut est quod oraculum nuncupatur, aut est  quod insomnium dicitur, aut est quod Cicero quotiens opus hoc nomine fuit uisium uocauit. A.T. MACROBIO, Commento al Sogno di Scipione, a cura di M. Neri, Milano, Bompiani, 2007, I, 3. 2, p. 246.

170

valerio cappozzo

Ciro, Boccaccio passa in rassegna i sogni premonitori e divinatori di


personaggi illustri portati a esempio della veridicit delle categorie
onirocritiche16. Si citano il sogno di Simonide che come Lisabetta da
Messina dialoga con un morto che fornisce indicazioni certe, e in quel
caso lo persuade a non partire per evitare la morte sicura; quello di
Gaio Cesare che specularmente al caso di Talano dImola dove invece la moglie a essere incredula e a essere quindi poi aggredita da un
lupo cade nelle mani dei congiurati per non aver creduto al sogno
della moglie Calpurnia. Seguono poi quelli di Augusto e di Artorio avvertiti della sorte futura. Per confermare la veridicit dei sogni Boccaccio non cita solo quelli pagani, ma anche quelli pi illustri della
Bibbia: il sogno del faraone dEgitto spiegato da Giuseppe e quello di
Nabucodonosor interpretato dal profeta Daniele17. Daniele e Giuseppe sono i profeti che loniromanzia usa come autorit per i manuali
di interpretazione ma, come abbiamo visto, tra i due profeti Daniele quello che sar scelto dalla tradizione manoscritta come autore di
riferimento.
La scelta di Domenico Caronelli di inserire nel cod. Rossiano 947
il Libro dei sogni di Daniele, rientra dunque in un quadro culturale
analogo a quello utilizzato dallo stesso Boccaccio che similmente a
Omero, Virgilio, Dante, Cecco dAscoli e Pucci, si trova a dare ai sogni letterari una valenza simbolica rilevante. A livello editoriale lassociazione di sogni e letteratura ha lo scopo di aiutare il lettore a in16 Quid precor horum maiori cum admiratione spectabimus: an maximam et
fere immutabilem fati oportunitatem an certissimam aliquando somniorum demostrationem? [] Nolim tamen ob hoc arbitraretur quisquam, etsi sepe corpus somno detineatur immobile, animam semper sua divinitate frui, cum divini muneris illud sit quando contingit. G. BOCCACCIO, De casibus virorum illustrium, a cura di P.G. Ricci e V. Zaccaria,
in Tutte le opere, a cura di V. Branca, Milano, Mondadori, vol. 9, 1983, II, XVIII, 1, 10,
pp. 174, 176. Il capitolo si conclude poi con una considerazione sulla ambiguit dei sogni e sullimportanza dellinterpretazione personale se operata con unattenta valutazione: Variis quippe et plurimis agentibus causis per ambages frequenter deducitur: et
ideo, si quando visis fides integra adhibenda sit, non tamen eisdem semper credendum
est; sed, ut in ceteris, inter spernendum credendumque discretione previa discernendum
est, ut non negligamus quod ad salutem ostenditur, et e converso ab innocuis non turbemur, ivi, 11, p. 176.
17 Ivi, 9-10, pp. 174-176. Per il libro dei sogni di Giuseppe, Somniale Joseph, si veda L. THORNDIKE, A History of Magic and Experimental Science, New York, Columbia
University Press, vol. II, 1943, pp. 293-297; S.F. KRUGER, Dreaming, cit., pp. 9-13; S.
L. CHARDONNENS, Mantic Alphabets in Medieval Western Manuscripts and Early Printed
Books, in Modern Philology, a. CX, vol. III, 2013, pp. 340-366.

il decameron e il libro dei sogni di daniele

171

terpretare parti enigmatiche del testo, esercitandone labilit interpretativa che propedeutica alla comprensione dellintera narrazione. Ci
serviremo allora del Libro dei sogni di Daniele presente nel cod. Rossiano 947 e nelle altre miscellanee trecentesche citate, per analizzare
brevemente i sogni appartenenti alla categoria del somnium e della visio presenti nel Decameron.
In realt in questopera sono presenti anche due oracola e un insomnium: la visione in stato di veglia di Nastagio degli Onesti (quinta giornata, ottava novella), lapparizione di Tingoccio allamico
Meuccio (settima giornata, decima novella), e linsomnium di Pinuccio (nona giornata, sesta novella) dove il sogno viene inventato per
giustificare la sua cattiva condotta provocata dal bere eccessivo, quindi sogno falso anche perch generato da alterazioni fisiche. I quattro
sogni veri e propri corrispondono invece il primo alla categoria della visio: sogno premonitore e manifesto attraverso un intermediario,
lamante defunto di Lisabetta, e gli altri tre alla categoria del somnium, sogni veri ma espressi attraverso dei simboli velati che richiedono uninterpretazione per essere compresi.
Nella quarta giornata si ragiona di coloro li cui amori ebbero infelice fine e le ragioni sono diverse. Nella novella di Lisabetta la causa dellinfelicit data dal contrasto con i fratelli che tengono alla reputazione della famiglia tanto da reprimere il suo amore per Lorenzo, un loro aiutante. Il sogno della donna, nel quale appare lamante
defunto, ne anticipa la trama e la conclusione negativa per il fatto che
chol morto favellare lite significa, secondo il Libro dei sogni di Daniele, lite col significato di controversia, quella che caratterizza la disputa di Lisabetta con i fratelli18.
Nella novella successiva ci sono i due sogni di Andreuola e di Gabriotto, entrambi anticipatori della morte di lui19. La visione di An18 Anche per il cod. Martelli 12: Mortuum qualecumque videre litem significat;
in volgare: Morto chomanche se vedere lite significa. Sempre a proposito della variabilit dei simboli contenuti nei diversi testimoni, il cod. Ashburnham 1724, pi tardo rispetto al Rossiano 947 e ancor di pi al Martelli 12, riporta uninterpretazione completamente differente e opposta: Mortuum videre certum gaudium significat.
19 Su questo sogno si veda: B. JONES, Dreams and Ideology: Dec. IV, 6, in Studi
sul Boccaccio, X, 1977, pp. 149-161; S. CARRAI, Il sogno di Gabriotto (Decameron IV
6), in Studi vari di lingua e letteratura italiana in onore di Giuseppe Velli, Milano, Cisalpino, vol. I, 2000, pp. 179-185; G. CINGOLANI, Una cosa oscura e terribile: Boccaccio, Decameron, IV, 6, in Sogno e racconto: archetipi e funzioni, Atti del convegno di Macerata (7-

172

valerio cappozzo

dreuola oscura e assai vaga, ma serve per preparare quella di Gabriotto che invece si presenta in forma enigmatica ma chiara nel suo
significato. La donna vede unentit mostruosa uscire dal corpo dellamato che lo porta con s negli inferi, mentre a lui appare una cavriuola alla quale si affeziona e una veltra che si getta su di lui per
mangiargli il cuore. Appena finiscono luno di raccontare il proprio
sogno allaltro, Gabriotto muore come effettivamente i due sogni
avevano preannunciato. Difatti capra vedere significa spaamento,
con il significato etimologico di essere tolti di mezzo, e chane vedere di nimici morte significa20. Anche in questa novella il tema della
morte sulla quale incentrata, annunciato in sogno e reso comprensibile una volta che si ha la chiave per interpretarne i simboli.
Lo stesso accade nel quarto sogno, quello di Talano dImola che
vede un lupo aggredire la moglie21. Il tema la miscredenza che inganna Margherita la quale, non credendo alle parole del marito e al
racconto del suo sogno, esce di casa noncurante venendo effettivamente attaccata come un piccolo agnelletto da un lupo che la sfigura. Daltronde avederssi prender da lupo significa tratamento
dinganno, e quello in cui lei cade causato dalla sua incredulit per

9 maggio 2002), a cura di G. Cingolani e M. Riccini, Firenze, Le Monnier, 2003, pp. 7083; S. MARCHESI, Stratigrafie decameroniane, Firenze, Leo S. Olschki, 2004, pp. 97-104.
20 La cavriuola propriamente la capriola, usata in altri luoghi del Decameron
con questo significato (nella seconda Giornata, sesta Novella in cui Madonna Beritola
adottando e allattando due cavriuoli diventa essa stessa cavriuola). Il termine capra ricorre solamente due volte nel testo (nella seconda Giornata, decima Novella e nellottava Giornata, nona Novella con il significato di cavalcare la capra, cio ingannarsi;
mentre il plurale capre usato anchesso in due ricorrenze ma in momenti puramente descrittivi, nellIntroduzione alla prima Giornata). In nessun Somniale volgare o latino compare il capriolo o la capriola come non compare nei bestiari medievali, mentre
compare spesso la capra e il caprone. Derivando il termine capriolo da capreolus, proveniente a sua volta da caper, capra, capro e capra, con derivazione da caprea, capro selvatico, probabile che a tale animale si faccia un riferimento generico nel Libro dei sogni, significato del quale spiega comunque bene il sogno di Gabriotto. In varie opere del
ciclo arturiano alla capriola si associa anche il cervo bianco, a tale proposito si veda S.
CIGADA, La leggenda del Cervo Bianco e le origini della matire de Bretagne, Atti dellAccademia Nazionale dei Lincei: Memorie, Classe di scienze morali, storiche e filologiche, s.VIII, fasc. I, Roma, Accademia nazionale dei Lincei, vol. XII, 1965. Si consultino le pp. 65-67 per il mito in una visione dinsieme; e le pp. 90-92 per una lettura del simbolo sognato da Gabriotto.
21 Su questo sogno si veda: F.P. BOTTI, A proposito del sogno di Talano (Decameron,
IX 7), in Intersezioni, a. XXXII, vol. II, 2012, pp. 173-187.

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173

il fatto di non aver voluto dar fede al sogno premonitore del marito22.
In ultima analisi, il Libro dei sogni di Daniele che conclude il cod.
Rossiano 947, ha unutilit per il lettore che se ne pu servire per capire gli episodi onirici, ma ha anche e soprattutto una funzione rivolta a un pi generale esercizio interpretativo dei simboli e delle immagini quotidiane o leggendarie presenti nel testo. Nel momento in cui
la letteratura laica ha raggiunto il proposito di essere comprensibile
ai pi attraverso luso del volgare e di tematiche comuni, la scelta editoriale di Domenico Caronelli di annettere il libro dei sogni a conclusione del codice, risponde allesigenza sentita dal copista e dal suo ambiente culturale di fornire al lettore uno strumento utile che serva da
stimolo allinterpretazione personale dellintero Decameron.

22 La versione latina del cod. Martelli 12 riporta: A lupo se appr(e)hender(e) vel tenere ab inimico apponi significat, mentre la versione in volgare: Dal lupo e(ss)e(re) preso dal nimico e(ss)e(re) t(r)ovato S[ignifica]. Il cod. Tempi 2 presenta due interpretazioni contrastanti: Volpe o lupo vedere buone novelle (et) buon messo sig(nifica) e Vedersi pigl[i]are a lupo trattato di tuoi nemici sig(nifica).

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APPENDICE
Trascrizione della c. 148v del cod. Vaticano Rossiano 947, gi XI 97.
Il testo del Libro dei sogni mutilo ed composto di 87 voci che vanno dalla lettera
A a met della lettera C. Considerando che per sole tre lettere si hanno 87 sogni, possiamo congetturare che lintero Somniale doveva contenerne allincirca 300, costituendo insieme al cod. Laurenziano Martelli 12, che ne contiene 272, il pi articolato manuale dinterpretazione in volgare italiano del Trecento fin ora conosciuto.
La c. 148v riporta sul margine superiore il titolo rubricato preceduto dallinvocazione Ye(s)us, e dai numeri 16126 20, a sinistra e 2 195 a destra, probabilmente due
antiche segnature.
Lapparato critico presente nelle note a pi di pagina costituito dalle varianti contenute negli altri due mss. trecenteschi che contengono il Libro dei sogni di Daniele
in volgare, il cod. Martelli 12 (M12) e il cod. Tempi 2 (T2).
Ledizione che segue diplomatico-interpretativa per cui gli interventi sono stati limitati al minimo: ho introdotto la separazione delle parole, sciolto le abbreviazioni
anche senza indicazioni visibili (tranne in casi dubbi), inserito le lacune tra parentesi quadre, aggiunto gli accenti e gli apostrofi, e disciplinato luso delle maiuscole e
delle minuscole.
Ye(s)us
Significacione dei sompnij
(col. A)
Arbori salire significa honore
Arbori sechi vedere s(ignifica) i(n)gano23
Anello tuor significa segurt24
Auro veder s(ignifica) guadagno25
Ave veder s(ignifica) guadagno
Aceto bevere s(ignifica) infirmit26
Arostire o ma(n)ar carne s(ignifica) dampno
Agnello veder passere27 s(ignifica) guagagno28
Altare vedere o sacrificare s(ignifica) dampno29
Archo tirare s(ignifica) honore30

23

M12: Albero secco vedere inghanno di facto s(ignifica).


M12: Anelli tore danno s(ignifica).
25 T2: Oro vedere o tocchare invidia sig(nifica).
26 M12: Aceto o asentio bere molestia s(ignifica); T2: Assenzio vedere solicitudine [significa].
27 Invece di pascere.
28 M12: Angnello pascere o dormire vedere ghuadagnio s(ignifica).
29 M12: Altare fare danno s(ignifica)..
30 M12: Arco veder tendere honore [significa].
24

il decameron e il libro dei sogni di daniele

175

Arbori v(er)di vedere s(ignifica) alegrea


Aquille penute vedere s(ignifica) discordia
Ansciet (et) angosci[a] vedersi s(ignifica) honore
Ardente fuocho vedere s(ignifica) mutame(n)to31
Anguille tochar s(ignifica) fatigoso t(em)po32
Armato vederssi s(ignifica)33 faticha34
Alguna cossa vederssi tuor al imperador s(ignifica) alegrea
Arbori vedere tagliare s(ignifica) soo dampno35
Altare fare s(ignifica) alegrea36
Avederssi p(re)nder al orsso s(ignifica) guadagno37
Avederssi p(re)nder da lupo s(ignifica) tratam(en)to di(n)ga(n)o38
Avedere poppe piene s(ignifica) bene39
Aquille vederssi i(n)trar i(n) caxa s(ignifica) dampno
Aquille salirsse sopra el capo s(ignifica) i(n)firmit40
Arare vedere s(ignifica) faticha
Arati luogi i(n)trare s(ignifica) buom tempo
Biade colgiere s(ignifica) alegrea41
Beuere i(n) coppa o i(n) scudella s(ignifica) solicitudine42
Beuere i(n) calice s(ignifica) i(n)fermitade43
Biancho vestime(n)to vederssi s(ignifica) alegrea44
Barba granda vederssi s(ignifica) dampno45

31

M12: Fuocho vedere schognosce(n)a s(ignifica).


M12: Anghuilla vedere o trassinare fatichoso tempo s(ignifica); T2: Anguilla
vedere et tocchare travalgl[i]o di tempo.
33 La s coperta da una macchia dello stesso inchiostro nero del testo.
34 T2: Vedersi armato fatica i(n) casa tua sig(nifica).
35 T2: Arbore vedere talgl[i]are dan(n)o singnifica.
36 M12: Altare fare danno s(ignifica); T2: Altare di nuovo hedificare nuovo sacerdoto
37 M12: Dallorsa e(ss)e(re) preso dan(n)o s(ignifica); T2: Vedersi pigliare alorso guadangno sing(nifica).
38 M12: Dal lupo e(ss)e(re) preso dal nimico e(ss)e(re) t(r)ovato s(ignifica); T2:
Vedersi pigliare a lupo trattato di tuoi nemici sig(nifica).
39 M12: Poppe vedersi piene guadagno s(ignifica).
40 T2: Aquila vedersi sopra capo infermit.
41 M12: Biada veder coglie(re) allegrea s(ignifica); T2: Biade colgliere o veder
colglere allegrezza i(n) te o in(n) amici.
42 T2: Bere in coppa o in pentola solicitudine sig(nifica).
43 M12: In calice bere infermit s(ignifica).
44 M12: Biancha roba vestire solicitudine s(ignifica); T2: Bianco vedersi onore
sig(nifica).
45 M12: Barba vedersi gra(n) morte s(ignifica) e Barba grande avere morte s(ignifica); T2: Barba vedere grande lungha et singnifica e Vederti magior barba che
no(n) ai pegiorame(n)to a te sig(nifica).
32

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Barbuta farssi s(ignifica) p(er)icol de vita46


Bagno lavarssi s(ignifica) faticha47
Bordoni vedere s(ignifica) ingano48
Barba canuta vederssi s(ignifica) ingano
Brae soe vederssi s(ignifica) amistade
Boui vedere sedere s(ignifica) i(n)imistade
Bataglia fugire s(ignifica) lite49
Brache vedere s(ignifica) complim(en)to de fato
Bataglie vedere s(ignifica) honore
(col. B)
Braa velate vedere s(ignifica) acrescime(n)to di vita
Buoy andare p(er) lino s(ignifica) mal (et) no(n) ben
Buoy arare50 vedere s(ignifica) guadagno51
Barba tonderssi s(ignifica) dampno
Bestie tolere s(ignifica) pace52
Buoy iacere s(ignifica) carestia
Buoy grassi passere vedere s(ignifica) guadagno53
Buoy corere vedere s(ignifica) alegrea54
Buoy combatere vedere s(ignifica) impao55
Bestie parlare s(ignifica) grave faticha56
Bindare vederssi s(ignifica) alegrea
Bastadarsi vedersi s(ignifica) guadagno
Biaue vedere tagliare s(ignifica) faticha
Biaue i(n) ara batere s(ignifica) i(n)fermit
Baxo dare s(ignifica) dampno
Bechi vedere s(ignifica) spacamento57

46 M12: Barba farsi vedere morte s(ignifica); T2: Vedersi divellere la barba molte cose co(n)trarie sig(nifica).
47 M12: Bagnio fabbrichare o i(n) esso la[va]rsi a[n]ghoscia s(ignifica).
48 T2: Bordone vedere inghannamento sig(nifica).
49 T2: Battalgl[i]a o gente fuggire lite sig(nifica).
50 Tra le due parole c una lettera depennata.
51 T2: Buoi aranti vedere guadangno sig(nifica).
52 M12: Bestie domar vedere pace s(ignifica); T2: Bestia domare pace sig(nifica).
53 M12: Buoi grassi pascere vedere ghuadagnio s(ignifica); T2: Buoi grassi veder
pascere buonte(m)po spera e Buoi mangiare o bere: male sig(nifica) e Buoi veder pascere bene sig(nifica).
54 T2: Buoi veder correre allegrezza sig(nifica).
55 M12: Bui (com)bater vedere anghoscia s(ignifica); T2: Buoi co(m)battere allegrezza sig(nifica).
56 M12: Bestia p(ar)lante vedere molestia s(ignifica); T2: Bestia parlare molestia
sig(nifica) e Bestia quattro pi parlare fuga di nemici sig(nifica).
57 T2: Becchi (et) montoni vedere abbondanzia sig(nifica).

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177

Cauali58 arare s(ignifica) i(n)firmit


Caualieri vedere s(ignifica) alegrea59
Cerui vedere s(ignifica) lite
Corere vedere s(ignifica) i(m)pedime(n)to60
Ciechi vedere s(ignifica) alegrea
Corere volere (et) no(n) podere s(ignifica) impedimento61
Capo suo p(er)dere s(ignifica) morte damicho62
Con putana iacere s(ignifica) sicuritade63
Con sua moglie giacere s(ignifica) dampno64
Con maschio giacere s(ignifica) corompimento65
Con bestia giacere s(ignifica) infermitade66
Ceruo vedere s(ignifica) messo fidato
Cun grande homo p(ar)lare s(ignifica) guadagno67
Carte legiere s(ignifica) messo da loni68
Cun filox(o)pho p(ar)lare s(ignifica) alegrea69
Ciello i(n)fiamato vedere s(ignifica) non bene70
Cun soa sorella giacere s(ignifica) dampno71
Cun molglie daltrui giacere s(ignifica) guadagno72
Corere vedere s(ignifica) leticia
Coronarssi vedere s(ignifica) guadagno
Corona fare s(ignifica) lite73
Cedroni vedere s(ignifica) sigurt

58 Della u rimane solo il primo tratto verticale a causa di un piccolo buco nella carta che interessa solo questa lettera.
59 M12: Cavaliere vedersi allegrea s(ignifica).
60 M12: Corere s vedere veloce lite s(ignifica) e Corere s vedere i(m)pacciamento s(ignifica).
61 M12: Correre vedersi no(n) potere infirmit s(ignifica); T2: Volere correre (et)
no(n) potere inpedimento sig(nifica).
62 M12: Il capo p(er)dere morte della amico s(ignifica).
63 M12: Chon putana iacere secu(r)it s(ignifica).
64 M12: Cholla moglie sua iacere danno s(ignifica); T2: Cholla molgle giacere
dan(n)o sig(nifica).
65 M12: Cho maschio iacere maraviglia s(ignifica); T2: Co maschio giacere traschorrimento sig(nifica).
66 M12: Chon alchuna bestia iace(re) morte s(ignifica).
67 T2: Con grande (et) potente parlare sicurt sig(nifica).
68 M12: Carte leggere messo t(ri)sto s(ignifica).
69 M12: Chon philosafo p(ar)lare mo(r)te s(ignifica).
70 M12: Cielo fochoso vedere alchuna cosa rea s(ignifica).
71 M12: Cholla serochia sua iacere danno s(ignifica).
72 M12: Cholla moglie altrui iacere danno s(ignifica); T2: Con femina altrui giacere guadangno sig(nifica).
73 M12: Corona fare vedere lite s(ignifica).

178

valerio cappozzo

Con lo imp(er)adore p(ar)lare s(ignifica) alegrea74


Codigo o altro libro legiere s(ignifica) letiia75
Ciechi vedere mangiare s(ignifica) i(n)fermit
Colombi vedere volare s(ignifica) arguaiti76
Corbo bechare vedere s(ignifica) co(n)uertimento del co(r)po77
Corbo stare sopra p(er)sona s(ignifica) p(er)icollo78
Capra vedere s(ignifica) spaamento
Caxa sua vedere hornata s(ignifica) i(n)fermit i(n) essa
Caxa sua spaare vedere s(ignifica) p(er)icolo de vita79

VALERIO CAPPOZZO

74

M12: Chon imp(er)adore o cho(n)te favella(r)e b(e)n(e) s(ignifica).


M12: Chodicho legge(re) vedere messo bu(on)o s(ignifica).
Sta per agguati, cfr. M. CURSI, Un copista-letterato, cit., p. 122 n. 81. M12:
Cholo(m)be volanti vede(re) apostame(n)to s(ignifica).
77 Voce dal significato poco chiaro che non trova riscontro in altri codici.
78 M12: Chorbi in su la carne sedere nocimento di diavolo sopra lu[o]mo eser
s(ignifica).
79 M12: Chasa sua cad(e)re ved(e)re p(er)icolo s(ignifica).
75
76

TAVOLE

VALERIO CAPPOZZO

TAV. I - Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, cod. Rossiano 947, c. 148v.

FINITO DI STAMPARE
NEL MESE DI DICEMBRE 2014
PER CONTO DELLA
CASA EDITRICE LE LETTERE
DALLA TIPOGRAFIA ABC
SESTO F.NO - FIRENZE

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